Mondo Agricolo n.2

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INTERVISTA AD ALEMANNO: I SINDACI NON VOGLIONO SPREMERE LE CAMPAGNE • LA GRANDE ITALIA DEI VIGNETI E DELL’OLIO TORNA AL VINITALY• ART. 62 CONTRATTI FILIERA: IL PESO DELLE REGOLE • IL VITICOLTORE LUCIO DALLA



L’ E D I T O R I A L E

Signori si cambia

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iente sarà più come prima. Dobbiamo prenderne atto, il panorama attorno a noi muta giorno per giorno, come se lo si guardasse dalle murate di una nave, che si muove ad una velocità magari poco avvertibile, ma sposta l’orizzonte. Il cambiamento, almeno in questo caso, non ha una data d’inizio certa da consegnare alla Storia. E’cominciato con echi di parole nuove - una per tutte è “spread” - che hanno dato carattere d’urgenza ad altre parole, come “liberalizzazioni”. Una nuova sigla è entrata nel nostro linguaggio: Imu, che va a sostituire la precedente Ici. Anche se il significato rimane uguale: tasse sicure, anzi, ancora più sicure perché, nel caso delle imprese agricole, praticamente raddoppiano. Quattro maxidecreti hanno fatto salire la pressione fiscale per dare ossigeno all’erario, ma rischiando di toglierlo ai contribuenti e alle aziende. In compenso la rete sull’evasione si va stringendo e se i pesci pescati non saranno solo i piccoli il cambio, almeno in parte, ci può stare. Perché evasione fiscale vuol dire sfruttamento degli onesti e concorrenza sleale per chi produce stando alle regole. Qui entra poi in gioco una parola a cui chi si occupa di agroalimentare è ben abituato: “tracciabilità”, che però ora fa prepotentemente il suo ingresso anche nei più piccoli conti correnti bancari per contrastare furberie e riciclaggi. Insomma rimarremo padroni dei nostri soldi, però li depositeremo in una cassaforte di vetro. Trasparenti dovranno essere anche tariffe, preventivi, criteri d’inserimento dei giovani nelle professioni. Libertà di lavoro e meno pastoie corporative. Un percorso importante, ma che darà valore aggiunto solo se portato a termine in maniera equa nei confronti di pensionati, pensionandi e di quanti non hanno avuto una seconda chanche dalla manovra. Libertà di lavoro vuol dire anche libertà di acquisto, 24 ore al giorno 7 giorni alla settimana, nei negozi di quei commercianti che saranno in grado di affrontare questa sfida, certo non facile in tempi di calo dei consumi e recessione. Tutto questo sarà in grado di incidere profondamente sulle regole di vita del nostro Paese e tutto questo riguarda anche noi, che del Paese vogliamo essere parte integrante e riconosciuti come tali. Forse è giunto il tempo di valutare a fondo l’eventualità di un nuovo approccio con le cose, perché Charles Darwin diceva: «Non è la specie più forte a sopravvivere, e nemmeno quella più intelligente, ma la specie che risponde meglio al cambiamento». Mario Guidi

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SO MMA R I O L’EDITORIALE Signori si cambia Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Attualità AVVISO COMUNE Lavoro, Guidi alla Fornero: «Riscriviamo le regole» Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Attualità CANZONE D’AUTORE Ultimo brindisi per Lucio Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Zoom VINITALY-SOL La Grande Italia dei vigneti e dell’olio Barbara Mengozzi . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Berlino, Vienna e Berna: un’amore che non si spegne Barbara Mengozzi . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Tutti i sapori del suolo Antonio Paolini. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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La rosa degli oli Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Il vino nella borsa Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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L’astronave dei patriarchi Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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La fiaba dell’olio Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Con l’imu sono 500 mila le imprese agricole a rischio chiusura

Direttore responsabile GABRIELLA BECHI Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI Comunicazione Istituzionale di Confagricoltura Direttore VANNI CORNERO

Primo piano IMU La cascina nel mirino Giusy Pascucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Se 1,3 miliardi vi sembran pochi Anna Gagliardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Davanti al Parlamento uniti per dire: vogliamo vivere Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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L’ intervista GIANNI ALEMANNO «Non vogliamo fare cassa affondando l’agricoltura» Vanni Cornero. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Attualità ARTICOLO 62 Il peso delle regole Giuseppe Modica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Attualità ACADEMY TAORMINA Un nuovo “Think Tank” nello spirito dei tempi Luigi Mastrobuono. . . . . . . . . . . . . . . . . . L’agricoltura in rete per la crescita Gaetano Menna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Attualità CREDITO Accordo banche-imprese per dare respiro alla competitività Giusy Pascucci. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Rubriche Dicono di noi Manifestazione . . . . . . . 20 Vino Loacker . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68

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Buono a sapersi Assoenologi. . . . . . . . 69 Mappamondo Mais . . . . . . . . . . . . . . . 70

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Internazionalizzazione Berlino. . . . . . 72 Agriturist Convegno quadri . . . . . . . . 73 Anga Sial . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75

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Over 60 Soggiorno Pensionati . . . . . . 80 FEBBRAIO 2012| MONDO AGRICOLO | 5




PRIMO PIANO IMU

La cascina nel mirino


Contesta Mario Guidi: «Rispetto alla vecchia Ici il peso fiscale si è moltiplicato di 4/5 volte e raggiunge 1,3 miliardi di euro di nuove imposte e 2/3 miliardi di euro per l’accatastamento dei fabbricati. Un valore prossimo a quello della PAC per il nostro Paese» di Giusy Pascucci

n nuovo terremoto sta per sconvolgere ulteriormente il settore agricolo. Come se la crisi finanziaria, l’aumento dei costi di produzione e il caro gasolio non bastassero, ad aggravare una situazione già abbastanza pesante per gli imprenditori, arriva anche l’Imu. Che, così come approvata recentemente dal Governo nel “Decreto Salva Italia”, non solo colpirà pesantemente terreni agricoli e fabbricati rurali di ogni natura e specie, ma si tradurrà in una vera e propria tassazione dei mezzi di produzione. Con buona pace degli agricoltori e di tutte quelle aziende costrette probabilmente a chiudere. L’imposizione fiscale introdotta sarà infatti così elevata da risultare insostenibile per molte imprese. Stravolgendo completamente la precedente disciplina in materia, l’articolo 13 della manovra impone un aggravio fiscale di 4-5 volte superiore rispetto al precedente regime dell’ ICI su tutti i terreni e fabbricati e, soprattutto, su quegli immobili utilizzati per lo svolgimento delle attività agricole.Ad essere tassati, quindi, saranno gli strumenti di lavoro dell’agricoltore considerati come ricchezza accumulata e circa un milione di fabbricati in tutta Italia il cui reddito era già ricompreso in quel-

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lo dei terreni, con l’applicazione dell’Imu subiranno una duplicazione d’imposta. Insomma, siamo di fronte ad una “patrimoniale agricola” che si abbatterà pesantemente sugli agricoltori, in quanto sarà colpito il bene terra senza che venga riconosciuto più il carattere di ruralità e la funzione di bene strumentale all’esercizio dell’ attività di impresa. L’aumento di tassazione previsto dall’incremento della base imponibile ai fini Imu e dalle nuove tasse sui fabbricati rurali va dal 100 al 400% per cento. Numeri “monstre” che metteranno l’agricoltura in ginocchio. Ed è chiaro che la misura, se non verrà rivista, penalizzerà ancor più il settore. Con conseguenze gravissime a carico degli imprenditori

A rischio di chiusura oltre 500 mila aziende sotto i 20 ettari agricoli: le stime lasciano prevedere a rischio di chiusura oltre mezzo milione di aziende sotto i 20 ettari di superficie. A poco è servita, infatti, la riduzione del moltiplicatore per stabilire la base imponibile dei terreni agricoli da 120 a 110, (a fronte dell’attuale coefficiente pari a 75), perché il sollievo sarà minimo. Secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confagricoltura, un’azienda di circa 50 ettari (colture seminative e foraggere) con quattro fabbricati rurali, che attualmente versa un’Ici sui soli terreni di circa 2.200 euro, con la nuova tassazione passerebbe ad un totale di oltre 8.600 mila euro. Un aumento che supera i 6.400 euro, prossimo al 300 per cento dell’attuale carico fiscale. L’intero impianto dell’imposizione fiscale sui terreni e sui fabbricati strumentali all’attività è punitivo per le imprese e scarica sugli agricoltori e sulle loro famiglie oltre il 10 per cento del peso della manovra”, ha ricordato il presidente Mario Guidi.“Il peso dell’Imu per le imprese agricole italiane, fra 1,3 miliardi di euro di nuove imposte e 2/3 miliardi di euro per l’accataFEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 9


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coltori, Guidi sottolinea infatti che il le per gli agricoltori, esentando dalsettore non vuole tirarsi indietro di l’imposta i fabbricati ad uso strumenfronte ai sacrifici chiesti al Paese per il tale o riducendo gli oneri, in particorisanamento dei conti. Ma l’imposta lare nelle aree svantaggiate. così come è stata conteggiata travalica Nonostante l’impegno profuso anche stamento dei fabbricati rurali, è prossi- ogni ragionevolezza.“Qui non si tratta, dal ministro delle Politiche agricole mo al valore della PAC per il nostro spiega il presidente, di accontentare Mario Catania, però, gli appelli e le Paese: il settore non può permettersi gli agricoltori con uno sconto del 10% istanze del mondo agricolo sono finoquesto salasso”. Già perché si tratterà sulla base imponibile. E’ l’intero im- ra rimaste inascoltate. di un vero e proprio salasso, un pres- pianto dell’imposizione fiscale sui ter- Ma, mentre trema, il settore non sta a sione fiscale che l’agricoltura non po- reni, ma soprattutto sui fabbricati strumentali alPierferdinando Casini e Mario Guidi Anche le Regioni si oppongono l’attività agricola, che risulta iniqua e punitiva e chiedono un riequilibrio per le imprese del settodell'imposizione fiscale re. Se poi fosse vero che si sta valutando la possitrà sostenere. bilità di una Imu separaDa dicembre Confagricoltura ha lan- ta per la sola proprietà è ciato a Governo e Parlamento nume- facile prevedere un inrosi appelli per far sì che la misura fos- cremento dei costi per i se rivista. Il presidente Mario Guidi contratti di affitto”. non si stanca di ripetere,in ogni sede, Ma non solo le organizche se si è commesso un errore nel va- zazioni agricole sono lutare l’impatto dell’IMU sull’agricol- contrarie all’Imu. Antura, si devono rifare i conti e rimodu- che le Regioni si opponlare il carico fiscale sulle aziende. Per gono alla sua applicazioragioni di equità, prima ancora che di ne e chiedono al Governecessaria sopravvivenza delle impre- no un riequilibrio della se. Senza chiedere sconti per gli agri- forte imposizione fiscaIl presidente Guidi a piazza Montecitorio dove il 13 marzo si è svolta la manifestazione unitaria di Confagricoltura, Cia, Copagri

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guardare. Nell’ultimo mese si sono moltiplicate le iniziative di sensibilizzazione condotte da Confagricoltura a livello territoriale, a volte da sola altre volte affiancata da oltre sei organizzazioni di categoria. L’azione presso le amministrazioni locali è di grande importanza poiché spetta ai Comuni la possibilità di determinare l’intensità e la relativa applicazione dell’imposta. Il “Decreto Salva Italia” da facoltà ai Comuni di poter ridurre l’aliquota dallo 0,2%, applicabile ai fabbricati rurali ad uso strumentale, allo 0,1%; di ridurre quella per i fabbricati ad uso abitativo dallo 0,4% allo 0,2%; nonché di abbassare l’aliquota sui terreni dallo 0,76% allo 0,46%. Per questo per prima cosa Confagricoltura ha aperto un tavolo con i rappresentanti centrali dell’Anci, associazione nazionale dei comuni italiani. Ma non solo. Per ora, a livello governativo, il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani ha attivato un tavolo di confronto con le Organizzazioni professionali, per giungere ad una convergenza di stime per quello che concerne l'impatto sulle imprese, dall'applicazione dell'aliquota per l'agricoltura.

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GUIDI: «L’IMU VALE QUANTO TUTTA LA PAC. SI RIFACCIANO I CONTI»

Sulla base di una stima di Confagricoltura vi sono circa 3,5 milioni di fabbricati rurali, di cui 2 milioni non ad uso abitativo ma per altri usi strumentali (come stalle e ricoveri per animali, silos, depositi per macchine ed attrezzi). Si valuta che il peso dell’IMU, per le imprese agricole italiane, oscilli tra l’1.3 e 1.5 miliardi di euro e tra i 2 ed i 3 miliardi di euro per l’accatastamento dei fabbricati rurali. Insomma il suo valore è prossimo a quello della Pac per il nostro Paese: il settore non può permettersi questo salasso. Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi è intervenuto il 27 febbraio a Torino, sulla grave Il presidente Guidi questione dell’Imu, durante il convegno sulla politica ed il ministro Catania a Torino agricola comune, promossa dall’Organizzazione del Piemonte, con il ministro delle Politiche agricole Mario Catania e il presidente della Comagri del Parlamento europeo Paolo De Castro. «Se si è commesso un errore nel valutare l’impatto dell’Imu sull’agricoltura - ha sottolineato Guidi - si rifacciano i conti: non si può, in una notte, alzare l’imposizione fiscale di 4 o 5 volte; va trovata una soluzione. Questo Governo ha basato il suo programma sull’equità, ma questo meccanismo non è equo».«Bisogna ricordare che l’agricoltura è economia reale e se l’agricoltura cresce, cresce anche l’Italia – ha concluso il presidente -. Il settore primario ha bisogno di un volano per ripartire. Al contrario ci troviamo davanti a politiche e strategie, a livello nazionale e comunitario, che tendono a stagnare ancor più la situazione e ad allontanare la ripresa. Bisogna far accrescere la competitività, favorire la propensione all’export, equilibrare i rapporti di filiera». FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 11



PRIMO PIANO IMU

Se 1,3 miliardi vi sembran pochi...

Confagricoltura sensibilizza la politica, i prefetti, i sindaci, perché venga rivisto l’impatto fiscale sulle aziende agricole. Se l’imposta resta così come prevista il peso é insopportabile. I conti devono essere rifatti di Anna Gagliardi

ono forti i toni del dissenso degli imprenditori agricoli per l’introduzione dell’Imu: le aziende non possono accollarsi il peso di quasi 1,5 miliardi di euro in più della nuova imposta. La levata di scudi è stata unanime da parte del settore primario. In Italia si calcolano circa 3 milioni e mezzo di fabbricati rurali, tra quelli ad uso abitativo (circa 1,5 milioni) e quelli per uso strumentale, ovvero stalle, ricoveri per animali, cantine, frantoi, depositi attrezzi e macchine agricole. Con l’Imu su tutti questi immobili, così come previsto dalla legge 214/2011, il settore primario, secondo le stime di Confagricoltura, pagherebbe circa 1 miliardo e 300 milioni di euro di maggiori tributi. Confagricoltura non ha perso tempo e, dalla presentazione della manovra ad oggi, ha avviato in tutta Italia una serie di incontri con i prefetti, riunioni con i parlamentari, inviato lettere ai sindaci, promosso interventi nei consigli provinciali.A livello centrale è stato aperto un tavolo con il Governo insieme alle altre organizzazioni. Tutti appelli ai quali il ministro delle Politiche Agricole Mario Catania ha dato ascolto, definendo il nuovo sistema di imposta “frutto di una lettura sbagliata del settore, al quale viene attribuita una ricchezza che non trova riscontro

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PRIMO PIANO IMU

ranno apportati correttivi − si concre-

In ogni regione Confagricoltura tizzeranno il 16 giugno, data della scadenza per il pagamento da effettuare si è mobilitata evidenziando una pressione fiscale insostenibile dell’acconto Imu relativo al primo se-

nella realtà”. Conti alla mano, ogni impresa pagherebbe dal 100% al 400% in più rispetto a oggi: una vera e propria stangata sulle aziende, già in forte difficoltà per il divario crescente tra costi e ricavi. DAL PIEMONTE ALLA SICILIA

Dal Piemonte al Veneto, dall’Emilia Romagna alla Sicilia, in ogni regione Confagricoltura si è mobilitata attivando in tutte le province iniziative di sensibilizzazione. In molti casi le azioni sono state concordate con le altre organizzazioni professionali, essendo le motivazioni condivise, per dare maggior peso alle proprie posizioni. “Non chiediamo di fare sconti a una categoria – afferma il presidente di Confagricoltura Torino, Vittorio Viora – semmai di non farla morire con una tassazione decisamente iniqua dagli effetti devastanti. Una posizione su cui abbiamo trovato la Cia perfettamente in linea”. Effetti che −se non sa14| MONDO AGRICOLO |FEBBRAIO 2012

mestre 2012. Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Milano, Lodi, Monza, Brianza, in un incontro l’Associazione Comuni Lodigiani, ha illustrato i dettagli delle conseguenze dell’imposta sulle aziende agricole e ha chiesto alle amministrazioni “la giusta attenzione per un patrimonio economico e culturale che rischia di perdersi definitivamente”. A Ravenna, dove le iniziative sono state portate avanti insieme a Cia, Coldiretti e Copagri, il presidente provinciale di ConfagriEnrico coltura, Gambi, ha firmato insieme ai colleghi una lettera aperta ai sindaci auspicando che “alle numerose dichiarazioni di solidarietà e di comprensione seguano comportamenti coerenti in sede di approvazione dei bilanci

comunali, utilizzando tutte le facoltà di riduzione delle aliquote che la legge concede ai Comuni sia sui fabbricati rurali ad uso strumentale, sia sui terreni agricoli. Questi ultimi − precisa − nella provincia di Ravenna possiedono rendite catastali alte, nonostante che la loro reale redditività da anni sia negativa, come nel caso dell’ortofrutta”. Nella stessa zona il consiglio provinciale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno col quale si chiede di esentare totalmente dall’IMU le stalle, i fienili e le strutture di ricovero per macchine e attrezzi. In Toscana la Regione, l’Anci e le associazioni agricole hanno firmato un documento con il quale concordano di promuovere “a tutti i livelli ogni prossima azione politico-istituzionale rivolta alla richiesta di escludere dalla base imponibile della nuova imposta tutti i fabbricati rurali ad uso strumen-


Sono a rischio di chiusura migliaia di aziende, con riflessi anche sull’occupazione tale”. Nel Lazio il presidente regionale di Confagricoltura Paolo Perinelli ha chiesto alla Regione un’azione antiIMU:“Questo ulteriore balzello – precisa – mette a rischio di chiusura moltissime aziende, creando una pressione fiscale insostenibile, perché, dopo l’aumento dell’Iva e dei carburanti, che già creano serie difficoltà di bilancio, l’Imu colpisce direttamente gli agricoltori, tassando quelli che sono i reali strumenti di lavoro e non ricchezze accumulate”. “Passiamo da un’emergenza all’altra – aggiunge Perinelli – Prima lo sciopero dei tir che ha paralizzato le aziende, poi il maltempo: numerose aziende zootecniche del Frusinate sono state costrette, dopo il crollo delle strutture, a vendere il bestiame”. In Sardegna l’Anci ha invitato le organizzazioni professionali a partecipare al consiglio regionale allargato ai territori rurali, per sottoscrivere un ordine del giorno unitario che fa seguito agli appelli già lanciati. L’obiettivo è anche quello di gettare le basi per sviluppare una strategia di rilancio e sviluppo della Sardegna che parta proprio dal comparto agricolo. La parola ora spetta alla politica e Confagricoltura ha gi’ messo in atto azioni pubbliche per riportare l’attenzione sulla crisi che stanno attraversando le imprese e per tornare a chiedere misure di rilancio che si attendono ormai da troppo tempo. Sono state previste anche una fitta serie di iniziative ed un tavolo tecnico coordinato dal sottosegretario dell'Economia Vieri Ceriani. Confagricoltura in tutte le sedi ha precisato, con proprie stime attendibili, la portata delle misure prese, evidenziando la sproporzione tra le supposizioni che l'Amministrazione ha fatto e la realtà dei fatti, rendendo palese l'impatto esorbitante degli aumenti sulle aziende reali

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GUIDI A BRESCIA: «RISCOPRIRE L’AGRICOLTURA NON SOLO PER TASSARLA»

“Se dobbiamo rispondere al titolo-domanda di questa assemblea non possiamo che dire che l’agricoltura non è stata ancora riscoperta. Anzi ci sembra un bel segreto tutto da svelare”. Lo ha detto il presidente Mario Guidi chiudendo i lavori dell’Assemblea degli associati bresciani che aveva come tema:“La riscoperta dell’Agricoltura, o l’agricoltura riscoperta?”. “A fine anno, nonostante la crisi economica generale, gli indicatori economici segnalavano – ha proseguito Guidi nel corso dell’assemblea - una ripresina del nostro settore, segnali di speranza subito affossati dalle emergenze a catena: blocco dei Tir, maltempo da fronteggiare, caro-carburanti con aumenti dei costi, in un anno, di oltre il 25%. “Come si fa a pensare – si è chiesto il presidente della Confagricoltura - alla crescita, al rafforzamento della competitività, se il reddito attuale degli agricoltori italiani è inferiore a quello del 2005? Riscoprire l’agricoltura vuol dire anche e soprattutto attivare politiche attente al suo ruolo per il settore ed il Paese”. “E’ inaccettabile – ha proseguito – che, in un una situazione come quella attuale, in cui c’è bisogno di maggiore impulso politico a favore del settore agricolo, l’Europa voglia imboccare la strada del disimpegno, anche finanziario. Il futuro del bilancio dell’UE, secondo la Commissione, prevede aumenti in termini reali praticamente per tutte le voci tranne che per la spesa agricola. Un taglio tra il 2013 ed il 2020 che stimiamo di oltre il 12 per cento delle risorse”. “Bisogna portare all’attenzione del Governo italiano la questione della politica agricola comune; non è un problema dell’agricoltura, ma di tutto il Paese. Quella della Pac, così come proposta dalla Commissione Europea, è una riforma anacronistica, poiché programma il futuro guardando al passato”. FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 15


L’ I N T E R V I S TA G I A N N I A L E M A N N O

«Non vogliamo fare cassa affondando l’agricoltura» di Vanni Cornero

Il sin daco di Roma Capitale e presidente del Consiglio nazionale dell’ Anci sull’ imposta dell’Imu promette: «Nell’ Urbe fisseremo l’aliquota minima». «L’agricoltura – ci dice - è un settore vitale. È anche paesaggio, sostenibilità, occupazione dei giovani»

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indaco Alemanno, forse non tutti lo sanno, ma lei è il Primo Cittadino del Comune agricolo più grande d’Europa. L’Imu, l’Imposta Municipale Unica, se applicata sui fabbricati agricoli, sarà una bella iniezione di denaro fresco per le casse capitoline...

gionamento dei beni di prima necessità, il turismo. Ha già fissato un’aliquota nel range delle possibili a discrezione dei sindaci?

Su questo posso assicurare tutti che introdurremo l’aliquota minima. Sulla base di questo indirizzo stanno lavorando l’assessore al Bilancio Carmine Lamanda insieme al mio delegato per l’Agricoltura, Francesco de' Micheli, che incontreranno nei prossimi giorni le associazioni per fare il punto sulla situazione.

Non è una decisione che accogliamo in modo trionfale, perché sappiamo quali sono i problemi che gravano sugli agricoltori e sull’economia rurale della Regione. Non vogliamo certo faCi sono stime su quanto incasserà il re cassa alle spese di un comparto viComune di Roma? tale per la tutela dell’agroromano, il Ancora no perché, come dicevo, i paesaggio, la sostenibilità ambientale, tecnici sono al lavoro per trovare la l’occupazione dei giovani, l’approvvi- soluzione più equa.


Lei naturalmente sa quante proteste l’introduzione di questa imposta abbia causato tra gli imprenditori agricoli , che in pratica si vedono tassare i fabbricati due volte. Confagricoltura sostiene che, nel decidere un prelievo tanto “anomalo”, per definirlo con un eufemismo, ci si sarebbe dovuti affidare ad una preventiva ricognizione tecnica fatta con le imprese. Oggi il peso dell’imposta per il settore

L’ agricoltura è un settore vitale. Tanto vitale che scommette sulla crescita della green economy per sradicare la crisi con l’assegnazione di terre demaniali ai giovani agricoltori

Gianni Alemanno sindaco di Roma Capitale. È stato ministro delle politiche agricole e forestali dal 2001 al 2006.

agricolo graverebbe sul valore aggiunto in misura tre-quattro volte superiore rispetto a quanto accade per il resto dell’economia.

L’introduzione dell’Imu, prevista dall’attuazione delle norme sul federalismo fiscale, ha seguito una accelerazione con l’insediamento del governo tecnico, tanto che l’Anci ha sentito il bisogno di ottenere ulteriori chiarimenti in diversi incontri con i tecnici del ministero. Dubbi di natura regolamentare e incertezze hanno riguardato la parte relativa alle esenzioni e al gettito previsto. Dunque la ricognizione tecnica, pur auspicabile, è stata resa impossibile nel contesto di una crisi pesante e della necessità di dare rapido corso alle riforme contenute nel FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 17


L’ I N T E R V I S TA G I A N N I A L E M A N N O

Confagricoltura ha calcolato che, in soldoni, le imprese agricole all’oggi dovrebbero sborsare da 1,3 a 1,5 miliardi, pari ad oltre il 5% circa dei 26 miliardi di euro che costituiscono il valore aggiunto prodotto ogni anno in’agricoltura. Lei è stato ministro delle Politiche agricole, pensa che il settore, già duramente provato dalla crisi e con in vista tagli ai fondi europei possa sopportare questo salasso.

Vediamo nel concreto quali saranno le aliquote applicate. Sono sicuro che da parte di chi guida gli enti locali non ci sia nessuna volontà di affondare un settore vitale per la nostra economia. Tanto vitale che si scommette sulla crescita della green economy per sradicare la crisi, con l’assegnazione di terre demaniali ai giovani agricoltori. A questo proposito voglio sottolineare che anche la Capitale ha grandi chance, grazie ai circa 700 ettari di agro romano incolti e abbandonati che, assegnate tramite un bando pubblico, possono dare una spinta all' economia reale, quella che porta frutti. Poiché il decreto liberalizzazioni impedisce speculazioni con un vincolo di destinazione di 20 anni, chi si aggiudicherà queste terre dovrà mantenerne la natura agricola per due de-

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Occorre favorire l’accesso dei giovani alla terra, c’è la necessità di evitare la troppa frammentazione e la parcellizzazione delle aziende rurali. A Roma impegno per l’assegnazione delle terre incolte

decreto “Salva Italia”.

cenni. Sempre tramite il consigliere de' Micheli stiamo lavorando per costituire un catasto dell' agricoltura che gestirà i delicati passaggi di valutazione e analisi dei terreni agricoli acquisiti dal demanio e frutto di compensazioni. L’obiettivo è di assegnare i lotti, anche in affitto, attraverso un bando trasparente, che dia prelazione ai progetti multifunzionali e alle cooperative di giovani che faranno rete. Ci sono imprenditori pronti ad abbattere stalle e fienili, piuttosto che pagare. Rabbia o disperazione?

Entrambe e le capisco. Un’ ultima domanda: perché l’agricoltura italiana, nonostante il suo peso economico e in piena controtendenza a quanto avviene nel resto del mondo, non riesce ad avere una sua

politica nazionale capace di rilanciarla e agganciarla a quella richiesta globale di materie prime agricole che si prevede dovrebbe praticamente raddoppiare da qui al 2050?

Una questione dirimente per il nostro Paese è legata all' accesso alla terra e alla necessità di evitare l’eccesso di frammentazione e la parcellizzazione delle aziende rurali. Oggi, il giovane l' imprenditore agricolo ha grande professionalità e preparazione ma non viene abbastanza sostenuto e incoraggiato anche nel fare sistema che resta l’unica possibilità, l’unico metodo da seguire per dare linfa al settore. Sono i giovani che più di tutti possono realizzare la multifunzionalità in agricoltura e rilanciare il turismo rurale. Bisogna rafforzare inoltre l’opera di razionalizzazione della catena distributiva, appoggiare e attuare la legge sulla tracciabilità dei nostri prodotti, presidiare le sedi europei perché ci appoggino e ci sostengano non solo nel quadro della politica comunitaria ma anche nella lotta alla contraffazione. Infine, bisogna investire sul nostro sistema idrogeologico, anche per prevenire disastri ambientali, che sono intollerabili per il loro costo umano e per l’intera economia nazionale.


PRIMO PIANO IMU

Davanti al Parlamento uniti per dire: vogliamo vivere cificità del settore agricolo. Siamo disposti a credere in questo Paese nella misura in cui questo Paese è disposto a credere nell’agricoltura». “Sono al verde, passo le notti in bianco ed ho i conti in rosso”. Leggiamo su uno dei cartelli innalzati dai madi Gaetano Menna nifestanti che descrive con ironia patriottica la situazione dei tempi attuali. Il principale nodo i piace que- della contesa si chiama st’atmosfe- Imu, la nuova imposta sui fabbricati ra di ban- rurali e sui terreni agricoli, cioè sugli diere e cap- strumenti di lavoro.“Abbiamo chiesto pellini che I MUtui… ci arriva l’IMU”, leggiamo si confon- su un altro manifesto innalzato a piazdono tra loro. Siamo tutti agricoltori, za Montecitorio sempre giocato sull’icon gli stessi problemi. Siamo qui uni- ronia dissacrante. ti per dare peso e forza alle nostre Sono molti i parlamentari che vengoistanze». Esordisce così il presidente di no ad esprimere la loro solidarietà ai Confagricoltura Mario Guidi sul pal- manifestanti. Ci sono tra gli altri: il leachetto, rivolgendosi si partecipanti al- der dell’Udc Pier Ferdinando Casini la manifestazione del 13 marzo a Ro- con Gian Luca Galletti e Teresio Delfino; c’è una nutrita delegazione di ma, a piazza Montecitorio. Alcune centinaia di agricoltori di Con- esponenti del PD con i deputati Angefagricoltura, Cia, Copagri, animano la lo Zucchi, Sandro Brandolini, Nicodepiazza. Quella delle Organizzazioni è mo Oliverio ed i senatori Alfonso Anun’iniziativa di sensibilizzazione, dria, Leana Pignedoli, Maria Teresa un’occasione per portare all’attenzio- Bertuzzi delle rispettive Commissioni ne della politica e dell’opinione pub- Agricoltura dei due rami del Parlablica i problemi del settore, in primis mento; per IdV intervengono il capoquelli dell’Imu che, ribadiscono i pre- gruppo Massimo Donadi, Ignazio Messidenti Mario Guidi, Giuseppe Politi sina (responsabile agricolo) e Ivan Ro(Cia), Franco Verrascina (Copagri) è ta (Comm. Agricoltura); in evidenza iniqua ed inaccettabile. «Non si tratta - Angelo Santori (Gruppo Misto), il preprecisano i tre presidenti - di una mo- sidente della Commissione Lavoro della Camera Silvano Moffa (Popolo e bilitazione contro il Governo. E' in gioco la sopravvivenza. Siamo Territorio). Pier Ferdinando Casini, nel scesi in piazza perché rivendichiamo suo intervento ai manifestanti annunil ruolo, l’importanza, ma anche la spe- cia che chiederà al Presidente del

La manifestazione con Cia e Copagri fa breccia a Montecitorio. Approvato un odg che impegna il governo a fare proposte

«M

Consiglio Mario Monti, in occasione del vertice di maggioranza, che venga rivista radicalmente l’imposta. «Altrimenti – ammonisce - si ammazza l'agricoltura italiana». L'assemblea della Camera, nell'ambito della discussione del decreto semplificazioni, approva, nel pomeriggio del 13 marzo, a larghissima maggioranza ( 495 sì e 7 no) un ordine del giorno bipartisan, che impegna il Governo «a promuovere una revisione del meccanismo dell'Imu, di cui le aziende agricole sentiranno tutto il peso nel corrente anno fiscale, prevedendo una tassazione diversa per gli stabili agricoli non più funzionali all'attività agricola e trasformati in abitazioni e i fabbricati che servono a lavoro e che da sempre sono stati inseriti nel valore dei terreni». Si tratta, ad avviso delle tre Organizzazioni, di un primo risultato che fa seguito alla manifestazione e dimostra la sensibilità delle forze politiche presenti in Parlamento che, d’accordo con il mondo agricolo, auspicano che si riveda effettivamente il meccanismo dell’Imu prima che il provvedimento diventi legge. FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 19


DICONO DI NOI RASSEGNA STAMPA

La piazza fa notizia Molte le interviste radiotelevisive di Mario Guidi in occasione della manifestazione a piazza Montecitorio per Rai Tg1, Tg2, Tg3, Tgr, Mediaset Tg5, La 7 ed altre emittenti

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L

a battaglia condotta da Confagricoltura contro gli effetti dell’Imu sulle imprese agricole vasta eco sui media. Le interviste del presidente Guidi sul CORRIERE DELLA SERA (6 marzo) e su LA STAMPA (11 marzo), hanno anticipato le istanze di Confagricoltura e i temi della manifestazione unitaria del 13 marzo, con Cia e Copagri, a piazza Montecitorio. Di seguito una rapida carrellata sugli

articoli più significativi apparsi sui giornali il 13 e 14 marzo, in occasione della manifestazione unitaria a Roma. Il 13 marzo: CORRIERE DELLA SERA (Agricoltori e piccolemedie aziende: così non va); FATTO QUOTIDIANO (Nuova Imu, aumenti fino al 200% per negozi e imprese.Al settore agricolo va anche peggio); AVVENIRE (Manifestazione anti-Imu Casini: ammazza il settore); MATTINO (Gli agricoltori: l'Imu è un salasso. La Camera: intervenga il governo); RESTO DEL CARLINO (Imu e catasto: stangate le case Sui negozi invece imposta soft); PADANIA

(Caro carburanti, Imu, contributi In piazza l'emergenza agricoltura); TIRRENO (Agricoltori


L’ interviste a Mario Guidi sul Corrieredella Sera del 6 marzo (pag 14). Un servizio a piena pagina su “Le tasse che pesano sul miracolo agricolo”

lucchesi in piazza a Roma); CORRIERE DELL'UMBRIA (Imu caro carburanti e contributi previdenziali in

aumento il grido di allarme e le richieste di aiuto); IL PAESE NUOVO (Agricoltori a Montecitorio contro Imu, e costì contributivi. Domani manifestazione; LA PROVINCIA (L'agricoltura scende in piazza); CORRIERE DI VITERBO (Contro l'lmu la rabbia degli agricoltori); GIORNALE DI BRESCIA (Confagri, Cia e Copagri: protesta davanti alla Camera); NUOVA FERRARA (Agricoltori

contro l'Imu); VOCE DI MANTOVA (Un sì alla revisione Imu agricola); TIRRENO GROSSETO (Sitin davanti a Montecitorio e il Parlamento ora ci ripensa); BLOG.PANORAMA.IT (Imu, +300% per gli imprenditori agricoli. Ecco il salasso della nuova tassa sugli immobili); CORRIERE DELL'IRPINIA (L'Imu uccide l'agricoltura, marcia su Roma degli operatori irpini. E Foglia: basta con la scure); CRONACAQUI TORINO (Agricoltori in piazza contro l'Imu); DENARO (Oggi agricoltori in piazza: No a Imu e rincari gasolio); LABORATORIO POLIZIA DEMOCRATICA

(Agricoltura: Coltivatori in piazza a Roma contro " Salasso " Imu e Caro Gasolio); LIBERTÀ (Anche Confagricoltura Piacenza in piazza a Roma Chiesa: Imu, gasolio e costi contributivi, che salasso); LIBERTÀ Alla Camera passa l'odg sul taglio Imu all'agricoltura; VIRGILIO.IT (Fisco/Allarme agricoltori: Da Imu salasso da 1,5 miliardi); NUOVO QUOTIDIANO DI RIMINI (II grido degli agricoltori "Così ammazzate la campagna"); PROVINCIA QUOTIDIANO DI CREMONA (Protesta a Roma: «L'agricoltura rischia» - A rischio 200mila aziende 'Così l'agricoltura chiude').

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Foto di Marco Carnesecca

A T T U A L I TĂ€ A R T I C O L O 6 2

Il peso delle regole

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di Giuseppe Modica

l momento in cui scriviamo è all'esame del Parlamento la legge di conversione del decreto liberalizzazioni che, all'art. 62, introduce l'obbligo di regolarizzare in forma scritta i contratti per la cessione di prodotti agricoli ed alimentari, pena la loro nullità. Oltre all'aspetto formale, ovvero di trascrivere le condizioni finora pattuite a livello verbale, il provvedimento introduce anche un termine perentorio di 30 giorni per i pagamenti dei prodotti agricoli deperibili (60 giorni per tutti gli altri). «La disposizione del decreto, richiesta proprio da Confagricoltura - ci dice il vicepresidente dell'Organizzazione degli imprenditori agricoli Salvatore Giardina - è una norma di grande civiltà dettata dal buon senso e che contribuisce a sanare gli enormi squilibri economici esistenti tra i vari attori della filiera».

A

Vicepresidente Giardina le norme sui contratti di cessione dei prodotti agricoli sono particolarmente attese dai produttori... «Si, è vero, la norma non fa altro che colmare un vuoto legislativo. Già altri Paesi dell’Unione Europea hanno autonomamente legiferato su questa materia. In attesa di recepire, entro marzo 2013, la direttiva 2011/7/UE sul

contrasto ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, con l’art. 62 il ministro Catania non ha fatto altro che anticipare i tempi. La direttiva, tra le altre cose, stabilisce che ogni singolo Stato possa adottare disposizioni più favorevoli al creditore. I contenuti dell’articolo 62 sono assolutamente coerenti con la direttiva. Al ministro Catania va riconosciuto il merito di aver accolto una delle richieste che più ci interessano e di aver bruciato i tempi introducendo un sistema di regole certe sul modello francese». Perchè per gli agricoltori si tratta di un provvedimento importante? «La risposta sta dentro la recente indagine della Cribis D&B sui tempi di pagamento delle imprese. E' emerso che quasi il 60% di quelle operanti nell’agroalimentare paga i suoi fornitori con un ritardo fino a 30 giorni rispetto ai termini pattuiti, quasi il 10% fino a 60 giorni ed il 3% con un ritardo di 90 giorni sul termine contrattuale fissato per il saldo delle fatture. Un problema analogo, ovvero quello del pagamento delle prestazioni fornite dai privati agli enti pubblici, è stato oggetto dell’attenzione del governo Monti nell’ambito dei primi provvedimenti adottati. Non si comprende perchè il principio della regolarità dei pagamenti, destinato ora anche a tutti i rami della pubblica amministrazione, non debba trovare applicazione anche per tutti gli operatori della filiera».

Salvatore Giardina vicepresidente Confagricoltura «Un sistema di regole certe sul modello francese»

All'inizio parlava di una norma di grande civiltà. Ne può spiegare il motivo? «Tutti gli operatori della filiera devono essere messi nelle stesse condizioni di poter programmare, con assoluta certezza, la gestione dei propri flussi di cassa. Nei confronti degli istituti di credito le nostre esposizioni valgono quanto quelle degli altri attori della filiera, con la sola eccezione che i crediti di conduzione vanno a scadere al momento del conferimento della produzione. Ogni ritardo si traduce in uno sconfinamento con quello che ciò comporta in termini di aggravio degli interessi e di nuovi affidamenti». L'articolo 62 necessita di qualche aggiustamento particolare? «Si, in quanto l’attuale formulazione include senza alcuna discriminazione tutti i contratti aventi come oggetto la

C'è anche chi salda le fatture con un ritardo di 90 giorni sul termine fissato di pagamento

Foto di Marco Carnesecca

Contratti scritti per la cessione dei prodotti agricoli. Lo prevede il decreto liberalizzazioni. Per il vicepresidente Giardina, è «una norma di civiltà quella sollecitata da Confagricoltura»

cessione di prodotti agricoli. In pratica l’obbligo scatta anche tra gli stessi operatori privati, mentre la finalità della normativa dovrebbe essere quella di regolamentare i rapporti tra produttori e distributori finali. Ad onor del vero c’è da evidenziare che già adesso la forma scritta viene utilizzata dalla GDO nell’ambito degli accordi quadro». FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 23


A T T U A L I TÀ A C A D E M Y T A O R M I N A

Un nuovo “Think tank” nello spirito dei tempi

I Confagricoltura Academy è il luogo in cui i dirigenti ripensano il ruolo di rappresentanza di Luigi Mastrobuono

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cittadini, le famiglie, gli imprenditori italiani attraversano un periodo di forte mutamento dei propri riferimenti consolidati: l’economia e le regole. L’economia vuol dire per le famiglie e per le piccole imprese soprattutto la microeconomia: i comportamenti della banca, i comportamenti dei fornitori, dei concorrenti. L’atteggiamento delle Pubbliche Amministrazioni, la scarsità di credito, il confronto delle tariffe e dei prezzi, la gestione del patrimonio e la sua tassazione, la ricerca del lavoro e delle commesse, la distanza e la consistenza della futura pensione.Le regole sono spesso contenute negli annunci o nelle nuove disposizioni ancora da attuare, sono nel rapporto con il settore pubblico, con una accelerata digitalizzazione delle funzioni amministrative cui non sempre corrisponde analoga preparazione e chiarezza di procedure. Nuove regole per assicurare l’auto, per accendere un mutuo, per cambiare cognome, per riscuotere la pensione, per partecipare alle gare o interagire con un subfornitore. Se poi il cittadino, l’imprenditore approfondiscono sui media cosa accade nel mondo più ampio, quello degli Stati e dei Continenti, quello dei paesi emergenti e della vecchia Europa, diventa forte la sensazione di non essere più – da italiano – un protagonista dei processi più rilevanti. È davvero così? Questo cambiamento è tutto a nostro svantaggio? Da un

lato ci è arrivato “il conto” di stagioni dalla spesa pubblica facile, in cui crescevamo come PIL, come redditi, come capacità produttiva, come ruolo internazionale, ma accumulavamo sullo Stato una parte del costo senza preoccuparci del saldo finale; e dall’altro ci sono arrivati vicini Paesi che non erano nel nostro orizzonte, con le loro produzioni, le loro regole sociali, la loro forza anche geopolitica, la loro cultura mercantile, mentre i nostri prodotti faticano a farsi strada. Quale cambiamento ci può far trovare un nuovo percorso di crescita? Quello che stiamo facendo (o secondo i punti di vista, subendo) serve davvero? A novembre scorso, abbiamo affidato il timone della crisi a persone con un profilo molto alto, con una competenza consolidata e libere dai meccanismi e vincoli che hanno caratterizzato la politica per lungo tempo. Abbiamo chiesto a loro di cambiare, di fare qualcosa perché si riprendesse fortemente una iniziativa in cui riconoscere la capacità del Paese di riemergere, di non seguire la deriva di altri Paesi europei, o addirittura sudamericani, avvolti in una spirale di tagli, sacrifici, crollo dei consumi e della produzione, licenziamenti e disoccupazione, con il rischio di un default. I numeri dicono


La bandiera confederale ed il limone a ricordarci le connessioni tra sindacato e produzione

che qualcosa è accaduto in pochissimi mesi, i partners europei e di oltreoceano testimoniano uno sforzo imponente per riportare l’Italia in corsa. Sono i cambiamenti che stiamo facendo tutti noi a provocare questa inversione, sono i nostri comportamenti che stanno restituendo efficacia alle misure prese. Ce ne rendiamo conto quando nei sondaggi approviamo a grande maggioranza chi oggi ci guida, pur essendo scontenti degli effetti che le misure inducono nella nostra microeconomia e nelle nostre regole di sempre. Allora una prima risposta: questo cambiamento, che non ci fa comodo in mol-

ti casi, è a nostro vantaggio; è a vantaggio di quella parte di cittadini, famiglie, imprese che colgono l’opportunità di rivedere la propria struttura dei costi, il proprio budget familiare, la propria modalità di lavoro e di consumo per adeguarla ad una economia che potrà tornare a crescere soltanto cambiando le sue formule. Più cooperazione e meno individualismo, e cioè aggregazione di imprese e solidarietà sociale. Più consapevolezza economica dei comportamenti (i quotidiani ci stanno dando un grande aiuto di conoscenza dei fatti economici in questi mesi) e più tecnologia quotidiana per fare meglio e bene le cose (cioè più produttività). Migliore mediazione degli interessi in gioco, dal condominio ai contratti di lavoro, dalle alleanze produttive ai progetti di sviluppo

L'appuntamento è all'hotel Capotaormina territoriale, e minori egoismi di settore e di categoria. Più etica e minori sprechi. Più fedeltà alle regole comuni – fiscali, di cittadinanza, di lavoro – e più coesione. La competizione in un mondo che r iequilibra i suoi centri di gravitazione, che sposta verso Oriente il potere geopolitico, noi possiamo vincerla nuovamente come Paese che si è saputo rigenerare nei comportamenti economici e sociali, ripartendo da un cor retto rapporto con il valore delle cose, a iniziare dal lavoro, dalla proprietà, dall’impiego del capitale, dal rispetto dello Stato e della cosa pubblica. FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 25


A T T U A L I TÀ A C A D E M Y T A O R M I N A

Meeting a Taormina in un clima essenziale e concentrato. Il cambiamento, per noi, è già iniziato Qui c’è uno spazio enorme e difficile per le forze intermedie: le associazioni di ogni livello e anche economiche, c’è spazio per un nuovo sindacato, c’è spazio per riaggregare intorno ai progetti di sviluppo chi apporta valore alle soluzioni. Non più e non tanto un associazionismo strettamente difensivo, che mira a creare aree di protezione e quindi di privilegio, aree di esclusione e quindi di non partecipazione allo sforzo comune. Un associazionismo produttivo di valore per le imprese e i cittadini, interprete delle scelte anche difficili, ma con un chiaro orizzonte aperto sulle nuove regole dello sviluppo e della crescita.

Anche se consapevole, come gli Italiani di oggi, che adesso è il momento di rimettere in discussione molte cose e cambiare se stesso. L’agricoltura italiana, il suo sistema di regole e di rappresentanza, attraversa questo momento senza eccezioni. Può sfruttarlo per darsi una configurazione avanzata per il futuro, in termini di strutture aziendali, di rapporti di collaborazione economica, di apertura ai mercati internazionali, di creazione di maggior valore aggiungendo servizi ai prodotti, e contribuendo a gestire il processo complessivo di cui è parte. Con questa coscienza nasce Confagricoltura Academy, il luogo in cui il gruppo dirigente dell’Associazione ripensa il suo ruolo di rappresentanza, profila il futuro del settore, ragiona sulle imprese e la loro evoluzione, ridisegna l’organizzazione. E lo fa con lo spirito di questo tempo, in un clima essenziale e concentrato. Il cambiamento, per noi, è già iniziato.

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A T T U A L I TÀ C R E D I T O

Accordo banche-imprese per dare respiro alla competitività prese non devono presentare sofferenze nei confronti delle banche (in Il presidente Guidi bonis) né esposizioni ristrutturate ha firmato, con i vertici oppure esposizioni scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni. Sarà possibidell’ Abi e delle altre le chiedere la sospensione per 12 Organizzazioni mesi della quota capitale delle rate di mutuo e quella per 12 o 6 mesi della imprenditoriali, il nuovo quota capitale prevista nei canoni di protocollo per le misure leasing "immobiliare" e "mobiliare". di intervento sul credito Le rate non devono essere scadute da oltre 90 giorni e non devono aver già a favore delle PMI usufruito della sospensione prevista dall'Avviso comune del 3 agosto Corrado Passera di Giusy Pascucci 2009. Sarà inoltre possibile allungare ministro la durata dei mutui, nonché spostare dello Sviluppo economico in avanti fino a 270 giorni le scadenze rriva una boccata di os- del credito a breve termine per esisigeno per le imprese. genze di cassa, con riferimento all'an- risposta entro 30 giorni dalla richiesta Grazie alla nuova mora- ticipazione di crediti certi ed esigibili. e, nel caso l'impresa non abbia ritartoria sui debiti e i finandati pagamenti, le domande per la ziamenti delle imprese DARE TEMPO ALLE IMPRESE sospensione delle rate di mutui, dei casottoscritta in settima- Allungabili a 120 giorni anche le sca- noni di leasing e di allungamento a na a palazzo Altieri, sede dell’Abi, asso- denze del credito agrario di conduzio- 270 giorni delle scadenze del credito ciazione bancaria italiana dal mini- ne. Per essere ammessi alla richiesta a breve per sostenere le esigenze di stro dello Sviluppo economico Corra- di allungamento i mutui non devono cassa si intendono ammesse dalla bando Passera e il viceministro dell'Eco- aver beneficiato delle stesse facilita- ca, salvo esplicito rifiuto. "E' un acnomia e delle Finanze Vittorio Grilli zioni previste dall'Accordo per il cre- cordo con cui le banche italiane metcon Abi e Alleanza delle Cooperative dito alle pmi del 16 febbraio 2011. Per tono a disposizione la loro forza e diItaliane,Assoconfidi, le organizzazio- le imprese che avviano processi di sponibilità e si assumono il sacrificio ni agricole Cia, Coldiretti e Confagri- rafforzamento patrimoniale, le ban- di rinviare la riscossione dei pagacoltura, Claai, Confapi, Confedilizia, che si impegnano inoltre a concedere menti", ha detto il presidente dell'AConfetra, Confindustria e Rete Impre- un finanziamento proporzionale al- bi Giuseppe Mussari. D’accordo il vise Italia. Delle nuove misure previste l'aumento dei mezzi propri realizzati ceministro Grilli, che ha sottolineato nell’accordo potranno beneficiare le dall'impresa. Le domande vanno pre- come visto il "momento di grande frapiccole e medie imprese, operanti in sentate entro il 31 dicembre 2012, gilità e incertezza, é importante dare tutti i settori, con meno di mentre le domande di allungamento tempo alle imprese per affrontare la 250 dipendenti e un fattudei mutui, che a questa data situazione economica con margini agrato inferiore a 50 milioni, dovessero essere ancora in giuntivi". Plauso all'intesa anche dal oppure con totale attivo sospensione, potranno ministro Passera: "Si tratta di una readi bilancio fino a 43 essere presentate en- zione positiva, concreta, fattiva. Il cremln. Al momento della tro il 30 giugno 2013. dito é uno dei capitoli fondamentali presentazione della Le banche si impe- per far crescere strutturalmente la domanda, però, le imgnano a fornire una nostra economia".

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A T T U A L I TÀ I N C O N T R I

Obiettivo: più rappresentanza e servizi innovativi

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Torino si è tenuto il Meeting dei Direttori territoriali p e r approfondire il ruolo dell’Organizzazione in tempi di crisi (finanziaria, ma anche politica). Uno degli obiettivi generali di Confagricoltura, per il biennio 2012-2013, consiste nel riposizionamento strategico dell'Organizzazione sul territorio nazionale

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attraverso uno sviluppo delle quote di rappresentatività e un miglioramento dei servizi in termini di innovazione. Il raggiungimento di tale obiettivo dipende, oltre che da una serie di fattori esogeni e strutturali, da un intervento organico destinato a tutto il personale confederale, volto a consolidare il sistema di principi e di valori che costituisce il punto di riferimento per la cultura identitaria dell’Organizzazione, dove

INSIEME PER PORTARE CIBO, ACQUA E KNOW HOW NEL CORNO D’AFRICA

Adda Onlus, Agriventure, Fondazione Arare, Confagricoltura e Comunità di Sant’Egidio hanno firmato un protocollo d’intesa per avviare un progetto di intervento umanitario per sostenere le popolazioni del Corno d’Africa. Nei prossimi mesi verrà attivato un soccorso alimentare di emergenza per rispondere all’immediato bisogno di cibo delle popolazioni e, successivamente, inizierà la realizzazione di infrastrutture permanenti per migliorare il loro livello di vita. L’intervento si concentrerà in due aree del Nord del Kenya: il distretto di East Pokot e la zona sudorientale del lago Turkana, territori in grande difficoltà, che accolgono anche popolazioni di rifugiati dalle vicine aree di Etiopia e Somalia in cui imperversa una dolorosa fase di instabilità ed è impossibile intervenire direttamente con iniziative umanitarie. Il progetto si concretizzerà nell’acquisto di derrate alimentari che verranno distribuite da volontari della Comunità e dalla rete missionaria locale. In una seconda fase si procederà alla creazione di orti, piccoli allevamenti e pozzi; e verrà avviata l’attività di formazione agricola. 30| MONDO AGRICOLO | FEBBRAIO 2012

i principi di Confagricoltura si traducono in un elevato tasso di rappresentanza ed una notevole ampiezza dei servizi forniti. La cultura identitaria, in una fase di grande trasformazione economico-sociale, non può che fondarsi su una maggiore consapevolezza del territorio, sull' acquisizione di un metodo di lettura, analisi e interpretazione della realtà attuale e delle vicende del mondo agricolo, nonché sul grado di motivazione e sulla forza del consenso trasversale di appartenenza alla Confederazione. Enapra, alla luce di queste finalità, sta realizzando due differenti percorsi di formazione, uno rivolto ai direttori delle nostre sedi territoriali e uno ai dirigenti. Per quanto riguarda il percorso rivolto ai direttori, si è tenuto a Torino un primo “Meeting dei direttori di Confagricoltura”, al quale hanno partecipato anche i quadri e i dirigenti della sede nazionale, e dove sono intervenuti relatori di altissimo profilo, quali Massimo Viviani, direttore generale di Federdistribuzione, Cesare Bernini, direttore di Unindustria Treviso, attualmente consigliere di Unindustria Bologna, Mario Gibertoni, consulente di direzione e docente presso Business School, Gabriele Gianello, direttore comunicazione New Vision, Gianluca Paolucci, giornalista del quotidiano La Stampa e Daniele Marini, direttore scientifico Fondazione Nord Est e docente di Sociologia dei processi economici. L’obiettivo di questo incontro è stato quello di muovere un primo passo verso quell’associazione in rete, fortemente voluta dal presidente di Confagricoltura Mario Guidi, (che è intervenuto ai lavori), che sappia creare valore aggiunto per le imprese. Per questo diventa necessario rivedere l’Organizzazione al fine di poter rispondere a condizioni future che già stanno maturando. In questo si inserisce il tema dell’innovazione e della rete, come strumento per attuare l’innovazione e incidere sulla realtà esterna: «Le imprese non hanno paura di innovare tanto meno ne possiamo avere noi», ha detto il direttore generale Luigi Mastrobuono. Sara Bianchi



A T T U A L I TÀ A V V I S O C O M U N E

Lavoro, Guidi alla Fornero: «Riscriviamo le regole» Il presidente confederale ha inviato in una lettera al ministro del Welfare. Il documento congiunto con le misure sul lavoro del mondo agricolo va meglio approfondito dal governo

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onfagricoltura, Coldiretti, Cia, Fedagri-Confcooperative, Legacoop-Agroalimentare, Agci-Agrital, FlaiCgil, Fai-Cisl e Uila-Uil il 24 gennaio avevano sottoscritto un “Avviso Comune” in materia di lavoro e previdenza, inviato quindi all’attenzione del ministro del Lavoro Elsa Fornero. Un messaggio importante di volontà delle forze sociali (Organizzazioni professionali e della cooperazione, sindacati dei lavoratori) di partecipare al processo di ridefinizione delle regole che il governo sta for-

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mulando in questo momento. Le parti firmatarie dell’avviso comune rappresentano un settore che conta 217.000 imprese e circa 1.100.000 occupati. Con il documento di proposte congiunto le forze sociali “responsabilmente” hanno concordato una serie di misure “tecniche”, per lo più senza oneri per lo stato, finalizzate a ridurre la pressione fiscale e contributiva sul lavoro ed a migliorare e dare maggiore trasparenza al mercato del lavoro. L’avviso faceva seguito a quanto dichiarato nel corso dell’unica propedeutica audizione delle Organizza-


a riorganizzarsi efficientemente, a stare al passo con il continuo mutamento che caratterizza l’economia mondiale e, conseguentemente, a creare occupazione, sviluppo, benessere». Considerazioni condivisibili. Anche l’agricoltura ha bisogno di misure adeguate e per questo il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha scritto al ministro del Lavoro Elsa Fornero, ricordando le proposte Elsa Fornero ministro del Lavoro e delle Politiche sociali

zioni firmatarie, svolta con il vice ministro Michel Martone; in quella sede il mondo agricolo chiese, così come nella stessa lettera di trasmissione dell’accordo un urgente incontro per l’approfondimento delle questioni proposte, ed una parallela partecipazione al più ampio negoziato in materia. Il 4 marzo il quotidiano “La Stampa” ha pubblicata un interessante intervento di pugno del ministro Fornero sulla riforma del lavoro: « Senza una riforma complessiva che renda il mercato stesso funzionale e dinamico, il sistema produttivo italiano non riuscirà a risollevarsi», ha annotato il ministro ed ha aggiunto:«Il nuovo mercato dovrà essere funzionale alle opportunità ed alle sfide poste dall’ economia globale con le sue nuove tecnologie e dinamico, per adattarsi rapidamente a cicli economici ed a fenomeni competitivi, dai ritmi molto più veloci di un tempo». Senza tale riforma – ha proseguito il ministro - le imprese non riusciranno

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dell’Avviso Comune (ci sono anche quelle per rafforzare l’azione di contrasto al lavoro sommerso, irregolare e fittizio e a forme di caporalato). Si segnalano tra le misure richieste: una legislazione di sostegno della bilateralità, la riduzione del cuneo fiscale anche per le aziende che rinnovano di anno in anno i contratti di lavoro a tempo determinato, sgravi dei contributi antinfortunistici per le aziende “virtuose”, credito d’imposta per le giornate di lavoro aggiuntive dichiarate rispetto l’anno precedente, riforma dei criteri di erogazione delle prestazioni temporanee, razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti burocratici per il datore di lavoro, estensione della possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. G. M.

PROTOCOLLO D’INTESA SU PESCA E ACQUACOLTURA

E' stato firmato il protocollo d’intesa per il rilancio della filiera ittica tra: Confagricoltura (vicepresidente Antonio Piva) e Confindustria (Edoardo Garrone, vicepresidente per l’Organizzazione e marketing associativo), e le rispettive organizzazioni del settore, Associazione Piscicoltori Italiani (presidente Pier Antonio Salvador) e Federpesca (presidente Antonello La Rocca). L'attuale critica congiuntura impone di consolidare in maniera sinergica le attività di queste aziende nell’ottica di un complessivo rafforzamento di comparti contigui e complementari, come la pesca e l’acquacoltura. Il settore della pesca e dell’acquacoltura è strategico per il made in Italy alimentare e rappresenta una produzione lorda vendibile di 350 milioni di euro per l’acquacoltura e di 1,2 miliardi di euro per la pesca. La complementarietà delle rispettive produzioni rappresenta il presupposto per una offerta di ampia gamma e per il raggiungimento di una massa critica significativa sui mercati, oltreché un modello interessante per l'industria alimentare. «E’ necessario incentivare il consumo di prodotti italiani, promuovendo la cultura del mangiare sano nell’istruzione dei ragazzi – afferma Il presidente dell’Associazione piscicoltori italiani Salvador -. Bisogna valorizzare i prodotti del nostro territorio che sono sicuri, controllati e di qualità». Il protocollo, tra le altre, definisce le seguenti priorità: elaborare azioni, progetti e campagne per valorizzare la produzione nazionale; superare le limitazioni alla libera concorrenza che frenano lo sviluppo ulteriore delle imprese; sviluppare forme di offerta innovativa dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura; innalzare il livello di rappresentatività della componente imprenditoriale in tutte le sedi, in coerenza con le rispettive competenze ed ambiti di tutela; migliorare la visibilità delle imprese della pesca e dell'acquacoltura nazionali. FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 33


A T T U A L I TĂ€ C A R A B I N I E R I

Paladini dell’eccellenza


L'azione di vigilanza e controllo svolta dai Nac è determinante per l’efficienza del sistema agricolo e per garantirne la crescita all’insegna della legalità. A tutela di consumatori e produttori di Elisabetta Tufarelli

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Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari sono i paladini delle nostre eccellenze. E’ un reparto specializzato dell'Arma che si articola su un Nucleo di Coordinamento Operativo e sui Nuclei Antifrodi Carabinieri (NAC) con sedi a Parma, Roma e Salerno. Gestisce il Numero Verde 800020320 ed opera su tutto il territorio nazionale e, se necessario, anche all'estero nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge e delle direttive del ministro per le Politiche agricole, da cui dipende funzionalmente. Come si legge nel Decreto legislativo 297/2000 «svolge controlli straordinari sulla erogazione e percezione di aiuti comunitari nel settore agroalimentare e della pesca ed acquacoltura, sulle operazioni di ritiro e vendita di prodotti agroalimentari, compresi gli aiuti a Paesi in via di sviluppo e indigenti. Inoltre, esercita controlli specifici sulla regolare applicazione di regolamenti comunitari e concorre, coordinandosi con l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, nell'attività di prevenzione e repressione delle frodi nel settore agroalimentare. Nello svolgimento di tali compiti, il reparto può effettuare accessi ed ispezioni amministrative, avvalendosi dei poteri previsti dalle norme vigenti per l'esercizio delle proprie attività istituzionali». FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 35


A T T U A L I TÀ C A R A B I N I E R I

il 50%, ma anche oltre, se si è inadempienti agli obblighi comunitari. Inoltre, senza le azioni dei Nuclei Antifrodi Carabinieri,la concorrenza e la libertà dei mercati sarebbero alterate dalla condotta disonesta di chi accede ingiustamente ai finanziamenti europei.Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari ha sviluppato e messo a punto con l’OLAF (Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode) importanti sinergie operative. In occasione di un recente blitz a Salerno, i Nac han-

Lotta alle frodi internazionali in sinergia con l'Europa Il Colonnello Delli Santi È il comandante in carica dei Carabinieri Politiche Agricole

L'azione di vigilanza e controllo svolta dai Nac (Nucleo Antifrodi Carabinieri) è determinante per l’efficienza del nostro sistema agricolo e per garantirne la crescita all’insegna della legalità. Il made in Italy agroalimentare, come le opere d’arte, è un patrimonio e un tesoro del nostro Paese da promuovere, ma anche da proteggere dagli attacchi che provengono da tutti i fronti, nazionale e internazionale. Inoltre, il lavoro dei Nac è indispensabile per garantire la sicurezza alimentare. Lo dimostra il numero dei controlli effettuati nel 2011: visitati 1.630 aziende, esercizi della grande distribuzione organizzata, centri commerciali, mercati. Il bilancio delle ispezioni è 300 denunce, 167 violazioni amministrative e il sequestro di 6mila tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di oltre 200 milioni di euro sottratti al circuito illegale, anche per illeciti finanziamenti comunitari.Va sottolineato che ogni euro tolto indebitamente all'Europa costituisce un danno notevole per le produzioni agricole e per la credibilità del nostro Paese. Infatti, alla base alla normativa comunitaria, l’illecito finanziamento sottratto al budget comunitario viene messo a carico dello Stato membro, almeno per 36| MONDO AGRICOLO |FEBBRAIO 2012

no collaborato con l’Agea (Agenzia per le Erogazioni Agricoltura), che ha fornito le “analisi di rischio” e le rilevazioni geosatellitari del territorio, ed ha condotto un’articolata attività di verifica tecnico-finanziaria sulla base dei controlli incrociati sul Sistema Informativo Agricolo Nazionale e sulle Banche Dati dell’Anagrafe Zootecnica di Teramo e dell’Agenzia del Territorio. Per rendere più incisiva la tutela della legalità nel sistema degli aiuti al comparto agroalimentare, l’operazione del Nucleo Antifrodi Carabinieri di Salerno ha previsto il “congelamento” dei patrimoni criminali illecitamente acquisiti. Questa è la nuova strategia di azione che il Comando sta perseguendo, in stretta intesa con la Procura del-

la Repubblica di Reggio Calabria. Nell’occasione sono stati sequestrati conti correnti, terreni, fabbricati e auto di grossa cilindrata, per un valore di circa 1 milione di euro, pari a quello dei finanziamenti comunitari illegalmente percepiti, accertati nelle campagne agricole dal 2004- 2008. Ma nel mirino dei controlli ci sono anche le contraffazioni dei prodotti tipici e di qualità. In questo senso l’attività dei Nac, in particolare durante l’estate, contribuisce a salvaguardare l'immagine dell'Italia agroalimentare anche agli occhi dei turisti stranieri. DELLI SANTI: IL NOSTRO RUOLO

«Intendiamo tutelare – spiega il Colonnello Maurizio Delli Santi comandante Carabinieri Politiche Agricole i consumatori, ma anche gli operatori del settore, gli agricoltori che rispettano le regole e che spesso inconsapevolmente subiscono la concorrenza sleale dei disonesti». E l’attività dei Nuclei Antifrodi Carabinieri non si ferma qui. Notevole è l’opera di sensibilizzazione, effettuata, ad esempio, in occasione dell’ultima Fieracavalli di Verona sulle competizioni clandestine gestite dalla criminalità organizzata. Accattivanti, oltre che semplici ed utili per le indicazioni pratiche fornite, gli slogan sul sito della Benemerita (www.carabinieri.it/Internet/Cittadino/consigli/tematici/ ) che recitano: "Possiamo aiutarvi" e "Potete aiutarci" invitando a “contrapporre valori posi tivi a valori negativi”.


A T T U A L I TÀ A C C O R D O D I L I B E R O S C A M B I O

Le arance del Marocco rotolano in Europa Patto Ue con Maghreb su misure di liberalizzazioni reciproche per i prodotti agricoli del Mediterraneo. Ma ci guadagna più la sponda africana che quella europea

accordo di libero scambio tra l’Unione Europea ed il Marocco è una decisione che divide in due l'agricoltura europea. Lo ha detto il presidente Mario Guidi commentando il voto favorevole del Parlamento europeo che liberalizza, in parte, il commercio di prodotti agricoli e di pesca tra l’Unione europea ed il paese Nord africano. “E’ un accordo squilibrato che non salvaguarda i principi di reciprocità delle condizioni produttive, che devono necessariamente essere alla base di qualsiasi intesa, bilaterale e non, che l’Unione Europea voglia fare con i Paesi terzi – spiega il presidente di Confagricoltura -. Reciprocità che garantisca agli operatori economici di ciascun Paese la possibilità di competere, con pari condizioni di concorrenza”. Cosa è accaduto? In pratica, lo scorso 16 febbraio il Parlamento Europeo, con 369 voti a favore, 225 contrari e 31 astensioni, ha stato sancito l'aumento delle quote di scambio per una serie di prodotti che potranno essere importati dal

L’

Marocco a tariffe doganali basse o pari a zero, che rappresenta una tappa verso un accordo di libero scambio. Il testo prevede misure di salvaguardia, come un aumento moderato delle quote di scambio su alcuni prodotti considerati sensibili e quote di scambio che variano secondo la stagione per evitare distorsioni sul mercato comunitario, non-

Guidi: «L’accordo non risolve problemi di crescita ma crea situazioni di nuova povertà» ché l'obbligo per i prodotti marocchini di rispettare gli standard sanitari europei. “Queste misure sono ben più favorevoli al Marocco che all’Europa, in

particolare per quanto riguarda il settore dell’ortofrutta e, all’interno dell’Ue, risulta più vantaggioso per le produzioni dei Paesi continentali piuttosto che per quelli mediterranei - osserva il presidente Guidi -. Non si tratta di essere protezionisti né tantomeno di essere contrari alla crescita di Paesi che vivono in condizioni di maggiori difficoltà dell’area del Mediterraneo”. L'accordo commerciale ha l'obiettivo di aumentare il commercio fra l'Unione e il Marocco e sostenere la transizione democratica che è iniziata in seguito alla Primavera araba. E, guarda caso, fu proprio il Marocco a differenziarsi da suoi vicini, durante l’ondata della rivolta nei paesi Nord-africani. Per il presidente di Confagricoltura, che lo aveva anche scritto ai parlamentari italiani: “Accordi di questo genere non risolvono problemi di crescita, ma creano situazioni di nuova povertà, danneggiando un settore come quello agricolo che sta affrontando una crisi senza precedenti”. E’ singolare come sia sempre l’agricoltura ad essere in prima linea quando si tratta di barattare concessioni che, almeno nelle intenzioni, dovrebbero contribuire a risolvere i problemi sociali, economici e di sicurezza di alcuni Paesi. E’ proprio il caso di dire: “Mettete le arance nei vostri cannoni”, parafrasando il titolo di una celebre canzone degli anni Sessanta. Elisabetta Tufarelli FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 37


A T T U A L I TÀ C A N Z O N E D ’ A U T O R E

Ultimo brindisi per Lucio

S Dalla è stato oltre che geniale e inimitab ile cantautore un eccellente viticoltore sulle pendici dell’Etna. I ricordi di canzoni e vini della produttrice trapanese Angela Galia e del cantante udinese Piero Sidoti di Gaetano Menna

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trano il destino. L’addio in chiesa a Lucio Dalla avviene proprio il 4 marzo che era il giorno del suo compleanno, che tutti ricordiamo perfettamente perché il titolo di una delle sue canzoni più amate riportava la data di nascita (“4 marzo 1943”). Misteri del fato. Ci troviamo a parlare della scomparsa del geniale, indimenticabile cantautore proprio nel numero del giornale che contiene uno zoom sul Vinitaly, in cui si presentano pure le degustazioni che Confagricoltura propone a Verona sui vini “di terra”(v. pag. 55, ndr). E il suo “Stronzetto dell’Etna” era un vino “vulcanico”. Già, Lucio era anche un viticoltore, ironico e originale non solo nelle canzoni ma anche nella poesia enoica, con la sua vigna a Milo, sulle pendici del vulcano, vicino al suo buen retiro. La produzione è di qualche migliaio di litri, sia bianco sia rosso, che destinava non alla vendita, ma alla sua tavola, al consumo sulla barca ed agli amici. Aveva raccontato così la sua esperienza produttiva: «Mi dicono che quello bianco sia di qualità veramente eccellente e perciò ho deciso di spiantare gradualmente il rosso ed uniformare la produzione su quella che gli esperti definiscono “qualità superiore”. Io non sono un vero intenditore; vedo che lo Stronzetto piace molto ai miei ospiti, risponde ai miei gusti, e questo mi basta». L’etichetta che indossano le sue bottiglie l’aveva disegnata il grande pittore Aldo Mondino (anche lui scomparso a marzo ma nel 2005) che, affascinato dalla cultura orientale, ritraeva il cantante vestito da derviscio. A ricordarci il Lucio Dalla viticoltore è ora Angela Galia, produttrice che ge-

stisce a Trapani una azienda giovane (“Verovini”, nata nel 2005) ma dalle antiche origini e tradizioni, con una linea di vini tutti figli della loro terra e lingua: i rossi Niuru, Bagghiu, Cirasa e Ciamma, i bianchi Ariddhru e Ciauru. Lucio e Angela si erano conosciuti l’estate scorsa a Pantelleria entrambi presenti alla kermesse “Visioni perdute” (festival di film, incontri, arti della visione). Il cantautore sul palco aveva partecipato alle discussioni su cinema, musica ed anche enologia. «Abbiamo trascorso una bella giornata, con tanta altra gente all'insegna della cultura, del cinema, della buona tavola e naturalmente del buon vino – ci racconta Angela Galia - Dalla mi disse con grande orgoglio di essere innamorato della Sicilia tutta e in partico-


A Pantelleria, quest'estate, Dalla ha parlato di visioni perdute, canzoni ma anche vino Dalla aveva scritto così per il booklet di Sidoti: «…Finalmente, mi trovo davanti a qualcosa di veramente diverso, ad occhi usati in un altro modo per sentire più che vedere e ad orecchie fatte apposta per ascoltare misteriosi tramonti o albe sul mare. Senza entrare nel bosco delle parole e nella trappola della retorica, vi do l’unico consiglio per gustare questo disco: prendete il fiato, trattenetelo e buttatevi giù fino in fondo». Ricordi di canzoni e di vini si intrecciano. Vengono in mente le parole dei suoi brani: “Un uomo come me se ha sete beve vino“ (Un uomo come me);“Ho scritto una canzone per ogni pentimento e devo stare attento a non cadere nel vino o finir dentro i tuoi occhi” (La sera dei miracoli);“Le dieci del mattino e mi scoppia la testa come se avessi bevuto una botte di vino o fossi stato alla mia festa, apro la finestra è ancora buio” (1983);“Ma che buone le lasagne con il vino e poi il caffè, e com’è bello stare qui” (Lunedì). Non può mancare nelle citazioni di note “dalliane” la straordinaria canzone-data di nascita: zione il suo studio di registrazione. ”E ancora adesso mentre bestemmio Lucio Dalla con Angela Galia Il cantautore e la produttrice di vino «Venne a farmi i complimenti dopo e bevo vino per la gente del porto soa Pantelleria, l’estate scorsa al Festival l'esibizione al Festival di Recanati – ci no Gesù Bambino” (4 marzo 1943). di Cinema “Visioni perdute” dice Sidoti -. Rimase colpito molto fa- Alla tua, Lucio. vorevolmente dal mio repertorio e mi lare dell'Etna, e tutte le volte che po- offrì il suo studio di registrazione, i teva si rifugiava in quel mondo che lui suoi fonici e professionisti per incidedefiniva “magico”». re tre brani dell’album. Poi, sempre A metà febbraio l’avevamo visto sul con grande generosità, provò lui stespalco del Festival di Sanremo dove so a promuoverci. E all’uscita del diaveva proposto con Pierdavide Caro- sco subito si offrì di scrivere la nota inne la canzone “Nanì”. Generoso ed in- troduttiva… Ultimamente mi aveva stancabile si era prodigato spesso per espresso la sua contentezza per come valorizzare artisti talentuosi; tra questi l’album fosse stato accolto dalla critiPiero Sidoti, professore come Vecchio- ca francese».Affiorano aneddoti: «A Veni (ma insegna Matematica e Scienze). nezia dieci metri li abbiamo percorsi Per il suo primo disco “Genteinattesa” in un'ora perché lui si fermava a parPer il cantautore udinese, Dalla (Fuorivia/Egea, Targa Tenco 2010 co- lare e farsi fotografare da chiunque aveva scritto una presentazione entusiastica del suo nuovo cd me miglior opera prima) Dalla firmò glielo chiedesse. Aveva una pazienza le note di copertina e mise a disposi- inesauribile con i suoi fans». FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 39


MOTORI NOVITÀ

La forza docile e silenziosa Arriva il modello di punta da 135 cavalli della serie 300 Vario di Fendt che monta ora motori a 4 cilindri Scr di Barbara Mengozzi

ovendo dotare la serie 300 Vario di nuove motorizzazioni conformi ai dettami Tier 4 interim ( Stage IIIB per l’Europa) della normativa sulle emissioni, Fendt ha colto l’occasione per il lancio di un nuovo modello di punta, il 313 Vario, e l’introduzione di numerosi piccoli ma significativi miglioramenti. Restano invariate le caratteristiche che hanno costituito, sin dagli esordi, i punti di forza di questa apprezzatissima serie di trattori (sono oltre 11.000 gli esemplari sul merca-

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to): compattezza, versatilità e facilità di comando, efficienza. I nuovi trattori 300 Vario (309 da 95 CV, 310 da 105 CV, 311da 115 CV, 312 da 125 CV e 313 da 135 CV) montano motori Deutz a 4 cilindri con cilindrata da 4,04 litri, quattro valvole e sistema di iniezione ad alta pressione common rail da 1.600 bar. La gestione elettronica del motore EDC 17, il turbocompressore con wastegate a regolazione elettronica e il ventilatore viscostatico sono stati ripresi di serie dai modelli di alta potenza. La scelta fatta per soddisfare la fase IIIB è la tecnologia Scr (riduzione catalitica dei gas di scarico), già adottata per le serie 700, 800 e 900 Vario e basata sull’impiego di urea AdBlue. Grazie ad un incremento di coppia fino al 43% con una coppia massima di 590 Nm, tipico del 4 cilindri, sono garantiti risparmi di carburante abbinati ad elevate prestazioni. Con la rivisitazione dei freni si è potuto aumentare a 8,5 tonnellate il peso massimo ammissibile. In combina-

zione con un ridotto peso a vuoto di 4.230 kg (309 Vario) si ottengono così un carico utile massimo di 4.270 kg ed un rapporto peso/potenza di soli 33 kg/CV (313 Vario), che si traduce in un forte dinamismo e in un minor compattamento del terreno. È stata incrementata inoltre di mezza tonnellata la capacità di sollevamento del sollevatore posteriore che arriva ora a quasi sei tonnellate. Sempre con riferimento all’impianto idraulico, la nuova pompa tandem ha permesso di aumentare la portata d’olio da 78 a 83 litri. In evidenza anche il miglioramento dell’angolo di sterzata, ottimizzato dai parafanghi rientranti. Una lunghezza di 4,15 metri, un passo di 2,35 metri ed un angolo di sterzata di 52 gradi si traducono in un raggio di svolta di appena 4,2 metri che garantisce otti-

Compattezza, maneggevolezza ed elevate prestazioni me capacità di manovra e un’eccellente maneggevolezza. Nella cabina, montata di serie su silent-blocks (a richiesta sono disponibili le sospensioni meccaniche), tutti i comandi sono raggruppati sul cruscotto e sulla consolle a destra. Il Variostick permette di gestire le funzioni di guida senza bisogno di leve aggiuntive per gruppi, marcia ad innesto sotto carico o superriduttore. Al centro del cruscotto è collocato il display multiplo. Sul 300 Vario è ora previsto di serie il Tractor Management System (Tms) che mantiene motore e cambio al massimo dell’efficienza in modo completamente automatico. Ampia la scelta degli pneumatici, a garanzia di un’elevata versatilità, per lavorare in pendenza con un baricentro ribassato (600/65R30) o nei trattamenti con un’elevata luce libera (270/95R48). Da segnalare, infine, la combinazione con il caricatore frontale Fendt Cargo, che assicura un’elevata visibilità ed una ripartizione ottimale degli sforzi e dei carichi.


N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A R U B R I C A

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C U R A

D E L L ’ A R E A

A M B I E N T E

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Q U A L I T À

Donato Rotundo, Paolo Marino, Roberta Papiti, Alessandro Pantano, Luigi Tozzi

BIOLOGICO Semplificazione, vera arma contro le frodi I recenti casi di frode nel settore del biologico hanno evidenziato la scarsa efficacia del vigente sistema di controllo fondato su un numero eccessivo di adempimenti burocratici. Per fornire una risposta a tali problematiche e ridare fiducia al settore, Confagricoltura ha inviato al Mipaaf una lettera con alcune proposte per la semplificazione delle procedure di certificazione e per il miglioramento del sistema dei controlli. La tracciabilità, già richiesta per la sicurezza alimentare, potrebbe essere utilizzata per migliorare i controlli nelle fasi di vendita dei prodotti; inoltre un controllo mirato sugli anelli più a rischio della filiera, quali ad esempio le frontiere sui prodotti d’importazione, permetterà di razionalizzare l’attività di vigilanza. Tra le altre misure richieste vi è anche l’obbligo per ogni azienda di avere un unico organismo di controllo per la certificazione di ogni singola fase della produzione aziendale. Tali proposte affiancate al sistema informatico di controllo, che sarà operativo a breve, permetteranno di garantire una costante e vigile attività di controllo senza ulteriori oneri per le aziende. Molte di queste richieste sono state inserite in una bozza di D.M. che il ministero ha iniziato a discutere con le parti interessate. PRODOTTI FITOSANITARI Al via la discussione sull’uso sostenibile E’ stata predisposta una prima bozza di decreto legislativo per il recepimento della direttiva 128/2009 sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Il decreto, nasce però con un difetto di fondo, derivante dalla Legge Comunitaria del 2010 che indica come autorità competente il ministero dell’ Ambiente, anziché il Mipaaf. L’immediata conseguenza di tale impostazione, è che la proposta di decreto legislativo è eccessivamente sbilanciata dal punto di vista ambientale, con un approccio aprioristico, basato sul principio di precauzione e la totale assenza di un confronto con il mondo dell’agricoltura, nonostante la forte rilevanza

di questioni tecnico-agronomiche. Nel recepire la direttiva 2009/128/CE, al contrario, occorre una forte collaborazione tra i vari ministeri coinvolti (Ambiente, Agricoltura, Salute, Sviluppo Economico, Lavoro) anche al fine di evitare duplicazioni di adempimenti. Allo stesso tempo occorre coinvolgere tutte le parti interessate fin dalla stesura delle normative, prevedendo uno specifico comitato di coordinamento, con una rappresentanza dei diretti interessati (gli agricoltori) al suo interno, diversamente da quanto proposto nella bozza presentata.

MISURE AGROAMBIENTALI Inaccettabile l’obbligo della certificazione all’accesso E’ stato presentato dal Mipaaf il nuovo sistema nazionale di qualità per l’agricoltura integrata. Il sistema volontario armonizza (seppur parzialmente) i disciplinari regionali per la lotta integrata, prevedendo un logo nazionale da apporre sul prodotto. Come per ogni sistema volontario è previsto il controllo da parte di un ente di certificazione privato. Il nuovo sistema nazionale di qualità per l’agricoltura integrata viene anche citato nella bozza di decreto legislativo che recepisce la direttiva 128/2009 sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Lo schema di provvedimento prevede infatti che, a FEBBRAIO 2012| MONDO AGRICOLO |41


N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A

partire dal 1 gennaio 2014, ai fini del raggiungimento degli obiettivi indicati dalla direttiva sulla difesa integrata, le imprese agricole possano optare per due diversi livelli di agricoltura integrata: uno standard ed uno maggiormente rigoroso che corrisponde al sistema nazionale di produzione integrata. In relazione a quanto indicato dal Mipaaf, i contribuiti per le misure agro ambientali della PAC dal 2014 potrebbero essere concessi agli agricoltori che rispettano il livello più elevato di agricoltura integrata. Tale presa di posizione lascia alquanto perplessi in relazione al fatto che l’uso di una certificazione volontaria non può essere resa obbligatoria per accedere ai contributi per le misure agro ambientali, sia per l’eccessiva burocratizzazione del sistema, sia perché sarebbe un inutile storno di soldi dall’azienda agricola agli enti di certificazione senza un reale ritorno economico. Garantire il riciclo dei moduli fotovoltaici Per poter assicurare ai propri clienti l'accesso agli incentivi, entro il 30 giugno 2012 le aziende produttrici di pannelli dovranno infatti aderire a un sistema o consorzio che garantisca il riciclo dei moduli fotovoltaici. Lo ha stabilito il decreto ministeriale 5 maggio 2011, il cosiddetto IV Conto Energia. L'attenzione al riciclo dei pannelli fotovoltaici viene ribadita anche dall'Unione Europea che, con la revisione della direttiva sui Raee, inserisce questa tipologia di apparecchi a fine vita nella categoria 4 dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il fotovoltaico puo' portare un beneficio all'ambiente anche a fine vita, infatti dagli impianti fotovoltaici si possono ricavare ad esempio vetro, alluminio, ma sono importanti soprattutto indio, gallio, selenide.

PROTEZIONE DEL SUOLO Relazione della Commissione europea È stata pubblicata dalla Commissione europea una relazione relativa allo stato di attuazione della strategia tematica per la protezione del suolo (COM(2012) 46 final), adottata nel settembre del 2006, che ha come obiettivo la protezione del suolo. Dalla relazione emerge come il degrado dei terreni, nelle sue varie forme, sia un problema persistente a livello mondiale. Infatti la situazione europea non è isolata, ma si ripete in molte parti del mondo, anche in modo più grave. In termini quantitativi, gli effetti di desertificazione, degradazione del suolo e siccità colpiscono più di 1,5 miliardi di persone in oltre 110 paesi, il 90% dei quali vive in aree a basso reddito. Secondo l’UNEP, ogni anno si perdono nel mondo fino a 50.000 km² di terreni, per lo più a causa dell’erosione dei suoli. Ogni anno il pianeta perde 24 miliardi di tonnellate di terra arabile. Negli ultimi due decenni è andata persa un’area pari all’intera superficie coltivata degli Stati Uniti. I costi legati alla desertificazione superano i 40 miliardi di dollari di produttività persa ogni anno. Tra il 1990 e il 2000 nell’UE si sono persi almeno 275 ettari di terreno al giorno, per un equivalente di 1 000 kmq all’anno. Tra il 2000 e il 2006 la perdita media nell’UE è cresciuta del 3%, con picchi del 14% in Irlanda e Cipro e del 15% in Spagna. Nel periodo 1990-2006, 19 Stati membri hanno perso una potenziale capacità di produzione agricola pari complessivamente a 6,1 milioni di tonnellate di frumento, con grandi variazioni da una regione all’altra (cfr. figura). Questa tendenza è destinata a continuare se non verranno affrontate adeguatamente determinate sfide come l’utilizzo del territorio, la conservazione della materia organica del suolo e l’uso più efficiente delle risorse.

ACQUA Proposta ANBI per ridurre il rischio idrogeologico Secondo dati del ministero dell’Ambiente, sono 6.633 (82%) i comuni in pericolo per il dissesto idrogeologico ed interessano 2.951.700 ettari (9,8% del territorio nazionale); oltre la metà degli italiani vive in aree soggette ad alluvioni, frane, smottamenti, terremoti, fenomeni vulcanici e persino maremoti. Negli ultimi 80 anni si sono verificati circa 5.400 alluvioni e 11.000 frane; per tamponare i danni, secondo una studio del Consorzio Universitario del Politecnico di Milano, lo Stato spende oltre 2 miliardi l’anno, ai quali va aggiunto un altro miliardo e mezzo complessivo per gli interventi minori. Purtroppo anche nel 2011 è continuata la catena di disastri territoriali a causa di eventi meteorologici, più o 42 | MONDO AGRICOLO | FEBBRAIO 2012


meno prevedibili. Il riferimento è in particolare alle alluvioni che, nello scorso autunno, hanno colpito duramente i territori di Liguria, Sicilia, Piemonte e Toscana, ma anche Veneto, Marche, Lazio, Campania e Calabria. Sulla base delle prime stime, l’ammontare complessivo dei danni subiti da tali regioni, senza tener conto delle gravi conseguenze che graveranno sull’economia e sull’occupazione, ammonta ad oltre 2 miliardi di euro. Per tali motivi l’ANBI ha presentato per il terzo anno (dopo 2010 e 2011), la proposta di Piano per la riduzione del rischio Idrogeologico elaborata sulla base delle indicazioni dei Consorzi di bonifica, che operano sui territori; in tale piano rientrano azioni di adeguamento e manutenzione straordinaria della rete di bonifica idraulica che, a causa delle profonde modificazioni del territorio, non sono più idonee a garantire piena funzionalità.

PMI Proroga termini Sistri Il comma 3 dell’art. 13 del d.l. 216/11 (cd. decreto mil-

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RIFIUTI Traslocazione interpoderale Il d.l. 5/12, in materia di semplificazione e sviluppo, reca un’importante modifica al codice ambientale, da

tempo chiesta e attesa dal mondo agricolo. Infatti l’art. 28 dispone al comma 1 che la movimentazione dei rifiuti tra fondi appartenenti alla medesima azienda non è considerata trasporto allorché finalizzata al deposito temporaneo di detti rifiuti e sempreché la distanza tra i fondi interessati non sia superiore a 10 km. Parimenti non è da considerare trasporto e non è quindi assoggettata alla relativa disciplina, la movimentazione di rifiuti effettuata dal socio di una cooperativa agricola dal proprio fondo al deposito temporaneo della cooperativa stessa. Di conseguenza, è ampliata anche la nozione di deposito temporaneo – finora vincolata al luogo di produzione del rifiuto - che ora comprende, come recita il successivo comma 2, anche il sito messo a tal fine a disposizione dei propri soci da parte della cooperativa nonché, in via implicita, il luogo di raccolta temporanea dei propri rifiuti per le aziende frazionate in più fondi.

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FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 43


N O T I Z I A R I O E N E R G I A E A M B I E N T E D I C O N F A G R I C O LT U R A

leproroghe) ha differito al 30 giugno 2012 il termine d’operatività del Sistri per le aziende con oltre 10 dipendenti. Per le imprese fino a 10 dipendenti, invece, l’inizio operatività del sistema non potrà avvenire prima del 30 giugno 2012 (comma 3 bis dell’art. 13). E’ prorogata sino al 2 luglio 2012 l’esenzione dall’iscrizione al Sistri per le PMI agricole che producono e trasportano in modo saltuario ed occasionale fino a 100 kg/l annui di rifiuti pericolosi.

FONDO KYOTO Finanziamenti per ridurre le emissioni di gas serra A metà febbraio è stato presentato presso la Cassa Depositi e Prestiti il Fondo Kyoto, un piano innovativo realizzato allo scopo di promuovere investimenti pubblici e privati per l’efficienza energetica nel settore edilizio e in quello industriale; diffondere piccoli impianti ad alta efficienza per la produzione di elettricità, calore e freddo; impiegare fonti rinnovabili in impianti di piccola taglia; incentivare la gestione sostenibile delle foreste; promuovere tecnologie innovative nel settore energetico. Si tratta di un fondo “rotativo”, gestito dalla Cassa depositi e prestiti, che sarà operativo dal 15 marzo 2012 con l’obiettivo di finanziare la realizzazione di interventi volti alla riduzione delle emissioni di gas serra, responsabili del riscaldamento globale. Il fondo, che erogherà risorse per 600 milioni di euro, ad un tasso agevolato dello 0,50%, è rivolto a cittadini, condomini, imprese, persone giuridiche private, soggetti pubblici. Le domande di finanziamento dovranno essere compilate esclusivamente online, previo accreditamento in una sezione del sito della Cassa Depositi e Prestiti a partire dal 2 marzo. Il termine per la presentazione delle domande è fissato per il 14 luglio 2012. BIOMASSE Bando Biomasse del ministero dello Sviluppo economico A partire dal 19 marzo 2012 e sino al 17 aprile 2012, sarà possibile presentare le domande di agevolazione relative al “Bando Biomasse” del ministero dello Sviluppo economico (D.M. 13 dicembre 2011) per interventi di attivazione di filiere produttive delle biomasse da parte di micro, piccole e medie imprese che intendano operare nei territori 44 | MONDO AGRICOLO | FEBBRAIO 2012

delle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia (Regioni Convergenza). Il provvedimento – adottato in attuazione del "POI Energie rinnovabili e risparmio energetico" FESR 2007-2013 – mira a integrare gli obiettivi energetici di salvaguardia dell’ambiente e sviluppo del territorio attraverso il riutilizzo e la valorizzazione delle biomasse. L’istruttoria e la valutazione delle domande (con procedimento a graduatoria) e l’erogazione delle agevolazioni, sarà curata da Invitalia. La richiesta di agevolazione dovrà essere compilata per via elettronica utilizzando la procedura informatica messa a disposizione sul sito www.sviluppoeconomico.gov.it. Entro 7 giorni lavorativi dalla data di trasmissione elettronica della domanda, la stessa dovrà essere spedita, corredata da una serie di documenti previsti nel bando, ad Invitalia - Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa BU Finanza e Impresa - via Calabria n. 46, 00187 – Roma. Con una dotazione finanziaria complessiva di 100 milioni di euro, il bando ha l’obiettivo di finanziare i programmi diretti alla valorizzazione di biomasse provenienti esclusivamente da filiere agroindustriali e agroforestali e da distretti industriali (le biomasse da rifiuti urbani potranno essere utilizzate limitatamente alla frazione organica della raccolta differenziata per la produzione di biogas mediante fermentazione anaerobica). Verranno ammessi alle agevolazioni i programmi il cui importo complessivo delle spese ammissibili sarà compreso tra 2 e 25 milioni di euro. Gli impianti finalizzati alla produzione di energia elettrica dovranno avere una potenza a regime superiore ad 1 MW ed inferiore a 4 MW. I programmi dovranno essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazione e conclusi entro 24 mesi e comunque entro il 30 giugno 2015.

RINNOVABILI Una proposta del consigliere del Lazio Bernaudo Meno tasse a chi investe nelle rinnovabili: lo ha proposto il consigliere regionale del Lazio, Andrea Bernaudo, primo firmatario della legge regionale 16/2011 in materia di energia e fonti ad energia rinnovabile , durante il suo intervento alla prima “Conferenza Lazio Europa sul futuro delle energie rinnovabili”, che si è svolta a Roma. «Occorre ridefinire un nuovo quadro di regolazione e tassazione del settore, ha continuato Bernaudo, che promuova gli investimenti diretti all'efficienza energetica, all'implementazione di tecnologie pulite. Un meccanismo che calibri l'aliquota dell'imposta sui redditi a seconda delle emissioni di CO2. Solo cosi' sapremo promuovere lo sviluppo di tecnologie più efficienti dal punto di vista ambientale ed energetico, senza creare distorsioni sul mercato».



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Vino, una terapia anti-spread

La Grande Italia del vino e dell’olio Ci sono due settori produttivi che sanno conquistare quote importanti di mercato e affascinare i consumatori. Sono - rileva l’ Organizzazione in un convegno al Vinitaly-Sol - una terapia anti-spread


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Dei 4.000 espositori italiani presenti alla kermesse veronese circa 1.800 sono associati Confagricoltura, dalle aziende cult più blasonate fino alle cantine emergenti, a ribadire il ruolo preminente dell’Organizzazione delle imprese agricole nella rappresentanza degli interessi del vino tricolore. di Barbara Mengozzi

ornano ad accendersi i riflettori su Vinitaly e torna in evidenza il forte peso specifico rivestito da Confagricoltura nel panorama dell’Italia del vino che conta. Basti dire che su oltre 4.000 espositori italiani presenti alla grande kermesse enologica veronese circa 1.800 sono targati Confagricoltura, dalle aziende cult più blasonate fino alle giovani cantine emergenti, a formare una cospicua fetta del Piergiovanni Pistoni territorio vitivinicolo nazio- delle imprese agricole nella rapprepresidente della Federazione nale e a ribadire il ruolo pre- sentanza degli interessi del vino tricominente dell’Organizzazione lore. E non si tratta di prerogativa da nazionale vitivinic ola poco, considerati valenza e meriti del nostro settore enoico che, oltre a creare ricchezza e immagine, costituisce uno dei primari vettori di promozione e trasmissione del modello del “made in Italy” in tutto il mondo. Un autentico patrimonio da far conoscere e valorizzare. «Confagricoltura procede senza sosta nel proprio impegno vivace e fattivo anche nel corso della nuova edizione di Vinitaly teso – sottolinea Piergiovanni Pistoni, presidente della Federa-

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zione nazionale vitivinicola - a supportare tutte le sue cantine, presentandole a vecchi e nuovi mercati e offrendo loro la possibilità di acquisire nuovi strumenti per essere sempre più competitive in uno scenario in continua evoluzione». Recentemente, poi, da una bibbia del vino come Wine Spectator è arrivata una ennesima importante conferma di quanto l’eccellenza enologica del Belpaese, quella in auge sui principali mercati del mondo, sia legata al marchio Confagricoltura. La celebre e autorevole rivista americana ha infatti stilato la sua ultraselezionata classifica


Impegno attivo verso le nostre aziende per individuare nuovi mercati

Onofrio Spagnoletti Zeuli presidente della Federazione nazionale olivicola

dei cento migliori vini dello Stivale, intitolata “Finest Italian Wines: 100 Great Producers”, scegliendo per quasi il 90 per cento vignaioli associati a Confagricoltura, designati in virtù della loro capacità di esprimere al meglio il rispettivo terroir, della storia e tradizione aziendale e dei traguardi raggiunti. Traguardi prestigiosi che riguardano peraltro il vino italiano in generale, reduce da un’annata d’oro al di fuori dei confini nazionali: nel 2011 le esportazioni nel mondo

hanno messo a segno un nuovo record storico superando i 4 miliardi di euro di fatturato e l’Italia si conferma leader sul mercato mondiale con una quota del 22 per cento. Tutto ciò significa che una buona metà della nostra produzione vinicola trova ormai collocazione sui mercati stranieri, anche perché il rovescio della medaglia sta nella progressiva contrazione del giro d’affari sul mercato interno, dove il consumo pro capite è sceso a 40 litri (contro i 47 del 2007). Fatto sta che – come dimostrano i dati Ismea relativi ai primi 11 mesi del 2011 – a fronte di un incremento complessivo dell’export agroalimentare tricolore pari all’8,5%, i vini hanno fatto registrare un avanzamento del 13% rispetto all’anno precedente, dimostrando di esercitare sempre maggiore appeal all’estero. A partire dai mercati in cui il nostro vino si attesta in pole position davanti ai vari concorrenti, vedi la Germania e gli Stati Uniti, dove le importazioni di vini made in Italy, con le bollicine in grande spolvero, sono cresciute rispettivamente del 10 del 16 per cento. Ma accanto alle ottime performance sui mercati maturi va sottolineata l’ascesa del vino italiano in quelli emergenti, Paesi asiatici in particolare. In Giappone, ad esempio, la promozione del nostro vino come status symbol ed espressione dell’“Italian way of life” sta riscuotendo ottimi risultati (esportazioni in crescita del 40,7% nei primi otto mesi del 2011) grazie al potente traino della ristorazione italiana, ma continua anche lo sviluppo in Russia. Menzione speciale, infine, per la Cina, definita “la nuova Mecca del vino mondiale” sulla base delle aspettative riposte nella nuova ed enorme middleclass: qui l’export dei vini d’Italia è praticamente raddoppiato, prospettando interessanti opportunità per i nostri produttori. FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 49



Z O O M VINITA LY-S O L

Berlino, Vienna e Berna: un amore che non si spegne di Barbara Mengozzi

Alla scoperta delle realtà emergenti, ma senza dimenticare i business storici, Confagricoltura pone l’attenzione sui mercati che hanno sempre apprezzato il made in Italy

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empre più proiettato verso platee internazionali il vino italiano cerca nuove occasioni per crescere all’estero. E lo fa guardando a lontani paesi emergenti dotati di indubbie potenzialità, ma restando attento ai mercati più vicini, comunemente considerati maturi, che possono ancora offrire chance e canali di sbocco ai nostri produttori. Per questo le attività di internazionalizzazione di quest’anno, al Vinitaly, sono state indirizzate a promuovere incontri di affari tra un nutrito numero di aziende associate e buyer in arrivo da tre paesi della Vecchia Europa, Germania,Austria e Svizzera. Se nel mercato tedesco continuano, infatti, a dominare i vini locali, con il

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46% delle vendite (e il 52% del giro d’affari), in flessione però del 5%, il consumatore teutonico si conferma decisamente fedele al vino tricolore, che nel 2010, nonostante la crisi economica e l’agguerrita concorrenza, si è attestato al secondo posto con una quota del 13% per valore e del 15% per quantità, seguito dai vini francesi (12%) e spagnoli (8%). Dai dati forniti dalla Camera di Commercio Italiana per la Germania emerge il forte gradimento per i vini rosé, che hanno superato la soglia del 10% delle vendite al dettaglio, mentre sono i rossi a perdere lievemente terreno (1,2%) e i bianchi mostrano una sostanziale stabilità (+0,7%). A far ben sperare per il futuro i produttori italia-


Incontri B to B promossi da Confagricoltura in fiera tra buyer e aziende

Commercio Italiana per la Svizzera, si rileva nell’ultimo triennio una generale tendenza al rialzo delle vendite di vino e spumante made in Italy (specialmente nella fascia di prezzo più quisti delle famiglie nell’ordine del 5,5 bassa). Percepito ormai come prodotper cento. La leadership spetta salda- to trendy, apprezzato tanto da un pubmente ai vignaioli locali, detentori nel blico giovane quanto da consumatori 2010 di una quota di mercato pari al più adulti e raffinati, il nostro vino è 65,8% (soprattutto sul versante dei vi- venduto ovunque tanto da essere sotni bianchi, austriaci per oltre l’80%), to il profilo quantitativo di gran lunga ma l’Italia risulta nel complesso ben il più presente nelle cantine di ristoposizionata, piazzandosi al ranti di ogni categoria, nei bar alla mosecondo posto sia per quan- da e negli scaffali della Gdo. Il rischio, tità vendute (17,9%) sia per semmai, è che la grande quantità ne valore (15,9%), con più di offuschi gli aspetti qualitativi impedieci punti percentuali di dendo il giusto riconoscimento del scarto rispetto a Francia e suo pregio. Sta di fatto che anche in Spagna. Il primo canale di Svizzera l’export enologico italiano vendita di vino in Austria re- soffre il confronto con quello francesta il settore della ristorazio- se in termini di incassi e il comparto ne che rappresenta il 57% dei vini del Belpaese evidenzia un del mercato, caratterizzato prezzo per unità di prodotto importanegli ultimi anni da un mag- to inferiore del 50% rispetto alla quogior gradimento verso i tazione dei prodotti francesi. Un gap bianchi (50% degli acquisti, che i nostri produttori dovrebbero contro il 48% detenuto dai cercare di colmare vendendo meglio vini rossi, lasciando solo le la propria immagine e investendo in briciole ai rosati, seppur in promozione allo scopo di innalzare costante lieve crescita). presso il consumatore elvetico il livelMa non va trascurato il mer- lo di qualità percepita e quindi il valocato elvetico dove, in base ai re monetario attribuito al vino italiadati forniti dalla Camera di no. Consumi in crescita nei Paesi germanici. Nuove opportunità per i nostri vini

Foto di Roberto Ciani Bassetti

ni, inoltre, contribuiscono alcune attuali tendenze del mondo del vino in Germania, prima fra tutte la maggiore propensione da parte dei consumatori, pur restando il prezzo un fondamentale fattore di scelta, a spendere qualcosa di più per vini qualitativamente migliori. Un trend che deve molto allo sviluppo e al successo riportato sul mercato tedesco da parte del biologico, dove prezzi più elevati sono normalmente accettati da chi è più interessato alla qualità. Il cambiamento nelle abitudini di acquisto è ravvisabile anche nella recente evoluzione dei discount che, accanto all’offerta di vini economici, stanno proponendo prodotti che costano di più con un favorevole rapporto qualitàprezzo. Un altro mercato capace di riservare ulteriori soddisfazioni appare quello austriaco, che nel 2010 ha fatto registrare una crescita dei consumi, nuovamente vicini ai livelli massimi dei primi anni Novanta, anche se si tratta di un andamento non del tutto rispecchiato dal consumo domestico, segnato da una diminuzione media degli ac-

Foto di Roberto Ciani Bassetti

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Tutti i sapori del suolo Terra e vino. Per ragionare di influenze climatiche, territoriali, geologiche, ampelogiche di Antonio Paolini

ono, si sa, i passaggi legati ai momenti di crisi, i grandi cambiamenti, i frangenti nuovi e non facili (ma non per forza poi dall’esito sfavorevole) a testare a fondo la solidità di un rapporto. E a svelare ai protagonisti, gettando sulle cose nuova luce, verità forse fin lì non ancora intuite o comprese. Il concetto che vale per gli umani, a suo modo vale – sembrano dire le ultime circostanze – anche per uno dei prodotti più raffinati e a più alto contenuto emozionale (finita l’era del consumo ascrivibile a mera motivazione alimentare) dell’agricoltura di precisione: il vino.

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Cosa fa di un vino “identitario” (e con posizionamento di mercato conseguenziale) quel che è? Cosa gli dona lo skill che lo rende riconoscibile, e lo promuove così a oggetto di un desiderio “replicabile” da chi lo sceglie e acquista? Il doppio, critico momento di passaggio che il comparto nazionale si trova ad affrontare, e cioè il drastico mutamento di alcune condizioni di operatività in vigna (e quindi in cantina) legate agli andamenti climatici, e il concomitante quadro economico globale, con i sommovimenti nella geografia, gli assetti e le strategie di mercato collegate, sta a suo modo evidenziando elementi di forte novità anche in questo campo. BACCO E CLIMA

Partiamo dal clima: senza enfatizzare o drammatizzare (non serve, e non fa quasi mai bene alla riflessione) è ormai palese che è in corso un processo dalla deriva chiara nella sostanza e in alcuni esiti (ma meno nella misura) che sta via via mutando curve termiche e curve di frequenza dei fenomeni e delle precipitazioni. Cioè le carat-

teristiche mesoclimatiche (e, a scendere, alcune microclimatiche) che hanno storicamente marcato svariati eno-territori nazionali. Mutano alcuni caratteri che hanno fatto di un territorio e di un vino quel che è. Mentre altri valori (suoli e quota, per dirne due: ma anche la posizione rispetto a forti correnti di convezione, l’effetto mare, etc.) salgono con forza nel borsino: sono fattori “resistenti”, dunque sempre più importanti. E su cui riflettere anche in vista di cambi, rimodulazioni e investimenti (si pensi alla messa a dimora di nuovi, o al reimpianto di vecchi vigneti). Mentre questo accadeva, però, il comparto ha continuato, malgrado il “nuovo” in arrivo dal meteo, a battere strade quantomeno invecchiate. A partire dalla incessante proliferazione di denominazioni piccole e piccolissime (o di converso grandissime ma non zonizzate, e giocate più come elemento di marketing che di sostanziale coesione) proprio mentre i motivi intimi di coerenza territoriale e di “riconoscibilità” vengono, come detto, ad essere modificati. E mentre poi (secondo fattore di crisi) un mercato nuovo, e sempre meno “conoscitore” nel dettaglio del complicato, frammentario eno-cosmo italiano chiede invece identikit sempre più chiari, e motivazioni sempre più forti per sceglierci dentro un pacchetto d’offerta sterminato e agguerrito. Ecco allora la domanda: varrà più, in futuro, fregiarsi della (ipotetica, ma fin troppo realistica) poco spiegabile e ancor meno identificabile micro-Doc “Roccacannuta”, coesa spesso più sul fronte geopolitico (il famoso fattoreassessore) che pedologico e/o ampelografico, o essere (per fare un esempio concreto) un vino italiano nato da terreni vulcanici, che hanno caratteristiche note, valutabili e identificabili


(anche all’assaggio) dai Colli Berici a Pantelleria? Varrà più salire (ove si può) oltre quota 500-600 metri (e fare magari agricoltura sostenibile) o insistere nel “vendere” come perla di un terroir esposizioni “plein Sud” oggi sovente oggetto più di allarme pre vendemmia che di costante vantaggio? Attenzione: non è una domanda ozio-

sa quella posta se, ad esempio, è già nata in Italia una “cosa”che si chiama Vulcania e prova a mettere insieme per kermesse, degustazioni, convegni scientifici etc., produttori dal Soave (promotore dell’idea) alle piccole isole, passando per Campi Flegrei, Sannio e Ischia in Campania, Vulture in Basilicata, Gambellara, Euganei e Beri-

ci tornando in Veneto, i Castelli Romani, e alcune ben note zone sicule. O se da tempo si ragiona non più in termini solo “eroici”, ma fortemente propositivi, dei vini d’altura. Sarà, per concludere, solo un caso la fortuna montante delle pendici dell’Etna, o invece l’effetto di un mirabile combinato disposto, appunto, tra quota e vulcano? Ma ogni ragionamento, nel vino, resta ozioso se non si misura poi nel calice. Per tutti questi motivi, ma soprattutto per rendere concreti, e in parte anche sdrammatizzare, dibattiti altrimenti destinati a restare insieme troppo preconcetti, drastici e un po’ zoppi, le degustazioni targate Confagricoltura al Vinitaly quest’anno giocano proprio sui fattori sotterranei e unificanti di macroarea. Le cuginanze di peso tra vini diversi. Come sono, appunto, vulcano, quota o mare. Per aiutare a riflettere. Per aiutare a capire. Con un bicchiere di vino (e non, per carità, un sacro testo) in mano.

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La rosa degli oli Venti e olio. E’ l’inedito abbinamento che Confagricoltura propone quest’anno per le degustazioni al Vinitaly-Sol di Gabriella Bechi

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li e venti si assomigliano? I profumi di una leggera brezza d’estate o di un forte libeccio possono essere paragonati a quelli degli oli? Sembra proprio di si, a parere di Alissa Mattei, che quest’anno guiderà le degustazioni di olio allo stand di Confagricoltura al Vinitaly-Sol. “L’olio extra vergine - spiega l’esperta - è un prodotto naturale e come tale, tutte le sue variegate caratteristiche sono legate ai grandi elementi della natura: il suolo che deve respirare, le fronde che devono ricevere i generosi raggi del sole, il frutto che deve crescere cambiando colore fino ad arrivare a maturazione; il vento, la pioggia, il sole, che si sono alternati accarezzando i fiori, la drupa, le bucce levigate e lucide. Ogni frutto ha la sua nuance di colore e finalmente ad ottobre comincia la trasformazione in olio.” L’idea della natura, che per-

mea tutti i suoi esseri, ha spinto Alissa Mattei verso questo inedito abbinamento degli oli con i venti: lo Zefiro, il Maestrale, il Libeccio, il Levante, che sarà il tema delle quattro degustazioni che quest’anno verranno proposte a Verona. Lo Zefiro è un vento delicato, è la brezza estiva che ti accarezza il volto e ti fa sognare. Come gli oli freschi, mandorlati, con note di pomodoro ed erbe selvatiche. Perfetti per essere abbinati a piatti di pesce, crostacei, insalate e carni bianche. E quali oli assomigliano al Maestrale, il vento che viene da nord est, dalle millesfumature, a volte teso, a volte leggero? Quelli in cui all’olfatto domina la nota della la foglia e al gusto quella del carciofo e della mandorla. Morbidi, puliti, eclettici e profumati sono l’ideale con verdure grigliate, paste, carni suine, pesce azzurro e molluschi. La forza del Libeccio, vento unico e in-

vadente, che arriva da sud ovest si ritrova nei profumi di oliva matura e nel gusto accentuato di mandorla degli oli intensi, amari e piccanti, che ben si adattano alle carni rosse, alla cacciagione, a zuppe di verdure e legumi. Infine il Levante, il vento che viene dall’est, tipicamente estivo, dolce e deciso, come il carattere delle donne. Lo stesso degli oli erbosi e profumati, dolci, con un leggero piccante. Perfetti con piatti di verdure, carni bollite e maionese. Al Levante, con i suoi oli, sarà dedicata la degustazione che Confagricoltura farà in collaborazione con l’Associazione Nazionale delle donne dell’olio. FEBBRAIO 2012| MONDO AGRICOLO |57


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Il vino nella borsa ei Paesi del Nord Europa è sinonimo di perfetto compromesso di qualità-prezzo, ma anche in Francia, il vino confezionato nei bagin-box, copre quasi il 30% delle vendite nella grande distribuzione e, secondo i dati della France Agrimer (la nostra Ismea), dal 2007 a oggi il volume degli acquisti è raddoppiato e in continua crescita. In Inghilterra spopola il Tulip, bicchiere di plastica sigillato, a forma del tradizionale “tulipano” di vetro, che si trova anche da Marks & Spencer. All’ultimo concerto di Elton John ne sono stati venduti 3.500. Comodi, maneggevoli, poco ingombranti, ecologici, e soprattutto economici. Ma sono una valida alternativa alla bottiglia di vetro? Paolo Perinelli, titolare di “Casale della Ioria”, produttore di Cesanese del Piglio, prima Docg del Lazio e presidente della Confagricoltura regionale, ha le idee chiare: “E’ un buon modo di vendere per vini comunque di qualità, come gli Igt, che hanno difficoltà in questo momento a trovare una collocazione sul mercato. Ma non può essere un modo furbesco usato da altri Paesi per acquistare vino sfuso e confezionarlo sul posto, senza offrire garanzie ai consumatori. Per quanto riguarda il Tulip, lo trovo interessante. Non è esteticamente il massimo, ma il vino si conserva bene e per certe occasioni, come i concerti o i grandi eventi può essere una valida alternativa ad altre bevande. Io poi sono sempre stato un fautore della vendita al bicchiere. Una maniera intelligente di bere, con parsimonia, con la possibilità imparare a conoscere i vini.”

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Bag-in-box, brick, tulip. Sono le nuove frontiere dei contenitori per il vino. Furoreggiano nei Paesi del Nord Europa, ma anche in Francia e in Inghilterra. Cosa ne pensano i nostri produttori? di Gabriella Bechi

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Bag internazionale Il contenitore "Vernissage", per la vendita del vino francese in Svezia, è realizzato da una ditta italiana (Box Marche). E' stato giudicato il più innovativo packaging del 2010.


Bicchieri contenitori I tulip sono bicchieri-contenitori di vino. Monodose, colorati, usa e getta. Quelli nella foto sono della azienda inglese di packaging "Wine innovation" (il vino è italiano).

E nel Lazio c’è chi la bag-in-box già la usa. E’ Sergio Mottura, produttore di vini di grande qualità in provincia di Viterbo, super premiato da tutte le Guide.“Utilizzo la bag da molti anni, per i miei Igt Civitella di Agliano e Igt Lazio. Vini biologici, come è tutta la mia produzione, di qualità, che per ora sono destinanti, in confezioni da 3 e 10 litri personalizzate,al mercato locale, famiglie e wine bar, che acquistano prevalentemente in azienda. Il vino si mantiene perfettamente. La bag-in- box, infatti, è una sacca di polietilene messa in una scatola di cartone, dotata di rubinetto che consente una migliore protezione dall’ossigeno, anche una volta aperta. Ha il vantaggio di essere facilmente trasportabile; stoccabile, perché poco ingombrante; ecologica, perché quando è vuota si separa il polietilene dal cartone, si ripiega e si elimina con la raccolta differenziata. Il nostro prossimo passo sarà l’estero, cominciando da Boston e il Massachusetts, dove abbiamo già preso dei contatti.”

Va in questa direzione il progetto lanciato dalla Regione Sicilia, in collaborazione con l’istituto regionale della Vite e del Vino, “Vini Pop Sicilia”: commercializzare vino di qualità siciliano in brick o bag, conferito da un gruppo di cantine dell’isola, da bere tutti i giorni, ma soprattutto per affrontare i mercati esteri , battendo la concorrenza di prodotti più scadenti, che spesso si fregiano del nostro “made in Italy”. Progetto interessante, anche se per i suoi vini usa rigorosamente bottiglie di vetro, per Diego Cusumano, produttore di Partinico, in provincia di Palermo, 400 ettari di vigneti, 2 milioni e mezzo di bottiglie, di cui la metà destinate all’export.“La mia scelta è dettata esclusivamente dal fatto che la nostra produzione viene totalmente assorbita dal mercato, italiano ed estero. Ma queste confezioni sono un’ottima opportunità per le aziende che in questo momento hanno difficoltà a collocare il loro prodotto. Nei Paesi nord europei, dove non esiste una cultura del vino come la nostra, fatta anche di contesti, sfumature ed emozioni, le bag non hanno alcuna valenza negativa. E sinceramente ho trovato in questi contenitori vini di grande qualità, italiani, francesi, sudafricani. Per

quanto riguarda il Tulip, perche no? Nei grandi eventi, come i concerti è un bella idea!” Anche Andrea Cecchi, produttore di Chianti Classico, ma non solo, è convinto della buone caratteristiche della confezione, che garantisce una conservazione ottimale per i vini di consumo quotidiano. “Da un punto di vista commerciale, i Paesi che richiedono questo formato, ritengono che siano

La Regione Sicilia punta molto sui nuovi "abiti" per il vino nella conquista dei mercati stranieri stati fatti investimenti importanti negli ultimi anni, sia dal punto di vista della qualità, sia dell’aspetto estetico ed apprezzano sempre più questo tipo di proposta”. Non tutti però la pensano allo stesso modo. Chiara Giannozzi, storica produttrice di Verdicchio (Azienda Fazi Battaglia) crede ad un utilizzo mirato e molto limitato dei nuovi contenitori. “Se si

Box per tutti Il viticoltore viterbese Mottura produce box personalizzati destinate al mercato locale, famiglie e wine bar

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La bag-in-box è una sacca di polietilene dotata di rubinetto, che consente una migliore protezione dall’ossigeno, anche una volta aperta. Ha il vantaggio di essere facilmente trasportabile; stoccabile, poco ingombrante, ecologica e smaltibile una volta utilizzata

tratta di un concerto, di un evento, di una cena per un bel po’ di amici, possono andare bene, ma il vino non è un succo di frutta e non lo deve diventare. Ho il timore che la loro diffusione possa abbassare il livello di qualità dei nostri prodotti e soprattutto che possa andare ad incidere su quella cultura del vino che appartiene alla nostra tradizione e che stiamo faticosamente cercando di far conoscere anche ai giovani. Insomma anche per i nuovi contenitori bisognerebbe investire in formazione, facendo capire ai consumatori vantaggi e svantaggi e il diverso utilizzo rispetto alla bottiglia.” E c’è anche chi è più “integralista”, come Roberto Scopo, sales manager dell’azienda agricola Ca’ dei Frati, a Lugana di Sirmione, storica azienda della famiglia Del Cero. Cresciuto nel mondo vino, alla grande scuola di Luigi Veronelli, accanto a nomi come Angelo Gaja e Ca’, è assolutamente contrario ai nuovi contenitori. “Il vino italiano ha vissuto una vera e propria rivoluzione. Trent’anni era solo rosso o bianco. Oggi quello vitivinicolo è il comparto trainante dell’agricoltura, con 10 milioni di aziende e una produzione che è seconda solo a quella della Francia. Abbiamo imparato a fare il vino, a usare i vitigni internazionali, abbiamo riscoperto gli autoctoni. Credo personalmente che oggi sia necessario fare un passo indietro.” L’azienda, fondata da Pietro Del Cero nel 1939, è oggi 60 | MONDO AGRICOLO | FEBBRAIO 2012

condotta da Anna, Gianfranco e Igino. Due milioni di bottiglie, 110 agenti, 62 importatori. Una produzione tutta incentrata sui vini del territorio, prevalentemente il Lugana. Grande qualità, ottimo rapporto con il prezzo. Allora bag si o bag no? Il problema non esiste, per Federica Moricone, titolare dell’ azienda Villa Medoro in provincia di Teramo e presidente di Confagricoltura Abruzzo. “Nella nostra regione c’è una grossa tradizione di vendita diretta del vino sfuso.Anche le grandi cantine l’hanno sempre fatta e la continuano a fare. La bag – in - box ha sostituito la vecchia “dama”, il bottiglione di vetro da 5 li-

tri. Il vino si conserva perfettamente, è pratica, igienica, ecologica. Ha solo vantaggi, sia per il produttore, sia per il consumatore. Noi abbiamo iniziato 3 anni fa ed abbiamo avuto il 40% di incremento nelle vendite. Mettiamo nella bag soprattutto i nostri vini autoctoni, Pecorino, Passerina e Cerasuolo. Concorrenza con la linea dei prodotti in bottiglia? Assolutamente no. Sono due mercati completamente diversi”.

Il vino nella stoffa La aziende vitivinicole, all'estero ma ora anche in Italia, si stanno sbizzarrendo nella realizzazione dei bag-in-box. Non c'è limite alla fantasia.



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L’astronave dei patriarchi Il “Carapace” è la prima scultura al mondo nella quale si vive e si lavora. È la cantina progettata da Arnaldo Pomodoro, per la famiglia Lunelli, in Umbria di Gabriella Bechi

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nisce il patriarca Gino Lunelli, ora presidente emerito dell’azienda, che l’ha fortemente voluta. Il “Carapace” è l’ultima espressione dell’ambizioso progetto della famiglia Lunelli, di ripetere, al di là del Trentino, l’eccellenza raggiunta dalle bollicine Ferrari.“Cercavamo una terra con forte personalità e vitigni storici, come l’Umbria – dice Marcello Lunelli, il vicepresidente, che insieme a Matteo, Camilla e Alessandro, forma il quarteta lontano sembra un’ to della terza generazione, ora alla guiastronave atterrata dol- da dell’azienda – e nel 2001 abbiamo cemente tra i vigneti, acquistato dei terreni a Montefalco e una sfera grande come Bevagna, un territorio perfetto dal una collina incisa da cre- punto di vista paesaggistico, tra i mepe che ricordano i sol- glio conservati d’Italia, silenzioso e michi della terra che l’abbraccia. Ma nel- stico. A Montefalco esisteva un vignela mente di colui che l’ha creata è un to di oltre cinquant’anni, così è nato il guscio di una tartaruga: il “Carapace”, “Progetto dei Patriarchi”, portato la cantina progettata per la Tenuta di avanti dai nostri enologi di San MicheCastelbuono della famiglia Lunelli da le dell’Adige: recuperare la memoria uno dei grandi dell’arte contempora- storica e riportare ai nostri tempi, atnea, Arnaldo Pomodoro. La prima traverso un’articolata selezione dei scultura al mondo nella quale si vive e cloni, il vino del passato.” si lavora.“Il mio lascito”, come lo defi- Oggi l’azienda, in conversione biologi-

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ce, rappresenta l’unione tra cielo e terra.” “Nel 2006 è iniziata la costruzione della cantina – dice ancora Marcello – che abbiamo seguito passo passo insieme. E’ stata fantastica la capacità di Pomodoro di adattare via via l’arte alla funzionalità.” All’interno, la cantina è una volta con centinaia di legni, intrecciati ad arco da carpentieri delle Dolomiti, che sostengono il guscio. “Le strutture lignee, come una sorta di speroni estroflessi sollevano e frastagliano la volta sospesa”, scrive il noto critico d’arte Gillo Dorfles. E poi, più in basso, triangoli e cunei sovrapposti, fino al cuore sotterraneo, dove il vino è già nelle barrique. Intorno alle piccole botti

Un investimento importante unito ad un gesto di mecenatismo

ca, produce un Sagrantino in purezza, che matura 12 mesi in tonneau, 16 in botte grande e che viene affinato 10 mesi in bottiglia: potente e longevo insieme con un Rosso di Montefalco. “Mio zio – continua Marcello – aveva sempre avuto nel cuore la realizzazione di un’opera architettonica e nel 2004, quasi per gioco, forte di un’amicizia trentennale con il grande scultore Arnaldo Pomodoro, chiese al maestro di progettare una cantina-scultura per la Tenuta di Castelbuono. Lui accettò con entusiasmo e dopo il primo sopralluogo aveva già immaginato il “Carapace.” “Il paesaggio – racconta Pomodoro –mi ricordava il Montefeltro, dove sono nato, così come lo ha raccontato in tanti quadri Piero della Francesca. Il mio intervento, quindi, non doveva disturbare la dolcezza delle colline dove si estendono i vigneti, ma integrarsi perfettamente con l’ambiente. Ho avuto l’idea di una forma che ricordasse una tartaruga, simbolo di stabilità e longevità che, con il suo carapa-

La terza generazione Lunelli Alessandro, Marcello, Camilla e Matteo con Arnaldo Pomodoro

svetta il punto di degustazione, un’ellisse di rame che sale verso la luce, che ricorda una “ziqqurat”, la piramide sacra delle religioni mesopotamiche. I lavori sono ormai ultimati. L’inaugurazione il prossimo 16 giugno. Per i Lunelli un investimento importante, un’opera di mecenatismo. “Invece di acquistare un’opera d’arte e

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Volta architettonica Centinaia di legni intrecciati ad arco sostengono il guscio.

metterla in cantina, abbiamo trasformato un’opera d’arte in una cantina.“ Così anche Arnaldo Pomodoro, come lui stesso ha raccontato, ha provato l’emozione di poter camminare, parlare e bere all’interno di una sua opera. Ma il “Carapace” è solo l’ultimo atto di una grande storia iniziata nel 1902, quando Giulio Ferrari, vivaista trentino con la passione per le bollicine, decise di fare un viaggio di studio nello Champagne. Conobbe un vitigno che non conosceva, lo Chardonnay e imparò il metodo classico.Tornò in Trentino con le barbatelle e iniziò a produrre e imbottigliare bollicine, affiancando lo Chardonnay al già conosciuto Pinot Grigio. Nel 1906 ebbe il primo importante riconoscimento all’Esposizione di Milano e subito dopo a quella di Parigi. Un susseguirsi di successi, fino alla decisione, dettata dal fatto che non aveva figli, nel 1952 di vendere l’azienda. Molti noti e importanti pretendenti non riuscirono ad aggiudicarsela per 64 | MONDO AGRICOLO |FEBBRAIO 2012

le clausole stringenti imposte dal proprietario. Non solo la cifra impegnativa:trenta milioni delle vecchie lire, ma anche l’impegno a non spostare l’azienda dal Trentino e mantenere una collaborazione con lui fino alla sua morte.

un’impresa che ormai stava correndo verso il successo. Un milione di bottiglie nel 1982, tre milioni nel 1992, 5 milioni nel 2011. Oggi è la più grande azienda agricola del Trentino, con 120 ettari vitati (la media aziendale è 1,2 ettari) ripartiti tra 8 masi. Insieme all’azienda cresceva la “filosofia” della famiglia Lunelli: valorizzare e Nel 2000 la decisione diffondere il patrimonio di qualità e di ampliare l’attività di eccellenza della regione. Così arrivò fuori dal Trentino l’acquisto nel 1982 della più antica distilleria della zona, Segnana, dove si “Mio nonno Bruno – racconta Marcel- produce una famosa grappa ottenuta lo Lunelli – titolare dal 1929 di una fa- dalle vinacce degli spumanti. Seguono mosa enoteca del Trentino, cliente e la nascita dell’azienda agricola Lunelli, amico di Giulio si fece avanti e lui ac- dove si fanno i vini fermi,Villa Margon cettò molto volentieri dicendogli che e Maso Montalto; l’acquisizione delle era un’ottima idea per insegnare qual- acque minerali Sorgiva nel 1988; un ricosa del vino ai suoi cinque figli che storante, la Locanda Margon. non ci capivano niente.” Nel 2000 la decisione di uscire dal I cinque figli entrarono a lavorare in Trentino con lo sbarco prima in Toazienda come manodopera a basso scana, in provincia di Pisa, con l’aziencosto, Giulio rimase lì fino al 1965, da Podernuovo e nel 2001 in Umbria quando morì, lasciando un patrimo- con la Tenuta Castelbuono, dove oggi nio di storia e di cultura inestimabile e il protagonista è il “Carapace”.


Z O O M V I N I T ALY-SO L

La fiaba dell’olio che cattura i profumi Marina Colonna nella sua azienda olivicola in Molise produce un extravergine di successo a livello internazionale. Le sue anfore olearie sono apprezzate dall'Europa agli Usa, dall'Australia, al Giappone. di Elisabetta Tufarelli

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era una volta, nella regione più piccola d’Italia, il Molise, una giovane principessa che aveva un grande progetto, voleva far conoscere il suo olio e chiese aiuto agli aromi mare nostrum … Potrebbe iniziare così la storia d’impresa di Marina Colonna che ha saputo utilizzare, per prima, i sapori di arance, mandarini, bergamotti, zenzero per le sue creazioni uniche: le anforette che, come scrigni, racchiudono i suoi preziosi oli sapientemente amalgamati ai profumi del Mediterraneo. L’idea ha avuto successo e oggi il suo olio arriva sui più prestigiosi scaffali della gastronomia di qualità come i grandi magazzini del lusso Harvey Nichols, Harrods e Williams Sonoma o nei ristoranti più fa-

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mosi del mondo, da New York a San Paolo, da Sidney a Londra, da Tokyo ad Amburgo. Tutto è iniziato nel 1986 quando l’imprenditrice ha preso le redini dell’azienda paterna. “Ho lavorato molto per riorganizzarla, ho aggiunto nuove cultivar con pratiche di coltivazione sostenibili e, soprattutto, volevo dare al nostro olio un’identità che fosse unica, irripetibile e riconoscibile – spiega Marina -. Ururi è un piccolo centro in pieno Molise, una comunità albanese vicino S.Martino in Pensilis e la mia azienda è quel che resta di un antico feudo di 3.500 ettari portato in dote all'inizio dell'800 da un’antenata che sposò un Colonna”. La Masseria Bosco Pontoni, è ora di 180 ettari, 70


Mar ina Colonna nella sua azienda Predilige la cultivar Peranzana

di oliveto e il rimanente coltivato a cereali, oleaginose (girasole e colza) ed ortaggi. Il padre di Marina Colonna, il principe Francesco, aveva sempre venduto il suo raccolto a ditte commerciali per la trasformazione delle olive. Marina lo sfidò a sperimentare una propria bottiglia ed un proprio brand. Così disegnò e si fece realizzare un primo prototipo della caratteristica anforetta, prendendo spunto da un pezzo etrusco della collezione di famiglia. Il padre le disse.“Ora ti tocca anche venderlo”. E così è stato. Tutto è stato attentamente pensato in un’ottica di marketing: ”Anche se in queste terre l’olio si faceva da centinaia di anni, la qualità, da sola, non era sufficiente. Dovevo mettermi in gioco direttamente e inventarmi qualcosa per distinguere la mia

C'è un forte radicamento alla terra, ai valori più autentici e genuini produzione – racconta Marina -. La nostra zona non è come altre parti d’Italia, dove il nome della regione o della provincia è sufficiente a fare un marchio, io cosa avevo? Solo il mio nome e un olio eccezionale. Così, utilizzando come marchio il mio cognome e lo stemma di famiglia, con una bottiglia particolare e la ceralacca rossa, usata

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Raccolta delle olive Nell'azienda si praticano tecniche a basso impatto ambientale

come un sigillo a fermare il tappo rigorosamente di sughero, è iniziata la mia avventura”.Marina Colonna, in campo e in azienda, è una imprenditrice con lo sguardo proiettato in avanti. Negli oliveti utilizza una tecnica a basso impatto ambientale, con un compost ottenuto dalla miscela di elementi di scarto agricolo come sansa, paglia, foglie di olivo e agrumi usati per la produzione degli oli agrumati. L’imprenditrice di Confagricoltura è infatti, convinta che bisogna restituire alla terra quello che viene dalla terra. E’ sempre attenta e capace di precorrere gusti e tendenze, ed è per questo che è stata una pioniera nel suo campo. Gli oli agrumati Colonna, utilizzano solo le scorze di limoni, arance, mandarini e bergamotti provenienti da c o l t i va z i o n i 67 | MONDO AGRICOLO | FEBBRAIO 2012

biologiche in Sicilia ed in Calabria, che vengono moliti contemporaneamente alle olive appena raccolte, nel frantoio aziendale.All’inizio c’erano esclusivamente quelli profumati agli agrumi, poi sono arrivati quelli allo zenzero, al cardamomo, al basilico, al timo. “Senape e rosa sono ottenuti, invece, per infusione”, precisa Marina Colonna che è orgogliosa di tutti i suoi oli dal Dop al biologico; dai classici agli agrumati. Ma la sua attenzione particolare è per la Peranzana. Questa cultivar, (il nome è una trasformazione del nome "Provenzale", ovvero proveniente dalla Provenza) produce un’oliva di media grandezza, con un'alta percentuale di polifenoli, che contribuiscono a darle l'amaro ed il piccante in egual misura. L'olio che si ricava è ricco di acidi grassi monoinsaturi, clorofilla e betacarotene, elementi fondamentali per la loro azione antiossidante e per la prevenzione nelle malattie cardiovascolari. Introdotta da Francesco Colonna, è stata da lei incrementata anche per le particolari caratteristiche organolettiche e per gli straordinari profumi, che vanno dal carciofo al pomodoro e che contribuiscono a ren-

derla equilibrata e adatta a qualsiasi uso in cucina, sia a crudo che in cottura. Nell’azienda oltre alla Peranzana e alle varietà del Dop Molise Gentile di Larino, Rosciola, Leccino, si coltivano Nocellara, Frantoio, Coratina, Itrana, Nociara, Nocellara del Belice, Maiatica, Carolea, Cima di Melfi e Kalamata, Ascolana, Pendolino, Leccino. Ogni varietà viene molita separatamente e l’olio extra vergine di oliva prodotto, è accuratamente selezionato attraverso analisi chimiche e sensoriali, effettuate da laboratori accreditati e da assaggiatori professionisti. Sono il grande rispetto per la natura e il legame stretto con la tenuta che hanno reso il territorio e la Masseria Bosco Pontoni il punto di riferimento della vita di Marina Colonna che, da lì, continua a conquistare mercati riuscendo a fare apprezzare il suo olio universalmente. L’azienda dedica all’export il 90% della sua produzione che viene acquistata negli Usa, in Gran Bretagna, Svezia, Finlandia, Olanda, Belgio, Francia, Germania, Polonia, Austria, Svizzera, Danimarca, Russia, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Canada, Indonesia,Tailandia, Emirati Arabi Uniti, Cile e Brasile.


VINO di Barbara Mengozzi

LOACKER, CHE BONTÀ

L’omeopatia, in cantina I vini di qualità possono essere prodotti in un unico modo, in armonia con la natura. Ormai da una trentina di anni Rainer Loacker, viticoltore sudtirolese di successo nonché pioniere del biodinamico applicato alla coltivazione della vite, ha tradotto in fatti concreti una ferma convinzione che è al tempo stesso una scelta di vita. Il suo ingresso in viticoltura risale al 1978, dopo aver contribuito per un certo periodo alla crescita dell’azienda di famiglia, oggi leader in Italia nella produzione di wafer e specialità dolciarie al cioccolato. Sin dagli inizi, nella tenuta Schwarhof in Alto Adige, alla quale si sono aggiunte poi le aziende Corte Pavone (Montalcino) e Valdifalco (Maremma), Loacker non ha avuto dubbi: il terreno deve elaborare da sé le proprie risorse sfruttando la naturale energia interna. Quindi omeopatia al posto della chimica nel vigneto. Tramite l’utilizzo di rimedi omeopatici la vite acquista via via resistenza nei confronti delle avversità, dei parassiti e delle fonti di stress

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come le gelate, le piogge violente o il caldo torrido; il terreno, a sua volta, viene rinvigorito con l’aiuto di preparati biodinamici (il corno letame e il corno silice di steineriana memoria). Una filosofia produttiva che trova applicazione anche in cantina dove si cerca di favorire la proliferazione dei lieviti creando un ambiente ottimale, non contaminato da componenti chimici. Il risultato? Vini capaci di centrare l’obiettivo finale che Rainer Loacker, oggi affiancato dai figli Hayo, di professione winemaker, e Franz Josef (il terzo figlio, Hannes, è amministratore di Loacker Remedia, azienda specializzata nella produzione di rimedi omeopatici), così sintetizza «il primo bicchiere è buono, il secondo è migliore del primo, il terzo è ancora meglio».

L’ABBINAMENTO Franz Josef Loacker, attuale responsabile commerciale dell’azienda, è anche un rinomato chef, (o food designer per usare la sua definizione) con una pluriennale esperienza in ristoranti multistellati. Porta la sua firma il risotto con fine julienne di speck tirolese e salvia fresca, perfetto abbinamento per il Gran Lareyn. Il segreto della preparazione consiste nel cuocere ad arte il riso (rigorosamente Carnaroli o Arborio) nel brodo di pollo fatto in casa, aggiunto un poco alla volta e fatto ridurre.

BRUNELLO SUPERSTAR

Ben quindici stelle hanno illuminato l’edizione 2012 di B envenuto Brunello, il tradizionale appuntamento per presentare l’annata che sta per essere lanciata sul mercato e le anticipazioni su quella appena vendemmiata. Protagonisti il Brunello di Montalcino 2007, la Riserva 2006 e il Rosso di Montalcino 2010, tutte vendemmie premiate con 5 stelle, il massimo del punteggio. Quattro stelle, invece, sono state assegnate dalla giuria di esperti e produttori al Brunello 2011, a cui è stata dedicata la tradizionale piastrella celebrativa, realizzata quest’anno dagli stilisti della “Salvatore Ferragamo”, griffe dell’alta moda. Intanto il grande rosso toscano continua a crescere sui mercati nazionale ed internazionale, con grande soddisfazione dei produttori di Confagricoltura, fortemente rappresenta nel Consorzio, in termini di superficie e di produzione. Il fatturato dello scorso anno è aumentato del 10% rispetto al 2010. G. B . 68| MONDO AGRICOLO | FEBBRAIO 2012

NOVITÀ

I vini naturali sbarcano a Verona I vini biologici e biodinamici costituiscono la grande new entry al Vinitaly 2012 che, anticipando la recente decisione dell’Ue di

riconoscere le etichette bio, ha scelto di dedicare loro, per la prima volta nella storia della manifestazione veronese, uno spazio appositamente allestito dove ne vedremo in mostra un centinaio, di provenienza italiana e straniera. Una nicchia di mercato caratterizzata da piccoli numeri, ma che fa tendenza rispetto alla richiesta di qualità globale perché, superate le difficoltà iniziali legate all’esigenza di ricercare nuovi e differenti equilibri in vigna e in cantina, gran parte dei vini bio si collocano oggi su livelli di eccellenza. Ce lo conferma il Lagrein Gran Lareyn Igt, uno straordinario Lagrein in purezza proveniente dal maso Schwarhof che rappresenta le radici dell’azienda Loacker. Il processo di vinificazione prevede breve macerazione a freddo, follatura, délestage e rimontaggio per l’estrazione dei polifenoli dalle bucce, fermentazione spontanea con lieviti naturali, elevazione in barrique per 18 mesi (un decimo in legno nuovo), fermentazione malolattica e nessuna filtrazione. Si arriva così ad ottenere un rosso austero, di grande impatto e complessità aromatica. I profumi di viole e more e i delicati aromi speziati tipici del Lagrein, antico vitigno autoctono sudtirolese, si confermano anche al palato con un’ottima persistenza. Acidità da grande terroir con sfumature leggermente aspre per l’annata 2010 che abbina spessore e tipicità.


BUONO A SAPERSI...

LIBRI

Tutte le norme vitivinicole in due volumi di Assoenologi Due nuove pubblicazioni aiutano a districarsi nella complessa normativa viti-vinicola nazionale e comunitaria, profondamente cambiata con l’entrata in vigore, a livello europeo, della nuova Ocm vino e, a livello nazionale, del decreto legislativo 61/2010,"Etichettatura dei vini e pratiche enologiche" e "Note pratiche di legislazione vinicola", pubblicati da Assoenolgi, l’organizzazione che nel nostro Paese rappresenta i tecnici vitivinicoli. I due volumi non sono una raccolta di leggi, decreti e circolari, ma una spiegazione semplice e pratica di tutto ciò che è cambiato nel comparto vitivinicolo ed enologico e che tutti coloro che operano nel settore devono necessariamente conoscere. Un lavoro senza precedenti che Assoenologi ha potuto realizzare grazie alla competenza di Alberto Sabellico, per molto tempo dirigente superiore dell’Ispettorato centrale repressione frodi del Dicastero dell’agricoltura e oggi considerato uno dei più competenti esperti in materia legislativa e Giuseppe Martelli che, come presidente del Comitato nazionale vini del ministero delle Politiche agricole, ha seguito in prima persona l’iter che ha portato all'emanazione del Dlgs 61/2010 e dei regolamenti applicativi. I due testi, ognuno di quasi 500 pagine, sono disponibili anche sul sito www.assoenologi. it nello spazio riservato “b2b”(dedicato alla legislazione, i mercati, la categoria) dove vengono costante-

mente aggiornati. Ogni qualvolta una norma viene modificata, sul web viene cambiato il relativo capitolo; in questo caso tutti gli utenti del “b2b” vengono avvertiti del cambiamento attraverso una email che indica l'argomento e il capitolo modificato. "Etichettatura dei vini e pratiche enologiche" e "Note pratiche di legislazione vinicola" possono essere richiesti all’Assoenologi o ordinati tramite la cedola scaricabile dal sito www.assoenologi.it alla voce Servizi editoriali. Gabriella Bechi MARTELLI RICONFERMATO PRESIDENTE DEL COMITATO NAZIONALE VINI

Giuseppe Martelli, 62 anni, novarese, enologo e biologo, direttore generale di Assoenologi, l’ organizzazione nazionale di categoria dei tecnici viti-vinicoli, è stato riconfermato dal ministro per le Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, alla presidenza del Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, più noto come Comitato nazionale vini, il l massimo organo consultivo e deliberativo del Dicastero per il settore vitivinicolo. Giuseppe Martelli è il settimo presidente del Comitato nazionale vini, istituito nel 1963. "Dopo l'ottimo lavoro svolto nel precedente mandato – ha commentato la nomina il ministro Catania - abbiamo rinnovato e rafforzato il ruolo del Comitato nazionale vini quale organo tecnico, scientifico e propositivo nelle materie attinenti al settore della viticoltura ed enologia di qualità, in considerazione anche del nuovo sistema di registrazione e protezione delle Dop e delle Igp a livello comunitario". “Sono onorato della fiducia che il ministro Catania mi ha accordato – ha affermato Giuseppe Martelli - . Lavorerò con impegno e determinazione secondo i principi che mi hanno ispirato in tutti questi anni e mettendo a frutto l’esperienza sin qui maturata”. FEBBRAIO 2012| MONDO AGRICOLO |69


MAPPAMONDO di Elisabetta Tufarelli

Gli analisti Usa prevedono prezzi in calo per il mais e proiezioni al 2021 dell’Usda (United States Department of agriculture) sui prezzi per le grandi colture, diffuse a febbraio, per il mais parlano di 5 dollari al bushel per il 2012-13, in ribasso dai 6.70 dollari al bushel di quest’anno. Il rapporto vede i prezzi del mais toccare il fondo con 4,30 dollari per bushel nel 2013-14, prima di iniziare a salire nuovamente. "Le quotazioni per le principali colture sono in diminuzione a breve termine", dice il rapporto, che precisa: "Dopo la discesa a breve termine, Si ipotizza la crescita a lungo termine della la crescita record domanda mondiale di prodotti agricoli, combinata con quella di dell’export Usa mais per etanolo negli Stati Uniti e di cereali di oli vegetali per il biodiesel nell’Unione europea, manterrà a per il 2021 livelli elevati i prezzi di mais, semi oleosi e molte altre colture". Per le esportazioni di mais Usa, nel prossimo decennio, si prevede una crescita che arriverà a livelli record entro il 2021. Tuttavia, le forniture mondiali di grano a l i m e n t a r e di qualità saranno in competizione con le esportazioni di mais degli Stati Uniti, almeno nel primo periodo delle proiezioni. La quota Usa nel commercio mondiale di mais scenderà lentamente, da una media di circa il 55 per cento nel corso dell' ultimo decennio, a meno del 47 per cento entro il 2021. Le esportazioni aumenteranno più rapidamente dai paesi dell'ex Unione Sovietica,

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IL SUDAFRICA INVESTE IN BIOCARBURANTI

Il SUD AFRICA intende investire 2 miliardi di rand (258.5 milioni di $) sul settore dei biocarburanti per ridurre la dipendenza dall’importazione di prodotti petroliferi. Roak Crew, amministratore delegato di “Sugar Beet rsa”, sta portando avanti un progetto insieme al Governo per la costruzione di un impianto che potrà iniziare ad operare nel 2014, producendo 90 milioni di litri l’anno di carburante, convertendo barbabietole da zucchero e sorgo in etanolo, per poi assestarsi su una produzione di 200 milioni di litri.

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ARGENTINA.Secondo le statistiche sul trasporto merci rilasciate dall’ufficio logistica del terminal portuale della Patagonia del Nord , le spedizioni argentine di frutta all'estero sono crollate di circa il 77% del fatturato consolidato rispetto allo stesso mese del 2011 e dell' 82% in relazione alla media delle esportazioni di gennaio negli ultimi cinque anni. Oggi, rileva l’Ufficio della Patagonia, ci sono pochi incentivi ad esportare nei Paesi europei, così molte aziende stanno riorientando i loro programmi per l’anno in corso.

TERRE: LA CINA FA SHOPPING IN AFRICA

La Cina, già uno dei principali attori nel commercio mondiale dei semi di soia e di cotone, sta per sconvolgere l'equilibrio dei mercati dei cereali. Secondo produttore al mondo dopo gli Stati Uniti, questo Paese fino allo scorso anno praticamente non importava mais. Tutto è cambiato con l'aumento del consumo di carne e la crescita degli allevamenti. Per gli esperti, l'arrivo della Cina nel commercio mondiale di mais è "irreversibile". E alcuni analisti ritengono che, dopo il mais, anche la fornitura di grano potrebbe diventare problematica. La Cina, con oltre 1,3 miliardi di persone ed un consumo alimentare in continua crescita, pur avendo notevolmente aumentato la sua produttività, soprattutto con l’utilizzo di fertilizzanti, deve affrontare il problema della scarsità di terreni agricoli disponibili. L’unica soluzione prospettata è recuperarli fuori dalla Cina. Da qui la corsa alla terra in Africa, ma anche in Nuova Zelanda e Filippine (il cosiddetto “land grabbing”).


Partnership agricola con Israele Il componente di Giunta Consalvo: favorevoli a sinergie internazionali in campo tecnologico

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li israeliani sono stati capaci di trasformare i punti deboli della loro agricoltura in punti di forza attraverso innovazioni e tecnologie, declinando l’importanza dell’agricoltura, non solo come fonte di nutrimento, ma come motore economico del Paese”. Lo ha detto Giandomenico Consalvo, componente della giunta di Confagricoltura con delega all’internazionalizzazione, introducendo i lavori del seminario: “IsraeleItalia: tecnologie e innovazioni agricole”, che si è tenuto in collaborazione con l’ Ambasciata d’Israele, a palazzo della Valle, sede dell’Organizzazione. Confagricoltura guarda con favore a sinergie italo-israeliane in campo tecnologico. L’innovazione è, infatti, una delle priorità dell’agricol-

tura. Israele ha una ridotta superficie coltivabile, per due terzi arida e semi arida con problemi di erosione dei terreni: è stata questa la sfida che gli agricoltori israeliani hanno combattuto e vinto. Un sistema semplice, ma efficiente che ha connesso in modo perfetto il settore primario, con l’industria (serre, semi, fertilizzanti, irrigazione, tecnologie ecc.), il Centro di ricerca in agricoltura del ministero dell’Agricoltura e lo Sviluppo rurale e il Governo. “La necessità è stata la molla che ha spinto il nostro Paese alla tecnologia e all’innovazione, in 63 anni siamo stati capaci di trasformare il deserto in terra coltivabile”, ha sottolineato l’ambasciatore Naor Gilon, ricordando le analogie e gli ottimi rapporti con l’Italia. Il direttore generale del Centro di ricerca in agricoltura del ministero dell’Agricoltura e lo Sviluppo rurale di Israele, Yoram Kapulnik ha presentato i successi della ricerca applicata che ha spinto verso un agribusiness hitech che riesce a moltiplicare di cinque volte le rese (raggiungendo, ad esempio le 500 tonnellate per ettaro di pomodori, le 80 tonnellate per ettaro di agrumi)

Da sinistra: Gi andomeni co Consalvo e Naor Gilon, ambasciatore di Israele in Italia

e di prolungare le stagioni di raccolta. Dal canto suo Giuseppe Alonzo, presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura in Italia si è soffermato sulle sfide principali dell’innovazione in agricoltura nel nostro Paese, in particolare la tracciabilità e la genomica. Yitzahak Kiriat, direttore per le agrotecnologie, l’acqua e l’ambiente dell’Istituto per l’export e la cooperazione internazionale in Israele ha sottolineato la continua evoluzione dell’agricoltura all’insegna della tecnologia,che viene confezionata su misura per rispondere alle esigenze del mercato. In occasione di Agritech, la fiera internazionale dell’agricoltura che si tiene a Tel Aviv dal 15 al 17 maggio 2012, si discuterà anche della cooperazione che si può attivare tra i ricercatori israeliani e italiani, per razionalizzare l’apporto idrico alle coltivazioni, evitare l’erosione dei suoli, individuare tecniche produttive a basso consumo d’acqua, come le coltivazioni senza terra e migliorare le rese. FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO | 71


INTERNAZIONALIZZAZIONE di Grazia Bucarelli bucarelli@confagricoltura.it

SUCCESSO A BERLINO

Confagricoltura a Fruit Logistica La consueta partecipazione di Confagricoltura a “Fruit Logistica” è stata l’occasione professionale per approfondire con gli operatori ed i rappresentanti delle Istituzioni italiane ed estere le tematiche di maggiore attualità del settore: dalle difficoltà del mercato, alla necessità dell’ attività di internazionalizzazione, di innovazione e di competitività. L’Italia, con la sua leadership assoluta nella produzione di ortofrutta fresca, ha la più numerosa presenza di espositori all’importante fiera internazional, con circa 500 aziende; quasi un espositore su cinque è italiano. La delegazione

della Confederazione – guidata dai componenti della giunta esecutiva Giandomenico Consalvo e Nicola Cilento, accompagnati dal direttore generale Luigi Mastrobuono – ha incontrato l’ ambasciatore d’ Italia a Berlino Michele Valensise, il presidente di Ortofrutta Italia Ottavio Guala ed il segretario generale della Camera di Commercio Italiana per la Germania Claudia Nikolai, consolidando con essi la già positiva collaborazione indispensabile nei rapporti con un mercato strategico e complesso, quale quello della Germania, primo Paese obiettivo dell’export italiano. Ma in particolare ha dialogato con le numerosissime aziende italiane del comparto associate a Confagricoltura espositrici in Fiera, rinsaldato i rapporti con gli operatori commerciali esteri che hanno partecipato alle missioni di incoming organizzate dalla Confederazione a favore delle

aziende associate nel 2009 e nel 2010 ed attivato nuovi contatti di alto livello professionale con le centrali di acquisto della Germania e di altri Paesi esteri. Confagricoltura, pertanto, ha gettato le basi per la progettazione di nuovi programmi di internazionalizzazione da realizzare nel settore ortofrutticolo.

INVESTIMENTI IN INDIA La società americana APCO Worldwide – che ha sedi in molti Paesi del mondo – propone a Confagricoltura ed alle imprese associate servizi ed assistenza per lo sviluppo di investimenti in India, in particolare nella regione del Gujarat (a sud-ovest di New Delhi).Tra i settori di maggiore interesse per la sede indiana della società vi sono i prodotti agricoli ed agroalimentari, specialmente nell’ambito del settore lattierocaseario.

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AGRITURISMO di Giorgio Lo Surdo

MEETING NAZIONALE

CAMPAGNA SOCI 2012

Quadri Agriturist

Priorità: rafforzare la rappresentanza

su Imu, imposte e flessioni Si è svolto a Roma il Convegno dei Quadri Dirigenti di Agriturist, centrato soprattutto su due temi: il consolidamento della base associativa e lo sviluppo dell’attività sindacale. Il primo punto pone l’attenzione sulla articolazione dei servizi di informazione ed assistenza offerti alle imprese, che dovono sempre più puntare alla tutela dei loro redditi in termini, sia di maggior numero di ospiti, sia di prevenzione da aggravi sui costi di gestione (sanzioni, truffe, ecc.). Il secondo punto è invece indirizzato verso la elaborazione di proposte di crescita economica che mettano in primo piano il ruolo dell’azienda agricola nella salvaguardia e nella valorizzazione delle risorse dell’ agricoltura, dell’ enogastrono-mia, del paesaggio e della natura. Il contesto di riferimento non risparmia preoccupazioni, a partire dall’IMU che appesantisce la tassazione sui fabbricati rurali,

compresi quelli destinati all’ospitalità agrituristica. C’è poi il problema della pesante flessione della domanda turistica interna, che non ha risparmiato l’agriturismo. E’ poi entrata in vigore, in molti Comuni, l’Imposta di Soggiorno che non solo grava i turisti di ulteriori spese (e le aziende di minori introiti), ma obbliga gli imprenditori a nuovi adempimenti burocratici.

L’agriturismo, con le sue “connessioni” agricole, turistiche e ambientali, è particolarmente coinvolto nei procedimenti di concertazione istituzionale e deve poter contare su risorse finanziarie sufficienti per assicurare la presenza alle riunioni e il sostegno alle buone ragioni degli

imprenditori del settore. Occorre studiare le norme, mettere a punto solide linee di trattativa, contrastare interessi antagonisti: vince chi è più preparato e portatore di proposte razionali. La complessità dei problemi che oggi si hanno davanti richiede uno sforzo più grande che solo una rappresentanza numericamente e finanziariamente forte può consentire. Più che mai, è necessario il contributo di tutte le imprese del settore per sostenere i costi e la qualità di questo sforzo.

Strategie di valorizzazione del turismo rurale L’ azione sindacale dell’ Agriturist è sempre più orientata a fare dell’agriturismo, e in generale del turismo rurale, un protagonista dell’offerta di vacanze in Italia e a sostenere il ruolo dell’agricoltura nella salvaguardia dell’enogastronomia tradizionale, del paesaggio e dell’ambiente naturale. Per questo occorre, innanzitutto, che l’agriturismo entri a pieno titolo nelle strategie di promozione della meta Italia, a cominciare dalla presentazione nel sito ufficiale del turismo italiano, www.italia.it, dove attualmente non è neppure citato, e dalle iniziative dell’ENIT verso i mercati stranieri. Occorre dare immediatamente seguito all’accordo fra dipartimento per il Turismo e ministero delle Politiche Agricole per la valorizzazione del sistema “turismo e agroalimentare”. Infine deve essere attuato il piano triennale di promozione dell’agriturismo, previsto dalla legge-quadro n. 96/2006 (anche quello rimasto sulla carta) dotandolo di un ragionevole apporto finanziario. Su questi temi è previsto, a breve, un incontro dei presidenti di Confagricoltura, Mario Guidi, e di Agriturist, Vittoria Brancaccio, col ministro per il Turismo, Piero Gnudi. FEBBRAIO 2012| MONDO AGRICOLO |73



A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E G I O V A N I A G R I C O LT O R I

50 giovani imprese al Sial di Parigi con Anga e Oiga UN’OCCASIONE PER VALORIZZARE I PROPRI PRODOTTI ED IL MADE IN ITALY

L’

Osservatorio per l'imprenditorialità giovanile in previsti dall'art 2 della L. 441/98. Per le società semplici, in agricoltura (Oiga), in collaborazione con l’Anga, nome collettivo e cooperative, almeno i due terzi dei soci, offre l’opportunità, a 50 giovani imprese, di parte- devono avere meno di quaranta anni, ed esercitare l'atticipare gratuitamente al Sial 2012, una delle fiere più im- vità agricola. Per le società in accomandita semplice, portanti del comparto agroalimentare, che si terrà a Pari- anche un solo socio accomandatario deve possedere la gi dal 21 al 25 ottobre 2012. Una preziosa occasione per qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale i giovani di Confagricoltura che potranno valorizzare i lo- o di coltivatore diretto. Per le società di capitali che hanno ro prodotti e prendere conper oggetto sociale la conI L C O M M E N T O tatti, all’interno di uno spaduzione di aziende agricozio espositivo nell’imporle, i conferimenti dei giovatante salone internazionale ni agricoltori devono rapTra le attività dell’Anga, la crescita a dell’agroalimentare prenopresentare oltre il 50 per 360° delle giovani imprese occupa un tato dall’OIGA: circa 300 cento del capitale sociale e posto di primo piano. mq, che attraverso un pergli organi di amministrazioProprio per questo, all’interno corso regionale, offriranno ne della società devono esdell’organismo tecnico politico che si una prestigiosa vetrina ai casere costituiti in maggiooccupa dei giovani (Oiga), abbiamo sempre spinto polavori dell’agricoltura itaranza da giovani agricoltonella direzione di progetti utili, semplici da realizzare, liana prodotti dai giovani. ri. Il bando scadrà il prossiimmediatamente fruibili e con una buona ricaduta sui L’Anga invita gli associati a mo 16 aprile. Saranno privigiovani agricoltori. cogliere al volo questa imlegiate nella graduatoria L’opportunità, per tante nostre aziende, di poter portante chance, parteciquelle aziende che si caratpartecipare all’edizione di quest’anno del Sial di Parigi pando al bando di selezione terizzano per l'innovazione e di trovarsi in una eccellente vetrina di visibilità, che mette in palio la parteed i successi conseguiti, comunicazione e promozione dei propri prodotti, cipazione al Sial. che dimostrano di poter aviniziando così (o continuando) il processo di Tra i requisiti necessari per viare il processo di interinternazionalizzazione della nostra impresa. la partecipazione, essere imnazionalizzazione delPer noi giovani, per le nostra aziende e per il futuro prenditori agricoli o coltival'impresa, attraverso un mipermette d’iniziare un’occasione da prendere al volo. tori diretti e avere meno di glioramento degli asset 40 anni al momento della imprenditoriali, che opeNicola Motolese presentazione della domanrano in aree svantaggiate e Presidente Nazionale Anga da. Le società agricole, desono dotate di sistemi di vono attenersi ai requisiti qualità certificati. FEBBRAIO 2012 | MONDO AGRICOLO |75



VERCELLI

Fiera in campo Vercelli: il riso in primo piano Ventimila visitatori, 150 espositori tra italiani ed europei, tutti più importanti marchi di macchine, attrezzature agricole, concimi e fertilizzanti presenti in fiera e un convegno a chiusura del progetto europeo Eu-Rice, che ha visto il confronto fra 5 delegazioni europee sulle problematiche della coltivazione del riso. Questo il bilancio dell’edizione 2012 della Fiera in campo, la più importante manifestazione risicola europea organizzata, da 35 anni, esclusivamente dai giovani di Confagricoltura di Vercelli. All’inaugurazione della trentacinquesima edizione, al Centro Fiere di Carasanablot, il presidente Anga Gianmario Frà ha parlato delle diverse iniziative che, coinvolgendo le sezioni giovanili di tutto il territorio e con l’organizzazione nazionale: “darà un ulteriore impulso alla nostra manifestazione”. In particolare, si progetta di collegare la Fiera in campo con l'Expo 2015, non solamente per accogliere gli oltre 20 milioni di persone previste, ma anche per rivitalizzare le cascine. In programmazione anche Eurice 2, con capofila Vercelli, «che si conferma così – dice Frà - la capitale europea del riso, ruolo che indubbiamente le compete». Il progetto servirà a confermare ed estendere la rete tra i produttori risicoli europei, Grecia compresa, su argomen-

ti importanti come l’acqua e l’ambiente, anche con i consorzi irrigui e le comunità locali. Il tema di questa edizione di Fiera in campo era la multifunzionalità. Così, le tre giornate della manifestazione si sono articolate toccando argomenti che vanno dal greening, alla figura dell'agricoltore attivo, passando, appunto, per la multifunzionalità delle aziende del settore. La kermesse dell’Anga ha confermato, anno dopo anno, la sua capacità di riuscire ad accompagnare l’evoluzione dell’agricoltura, spesso anticipandone le tendenze. Grande attenzione è stata riservata alla ricerca genetica e alla chimica, destinate, in particolare, alla risicoltura. Grazie alle belle giornate, i tre giorni dedicati alle prove in campo di macchine e attrezzature sui 30 ettari a disposizione, hanno avuto un enorme successo, così come la nuova area test drive per la prova di maneggevolezza dei trattori a disposizione del pubblico. L’Anga di Vercelli non ha dimenticato i bambini e, nella giornata di domenica, per lasciare liberi i genitori di sperimentare il meglio della tecnologia per il riso, ha previsto programmi d’intrattenimento per i più piccoli, con l’aiuto della mascotte Baldino, l’ormai famoso chicco di riso a grandezza umana. Veronica Mazzanti

PIACENZA

L’assessore si confronta con l’Anga I giovani di Confagricoltura Piacenza hanno incontrato l’assessore provinciale all’agricoltura, Filippo Pozzi. “Quello con l’Assessore Pozzi, è diventato un appuntamento abituale di discussione per riuscire a programmare dei nostri investimenti e della pianificazione agronomica della campagna agraria”, ha detto il presidente Luca Segalini. Particolarmente interessante, per gli associati, la notizia che l’amministrazione provinciale intende anticipare, rispetto alla fine della programmazione, 720.000 euro per poter finanziare tutte le domande di primo insediamento giudicate ammissibili. L’assessore provinciale all’agricoltura ha assicurato la sua disponibilità anche su altri due fronti caldi: il problema dell’introduzione dell’Imu e le nuove disposizioni sulla condizionalità relativamente alle fasce tampone lungo i corsi d’acqua. “Incontrerò anch’io i Sindaci – ha detto Pozzi –per spiegare la necessità di evitare un carico troppo gravoso sulle aziende”. Luca Segalini Presidente Anga Piacenza

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L’Anga fa rivivere “floranga” SANREMO

I giovani di Confagricoltura per valorizzare il "Fiore di Sanremo" rilanciano, dopo 25 anni, la rassegna-mostra Floranga. “Vogliamo entrare nelle case di tutti i consumatori italiani; è necessario che chi si rivolge al fioraio per comprare un mazzo di rose o di garofani sappia scegliere fra la merce in esposizione e chieda fiori di Sanremo". Questo l’obiettivo di allora che viene confermato ancora oggi con la manifestazione del 31 marzo e del primo d’aprile. In Anga, infatti, sono convinti che esista ancora un ponte, non solo ideale, tra quella prima mostra di tanti anni fa e quella che farà da vetrina alla floricoltura a fine marzo. “Chiamiamola pure una sfida di trenta temerari che, senza alcun contributo e partendo da zero vuole riportare in auge una manifestazione floricola che ha fatto la storia, spiegano i giovani floricoltori di Confa-

gricoltura, che aggiungono: “Un nome ostico, ma per noi importantissimo. I fiori rappresentano la nostra vita e l'Anga, la costola giovanile di Confagricoltura è la nostra casa”. La manifestazione offre stimoli nuovi, fa riflettere, sognare e ripropone l'immagine del fiore in tutte le sue forme e colori, al pubblico degli appassionati, al consumatore, al produttore. La coltivazione dei fiori in “piena aria” ebbe origine a Sanremo,intorno alla metà dell’800 ad opera del poeta-esule Alfonso Karr, che iniziò una coltivazione di fiori nel suo giardino e spedì il prodotto in piccole ceste a Parigi accompagnato da cartellini patriottici.Quei fiori di terra italiana ebbero una accoglienza senza precedenti e conquistarono la Francia. L'esperimento ebbe successo e così nacque l'industria del fiore!

Il punto sulla Pac CAMPOBASSO

"Lo scorso 12 ottobre sono state rese note le proposte relative alla nuova Pac 2014-2020, per cui siamo in piena fase negoziale e l’attenzione è prevalentemente focalizzata sui pagamenti diretti, mentre restano in secondo piano l’assetto complesso e complessivo del nuovo sostegno all’agricoltura”. Lo ha detto il presidente dell’Anga di Campobasso Maria Concetta Raimondo, al convegno: "La riforma della Pac ed il ruolo delle organizzazioni dei produttori e degli organismi interprofessionali".”Abbiamo messo sotto la lente d’ingrandimento la politica agricola comunitaria, e ci siamo confrontati sulle esigenze delle giovani imprese agricole: la pac rappresenta un’

opportunità per costruire l’agricoltura di domani nella nostra regione”. “ La riforma deve puntare sul futuro del Paese, cioè sui giovani” ha detto il presidente dell'Anga, Nicola Motolese, concludendo il convegno di Montenero di Bisaccia "La nuova politica agricola deve compiere scelte precise per lo sviluppo, mostrando maggiore attenzione ai giovani. Occorre iniziare a parlare con il linguaggio dello sviluppo e della competitività - sostiene Motolese - . E' arrivato il tempo di decidere se l'Europa (e l'Italia) meritano un'agricoltura sviluppata e trainante verso la crescita economica, oppure legata a stereotipi completamente superati dai tempi".

VERONA

Seminario sulla Pac “Il futuro dell'agricoltura è nelle mani dei giovani agricoltori”, ne sono convinti Kverneland Group Italia e Battini Agri, che oggi hanno ospitato il seminario dell’Anga di Verona: 'Pac 2014-2020: verso una gestione sostenibile'. Dopo l’apertura del presidente dei giovani veronesi, Riccardo Artegiani, gli interventi del professor Luigi Sartori, docente all’Università agraria di Padova e dell’economista agrario Ermanno Comegna hanno esaminato la riforma. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di approfondire l’aspetto sostenibile della politica agricola per affrontare la crescente domanda di prodotti alimentari; migliorare la gestione di risorse naturali quali l’acqua, l’aria, la biodiversità e i suoli; ridurre le emissioni di gas serra; garantire pratiche di produzioni sostenibili e una maggiore offerta di beni pubblici ambientali; favorire una crescita verde attraverso l'innovazione, l'adozione di nuove tecnologie, lo sviluppo di nuovi prodotti e processi di produzione.

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A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E

A

R G O T R A C T O R S

Riconoscimento di Impresa storica italiana

A

rgo Tractors, di Fabbrico (RE), storica azienda costruttrice di trattori commercializzati con i marchi Landini, McCormick e Valpadana, in virtù dei suoi 128 anni di attività è entrata nel Registro Storico delle imprese italiane istituito in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d'Italia. L’ i n i z i a t iva , vo l u t a d a Unioncamere, l’Unione nazionale delle Camere di commercio italiane, e realizzata in collaborazione con l’intero sistema camerale, costituisce una mappatura di oltre mille aziende ultracentenarie che, coniugando innovazione e tradizione, ma anche apertura al mondo e appartenenza alla comunità, hanno accompagnato la crescita del nostro sistema economico. Abbinate all’evento la realizzazione del volume intitolato “Italia 150. Le radici del futuro” e la premiazione delle realtà imprenditoriali inserite nel Registro.

«Siamo orgogliosi di essere tra le aziende italiane presenti in questo Registro – ha dichiarato il presidente di Argo Tractors Valerio Morra, in occasione del conferimento del premio –. Da sempre a Fabbrico e con quattro stabilimenti produttivi in provincia di Reggio Emilia, Landini rappresenta il vero “made in Italy” dei trattori, con un marchio che oggi è riconosciuto e presente in tutto il mondo». La premiazione costituisce dunque un omaggio ad una realtà che ha saputo fare della tradizione e della continuità, nonché della capacità di adattamento alla costante evoluzione del mercato, il volano della propria lunga storia. Una storia che costituisce un autentico patrimonio da capitalizzare e da tramandare alle future ge nerazioni. Il presidente di Argo Tractors Valerio Morra alla cerimonia di premiazione delle imprese storiche italiane

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BKT EUROPE Lucia Salmaso nominata amministratore delegato Dal 1° gennaio 2012, Lucia Salmaso, già direttore marketing, ha assunto l’incarico di amministratore delegato di Bkt Europe. Salmaso, che mantiene comunque la guida delle attività di marketing dell’area, è una figura rispettata e di grande rilievo nel settore degli pneumatici, con un’esperienza trentennale maturata in diversi ruoli e marchi leader nei vari segmenti di questo mercato. In Bkt Lucia Salmaso dirige le attività di marketing strategico e comunicazione dal gennaio 2009 e ha aperto la filiale europea con sede a Seregno (MB), alle porte di Milano. Sotto la sua guida, il valore percepito di Bkt è cresciuto in maniera esponenziale: le efficaci iniziative riferite al lancio del nuovo logo, le importanti campagne pubblicitarie e la scelta coraggiosa, ma consapevole, di sottoporre a test indipendenti la qualità degli pneumatici Bkt hanno contribuito a dare autore-

volezza a una delle poche donne ai vertici di una multinazionale. Anche grazie alla sua determinazione, l’azienda indiana viene riconosciuta come uno dei leader a livello mondiale nel comparto off-highway per tecnologia, qualità e capacità produttiva e distributiva. «Sono onorata di poter ricoprire un ruolo ancora più strategico – riferisce la neo-ad –. Le numerose azioni che adotteremo nei prossimi mesi perseguiranno diversi obiettivi di sviluppo dell’azienda, allo scopo di ottenere una maggiore penetrazione nei diversi comparti del mercato. Rafforzeremo il marchio e cercheremo con determinazione ed ogni sforzo possibile di mantenere fede all’obiettivo di raggiungere entro il 2015 la quota del 10% del mercato mondiale. L’Europa ha sicuramente un peso specifico notevole in questa crescita programmata».




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