Mondo Agricolo n. 10/2019

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FORUM RISO • DIMORE STORICHE • PARTNERSHIP • BIOARCHITETTURA • COMMODITY • CLIMA INDICATORI SOSTENIBILITÀ • MISCHANTUS PROJECT • ROBOT TRA FILARI • VIVAISMO 4.0

A PAG. 6 L’EDITORIALE DI PESONEN

Pianeta verde

Confagricoltura a Ecomondo su cambiamenti climatici e sostenibilità ambientale Anno LXX - n. 10 - OTTOBRE 2019 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma 1 Aut. C/Rm/18/2012 Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 - Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Sepe - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101



L’ E D I T O R I A L E nnn

L’

L’annata agraria 11 novembre, San Martino, segna la chiusura dell’annata agraria ed è l’occasione per tracciare il bilancio per il settore primario che ha vissuto un 2019 particolarmente complesso. L’emergenza cimice asiatica ha raggiunto livelli drammatici, con perdite, nel Nord Italia, di circa 350 milioni di euro per il comparto ortofrutticolo. Come Confagricoltura ci siamo immediatamente attivati con il ministro, proponendo una strategia complessiva per fare fronte all’urgenza, che rafforza e completa la recente approvazione del programma nazionale di contrasto all’insetto. Questa drammatica emergenza ci impone ancora di più la necessità di un cambio di passo per affrontare uno scenario agricolo in continua evoluzione, in cui i cambiamenti climatici dettano nuovi approcci alla gestione delle colture, non soltanto per evitare il definitivo decadimento del potenziale produttivo di alcuni comparti agricoli (non torno in questa sede sulla Xylella, altra calamità per l’agricoltura italiana), ma anche per delineare il futuro della nostra economia, che non può prescindere dal contributo del settore primario. In agosto il cambio di governo ha inevitabilmente rallentato l’iter intrapreso - e da noi sollecitato - per la definizione di un piano strategico per l’agricoltura. L’attenzione di Confagricoltura per il nuovo Esecutivo è altrettanto alta: con il ministro Bellanova mi sono immediatamente confrontato per dare continuità alla pianificazione strategica del settore primario, alla luce anche di quanto sta accadendo a livello internazionale e delle conseguenze dirette e indirette per le nostre aziende. Nello scenario commerciale mondiale l’agricoltura italiana deve essere più forte e tradurre il valore aggiunto della qualità delle produzioni in economia positiva per il Paese, che vuol dire lavoro, stabilità, crescita, a beneficio delle imprese e della società. In questo senso la manovra economica deve necessariamente essere solida e accogliere le priorità che chiediamo al governo: meno burocrazia, vera piaga per un Paese che vuole essere competitivo, la riduzione del cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori e il mantenimento delle agevolazioni fiscali per le aziende agricole attive sul territorio. Massimiliano Giansanti

OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 3


SOMMARIO L’EDITORIALE L’annata agraria Massimiliano Giansanti................. 3

L’ecomondo delle api Raffaele Cirone ......................... 25

APERTURA EUROPA Strategica agricoltura Pekka Pesonen ........................... 6 Sui binari delle regole M.M...................................... PRIMO PIANO RAPPRESENTANZA La bellezza della storia Gabriella Bechi .........................

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Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna

Ricerca in Europa Daniele Rossi ...........................

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INNOVAZIONE AGROENERGIE Mischantus project Paola Castello ..........................

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Tutto ha valore Elena Gherardi .........................

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ATTUALITÀ SCENARI Il futuro a tavola Claudio Costantino ....................

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Il grano di domani E.T. ....... ...............................

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SPECIALE ECOMONDO La casa della divulgazione di Gaetano Menna......................

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Vivere naturale Gabriella Bechi.........................

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Rubriche Edagricole - New Business Media srl Piazza Galileo Galilei 6, 40123 Bologna Tel. +39 051.6575.822 Fax +39 051.6575.853 pubblicita.edagricole@newbusinessmedia.it

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Campi rosa Agrinsieme Due domande . . . a… . . . .. . . . . . 50 52

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EPS Sorveglianza Organizzazione Ravenna selvatici. . . . . . . . . . . . 48 32 Organizzazione EPS Caccia e biodiversità Scatta il verde. . . . . . . . . . . . 48 50

Anga On Consiglio the beach. nazionale . . . . . .... . . . . . . . . . 51 53

Da commodity a specialty Silvia Piconcelli ......................... 23

Over65 Assistenza Artrite placebo. anziani . . .... . . . . . . . . 54 56 Enapra Centro studi Sicurezza Sostenibilità sul lavoro . . . .. . . . . . . . 56 58



APERTUR A EUROPA

Strategica agricoltura Pekka Pesonen

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Obiettivi ambiziosi su clima, ambiente, competitività, crescita ed occupazione solo con Pac incisiva e bilancio unionale commisurato di Pekka Pesonen segretario generale di Copa e Cogeca

G

li agricoltori sono i primi produttori di cibo e la priorità assoluta per il settore agricolo è la sua sostenibilità complessiva e duratura nel tempo. Tutti e tre i pilastri, economico, ambientale e sociale che la compongono sono interdipendenti e sono alla base di qualsiasi azienda agricola e agro-cooperativa. Le politiche agricole sono la chiave per la sostenibilità della comunità agricola ed è per questo che una priorità delle priorità per il Copa e la Cogeca è il completamento del processo legislativo della futura PAC. Anche una decisione sul futuro Quadro Finanziario Pluriennale è importante e deve essere presa prima di pren-

dere qualsiasi decisione sulla PAC. STRATEGIC AGRICULTURE A questo proposito, crediamo fermamente che il futuro dell’UE richieda un bilancio Farmers are the first producers of food. più ambizioso di quello proTherefore, the top priority for the agriculture sector posto dalla Commissione euis its overall sustainability. All three pillars economic, ropea. Serve un contributo economico maggiore da parte environmental and social are interdependent and are the bedrock of any farm and agri-cooperative business. degli Stati membri per arrivare ad un bilancio che realizzerà le Agricultural policies are key to address the sustainability sfide e le priorità dell’Unione e of the farming community and this is why a key priority che, al contempo, non minerà for Copa-Cogeca is the completion of the legislative né metterà in pericolo le attuali process of the future CAP. A decision on the future politiche comuni come la PAC. Un bilancio unionale commisuMFF is also important and must be reached before a rato agli sforzi degli agricoltori decision on the CAP is taken. In this regard, fornisce un più elevato grado we strongly believe that the future of the EU requires di ambizione per l’ambiente ed a more ambitious budget than the one that was proposed il clima. by the European States; one that will deliver on the Ciò significa mantenere la spesa agricola dell’UE, mantenendo il Union’s challenges and priorities; one that bilancio della PAC ai livelli attuawill not undermine nor put at stake current li ed in termini reali. In questo common policies such as the CAP. modo si possono soddisfare gli A budget that is commensurate with farmers’ ambiziosi obiettivi per il clima, l’ambiente, la competitività, la delivery of a higher degree of ambition for crescita e l’occupazione. the environment and the climate. Sosteniamo la definizione dei This means maintaining the EU agricultural spending Piani strategici della PAC sulla keeping the CAP budget in real terms. base dei nove obiettivi specifiThis is how the ambitious targets for the climate, ci proposti che permettono di raggiungere e garantire la so- environment, competitiveness, growth and jobs can be met. stenibilità del settore in modo We support the preparation of the CAP Strategic Plans equilibrato tra i suoi tre pilabased on the nine specific objectives that address sustaistri: economico, ambientale e nability in a balanced manner between its three pillars sociale. Questi dovrebbero essere sviluppati con il coinvolgi- economic, environmental and social. mento degli agricoltori e delle These should be developed with the involvement cooperative agroalimentari e of farmers and agri-cooperatives and should be flexible dovrebbero essere sufficienteenough to reflect changes in conditions and structures mente flessibili da rispecchiare e rispettare i cambiamenti delle in Member States over time. condizioni e delle strutture neIt is imperative that Member States maintain gli Stati membri. the communality of the policy when implementing È fondamentale che gli Stati voluntary measures in Pillar I. That is why we believe membri mantengano il carattere that Eco-schemes should be mandatory unionale della politica nell’attuazione delle misure volontarie nel for Member States but voluntary for farmers. pilastro I. Ecco perché riteniamo We also need more clarity regarding the type che i gli eco-schemi proposti of agricultural practices that benefit the climate debbano essere obbligatori per and environment that could be included under gli Stati membri, ma volontari per gli agricoltori. the eco-schemes. These must not compromise Abbiamo anche bisogno di magthe agri-environmental measures under pillar II giore chiarezza riguardo al tipo that have proven to work. di pratiche agricole a vantaggio del clima e dell’ambiente che pocontinua a pag. 8 trebbero essere incluse nell’amOTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 7


APERTUR A EUROPA

bito dei regimi ecologici. Queste non devono compromettere le misure agroambientali sotto il Generation renewal is key as well as a challenge pilastro II che hanno dimostrato di funzionare. for agriculture. We must secure not only an adequate Il ricambio generazionale è fontransition of ageing farmers into retirement but also damentale ed è una delle sfide attract young farmers into the sector and keeping them in. per l’agricoltura. Dobbiamo gaThe ability to attract investment, like in any sector, is rantire non solo un’adeguata crucial for the future of our farming sector and of our transizione verso la pensione degli agricoltori che invecchiacooperatives. But it also means supporting investments no, ma anche attirare i giovani through grants, facilitating access to credit and helping agricoltori nel settore e dare out in providing guarantees for loans. loro la possibilità di mantenerAccess to new technologies is also crucial for helping si, quindi di non abbandonare la terra. sector’s competitiveness and allowing for more efficient La capacità di attrarre investiproduction and for attracting newcomers to the sector. menti, come in qualsiasi settoThis also includes a further move towards allowing re, è fondamentale per il futuro New Breeding techniques in Europe as well, as they delle nostre imprese agricole e delle nostre cooperative. Ma would enable crops improvement, ensuring a higher rate of productivity, without impacting the environment. significa anche sostenere gli investimenti attraverso sovvenTo conclude, commonality, simplification zioni, facilitare l’accesso al creand farmers’ income, alongside sustainability, dito e contribuire a fornire gatechnological advancement and fight against ranzie per i prestiti. L’accesso alle nuove tecnologie è inoltre climate change are key priorities for us. fondamentale per aumentare la If we do not see clear results on these, the economic competitività del settore e conviability and sustainability of the sector will be at stake. sentire una produzione più efConsequently, we will have a rural exodus and farmers ficiente, ma anche per attirare nuovi imprenditori. Ciò include will not be able to deliver on environment and climate. STRATEGIC AGRICULTURE

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Le politiche agricole sono la chiave per la sostenibilità anche un ulteriore passo verso l’autorizzazione delle new breeding techniques in Europa, in quanto consentirebbero il miglioramento delle colture, garantendo un elevato tasso di produttività, senza impatti negativi sull’ambiente. Per concludere, il carattere comunitario, la semplificazione ed il reddito degli agricoltori, insieme alla sostenibilità, al progresso tecnologico ed alla lotta contro il cambiamento climatico, sono priorità imprescindibili per noi. Se non vedremo risultati e proposte reali su questi aspetti, sarà in gioco la redditività economica e la sostenibilità del settore. Di conseguenza, assisteremo ad un vero e proprio esodo rurale e gli agricoltori non saranno in grado di realizzare alcuna azione a beneficio dell’ambiente e del clima. nnn


Franco Postorino e Fernandez de Mesa Delgado

Delegazione di Asaja in visita ad aziende di Toscana, Emilia ed Umbria di Alessandra Porro

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na trentina di imprenditori agricoli spagnoli associati all’Asaja di Cordoba (la principale organizzazione professionale dell’Andalusia), accompagnati dal presidente Ignacio Fernandez de Mesa Delgado, sono venuti in Italia per effettuare visite tecniche alle aziende associate a Confagricoltura. Primo appuntamento a Roma, a Palazzo della Valle, sede nazionale dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, dove il direttore generale Francesco Postorino ha ricevuto il presidente de Mesa Delgado e gli altri partecipanti. Il percorso tecnico è partito dalla Toscana, nella Fattoria Oliveto SpA di Castelfiorentino (FI); azienda con agriturismo, ad indirizzo prevalentemente cerealicolo e a semi oleosi dove si effettua sperimentazione e che vende direttamente vino ed olio d’oliva. E’ stata poi la volta della

Spagnoli in visita Cooperativa Val di Serchio, Vecchiano (PI), che opera nell’area agricola tra Pisa, Lucca e Viareggio, ricoprendo un ruolo centrale nella filiera cerealicola toscana. Quindi la delegazione spagnola ha trascorso due giorni in Emilia Romagna, con visite alla Borsa Merci di Bologna e a Ferrara, nel Pastificio Cuniola, al cui interno si seguono tutte le fasi dalla produzione del grano

alla trasformazione della pasta. Il tour si è concluso con la visita al Frantoio Ranchino, in provincia di Orvieto; una delle poche aziende in Umbria che coltiva l’olivo su terreni vulcanici, con la produzione di olio extravergine di altissima qualità, ottenuto esclusivamente nel frantoio con molitura a freddo. Numerosi i riconoscimenti regionali e nazionali ricevuti da questa azienda. nnn

CONTRATTO DI FILIERA PER IL GRANO FOGGIANO

Un contratto di filiera relativo al grano duro esclusivamente foggiano è stato stipulato tra Confagricoltura Foggia e il pastificio Rummo di Benevento; promotore dell’intesa il gruppo Santacroce tra i maggiori trader di grano duro del Mezzogiorno. “Ci sono le basi per ottenere grandi vantaggi reciproci, sia per gli agricoltori associati sia per la qualità di grano duro sul mercato nel suo complesso, perché questa intesa si fonda sull’alta qualità delle produzioni cerealicole”, ha detto il presidente di Confagricoltura Foggia Filippo Schiavone. “Intese di questo genere - ha aggiunto il presidente della Op cerealicoltori di Confagri Foggia Saverio Di Mola - sono utili anche per standardizzare meglio la produzione granaria delle nostre imprese, così come richiede l’industria molitoria”. (A.P.) OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 9


APERTUR A EUROPA

Sui binari delle regole

La vicepresidente Elisabetta Falchi al Forum europeo di Ente Risi: lotta a importazioni selvagge e difesa del settore nella riforma della PAC

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i è svolto a Bruxelles il terzo Forum del riso, l’evento promosso da Ente Risi che ha visto confrontarsi anche quest’anno risicoltori, industriali, rappresentanti delle Amministrazioni ed eurodeputati dei Paesi produttori. “Abbiamo ulteriormente coeso la filiera risicola europea sui temi che minacciano il settore, arrivando a definire una posizione condivisa a larga maggioranza. Agli europarlamentari intervenuti abbiamo presentato le nostre istanze ed abbiamo raccolto da parte loro la volontà di impegnarsi per il settore”, ha dichiarato il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà. Il riso - come è emerso dai lavo-

ri del Forum - è caratterizzato da notevoli peculiarità ambientali e contribuisce ad un equilibrato sviluppo dell’ecosistema ed alla tutela della biodiversità, garantendo una gestione sostenibile delle acque in linea con gli obiettivi dell’agenda 2030. Per tale motivo è importante confrontarsi all’interno di un’alleanza trasversale tra operatori e rappresentanti istituzionali dei Paesi produttori, per tutelare il comparto dalle sempre maggiori importazioni dai Paesi terzi, creare sinergie nell’ambito delle linee guida della politica agricola comune, garantendo al tempo stesso la sostenibilità delle coltivazioni ed il rispetto del principio di reciprocità.


L’ on. De Castro, Falchi e Carrà

Intese di tutta la filiera europea diventino agenda lavori Al consesso ha partecipato anche una delegazione di Confagricoltura guidata dalla vicepresidente nazionale Elisabetta Falchi che, al termine dei lavori, ha sottolineato come il risultato del forum possa considerarsi un successo “visto che è stata approvata una piattaforma condivisa di posizioni che trova tutto il nostro consenso”. Ad avviso della vicepresidente di Confagricoltura “bisogna consolidare il risultato storico

della clausola di salvaguardia che ha imposto dazi temporanei sul riso indica importato nell’UE di Cambogia e Myanmar, ma che va migliorata adeguando la normativa di riferimento e rafforzando i controlli da parte degli Stati membri; ad esempio sulle crescenti importazioni di riso japonica dal Myanmar, aumentate in maniera anomala subito dopo l’applicazione della clausola”. “La Commissione - ha aggiunto - deve inoltre quanto prima completare l’indagine sul rispetto dei diritti umani a carico della Cambogia e avviarne urgentemente un’analoga per il Myanmar finalizzata alla

sospensione delle concessioni commerciali”. Come espresso in maniera concorde dal Forum inoltre: il riso va considerato ‘prodotto sensibile’ nelle intese commerciali bilaterali previste dalla UE, valutando con attenzione eventuali ulteriori concessioni nell’ambito dei vari negoziati, visto che ormai il 70% delle importazioni nell’Unione europea di riso è esente da dazio; il riso deve essere considerato adeguatamente nella trattativa per la riforma della PAC “post 2020” che sta ormai entrando nel vivo, valorizzando il contributo ambientale della coltivazione, evitando di imporre nuovi vincoli e incentivandola in termini economici. Inoltre, va varato un regolamento che - contrariamente a quanto previsto sinora - preveda a livello UE l’obbligo dell’indicazione di origine del riso; è necessaria un’armonizzazione delle autorizzazioni all’utilizzo dei prodotti fitosanitari all’interno dell’UE e va garantita la piena reciprocità delle condizioni di coltivazioni in Europa al fine di evitare distorsioni di mercato. “Confidiamo - ha concluso Elisabetta Falchi - che le intese condivise oggi con tutta la filiera europea costituiscano l’agenda dei lavori della politica e delle Istituzioni per pervenire ad un assetto più equilibrato e favorevole del mercato europeo a favore dei nostri risicoltori e di tutta la filiera”. (M. M.) nnn


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Accordo tra Confagri e ADSI per valorizzare le dimore antiche. L’economia si sposa con l’arte ed il paesaggio di Gabriella Bechi

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ziende agricole e dimore storiche insieme per dimostrare come sia possibile coniugare la tutela dell’arte e del paesaggio con la produzione agroalimentare di alta qualità e con l’offerta di un turismo esperienziale che consenta di vivere la straordinaria bellezza della campagna italiana. Il 10 ottobre a Roma, a Palazzo della Valle, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) Giacomo di Thiene hanno stipulato un importante accordo basato su questa comunanza di interessi. Quella tra Confagricoltura e l’Associazione Dimore Storiche Italiane è una collaborazione che prosegue da molti anni, poiché sono numerose le aziende socie dell’Organizzazione agricola che fanno capo a dimore antiche, soggette a vincolo per la loro rilevanza come beni di interesse storico-artistico. Dalle ville venete ai castelli toscani, ai palazzi romani, fino alle antiche masserie pugliesi, gli immobili storici sono parte integrante del patrimonio culturale del no-

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La bellezza del stro Paese e al tempo stesso svolgono un ruolo importante per la protezione e la valorizzazione del paesaggio rurale italiano. In particolare, sono moltissime le cantine storiche che offrono ai viaggiatori italiani e stranieri l’opportunità di soggiornare in luoghi ricchi di storia e di gustare le eccellenze eno-gastronomiche dei nostri territori in contesti unici ed irripetibili. Molte di esse, più di 70, con una produzione annua pari a 40 milioni di bottiglie e 35 Giansanti e di Thiene


Molte dimore storiche sono aziende agricole socie di Confagricoltura

la storia Villa Widmann-Borletti a Bagnoli di Sopra (PD)

mila ettari di paesaggio intatto, lo scorso anno hanno partecipato a Vinitaly. E per la quasi totalità si tratta di aziende socie di Confagricoltura. Proprio per questo, in occasione della manifestazione enoica veronese le due Associazioni hanno organizzato l’incontro “Vino e turismo di eccellenza”, che si è svolto nello stand di Confagricoltura alla presenza dei componenti della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. E analoghe iniziative sono allo studio anche per Vinitaly 2020. L’accordo firmato di recente for-

malizza questa collaborazione attraverso l’impegno a promuovere a livello nazionale, regionale e provinciale iniziative comuni volte a favorire lo sviluppo di attività imprenditoriali in grado di coniugare sostenibilità, innovazione e territorio. In particolare, la convenzione prevede la possibilità di portare avanti azioni comuni per la tutela delle dimore storiche e per l’armonizzazione delle leggi regionali con quelle nazionali; l’elaborazione di linee sinergiche di azione nei confronti di enti esterni a difesa degli interessi

comuni a livello fiscale; la possibilità di partecipare congiuntamente a bandi europei connessi alla valorizzazione degli immobili storici e dei loro contesti; la collaborazione con il Centro Studi di Confagricoltura; l’individuazione di nuove opportunità di commercializzazione e promozione dei prodotti agricoli attraverso il coinvolgimento di ADSI in attività quali quelle previste dall’OCM vino. “Sono molto soddisfatto di questo accordo di collaborazione commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - che mette in contatto agricoltura e bellezza in un connubio unico al mondo, fatto di qualità e di diversità che solo il nostro Paese può offrire. L’agricoltura non svolge solo il ruolo primario ed insostituibile di fornire cibo, ma anche e sempre di più, grazie all’impegno degli imprenditori, quello di tutelare l’ambiente e di conservare il patrimonio culturale del Paese, contribuendo in maniera crescente al benessere economico delle comunità rurali”. “L’accordo con Confagricoltura rappresenta per l’Associazione Dimore Storiche Italiane un’opportunità straordinaria per portare avanti in maniera congiunta azioni ed interventi che hanno lo scopo di tutelare risorse uniche e non delocalizzabili del nostro territorio. Gli immobili storici non sono, infatti, solo parte integrante del nostro paesaggio, rurale e urbano, che contribuiscono a definire e salvaguardare, ma sono anche il fulcro di attività che hanno importanti e diversificate ricadute economiche per il nostro Paese”, ha dichiarato Giacomo di Thiene, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane. nnn OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 13


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Incontro a Milano Giansanti, Bellanova e Boselli

L’inaugurazione della nuova sede di Confagri Lombardia è l’occasione per un dibattito con il ministro Bellanova su sviluppo sostenibile di Anna Gagliardi 14 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

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o credo nella ricerca, nella scienza, e penso che l’agricoltura abbia bisogno di innovazione”. È il passaggio chiave dell’intervento del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova a Milano, al convegno sullo sviluppo sostenibile organizzato da Confagricoltura Lombardia in occasione dell’inaugurazione della nuova sede in via Pietrasanta, un quartiere che sta assumendo una moderna funzione di servizi, culturale e abitativa, nell’ambito di un recupero urbano di ampio respiro. Il neo ministro è stato accolto da una platea di trecento imprenditori. “Le nuove pratiche di coltivazione - ha spiegato il ministro aiutano a rendere più redditizio il settore, con l’obiettivo di attrarre i giovani che sono lo strumento più importante per l’innovazione”. Sui

cambiamenti climatici, Bellanova ha annunciato la nascita di una consulta con la partecipazione delle organizzazioni di categoria e degli enti di ricerca pubblici “che dovranno proporre soluzioni per il mondo della produzione”. La prima presenza del neo ministro in Confagricoltura ha coinciso con l’annuncio del WTO di autorizzare gli Stati Uniti a imporre dazi aggiuntivi sui prodotti europei. “Una sciagura - ha commentato -. Chiediamo alla Commissione europea di istituire un fondo per proteggere gli agricoltori dalle scelte dannose del governo statunitense”. Confagricoltura ha ribadito di essere al fianco degli allevatori e dei consorzi che hanno in cantiere una serie di iniziative, anche di piazza, per trovare una soluzione, auspicando che ci sia ancora margine per un accordo bilatera-


La capitale economica: Confagri apre un ufficio nel capoluogo lombardo le tra UE e USA. Una posizione particolarmente importante per la Lombardia, prima regione agricola con oltre 41mila aziende, a prevalenza zootecniche, molte delle quali attive nella filiera del Parmigiano Reggiano, nel mirino dei dazi statunitensi. “Le nostre imprese - ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli presentando lo stato dell’arte - stanno già facendo molto per la sostenibilità: ci sono trecento impianti di biogas, si stanno diffondendo le tecniche di minima lavorazione, abbiamo azzerato l’uso di concimi chimici e sono sempre più presenti i sistemi di agricoltura di precisione. Tutto questo però non basta: investimenti, ricerca e infrastrutture sono necessari per dare slancio e sostenere le aziende nella sfida per la tutela dell’ambiente”. Un approccio concreto al tema è stato richiesto anche dall’assessore regionale Fabio Rolfi, mentre il presidente della Commissione agricoltura, Ruggero Invernizzi, ha ricordato l’impegno della Regione Lombardia e la collaborazione con le organizzazioni di categoria che hanno portato alla recente firma del Protocollo sulla sostenibilità. “Per gli imprenditori agricoli il rispetto della terra e dell’ambiente sono fondamentali: senza agricoltura non si parla di sostenibilità - ha concluso il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. È tuttavia fondamentale uscire dalla logica delle emergenze e approntare un piano strategico per l’agricoltura italiana in grado di interagire con gli altri settori economici e rispondere alle nuove richieste della società. Le singole misure tampone alle emergenze più gravi non risolvono le grandi questioni che abbiamo di fronte”. nnn OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 15


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

da sinistra: Caterina Brazza, Alessandra Oddi Baglioni, Paola Viola, Rosanna Scipioni, Stefania Masci e Paola Sacco

Convegno a Voghera di Confagri Donna di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Prosegue l’analisi su cambiamenti climatici e agricoltura

Il grano di domani

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onfagricoltura Donna ha organizzato a Voghera (PV) un convegno per tre regioni: Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. “Dal grano di oggi a quello di domani” è stato un pomeriggio di approfondimento, con l’obiettivo di continuare il percorso iniziato dalle imprenditrici lo scorso giugno, a Roma, con il convegno sui cambiamenti climatici. “Noi donne - ha sottolineato la presidente nazionale Alessandra Oddi Baglioni - non siamo più il volto silenzioso dell’agricoltura, ma imprenditrici che s’impegnano nelle loro aziende guardando al domani. Il nostro settore va rafforzato anche studiando e portando avanti strategie innovative. Il futuro dell’agricoltura passa dal superare la situazione di ‘anello debole della catena’, impadronendosi di indispensabili e nuovi strumenti tecnici e di buone pratiche per riuscire a governare le difficoltà, in primis i cambiamenti climatici”. Il grano è uno dei cereali più diffusi al mondo e servono produzioni di frumento più abbondanti e sostenibili. Se da un lato gli agricoltori hanno

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il compito e la responsabilità produrre cibo per una popolazione in crescita esponenziale, dall’altro si trovano a combattere contro i cambiamenti climatici, che hanno effetti devastanti sulle colture. Anche quest’anno l’andamento meteo anomalo ha fatto registrare eventi climatici estremi, con conseguenze calamitose che hanno destato una preoccupazione generale e fatto emergere la necessità di prevedere misure di adattamento ai cambiamenti già in atto, nonché di prevenire gli effetti futuri. Così Paola Sacco, Caterina Brazzola e Rosanna Scipioni, hanno organizzato l’incontro coinvolgendo due donne competenti e impegnate nella genetica della produzione sementiera, Stefania Masci, docente dell’Università della Tuscia, e Paola Viola, tecnico sperimentatore

APSOV, una realtà cooperativa italiana che da 50 anni si dedica alla ricerca e alla produzione di sementi, per approfondire le ultime novità sul miglioramento e la resistenza del frumento all’innalzamento delle temperature. Le imprenditrici di Confagricoltura Donna sono consce della necessità di ricercare e realizzare un complesso di azioni per ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, che sempre più spesso sono determinanti per il lavoro, ma anche di continuare ad impegnarsi ad esplorare eventuali opportunità che si potranno presentare. (E. T.) nnn



SPECIALE ECOMONDO

Lo stand Confagricoltura a Ecomondo coinvolge le imprese e le scuole, propone dibattiti e percorsi tematici di Gaetano Menna

A La casa della divulgazione 18 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

d Ecomondo-Keyenergy Confagricoltura è di casa. Ha sempre dato il suo supporto alla manifestazione riminese perché è un’importante vetrina internazionale su un futuro migliore. La kermesse indica un percorso imprenditoriale, che è quello dell’Organizzazione professionale, che coniuga sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, che individua una crescita responsabile. Quest’anno a Rimini, in particolare, si parla di climate change, ovvero di ciò che sta subendo l’agricoltura per i mutamenti climatici, ma anche di ciò che il settore primario fa per il clima. Lo stand di Confagricoltura - non a caso ubicato nel padiglione della Bioeconomia (D3, area n. 030) - è stato pensato e strutturato come ‘casa della divulgazione’. Fa circolare le idee, propone temi, dà risposte, suggerisce strategie. All’interno dello spazio in fiera della Confederazione c’è una sala dibattiti e lungo lo stand e al suo interno, attraverso pannelli informativi, si approfondiscono argomenti fondamentali per comprendere dove stiamo andando e cosa dobbiamo fare come imprenditori e, in generale, come abitanti di questo Pianeta.


Sono previste mattinate divulgative per gli studenti che hanno così modo di prendere coscienza delle tematiche agroambientali. Formare i giovani, dare loro consapevolezza su argomenti fondamentali è uno degli impegni prioritari che si è data Confagricoltura. Da sottolineare che anche quest’anno c’è come partner di Confagri la FAI-Federazione degli apicoltori italiani che illustra l’EcoMondo delle api (con arnia divulgativa e incontri presso lo stand). È presente poi il programma di TV2000 “New Farmers” che, con le sue telecamere in giro per l’Italia, sta raccontando le aziende agricole ed i processi evolutivi. Naturalmente, come sempre, c’è la preziosa collaborazione di Confagricoltura di Forlì-Cesena e di Rimini. Pure ‘Mondo Agricolo’ è presente con il giornale ed una campagna sulla lettura sostenibile.

Appuntamento in fiera presso lo stand n. 030 padiglione Bioeconomia Il tema generale dell’agricoltura sostenibile è affrontato in quattro giornate di approfondimento: efficienza/energia (5 novembre), suolo/produttività (6 nov.), foreste e CO2 (7 nov.), miglioramento genetico (8 nov.). In questo quadro coinvolgendo società, università, ricerca ed esperti - si parla, tra l’altro, di biofertilizzanti, di certificazione forestale, di acquacoltura e CO2, di irrigazione di precisione, di satelliti per l’agricoltura, di idrogeno, di efficientamento. Oltre agli appuntamenti presso lo stand, Confagricoltura ha promosso due convegni in fiera: l’evento Agrifood “Da commodities a

specialties: i seminativi nell’era dei cambiamenti climatici” (6 novembre, Sala Ravezzi 2, v. pag. 23) e l’evento con l’Università della Tuscia, “Agricoltura e foreste per la bioarchitettura” (7 novembre, Sala Abete, v. pag. 20). Anche quest’anno tra i grandi protagonisti di Ecomondo c’è il biogas/biometano. Proprio qui ha infatti preso avvio, già dal 2016, un’importante piattaforma nazionale sul biometano che vede insieme le associazioni di riferimento del settore, CIB e CIC. Quella che è la cabina di regia tra le associazioni di settore e del mondo agricolo, delle utilities, dell’industria del trasporto e mobilità sostenibile e del gas naturale ora rilancia sulla necessità di strutturarsi ulteriormente, per avere una voce univoca, soprattutto nell’interlocuzione con i livelli governativi italiani ed europei. nnn

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SPECIALE ECOMONDO

Progetto Torre dei Cedri per Losanna (Svizzera) dello studio Boeri

Vivere naturale


Bioarchitettura per un nuovo modo di abitare di Gabriella Bechi

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alla natura all’architettura, senza produrre rifiuti, ponendo l’uomo al centro di un processo industriale il più possibile sostenibile. È questo il principio intorno al quale ruota la bioarchitettura. “Una risposta concreta - spiega il presidente della Federazione nazionale risorse boschive e colture legnose di Confagricoltura Giulio Rocca all’esigenza di progettare spazi abitativi che si-

ano in grado di rispondere alla sfida del cambiamento climatico e di decarbonizzazione, attraverso l’adozione di soluzioni costruttive sempre più efficienti in termini energetici, assicurando nello stesso tempo una maggiore attenzione alla salute delle persone e dell’ambiente. In tale ambito l’agricoltura e la silvicoltura giocano un ruolo importante per la produzione di biomateriali per l’architettura, l’efficientamento energetico, la progettazione degli spazi urbani. Un percorso di sostenibilità che collega sempre più l’ambiente cittadino con la campagna ed il bosco”. Occorre passare progressivamente a nuovi modelli di progettazione degli spazi che possano garantire un futuro più sostenibile, basato su materiali innovativi, prodotti con risorse rinnovabili a zero impatto ambientale, valorizzando quello che la natura, l’agricoltura e la silvicoltura sono in grado di produrre quotidianamente. Il tutto in un’ottica di

Case in legno con pareti e tetti isolati con paglia economia circolare che parte dai boschi e dalle aree coltivate per arrivare negli edifici, per poi essere reinseriti nel ciclo naturale a fine vita, concorrendo così alla riduzione del carico di rifiuti. Ad ogni produzione agricola primaria è associato un notevole quantitativo di residuo di lavorazione, per lo più inutilizzato o scarsamente valorizzato. L’enorme potenzialità di tutto quello che resta sul campo può realmente essere messa a sistema, sviluppando soluzioni concrete e attuabili nell’ottica di far diventare i sottoprodotti dell’agricoltura una risorsa e un giacimento di energia pulita a favore delle comunità, in termini socio-economici e di sviluppo sostenibile. In tale ambito è importantissima la scelta

Ricehouse nel borgo Chamois in Valle d’Aosta dell’arch. Monterisi

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SPECIALE ECOMONDO

Verde verticale a Firenze

Modelli di progettazione degli spazi per garantire futuro più sostenibile di materiali che siano a basso impatto ambientale (rinnovabili, circolari, naturali) con un elevato rendimento ed a costi contenuti. Il tutto senza perdere di vista l’estetica e la funzionalità. Un esempio è il reimpiego degli scarti del riso, un processo produttivo portato avanti da RiceHouse, società creata nel 2016, a Biella, dall’architetto Tiziana Monterisi, specializzata in progettazioni con materiali naturali, con il sogno di far dialogare agricoltura e architettura. Tutti gli scarti della coltivazione, come la paglia e l’argilla, e della lavorazione del risone, come la lolla, l’acqua di cottura e le ceneri, vengono recuperati ed utilizzati per la produzione di materiali edili: intonaci, massetti, isolanti, pannelli, finiture. Materiali naturali al 100% che hanno numerosi vantaggi legati essenzialmente all’elevato isolamento termico, alle eccellenti prestazioni acustiche, alla grande traspirabilità e all’ottima capacità di regolamentazione dell’umidità interna. Materiali sani, durevoli, estremamente ecologici in grado 22 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

di ridurre e sequestrare notevoli quantitativi di CO2 dall’ambiente nell’intero ciclo di vita, e del tutto riciclabili attraverso il compostaggio. Un esempio concreto di economia circolare, che soddisfa i principi cardine della sostenibilità economica ed ambientale. Un materiale per la bioedilizia che più di altri sta suscitando interesse è la fibra prodotta dalla coltivazione di canapa sativa, una pianta dai molteplici utilizzi e che, grazie alle sue proprietà, ben si presta agli scopi. La fibra ricavata dallo stelo della pianta di canapa, opportunamente lavorata, è stata abbinata ad un altro materiale antico, da sempre utilizzato nelle costruzioni: la calce. Un esempio di questo impiego arriva da Teramo, dove nel 2012 è nata Edilcanapa, che offre un’ampia gamma di prodotti destinati alla bioedlizia:

intonaci, blocchi, stucchi e massetti naturali al 100%, termoisolanti, deumidificanti, fonoassorbenti e igroscopici e quindi permeabili al vapore acqueo, ma al contempo resistenti al gelo, al fuoco, ad insetti e roditori. Il risultato è un’abitazione confortevole in ogni periodo dell’anno ed in qualunque momento della giornata, perché questi materiali riescono a mantenere una temperatura costante, grazie all’equilibrio dell’interscambio termico tra interno ed esterno e a ridurre i consumi energetici, contenendo le aree di utilizzo degli impianti termici. Recentemente l’azienda ha investito direttamente nella coltivazione della canapa con l’obiettivo, come ci spiega la titolare Mariaelena Alessandrini, di arrivare a creare una filiera chiusa. nnn

CONVEGNO AD ECOMONDO

Ad Ecomondo, giovedì 7 novembre appuntamento alle ore 14 presso la Sala Abete per il convegno “Agricoltura e foreste per la bioarchitettura (prodotti legnosi, biomateriali e foreste urbane)”. È organizzato da Confagricoltura insieme a Università della Tuscia ed Ecomondo Scientific Technical Committee.


Da commodity a specialty Convegno a Rimini: riposizionamento strategico dei seminativi da prodotti indistinti a mirati di Silvia Piconcelli

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l nostro Bel Paese è coperto per oltre sei milioni di ettari da colture a seminativo, coltivazioni che da sempre caratterizzano il nostro paesaggio agrario, rappresentano le materie prime per le produzioni di eccellenza del made in Italy e garantiscono la biodiversità degli agroecosistemi. Colture estensive che spaziano dalla coltivazione dei cereali alle foraggere, dalle oleaginose come la soia, il girasole, alle piante da fibra come la canapa ed il lino e che, sempre più, tendono a ridursi in termini di superfici seminate o di produzioni ad ettaro.

I cambiamenti climatici negli ultimi dieci anni hanno impattato fortemente sulla redditività delle grandi colture, la volatilità dei mercati internazionali mina continuamente i già esigui margini a cui sono ormai abituati i nostri produttori la concorrenza serrata delle importazioni estere sta mettendo a repentaglio l’intero comparto delle colture arabili. Che indirizzi dare, quindi, ai nostri produttori del comparto “grandi colture” che si trovano ad operare in un mercato fortemente influenzato da regole di gioco internazionali? Restare in mercati del genere e OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 23


SPECIALE ECOMONDO

raggiungere il pareggio di bilancio risulta sempre più difficile e per rimanere competitivi è ormai indispensabile organizzare le filiere e differenziare le produzioni in base alle diverse destinazioni d’uso. Il mercato agricolo si sta orientando sempre più verso produzioni primarie dalle caratteristiche definite con parametri qualitativi - sia in termini igienico-sanitari sia tecnologici - chiari e ben identificabili per ogni segmento di mercato. Tale differenziazione permette al produttore di decidere che tipologia di varietà o di ibrido seminare sulla base delle richieste e delle esigenze espresse dalla parte industriale e/o commerciale, di valorizzarne quindi la redditività nel medio lungo periodo, nonché in alcuni casi, di ricavare anche delle premialità aggiuntive rispetto al prezzo di mercato. Attraverso, quindi, azioni di “riposizionamento strategico” del24 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

Innovare e specializzare: queste le parole chiave per il comparto seminativi le produzioni a seminativo che spaziano nelle molteplici declinazioni dell’utilizzo di un prodotto (dalla granella alla fibra, dall’insilato sino agli scarti della lavorazione) è possibile, via via, sostituire all’interno dei diversi settori della bioeconomia delle mere commodities e quindi pro-

duzioni indistinte con le specialties, ovvero produzioni mirate alle esigenze di impiego. Accanto a queste strategie di marketing calato in campo agricolo, sarà oltremodo necessario valorizzare sempre più le innovazioni disponibili nell’ambito dell’Agricoltura 4.0 e, quindi, tutte quelle tecnologie che coniugano produttività e sostenibilità; nell’ottica di poter intercettare appieno le nuove possibilità che si stanno aprendo nell’ambito di questa “green wave”. nnn

CONVEGNO IN FIERA

Convegno a Ecomondo il 6 novembre alle ore 9.30 presso la Sala Ravezzi 2: “Da commodities a specialties : i seminativi nell’era dei cambiamenti climatici e delle sfide per una bioeconomia circolare, produttiva, sostenibile e di precisione, e per prodotti alimentari di qualità e nutraceutici”. È organizzato da Confagricoltura e Federalimentare.


L’ecomondo delle api


SPECIALE ECOMONDO

Vi raccontiamo i segreti dell’alveare Italia: ingrediente per un’agricoltura sostenibile di Raffaele Cirone

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osa ci fanno le api ad Ecomondo? Per quanto possa sembrare strano, se c’è un ambiente allora ci debbono essere anche gli impollinatori: quei vettori, cioè, indispensabili ai fiori per la produzione dei frutti e la riproduzione dei semi. Siccome a Ecomondo si parla di cibo, aria, ambiente, clima e biodiversità, c’è bisogno anche di un mediatore “colturale” e “culturale” che si chiama alveare. Dunque siamo ancora una volta in fiera, a Rimini, anche noi che abbiamo il delicato compito di sensibilizzare il mondo agricolo, gli operatori dei comparti collegati, la ricerca, gli enti pubblici e le Istituzioni, sul fatto che gli alveari sono nientemeno che dei segnali stradali. È grazie ad essi, infatti, che le api ci indicano la strada verso la sostenibilità: ci aiutano a vedere le cose dall’alto, in anticipo e in prospettiva; ci danno un esempio di cooperazione e comunicazione che alla fine diventa di grande aiuto quando dobbiamo tradurre semplicemente questioni complesse. Prendiamo una delle più recenti scoperte fatte misurando l’effi-

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cienza produttiva, quindi la redditività, di una superficie agricola destinata alla coltivazione del colza. Ci dicono i ricercatori che i risultati migliori non si ottengono quando trattiamo con agrofarmaci i campi destinati a questa produzione, bensì quando immettiamo in questi agrosistemi una quantità sufficiente di alveari, quindi di api, che fiore dopo fiore impollinano e incrementano sensibilmente le rese economiche. Ciò che dunque scientificamente è noto e misurabile come “apporto ecosistemico”, noi apicoltori lo

chiamiamo semplicemente “servizio di impollinazione”. Portiamo cioè ad Ecomondo la capacità che hanno le api di offrire una lunga lista di benefici e di tornaconti anche economici. Ne citiamo uno solo, giusto per rendervi l’idea: i prodotti dell’alveare tutti messi insieme valgono poche decine di milioni di euro; il valore aggiunto che l’agricoltura conquista, grazie alla presenza delle api nelle nostre campagne, supera il fatturato di un miliardo di euro all’anno. Queste api allora, in questi al-


L’ape è un fattore produttivo economico, ma che porta beneficio a tutti

veari, trasparenti al punto da poter essere letti anche da un bambino o da un non addetto ai lavori, sono il valore che intendiamo condividere con la comunità che ogni anno dà vita a Rimini al Salone della economia circolare e della tecnologia green. Siamo qui per fare divulgazione sul modo corretto di raggiungere una gestione sostenibile dell’azienda agricola, per dire ad esempio che trattare le col-

ture in fioritura è una pratica agronomica inutile e scorretta. Basterebbe questo, a volte, per rendere meno ostile l’ambiente nel quale le api sono chiamate a fare il proprio lavoro: che è quello, appunto, di impollinare le colture ortofrutticole e sementiere. Siamo qui per spiegare alle scolaresche i segreti di

una goccia di miele: dal fiore al vasetto cosa succede e come si arriva a trarre un alimento scavando in quella miniera a cielo aperto che sono i fiori presenti sui nostri territori, nelle nostre zone rurali, naturali, urbane persino. Ecco, urbane: siamo qui ad Ecomondo anche per dire che le api possono diventare puntuali e sensibili centraline del biomonitoraggio di una città, di un sito industriale, di un’area protetta o di una coltivata. Con beneficio per tutti coloro che dai dati raccolti possono assumere indicazioni utili a correggere una criticità, a mettere in atto una buona pratica che porta beneficio a tutti e non ad uno solo. E siamo qui anche per dire, a chi si occupa di energie alternative, di biogas o biometano, che ci sono fiori utili alle api, che producono grandi quantità di miele e di polline, che richiedono scarso apporto idrico, ma che donano grandi quantità di biomassa da convertire in energia. Siamo qui per ricordare che se ci sono spazi incolti, terre demaniali, progetti forestali, basta scegliere essenze utili alle api per far sì che il nostro mondo diventi più vivibile, con poco e senza rinunciare per forza alla produttività. Siamo qui per dire che ci sono tanti Apicoltori, in Italia, che vogliono collaborare costruttivamente con gli Agricoltori e con tutti i comparti produttivi ad essi collegati: anche perché questo ci ha insegnato Confagricoltura, che ha sempre fatto della propria casa, come oggi del suo stand, una casa della divulgazione con una stanza aperta all’ecomondo delle api! nnn OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 27


SPECIALE ECOMONDO

Partnership internazionali di Confagricoltura per l’innovazione di Daniele Rossi delegato Ricerca ed Innovazione di Confagricoltura

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n linea con la strategia e la programmazione europea, Confagricoltura assegna un ruolo centrale alla ricerca e all’innovazione, in quanto elementi chiave per sostenere e promuovere la crescita, lo sviluppo e la competitività delle imprese associate e dell’intero sistema agroalimentare italiano. In tale ottica l’Organizzazione degli imprenditori agricoli partecipa attivamente alla definizione delle priorità regionali, nazionali ed europee della ricerca e dell’innovazione nell’Agrifood, nonché alle partnership per la realizzazione dei progetti che vanno in questa direzione. Il Dipartimento Sviluppo Sostenibile ed Innovazione di Confagricoltura gestisce direttamente alcuni progetti di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico favorendo la costituzione di partenariati strategici europei e internazionali finalizzati a conseguire i risultati da poter diffondere ai propri associati, grazie anche alla collaborazione preziosa con le Unioni provinciali. A tale scopo di divulgazione, a Ecomondo a Rimini è prevista l’illustrazione dei progetti europei nei quali Confagricoltura è partner qualificato (Innoseta, Noaw, Planet, Tomres e Suwanu),

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Ricerca in in particolare di quelli interessati al climate change, al risparmio delle risorse naturali, al recupero dei sottoprodotti, alle energie rinnovabili, in un’ottica di bioeconomia circolare.

possano essere ampiamente diffuse e applicate, identificando al contempo le esigenze del settore. L’obiettivo è eliminare il divario tra il mondo scientifico e il settore agricolo.

Innoseta (Innovative Spraying Systems) L’obiettivo principale del progetto INNOSETA è quello di creare una rete tematica autosufficiente e innovativa sulla protezione delle colture e sull’uso sostenibile dei prodotti per la protezione delle piante (fitosanitari), per aiutare a colmare il divario tra i numerosi progetti di ricerca europei e l’uso che gli agricoltori ne fanno. Il progetto promuove lo scambio di nuove idee ed informazioni tra l’industria, l’Università, i centri di ricerca e la comunità agricola in modo tale che soluzioni scientifiche e commerciali già esistenti

Noaw (Innovative approches to agriwaste) Il progetto si occupa di approcci innovativi per trasformare i rifiuti agricoli in beni ecologici ed economici. Animato dal requisito della società «zero rifiuti», NoAW mira ad applicare un approccio di economia circolare ai rifiuti agricoli su scala territoriale e stagionale. Il progetto ritiene che gli agro-rifiuti pressoché inevitabili e generati in continuazione siano una vera risorsa da valorizzare. NoAW mira ad aprire la strada ad un concetto di agro-rifiuti e bio-raffineria soste-


tori, esperti tecnici e agricoltori lavoreranno insieme per sviluppare sistemi di coltivazione del pomodoro ecocompatibili con minore impatto sulle risorse naturali. L’iniziativa triennale studia i processi fisiologici e molecolari della resilienza e perfeziona le tecniche agronomiche e di precisione nella coltivazione in campo aperto e in serra del pomodoro. I risultati di TOMRES, che saranno successivamente trasferiti ad altre coltivazioni, saranno raccolti in applicazioni disponibili per gli agricoltori e i cittadini al fine di guidarli e informarli circa la possibilità di scegliere pomodori da agricoltura sostenibile per la consapevolezza dei consumatori.

Europa nibile passando da una valutazione ambientale convenzionale a un approccio quasi eco-design, in cui si tengono in considerazione gli impatti ambientali del prodotto e del processo anche in fase di progettazione (strategie di recupero delle risorse di rifiuti nella fase iniziale della progettazione della catena di produzione). NoAW intende anche esplorare la potenzialità degli agro-rifiuti ad essere convertiti in prodotti eco-efficienti che vengono ricavati utilizzando meno risorse e creando meno inquinamento come bioenergia, bio-fertilizzanti, bio-imballaggi e biomolecole, in simbiosi con la conversione dei rifiuti urbani.

nire una formazione innovativa agli agricoltori che possiedono impianti RES (impianti da fonti energetiche rinnovabili) o che vogliano investire, con competenze pratiche e ICT, in un ambiente lavorativo legato alla gestione quotidiana dell’impianto. I lavori verdi richiedono capacità di gestione e manutenzione degli impianti RES su base giornaliera. Il progetto PLANET mira ad affrontare quest’esigenza, fornendo una formazione specifica.

Tomres (Tomatoes and Yield Canalization in Crop Plants) Il progetto europeo TOMRES studia un nuovo approccio intePlanet grato per aumentare la tolleranza (Plan for Agricolture multipla e combinata allo stress Renewable Energy Training) nelle piante, utilizzando il poL’obiettivo del progetto è di for- modoro come modello. Ricerca-

SuWaNu Europe (Sustainable Water treatment and Agricultural reuse options in Europe) L’acqua riciclata ha un forte potenziale di integrazione delle risorse idriche convenzionali. Secondo la comunicazione della Commissione europea “Chiusura del ciclo - Un piano d’azione dell’UE per l’economia circolare” (COM(2015)0614), oltre alle misure di efficienza idrica, il riutilizzo delle acque reflue trattate in condizioni sicure ed economicamente vantaggiose, è un mezzo prezioso, ma sottoutilizzato per aumentare l’approvvigionamento idrico e alleviare la pressione sulle risorse idriche sovra sfruttate nell’Unione Europea. Il riutilizzo dell’acqua è particolarmente rilevante in agricoltura, essendo questo uno dei principali campi di consumo di acqua, con ulteriori benefici per gli agricoltori: costo inferiore rispetto ad altre soluzioni (ad esempio la desalinizzazione), affidabilità dell’approvvigionamento indipendentemente dalla stagione, condizioni climatiche e relative restrizioni idriche, contributo dei nutrienti delle acque reflue trattate che possono integrare o sostituire i fertilizzanti convenzionali. nnn OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 29


SPECIALE ECOMONDO

Incontro in fiera di Reinwaste su soluzioni innovative per ridurre il non organico zootecnico di Elisabetta Tufarelli

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onfagricoltura, Federalimentare e ART-ER hanno organizzato, a Reggio Emilia, un incontro pratico di approfondimento per confrontarsi nel trovare soluzioni innovative per l’ecosistema e l’economia. Questa iniziativa ha concluso la seconda fase del progetto Reinwaste (Remanufacture the food supply chain by testing INNovative solutions for zero inorganic WASTE) finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del programma INTERREG MED. Lo smaltimento dei rifiuti può diventare più sostenibile e meno oneroso nelle aziende zootecniche e nell’industria agroalimentare. Ne sono convinti i partner del progetto, che si sono impegnati a testare tecniche sostenibili ed economicamente vantaggiose per ridurre i rifiuti inorganici, favorendo l’adozione di concetti green innovativi. L’aspetto originale di Reinwaste è proprio il coinvolgimento diretto degli attori della filiera agricola e di quella dell’agroalimentare. L’open innovation lab, che si è svolto nel Tecnopolo di Reggio Emilia, sede delle storiche Officine Meccaniche Reggiane, ha costituito la location ideale per il confronto e

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Rifiuti zero

le proposte. Per la parte agricola, oltre alle testimonianze degli imprenditori del lattiero caseario coinvolti nel progetto, interessantissimo è stato acquisire il punto di vista di Marco Boselli, direttore di Sabar (Servizi Ambientali Bassa Reggiana). Gli esperti del CRPA (Centro di ricerca sulla produzione animale) e UniMoRe (Università di Modena e Reggio Emilia) hanno condotto i dibattiti sulla filiera lattiero-casearia nelle due sessioni che hanno fatto il punto su: “Materiali sostenibili innovativi” e “Eco-design e nuovi soluzioni tecno-organizzative per ridurre i materiali tradizionali per l’agricoltura”. Anche a Cremona, in occasione delle Fiere Internazionali della zootecnia, i partner Reinwaste hanno predisposto,

per il 23 ottobre, il workshop “Ridurre i rifiuti non organici: le proposte per lattiero caseario”, diretto ad analizzare le strategie e le soluzioni innovative per la riduzione di rifiuti non organici come film per insilato, reti per rotoballe, imballaggi, a cui interverrà anche un rappresentante delle aziende selezionate su cui è stata attivata la sperimentazione. In occasione di Ecomondo, la fiera di riferimento in Europa per l’innovazione industriale e tecnologica dell’economia circolare, il Comitato tecnico scientifico di Confagricoltura, Federalimentare, ART-ER farà un primo bilancio del progetto Reinwaste il prossimo 5 novembre, a partire dalle 14,30, nella Sala Biobased Industry. nnn


Storie di agricoltura A Rimini presentazione della nuova edizione di New Farmers in onda su TV 2000

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ello stand di Confagricoltura, ad Ecomondo, sarà presentata l’anteprima della quarta edizione del programma televisivo “New Farmers”. Un viaggio per raccontare l’agricoltura e le storie degli imprenditori, che andrà in onda su TV 2000 a partire da gennaio. L’iniziativa è realizzata dal gruppo Icaro di Rimini con la collaborazione tecnico scientifica di Confagricoltura ed è co-finanziata dalla Commissione Ue nell’ambito della Politica Agricola Comune. Il percorso si snoda in dodici

puntate che attraversano tutto il territorio nazionale, toccando diverse realtà e produzioni. Gli imprenditori agricoli, intervistati dalla giornalista Francesca Magnoni, racconteranno le loro storie d’innovazione. Per i telespettatori sarà l’occasione per conoscere la moderna agricoltura, le tipicità agroalimentari con il ricco patrimonio di biodiversità e, soprattutto, per rendersi conto dell’importanza strategica del settore. Questo è proprio l’obiettivo del progetto: creare una relazione di fiducia tra tutti i cittadini europei, agricoltori e non. D’altronde proprio l’agricoltura ha svolto, negli anni, un ruolo cruciale nella costruzione europea. Ma non solo. È stata e continuerà ad essere fattore di coesione nel processo d’integrazione. I benefici che offre la Pac alla comunità vanno evidenziati con chiarezza attraverso azioni positive, come le storie dei dodici protagonisti. Certamente questa politica sostiene gli agricoltori e migliora la produzione agricola, ma ha anche il compito di preservare

le zone e i paesaggi rurali, mantenendo viva l’economia e contribuendo a combattere i cambiamenti climatici e a gestire le risorse naturali. Sono problemi che riguardano tutti. New Farmers si concentrerà su imprenditori innovativi, che praticano prassi sostenibili. Così si conoscerà il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop, si potrà approfondire l’agricoltura sociale nella campagna salernitana, o conoscere l’allevamento sostenibile nell’Alto Mugello e apprezzare il formaggio della transumanza di Campo Imperatore. Puntata dopo puntata si scoprirà il maiale brado dei Monti Sibillini e il Moscato d’Asti Loazzolo Doc nell’oasi WWF, così come il riso Igp del Delta del Po e il latte e i formaggi sostenibili del Parco Agricolo Sud Milano. Parlando di sostenibilità nella Campagna Sabina si conoscerà la rete di piccoli produttori, l’acquacoltura nel Parco Naturale della Valle del Ticino e l’adozione di agrumeti biologici in Calabria. (E.T.) nnn

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FORMAZIONE

a cura di Antonella Torzillo

CORSI ITINERANTI DI CONFAGRICOLTURA, ENAPRA E NETAFIM

Il risparmio idrico

Confagricoltura e Netafim - società multinazionale leader mondiale per sistemi di irrigazione di precisione - avevano siglato un protocollo d’intesa che ha, tra gli obiettivi, il miglioramento della produttività mediante tecniche agronomiche innovative; la realizzazione di programmi di formazione incentrati sulle tecniche di agricoltura di precisione e sull’agricoltura digitale; la creazione di un network di aziende dimostrative, nonché di centri di competenza nazionali e territoriali per dare assistenza alle imprese in materia di tecnologie applicate all’agricoltura. E considerato che la formazione rappresenta uno dei più importanti driver di trasferimento delle conoscenze, per il tramite di Enapra (l’ente di formazione di Confagricoltura), è stato messo a punto un sistema coordinato di iniziative sul territorio. 32 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

Per i prossimi mesi, quindi, è previsto un programma itinerante di corsi sui temi del risparmio idrico organizzati da Enapra, con le sedi territoriali di Confagricoltura e Netafim. “Tali corsi - ha detto Luca Brondelli di Brondello presidente di Enapra - prevedono una parte di aula di mezza giornata e, laddove possibile, una seconda mezza giornata in una azienda agricola che già dispone di si-

stemi innovativi di irrigazione di precisione: insomma un vero e proprio open day. Riteniamo che questi momenti di incontro - ha aggiunto il presidente di Enapra - siano utili per accrescere la consapevolezza che la competitività delle imprese agricole è sempre più legata ai temi dell’innovazione e delle nuove tecnologie digitali applicate, che possono ridurre i costi di produzione migliorando le perfor-

Parola chiave del mese: Innovation Broker L’innovation broker, definito anche “progettista dell’innovazione” agisce come mediatore di innovazione fra soggetti con visioni e procedure diverse (aziende, ricercatori EPR, PA, società civile), aiutandoli a individuare problematiche e proposte innovative di soluzione. E’ una figura professionale emergente a cui si richiede un set multidisciplinare di conoscenze e competenze per supportare, guidare e favorire il trasferimento delle innovazioni e della digitalizzazione nelle imprese agricole.


FORMAZIONE

mance in termini di produttività e di sostenibilità”. Dal canto suo Netafim ha accettato di buon grado la sfida della formazione: “La nostra azienda crede fortemente - ha dichiarato Stefano Ballerini, country manager di Netafim Italia - nella formazione degli agricoltori in merito all’utilizzo delle più moderne tecniche e tecnologie di irrigazione di precisione per assicurare un uso sostenibile della risorsa acqua. I nostri migliori agronomi e tecnici stanno girando l’Italia insieme ad Enapra e Confagricoltura per rendere realtà la nostra missione

“grow more with less”, ovvero “crescere di più con meno”. Con Netafim la collaborazione è a tutto tondo: corsi a catalogo, progettazione di interventi specifici direttamente nelle aziende e, inoltre, collaborazione per la formazione degli operatori delle sedi territoriali di Confagricoltura iscritti al corso per Innovation Broker, tutt’ora in itinere. I primi due partecipati incontri si sono svolti a settembre in Liguria, regione che da sempre è attenta ai temi della digitalizzazione, grazie alla presenza di aziende fortemente innovative. A Santo

Stefano di Magra (SV) e a Sanremo (IM) agricoltori del settore olivicolo, vitivinicolo e delle serre si sono confrontati sui nuovi strumenti e sulle nuove tecniche dell’irrigazione di precisione. Poi l’incontro di Bisceglie, con tantissime aziende dei settori olivicolo, frutticolo e viticolo. I prossimi impegni, a fine ottobre a Oristano e poi a Grottaglie (TA), Mantova (due giornate), Ravenna, Brescia, Alessandria. Le prossime tappe saranno disponibili di volta in volta sul sito internet e sulla pagina facebook di Enapra.

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INNO VA Z IONE A GR OENER GIE

L’azienda agricola, quella industriale e la start up assieme per creare la rete energetica a biomassa innovativa di Paola Castello

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a saggezza popolare sempre attenta al risparmio dice che “Non si butta via niente!”. Ed è proprio vero, soprattutto in agricoltura, come dimostra una delle innovazioni premiate alla prima edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione in Agricoltura, istituito e promosso da Confagricoltura. Si tratta di quella del gruppo Banfi, Avello e Raveri, che si è conquistato una menzione speciale nella categoria Reti e Filiere. “È stato motivo d’orgoglio e di grande soddisfazione ricevere questo riconoscimento nell’ambito di un premio così prestigioso, che valorizza l’innovazione nel settore agricolo e il contributo che gli imprenditori danno su questo fronte. La menzione ricevuta ha accresciuto di molto la nostra visibilità, sia nei confronti dei nostri stakeholder, sia rispetto ai competitor”. Ci ha raccontato Pietro Banfi, titolare dell’azienda Agricola Molino Taverna. Quella di Banfi è un’azienda di lunga tradizione, che nasce dall’amore di un’intera famiglia per la cucina genuina e per la natura. Situata nel Pavese, a Cilavegna, a confine tra Piemonte e Lombardia, in una grande cascina immersa nel verde, l’azienda ha il suo tratto emblematico nel mulino, da

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Mischantus project cui prende il nome, e che simboleggia il tempo che scorre secondo ritmi che rispettano la natura e i suoi cicli. Un’impresa agricola in cui, oltre alla coltivazione di asparagi bianchi, riso e mais, ci sono anche allevamenti di capre, galline, cavalli e suini e si producono formaggi e salumi. Da qualche anno, inoltre, l’azienda ha deciso di aprire anche un agriturismo, in cui è possibile far gustare agli ospiti i prodotti lì coltivati. “È fortissimo il legame con il territorio e le tradizioni, ma altrettanto forte - ci dice Pietro - la spinta a innovare, che prende spunto da esigenze molto concrete”. Come nel caso specifico dell’innovazione per la quale il gruppo Banfi, Avello, Raveri è stato premiato:

Gruppo Banfi, Avello e Raveri menzione al Premio Innovazione produzione di energia pulita e ad impatto zero, attraverso l’utilizzo di coltivazioni a filiera corta di miscanto. Per realizzare tutto questo - ci racconta Banfi - l’azienda si è unita ad altri due partner, DR Energie Rinnovabili - di Lorenzo Avello - (per la parte industriale) e Planeta Renewables srl - di Davide Raveri - (start up di giovani studenti universitari, che si occupa di ricerca e sviluppo nel settore delle coltivazioni energetiche). Dalla collaborazione con queste altre due realtà - concretizzatasi in una


opportunità, dando vita ad un circolo virtuoso, oltre che redditizio. Abbiamo chiesto a Banfi quanto sia stato importante fare rete con altri soggetti. “Nel nostro caso è stato fondamentale, assolutamente determinante per dare vita all’intero progetto e per conseguire i risultati che ci eravamo prefissati. Unire risorse economiche, umane e creative, nonché le diverse competenze è determinante, soprattutto per intraprendere percorsi inesplorati, come in questo caso.” Banfi ci ha rivelato che tra i piani futuri c’è anche quello di sviluppare ulteriormente il progetto e diventare ESCo (Energy Service Company), veri e propri somministratori di servizi energetici per altre aziende. Un obiettivo ambizioso, per il quale, insieme ai loro partner, hanno già iniziato a fare tutti i passi necessari. Infine un consiglio a chi voglia intraprendere un percorso di innovazione: “Occorrono molta determinazione, forza di volontà e pazienza! Perché nel nostro Paese non è semplice, ma se non ci si arrende, superate le prima difficoltà, l’Italia è anche un posto dove ci possono essere delle belle opportunità”. nnn vera e propria rete d’impresa - ha preso vita il “Mischantus project”. Questo era l’obiettivo: produrre energia pulita, a costi contenuti e con un impianto in cui si potessero usare come combustibile scarti agricoli a basso costo o che fossero comunque facilmente reperibili. Il progetto ha previsto quindi la realizzazione di una speciale caldaia che può essere alimentata da biomasse legnose, anche al 70% di umidità, consentendo l’utilizzo, come combustibile, anche di materiale che altrimenti difficilmente potrebbe essere usato. In particolare, ad essere usato come carburante, è il miscanto, una pianta erbacea della famiglia delle graminacee, che generalmente cresce su terreni incolti e degradati,

ma che sempre più spesso oggi è coltivata per la produzione di biocombustibile. Tutto è nato - quindi - dall’esigenza di risparmio per l’approvvigionamento energetico dell’azienda. “E le ricadute positive di questa innovazione sono state immediate e molto al di sopra delle aspettative”, ha proseguito Pietro Banfi, raccontandoci come oltre ad un concreto risparmio economico (l’azienda ha visto un risparmio di 16/17.000 euro annui), il “progetto miscanto” ha dato origine ad una vera e propria filiera produttiva. Le altre aziende agricole della zona circostante hanno iniziato infatti a rifornirsi di biomasse combustibili da loro. Un primo passo in una direzione, quindi, che sta aprendo tante altre

Pietro Banfi

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INNO VA Z IONE SM AR T L AND

A colloquio con Gian Antonio Locatelli di Agt che, nel piacentino, produce il latte per il formaggio, ma anche i piatti che lo conterranno di Elena Gherardi

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ette unità produttive tra Emilia-Romagna e Lombardia per un’estensione di circa 1000 ettari, con 3.500 bovini di razza selezionata che ogni giorno producono circa 500 quintali di latte destinati alla filiera del Grana Padano. Circa una cinquantina di dipendenti, oltre a una serie di collaboratori, un impianto di tre Megawatt e un riciclo virtuoso dei reflui: è l’azienda piacentina Agt di Castelbosco, a Gragnano Trebbiense, che l’imprenditore Gian Antonio Locatelli conduce con la sorella Tina. Questa moderna realtà industriale è stata premiata al 3° posto nella categoria Smart land, smart cities alla la prima edizione del “Premio nazionale per l’innovazione nel settore dell’agricoltura”. L’azienda recupera completamente i 1.500 quintali di sterco prodotti quotidianamente tramutandoli in risorsa al punto da aver realizzato anche vere e proprie produzioni (vasellame, caraffe, ecc.) in Merdacotta, un sistema di lavorazione e cristallizzazione dei liquami che

permette di dare vita a oggetti che possono entrare in contatto con cibi e bevande. Oggetti di cui la stampa nazionale e internazionale ha più volte parlato e che sono anche stati esposti fino al 20 ottobre 2019 nella mostra FOOD: Bigger than the Plate, al Victoria & Albert Museum di Londra. L’iniziativa è stata inserita nelle attività del progetto Museodellamerda che ha sede presso l’azienda. “È recentemente uscito anche un articolo sulla rivista Gambero Rosso dedicato al nostro Museodellamerda e alle nostre produzioni - spiega Locatelli - che ha stimolato l’attenzione del mondo culinario di alta gamma, tanto che siamo stati invitati ad una serie di appuntamenti e mostre. L’alta cucina ha una grande attenzione ai temi del riuso, della sostenibilità e abbiamo venduto parecchi piatti e vasellame in Merdacotta in giro per il mondo. Anche a seguito dell’esposizione londinese, uno dei più grandi cuochi di Londra, esperto di cucina molecolare, ha commissionato per il proprio ristorante i nostri piatti”.

Tutto ha valore 36 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019


Riciclo virtuoso di sterco e reflui per vasi e stoviglie In pratica utilizzate parte dei reflui per lavorali e tramutarli in stoviglie? “Sì è così. Collaboriamo con un artigiano che usa la nostra ricetta brevettata e il nostro prodotto per realizzare vasellame e stoviglie che possono tranquillamene venire a contatto con i cibi. Si tratta di un riuso particolarmente virtuoso perché non solo trasforma in risorsa lo sterco, ma consente di risparmiare anche l’energia che sarebbe necessaria per escavare e lavorare l’argilla e non depaupera il suolo estraendola. Diversi cuochi ci stanno cercando per avere le nostre stoviglie in occasione di eventi e dimostrazioni. Un ristorante stellato del piacentino ha organizzato un evento dimostrativo per giornalisti ed esperti del settore utilizzando come base le nostre stoviglie per le ricette ideate. A seguito del successo riscontrato ha commissionato un servizio da utilizzare nel ristorante”.

Di che volumi parliamo? “Il processo è prettamente artigianale e non contiamo su grandi produzioni, per il momento, ma ciò che conta è che possiamo concettualmente dire che siamo un’azienda a impatto zero. Con i reflui, attraverso l’impianto di biogas, produciamo energia elettrica e concimi organici, riducendo notevolmente anche l’uso dei fertilizzanti di sintesi e, grazie alla valorizzazione della Merdacotta, recuperiamo tutto ciò che viene scartato dal biogas. Uno potrebbe fare il Pua (piano d’utilizzazione agronomica) indicando anche i piatti e il vasellame che ha venduto - aggiunge scherzando. Produrre e preservare, allora, è un binomio possibile? Certo! È anche una scommessa. Come dicevo, persino i nostri piatti sono “salva suolo”. In proposito, i vostri terreni vengono lavorati con tecniche tradizionali? Stiamo convertendoci alla minima lavorazione, stiamo attrezzandoci per avere mezzi nostri e l’obiettivo è arrivare ad avere tutta la superficie in Lombardia a lavorazione minima, mentre in Emilia-Romagna, dove la consistenza dei terreni è mediamente più argillosa, usiamo tecniche di agricoltura conservativa per le colture autunno-

vernine e meno per il mais. Quali sono i prossimi appuntamenti? Saremo a Lucca il 16 novembre per una manifestazione che si chiama “Tempi di recupero week”. E’ un evento globale che coinvolge grandi cuochi in diverse città del pianeta e verte sul riuso del cibo. Hanno pensato che noi potevamo essere i migliori testimonial di questo evento che fa della sostenibilità un gesto quotidiano. nnn Gian Antonio Locatelli

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M APPAMONDO

di Jordan Nash

Guardare in faccia la siccità TROPPE GALLINE IN USA

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esistere alla siccità è possibile? Con il riscaldamento globale, in tutto il mondo si cerca una soluzione che permetta di aumentare la resistenza delle piante coltivate alla mancanza di acqua. La siccità, infatti, è uno stress formidabile perché interrompe la fotosintesi. In Francia i biologi del Cea, la Commissione francese per le energie alternative e l’energia atomica, sembra che l’abbiano trovata. L’acido β-ciclocitrale, una molecola naturale e idrosolubile che rende le piante più forti, consentendo loro di sopravvivere più a lungo all’assenza di acqua. Questo trattamento

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rivoluzionario, sperimentato al momento su Arabidopsis, pomodori, peperoni e piante con fiori ornamentali, ha dato ottimi risultati e, addirittura, quelle di pomodoro sono state più produttive con frutti più grandi. Certo gli esperimenti proseguono e resta da chiarire il meccanismo d’azione di questa molecola, che non sembra corrispondere alle risposte convenzionali delle piante alla siccità, come la chiusura stomatica o l’adattamento osmotico. Andranno anche effettuati esperimenti in campo per confermare il potenziale della molecola su colture di elevato interesse agricolo come i cereali.

Troppe galline che depongono troppe uova mettono a rischio un’economia agricola statunitense già in subbuglio. Se i prezzi si abbassano per i consumatori, per i produttori è un danno: solo nell’ultimo trimestre, infatti, le quotazioni sono scese del 30%. Lo ha segnalato il Wall Street Journal sottolineando come la truppa di ovaiole sia arrivata a 331,4 milioni di capi già all’inizio di settembre. Ma non solo. La guerra commerciale in corso ha fatto crollare la richiesta cinese e gli agricoltori, dovendosi confrontare con un surplus di grano e soia accumulati, hanno aumentato i capi allevati. I suini sono così arrivati, secondo l’USDA, a 77,7 milioni di capi e si registra un eccesso di latte. CINA: IMPORT CARNE DI MAIALE FRANCESE

Per la Cina la carne di maiale è la principale fonte di proteine e il Paese concede autorizzazioni all’esportazione a tutte le regioni del mondo indenni dalla peste suina. Le importazioni cinesi sono una manna per gli allevatori francesi, che mai prima d’ora avevano visto una tale impennata dei prezzi. All’asta di Plérin (Côtes d’Armor), che funge da riferimento nazionale, sono aumentati del 45% arrivando a 1,70 euro al chilo in sei

mesi. In Cina il prezzo della carne è aumentato dell’80% in un anno e le esportazioni francesi in Cina sono passate da 1,8 milioni di tonnellate nel 2018 a 2,6 milioni di tonnellate nel 2019.


Usa: coltivare nei terreni allagati

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e la mancanza di acqua è dannosa Gli agricoltori tedeschi per le colture, il dell’Associazione dei suo eccesso è altrettanto piccoli agricoltori (Abl) grave. Esistono piante in e all’Associazione dei grado di crescere su terproduttori di latte (Bdm) reni allagati? Un team di hanno bloccato con i loro ricercatori americani ha trattori il porto di Brake confrontato le risposte (Unterweser), il più grangenetiche di quattro spede snodo di importazione misure di protezione con- cie di piante: un pomodella Germania per mangimi e cereali. Questa pro- tro i cambiamenti climatici doro selvatico adattato a un ambiente secco, una testa è nata, come riporta ed esortare il governo a bloccare l’accordo di libe- coltura di pomodori, la rassegna della stampa erba medica e riso. Gli ro scambio tra l’Unione estera di Agrapress, per sottolineare la necessità di europea e i Paesi del Mer- esperimenti sull’immersione del riso sono stati cosur (Brasile, Argentina, garantire agli agricoltori condotti presso il Center Paraguay e Uruguay). di tutto il mondo efficaci for Plant Cell Biology dell’Università della BREXIT VERDE INSODDISFACENTE California a Riverside, Gli agricoltori britanniesportazioni. Addirittura quelli sui pomodori ci avrebbero voluto un si teme che il cambiamenpresso il Dipartimento secondo referendum to metterà fuori mercato di biologia vegetale di sull’uscita dall’Unione un quarto delle aziende Davis e quelli sull’erba Europea e il motivo è che agricole. La promessa di medica presso la Emory quando non avranno più una “Brexit verde” non la politica agricola comune soddisfa, perché, come af- University di Atlanta. I dell’UE a sostenerli, doferma la National Farmers vranno affrontare profondi Union “ignora la producambiamenti; per non zione alimentare”, per cui parlare di tutti gli accordi gli agricoltori verrebbero commerciali da rinegozia- pagati esclusivamente per re e le tariffe doganali che i loro servizi “agroambienmetteranno in pericolo la tali” e non riceverebbero competitività delle loro più aiuti diretti. AGRICOLTORI TEDESCHI IN PIAZZA PER CAMBIAMENTO CLIMA

risultati, pubblicati sulla rivista Science, sono promettenti. Quando le piante di riso vengono sommerse, si attivano numerosi geni per consentire alla pianta di sopravvivere e crescere. Le prime cellule a reagire sono quelle situate alle estremità delle radici, poi quelle nei germogli. I ricercatori hanno dimostrato, in dettaglio, l’attivazione genica in risposta all’immersione. “Speriamo di poter trarre vantaggio da ciò che abbiamo appreso sul riso - ha detto Julia Bailey-Serres, professore di genetica alla University of California Riverside - per attivare questi geni in altre specie e renderle resistenti alle inondazioni”.

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AT T UALI TÀ S CEN ARI

Syngenta sui social media per la Giornata dell’Alimentazione. Sette video per raccontare il domani alimentare di Claudio Costantino

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a qui a dieci anni, come vedi il cibo del futuro? È la domanda che Syngenta ha posto a sette protagonisti della filiera agroalimentare per contribuire a richiamare l’attenzione sulla necessità di garantire cibo a sufficienza per sfamare una popolazione sempre in aumento, a fronte di una crescente scarsità di risorse. L’iniziativa è stata pensata in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2019 (World Food Day) della FAO. Syngenta ha deciso di coinvolgere alcuni tra i principali attori della filiera per delineare assieme il futuro del cibo, a conferma della profonda convinzione che solo unendo le forze si possano raggiungere risultati concreti e tali da indirizzare il futuro verso un reale e concreto cambiamento sostenibile. E così sette clip video, sono state pubblicate sui canali Facebook e Twitter dell’azienda, scandendo, giorno dopo giorno, un percorso di avvicinamento settimanale (road to) alla data del 16 ottobre. “Stiamo già lavorando al cibo che mangeremo tra dieci anni ha ricordato l’amministratore delegato di Syngenta Italia, Riccardo Vanelli, nel suo contributo video -. Come sarà il cibo

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del futuro? Sarà innovativo! Ma tra dieci anni, quando ne parleremo, ci troveremo probabilmente a chiamarlo con orgoglio ‘il cibo della nostra tradizione’. Perché, in fondo, ogni tradizione altro non è che un’innovazione che ha avuto successo”. “Il mio auspicio - ha detto l’AD di Gruppo VéGé, Giorgio Santambrogio - è che in futuro il rapporto con il cibo sia figlio anche di una scelta di sostenibilità quindi di responsabilità sociale complessiva verso il mondo”. Tra le testimonianze anche quella dell’imprenditrice e dirigente di Confagricoltura Deborah

Piovan, che ha osservato: “Se la società si fa carico con responsabilità di star vicina agli agricoltori e alla filiera agroalimentare e ci rendiamo conto che il cibo del futuro è frutto delle scelte della società di oggi credo che impareremmo a produrre di più e meglio, con meno”. Giusto ragionare sul food del futuro, che è già presente, anche davanti ai fornelli. “C’è sempre più - ha spiegato lo chef stellato Claudio Sadler - un pubblico ampio che ha voglia di cibo più naturale, sostenibile, anche con più gusto, quindi con un attenzione per quello che è, diciamo,


Obiettivo primario Syngenta è lavorare con agricoltori per qualità e sostenibilità

Il futuro a tavola

la ‘naturalezza’ delle colture”. “Cibo e futuro, due belle parole empatiche, che cosa significano? - si è chiesto il direttore marketing di Bonduelle Italia Laura Bettazzoli -. Nei prossimi dieci anni non pensiamo che ci sia uno stravolgimento, una rivoluzione, ma un’evoluzione. Più consumi di vegetali, più sostenibilità e inclusività. Perché penso che tutti noi sperimentiamo l’amicizia a tavola”. “Il cibo del futuro prima di tutto - ha rilevato il tecnologo alimentare e nutrizionista Giorgio Donegani - lo voglio vedere accessibile, disponibile anche a quella troppo grande parte dell’umanità che ancora soffre di carenze nutrizionali ed insufficiente

alimentazione. Oggi abbiamo i mezzi tecnologici, scientifici, tecnici per garantire (se utilizzati al meglio) cibo sano, buono e finalmente sufficiente per tutti”. “Il cibo del futuro negli anni 70 - ha rimembrato il divulgatore scientifico Antonio Pascale - lo si immaginava come pillole e, invece, fortunatamente ci si sbagliava perché il cibo del futuro sarà uguale a quello che oggi conosciamo, soltanto che sarà di sicuro più gustoso, più giusto e più sostenibile”. “Il cibo - ha immaginato il direttore generale di Unione Italiana Food Mario Piccialuti - sarà non

troppo elaborato, sia che si vada al ristorante, sia che si compri un prodotto confezionato, con una lista corta degli ingredienti e delle pietanze che riportino un po’ alla storia, all’origine del cibo, e sicuramente sarà consumato con la consapevolezza di sapere ciò che si mangia”. “Abbiamo scelto di supportare la campagna della FAO perché riconosciamo di svolgere un ruolo chiave all’interno della filiera, perseguendo l’obiettivo di nutrire una popolazione mondiale in continua crescita, prendendoci cura del nostro Pianeta - ha dichiarato Riccardo Vanelli -. Il nostro obiettivo primario è quello di lavorare al fianco degli agricoltori nel garantire qualità e sostenibilità. Per far questo abbiamo scelto di accelerare ancora di più la nostra innovazione, per migliorare ulteriormente i metodi di coltivazione e protezione dei raccolti e a trovare soluzioni volte a rispondere alle sfide ambientali, sociali ed economiche, sempre più interconnesse, garantendo in questo modo un cibo sicuro e sostenibile”. Questi sono anche gli obiettivi alla base della new vision di Syngenta, formalizzata dopo un lungo processo di consultazione a livello globale che ha coinvolto oltre trecento stakeholder della filiera agroalimentare per determinare le priorità che deve avere l’agricoltura del futuro. nnn

Riccardo Vanelli, AD Syngenta Italia OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 41


AT T U A L I TÀ V I T I C O LT U R A

Confagri Veneto partner del Gruppo Operativo Rovitis 4.0 per sperimentare robot semovente per i trattamenti fitosanitari nei vigneti di Francesco Meneghetti

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onfagricoltura Veneto, le aziende agricole Pantano e Terre Grosse, l’Università di Maribor e quella di Padova-Cirve, CREA (Centro di Ricerca in Viticoltura ed Enologia di Conegliano), CET Electronics e Energreen srl, sono partner del Gruppo Operativo Rovitis 4.0, finanziato dal PSR Veneto (misura 16.1-16.2). La misura 16 del PSR ha come obiettivo stimolare l’innovazione e la cooperazione nelle aree rurali, migliorare la competitività delle aziende agricole, perseguire gli obiettivi agro-climatici ambientali e favorire la diversificazione e lo sviluppo di piccole imprese. In particolare, il progetto del Gruppo Operativo Rovitis 4.0 vuole dimostrare la fattibilità, l’efficacia e la sostenibilità economica e ambientale di una particolare gestione robotizzata del vigneto. Questa gestione

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Robot tra i filari sarà in grado di ottimizzare le risorse e ridurre i costi di produzione delle uve anche per aziende di dimensioni inferiori a 20 ettari, minimizzare l’impat-

to ambientale, grazie ad un uso razionale e mirato dei prodotti fitosanitari, e ridurre i rischi per la salute degli operatori nelle pratiche agricole risolvendo an-


che una serie di problemi relativi alla sicurezza degli operatori in campo. “Il progetto - spiega il direttore del Centro di ricerca Viticoltu-

ra ed Enologia di Conegliano, Riccardo Velasco - si propone di realizzare un prototipo di robot semovente, da utilizzare per l’esecuzione dei trattamenti

fitosanitari in vigneto in maniera automatizzata. Attualmente sono state progettate e sono in corso di sviluppo le componenti hardware e software necessarie per il funzionamento autonomo dell’attrezzatura. Una parte è già stata montata sul robot per una prima valutazione del comportamento in vigneto; altre parti sono da completare in modo da consentire un controllo ottimale nell’esecuzione dei trattamenti”. “Il CREA - fa presente il ricercatore Alessandro Zanzotto - partecipa con due centri di ricerca: quello di Viticoltura ed Enologia di Conegliano (TV) e quello di Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari di Monterotondo (Roma). Il primo centro si occuperà di valutare l’efficacia protettiva nelle principali malattie crittogamiche (peronospora) in una parcella trattata con il robot sviluppato dai partner di progetto, a confronto con una parcella trattata con attrezzatura tradizionale (atomizzatore). Il secondo invece valuterà l’efficacia della qualità di distribuzione delle miscele anticrittogamiche sulla chioma delle parcelle trattate, con lo scopo di renderla la migliore possibile. Le prove verranno svolte nel 2020 presso i vigneti delle due aziende venete partner, una a conduzione biologica ed una convenzionale”. Il CIRVE si occuperà di valutare gli aspetti economici nell’utilizzo del robot a confronto con l’attrezzatura tradizionale per la distribuzione dei fitofarmaci in vigneto; ma in futuro si prospettano anche altre applicazioni, quali lo sfalcio dell’erba e la lavorazione sottofila. nnn OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 43


AT T U A L I TÀ V I T I C O LT U R A

Vino, latte ed

L’impresa familiare Cobelli nel Mantovano è esempio perfetto di pluralità di filiere di Nicola Artoni

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oniugare l’allevamento di vacche da latte con la produzione vitivinicola? Si può fare, grazie a passione e determinazione e all’aiuto delle più moderne tecnologie. Arroccata sulle splendide colline moreniche, a Bande di Cavriana, c’è l’azienda agricola Cobelli, esempio perfetto di pluralità di filiere. Qui lavorano ogni giorno Silvano, Marco e Ottavio, guidati sapientemente anche da papà Angelo e dallo zio Lorenzo, che hanno deciso di abbinare ai quattro ettari di vigneto di proprietà anche una stalla con circa 110 capi in mungitura: “Le aziende di questa zona - spiega Silvano Cobelli - nel passato portavano avanti il doppio indirizzo, affiancando la zootecnia alla produzione vitivinicola. Il motivo? Fino alla metà degli anni ‘70 qui non arrivava l’acqua, la zona era depressa e la vite era l’unica coltura possibile. A partire dal 1975 poi

Innovazioni e robot per un’azienda aperta al nuovo i sistemi di irrigazione arrivarono anche in collina, ma mentre quasi tutti decidevano di abbandonare l’allevamento, noi abbiamo proseguito con entrambe le strade”. L’azienda Cobelli è conosciuta da tutti come “Vini Bastià”. Il nome deriva dal bisnonno Sebastiano che già nel 1800 produceva e vendeva vino. Nel 1995 è stata rifatta a fondo la cantina, poi ampliata ulteriormente nel 2005, con sala degustazione e stoccaggio vino: “I nostri vini - prosegue Silvano - ci danno grandi soddisfazioni. Coltiviamo 4 ettari di vigneto, con varietà come Merlot, Cabernet Sauvignon e Chardonnay, fino ad arrivare alle specialità come il Roccolo, con uve selezionate del vicino Monte


energia

dove da inizio luglio sono attivi due robot di mungitura, che contribuiscono notevolmente al Silvano Cobelli benessere degli animali e a quello di chi li alleva: “È stato un investimento importante, sostenuto dal razioni. Siamo molto soddisfatti, Psr regionale, che abbiamo fatto la produzione ora è sui 36-37 kg anche pensando alle future gene- di media per vacca, ma puntiamo ad aumentare, dato che siamo partiti nei mesi più caldi”. CREA STUDIA IL MAL DELL’ESCA Accanto ai robot di mungitura Per contrastare il mal dell’esca - anche un innovativo robot spingi patologia che sta provocando im- foraggio con coclea, in grado di portanti danni alla viticoltura - il miscelare continuamente la raCREA ha realizzato la prima banca zione degli animali. Il tutto senza dati composta da funghi prove- dimenticare la sostenibilità enernienti da piante sane e da piante getica: sulla stalla è attivo un immalate. Per la prima volta sono pianto fotovoltaico da 40 kw (il stati individuati e caratterizzati an- primo realizzato nella zona), due che i virus che infettano i funghi. terzi dei quali sono utilizzati per Ne è emerso che il fungo, dopo esser stato contagiato dal virus, è meno le esigenze dell’azienda. Il prossivirulento e può, in alcuni casi, essere usato a sua volta come agente di mo passo sarà quello di installare controllo biologico per il mal dell’esca. Anche alcuni funghi provenienti impianti di accumulo, in modo dalle piante sane sono testati come agenti di biocontrollo ed i ricercatori da azzerare del tutto la bolletta della luce. nnn del CREA ne stanno sperimentando e valutando l’efficacia in pianta. Roccolo, o il Sebastiano Passito del vitigno Tocai, a dimora dal 1955. Abbiamo fatto importanti investimenti, acquistando tramite l’Ocm Vino una nuova pressa pneumatica e una pigia diraspatrice, ma in futuro puntiamo a rinnovare anche tutta la zona assaggi”. Ma l’innovazione non si ferma in vigneto e arriva dritta in stalla,

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AT T U ALI TÀ T ER R I T OR IO

Vivaismo 4.0 Convegno a Pistoia su innovazione con l’assessore Remaschi Giansanti e Postorino. In primo piano le eccellenze aziendali di Gabriella Bechi

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nnovazione, sostenibilità e nuovi mercati sono oggi i temi centrali per il florovivaismo e l’agricoltura 4.0, la terza rivoluzione agricola dopo la meccanizzazione e la chimica, deve essere il mantra per noi agricoltori degli anni a venire. Dobbiamo, quindi, chiedere alle Istituzioni di essere

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accompagnati in questa transizione tecnologica”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nel suo intervento all’incontro “ConfAgri-Coltura Innovativa - generazione 4.0”, che si è svolto a Pistoia il 4 ottobre scorso. Incontro che si è aperto con l’introduzione del presidente di Confagricoltura Pistoia Roberto Orlandini e dal sindaco della città Alessandro Tomasi. Un distretto quello pistoiese che, come ha ricordato l’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi, con 6.000 ettari di superficie coltivata, 1.452 aziende vivaistica, 12.000 addetti, un fatturato di 700 milioni di euro ed un mercato che vanta 56 Paesi del mondo è il più importante d’Europa. “Mai come oggi che si discute di green new deal e di smart cities, il florovivaismo è all’avanguardia - ha sottolineato Giansanti -. Il ruolo che il verde potrà svolgere

nelle grandi città apre una nuova era per il settore, che porterà benefici a tutta la popolazione”. Hanno preso parte al dibattito i vertici del distretto vivaistico pistoiese, il presidente Francesco Mati e Luca Magazzini, presidente dell’Associazione vivaisti italiani; il prof. Marco Vieri, accademico dei Georgofili e docente di Scienze e tecnologie agrarie e Viticoltura ed enologia dell’Università di Firenze; Domenico Prisa, ricercatore dell’unità di Pescia del Centro ricerche CreaOf per colture ortive e ornamentali e l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni. L’incontro è stato preceduto da una visita del presidente Giansanti e del direttore generale Francesco Postorino a quattro aziende associate, che costituiscono delle vere eccellenze dell’agricoltura pistoiese. La Innocenti & Mangoni Piante, azienda innovativa che produce 2 milioni di piante ornamentali di circa 1500 varietà e tipologie su 300 ettari, con cicli produttivi da 3 a 7 anni, esportando il 95% della produzione. Poi è stata la volta delle Cantine Bonacchi: 3 milioni di bottiglie prodotte ogni anno su circa 90 ettari se si considerano, oltre ai 40 ettari di Chianti Montalbano, i siti produttivi a Montalcino e a Castelnuovo Berardenga. La terza tappa è stata all’azienda leader del distretto: la Vannucci Piante, che ha tra i punti di forza la capacità di diversificare l’offerta a seconda del cliente e del Paese di riferimento. Con i suoi 560 ettari traina il mercato del 40% delle aziende vivaistiche locali, dando occupazione a più di 400 persone. In catalogo oltre 3000 varietà e tipologie di piante. La voce export, verso 60 paesi, vale il 98% del fatturato. Infine, Giansanti e Postorino hanno visitato l’azienda Mati 1909, tra le più attive nel ricercare modelli aziendali contemporanei e sostenibili e specializzata nella progettazione di spazi verdi. nnn


SimonPietro Felice, il prefetto Enrico Caterino, Andrea Betti ed Eugenia Bergamaschi

L’appuntamento di Confagri Ravenna. La cantina dedicata a Leonardo da Vinci nucleo vitale di sperimentazione enoica di Barbara Bertuzzi

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è un angolo di storia dell’agricoltura sul colle di Persolino, a tre chilometri da Faenza, nel Ravennate. Qui, dove nel 1885 lo scienziato Lodovico Caldesi costruì la Scuola di pratica agricola, svetta l’Istituto professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente. Un luogo che è stato scelto da Confagricoltura Ravenna per celebrare la 22a edizione di ‘Cancelli Aperti’ e rimarcare l’importanza della formazione in agricoltura e che ora si accinge a diventare qualcosa in più, come annunciato nell’occasione alla presenza del prefetto di Ravenna Enrico Caterino, il presidente di Caviro Carlo Dalmonte, insieme al direttore generale SimonPietro Felice e la presidente regionale di Confagricoltura Eugenia Bergamaschi. Infatti la cantina dell’Istituto Persolino porterà il nome di Leonardo da Vinci, straordinario genio del Rinascimento con la passione per la viticoltura e il vino, aderendo così al progetto di Caviro che intende valorizzare i metodi di vinificazione avviati dall’artista. Il gruppo faentino trasferirà parte della sua sperimenta-

Cancelli aperti a Ravenna zione e ricerca nella cantina, che trasforma ogni anno le uve prodotte nei vigneti ‘scolastici’, anche grazie all’attività degli alunni. Si è poi tenuto il convegno su ‘Competitività dell’agricoltura romagnola e prospettive di mercato’, nell’intento di tracciare la nuova road map dell’agricoltura, “perché - ha spiegato il presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti - è cambiato sia il modo di produrre attraverso tecniche agronomiche all’avanguardia, sia l’utilizzo delle cosiddette “buone pratiche” a tutela dei lavoratori, delle comunità locali e dell’ambiente. E saranno proprio le prassi di welfare aziendale e territoriale a fare la differenza in termini di reputazione del prodotto, o brand reputation, se si vuole puntare poi a una migliore valorizzazione sul mercato. Quindi il futuro ruoterà attorno a tre principi cardine: competitività aziendale, eco-sostenibilità e innovazione di processo

e di prodotto”. Si è parlato quindi dell’andamento delle produzioni. “La flessione nell’export di nettarine e di vino sfuso dalla Romagna discende da un trend negativo di mercato che ha interessato il settore a livello nazionale da diversi anni: si pensi che dal 2008 l’export di pesche e nettarine italiane è diminuito in volume di oltre il 50%, mentre quello di vino sfuso di più del 20%”, ha sottolineato Denis Pantini, direttore Agroalimentare Nomisma. Quale strada dunque per gli agro-imprenditori romagnoli? È indispensabile individuare nuove strategie di valorizzazione e differenziazione delle produzioni agroalimentari romagnole. Ha concluso il presidente Betti: “La Romagna può rinnovare la sua carta d’identità puntando su vini e frutta di qualità dall’alto valore aggiunto, operando in forma aggregata per acquisire sempre più quote nell’universo dei mercati emergenti”. nnn OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 47


ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO FRIULI V.G. THURN VALSASSINA PRESIDENTE

di Alessandra Porro

INCONTRO DI CONFAGRICOLTURA BRESCIA

Patto agricoltura-città Philip Thurn Valsassina è il nuovo presidente di Confagricoltura Friuli Venezia Giulia. Imprenditore agricolo a Ziracco di Remanzacco, 41 anni, gestisce un’azienda familiare con 150 ettari investiti a seminativo. Laureato in Economia delle Istituzioni e dei mercati finanziari alla Bocconi di Milano, dal 2001 è impegnato in Confagricoltura nell’associazione giovanile, in quella provinciale di Udine e in quella regionale. È anche vice presidente della coop cerealicola “Torre Natisone” e membro della Deputazione del Consorzio di bonifica Pianura Isontina. Attenzione alla sostenibilità, tecnologie di precisione e collaborazione con istituti di ricerca tra gli obiettivi principali del presidente, oltre ad una “burocrazia a km 0”. Lo affiancano i consiglieri: Claudio Cressati e Nicolò Panciera di Zoppola (vicepresidenti); Cristina Cigolotti, Carlo Comis, Carlo Ferrato di Sbrojavacca, Giovanni Giavedoni, Gian Riccardo Napolitano, Tommaso Pace Perusini di Strassoldo, Piergiovanni Pistoni, Michelangelo Tombacco, Carlantonio Turco e Daniele Vendrame. 48 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

Avviare un dialogo con le Istituzioni locali sui temi di attualità per il mondo agricolo, per un proficuo confronto finalizzato ad individuare le migliori soluzioni per le imprese e per la collettività. È stato questo l’obiettivo dell’incontro “Agricoltura in Comune - Verso un patto tra imprese agricole e cittadini”, promosso da Confagricoltura Brescia, che ha visto la partecipazione di più di sessanta sindaci della pianura bresciana, riuniti dall’Organizzazione all’Istituto Pastori di Brescia. È stato affrontato il tema della sostenibilità ambientale. Agricoltura di precisione, gestione digitalizzata degli allevamenti, investimenti per il benessere animale, irrigazione ‘intelligente’, sottolineando lo straordinario impegno delle nostre imprese per coniugare la sostenibilità economica con la salvaguardia delle risorse naturali che sono il nostro primo elemento produttivo. Con l’obiettivo di coniugare impresa e ambiente - ha detto ancora Garbelli - abbiamo sin da subito creduto fortemente nella bioeconomia e nell’economia circolare. L’impegno sulle agroenergie ci ha visto protagonisti come pionieri”.In questo contesto, Confagricoltura Brescia vuole aprire un dialogo continuo con le amministrazioni territoriali su temi come il riutilizzo a scopo

agronomico degli effluenti zootecnici per la fertilizzazione delle colture, la gestione dell’acqua ed in particolare del reticolo idrico minore, la tutela del sistema agricolo all’interno della pianificazione del territorio, la qualità dell’aria, il contenimento della fauna selvatica, le tariffe Tari per gli agriturismi, gli oneri di urbanizzazione per le imprese agricole di nuova costituzione. “Da qui la necessità di armonizzare politiche agricole di settore e politiche territoriali in modo tale che gli obiettivi specifici di ciascuna non generino effetti contrastanti, ma si sostengano reciprocamente, muovendosi nella medesima direzione”. Secondo Confagricoltura Brescia, dare centralità all’impresa agricola significa: tutelarne le potenzialità produttive evitando la destinazione ad usi extra agricoli di suoli a coltura specializzata; garantire distanze adeguate tra le aree di espansione residenziale ed industriale e gli edifici destinati ad attività agricole; porre massima attenzione ad eventuali insediamenti nelle aree agricole di destinazioni extra agricole; contenere il consumo di suolo libero mediante la “rigenerazione urbana” ed il recupero di aree dismesse o compromesse; favorire gli accorpamenti aziendali, le ristrutturazioni e gli ampliamenti delle imprese.


CONFAGRI UMBRIA IN VISTA DELLE ELEZIONI

RAGUSA VITTORIA UNITA

Modello di sviluppo

Si è parlato di occupazione, sostenibilità ambientale, ma anche economica, per gli agricoltori al convegno organizzato da Confagricoltura Umbria che si è tenuto a Foligno, insieme ad un folto pubblico di imprenditori ed operatori di settore, con i candidati alla presidenza della Regione Umbria Donatella Tesei e Vincenzo Bianconi, per un confronto tra le esigenze del settore e le possibili soluzioni da condividere in vista delle elezioni di ottobre. Presenti anche il Sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, l’assessore regionale uscente all’Agricoltura, Fernanda Cecchini, il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, l’umbro Filippo Gallinella, insieme al presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e al presidente regionale Fabio Rossi. Il modello di sviluppo per la nostra agricoltura - ha detto Fabio Rossi - deve consentire ai nostri agricoltori di far rimanere in azienda parte del valore aggiunto che si crea lungo la filiera agroalimentare, il che significa anche che dobbiamo favorire un’innovazione di prodotto e di processo nel settore. Dobbiamo tenere conto di questo nella prossima programmazione della PAC 2021/2027. Altro tema centrale di questo nuovo modello a

cui tendere - ha proseguito Rossiriguarda la salute e la sicurezza sul lavoro che non sono più solo un obbligo normativo, ma una condizione indispensabile per la commercializzazione dei prodotti. Le multinazionali che acquistano nella nostra regione controllano direttamente il rispetto delle regole di sicurezza e pretendono un monitoraggio continuo.” Su questo Confagricoltura, con oltre il 60% delle deleghe in Umbria, lavora continuamente per supportare le aziende nel rispetto delle norme e favorire condizioni dignitose di lavoro per gli addetti. Rossi ha ricordato poi l’emergenza dovuta ai danni da fauna selvatica: su questo argomento ha anche ricordato la diffida che la stessa Confagricoltura ha inviato alla Regione per l’applicazione adeguata della legge 17 del 2009. “Non possiamo più operare per risolvere le urgenze - ha detto il presidente nazionale Giansanti - ma avendo a monte una strategia che favorisca le imprese nella loro ricerca di competitività. La Pac non deve essere considerata un sussidio, ma una politica programmatica di sostegno alle imprese - ha concluso -. Occorre creare un modello di settore che porti alla sostenibilità ambientale ed economica per i nostri agricoltori”.

A Ragusa è nato “Vittoria Unita”, un comitato apolitico e apartitico costituito da associazioni, cittadini, uomini e donne che hanno a cuore la sorte di Vittoria aiutandola a riprendere il cammino della crescita economica, dello sviluppo e dell’innovazione, del ripristino dei servizi, ma anche dello scambio interculturale e sociale, della rinascita e del diritto di parola. Un interlocutore sano e rappresentativo delle forze propositive, con i commissari straordinari che attualmente amministrano la città. Tra i promotori del neo comitato, Confagricoltura Ragusa, nella persona del suo presidente, Antonino Pirrè: “Un contributo doveroso a una richiesta di dialogo sano e costruttivo che, come organizzazione di categoria, rivendichiamo - ha sottolineato -. Un comitato che nasce, in maniera laica e trasversale, aperta e priva di qualsiasi fine politico, in una fase delicata e straordinaria della città di Vittoria. C’è da ricostruire un terreno di confronto pubblico e volto alla soluzione dei problemi”. OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 49


EPS Ente Produttori Selvaggina

di Landolfo di Napoli

CORRETTA GESTIONE DELLA FAUNA SELVATICA

Caccia e biodiversità Ogni anno in Italia la ripresa dell’attività venatoria è accompagnata da proteste accese da una parte del mondo ambientalista. In altri Paesi, dove forse sono ben più sensibili ed impegnati di noi sulle tematiche eco-sostenibili, la situazione appare ben diversa. È evidente come in Italia non sempre si abbia piena conoscenza della materia, tanto da contrastare anche le più elementari regole scientifiche in grado d’assicurare e garantire l’armonica convivenza delle varie specie. Basti considerare l’avversione manifestata da diverse associazioni animaliste all’individuazione delle non più rinviabili forme di contenimento e riduzione della pressione degli ungulati ed in particolare dei cinghiali. Malgrado sia sotto gli occhi di tutti che i cinghiali non solo rappresentano (con i danni che arrecano alle colture) una grave limitazione all’attività agricola, ma anche (considerata la loro costante la presenza in aree urbane) un serio pericolo all’incolumità della popolazione. Le stime dell’ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca animale) parlano - per assoluto difetto essendo solo stime approssimative - di ben oltre un milione di esemplari in cui continuo incremento, anche in aree dove a memoria d’uomo non sono da secoli presenti. Ciò è favorito, in assenza di misure di contrasto, dal crescente abbandono delle aree marginali, dall’aumento delle aree boscose in cui tali soggetti tradizionalmente vivono, dall’incontrollata urbanizzazione e alla conseguente abbondanza di cibo, e infine dalla diminuzione dei predatori naturali e delle specie antagoniste. 50 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

L’incontrollata presenza non solo è motivo d incidenti stradali e di danni alle coltivazioni, ma può diventare causa della diffusione di malattie come la peste suina e la peste suina africana, letali per maiali e cinghiali, con conseguenti incalcolabili danni economici per l’intera filiera suina e non solo.

In Cina, un’epidemia di peste suina africana è, ad esempio, causa dell’attuale penuria di carne, a seguito dell’abbattimento di milioni di esemplari, mentre in Polonia per lo stesso motivo si sta pensando di eliminare tutti gli esemplari selvatici. In Belgio, poi, l’accertata pre-


senza del virus, oltre ad aver reso necessario l’abbattimento di diverse migliaia di suini, ha indotto le autorità veterinarie a recintare - con costi elevatissimi a carico della popolazione - sempre più vaste aree del territorio nella speranza, ma non nella cer-

tezza, d’arrestarne la diffusione. In Italia siamo ancora per fortuna immuni da queste malattie, ma abbiamo confini (soprattutto verso Est) facilmente vulnerabili e sempre più minacciati. A fronte di ciò purtroppo si rischia di avere una vigilanza ed una capacità di reazione sicur amente non all’altezza della situazione. Una corretta gestione della fauna come nel caso della popolazione di ungulati selvatici - non può prescindere dall’adozione di serie puntuali ed efficaci azioni di monitoraggio, di sorveglianza epidemiologica, di contenimento della popolazione. Azioni che non possono prescindere dall’abbattimento dei capi in soprannumero rispetto alle potenzialità dei territori. La cattura ed il trasferimento - come da molte parti viene semplicemente proposto - di soggetti da un’area densamente popolata ad un’area che non lo è, non solo non risolve in modo duraturo il problema nelle aree ad alta concentrazione, ma lo trasferisce in quelle

ancora vergini innescando un pericoloso circolo vizioso. Sostenere il contrario è un po’ come sostenere che i boschi - ancorché nel rispetto delle tecniche forestali - non vadano gestiti e quindi tagliati o che la piante malate non vadano estirpate e distrutte in modo da evitare la diffusione delle patologie. L’evoluzione delle conoscenze scientifiche dice invece che un taglio, se ben realizzato, non depaupera i boschi, ma fornisce alla massa arborea - altrimenti destinata ad una progressivo ed inarrestabile decadimento - nuova linfa e nuovo vigore. E dice pure che l’estirpazione delle piante malate rende se non impossibile almeno estremamente improbabile la diffusione delle patologie, così come il contenimento della fauna entro indici di sostenibilità territoriale ne favorisce la presenza e la sanità. È l’assenza di interventi di gestione che produce, come naturale conseguenza, danni enormi. L’incontrollata proliferazione di soggetti rappresenta, sia per la fauna sia per la flora, un pericoloso elemento di decadimento qualitativo e in generale una altrettanto pericolosa riduzione della biodiversità. Auspicabile è quindi che l’approccio alle problematica ambientali sia realizzato secondo canoni scientifici La flora e la fauna selvatiche non devono essere tutelate a prescindere, ma devono essere gestite nel rispetto di principi scientifici, superando quei momenti di bieca faziosità che sono causa di danni irreparabili proprio a ciò che si vuole proteggere. OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 51


CAMPI ROSA

di Elisabetta Tufarelli

AUDIZIONE ALLA CAMERA DI AGRINSIEME

Percorsi guidati per le imprenditrici

Oddi Baglioni con l’on. Spena

Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, è intervenuta, come rappresentante di Agrinsieme, all’audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera, nell’ambito della discussione sulle misure per il lavoro e per l’imprenditoria femminile in agricoltura. In tale sede è stata favorevolmente accolta l’iniziativa parlamentare volta a ricostituire, presso il Mipaaf - così

come sollecitato da Confagri Donna - l’Osservatorio per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura (ONILFA). “L’Osservatorio, oltre a studiare norme e linee di intervento - ha detto - dovrà mettere a disposizione delle imprenditrici, percorsi guidati per accedere ai finanziamenti, informazioni sui bandi, soluzioni per problemi di carattere procedurale e un punto di contatto con i competenti uffici di Regioni e Province autonome, nonché strumenti che consentano di mettere a frutto le esperienze e le conoscenze delle agricoltrici italiane, rapportandole con quelle europee a quelle dei Paesi in via di sviluppo. L’ONILFA dovrà pure studiare e sollecitare provvedimenti adeguati relativi alle future politiche di sviluppo rurale e strutturali”.

CONFAGRICOLTURA DONNA TOSCANA si è costituita a luglio ed ha sede presso l’Unione Agricoltori di Siena. Ha tenuto il primo Consiglio Direttivo, guidato dalla presidente Emilia Nardi e dalla vicepresidente Tiziana Fineschi, in cui si è discusso dell’azione sindacale, con l’obiettivo di diventare punto di riferimento regionale per le agricoltrici. “La nostra associazione si propone di riunire le donne, di farle parlare, anche perché l’imprenditoria femminile ha delle differenze e delle problematiche diNardi e Fineschi verse da quelle dell’imprenditoria generale - ha sottolineato la presidente Nardi -. Non ci rivolgiamo solo all’imprenditoria di alto livello, quella delle grandi proprietà, ma anche alle piccole realtà. Quando si parla del territorio senese si parla quasi sempre di vino; noi, invece, vogliamo andare a esplorare anche il comparto cerealicolo e quello dell’ortofrutta: l’agricoltura a tutto tondo”. 52 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

IL GIOCO DELLA FRUTTA

Per il quarto anno consecutivo Confagricoltura Donna Emilia Romagna e Confagricoltura Bologna hanno partecipato alla manifestazione della Komen Italia per la lotta ai tumori del seno, prendendo parte anche alla tradizionale corsa. Al Villaggio di Race for the Cure hanno pure fatto conoscere, in modo giocoso, i frutti della terra ai bambini, grazie ai precetti di Rosanna Scipioni, presidente regionale di Confagri Donna e di Moreno Morisi, produttore di ortofrutta a Bentivoglio (BO), con il contributo della nutrizionista Rosa Anna Iorio. «Continua l’impegno in tema di educazione alimentare e di salute della donna, con il simbolo delle ‘Clementine anti-violenza’, così come l’attività rivolta alle nuove generazioni - ha detto Scipioni - perché abbiamo il dovere di rispettare e sostenere l’agricoltura, la fatica di chi la pratica e la ricchezza che è in grado di rappresentare per tante realtà geografiche e culturali». Barbara Bertuzzi


Ricerca, innovazione formazione, network e partner tecnologici CONSIGLIO NAZIONALE DEI GIOVANI DI CONFAGRICOLTURA DEFINISCE STRATEGIE E COLLABORAZIONI

R

icerca e innovazione, formazione e networking con offrire lo spunto su questo tema è stata OPTA, Organic gli altri soggetti di una filiera: questi alcuni dei temi Processing and Trade Association Europe, associazioapprofonditi durante l’ultimo Consiglio nazionale ne che raggruppa aziende europee e società di trading internazionale, impegnate dei Giovani di Confagricoltura a Palazzo della Valle. Un operanti a livello Europa i principi dell’agriappuntamento molto partecipato in cui si è fatto il punto nel promuovere in “Anga - ha rimarcato il sulle strategie dell’Associazione, un bilancio sulle attivi- coltura biologica. tà svolte finora e rimarcato presidente MastranIL C O M M E N T O drea - rappresenta il percorso da seguire nei I Giovani di Confagricoltura le diverse anime prossimi anni. Due interhanno partecipato a Milano venti nella parte pubblica dell’agricoltura, tra all’inaugurazione di AGRI del Consiglio sono stati queste anche i proLab, il centro di ricerca all’induttori di biologico. particolarmente significatiterno dell’Università Bocconi, vi. Il primo, quello di “MiPer questo si è vorealizzato dalla School of Malano Center for Food Law luta dare, agli assonagement bocconiana, con il ciati, l’opportunità and Policy” (MCFLP), con contributo di ANGA e della Fondazione Romeo di conoscere OPTA, con cui i Giovani di Confagried Enrica Invernizzi - Agribusiness Research Inicoltura lo scorso marzo cui potremmo decidere tiative. In AGRI Lab Anga giocherà un ruolo imhanno siglato una partdi collaborare”. Durante il portante, proponendo iniziative, attività di ricerca nership. Si tratta di una Consiglio è stato poi pree appuntamenti di formazione. L’AGRI Lab, in cui sentato da Angelo Santori, società fortemente radicalavoreranno docenti e ricercatori dell’Ateneo, ha, ta sul territorio lombardo, vice segretario nazionale tra gli altri obiettivi, la realizzazione di una mapma molto attiva anche a dell’ANPA (Associazione patura di tutte le banche dati sull’agricoltura e i livello europeo, che si ocNazionale Pensionati Agricomparti collegati e lo studio dell’impatto dei big cupa di progetti di ricerca, coltori di Confagricoltura), data sul settore primario, oltre all’elaborazione di formazione e comunicanonché presidente della nuovi modelli di sviluppo e di innovazione per le zione in ambito agricolo, Onlus confederale, Senior filiere. Per comprendere le sfide dell’agroalimenambientale ed energetico; - L’età della saggezza, il tare, divulgare la cultura manageriale nel settore di studi sulla legislazione quarto bando “Coltiviamo agricolo e dotare i giovani imprenditori di strue sulle politiche per il ragAgricoltura Sociale” a cui le menti adeguati per lo sviluppo del business; tutti giungimento degli obiettivi imprese agricole possono obiettivi per i quali i Giovani di Confagricoltura di sostenibilità dell’Agenda partecipare con progetti di lavoreranno in sinergia con Bocconi SDA. 2030. È stata poi la volta di agricoltura sociale, presenFrancesco Mastrandrea tando domanda entro il 15 un approfondimento sul Presidente Nazionale Anga ottobre. biologico e sulle politiche Paola Castello per questo comparto. Ad OTTOMBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 53


SICILIA

A FERRARA SU IMPRESA AL FEMMINILE

Giovanni Gioia presidente

Lucrezia Borgia e le altre

Giovanni Gioia, 27 anni, imprenditore agricolo siciliano, viene da una famiglia che ha una lunga tradizione nell’ambito della cerealicoltura e vitivinicoltura in Contrada Chibbò, a Petralia Sottana (provincia di Palermo). Gioia, già rappresentante nel parlamentino del Ceja, l’organizzazione che rappresenta a livello europeo tutte le principali associazioni dei giovani agricoltori, è il nuovo presidente di Anga Sicilia. Giovanni Gioia sarà affiancato da due nuovi vicepresidenti: il messinese Salvo Lombardo, che si occupa dell’azienda cerealicolo-zootecnica di famiglia, a cavallo fra Nebrodi e Dittaino, e l’agrigentino Andrea Giglia che, a Campobello di Licata insieme ai fratelli, gestisce un agriturismo e produce uva da tavola, melograni e albicocche. Principali obiettivi del nuovo direttivo regionale sono l’allargamento della base associativa, il monitoraggio e la formulazione di proposte nelle politiche di spesa dei fondi del Psr destinati alle giovani imprese.

Anga provinciale, insieme a Confagricoltura Ferrara e Confagricoltura Donna Ferrara, partecipa alla rassegna “Autunno Ducale nelle Terre Estensi”. Rievocazioni storiche, laboratori, conferenze, visite guidate, ma anche una rassegna di prodotti enogastronomici autunnali, tipici del territorio, oltre che di piante, fiori e frutti dimenticati: queste le iniziative che animano la kermesse ferrarese il 26 e 27 ottobre. Anga e Confagricoltura vi partecipano con le proprie aziende (che fanno pure delle degustazioni dei loro prodotti), ma anche con momenti di approfondimento, tra cui un convegno dal titolo “Storie di imprenditrici e agricoltura”. “L’Anga vuole prendere spunto dalla ricorrenza dei cinquecento anni dalla morte di Lucrezia Borgia, personalità capace di dare la propria impronta alla vita di corte a Ferrara, per richiamare l’attenzione sulle donne e sul loro ruolo nella società”, ha ricordato Claudia Guidi,

54 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

presidente di Anga Ferrara. “Credo che, in un contesto dove la questione della parità di genere diventa sempre più rilevante, sia importante ricordare che le donne in agricoltura sono la regola, non l’eccezione.” Ha aggiunto Guidi. “Le donne a capo di aziende agricole sono il 30,8% e il 34,6% degli associati di Confagricoltura. Questo per sottolineare come nel settore primario le imprenditrici non siano una “quota rosa”, ma una realtà consolidata e fiorente che contribuisce allo sviluppo del comparto e dell’Associazione”. L’appuntamento è quindi domenica 27 ottobre alle 11.00 al Castello Estense, per conoscere le storie di alcune imprenditrici agricole.


VISITA ALLA FIERA INTERNAZIONALE DI MONTPELLIER

Anghini al SITEVI Anga dà l’occasione ai giovani imprenditori agricoli di un viaggio organizzato per visitare il SITEVI, la più importante esposizione internazionale per le attrezzature e conoscenze per le produzioni vitivinicola, olivicola-olearia e ortofrutticola, che si svolge in Francia, a Montpellier dal 26 al 28 novembre. A 40 anni dalla sua creazione, il SITEVI è diventato il più grande salone mondiale organizzato intorno alle tre filiere: vigna-vino, olivicoltura e ortofrutta. A dimostrazione dell’interesse suscitato dall’Esposizione, la scorsa edizione ha battuto tutti i record registrando 57mila visitatori provenienti da 65 paesi e 1.100 espositori originari di 25 Paesi, con

un aumento del 19% delle aziende espositrici internazionali. Il SITEVI 2019 sarà pure un’occasione preziosa per conoscere le novità proposte dalle case costruttrici e le innovazioni più importanti del settore presentate nell’ambito dei “Sitevi Innovation Awards”. La giuria del concorso - composta da oltre venti specialisti francesi e internazionali fornisce un parere sulle soluzioni per le produzioni vigna-vino, oliva e ortofrutta. Presenziare al SITEVI è quindi una grande opportunità per chi vuole entrare in contatto con operatori ed esperti, provenienti da tutto il mondo, delle filiere del vino, dell’olivicoltura e dell’ortofrutta. L’Anga dà la possibilità ai suoi soci

di parteciparvi a condizioni agevolate (o con partenza in aereo da Bologna o da Roma, o con bus da Vicenza o Alessandria o Piacenza), consentendo anche di fare una visita guidata ai celebri vigneti della zona di Châteauneuf du Pape. Per info: anga@confagricoltura.it

OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 55


OVER 65

di Elisabetta Tufarelli

Artrite: placebo meglio degli integratori

L’effetto placebo funziona! O, almeno, è così per il dolore dell’artrite. Lo rivela uno studio dell’Università di Madrid riportato sul New York Times. I ricercatori spagnoli hanno osservato 164 uomini e donne con l’artrosi del ginocchio, suddividendoli in due gruppi. Il primo assumeva dosi giornaliere di 1.500 milligrammi di glucosamina e 1.200 di condroitina, mentre l’altro la stessa dose di placebo. Dopo sei mesi di terapia le pillole “finte” sono risultate più efficaci contro il dolore dell’artrite, rispetto agli integratori. I ricercatori hanno utilizzato una scala del dolore che mostrava 10 volti con espressioni

sempre più dolorose e chiedevano ai pazienti di identificare l’immagine che corrispondeva al loro grado di dolore. I primi hanno riportato una riduzione del dolore del 19% mentre il gruppo che aveva assunto placebo una riduzione del 33%. “Si spendono molti soldi - ha sottolineato l’autore della ricerca Gabriel Herrero Beaumont - pensando di riuscire a ridurre il dolore e aumentare la funzionalità. Ma è difficile sostenere che facciano effetto”. Secondo gli studiosi, però, né gli integratori, né il placebo sono riusciti a migliorare la funzionalità dell’articolazione del ginocchio.

BRAIN TRAINING

Il cervello deve essere allenato, ma non ama ‘l’orario continuato’ ed esiste perfino il timing perfetto per esercitare le funzioni cognitive: tra le 9 e le 12 e tra le 15 e le 19. Lo hanno consigliano gli esperti di Assomensana durante la “Settimana di Prevenzione dell’Invecchiamento Mentale”. Se è vero che a 50 anni quasi un quarto del potenziale è rimasto dietro di noi, si può giocare d’anticipo anche dopo i 65 con l’aiuto dei social. Così è importante, ad esempio, aprire un profilo Facebook, iniziare a twittare o creare un account Instagram. Ma è utile anche andare a caccia di parole o apprendere una notizia positiva e ripeterla a 3 persone differenti. Tra i consigli anche imparare a giocare a scacchi, carte, sudoku e non fare sempre lo stesso percorso, ma cambiare spesso strada.

LIGURIA SITO DI RIFERIMENTO per l’invecchiamento attivo e in buona salute. Lo ha stabilito l’Unione europea apprezzando come la regione sia riuscita, progressivamente, a migliorare gli interventi di promozione dell’invecchiamento attivo e sia passata dall’assegnazione di una stella nel 2013, a 2 stelle nel 2016 fino al raggiungimento delle 3 stelle nel 2019. “Tutti gli sforzi per rispondere ai bisogni dei nostri cittadini, molti dei quali fragili – ha detto la vicepresidente e assessore regionale alla Sanità Sonia Viale - sono stati riconosciuti a livello europeo, anche attraverso un atto formale come questo”. 56 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019


TRASFERIRSI ALL’ESTERO

Si parla tanto di trasferirsi all’estero da pensionati. Ma quali sono i Paesi più gettonati? La prima considerazione da fare è di tipo economico. In base all’importo della pensione ci sono Paesi più o meno convenienti e ad influire in maniera determinante è la tassazione agevolata di cui è possibile usufruire in alcune nazioni europee ed extra continentali. Al di sotto dei mille euro si potrà vivere più che dignitosamente in Portogallo, alle Canarie, in Marocco e in Tunisia. Se la distanza non è importante anche in Sud America, Cuba e Costa Rica. Con quasi 2.000 euro la scelta è molto più ampia: anche Francia, Cipro e Australia.

Quando l’anziano guida sicuro

Il benessere degli anziani dipende anche dalla possibilità di continuare a muoversi indipendentemente per svolgere le attività quotidiane e mantenere le relazioni sociali. Con l’avanzare dell’età, smettere di guidare può essere un trauma. A Canberra, in Australia, hanno trovato la soluzione e il governo del distretto Capitale ha deciso di finanziare il progetto “CANdrive”, condotto dall’Università cittadina e da un’azienda locale, che impiega una flotta di auto semi autonome. La sperimentazione ha coinvolto 73 volontari ultrasettantenni che hanno avuto a disposizione un

veicolo elettrico di ultima generazione dotato di funzione autopilota. Il sistema permette al conducente di staccare le mani dal volante, ma lo obbliga a restare vigile per tenere sotto controllo la situazione della viabilità. Lo stato di attenzione è costantemente verificato da una serie di sistemi di rilevamento e telecamere che, in caso di segnali di distrazione o affaticamento, avvertono l’automobilista con vibrazioni, spie e segnali acustici. Ad essere importante è soprattutto l’inclusione degli anziani, permettendo di conservarne l’indipendenza.

VIETATO sentirsi vecchi. L’età che ci si sente ha una profonda implicazione nel processo di invecchiamento e sullo stato di salute. L’età percepita, soprattutto se è maggiore di quella effettiva, potrebbe addirittura aumentare le chance di sviluppare demenza. Lo suggerisce una ricerca condotta da Yannick Stephan dell’Università di Montpellier, in Francia, in collaborazione con la Florida State University. I ricercatori hanno studiato 5.748 adulti tra i 65 e i 98 anni, per un periodo tra due e quattro anni. E’ emerso che chi si sentiva più vecchio della sua età aveva il 18% in più di probabilità di sviluppare decadimento cognitivo e il 29% in più di chance di andare incontro a demenza vera e propria, rispetto ai coetanei che sentivano più giovani. OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 57


CENTRO STUDI

di Riccardo Calabrese e Giorgio Lo Surdo

PATRIMONIO AGROAMBIENTALE NEI PAESI UE

Indicatori di sostenibilità

F

ra i 17 obiettivi (goals) di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, alcuni riguardano, direttamente o indirettamente, l’agricoltura e la salvaguardia dell’ambiente: sconfiggere la fame (gol 2); salute e benessere (gol 3); energia pulita e accessibile (gol 7); consumo e produzione responsabili (gol 12); lotta contro il cambiamento climatico (gol 13); vita sulla terra (gol 15). Eurostat monitora, attraverso la raccolta di dati su alcuni indicatori “di sostenibilità” da parte degli Stati Membri dell’UE, il percorso di perseguimento degli obiettivi ONU. Di seguito si confronta, sulla base dei dati Eurostat attualmente disponibili (non sempre recentissimi), la posizione dell’Italia, secondo i principali indicatori, con quella dei principali Paesi dell’UE (Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Olanda) dal punto di vista dell’economia agricola (valore della produzione e per valore aggiunto di settore). Patrimonio forestale Foreste e aree boschive coprono, in Italia, il 36% del territorio nazionale, rispetto a una media UE del 42%. Fra i principali Paesi agricoli

58 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

dell’UE, siamo al secondo posto preceduti dalla Spagna (39%); in assoluto, nell’UE, la maggior percentuale di territorio forestale si riscontra in Finlandia (71%). Il patrimonio forestale è molto importante per l’apporto di ossigeno e per l’assorbimento dell’anidride carbonica, che è uno dei principali gas responsabili dell’effetto serra e del conseguente “riscaldamento” e mutamento del clima. Emissioni di gas-serra dell’agricoltura Da noi, le foreste e la vegetazione “selvatica” (praterie), soprattutto a partire dal 2005, hanno assorbito gas ad effetto serra in misura largamente superiore alle emissioni di gas ad effetto serra provenienti dal settore agricolo (tabella 3): nel 2016 l’assorbimento (migliaia di tonnellate di CO2 equivalenti) è stato di circa 42 mila, contro una produzione di emissioni pari a 31 mila (consumi di energia esclusi). Per queste ultime, che sono soprattutto imputabili all’attività zootecnica, il nostro Paese si colloca al quinto posto fra i principali paesi agricoli dell’UE, davanti solo all’Olanda; negli ultimi due anni di rilevamento (2016-2017) le nostre emissioni di gas-serra provenienti dall’agricoltura sono

tornate a crescere dopo un periodo precedente di modesta ma costante diminuzione. Coltivazioni biologiche Nel 2017 la quota di SAU (Superficie Agricola Utilizzata) biologica ha raggiunto il 15%, precedendo largamente la Spagna (9%), la Germania e la media UE (7%), la Francia (6%). Alla sostenibilità dell’agricoltura italiana può dare un contributo crescente anche l’agricoltura di precisione. Erosione dei suoli D’altra parte, il nostro Paese evidenzia un primato fortemente negativo per quanto riguarda l’esposizione dei suoli all’erosione determinata dalle piogge: è seriamente esposto a tale fenomeno il 25% del nostro territorio non urbanizzato, molto più della Spagna (8%), della media UE (5%) e della Francia (3%). Consumi di energia dell’agricoltura L’agricoltura italiana evidenzia anche, sia pur ampiamente preceduta dall’Olanda, il secondo più elevato consumo di energia per ettaro per lo svolgimento dell’attività agricola: a fronte di una media UE di 133 Kg di petrolio grezzo equivalenti per ettaro, il nostro Paese registra un valore di 206.


Investimenti sulla ricerca in agricoltura Il futuro della sostenibilità ambientale dell’attività agricola dipende soprattutto dalla ricerca di settore. Per gli investimenti governativi dell’Italia in questo settore, a confronto con gli altri principali Paesi agricoli dell’UE, ci collochiamo al quinto posto, precedendo solo l’Olanda, registrando negli ultimi anni una significativa contrazione rispetto al 2010. In definitiva, dunque, il contesto agroambientale italiano, a confronto con quello dei principali paesi agricoli dell’UE, evidenzia alcuni dati positivi: siamo primi (15%) per quota percentuale di superficie agricola utilizzata coltivata con metodo biologico; dopo la Spagna (39%), abbiamo la maggior quota percentuale (36%) di territorio non urbanizzato coperto da foreste; siamo penultimi, precedendo l’Olanda, per le emissioni di gas-serra prodotte dall’attività agrozootecnica. Gli indicatori agroambientali per i quali si registrano, per il nostro Paese, dati meno confortanti sono: erosione dei suoli, per la quale siamo esposti al maggior rischio (25% del territorio nazionale), seguiti a notevole distanza dalla Spagna

(8%); consumi di energia per ettaro dell’agricoltura, per i quali siamo al secondo posto (206 Kg di petrolio grezzo equivalenti), preceduti ampiamente solo dall’Olanda

(2.031) e davanti alla Francia (131); investimenti annuali sulla ricerca in agricoltura, che ci vedono al quinto posto (262 milioni di euro), davanti solo all’Olanda (104).

Consumi di energia dell’agricoltura (coltivazioni e foreste) nei principali paesi agricoli dell’UE* (Kg di petrolio grezzo equivalenti per ettaro) 2010

2015

2016

Olanda

2.146,5

1.957,1

2.030,7

Italia

210,82

210,37

206,35

Media UE

138,7

131,4

133,1

Francia

142,4

146,0

131,5

Spagna

94,6

95,1

101,2

Regno Unito

47,4

53,9

62,1

* I dati della Germania non sono disponibili Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Eurostat

Investimenti governativi per la ricerca e lo sviluppo dell’agricoltura nei principali paesi agricoli dell’UE (milioni di euro) 2010

2015

2016

2017

Germania

771

813

832

880

Regno Unito

358

482

454

472

Francia

312

391

351

423

Spagna

586

402

401

398

Italia

334

244

275

262

Olanda

176

100

105

104

Altri

679

655

723

689

Totale UE

3.216

3.087

3.141

3.228

Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Eurostat

Emissioni di gas-serra dell’agricoltura nei principali paesi agricoli dell’UE (migliaia di tonnellate di CO2 equivalenti) 2010

2015

2016

2017

Francia

76.462,5

76.838,1

75.786,9

76.208,5

Germania

63.621,1

67.996,1

66.536,1

66.272,9

Regno Unito

40.602,8

40.870,9

40.890,9

41.247,4

Spagna

37.735,2

38.257,9

38.353,1

39.524,5

Italia

30.065,2

29.435,0

30.394,0

30.780,4

17.973,3

18.659,6

18.888,6

18.927,2

423.381,3

433.822,1

434.836,6

438.994,2

Olanda Totale UE

Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Eurostat e Ispra

OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 59


AGRITURISMO

di Elisabetta Tufarelli

CASTELLO DI SPESSA A CAPRIVA DEL FRIULI (GO)

Golf & wine resort

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ircondato da vigneti, a Capriva del Friuli, troneggia il Castello di Spessa, un edificio duecentesco, restaurato con meticolosa attenzione e passione da Loretto Pali che, perpetuando la tradizione vitivinicola e di ospitalità del luogo, ha fatto del maniero il cuore di un raffinato Golf & Wine resort. Grazie all’amore per la terra e per il vino, l’imprenditore, erede di un’importante famiglia del settore del mobile, è stato capace di valorizzare le strutture del castello anche a scopo turistico. L’azienda conta su 90 ettari di vigneti di proprietà (di cui 28 sulle colline della Doc Collio e i restanti nella pianura della Friuli Doc Isonzo). Abbiamo incontrato Valentina Ursic, p.r. & export manager dell’azienda: “Il buon vino - racconta - nasce dalla

vigna e ogni vitigno ha bisogno di una cura specifica. Ci siamo perciò avvalsi della consulenza di Simonit&Sirch, Master Pruners di fama internazionale, per allevare le viti della “Vigna dei 3 Pinot” (Pinot nero, Pinot grigio e Pinot bianco). In questo modo produciamo minori quantità, circa 35/40 quintali ad ettaro, ma l’intento è che le viti – allevate con il massimo rispetto per l’ambiente - durino almeno 50 o 60 anni, in modo da produrre uve per vini di altissima qualità. Pur non essendo biologici, in vigneto utilizziamo pochi agrofarmaci e ci avvaliamo del diserbo manuale. Grazie alla Bora, che qui soffia tra i filari, non corriamo il rischio di peronospera”. L’azienda associata ha anche aderito al progetto ‘Api in vigna’ situando le arnie in una zona specifica di collina, che hanno prodotto ottimo miele. “Puntiamo - spiega Valentina - principalmente sul Pinot bianco, nero e grigio. Il nostro primo mercato è l’Italia, ma stiamo lavorando per sviluppare ancora di più quelli esteri”. Dalla nascita del Castello la proprietà è passata attraverso numerose famiglie nobili che vengono ricordate attraverso le etichette. Così ci sono i Bianchi e i Rossi Riserva San Serff, il Sauvignon Segrè, il Friulano Rassauer e il Merlot Torriani. Fu proprio il conte Torriani ad ospitare Giacomo Casanova a cui, oltre

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al ‘Pinot nero Casanova’, è intestata Bretagna, dalla Cina, dalla Francia e dall’Austria. Il nostro campo da anche la passeggiata letteraria nel bellissimo parco. Soggiornare in un golf a 18 buche è frequentatissimo Castello, si sa, ha il fascino esclusivo capace di coniugare il romanticiCASTELLO DI SPESSA smo con la storia. E questo ne ha tantissima. A disposizione degli ospiti ci sono nel castello 15 eleganti camere e suite arredate con mobili del ‘700 e ‘800 italiano e mitteleuropeo. Ad esse si affiancano altre 25 stanze distribuite in altre tre strutture del resort. “I nostri clienti Via Spessa, Capriva del Friuli (GO) - precisa Valentina Ursic - arrivano Tel: 0481 808124 Email: info@castellodispessa.it prevalentemente dalla Germania, www.castellodispessa.it dagli Usa, dal Giappone, dalla Gran

dai tedeschi che vengono a giocare da noi apprezzando il clima relativamente mite”. Il resort offre anche tre ristoranti e un wine shop. Il Castello di Spessa propone anche ‘Digital Detox’, settimane o week end nella natura e nel silenzio. “Nel marzo 2020 - annuncia apriremo anche la Spa, che sarà specializzata in trattamenti mirati rigeneranti e antiossidanti di vinoterapia a base di resveratrolo e stiamo preparando profumazioni d’ambiente a base dei sentori floreali dei nostri vigneti, che gli ospiti potranno portare con sé”. OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 61


VINO

“CRUPERDU” DI CASTELLO BONOMI IN FRANCIACORTA

La vigna ritrovata

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on 24 ettari di vigneti alle pendici del Monte Orfano, nel comune di Coccaglio (BS) e una produzione di 150mila bottiglie, Castello Bonomi è l’azienda del Gruppo Casa Paladin attiva in Franciacorta, alla quale si aggiungono altre tre tenute in Veneto, Friuli e Toscana. Con il brand Castello Bonomi escono diverse etichette di spumante Franciacorta, oltre ai vini Curtefranca e Sebino. Tutte le produzioni rispettano il protocollo della “Viticoltura ragionata”, che concepisce la vigna come ecosistema da gestire in modo attento e razionale a tutela della biodiversità e dell’ambiente, oltre che della salute del consumatore. Il lavoro scientifico, affidato a Leonardo Valenti, docente di Viticoltura ed Enologia all’Università di Milano, e in cantina all’enologo Luigi Bersini, esalta la sostenibilità a tutto tondo, con alcuni elementi chiave: bilancio carbonico controllato, viticoltura di precisione, meno chimica e più innovazione, risparmio

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e recupero energetico in cantina. I prodotti che ne derivano sono vini in grado di valorizzare l’identità del territorio di origine con maggiore forza: un valore che ispira tutta l’attività dei fratelli Roberto e Carlo Paladin, titolari del Gruppo, ai quali si è aggiunta di recente anche Francesca, che si dedica al marketing. In questo contesto si colloca l’impegno di Castello Bonomi nel recupero dell’Erbamat, antico vitigno citato per la prima volta nel ‘500 dall’agronomo Agostino Gallo e che la casa ha vinificato a partire dal 2011. L’Erbamat è un vitigno a maturazione tardiva e ad alta acidità, utile a garantire longevità agli spumanti, difficile da lavorare, oggi consentito dal disciplinare del Franciacorta nella misura massima del 10%. Castello Bonomi, dopo la sperimentazione, ha creato la “Cuvée 1564”, un metodo

classico che prende il nome dall’anno della prima citazione storica del vitigno e che ha un uvaggio di Erbamat, Chardonnay e Pinot Nero. Andrà sul mercato il prossimo anno, ma le degustazioni in anteprima riservate a un ristretto panel di esperti hanno già dato un feedback molto positivo. L’obiettivo dei fratelli Paladin è di calcare il successo delle etichette più blasonate di Castello Bonomi, a partire dal “CruPerdu”, il Franciacorta fiore all’occhiello dell’azienda e simbolo della tenuta. Il suo nome celebra il “vigneto perduto” e riscoperto nella parte terrazzata più alta della proprietà, dove le vigne vecchie di Pinot Nero sono state recuperate nel 1986. È composto al 70% da Chardonnay e al 30% da Pinot Nero con uve della stessa annata, selezionatissime. Il Franciacorta CruPerdu si presenta anche nella versione Grande Annata 2009 e Riserva 2008. Anna Gagliardi


TRATTORIA GENUISÌ A COCCAGLIO (BS)

Gusto panoramico

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cinque minuti dal paese di Coccaglio, in provincia di Brescia, alla fine di una strada in salita che ci porta al centro del monte Orfano arriviamo alla trattoria Genuisì, traduzione dialettale di Genovesino. Il panorama è unico, aperto sulla pianura padana circondata dalle colline della Franciacorta. Qui, dove un tempo sorgeva un locale che serviva vino alla mescita e salumi tipici, dal 2002 è nato un ristorante che è diventato una specie di istituzione per i bresciani e non solo. Merito di Giovanni Del Barba e della moglie Luigina che, grazie ad una sapiente e rispettosa ristrutturazione, hanno trasformato il vecchio posto di ritrovo in un’accogliente trattoria, in cui hanno messo amore e passione. Il loro “fiore all’occhiello”, fatto di fedeli dipendenti e affezionati clienti, che, ora che hanno deciso di ritirarsi, stanno per lasciare nelle mani fidate di Alessandro, che porterà avanti il lavoro di tanti anni. Una sala principale con travi a vista e quattro salette, calde e riservate, per RISOTTO CON PORCINI

Con il Franciacorta Brut CruPerdu millesimato 2011, di Castello Bonomi, lo chef consiglia Risotto con i funghi porcini.

oltre cento posti e in estate un’ampia terrazza, di grande impatto, dalla quale è possibile ammirare il monte Orfano in tutta la sua maestosità. La cucina è tradizionale e territoriale, con sapori che rimandano alla terra d’origine. Un menù ricco di sapori, che cambia continuamente, in modo tale da poter utilizzare sempre i più freschi e genuini prodotti locali, che Fabio, lo chef, miscela per preparare i veri piatti della tradizione culinaria della Pianura Padana, con i suoi profumi e aromi autentici e genuini. Potrete dunque assaggiare le paste ripiene, i risotti e le carni, tra cui non può mancare il bollito, sempre presente in menu. Oppure potrete viziarvi con i formaggi tipici lombardi e piemontesi, con i funghi o con i tartufi. Tra le tante proposte i Casoncelli di Barbariga, i ravioli di zucca, i morbidi risotti, gli gnocchi, le minestre, le carni cotte su fuoco, pol-

lame e coniglio. Fanno da contorno le verdure, selezionate tra le migliori e genuine produzioni locali. I dolci della casa concludono in bellezza ogni cena: semifreddo al torrone con salsa di cachi, crostate con marmellata casalinga, cheesecake. Il personale della trattoria, preparato, cortese e competente, è sempre a disposizione per consigliare piatti e abbinamenti, guidandovi dall’antipasto al dolce e nella scelta del vino giusto, capace di esaltare i sapori speciali della cucina, da selezionare tra una rosa di 350 etichette, nazionali e bresciane, con un’attenzione particolare al Franciacorta. Una clientela affezionata e variegata, che va dalle famiglie ai gruppi di giovani amici, e che arriva dalle province di Brescia e Bergamo, che utilizzano il locale anche per eventi privati. Via Montorfano 28, Coccaglio (Brescia) Gabriella Bechi OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 63


BUONO A SAPERSI

A MONTECATINI LA 7° EDIZIONE DI FOOD&BOOK

Leggere il cibo

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ood&Book - la rassegna, organizzata a Montecatini Terme - si differenzia dalle tante manifestazioni legate al cibo per il suo format originale: coinvolge scrittori e autori che raccontano il cibo e chef che il cibo lo presentano con e spesso anche libri di successo. Numerosi ospiti, scrittori e chef sono intervenuti allo scopo di condividere il primo obiettivo del Festival: quello di avvicinare alla lettura. “Food&Book è un Festival culturale - ha detto l’ideatore Sergio Auricchio, patron di Agra Editrice e della rivista culturale ‘Leggere&Tutti’ - tanto che la città di Montecatini Terme è stata inserita dal ministero dei Beni culturali tra le ‘Città del libro’”. Durante questi anni non sono mai mutati l’impegno e l’attenzione verso i giovani, in particolare gli studenti degli istituti alberghieri. “Agli studenti è data la possibilità - ha aggiunto

IL BICENTENARIO DI PELLEGRINO ARTUSI

Nel 2020 ricorre l’anniversario dei 200 anni della nascita di Pellegrino Artusi, l’autore de ‘La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene’, libro che per antonomasia viene indicato come l’Artusi. L’opera costituì un vero e proprio spartiacque nella cultura gastronomica dell’epoca. All’Artusi va il merito di aver dato dignità a quel “mosaico” di tradizioni regionali, di averlo per la prima volta pienamente valorizzato ai fini di una tradizione gastronomica “nazionale”. L’opera continua ad essere riedita. Dal canto suo la Biblioteca Comunale Pellegrino Artusi di Forlimpopoli conserva le 15 edizioni curate direttamente dall’autore, dal 1891 al 1911, anno della morte, oltre a numerose traduzioni del libro in altre lingue. A Food&Book a Montecatini - città in cui Artusi soggiornò per lunghi periodi - si sono ricordati la figura del celebre autore e della sua cuoca Marietta Sabatini con una pièce teatrale scritta da Gianni Zagato e interpretata da Gino Manfredi e Marina Benedetto. 64 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019


il direttore della kermesse Luigi Franchi - di confrontarsi in incontri ravvicinati con importanti chef per comprendere meglio, non solo la loro professione, ma anche l’etica e l’impegno sociale ad essa collegati”. A questo riguardo va sottolineato l’incontro promosso con ANP e Renaia (rete nazionale degli istituti alberghieri) sul tema delle prospettive di lavoro nella ristorazione. Tra gli appuntamenti gourmand, pure la cena dedicata al ‘No spreco’, con il menu curato dallo chef Franco Aliberti del ristorante Tre Cristi Milano che ha dimostrato come si possano realizzare piatti di alta cucina anche con le parti meno nobili degli ingredienti. Il poliedrico Carlo Catani ha parlato del libro illustrato ‘Tempi di recupero, scarti, avanzi e tradizione nelle cucine dei grandi chef’. Nell’ottica del riciclo alimentare dieci chef si si sono sfidati nel realizzare polpette, sotto l’occhio vigile di Daniela Brancati e Daniela Carlà autrici del volume ‘Polpettology’. Renato Bernardi e Adriana Volpe hanno presentato in anteprima ‘Così mi piace’, libro che indica come sia possibile far piacere ai più piccoli i prodotti da loro rifiutati ma che sono indispensabili; sempre in tema di alimentazione per i bambini Stefania Ruggeri ha presentato ‘Mamma che Fame’. Sulla conflittualità legata al cibo, ma da un altro punto

IL RICORDO DI GIGI PICCIAU

Profondo cordoglio ha suscitato la scomparsa di Gigi Picciau, imprenditore cagliaritano del settore vitivinicolo e titolare dell’omonima cantina fondata dal padre. È stato per molti anni al timone di Confagricoltura Cagliari prima e della sede regionale in seguito; le sue qualità e i meriti che ha avuto come presidente della nostra Organizzazione sono noti a tutti, così come molti hanno potuto apprezzare l’imprenditore e l’enologo che con orgoglio ha portato avanti l’azienda ereditata dal padre, per il quale aveva una stima e ammirazione senza confini. A me preme ricordare l’uomo. Gigi Picciau era un vero signore, di quelle persone che stanno scomparendo e delle quali avremo sempre più nostalgia. Cortese, galante, elegante nei modi: un vero gentiluomo. Tanti i viaggi fatti con lui da Berlino a Sofia, da Verona a Bologna, nei quali dopo gli impegni di lavoro c’era il piacere di trascorrere insieme e condividere gli altri momenti della giornata. L’ultima volta che ci siamo visti, alla fine del mese di luglio di quest’anno, siamo andati insieme ad Arborea, Picciau era già fiaccato dagli acciacchi, la schiena e il cuore non gli davano tregua, e mi ha raccontato il calvario che stava attraversando. Nonostante questo aveva tanti progetti per la testa e come sempre il suo obiettivo era di costruire includendo, allargare, dipanare e appianare, rimuovere ostacoli, dialogare e trovare punti di incontro. Questa è stata la sua filosofia di vita dettata da un grande buon senso che lo caratterizzava in ogni frangente. (Banne Sio)

di vista, quello delle diete, è intervenuta Patrizia Caldonazzo con il divertente pamphlet ‘Le ho provate tutte, storie di diete e di insuccessi’. Un’anteprima è stata il libro ‘Qualcuno da amare, qualcosa da mangiare’ del social chef Lorenzo Biagiarelli mentre Selvaggia Lucarelli, con la sua tagliente ironia, ha presentato il suo testo ‘Falso in

bilancia’ sulle contraddizioni che viviamo nel rapporto con il cibo. Interesse per il libro di Bruno Damini “L’uovo di Marcello” su fame e fama di grandi attori scomparsi che sono stati presenti con le loro voci. Infine, strettamente collegato ai temi del Festival il libro di Silvio Greco “Un’onda di plastica”. (G. M.) OTTOBRE 2019 | MONDO AGRICOLO | 65


CAMPI SONORI

di Gaetano Menna

OMAGGIO A DAVID SYLVIAN

Splendore della voce erena Spedicato non ha paura di S confrontarsi con i “mostri sacri”. Alcuni anni fa aveva dedicato un album particolare a Tom Waits ora, in compagnia del pianista Nicola Andrioli, firma un bellissimo disco-omaggio a David Sylvian, il frontman dei Japan, uno degli artisti più originali e sperimentali della scena britannica. Il CD di Spedicato-Andrioli si intitola “The Shining of Things. Dedicated to David Sylvian” (Dodicilune). Ci aveva colpito quel primo disco coraggioso della vocalist, ci stupisce ancor più questo nuovo compact che si addentra in percorsi inusuali d’avanguardia. Ma non fa il verso agli artisti omaggiati, non ha timori reverenziali. La cantante entra in campo come un

Chiaroscuro Il canto caldo schiarisce le ombre

ALEX SAVELLI E MASSIMO MANZI

Fluido rock ‘n blues

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usica circolare, come suggerisce la cover. Circolarità delle idee, del sound, delle amicizie. Alex Savelli e Massimo Manzi pubblicano “Gettare le basi” (Radici Music Records). Il titolo spiega l’operazione: il bassista e il batterista costruiscono le basi su cui gli amici ospiti, chiamati a collaborare, suonano, improvvisano, arricchiscono; prende vita così una proposta multistilistica che ha corpo, ritmo, freschezza, libertà. Il disco, di fatto, è una lunga jam session. C’è improvvisazione, ma pilotata, nel canovaccio costruito. Gettare le basi è diventato un disco corale, ampio, con la partecipazione di fior di musicisti come Pippo Guarnera, Ivano Zanotti, Massimo Tagliata, Antonio Stragapede, Carlo Maver, Luca Fattori, Guglielmo Pagnozzi. Un CD nato senza fretta: “Abbiamo lasciato decantare e maturare gli eventi senza forzare, aspettando il momento opportuno - dice Savelli -. Gli ospiti da coinvolgere sono arrivati tutti in maniera fluida”. Scorrevole rock’n blues. 66 | MONDO AGRICOLO | OTTOBRE 2019

elefante in una cristalleria: è dirompente, fragorosamente destrutturante. L’artista - supportata da un pianista di grande spessore come Andrioli (si ascolti “Brilliant Trees”), da un drummer del calibro di Michele Rabbia, dal valente trombettista scandinavo Kalevi Louhivuori - fa sue atmosfere sofisticate, eteree, a tratti free o dissonanti. Scalda con la sua voce, scioglie ghiacciai, schiarisce le ombre (“Laughter and forgetting” e la title track). Laddove gli strumenti “offuscano” o tendono a sperimentare, la voce di lei unisce, dando assetto al “disordine” (“September”). Suggestivo il brano “Heartbeat” con gli incastri vocali.

Futuro prossimo Griselda Masalagiken, romano, suona e scrive canzoni sin da piccolo ed è ispirato dal suo girovagare per il mondo. Pubblica i suoi dischi in musicassetta che ci riportano ad epoche vintage e altri modi di fruire della musica. La sua terza cassetta “La struttura del vuoto” (Skank Bloc Records) però non è propriamente vintage, anzi ci appare molto contemporanea, elettricamente attuale. Con essa Masalagiken completa quella che ha ribattezzato la “trilogia del tempo”, all’insegna di un rock più acceso, incisivo, elettrico. Nove brani nati a Los Angeles, dove il musicista romano risiede da anni, ma poco californiani. Canta volutamente in italiano, ha assorbito le sonorità indie/ alternative/grunge degli anni ‘90 ed è influenzato da Radiohead, Mark Lanegan, Nick Drake e Led Zeppelin. Colpisce il brano “Cane di Pavlov”, che è l’omaggio alla band rock-progressive statunitense dei Seventy, “Pavolv’s dog”, o meglio citazione di una stagione, da cui forse si è partiti ma a cui non si torna. “Le nuove canzoni - spiega - tendono al futuro prossimo”.




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