Mi Fa Musica n.8

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® Giornale dell’Associazione Culturale Music Secrets - Marzo 2012 Con il patrocinio di

Comune di

Gavirate in collaborazione con

Manifestazioni ed eventi In questo numero primaverile la cronaca di tanti eventi che hanno animato gli ultimi mesi della vita dell’Associazione: dall’importante meeting tenutosi a Monfalcone lo scorso dicembre all’ormai consolidata collaborazione con l’evento Christmas Palace. Spazio dedicato anche alle sedi di Treviglio e Turate, oltre che ai seminari che hanno visto la partecipazione molto prestigiosa e produttiva di Gianni Rojatti, musicista e coordinatore della didattica sul rinomato sito Accordo.it. Anteprima sulle prossime manifestaz ioni “made i n Music Secrets” As.. Sagg i Musica l i, Note Nuove e Musica Inedita, ma anche sull’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana. Nella sezione rubriche nuovi appuntamenti come MusicalMente, spazio dedicato alla musicoterapia e Il Circolino delle Quinte, curiosa finestra sul mondo del web che si pone come una chiacchierata dal tono colloquiale nel nostro “bar virtuale”!

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Da questo nume ro uno spazio è dedicato anche ai nostri amici della Val di Matt, che ci informeranno sul calendario dei loro eventi.

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Buona lettura!

Sede di Gavirate: Campus Day 2011. . . . . . . . . . . . . . pag.4 Sede di Gavirate: Christmas Palace. . . . . . . . . . . . . . pag.5 Sede di Treviglio: i prossimi eventi . . . . . . . . . . . . . . . . pag.6 Corso di teoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.6 Seminario di batteria: Ambidestrismo Applicato. . . pag.7 Music Secrets Marching - Live @ I.M.S.B. . . . . . . . . . . pag.7 Clinic: Seminario con Gianni “Jana” Rojatti . . . . pagg.8-9 Seminari di chitarra moderna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.10 Primavera Music Secrets. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.11 Acoustic Guitar Meeting di Sarzana. . . . . . . . . . . . . . pag.12

Sezione didattica Pro Tools. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.13 L’ABC del mixer. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.14 L’Ottava: meraviglia del mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.15 Il saxofono. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 16 MusicalMente. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pagg.17-18

Rubriche Lettere al direttore. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.3 Liuteria: Il Truss Rod. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.19 Note Legali: La soppressione dell’Enpals. . . . . . . . . pag.20 Il Rumore viola: Guida ai negozi di musica pt.3 . . . pag.21 La Rubrikazza: Come studiare. . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.22 Il Circolino delle Quinte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.23 La voce dei lettori: Provincia Metallica. . . . . . . . . . . pag.24

Giochi & tempo libero Val di Matt. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.25 Stasera che si fa?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.26 Pro Loco Gavirate. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.26 Let’s play!. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.27


Essere o non essere…

di Paolo Anessi

l’editoriale del direttore

Cari lettori, in questo editoriale mi rivolgo a voi immaginando che siate musicisti e che siate investiti dalle stesse domande che ultimamente girano per la testa a me. Se invece non siete musicisti, credo comunque che possiate farvi una vostra opinione in quanto ascoltatori o appassionati di musica. Vi pongo una semplice domanda: cos’è il successo nella musica? Negli ultimi due anni, l’evoluzione del mio lavoro mi ha portato ad occuparmi anche di produzioni musicali. Da musicista ho sempre avuto i miei sogni, li ho sempre considerati importanti e lavorarci sopra è stato gratificante. Ma ad ogni modo, ho sempre creduto di dover mantenere una lucida razionalità, in quanto i sogni sono tali e spesso possono scontrarsi con la realtà. In sostanza, nel sognare è bene fare attenzione anche alle proprie possibilità e a quello che ci circonda, rispetto a quanto in alto abbiamo puntato nell’essere ambiziosi. Sognare è importante, anzi, fondamentale per alimentare la creatività e per raggiungere i propri obiettivi. Ma oggi possiamo ancora ritenere che i sogni siano semplicemente stimoli e desideri di noi esseri umani oppure esiste anche un indotto mediatico, che possa favorire dei falsi sogni, magari in contraddizione anche con la nostra personalità? Prima di rispondere, pensate a quanto i mass media (radio, TV, web) si siano evoluti con idee sempre più nuove e originali, consegnando alla nuova era di artisti una sorta di falsa identità, sia nella musica sia nella personalità del musicista stesso. Facendo musica al cento percento per passione, dovremmo ottenere un totale coinvolgimento dei sensi e potremmo permetterci di essere davvero ciò che siamo e non ciò che vorremmo essere: sì, sembrano due concetti affini, ma sono in realtà ben distinti fra loro. Come ho già accennato nello scorso editoriale, il successo dovrebbe essere una conseguenza del piacere di suonare e non una causa che porti il musicista ad assecondare mode e tendenze pur di arrivare alla fama. La vera ricompensa, quindi, dovrebbe essere il proprio appagamento e la soddisfazione in ciò che si fa, con sacrificio e dedizione. Certo, anche ricevere il consenso del pubblico è sempre un’emozione, oltre che un riconoscimento per la propria musica. Sicuramente anche il numero di persone a cui piace la nostra musica fa la differenza: vedere tante mani applaudirci è certamente più appagante rispetto ad un unico applauso, che giunge dal fondo della sala. Ma quindi, l’applauso di una sola persona è da considerarsi come sintomo di un fallimento? Oppure, diciamo così, poco positivo per il nostro desiderio di far musica, visto che evidentemente non appaga la totalità del pubblico? A questo punto vi sottopongo altre domande... Quanto siamo socialmente influenzati dalla ricerca di quei famosi 10 minuti di notorietà di cui parlava Andy Warhol? Quanto siamo consapevoli di quel che facciamo, relazionandoci in modo equo rispetto ai canoni ricercati dal pubblico? Conosciamo davvero quello che è successo nella storia della musica e come sono davvero andate le cose?

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Come sempre non ho risposte, ma amo sollevare quesiti che possano far riflettere. Come dicevo all’inizio di questo editoriale, l’esperienza nella produzione musicale di questi ultimi due anni mi ha fortemente sconvolto: da musicista, consideravo i discografici degli squali e i manager dei cannibali e ora ho invece (e purtroppo!) trovato musicisti fannulloni, perditempo e ritardatari, che spinti da questo o quel talent show, sarebbero disposti anche a vendere l’anima al diavolo pur di arrivare... chissà dove, poi! Con i mezzi e le opportunità del giorno d’oggi, è cambiata la forma del problema. Un tempo, quando si veniva scoperti, si diceva ‘prendere il treno giusto’, intendendo il trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Oggi, oltre ai treni, è diventato semplicissimo trovare addirittura una stazione, dato che attraverso il web le distanze si accorciano e farsi ascoltare è decisamente più facile. Ma ora è diventato fondamentale fornirsi di un biglietto per il treno: ovvero una preparazione imprescindibile, che ogni nuovo artista alla ribalta dovrebbe avere. E per preparazione non si intende solamente sul proprio strumento, ma anzi, necessita di cultura generale, sociale e storica, oltre ad essere musicisti puntuali e precisi. Serve, infine, consapevolezza del proprio operato, studiando una collocazione nel genere moderno, che in realtà tanto giovane forse non è: pensate infatti a quanto il panorama musicale sia ancora contraddistinto dai mostri sacri della musica passata, la cui carica artistica si è sviluppata in un tempo in cui la sostanza aveva ancora maggior valore rispetto all’apparenza. Buone riflessioni… sia ai musicisti sia ai non-musicisti!

Editore: Associazione Culturale Music Secrets via Armino 5, 21026 Gavirate (Va) - tel/fax 0332 730738 www.musicsecrets.it redazione@musicsecrets.it

direzione editoriale: Direttore: ......................Paolo Anessi Redattori:......................Elisa Luzardi ......................Simona Grasso ......................Marco Legnani ......................Davide Seravalle Si ringraziano tutti gli Associati Music Secrets che hanno reso possibile la realizzazione di questo giornale. Impaginazione e grafica a cura di Bdog Pubblicità.

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risponde Paolo Anessi

Lettere al direttore

Caro Direttore, avrei una domanda da porle, a parer mio, semplice nella forma ma non nella sostanza. Quali sono i canoni che normalmente si seguono, nella musica, per stabilire se un brano è adatto ad essere una colonna sonora per un film o per la TV o per diventare una hit di successo? Quali sono le differenze? ...perché delle differenze ci sono! Riformulando la domanda: cosa rende un brano adatto per fare da colonna sonora oppure per essere primo nelle classifiche? Kikko 84 Caro Kikko, ti ringrazio per la domanda e passo subito a risponderti. Ci sono assolutamente delle macro differenze, anche se una hit può diventare comunque una colonna sonora o viceversa. Mi spiego. Un successo radiofonico (la hit di cui parli) è di norma un brano da tre/quattro minuti, con un ritornello efficace, semplice, cantabile e facilmente memorizzabile dalla maggior parte degli ascoltatori. Esso risente sicuramente di mode del momento e riesce a colpire una gran massa di persone, anche solo per come è fatto l’arrangiamento oppure per via della contemporaneità del testo; ma anche l’utilizzo di determinati suoni, per così dire ‘di moda’ facilita l’ascolto al pubblico, che a questo punto decreta il tal cantante o musicista, come il personaggio del momento, mitizzandolo qualsiasi cosa egli faccia ed indipendentemente da come lo faccia. Ecco quindi il mito della pop star! Una colonna sonora in senso stretto, invece, si rifà a canoni ben più classici e si presta ad accompagnare delle immagini, per esempio, di film o documentari, cercando di esaltare quello che il regista vuole comunicare con le immagini. Spesso le colonne sonore sono delle semplici melodie, rese super efficaci da arrangiamenti orchestrali sontuosi: basti pensare al tema del film ‘Star Wars’, in cui la melodia è tutto sommato semplice, ma la sua registrazione ha impiegato un’orchestra di 180 elementi... pensa, quindi, a quanto complessa sia stata la scrittura e l’arrangiamento di questo brano, che a tutt’oggi rimane indelebile nell’immaginario collettivo di chi conosce questo film. Per concludere, il comune denominatore di hit e colonne sonore, che ne decreta il successo, rimane una melodia efficace e molto forte: il resto è contorno, se così possiamo definirlo.

Buong i o r no d i ret to re, ho a l cune p i cco l e/g rand i domande da porle… Come si pone la musica moderna, rispetto alla musica di altre epoche (per es. etnica, religiosa, popolare, lirica, sinfonica...ecc)? Quanto un musicista rock dovrebbe comunque conoscere i generi sopracitati? E perchè in questo giornale parlate poco o niente di altri generi musicali, al di fuori del moderno? Grazie... Francesco Caro Francesco, la prima domanda può risultare insidiosa, in quanto davvero poco si inventa e quasi tutto si evolve. La musica moderna non è nient’altro che l’evoluzione di ciò che arriva dal passato, rimescolato in tanti se non addirittura troppi generi musicali. Ma non sta a me giudicare questo! In realtà la musica moderna non si pone delle differenze o degli obiettivi certi, ma crea semplicemente un cammino parallelo in continua crescita evolutiva. In merito alla tua seconda domanda, posso affermare che ogni musicista moderno, non solo rock quindi, dovrebbe conoscere la storia della musica che pratica. E’ sorprendente, infatti, quanto alcuni aspetti musicali o ritmi accattivanti reputati ‘moderni’, siano in realtà frutto di generi apparentemente passati e che devono la loro appartenenza per esempio al blues, alla musica hawaiana, al country, al celtico, al folk o alla musica medievale. E’ una sorta di chiusura mentale il non fermarsi ad ascoltare con la dovuta calma le musiche del passato più o meno recente... ma questo credo sia dovuto alla velocità dei tempi moderni, come più volte ribadito nei miei precedenti editoriali. Ed ora rispondo alla tua terza ed ultima domanda. ‘Mi Fa Musica’ nasce come rivista d’informazione e cultura musicale di musica moderna, in quanto l’operato quotidiano di Music Secrets si rivolge principalmente a questo settore musicale. Insomma, abbiamo voluto costruirci una solida credibilità, come primo elemento e nostro punto di forza. Ma in realtà è già in opera un ampio percorso formativo culturale, che si rivolga ai diversi generi che solo in apparenza sembrano distanti dal moderno. E tutto ciò, grazie alla collaborazione di musicisti e colleghi, in grado di portare la loro esperienza musicale a tutto tondo, dalla musica classica alla musica etnica... Invito quindi tutti i lettori a rimanere sintonizzati!

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Campus day 2011 di Monfalcone

di Simona Grasso

manifestazioni ed eventi - sede di Gavirate

Il 3 dicembre scorso, all’Hotel Euro Palace di Monfalcone (Gorizia), si è tenuto il Campus Day, un meeting organizzato da Gabriele Medeot, ideatore e produttore dell’evento scouting ‘Pop Rock Contest’. Dalla mattina fino al tardo pomeriggio, un fitto programma di incontri con esperti del settore ha esposto la situazione attuale e le problematiche della discografia, lasciando spazio a domande e interventi del pubblico presente in sala. Titolo dell’incontro: ‘Uno sguardo al futuro’. Gli ospiti: Franco Zanetti, direttore di Rockol.it; Claudio Formisano, presidente del Disma Musica e amministratore di Master Music S.r.l.; Gianni Rojatti, musicista e direttore della sezione didattica della rivista Chitarre; Dario Giovannini, direttore generale della Carosello Records; Daniele Persoglio, musicista e produttore audio/video; Attilio Peressinotti, promoter dell’agenzia Virus Concerti e il nostro direttore Paolo Anessi, in qualità di produttore dell’etichetta discografica Music Secrets Records. Il coordinatore degli incontri: Marco ‘Bruco’ Ferri, cantautore e presentatore televisivo. Questi ospiti, esperti del settore musicale a tutto tondo, hanno voluto sottolineare quanto la discografia sia cambiata negli ultimi decenni e come sia necessario affrontare questi cambiamenti, soprattutto da parte delle nuove generazioni. Ma affrontiamo insieme l’argomento, cercando di riassumere la giornata e i commenti dei partecipanti in poche righe. Se fino al decennio scorso, la vendita dei supporti fisici (dischi, musicassette e cd) elevava i profitti dei musicisti e dei produttori, oltre ai concerti e agli introiti dei diritti d’autore, oggigiorno la situazione è nettamente cambiata. L’era digitale, con il conseguente download illegale dei brani, ha fatto crollare l’impero delle major, ovvero le più grandi case discografiche. Di conseguenza, se calano gli introiti, chi sarà disposto a investire denaro su nuovi artisti? Ben pochi… Tra l’altro, le nuove generazioni sono meno inclini all’acquisto del supporto fisico e più abituati all’usa e getta della canzone scaricabile da internet. Forse è proprio vero che se compriamo un cd, lo ascoltiamo con più attenzione e più di una volta… visto che lo abbiamo pagato di tasca nostra! Quindi, se la vendita dei dischi funziona sempre meno, è facile pensare che le case discografiche, per mantenere una sorta di egemonia sulle vendite musicali, avrebbero dovuto capire prima la rivoluzione digitale e attrezzarsi per tempo, quantomeno per limitare i danni… ma Steve Jobs con il suo I-Tunes, evidentemente, ha preceduto tutti quanti! Ora funzionano le case discografiche come Live Nation, che basano i loro introiti principalmente sui concerti dei loro artisti, piuttosto che sulle vendite dei brani. Ciò detto, se in passato le case discografiche hanno guadagnato anche troppo, grazie al fatto che si vendeva tanto (a volte pure a discapito dei “loro” artisti), ora il risultato è che nessuno incassa più, né le case discografiche né gli artisti.

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E allora, oggi, che possiamo fare per migliorare la situazione di chi scrive musica? Innanzitutto eliminare i luoghi comuni sui discografici sarebbe cosa utile. Forse qualche decennio fa poteva accadere di essere scoperti da qualche produttore suonando in un locale e di ricevere fama e denaro, come una sorta di ‘gratta e vinci’. Oggi l’artista deve lavorare duro più che mai, scrivendo musica originale e bussando a centinaia di porte prima che qualcuna di queste si apra e offra loro interessanti opportunità. Tra l’altro, rispetto al passato, ci sono più mezzi per far sentire la propria musica (pensate a internet e ai molteplici canali di visibilità che offre!) e quindi vi è una maggior offerta di musicisti. Bisogna quindi lavorare sulla promozione del gruppo, cercando di farsi conoscere il più possibile, magari con l’aiuto di operatori del settore (produttori, editori, discografici), ma partendo dal presupposto che oggigiorno bisogna più far da sé, che aspettare che qualcuno piova dal cielo ad aiutarci. Molti si arrendono proprio in questo passaggio e non promuovono la propria musica come dovrebbero. Altri, invece, assecondano le mode del momento, confezionando brani che compiacciano il pubblico più che i propri gusti, sottolineando più una voglia di far successo anziché la necessità di fare musica nel senso più artistico del termine. Notare come stia crescendo sempre più il trend dei reality musicali, in cui si cercano interpreti e non autori. E’ facile pensare che con una bella voce e buona presenza scenica si possa essere notati e arrivare al successo, pertanto... perchè non provarci? Ma aldilà dei reality che offrono comunque visibilità a livello nazionale, esistono unioni di associazioni che si organizzano per creare eventi: gli artisti dovrebbero appoggiarsi a queste realtà, piuttosto che sperare nei locali, che sfruttano la musica per i loro interessi economici e non per la filosofia di diffondere la cultura musicale. Anni fa ci si affidava a studi di registrazione ‘col nome’ per creare e registrare il proprio progetto musicale, arrivando spesso a pagare cifre esorbitanti, con la speranza di sfondare nel mondo della discografia. Oggi produrre musica costa molto meno e soprattutto non vi è la necessità di confezionare un prodotto ad altissima qualità per farsi sentire. E’ sufficiente creare una demo con pochi brani, anche registrata in ‘home recording’, per capire se un progetto sia valido. Uno dei commenti usciti a fine giornata è stato che basta anche solo un arrangiamento ‘voce e chitarra’ per capire se un brano è orecchiabile e se possa f u n z i o n a re radiofonicamente: a questopunto si che vale la pena di lavorare sul brano, utilizzando ore di produzione e ricercando canali più grandi per promuoverlo. Il vero ‘artista’ fa musica per il piacere di farlo, se poi arriva il successo...è solo una conseguenza!


di Simona Grasso

Christmas Palace

manifestazioni ed eventi - sede di Gavirate Tre domeniche dedicate al Natale ed in particolare ai più piccoli: stiamo parlando di Christmas Palace, una manifestazione giunta alla settima edizione ed entrata ormai nella tradizione varesina, come uno degli eventi che preannuncia le festività natalizie.

Il 27 novembre, il 4 e l’11 dicembre scorso, l’hotel di Via Manara si è trasformato non solo in un mercatino ricco di idee regalo per i più grandi, ma soprattutto si è proposto come una città dei bambini: laboratori, spettacoli, giochi, elfi, folletti e merende con Babbo Natale. Quest’anno, inoltre, Christmas Palace ha visto la collaborazione della Fondazione Nidoli, una Onlus ‘per l’assistenza ai bambini che cercano una famiglia e alle famiglie che cercano un bambino’. Nata nel 1999, essa si occupa di adozioni internazionali e di aiuto alle famiglie che decidono di adottare un bambino. E proprio per aiutare la fondazione nei progetti in Italia e all’estero, l’ingresso ai bimbi era accompagnato da una piccola offerta: un modo per far divertire i bambini varesini e renderli protagonisti per un intero pomeriggio, senza dimenticare i bambini bisognosi di altre parti del mondo. Per informazioni sulla fondazione e sui loro progetti, visitate il sito www.fondazionenidoli.org. Anche in questa occasione, Music Secrets ha allestito un punto musica all’ingresso dell’hotel, accogliendo i visitatori con diverse situazioni sonore, oltre al tipico sottofondo musicale con i più famosi brani natalizi. Come gli anni scorsi, presente il duo Beatbop, formato da Simona Grasso (voce e chitarra) e Paolo Anessi (chitarra), che grazie al loro swing hanno ricreato atmosfere d’altri tempi. Nella seconda domenica, il duo celtico Green Fairy Minstrel (Clarissa Guarneri – voce e flauto e Marco Legnani – chitarra) ha accompagnato i visitatori in un mondo fatto di suoni e storie, a metà fra il folklore celtico e melodie medievali. Non da ultimo, il duo Less Is More, formato da Fabiana Sala (voce) e Matteo Panarese (chitarra), ha proposto una serie di accattivanti rivisitazioni di brani pop in chiave acustica. Anche quest’anno l’evento ha riscosso grande affluenza di pubblico, considerato anche il bus navetta gratuito dal centro di Varese fino all’hotel, disponibile per tutto il pomeriggio. Tel: 349.5621411

Cristina Pivato

Naturopatia, Nutriceutica, Floriterapia di Bach, Massaggi decontratturanti, Linfodrenaggio, Bio Test intolleranze alimentari, mineralogramma, disbiosi intestinali

Vi aspettiamo dunque alla prossima edizione!

email: cristina_pivato@yahoo.it

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I prossimi eventi

di Giovanni Paquola

manifestazioni ed eventi - sede di Treviglio Music Secrets Treviglio, vai! Dopo i primi passi vengono i secondi, i terzi e poi tutti gli altri. Anche per la sede di Treviglio di Music Secrets, dopo l’avvio dello scorso settembre, il calendario degli impegni sta prendendo forma. Sabato 28 gennaio, presso l’auditorium del Centro Civico di Treviglio si è tenuto il seminario: “La chitarra moderna e le tecniche di improvvisazione”. Aperto a tutti gli interessati ma dedicato in particolare agli allievi dei corsi di chitarra di Music Secrets Treviglio, ha riscosso il divertimento e l’interesse dei presenti verso le proposte musicali e le attività dell’associazione culturale. Dopo una sessione dedicata alla didattica della chitarra moderna e alle tecniche di improvvisazione nel rock, blues, jazz, latin, pop, funky... con numerosi esempi dal vivo suonati dal maestro Paolo Anessi, della sede di Gavirate (VA) dell’Associazione, si sono cimentati alle chitarre gli allievi

del corso: Walter e Francesco, alla loro prima esibizione. Hanno chiuso il seminario Paolo Anessi e Giovanni Paquola, direttore della sede di Treviglio, che si sono esibiti in una serie di improvvisazioni a due chitarre. Nel corso del mese di marzo e aprile, su richiesta e in collaborazione con il Gruppo Giovani del Comune di Calvenzano (BG) si terranno quattro incontri su:

- il Blues e la Black Music: storia e suoni; - il Pop: Popular Music e fenomeno commerciale; - il Rock e la musica di protesta; - il Jazz: la musica afroamericana come rivoluzione musicale. Altri quattro incontri sugli stessi temi sono stati definiti, per il medesimo periodo, anche con la rete dei 7 Oratori del Comune di Treviglio. Dal 23 al 25 marzo Music Secrets Treviglio andrà a curiosare i lavori del Frankfurt Musicmesse 2012, importante fiera internazionale degli strumenti musicali, software musicale, hardware per computer, spartiti e accessori, strumenti e prodotti legati al mondo della musica. Sono previsti numerosi workshop, eventi musicali e conferenze. Vi terremo aggiornati sulle prossime novità!

GUITARS & BOWS di Erich Perrotta

via Amatore Sciesa, 3 - 37122 Verona - Italy tel./ph & fax (+) 39 (0) 45 592708 info@randegal.com - www.randegal.com

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Seminario di batteria: Ambidestrismo Applicato

di Valentino Uberti

manifestazioni ed eventi - sede di Gavirate Biografia di Valentino Uberti Valentino Uberti batterista classe 1979. Inizia i suoi studi a 14 anni in ambito rock per poi avvicinarsi al jazz/rock e all’afrocuban. Diplomato al CPM nel 2003 e alla Drumtech nel 2006 col massimo dei voti. Nel 2009 vince il prestigioso concorso P.A.S. nella categoria “C” (fino a 30 anni). Contemporaneamente ha mantenuto un’intensa attività live (a marzo 2012 saranno 500 concerti) in tutta Italia con varie formazioni e generi (Rock, Swing, Pop, Jazz e Latin). Fra le collaborazioni troviamo: Mario Lavezzi, Uli jon Roth, Richard Niles, Elisa Minari, Max Cottafavi, Teo Teocoli. Attualmente suona con i DoctorBeat (con Teocoli nei teatri), Valindstef (tributo a Hendrix) e i BeatBop (Swing). Ciao a tutti! Nel corso del seminario di domenica 29 gennaio, ho mostrato alcuni esempi pratici per riuscire a suonare “aperto” e in modo “ambidestro”. Ovviamente si parte dal risolvere quei problemi tecnici che ha la mano ‘debole’ con esercizi mirati e con lo spiegare l’importanza della routine dello studio e dell’allenamento. Numerosi esempi di groove (ndr. ritmi) sono stati presi da Simon Phillips, batterista destrorso che suona ambidestro. A questi ho proposto anche alcuni groove di mia creazione. Per tutto il discorso della coordinazione, ho spiegato il metodo di Gary Chester (New Breed) in quanto ha rivoluzionato il modo di studiare la coordinazione, introducendo vari concetti fra cui il ‘contare e cantare’ ogni singola parte, suonata con qualsiasi arto. Ho fatto alcuni esempi sulla differenza di suonare “aperto” (prendendo un pattern e iniziandolo con la mano debole) e sul suonare “ambidestro” (riuscendo a portare gli ostinati con la mano debole per evitare gli incroci). Ecco un esempio di groove preso dal metodo di Simon Phillips che utilizza 2 charleston:

Per chi si fosse perso il seminario questo è solo un brevissimo riassunto, senza contare tutti gli esempi musicali esposti, che non possono essere ovviamente trasmessi su carta. Per vedermi e sentirmi suonare, potete visitare il mio sito www.valentinouberti.com, mi trovate su Facebook e sul canale You Tube, con le mie lezioni di batteria on line intitolate ‘Pillole di Groove’. Alla prossima!

di Sergio Bianchi

Music Secrets Marching

Live @ Italian Marching Show Band

manifestazioni ed eventi - sede di Gavirate Drum-line su! La MSM (Music Secrets Marching) si sta muovendo! Ok, spieghiamo bene di cosa si tratta tanto ormai possiamo dire di essere in piedi! Praticamente una Marching Band è una banda (più o meno come quelle di paese… anzi, molto meno che più!) di derivazione americana. Come si sa, gli americani fanno sempre cose grandi, appariscenti, impegnative e solitamente belle. Quello delle Marching è divenuto quindi un fenomeno in crescita mondiale. Difatti stanno nascendo diversi gruppi anche qui, in Italia. E noi siamo uno di questi! Vi spiego brevemente come siamo organizzati: per ora siamo solo (SOLO?!!) un ensemble di percussioni (in gergo Drumline) ma attendiamo con ansia l’arrivo dei fiati, per far sì che il nostro progetto possa essere davvero considerato una Marching Band! Solitamente facciamo le prove il giovedì sera ma, nel prossimo mese, le prove aumenteranno in vista della prima uscita ufficiale. Il 31marzo saremo ospiti di uno show della IMSB (Italian Marching Show Band) - l’associazione nazionale delle Marching Band a Triuggio (in provincia di MonzaBrianza) - in cui molte Drumline si uniranno al fine di dare un

pomeriggio di spettacolo. E fin qui direte: “Beh, wow! Siete in uno show a livello nazionale. Figo… però non è niente di che” ma vi zittisco subito ricordandovi che la MSM esiste da novembre 2011. Sapete quanti mesi passano da novembre a marzo? Ve lo dico: 5! In SOLO 5 mesi stiamo riuscendo nell’intento di mettere in piedi uno show che verrà presentato a livello nazionale. Volete ancora fare i saputelli? Il lavoro è duro ed è parecchio, sarà però una bella soddisfazione presentarci con la nostra piccola armata Brancaleone e suonare per dire: “Hey! Occhio…ci siamo anche noi!”. Le prove sono aperte! Certo… se attendete un mesetto, non vi rovinate la sorpresa e vi gustate lo spettacolo intero che proporremo anche alla prossima edizione di As…saggi Musicali, il 20 maggio. Beh… e ora che ne dite: siete un po’ fieri di quello che sta succedendo alla Music Secrets? KEEP ON DRUMMING! Drum-line giù!

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Clinic di Gianni ‘Jana’ Rojatti manifestazioni ed eventi

Biografia di Gianni ‘Jana’ Rojatti E’ considerato uno dei chitarristi più significativi dell’ultima generazione chitarristica italiana. In particolare è considerato una delle punte di diamante delle scena shred strumentale. E’ fondatore del progetto prog metal shred strumentale dei DOLCETTI negli anni ha collaborato con svariati artisti tra cui vanno ricordati tra i tanti Gregg Bissonette (Steve Vai, Satriani), Pat Torpey (Mr. Big), Alex Masi. Fa parte della super band STRINGS24 con il quale ha realizzato il disco “Speak” affiancato da nomi come Andy Timmons, Kiko Loureiro, Rob Balducci, Mattias Enklundh. Molto attivo anche nell’ambito dell’insegnamento è il coordinatore della didattica del più importante sito musicale italiano Accordo.it e ha realizzato due video didattici (“Tecnica: Lo String Skipping” e “Lo stile di Andy Summers”) distribuiti in tutt’ Europa dalla Carish. E’ endorser delle marche Ibanez, Laney e Di Marzio.

I Dolcetti sono il progetto solista del chitarrista Gianni Rojatti affiancato dal batterista Erik Tulissio. Rojatti e Tulissio si conoscono all’inizio degli anni 2000 e iniziano una lunga serie di collaborazioni con varie band e artisti spaziando dal jazz al punk, dal pop al funk. Nel 2008 decidono di creare un loro progetto nel quale, nella più totale libertà e follia, fanno confluire tutte le loro passioni musicali. Nascono così i Dolcetti, band che nasce prima di tutto come progetto discografico. L’album di debutto “Metallo Beat” è un disco nel quale le acrobazie shred e i vituosismi di Rojatti si muovono attraverso tantissimi mondi musicali capaci di ricordare i Police come Frank Zappa; Steve Vai come i King Crimson. Il disco riceve subito ottimi consensi e recensioni dalla stampa specializzata, soprattutto a livello internazionale. I Dolcetti iniziano allora una fittissima attività live, arrivando a fare da spalla anche a Elio e Le Storie Tese e ad esibirsi all’SHG, tra i più prestigiosi music guitar show europei. Recentemente la band è stata votata come “Disco Del Mese” su Guitar Techniques, la più importante rivista di tecnica chitarristica al mondo.

Guitar Techniques, la stessa che lo ha accostato a chitarristi del calibro di Joe Satriani, Allan Holdsworth, SteveVai. E devo dire che Gianni non ha assolutamente deluso le aspettative, anzi. La parte didattica ha riguardato principalmente esercizi sullo string skipping, nello stile tipico di Paul Gilbert e Guthrie Govan, utilizzati specialmente per suonare le scale pentatoniche in maniera più fluida e originale, sfruttando la diteggiatura tipica dei modelli tre-per-corda. Dopo la didattica è arrivato il momento dell’aperitivo, durante il quale Gianni si è dimostrato superdisponibile nel dispensare autografi e consigli a chiunque gliene chiedesse. E dopo il ristoro, insieme al talentuoso batterista dei Dolcetti Erik Tulissio e con la collaborazione del puntuale e preciso fonico Gabriele Gritti, “Jana“ ci ha deliziato interpretando alcuni brani tratti dall’album Metallo Beat, esibendosi in un concerto di un’ora o forse più. E, dopo il concerto, non ha esitato a fermarsi per dispensare consigli utili e incentivare tutti i chitarristi presenti a migliorarsi continuamente. Personalmente posso affermare che questa esperienza, aspetto didattico a parte, mi ha permesso di confrontarmi con un grande artista (senza dimenticare Erik e Gabriele), molto innovativo, che non ha esitato nel suo album a sperimentare e a miscelare (con grande successo) generi e influenze che molti considererebbero incompatibili, un artista che sicuramente ha e avrà ancora moltissimo da dire in campo nazionale e internazionale e che per questo rende me, come aspirante musicista, orgoglioso di essere italiano. Soprattutto, però, posso dire di aver conosciuto una grande persona disponibile, anche alla fine di un pomeriggio così impegnativo (durato praticamente quattro ore), a fermarsi per dispensare battute e consigli utili, che mi spingono ogni giorno, insieme alla sua foto sulla copertina del CD che mi fissa mentre suono, ad esercitarmi sempre più forte, sempre più shred! GEPPO IL PIOmba

Quale chitarrista, o aspirante tale, non si è mai chiesto come sarebbe conoscere un grande di questo strumento? Una risposta a questa domanda l’ha data Gianni “Jana” Rojatti a tutti i presenti, chitarristi e non, alla clinic tenutasi il 5 febbraio alle scuole elementari di Gavirate. Sì, perché “Jana”, con i suoi Dolcetti, ha pubblicato l’album ‘Metallo Beat’, nominato disco del mese dall’autorevole rivista britannica

A che età hai iniziato a suonare ? 12, 13 anni; esattamente in contemporanea con la scoperta dell’auto erotismo. E le due cose sono state da subito praticamente indistinguibili… Ascolti nei primi anni di strumento ? Sex Pistols, Police, Clash, Ramones, U2… Quando hai capito che era la tua vita ? Da subito. Anche se ancora non mi rendevo conto che

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sarebbe stato il mio lavoro, capii che niente sarebbe potuto piacermi di più. Che direzione volevi dare ? Allora facevo il cantante in un gruppo punk. Volevo essere in grado di accompagnarmi alla chitarra. Neanche mi passava per la testa di fare assolo. Mi sembrava una cosa impossibile…. Quando il salto con la completa sostenibilità ? Già negli anni del liceo ho iniziato a dare qualche lezione. Grazie alla chitarra mi sono pagato le tasse universitarie, l’assicurazione, qualche rata dell’auto e tutta la mia strumentazione. Da subito ho cercato di far sì che la chitarra finanziasse la chitarra! Dicci ora le tue principali influenze e ascolti ? Sex Pistols, Police e Clash sono la sacra triade che non abbandonerò mai. Poi un sacco di cose diverse: dai Messuggah ai Foo Fighters passando per Paul Gilbert, Van Halen, Animals As Leaders, il primo Pino Daniele o De Gregori; i King’s X, King Crimson, Pantera… Raccontaci la storia dei Dolcetti ! Io e Erik, l’altro Dolcetto e batterista del duo, siamo amici da sempre e abbiamo suonato nelle più svariate situazioni. Volevamo fare un progetto nostro che mischiasse con satanica follia tutte le nostre influenze più disparate…dal reggae allo shred passando per meta pop e progressive! Tecnica preferita ? String Skipping. Tecnica più ostica e meno preferita ? Sweep picking. Descrizione del tuo setup ? Due testate Laney: una VH100 R per i solisti e una IronHeart per le ritmiche. Una montagna di pedalini e chitarre Ibanez: una tele Fr 2620 e un paio di RG: una vecchia storica RG 550 LTD e una RG 465. Tutte rigorosamente dotate di pick up Di Marzio. Per delle recenti date che ho fatto in Uk e qualche clinic ho usato una pedaliera Zoom G3. Sbalorditiva! Discografia e altri progetti ? Strings24, sono un super progetto strumentale con due altri grandi chitarristi italiani, Sebo Xotta e Frank Caruso! Nel nostro ultimo disco Speak ci sono ospiti come Kiko Loureiro, Andy Timmons, Matthias Enklund, Rob Balducci. Che plettro usi ? Ibanez Che tracolla usi ? Di Marzio Che guanti usi ? Ne perdo in continuazione. In inverno, soprattutto prima di prove o gigs, sono fondamentali. Di qualunque tipo, forma e colore, basta tengano caldo! Pizza preferita ? Ne ho una che prendo sempre. Salamino piccante e acciughe. Spero un giorno di diventare così famoso da convincere qualche pizzeria a metterla a menù come “Pizza Giannetto”. Se non suonassi la chitarra, che cosa suoneresti ? La batteria o il basso. Luogo preferito ? Casa mia con il mio grande giardino, il pollaio e il mio cane. Vacanza perfetta ? Agosto, la città deserta e il telefono muto. In casa, a

suonare come un pazzo dalla mattina alla sera, senza nessuno stress o distrazione esterna. E la sera grigliate di carne e fiumi di vino con gli amici. Troppe domande ? Mai abbastanza! Troppo sintetiche ? Sono perfette! Il genere musicale che non concepisci ? Qualunque genere se suonato con tecnica, feeling e ispirazione riesce a conquistarmi. Detto questo mi fa vomitare tanto pop mellifluo italiano dell’ultimissima generazione, quella dei talent show. Il genere musicale che ascolti o ti piace, ma non suoneresti ? Nessuno…se una cosa mi piace o m’incuriosisce, nella musica e non solo, difficile che non voglia provarla. Hai un idolo musicale ? Ne ho tre: Sting, Andy Summers e Stewart Copeland. Band preferita ? Devo ancora decidermi tra Sex Pistols e Police. Isola deserta, 5 dischi ? Ne porterei solo tre: Never Mind The Bollocks dei Sex Pistols, Reggata De Blanc dei Police, London Calling dei Clash. Isola deserta, con gruppo elettrogeno e tv, 5 film preferiti? Pulp Fiction, Fargo, Nosferatu, Lo Squalo, King Of Commedy. Taglia di scarpe ? 42, 43… Tagli di capelli ?

Li taglio regolarmente, esattamente una volta ogni due anni. Ti stai rompendo le palle ? Niente affatto. Quanto sei rock ? Quanto sei metallo ? Quanto sei Pop ? Quanto sei Funk ? Chiedimi quanto sono Shred e quanto sono Punk! Quanto sei bello ? Almeno quanto sono bravo! Quanto sei brutto ? Ne riparliamo tra un anno che mi ritaglio e sistemo i capelli… Quanto sono pirla ? Nemmeno un po’! Sei un musicista eccellente che sta facendo cose egregie nella musica e per i ragazzi. Sono felice che tu mi abbia coinvolto in Music Secrets. In bocca al lupo per tutto. Siete fortissimi ragazzi! ;-)

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Seminari di chitarra moderna manifestazioni ed eventi

Sabato 18 febbraio, nell’aula magna delle scuole elementari di Gavirate, si sono svolti ben due seminari di chitarra moderna: il primo, condotto da Paolo Anessi, si è occupato dell’improvvisazione melodica e dell’impiego del CAGED (un sistema per riuscire a imparare più agevolmente la sovrapposizione di accordi, arpeggi e scale sulla tastiera). Il secondo seminario tenuto da Paolo Nicora, direttore della sede Music Secrets di Gazzada Schianno, era invece dedicato al mondo dei suoni e dell’effettistica per chitarra. Trattandosi di due temi diversi, anche se riguardanti entrambi il mondo della chitarra elettrica, diamo ora la parola ai conduttori per fare un breve riassunto della giornata.

Seminario CAGED e improvvisazione – a cura di Paolo Anessi Ore 15, la sala si riempie di musicisti: il seminario di improvvisazione melodica ha inizio! E credo abbia avuto un discreto successo, anche perché ho voluto che fosse alla portata di tutti, nonostante le diverse esperienze didattiche dei partecipanti e i diversi strumenti suonati dagli stessi: non vi erano infatti solo chitarristi, ma anche cantanti, pianisti e batteristi. Anche per questo motivo ho pensato di dividere il seminario in due parti. Nella prima parte, senza dubbio più didattica, ho utilizzato una chitarra semiacustica per tutti gli esempi pratici su scale, accordi e arpeggi e piccoli esempi di costruzione del fraseggio sul singolo accordo: qui ho voluto impiegare una chitarra semiacustica, proprio per il suo timbro caldo ed intellegibile dalla prima all’ultima nota. Nella seconda parte, sempre didattica, ma decisamente più artistica, ho utilizzato le chitarre elettriche Zacchetti (delle quali sono un felice endorser!), impiegando i miei suoni, i miei effetti e la mia amplificazione. In questa sezione del seminario ho sviluppato diversi esempi su basi (che tra l’altro sono disponibili gratuitamente presso la sede dell’associazione), come sempre con spiegazioni tecniche, ma lasciando spazio anche alla libera immaginazione e interpretazione dei partecipanti. Rendendomi conto della vastità degli argomenti trattabili, mi piacerebbe proporre un seminario di approfondimento della parte artistica, per entrare ancora più nel merito del fraseggio. Ci sto lavorando, quindi rimanete sintonizzati sbirciando sulla bacheca in segreteria e su Facebook. A presto e buona musica!

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Seminario sui suoni e sugli effetti – a cura di Paolo Nicora Il seminario sull’effettistica ha avuto come scopo quello di far conoscere i diversi tipi di effetti utilizzati per la manipolazione del suono della chitarra. Per prima cosa ho voluto spiegare brevemente come funziona un sistema di amplificazione per chitarra (ricordiamolo insieme: chitarra > preamplificatore > equalizzatore > eventuale mandata Send - Return > finale di potenza > cono), e quali sono i vari timbri di base (Clean, Overdrive, Crunch, Lead). Successivamente ho scelto di far ascoltare i diversi tipi di effetti, soffermandomi su quello che più di tutti prediligo: il delay! Di questo ho mostrato tre applicazioni partendo da un uso moderato e minimalista come “colore sonoro” di un arpeggio, fino a renderlo vero protagonista della parte suonata, analizzando i brani “Where the streets have no name” degli U2 e “Sweet disposition” dei Temper Trap. Per approfondire con il giusto dettaglio e con le giuste premesse gli argomenti solo accennati durante il seminario, è stato attivato un corso di 8 lezioni, da 2 ore ciascuna, dedicato all’effettistica e al suono della chitarra. Il fine del corso è quello di fornire gli strumenti per identificare e saper riprodurre i suoni caratteristici e gli effetti più utilizzati dai chitarristi. Dopo aver presentato i timbri appartenenti a differenti tipologie di chitarre (solid body, hollow body, semi-hollow, acustiche), si parlerà di tutto il percorso compiuto dal suono per arrivare all’orecchio dell’ascoltatore. Saranno trattati gli aspetti teorici legati alla teoria del suono, per poter comprendere il funzionamento dei vari processori e sarà data la possibilità di provare praticamente la strumentazione utilizzata, anche per chi non dispone dell’attrezzatura. Ho scelto di proporre il corso con lezioni collettive per 3 - 4 persone, nella convinzione che possa portare ad un confronto più costruttivo e formativo, anche perché durante gli incontri sarà possibile portare la propria strumentazione per discutere e sperimentare gli argomenti trattati direttamente sul proprio set-up. Trovate il programma completo su www.paolonicora. it sezione download, mentre per tutte le informazioni relative ad orari e costi potete contattare la segreteria Music Secrets.

Il corso inizierà una volta raggiunto il numero minimo di partecipanti: se siete interessati, quindi, prenotatevi in segreteria e vi metteremo in lista. Vi aspetto!


Primavera Music Secrets

manifestazioni ed eventi

Guardando il calendario è proprio il caso di parlare di “Primavera Music Secrets”. Dopo le gelate artiche e le abbondanti nevicate di questo inverno, come succede da millenni, arriverà, con la pioggia o, speriamo, con il sole, la bella stagione. Ma in questo caso parliamo di un’altra Primavera, che non vanta millenni di tradizione, ma è sicuramente sulla buona strada! Secondo il calendario delle manifestazioni targate “Music Secrets”, le più importanti sono concentrate tra Maggio e Giugno, prima che si cominci a scappare verso il mare (quest’anno i Monti non sembrano troppo graditi). Ma adesso restiamo seri e andiamo con ordine! Domenica 20 Maggio si terrà l’undicesima edizione di As…saggi Musicali. Fino a qualche anno fa qualcuno avrebbe definito questo evento “il saggio”, per citare quella manifestazione di fine anno scolastico nella quale i giovani allievi si esibiscono e, magari, i genitori pagano una quota di partecipazione. As…saggi Musicali è ben altra cosa! Assaggi Musicali è, innanzitutto il frutto di undici anni di esperienza, ma è soprattutto il frutto di mesi di impegno e di lavoro (tutto volontariato!) da parte di insegnanti, soci ed allievi per mettere insieme una manifestazione che è ben più di un “saggio”. Nei mesi precedenti la manifestazione vengono “assemblati” i gruppi musicali e le band che preparano, provano e perfezionano i brani che verranno proposti nel giorno dell’esibizione e non ci si accontenta troppo facilmente: la qualità deve essere adeguata alle aspettative e, a tutt’oggi, lo è sempre stata. Non si esibiscono solo debuttanti, ma anche fior di musicisti con anni di studio e d’esperienza, disponibili in quell’occasione a fare da spalla ai meno esperti. Col susseguirsi delle varie edizioni il pubblico durante il pomeriggio è diventato sempre più numeroso ed è bello vedere genitori, parenti ed amici partecipare all’emozione durante l’esibizione dei propri cari. Uno spazio è stato riservato anche per quelle band nate autonomamente con la partecipazione di uno o più artisti “Music Secrets”. Quest’anno si auspica, e sarà graditissima, la partecipazione di qualche “ospite” dalle sedi distaccate di Music Secrets. E questa è la parte “scolastica” della manifestazione! Tutto qui? Assolutamente no! La musica cominciata alle due del pomeriggio finisce a mezzanotte (perché non ci lasciano andare oltre) e quindi: manifestazione nella manifestazione, dopo cena (a proposito… nello stand gastronomico di Pro Gavirate si mangia bene!) terza edizione di Ladies in Rock, concerto-spettacolo tutto in rosa, che si rinnova sull’onda del successo delle precedenti edizioni. Dieci cantanti, bellissime, ma soprattutto bravissime, si esibiranno scatenandosi, accompagnate dall’alternarsi di due band, senza un minuto di sosta. Sarà una serata mozzafiato ! Le note di As…saggi Musicali rimbalzeranno ancora tra le sponde del lago per fondersi con quelle delle manifestazioni successive. Sabato 16 Giugno si svolgerà la serata finale del concorso “Note Nuove”, quinta edizione di una manifestazione a partecipazione nazionale di assoluto prestigio, riservata a gruppi e cantautori “giovani” ai quali viene offerta la possibilità di proporre, far conoscere e giudicare il proprio lavoro. Come per le precedenti edizioni il vincitore avrà accesso per direttissima alle

finali del Pop Rock Contest. Regolamento, premi, albo d’oro, foto: sul sito www.gaviratemusicfestival.it c’è di tutto e di più. A proposito, l’iscrizione è completamente GRATUITA !

Bisognava infine pensare a tutti quelli che “fanno” la musica, che hanno cose interessanti da proporre e che hanno bisogno di un palcoscenico dal quale “mettersi in mostra”. E’ nata così “Musica Inedita”, manifestazione per giovani talenti. Domenica 17 Giugno partirà la terza edizione e non sarà solo una passerella di brani musicali inediti; ci saranno numerosi stand che esporranno moltissimi oggetti, idee e novità legate al mondo della musica. E la musica suonerà dalle due del pomeriggio fino a mezzanotte, e sarà tutto gratis per pubblico e suonatori. Visto che i miracoli non ci vengono tanto bene, sarà meglio chiarire il perché di tutti questi “gratis”: tutto quello che di bello (speriamo) riusciamo a fare è dovuto all’immensa disponibilità di tanti e tanti soci Music Secrets, che col loro volontariato riescono a rendere facili anche le cose difficili, senza dimenticare le preziosissime “sponsorizzazioni”. E quindi ringraziamo la Provincia di Varese, grazie a Pro Gavirate e al Comune di Gavirate e un grazie a tutti quelli che hanno collaborato e continueranno a collaborare alle manifestazioni Music Secrets. A proposito: anche il giornale MI-FA-MUSICA è e sarà distribuito gratuitamente. Se qualcuno vorrà aiutarci con una donazione o una sponsorizzazione, avrà la nostra eterna riconoscenza. Lo staff Music Secrets

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Acoustic Guitar Meeting di Sarzana

di Alessio Ambrosi

manifestazioni ed eventi

La quindicesima edizione dell’ACOUSTIC GUITAR MEETING si terrà alla Fortezza Firmafede di SARZANA (La Spezia) dal 23 al 27 maggio 2012. Il Festival, come ogni anno, prevede le esibizioni di grandi chitarristi acustici internazionali, l’Esposizione di Liuteria, Import, Vintage, Accessori per Chitarra Acustica, il Corso formativo di liuteria e didattica sullo strumento, il concorso per chitarristi emergenti “New Sounds of Acoustic Music”, la consegna del Premio “Corde & Voci per Dialogo & Diritti” all’artista prescelto nel 2012 e molti altri eventi con la chitarra come assoluta protagonista. I primi tre giorni del Festival, mercoledì 23 – giovedì 24 – venerdì 25 maggio, saranno dedicati ai Corsi di Formazione di Liuteria e Didattica per Chitarra Acustica: mattine e pomeriggi di lavoro per tutti coloro che vorranno imparare o migliorare le tecniche di costruzione dello strumento e affinare le tecniche esecutive. Sarà confermato lo spazio “UKULELE VILLAGE”, con la presenza di espositori di questo particolare strumento musicale e si presenteranno concerti, incontri, lezioni ed eventi con l’Ukulele Hawaiiano al centro dell’interesse. Sarà presentato il progetto “Ukuleles for Peace”, con la presenza del suo ideatore, il musicista inglese Paul Moore, che attraverso la musica dell’ukulele insegna la convivenza pacifica in Israele fra ragazzi palestinesi ed ebrei. Al suo interno funzionerà il “Kids’ Guitar Corner”, angolo didattico-ricreativo per i bambini. Sono previsti inoltre numerosi incontri e conferenze, tra cui segnaliamo “La Chitarra Battente dalle origini a oggi”, con l’intervento di ROSALBA DE BONIS, liutaio, discendente della storica famiglia calabrese di liutai De Bonis, BOB BROZMAN, musicista e etnomusicologo ed altri ospiti illustri. E poi una approfondita analisi dei cavi e microfoni per il passaggio del suono, condotta da ANGELO TORDINI di Reference Laboratory, un’analisi delle leggi per le importazioni ed esportazioni dei legnami di liuteria, condotta dall’esperto americano JOHN THOMAS, fino ad un incontro plenario sugli “Stati generali della chitarra acustica in Italia” che coinvolgerà tutti gli addetti del settore presenti. Presentazione di una mostra di particolare rilevanza: “RI..SONANZE” Esposizione di chitarre storiche da Antonio Stradivari a C.F. Martin: la chitarra e le sue evoluzioni nei secoli, a cura dei liutai Leo Petrucci e Franco Di Filippo. In esposizione 25 strumenti di straordinario valore storico e la rarissima “Canobio Pagliari” del 1681 di Antonio Stradivari. Durante i giorni della manifestazione il centro storico di Sarzana sarà caratterizzato da concerti e performance di chitarristi e ensemble musicali e nelle vetrine dei negozi sarzanesi saranno esposti vari modelli di chitarre acustica, quasi un omaggio agli ospiti e turisti che visiteranno la città per l’occasione.

I CONCERTI: • Giovedì 24 maggio, la prima serata-concerto, sul palco centrale della Fortezza, sarà divisa in due parti: la prima parte, h.19, sarà dedicata al “NEW SOUNDS OF ACOUSTIC MUSIC” - Premio CARISCH 2012 “In memoria di Stefano Rosso”. Rivolto alle giovani proposte della chitarra, il concorso costituisce un ambito punto di riferimento che, con ampia rilevanza sulla stampa specializzata, lancia ogni anno nuovi professionisti. Davanti ad una giuria composta da musicisti, giornalisti e addetti del settore si esibiranno dieci giovani chitarristi, provenienti da diverse regioni d’Italia. Il concorso è dedicato alla memoria di Stefano Rosso, scomparso cantautore/chitarrista romano. La seconda parte della serata, h.21, vedrà esibirsi alcuni dei migliori interpreti della chitarra acustica. • Venerdì 25 e sabato 26 maggio si proseguirà con i concerti serali sul palco centrale con le performance dei grandi chitarristi. Il cast sarà come al solito costituito da straordinarie proposte, in solo ed in ensemble, con artisti italiani e internazionali provenienti dai vari continenti, per continuare la tradizione di concerti indimenticabili. Il programma verrà pubblicato nelle prossime settimane. • Sabato 26 sarà anche la serata del Premio Città di Sarzana-Regione Liguria “CORDE & VOCI per DIALOGO & DIRITTI” 4a edizione “Celebrazione della canzone popolare come rilevante strumento di impegno sociale e dei suoi interpreti per eccellenza: la voce e la chitarra acustica”. Concerto celebrativo sul palco alle ore 21.30, e consegna del premio all’artista prescelto da parte del Sindaco di Sarzana e dell’Assessore alla Cultura della Regione Liguria (1a edizione alla memoria di Woody Guthrie, 2a edizione a Jackson Browne, 3 a edizione alla memoria di Victor Jara e Violeta Parra). • Domenica 27 maggio, sempre sul palco centrale della Fortezza, il concerto con i vari artisti internazionali occuperà tutta la giornata, fino a termine manifestazione. Produzione e Organizzazione: Associazione Culturale ARMADILLO CLUB Via Dei Molini, 68 – 19038 SARZANA (SP) ITALY Tel./fax +39 0187 626993 acguitar@armadilloclub.org www.acousticguitarmeeting.net vwww.armadilloclub.org

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di Dedo Lorenzi

Pro Tools

sezione didattica - Dedolor, sede di Turate Finalmente, dopo numerose riflessioni (inutili perchè tanto si sapeva già quale fosse la decisione migliore), anche il dedolor ha fatto il grande salto ed ha cambiato l’hardware e il software dello studio di registrazione per passare a Pro Tools: sono così arrivati in regia Pro Tools 10 con control|24 abbinata a scheda192 I/O analog HDX. Ma perchè questa (costosa) scelta? Pro Tools è il sistema DAW (Digital Audio Workstation) più usato per l’elaborazione e la produzione digitale di musica a livello professionale e rappresenta ormai lo standard del settore; il suo grande punto di forza è la gestione dei file audio e dei plugin (in particolare quelli nativi della AVID) di cui si occupa direttamente il processore della scheda DSP di Pro Tools HDX senza andare ad appesantire il processore del computer. Avere un hardware dedicato permette di poter mantenere la qualità audio inalterata senza nessun tipo di perdita dovuta all’appesantimento del processore del computer, fatto che potenzialmente può avvenire con i computer che utilizzano il solo software, che sia lo stesso Pro Tools o che sia Logic, Q-base, ... E’ proprio questa caratteristica che ha portato Pro Tools alla fama in quanto è stato il primo ad utilizzare questo metodo di gestione in un periodo in cui i computer non avevano ancora i potenti processori attuali; poi nel corso degli anni la sua affidabilità, la sua qualità di resa sonora e la sua adattabilità ai diversi ambiti lavorativi lo hanno consacrato leader in tutti i diversi campi della registrazione sonora: infatti Pro Tools non è solamente il re incontrastato degli studi di registrazione musicali, ma è anche il software d’eccellenza per la postproduzione ed il montaggio video, dagli studi televisivi a quelli cinematografici e a quelli per lo sviluppo audio dei video-games.

fortuna di avere Percorsi Audio, una delle poche scuole al mondo ad aver ottenuto il titolo direttamente dall’AVID e gestita dal “guru” Fausto Demetrio che ho avuto il piacere di conoscere trascorrendo un’intera giornata insieme; per ogni informazione a riguardo vi rimando direttamente al loro sito internet www.percorsiaudio.com. Ma oltre alla teoria ci vuole anche la pratica e quindi è stato un piacere provare subito le nuove conoscenze e la nuova strumentazione nella registrazione del brano “Come Jay Kay” degli Alphan Prodige. Per tale sessione di registrazione ho utilizzato i medesimi strumenti di sempre (batteria, chitarre, ecc.) e i medesimi microfoni applicando le tecniche di microfonazione che utilizzo solitamente; l’unico cambiamento è stato tutto ciò che è inerente a Pro Tools: software e superficie di controllo. Tra i miei precedenti lavori e questa registrazione ho riscontrato una notevole differenza qualitativa a conferma della superiorità di Pro Tools sugli altri software di registrazione. La maggiore frequenza di campionamento possibile con Pro Tools 8 (prima registravo a 48khz, ogni tanto a 96, ora registro a 192khz) mi ha permesso di ottenere un suono incredibilmente nitido ed una grande dinamica (lavorando già in acquisizione a 32bit), dando alla canzone una sonorità ed una presenza mai sentita prima con il vecchio sistema che utilizzavo (e non era certo materiale di poco valore: Yamaha DM2000, schede RME Fireface,... ). A essere onesti (e coerenti) io ho sempre fatto parte di quella schiera di user che era contro la politica della AVID/DIGIDESIGN di dover obbligatoriamente acquistare un hardware dedicato per poter utilizzare il software di Pro Tools. Probabilmente hanno ascoltato le mie lamen-

Un’altra caratteristica importante distingue Pro Tools dagli altri software dedicati al recording: l’AVID, casa produttrice del programma, offre la possibilità di frequentare dei percorsi di formazione dedicati a Pro Tools, come sto facendo io stesso e come intendo continuare a fare anche in futuro per i corsi più avanzati. Il percorso di studio ufficiale della AVID è suddiviso in più corsi che corrispondono ai diversi step di apprendimento differenziati anche per campo di specializzazione (audio per videogames, musica, postproduzione audio). Al termine di ogni corso si deve sostenere un esame che, se superato, permette di ottenere la corrispondente certificazione AVID, un riconoscimento valido a livello mondiale. Per chi fosse interessato a seguire tali corsi, in Italia abbiamo la

tele (ovviamente scherzo!), ma già dall’uscita di Pro Tools 9 hanno aperto il mercato dando la possibilità di poter utilizzare finalmente anche schede audio di terze parti. Poi, dopo aver avuto l’incontro con Fausto Demetrio ed aver toccato con mano la reale potenza di Pro Tools 10 abbinato all’hardware HDX, ho capito il reale potenziale di questo sistema hardware/software ed ho fatto il grande e ormai diventato per me inevitabile passo. Nel corso Music Secrets di sound engineering che sto tenendo presso il mio studio (www.dedolor.it) si ha modo durante le lezioni di utilizzare in prima persona anche Pro Tools 10, dando così allo studente la possibilità di iniziare ad avvicinarsi a questo mondo.

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L’angolo del fonico: L’ABC del mixer

di Fabio Marazzi

sezione didattica

Il mixer, spesso chiamato anche “banco” o più raramente “console”, è un componente fondamentale della catena audio, il punto dove tutti i segnali in entrata (microfoni, strumenti elettronici e altre apparecchiature) convergono e vengono smistati, modificati, miscelati e restituiti in uscita secondo gusto e necessità. Il presente articolo, in due puntate, si pone l’obiettivo di offrire una guida essenziale alle principali funzioni di un mixer analogico, orientato soprattutto a chi vi si trova di fronte per la prima volta o ne vorrebbe comprendere in modo più completo il funzionamento. Un mixer analogico (delle loro controparti digitali parleremo in altra sede) si può fondamentalmente suddividere in

tre sezioni principali: sezione di I/O (input/output), channel strip e master section. (Nota: in questo articolo prenderemo come modello indicativo i Mackie 1604-VZL3 e 2404-VLZ3, in quanto mixer di fascia medio-bassa che presentano caratteristiche, layout e denominazioni comuni a moltissime altre apparecchiature di grande diffusione. I mixer di fascia più alta presentano spesso numerosi comandi avanzati e opzioni aggiuntive, che però per semplicità non tratteremo ora). In un mixer sono presenti varie entrate e uscite, che prendono un nome differente a seconda del tipo di segnale che gestiscono. Nella sezione di I/O troviamo prima di tutto gli ingressi dei canali (che vedremo nel dettaglio sul prossimo numero), i quali possono essere microfonici, di linea o instrument. L’ingresso microfonico è un ingresso bilanciato* di tipo XLR (volgarmente chiamato anche “Cannon”), è dedicato ai segnali provenienti da un microfono e può trasmettere la phantom power, mentre l’ingresso di linea è un jack 1/4” adatto al collegamento di apparecchiature che lavorano appunto con segnale a livello di linea (1,23 V, più alto di quello microfonico). Gli ingressi instrument sono noti anche come ingressi Hi-Z, cioè ad alta impedenza, dedicati al collegamento diretto nel banco degli strumenti dotati di pickup - e assenti nei nostri Mackie. Spesso è presente anche un ulteriore connettore denominato insert, dedicato al collegamento, tramite un “cavo a Y”, di processori di dinamica (compressori/expander/gate/ limiter...) o altri outboard esterni.

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Nella sezione I/O troviamo anche le mandate ausiliarie (“aux send”), uscite utilizzate solitamente per inviare una copia dei segnali all’ascolto dei musicisti (ad esempio ai monitor sul palco) o a un effetto esterno, e i ritorni ausiliari (“aux return/stereo return”) che ricevono di norma il segnale di ritorno da detti effetti. Le uscite direct out, numerate per canale, consentono di prelevare una copia pre-fader (a volte anche pre-eq e pre-dyn) del segnale presente sul canale corrispondente al fine ad esempio di una registrazione. Un interessante “trucco” artigianale per sopperire alla eventuale assenza di direct out consiste nell’inserire un jack per metà (fino al primo “click”) nel connettore insert.

Le uscite bus out (“sub out/group out”) sono gli output dei bus o gruppi, che vedremo nel prossimo numero. L’uscita stereofonica main out si definisce da sé, ed è collegata al master fader: accanto ad essa si possono trovare le relative connessioni main insert. Le uscite “ctrl room out” sono dedicate all’ascolto sui monitor in caso di utilizzo in studio (con possibilità di un ascolto indipendente dal main out e controllabile dalla master section), mentre i tape in/out (a volte denominati “2 track in/out”) si usano per collegare tramite cavi RCA delle apparecchiature consumer come lettori CD, iPod, computer e via dicendo. Altri collegamenti solitamente collocati nella sezione di I/O sono il talkback, un ingresso aggiuntivo per il microfono del tecnico, gli ingressi stereo (che altro non sono che delle coppie di ingressi L e R, esclusivamente di linea, che confluiscono in un unico canale stereofonico) e il tasto per l’attivazione della phantom power. *La bilanciatura è un sistema di trasmissione del segnale audio utilizzato in ambiente professionale che ha lo scopo di neutralizzare eventuali interferenze occorse lungo il tragitto fra un apparecchio e l’altro. É tutto per questa puntata della rubrica, la seconda e ultima parte nel prossimo numero!


di Massimo Saresini

L’Ottava: meraviglia del mondo sezione didattica

Negli scorsi appuntamenti abbiamo trattato diversi argomenti. Prima di tutto si è preso in considerazione la scelta del diapason e si è parlato dei fenomeni di risonanza che alcune frequenze di riferimento hanno sull’ascoltatore. Poi abbiamo analizzato lo spazio sonoro, ovvero il campo delle frequenze da noi udibili, scoprendo come la divisione in ottave sia oramai un assioma senza il quale difficilmente la musica si sarebbe evoluta. A questo punto non ci resta che trattare la divisione dell’ottava. Pitagora (560 a.C. – 480 a.C.) teorizzò la prima scala conosciuta della cultura occidentale, basata sulla successione di quinte giuste. Questa scala, quasi perfetta e di semplice realizzazione, fu impiegata per due millenni, in tutto il periodo in cui la musica era costituita da un’unica linea melodica (monodia), finchè l’evoluzione musicale, nel corso dei secoli, portò alla polifonia (più linee melodiche contemporanee che generavano gli accordi), quindi all’esecuzione simultanea di più note e alcuni intervalli della scala pitagorica, in particolare le terze e le seste, richiesero una rettifica. Solo le quarte, le quinte e l’ottave erano intervalli ritenuti consonanti. Verso la metà del ‘500, con l’avvento della musica tonale, si affermò la scala dei rapporti semplici, realizzata dallo Zarlino, Questa scala è chiamata oggi naturale perché i suoi gradi coincidono con le frequenze derivate dai suoni armonici, e quindi più adatta per la realizzazione degli accordi. Perfetta dal punto di vista prettamente musicale, la sua attuazione su strumenti ad intonazione fissa, come quelli a tastiera, è irrealizzabile perché richiederebbe un numero enorme di tasti. Alla fine del ‘600, Andreas Werckmeister, organista e teorico tedesco, inventò la scala temperata risolvendo ogni problema: l’ottava è stata divisa in dodici semitoni perfettamente uguali, ma tutti gli intervalli sono leggermente falsati, ad eccezione di quello d’ottava. La scala ufficiale attuale è quella temperata, ma l’imperfezione dei suoi intervalli non sempre è tollerata. L’orchestra sinfonica, ad esempio, continua ad impiegare la scala naturale, infatti, gli strumenti ad arco, che costituiscono la sua ossatura non hanno tasti. Gli ottoni (trombe, tromboni, corni e tube) possono ottenere le varie note solo generando le armoniche. I legni (flauti, oboi, clarinetti e fagotti), sebbene abbiano i fori calcolati per la scala temperata, dispongono di un’elasticità d’intonazione più che sufficiente per intonare i giusti intervalli. Inoltre bisogna ricordare che per alcuni strumenti è più semplice utilizzare scale con le alterazioni in bemolle piuttosto che in diesis. Si capisce ora perché nella circolo delle quinte nel sistema temperato ci siano 15 tonalità anziché 12.

La divisione dell’ottava in 12 parti uguali però è puramente convenzionale e tipica della civiltà musicale occidentale; questa distinzione non va sottovalutata, se non si vuole incorrere in una sorta di assolutismo culturale che non può rivelarsi che improduttivo. In questa prospettiva, uno studio accurato della scala temperata di 12 suoni appare indispensabile per meglio focalizzare la natura di tutte le combinazioni (sottoinsiemi) in essa contenute, passando in rassegna e analizzando le possibili aggregazioni che ne derivano. Non si possono tuttavia omettere tre considerazioni: 1. Che sia possibile dividere ogni ottava in un numero qualsiasi di parti uguali tra loro (ad esempio in 24 parti, come nel sistema a 1/4 di tono). 2. Che sia possibile dividere ogni ottava in un numero qualsiasi di parti in qualsiasi modo diverse tra loro (ad esempio nelle scale indiane). 3. Che sia possibile dividere ogni ottava in un qualsiasi modo diverso dalle altre ottave, in un numero qualsiasi di parti, in qualsiasi modo diverse tra loro. Fra le numerose divisioni dell’ottava teoricamente possibili, comprendenti un numero di intervalli maggiore di 12, Rasch ne elenca ben 78, composte da un numero variabile di gradi, da 14 a 129. Fra le scale più conosciute, si segnalano brevemente le seguenti: — 19 gradi (sistema dodecafonico-diatonico): Yasser (1932), Mandelbaum (1961); — 24 gradi (sistema bi-dodecafonico o a quarti di tono): Haba (1927), Carrillo, Kallenbach-Greller (1926), Vysnegradskij (1940), Schneider (1975); — 31 gradi (sistema a quinti di tono): Vicentino (1555), Colonna (1618), Huygens (1691), Supping (1722), Fokker (1945); — 36 gradi (sistema tri-dodecafonico o a sesti di tono): Haba (1927); — 43 gradi (sistema a settimi di tono): Saveur (1701); — 48 gradi (sistema a ottavi di tono); — 53 gradi (sistema a noni di tono): Bosanquet (1876), White (1883), Tipple e Frye (1941) Fickenscher (1941); — 72 gradi (sistema esa-dodecafonico o a dodicesimi di tono): Maedel e Herf (1977); -96 gradi (sistema otto-dodecafonico o a sedicesimi di tono): Carrillo (1948) Il blues rappresenta un valido esempio in cui il sistema temperato viene arricchito di quarti di tono indispensabili per descrivere la sonorità particolare che questo genere possiede.

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Il Saxofono

di Emiliano Romano

sezione didattica

Ciao a tutti! In questo articolo vorrei parlarvi di quel meraviglioso e luccicante strumento che si chiama SaXofono... con la lettera “X” appunto, come il suo venerabile inventore Adolphe Sax. Abbiamo diverse tipologie e “formati o tagli” di questo strumento: se ne contano, appartenenti a questa famiglia, ben 14 (fonte Wikipedia). Molti di questi Sax sono rimasti prototipi o col passare del tempo sono caduti in disuso per i più svariati motivi (difficoltà di utilizzo, costi di produzione, sostituiti da altri strumenti più adatti al timbro richiesto dalla “moda” di turno delle orchestre ecc…). Attualmente i Sax più visti, su riviste, filmati, o che possiamo ascoltare in qualche concerto, sono quattro. In ordine dal più grave al più acuto sono: Baritono, Tenore, Contralto, Soprano. Per darvi un’idea precisa della loro immagine, ma soprattutto del loro timbro, vi consiglio di vedere e ascoltare alcuni filmati presenti su You Tube… c’è veramente l’imbarazzo della scelta! Posso citarvi dei nomi per eccellenza che vi guideranno nel labirinto della vostra ricerca. Purtroppo la mia tendenza mi ha portato a conoscere Saxofonisti che hanno a che fare con la musica Jazz e sono a digiuno dei grandi musicisti del panorama classico…vogliate scusarmi, andrò a casa a studiare! Per quanto riguarda il Baritono c’è da citare senza dubbio Gerry Mulligan; famoso per essere uno dei fondatori

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della scuola “ Cool Jazz” e per le collaborazioni con Astor Piazzolla. Per il Tenore il discorso si complica. Sono d’obbligo i “papà”: Coleman Hawkins, Lester Young, John Coltrane, Sonny Rollins, Stan Getz ecc… Sarò più dettagliato con questa categoria in un prossimo numero. Sax Contralto…beh! Charlie Parker, fondatore del movimento “Bebop” e Cannonball Adderley. Per il Sax Soprano, ascoltate: Wayne Shorter e Dave Liebman. Questi sono solo alcuni nomi per iniziare, ma come già detto, c’è da sbizzarrirsi… ognuno con il suo stile, ognuno con il suo timbro particolare, personale, perché questa è la più grande caratteristica del Sax: la personalità che gli si può imprimere a seconda della nostra sensibilità e dei nostri gusti è impressionante! Una delle domande più frequenti che mi pongono è la seguente: ”Ma se inizio a suonare con un Contralto… poi… se cambio idea… posso passare ad un altro?”. La risposta è: ”Sì, certo che si può fare!”. Una volta messe le dita su un Sax, con le dovute proporzioni, posso metterle su tutti gli altri. Sono da tener conto: il peso e le dimensioni dello strumento in relazione alla corporatura (chiaramente per un ragazzino di 11-12 anni mettersi al collo un Baritono….beh…ci penserei un po’ su!); il timbro che piace di più al nostro orecchio nelle categorie sopra citate e via, inizia la nostra avventura da Saxofonisti! Buon ascolto!

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di Sara Bececchi

MusicalMente sezione didattica

Ciao a tutti! Prima di cominciare è doverosa una piccola premessa. Questa rubrica chiamata “MusicalMENTE” nasce dall’idea e (forse più) dalla curiosità di saperne di più sul discorso Musicoterapia e Pedagogia musicale, paroloni che magari spesso sentiamo, ma di cui in realtà conosciamo poco. Per qualche puntata cercheremo di capire in cosa consistono, quali sono i principi su cui fanno leva e come possono essere utili a noi appassionati di musica, seppur non andando troppo nello specifico. Spero che questo spazio solletichi la vostra curiosità…enjoy!

“La musica è la tua propria esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non la vivi, non verrà mai fuori dal tuo strumento […].” Charlie Parker

Se fino a ieri abbiamo pensato che con MUSICA si intendesse l’universo di canzoni prodotte nel corso della storia ci sbagliavamo: la musica ci sorprende ancora e ci dimostra altre strade da percorrere, in cui la fa da regina. Non è solo eseguita, cantata, ballata, la musica aiuta a crescere (e crescere bene), aiuta a stare meglio, produce in noi effetti positivi sia a livello fisico che mentale, per questo viene impiegata nelle varie tecniche terapeutiche, educative e riabilitative. Ma perché si ritiene che la musica abbia un tale valore educativo e riabilitativo e non un’altra arte? Perché la musica è un’arte “completa” che permea la vita quotidiana e fa appello a tutte le facoltà dell’uomo: alla motricità e ai sensi in quanto è suono e ritmo, all’affettività come melodia, all’intelligenza per tutto ciò che è sincronia e armonia. Il suono e la musica favoriscono la comunicazione interpersonale, diventano mezzi di espressione e di conoscenza; danno vita a processi creativi, costituiscono un fatto culturale e sociale, attivano e organizzano il movimento, l’espressione corporea, la danza, il canto. Esperimenti condotti sull’uomo hanno messo in luce come l’esperienza sonora sia intimamente legata alla vita, fin dai suoi albori. Il bambino nel periodo della gestazione inizia a sentire già dalla 24° settimana. Questo vuol dire che l’esperienza sonora ha un esordio assai precoce nell’uomo: il bambino prima di nascere sente il battito cardiaco e la voce della mamma e poi tutti i suoni dell’ambiente; il battito cardiaco pone i parametri del ritmo mentre la voce della mamma impregna il linguaggio e la melodia. Il bambino non capisce cosa la mamma voglia dire, ma inizia a relazionarsi amorevolmente con i suoni che si imprimeranno nella sua memoria e avranno tanta importanza nella comunicazione umana (riguardo il linguaggio parlato ma anche riguardo lo sviluppo del talento musicale). Attraverso l’utilizzo del suono e della voce come canali privilegiati si realizza una comunicazione non verbale che stimola lo sviluppo del sistema nervoso del nascituro. La musica ha inoltre un ruolo di relazione e di conferma nel rapporto con il proprio mondo affetti-

vo: si tratta di una fase di “appaesamento sonoro”, in cui la voce della madre e delle figure vicine, le canzoni ripetute, i suoni conosciuti confermano al bambino l’esistenza del suo mondo di affetti. Anche nell’ambito della relazione genitore-bambino, fondamento per una crescita armoniosa e serena, il parametro sonoro risulta essere un ottimo facilitatore. Non solo, ma nell’evoluzione del bambino l’esperienza acustica ha un ruolo importantissimo nell’acquisizione delle capacità cognitive e linguistiche. La musica e il silenzio (straordinaria e peculiare forma di “musica”) rimangono dunque un elemento costante e vitale del trascorrere quotidiano del tempo e costituiscono terreno su cui costruire e mantenere uno stato di benessere psichico e fisico. Ci sono musiche che, per motivi in parte ancora misteriosi, appartengono esclusivamente a noi, producono in noi effetti fisici e soprattutto psichici, che raramente riusciamo a condividere, a trasfondere a qualcun altro nella loro straordinaria complessità. Ci sono musiche che ci portiamo dentro da sempre, ce ne sono altre che incontriamo in determinati momenti e che magari si vanno ad aggiungere a quelle che rimarranno per sempre con noi; alcune, invece, ci accompagnano per tratti più o meno lunghi di vita. Le musiche che sono in noi e anche le altre che man mano interiorizziamo o apprezziamo, per motivi che solo noi possiamo sapere, sono quelle che costituiscono la “colonna sonora” della nostra vita, autobiografia unica e irripetibile. L’applicazione e l’utilizzo della musica nel processo di crescita dell’individuo consente dunque un armonico, completo e libero sviluppo della sua personalità. L’attività con e sui suoni diventa allora un elemento del complesso processo educativo. Non si tratta, però, di educare alla musica, ma con la musica, che diviene educativa se riesce a saldarsi con tutti gli aspetti della personalità dell’uomo e non solo con la sfera estetica. PRIMA PARTE MUSICA: LINGUAGGIO PRIMITIVO E UNIVERSALE Se per trovare la definizione concettuale della musica bisogna risalire al greco mousiké, riferito alle arti sacre alle Muse –poesia, musica e danza- e poi alla musica in quanto “arte dei suoni”, per le sue origini dobbiamo immaginare un passato ancora più remoto. Tutta la documentazione disponibile e tutte le interpretazioni convergono nell’associare alla nascita, e a buona parte dello sviluppo, della musica e degli strumenti musicali, una funzione prevalentemente magica, religiosa e rituale, considerando il suono, “inafferrabile e invisibile”, di origine divina e dotato di potere magico. La presenza della musica, in versione strumentale o di canto, compare in tutti i rituali celebrati nelle società più antiche e non solo. I celti, si narra, suonavano l’arpa appena una creatura veniva al mondo perché ritenevano che il bambino dovesse esperire insieme al dolore per la separazione, che è la sofferenza psichi-

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MusicalMente ca più grande dell’uomo, anche la consolazione più grande che è la musica. Alla convinzione del potere magico del suono e della musica si è aggiunta nel tempo la conoscenza degli effetti fisici e psichici delle vibrazioni sonore che, più o meno “organizzate”, influiscono in maniera tanto immediata quanto potente sulle varie parti del corpo e soprattutto sullo spirito, creando risposte fisiche ed emotive, individuali e di gruppo. Possiamo quindi affermare che dovunque sia vissuto e viva l’uomo, lì troviamo la musica: nelle moderne città come nelle tribù primitive, ai giorni nostri come in epoche remote, in oriente come in occidente. Questo perché ogni essere umano eredita, insieme alle altre caratteristiche genetiche, la musicalità, il

email: info@moltenimusica.com

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senso del ritmo e la modulazione della voce. La musica rappresenta un linguaggio universale presente in natura, ma anche creato e ricreato continuamente dall’uomo, un linguaggio misterioso che non utilizza parole, ma è capace di arrivare al cuore come alla mente. In conclusione, abbiamo iniziato a vedere come la musica non si limiti al solo “mondo delle note”, ma le sue applicazioni si estendano a molti altri universi. Nel prossimo articolo parleremo di Musicoterapia, di cosa si tratta, dei suoi principi e degli ambiti in cui viene applicato.


di Gianni Zacchetti

Liuteria: il Truss Rod rubrica

Ciao a tutti, belli e brutti. Nel mio articolo precedente ho dato qualche dritta su come cercare di non prendere fregature acquistando una chitarra o un basso. Oggi, invece, voglio spiegare il funzionamento del truss rod, questo “conosciuto - sconosciuto”. Il truss rod tradizionale è una barra cilindrica metallica posizionata in maniera concava all’interno del manico, poco sotto la tastiera; a volte ne vengono messe due, come per esempio nei bassi Rickenbacker . Una estremità di questa viene bloccata, mentre l’altra, che è filettata e dotata di dado, spunta dal collo o viceversa dal tacco del manico(a seconda dei modelli) ed è di evidente importanza per ciò che riguarda la regolazione del nostro manico e il riequilibrio dalla tensione che questo subisce dal tiraggio delle corde (vedi Figura 1 e 2). Cerco di spiegarmi meglio. Il manico di una chitarra o di un basso, quando è privo di corde e ha il truss rod in posizione di relax, con il dado allentato, deve avere una leggerissima concavità. Vediamo ora come si comporta il manico se montiamo una muta di corde fini e morbide(per chitarra con scalatura 09/42, per basso 30/100) e accordiamo lo strumento. Bene, su questo potremo notare, se premiamo la corda del Mi basso contemporaneamente al primo e all’ultimo tasto e la usiamo come fosse un righello (Figura 3), che allora la concavità del manico aumenta. Questo per la tensione che producono le corde. Se ora invece andiamo a sostituire la muta 09/42 con una più grossa 10/46, per il basso 45/105, una volta riaccordato lo strumento e ripetendo l’operazione del righello (Figura 4) il manico presenterà una concavità ancora più accentuata. Più le corde sono grosse, quindi, maggiore è la tensione che queste esercitano sul manico. Tutto questo con il truss rod inattivo.

ghello vedremo diminuire anche l’altezza delle corde sui tasti, fino all’eccesso opposto che lo potrà rendere convesso al punto di fare appoggiare le corde sui tasti (Figura 5). L’operazione non è impossibile ma delicata quindi ATTENZIONE !!! Questo tipo di truss rod viene montato in quasi tutte le Fender e le Gibson, ma ne esistono altri tipi e se vi fa piacere ne parleremo nella prossima puntata. BUONA SUONATA A TUTTI !

Ora, se noi agiamo con la chiave apposita e con la dovuta cautela, avvitando il dado del truss rod, andremo a tendere la barra che piano piano bilancerà la tensione creata dalle corde. Così facendo, ci accorgeremo che, piano piano, diminuisce la concavità del manico. Di conseguenza con la tecnica del ri-

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Note Legali: La soppressione dell’Enpals

di Andrea Michinelli

rubrica

Il D.L. 201/2011 sopprime l’Enpals: tutto cambia per restare uguale (per ora) e l’abrogazione del libretto Enpals. È indubbio che ha fatto molto discutere uno dei recenti provvedimenti del neo-governo Monti, ovverosia la formale soppressione dell’Enpals da parte dell’art. 21 del D.L. n. 201 del 6 dicembre 2011 (cosiddetto «decreto salva-Italia», entrato in vigore alla stessa data). In particolare, il decreto precisa che sono trasferiti all’INPS il personale, le risorse umane e strumentali nonchè le funzioni dell’ente previdenziale dello spettacolo e dello sport. Si ricorda che nell’ambito di tale operazione anche l’INPDAP (ente previdenziale del settore pubblico) ha subito la medesima sorte dell’Enpals, in un’ottica governativa di risparmio gestionale di diversi miliardi di euro. Detto ciò, va ribadito che – di fatto – non è cambiato nulla: l’ente è sempre lì al suo posto (anche il suo sito Internet e i relativi servizi), permangono le procedure di sempre (come le agibilità, le denunce mensili, le iscrizioni, ecc.). Quindi molti che si sono da subito inquietati (o, di converso, entusiasmati) per la novità di legge non trovano al momento alcun riscontro, poiché si procede esattamente come prima. Tutto questo fino a quando chi di competenza non metterà mano al riordino delle competenze, tramite decreti attuativi ministeriali da approvare entro il 31 marzo 2012: si potrà cambiare solo «l’etichetta», chiamando «INPS ex gestione Enpals» ciò che prima era Enpals e mantenendo intatte le procedure, oppure si potrà rivoluzionare il comparto assoggettando i lavoratori dello spettacolo alle procedure già in vigore per gli altri assicurati INPS. Certo è che il settore dello spettacolo presenta forti peculiarità e sembra un po’ difficile poterlo «livellare» tout court al pari di altri lavoratori, autonomi o subordinati che siano, non del settore. Quel che si può affermare con certezza è che all’INPS sono destinati il personale e le competenze dell’Enpals, ma soprattutto che la «cassa» dell’Enpals confluisce nei forzieri dell’INPS. Ricordiamo che l’Enpals è uno dei pochissimi enti di previdenza con un bilancio in attivo. Dunque i circa 300.000 lavoratori e i 60.000 pensionati Enpals «migreranno» sì sotto l’ala dell’INPS, ma con una regolamentazione tutta da definire. L’operazione lascia a desiderare quanto a logica nelle tempistiche ma la particolare contingenza sembra suggerire, politicamente, queste scelte. Più attuali e interessanti quesiti potrebbero essere altri, ad esempio quello di capire dove sono finiti i soldi degli assicurati Enpals che costituivano l’attivo, dopo l’operazione di soppressione: sarebbe idoneo che le riserve attive dell’Enpals andassero, almeno in parte e come da tempo chiedono diverse voci, a sostegno dei lavoratori del settore che necessitano di maggiori ammortizzatori sociali (non scordiamo in proposito il veto di agosto, da parte dell’INPS, contro l’indennità di disoccupazione a favore dei lavoratori dello spettacolo). Sarebbe assolutamente ingiusto e discutibile, invece, che quelle somme stanziate per lo spettacolo e lo sport finissero a sanare altri settori o altri comparti lavorativi (ad es. colmando il disavanzo

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che grava sull’INPDAP). Detto ciò, precisiamo che i contributi già versati dai lavoratori Enpals non saranno toccati, essendo diritti già acquisiti nel patrimonio del lavoratore, mentre potrebbe mutare il metodo di calcolo della pensione e di futuro versamento dei contributi. Oppure ancora: la fusione con l’INPS renderà più presenti e capillari i controlli e le verifiche, finora limitatissimi a causa della mancanza di personale Enpals? Gli ispettori INPS sono decisamente più presenti e numerosi sul territorio, tuttavia si ritroveranno a dover effettuare ulteriori verifiche – oltre a quelle già messe in atto – in nuovi ambienti e contesti, forse per loro estranei e poco conosciuti. Auspichiamo che questa notevole innovazione vada nella direzione di un aiuto a un settore professionale, quello dello spettacolo, che risente ancor di più di altri della crisi economica e che non ha potenti lobby a suo sostegno sul piano istituzionale. Proprio per questo andrebbe salvaguardato con decisioni che tengano conto delle sue difficoltà, del mercato attuale del lavoro, del confronto con le normative europee. Da ultimo, due precisazioni: in primis, salutiamo come moderna innovazione l’abrogazione della normativa circa il libretto di lavoro Enpals. la Legge n. 183 del 12 novembre 2011 (recepita nella circolare n. 15 del 27 dicembre 2011 dell’Enpals) ha disposto l’abrogazione dell’art. 11 del Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato 16 luglio 1947, n. 708, ove si disciplinava tale documento. Quindi dal primo gennaio 2012 tutti gli adempimenti relativi al libretto (dal suo rilascio alla sua compilazione, ecc.) non sono più dovuti e, pertanto, vengono meno tutte le sanzioni amministrative previgenti. La misura ha finalmente parificato il settore dello spettacolo agli altri settori lavorativi, ove il libretto di lavoro era stato eliminato da tempo, a favore dell’informatizzazione di tutte le procedure connesse. Seconda novità, la convenzione SIAE-Enpals previgente (come da circolare Enpals n. 14 del 27 dicembre 2012) è scaduta il 31 dicembre del 2011. Pertanto, in attesa che l’INPS consideri se sia opportuno rinnovarla o meno, non ci si potrà più rivolgere agli sportelli SIAE (convenzionati Enpals) per svolgere le pratiche Enpals. Restano due gli uffici a cui l’interessato potrà rivolgersi: o quelli propri dell’Enpals (presenti territorialmente, però, solo nei capoluoghi e poco più) oppure, più diffusamente, presso tutti quelli dell’INPS. Sottolineiamo che comunque sono rimaste poche le pratiche Enpals da svolgere a sportello, quali ad es. l’iscrizione di imprese o lavoratori autonomi esercenti attività musicali: il più delle attività viene svolto oramai telematicamente, in un’ottica di moderna pubblica amministrazione.

NOTE LEGALI - Associazione italiana per lo studio e l’insegnamento del diritto della musica Via degli Orti, 44 - 40137 Bologna Tel 051 58 75 506 / Fax 051 74 56 898 info@notelegali.it www.notelegali.it www.myspace.com/notelegali www.facebook.com/notelegali


di Emiliano Riva

Il rumore viola:

Guida ragionata ai negozi di musica pt.3 rubrica

Pochi soldi nella bisaccia? Meglio che il viandante stia alla larga dalle tentazioni di Backbeat, Martelli e affini, e volga il proprio sguardo alla terra del risparmio: Essegiemme. Non è un grossista di carni o una manifatturiera termoidraulica, piuttosto l’abbreviazione di “Società Generi Musicali”. Siffatta è la scritta che reca il portone d’un grosso capannone ubicato nella lontana Landa Industriale. Per arrivarci occorre superare il valico dei Sette Supermercati, affrontare il Demone del Triplo Semaforo e scovare, nel dedalo di viuzze realsocialiste, il numero 15 di via del Progresso. Dentro l’enorme capannone si apre una Grande Distesa ricoperta da foreste di strumenti, torri di amplificatori, praterie di tastiere e fortificazioni di batterie. Ai suoi margini si stende un’infinita catena di scaffali dov’è stipato un arsenale di confezioni, scatoloni, bancali e pacchi che contengono strumenti sufficienti per far suonare mezzo mondo. Le leggende della contea di Backbeat o del regno dei Martelliani sono echi lontani: questo è un territorio selvaggio dove traghettatori, maghi o elfi benevoli sono presenze assai rare. Il flebile dlin-dlon della fotocellula all’ingresso è l’ultimo suono amichevole che il viandante ode prima di essere lasciato a sé stesso. L’unica presenza certa è il Gran Capo di questa regione; un ometto dal nome misterioso (Igor? Igordùr? Igordon figlio di Igor?), stempiato e prossimo alla vecchiaia, descritto nei diari degli esploratori come “essere dalle spesse lenti e senso dell’umorismo di un troll”. Dirige tutto a colpi di clic dal trono sul soppalco, vigilando i possedimenti sottostanti con il suo onnipresente Occhio elettronico. Riceve solo coloro che hanno trovato un articolo interessante durante l’esplorazione della Distesa, e salgono i ripidi, metallici gradini per chiedere udienza. Ascoltare le loro richieste, è a sua discrezione dare una risposta più o meno enigmatica: “Al momento non posso aiutarla, messere, se vuole proprio provare quell’amplificatore deve andare in cerca del Nano del Muletto, affinché la aiuti a tirarlo giù dal bancale là in alto, a meno che non voglia fare tutto da solo.” Ma i tesori di Essegiemme non sono proprio degni di un re. Questa non è una terra per andare alla ricerca di liuti preziosi, è piena di bislacchi strumenti forgiati da artigiani più o meno improbabili. Ricordo chiaramente

l’era nella quale tutti i giovini musicanti più gonzi della città imbracciavano le stesse chitarre. Si chiamavano “Tekman”, ed erano disponibili in due distinte fogge, rubiconda e rubiconda che si scrostava. Non vi erano notizie certe sulla loro provenienza; si diceva venissero assemblate negli oscuri opifici di qualche lontana terra d’oriente. Il loro costo era ridicolo: prendendo da un legnaiolo dei dintorni un mediocre ciocco d’abete per fabbricarne una copia, si sarebbe speso di più. La loro particolarità non stava tanto nella cattiva qualità del suono - che per la cifra spesa, non era neanche così tremendo - ma in un tranello insito nei pickup, opera di chissà quale fabbro scapestrato. I magneti assorbivano così tante interferenze che parecchi menestrelli si erano spaventati, udendo suoni e sfrigolii misteriosi uscirvi quando meno se l’aspettavano. Furono in molti a consultare fior di maghi e stregoni, credendo che il loro strumento fosse sotto l’influsso di qualche maleficio. Svelato l’arcano e dissipati i timori, alcuni pensarono di procurarsi una Tekman giusto per prendersene beffe, lanciandosi in sconclusionati caroselli con il volume dell’amplificatore al massimo. Tuttavia nessun liutaio, per quanto esperto, poteva fare qualcosa per irrobustire la consistenza di corpo e manico, simile a quella delle fette biscottate. Sembravano avere una data di scadenza prestabilita: massimo un paio di anni, e iniziavano a sbriciolarsi, diventando preda di muffe e qualsiasi entità corrosiva si agitasse nell’aere. Un fedele amico ebbe la scriteriata idea di acquistarne una, e dopo averla usata con poca soddisfazione per un breve periodo, la dimenticò - ben chiusa nella sua custodia - nello sgabuzzino della propria dimora. Trascorse molte stagioni, pensò di andarla a riprendere, e si trovò davanti uno strumento cadaverico, in avanzato stato di putrefazione, che chiedeva solo una degna sepoltura. Poche sono le compagnie che affermano di essersi avventurate in questo sordido angolo delle Lande Industriali, e non c’è traccia di musico in città che ammetta volentieri di averci fatto affari. Però, la maggior parte di essi non uscirebbe indenne da un’attenta ispezione dei propri carteggi: salterebbero sicuramente fuori almeno un paio di ricevute sospette. Musica a buon mercato: Blind Guardian - Into the Storm

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La Rubrikazza: Come studiare

di Sergio Bianchi

rubrica

Suppongo ormai lo sappiate: io sono uno studente travestito da insegnante. E sono piuttosto anticonvenzionale pure in questo quindi i miei consigli molto spesso escono dalle “normali” dritte che sentirete a lezione. Vorrei focalizzare l’attenzione su come avere una costante curva crescente (Wow! Che allitterazione!) delle proprie abilità. O meglio: su come funziona per me. 1. Non è importante la quantità di ore bensì la qualità delle stesse. Ovviamente… se volete farlo davvero bene conta anche il tempo che passate sullo strumento, ma non è questa la principale necessità dello studio. Le cose vanno fatte con la testa: leggere, memorizzare i movimenti, riuscire ad eseguire gli esercizi contando ad alta voce ed infine (ma proprio per ultimo, mi raccomando!) cercare di aumentarne la velocità. 2. Meglio mezzora al giorno che 5 ore prima della lezione. Si chiama COSTANZA. Tante volte noto come i miei allievi facciano bene gli esercizi lasciando però sempre quel senso di “arrampicata sugli specchi”. E’ inutile cercare di nasconderlo: noi ci accorgiamo se un esercizio è davvero “vostro” oppure se è stato studiato di fretta per paura di una ramanzina. Ma non nascondiamoci dietro ad un dito…lo facevamo anche noi! Il trucco è quello di passare tutti i giorni un po’ di tempo con i compiti in mano, esercitarsi e tentare di eseguirli sempre al meglio. Una volta fatto questo dovete mettete nello stereo un cd dei Led Zeppelin (o chi per essi – il vostro gruppo preferito, insomma) e suonate! Ma, mi raccomando, studiate tutti i giorni! 3. Suonare è divertente. Se mettete in dubbio questa cosa potete anche smettere di farlo, anzi lasciatemi un biglietto in segreteria con spiegato perché ca**o vi siete iscritti ad una scuola di musica! Ad ogni modo: lo studio è un mezzo per migliorare le proprie abilità. Fidatevi se vi dico che più si suona bene più ci si diverte! Quindi, datemi retta: non si studia per fare felice l’insegnante. Si studia per avere più frecce al proprio arco e divertirsi a scagliarle contro qualcuno legato ad un albero con una mela in test…….ah, no! Si studia per avere più frecce al proprio arco e poterle usare nella maniera che più ci aggrada (leggasi: ci diverte). 4. Lo studio non è solo sullo strumento. Lo ammetto (sperando che Valentino non legga questo articolo): ci sono settimane in cui non studio alla batteria. Alle volte passo giorni senza sedermi sullo sgabello se non per fare lezione. Eppure il mio corso di studi prosegue piuttosto velocemente e senza (quasi mai) intoppi. Perché? Semplicemente, su certi argomenti non sono le mani a dover essere allenate. Ma la mente! Per esempio: certi giorni in macchina cerco di prendere il 4:3 (ndr. un tipo di poliritmia) sulla canzone che passa in radio, oppure mi canto una parte di batteria spostando gli accenti. E’ studio anche questo, sapete? Rendo elastica la mente per poter sviluppare le mie idee (o i miei esercizi) senza difficoltà intellettive. Ovviamente questa non è una cosa che dovete dire al vostro insegnante… e soprattutto non dovete assolutamente dire lui che è stato un mio consiglio! 5. Imparare la tecnica per poi dimenticarsela. O meglio:

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studiate tecnica. Tanta, tanta tecnica. Rendetela parte del vostro modo di suonare. Arriverà un punto in cui (io, lo dico con candida onestà, non ci sono ancora arrivato… ma mi fido di chi me ne parla quindi ve lo ripropongo) non penserete più a: “qui faccio un paradiddle con partenza di sinistro sul primo tom” bensì metterete tutte queste cose al servizio delle vostre idee senza pensare a come muovere le mani perché vi verrà naturale! Figo, vero? 6. Un consiglio vero: cercate la musicalità degli esercizi. Divertitevi anche mentre studiate… considerate che state comunque facendo musica: dovere solo scovarla sotto i quintali di movimenti, le tonnellate di tecnica e i macigni di teoria. Ma è sempre musica! 7. Seguite quanti più seminari e clinic potete (la “stagione” dei seminari sta iniziando ora!), portatevi carta e penna: ascoltate, prendete appunti, cercate di riprodurre e seguite i consigli che vi verranno dati. Saranno sempre ottimi e noterete che difficilmente saranno contrastanti tra di loro. Se tante persone dicono la stessa cosa ci sarà pur qualcosa di vero… no?! Ad ogni modo, un insegnante difficilmente parla a caso. Sa più o meno esattamente cosa si prova ad essere uno studente. Fate un esperimento: se conoscete più insegnanti provate a chiedere loro il metodo di studio attuato. Noterete che le risposte saranno sempre più o meno simili. Anche perché sono parole di persone che hanno camminato lo stesso viale che state attraversando in questo periodo. Probabilmente un po’ di tempo fa erano esattamente come siete voi ora! Magari stanchi di non riuscire a cavare un ragno dal buco su un certo argomento, oppure intrippatissimi a studiare tale o tal altro artista, addirittura qualcuno che era sul punto di mollare e che poi ha riscoperto che figata sia fare musica. Inoltre le risposte saranno sempre simili anche perchè la chiave per crescere è sempre quella: studiate!

Corso di teoria A Gavirate in aprile (tenete d’occhio la bacheca!) ripartirà il corso di teoria, offerto GRATUITAMENTE, come quello di armonia, a tutti gli associati. Si tratta di una serie di lezioni collettive di un’ora ciascuna in cui verranno trattati tutti gli aspetti fondamentali della lettura musicale e della teoria di base. Lo scopo di questo corso è quello di mettere i partecipanti in grado di saper leggere in toto una partitura musicale (fondamentale per capire a fondo un brano e ridurne i tempi di apprendimento) e di imparare in quale modo si formano scale ed accordi (indispensabile per chiunque si occupi di comporre o arrangiare un brano). Non si tratterà però, come possono confermare tutti coloro che hanno seguito le scorse “edizioni”, di una serie di noiose lezioni astratte e prive di utilità pratica. Grazie all’interazione tra gli studenti e attraverso numerosissimi esempi pratici imparerete quanto la conoscenza della teoria sia importante nella vita quotidiana di ogni musicista nonché un valido aiuto alla capacità di esprimere in musica l’arte di ciascuno. Vi aspetto quindi numerosi, buona musica a tutti!


di Marco Legnani, Direttore sede di Gazzada Schianno

rubrica Il sottoscritto, oste della qui presente locanda virtuale (che si trova a Spartito, in via pentagramma al rigo 69) vi dà un caloroso benvenuto tra queste pagine che diventeranno un appuntamento fisso per i prossimi numeri; qui potrete incontrare personaggi di ogni tipo, vi riporterò i pensieri e le gesta che scorgerò tra i tavoli e vi servirò calici di musica delle migliori annate!

dere!) ed è un esempio straordinario di quanto la forza di volontà possa farci superare qualsiasi scoglio... Lidiaaaaaaa... hai portato le toniche al tavolo dei bassisti? Sbrigati, le avevano già chieste dopo il primo ritornello! (Perdonatemi la comunicazione lavorativa, ogni tanto si distrae un po’ troppo e mi tocca richiamarla al dovere!)

Innanzitutto vi presento Lidia, la cameriera di questo bar, scelta per la sua “nota caratteristica”. Ogni giorno qui, arrivano i quotidiani che ogni cliente può sfogliare; il più letto è sicuramente la “Panzetta del Musicista”, famoso giornale dalle pagine tinte di rosa: proprio la “Panzetta” di oggi, riporta in prima pagina la notizia di una pazzesca versione di “Tico Tico no fuba”, canzone brasiliana scritta dal compositore Zequinha de Abreu eseguita a 4 mani, ma non su un pianoforte...

Al “Circolino delle quinte” ovviamente c’è ampio spazio per la musica dal vivo: ogni tanto si esibisce Fredde Gredde, un intraprendente ragazzo che si esibisce in compagnia dei suoi numerosi “sosia”... Ascoltate la sua (o la “loro” se preferite!) versione di Killer Queen, fantastico brano firmato Freddie Mercury & Brian May (ovvero i Queen).

Si tratta del Duo Siqueira Lima formatosi al Brazilian Music Institute da Fernando Da Lima (brasiliano) e Cecilia Siqueira (Argentina) e si esibiscono in un originale e divertente arrangiamento a 4 mani con una sola chitarra. Subito sotto al curioso duetto, ecco un chitarrista che suona con... i PIEDI!!! E non suona per niente male, tutt’altro!!! (molto meglio di tante inutili mani) Si chiama Mark Goffeney, musicista americano nato in California a San Diego senza braccia; Mark ha saputo reagire in modo straordinario al suo handicap (ascoltare per cre-

Sempre sul palco (ahimè sempre soltanto virtuale!) del nostro-vostro circolino, si esibiranno anche gli Iron Horse; questi musicisti statunitensi propongono diversi classici di stampo hard rock-heavy metal in versione country-bluegrass, davvero molto divertenti... andate ad ascoltarvi le loro versione di Iron Man di Ozzy o di Enter Sandman dei Metallica... vi stupiranno! Un saluto dal vostro oste menestrello, che vi ricorda che per le ordinazioni o curiosità basta scrivere una mail all’indirizzo redazione@musicsecrets.it.

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La voce dei lettori: Provincia Metallica rubrica

Suoni e riflessioni dai sottoscala musicali varesotti dove degustare sano Metallo D.O.P. Del fatto che gli anni passano velocemente, te ne rendi conto quando a 28 anni giri nei locali e senti che il “solo con gli sweep e coi legati in sestine a 180 bpm” lo sta facendo un diciottenne e non, come ti aspettavi, un chitarrista con tanta barba sul viso... Siamo entrati in un periodo storico-musicale in cui, come qualcuno scriveva su “faccialibro” qualche giorno fa, ogni volta che ti senti un figo perchè hai imparato un assolo contenente le più svariate e sudatissime tecniche, su youtube ci sarà sempre un bambino asiatico pronto a ridurti ad una vera e propria cacca. Beh, durante la mia adolescenza ero costretto a “tirarmi giù i pezzi ad orecchio” se li volevo imparare, col risultato che il tasto “rewind” del mangiacassette si frantumava ed il lettore cd, anche se ottima come alternativa, non è che fosse poi tanto più fortunato... Ora invece, vai su internet... il video della lezione... la tavolatura precisa... il forum di consigli... eeehhh... brutta roba aver fatto l’autodidatta negli anni ‘90. E poi... il gruppo! Aaaahhh, quanto desideravo suonare in un gruppo e quanto mi ci è voluto per trovarne uno... per non parlare del procurarsi lo strumento o del “dove suonare”: salette, garage... Che imprese! Era, però come quando da “bocia”, la mamma ti faceva penare per comprarti il cono gelato che desideravi... il lato positivo era che quando lo ottenevi te lo gustavi!!! I tempi, comunque sono cambiati, tranquilli... per una volta sono cambiati in meglio da questo punto di vista! Cambiati al punto che da almeno cinque anni stiamo assistendo ad un vero e proprio boom per la scena musicale giovanile e soprattutto varesotta. Sì, sì, dovete sapere che c’è un mondo parallelo attorno al vostro, qualunque esso sia, che vive il venerdì ed i sabato sera nei locali seminterrati più grezzi della provincia. Il bello è che in questo mondo sommerso, c’è poco hard rock, poco punk o ska, poca musica leggera, perfino poca indie music, ma, udite udite, tantissimo metal. Tutti giovanissimi, i più già con mini cd registrato, date in tutto il nord o centro Italia, floride ricompense (e questo è positivo), in alcuni casi addirittura le groupies ed una posizione già di “rispetto” nel microcosmo metallico... alla faccia della gavetta. Un mio cuggggino, chitarrista manco farlo apposta, in una di queste band, mi rivelò che il trucco per crearsi un piccolo esercito di seguaci tentando di emergere sta nel “far credere di essere ciò che non si è”. Sì... fare le magliettine, fare una demo decente, le spillette... Insomma fare marketing e merchandising, prima ancora di preoccuparsi della qualità dei propri pezzi. Sarà vero o no, personalmente, se un gruppo non mi piace non lo ascolto e mi infastidisco pure quando lo sento. Ormai rappresentano un prodotto tipico della nostra provincia. Altro che polenta e bruscitt o formaggella del luinese... I menù dei week-end offrono: Nightmare of Fallen, Necrosun, Aeternal Seprium, Longobardeath, Korva, Killertrone, Abfall, Hidden Memories, Mad Hour, Irriverence, Killerfreaks, Soul Rape, Mitra, Balrog, ecc. ecc. (che nomignoli dolci e fantasiosi... nda)

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Tutte giovanissime formazioni che cavalcano con rispettoso onore l’onda del thrash e raramente anche del power metal con tutte le influenze che i tempi moderni forniscono... Tutti, chissà per quale motivo, varesotti… Vuoi per possibilità, cultura, clima, storia… E chi lo sa… Per l’appunto è curioso accennare a come si venne a creare qualche anno fa una sorta di gruppo, molto simile alle manie nordiche dei black metallers degli anni ‘90, ovvero di targarsi con un marchio come quello di “Insubrian Metal Alliance”. Simile al famoso “Inner Circle” di Bergen, solo con connotati più vicini a quelli di una grande famiglia che a quelli di una setta. Sia chiaro, non faccio parte del mondo discografico, non voglio né esaltare né demonizzare qualcuno di loro e non tutti quelli che vi ho elencato piacciono al sottoscritto, anzi alcuni sono, per un motivo o per un altro, una vera palla. Altri però rappresentano un mondo curioso. Un simpatico modo di affrontare il tema del metal a volte estremo o virtuoso su uno strumento, spesso anche con una certa eleganza stilistica, diciamo. Provano bene o male a coverizzare ed in qualche modo tentano coi pezzi loro. Non tutti, infatti, hanno una spiccata dote tecnica...in alcuni casi sarebbe il top, la ciliegina sulla torta, anche se è da evidenziare come in molti le esperienze accademiche passate o in corso lascino il segno, enfatizzando la differenza con gli altri. Fatto salvo che l’importante è divertire e divertirsi! Sempre! Distorsioni infernali… ritmiche su tempi proibitivi… assoli che tagliano l’aria come fosse burro e… tanto di cappello ai batteristi che il più delle volte sono un vero spettacolo d’eccellenza (e questo non è solo un messaggio dovuto giusto per chiamarli in causa). In tutta questa esplosiva e succulenta zuppa, aggiungiamoci anche l’operato di associazioni come quella che ha creato il “Rock InnSomma”, che non solo porta avanti, ormai già da qualche anno, il festival nella cittadina a noi vicina di Somma Lombardo, ma organizza eventi derivati in collaborazione con locali della zona. Il tutto nato per amore verso il genere musicale da parte dei creatori ed amministratori. Lo stesso “Liff Rock”... Ogni anno poi, ne nascono di nuovi! Al di là di ogni giudizio, parere, impressione, che dire... c’è da rimanere contenti. Contenti di tanto brusio, fervore e di vedere pimpanti forze giovani in azione. Queste “4 righe un po’ abbondanti” vogliono essere un invito rivolto a tutti ad abbandonare un po’ il mondo delle tribute band, a non fare finta che questi ragazzi non esistano e facciano solo rumore. Ci sono forze giovani da aiutare e da portare avanti; la loro qualità è tale da meritare qualcosa in più e vanno esportate. Molti hanno ben poco da invidiare in quanto a bravura ai gruppi nordeuropei dei quali acquistiamo dischi e andiamo ai concerti. Ciò è un invito a passare un fine settimana in qualche locale dove si esibiscono le nostrane band... tra un’acustica penosa e un bicchiere di troppo in compagnia; tra growl e scream, tra “doppi pedali” ed eccentricità, quello che trionfa è sicuramente l’amore spassionato per il metal e la musica sudata! Christian Vanetti christian.vanet@gmail.com


Cos’è la

?

Era una calda giornata estiva, più precisamente il 24 giugno 2009. Il team Bdog (Mosca, Lis8a e Den), pensando a tutte le cose che accadono ed a tutte le persone fuori di testa che ci circondano (noi compresi!), dà vita alla Val di Matt. La Bdog (n.b. agenzia Pubblicitaria) pensa subito ad un logo, e questa volta, invece di avvalersi di un font, decide di disegnare la scritta di proprio pugno: unica ed inimitabile! La scritta per gioco è apparsa su alcune autovetture e maglie dello staff Bdog, ma si è subito allargata a macchia d’olio a cascata! Da Orino è scesa per Azzio, Comacchio e Cuveglio. Dall’altro versante Caldana e Cocquio chiedevano a gran voce di far parte anche loro della Val di Matt…! E, dopo averli accontentati, l’ascesa e la dimensione della valle è andata fuori controlllo: adesso non abbiamo più limiti territoriali nè regionali; con l’annessione del Canton Ticino abbiamo ormai varcato i confini extraeuropei. Vedendo che questa cosa piace e prende sempre più piede aprono il sito www.valdimatt.it e la pagina Facebook per poter condividere con il mondo le pazzie e gli eventi: se anche tu ti senti uno di noi, non importa da che parte del mondo vieni, segnalacelo e grazie a te anche il tuo paese farà parte della Val di Matt!

La è anche musica!!! L’autore Alessandro Gregorini scrive e canta un brano inedito per la Val di Matt, dando così un’ immagine musicale a quello che è diventato il movimento più pazzo della Valcuvia e dintorni. In collaborazione con Bdog Pubblicità, ideatore della Val di Matt, la canzone ha già passato ogni confine… e senza passaporto! Ascoltala sul nostro sito o su Youtube.

tempo libero Gli eventi della Val di Matt lasciano il segno! …Un grandissimo successo per il Capodanno della Val di Matt a Orino!!!! Siamo ancora increduli per la buona riuscita della festa e per l’ottimo riscontro che abbiamo avuto!!!!! Grazie a tutti abbiamo festeggiato un capodanno col botto… anche se di fuochi non ce ne erano ma solo 300 fantastiche lanterne volanti!!!! E poi bancarelle, l’intrattenimento, gli spettacoli di giocoleria, mostre di artisti, vari punti ristoro e tantissima musica per tutti i gusti: il concerto dei celebri Monkey Scream e degli Unsense e per ballare, jazz, bossanova, liscio, latino americano e disco music ‘70/’80! Con l’aiuto di tutti, abbiamo colorato le vie di Orino. Varese News ha commentato: “A Orino il capodanno dei record - Una folla mai vista nel piccolo borgo della Valcuvia. Lanciate centinaia di lanterne tra musica e balli per strada…”

…E sulla scia dell’ultimo capodanno (secondo i maya) abbiamo quindi organizzato anche il Carnevale notturno ad Orino, sabato 18 Febbraio!!! I carri sgasavano per sfilare di notte nelle vie del borgo piu cool del momento! Se vi siete persi queste memorabili occasioni di fare i matti con noi, beh, peggio per voi…! Ma non potete assolutamente mancare ai prossimi eventi!!!! Quindi seguiteci sul nostro sito, nella nuova veste grafica, o su Facebook. Stiamo lavorando per voi; a presto!!!! www.valdimatt.it info@valdimatt.it

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Stasera che si fa? GIO DE SFAA e i FIO DE LA SERVA aprono la stagione 2012 al Teatro Sociale di Luino, il 24 Aprile alle ore 21. Il ricavato andrà in favore dell’associazione “Gli Amici di Nzong”, una ONG (Organizzazione Non Governativa) luinese, che si impegna per lo sviluppo di un villaggio rurale nel sud-ovest del Camerun. Per info www.fiodelaserva.it 26 aprile

Giorgia

11 maggio

Marco Mengoni Teatro Che Banca - Varese

12 maggio

A Classic Education Twiggy Club - Varese

19 maggio

Il Pan del Diavolo

19 maggio

Cursive Twiggy Club - Varese

18/19/20 maggio

Gemonio Motoclub Gemonio in Rock 6a edizione con i Blues For Choose e i No Speech il 18 e le Lolitas, gli Illeciti e le Pink Stars (spettacolo burlesque) il 19

09/10 giugno

Festa della Gnocca con i Monkey Scream (CabaRock) il 09 e gli Shakers (‘50&’60 Rock’N’Roll, Surf&Beat) il 10

Caldana

16/17 giugno

4° Rally in Cantina con musica dal vivo

Casalzuigno

01/02 settembre

Festa della Patata con i McChicken (Ocktoberband)

Caldana

PalaWhirlpool - Varese

Fuori chi Legge - Varese

Pro Loco Gavirate I 60 anni della Pro Loco - IL 2012 UN ANNO DA RICORDARE… Era il 9 giugno del 1952. Un gruppo di amici fondava la Pro Loco di Gavirate…… Informazioni: Ufficio IAT Gavirate Piazza Dante, 1, 21026 Gavirate (Va) Tel: 0332 744.707 e-mail:ufficio@progavirate.com www.progavirate.com

L’atto costitutivo… Gavirate, 9 giugno 1952. Consiglio di Amministrazione della Pro Loco. All’Ente Provinciale del Turismo. Per conoscenza Sua Eccellenza il Prefetto, Varese. Si informa che in data di ieri è stata convocata l’Assemblea plenaria dei soci della Pro Loco per l’elezione del Consiglio di Amministrazione definitivo. Per la ratifica, si comunicano i nominativi degli eletti: Membro di diritto, Sindaco in carica, Cavalier Buzzi Pietro; Presidente, Avvocato Ponce De Leon Adelio, di Antonino e Binda Maria, nato a Gavirate il 24 dicembre 1915, professione Avvocato; Vice Presidente, De Stefano Professor Alberto, di Carlo e Luisa Boccasavia, nato a Casalbuttano il 1 giugno 1913, professione Professore Scuole Medie; Zenoni Vittorio, di Severino e Pedrotti Enrica, nato a Milano il 16 settembre 1909, professione Commerciante; Rodari Cesare, di Giuseppe e Ariocchi Maddalena, nato ad Omegna il 6 novembre 1921, professione Impiegato di Banca; Bianchi Alessandro, di Giovanni e Baj Teresa, nato a Gavirate il 18 dicembre 1911, professione Industriale. Si prega di provvedere alla ratifica. Ringraziamenti e distinti saluti. Il Presidente Avvocato Adelio Ponce De Leon

Lo statuto… (estratto) È costituita l’Associazione denominata “Pro Gavirate” … Art. 2 L’ Associazione è apolitica e non ha

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scopo di lucro. L’Associazione si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti… l’Associazione potrà svolgere attività di volontariato mediante strutture proprie … Art. 3 L’Associazione potrà fornire la collaborazione ad enti per lo sviluppo di iniziative che si inquadrino tra i suoi fini statutari, potrà stipulare convenzioni … mantenendo sempre la sua più completa autonomia … l’Associazione potrà raccogliere fondi a seguito di raccolte pubbliche effettuate in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione… esclusivamente per l’eventuale realizzazione di progetti sovra comunali, potrà operare anche al di fuori del territorio comunale in cui è costituita… Lo scopo istituzionale dell’Associazione è quello di promuovere in ogni forma e con ogni mezzo la conoscenza, la tutela, la valorizzazione, la fruizione, in termini di conservazione, delle realtà e delle potenzialità turistiche, naturalistiche, culturali, artistiche, storiche, sociali ed eno gastronomiche, del territorio in cui opera e della comunità che su di esso risiede, onde promuoverne la crescita sociale. Iniziative ed altro… Tra gli scopi principali che caratterizzano il lavoro della Pro Loco figurano il turismo e la cura ambientale. Uno dei

fiori all’occhiello è il lungolago ed il parco pubblico della Folaga Allegra: compito della Pro Loco è il mantenimento e la pulizia di tutta l’area con interventi che prevedono giornalmente il recupero dei rifiuti e la cura di tutte le aree a verde. Nel parco è presente un’area destinata allo svago ed al divertimento dei bambini e con il contributo di Comune e Provincia, è stata realizzata un’area di sosta per i camper. Nei locali della Stazione delle Ferrovie Nord Milano, l’Associazione ha aperto da circa 10 anni, un ufficio informazione turistica (Ufficio IAT) dove si possono avere dettagliate informazioni sul territorio.


Let’s Play

di Elisa e Davide

giochi & tempo libero

Test musicale

Sudoku musicale

È arrivato il momento di mettere alla prova la tua conoscenza, non solo della musica ma anche del cinema…

Il sudoku musicale consiste nel riempire le caselle vuote con una nota (C=Do D=Re E=Mi F=Fa G=Sol A=La B=Si) o con un segno di alterazione (b=bemolle #=diesis) rispettando le 3 regole: 1. una nota/alterazione non si ripete nelle caselle sulla stessa colonna verticale 2. una nota/alterazione non si ripete nelle caselle sulla stessa riga orizzontale 3. all’interno dello stesso quadrato 3x3 le note/ alterazioni non possono ripetersi

Spesso alcuni brani diventano famosi grazie al fatto di essere stati utilizzati come sottofondo a scene indimenticabili, allo stesso modo diversi film vengono ricordati grazie all’importanza e all’universalità di una canzone inserita nella colonna sonora. Collega il brano alla pellicola corrispondente! 1. Born to be wild – Steppenwolf 2. Stuck in the middle with you – Stealers 3. Layla – Eric Clapton 4. The end – The Doors 5. Lust for life – Iggy Pop 6. Mad world – Gary Jules 7. Tiny dancer – Elton John 8. You never can tell – Chuck Berry 9. Where is my mind? – The Pixies 10. Think – Aretha Franklin

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A. Almost Famous di Cameron Crowe (2000) B. Donnie Darko di Richard Kelly (2001) C. Easy rider di Dennis Hopper (1969) D. Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese (1990) E. The Blues Brothers di John Landis (1980) F. Pulp Fiction di Quentin Tarantino (1994) G. Trainspotting di Danny Boyle (1996) H. Le Iene di Quentin Tarantino (1992) I. Fight Club di David Fincher (1999) J. Apocalypse now di Francis Ford Coppola (1979)

L’angolo della sincope Insegnante Allora come si contano i sedicesimi? (= one – i – and - ah) Allievo Lo so... one – i – Ah – ia! Insegnante Lo sai cosa si intende per intervallo? (= la distanza fra due note) Allievo Non è quello che suona il bidello a scuola?

Come non detto…

“La band è ok, ma liberatevi di quel cantante con i labbroni!” Andrew Ildham, produttore di programmi per la BBC, così sentenzia dopo un’audizione del 1963 dei Rolling Stones con Mick Jagger.

Test musicale

Con queste parole nel 1962 la Decca Recording Co. rifiuta i Beatles.

1C Born to be wild – Easy rider 2H Stuck in the middle with you – Le Iene 3D Layla – Quei bravi ragazzi 4J The end – Apocalypse now 5G Lust for life – Trainspotting 6B Mad world – Donnie Darko 7A Tiny dancer – Almost Famous 8F You never can tell – Pulp Fiction 9I Where is my mind? – Fight Club 10E Think – The Blues Brothers

“Non ci piace il loro stile e la musica suonata con le chitarre sarà presto fuori moda.”

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“Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò…”

Ciao Lucio!


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