Italia Nostra Medio Valdarno Inferiore

Page 1

ItaliaNostra

ONLUS

ItaliaNostra

ONLUS

Periodico anno XV numero 17 settembre 2019

SOMMARIO

2 Piccolo ragionamento CERBAIE

sulla bellezza delle nostre colline

3 “Le giovani sentinelle EMPOLI

della legalità”

4 L’eterno gioco

PADULE DI FUCECCHIO

dell’oca

FUCECCHIO > CENTRO STORICO

numero 17 settembre 2019

Tra esigenza di piccola manutenzione e desiderio di grandi opere Giovedi 25 luglio, alcuni nostri associati hanno partecipato all’incontro organizzato dal Circolo MCL in collaborazione con la Fondazione Montanelli Bassi presso il poggio Salamartano e incentrato su Fucecchio. L’iniziativa, nata alcuni anni fa su idea del compianto amico prof. Carlo Taddei e promossa per anni dalla sua associazione, Fucecchio Riscopre, rientra nel ciclo di incontri ‘Al Caffè Del Poggio’ e tradizione vuole che giusto l’ultimo giovedì sia sempre dedicato all’incontro del sindaco e della Giunta con i cittadini. Quest’anno, fra l’altro, la Giunta si è ri-presentata, poiché a maggio, con lo svolgersi delle elezioni comunali, alcuni assessorati hanno visto nomi nuovi. In particolare, sono nate nuove deleghe e tra queste, ne è nata una per il Centro Storico, individuando nel Consigliere Comunale Irene Pagliaro, la persona di riferimento, che dovrà recepire idee, proposte e segnalazioni da cittadini ed associazioni per migliorare sempre più la vita e gli spazi della ‘Fucecchio d’insù’. Tornando ai contenuti dell’incontro, sono emerse, dopo una breve introduzione-presentazione da parte del sindaco Alessio Spinelli, numerose questioni degne di nota ed attenzione. Naturalmente il presente testo non può compendiare tutte le proposte emerse, la nostra intenzione è riflettere su alcune situazioni, fornendo spunti per discutere e mantenere viva l’attenzione sul centro storico di Fucecchio.

ci rimane che arrangiarsi tra anarchia e regole da seguire. Rifiuti selvaggi Altra questione ‘epocale’: lo smaltimento dei rifiuti. Con l’introduzione della raccolta differenziata, se vi era

tata in alcuni luoghi (vedi Pitigliano e dintorni) quindi, la cosiddetta ‘raccolta di prossimità’ ove sono state costituite isole ecologiche in cui i cittadini stessi vanno a conferire i rifiuti. ZTL

Dopo questo primo biennio di prova la popolazione resta ancora in parte divisa tra coloro che sono soddisfatti dell’entrata in vigore ed altri che la vedono come un’ulteriore problema che crea allontanamento dei fruitori dal centro storico. Non è certo una questione di facile risoluzione: chiaramente più restrizioni ci sono e sempre meno persone saranno incentivate a frequentare il centro. Inoltre, almeno al sottoscritto, dispiace vedere la piazza Vittorio Veneto con le strisce segnaletiche dipinte sulle pietre. Però non piace nemmeno vedere la piazza piena di auto e dover attendere solo alcune occasioni (eventi, feste, manifestazioni) per vederla libera e ammirarla in tutta la sua bellezza (a parte, appunto, le strisce). Si dovrebbe trovare un equilibrio, una via di mezzo tra estetica e necessità, ovvero tra il desiderio di vedere la piazza più libera possibile (visto che ora ci passano anche numerosi pellegrini…il cui commento più gettonato è: “Sarebbe davvero un gran bel borgo, peccato per come è tenuto”) e l’ovvia esigenza per i residenti di non dover parcheggiare troppo lontano. Accenniamo ad alcune possibili soluzioni (da sviscerare poi Mancano vigili urbani sul magari in un apposito incontro territorio o relativo documento): Un aspetto molto sentito, emer- un sistema di navette (ma so anche in altre occasioni, è non occasionali, frequenti!): si 1. Progetto di scale mobili per facilitare l’accesso l’attuale mancanza di un numero potrebbe ridurre la necessità sufficiente di vigili urbani. È oradi portare e lasciare molte auto alla sommità del Poggio da viale Buozzi mai, da tempo, sotto gli occhi di nell’ “insù”. tutti, come tale assenza, dovuta - una ZTL ‘intermedia’ e farla all’esigenza di ‘compattare’ le risorse molta aspettativa e si guardava con valere solo per il discorso del parchega servizio della cosiddetta Unione dei speranza al servizio, come risoluzio- gio mentre per il transito, estenderla Comuni (con uno smistamento di ne di tanti problemi, magari con un a tutti… si potrebbe anche sperimenforze di polizia municipale spalmate su certo rapporto di ‘qualità del servizio tare, se in qualche modo può servire più Comuni tra cui Fucecchio, Empoli, svolto in proporzione ai costi’, ciò ha a incentivare le attività commerciali. Cerreto Guidi e altri ancora) abbia in- soddisfatto solo in parte le attese. -un’ultima, recente proposta è emersa direttamente favorito la prosecuzione Purtroppo, anche qui è quasi all’ordine proprio dai progetti degli allievi della di una certa anarchia nell’utilizzo degli del giorno vedere in giro abbandoni di Facoltà di Archiettura di Firenze: ridurspazi adibiti a parcheggio. È un pro- rifiuti su più zone e in più forme: da re le auto presenti nella storica piazza blema oramai quotidiano, certo di non chi si approfitta dei cestini pubblici per ricavando un ulteriore parcheggio facile soluzione,nel paese alto come lasciarci sacchi pieni di immondizia in- lungo la parte centrale di via Sbrilli, in quello basso, tale che nemmeno differenziata (per risparmiare magari dovendo però ‘asportare’ una parte la amata/odiata ZTL ha arginato. Il sul conferimento del bidone ‘grigio’, dell’immenso pratone del parco Corsini sottoscritto peraltro ha già effettuato che, come sappiamo, è quello che fa (a nostro avviso da evitare). diverse segnalazioni alla Municipale aumentare i costi in base al numero di Questa ed altre idee sono state preper evidenziare come, nonostante la svuotamenti) a quelli che depositano sentate sempre nel su citato incontro presenza di cartelli di divieti, qualcuno materassi o vecchi mobili per farli ri- dal sindaco e le andiamo proprio ora insista nell’inventare parcheggi fuori- tirare fissando poi con ALIA in tempi ad affrontare. legge in barba a chi segue le regole da non immediati il ritiro. Un’idea per anni… andando a parcheggiare per un non vedere tale situazione soprattutto La Fucecchio del futuro… periodo più o meno lungo perfino negli in vie ‘storiche’ come via Castruccio Proprio così… La Fucecchio del futuspazi ‘gialli’ adibiti a carico/scarico o potrebbe essere quella di inserire (ma- ro secondo 70 aspiranti architetti è anche sulle strisce pedonali. Purtrop- gari in una delle 2 piazze, Bracci o La- stato intitolato l’articolo uscito sulla po, Unione o no, il problema resta vagnini) i cassonetti interrati in modo cronaca locale e ‘virtuale’ e inerente vivo e nell’attesa che arrivino tempi da togliere i vari cestini lungo tutta la (segue a pag. 2) migliori (o rinforzi di ‘controllori’ non strada; molto simile e già sperimen-


2

ONLUS

ItaliaNostra

(segue dalla prima pagina) questa esperienza svolta nel nostro Comune quest’anno da ben 70 allievi dell’Università di Architettura di Firenze. I giovani studenti si sono cimentati nell’elaborazione di idee e possibili progetti per il miglioramento di alcune zone nevralgiche del centro storico. A nostro avviso se alcune proposte possono essere condivisibili (vedi il recupero delle ex carceri ed un collegamento con Poggio Alberighi) altre sono da prendere con molta cautela o addirittura sono ampiamente discutibili, prima fra tutte la proposta di edificare delle scale mobili nelle piagge del poggio, per ‘evitare’ la salita delle scarelle. Andando per ordine, i progetti riguardano: Poggio Salamartano, piazza Bracci, via Sbrilli e Poggio Alberighi con le ex carceri. Il primo, ovvero l’idea, come appunto si diceva, di costruire delle scale mobili per facilitare l’accesso alla sommità del Poggio da viale Buozzi è a nostro avviso improponibile (c’è anche una variante con parcheggio al termine di vicolo Carbonaie e un’ascesa interna, che tramite ascensore, conduce al poggio, a cui si accederebbe da una ‘torretta’ finale) Oltre ad essere un’opera con voci di spesa veramente ingenti, non la riteniamo così urgente e necessaria. E, soprattutto, veramente impattante. Riteniamo che ci siano altre urgenze, casomai: ciò che manca al centro storico di Fucecchio, attualmente, è la rinascita delle attività commerciali. Il poggio, così com’è, fra l’altro, ha raggiunto, dopo gli ultimi interventi (pavimentazione, ritinteggiatura della Collegiata, recupero meridiana, re installazione panchine ed alberi) un suo equilibrio estetico. Da qui, oltre che osservare le belle piagge con gli olivi, si può contemplare splendidi panorami. Chi deve raggiungerlo dalla parte bassa del paese se proprio vuole evitare le scarelle, sa benissimo che può arrivare in auto fino al parcheggio degli ascensori. Quindi a livello commerciale e turistico non ci sono attualmente le condizioni tali da dover aumentare le vie d’accesso. Confidiamo che l’Amministrazione Comunale voglia ripensare seriamente questo possibile progetto. Il secondo è un nuovo accesso al centro tramite via Bracci. A giudicare dall’immagine, pare abbastanza impegnativo anche questo… comporterebbe, oltre che l’abbattimento delle

numero 17 settembre 2019

Il riepilogo di queste idee progettuali può essere visionato anche sulla testata online Gonews a questo link: https://www.gonews.it/2019/07/25/ la-fucecchio-del-futuro-secondo70-aspiranti-architetti. Un ultimo appello: urge manutenzione su pavimentazione, vegetazione e illuminazione nelle scarelle di Sant’Antonio (Via F.Bracci), visto che la medesima – attualmente in condizioni assai degradate - è segnalata a turisti e pellegrini nel paese basso per seguire il percorso della Francigena! G.M.

Attenti a Castruccio! (ossia la vecchia Via Sant’Andrea)

2. Accesso al centro da via Bracci

3. Progetto di ampliamento del parcheggio in via Sbrilli piante, la realizzazione di un enorme incavo. Non essendo stato presentato nel dettaglio e non avendo ulteriori informazioni non possiamo discuterne ulteriormente… ad ogni modo rimarrebbe forse più un’opportunità per i residenti che non per turisti o visitatori occasionali che continuerebbero a privilegiare il già esistente parcheggio delle ‘torri-ascensori’. Da valutare più approfonditamente. Il terzo prevede la realizzazione, come già accennato, di un area parcheggio al termine di via Sbrilli. L’aspetto negativo di tale intervento è ovviamente l’asportazione di parte del prato del Parco Corsini, per poter creare lo spazio necessario. Una soluzione che deve essere valutata

CERBAIE

molto attentamente e che potrebbe diventare accettabile solo per liberare Piazza Vittorio Veneto dal parcheggio per i residenti, lasciando solo pochi stalli di parcheggio a tempo limitato (almeno per tutto l’orario diurno). Il quarto ed ultimo progetto, che reputiamo positivo è il recupero delle ex carceri di Palazzo Pretorio (Piazza Vittorio Veneto) e il ricollegamento con Poggio Alberighi. Questo intervento consentirebbe, oltre che di ridare nuova vita all’antico Palazzo Del Podestà (oggi ospitante in parte le aule di laboratorio dell’Istituto Checchi), di rendere nuovamente possibile l’accesso alla principale piazza del centro storico da un’altra“porta”, oltre che da quelle consuete. Siamo in attesa a riguardo, di maggiore documentazione esplicativa, ma siamo orientativamente a favore di tale intervento.

Piccolo ragionamento sulla bellezza delle nostre colline Passeggiando tra valli e convalli delle colline delle Cerbaie, si viene a contatto con una triste realtà, dovuta all’abbandono di plastica, contenitori di gasolio, benzina, miscele ed altri residui, acqua inclusa. Tutto cio’ è abbandonato da chi il bosco lo lavora per gettare poi gli scarti ed altro in luoghi a volte nascosti, a volte impervi. Senza ovviamente dimenticare le discariche conosciute e ricoperte da vegetazione, che, a quanto sembra, non interessano a nessuno. Vorrei dire a chi ha responsabilità di seguire i lavori del bosco, di seguire anche i barbari che lasciano i rifiuti dove ben pochi possono vederli segnalando a chi di dovere la necessità di portarli negli appositi siti di raccolta. Come associato di Italia Nostra, sono sempre disponibile a vedere di restituire dignità al nostro bosco. Non abbiamo un altro pianeta. Grazie per l’attenzione. Wilder Pellegrini

4. Progetto di collegamento di Piazza Vittorio Veneto con Poggio Alberighi

Ci arrivano alcuni SOS dagli abitanti del centro storico affinché sia preservato e anzi migliorato il decoro di quella che era un tempo la via principale di Fucecchio, il cui nome dal 1200 era Via Sant’Andrea, e che per un’incomprensibile scelta fu intitolata nel Novecento all’acerrimo nemico del nostro castello, Castruccio Castracani signore di Lucca. Ora i timori non si appuntano sulle incursioni del condottiero lucchese, ma su alcuni aspetti della strada: si chiede al sindaco e all’amministrazione comunale di Fucecchio che vengano messe in atto misure di tutela, tra cui, ad esempio: provvedere al dissesto delle pietre in superficie, ai parcheggi non autorizzati, alla verifica di continui andirivieni di affittuari di residenze di cui si dubita la regolarità (diffusa in questa zona l’abitudine di disfarsi dei rifiuti in modo irregolare: forse perché alla base c’è una situazione residenziale irregolare?). Spesso è stata lamentata l’illuminazione vecchia di molti, molti anni e non al meglio. Sarebbe infine idoneo fornire incentivi per le tinteggiature delle facciate di case e palazzi. Via Castruccio rappresenta il fulcro del centro storico, transitata quotidianamente da tantissime persone, oltre che da cittadini, dai pazienti che si recano al Centro Analisi, al punto di primo soccorso, al CESAT nonché al Palazzo Della Volta, al Poggio con le Chiese, fino ad arrivare a piazza Vittorio Veneto. Per non parlare dei tantissimi pellegrini, in costante aumento che attraversano la via come tratto imprescindibile dell’antica Via Francigena. E Via Castruccio diventa il nostro biglietto da visita. Il nostro auspicio è che, in questi tempi che vedono numerosi interventi trasformare e migliorare Fucecchio, non ci si dimentichi di queste urgenze a nostro avviso molto importanti.


ONLUS

ItaliaNostra

3

numero 17 settembre 2019

EMPOLI > FONDAZIONE CAPONNETTO E CLASSI 3I E 3P DELLA SCUOLA “F.BUSONI” PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE NELL’EMPOLESE

“Le giovani sentinelle della legalità” Il 14 Marzo, nella Sala della Giunta comunale, si è svolto un incontro tra il Sindaco, Brenda Barnini, accompagnata dagli assessori alle Politiche sociali e all’Ambiente, e gli alunni delle classi 3I e 3P sul tema della tutela dell’ambiente nel territorio empolese, analizzato in tutti i suoi aspetti (abusivismo edilizio, raccolta differenziata, inquinamento del suolo e dell’acqua, traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti, agromafia…ecc.). Era presente anche Sergio Tamborrino come delegato della Fondazione Caponnetto di Firenze. Scuola e amministrazione comunale si sono confrontati su un argomento di vasta portata, mettendo in evidenza aspetti positivi e criticità e condividendo obiettivi e proposte. L’assemblea, aperta ai genitori e ai cittadini, ha rappresentato il punto di arrivo del progetto Le giovani sentinelle della legalità, un lungo percorso di cittadinanza attiva, durante il quale i ragazzi, guidati dai loro insegnanti, si sono documentati sull’argomento, contattando l’ARPAT e la biblioteca del Centro di documentazione sulla legalità della Toscana, e hanno partecipato a tre appuntamenti pomeridiani: uno con l’assessore all’Ambiente, Fabio Barsottini, un altro con il presidente di Legambiente (sez. empolese) e, infine, con il capitano dei Carabinieri della Forestale. Un itinerario che è partito da mille quesiti e curiosità che si sono posti i ragazzi, come ad esempio: quanti casi di abusivismo si riscontrano nel territorio empolese? Che livello d’inquinamento del suolo e dell’acqua vi troviamo? Le organizzazioni criminali sono riuscite ad infiltrarsi nello smaltimento illecito dei rifiuti anche nella zona empolese? Cosa si può fare per migliorare l’ambiente in cui viviamo?...ecc. Tante domande che nascono spontanee in un mondo globalizzato, in cui la relazione tra territorio da un lato e cittadini dall’altro è diventata molto complessa. Negli ultimi anni si è cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica su problematiche ambientali, come la tutela del paesaggio, la valorizzazione e la gestione delle risorse del territorio e la prevenzione dell’inquinamento. Anche se la nostra la salute dipende dall’ambiente che ci circonda, il territorio con le sue risorse non viene mai rispettato a sufficienza. Durante l’incontro le giovani sentinelle empolesi hanno evidenziato che nella nostra zona si verificano talvolta reati relativi all’abbandono sia di rifiuti domestici ingombranti sia di quelli speciali (rifiuti edili, tessili ecc.). Ciò è dovuto non solo alla mancanza di senso civico, ma anche ad attività illecite compiute da piccole imprese che lavorano a nero e cercano di risparmiare. Vi sono anche privati, che per arrotondare lo stipendio, ritirano, senza autorizzazioni, scarti di lavorazioni varie e roba vecchia dalle abitazioni. Per quanto riguarda l’immondizia, già da due anni il comune si è dotato di qualche telecamera, strumenti in più per difendere il decoro della città, ma che non possono bastare. Per ciò che concerne i materiali ingombranti e pericolosi, tra il 2017 e il 2018 sono state scoperte varie discariche abusive: in particolare, un terreno in località Cortenuova di rifiuti tossici, una zona di campagna tra via Piovola e Viaccia, dove si è riscontrata la presenza di scarti speciali pericolosi. Di fronte a tale mancanza d’illegalità, il Sindaco ha emesso tre ordinanze per provvedere allo sgombero dell’area e alla successiva bonifica dei terreni

contaminati, di cui si occupa l’ARPAT (sezione empolese), agenzia regionale, che, come noto, si occupa della prevenzione e della tutela ambientale, attraverso ispezioni sul territorio e l’attuazione di provvedimenti. Come risulta dalla banca dati Sisbon, una parte di via della Piovola risulta ancora da bonificare insieme ad altre zone, tra cui, ad esempio,quelle delle ex- vetrerie Savia e Betti. Gli alunni hanno ricordato che esistono anche zone per le quali è stata accertata la potenziale contaminazione, da sottoporre ad ulteriori indagini, come un’area in località Bastia, dove si sono verificati sversamenti dall’oleodotto dell’ENI e da fusti abbandonati sulla riva dell’Elsa, contenenti sostanze oleose. Infine, c’è il caso dell’exMontevivo in disfacimento, una fabbrica chimica che una volta produceva acido solforico e concimi chimici, sfruttando la pirite di una cava vicina. Il progetto di recupero, che riguarda anche la realizzazione di una doppia corsia nel sottopasso ferroviario lì vicino, risulta bloccato. Secondo il Sindaco, Brenda Barnini, i privati non hanno rispettato gli accordi, perciò il pacchetto dei lavori per l’edilizia residenziale dovrà essere affrontato dalla parte pubblica in accordo con le Ferrovie. In sintesi, a Empoli la contaminazione del suolo è determinata da eventi avvenuti in aree industriali attive e anche in quelle dismesse. Nel territorio comunale sono in atto diverse bonifiche di terreni con una pericolosità media, dove si trovavano fabbriche, che hanno cessato la loro attività. Ne sono un esempio il piano attuativo di recupero della ex-Vetreria Vitrum e di vari distributori di oleodotti non più attivi. L’inquinamento del suolo causato da rifiuti abbandonati, invece, risulta in diminuzione, grazie anche alla raccolta differenziata, che a Empoli ha raggiunto risultati eccellenti: infatti, nel 2014 il comune vedeva certificata la propria raccolta differenziata al 93,99%, percentuale che rappresenta una delle più elevate d’Italia. Secondo il Sindaco il sistema “porta a porta”, in uso dal 2012, ha prodotto in questi anni un vero e proprio cambiamento culturale, perché ha costretto tutti i cittadini a misurarsi con il tema dei rifiuti. Con la diffusione sempre più capillare della raccolta differenziata in tutta la Toscana si sta riducendo il numero delle discariche, che in modo graduale verranno tutte chiuse. Ad esempio, la discarica di Casa Sartori a Montespertoli, sfruttata non solo dai comuni dell’empolese-Valdelsa, ma anche da una vasta area della regione, si sta trasformando in un impianto di compostaggio per la produzione di concimi naturali. In più esiste un progetto dell’ALIA (azienda che si occupa della gestione dei rifiuti nei comuni di Empoli e in quelli limitrofi) del dicembre scorso che prevede il rinnovamento tecnologico del già presente impianto, che diventerà ancora più efficiente, producendo biometano, migliorando le opportunità di riciclo dei rifiuti organici e biodegrabili, senza emissioni, con benefici per la qualità dell’aria e dell’ambiente. Oltre ai rifiuti organici, anche i fanghi industriali possono essere trasformati in fertilizzanti per l’attività agricola. Naturalmente esistono delle norme che indicano la quantità, ma soprattutto la composizione che questi fanghi devono avere per essere utilizzabili, senza diventare dannosi alla salute dei cittadini. Purtroppo viviamo in una realtà in cui imprenditori e

professionisti pensano prima di tutto al profitto e spesso accettano i prezzi più competitivi delle organizzazioni mafiose per smaltire i fanghi industriali. Due anni fa attraverso le indagini compiute dai Carabinieri Forestali e della Guardia di Finanza fu scoperto un giro illecito di affari in base al quale alcune aziende Del Carlo (Del. Ca, DC Ecologia, DC Green) e i Fornaciari della 3 F Ecologia, addirittura indicate già molti anni fa dal pentito Carmine Schiavone come responsabili della contaminazione della Terra dei Fuochi, scaricavano fanghi tossici e pericolosi nei terreni di molte aziende agricole toscane, tra cui alcune di Montaione, comune del Circondario dell’Empolese Valdelsa. Oltre all’inquinamento del suolo durante l’incontro si è affrontato anche il tema dell’inquinamento delle acque e dell’aria nel nostro territorio. La principale risorsa idrica per Empolie comuni limitrofi proviene da una falda alluvionale dell’Arno, a est della città, dove sono stati scavati pozzi alla profondità di 30 metri nei dintorni della centrale, dove l’acqua viene trattata (zona sportiva, parco di Serravalle, zona di Arnovecchio). L’argilla, che separa lo strato di ghiaia e sabbia su cui scorre l’acqua, assicura un’ottima protezione da episodi di inquinamento e l’acqua risulta abbastanza buona. Le acque sotterranee vengono monitorate dall’ARPAT con cinque stazioni di controllo. Le risorse idriche superficiali, con numerosi canali e piccoli fiumi secondari, riguardano il bacino idrico dell’Arno e dell’Elsa. Il carico inquinante nell’Elsa è costituito da residui urbani e da quelli di fabbriche e aziende agricole. Nell’Arno vanno a confluire i residui delle industrie e dei depuratori presenti nel distretto, tra cui il più importante è quello di Pagnana. I controlli mensili e biennali vengono effettuati per stabilire la qualità delle acque e dal 2004, l’inquinamento dell’Arno risulta da scarso a sufficiente, ma in netto miglioramento, anche per ridimensionamento di certi settori della manifattura, come l’industria chimica. Infine, per quanto concerne l’inquinamento atmosferico, la centralina che effettuava le misurazioni dello smog è stata spostata a Santa Croce cinque anni fa. Così, il rilevamento delle polveri sottili attraverso PM10 e PM 2,5 viene compiuto soltanto ogni 15 giorni attraverso una centralina mobile, voluta da vari comuni della Valdelsa. Molti cittadini si dichiarano insoddisfatti per questo cambiamento, perché la distanza tra la centralina e il nostro territorio è notevole e, quindi, i dati risultano poco attendibili. Le giovani sentinelle si sono fatte interpreti di questo bisogno diffuso ed hanno sottolineato la necessità di costruire una nuova centralina per misurare la qualità dell’aria nel comune empolese. Addirittura tre cittadini empolesi hanno costruito da soli una centralina per poter valutare il livello di salubrità dell’atmosfera che respiriamo nella zona di Empoli. Ciò dimostra che l’opinione pubblica appare sempre più interessata ai valori ambientali e consapevole della necessità di integrare le politiche di salvaguardia con quelle di sviluppo. Tutelare il paesaggio urbano e rurale significa difendere anche il nostro benessere e la nostra salute. Ci sono zone del nostro Paese dove questo principio non sembra ancora acquisito, dove la cementificazione selvaggia ha completamente distrutto il paesaggio, inteso come patrimo-

nio collettivo. In Toscana, secondo il resoconto di Legambiente, sono soprattutto le coste che hanno subito questo sfruttamento indiscriminato del suolo, ma territori, come quello empolese, non hanno mai conosciuto l’abusivismo edilizio nel senso più tradizionale del termine: i piani regolatori sono rispettati e si costruisce soltanto su terreni edificabili. Semmai vengono commessi illeciti di entità inferiore: ad esempio, vengono costruiti garage, ampliate le abitazioni o coperte terrazze senza le dovute autorizzazioni dell’amministrazione comunale. C’è poi il caso di chi adibisce un terreno agricolo a deposito delle merci o chi ristruttura casa senza prima effettuare le necessarie verifiche antisismiche. In ogni caso vengono assegnate delle multe e qualche volta viene ordinata la demolizione, come, ad esempio, nel caso di sei garage realizzati in via Discobolo, in zona stadio, tutti abusivi. La demolizione diventa necessaria, quando viene deturpato il paesaggio urbano, ma non è sempre possibile per vari motivi, primo tra tutti i costi. È questo il caso dell’ecomostro di Ponte a Elsa. La sua storia viene da lontano e risale a circa venti anni fa: in questo caso non si tratta di un vero e proprio abuso edilizio, perché erano stati concessi tutti i permessi per la realizzazione dell’edificio residenziale. Tuttavia in un secondo momento la ditta appaltatrice è fallita e i lavori sono stati interrotti. Poiché il blocco è stato più volte messo all’asta, il prezzo si è notevolmente abbassato e ci sono stati anche degli impresari edili che si sono proposti, anche se in un secondo momento hanno abbandonato il progetto. Come avviene spesso in Italia, la soluzione della demolizione è stata per molto tempo scartata dall’amministrazione comunale, poiché risulta troppo dispendiosa. Tuttavia, in quest’ultimo periodo il Sindaco ha cominciato a parlare di abbattimento di quella costruzione e della sua riqualificazione e conversione in servizi per i cittadinie in un parco. In proposito, i ragazzi hanno sottolineato la necessità di aumentare gli spazi verdi e le piste ciclabili per rendere il territorio il più sostenibile possibile. I sentieri percorribili con le biciclette dovrebbero essere realizzati soprattutto nelle zone periferiche, come Ponte a Elsa o Cortenuova, che verrebbero collegate al centro per permettere ai cittadini di spostarsi senza auto. Pensare ad un futuro, in cui ci si sposta di più in bicicletta e con mezzi pubblici, in cui si vivono gli spazi verdi nel tempo libero e si effettuano una raccolta e uno smaltimento dei rifiuti con metodi efficaci ed ecosostenibili, significa pensare al benessere della collettività, portando avanti anche una lotta contro le organizzazioni criminali, sempre più infiltrate negli affari economici regionali, oltre che nazionali e internazionali. Riguardo all’ambiente non c’è settore in cui la mafia non si sia ritagliato un suo spazio e, come hanno evidenziato alcuni ragazzi, la mafia c’è, anche quando non si vede: può perfino nascondersi dietro un’etichetta del made in Italy dell’olio extravergine del supermercato. Quindi, oltre alle istituzioni e alle forze dell’ordine, anche noi cittadini dobbiamo impegnarsi nella lotta all’illegalità in nome del bene comune. Sandra Baldacci, Francesca Azzinnari e le classi 3I e 3P scuola “F. Busoni” di Empoli


4

ONLUS

ItaliaNostra

numero 17 settembre 2019

PADULE DI FUCECCHIO

L’eterno gioco dell’oca Chi conosce un po’ la storia del Padule di Fucecchio probabilmente non si meraviglierĂ della situazione attuale. Sembra infatti un destino ineluttabile quello che porta la piĂš vasta palude interna d’Italia, inserita nella convenzione internazionale di Ramsar, a fare un passo avanti e uno (o due) indietro nella tutela di un ambiente che – almeno a parole – tutti concordano di voler preservare. Nessuno infatti, nemmeno se porta il nome di “Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchioâ€?,termine che tradisce lo scopo originale di un ente nato in un contesto storico e culturale ormai superato, oserebbe oggi proporre il totale prosciugamento dell’area palustre. Però quando i molti medici (per lo piĂš interessati) si accostano al capezzale del malato diďŹƒcilmente si accordano sulla cura da prestare. Quasi sempre i medici (leggi: proprietari, ambientalisti sotto varie sigle, cacciatori, amministratori comunali e regionali) si accapigliano tra loro e pertanto, a seconda del prevalere degli interessi o delle “filosofieâ€? degli uni o degli altri il Padule fa un passo avanti e poco dopo ne fa uno (o due) indietro. Per scongiurare la contraddittorietĂ degli interventi era nato, quasi trenta anni fa, il Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio con lo scopo di riunire attorno a un tavolo (si prenda nota di questo termine) tutte le parti in potenziale conflitto per trovare una mediazione nell’adozione della giusta cura da somministrare. C’è stato un tempo – diciamo tra gli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio -in cui, sia pure faticosamente e parzialmente, sembrava raggiunto un certo equilibrio. Non in modo definitivo, ovviamente, perchĂŠ il Padule è un ambiente in perenne movimento, nĂŠ è – contrariamente a quello che molti continuano a ritenere – un pezzo di “natura incontaminataâ€?, ma il risultato di un continuo rapporto tra ambiente e interventi umani, peraltro necessari perchĂŠ, come è stato detto piĂš volte, il Padule ha bisogno dell’uomo (abbandonato a sĂŠ stesso sarebbe condannato a colmarsi, cioè a morire). Purtroppo questo precario

Per iscriversi a Italia Nostra – Sezione Medio Valdarno Inferiore rivolgersi a: Giovanni Malvolti Via Nuova della Ferruzza 7 50054 Fucecchio (FI) tel. 328 1289087 Tutti i soci di Italia Nostra riceveranno mensilmente il periodico di informazione nazionale e saranno tempestivamente informati sulle attività della nostra sezione.

equilibrio si è rotto da qualche anno. Non si sa perchĂŠ (anzi, lo sappiamo, ma dobbiamo far finta di non saperlo) a un certo momento alcuni Comuni e alcune associazioni (come i cacciatori e i proprietari) hanno lasciato il Centro, anche se nessuno ne ha messo in dubbio la validitĂ scientifica e l’impegno operativo. Tutti, anche quelli che hanno lasciato l’associazione, avrebbero infatti difficoltĂ a contestare le cifre che documentano l’intensa attivitĂ scientifica (certificata da numerose pubblicazioni frutto spesso di collaborazione con universitĂ e altri centri di ricerca), didattica (testimoniata dalle decine di migliaia di alunni e visitatori che sono stati accompagnati in Padule) e operativa (con interventi continui volti a conservare il giusto livello delle acque e a garantire la conservazione dell’habitat per la fauna stanziale e migratoria) messa in opera dai due operatori che attualmente lavorano a metĂ stipendio (ma ad orario pressochĂŠ pieno), coinvolgendo, tra l’altro, molti volontari per mantenere aperto il Centro visite realizzato pochi anni fa a Castelmartini. Il ritornello è il solito: il Centro non può pretendere di vivere di sussidi pubblici, sulle spalle di Comuni e Regione etc. Ora, a parte il fatto che una buona parte delle entrate il Centro se le assicura in proprio gestendo progetti ambientali assegnati ad esso perchĂŠ evidentemente gli sono riconosciute le competenze necessarie, pensiamo davvero che un’associazione di volontariato o una cooperativa di basso costo (e di basso profilo) potrebbe garantire la competenza e la continuitĂ di impegno che il Centro ha garantito da oltre tre decenni? L’abbandono da parte di alcuni Comuni e associazioni ha, non a caso, coinciso con la creazione da parte della Regione di un tavolo (questo termine vi ricorda qualcosa?) per il Padule, ovvero di un organo consultivo che dovrebbe fare una parte del lavoro svolto fin qui dall’associazione: riunire le parti per discutere i criteri di gestione dell’area palustre. Un passo indietro (ma naturalmente qualcuno dirĂ che è un passo avanti) nell’eterno

Il Padule di Fucecchio

gioco dell’oca: tutto è ricominciato con le consuete pubbliche mediazioni tra le parti e i tradizionali giochi di corridoio dietro le quinte per cercare di far prevalere gli interessi dei particolari e delle ‘corporazioni’. Tutto ciò accadeva nel 2016, quando il passaggio della competenza per l’ambiente dalle Provincie (morte? moribonde? resuscitate?) alla Regione aveva suscitato qualche speranza: finalmente un soggetto unico imporrĂ una gestione unitaria valida per tutta l’area del Padule e porrĂ fine all’eterno gioco dell’oca e agli interventi contraddittori. Invece, per la ben nota regola dell’eterogenesi dei fini, è accaduto esattamente il contrario: per l’utilizzo del Centro visite, delle altre infrastrutture e per la gestione delle aree protette la Regione, che pure ha contribuito nel 2018 alla realizzazione di alcuni progetti del Centro, ha imboccato la strada del cosĂŹ detto “spezzatinoâ€? assegnando le varie parti della risorsa Padule all’uno o all’altro Comune, a seconda dei territori in cui i diversi ‘pezzi’ si trovano. Va bene, direte, ma ciò non vuol dire che la Regione non possa mettere insieme un regolamento unitario per tutta l’area, in modo da unificare almeno i criteri gestionali a cui attenersi per “cucinare lo spezzatinoâ€?. Bene, ecco allora l’ultima sorpresa. A redigere una bozza di regolamento sono state chiamate due societĂ private – ovviamente pagate con quei soldi pubblici che invece non sembravano disponibili per il Centro –le quali dovranno studiare a fondo il Padule prima di scrivere la ricetta utile per l’eterno malato. Quindi, dopo trent’anni di studi, pubblicazioni, discussioni, lavori sul campo prodotti dal Centro, si torna alcune caselle indietro (non so quante), per studiare un regolamento sostanzialmente giĂ scritto,riprendendo l’antico gioco dell’oca in attesa del prossimo traguardo. Tutto ciò è strano ma ha almeno un aspetto positivo: segnala che l’attenzione sul Padule è tuttora viva e perciò continuiamo a sperare che i prossimi passi (dell’oca?) siano quelli giusti. Alberto Malvolti

Circa duemila ettari di superficie palustre, distesi tra Valdinievole e Valdarno, formano oggi il Padule di Fucecchio, che ha attraversato gli ultimi 6 secoli salvandosi a stento da interventi parziali e contraddittori restando talvolta palude, talaltra divenendo, per volontĂ dei governanti, lago, rischiando spesso di diventare una prateria asciutta. Assediato dall’espansione delle coltivazioni e dagli insediamenti civili e industriali, ha soerto (e sore tuttora) di inquinamento ed è minacciato dall’introduzione di specie animali estranee che ne hanno alterato gli equilibri. Oggi solo poco piĂš di un decimo della sua superficie è interessata da un’area protetta articolata in due parti: la Monaca Righetti e Le Morette, entrambe in provincia di Pistoia, mentre un altro modesto lembo (appena 25 ettari) si trova in provincia di Firenze, in totale circa 235 ettari. Occorrono pertanto interventi costanti e competenze collaudate per garantirne la salvaguardia, anche perchĂŠ i mutamenti climatici e l’avanzamento del progetto del cosĂŹ detto “tuboneâ€?, rischiano di dare l’ultimo colpo a questo raro e prezioso ecosistema.

Per informazioni: e-mail: mediovaldarno@italianostra.org Facebook https://www.facebook.com/ ItaliaNostraMedioValdarnoInferiore Per informazioni generali su Italia Nostra: http://www.italianostra.org Stampa Tipografia Nuova BonafĂŠ Fucecchio (FI)

! " #


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.