Magazine - Meson's News Numero 03 Anno 2013

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N° 03 ANNO 2013

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Focus M_Onoliti

diteci se ci siamo andati vicino

Quando il design viene dall’artigianato

incontro con Ilenia Indaco e Magma Collection

Collezione M_Onoliti la gamma

Il marketing della Nonna

management, web e creatività: lo faceva la Nonna?

Mad 051

ristrutturare è semplice

L’angolo del tetto Testimonianza d’autore

APRILE 2013

la casa in collina

www.mesons.it


Servizio clienti T 0434 614900 mesons@mesons.it www.mesons.it

Elogio dell’unicità M_ONOLITI




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La creatività, l’ingegno e la tensione alla bellezza diventano quindi possibili soluzioni e non più “decorazione accessoria”

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Condannati all’ eccellenza “La bellezza salverà il mondo”, affermava il principe Miškin ne “L’idiota” di Dostoevskij. Aggiungendomi alla schiera di coloro che negli anni hanno usato e abusato delle intuizioni altrui, faccio mia questa frase che rappresenta, a mio avviso, uno spiraglio concreto in un momento quantomeno complesso. La bellezza a

cui faccio riferimento non è il risultato di una percezione estetica, bensì una risorsa. Le risorse via via sempre più limitate conducono tutti noi ad attingere

ad un bacino di conoscenze, abilità e sensibilità che le favorevoli condizioni in cui abbiamo operato qualche tempo fa avevano sopito: la creatività, l’ingegno e la tensione alla bellezza diventano quindi possibili soluzioni e non più “decorazione accessoria”. Questo numero vuole dar spazio e voce ad alcune iniziative, non solo nostre, che crediamo stiano andando nella suddetta direzione. Come sempre, questo magazine, le nostre piattaforme social e tutti noi saremo lieti di ospitare il vostro parere e anche il vostro dissenso. Buona lettura. Stefano Basso, Direttore Commerciale e Marketing stefano.basso@mesons.it

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Direttore Responsabile: Stefano Basso Direttore Artistico: Regìa Caporedattore: Valentina Olivieri Progetto grafico: Regìa Editore: Meson’s Cucine srl Segreteria: mesons@mesons.it Distribuzione esclusiva negli store Meson’s


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SOMMARIO 8

Focus M_ONOLITI diteci se ci siamo andati vicino

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Quando il design viene dall’ artigianato

incontro con Ilenia Indaco e Magma Collection

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collezione M_onoliti la gamma

50

Il marketing della nonna

management, web e creatività: lo faceva la Nonna?

56

Mad 051 ristrutturare è semplice

60

collezione V_etronica

96

102

64

la gamma

76

L’angolo del tetto

80

La caffetTiera del masochista suggerimenti utili per acquisti irrazionali

84

collezione K_sYstem la gamma

Testimonianza d’autore la casa in collina

la gamma

collezione M_26

Una super merenda

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Dettagli che fanno la differenza novità e astuzie progettuali

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A modo mio la nostra rubrica di gastronomia

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Diteci se ci siamo andati vicino! Mentre scrivo questo testo, sono trascorsi pochi giorni dall’uscita del nuovo catalogo K_System, il nostro “sistema progettuale” rivisitato ed aggiornato nelle finiture, nei colori e nei componenti meccanici (cerniere rallentate e tanto altro). L’immediato e vigoroso consenso ci ha spinti ad accelerare il ritmo già intenso dell’immissione sul mercato dei nuovi prodotti. Per questo, senza troppi indugi, abbiamo iniziato lo shooting fotografico del nuovo progetto M_Onoliti, con il quale vogliamo affrontare lo spinoso tema dell’accessibilità dell’eccellenza. Walter (il decano dei nostri tecnici), Franco (il mago dei prototipi), Fausto (colui che trasforma il delirio creativo in produzione industriale) e tutti gli altri componenti del team si sono spremuti senza risparmio, cambiando innumerevoli volte i percorsi e le soluzioni, senza mai perdere di vista l’obiettivo finale: rendere più accessibile il design mediante lo strumento dell’innovazione e della creatività.

A metà aprile avremo dato alle stampe un voluminoso catalogo con il quale insisteremo sull’idea che “fascia alta” non significhi necessariamente prezzo alto. Non si tratta certo di una deriva verso il “cheap” ruffiano che va tanto di moda ultimamente, ma di una ricerca profonda ed entusiasta che mira a rendere raggiungibili delle performance di prodotto fino ad ora possibili solo in cucine dal costo elevato. Date un’occhiata alle pagine che seguono e presto anche all’intero catalogo, consultabile su Issuu (http://issuu.com/meson_s) o da uno dei nostri rivenditori e diteci se ci siamo andati vicino! Stefano Basso stefano.basso@mesons.it

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Frontali in laccato opaco Bianco e piano lavoro in laminato Diamante.


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Perchè M_Onoliti? monolite, a nostro avviso, 1 Ilrappresenta la forma più pura,

sobria ed essenziale del contenitore. Non ci sono maniglie o altre asperità che possano inquinare il filare deciso delle linee ma soltanto volumi puri, in ardito ma elegante equilibrio reciproco.

monolite i componenti del 2 Nel contenitore (struttura, frontale, zoccolo, gola e piano di lavoro) perdono la loro identità estetica, pur conservando appieno quella funzionale. Benché ovviamente

presenti, i componenti assumono tra di loro lo stesso aspetto, grazie ad una profonda ricerca sui materiali, in partenza diversi ma resi omogenei grazie alla partnership con i nostri fornitori.

monolitico è infine 3 L’aspetto assicurato dall’esigua presenza di spessori, spesso celati da sottili

pannelli da 12 mm, ma anche dalle chiusure a 45° tra frontale e piano di lavoro.

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“Pietrificati” e non solo... dalla meraviglia!

M_onoliti affida la sua accessibilità al sapiente utilizzo del laminato, un materiale di produzione industriale in uso dai primi del ‘900, il cui sviluppo e le cui applicazioni non smettono di stupire anche gli addetti ai lavori.

Per M_Onoliti abbiamo selezionato tre famiglie di “decorativi”: La pietra: attenti al tatto! I meno esperti avranno la sensazione di toccare uno dei marmi per cui l’Italia è famosa nel mondo.

Stone Basalto

Stone Lava

Il legno di Olmo: anche qui la verosimiglianza con il legno confina con l’illusionismo!

Olmo Pearl

Olmo Dark

Olmo Smoke

Olmo Brown

I colori in “finitura seta”: vi sembrerà

di sfiorare il nobile tessuto per cui Marco Polo ha peregrinato per lustri...

Diamante

Burro

Seppia

Piombo


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Colonne e pensili in nobilitato Diamante. Base con piano lavoro in laminato Stone Basalto.

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Immaginate un progetto di per sé innovativo e unico, sul quale applicare i materiali più nobili e ricercati: Il laccato opaco in “finitura seta” (solo per i frontali): un particolare processo di spazzolatura della superficie laccata rende la stessa perfettamente liscia e priva di ogni porosità. Il tatto diventa d’incanto piacevole e quasi sensuale.

Iceland

Manila

Wien

Kenia

Detroit

Berlin

La resina acrilica HI MACS di LG (solo per

i piani di lavoro): in assoluto uno dei materiali più tecnologici, efficienti e resistenti ad oggi utilizzati in cucina.

Iceland

Manila

Isola in laccato opaco seta Detroit. Piano lavoro in solid surface Detroit. Colonne in laccato opaco seta Berlin ed elementi sporgenti in laccato opaco seta Detroit.

Wien

Kenia

Detroit

Berlin


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M_Onoliti Deluxe Per i piÚ esigenti, non poteva mancare una versione Deluxe. M_Onoliti Deluxe è dedicata a coloro che non intendono rinunciare davvero a nulla! Cosa cambia? Iniziamo col dire cosa non cambia: il design, la modulistica e le dimensioni, i sistemi di apertura etc. Ma allora cosa rende M_Onoliti una M_Onoliti Deluxe?

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Colonne in laccato opaco seta Berlin ed elementi sporgenti in laccato opaco seta Detroit.


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M_Onoliti inside Il progetto M_Onoliti si pone l’obiettivo di celare le funzioni della cucina pur mantenendole immediatamente e facilmente disponibili.

Il volume pensile inserito tra le colonne non rappresenta

un mero, seppur riuscito, esercizio di stile ma svela una serie di attrezzature elettriche quali il forno, il microonde, il forno a vapore, la macchina del caffè espresso, il distributore d’acqua minerale e ancora tante, tante sorprese...

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Dal segno al sogno La scelta delle ambientazioni è frutto di un meticoloso studio estetico, realizzato da scenografi e stylist che collaborano per imprimere

nello scatto finale carattere ed emozione. Ogni dettaglio, accessorio o particolare fa parte di una precisa visione del contesto spaziale, considerato non piĂš come semplice cornice ma come elemento integrante della composizione.


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01 Composizione lineare che concentra zona operativa e contenimento in un’unica parete, ideale per arredare ambienti “open space”.

03 L’architettura concorre a ridurre gli spazi in favore di una libertà di movimento senza eguali. Le colonne ospitano elettrodomestici di ultima generazione integrandosi a parete.

05 La soluzione ad angolo con terminale a due colonne è servita da una sfilata di pensili che si alternano tra vani a giorno ed elementi di contenimento. Solide basi “monolitiche” sostengono con rigore il progetto.

M_Onoliti storyboard 07 Quando lo spazio è aperto al living le idee prendono forma con soluzioni ad isola. Elementi sospesi e colonne integrate a parete creano ambienti dalle ottime performances operative.


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02 La zona cottura e lavaggio si concentra nella soluzione ad isola, le colonne multifunzioni si prestano ad interpretare una cucina “alternativa”.

04 Materiali differenti si combinano abilmente per dar vita ad un progetto flessibile ed innovativo: tavolo a penisola in massello Memory e colonne bifacciali distinguono le funzioni nell’ambiente senza separazioni strutturali.

08 In questa soluzione angolare, i pensili ampliano lo spazio verso l’alto come a sottolineare l’aspirazione naturale a superarne i limiti: con la concretezza di chi rilancia con l’innovazione.

06 09 In questa veste, M_Onoliti propone un’ampia parete a colonne che concentrano tecnologia e contenimento. Al centro, l’isola è un invito a mettere alla prova lo chef che è in voi.

Linearità, compattezza e versatilità sono solo alcune delle qualità di M_Onoliti che arreda in modo informale ampi o minimi spazi casa, progettando ogni dettaglio che la rende unica.

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Quando il design viene dall’artigianato Incontro con Ilenia Indaco e Magma Collection ilind2@gmail.com www.madeamanodesign.com


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Si dice spesso che i giovani non sentano il legame con la propria terra e con la tradizione, ma non è proprio così: il più delle volte semplicemente capita che la tradizione non riesca ad incontrare il presente ed entrambi finiscono

così per chiudersi nei propri spazi, ufficialmente codificati. Ma ogni regola è bella per le sue eccezioni e qualche volta accade che eredità culturale e spinta innovativa collaborino per creare arte, design e fare spazio a creatività e talento. Magma Collection è un’innovativa collezione di mobili e complementi d’arredo in pietra lavica maiolicata e ceramica, frutto della collaborazione tra l’azienda calatina “Made a Mano” e Ilenia Indaco, giovane designer ed architetto catanese, che abbiamo raggiunto al telefono. Laureata a Palermo, docente all’Accademia di Belle Arti prima di Bologna e di Brera e attualmente di Catania, progettista ed art director di un nuovo cantiere nautico, anch’esso siciliano, Ilenia si occupa da sempre di architettura e design, ritenendo che uno dei suoi doveri professionali, oltre che una “stimolante sfida personale”, sia riuscire ad esportare il design della propria terra, la Sicilia.

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Il design porta nuova linfa vitale all’artigianato, troppo spesso vittima di ripetizioni e di linguaggi lontani dalla contemporaneità, e scongiura il rischio di perdita delle conoscenze provenienti da tradizioni secolari...


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è stata dunque lei a raccontarci come questa sia “il risultato di un percorso personale intrapreso da tempo, nella convinzione che ci siano molte opportunità nello stretto connubio tra design e artigianato, fortemente legati tra loro in un rapporto di equa interazione. Il design porta nuova linfa vitale all’artigianato, troppo spesso vittima di ripetizioni e di linguaggi lontani dalla contemporaneità, e scongiura il rischio di perdita delle conoscenze provenienti da tradizioni secolari; dal canto suo, l’artigianato arricchisce il design non solo di technè ma delle specificità legate all’identità dei territori. Per questo in una terra come la Sicilia, scrigno di un inestimabile patrimonio culturale, ritengo che la cultura del progetto debba collaborare con la cultura del fare.” Evidentemente, l’incontro di Ilenia con un’azienda tutta siciliana come Made a Mano, che da anni promuove l’interscambio tra artigianato e design, si è rivelato virtuoso. Produttrice di materiali, superfici e rivestimenti per l’architettura in pietra lavica, naturale o maiolicata, e cotto artigianale ceramizzato, Made a Mano è riuscita in pochi anni a superare i confini della propria collocazione locale, divenendo una consolidata realtà internazionale, con rivenditori in tutta Europa: show-room monomarca a Copenaghen e Parigi, uno spazio nel Tom Dixon Store di Londra, diverse collaborazioni con alcuni dei più importanti brand del design made in Italy. La sua specialità sta nell’aver messo insieme, nelle giuste dosi, lavorazione artigianale, conoscenza tecnica, spirito imprenditoriale e un innovativo approccio linguistico-formale.

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... trasformare una materia viva e naturale come la lava, in un materiale colto e raffinato, in oggetti che raccontano il genius loci e la storia di una terra.

“Ho visitato Made a Mano in un afoso giorno di agosto e mi sono innamorata non solo dei prodotti, dei loro colori, dei decori e della loro matericità, ma dell’atmosfera che si respirava in quello che, più che uno stabilimento produttivo, si è rivelato un laboratorio di sperimentazione continua, dove l’amore profondo per il lavoro, fatto come si faceva una volta, rendeva ogni piastrella qualcosa di unico e irripetibile… Alcuni campioni, ricordo di quella visita, per mesi sono stati sulla mia scrivania e hanno continuato a “parlarmi” delle emozioni vissute: un vero e proprio tarlo che ha finito di divorarmi solo quando sono riuscita a ideare degli oggetti capaci di tradurre nelle tre dimensioni quei materiali e ciò che essi esprimono: l’identità culturale di un luogo e le sua assoluta specificità. Così, il fine profondo di “Magma Collection” è quello di trasformare una materia viva e naturale come la lava, che erompe dalle profondità del vulcano più grande d’Europa, in un materiale colto e raffinato, in oggetti che raccontano in chiave moderna e contemporanea il genius loci e la storia di una terra. “Come il magma, materia fluida e incandescente che sgorga dalle viscere dell’Etna, si va a solidificare in forme ogni volta assolutamente originali e diverse, destinate a rimanere per sempre, così Magma Collection unisce passato e presente, memoria e contemporaneità, dando vita a oggetti rigorosamente hand made, fatti per vivere in eterno, oltre il tempo.”

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Magma Collection unisce passato e presente, memoria e contemporaneità, dando vita a oggetti rigorosamente hand made, fatti per vivere in eterno, oltre il tempo.

Nella foto Ilenia Indaco

La totale sinergia tra artigianato e design è quindi il fil rouge dell’intera collezione: un design che affonda le sue radici in una millenaria tradizione artigiana traendone materiali, decori, colori e tecniche per reinterpretarli in oggetti dalle linee essenziali e dalla forte personalità. Forma, segno, colore e fatto a mano diventano le variabili di un gioco dalle infinite possibilità compositivo-formali che si traduce in un design “partecipativo”, in cui l’utente può personalizzare il suo oggetto fino a farne un pezzo unico. Con una sua storia ed una sua anima. Alcuni prodotti della collezione sono realizzati in ceramica, antica e rinomata tradizione del Calatino, ma le mani sapienti dei tornianti hanno modellato per questi oggetti forme diverse da quelle della tradizione: tronchi di cono che, stilizzando il maestoso profilo dell’Etna, divengono le basi per inediti coffee-table; gambe di tavoli che, esasperando il gioco concavo-convesso dei profili, ammiccano con nostalgia ai piedi torniti in legno dei tavoli siciliani ottocenteschi; cilindri di varie dimensioni che aggregandosi formano la base di un piano di cristallo, mentre un cilindro più alto degli altri taglia il cristallo e, trasformandosi in un vaso, fa fiorire il piano del tavolo, per aggiungere all’unione tra design e artigianato un terzo elemento: la fantasia.

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Collezione

M_Onoliti nasce con l’ambizioso obiettivo di rendere accessibili le prestazioni estetiche, ergonomiche e qualitative del design di alta gamma. L’utilizzo del laminato, un materiale inventato

nei primi del ‘900, ha permesso di contenere i costi e aumentare le performance di resistenza all’utilizzo. Le recenti declinazioni cromatiche e le innovative textures da poco immesse sul mercato, hanno sdoganato questa categoria di materiali, rendendola assoluta protagonista nel panorama dell’arredamento di design. M_Onoliti contiene inoltre una massiccia dose di creatività protetta da un brevetto, che prevede un originale accostamento tra frontale, piano di lavoro e fianco in accosto.

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M_onoliti 01 Collezione M_Onoliti con frontali in laccato opaco Bianco. Piano lavoro in laminato Diamante.


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M_onoliti 02 Collezione M_Onoliti con colonne in nobilitato Burro, divisori dell’elemento a giorno laterale ed elemento sporgente in nobilitato Seppia. Isola in nobilitato Seppia con piano lavoro in laminato Seppia.


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M_onoliti 03 Collezione M_Onoliti con base e piano lavoro in laminato Stone Lava, colonne e pensili in nobilitato Piombo.


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M_onoliti 04 Collezione M_Onoliti con piano tavolo in massello Memory, isola in nobilitato Piombo. Piano lavoro in laminato Piombo, colonna bifacciale in nobilitato Diamante. Elemento sporgente in nobilitato Piombo.


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M_onoliti 05 Collezione M_Onoliti con colonne e pensili in nobilitato Diamante. Base con piano lavoro in laminato Stone Basalto.


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M_onoliti 06 Collezione M_Onoliti con colonne in materico Olmo Brown. Pensili a basi in nobilitato Seppia. Piano lavoro in laminato Seppia.


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M_onoliti 07 Collezione M_Onoliti con piano snack in massello Memory. Isola in nobilitato Diamante con piano lavoro in laminato Diamante. Colonne in nobilitato Diamante con elemento sporgente in laminato Stone Lava.


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M_onoliti 08 Collezione M_Onoliti con colonne in materico Olmo Dark, pensili in nobilitato Burro. Basi, piano lavoro ed alzatina in laminato Stone Basalto.


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M_onoliti 09 Collezione M_Onoliti con isola in laccato opaco seta Detroit. Piano lavoro in solid surface Detroit. Colonne in laccato opaco seta Berlin ed elementi sporgenti in laccato opaco seta Detroit.


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Il marketing della Nonna

Management, web e creatività: lo faceva la Nonna? “Fare il marketing della Nonna” è una mossa da bravi imprenditori un po’ tradizionalisti e consapevoli che i vecchi sistemi di una volta funzionano ancora bene, oppure si tratta di scelte obsolete, roba da archivio storico pieno di polvere e ragnatele? Prima di tutto facciamo attenzione

alle forzature e alla novità a tutti i costi: la speranza che facendo scelte diverse si ottengano risultati migliori può trasformarsi in un esercizio pericoloso tanto per il Retail quanto per le aziende di produzione perché a volte non bisogna cambiare le scelte ma ricondizionare gli strumenti di management. Ecco alcune nuove pratiche senz’altro utili ma solo se inserite in un progetto di management più ampio e puntuale, senza il quale la loro efficacia sarebbe vana: Viral Marketing, Multi Level Marketing, Guerilla Marketing, Buzz Marketing, Ambient Marketing e W.O.M (word of mouth, letteralmente “passaparola”) Marketing… qui c’è la fregatura. State attenti quando verremo nelle vostre aziende a proporvi un costoso intervento di W.O.M Marketing: la Nonna si arrabbierebbe tantissimo! Il Marketing della Nonna è quello del costruire relazioni, far bene e farlo sapere. Semplice! Creare le condizioni affinché ci siano persone che spendano buone parole per consigliare di rivolgersi a noi e clienti che testimonino la qualità dei nostri prodotti e servizi. Un buon passaparola, insomma. Allora il vero punto è: si può pensare ad un sistema che si basi su ciò che da sempre funziona e renderlo straordinariamente più efficace e potente ma, nel contempo, pratico e meno costoso? Il modello di riferimento parte proprio da un sistema che mette in collegamento diretto, come in un intenso ed efficace passaparola, tutti i protagonisti del business del mondo dell’arredamento: produttori, rivenditori, architetti e arredatori, installatori, acquirenti. Al centro di questa rete di relazioni ci sono il prodotto ed il progetto, entrambi focalizzati sul cliente da informare, consigliare, sedurre.

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Repin

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RETAIL

La base di questo nuovo approccio di marketing in rete fra professionisti e aziende è basato su una ricerca motivazionale che ha coinvolto oltre duemila studi di progettazione, centinaia di rivenditori di mobili di fascia medio/alta e alta nonché acquirenti di arredamento e materiali dei settori edilizia e bagno di design. Se proprio vogliamo prendere le distanze dalle terminologie della Nonna, il sistema può essere descritto come una fusion innovativa e creativa fra BtoB, Visual, Web e Networking Marketing che, detto così, si capisce subito che è tostissimo! I presupposti non convenzionali sono: in showroom si fanno soldi con ciò che non si vede; l’assetto organizzativo nasce dal marketing quindi non è uno schema statico ma un processo dinamico; lo scambio del biglietto da visita con progettisti e privati si trasforma in una piattaforma di relazioni e servizi di Business Network; la formazione ha stufato se resta sempre la stessa. Ai progettisti occorre dare servizi per aumentare la committenza, fidelizzarli ma anche aiutarli a gestire le relazioni con il loro territorio perché all’università nessuno insegna loro come si fa. Gli obiettivi sono: garantire maggiore notorietà allo showroom a costi più contenuti; coinvolgere e fidelizzare i professionisti fornendo loro un supporto di network marketing per aumentare il loro lavoro; dotarsi di una gallery accessibile al pubblico che moltiplica la visibilità delle ambientazioni e delle realizzazioni più suggestive; potenziare localmente il marketing del produttore con una rete di collaborazioni finalizzate ad aumentare le opportunità di business; intensificare la comunicazione efficace ed i contatti con i potenziali clienti. L’approccio è quello di fondere in modo creativo le tecniche del marketing più tradizionale con i nuovi strumenti multimediali e la loro interazione con una piattaforma di Digital Marketing di terza generazione, basata sulla tecnologia dei Social Network più avanzati ed applicata al mondo professionale del design. Un nuovo sistema già realizzato e testato da G&M DesignYourMind e che prenderà il via a partire dai prossimi mesi del 2013.

Company

business

Il nuovo carburante (che non inquina) è la costanza del retailer nella gestione del sistema in collaborazione con i produttori che sostengono le rivendite selezionate. Perché, ormai è chiaro, le aziende di produzione stanno selezionando le rivendite. E le rivendite che sapranno evolversi saranno selezionate anche dal mercato e dai progettisti. Se le aziende di produzione e le rivendite si daranno un reciproco e concreto supporto, il prodotto di design avrà un nuovo significato, nuovi mercati e una nuova era. Ma soprattutto degli strumenti più diretti e meno costosi per essere raccontati. È quindi fondamentale che creatività significhi “pensare non convenzionale” e che management significhi anche “metodo creativo”, cioè processo dinamico e sempre in evoluzione, senza che ciò spaventi il capitano d’impresa -che sia un’azienda di produzione o un retailer- perché, anche lì dove vi sia stato un cambio generazionale, i meno giovani hanno ancora molta voce in capitolo e devono essere messi nelle condizioni di capire e avere fiducia. Per rimanere nella metafora, i figli indicano i nuovi strumenti e l’esperienza dei genitori indica le buone metodologie che non tradiscono mai. Il metodo può essere acquisito dai produttori e dai retailer per sviluppare e potenziare le opportunità di business, spingendosi fino a “lavorare con i clienti degli altri” in totale coerenza col famoso “passaparola” della Nonna! E se, come diceva la Nonna, “chi ha tempo non aspetti tempo” vi possiamo indicare tutti gli approfondimenti necessari per partire in vantaggio sugli altri, perché, con i tempi che corrono, tutti i vantaggi sono risorse che vanno trasformate in soldi. Cynthia Petrangeli c.petri@designyourmind.it


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È quindi fondamentale che creatività significhi “pensare non convenzionale” e che management significhi anche “metodo creativo”, cioè processo dinamico e sempre in evoluzione, senza che ciò spaventi il capitano d’impresa.

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mad 51 Scrivere per il magazine Meson’s News, al di là dell’onore e del piacere, per noi di Mad051 rappresenta un fatto quanto meno curioso, soprattutto se relazionato al tema che guida questo numero: innovazione, creatività, talento e progetto. Crediamo, infatti, che per esserci innovazione in settori compassati e apparentemente strutturati come il nostro debbano necessariamente combinarsi momenti unici e irripetibili, necessità inderogabili e unione di pensiero di più segmenti della filiera. Questo articolo sembra rappresentarne un esempio e, se così è, ben venga per il futuro del nostro mercato!


Meson’s

Nella foto: Alessandro Muzzarelli

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...per esserci innovazione in settori compassati e apparentemente strutturati come il nostro debbano necessariamente combinarsi momenti unici e irripetibili, necessità inderogabili e unione di pensiero di più segmenti della filiera.

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Mad051 è nata tre anni fa da una semplice riflessione su come i negozi di arredamento avessero smarrito un patrimonio importante come la consulenza di interni, a favore di una più rapida commercializzazione di prodotti codificati quali sono diventati i mobili. Le radici di quello che oggi possiamo ritenere un incredibile errore risiedono nella facilità con cui, negli anni passati, acquistare un prodotto e rivenderlo senza particolari elaborazioni garantisse la prosperità delle attività commerciali, che andavano progressivamente perdendo l’abitudine di ascoltare il proprio segmento di mercato. Di massima, era sufficiente assortire con alcuni brand noti e alcuni no-name affidabili e il mix di vendita così confezionato funzionava lasciando un margine, in caso di difficoltà, per azionare la leva dello sconto. In quegli anni si è lavorato sulla velocità e sulla semplificazione della vendita che forniva risultati e riscontri immediati, perdendo probabilmente di vista il valore dei contenuti e dei servizi che avrebbero dovuto costituire la barriera protettiva di attività per lo più a conduzione famigliare. Tutto questo ha portato progressivamente ad una forte omologazione del prodotto e del sistema di vendita, penalizzando la filiera che si è trovata appiattita su luoghi comuni e azioni scontate, spesso fumose e, soprattutto, difficilmente difendibili.

materiali

news

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pavimenti / sanitari

Nello stesso periodo si sono affacciati al mercato due fenomeni inizialmente sottovalutati: la Grande Distribuzione Organizzata e il Web. La prima, forte della capacità di comunicare e dello scenario descritto, inizia ad acquisire notevoli quote di mercato comunicando con chiarezza prezzo, servizio e prodotto finito, diventando brand e iniziando a scardinare le fondamenta del nostro mercato; il secondo, informando e “scoprendo” la fumosità della nostra filiera, genera un cliente sempre più esigente e tendente alla chiarezza, spesso scambiato erroneamente per difficile e presuntuoso, che si inserisce prepotentemente nel machiavellico vuoto informativo del nostro mercato, alimentando una vera e propria rivoluzione distributiva a cui occorrerebbe rispondere con contenuti professionali altissimi (in passato sacrificati per la velocità operativa e la semplificazione della vendita, oggi difficili da ricostituire). La produzione, a sua volta, ha risposto a tutto questo semplificando ulteriormente il prodotto e, seguendo primariamente la politica del prezzo. Non ha alimentato, dunque, la politica dei contenuti e dei valori, portando l’indifferenziazione dei prodotti a un livello tale per cui oggi riconoscere chi produce è spesso una sterile esercitazione. Di fatto, forse per la prima volta, si legge quanto sia difficile per la filiera ed in particolare per i punti vendita, relazionarsi al mercato per operare scelte competitive basate sull’evoluzione della domanda. La vera domanda a cui Mad051 ha voluto provare a rispondere è la seguente: come è possibile ricostruire valore su un prodotto indifferenziato e indifferenziabile (come è oggi il mobile) in presenza di abitudini orientate alla semplificazione della vendita? Dal nostro punto di vista, l’unico modo è quello di recuperare le capacità storiche del punto vendita legate al progetto di interni, inserendo nuovi ingredienti in grado di differenziare l’indifferenziabile, ricercando e competenze ad alto contenuto professionale, creando piccoli nodi di rete locali presso i propri negozi in cui giovani professionisti possano collaborare fornendo idee e stimoli ai progettisti interni, spesso adagiati su competenze antiche (quasi a non rendersi conto che i costi operativi mettono a rischio la propria attività), favorendo risorse differenti acquistabili all’esterno. In poche parole: alzare l’asticella lavorando sui contenuti per essere e non per raccontare, sfruttando le vetrine per competere sul proprio campo e non su quello di chi fa del prezzo l’arma vincente. Mad051 ha iniziato a portare all’interno dei negozi più rappresentativi e culturalmente preparati del centro-nord Italia un progetto strutturato in prodotti e servizi accuratamente identificati per gestire lavori complessi di ristrutturazione, con l’obiettivo di intercettare il cliente all’inizio del suo percorso e orientare i punti vendita ad una sua gestione preventiva, per il conseguimento di una migliore marginalità. I negozi che partecipano al progetto (50, con un obiettivo di 150 a fine 2015) stanno contribuendo al suo perfezionamento con informazioni costanti, chiedendo di coordinarli per comunicare il cambiamento e la differenza competitiva rispetto ai concorrenti. Per questo abbiamo messo a punto una serie di azioni che ci hanno portato in poco tempo a diventare partner tecnici dei nostri clienti.


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impresa Abbiamo creato un visual per informare il cliente lungo il suo percorso di acquisto, con uno stile che renda trasparente tutto ciò che tradizionalmente è stato lasciato in ombra: come è costruito un prezzo, come intendiamo incassare, cosa diamo e cosa chiediamo, esprimendo tre concetti tra loro indissolubili quali: progetto, prodotto e servizio. Il nostro payoff la dice lunga: “Ristrutturare è semplice”. Supportiamo il personale dei punti vendita nelle visite ai professionisti esterni per far conoscere le opportunità e condividerle in percorsi autonomi ma sinergici e organizziamo corsi di specializzazione e campagne di comunicazione online.

Forniamo un “chiavi in mano” assoluto, organizzato in tre anni di intenso lavoro, attraverso gli artigiani locali, con una gestione chiara di tempistiche e procedure di realizzazione, il tutto in linea con i prezzi di mercato. Last but not least, stiamo valutando di attivare un magazine quadrimestrale interamente costruito per i negozi e con i negozi, per comunicare nuovi contenuti ad una filiera ormai silente. Crediamo che questa sia la strada giusta per migliorarsi, facendo sì che i punti vendita riscoprano la centralità del proprio ruolo e si rinnovino attraverso un progetto che mira ad alimentare una creatività che è sempre stata, e deve tornare ad essere, la base delle nostre attività e dei nostri successi nel mondo. Ringraziamo Meson’s che ci ha permesso di condividere con la sua clientela questo progetto, che continueremo a portare avanti con il massimo impegno ed orgoglio, aprendolo a tutti coloro che vorranno aggiungervi valore. L’innovazione parte da qui. Alessandro Muzzarelli, Socio fondatore responsabile del Progetto Mad051 alessandro.muzzarelli@mad051.it

partner idee

SHOWROOM D’INTERNI

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Meson’s

Collezione

V_etronica

Il vetro non è una scelta fragile.

Pannelli in vetro temperato e colorato, incollati su un telaio in alluminio su cui sono fissate le cerniere e gli eventuali meccanismi aggiuntivi,

sono il canone distintivo della collezione. Non sono previste maniglie per l’apertura bensì gole di diversa concezione che consentono di impugnare agevolmente i frontali. A completamento del concept, sono previsti piani di lavoro in vetro dello spessore di 1cm nello stesso colore dei frontali. La combinazione di due materiali come l’alluminio e il vetro conferisce al prodotto estrema leggerezza, facilità di pulizia e una durata nel tempo pressoché illimitata.

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V_ETRONICA Collezione Vetronica in vetro satinato Os_Bianco e Os_Arancio con profili siliconici. Piano lavoro in solid surface Iceland.


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Collezione

M_26

M_26 predilige materiali nobili come il laccato lucido o opaco, il legno e la pietra, e si distingue per il generoso spessore dei frontali 26 millimetri.

É inoltre la prima collezione i cui contenitori, oltre a vantare una maggiore capienza dovuta al loro diverso dimensionamento, sono assemblati utilizzando componenti aggiornati come cerniere con chiusura rallentata, piedini rinforzati e nuovi meccanismi per ante a vasistas. M_26 è stata pensata per un pubblico maturo, equilibrato e consapevole, alla ricerca di prodotti preziosi ma ragionevolmente accessibili. La collezione M_26 prevede cinque sistemi di apertura che danno il nome ad altrettanti modelli: M_26 Maniglia, M_26 Gola, M_26 Presa, M_26 Vela ed M_26 Profili.

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M_26 vela Collezione M_26 con colonne e pensili in laccato opaco Tortora e basi in laccato opaco Creta. Piano lavoro in pietra Gaya Grey finitura spazzolata.


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M_26 presa Collezione M_26 con colonne e piano penisola in impiallacciato Olmo Sbiancato. Isola in laccato opaco Artico e piano lavoro in laminato Talco.


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M_26 maniglia Collezione M_26 in impiallacciato Rovere termotrattato e laccato opaco Bianco, elementi a giorno in laccato opaco Creta, Tortora e Ambra. Piano lavoro in agglomerato Casablanca finitura seta.


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M_26 gola Collezione M_26 con colonne in impiallacciato Rovere Cenere, basi e pensili in laccato opaco Ghiaia. Piano lavoro in laminato Ruggine.


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M_26 profili Collezione M_26 in impiallacciato Noce Tecnico. Piano lavoro in pietra Porfido in finitura fiammata spazzolata.


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L’AN GO LO DEL tetto

Il sogno è diventato progetto: caratteristiche di alta efficienza energetica, una struttura antisismica perfettamente isolata all’esterno con un eccellente cappotto in fibra di legno e all’interno tutto il calore della struttura lignea lasciata a vista.

Gianna Centenaro, giovane pubblicitaria e mamma, ci racconta come il suo sogno di vivere in una casa in legno stia per diventare realtà. Coltivare un sogno, un sogno che sa di casa, di natura, di vitalità. Sognare una casa in legno. Sostenibile. Ecologica. Grande e bella.

Ho 30 anni, un marito, due gemelli di due anni e un pezzo di terra edificabile in quel Veneto pieno di strade e cemento nel quale c’è ancora qualche angolo di verde. La passione per l’architettura e il design non ha ceduto il passo al desiderio di un ritorno alla natura, alla convinzione che ripercorrere a ritroso la strada che dalle capanne di legno e paglia ci ha portati fin qui non significhi regredire. Consapevole che il progresso e la natura siano due facce della stessa medaglia mi sono buttata e, nel 2008, in compagnia di quello che al tempo era solo il mio fidanzato e ora è marito e papà adorato, ho scelto per il nostro futuro una casa in legno. Altri prima di me, molti altri. Ma la mia non è stata una scelta guidata dalle esperienze altrui, è stata una scelta d’istinto. E così, con Marta Baretti e Sara Carbonera abbiamo cominciato a ragionare sulla forma da dare ai nostri sogni. Ai nostri architetti abbiamo chiesto una casa da vivere in armonia con l’ambiente circostante, costruita con materiali naturali, resistenti, durevoli, che riuscissero a creare per la nostra famiglia un guscio sicuro, un’oasi di benessere lontana dalla frenesia e dai ritmi serrati. Una casa dove i nostri figli potessero giocare tranquilli, dove accogliere amici lontani, una casa che si affacciasse sulla natura circostante fondendosi con essa. La nostra casa.

Foto in alto a sinistra: Monica Martini; altre foto di Monica Martini, Sara Carbonera, Nicoletta Boraso.


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Il sogno è diventato progetto: caratteristiche di alta efficienza energetica, una struttura antisismica perfettamente isolata all’esterno con un eccellente cappotto in fibra di legno e all’interno tutto il calore della struttura lignea lasciata a vista. Il grande living al piano terra si affaccia direttamente sul giardino con una continuità visiva creata dalle grandi vetrate e tutto il calore del camino, che nelle fredde giornate invernali riscalda e fa compagnia. Uno ambiente pensato per vivere, ospitare e condividere. Al piano di sopra trovano spazio quattro camere da letto che invece concedono ad ogni uno la propria intimità, il tempo del riposo e del silenzio e anche qui la struttura lignea è tutta a vista, quasi a ribadire come una casa bella e solida si possa fare davvero tutta in legno.

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HOME

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PROGETTO CANTIERE

CALENDARIO LAVORI

SCARTOFFIE

COSE BELLE

SECONDO ME

langolodeltetto.blogspot.it è diventato presto uno spazio seguito e apprezzato, ricco di idee ed emozioni e che presto ospiterà immagini e riflessioni sul cantiere, disegni esecutivi della mia casa e tutta l’attesa e il desiderio per questo nostro nuovo nido.

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Il legno lasciato a vista per noi è una garanzia: si tratta di un materiale naturale, rinnovabile e virtuoso: le coltivazioni di boschi e foreste contribuiscono alla salvaguardia dell’ambiente, alla cura di zone montane altrimenti abbandonate, all’economia e alla salute dell’ambiente. E poi è uno dei pochi materiali da costruzione per il quale vale la garanzia “zero emissioni”, regola l’umidità e migliora la qualità dell’aria. La nostra casa sarà sostenibile e questo va ben al di là della struttura lignea: è stata progettata con cura in modo da essere efficiente. L’efficienza, infatti, fa parte della sostenibilità: meno sprechi, meno consumi, meno energia. Ed è bella. Anche la bellezza strizza l’occhio alla sostenibilità: valorizza l’ambiente circostante, si pone in una relazione positiva, gratifica lo sguardo di chi la vive e di chi ne è ospite. La solidità è sostenibile: non essere costretti a fare manutenzioni e modifiche, a utilizzare nuove risorse economiche e materiali è parte integrante del nostro sogno. E anche l’arte, l’abilità di chi ha progettato e di chi realizzerà aggiungerà valore ecologico alla nostra casa in legno: sarà manodopera a km zero, qualità italiana, artigianalità sapiente e lavoro di squadra. Tutti elementi che di concerto producono irrimediabilmente qualità. L’emozione e l’attesa mi hanno spinta ad aprire un blog in cui dar voce alla mia esperienza e raccogliere immagini, informazioni e dettagli frutto della mia curiosità e irrequietezza. langolodeltetto.blogspot.it è diventato presto uno spazio seguito e apprezzato, ricco di idee ed emozioni e che presto ospiterà immagini e riflessioni sul cantiere, disegni esecutivi della mia casa e tutta l’attesa e il desiderio per questo nostro nuovo nido. Gianna Centenaro: langolodeltetto.blogspot.it Arbau Studio: www.arbau.org

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La finestra della cucina foto Nicoletta Boraso

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La pergola in larice foto Sara Carbonera

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Il ballatoio e i frangisole foto Francesco Castagna


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La grande apertura sul portico foto Francesco Castagna

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Dettaglio della cucina foto Monica Martini

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LA CAFFETTIERA DEL MASOCHISTA* Suggerimenti utili per acquisti irrazionali Se non vuoi mai più provare imbarazzo, di fronte ad un bellissimo oggetto di design che non riesci ad usare, finalmente qualcuno ti spiega che il problema non sei tu, ma è il designer che l’ha progettato. Il titolo della rubrica è un omaggio a Donald A. Norman che scrivendo La caffettiera del masochista a metà degli anni ‘90 ha aiutato molte persone a liberarsi da questo incubo. Ogni oggetto può essere relativamente utile o inutile, un oggetto di design però, per dirsi tale, deve sempre essere funzionale.

* di Cristina Romanello

romanello.cristina@gmail.com


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“Dobbiamo smettere di fare capolavori:

bisogna essere capolavori! ”

Era l’autunno del ‘98 quando mi immersi profondamente nella scoperta di un curioso personaggio che si chiamava Carmelo Bene.

Stavo lavorando a una tesi in storia dello spettacolo, avevo deciso di approfittare di questo momento di studio “verticale” per analizzare un artista tanto complesso, ambiguo, folle, amato e odiato come Bene. Nel corso degli studi emerse questa sua teoria che mi colpì particolarmente e che spesso, negli anni a seguire, mi tornò utile o mi si presentò come possibile risposta a dubbi e problemi. Bisogna essere capolavori! Questa frase arrivò quasi a smentire o smascherare tutta l’immensa produzione storica di oggetti d’arte, quadri, pitture, affreschi e installazioni. L’uomo è Arte! La nuova idea di partire dall’autore e non dall’oggetto prodotto mi intrigava e rovesciava la prospettiva, rendendola più contemporanea.

Da un lato la grande storia dell’arte con i greci, i romani, i maestri rinascimentali, il romanticismo e le avanguardie su cui avevo speso anni di studio; dall’altro, l’uomo e la sua quotidianità: una miseria ai miei giovani occhi. Il capolavoro è in sé Arte: l’espressione massima dell’uomo nella sua continua tensione verso la somiglianza col divino e con la perfezione. Ho studiato per molti anni arte, ho imparato e ammirato i grandi maestri ma ho anche capito in fretta che quel tipo di arte sarebbe rimasta inevitabilmente sui comodini di qualche studente o nelle grandi librerie di letterati e intelletualoidi. La teoria di Bene, se approfondita, diventava comunque filosofica, inaccessibile, distante, tanto quanto lui stesso si poneva come personaggio inaccessibile e distante dal consenso e dalla “sobrietà”. A quel punto, però, i miei pensieri e le mie elucubrazioni iniziarono ad andare in direzione opposta alla filosofia e trovarono impiego nella quotidianità.

Se l’arte di Michelangelo poteva risultare troppo distante e complessa forse esisteva un’arte più vicina alle persone e meno elitaria, un’arte che non doveva avere bisogno di tante spiegazioni, di libri, libri e libri. Se il capolavoro può essere l’uomo, come sosteneva Bene, l’arte diventa uno strumento della vita: la posso usare come uso un martello, una forbice, un mouse o un mestolo. Posso modificare me stesso e ciò che mi circonda, mascherare ciò che non mi piace e mettere in luce ciò che mi piace, posso puntare l’attenzione su una situazione bella e cercare di dimenticarne una brutta. Sono un capolavoro quando riesco a valorizzare tutto quello che c’è in me e intorno a me. Lo spazio che vivo, la casa che abito: tutto è Arte se lo approccio in modo artistico. Il capolavoro è inattaccabile. Esiste ed è imperturbabile come una divinità.

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Il capolavoro lo realizzo tutti i giorni quando evito una litigata con i figli, quando scelgo una bella musica che accompagna un momento difficile, quando, anche se piove, ho voglia di girasoli, quando decido di cambiare la posizione del tavolo per aggiungere un posto a tavola, quando scelgo un colore coraggioso per una parete, o improvviso una torta da fare e mi mancano tanti ingredienti. L’arte delle piccole cose, la trasformazione alchemica di ciò che è brutto in ciò che è bello… questo è il vero capolavoro! Allora, anche se vivo in un condominio grigio di una zona residenziale progettata negli anni ‘80, posso appendere quadri colorati alle pareti e, anche se la mia finestra non ha un gran panorama, posso usare una bella carta da parati. Anche se la mia casa non è grande come vorrei, posso apprezzare il fatto che si pulisce velocemente e mi costringe a tenere solo l’essenziale e a fare le scelte giuste: poco spazio, poche cose. Non ho bisogno di tanti sodi e nemmeno di troppa cultura. L’Arte è un talento, si coltiva lentamente ed è più un approccio che un risultato. La casa è il nostro contenitore, ogni giorno può riservarci una sorpresa se lo desideriamo, può essere uno spazio dinamico oppure ogni giorno può presentarsi uguale, rassicurante e materno. Scegli sempre ciò che ti piace e ti fa stare bene, non sottovalutare i dettagli perché sono importanti, possono essere oggetto di piccole felicità che mai potevi immaginare.

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Se in un momento qualsiasi della tua vita, pessimismo, bruttezza o svogliatezza prendessero il sopravvento, ricordati sempre che puoi decidere di essere un capolavoro.

Cerca di essere attento alle piccole cose, perché ti possono rendere felice… un colore, un vestito, un fiore, una tazza nuova, un profumo, un bel tessuto, una presina fatta a mano dalla nonna, un tagliere di legno. Ricordo le parole di una cara amica che un giorno mi raccontò una storia triste di cui però mi è rimasta una bella immagine. Era al sesto mese di gravidanza, aveva dato alla luce il suo primo figlio prematuro e, chiusa dentro a una stanza di ospedale, mi raccontò della gioia che provò il suo animo disperato nel vedere dalla finestra il volo giocoso di un piccolo stormo di uccelli. Quel volo in quel momento “la salvò”, anche se per poco tempo, la salvò. L’Arte è amore! Amore vissuto, negato, amore per sempre, amore ribelle, deforme, incontrollabile, infantile, morboso, equilibrato, amore maturo, amore speciale. Se in un momento qualsiasi della tua vita, pessimismo, bruttezza o svogliatezza prendessero il sopravvento, ricordati sempre che puoi decidere di essere un capolavoro.

A chi vuole assaporare il piacere di essere un capolavoro anche in una nostalgica giornata di pioggia, suggerisco una tisana invernale con cannella, chiodi di garofano e arancia. Lasciate infondere bene il profumo in tutta la cucina, prendetevi un po’ di riposo, indossate delle calde ciabatte imbottite, versate la tisana in una tazza piuttosto grande, preferibilmente bella, avvolgetela con le mani fredde, scaldatevi e respiratene l’odore... l’arte è anche questo. Buona tisana! http://www.youtube.com/watch?v=BN1HFU78yXA

“Fai della tua vita un’opera d’arte. Non affogare nel fango quotidiano: lotta, parteggia, indignati, sbaglia, urla ma fai della tua vita un’opera d’arte.” da “Giovane è la notte” di B. Savonari


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Collezione

K_SYSTEM Meson’s è stata una delle prime aziende italiane a rivoluzionare il concetto di cucina, passando dalla tradizionale visione della gamma suddivisa in “modelli chiusi”, ad un sistema progettuale unico e trasversale. K_System è proprio questo: frontali di diverse forme, materiali, finiture e colori si possono applicare ad ogni contenitore in infinite combinazioni, liberando il progettista da ogni vincolo e consentendo, quindi, una perfetta aderenza ai bisogni, budget e gusti di ciascun cliente.

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K_goccia vetro Collezione K_System in vetro acidato Bianco, elementi a giorno in impiallacciato Rovere Carbone. Piano lavoro in solid surface Iceland.


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K_goccia Collezione K_System con basi e pensili in laccato opaco Canapa, colonne in laccato opaco Bronzo. Piano lavoro in solid surface Kenia.


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K_2k Collezione K_System in laccato opaco Bianco e piano lavoro in agglomerato Haifa finitura lucida.


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K_zen Collezione K_System in impiallacciato Rovere Gesso. Piano lavoro in Halifax finitura lucida.


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K_10 Collezione K_System con isola in impiallacciato Rovere termotrattato. Piano lavoro e colonne in Inox.


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Ricette di Gianfranco Allari della scuola di cucina Le Tamerici, foto di Paola Chizzini.


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Una super merenda

In questo primo appuntamento dedicato ai piccoli chef, ho deciso di insegnarti a preparare una Super Merenda per te e per i tuoi amici. Ecco 10 piccole regole da seguire quando si decide di mettersi ai fornelli: 1) Prima di tutto, è importante avere sempre un aiuto cuoco (la mamma, il papà, un fratello o una sorella maggiore) che vi aiuterà nelle fasi più difficili. 2) Lavati bene le mani con acqua e sapone e, se hai i capelli lunghi, legali con un nastro. 3) Indossa un grembiule o una maglietta bianca e assicurati di avere a disposizione qualche canovaccio o della carta da cucina per pulirti le mani o il tagliere, quando serve. 4) Leggi attentamente la ricetta e controlla di aver capito tutti i passaggi e di avere a disposizione tutti gli ingredienti. 5) Preparare tutti gli ingredienti pesati sul tavolo di lavoro. 6) Fai molta attenzione all’uso dei coltelli: se non ti senti sicuro fai fare questo lavoro al tuo aiuto cuoco ma, se decidi di farlo da solo, mi raccomando: molta attenzione e calma! 7) Non toccare pentole poste sui fornelli. Anche il vapore può scottare! Inoltre, non mettere o togliere teglie dal forno ma fallo fare al tuo aiuto cuoco. 8) Non utilizzare piccoli elettrodomestici come mixer o frullatori senza la presenza dell’aiuto cuoco. 9) Rispetta sempre i tempi di riposo indicati nelle ricette. 10) Quando avrai finito di cucinare, bisogna rimette in ordine la cucina! Ricorda

è importante poter contare sull’aiuto cuoco, che si occuperà di tutte quelle operazioni che per te possono risultare pericolose, come toccare le pentole calde e usare il forno o attrezzi taglienti. Ecco qualche consiglio anche per i più grandi. Cercate di essere sempre presenti quando bisogna utilizzare utensili taglienti, fate attenzione che i vostri piccoli chef non si avvicinino da soli a fornelli e fuochi e che il manico di pentole e padelle non sporga ma sia sempre rivolto verso il lato della cucina. Cercate di coinvolgere i bambini nella realizzazione delle ricette dando loro anche qualche notizia sugli ingredienti utilizzati. È importante abituare i piccoli chef ad assaggiare quello che stanno preparando, affinché comincino a scoprire nuovi gusti e abbinamenti. Portate pazienza se ogni tanto cade un po’ di farina sul pavimento e se la cioccolata non finisce tutta nella ricetta… i bimbi devono sentirsi liberi di provare, pasticciare e sperimentare. Vedrete che alla fine sarà stata una bellissima esperienza, anche se la cucina assomiglierà a un campo di battaglia!

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Pizza

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pronto? ‘‘ Tutto Allora iniziamo!

palla

Ingredienti

per 12 pizza palla

Per il ripieno 500 gr di farina 20 pomodorini 250 gr di acqua a temperatura ambiente 120 gr di formaggio Asiago 25 gr di lievito di birra 4 würstel piccoli 10 gr di zucchero Origano e sale 4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva

Cosa serve 1 ciotola 1 mattarello 1 cucchiaio 1 forchetta 1 coltellino 10 stampi da muffin usa e getta 1 pennello 1 canovaccio

Preparazione Per questa ricetta è importante partire per tempo, almeno due ore prima dell’inizio della tua super merenda. Per prima cosa prepara sul tavolo di lavoro tutti gli ingredienti con l’aiuto della mamma. Tutto pronto? Allora iniziamo! Versa la farina in una ciotola, forma al centro un grande cratere (come se fosse un vulcano). Ora metti nella parte esterna del vulcano il sale e al centro lo zucchero, il lievito sbriciolato e un poco di acqua; con una mano schiaccia leggermente il lievito in modo che si sciolga; quando è completamente sciolto, aggiungi anche il resto dell’acqua e l’olio. Con una mano tieni ferma la ciotola e con l’altra inizia a raccogliere la farina e a mescolarla con l’acqua; all’inizio puoi usare una forchetta. Quando tutti gli ingredienti iniziano ad unirsi, versa l’impasto sul tagliere leggermente infarinato e inizia ad impastarlo con tutte e due le mani. Per questa operazione è indispensabile un piccolo aiuto della mamma! Quando l’impasto sarà bello liscio, forma una palla e rimettila nella ciotola, coprila con un canovaccio o della pellicola

e lasciala lievitare per circa un’ora in un luogo riparato da correnti fredde: il lievito è un tipo freddoloso e se non trova un posticino caldo non cresce! Intanto che l’impasto lievita, tu prepara il ripieno e il resto delle ricette per la merenda. Per il ripieno devi tagliare in quattro i pomodorini, metterli in una ciotola con i würstel e il formaggio tagliati a cubetti e, infine, condire il tutto con un pizzico di sale. Trascorso il tempo, riprendi l’impasto e dividilo in 12 parti uguali, poi stendi ogni pezzetto con il mattarello, metti al centro un po’ di ripieno e poi, con molta attenzione, chiudi il tutto formando una palla. Metti tutte le palline in stampini di alluminio da muffin con la parte liscia rivolta verso l’alto, coprile con un canovaccio e falle riposare ancora per 30… minuti sempre al caldo mi raccomando! Trascorso il tempo, dì alla mamma di condire leggermente le pizze palle con un filo d’olio e un pizzico di origano e poi di mettere il tutto in forno a 200° per 20 minuti circa. Una volta pronte, aspetta qualche minuto prima di togliere le pizze palla dagli stampini e di servirle ai tuoi amici.


l’operazione ‘‘ All’inizio è un po’ difficile,

ma con un pizzico di pazienza ci riuscirai senz’altro.

Cheesecake a testa in giù

Ingredienti per 4 persone

400 gr di formaggio cremoso 50 gr di zucchero a velo 4 biscotti grandi 2 uova 1 cestino di fragole da circa 200 gr Latte q.b.

Cosa serve 4 bicchieri o coppe 1 piccola casseruola per lessare le uova 1 coppa in vetro 1 piccolo setaccio 1 ciotola 1 cucchiaio 1 coltellino

Preparazione Per prima cosa, ricordati di togliere le uova dal frigorifero almeno un’ora prima, affinché siano a temperatura ambiente (se sono troppo fredde, potrebbero rompersi durante la cottura). Prepara gli ingredienti già pesati sul tavolo, poi fai lessare le uova e ricorda alla mamma che devono bollire dolcemente per 8 minuti… non di più altrimenti diventano verdi come un marziano! Mentre le uova lessano, mescola molto bene il formaggio con lo zucchero e aggiungi un paio di cucchiai di latte per rendere la crema più morbida. Quando le uova sono pronte, passale sotto l’acqua fredda, elimina il guscio e l’albume e conserva solo il tuorlo. Appoggia il setaccino sulla ciotola con la crema al formaggio, metti i due tuorli all’interno e schiacciali bene con il dorso di un cucchiaio: all’inizio l’operazione è un po’ difficile, ma con un pizzico di pazienza ci riuscirai senz’altro. Quando i tuorli si sono trasformati in bricioline, mescola con un cucchiaio fino a quando la crema non risulta di un bel colore giallo. Metti i biscotti in un sacchetto di plastica, poi con una mano tienilo ben sigillato e con l’altra schiacciali bene con l’aiuto di un piccolo mattarello fino a quando non sono diventati polvere. Lava velocemente le fragole, poi asciugale con della carta da cucina, elimina le foglioline e tagliale in piccoli pezzi, poi distribuiscile nei quattro bicchieri, coprile con la crema ed infine con i biscotti sbriciolati. Fai riposare le cheesecake in frigorifero fino al momento di servirle.

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Stecco biscotto Ingredienti

Preparazione

per 12 biscotti

Ecco una ricetta veloce ma molto divertente, da gustare alla fine della nostra super merenda! Mentre la mamma scioglie il cioccolato a bagnomaria, metti un foglio di carta forno su di un vassoio, sistema in fila i biscotti e su ogni biscotto appoggia uno stecchino; io ho utilizzato quelli dei gelati: se non li trovi, usa pure quelli per gli spiedini ma ricordati di togliere la parte appuntita. Fai in modo che lo stecchino rimanga ben appoggiato al biscotto… un buon trucchetto è quello di mettere sotto la parte di stecchino che fuoriesce un piccolo spessore fatto con

150 gr di cioccolato fondente o al latte 12 biscotti secchi rettangolari o rotondi Caramelle colorate Nocciole, pinoli, mandorle

Cosa serve 10 stecchi in legno 1 cucchiaio 1 casseruola con ciotola per il bagnomaria 1 vassoio 1 foglio di carta da forno

del cartoncino o, più semplicemente, un biscotto. Quando il cioccolato è completamente fuso, mescolalo bene e, usando il cucchiaio, mettine un po’ su ogni biscotto, in modo da bloccare gli stecchini; distendilo bene e decora con la frutta secca e le caramelle colorate. Una volta fatti tutti i biscotti, fai raffreddare e buona merenda!

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testi mo nian ze

La casa in collina

L’inevitabile omaggio a Cesare Pavese nel titolo mi viene suggerito immediatamente dalla vista dell’abitazione di Francesca, che ci ha

accolti in casa per la testimonianza d’autore di questo numero. Intervista di Valentina Olivieri valentina@bushidocomunicazione.it


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Francesca è un’infermiera e vive con suo marito e la loro bambina di quattro mesi in una casa circondata dalle colline a Pieve di Soligo, un comune della provincia di Treviso dove, nonostante la forte urbanizzazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni della sua storia, sussistono ancora incantevoli aree naturali, come quelle interessate dal corso del fiume Soligo.

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Angelo ci ha consigliato le ante in noce dogato sulle basi e il bianco laccato lucido per pensili e colonne, mentre il top è in agglomerato di quarzo bianco…

La vostra casa sembra avere un grande valore storico, è così? In effetti sì… si tratta di un rustico risalente al 1630 che appartenne alla famiglia dei conti Brandolini. è di proprietà dei miei suoceri, noi abbiamo ampliato e ristrutturato una zona che fungeva da deposito e vi abbiamo costruito il nostro appartamento. Dev’essere un peccato non passare molto tempo in una casa così bella… Lavorando entrambi è difficile godersi la vita domestica come si vorrebbe ma da quando c’è la bambina passo senz’altro più tempo in casa. E in cucina? Soprattutto in cucina! Mi piace molto cucinare e avere ospiti ogni volta che si può, tempo permettendo. Avevate già le idee chiare sulla cucina dei vostri sogni o avete fatto prima molte ricerche? Abbiamo valutato diverse marche, fatto ricerche in rete e visitato alcuni negozi… poi abbiamo conosciuto Angelo (del punto vendita VivereDentro di Col San Martino, n.d.r.) che ci ha preparato due progetti per due diverse soluzioni, convincendoci definitivamente! E alla fine quale Meson’s avete scelto? Una cucina della collezione K_System, modello K_Goccia. Cosa ti piace di più della tua cucina? A me piace moltissimo il legno, tanto che l’avrei voluta tutta in legno ma, essendo un ambiente piuttosto grande, avremmo rischiato di appesantirlo. Allora Angelo ci ha consigliato le ante in noce dogato sulle basi e il bianco laccato lucido per pensili e colonne, mentre il top è in agglomerato di quarzo bianco… e sono molto soddisfatta del risultato. E poi adoro l’apertura a “gola”, la trovo bellissima. In generale è una cucina fatta di molti particolari e, oltre che bella, è funzionale. Mi trovo benissimo con il cassettone push-and-pull per il vano rifiuti: posso aprirlo senza toccarlo, il che è molto comodo quando si hanno le mani sporche. Inoltre, mio marito è un enotecnico e ovviamente non poteva mancare la cantinetta per i vini… ma io la uso anche per le bibite!


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E il verde delle pareti? Anche quello è stato un consiglio di Angelo… ce l’ha suggerito perché richiama il verde delle colline circostanti… e in effetti è così! Considerando, poi, che il verde è anche il mio colore preferito, la scelta era inevitabile! È proprio vero. Grazie Francesca!



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Dettagli che fanno la differenza Novità e astuzie progettuali

Si fa strada negli ultimi anni, tra gli operatori del settore, la teoria secondo la quale “tutta la qualità che non si vede è un costo”. Estremizzando questa teoria, i prodotti dovrebbero apparire solidi ed efficienti ma in realtà non ci si dovrebbe preoccupare se lo siano davvero e tanto meno se tali prestazioni durino nel tempo.

Chi progetta e, soprattutto, chi produce Meson’s rinnega questo cinismo travestito da convenienza! Allo stesso tempo, però, ci rendiamo conto di quanto sia complesso per un consumatore percepire le differenze tra un prodotto mediocre e uno eccellente, perciò in questa rubrica ci proponiamo di mettere in evidenza alcuni dei dettagli per i quali valga la pena di acquistare una cucina di qualità... una Meson’s. Michele Celotto

Antiribaltamento basi e colonne Per le basi e le colonne Meson’s prevede, di serie, un sistema anti ribaltamento applicato ai fianchi che mediante una staffa fissata a parete àncora in maniera solida l’elemento alla parete, evitando il ribaltamento dei cestoni.

Staffa distanziatrice per fissaggio lavastoviglie Nel caso di composizioni con lavastoviglie o frigoriferi sotto top presenti a fine composizione, il fianco finale in accosto viene fissato mediante un carter superiore e inferiore che lo ancora al top e alla base adiacente all’elettrodomestico.

Barra Led su gola pensile L’illuminazione a Led sottopensile sfrutta il telaio con gola presente nel fondo del pensile con un duplice risultato: agevolare l’apertura dell’anta del pensile e alloggiare lo strip Led per illuminare il piano della cucina.

Elementi pensili giorno assemblati a 45° Tutti gli elementi pensili a giorno con spessore di 1.3 cm sono realizzati con sistema a folding, che dona continuità al raccordo tra fianco e coperchio, poiché l’elemento è ricavato da un unico pannello piegato in 4 lati con raccordi a 45°.

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A MODO mio la nostra rubrica di gastronomia

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una diffusa rivalutazione del Cibo sotto l’aspetto comunicativo, soprattutto in virtù del suo indiscutibile potere sociale ed aggregante.

Senza entrare in conflitto con questa verità, io ed i miei compagni di viaggio di questa rubrica vorremmo soffermarci di più sull’aspetto “riflessivo” del cibo. Partendo dal dato oggettivo che la quasi totalità delle cellule del nostro corpo si rinnova interamente circa ogni 3 mesi, è lampante quanto l’Uomo sia sostanzialmente ciò che mangia e quindi come l’azione di cucinare sia innanzitutto un atto d’amore verso se stessi. A tal fine, Roberto & Co. desiderano rendere omaggio alle persone addette a questo sacro e quotidiano gesto dispensatore di vita, regalandogli un “pacchetto” di emozioni/sensazioni pronte all’uso composto da: una ricetta gustosa ma, allo stesso tempo, sana ed ecosostenibile; un piacevole cocktail da sorseggiare mentre si procede tra risciacqui, tagli e cotture; una gradevole ed ispiratrice colonna sonora e per ultimo, ma non meno importante, l’armonia visiva di una illustrazione composta da disegni e parole. Non ci resta che augurare… buona cucina a tutti!

A MODO MIO è: Roberto Abbadati, uno chef di cucina “sui generis” ed interprete atipico del Pianeta Ciboinsieme Thomas Colombo, mixologist per necessità prima ancora che per passione, Alessia Rubagotti, una fashion designer da sempre legata al mondo dell’Arte e amante del Bello. Roberto Abbadati / Chef www.robertoabbadati.it Thomas Colombo / Mixologist www.thomascolombo.com Alessia Rubagotti / Fashion Designer www.lali.it

Ingredienti per 10 persone

Una trentina di code di gambero (anche surgelate) precedentemente pelate (lasciando eventualmente giusto la parte finale), incise per il lungo e pulite del nero dorsale Una manciata di sale grosso Una pentola con circa 3-4 litri d’acqua e aromatizzata con gambi di coriandolo, un cucchiaio di semi di coriandolo, una piccola testa d’aglio tagliata a metà e qualche foglia esterna di uno stecco di lemon grass o, semplicemente, di limone Il succo e la scorza grattugiata (con Microplane) di 1 lime, 1 limone e 1 arancia 1 piccolo scalogno, pelato e tagliato a cubetti piccolissimi (non tritato) Poco olio extravergine d’oliva 2 sacchetti di tortilla chips

Per la crema di peperoni 2 peperoni rossi e 2 gialli, lavati, aperti e privati dei semi e delle parti bianche interne 1 piccolo scalogno pelato e affettato sottilmente 2 foglioline d’alloro Olio extravergine d’oliva

Per la salsa guacamole 2 avocado maturi, pelati e schiacciati con una frusta, oppure tagliati a dadini 2 pomodori ramati incisi, sbollentati qualche secondo in acqua bollente, raffreddati in acqua ghiacciata, scolati, pelati, tagliati in quarti, privati dei semi ed asciugati (si otterranno 8 “petali” di pomodoro ben asciutti) 1 cucchiaio di cipolla rossa tagliata a dadini piccolissimi ma non tritata 1 cucchiaio di coriandolo sfogliato e tritato Il succo di 1 lime Una decina di gocce di Tabasco


Psycho Shrimps

& Guacamole DJ in console

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La foto è stata realizzata dal fotografo Francis Cancarini (www.francisphotographer.it)

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A MODO mio la nostra rubrica di gastronomia

Psycho Shrimps

& Guacamole DJ in console Questa ricetta dagli umori alquanto esotici, racchiude e rappresenta il “mood for food” messicano.

Procedimento Mescolare bene le code di gambero con il sale grosso, lasciare marinare per 3-4 minuti, poi immergerle in acqua molto fredda per eliminare perfettamente il sale. Riunire in un pentolino i succhi degli agrumi, aggiungervi la loro scorza e lo scalogno, far ridurre dolcemente finché tutto sia completamente asciutto; ritirare le scorze e lo scalogno in un bicchierino e coprirle a livello con l’olio. Far bollire l’acqua con gli aromi, unire le code e lasciarle cuocere un minuto, scolarle e stenderle in modo da raffreddarle velocemente e, una volta a temperatura ambiente, condirle con le scorze e lo scalogno insieme all’olio di marinatura. In due pentolini con doppio fondo, mettere i peperoni tagliati a pezzetti insieme a mezzo scalogno e una fogliolina di scalogno; aggiungere acqua fredda fino al livello dei peperoni, coprire con un coperchio e portare a bollore. Lasciar cuocere finché i peperoni siano completamente asciutti e teneri, poi vuotare i pezzi sopra un setaccio a maglia media (usarlo dalla parte meno profonda in modo da lavorare più comodamente) e passarli molto bene, recuperando la purea dall’altra parte. Lavorare poi le rispettive puree con poco olio a crudo e sale, ottenendo delle creme lisce e di colore acceso da ritirare dentro a dei biberon (squeezer) alimentari. Tagliare i petali di pomodoro a cubetti e lavorarli insieme a tutti gli altri ingredienti, ottenendo una sorta di crema grossolana e non uniforme ricca di sapore, dal gusto abbastanza piccante ed acido. Partendo da un classico e abbastanza “domestico” abbinamento agrume-crostaceo, già di per sé ottimo, ci si ritrova velocemente coinvolti in un avventura dal gusto precolombiano, grazie alla presenza di una serie di verdure originarie dell’America centrale come il peperone, il pomodoro, il mais ed il lime. Questa ricetta dagli umori alquanto esotici, racchiude e rappresenta il “mood for food” messicano.

Prendiamo per esempio il guacamole: potrete notare come l’esplicita aggressività del Tabasco e del coriandolo venga smorzata dalla “materna” voluttuosità dell’avocado, oppure come l’acidità degli agrumi venga accolta dalla solare dolcezza del peperone. Insomma, sebbene ci troviamo di fronte ad un arduo (ma divertente) dialogo tra consistenze e gusti contrastanti, grazie al felice campo di gioco offertoci dalla fantasia, possiamo tranquillamente dimenticare ogni preoccupazione alimentare e abbandonarci ad un ritmo al quale la vita non può che sorriderti. Consiglio questa ricetta in occasione di un aperitivo, magari di venerdì sera, quando lo stress della settimana lavorativa può velocemente dissolversi alla presenza della componente ludica offerta dalla presentazione di questi cibi. Note: Questa ricetta e la sua scenografia furono create in occasione di un progetto pubblicitario volto a promuovere il brand di Alessia (L’Alì - Accessori e Abbigliamento).


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Cocktail

Sunny

Afternoon

Ingredienti per 2 persone

4 cl di succo di lime 4 cl di succo di melagrana 2 cucchiai di mirtilli freschi 2 cl di Triple Sec (o Cointreau) 6 cl di London Dry Gin 1 bottiglia da 33 cl di birra chiara (Pale Lager) 4 fette di lime

Procedimento Spremere al momento il lime e, nel caso si abbia una melagrana fresca, la melagrana (il procedimento è lo stesso di un normale agrume). Filtrare i succhi all’interno di uno shaker, unirvi i mirtilli, il Triple Sec ed il Gin, riempire con ghiaccio, chiudere ed agitare energicamente. Versare in due bicchieri abbastanza alti (attenzione a dividere i mirtilli equamente!), decorare con le fette di lime e riempire con la birra. Dissetante ma non eccessivamente rinfrescante, questo cocktail è perfetto per le mezze stagioni in cui, in una bella giornata di sole dal cielo terso, difficilmente si ha voglia di restare in salotto a sorseggiare un tè. Meglio uscire in giardino intavolando qualche sano gioco all’aria aperta. Attenzione però a non scoprirvi troppo… piuttosto, compensate questi primi timidi caldi con un Sunny Afternoon!

Album Dynamo di Soda Stereo Soda Stereo è una rock band argentina, pioniera nella musica sperimentale dell’America Latina. Dynamo è considerato un album di riferimento per molti musicisti e gruppi, non solo dal punto di vista della sperimentazione ma anche per l’alta qualità ed il virtuosismo musicale dimostrato nella realizzazione di questo album, che si posiziona come pezzo fondamentale nella storia del rock latino. Buon ascolto!

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A MODO mio la nostra rubrica di gastronomia

La creatività

non si insegna… ma si ‘‘aiuta ” Einstein era creativo? E Darwin? Probabilmente sì. Possedevano entrambi doti naturali difficilmente ripetibili nel nostro presente. Ma quelle doti non lavorano senza sforzo o per intuizioni repentine: l’intuizione è lo stadio finale di un lungo processo. Darwin produsse la sua (creativa) teoria dopo vent’anni di appassionato studio. Einstein era molto giovane, certo,

ma produsse le sue teorie solo dopo aver compreso quelle esistenti (e non fu lavoro da poco, immagino). In realtà, il primo passo per l’innovazione è la profonda conoscenza dell’ambiente in cui ci si muove. Spesso consideriamo originale semplicemente un diverso accostamento di elementi già noti, magari presentato in un’elegante veste grafica e zeppo di termini complicati. Molti consulenti e accademici vivono di questo... ma per andare oltre bisogna guardare agli elementi costitutivi dell’ambiente esistente, ai vincoli da essi posti. Non bisogna pensare che siano di ostacolo: al contrario, sono essi a rendere la creatività possibile. è la combinazione tra vincoli e imprevedibilità, tra familiarità e sorpresa che fa balenare il lampo creativo. Lo sforzo di ripensare gli elementi dell’ambiente per superarli produce il pensiero originale, quel pensiero che non può essere spiegato con le regole precedenti perché le sconvolge, le nega. Potremmo dire che la differenza tra Mozart e un musicista qualunque è data dalla migliore conoscenza delle caratteristiche strutturali del contesto. Se ci sono poche speranze di avere un Einstein in azienda, si può fare qualcosa perché l’ambiente non soffochi ma stimoli i nostri normodotati lavoratori.


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Lo stress è un altro fattore condizionante in negativo: non si possono produrre innovazioni sotto pressione. Essere troppo coinvolti in un problema impedisce di guardarlo col necessario distacco, di giocare con i suoi elementi costitutivi come un bambino farebbe, stravolgendoli. La routine, ma soprattutto le idee e le convinzioni troppo radicate, impediscono al pensiero divergente di fluire. Non bisogna permettere alle convenzioni di sembrare intoccabili.

Per essere apprezzabilmente creativi si deve avere una mente aperta agli stimoli più disparati, anche e soprattutto quelli che provengono dal

di fuori del proprio campo di studio. Chi ha interessi molteplici ha più possibilità che questi differenti stimoli si ricombinino nella sua mente a produrre, se non un colpo di genio, almeno qualche novità utile. Rilassare la mente è quindi fondamentale: hobby, sport, svaghi ricaricano una mente produttiva. Ma in particolare (mai consiglio fu più gradito, immagino) non bisogna lavorare troppo. Una mente super impegnata non è creativa. La creatività ha bisogno di ridondanza, di risorse mentali inutilizzate, di tempo per vagare in cerca di quel qualcosa. Non si può essere creativi per contratto dalle h 15.00 alle 15.45. Spesso le organizzazioni si equipaggiano di “creativi”, persone alle quali viene assegnato il ruolo di innestare creatività. In questo modo si tutelano dalla destabilizzazione che la creatività potrebbe generare, pur promuovendola esplicitamente. Ma non è questo il modo corretto di procedere! L’ambiente in cui si vive, fisico e psicologico, deve essere confortevole e funzionale. La tecnologia può aiutare se ci ricordiamo sempre che essa è solo un mezzo e non un fine.

La creatività probabilmente non si insegna, ma è possibile creare condizioni favorevoli perché ognuno sia libero di essere, nei limiti delle proprie possibilità, un piccolo Darwin.

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Einstein era creativo? E Darwin? Probabilmente sì. za mancan uno la e e h c lc delle criti o impedire a qua a r u a p n “la ma posso innovativa che ti s to u a i d e un’idea vvio, si scontrerà nto. r e n te s o s o di me nte, com’è l cambia inizialme tipi e resistenze a o con stere

In realtà per l’inno, il primo passo profonda vazione è la dell’amb conoscenza in cui ci iente si muove .

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