BROCHURE L'ALCHIMIA E LE ARTI

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Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze

GALLERIA DEGLI UFFIZI

L’ALCHIMIA E LE ARTI La Fonderia degli Uffizi da laboratorio a stanza delle meraviglie

I MAI VISTI XII

CAPOLAVORI DAI DEPOSITI DEGLI UFFIZI

Galleria degli Uffizi - Sala delle Reali Poste 16 dicembre 2012 - 3 febbraio 2013 feriale e festivo

10.00 - 17.00

chiuso: lunedì, natale e capodanno - ingresso libero

Informazioni: tel. 055.2388742 - www.amicidegliuffizi.it

COSE RARE E PREZIOSE

L’OFFICINA DELLA GALLERIA

La mostra che in quest’anno 2012 entra nel novero della collana ‘i mai visti’ si configura agli Uffizi come un corollario della riapertura, nel mese di giugno, della Tribuna restaurata e riordinata. Quel vano magnifico si offre oggi in una veste capace di restituire le sembianze primitive soltanto nell’assetto architettonico e nel rivestimento prezioso delle sue pareti, con quel velluto cremisi che le carte tramandano. Quanto invece v’era collocato in origine è finito quasi tutto altrove. E però a connotare la nobiltà preziosa della Tribuna erano giusto le rarità che vi s’affollavano. Le voci antiche, infatti, ragionando del luogo sognato dal granduca Francesco I de’ Medici e disegnato da Bernardo Buontalenti (architetto consentaneo di quel principe estroso e colto), lo descrivono come un “ricetto di cose rare, e preziose”. Fra le meraviglie naturali e artificiali che in quella stanza quasi s’affastellavano, Francesco Bocchi – cui si deve una letteraria descrizione della Tribuna, vergata a pochi anni dalla sua nascita – tramanda la memoria di “un monticello di perle, e di gioie di ricca vista, e mirabile, fabbricato dalla mano del Gran Duca Francesco: il quale per signoril diporto col suo nobile intelletto dopo le gravi occupazioni in simili affari era usato d’impiegarsi”. Anche chi non avesse nozione della personalità di Francesco e conoscesse della Galleria degli Uffizi (sua creatura) unicamente la funzione di stanze deputate alle opere di pittura e dei marmi antichi, troverebbe nelle parole della guida cinquecentesca, che s’è presa a viatico, i dati essenziali e incontrovertibili di un uomo e di un luogo, fuori dell’ordinario. Entrambi lontani dall’idea di principe e di museo che la più parte di noi s’è fatta. Prendendo conoscenza degl’ideali, delle curiosità, delle ambizioni e, sì, anche delle bramosie, di Francesco si può meglio capire cosa lui intendesse fare all’ultimo piano dell’edificio che il padre Cosimo aveva costruito per amministrar meglio uno Stato che prendeva forma moderna. La Tribuna e Francesco sono due argomenti che Luciano Berti amò forse sopra ogni altro. E a entrambi dedicò pagine di letteratura oltre che di storia. Il Principe dello Studiolo è il libro suo che rimane insuperato. Pagine dense di notizie. Pagine belle, che fluiscono come in un romanzo di gran piglio. Berti era come legato d’empatia a Francesco (di un’indole pur tanto differente dalla sua). Ne guardava con benevolenza quasi paterna le trasgressioni, ne ammirava i voli della mente e del cuore, ne comprendeva – anzi ne condivideva – le insofferenze per gli affanni che il ruolo ineluttabilmente comportava, e infine se ne sentiva quasi un servitore fedele, per via di quel suo incarico di direttore che lui adempiva con trasporto e senza risparmio.

Fino alla seconda metà del Settecento la Galleria degli Uffizi è stata un museo di musei, un teatro di molteplici saperi, in cui discipline artistiche, tecniche e scientifiche, unite da un comune tessuto filosofico e concettuale, esaltavano la lungimirante magnificenza dei granduchi di Toscana. Le raccolte di antichità, le immagini degli illustri della storia antica e moderna, i dipinti più famosi, gli strumenti scientifici, i vasi in pietre dure e le armi erano affiancati dalle botteghe di abili ebanisti, artigiani del commesso fiorentino, orefici, orologiai, liutai e confettieri. Nella Galleria, fondata da Francesco I de’ Medici proprio per unire i laboratori artigianali alle raccolte d’arte della famiglia, non poteva mancare un ambiente in cui egli potesse dedicarsi alla sua attività d’elezione, quella che meglio incarnava la sua passione per la ricerca dei ‘segreti di natura’: l’alchimia. La Fonderia degli Uffizi era un grande laboratorio, voluto da Francesco e situato in alcune stanze del corridoio di ponente della Galleria, dove a fine Cinquecento si praticarono anche attività d’investigazione metallurgica e in seguito, fino al 1765, si confezionarono soprattutto medicamenti per la corte e per i nobili di tutta Europa. La mostra esamina attraverso dipinti, sculture, incisioni, codici manoscritti, antichi rimedi farmaceutici e testi a stampa illustrati alcuni aspetti della passione dei sovrani medicei per l’alchimia tra Cinque e Seicento.

Antonio Natali Direttore della Galleria degli Uffizi

Valentina Conticelli Curatrice della mostra

Visite offerte dalle guide professioniste dell’Associazione “Mercurio” per raccogliere fondi finalizzati a un restauro 28, 29, 30 dicembre 2012, 4, 5, 6 gennaio 2013, dalle ore 14.30 Prenotazione: tel. 055.218413

Visite guidate gratuite del personale assistente alla vigilanza della Galleria degli Uffizi a partire dall’11 gennaio 2013 venerdì alle ore 10.00, 12.00, 14.15 e 15.30 sabato alle ore 12.00, 14.15, 15.30

Laboratori didattici gratuiti alle Reali Poste “La chiave magica della fonderia” 22, 29 dicembre 2012; 12, 19, 26 gennaio; 2 febbraio 2013 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 Età: dai 6 anni Prenotazione obbligatoria: didatticacontemporanea@gmail.com

www.amicidegliuffizi.it www.polomuseale.firenze.it


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I MAI VISTI XII

CAPOLAVORI DAI DEPOSITI DEGLI UFFIZI

10.00 - 17.00

Galleria degli Uffizi - Sala delle Reali Poste 16 dicembre 2012 - 3 febbraio 2013 feriale e festivo: ore

chiuso: lunedì, natale e capodanno ingresso libero

Informazioni: tel. 055.2388742 - www.amicidegliuffizi.it


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