Thailandia - Gateway per l'Asia

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ASEAN e accordi di libero scambio

Intervista a Luca Vianelli, Partner & Managing Director, MDA Consulting S.E.A., Bangkok

I Paesi ASEAN hanno economie con un tasso di sviluppo diverso: crede che questo possa essere un problema per il futuro? Vede una similitudine con l’Unione Europea? Certamente i Paesi Fondatori, ASEAN 6, hanno una marcia in più rispetto al blocco dei New Members che si è aggiunto negli anni recenti. Tra i fondatori, Singapore, Malesia e Thailandia sono le economie più avanzate e quindi le più interessanti per esempio a consumare i prodotti delle PMI Italiane. Il Brunei ha un’importanza relativa e circoscritta, mentre l’Indonesia è il mercato più esteso dell’intera area, con oltre 240 milioni di abitanti e certamente ha tutte le potenzialità – fin qui pero’ poco espresse - per migliorare la sua leadership economica nell’ASEAN nel prossimo futuro. Le Filippine, tra gli ASEAN 6, sono il Paese che negli ultimi anni ha più faticato mostrando una limitata crescita dei volumi import/export e attirando pochi investimenti esteri. All’interno dei New Members il Vietnam, che è diventato membro del World Trade Organization (WTO) solo nel Gennaio del 2007 – sta facendo progressi importanti mentre Laos, Cambogia e Myanmar sono dei mercati ancora molto piccoli, ma negli ultimi anni hanno mostrato crescite marcate degli scambi commerciali che fanno ben sperare per una maggior integrazione e allineamento coi Paesi dell’ASEAN 6. In prospettiva, quindi, l’ASEAN dovrebbe avere mercati più omogenei e certamente l’abbattimento dei dazi doganali e lo sviluppo delle infrastrutture e vie di

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comunicazione al suo interno dovrebbero favorire e supportare questa tendenza. L’Unione Europea ha raggiunto con l’introduzione della moneta unica (1 Gennaio 2002) un grado di integrazione decisamente maggiore e per questo motivo non credo che un paragone con l’ASEAN sia possibile. Penso lo si possa invece fare con la Comunità Economica Europea (CEE, trattati di Roma, 1957) che ha molto in comune con l‘ASEAN per quanto riguarda gli aspetti del libero movimento dei beni, dei servizi, dei lavoratori e dei capitali, e per lo sviluppo di politiche congiunte e reciproche nel campo del lavoro dello stato sociale, dell’agricoltura, dei trasporti e del commercio estero. Certo, in più’ di 50 anni molte cose sono cambiate soprattutto in ambito tecnologico, tuttavia mi sembra di vedere un certo spirito che accomuna tutt’oggi la CEE e ASEAN. Che importanza avranno per la piccola e media impresa Italiana il mercato ASEAN e i relativi accordi commerciali con gli altri Paesi dell’area Asia e Pacifico? L’imprenditore Italiano sa bene che il 21esimo secolo sarà quello dello sviluppo economico dell’Asia ed in questi primi 10 anni ha avuto modo di approcciare e conoscere il mercato cinese prima e quello indiano in seguito. Negli ultimi 7-8 anni di mia esperienza a diretto contatto con le aziende Italiane mi sono fatto l’idea che lo stesso imprenditore non sia completamente a conoscenza dell’esistenza dell’ASEAN come mercato unico e tanto


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