Notiziario del Mosca Club Treviso 4° Trimestre 2018

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Notiziario del MOSCA CLUB TREVISO

Anno di fondazione 1971

4° TRIMESTRE 2018

ANNO 44 N° 164

Mosca Club Treviso c/o Circolo Sportivo “La Gemma”, via Marie, 1 - 31030 Dosson (TV) tel. 0422490294 Direttore responsabile: Rizzo Sebastiano Registrazione al Tribunale di Treviso n° 55 del 01/03/2007 Presidente: Fabio Calore, via Alleghe, 2 - 30175 Marghera (VE) tel. 335 6245002 H.U. Segretario: Nicola Sacchetto 3403608828 Sito internet: www.moscaclubtreviso.it

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IL PUNTO (a cura del Presidente)

AUGURI

Come di consueto per salutare l’anno che se ne stava andando ci siamo ritrovati in quaranta per la cena sociale presso la nostra sede.A parte un momento di panico ( sembrava fosse finita la carne ),ottima cena, intervallata da momenti allegorici con la consegna dei vari ambiti premi: il Pinocchietto, il Tapiro e il Maialotto. Quest’anno I vincitori sono stati : • Pinocchietto a Michele Sartorato • Tapiro a Michele Golfetto • Maialotto a Nicola Sacchetto. Momento un po’ piu serio invece per il riconoscimento del socio meritevole 2018,Giorgio Cazziola, per il suo impegno nell’organizzazione dei corsi di lancio e costruzione. Dico corsi perche’ visto le numerose richieste quest’anno ne abbiamo organizzati due , ovviamente il ringraziamento si estende a tutti gli istruttori. Alla fine come di consueto la lotteria ,sempre ricca di bellissimi premi,alcuni dei quali regalati da soci che ringraziamo. Nel rinnovare l’augurio per l’anno nuovo ,ricordo che il venerdi 1 marzo ci sara’ l’assemblea sei soci con l’elezione del presidente per il biennio 2019/20,e a seguire domenica 3 marzo il ritrovo a Ponte della Priula per festeggiare l’apertura della pesca. Fabio Calore

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Secondo ritiro di Casting for Recovery Italia

Si è svolto lo scorso maggio il secondo appuntamento con Casting for Recovery Italia. Cresce e si rafforza Casting for Recovery Italia, l’innovativo progetto che aiuta le donne nel percorso di riabilitazione a seguito di cancro al seno... Entusiaste le protagoniste del secondo ritiro di pesca a mosca in Alta Val Trebbia concluso domenica 27 maggio: faremo tutto il possibile perché altre come noi abbiano questa opportunità.

01 giugno 2018 Non è stato facile, ma ce l’hanno fatta: per il secondo anno gli organizzatori del progetto statunitense Casting for Recovery - introdotto in Italia grazie alla volontà delle associazioni di pescatori coinvolti, del Volto della Speranza Onlus e del Reparto di Oncologia dell’Ospedale di Carrara - hanno portato a pescare sul fiume Trebbia, in provincia di Genova, 4 nuove pazienti, che a conclusione della nuova esperienza hanno dichiarato senza mezzi termini tutto il loro entusiasmo per l’iniziativa: “Sono tanti i motivi per cui vogliamo ringraziarvi per averci regalato questo weekend – esordisce Tania a nome di tutto il gruppo – ci avete fatto sentire delle vere protagoniste, coccolate, amate, ma non solo questo: ci siamo sentite veramente al centro dell’attenzione, e ci siamo sentite noi stesse, e questo è stupendo... ma la cosa più importante è che ci avete regalato il vostro tempo… non ci sono parole che bastino per questo… il vostro tempo per noi quattro è il massimo che potessimo ricevere. Per questo vogliamo dirvi che questo progetto non può fermarsi, deve continuare: noi ci proponiamo già come le testimonial del prossimo ritiro.” E’ Sonia a sintetizzare in poche parole il concetto di base, a testimonianza che l’obiettivo è stato raggiunto “Anche altre donne devono avere la possibilità di provare le emozioni che abbiamo provato noi…” E le emozioni non sono mancate, nemmeno per gli organizzatori che, a sorpresa, hanno ricevuto dalle ragazze una prima donazione, un primo “mattoncino” come l’hanno definito loro, per l’accantonamento della cifra necessaria alla realizzazione del terzo ritiro, nel 2019. La partecipazione al ritiro è infatti gratuita per le pazienti, ed è “pro bono” anche l’assistenza fornita loro dal personale medico e dagli istruttori di pesca presenti, ma la raccolta fondi affinché i ritiri possano realizzarsi non è cosa semplice, come non è semplice spiegare a chi non l’ha vissuta quanto sia positiva questa (continua a pag. 3) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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esperienza, non solo per le pazienti, ma anche per tutti coloro che vi prendono parte. Ma Ornella, Margherita, Giovanna e Barbara, le “pioniere” di Casting for Recovery Italia lo sanno bene, tanto che, oltre ad aver partecipato attivamente alla raccolta fondi 2018, hanno preparato un significativo Album dei ricordi con le immagini del loro ritiro e tante pagine bianche da riempire, invitando Tania, Gina, Sonia e Sonia a fare altrettanto. Un vero passaggio del testimone per tutte le protagoniste dei futuri ritiri, con l’augurio che possano essere moltissime. Grazie al contributo di privati, associazioni, produttori di articoli sportivi e istruttori che mettono a disposizione donazioni, tempo, prodotti per la raccolta fondi, Casting for Recovery Italia dà a queste donne la possibilità di ricaricarsi mentalmente e fisicamente in mezzo alla natura, condividere esperienze, imparare rilassandosi una nuova attività, ma non solo: i giorni passati insieme offrono alle partecipanti nuove opportunità di confronto, e la condivisione dell’esperienza, caratterizzata dal forte supporto emotivo fra pari, fa nascere nuove amicizie, contribuendo alla creazione di una “rete sociale” al cui interno il supporto reciproco sperimentato nel ritiro continuerà ad aiutarle ben al di là del weekend di pesca. Durante il ritiro si svolgono varie attività che vanno dalle lezioni sulla biologia del fiume, dei pesci e degli insetti che lo abitano a quelle di lancio con gli istruttori, dalla costruzione delle esche al tempo libero per sé da utilizzare a piacere, fino alla mattina in cui tutto si finalizza con l’esperienza di pesca sul fiume. Tutto questo si svolge in un ambiente protetto, di cui gli uomini non fanno parte, ad eccezione degli istruttori, ma solo nei momenti delle attività (continua a pag. 4 ) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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collegate alla pesca. Nel corso delle tre giornate le ragazze partecipano inoltre a pratiche di rilassamento e meditazione guidata con la psicologa che, come da protocollo, è a loro disposizione per l’intero soggiorno; queste attività, costituiscono un aspetto molto importante nell’ambito del progetto e, per dirla con le loro parole “Sono proprio momenti belli, profondi, di confronto, condivisione e comprensione che abbiamo apprezzato tanto”. Continua a colpirci di tutte loro, delle “pioniere” del primo ritiro come delle “nuove” combattenti di quest’anno, la forza, la determinazione, la capacità di sorridere, l’ironia e la gratitudine che dimostrano per ogni piccola cosa. Sono donne che non mollano, che continuano a sognare anche quando i sogni si infrangono, che non si lamentano e vanno avanti, nonostante tutto. E nel “tutto” c’è il dolore di anni di terapie devastanti, di “effetti collaterali” che sono nuovi affronti al loro corpo e alla loro psiche, c’è la paura di non vedere crescere i propri figli, la preoccupazione per i familiari, la solitudine, perché solo chi ha dovuto affrontare la stessa malattia può comprendere, la profonda tristezza per le compagne di lotta conosciute in ospedale e perse perché non ce l’hanno fatta, la desolazione quando, al termine di cinque anni di terapie e controlli, il medico dice che ancora non basta, che bisogna continuare per altri cinque. In Europa il cancro al seno resta la prima causa di morte per patologia oncologica nelle donne, triste primato di una realtà troppo spesso ancora sottovalutata nella percezione collettiva; certo, i progressi della medicina e della chirurgia ricostruttiva sono molto importanti, ma l’impatto della malattia sulle donne colpite e sulle loro famiglie resta pesantissimo. Ma queste guerriere non si arrendono: la forza che compare da ogni loro gesto e sguardo, il coraggio, la determinazione ad andare avanti diventa la forza e costituisce la prima motivazione ad andare avanti per tutti coloro che sono a vario titolo coinvolti nell’iniziativa. Loro non mollano, non lo faremo noi. Il secondo ritiro di Casting for Recovery Italia è stato realizzato grazie alla partecipazione de: Reparto oncologico ospedale di Carrara, Il Volto della Speranza Onlus, APR Alleanza Pescatori Ricreativi, Fly Club Genova 1988, ASD Pescatori Val Trebbia, Sponsor e privati cittadini a vario titolo, e patrocinato da IMM Carrara Spa/ CarraraFiere. Per info e donazioni: info@castingforrecovery.it ; – http://castingforrecovery.it/ Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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Corso di lancio Tecnico

15-16-17 Giugno 2018 Anche quest’anno si è svolto il corso di lancio dedicato alle attrezzature medio-leggere per canna ad una mano. L’ incontro organizzato dal Mosca Club Treviso è stato affidato alla supervisione del Socio Giampiero Bartolini, garantendo così la continuitá dell’ insegnamento con le precedenti edizioni. Nella serata di venerdì il Gruppo dei partecipanti si é ritrovato insieme a cena e poi tutti nell’ aula del Club a parlare di lancio. Sabato mattina, tutti a cercare di migliorare le proprie abilitá di lancio in riva al fiume Sonna. Franco, Fabio, Massimo, Cristian, Alessio e Lino, sotto un sole fortissimo, hanno mostrato interesse e messo a frutto alcune correzioni che Giampiero consigliava di eseguire. L’ insegnamento di Giampiero non verte su tecniche specialistiche, se non precisamente richieste. Il fine é quello di mettere tutti nella condizione di avere una coda ed un finale che rispondono efficacemente alle volontá del pescatore, ognuno con la propria attrezzatura.

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Alcuni dei corsisti hanno continuato nello studio di un percorso giá avviato, altri si sono confrontati con un discorso tecnico che a volte sembra cozzare con la tradizione ma che cerca in realtá di ottimizzare l’esecuzione di dinamiche assolutamente finalizzate alla pesca. Sabato sera cena favolosa tutti insieme, guidati da Massimo. La domenica tutti a Caorera, fiume Piave. E lì i lanci inevitabilmente si allungavano e le dinamiche prendevano altre forme. Qualche abbozzo di doppia trazione......abbiamo però visto come si possono raggiungere distanze di tutto rispetto senza l’ ausilio della mano sinistra, deputata ad altri compiti.............la destra lancia la sinistra pesca, recita Giampiero. È uscita fuori anche una canna valida per lo streamer e qualche minuto è stato dedicato a quel tipo di pesca ed attrezzatura. Dopo il pranzo alla Festa del Bacino 10, con annessi speo e prosecco da tavola........tutti a casa, un pò stanchi ma soddisfatti del lavoro svolto. Speriamo di dover raccontare anche l’ edizione 2019 ! Giampiero Bartolini

Tesseramento Sociale 2016 (((( AVVISO AI SOCI )))) ... E’ tempo di rinnovare la tessera Rivolgiti a Alessio o Nicola ...

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PONTE DI OGNISSANTI IN TWEED

Come oramai consuetudine anche nel 2018 il gruppo di pescatori trevigiani appassionati alla pesca del Salmone Atlantico si è recato nelle acque scozzesi del fiume Tweed alla ricerca del Salar.

Il fiume Tweed Per chi non lo conoscesse, il fiume Tweed nasce a Tweedsmuir e sfocia nel Mare del Nord a Berwick-upon-Tweed dopo aver attraversato per 156 km la regione scozzese degli Scottish Borders che, come richiama il nome stesso, delimita il confine sud della Scozia con l’Inghilterra. Il fiume, dalle modeste dimensioni e immerso in paesaggi a dir poco mozzafiato, offre nel periodo autunnale un’esperienza di pesca unica durante la quale si assapora tutta la tradizione britannica del Salmon fishing.. Percorrendo le rive del fiume sembra di trovarsi in un mondo fiabesco dove si possono trovare spettacolari castelli, ponti e manufatti medievali, meravigliosi boschi con piante millenarie e sterminati pascoli di pecore che ricoprono le sinuose e verdi colline degli Scottish Borders. La pesca in tweed Raggiunto Peebles il 31 ottobre in tarda serata, la compagine trova alloggio presso il B&B Crayguard, dove saranno trattati come dei veri e propri lord con scottish breackfast degni della famiglia reale. La mattina del 1 novembre i nostri amici pescatori decidono di tentare la fortuna nella beat di Horsburg situata nell’upper Tweed ed immersa nel campo da golf del Macdonal Cardronac Hotel. La beat di Horsburg si distingue dalle altre beat dell’upper Tweed per la sua estensione, motivo per cui i 4 pescatori decisero di separarsi , e per avere dato le maggiori soddisfazioni in termini di catture ai membri del nostro Club. Infatti dopo appena un paio d’ore dall’inizio Nicola S. in compagnia di Stefano D. agganciò un bel maschietto che dopo qualche minuto di lotta e diversi salti si sganciò lasciando a bocca asciutta l’inesperto pescatore. A parte la sconfitta della perdita del pesce il fatto fu incoraggiante e capirono che per quanto ci fossero livelli d’acqua non particolarmente generosi l’assetto di pesca da adottare era una passata radente al fondo. Allo stesso modo anche

Stampato con il contributo della Regione Veneto Contributi a favore delle Associazioni di pesca sportiva-amatoriale del Veneto per iniziative di valorizzazione, informazione e promozione del settore.

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Umberto B. in compagnia di Stefano R. ebbe un take in quella stessa giornata ma nella parte bassa della beat. Alla fine della giornata nessun salmone venne salpato dai trevigiani che, per consolarsi, andarono a Glasgow per una visita all’angling center e una generosa pinta di birra. Il secondo giorno di pesca, il 2 novembre, i piani erano leggermente differenti rispetto al giorno precedente vale a dire che le coppie si separarono e andarono in due differenti beat sempre situate nella parte alta del Tweed. Umberto B. e Stefano R. andarono nella famosissima Ashiestiel dove li aspettavano il ghillie Dave per accompagnarli durante tutta la giornata di pesca, mentre Stefano D. e Nicola S. andarono a Sunderland Hall, riserva mai provata prima dal nostro Club. Trovare la beat di Sunderland Hall non fu semplicissimo per i nostri amici, infatti cominciarono la pesca intorno alle 11.00 dopo una lunga camminata sulle sponde del Tweed. La giornata non cominciò benissimo con la rottura della canna di Stefano D. a seguito di una caduta su di una roccia molto scivolosa. Dopo il sinistro accaduto la coppia decise di andare alla Hut per la pausa pranzo dove incontrarono un signore locale con il quale scambiarono qualche chiacchera. Mentre Stefano D. saziava la curiosità dei locali nei confronti delle classic salmon flies dell’esotico costruttore, Nicola S. decise di provare la pool sotto alla Hut nel mezzo della quale allamò un coloratissimo maschio di salmone portato a riva grazie all’aiuto dell’esperto compagno di pesca Stefano D e al buona pesca auguratogli da Sara la sua ragazza. La giornata non fu altrettanto fortunata per l’altra coppia che trovó una Ashiestiel poco generosa privando per quel giorno tutti i suoi ospiti del piacere della cattura. Tuttavia, nella serata non mancarono i festeggiamenti al pub per la cattura del salmone da parte di un elettrizzato Nicola S. Il 03 novembre, terzo e ultimo giorno di pesca, i quattro pescatori ritornarono a Horsburg dove un determinatissimo Stefano R. è riuscito a mettere a segno la sua cattura, mentre gli altri suoi compagni avevano quasi desistito. La pesca al salmone atlantico anche questa volta ha dato conferma della sua imprevedibilità regalando due catture ai novelli salmonisti, ma lasciando a bocca asciutta i 2 veterani già appagati da diverse catture effettuate durante le uscite estive… Nicola Sacchetto Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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I NODI PER LA PESCA A MOSCA Quello che troverete di seguito non vuol essere sicuramente un trattato completo e esaustivo di tutti I tipi di nodi che il pescatore a mosca ha la possibilità di eseguire, ma vuole essere un sunto di quelli che a mio parere, sono I nodi da sapere e da fare durante un’ uscita di pesca. Per completezza alcuni nomi verranno segnalati sia in lingua inglese sia con il nome normalmente in uso tra I pescatori. Il presente fascicolo è il frutto di decenni di esperienze personali e non, esperienze comunque maturate all’interno di questo Club che attraverso i suoi soci, continua a tramandare una passione che riesce a sfidare le mode e le tendenze e che nonostante gli inquinamenti e il degrado ambientale sono certo continuerà ancora per molti lustri o almeno finchè ci saranno acqua e pesci.

COLLEGARE LA CODA DI TOPO AL FINALE:

Gli esempi che seguono consentono di collegare sia finali conici che finali a nodi, alla coda di topo. COLLEGAMENTO CON CAST-CONNECTOR: offre una discreta soluzione ma può creare qualche problema di scorrevolezza sugli anelli. Non c’è una ottimale trasmissione della potenza tra coda e finale.

COLLEGAMENTO CON BRAIDED-LOOP: spezzone in calza con asola da infilare attorno alla parte finale della coda di topo: offre buone doti di scorrevolezza ed una buona trasmissione di potenza da coda a finale

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COLLEGAMENTO ASOLA DEL FINALE – CODA: personalmente l’ho usato solo in casi di emergenza ma ad ogni modo è bene saperlo fare. Offre un difficoltoso scorrimento tra gli anelli ma consente di terminare la giornata.

COLLEGAMENTO TRAMITE AGO E NODO DEL TUBO :

TUBE O NAIL KNOT - nodo del tubo o del chiodo dopo aver fatto penetrare un ago della parte finale della coda, attraverso l’anima in calza che si trova al suo centro, lo si fa entrare per almeno 7/8 mm. quindi piegando la coda a 90° si fa uscire per un paio di cm, la punta dell’ago. Si procede quindi con una fiamma a riscaldare lievemente l’ago affinchè il calore deformi inreversibilmente la coda. Dopo aver estratto l’ago dalla coda, nel buco rimasto si farà entrare la sezione più grossa del finale a nodi (o conico) facendolo uscire dal foro creato in precedenza. A questo punto aiutandoci per l’appunto con un tubicino o un chiodo si procede a creare l’omonimo nodo. Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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In assoluto, se ben eseguito, questo è il miglior modo di collegare il finale alla coda di topo. Questo accoppiamento garantisce un ottimale trasmissione della potenza dalla coda al finale favorendo in oltre lo scorrimento della coda e del finale negli anelli della canna. Needle knot - nodo dell’ago

IL FINALE A NODI :

un finale a nodi autocostruito consente con una spesa ridotta, di creare da soli un finale personalizzato per

ogni tipo di situazione. Per la sua esecuzione è indispensabile imparare ad eseguire correttamente il BLOOD KNOT o nodo del sangue: Consente di collegare in maniera ottimale 2 fili di diametri diversi tra loro.

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COME ESEGUIRE UN ASOLA:

è un operazione facile ma indispensabile per completare un finale da pesca. Credo che le immagini sottostanti non abbiano bisogno di spiegazioni.

asola semplice

asola “Savoia”

PERFECTION LOOP o ASOLA PERFETTA esistono vari modi per creare un asola ma a mio avviso questo è il migliore:

per una perfetta esecuzione del “perfection loop”è opportuno utilizzare un ago o una punta. (continua a pag. 15) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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COLLEGARE IL TIP AL FINALE: LOOP TO LOOP KNOT o nodo piano preventivamente effettuare due asole di dimensioni ridotte

in alternativa si può collegare il tip al finale con un nodo del sangue (poco pratico e dispendioso di tempo)

LEGARE LA MOSCA AL TIP: nodo CLINCH e IMPROVED CLINCH

Il nodo sicuramente piĂš usato tra I praticanti questa disciplina nelle sue due varianti: normale o migliorato. Nodo IMPROVED TURLE Nodo usato specialmente per artificiali di media e grossa taglia (ninfe -streemer-terrestrial) consente (continua a pag. 16) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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di collegare una grossa mosca anche con un filo relativamente sottile; operazione non normalmente possibile con un nodo CLINCH.

RAPALA KNOT o nodo Rapala nodo un po’ piu complesso dei precedenti; la sua peculiarità è di creare una piccola asola che consente all’artificiale di flottare liberamente in acqua (solitamente streemer).

Giorgio Cazziola

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CENA SOCIALE 2018

Ecco una carrellata di foto dell’ultima cena sociale. Ringraziamo tutti i soci per la partecipazione.

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COSTRUIAMO COSTRUIAMO INSIEME INSIEME PEUTE

Apro le scatole delle mie mosche e: …. “ma dove sono le sommerse che ho usato in Piave a settembre? Quella che mi ero messo da parte e funzionava bene in Brenta? Subito il ricordo, risale a quei giorni, mi compare un sorriso sulle labbra al solo pensiero, mi fa star bene. Il secondo sentimento è diverso, ricordo la sommersa appesa a quel ramo troppo lontano per recuperarla e la trota sotto in attività; a quella in fagiano che ho dato al mio amico di pesca e quella lasciata in bocca al pesce rompendo il finale, ecco realizzo, le ho perse tutte quelle buone e come ogni anno mi assale l’ansia di preparare qualcosa per la stagione. Inutili i buoni propositi, sono fatto così, faccio mosche per necessità ed aimè sono sempre contate, e male per giunta. Cominciò inesorabilmente con il buon proposito, costruiamo un Peute, una mosca che mi da la sensazione di sicurezza, utilizzata al momento giusto, e come tutti sanno chi pesca convinto … E’ semplice ma variando i colori permette di creare mosche molto imitative sia per colore che dimensione, letteralmente la “brutta”, forse per il pescatore , ma spesso non per il pesce. Tra le svariate combinazioni la uso per imitare la Baetis Rhodani, soprattutto in primavera e in autunno, è molto presente nei fiumi di fondovalle, con delle grosse schiuse durante le ore centrali della giornata. Nella maggior parte dei casi come sommersa lasciandola derivare con la corrente. In fase di montaggio, anche se a me non piace molto , l’accorgimento è quello di tagliare le fibre due/tre millimetri oltre la curva dell’amo, per evitare che si incollino tra loro, questo non tanto per la sommersa, ma quando ingrassata la uso come una secca. Appena comincia a bagnarsi, lavora sotto il pelo dell’acqua ed imita l’effimera che sta salendo , il cdc intrappola le bollicine di aria, dandole un aspetto traslucido della sacca alare gonfia , pronta per schiudere. Inutile dirvi che variando le dimensioni e il tipo di piuma usato, la semplicità del montaggio permette di realizzare una vasta gamma di mosche imitative (penso alla piume del fagiano, oca cigno tinto, ecc) Dressing Peute: Amo: n°14 Addome: n°3 fibre della piuma d’oca, tinta verde oliva (si può usare anche l’airone, in base al fiume questa mosca è anche più scura), avvolta assieme al filo di montaggio, per renderla più resistente ai denti del pesce Hackles: un paio di giri in cdc naturale ed a seguire avvolgere una piuma del petto di germana Testa; con filo di montaggio rusty Il montaggio classico prevede per il corpo la seta Gossamer Pearsall e per il collarino la piuma di petto di germana, la paternità di questo dressing è di Bresson, un pescatore francese. Alla prossima “ricetta”, ciao Marco Casellato Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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Programma attività e serate Gennaio 2019

Venerdì 04

Serata informale

Venerdì 11

Serata costruzione

Venerdì 18

Consegna diplomi corso 2018

Venerdì 25

Presentazione corso di lancio e costruzione 2019

Febbraio

Venerdì 01

Setata ospite: Elisa Cozzarini Radici liquide (a cura di E. Bortolozzo)

Venerdì 08

Serata discussione: APS Marca Trevigiana (A cura di F. Calore)

Venerdì 15

Serata discussione: APS Pescatori Sile (A cura di R. Ongaro

Venerdì 22

Serata costruzione “Mosche per l’apertura” (a cura di M. Cason) Organizzazione fiera di Vicenza

Sabato 23 Mosca Club Treviso al Pescare show – Fiera di Vicenza Domenica 24

Venerdì 01

Marzo

Ore 20 in prima convocazione ore 21:30 in seconda convocazione Assemblea del Mosca Club Treviso ed elezione del presidente

Domenica 03 Apertura pesso il nk di Ponte della Priula prenotare la partecipazione a Michele Venerdì 08

Serata Video (a cura di A. Berti)

Venerdì 15

Serata consenga diplomi 1° corso 2019 e presentazione nuovo direttivo del club discussione programmi e nuove proposte

Venerdì 22

Presentazione MCTV TOURS

Venerdì 29

Serata Costruzione a cura di A. Conte

Stampato con il contributo della Regione Veneto Contributi a favore delle Associazioni di pesca sportiva-amatoriale del Veneto per iniziative di valorizzazione, informazione e promozione del settore.

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