Ente Promotore Circolo Artistico âAmici nellâArteâ Castello Costa-Del Carretto tel. 0182.582351 cell. 338.8504478 17033 Garlenda (SV) E-mail: info@amicinellarte.it Patrocinio Comune di Garlenda Catalogo a cura di Carmen Spigno Pasquale Meli Grafica copertina Rudy Mascheretti Testi di Silvia Bottaro Walter Accigliaro Ugo Ronfani Stampa Tipografia Bolla - Finalborgo Š Copyright 2004 - âAmici nellâArteâ
Comune di Garlenda
24 luglio - 31 agosto 2004 Castello Costa-Del Carretto
ilPERCHĂdellaMOSTRA
Il Circolo Artistico âAmici nellâArteâ di Garlenda è lieto di varare la quarta edizione del progetto culturale âGinevra â Arte&Musicaâ che riunisce ogni anno a Garlenda nellâampio spazio del castello Costa-Del Carretto artisti di fama internazionale e un folto pubblico di estimatori e affezionati fruitori. Questâanno il âmagico connubio Arte e Musicaâ, motivo ispiratore delle precedenti edizioni, è incentrato sul âMitoâ. âQuando la veritĂ intiera non può essere espressa con il logos, si manifesta col mythosâŚâ afferma Platone nei suoi scritti. Ed infatti il mito è un linguaggio al di sopra della fiaba, poichĂŠ sottintende un insegnamento profondo, una rivelazione di veritĂ , di fede e di bellezza. Ogni mito nasconde un significato universale: pensiamo al âVello dâOroâ, al âMinotauroâ, alle âFatiche di Ercoleâ⌠e oggi il mito sembra prepotentemente tornato nella nostra vita supertecnologica, complici lâarte e i âmediaâ, come per offrirci una via di salvezza dallo stress quotidiano. Orfeo è stato il piĂš grande poeta e musico greco, cantato da Ovidio e da Virgilio oltre due millenni or sono; la sua storia dâamore con Euridice, la discesa agli Inferi, il âpattoâ con Plutone, hanno ispirato schiere di artisti in ogni tempo. Il ânon voltarti indietroâ non è solo un comando, ma un monito a perseguire la via della propria crescita interiore senza indugi, nĂŠ ritorni. Ecco perchĂŠ è stato scelto il mito di Orfeo come tema dominante dellâedizione 2004.
Carmen Spigno presidente âAmici nellâArteâ Garlenda
VACANZElieteCONilMITO Ugo Ronfani Il mito di Orfeo è il tema proposto da Carmen Spigno - che dirige con passione e fantasia il circolo degli âAmici nellâArteâ di Garlenda â per la rassegna 2004 che anima culturalmente lâestate della bella localitĂ del Ponente ligure. Lâintreccio fra pittura, musica e letteratura è una costante delle iniziative del circolo garlendese, in una visione âglobaleâ delle arti decisamente moderna, e che incontra lâadesione di una popolazione fra le piĂš attente, in Liguria, alle cose dellâarte.
Sofocle, Eschilo, Euripide, e impedire che virtĂš e valori assoluti siano travolti dal quotidiano e dallâeffimero. LĂŠvi-Strauss, nellâambito della sua antropologia strutturalistica, ha dimostrato, nel secondo Novecento, che le costruzioni mitiche sono tutte riconducibili, sempre e ovunque, a contesti specifici, a codici di base: come ĂŠternel retourdi emozioni, sentimenti, pensieri.
Ma perchĂŠ il mito di Orfeo e di Euridice? Degli sposi che, divorati dallâimpazienza di ricongiungersi, distruggono per sempre la speranza di salvare il loro amore, avendo il figlio di Apollo e di Calliope, che placava anche gli dei degli Inferi con la dolcezza della sua musica, infranto il veto di Ade e Persefone, di volgersi indietro a guardare lâ amata prima di essere fuori dal regno dei morti? Nessun tempo â scriveva giĂ Kierkegaard â è svelto nel costruire miti come lâepoca moderna, nel costume e nella politica, nella cultura e nellâarte. Ma questi miti - oggi amplificati dalla comunicazione mediatica - son diventati fragili, mutevoli, soggetti ai capricci della moda. SicchĂŠ, per strano che possa sembrare, oggi sentiamo il bisogno di tornare alle radici del termine greco, mythos: come racconto di vicende e personaggi, esseri divini o eroi, tramandatici dalla notte dei tempi, e che si c o n tr ap p o n g o no al lo g o s co me argomentazione razionale, dominante nella societĂ tecnologica in cui viviamo. Il mito è stato, per Freud, il filo dâArianna per frequentare i labirinti dellâinconscio, la chiave di volta per decifrare i sogni. Eâ ancora e sempre, nel teatro, il modo per interrogare le grandi coscienze antiche,
Ma, allora, lâavere invitato la popolazione e gli ospiti di Garlenda, nei pomeriggi e nelle serate gioiose delle vacanze, a volgere il pensiero allâamore eterno, nella sua terrena fragilitĂ , di Orfeo e di Euridice, mentre molto congiura, nel nostro tempo, a frantumare le relazioni affettive, a fare sprofondare nel disincanto la relazione fra lâuomo e la donna e a relegare pene e delizie amorose in comportamenti del passato, può essere â deve essere â un modo per affermare che il cuore dellâumanitĂ , nonostante lâoppressione di guerre e violenze,crudeltĂ e egoismi, vuole rimanere giovane.
La storia sublime e tragica di Orfeo ed Euridice ci è venuta incontro, intatta, dalla mitologia greca piĂš antica. Eâ volata fino a noi sulle ali della poesia, con le Metamorfosi di Ovidio e le Georgiche di Virgilio, nel Rinascimento italiano con la Favola gentile del Poliziano. La lira del musico poeta che in etĂ barbare (come lâattuale, verrebbe voglia di dire, visto che ci troviamo ancora a parlare di torture, di terrorismo e di guerre cruenti nonostante le so fisticazio ni delle tecno logieâŚ) impietosiva gli dei degli Inferi, placava il vento, rallentava le acque e traeva al suo seguito le pietre, questa musica ha toccato il cuore di poeti come Rilke o la Merini, di musicisti del passato come Monteverdi e Gluck o di compositori moderni come Tito Schipa jr. o Roberto Vecchioni, ha ispirato artisti come il Tiziano, Poussin e il Canova, ha indotto registi come Jean Cocteau o Marcel Camus a trarne dei film. Era impossibile fare di Garlenda la capitale di questo mito dellâamore in tutta la sua ramificata estensione: limitati i mezzi, lo spazio e il tempo. Ma si è voluto costruire intorno a questa favola immortale, di cui abbiamo bisogno per continuare a credere nel sentimenti e nelle passioni, un insieme di iniziative âa temaâ â come il programma illustra in dettaglio â tanto da affermare, dalle mura del castello Costa-Del Carretto e dintorni, che in questo lembo di terra ligure illuminato dal Mediterraneo sono custoditi, con il mito, lâeternitĂ della bellezza e dei sentimenti. Che, se il cuore batte giovane e appassionato, è sempre tempo di svegliarsi e di rinascere, come dice nei suoi versi per Orfeo Carmen Consoli. Milano, aprile 2004
SPUNTIdalMITOdiORFEOperlâESPRESSIVITĂcontemporanea Walter Accigliaro [...] Il cubismo orfico è lâarte di dipingere complessi nuovi con elementi ricavati non dalla realtĂ visuale, ma creati totalmente dallâartista e da lui dotati di una possente realtĂ . Le opere dei pittori orfici devono offrire insieme un piacere estetico puro, una costruzione che cada sotto i sensi e una significazione sublime, cioè il soggetto. Ă arte pura. [...] Guillaume Apollinaire (Peintres Cubistes, Parigi 1913) Molte volte lâarte, dal mondo antico alla modernitĂ , ha reperito nel mito classico spunti illustrativi e concezioni per simbologie, citazioni, emblemi. A prescindere dalle piĂš âdiretteâ figurazioni greche o romane, dal rinascimento perlomeno agli anni â80 del Novecento vicende mitologiche e spunti del pensiero mitico riaffiorano per effondere trame, eventi, concetti. Quindi, varie forme espressive in tempi diversi ne hanno riproposto o rielaborato messaggi profondi. Il mito di Orfeo, con le vicende che spaziano dalla nascita misteriosa (comunque da genitori di rango elevato, persino dal dio Apollo e dalla musa Calliope, secondo una tradizione) alla sua formazione musicale, dalle nozze con Euridice (il cui decesso offre poi lâoccasione per il noto episodio agli Inferi) alla sua stessa morte cruenta ad opera delle Menadi, è primamente riflesso nei versi di Ovidio e di Virgilio. Vari aspetti richiamano lâeterno confronto fra lâarmonia dello spirito e la forza dei sensi, fra la sublime debolezza amorosa ed il profondo dolore del distacco. In ogni modo, lâelevata perizia di musico e di poeta connota Orfeo quale intimo, eccelso cantore che sa infondere consonanza e sentimento anche agli elementi naturali (animali, piante, pietre). Ă la celebrazione del primato del
lirismo musicale sulle stesse forme primordiali, come se soltanto lâalta espressione poetica potesse comunicare spiritualmente con ogni aspetto del mondo terreno. Tuttavia sullo sfondo resta un perenne scontro. Secondo Stefano Andriani e Bruno Traversetti (I miti degli dei e degli eroi, Milano 1987), la mitica narrazione di Orfeo ÂŤ... è fondata sullâeterna lotta tra le forze che presiedono alla natura sensibile e quelle che presiedono allâattivitĂ razionale e spirituale ...Âť. Anche certe scuole di pensiero giĂ nellâetĂ classica derivano da concezioni riferite a questo racconto mitologico. Lâorfismo, movimento misterico-religioso greco, secondo la tradizione antica sarebbe stato fondato proprio da Orfeo. Prometteva salvezza agli iniziati dopo la morte. Mirava alla purificazione attraverso la castitĂ , lâastinenza dalla carne e dal sangue. Questo movimento, in rapporto contrapposto ai misteri dionisiaci, influĂŹ su Pitagora e Platone (ad esempio, si consideri il tema del corpo come ÂŤcarcere dellâanimaÂť). Al di fuori dellâantichitĂ , il mito classico è tipico dellâarte profana, ma talvolta compare anche in ambito ecclesiastico, seppur in un ruolo del tutto secondario od in ambienti non cultuali. Difatti certe correnti del pensiero cattolico non disdegnarono del tutto, oppure non condannarono drasticamente, qualche filone culturale e neanche i salienti filosofi dei tempi pagani, soprattutto prima della controriforma. Comâè noto, la letteratura ha perpetrato nei secoli tematiche del mito classico. GiĂ dalla fine del Duecento sino a certe esperienze del Novecento si manifesta la persistenza dei riferimenti mitologici. Ă una costante verificabile, come - ad esempio â la Storia di Narciso (dalle Metamorfosi di Ovidio) sia presente nel Novellino redatto
verso la fine del XIII secolo, oppure si considerino i Trionfi (ÂŤTriumphus CupidinisÂť) del celebre Francesco Petrarca, in cui viene espressamente citato in versi proprio il mitico Orfeo con varie altre vicende e personaggi del mondo classico. CosĂŹ pure, venendo al centennio scorso, risalgono al 1914 i Canti orfici del poeta Dino Campana, scritti visionari ed arditamente simbolici, tra le opere piĂš autentiche del decadentismo italiano. Inoltre, sono del 1923 i Sonetti ad Orfeo redatti dal poeta tedesco Rainer Maria Rilke, in cui la parola si fa interprete del mistero della vita e della morte. In campo musicale, per esempio, Claudio Monteverdi e Christoph Willibald Gluck hanno dedicato pagine preziose allâepisodio culminante tra Orfeo ed Euridice. Per lâarte nel Novecento (oltre ad alcune correnti italiane del primo trentennio e ad alcuni artisti ben noti per le loro trasposizioni dal mondo antico, come De Chirico, Paolini, Parmiggiani ed altri) si possono citare almeno due movimenti importanti che, in periodi e modi diversi, si sono riferiti al mito classico. Innanzitutto in Francia, fra il 1912-1920, si sviluppa lâÂŤOrfismoÂť. Tale termine viene coniato nel 1912 dal poeta Guillaume Apollinaire per definire la pittura di Robert Delaunay e di altri artisti cubisti, che non omogeneamente tendeva a risolvere la scomposizione formale basandosi sul dinamismo ottico e cromatico. Lâannuncio ufficiale avviene in una conferenza tenuta in occasione dellâinaugurazione della mostra del gruppo âLa Section dâorâ (Villon, Duchamp, Gleizes, Metzinger) in una galleria parigina; poi lâorfismo verrĂ teorizzato in alcuni suoi scritti. Questa parte del movimento cubista (che persegue inventivitĂ , libertĂ , autonomia, come ritorno iniziatico alle fonti orginarie del linguaggio pittorico)
c o s t i t u i sc e u n a d e l l e p r e me s s e allâastrattismo. Nei trascorsi anni â80 si afferma, fra lâaltro, la citazione postmoderna. In particolare, la riproposizione del passato classico in Italia è espressa visivamente dal gruppo degli anacronisti o ÂŤpittori della memoriaÂť (Abate, Barni, Bonechi, Di Giusto, Di Stasio, Galliani, Mariani, Piruca). Secondo Roberto Pasini (Anniottanta, Milano 1985), ÂŤ... In ciò stanno il fascino e il rischio di una simile poetica, che accattiva e sconcerta nello stesso tempo, libera pulsioni a lungo represse dalla cultura dellâavanguardia, ripropone valori a lungo misconosciuti, considerati obsoleti, e ribalta di segno la loro senescenza, presentandoli come fonte a cui attingere eternamente, in una nuova concezione del consumo, del tempo, del fare artistico ...Âť. Il ritorno non convenzionale a modelli aulici, rifarsi ad una âsuperiore inattualitĂ â, la privazione del âbetweenâ sono le direttrici perseguite da questi artisti fra il 1980 ed il 1988. Due importanti mostre a Milano (1992) ed a Sarzana (1995) hanno documentato periodi diversi del Novecento in cui lâespressione artistica ha ripreso, ha rispecchiato con maggior evidenza tematiche mitologiche. La seconda, Il mito e il classico nellâarte contemporanea italiana 1960-1990, ha esaminato i filoni piĂš vicini alle esperienze attuali, articolando pure settori connessi allâimmagine tecnologica. Entrambe hanno documentato e ribadito desideri, ambizioni, concetti rivolti agli archetipi mitici, quasi come un riflesso sicuro nella ridondante marea delle odierne elocubrazioni. ¡¡¡ Ogni azione veramente creativa imprime segni tangibili, infonde sentimenti,
vuole comunicare. Come Orfeo, lâartista tende a sublimare la propria capacitĂ con un linguaggio suadente che sâimpone pure nei confronti del mero stato naturale. Il suo artificio è in grado di elevarsi a superiori livelli comunicativi. Insomma, si muove con estro fra i meandri del pensiero. RealtĂ e non realtĂ , rappresentazione ed illusione, meditazione e produzione sono condizioni antitetiche tra le quali oscilla il ruolo dellâartista vero. Andare a ripescare nel mondo delle idee le proprie istanze concettose, in genere precede il âfare arteâ o vi si connette simultaneamente. Inoltre, quasi sempre la situazione umana per il âcreativoâ costituisce il suo âconflittoâ quotidiano, il suo confronto (arduo od agevole) con le azioni del vivere comune, con la ricerca delle gratificazioni, con i rapporti interpersonali. Quindi si tratta di una posizione e di un ruolo complessi. Gli strumenti e le caratterizzazioni del linguaggio artistico non sono disgiunti dalle scelte di contenuto. CosĂŹ, risalire agli archetipi del mito e delle basilari concertazioni tra esistenza e sapere costituisce uno degli orientamenti di principio, insieme con quelli formali. Se oggi lâuomo (tecnologicamente avanzato oppure spaesato nella complessitĂ esistenziale) appare quale tema dominante in molte ricerche espressive, nondimeno i suoi stessi valori etici e culturali possono trovare altra esplicazione significativa. Molte volte è lo stesso artefice che si âspecchiaâ nellâopera prodotta. Scavare ancora nelle profonditĂ dellâIo e ricollegarsi ai processi dellâantica formazione del pensiero non sono procedimenti vacui, senza dimenticare lirismo e musicalitĂ nellâesprimerli. Però non mancano gli sviamenti. Il filosofo tedesco Ernst Cassirer giĂ nel 1925 sosteneva che ÂŤ... Il mito sorge
spiritualmente al di sopra del mondo delle cose, ma nelle figure e nelle immagini con le quali esso sostituisce questo mondo, non vede che unâaltra forma di materialitĂ e di legame con le cose ...Âť (Linguaggio e mito). Ă questa unâottica riduttiva, abbastanza pertinente ad una convenzionale trasposizione edonista. Però ben altre risultanze dovrebbero esser perseguite. ¡¡¡ Non è agevole trasporre tematiche di tempi remoti nel mondo contemporaneo. Anzi, generalmente si tratta di concetti, scenari, sentimenti che oggi possono sembrare retro o del tutto inadeguati, quanto inattuali. Però, come scrive Salustio a proposito dei miti classici, ÂŤQueste cose non avvennero mai, ma sono sempreÂť (Degli dei e del mondo). Eppure le caratterizzazioni, le problematiche e le contrapposizioni della complessa societĂ odierna appaiono cosĂŹ lontane da quel mondo immaginoso, non solo nel tempo, bensĂŹ nei contenuti e nelle situazioni. Lo sviluppo potenziale, i drammi, la dinamicitĂ dellâuomo dâoggi come possono rapportarsi a racconti mitici, irreali quanto in apparenza cosĂŹ desueti? Nondimeno molte certezze odiernamente sono messe in discussione. Tanta âconcretezzaâ (si considerino, ad esempio, i discussi reality shows televisivi) spesso produce immagini crude o banali, quantomeno scontate od al limite dellâinespressivitĂ . Siamo quasi ossessionati dallâinformazione quotidiana. I mass-media sono ovunque e la realtĂ dellâoggi ci raggiunge sistematicamente. I messaggi visivi sono moltiplicabili enormemente ed hanno funzioni plurime. Inoltre, qualsivoglia immagine è filtrata tecnologicamente, può essere prodotta, variata o riproposta con grande efficacia. Per molti tali risultanze
sono da recepire come nuove âicone computerizzateâ. Ma non mancano remore, filtri, qualche presa di distanza. I grandi spazi terreni, che oggi percorriamo con agevole praticabilitĂ , talvolta sembrano non bastare. Sono enormi quanto inappaganti; sono accessibili, ma non risolutivi dei propri bisogni profondi. Evasione ed illusione risultano in continua crescita, di pari passo con lâaccrescimento delle possibilitĂ individuali. Ambizioni, crisi di identitĂ , accesi contrasti complicano od impediscono i rapporti umani. Le istanze, le attese idividuali e sociali si sfaldano, si arroventano, comunque si moltiplicano nelle metropoli ipersviluppate o negli squallidi tuguri del âterzo mondoâ. Viviamo tutti, seppur in modi molto diversi, problematiche assillanti. Non casualmente, anzi con piena cognizione di causa, lâultima edizione della Biennale internazionale dâArte di Venezia (la 50.a del 2003) si intitolava Sogni e conflitti. La dittatura dello spettatore. Il suo direttore, Francesco Bonami, fra lâaltro scrive: ÂŤ... Oggi la nostra societĂ ha ancora bisogno di fantasticare e di lottare per trasformare i sogni in realtĂ . La storia è un infinito flusso di sogni generati da conflitti, come purtroppo lâinfinito flusso di conflitti è la tragica conseguenza di sogni irrealizzati ...Âť. Anche nellâarte cerchiamo risposte, messaggi sostenibili, qualche certezza rassicurante. Ma non ci possiamo attendere ogni riscontro. Dâaltra parte, un certo esaurirsi della razionalitĂ assoluta, lâincomunicabilitĂ di molte situazioni, vari interrogativi esistenziali ancor senza risposte esaurienti ci possono accostare a qualche religione oppure ci inducono a prestare attenzione a contenuti che scavano nellâinterioritĂ , che prospettano scenari di un diverso pensiero meditativo. Non è solo questione di talune mode superficiali (new
age, orientalismo), cosĂŹ come di estroversi atteggiamenti controcorrente. In qualche misura riaffiorano archetipi profondi ed inquietanti che toccano ciascuno di noi, al di lĂ delle nostre intenzioni consapevoli. Ad ogni modo, tra le vie (individuali e collettive) che prospettano qualche riscatto intellettivo, unâinquietudine positiva od un sensibile risollevarsi del pensiero, possiamo inoltrarci nei percorsi emblematici da sempre manifestati dallâarte. Qui il mito è presente, in evidenza o sullo sfondo, per lo meno quale archetipo della creativitĂ intellettuale. Se oggi ci soffermiamo a riflettere, se riusciamo a scansare â almeno per un poâ â varie ingerenze fuorvianti e se proviamo a distoglierci in parte dalla pressante quotidianitĂ , unâanalisi introspettiva può ricondurci a taluni filoni esistenziali che risalgono nel tempo. CosĂŹ la ricerca di un certo âdialogoâ con il mondo naturale e con le recondite tracce del nostro vissuto è un cammino da riprendere ogniqualvolta ci sentiamo smarriti o troppo condizionati. Sempre vorremmo crescere, ritrovare del tutto noi stessi, pervenire a qualche livello di felicitĂ . Ma gli ostacoli, le delusioni, le sofferenze sono frequenti, tanto da apparire quasi soverchianti. Ciononostante non dovremmo rinunciare. Pure le modalitĂ espressive (in continua evoluzione tecnologica) talvolta provano a ârallentare il passoâ della vita troppo frenetica, a districarsi fra varianti e contrasti, a non accontentarsi di facili effetti o di accomodamenti alle prevalenze del momento. Certamente non è facile. Il linguaggio dellâarte non è quello del banale consumo dâimmagini stereotipate. Tuttavia uno sforzo ulteriore, quasi controcorrente, potrebbe riservare proficue risultanze. Alba, aprile 2004
ORFEOedEURIDICE:unRACCONTOantichissimoPERLâARTEcontemporanea Silvia Bottaro Ancora una volta il suggestivo Castello di Garlenda ospita una rassegna di personalitĂ che con il loro fare arte cercano di sondare, quali aedi contemporanei, il mito di Orfeo ed Euridice e di cercarvi quei nessi che servono alla preservazione dei valori del passato guardando oltre il mero dato dellâattualitĂ . La potenza evocatrice del nome, del racconto del mito appassiona anche ora: ognuno di noi è un poâ figlio delle oltre novanta generazioni che sono intercorse da un nostro antenato, fosse esso Priamo o Agamennone, Achille o Ettore, Paride o Ulisse. Quelle leggende, quelle storie fanno comunq ue parte d el no stro b agaglio dellâevoluzione culturale. Il fascino, la curiositĂ , la seduzione, lâattrattiva di quelle antiche vicende tra gli dei ed i comuni mortali sono, ancora, avvincenti e si avvicinano, molto spesso, a certe attuali situazioni psicologiche e veridiche. Orfeo è una figura enigmatica della mitologia greca, è il simbolo del musico che, attraverso il suo stupefacente e magico potere dei suoni, giunge a commuovere gli animali, le piante e finanche le pietre, nonchĂŠ è capace di indurre gli dei degli Inferi alla pietĂ . Suona la cetra e canta. Tale capacitĂ farĂ sĂŹ che riesca a riportare Euridice, sua sposa, nel mondo dei vivi ma il suo desiderio di guardarla la farĂ scomparire per sempre. Il mito vuole che Dioniso, dio dellâebbrezza, abbia aizzato contro Orfeo le Menadi (giacchè il cantore gli preferiva Apollo) che lo dilaniano, le sue membra sparse furono, poi, raccolte dalle Muse e inumate, mentre la testa nuotò fino a Lesbo (lâisola delle poetesse). Da queste poche righe, riassuntive di tale mito, emerge come il tema possa aver incontrato lâinteresse degli artisti, infatti, Orfeo e Euridice hanno originato opere di Gluck, Monteverdi e Haydn nel settore della
musica e nellâarte troviamo Tintoretto, Breughel, Rubens, Tiepolo, Feuerbach. GiĂ i romani in alcuni mosaici ripresero Orfeo nelle vesti del pastore, col berretto frigio e la cetra. Nella sinagoga di Gaza un mosaico pavimentale lo riprende nellâatto di suonare lâarpa, circondato da animali selvatici che ascoltano i suoni. La scelta, quindi, di tale tema per lâ affluenza di opere create oggi ha portato da una parte alla presenza di significativi artisti contemporanei che, da par loro, si sono cimentati con impressionabilitĂ ed emotivitĂ a cogliere lâessenza del mito in questione (Carlè, LâAcqua, Lorenzini, Vegas, Barreda, Massenet, Lusso, Dolzan, Kriester), dallâaltra alla considerazione dei lavori presentati da un nutrito gruppo di artefici dellâarte visiva (dalla ceramica alla video art), ed alla riflessione conseguente che ha indotto allâesposizione dei loro elaborati creativi. Lo spazio tiranno non lascia, quindi, molto campo alle eccessive parole che, tra lâaltro, non sono mai facili per illustrare una mostra collettiva dove tante personalitĂ dissimili, con storie differenti, hanno messo in luce, mi pare di poter dire, una apertura intellettuale e creativa verso il tema proposto, risolto con interesse e partecipazione emotiva. Nel complesso la proposta artistico e culturale tocca molti aspetti del tema ed è risolta con approcci diversificati nelle tecniche realizzative ed in quelle compositive, offrendo unâoccasione di riflessione degna di attenzione. Lâarduo compito di sintetizzare le varie presenze prevede appianamenti non facili, come quello di non cadere nella banalitĂ e convenzionalitĂ delle espressioni. Da Carlos Carlè a Sandro Lorenzini a Rainer Kriester la forza, lâintensitĂ e la âsanitĂ â della materia usata per ideare le loro sculture, diventa poesia della forma e della super-
ficie, stile e correttezza e âmonumentalitĂ â del linguaggio e dellâespressivitĂ efficace col quale affrontare in modo costantemente singolare il tema. Altri materiali, dal legno alle fibre tissulari, sono lâalfabeto originale con cui Veronique Massenet (scultrice) e Laura Vegas (artista tessile) compongono le pagine, le carte del loro racconto ricco, prezioso e fecondo, anche, di echi e di sensazioni etniche. La geometria, la ricerca delle forme primarie, lo studio degli opposti, gli orditi comuni e le letture metriche legate alle culture regalano emozioni coloristiche, scansioni temporali che cercano la meridiana dello scorrere dei patrimoni di conoscenze ed una tavolozza sempre riconducibile alla singolaritĂ dellâartista, il riferimento e lâattinenza corre a Enzo Lâacqua, Albert Barreda, Giacomo Lusso e Paolo Dolzan. La musica e la cetra hanno colpito diversi protagonisti di questa mostra che hanno raffigurato nelle loro opere, non sempre, la mera figurazione dellâelemento musicale ma, piĂš spesso, hanno affidato la loro creativitĂ a seguire la âmelodiaâ intima di Orfeo che mentre suona educa e non corrompe, ammansisce e calma gli animali, quindi è il âsuonoâ il fonema, il segnale che appassiona per lâeleganza e per la capacitĂ evocativa, cosĂŹ in Didi Armellin, Gianni Ravera, Pietrina Cau (interessante lâuso di materiali poveri con la tecnica raku), Giovanna Usai. Alcuni di questi artisti hanno creato una vera e propria scala cromatica o forse una scala musicale, anche sonora, se si scontrano gli elementi liberi nellâaria e realizzati in una sorta di cascata come nel caso di Marjorie Gaggino che nella sua installazione ha usato il legno, il ferro e la ceramica. Di Orfeo musico si occupa, pure, Biagio Longo che segue il modulo vocale emesso da Orfeo e lo modella con plastica eleganza
nel legno gentile della betulla, nascente da un sasso primordiale di arenaria. La composizione antica del mito riflette una forza âplasticaâ intima che è colta in forme e simbologie dissomiglianti da alcune opere di Flavio Forlani (viene sottolineata la poesia del mito) e di Davide Reverberi (opera con una particolare vena silente). Dalla classica pittura su tela con uno studio della figura (Euridice), resa con un segno deciso ed originale, Bernardo Asplanato ci presenta la sua pagina del racconto sempre attuale di tale tema. CosĂŹ Rudy Mascheretti con il suo âsolidoâ, concreto e profondo disegno di una Euridice moderna e Franco Grassi nellâambientazione classicheggiante del mito, lo narra con una tenuitĂ elegante, garbata ed intelligente nel segno preciso e fluido. Tra la ricerca dellâintima essenza ed entitĂ del mito, colto tra sogno e meraviglia, e la sua visionarietĂ e lâimpeto e la prestanza della narrazione, tra fantasia e leggenda, si possono âleggereâ le opere di Mauro Venturino e di Elvira Leiten. La matrice evocativa e, se si vuole, provocatoria del mitologico tema vede Enzo Caso raffigurare la forza insita del mito in un lavoro piĂš tradizionale e spaziare, poi, tra musica, suoni ed immagini virtuali (con legami ai manichini leonardeschi) in un âcaleomburâ di grande impatto emotivo e visuale, reso con lâuso delle moderne tecnologie. Il chiamare alla mente porta la Co Dorgelo a realizzare una sorta di altare da viaggio con un trittico, allâinterno, ricco di una grafica fantastica con richiami a culture lontane, dove la capacitĂ tecnica sostiene la personale vena creativa. La simbologia mitologica muove Donata Mora che, con la vivace pigmentazione e lâ elemento distintivo, riesce a far emergere la âtestimonianzaâ del mito. Reminiscenze, abbandono, impressioni e sensazioni si segnalano e si delineano, da par suo, dal lavoro singolare di Graziella Morchio, cosĂŹ come in Lutz Holtst il suo approfondimento sulla figu-
ra passa dal classico fraseggio allâavveniristico rimando. Cinzia Vola crea su carte âsegreteâ, scritte con una grafia chiara, il racconto contemporaneo del mito: guarda dentro la figura che appartiene ad etnie diverse dalla nostra, ne coglie la psicologia del profondo scavando dentro di sĂŠ. Caroline Keyn, con lâastrazione delle forme e delle convenzioni, si avvicina alla simbologia, alla metafora moderna del tema, cosĂŹ Caterina Massa crea un legame tra quella narrazione arcaica e la materia, con una tavolozza singolare ed una capacitĂ compositiva interessante. Margherita Piumatti continua, con la tecnica raku, a sfidare il tempo e la capacitĂ evocativa della terra per trovare una sintesi efficace della âveritĂ â di quella storia. Chiara Parodi osserva il mito rovesciandolo e la sua âscalaâ cromatica e del tempo la conduce, ci guida, alla riflessione. La concisione e la sinteticitĂ stilistica portano Carlo Cormagi ad ideare unâopera particolarmente comunicativa. Franca Briatore compie un lavoro efficace, opportuno ed adeguato di ricerca del legame tra gli opposti e Maurizio Morandi ci conduce alla fase ludica di ognuno di noi, inventando un gioco dellâoca di Orfeo dove la pubblicitĂ , certi rimandi a quadri illustri sul tema, e cosĂŹ via, ci aiutano ad indagare il mito nella nostra piĂš vera contemporaneitĂ della quotidianitĂ . Carmen Spigno immagina e concepisce una âsintesiâ del mito con un âquadritticoâ dove i colori, i segni che seguono le impronte del tempo sul legno (materiale da lei usato) danno vita ad un a sorta di secolare riassunto del racconto remoto, scandito dallâuso delle terre dell'ambiente: la sfida dellâuomo con la natura, il suo amore per la sposa. Per concludere si può riflettere sui tanti modi dâindagine messi in campo dai vari realizzatori delle opere presentate in questa rassegna, originale nellâaver individuato un tema solo, apparentemente, desueto. La fortuna di tale mito è, infatti, la cifra del risultato della mostra stessa dove sia dagli artisti piĂš acclarati sia dallâimpegno e dalla sensibilitĂ degli altri, tutti inclusi, si avverte la partecipazione intellettuale, realistica, sperimentale che ha âlegatoâ, in un certo senso, personalitĂ diverse alla concretezza âdel fareâ, dellâinventare una loro personale âpaginaâ del
novello racconto di Orfeo ed Euridice. Tutto ciò per donare, ancora, una volta emozioni, sguardi irriverenti, fraseggi poetici, giochi di luci e di colori ben affiancati, impiego di materiali inusuali, raffigurazioni classiche o piĂš libere in unâ azione di rimandi piĂš o meno colti ma riconducibili, senza dubbio, alle arti visive in senso lato. Dal Castello di Garlenda, quindi, un invito a guardare dentro le cose, le culture, i gesti quotidiani, le canzoni, le leggende, per trovare quella forza, quella sensibilitĂ che i bambini e gli artisti hanno in abbondanza e che solo loro sono capaci di donarci a piene mani con pennelli, colori, tele, carte e ⌠passione per la veritĂ . Savona, maggio 2004
titoSCHIPAjr Il mito di Orfeo nellâinterpretazione di Tito Schipa jr: âOrfeo 9â Compositore, produttore, attore, interprete; praticamente un cantastorie. Figlio del grande tenore Tito Schipa, nasce a Lisbona, trascorre l'infanzia tra Hollywood e Parigi per trasferirsi poi in provincia di Alessandria e quindi a Roma. Nel 1966 è assistente alla regia di Lina Wertmuller e l'anno dopo cuce insieme 18 canzoni di Dylan e debutta in proprio con Then An Alley, primo esperimento mondiale di pop opera. Nel 1970 pubblica il primo singolo, âSon passati i giorniâ, e mette in scena âOrfeo 9â, spettacolo teatrale che diventerĂ disco (1972) e film televisivo (1973). Nel 1972 pubblica anche il suo primo album âIo ed io soloâ, che trova un forte riscontro fra il pubblico giovanile e alla âGondola d'Oroâ di Venezia gli vale l'ostracismo RAI per la politicizzazione del testo. Da questo momento gli verrĂ attribuito un ruolo di outsider nel cantautorato nazionale. Produce musiche per i drammi di Dacia Maraini (âLa vita è giocoâ, âViva l'Italiaâ) e Mario Moretti (âCagliostroâ, âConversazione in Siciliaâ) e per il film di Sergio Rossi âPolicemanâ. Nel 1978 pubblica âEr Dompasqualeâ, versione rock del Don Pasquale di Donizetti che, porterĂ in seguito sui palcoscenici italiani e su quelli di Broadway. Nel 1982 vince il Premio Speciale della Critica per Werther, disco di una famosa performance paterna da lui rintracciata dopo anni di ricerche. Nel 1987 pubblica âDylaniatoâ, album con otto canzoni di Bob Dylan tradotte in italiano e romanesco, successivamente traduce in italiano le poesie inedite di Jim Morrison e tutta l'opera di Dylan. E' stata da poco ristampata in cd dalla Warner Fonit âOrfeo 9â, opera rock composta alla fine egli anni '60 da Tito Schipa Jr, figlio di uno dei piĂš grandi tenori del '900. âOrfeo 9â prende le mosse dal mito di Orfeo, trasportando la vicenda di questo amore infelice in un contesto tipico del periodo in cui il lavoro è stato concepito e realizzato. Orfeo è un ragazzo che vive in una comune di impronta hippy, ai margini di una grande cittĂ , e proprio la cittĂ , con le sue alienazioni e paranoie, appare come l'inferno nel quale il protagonista perde, cerca e riperde
definitivamente Euridice. Su questo impianto di base si innestano spunti e divagazioni che toccano tutte le problematiche al centro dell'attenzione in quell'immediato âpost â68â: la vita nella comune e il viaggio in autostop come simboli di una libertĂ giovanile appena conquistata, una strana bomba A (con la A
racchiusa in un cerchio a richiamare fin troppo evidentemente il simbolo dell'anarchia) che terrorizza i âbenpensantiâ in cittĂ , le false illusioni dei paradisi artificiali, l'incomunicabilitĂ e l'alienazione della vita cittadina contrapposta alla semplicitĂ e alla comunione della vita in mezzo alla natura⌠Tutto ciò a rappresentare, oggi, il fedele specchio di un'epoca, un âdocumentoâ può dirci moltissimo su cosa fossero quegli anni cruciali e come fossero i
giovani che li vivevano. Ma âOrfeo 9â è innanzi tutto un'opera musicale, di cui non vanno, comunque, trascurati due aspetti fondamentali: quello visivo e quello musicale. L'opera è nata per il teatro, quindi ne è stata realizzata una versione cinematografica. Quest'ultima è stata trasmessa a suo tempo un paio di volte dalla Rai, nei primi anni '70, prima di finire nel dimenticatoio. Lo stesso Schipa sta oggi trattandone l'acquisizione dei diritti e questo fa sperare che, almeno in home video, il lavoro possa a breve tornare a circolare. Ciò che è a disposizione di tutti oggi è il doppio cd che da trent'anni a questa parte non ha mai smesso di vendere e che, dell'Orfeo di Schipa, raccoglie le musiche. Musiche che quasi sempre hanno il pregio di porsi fuori dai generi imperanti tra gli anni â60 e â70, a raggiungere una classicitĂ che le fa accettare ancora oggi, cosa che non si può dire di molta della produzione di quel periodo, fortemente caratterizzata da stili molto decisi e oggi molto⌠fuori moda. Schipa ha firmato spartiti e testi, realizzando da solo un lavoro enorme e comunque sempre di altissimo livello. Tra i musicisti impegnati nell'opera, alcuni giovani sconosciuti che poi avrebbero goduto di grandi carriere: Renato Zero è un allucinato âVenditore di FelicitĂ â, Edoardo Nevola veste i panni del âVivandiereâ, Loredana Bertè fa parte del Coro, il futuro DJ Ronnie Jones è un âbluesmanâ perso tra i vicoli, Bill Conti (che avrebbe poi avuto fama e soldi con âRockyâ) cura le orchestrazioni. Recuperare oggi questo lavoro vuole dire immergersi un'atmosfera desueta (al giorno d'oggi) e sicuramente affascinante, capire un po' di piĂš di un'epoca ricchissima di spunti culturali e sociali e fare la conoscenza con un'opera artistica comunque di grande valore, ingiustamente troppo trascurata.
gliARTISTI Didi ARMELLIN Bernardo ASPLANATO Albert BARREDA Franca BRIATORE Carlos CARLE' Enzo CASO Pietrina CAU Bruno CECCOBELLI Carlo CORMAGI Paolo DOLZAN Co DORGELO Flavio FURLANI Marjorie GAGGINO Agostino GAGLIO Caterina GARIBBO Mara GIOVINE Franco GRASSI Lutz HOLST Caroline KEYN Enzo L'ACQUA Elvira LEITEN Biagio LONGO Sandro LORENZINI Giacomo LUSSO Rudy MASCHERETTI Caterina MASSA VĂŠronique MASSENET Donata MORA Maurizio MORANDI Graziella MORCHIO Chiara PARODI Margherita PIUMATTI Gianni RAVERA Davide REVERBERI Tito jr. SCHIPA Serenella SOSSI Carmen SPIGNO Marco TIMOSSI Giovanna USAI Laura VEGAS Mauro VENTURINO Cinzia VOLA
La lira spezzata 2004 - olio su tavola trattata a stucco cm. 100 x 70
Coro - E i venti i venti i venti giÄ tessevano il misterioso evento...
didiARMELLIN
Euridice olio su tela cm. 60 x 100
E di stelle di stelle di stelle lungo respiro dipanava il cielo...
bernardoASPLANATO
Dualismo 2004 - olio su tela cm. 100 x 100
Orfeo che vaghi con grande sete PerchÄĹ la vita Ĩ solo un cercare...
albertBARREDA
Amore infranto 2004 - terra refrattaria in gobbio e cera cm. 40 x 40
e la tua lampada tremula alzi vane speranze a illuminare...
francaBRIATORE
Colonna ceramica grÄĹ s cm. 96 x 19 x 17
come bellissimo uccello melodie divine tu canti
carlosCARLEâ
Il rapimento dell’Io 2004 - acrilico su masonite cm. 120 x 90
per sovrastare l'urlo orgiastico delle baccanti per cancellare l'atroce tuo destino di morte...
enzoCASO
Armonia 2004 - ceramica Raku cm. 46 x 30
Canta solo per lei che Ĩ il tuo regno di stelle per lei che Ĩ la culla del tuo mattino...
pietrinaCAU
Solo per coppia tecnica mista e collage su legno e tessuti cm. 200 x 200
Il tuo amore ha messo l'anello alla mano del suo futuro
brunoCECCOBELLI
Trittico 2004 - tecnica mista cm. 80 x 50 x 100
in ogni gemma brilla in ogni carezza di vento.
carloCORMAGI
Cerbero 2004 - tempera, acrilico, grafite su carta cm. 100 x 70
Ma la luce della tua Euridice in cupa notte giÄ si perde...
paoloDOLZAN
Orfeo ed Euridice 2004 - grafico/acquerello su cartone e legno cm. 100 x 50
Pi첍 non serve la lira accordare pi첍 non serve l'amore cantare.
coDORGELO
Ei tendeva le mani... 2004 - gesso alabastrino cm. 68 x 84
Ha compiuto la ruota il suo corso dall'inizio alla fine...
flavioFURLANI
Campanelli Amore - Perduto Amore 2004 - perle di vetro argentate, di porcellana e di ceramica Ę cm. 50 - lungh. cm. 50
Ora sai che stai sulla soglia di un immenso mistero di assoluto silenzio.
marjorieGAGGINO
Allegoria simbolica del mito di Orfeo 2004 - disegno a sanguigna e biacca cm. 90 x 130
Tu che sai che libertÄ Ä¨ scegliere libero sei soltanto di non esserlo...
francoGRASSI
Non voltarti Orfeo! 2004 - fotografia su vinile cm. 100 x 140
Cerca all'ombra dell'albero antico rifugio al tuo stanco dolore...
lutz-ingoHOLST
Dove sei Euridice? 2004 - olio su tela cm. 150 x 160
Brucia la piaga della sua assenza spegni il fuoco dell'inesorabile fato...
carolineKEYN
Strutture asimmetriche olio su tela cm. 70 x 180
contempla in solitudine lieve di Euridice la dolce memoria...
enzoLâACQUA
Northern Light Tempera su tela cm. 60 x 80
Ahi , Furore giÄ sta destando l'angelo ribelle del tuo cuore
elviraLEITEN
Canto di Orfeo 2004 - sasso, arenaria e betulla curvata base cm. 50 x 50 - altezza cm. 120
violare vuole il nero Averno e tra schianti di fulmini e stelle raggiungere il buio inferno.
biagioLONGO
Uomo che guarda in su 2003 - grĨs, ossidi, smalti e oro cm. 102 x 56 x 28
Gelide piume cadono dal cielo intingile nel fiume del tuo pianto
sandroLORENZINI
Music Blue Night tecnica mista su tela cm. 50 x 200
per navigare dentro lo Stige sino alla prigione di Euridice.
giacomoLUSSO
Euridice 2004 - carboncino e biacca su carta cm. 100 x 150
Il dio tenebroso del cielo e degli inferi cansenta all'uomo del dolore di cogliere ancora il suo fiore...
rudyMASCHERETTI
57
Rossonero 2004 - ceramica Raku Ę cm. 50
Euridice che da troppo dorme avvolta in bende di solitudine
caterinaMASSA
Accord intime 2004 - tronco di castagno Ę cm. 42 - alt. cm. 150
desti la lunga litania dei nostalgici ricordi ...
vĂŠroniqueMASSENET
Orfeo ed Euridice 2004 - carta, acrilico, ecoline e sassi su legno cm. 60 x 150
Prima che asciughino di Orfeo i baci presto si chini e avida beva l'acqua d'argento della vita.
donataMORA
Il gioco di Orfeo ed Euridice (particolare) 2004 - tecnica mista cm. 120 x 80
VolerÄ allora con le ali dei capelli via dal fondo buio dove sta...
maurizioMORANDI
Ascesa 2004 - tecnica mista su tela cm. 30 x 60
via dal grande erto conturbante Nulla che splende.
graziellaMORCHIO
La scala 2004 - olio su tela cm. 40 x 100
Coro - E' la Sfida la Sfida la Sfida dell'Amore dell'Amore dell'Amore alla Morte alla Morte alla Morte...
chiaraPARODI
Amore e morte 2004 - ceramica Raku cm. 65 x 65
VincerÄ il grande fascinatore l'incantatore di selve di fiumi di belve?
margheritaPIUMATTI
Il leggiadro ballo delle ninfe 2004 - malte sabbiose e aerografate su tela cm. 60 x 45
Questo Ĩ lo Stige amico mio presto sentirai nei megafoni la voce di basso di "Caron dimonio"..
gianniRAVERA
Orfeo ed Euridice 2004 - peltro su marmo cm. 20 x 15 x 35
E un'invisibile mano di ninfa ti spingerÄ sopra il pontile...
davideREVERBERI
O.E. 2004 - olio su tela cm. 160 x 150
Ma tu Orfeo eroe di confine violerai le radici della notte cresciute giÄ nel cuore di Euridice
serenellaSOSSI
Dalle tenebre alla luce (particolare) 2004 - quadrittico di terre e resine naturali su legno cm. 150 x 150
le bagnerai con lacrime d'amore e lei vivrÄ . L'ha promesso un dio.
carmenSPIGNO
Il sogno di Orfeo 2004 - patchwork di tessuti di seta cuciti e trapuntati a macchina cm. 125 x 70
Dietro lui il soffio del vento dietro lui la dolce eco di lei che alla vita risale...
giovannaUSAI
Senza titolo arazzo in lino (blue), seta (verde) e sisal (arancione) cm. 110 x 90
Si gira Orfeo e l'ombra di lei stringe dentro uno sguardo lungo d'amore...
lauraVEGAS
Unicoverso 2004 - olio su tela cm. 100 x 80
Ma non ha pi첍 passi ora Euridice non ha cammino...
mauroVENTURINO
Orfeo di se stessa inchiostro nero di penna e acrilico bianco su carta cm. 30 x 42
Dentro tenebre senza pi첍 albe smarrisce il suo destino.
cinziaVOLA
itestiPOETICI
caterinaGARIBBO - agostinoGAGLIO Orfeo e Euridice 2004
Ho incontrato i tuoi passi in Tessaglia, il tuo sguardo velato è stato ravvivato dalle pulsazioni del nostro amore. Io sono il poeta Orfeo, carne di Febo e della splendente, gentile Calliope. Sono Orfeo e la mia vibrante mano si è intrecciata saldamente alla tua, mia amata e adorata sposa. Euridice mia, il tuo nome bellissimo sorvola invincibile i miseri uomini.
incantandoli e vincendoli. Procedo a passi ampi e sicuri, col cuore colmo di speranza, e mi imbatto negli occhi funerei del cane Cerbero dal pelo scuro, lo domo con una canzone. Poi mi imbatto nelle bestemmie del cupo traghettatore Caronte che appena da distante mi scorge mi inveisce alacremente contro. Ammansisco il rosso cocchiere con un poemetto su Zeus.
Ieri ho saputo (è impossibile!), l'ineluttabile e grigia verità . Il mio cuore è come un usignolo che ha perso definitivamente la rotta per la calda migrazione. Euridice mia, sei appena spirata per il morso impietoso e spietato di una meschina vipera. Eri inseguita dal biondo Aristeo anch'egli follemente invaghito di te e impazzito voleva usarti violenza. Tu fuggivi rapida verso me e hai pestato la coda del vile rettile. E ora sei morta, un fiore reciso dal suo stelo molle ed esile. Amore mio, come io, infelice, potrò respirare e vivere ora?
Infine giungo nella sala reale del sovrano Ade e di Persefone, sua splendida sposa; rapisco i loro freddi cuori con il dono divino della poesia. CosÏ richiedo l'auspicato rilascio della mia sposa Euridice. Ade (magnanimo!) piangendo acconsente a ridarmi l'amore, lei mi seguirà docile, a patto che io non mi volti indietro per guardarla finche non scorgerò la chiara luce di questo giorno. A un cenno della mano del re i truci guardiani infernali scortano la mia amata perduta nell'ampia sala del trono, e il mio cuore ansioso palpita quando rivedo l'amata figura!!
Con la mia leggiadra lira celeste, dono gradito di Apollo padre, scendo infine nell'averno triste per riavere la mia sposa adorata! Entro nella grotta scura e dolente e torme di diavoli fiammeggianti mi circondano carichi di furore. Metto mano al mio strumento di grande dolcezza e musica e al mio canto di sublime poeta
Saluto con una poesia d'amore i sovrani di quel regno infelice e poi intono loro un canto di sentito ringraziamento Ci incamminiamo finalmente per ritornare alla nostra vita. Lungo è il cammino nell'oscurità ma è smisuratamente lieto!
Appena scorgo il lento filtrare degli agognati bagliori dorati mi volto rapido e felice! Appena in tempo per vedere scomparire l'ombra di colei che era Euridice. Mi sono girato troppo presto! Ho perduto tutta la mia vita e mi si conficca tra le costole lo strale o giavellotto dello scherno degli dei crudeli.
maraGIOVINE L’impossibile sfida 2004
Ho incontrato i tuoi passi in Tessaglia, il tuo sguardo velato è stato ravvivato dalle pulsazioni del nostro amore. Io sono il poeta Orfeo, carne di Febo e della splendente, gentile Calliope. Sono Orfeo e la mia vibrante mano si è intrecciata saldamente alla tua, mia amata e adorata sposa. Euridice mia, il tuo nome bellissimo sorvola invincibile i miseri uomini.
incantandoli e vincendoli. Procedo a passi ampi e sicuri, col cuore colmo di speranza, e mi imbatto negli occhi funerei del cane Cerbero dal pelo scuro, lo domo con una canzone. Poi mi imbatto nelle bestemmie del cupo traghettatore Caronte che appena da distante mi scorge mi inveisce alacremente contro. Ammansisco il rosso cocchiere con un poemetto su Zeus.
Ieri ho saputo (è impossibile!), l'ineluttabile e grigia verità . Il mio cuore è come un usignolo che ha perso definitivamente la rotta per la calda migrazione. Euridice mia, sei appena spirata per il morso impietoso e spietato di una meschina vipera. Eri inseguita dal biondo Aristeo anch'egli follemente invaghito di te e impazzito voleva usarti violenza. Tu fuggivi rapida verso me e hai pestato la coda del vile rettile. E ora sei morta, un fiore reciso dal suo stelo molle ed esile. Amore mio, come io, infelice, potrò respirare e vivere ora?
Infine giungo nella sala reale del sovrano Ade e di Persefone, sua splendida sposa; rapisco i loro freddi cuori con il dono divino della poesia. CosÏ richiedo l'auspicato rilascio della mia sposa Euridice. Ade (magnanimo!) piangendo acconsente a ridarmi l'amore, lei mi seguirà docile, a patto che io non mi volti indietro per guardarla finche non scorgerò la chiara luce di questo giorno. A un cenno della mano del re i truci guardiani infernali scortano la mia amata perduta nell'ampia sala del trono, e il mio cuore ansioso palpita quando rivedo l'amata figura!!
Con la mia leggiadra lira celeste, dono gradito di Apollo padre, scendo infine nell'averno triste per riavere la mia sposa adorata! Entro nella grotta scura e dolente e torme di diavoli fiammeggianti mi circondano carichi di furore. Metto mano al mio strumento di grande dolcezza e musica e al mio canto di sublime poeta
Saluto con una poesia d'amore i sovrani di quel regno infelice e poi intono loro un canto di sentito ringraziamento Ci incamminiamo finalmente per ritornare alla nostra vita. Lungo è il cammino nell'oscurità ma è smisuratamente lieto!
Appena scorgo il lento filtrare degli agognati bagliori dorati mi volto rapido e felice! Appena in tempo per vedere scomparire l'ombra di colei che era Euridice. Mi sono girato troppo presto! Ho perduto tutta la mia vita e mi si conficca tra le costole lo strale o giavellotto dello scherno degli dei crudeli.
marcoTIMOSSI Orfeo 2004 - componimento poetico
Ho incontrato i tuoi passi in Tessaglia, il tuo sguardo velato è stato ravvivato dalle pulsazioni del nostro amore. Io sono il poeta Orfeo, carne di Febo e della splendente, gentile Calliope. Sono Orfeo e la mia vibrante mano si è intrecciata saldamente alla tua, mia amata e adorata sposa. Euridice mia, il tuo nome bellissimo sorvola invincibile i miseri uomini.
incantandoli e vincendoli. Procedo a passi ampi e sicuri, col cuore colmo di speranza, e mi imbatto negli occhi funerei del cane Cerbero dal pelo scuro, lo domo con una canzone. Poi mi imbatto nelle bestemmie del cupo traghettatore Caronte che appena da distante mi scorge mi inveisce alacremente contro. Ammansisco il rosso cocchiere con un poemetto su Zeus.
Ieri ho saputo (è impossibile!), l'ineluttabile e grigia verità . Il mio cuore è come un usignolo che ha perso definitivamente la rotta per la calda migrazione. Euridice mia, sei appena spirata per il morso impietoso e spietato di una meschina vipera. Eri inseguita dal biondo Aristeo anch'egli follemente invaghito di te e impazzito voleva usarti violenza. Tu fuggivi rapida verso me e hai pestato la coda del vile rettile. E ora sei morta, un fiore reciso dal suo stelo molle ed esile. Amore mio, come io, infelice, potrò respirare e vivere ora?
Infine giungo nella sala reale del sovrano Ade e di Persefone, sua splendida sposa; rapisco i loro freddi cuori con il dono divino della poesia. CosÏ richiedo l'auspicato rilascio della mia sposa Euridice. Ade (magnanimo!) piangendo acconsente a ridarmi l'amore, lei mi seguirà docile, a patto che io non mi volti indietro per guardarla finche non scorgerò la chiara luce di questo giorno. A un cenno della mano del re i truci guardiani infernali scortano la mia amata perduta nell'ampia sala del trono, e il mio cuore ansioso palpita quando rivedo l'amata figura!!
Con la mia leggiadra lira celeste, dono gradito di Apollo padre, scendo infine nell'averno triste per riavere la mia sposa adorata! Entro nella grotta scura e dolente e torme di diavoli fiammeggianti mi circondano carichi di furore. Metto mano al mio strumento di grande dolcezza e musica e al mio canto di sublime poeta
Saluto con una poesia d'amore i sovrani di quel regno infelice e poi intono loro un canto di sentito ringraziamento Ci incamminiamo finalmente per ritornare alla nostra vita. Lungo è il cammino nell'oscurità ma è smisuratamente lieto!
Appena scorgo il lento filtrare degli agognati bagliori dorati mi volto rapido e felice! Appena in tempo per vedere scomparire l'ombra di colei che era Euridice. Mi sono girato troppo presto! Ho perduto tutta la mia vita e mi si conficca tra le costole lo strale o giavellotto dello scherno degli dei crudeli.
noteARTISTI didiARMELLIN Nata a Brescia, vive ora a Garlenda (SV), in via Praglione. Ă stata allieva di alcuni maestri acquisendo le principali tecniche pittoriche. Ha frequentato corsi di ceramica e scultura. Ha partecipato a varie mostre collettive e a concorsi nazionali conseguendo premi e riconoscimenti. Predilige la tecnica ad olio, anche a spatola. I suoi lavori sono conquista di spazio, di linee e piani che si svolgono allâinfinito. Lâutilizzo del colore è per lei il veicolo fondamentale per comunicare i propri sentimenti.
bernardoASPLANATO Bernardo Asplanato è nato a Porto Maurizio (IM) nel 1922. Abita e lavora a Imperia in via F. Roncati Carli, 3. Ha frequentato dal 1937 al 1941 il Liceo Artistico di Torino, ove ha conseguito il Diploma di MaturitĂ Artistica. Ă stato allievo successivamente del Corso di âComposizione Pittoricaâ tenuto da Felice Casorati presso lâAccademia Albertina di Torino. Ă stato titolare della Cattedra di Disegno e Pittura negli Istituti Superiori e presso lâAccademia delle Belle Arti di San Remo. Nel novembre 1994 ha presentato la sua Mostra antologica nel Comune di Imperia con introduzione di Germano Beringheli. Dal 1995 le sue acqueforti fanno parte della Civica Raccolta di Stampe âAchille Bertarelliâ al Castello Sforzesco di Milano. Nel 1997 ha ottenuto il premio âAnthiaâ per le arti figurative e nel 2000 il âPremio Parasioâ ad Imperia.
albertBARREDA Nato a Barcellona nel 1945, risiede a Savona dal 1986, in via Pisa, 1, dove ha lo studio. La sua attivitĂ espositiva comincia nel 1977 alla Galleria âLa Trallaâ di VicBarcellona. A partire da allora ha partecipato a numerose esposizioni collettive e personali, contemporaneamente alla pratica della pedagogia dell'Educazione all'Immagine. Collabora con il centro del Teatro Testoni di Bologna. Ă impegnato anche sul versante artistico-teatrale come nella sua partecipazione all'âOrfeoâ, nell'ambito di âBologna 2000â, cittĂ europea della cultura. Nel 2002 le sue installazioni hanno vinto il primo premio al Concorso di Pittura Contemporanea âCittĂ di MondovĂŹâ.
francaBRIATORE Nata a Ceva (CN) il 7 agosto 1959, abita ad Albissola Marina (SV) in via Colletta, 61/8. Ha seguito un corso di ceramica presso lâapposita scuola di Albisola Superiore. In seguito, corsi di disegno e decorazione presso lo studio del maestro Salem. Ha iniziato la lavorazione dellâargilla, dedicandosi alla scultura ed approdando a corsi di modellato presso lo Studio Officine Artistiche.
carlosCARLĂ Ă nato a Oncativo, in Argentina, nel 1928. Vive ad Albisola Superiore (SV) ed ha lo studio a Savona, in via Famagosta. Verso la fine degli anni â40 intraprende, a Buenos 96
Aires, lo studio sistematico della ceramica, del disegno e della scultura ed aderisce ad âArtesanosâ, primo gruppo di avanguardia in Argentina per la ceramica d'arte. Nel 1959 è tra i fondatori del âCentro de Arte Ceramicaâ. Si cimenta inoltre nellâuso del bronzo, del ferro e della pietra. Opera in Brasile, Olanda, Danimarca, Germania, Francia, Italia, dove si stabilisce nel 1963 e decide di dedicarsi esclusivamente alla scultura in grĂŠs. Nel 1973 si trasferisce definitivamente ad Albisola. Le sue opere si trovano in numerosi musei, tra i quali lâHetiens Museum di DĂźsseldorf, il MusĂŠe des Arts Decoratifs dĂŹ Parigi, il Museo SĂŹvori di Buenos Aires, il Museo delle Ceramiche di Faenza, il Museo di Arte Contemporanea di Shigaraki, in Giappone, dove nel 1998 ha realizzato una scultura monumentale dietro invito dello stesso Museo.
enzoCASO Ă nato a Salerno nel 1969 e vive ad Arma di Taggia (IM), in via Castelletti, 9. Si è diplomato al liceo artistico, conseguendo la specializzazione in tecnico del restauro e conservazione. La sua personalitĂ artistica si rispecchia nella preparazione culturale, legata anche allo studio della musica ed alla conoscenza delle tecnologie informatiche. La produzione pittorica rivela la poliedrica personalitĂ dellâartista ed offre una panoramica completa delle sue tematiche, forti nei concetti e delicate nei contenuti, che rappresentano una pittura di âstati dâanimoâ.
pietrinaCAU Nata ad Olbia nel 1946, risiede ad Alassio in via Neghelli, 100. Sin da giovanissima si dedica allâarte da autodidatta ed approfondisce la sua tecnica seguendo vari corsi di disegno, ceramica e scultura. La tecnica Raku, che apprende nel 2002, le permette di sperimentare lâuso del colore in modo inusuale, ottenendo risultati che la soddisfano e le consentono di esprimere al meglio originalitĂ e fantasia. Ha partecipato a varie collettive in Francia e in Italia.
brunoCECCOBELLI Nasce nel 1952 a Todi, dove vive e lavora. Compie gli studi a Roma frequentando lâAccademia di Belle Arti con Scialoja. Nel 1976 tiene la prima mostra personale alla Galleria Spazio Alternativo, dove presenta lavori ispirati alla ricerca Concettuale (Body Art). Nel 1977 espone due volte presso La Stanza di Roma, uno spazio autogestito dagli artisti, importante perchĂŠ molti artisti che diverranno poi operanti negli anni â80 vi hanno presentato le loro prime opere. La sua ricerca, inizialmente di tipo concettuale, giunge ad unâastrazione pittorica che, attraverso il recupero del "ready â made" e una manipolazione dei mezzi tradizionali dellâarte, approda ad un vero simbolismo spirituale. Ha esposto in Europa e in America e piĂš volte alla Biennale di Venezia.
carloCORMAGI Nato a Voltri nel 1914, si è laureato in storia e filosofia presso lâuniversitĂ di Genova, ed ha lavorato per anni nelle scuole superiori, come insegnante e come preside. Ă uomo di teatro, narratore e poeta oltre che pittore e ceramista. Vasta è la sua produzione in campo teatrale, accompagnata da unâaltrettanto ricca produzione visiva. 97
Numerosi i premi di poesia a lui attribuiti, cosĂŹ come le rassegne di arte figurativa a cui ha partecipato. Durante la sua vita ha lavorato con i piĂš illustri nomi della cultura italiana. Vive tuttora a Genova, in via Strozzi, 4/6, dove continua a dedicarsi con grande vitalitĂ a letteratura, scultura e pittura.
paoloDOLZAN Nasce a Mezzolombardo nel maggio del 1974. Vive e lavora a Povo (TN), in via Dallafior, 30. Compie gli studi a Trento presso lâIstituto Statale dâArte e successivamente frequenta lâAccademia di Belle Arti di Venezia dove si diploma nel 1998, allievo di Carlo Di Raco. Nel 1993 inizia la sua attivitĂ espositiva in Italia ed allâestero. Nel 1997 soggiorna in territorio austriaco: a Salisburgo (ospite della KunstlerHaus), a Villach (Orange Symposium) e a Kras (Bildhauer Symposium Krastal). Sue opere compaiono in numerose pubblicazioni e si trovano in svariate collezioni private. Nel marzo 2004 inaugura con una mostra personale, la galleria âSpazio27â, con sede a Trento, di cui è uno dei fondatori. Attualmente è insegnante di Disegno e Storia dellâArte.
coDORGELO Nata ad Eindhoven (Olanda), vive e lavora ad Andora (SV), in via Soprana, 19. Erede di una poliedrica ed atavica esperienza artistica, ha iniziato a dipingere nel 1991, per illustrare una serie di racconti scritti dal fratello. I suoi quadri sono esposti in collezioni private in Brasile, Francia, Italia ed Olanda.
flavioFURLANI Nato a Torino nel 1933, vive e lavora ad Albenga (SV), dove ha la bottega d'arte in via Mazzini, 16. Ă valente fotografo ed abile scultore in legno, marmo e materiali vari. Autodidatta, la prima parte della sua vita è stata dedicata alla fotografia, nella quale è diventato professionista, specializzandosi in riprese aeree. Circa quindici anni fa ha cominciato a dedicarsi alla scultura. Ha partecipato a numerose mostre in Italia ed allâestero. Sue opere sono esposte in collezioni private e pubbliche.
marjorieGAGGINO Nata nel 1975 nel Principato di Monaco, vive e lavora a Monaco, nel boulevard du Jardin exotique, 63 bis. Nel 1999 consegue la Laurea in Lingue Straniere Applicate. Ottiene la specializzazione Inglese-Italiano, con indirizzo âAffari e Commercioâ. Ha frequentato corsi di disegno, scultura e restauro presso lâAccademia di Belle Arti di Firenze e lo Studio Luchetti. La sua visione dell'arte, ispirata alla natura, è nello stesso tempo ludica e poetica, i materiali usati sono di recupero, nel tentativo di dare un nuovo ciclo di vita agli oggetti.
caterinaGARIBBO â agostinoGAGLIO Caterina Garibbo Siri è nata a Imperia nel 1936 ed abita a Porto Maurizio, nella casa della sua infanzia, sulla collina del Monte Calvario. Laureata in Lettere ha insegnato presso il Liceo Classico della sua cittĂ per molti anni. Sensibile ai problemi sociali si 98
è dedicata e si dedica al volontariato e nel 1980 con alcuni amici ha fondato, prima in Liguria, lâUniversitĂ della Terza EtĂ . Ă stata consigliere comunale della sua cittĂ e si è occupata di Cultura, Pubblica Istruzione e Pari OpportunitĂ . Ă appassionata di musica lirica. Agostino Gaglio è nato ad Imperia il 17 novembre 1950. Laureato in Medicina e Chirurgia, è Primario di Anatomia Patologica nellâOspedale di Asti. Ă appassionato di studi storici, musica classica e jazz. Suona per diletto il sax tenore ed ama scrivere.
maraGIOVINE Mara Giovine è nata a Canelli (AT). Vive ad Albenga (SV), in via Brescia, 21. La sua infanzia ha respirato le ore dure della guerra. Ed è stato per sfuggire a tutto quel dolore che si è tuffata da subito nella poesia. Il matrimonio l'ha portata ad Albenga, dove ha insegnato per decenni. La scuola l'ha aperta ad una interessante attivitĂ pedagogica. Ha infatti pubblicato unâottantina di testi scolastici e di parascolastica per l'infanzia con gli editori Fabbri - De Agostini - La Scuola - Le Stelle - Atlas. Attualmente ha al suo attivo alcune pubblicazioni di poesia e di narrativa. Le principali, tra le piĂš recenti: "VerrĂ la Morte e... avrĂ i miei sogni" - "Ed è soltanto Amore" - "Viaggio" - "Nel Chiostro del mio silenzio" - "Osando il sogno⌠dove scorre il Centa".
francoGRASSI Milanese, da anni trapiantato in Liguria, vive e lavora ad Albenga (SV), in via Mazzini, 27. Ha compiuto gli studi a Milano presso lâAccademia delle Belle Arti. La sua profonda conoscenza del disegno e dellâanatomia artistica lo ha portato a svolgere lavori di grafica, di incisione (acquaforte) e di illustrazione. I suoi temi ricorrenti si riferiscono alla Natura, come simbolo dellâesistenza nei suoi vari aspetti. Ă anche appassionato studioso di Tradizioni Iniziatiche, in particolare della mistica Ebraica, pertanto è facile incontrare nei suoi lavori alcuni simboli teofisici. Di lui hanno scritto diversi critici. Ha anche illustrato alcuni libri di liriche e varie copertine.
lutzHOLST Nato ad Amburgo, in Germania, nel 1953, vive a Stella (SV), in via Garbeglia, 18. Autodidatta ed affascinato dalla rappresentazione su carta del mondo reale, ha scoperto la sua passione per la fotografia negli anni â70. Dopo il trasferimento a Stella, in Italia, avvenuto nel 1993, si è dedicato alla fotografia artistica, passione che ha concretizzato durante i suoi viaggi in Italia, Francia e Canada.
carolineKEYN Nasce a Sanspareil, in Germania, nel 1946. Vive e lavora in Italia a Diano Arentino (IM), in via Vittorio Emanuele, 21. Dal 1963 al â65 studia pittura presso l'Accademia di Augusta - specializzazione tecnica della creazione - ed è studentessa del professor Heinz Butz (Monaco). Negli anni 1965/66 si dedica all'apprendimento della Scultura Manuale presso l'Accademia di Monaco. Dal 1967 al 1996 insegna educazione artistica presso diversi ginnasi in Baviera. Dal 1974 inizia la sua attivitĂ artistica con espo99
sizioni nelle città di Augusta, Stoccarda e Monaco ed è promotrice del "Circolo Belle Arti" della Città di Aichach, in Baviera. Da alcuni anni si dedica ad una tecnica artistica particolare mediante l'uso creativo della fotografia.
enzoLâACQUA Ă nato a Savona nel 1938, dove vive e lavora. A metĂ degli anni â60 inizia la sua ricerca sui materiali, dedicando una particolare attenzione alla ceramica. Oltre a svolgere il suo lavoro sulla pittura e sulla grafica, ha sviluppato ricerche su materiali come ceramica, legno, ferro e vetro. Negli anni ottanta ha insegnato scenotecnica presso la Scuola Professionale di Teatro di Savona, promossa dalla Regione Liguria, ed ha collaborato con il Teatro Totale Sperimentale 2TS Savona. Durante la sua lunga carriera ha esibito i propri lavori in moltissime esposizioni, sia in Italia che allâestero. Nel 1999 espone a Tokyo con il pittore spagnolo Juan Segua. Nel 2000 Germano Beringheli lo inserisce nella Mostra âOrdinamento sensibileâ, promossa dalla Regione Valle dâAosta.
elviraLEITEN Nata in Norvegia nel 1945, figlia d'arte, autodidatta, dipinge dal 1991. Vive a Boissano (SV), dove ha lo studio in via Cappella Nuova, 41. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Norvegia, in Italia e negli Stati Uniti. La sua pittura emana armonia e serenitĂ ed infatti è stata invitata ad insegnare Cromoterapia nella Holly Learning School di Hartford. Nella âCasa della Culturaâ di Stryn, in Norvegia, sono esposte due sue opere. Altre opere si trovano, in collezioni private, in Norvegia, Svezia, Germania, Sud Africa, Stati Uniti e Canada.
biagioLONGO Autodidatta, fa arte da sempre tenendo come riferimento la natura. La sua grande passione sono i progetti realizzabili con l'inserimento di elementi naturali. Da qualche anno svolge uno studio sui "sassi", come elemento determinante per lâevoluzione del pianeta. Accanto a questi inserisce elementi morbidi e fluidi.
sandroLORENZINI Nato a Savona nel 1957, albisolese di origine, è alla quarta generazione dei Mazzotti ceramisti. Diplomatosi nel 1975 al Liceo Artistico Arturo Martini di Savona, ha frequentato la FacoltĂ di Architettura nellâAteneo genovese. Terminati gli studi in scenografia allâAccademia di Belle Arti di Brera a Milano, opera fino al 1975 come scenografo nellâambito teatrale milanese. Dallâ1984 su invito di Peter Voulkos si reca negli Stati Uniti per tenere stages di ceramica alla Berkeley University ed alla California State University, San JosĂŠ, dove da allora mantiene unâattivitĂ artistico-didattica continuativa. Dal 1986 sperimenta lâinstallazione di grandi opere di scultura ceramica in importanti spazi architettonici (1986 âPercorsiâ Fortezza del Priamar-Savona, 1991 âLa Casa di Asterioneâ Galleria dâArte Contemporanea-Padova, 1996 âLa Casa del Reâ Reggia di Caserta, 1999 âDal Disperato al Sublimeâ Faenza, 2000 âLo Spazio Ritrovatoâ Castello di Roccavignale). Dagli anni â80 espone in Italia, negli USA, in 100
Europa (Francia, Germania) e Asia (Cina, Giappone).
giacomoLUSSO Nasce nel 1953 a Malles Venosta (BZ). Vive e lavora in Albissola Marina (SV), ove ha lo studio in via Salomoni 127/6. Nel 1966 si trasferisce in Liguria ad Albisola (SV), centro famoso per la produzione della ceramica. Pittore e ceramista, diplomato al Liceo Artistico A. Martini di Savona, la sua prima mostra personale è nel 1972 presso la âSaletta Testaâ d'Albissola, dove espone venti tele dipinte ad olio. La personale ricerca in campo artistico lo porta ad utilizzare come mezzo espressivo, sia le diverse tecniche ceramiche (molte sue opere sono realizzate con argille rosse e bianche cavate personalmente in Albisola) che la pittura su tela.
rudy MASCHERETTI L'artista, bergamasco di nascita, vive ed opera ad Alassio (SV), ove ha lo studio in via ⌠. Si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Carrara con la massima votazione di 110 e lode. E' stato allievo del maestro pistoiese Umberto Buscioni, pittore, scultore e designer. La sua pittura spazia dal figurativo al metafisico in contesti caratterizzati spesso da drammatiche luci seicentesche che danno alle sue opere una connotazione antica.
caterinaMASSA Nata a Savona nel 1946, si è formata nell'ambito degli studi umanistici conclusi con la laurea in Lettere. Vive e lavora a Savona, in via Robatto, 3/19. Inizialmente si dedica alla pittura ad olio su tavola e tela. Dal 1993, a contatto con abili artigiani e artisti, ha appreso le tecniche della lavorazione ceramica, specializzandosi nel Raku. Nel â99 dĂ vita a Cisano sul Neva ad un laboratorio di ceramica. Nelle ultime opere in ceramica spaccature, crepe e ferite della materia denotano evoluzione e grande forza esplosiva. Figura in molti cataloghi dâarte per aver partecipato a importanti Concorsi Nazionali.
vĂŠroniqueMASSENET Ă nata a Parigi nel 1945 dove compie studi classici e poi di architettura dâinterno allâEcole Camondo. Vive e lavora a Berteggi (SV), in via Aurelia, 16. La sua formazione è tutta personale, se si eccettuano corsi serali di âmodelageâ in un atelier di Montmartre e delle sedute di disegno dal vivo allâAcadĂŠmie des Beaux Arts de Paris. Nel 1967 vince il concorso âSoffitti contemporanei in basso rilievoâ, la cui realizzazione viene esposta al Grand Palais di Parigi. Trasferitasi in Italia, apre il suo primo vero atelier di scultura in legno, pietra, marmo, granito e bronzo. Evolve poi verso strutture mobili ed articolate in legno. Numerose le esposizioni in Francia, Italia e Germania.
donataMORA Nata a Cassano Magnano (VA), dopo studi ed esperienze nel campo della pedagogia e psicologia infantile, ha sviluppato e maturato un profondo interesse per la pittu101
ra. Ha studiato allâAccademia di Belle Arti di Brera sotto la guida del pittore prof. Saverio Terruso e si è diplomata col prof. Roberto Sanesi con una tesi dal titolo âDiotima e i leoniâ, ispirata dallâomonimo testo di Henry Bauchau. Attualmente vive e lavora a Busto Arsizio (VA) in via Genova, 12.
maurizioMORANDI Vive e lavora a Gallarate (VA), in via Sciesa, 23. Dopo aver maturato unâinteressante esperienza nel campo della grafica, si è dedicato alla pittura prediligendo in un primo tempo il disegno a carboncino e soprattutto lâacquerello. Attualmente si dedica quasi esclusivamente allâacrilico, per quanto riguarda la tecnica. I temi preferiti richiamano la Pop-Art, nelle sue varie forme, ed il paesaggio urbano.
graziellaMORCHIO Nata a Savona, vive e lavora in Albenga (SV), con studio in via Piave, 3/7. Autodidatta, ha frequentato i corsi di pittura ad olio e ad acquerello di Antonia Mariani e Antonio DonorĂ . Nei suoi lavori traspaiono i ricordi, i sogni, le atmosfere e le emozioni del suo vissuto. Da alcuni anni partecipa ad esposizioni artistiche in Italia e allâestero.
chiaraPARODI Nasce a Genova nel 1977. Vive ed opera ad Uscio (GE), in Salita Castello, 4. Nel 2000 ha conseguito con pieni voti il Diploma accademico presso lâAccademia delle Belle Arti di Carrara (MS), con indirizzo in scultura. Ha lavorato su commissioni private pittoriche (oli, trompe lâoeil) e scultoree (ardesia, marmo, terracotta), partecipando a concorsi di pittura ed esponendo le sue opere in varie gallerie in territorio nazionale. Ha ottenuto apprezzamenti a livello critico e recensioni della critica Giannina Scorza.
margheritaPIUMATI Vive e lavora a Savona in via in via Robatto, 3/20. Insegnante di disegno e storia dellâarte, si dedica da sempre alla ceramica, sperimentando varie tecniche. Sotto la guida del M.o Leandro Sciutto, scopre nella fornace di Pozzo Garitta lâargilla e la sua specificitĂ : âmaterializzare le idee, tradurre in forma i pensieri attraverso una gestualitĂ spontaneaâ. In seguito ad approfondite ricerche, crea monili di vetro pregiato e materiali preziosi. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Liguria, Piemonte, Toscana e Costa Azzurra.
gianniRAVERA Nasce a Savona nel 1959. Vive e lavora ad Albisola (SV), in via Marconi, 17/9. Autodidatta, ha iniziato a dipingere molto giovane ottenendo diversi riconoscimenti, tra i quali il âPremio Presidente della Repubblicaâ nel concorso indetto ed organizzato dal quotidiano âAvantiâ. Alla fine degli anni â70 ha maturato esperienze nel campo della ceramica collaborando per tre anni in un laboratorio in Albisola. Ha 102
sperimentato diverse tecniche alla ricerca di nuove espressivitĂ . Ha iniziato ad esporre nel 1986. Sue opere sono presenti in numerose collezioni private, sia in Italia che allâestero.
davideREVERBERI Ă nato a Genova nel 1956 e vive ed opera nella stessa cittĂ , in via Peschiera, 34. Ha frequentato fin dall'infanzia lo studio dello zio, il pittore scultore G. B. Semino, da cui ha appreso il gusto per l'equilibrio del colore e della forma. Dopo il Liceo Classico si è laureato in Medicina e Chirurgia. L'Arte diviene per lui momento catartico dell'anima. La sperimentazione di materiali di recupero, abbinati a componenti attuali, lo ha portato alla realizzazione di opere inedite e talvolta sconcertanti. Ha illustrato finemente lâopera âIl ritorno di Pinocchioâ di Carlo Cormagi ed ideato il calendario 2004 dellâOspedale Galliera di Genova.
serenellaSOSSI Pittrice e scultrice, originaria dâImperia, diplomata al Liceo artistico âNiccolò Barabinoâ di Genova, allieva dello scultore Lorenzo Garaventa, dopo aver vissuto molti anni a Torino, dal 1993 vive ed opera a Nizza. Dal 1995 si dedica interamente all'attivitĂ artistica, frequentando diversi atelier e associazioni di artisti, sia in Italia che a Nizza. Ha partecipato a numerose mostre ed esposizioni in Italia ed allâestero. Vive e lavora a Nizza, nellâAvenue du Petit Fabron, 4.
carmenSPIGNO Nata a Diano Marina (IM), vive e lavora in Garlenda (SV), in via Roma 40/F. La sua preparazione artistica, oltre che a livello personale ed accademico è formata presso il Centro Italiano Artistico Culturale (C.I.A.C.) di Imperia, diretto dal M.o Giuseppe Balbo di Bordighera e fondamentale è stato l'incontro con il genovese Andrea Bagnasco, pittore con terre naturali, fondatore del âGruppo delle Terreâ. Da allora, 1997, letteralmente affascinata dagli incredibili colori delle terre, si dedica anchâella alla pittura con i pigmenti e le resine naturali. Ha partecipato a numerose esposizioni in Italia ed allâestero. Sue opere si trovano in collezioni private in Svizzera, Germania, Francia e Spagna.
marcoTIMOSSI Ă nato nel 1975 ad Albenga, dove ha conseguito la maturitĂ classica al liceo âGiovanni Pascoliâ. Terminati gli studi trova impiego presso una importante ditta della zona, ma contemporaneamente si dedica con assiduitĂ alla poesia ed alla letteratura. Ha pubblicato diversi componimenti poetici, alternando la poesia con racconti per lâinfanzia e thriller. Vive ed opera a Garlenda (SV), in borgata Ponte.
giovannaUSAI Nata a Cagliari nel 1947 è residente in Alassio (SV), in via Maiolo, 1. Ha frequentato lâuniversitĂ a Firenze, dove si è laureata in Architettura nel 1972. Ha insegnato nella scuola media statale dal 1980 al 1996. Alla scoperta del patchwork è stata condotta 103
dalla passione per le stoffe e decisivo è stato lâincontro con lâassociazione nazionale âQuiltitaliaâ che raggruppa le appassionate nel settore Patchwork e Quilting. Ha seguito dei corsi che le hanno aperto la possibilitĂ di nuove tecniche innovative, quale quello tenuto da Fanny Viollet sul trapunto libero a macchina senza trasporto. Usa le stoffe in piena libertĂ e le usa come i colori di una tavolozza.
lauraVEGAS Nata a ParanĂ , in Argentina, nel 1937, vive ed opera a Savona, in via Famagosta, unitamente al marito Carlos Carlè. Autodidatta, lavora con stoffe da lei tessute. I suoi âarazziâ, orditi con materiali fra i quali lino, seta e sisal, sono stati esposti in importanti mostre personali e collettive in Italia, in Francia, in Argentina e in Svezia. Ha vissuto gli âanni dâoroâ dellâarte albissolese in compagnia di Milena Milani, Carlo Cardazzo, Agenore Fabbri, Lucio Fontana, Ansgar Elde, Wilfredo Lam, Tullio Mazzotti e Carlos Carlè.
mauroVENTURINO Nato a Loano nel 1955. Vive e lavora a Boissano (SV), in via Cappae, 26. Autodidatta, inizia a dipingere nel 1978. Dopo le prime esperienze figurative, approda verso la metĂ degli anni '80 ad un personale surrealismo. Nel 1984 ottiene il 1° premio al concorso di Pittura âCittĂ di Pietra Ligureâ e nel 1986 si classifica 1° premio anche a Ceriale al trofeo âBastione dâoroâ.
cinziaVOLA Cinzia Vola è nata ad Albenga nel 1969 dove vive e lavora in via Don Lasagna, 23/24. Si diploma al Liceo Artistico âA. Martiniâ di Savona nel 1985/86. Consegue il Diploma nel Corso di Pittura presso lâAccademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 1991/92. Ha tenuto la sua prima mostra personale al Museo de la Revolucion de la Habana, a Cuba nel Dicembre del 2000. Oggi continua a far evolvere i suoi personali âritratti analiticiâ, scritti e dipinti su carta, con originale tecnica mista di inchiostro di biro e acrilico bianco, che ha iniziato nel 1995.
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foto di R. Neervoort Van de Poll
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ilLUOGOdellaMOSTRA
GARLENDA:
IL CASTELLO
COSTA-DEL CARRETTO
Il castello di Garlenda, antico possedimento dei Conti Della Lengueglia, feudatari della vallata, ha avuto origine da unâantica âcasa di guardiaâ posta come controllo di una via di comunicazione importante. Probabilmente esso diventò abitazione dei Signori, dopo lâinsurrezione popolare del 18 ottobre 1542, nella quale furono bruciati i palazzi situati nella regione Castelli. Nellâarchivio RaĂŹmondi n. 68 (lstituto Internazionale di Studi Liguri - Albenga) si legge infatti che âin quel tempo medesimo ogni castello aveva il suo Don Rodrigo... e che i Signori non si curavano dei sudditi che per sfruttarli, mungerne avarie ed imposte, delle quali vivevano...â PiĂš tardi il feudo passò ai Costa e nel XVlll secolo la casata dei marchesi Del Carretto di Balestrino, per matrimonio, lo ereditò con tutti i possedimenti e le sostanze. Nel corso dei secoli e delle generazioni, il castello subi un serie di ampliamenti e di ristrutturazioni che ne mutarono la struttura architettonica fino ad assumere lâaspetto attuale.
La vendemmia al Castello âCome ogni anno il Marchese del Carretto con la servitĂš lascia la sua residenza estiva di Balestrino per vivere con i Garlendesi la fase finale della vendemmia. Quasi per incanto il Castello diventa il centro della vita quotidiana. Col passare dei giorni lâattivitĂ diventa sempre piĂš intensa: il falegname ripara le botti, che verranno in un secondo tempo portate allâesterno e riempite dâacqua, per non permettere al vino di uscire dalle fessure dovute allâessiccazione del legno. Per lo stesso motivo sul fondo dei tini viene versata dellâacqua. Segue poi la vera e propria manutenzione delle botti. Si svuotano i tini e le botti lavandole con acqua calda e fredda e per sicurezza si fa scorrere zolfo fuso sullâesterno del fondo, evitando che anche il piĂš piccolo contatto con lâaria possa pregiudicare la qualitĂ del prodotto. Per la ricorrenza dei SS. Cosma e Damiano, il Marchese dĂ disposizioni per iniziare la vendemmia. Carri trainati da buoi o cavalli e muli con il basto trasportano bigonce colme dâuva e 106
questa viene pesata e versata in recipienti lignei posti sui tini, quindi pigiata con i piedi e riversata nei tini. La raccolta dura circa sette giorni, trascorsi i quali i tini vengono accuratamente sigillati con lâaiuto della sabbia. I raspi e gli acini rimasti vengono torchiati per recuperare il piĂš possibile. Nella tranquillitĂ della cantina fresca e buia avviene la trasformazione del mosto in pregiato vino. Dopo circa 10 giorni il mosto viene spillato dai tini a messo nelle botti. Si risistemano i tini e gli attrezzi per il prossimo anno, mentre il mosto nelle botti di rovere, tuttora visibili nel castello, continua la sua trasformazione fino al giorno di S. Martino in cui viene travasato per la definitiva conservazione. La vita attorno al castello rallenta e il pensiero corre giĂ al prossimo raccoltoâ. Riduzione dal brano originale di Giancarlo Tassistro - Garlenda
cenniTURISTICI
GARLENDA Garlenda è un ridente comune situato a 70 mt. sul livello dei mare nel punto piĂš ampio della Val Lerrone, una delle piĂš suggestive e pittoresche dellâentroterra ligure, prima che questa si chiuda ed acquisti fisionomia alpestre. Il verde domina nel territorio di Garienda con le sue tonalitĂ e con le sue sfumature, con i suoi profumi, con i sinuosi sentieri che si addentrano nei boschi cedui e sempreverdi. Ogni angolo lascia scoprire nuovi ed insospettati orizzonti. In oasi di verde sono borghi antichi con la loro storia e con il loro piccolo mondo che sembra immerso in un sogno passato. L'ambiente naturale, ricco di boschi e prati, con ampie coltivazioni in cui si realizzano colture di avanguardia, si presta ad una villeggiatura tranquilla in grado di unire la quiete della campagna ligure alla salubritĂ dellâambiente marino. Data la breve distanza dal mare, il turista può facilmente godere dei benefici di un soggiorno balneare. Garlenda è infatti raggiungibile in pochi minuti dâauto da Albenga, in 15â da Alassio e, con lâautostrada dei Fiori, in breve tempo da Genova, Torino e Milano. L'aeroporto di Villanova dâAlbenga è situato nelle sue immediate vicinanze. I numerosi impianti sportivi, fra cui si evidenziano il campo da golf, 18 buche, tra i piĂš attrezzati e funzionali dâEuropa, le piscine, il campo ippico e relativo maneggio, i campi da tennis, il palazzetto dello sport, i giardini pubblici ed una ricettivitĂ alberghiera di primordine, ne fanno uno dei centri piĂš rinomati dal punto di vista turistico-residenziale. La cartina riprodotta mette in risalto la posizione di immediata vicinanza di Garlenda al litorale e la facile accessibilitĂ mediante le ordinarie vie di comunicazione. 107
ringraziaMENTI
Si ringraziano sentitamente
Fondazione âAgostino de Mariâ - Savona Comune di Garlenda ProLoco - Garlenda Silvia Bottaro Walter Accigliaro Ugo Ronfani Vincenzo Merchionne Silvia Pittoli Pasquale Meli Arabella Damiani Rosina Simone Pinuccia Cau ...e i soci degli âAmici nellâArteâ che hanno contribuito allâallestimento della mostra
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