Le Città Invisibili - Demonte (CN)

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circolo per la promozione e la divulgazione dell’arte e della cultura


PATROCINI

Ente Promotore Circolo Artistico “Amici nell’Arte” via Verneto, 10 17023 Garlenda (SV) tel. +39 0182 58 23 51 mob. +39 338 850 44 78 mail info@amicinellarte.it web www.amicinellarte.it

COMUNE DI DEMONTE

Patrocinio Regione Piemonte Provincia di Cuneo Comune di Demonte Associazione Culturale Amici di Demonte Testi Francesca Bogliolo Carmen Spigno Pasquale Meli

COLLABORAZIONE E SPONSOR

Curatori Carmen Spigno Pasquale Meli Grafica e Fotografia Pascal McLee sito web della Mostra © Copyright 2018 “Amici nell’Arte”


PALAZZO BORELLI Sede dell’Associazione Culturale “Amici di Demonte” Via Martiri e Caduti per la Libertà 1, Demonte (CN)

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indicedel

CATALOGO

Le CittĂ Invisibili 4


✓ IL PERCHÉ DELLA MOSTRA Introduzione di Carmen Spigno, presidente del Circolo “Amici nell’Arte”

✓ MILLE E UNA RISPOSTA

Brano critico di Francesca Bogliolo, critico d’arte

✓ LA SEDE ESPOSITIVA Palazzo Borelli, la sua storia e lo stato attuale

✓ ARTISTI PARTECIPANTI La rappresentazione di un sogno

✓ ITALO CALVINO

Una breve biografia del grande scrittore

✓ LE CITTÀ INVISIBILI Riassunto e commento

BUSSOLA Come navigare il catalogo » artisti | ● indice | « copertina

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ilperchèdella

MOSTRA

A

volte capita di imbattersi in un libro per caso, un vecchio tomo

dalle pagine sgualcite che incontri lungo il tuo cammino. Non è ciò che cercavi eppure l’hai trovato e fin dalle prime pagine ti rendi conto che avresti voluto trovarlo prima e farne il tuo tesoro.

È quello che è capitato a noi nei riguardi de “Le città invisibili”. Come è

noto, il punto di partenza di ognuno dei nove capitoli che costituiscono l’opera è il dialogo tra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, che interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero. Il viaggio compiuto da Marco Polo rappresenta in metafora il viaggio della vita, con profondi legami con il mondo interiore ed il vissuto di ogni individuo. Marco Polo descrive città reali o immaginarie, che colpiscono sempre più il Gran Khan, suscitando in lui interesse e curiosità Le città descritte sono cinquantacinque, hanno tutte nomi di donna e sono organizzate in undici categorie: memoria, desiderio, segni, le città sottili, scambi, occhi, nome, morti, cielo, le città continue, le città nascoste. Esse diventano simbolo della complessità e del disordine della realtà, ma rappresentano anche il tentativo di dare un ordine al caos del reale. Le città però

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sono anche sogni che nascondono un

desiderio, oppure il suo rovescio, una indescrivibile paura… La realtà perde la sua concretezza e diventa fluida e puramente mentale, si realizza nella fantasia perché “d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.” Ne “Le città invisibili” si ritrovano molti dei principali influssi culturali del novecento, dalle teorie psicanalitiche ai temi del ricordo e del tempo evocati da Proust, fino a giungere

sintetizzati

all’esistenzialismo

in

uno

scritto

di

Sartre,

fortemente

simbolico.

Carmen SPIGNO Presidente Circolo “Amici nell’Arte”

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milleeuna

RISPOSTA “D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” Dalle parole di Calvino muove l’esperienza che ha visto coinvolti una serie di artisti dediti alla pittura e alla scultura facenti parte del circolo artistico “Amici dell’Arte”, dediti al confronto con il celebre testo dedicato alle Città Invisibili. Nella concezione dello scrittore i centri abitati, aventi tutti nomi di donne, rappresentano altrettante situazioni ideali, irreali, fantastiche. È semplice, per chi legge, rintracciare sensazioni intense che si affacciano tra le pagine; è frequente ritornare sulla stessa città, essendo da una in particolare inevitabilmente attratti. È una sorta di diario, il percorso tra le città; è una metaforica casa di specchi che ci mostra deformazioni della nostra personalità; nascoste nei riflessi verità inconfessabili e assolute si rivelano senza il minimo sforzo. Il fascino di quest’opera letteraria resta indiscusso, palesando un ventaglio di opportunità emozionali in cui ciascuno possa riconoscersi. Lasciando spazio alla risonanza emotiva si è presentata in questa

occasione la possibilità a ogni singolo artista di scegliere e interpretare la città che maggiormente li ha colpiti, secondo il proprio senso poetico e la personale cifra stilistica. Il risultato mostra come il testo possa essere interpretato artisticamente sotto una doppia luce: ad

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alcune opere di carattere per così dire più descrittivo, si

accostano lavori che presentano una rielaborazione interiore, in cui la forma viene del tutto o quasi abbandonata. In entrambi i casi la sensibilità con cui si interpreta il soggetto è squisita: la differenza sta nella composizione estetica, che presenta elementi formali di tipo differente, fornendo una suggestiva varietà interpretativa, veicolo di altrettante possibilità di sentimento umane. Che si tenti di rappresentare con chiara definizione il sogno, delineandone i contorni in modo da ricordarne i dettagli, o che ne vengano narrate le suggestioni in modo informale e intimista, poco importa. Ciò che importa è che chi guarda trovi l’istinto di addentrarsi tra linee e colore per rintracciare quella parte di se stesso che credeva di aver perduto e che si ritorni, anche solo per un istante, a sognare.

Francesca BOGLIOLO Critico d’arte

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lasede

ESPOSITIVA Palazzo Borelli La sede espositiva della mostra “Le Città Invisibili” si trova al secondo piano di Palazzo Borelli, un edificio in stile barocco che sorge nel centro di Demonte e che conserva sulla parte esterna una delle più antiche meridiane che si trovino in Valle Stura. Questo Palazzo racchiude in sé la storia di Demonte degli ultimi secoli. Nel 1606 ha inizio la storia del Palazzo Bolleris, ora Borelli, con la costruzione ad opera del Marchese

Gaspare Bolleris di un edificio che fu posto ai piedi della rocca feudale. Nel corso degli anni il Palazzo subisce varie modifiche, le più importanti delle quali avvengono a metà del 1700 e a metà del 1800. Nel 1828 il conte Borelli acquista dagli eredi Bolleris il Palazzo, il Palazzetto, i ruderi del castello angioino, la Chiesa di S. Bernardo annessa al parco. Quello che oggi si definisce “Palazzo Borelli” in Demonte è un complesso signorile costituito da due blocchi edilizi affacciati su Piazza Statuto, Via Martiri e Caduti, Via Parrocchia e Via Archivolto. La conformazione della zona evidenzia l’origine feudale di tutto il complesso (palazzo, palazzetto, parco, chiesa, ruderi (modestissimi) del castello: elementi tutti legati per sette secoli ai Signori di Demonte. Le sale del Palazzo presentano pregevoli dipinti murali e l’architettura della sua facciata é

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inequivocabilmente barocca; esso é collegato tramite una

Galleria detta “di Carlo Alberto” all’attiguo parco, realizzato sull’area a suo tempo occupata dal Castello dei Bolleris, un interessante esempio di giardino ottocentesco a terrazze, con fontane, grotte e serra. Nella parte più alta del parco sorge una torre merlata (datata metà 1800). Il re Carlo Alberto di Savoia fu ospite del conte Giacinto Borelli, proprietario del palazzo stesso e secondo firmatario dello Statuto Albertino. Alcune sale del Palazzo Borelli sono oggi occupate dalla Biblioteca Civica e dal “Museo degli antichi mestieri”. Il piano superiore del Palazzo Borelli presenta stanze con soffitti finemente decorati. Attualmente il primo piano viene adibito allo “Spazio Lalla Romano”, una mostra permanente dedicata

alla scrittrice e pittrice originaria di Demonte, Graziella, detta Lalla, mentre il secondo è dedicato a Centro Culturale Polivalente gestito dall’Associazione “Amici di Demonte”.

Palazzo BORELLI Via Martiri e Caduti per la Libertà 1 Demonte (CN)

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artisti

PARTECIPANTI

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Maidè AICARDI  Luigi CANEPA  Mario DABBENE  Giuseppe DE CARLO  Maria Pia DEMICHELI  Fabrizia FANTINI  Annamaria GIRAUDO  Guro HÅKENSEN  Alvaro LOPEZ  Rosa MAMMOLA 

Caterina MASSA  Constantin Stan NEACSU  Ylli PLAKA  Varinia RODRIGUEZ  Silvio ROSSO  Carmen SPIGNO  Luisa TINAZZI  Giovanna USAI  Simonetta VANDONE  Antonietta ZAMPONI 

Il presente Catalogo è realizzato in formato PDF ed è pubblicato online sul web. Per ogni ulteriore approfondimento sugli artisti espositori si può consultare il sito tematico www.cittainvisibili.altervista.org

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maidè

AICARDI Maidè Baffo Aicardi nasce a Genova, ove frequenta il Liceo Linguistico. pittrice / poetessa Italia

Inizia la preparazione artistica con il Maestro Aldo Cestino, insieme ad un piccolo gruppo formato nel C.C.A. (Circolo Culturale di Albaro), con cui tuttora mantiene regolari contatti per lavorare e confrontarsi. Pur dedicandosi di preferenza alla pittura ad olio, negli ultimi anni si unisce al Gruppo “PRISMA” seguito dalla nota pittrice e scultrice Auri Campolonghi e sotto la sua guida fa interessanti esperienze con altre tecniche artistiche. Attualmente la pittrice lavora con un gruppo di artisti nell’atelier di Renata Soro.

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OTTAVIA olio su tela cm. 100 x 90

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luigi

CANEPA Nato a Genova Voltri il 1° novembre 1941, lo scultore Luigi Canepa vive ad Albissola Marina ed ha lo studio a Valleggia di Quiliano (SV), in via Briano. pittore Italia

È un artista “a tutto tondo”. Dalle sue opere traspare infatti quella naturale attitudine manuale e creativa, indispensabile ad ogni scultore, attitudine che lui ha scoperto molto presto nella sua vita quando, ancora ragazzino, scolpì un grosso tronco di palma trascinato dal torrente vicino alla casa natia per farne una canoa. Più tardi, tuttavia, la sua attività artistica si è avviata attraverso la pittura. I soggetti erano paesaggi o nature morte con impronta post espressionista. Ma fu la frequentazione dell’Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova a riscoprirlo scultore, affascinato anche dallo studio dei grandi maestri del novecento: Brancusi, Archipenko, Moore, ... Le sculture di quel periodo vengono realizzate in acciaio, così come il primo monumento “Pace e libertà fra i popoli” (1981), collocato in una piazza di Genova Sestri Ponente. Ben presto il fascino di scolpire il marmo e, successivamente, anche altri materiali quali bronzo, legno, cemento, vetro resina, cartone ed alcuni inconsueti come il sapone, lo cattura per non più abbandonarlo e lo conduce alla realizzazione di monumenti e opere pubbliche.

Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia ed all’estero e ha partecipato a simposi di scultura con realizzazione di opere in pietra, collocate poi in spazi pubblici.

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ISIDORA scultura in tecnica mista cm. 106 x 70 x 16

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mario

DABBENE Mario Dabbene nasce a Malnate (VA) nel 1935, vive e lavora a Varese. pittore Italia

Dai 16 ai 20 anni frequenta lo studio del maestro Leo Spaventafilippi, traendone preziosi insegnamenti relativamente alla composizione e costruzione del quadro nonché un’attenta osservazione del vero. Seguendo una innata predisposizione per l’arte intesa come manualità, sperimentazione, ricerca ed esperienza, che si à nel tempo concretizzata attraverso l’utilizzo di materiali di diversi tipi: plastica, cemento, elementi metallici. In questi ultimi anni vi è un ritorno alla tradizione pittorica con realizzazione di opere surreali e simboliche con particolare riferimento a temi mitologici. Da molti anni fa parte del Circolo Artistico-Culturale "Amici nell'Arte" di Garlenda (SV), dell’Associazione Artisti Indipendenti di Varese e del Gruppo Artisti Contemporanei di Pro Loco Varese.

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SOFRONIA olio su tavola cm. 70 x 60

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giuseppe

DECARLO Giuseppe De Carlo nasce in Toscana nel 1952, a Montignoso, ai piedi delle Alpi Apuane. scultore Italia

Dal nonno, cavatore, impara a conoscere il marmo e la sua lavorazione, ne coglie le emozioni e le storie, che porta con sè in Liguria, nella Fontanabuona, la valle dell’entroterra di Genova dove si estrae l’Ardesia. La pietra lo affascina, lo attrae, ma questa passione rimane latente fino al 1999, quando incontra lo scultore ungherese Balazs Berzsegnyi. I suoi insegnamenti risvegliano in lui le antiche emozioni e soprattutto gli forniscono gli strumenti teorici e tecnici necessari. Si avvicina alla pratica della scultura nella Cava-Laboratorio dell’Ecomuseo dell’Ardesia di Cornia di Moconesi (GE), nella Valfontanabuona, dove passano anche artisti provenienti da diverse parti del mondo in un proficuo confronto-scambio di esperienze artistiche. É così che prende l’avvio l’Associazione Culturale Liguria-Arte “La Pietra Nera” che organizza importanti manifestazioni sia in Italia che all’estero.

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OTTAVIA marmo bianco di Carrara 5 anelli da cm. 19 x 32 (spessore cm. 4,5)

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mariapia

DEMICHELI pittrice Italia

Nata a Genova nel 1941, ha manifestato fin da giovanissima l’interesse per il disegno e la pittura iniziando da autodidatta a realizzare dipinti frequentando per alcuni anni lo studio di una pittrice svizzera. Abbandonato questo percorso a causa di un lavoro molto impegnativo, ma documentandosi continuamente su pubblicazioni specialistiche, dopo moltissimi anni inizia a frequentare lo Studio della scultrice ed insegnante d’arte Alda D’Alessio dalla quale apprende le più importanti tecniche pittoriche. L’amore per le arti figurative e per gli accadimenti sociali del nostro tempo la spinge a dipingere l’umanità nei momenti surreali della propria esistenza in senso scenografico iniziando nel 2004 a partecipare a varie mostre e concorsi italiani ed esteri.

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ZOBEIDE olio su tela cm. 70 x 90

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fabrizia

FANTINI Fabrizia Fantini è nata a Genova nel 1969. Frequenta il Civico Liceo Artistico Nicolò Barabino e l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova dove si diploma nel 1991. ceramista Italia

Dal 1994 al 1999 si occupa di didattica museale presso il Civico Museo di Archeologia Ligure Villa Durazzo Pallavicini (Genova Pegli) curando graficamente numerose pubblicazioni e manifestazioni e l’allestimento di nuove sale espositive e mostre temporanee: 1996 Guida per il Museo; 1997 opuscolo e copertina per il video “I primi secoli di Genova”; 1998 allestimento mostra “Provenienza sconosciuta”; 1999 progettazione grafica catalogo, pannelli interni al percorso, immagine coordinata ed advertising della mostra: “Io vivrò per sempre”, Palazzo Ducale, Genova. Segue alcuni corsi di ceramica presso la scuola comunale di Albissola. Nel 2000 collabora con il Centro Didattico del Settore Musei del Comune di Genova ed il Museo d’Arte Moderna Raccolte Frugone Villa Grimaldi Fassio, progettando l’attività didattica “Laboratorio sul pittore Armando Spadini”, argomento la pittura del ‘900 e l’arte del ritratto. Nello stesso anno cura l’allestimento e la conduzione del laboratorio didattico di ceramica precolombiana in collaborazione con il Museo Etnografico Castello D’Albertis di Genova in occasione della mostra “Tiwanaku, Città Eterna delle Ande”, Palazzo Ducale; attività che verrà attivata da novembre 2000 a maggio 2001 presso il Museo di Sant’Agostino di Genova. Nel 2001 si specializza presso lo studio del maestro Romano Ranieri a Deruta (Perugia) nell’apprendimento della tecnica della maiolica. Dal 2002 opera nel suo studio a Santa Margherita Ligure.

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SMERALDINA refrattario, ossidi, vetrina e vetrofusione cm. 35 x 35 x 55

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annamaria

GIRAUDO pittrice Italia

Annamaria Giraudo, nata a Torino, ha seguito l’atelier del pittore Piero Fonio (uno dei primi allievi di Felice Casorati), dal quale ha appreso le basi necessarie che l’hanno portata ad esprimere la sua pittura in modo razionale e al tempo stesso poetico. La ricerca, in questo senso, é passata attraverso tutte le tecniche: dal rigoroso disegno, alle xilografie, alle tempere, all’olio e agli acquarelli, per i quali realizza campiture coraggiose anche di dimensioni apprezzabili. La luce da elemento fisico si tramuta in elemento spirituale e riesce a trasmettere un meraviglioso senso di leggerezza, di levità e di sogno. Una sensazione che si rinnova in ogni opera e che ha una sua propria atmosfera incantata. Ha iniziato ad esporre nel 1978 in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere si trovano in collezioni private a Torino, Milano, Genova, Napoli, Roma, Ginevra, Monaco, Parigi, Amburgo, Londra, Marsiglia, Bruxelles, Las Vegas. Hanno scritto di lei giornalisti e critici quali Pier Paolo Benedetto, Giuliano Camporese, Sisi Cazzaniga, Massimo Centini, Mario Contini, Angelo Dragone, Anita Ferrando, Albino Galvano, Aldo Ghidetti, Paolo Levi, Gian Giorgio Massara, Angelo Mistrangelo, Enza Pesaro, Rosanna Roccia, Adalbero Rossi, Aldo Spinardi, Donatella Taverna, Giovanni Viarengo.

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ARMILLA tecnica mista (acquarello su carta intagliata) cm. 70 x 86

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guro

HÅKENSEN Guro Håkensen, pittrice norvegese, nasce ad Oslo nel 1969. Le sue origini portano alle indomite isole di Lofoten e la selvatica natura del Nord. pittrice Norvegia

La tecnica applicata nei suoi lavori rispecchia la semplicità e la trasparenza della sua cultura. Nelle opere realizzate prevale la tecnica mista, pochi i colori, spesso anche sfumati, e spesso riducibili ad uno solo. I materiali utilizzati sono naturali e grezzi, come la juta, la sabbia, il cartone, lo stucco ed il carboncino. La figura rappresentata, quasi sempre femminile, è fortemente sensuale, ma dolce, ed esprime una grande forza interiore. Da una decina di anni l’artista vive in Italia, in Liguria, nella verde cittadina di Garlenda. Ha presentato diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

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ZOBEIDE tecnica mista cm. 100 x 70

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alvaro

LOPEZ Alvaro Lopez nasce a Lima, in Perù, nel 1998. pittore Perù

Trasferitosi da quattordici anni con la famiglia in Liguria, ad Alassio, il giovane Alvaro ha sempre dimostrato un grande interesse per il disegno e la pittura. Ha frequentato la Scuola d’Arte Statale di Imperia, approfondendo le conoscenze teoriche e pratiche in questa disciplina. I suoi lavori rispecchiano un universo tutto suo. I materiali utilizzati sono l’acrilico, la cenere di sigarette, la cera e molto spesso il sangue diluito con lacrime.

Il suo stile richiama i segni grafici decisi e ricchi di colore del mondo contemporaneo, tendendo spesso a rappresentare la parte macabra e triste di una normale vita quotidiana. Il giovane è una new-entry del Circolo “Amici nell’Arte” ed una promessa del panorama artistico contemporaneo.

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TAMARA acrilico su tela cm. 100 x 70

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rosa

MAMMOLA Rosa Mammola è nata ad Albenga nel 1960 e dopo il Liceo Scientifico ha maturato un’importante esperienza lavorando per cinque anni nel settore della grafica pubblicitaria. pittrice / artista del vetro Italia

In seguito ha frequentato una scuola di arredamento, antiquariato e arte moderna a Genova, un corso di ceramica Raku con l’artista Jean Santilly ad Urbino e un corso di modellato e pittura su ceramica ad Albissola Marina. Impara la tecnica della pasta vitrea e la tecnica delle vetrate Tiffany. Rosa Mammola decide in seguito di aprire un proprio laboratorio ad Albenga per dedicarsi all’attività autonoma e nasce così la sua passione per il vetro. Rosa Mammola inizia dipingendo il vetro e la ceramica, ma comincia subito a sperimentare la tecnica del vetro fuso con i forni elettrici. Dopo qualche anno, nel 1991, Rosa Mammola si trasferisce nel cuore del centro storico di Finalborgo, in uno spazio che le consente di sviluppare contemporaneamente la propria creatività artistica e il lavoro, più quotidiano ma non meno rilevante, dell’artigianato vetrario per oggetti d’uso, vetrate decorate e lampade d’arredo, anche su commissione. La tecnica del Glass Fusing rimarrà la principale fino ad oggi, nonostante negli anni abbia sperimentato molti altri materiali. Negli ultimi anni particolare attenzione è stata rivolta alla creazione di lampade per la casa ed i negozi, su ordinazione di privati e anche di architetti.

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DESPINA tecnica mista (carta, plastica, juta, vetro e stoffa) cm. 50 x 70

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caterina

MASSA ceramista Italia

Caterina Massa, savonese di nascita, si è sempre dedicata al disegno e alla pittura, pur avendo una formazione umanistica letteraria. La sua attività espositiva è iniziata nel ’90 con pittura di tipo figurativo, per passare poi alla ceramica. Le sue opere si contraddistinguono per una “composizione geometrica”, costituita da linee curve o rette in cui gli spazi sono ricchi di colore. Dopo aver operato in diverse proiezioni estetiche prevalentemente rivolte allo studio del paesaggio, in stile figurativo geometrico, ha iniziato un processo di astrazione, con evidenti connotazioni simboliche, espresso in un linguaggio essenziale, che attraverso la semplificazione delle forme giunge direttamente al messaggio emotivo.

La sua attività artistica, fatta di ricerca e di sperimentazione, vede diversi momenti fondamentali ed evolutivi. All’inizio la pittura ad olio, poi l’incontro con la ceramica, che la veicola verso l’astratto. La materia prediletta è la creta per le trasformazioni che suggerisce. L’ideazione, la manualità, la creazione delle opere si completa nella magica tecnica del raku che, attraverso il sorprendente percorso di lavorazione, le procura forti emozioni. Nel 1999 dà vita a Cisano sul Neva ad un laboratorio di ceramica, punto di riferimento per la sua attività e attorno al quale ruotano numerosi amici ceramisti. Molti suoi lavori sono in collezioni private in Italia e all’estero, alcuni si trovano in permanenza in vari musei. Vive e lavora sia a Savona, sia a Cisano sul Neva (SV), ove ha il laboratorio di ceramica.

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FEDORA piastra in ceramica raku diam. cm. 60

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constantin

NEACSU Constantin Stan Neacsu nasce il 27 luglio 1952 a Bran (nel distretto di Brasov) in Romania, nella regione storica della Transilvania. pittore Romania

Dopo gli studi presso il Liceo d’Arte di Targu Mures, nel 1975 si è laureato in pittura all’Università di Belle Arti di Cluj-Napoca, in Romania. Successivamente, attraverso un rigoroso iter richiesto dal suo Paese, ha ottenuto il riconoscimento di Artista Professionista, divenendo membro dell’U.A.P. – Unione degli Artistici Plastici della Romania. Giovanissimo, si avvia alla carriera artistica portando avanti un’intensa attività espositiva, che lo ha visto presentarsi sia in mostre personali che in eventi artistici di rilevanza nazionale e internazionale. Ha inoltre partecipato, come artista ospite e come organizzatore, a numerosi simposi, tra i quali, nel ’90, per conto del museo Balcesco. La sua ricerca muove dalla consapevolezza di un’armonia presente nel cosmo e in ogni suo aspetto. Realizza opere pittoriche e grafiche, nelle quali la struttura materica e astratta si affiancano e si sdoppiano dialogando. Accanto alla produzione pittorica, si dedica alle opere su carta, dove il segnico-cromatico diviene gesto e scrittura.

Attualmente vive e lavora Italia.

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ANDRIA tecnica mista su tela cm. 100 x 100

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ylli

PLAKA Nato a Tirana Il 4 Gennaio 1966, nella stessa città si diploma in scultura e ceramica all’Accademia di Belle Arti dove ha seguito i corsi dello scultore Thoma Thomai. ceramista Albania

SI trasferisce in Italia nel 1991. Vive e lavora a Savona. Ylli Plaka è uno dei pù interessanti scultori in ceramica del panorama italiano. Negli ultimi anni le sue opere hanno conosciuto un costante e crescente interesse di pubblico e di critica. Il suo modo di scolpire e modellare e inconfondibile, così come l’attenta analisi delle forme e dei loro significati. Le sue opere entrano in comunicazione diretta con chi le osserva, rimandando ad un universo al tempo stesso arcaico e attuale. Della sua attività artistica si sono occupati critici e giornalisti tra cui Maria Teresa Castellana, Michele Casadio Jr, Silvia Campese, Luciano Caprile, Mario De Micheli, Francesco Dufour, Silvano Godani, Sergio Fantaguzzi, Sandro Lorenzini, Giovanni Lunardon, Anna Maroscia, Ferdinando Molteni, Nalda Mura, Simona Poggi, Carlo Prosperi, Annamaria Saldini, Viviana Siviero, Massimo Trogu. Durante la sua fiorente attività, ha esposto nelle più importanti gallerie, sia in Italia che all’estero.

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LALAGE terracotta smaltata diam. cm. 24

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varinia

ROGRIGUEZ pittrice Venezuela

Varinia Rodriguez nasce nel 1970, con origine venezuelane, ma risiede stabilmente da tempo in Svizzera. Ha il suo atelier a Tenero, nel Cantone Ticino. Ha frequentato la Scuola di Belle Arti a Mérida, in Venezuela. Da sempre ha preferito esprimere il suo spirito artistico tramite le stampe, specificamente la stampa “collografica”, tecnica tanto versatile quanto innovativa. Essa consiste nel riunire su un supporto, per mezzo di collage, diversi materiali, in modo da avere una lastra adatta ad essere inchiostrata e stampata. Questo metodo le permette di abbracciare il lato ludico del suo essere e gioire alla visione del risultato finale.

Ogni sua stampa è composta, a seconda della loro grandezza, da diversi pezzi, dove ognuno di questi, volendo, può essere preso come una stampa a sé. Il risultato è sempre una sorpresa interessante… tanto per l’artista stessa, quanto per coloro che potranno ammirare i suoi lavori. Ha esposto presso la Biennale Studenti della Universidad de los Andes, a Mérida (Venezuela), presso la Biennale Internazionale di “Minigrabados” a Barcellona (España), il III Salone di Arti Visuali “Ramiro Najul”, Galleria la Otra Banda, a Mérida (Venezuela), “Chiassoespone”, Ticino (Svizzera). Sempre in Svizzera, a Tenero, ha presentato la mostra “Forme e colori che parlano “ ed ha preso parte alla mostra “Ulisse ‘69”, organizzata dagli “Amici nell’Arte” presso la Fortezza del Priamar, a Savona.

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MAURILIA collografia 2 x cm. 112 x 38

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silvio

ROSSO pittore Italia

Silvio Rosso espone le sue opere sin dal 1958. È stato promotore culturale in Cuneo con lo “studioerre” dal ‘71 all‘81 ed oggi, a far tempo dal 2009, in Demonte con l’associazione culturale “Amici di Demonte”. Come pittore si è dedicato a esperienze figurative approdando verso la metà degli anni sessanta alla pittura astratta ed informale. Dopo una parentesi concettuale (1971-1974), dal 1975 inizia con le sperimentazioni metamorfiche sulla materia cromatica: l’evento pittura si manifesta dopo una lunga e lenta trasformazione. È l’autogenesi della pittura, è pittura d'attesa con l’emozione del divenire e la sorpresa della sua epifania. Opere di questo periodo che dura fino al 1982 sono Hamlet, Scacchiere, Paludi. Dopo una parentesi nella produzione negli anni ottanta, riprende la sua ricerca con varie serie pittoriche, di cui la prima s'intitola “Oltre la palude” e l’ultima “Muri”. Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Numerosissime esposizioni a partire dalla personale alla Promotrice di belle Arti a Torino nel 1966, per giungere alle esposizioni torinesi del 2016 (“Hamlet” nel Mausoleo della Bela Rosin, a cura di Maresa Barolo e “Per una poetica della materia” nell’ Officina 500 di Torino e a Demonte (Cuneo) “Il volo del segno” a cura di Marisa Vescovo. Moltissime le testimonianze sulla sua pittura da parte di critici, poeti e estimatori.

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OLIVIA tecnica mista su tavola cm. 49,5 x 91,5

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carmen

SPIGNO Carmen Spigno nasce a Diano Marina, in Liguria. pittrice Italia

Ha studiato disegno e pittura presso il Centro Italiano Artistico Culturale di Imperia, sotto la guida del maestro Giuseppe Balbo. Fondamentale è stato nel 1997 l’incontro con il pittore genovese Andrea Bagnasco, fondatore del “Gruppo delle Terre”, che segna una svolta nella sua pittura, indirizzandola verso nuove ricerche cromatiche e stilistiche. Da allora si dedica alla pittura con i pigmenti e le resine naturali, portando avanti una continua ricerca sulle tracce e i segni che essi lasciano sui diversi materiali, quali carta, legno, tela, sacco, vetro, metallo, ardesia… Critici e giornalisti hanno scritto di lei, fra i quali W. Accigliaro, L. Caprile, C. Paternostro, E. Cerruti, S. Bottaro, U. Ronfani, C. Orlando, F. Molteni, A. Fontana, R. Valentini, W. Meixner, M. Scavuzzo, C. Cormagi, F. Gallea, P. Gioia, G. Folco e P. Valdiserra. Il 27 dicembre 2010 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” per meriti artistici. L’artista vive e lavora a Garlenda in Liguria, dove ha l’atelier e la mostra permanente.

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ARGIA terre e resine naturali su tela (dittico) cm. 140 x100

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luisa

TINAZZI Incisore Italia

Luisa Tinazzi nata a Povegliano V.se ove risiede, incisore e pittore, ha seguito corsi di educazione artistica (pittura ad olio, acquerello ed incisione-calcografia) al -CEA- in Villafranca e successivamente i corsi liberi di incisione (calcografia) all’Accademia di Belle Arti ‘Cignaroli’ di Verona. Opera principalmente attraverso le tecniche dell’acquaforte, dell’acquatinta, della punta secca, non trascurando di provare anche nuove tecniche sperimentali. È iscritta al Club Amici nell’Arte (www.amicinellarte.it), fa parte dell’ ACIV Associazione Culturale Incisori di Verona (http://incisoriveronesi.blogspot.it/) e del club dell’incisione ‘Venezia Viva’. Ha partecipato a mostre e concorsi di incisione in Italia e all’estero.

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VALDRADA incisione ad intaglio e punta secca matrice mm. 632 x 435 / foglio cm. 70 x 50

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giovanna

USAI quilter Italia

Giovanna Usai nasce a Cagliari il 18 Ottobre 1947. Vive ad Alghero (SS) sino al compimento del diciannovesimo anno di età. Si trasferisce a Firenze per frequentare l'università sino a conseguire nel 1972 la laurea in Architettura. Dal 1973 ad oggi vive, con il marito in Liguria ad Alassio (SV). Insegnante di scuola media, ora in pensione, dedica molto del suo tempo libero all'arte tessile. Ha insegnato nella scuola media statale dal 1980 al 1996 e da allora tutto il suo tempo libero l'ha dedicato alle stoffe. Per Giovanna Usai è stato fondamentale l'incontro con Quilt Italia, Associazione Nazionale Italiana per chi si dedica al settore Patchwork e Quilting, l'associazione a cui è iscritta dal 1998. Autodidatta, ha comunque avuto modo di perfezionare le tecniche di taglio e cucito grazie alla frequentazione con amiche e artiste conosciute attraverso la rete e con cui nel tempo ha costruito rapporti di amicizia fraterna e condivisione. Occasionalmente è stata invitata a tenere corsi annuali sulle tecniche di base per il patchwork sia presso l'Università delle Tre Età di Alassio che presso il comprensorio didattico di Finale Ligure (SV). Ama le creazioni contemporanee e trapunta a macchina in free motion. Partecipa a numerosi concorsi e mostre in Italia e all'estero ottenendo gratificanti consensi.

Dal 2003 è iscritta al Circolo Artistico-Culturale Amici nell'Arte con sede a Garlenda (SV). Il suo laboratorio è aperto a chi voglia condividere con lei momenti di creatività artistica o elaborazione di tecniche sperimentali.

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ZOE quilt cm. 200 x 100

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simonetta

VANDONE pittrice Italia

Simonetta Vandone, artista poliedrica, nasce a Torino, sotto il segno dell’Ariete. Torinese di nascita, fiorentina d’adozione, vive in Liguria, ad Albenga, ormai da diversi anni. La sua preparazione scolastica la vede prendere il diploma superiore a cui segue l’iscrizione a Lettere con indirizzo artistico presso l’ateneo torinese. La nascita del suo primo figlio, Niccolò, ed il trasferimento in Liguria segnano un importante svolta nella sua carriera. Ha lavorato per diversi anni a Radio Onda Ligure e a Radio Savona Sound dove ha svolto il ruolo di vice direttore del giornale web “RSVN” e condotto una trasmissione in diretta alla mattina su Radio Savona Sound. Ha collaborato anche con diverse testate giornalistiche con mansioni diverse, da semplice collaboratore a direttore responsabile. Consulente esterno per la Cultura Città di Alassio, ha organizzato e presentato eventi a carattere nazionale ed internazionale con Progetto ndsDonna (5 edizioni) Oltre lo spazio, due edizioni convegno di astrofisica internazionale, Comunicando, progetto sulla comunicazione. Al suo attivo ha la pubblicazione di tre libri, Il Silenzio, La dolce bufera, Attimo per attimo ed in uscita un quarto, Una storia semplice. Ama il teatro, per il quale scrive sceneggiature e guida, quale regista e coach preparatore, la compagnia di Albenga “Nati da un Sogno”, con la quale ha portato sul palcoscenico diversi lavori come Vero all’alba, Il fuoco dentro, Il Filo di Arianna, solo per citarne alcuni. Ha scritto e realizzato la regia di Maria Callas dal trionfo all'oblio, con attori professionisti ed attualmente lo spettacolo è in tournée in Italia. Coach per Yepp Albenga, sta lavorando alla realizzazione di uno spettacolo sulla prevenzione delle droghe e dell’alcol nei giovani.

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ERSILIA olio su cartoncino 6 x cm. 20 x 30

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antonietta

ZAMPONI Antonietta Zamponi è nata a Genova e qui vive da sempre, ultimogenita di una famiglia unita e numerosa. pittrice Italia

Ha compiuto gli studi commerciali, mantenendo sopito in sè l’interesse per l’arte che già respirava in casa guardando le Madonne dipinte dalla nonna, che si avvaleva dell'aiuto di suo padre nel ritoccarne gli occhi. E intanto le giungeva l’eco dello zio Tonino, che a Roma insegnava all’Accademia e restaurava la Sistina. Fatale e determinante è stato per Antonietta l’aver preso contatto con la Scuola di Disegno e Pittura condotta con abile maestria ed esperienza dalla Prof. Alda D’Alessio, che ha fatto esplodere in lei ciò che covava latente: scopre così la “Creatività” in tutte le sue sfaccettature e passo passo ciò le prende la mano e dalla grafica la conduce all’acquarello, alla china, all’incisione. C’è fantasia anche e soprattutto nell’improvvisazione: un’imprecisione può diventare il tocco dell’artista. Con lo studio e la pratica inizia a capire i movimenti che si sono succeduti all’impressionismo, cose che sino ad allora considerava un punto d’arrivo. Allora la creatività ha cominciato ad elaborare i suoi dati “infiniti”: il colore, l’olio, le forme, le parole, i concetti, i collages che li esemplificano, le tecniche miste e chissà quante altre forme espressive ancora si possono raggiungere…

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MORIANA olio su tela cm. 120 x 100

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LE CITTÀ INVISIBILI Italo Calvino novembre 1972


italo

CALVINO Italo Calvino nasce nel 1923 a Cuba, dove i genitori risiedevano e svolgevano la professione di agrotecnici. Quando ha solo tre anni la famiglia torna in Italia, a Sanremo, dove il futuro scrittore frequenta la scuola. Nel 1944 partecipa alla guerra partigiana, esperienza che lascerà traccia nelle sue prime opere. Nel dopoguerra Italo Calvino inizia a militare nel Partito Comunista Italiano e si iscrive alla Facoltà di Lettere a Torino, città in cui si trasferisce. Intanto pubblica qualche racconto in rivista e collabora con la casa editrice Einaudi, dove entra in contatto con i maggiori scrittori dell’epoca e con la quale pubblica nel 1947 il suo primo romanzo: Il sentiero dei nidi di ragno. Nel 1952 Italo Calvino pubblica Il visconte dimezzato, che insieme ai successivi Il Barone rampante e Il Cavaliere inesistente forma la trilogia dei Nostri antenati. Nel 1962 conosce la traduttrice argentina Esther Singer, che due anni più tardi diventerà sua moglie. Nel 1965 Calvino pubblica Le Cosmicomiche e qualche anno più tardi Ti con zero. Alla fine degli anni Sessanta si trasferisce a Parigi, dove inizia a frequentare il gruppo di scrittori dell’Oulipo. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta, Italo Calvino pubblica le sue opere più importanti: Il castello dei destini incrociati, Le città invisibili, Se una notte d’inverno un viaggiatore e Palomar.

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Italo Calvino muore improvvisamente nel 1985, mentre stava lavorando alle Lezioni Americane, un ciclo di conferenze che avrebbe dovuto tenere quell’anno ad Harvard, ma che usciranno solo postume.

“Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” [“Le Città Invisibili”, Italo Calvino, novembre 1972]

ITALO CALVINO biografia

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lecittà

INVISIBILI Le città invisibili è un’opera di Italo Calvino pubblicata nel 1972 e fa parte del periodo combinatorio dell’autore, in cui è evidente l’influenza della semiotica e dello strutturalismo. Nella letteratura combinatoria centrale diventa il lettore, che si trova a “giocare” con l’autore, nella ricerca delle combinazioni interpretative nascoste nella sua opera e nel linguaggio stesso. Il punto di partenza di ogni capitolo è il dialogo tra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, che interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero. Marco Polo descrive città reali o immaginarie, che colpiscono sempre più il Gran Khan. Il libro è costituito da nove capitoli, ma c’è un’ulteriore divisione interna: ognuna delle 55 città è divisa in base a una categoria (sono 11 in totale), dalle “città e la memoria” alle “città nascoste”. Il lettore ha quindi la possibilità di “giocare” con la struttura dell’opera, scegliendo di seguire un raggruppamento o un altro, la divisione in capitoli o in categorie, o semplicemente saltando da una descrizione di città a un’altra. Calvino stesso ha affermato, in una conferenza del 1983 alla Columbia University a New York, che non c’è una sola fine delle Città Invisibili perché “questo libro è fatto a poliedro, e di conclusioni ne ha un po’ dappertutto, scritte lungo tutti i suoi spigoli”. Le città descritte da Marco Polo diventano simbolo della complessità e del disordine della realtà, e le parole dell’esploratore appaiono, quindi, come il tentativo di dare un ordine a questo caos del reale. Perché ciò che Calvino vuole mostrare, come da lui stesso affermato alla fine del libro, è “l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme” e i due modi per non soffrirne: “Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper

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riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Ma queste città sono anche sogni, come dice Marco Polo: “tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra”. La realtà perde la sua concretezza e diventa fluida e puramente mentale, si realizza nella fantasia. I temi affrontati sono diversi e vari: dal tema del ricordo e della memoria a quello del tempo, da quello del desiderio a quello della morte. Il ruolo e la sfida del lettore è riuscire a cogliere il “discorso segreto”, le “regole assurde” e le “prospettive ingannevoli” di queste storie. Deve cercare un suo ordine personale nella vasta materia dell’opera. Per Calvino è infatti il libro in cui ritiene di aver detto più cose, perché, come afferma nel capitolo sull’Esattezza nelle Lezioni americane, è riuscito a concentrare in un solo simbolo tutte le sue riflessioni, esperienze e congetture, costruendo una struttura sfaccettata in cui ogni breve testo sta vicino ad altri in una successione che non implica una consequenzialità o una gerarchia ma una rete entro la quale si possono tracciare molteplici percorsi e ricavare conclusioni plurime e ramificate. Nelle Città invisibili ogni concetto e valore si rivela duplice: anche l’esattezza.

“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”

LE CITTÀ INVISIBILI riassunto e commento

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è un catalogo d’arte a cura di Pascal McLee

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