Magazine- vogue

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FASHION AND STYLE

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TUTE SPAZIALI: Sempre di più i soggetti coinvolti nella messa a punto di linee di abbigliamento a misura di orbita a base di materiali iper-tecnici a garanzia della massima sicurezza.

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SBARCO SULLA LUNA: La moda non ha potuto fare a meno di rendere omaggio con collezioni a tema e “moon look”.

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LA LUNA AL POLSO: Omega Speedmaster Moonwatch

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DA ALIEN A ANGEL: Shooting di Vittoria Ceretti

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L’ICONICO MOON BOOT: Da Giancarlo Zanatta alle passerelle di Chanel, la storia dei Moon Boot, gli stivali lunari che da oltre 50 anni dominano il panorama della moda.

LARA CHAMADI e i suoi cristalli

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THE NORTH FACE: Il marchio che ha aiutato gli esploratori a raggiungere altezze inimmaginabili sull’Himalaya, prende il suo nome dal lato più freddo e rigido di una montagna.

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SPACE AGE CONQUISTA: E se il nostro design provenisse da altri universi sconosciuti?

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FASHION SHOPPING

CON UNA BORSA METEORITE? La bora COSTA 40.000€ e sì, è in vendita


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DASSU’YAMOROSO, LA MODA GENDERLESS: Libertà, anticonformismo e genderless. sono questi i tre aggettivi chiave che riassumono l’estetica DassùYamoroso, brand streetwear fondato nel 2015.

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MUGLER FRAGRANZE ICONICHE: La prima fragranza nel 1992, frutto del genio avanguardista del couturier francese.

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6:AM GLASSWORK RIVOLUZIONA I LINGUAGGI DEL VETRO: Nel cuore di milano, 6:AM Glasswork ha ridato coraggio alle fornaci artistiche.

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FASHION NEWS

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GLI ALIENI NELLA MODA: Moda e nuove forma di vita, da Marc Jacobs a Carolina Strada.

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IL VOLTO DELLA FEMMINILITA’: Abbiamo la possibilità di esprimerci liberamente, di raccontarci attraverso i nostri sogni o più semplicemente di essere e non apparire.

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L’ARTISTA SACHA JAFRI ESPORRA’ UNA SUA OPERA SULLA LUNA: Sacha Jafri trasforma la Luna in una tela per la sua opera “We Rise Together”.

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NTENTS LE TUTE PRADA PER LA NASA: Innovazione e stile made in Italy, Prada progetterà le tute spaziali della missione Artemis 3 del 2025.

LA DONNA ‘ALIENA’ DI SCHIAPARELLI: Uno spettacolo e surreale che mescola eredità storica e visione futuristica.

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L’esplorazione dello spazio è da sempre stata una fonte di ispirazione per l’umanità. Tuttavia, nel mondo della moda, questo tema ha spesso ricevuto solo un’attenzione marginale. È arrivato il momento di cambiare tutto questo. In questo numero, vogliamo immergerci in un universo di creatività e innovazione, esplorando come il concetto dello spazio, sia esso il cosmo o il cyberspazio, si rifletta nelle tendenze e nell’immaginario della moda. Un viaggio interstellare attraverso il design, dove le stelle diventano il nostro palcoscenico e le nuove frontiere ispirano forme, tessuti e colori mai visti prima. Ciò che potrebbe sembrare fantascienza oggi, potrebbe benissimo diventare la realtà del domani, e vogliamo essere all’avanguardia di questo movimento. In questo numero, affronteremo domande intriganti e stimolanti: come il nostro concetto di spazio influenzerà il modo in cui ci vestiamo e ci esprimiamo? Quali materiali e tecnologie emergenti ci porteranno un passo più vicino a sfidare i confini dell’universo? E come possiamo tradurre l’emozione e il mistero dell’esplorazione spaziale in capi di abbigliamento che incantano e ispirano? Vogliamo coinvolgere i nostri lettori in un viaggio affascinante e visionario, invitandoli a

esplorare con noi le infinite possibilità del futuro della moda nello spazio. L’esplorazione spaziale ha sempre affascinato l’umanità, catturando la nostra immaginazione con la promessa di mondi sconosciuti e avventure senza fine. Così come gli astronauti sfidano i confini dell’universo, anche i designer possono esplorare nuovi orizzonti nella moda, creando capi che trasmettono l’intrigante senso di scoperta e meraviglia che accompagna l’esplorazione spaziale. Con l’innovazione tecnologica in continua evoluzione, ci sono infinite opportunità per incorporare elementi futuristici e futuribili nei nostri abiti, trasformando il concetto di moda spaziale da fantasia a realtà. questo numero speciale della rivista si propone di aprire nuove prospettive sul rapporto tra moda e spazio, invitando i lettori a riflettere sulle potenzialità creative e innovative che possono emergere dall’incrocio tra questi due mondi. Attraverso l’ispirazione dell’esplorazione spaziale, speriamo di stimolare una discussione appassionante sulla moda del futuro, spingendo i confini dell’immaginazione e anticipando ciò che potrebbe presto diventare realtà.

Matilde Cena 7


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FASHION AND STYLE

TUTE SPAZIALI: è tempo di space fashion

Sempre di più i soggetti coinvolti nella messa a punto di linee di abbigliamento a misura di orbita a base di materiali iper-tecnici a garanzia della massima sicurezza. 9


Il rinnovato interesse verso l’esplorazione della Luna con il programma Artemis della Nasa, cui l’Agenzia Spaziale Italiana ha aderito nel 2019, e il successivo obiettivo di portare l’uomo su Marte hanno riacceso i fari sulle tute. Tra l’altro, il contesto in cui questi particolari indumenti vengono ideati e sviluppati è diventato particolarmente variegato e competitivo: se un tempo la progettazione del guardaroba degli astronauti era appannaggio delle due nazioni protagoniste della ‘corsa allo spazio’, gli Stati Uniti e la Russia, ora hanno debuttato nel campo del volo umano anche altri soggetti, come la Cina – che sta costruendo la propria stazione orbitante – e le aziende private Blue Origin e SpaceX. Questi abiti dall’aspetto futuristico, che continuano a suscitare un innegabile fascino sui giovani e sul vasto pubblico (basti pensare alla vasta gamma di costumi per bambini e non ispirati alle tute spaziali e facilmente disponibili online), hanno conosciuto un notevole avanzamento tecnologico dai tempi dei primi voli umani del cosmonauta russo Yuri Gagarin e dell’astronauta statunitense Alan Shepard (avvenuti, rispettivamente, il 12 aprile e il 5 maggio 1961). Tuttavia, non hanno mai perso la loro caratteristica fondamentale: essere un guscio protettivo – quasi una sorta di minuscola astronave – nelle fasi più critiche delle missioni, come i viaggi da e per la Stazione Spaziale Internazionale e soprattutto le attività extraveicolari durante le quali gli astronauti lavorano nello spazio anche per molte ore consecutive. Questi abiti rappresentano un perfetto connubio tra funzionalità e design. La sicurezza è un elemento di primaria importanza e, nonostante gli sforzi intrapresi per garantire la massima tutela agli esploratori cosmici, gli imprevisti possono comunque presentarsi. È proprio quello che è successo il 16 luglio 2013 all’astronauta italiano dell’Esa Luca Parmitano che ha dovuto affrontare momenti drammatici quando il casco della sua tuta da esterni ha iniziato

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a riempirsi d’acqua a causa di una valvola difettosa. La vicenda, che si è conclusa felicemente grazie alla professionalità di Parmitano e ha ispirato il documentario Eva 23, è stata oggetto di una profonda indagine da parte della Nasa e ha costituito successivamente un momento di crescita e riflessione per evitare che un imprevisto così pericoloso potesse ripetersi. In conclusione, l’incidente che ha coinvolto Luca Parmitano è stato un chiaro richiamo alla necessità di continuare a migliorare i protocolli di sicurezza per gli astronauti. Ma alla luce delle innovazioni nelle tecnologie e nei materiali, come si evolverà il guardaroba degli astronauti? Cosa indosseranno i protagonisti del futuro allunaggio, previsto, per il momento nel 2025? La ‘collezione’ di tute sviluppate dai primi voli in poi si è infatti arricchita di due unità, pronte per prendere il via con le missioni del programma Artemis: sono la bianca xEmu (Exploration Extravehicular Mobility Unit) e l’arancione Ocss (Orion Crew Survival System). Progettati per scopi diversi, i nuovi completi dovranno garantire alle prossime generazioni sicurezza e agilità nei movimenti, visto che i


loro compiti saranno più impegnativi rispetto a quelli dei pionieri che li hanno preceduti. La xEmu, è stata ideata per le uscite sul suolo lunare: dovrà quindi resistere alle temperature estreme che caratterizzano l’ambiente del nostro satellite naturale, ma potrà essere proficuamente impiegata anche per le attività extraveicolari del Lunar Gateway, l’avamposto cislunare di appoggio per le missioni Artemis. La sgargiante Orion , invece, è stata ideata principalmente come ‘abito da viaggio’: sarà suo compito proteggere gli astronauti nelle delicate fasi di lancio e di rientro sulla Terra, ma potrà essere utilizzata anche nell’interno degli habitat

spaziali e in eventuali situazioni di emergenza. Per rispondere in maniera sempre più aderente alle dinamiche della vita a gravità zero, la moda ‘astronautica’ del futuro, oltre ai fondamentali requisiti di sicurezza, dovrà coniugare stile, tecnologia e praticità. Caratteristiche non molto lontane dall’abito “universale, che veste tutta la persona, dà completo agio di movimento e senso di risparmio di energia”, ovvero quella tuta inventata nel 1919 dai fratelli Ernesto e Ruggero Michahelles, esponenti del movimento artistico futurista noti come Thayaht e Ram. I due creativi sarebbero stati sicuramente fieri nel vedere che, dai primi voli in poi, per i voli successivi, versioni sempre più all’avanguardia del loro abito hanno avuto un ruolo così importante nell’accompagnare gli esseri umani alla scoperta dello spazio. In conclusione, l’evoluzione del guardaroba degli astronauti riflette non solo i progressi tecnologici e materiali, ma anche le esigenze e le sfide delle missioni spaziali che avvengono e avverranno negli anni futuri e per cui verranno fatti altri studi per potenziarli. 11


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FASHION AND STYLE

Sbarco sulla LUNA: La moda non ha potuto fare a meno di rendere omaggio con collezioni a tema e “moon look”.

Cinquanta anni fa, il 20 luglio 1969, l’Apollo 11 diventava la prima missione con equipaggio ad atterrare sull’unico satellite naturale permanente della Terra: gli astronauti Buzz Aldrin e Neil Armstrong mettevano piede su una superficie che nessun essere umano aveva mai raggiunto in precedenza. Un momento d’importanza storica seguito da circa 600 milioni di persone, che coronava un decennio

in cui, sin dal lancio dello Sputnik 1 da parte dell’Unione Sovietica nel 1957, l’Occidente e l’URSS erano state in competizione per aggiudicarsi il primo atterraggio sulla destinazione più ambita della storia dell’umanità. La corsa allo spazio del periodo della Guerra Fredda ebbe conseguenze di ampia portata, ispirando non solo un dibattito appassionato e l’incertezza rispetto al nostro rapporto col cosmo, ma an-

che una notevole ed influente produzione culturale. Per stilisti come André Courrèges, Paco Rabanne e Pierre Cardin significò ideare un modo nuovo di vestire. Questi e altri designer hanno posto le basi per un lascito che continua ancora oggi. Avvicinandoci al 50esimo anniversario dell’allunaggio, ripercorriamo mezzo secolo di momenti e look di moda ispirati a costellazioni, astronauti, alieni e il grande ignoto.

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ANDRÉ COURRÈGES 1993

Noto in parte per aver inventato la minigonna (merito che condivide assieme a Mary Quant), André Courrèges fu tra i primi nella moda ad essere affascinato dall’esplorazione del sistema solare. A partire dalla sua collezione Space Age del 1964, l’abbondante utilizzo del bianco e dell’argento divenne presto un elemento distintivo dell’estetica dell’epoca. Infatti, oltre alla minigonna, Courrèges ha contribuito a diffondere anche altri capi che hanno finito col simboleggiare il look “Moon Girl”, vedi stivali bassi, occhialini, tute pantalone come anche indumenti realizzati in lucido PVC. La sua ossessione per il comfort, l’innovazione e il design avveniristico seguì infatti tutti i vari 14

sbarchi sulla Luna e oltre. Si trattava di una sorta di vera e propria fissazione, che gli regalò inviti e accessi prestigiosi, tra cui quello alla sala di controllo della NASA a Cape Canaveral. L’impulso pionieristico di Courrèges nel campo della moda spaziale non solo ha influenzato la sua estetica, ma ha anche aperto nuove strade per l’industria. La sua visione futuristica ha ispirato una generazione di designer a esplorare nuovi materiali, tecnologie e concetti nell’abbigliamento. Questo approccio innovativo ha gettato le basi per un cambiamento radicale nel mondo della moda, introducendo idee audaci e avveniristiche che hanno infranto le convenzioni tradizionali. La collezione

Space Age di Courrèges ha rappresentato un punto di svolta, trasformando il modo in cui le persone concepivano l’abbigliamento e aprendo la strada a una nuova era di sperimentazione e creatività. La sua audacia nel combinare elementi futuristici con uno stile pratico e confortevole ha reso i suoi capi irresistibili per un pubblico sempre più desideroso di abbracciare il nuovo e l’avanguardia. La sua influenza si è estesa ben oltre il mondo della moda, ispirando anche la cultura popolare e influenzando la visione che le persone avevano del futuro. Le sue creazioni sono diventate simboli di un’epoca di innovazione verso il futuro, incapsulando lo spirito di un’era passata.


PACO RABANNE 1969 Nella mani dello stilista spagnolo Paco Rabanne, la corsa allo spazio divenne lo stimolo ideale per immaginare un futuro avant-garde. Lavorate con una serie di materiali innovativi, tra cui carta, plastica e, notoriamente, anche il metallo, le creazioni di Paco Rabanne rievocavano spesso splendide armature provenienti da un universo misterioso. Rivendicando ironicamente di «essere giunto sulla Terra dal pianeta Altair per coordinare la civiltà 78.000 anni fa», Rabanne creava ibridi tra arte e moda che facevano immaginare una forma particolarmente suggestiva di viaggio nel tempo, che abbinava ispirazioni medievali fatte di maglia metallica e altri indumenti di citazione storica ad un’età moderna cronologicamente

imprecisata. I cut-out audaci così come le costruzioni pionieristiche sono state immortalate nella commedia fantascientifica Barbarella del 1968 e sono stati copiati più e più volte nei decenni successivi. Versioni moderne dei suoi abiti in maglia metallica sono state sfoggiate da celebrità quali Paris Hilton e Bella Hadid mentre, di recente, una rivisitazione della sua iconica borsa in metallo 69 è stata un successo immediato. La visione di Rabanne, in cui la moda diventava una sorta di ponte tra epoche distanti e mondi alieni, si intrecciava con il fervore dell’era spaziale degli anni ‘60, quando l’umanità guardava oltre i confini terrestri con una miscela di speranza e trepidazione. Le sue creazioni incarnavano l’audacia

e la fantasia di un’epoca che abbracciava l’ignoto con una miscela di fascino e timore. Attraverso l’uso innovativo dei materiali e la fusione di stili e epoche, Rabanne ha trasformato la moda in un mezzo per esplorare non solo il futuro, ma anche il passato, offrendo una visione unica e avanguardistica dell’unione tra arte e tecnologia. In un mondo in cui la moda spesso rifletteva i cambiamenti sociali e tecnologici, le creazioni di Paco Rabanne erano avanti al loro tempo, anticipando una società in cui l’innovazione e la creatività avrebbero dominato il panorama culturale. Il suo approccio provocatorio e visionario ha ispirato generazioni di designer e continua a esercitare un’influenza duratura.

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PIERRE CARDIN 1993 In linea con i colleghi stilisti degli Anni ’60, anche le creazioni di Pierre Cardin accolsero la sfida di spingersi ai confini dell’universo, che lo stilista tradusse artisticamente in capi dai colori vivaci pensati per una donna “galattica”. Caratterizzati dalla sua passione per i dettagli inusuali (vedi maxi zip in vinile, motivi geometrici e una sorta di calzamaglia per l’intero corpo nota come body stocking) e per un approccio alle proporzioni di tipo architettonico, i capi di Cardin erano affascinanti e ironici allo stesso tempo. La sua sfilata 1969, intitolata Space Age and Futurism, fu fortemente influenzata dal fervore legato all’atterraggio sulla Luna e proponeva mantelle e abiti sfolgoranti con aperture simili alla coda di un razzo a partire dall’orlo. Come Courrèges, anche Cardin fu invitato a visitare la NASA, diventando il primo civile al mondo a provare la famosa tuta spaziale di Armstrong dopo aver – a quanto si narra - corrotto una guardia per ottenere l’accesso. L’esperienza lo toccò talmente tanto che finì col creare la sua versione delle tute spaziali per la NASA e nel 2000 affermò di continuare a sognare di avere una casa sulla Luna. Questo rapporto con l’innovazione e la visione futuristica non solo dimostra la sua ge16

nialità nell’anticipare i tempi, ma anche la sua capacità di tradurre concetti astronomici in abiti che incantavano e ispiravano. La sua audacia nell’esplorare nuove frontiere, ha contribuito a ridefinire i canoni estetici del suo tempo, lasciando un’impronta indelebile. La sua visione, avanguardistica e sorprendente, ha continuato a influenzare generazioni di stilisti, dimostrando che l’universo di Cardin va ben oltre i confini della moda tradizionale. La sua eredità persiste non solo nei suoi capolavori, ma anche nelle menti di coloro che continuano a sognare in grande, spinti dalla stessa curiosità e audacia che hanno animato il lavoro di questo pioniere della moda spaziale. La visione di Cardin non si limitava alla creazione di abiti spettacolari, ma si estendeva anche alla democratizzazione della moda, cercando di rendere accessibili le sue creazioni al pubblico più ampio possibile. Attraverso collaborazioni e la produzione di linee più accessibili, Cardin ha portato il suo stile innovativo nelle case di molte persone, trasformando l’idea di moda da qualcosa di elitario a qualcosa di più inclusivo e accessibile. Questo impegno ha consolidato la sua influenza e il suo status di visionario nella storia della moda.


THIERRY MUGLER 1979 Le proporzioni drammatiche e l’estetica umanoide-cyborg di Thierry Mugler sembrano essere gli eredi più naturali della tradizione space-age. Le sue modelle assomigliavano di frequente a creature spaventosamente accattivanti provenienti da un altro pianeta (non a caso il suo profumo si chiamava - e si chiama - proprio Alien) con tanto di armature in metallo che ricordavano lo stile di Paco Rabanne o abiti dalle linee estremamente audaci. La fine degli Anni ’70 furono per lo stilista un periodo particolarmente ispirato allo spazio: si pensi agli abiti plissettati color argento effetto carta stagnola o alle tute spaziali gold con cintura oppure ai copricapi d’ispirazione “casco da astronauta”. Questi ultimi, proposti nella collezione autunno inverno 1979, apparirono contemporaneamente futuristici e anacronistici grazie al mix di classico futurismo Anni ’60 e a quell’estetica “eccessiva” che sarebbe esplosa con gli Anni ’80.Mugler, con la sua visione audace e avveniristica, ha ridefinito il concetto di moda spaziale, trasformando la passerella in un palcoscenico intergalattico dove le sue creazioni erano protagoniste indiscusse. Il suo genio creativo si manifestava attraverso capi d’abbigliamento che sembravano venire direttamente dal futuro, mescolando elementi tecnologici con dettagli che richiamavano epoche passate. Le sue sfilate erano eventi spettacolari, veri e propri show che trasportavano il pubblico in mondi fantastici e surreali. Le modelle, vestite in abiti straordinariamente innovativi e futuristici, incarnavano l’essenza stessa dell’esplorazione spaziale e della conquista dell’ignoto. Mugler riusciva a trasformare materiali comuni in tessuti di altri pianeti, creando un’atmosfera di meraviglia e stupore. Le sue creazioni erano ma opere d’arte che sfidavano i confini della moda convenzionale. Con una visione pionieristica, Mugler ha influenzato generazioni di designer e ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della moda, dimostrando che la moda

può essere molto più di semplici vestiti: può essere un viaggio nel futuro, un’esplorazione dell’ignoto e un’espressione della creatività umana nell’affrontare l’infinito universo dello stile e del design. L’impatto delle creazioni di Mugler va oltre il mondo della moda, estendendosi anche alla cultura popolare e all’immaginario collettivo. I suoi abiti iconici sono diventati simboli di futurismo e innovazione, ispirando artisti, musicisti e registi di tutto il mondo. Il suo design visionario ha influenzato non solo l’industria della moda, ma anche l’arte, il cinema e la musica, lasciando un’impronta in-

delebile sulla cultura contemporanea. Attraverso le sue creazioni, Mugler ha trasceso i confini della realtà, portando il pubblico in mondi fantastici e surreali. I suoi abiti sono diventati costumi per performance teatrali e cinematografiche, trasformando gli attori in creature extraterrestri o eroi spaziali. La sua estetica unica ha ispirato numerosi artisti visivi e registi, contribuendo a plasmare l’immaginario di intere generazioni. Oltre alla sua impareggiabile creatività, Mugler è stato anche un precursore nell’affrontare tematiche sociali e culturali attraverso la moda.

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GIVENCHY 1999-2000 Alexander McQueen era un rivoluzionario nel mondo della moda, famoso per le sue creazioni che trasportavano il pubblico in spazi immaginari e visioni futuristiche. La sua sfilata finale, che presentava una rappresentazione dell’Atlantide di Platone con creature ibride tra l’umano, l’animalesco e l’oceanico, rimane un ricordo indelebile. Tuttavia, uno dei momenti di maggior ispirazione space-age della sua carriera è stato durante il suo periodo da Givenchy, quando ha lanciato una collezione autunno-inverno nel 1999 carica di tecnologia e con una sensazione di futuro incerto, preludio all’arrivo del nuovo millennio e del temuto Y2K. Le creazioni di McQueen non erano semplicemente abiti, ma opere d’arte che sfidavano le convenzioni e trasmettevano un senso di avventura e

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di novità. Le sue sfilate erano eventi straordinari che coinvolgevano il pubblico in performance artistiche, trasportandolo in mondi fantastici e surreali. Utilizzava la moda come mezzo di espressione e trasformazione sociale, collaborando con artisti, musicisti e tecnologi per esplorare nuove modalità di presentazione delle sue creazioni. La sua scomparsa prematura ha lasciato un vuoto nel mondo della moda, ma il suo spirito innovativo e ribelle continua a ispirare designer di tutto il mondo. L’eredità di McQueen ci ricorda che la moda può essere più di una superficiale forma di auto-espressione; può essere un potente strumento di cambiamento e di liberazione sociale da cui tutti i creativi, anche al giorno d’oggi prendono ispirazione per le loro opere.


ISSEY MIYAKE 1995 Curiose navicelle spaziali, alieni verdi e altre creature fantasmagoriche: la vita extraterrestre è stata spesso fonte di ispirazione per gli stilisti. I famosi abiti a disco volante di Issey Miyake furono un inedito ibrido tra lanterne di carta giapponesi, sculture biomorfiche e UFO. Realizzati in fogge e colori diversi durante gli Anni ’90, questi capi origami in poliestere erano formati da una concatenazione di forme a “disco volante” che si allungavano a cascata sul corpo regalando l’impressione di trovarsi davanti a qualcosa che fosse straordinariamente “in movimento”. Una sorta di oggetto spettacolare che volteggiava appena sopra la superficie della terra. La loro struttura intricata e le linee fluide evocavano l’immagine di astronavi zoomanti attraverso lo spazio infinito, catturando l’immaginazione di chiunque li indossasse o li osservasse. L’effetto ottico creato da questi abiti trasportava chi lo contemplava in un viaggio immaginario attraverso le galassie, trasformando la passerella in una sorta di portale verso mondi sconosciuti. La maestria tecnica necessaria per creare tali capolavori tessili rifletteva l’abilità visionaria di Miyake nel fondere concetti futuristici con elementi tradizionali giapponesi. La sua capacità di reinterpretare l’estetica spaziale in forme indossabili ha reso questi abiti veri e propri simboli di avanguardia nella moda. Gli abiti a disco volante di Miyake hanno catturato l’immaginazione del pubblico e dei critici di moda di tutto il mondo, diventando iconici nel loro genere e influenzando generazioni di designer successivi. La loro audacia e originalità hanno aperto la strada a nuove esplorazioni nella moda, spingendo i confini della creatività e trasformando la passerella in un terreno fertile per l’espressione artistica più stravagante. In un mondo dove il futuro sembra sempre più vicino e le frontiere dello spazio vengono costantemente esplorate, gli abiti di Miyake continuano a servire da ponte tra il presente e il possibile, incitando alla riflessione su cosa significhi essere umani in un universo tanto vasto e misterioso. Le creazioni di Miyake non sono state solo una celebrazione dell’immaginazione umana e della possibilità di vita extraterrestre, ma hanno anche incarnato un messaggio di unità e diversità. Attraverso i suoi abiti, Miyake ha trasceso le barriere culturali e linguistiche, offrendo una visione condivisa di un futuro in cui le differenze sono celebrate anziché combattute. In un mondo sempre più interconnesso, dove le distanze sembrano accorciarsi e le frontiere si sfumano, gli abiti a disco volante

di Miyake rappresentano un invito a esplorare l’ignoto con mente aperta e cuore coraggioso. Inoltre, gli abiti di Miyake hanno suscitato interrogativi sulla natura stessa della moda e della bellezza. Attraverso la loro struttura innovativa e le forme futuristiche, essi sfidavano le convenzioni tradizionali, suggerendo che l’eleganza e lo stile potessero essere definiti in modi completamente nuovi. Questo approccio rivoluzionario ha ispirato una generazione di designer e creativi a esplorare il potenziale della moda come forma d’arte e di espressione personale, trasformando radicalmente il panorama della moda contemporanea in qualcosa di nuovo e rivoluzionario. Infine, l’eredità degli abiti a disco volante di Miyake risiede anche nel loro impatto duraturo sull’immaginario collettivo. Come simboli di avanguardia e innovazione, essi continuano a essere fonte di ispirazione per artisti, scrittori e cineasti, che li utilizzano per evocare mondi fantastici e futuristici nei loro lavori. In un’epoca in cui la tecnologia e la fantasia si fondono sempre più strettamente tra di loro, gli abiti di Miyake rimangono un faro di creatività e ispirazione che illumina il cammino. 19


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L’iconico MOON BOOT Da Giancarlo Zanatta alle passerelle di Chanel, la storia dei Moon Boot, gli stivali lunari che da oltre 50 anni dominano il panorama della moda. Anno 1969. Giancarlo Zanatta, il brillante fondatore di un rinomato calzaturificio denominato Tecnica, si trova a New York per impegni aziendali di rilievo. Per quattro giorni consecutivi, si avventura su un treno partendo da Grand Central per raggiungere un cliente nel Connecticut. Durante queste giornate intense, sia al mattino che alla sera, mentre attende il treno, resta letteralmente affascinato dalla gigantografia di un astronauta che poggia il suo piede sulla superficie lunare. “Provavo un incredibile fascino per tre elementi. Per l’impronta lasciata, per lo scafandro che l’astronauta indossava e per quella scritta “we are on the moon”,” ha rivelato Zanatta durante l’evento EY L’imprenditore dell’anno 2019, 22

aggiungendo ulteriori dettagli alla sua esperienza americana. Rientrato in patria dopo venti giorni, mentre la maggior parte delle persone era ancora assorta nei pensieri legati alla conquista della luna, Zanatta continuava ad essere ossessionato da quell’immagine del “scarpone spaziale”. “Desideravo creare qualcosa di simile. Ho iniziato a fare alcuni schizzi, a consultarmi con un modellista, e poi con un altro, e ancora con un altro. Inseguito da quella lampante ispirazione. Ma mi mancavano i materiali, le suole, dovevo letteralmente costruire tutto da zero.” Ma come si suol dire, una mente che ha vagato non smette mai di farlo, così Zanatta alla fine giunge alla soluzione. “Mi è venuto in mente di utilizzare del

nylon e inserendo dei vellutini nello scarpone avrei potuto ottenere uno spessore ‘comodo e morbido’.” Successivamente, altre due brillanti intuizioni si fecero strada. “Ho pensato di renderlo ambidestro e adatto a diverse conformazioni del piede. Grazie allo spessore del vellutino, poteva essere indossato comodamente da persone con taglie diverse: da 27 a 30, poi da 30 a 32 e così via.” Così, in virtù di queste geniali innovazioni, nacque il celebre Moon Boot. In cinquant’anni, sono stati prodotti e venduti ben 25 milioni di pezzi. Durante la grande nevicata del 1984, quando tutte le scuole furono costrette a chiudere, furono venduti addirittura un milione di paia. Celebrità di fama mondiale come la Regina Beatri-


FASHION AND STYLE ce di Olanda, i Beatles e Carolina di Monaco lo hanno indossato con orgoglio. Il Moon Boot è stato declinato in mille varianti differenti, oggetto di imitazioni da parte di numerosi competitor e attualmente è un’icona di stile, con collezioni realizzate in collaborazione con prestigiose aziende della moda, da Jimmy Choo a Moncler. “Siamo entrati a far parte permanentemente della collezione del Moma e siamo presenti alla Triennale di Milano. Nel 2002, ci è stato persino riservato un posto di rilievo al Louvre come uno dei 1000 oggetti di design simbolo del XX secolo. Non avrei mai immaginato un successo così straordinario. Ma ci ho sempre creduto.” Giancarlo Zanatta, discendente da una lunga tradizione familiare di contadini e calzolai, cresciuto tra gli odori e i sapori della bottega che lo hanno sempre circondato fin da piccolo con la sua famiglia, ha appreso i segreti del mestiere fin da giovane età.

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Viaggio al CENTRO... 24


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01- PIUMINO OFF-WHITE 1650 EURO 02- SNEAKERS GLOVE OFF-WHITE 690 EURO 03- CARGO RAIN PANTS WIDE RAINS 110 EURO 04- MAGLIA IN COTONE EFFETTO FADED MSGM 280 EURO 05- BERRETTO IN FELTRO DI LANA MONCLER 380 EURO

...dello SPAZIO 25


Nel lontano 1966, due appassionati di trekking decisero di trasformare la loro passione in un piccolo negozio di attrezzature per arrampicata e zaini ad alte prestazioni. Poco dopo, quel piccolo negozio noto come The North Face iniziò a progettare e produrre attrezzature tecniche da montagna e abbigliamento con il proprio marchio, dando inizio a una lunga tradizione di innovazione e performance. Nel corso degli anni, The North Face ha conquistato un seguito di appassionati tra gli atleti outdoor e ha iniziato a sponsorizzare spedizioni nei luoghi più remoti e incontaminati del pianeta, contribuendo a forgiare il mantra che ancora oggi rafforza costantemente il brand: “Never Stop Exploring™”. Il logo di The North Face è diventato un’icona, comparando sempre più spesso nei sentieri delle ultramaratone, sulle piste delle alte montagne e sulle grandi pareti rocciose. Oggi, a oltre 50 anni dall’inaugurazione del suo primo negozio, The North Face offre una vasta gamma di abbigliamento, attrezzature e calzature ad alte prestazioni, superando continuamente i limiti dell’innovazione per consentire agli esploratori di superarsi sempre di più nelle loro avventure, sia in ambiente naturale che urbano. Con l’introduzione di The North Face Black Series, la funzionalità e la moda si bilanciano armoniosamente, offrendo silhouette di ispirazione outdoor di alta qualità trasportate nelle metropoli contemporanee. De-

THE NORTH FACE

The black series

The North Face, il marchio che ha aiutato gli esploratori a raggiungere altezze inimmaginabili sull’Himalaya, prende il suo nome dal lato più freddo e rigido di una montagna. 26


FASHION AND STYLE sign innovativo e tecnologia di punta rappresentano la vetta della modernità e del comfort per l’esploratore urbano di oggi, garantendo prestazioni eccellenti e uno stile senza tempo. Dalle cime delle montagne alle strade della città, il messaggio rimane inequivocabile: Never Stop Exploring. A partire dal 17 luglio, The North Face Black Series sarà disponibile nei prestigiosi negozi Leam in Via Appia Nuova 26, Roma, e sul negozio online www.leam.com, presentando una capsula esclusiva dedicata all’allunaggio. Lunar Voyage rappresenta uno stile outdoor da un altro pianeta, celebrando il 50° anniversario dell’atterraggio di APOLLO 11 sulla Luna con una Capsule Collection esclusiva dedicata agli “esploratori” extraterrestri. Il bianco, colore predominante dei capi della collezione, rende omaggio alle tute indossate dall’equipaggio dell’Apollo 11 nel lontano 20 luglio 1969. La giacca totalmente bianca offre una nuova alternativa sintetica alla piuma: ThermoBall™, una tecnologia isolante rivoluzionaria progettata in collaborazione con PrimaLoft®. Questa innovativa tecnologia offre le stesse caratteristiche di leggerezza, calore e compressibilità del piumino, garantendo prestazioni isolanti anche in condizioni umide. ThermoBall™ è un’imbottitura sintetica ultraleggera e altamente compressibile che mantiene il volume e trattiene il calore anche quando è bagnata, garantendo comfort e protezione in ogni situazione. La missione di sostenibilità del marchio si concentra nel proteggere le aree naturali e le comunità che le abitano, progettando e sviluppando prodotti e pratiche commerciali responsabili nei confronti dell’ambiente e della società. Attraverso valutazioni approfondite del ciclo di vita dei prodotti, si è dimostrato che la maggior parte dell’impatto ambientale deriva dalla lavorazione dei materiali e dalla produzione dei prodotti stessi, aree su cui The North Face dedica particolare attenzione. Il 17 luglio, in concomitanza con il lancio di Apollo 13 nello spazio, vi invitiamo a visitare i nostri negozi in Via Appia Nuova 26 o ad esplorare il nostro negozio online www.leam.com per scoprire la Lunar Voyage Capsule Collection, una collezione di abbigliamento fuori dal comune dedicata agli esploratori di ogni genere, sia terrestri che extraterrestri. Oltre ad offrire una vasta gamma di prodotti di alta qualità, The North Face si impegna attivamente per la sostenibilità ambientale e sociale. Consapevole dell’impatto che l’industria dell’abbigliamento e delle attrezzature outdoor può avere sull’ambiente, il marchio adotta misure per ridurre la propria im27


pronta ecologica. Questo impegno si traduce in pratiche commerciali responsabili, che includono l’utilizzo di materiali riciclati, il supporto a progetti di conservazione ambientale e la promozione di modalità di produzione più sostenibili. Inoltre, The North Face si impegna a proteggere le aree naturali in cui gli esploratori praticano le proprie attività. Attraverso iniziative come il programma “Explore Fund”, il marchio finanzia progetti di conservazione e accesso agli spazi naturali, garantendo che le generazioni future possano continuare a godere dei benefici dell’ambiente outdoor. Parallelamente alla sua missione 28

di sostenibilità, The North Face continua a ispirare e supportare la comunità degli esploratori attraverso eventi, programmi educativi e iniziative di beneficenza. Con il suo impegno per l’ambiente, la comunità e l’innovazione, The North Face si distingue come un marchio che non solo fornisce prodotti di alta qualità, ma anche promuove un modo di vivere attivo e responsabile.Infine, la collaborazione con altri marchi e istituzioni è una parte fondamentale della strategia di The North Face per continuare a innovare e a ispirare gli esploratori di tutto il mondo. Attraverso partnership con aziende leader nel settore tecnolo-

gico e collaborazioni con artisti e designer, il marchio si impegna a creare prodotti unici e di alta qualità che rispondano alle esigenze in continua evoluzione degli esploratori moderni.In conclusione, The North Face rappresenta non solo un marchio di abbigliamento e attrezzature outdoor, ma anche un simbolo di avventura, innovazione e sostenibilità. Con la sua lunga storia di supporto agli esploratori e il suo impegno per la protezione dell’ambiente, il marchio continua a guidare il settore verso un futuro più sostenibile e ispirato all’avventura. Oltre alla sua presenza nel settore dell’abbigliamento e delle


attrezzature outdoor, The North Face si impegna anche ad essere una fonte di ispirazione e motivazione per gli individui che cercano di superare i propri limiti e raggiungere nuovi traguardi. Attraverso campagne di marketing e iniziative di storytelling, il marchio condivide storie di esploratori e avventurieri che affrontano sfide straordinarie e superano ostacoli apparentemente insormontabili. Queste storie non solo promuovono il marchio, ma anche incoraggiano gli altri a seguire il loro spirito di avventura e a perseguire i propri sogni. Inoltre, The North Face è attivamente coinvolto nella promozione di uno stile di vita attivo e all’aria aperta. Organizza eventi sportivi, come corse in montagna e escursioni, che permettono alle persone di connettersi con la natura e di sperimentare in prima persona i benefici dell’attività fisica all’aperto. Queste iniziative non solo rafforzano l’identità del marchio come promotore dell’attività fisica, ma anche contribuiscono a creare comunità di persone che condividono la stessa passione per l’avventura e lo stile di vita outdoor. Infine, The North Face si impegna a essere un leader nel campo della responsabilità sociale d’impresa. Oltre a promuovere la sostenibilità ambientale, il marchio si impegna anche a sostenere le comunità in cui opera attraverso programmi di

beneficenza e iniziative di volontariato. Questi sforzi includono la donazione di abbigliamento e attrezzature agli individui in difficoltà, il supporto a progetti educativi e culturali e il coinvolgimento in programmi di soccorso in caso di calamità naturali. In conclusione, The North Face va oltre il semplice ruolo di marchio commerciale, diventando un catalizzatore per l’avventura, l’ispirazione e il cambiamento positivo. Con il suo impegno per l’innovazione, la sostenibilità e il benessere della comunità, il marchio continua a essere un punto di riferimento per gli esploratori di tutto il mondo, sia nella natura che nella vita di tutti i giorni. Inoltre, The North Face si distingue per il suo costante coinvolgimento nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie e materiali che migliorino le prestazioni e la durata dei suoi prodotti. Collaborando con istituti di ricerca e partner industriali, il marchio investe in innovazioni che vanno oltre il semplice design estetico, mirando a fornire agli utenti strumenti affidabili e performanti per le loro avventure. Questo impegno verso la ricerca e lo sviluppo che si sta prendendo si traduce in prodotti sempre più avanzati, avanguardisti e adatti alle condizioni più estreme che possano essere immaginate e diventa importante studiare nuove tecnologie.

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