Catalogo quello spazio chiamato biblioteca

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Foto T Soar / Archivio Adjaye

Quello spazio chiamato biblioteca

architetture urbane per la cultura e la socialita


un progetto promosso da Comune di Milano, Assessorato alla Cultura, Direzione Centrale Cultura, Settore Biblioteche e alterstudio partners srl a cura di alterstudio partners srl www.alterstudiopartners.com responsabile scientifico / Marco Muscogiuri idea, realizzazione, coordinamento / Micaela Bordin, Marco Muscogiuri,Matteo Schubert grafica / Benedetta De Bartolomeis www.dissociate.it testi / Marco Muscogiuri

Cultura


ARCHITETTURE URBANE PER LA CULTURA E LA SOCIALITÀ La biblioteca, da sempre luogo di conservazione e trasferimento della conoscenza, è oggi anche laboratorio multimediale di informazione e strumento contro il digital divide. Inoltre, sempre più, si rafforza il suo ruolo di centro di aggregazione sociale e nuova “piazza urbana”. Ma lo scenario muta molto velocemente. La Rete e l’ipertestualità stanno cambiando profondamente ruolo, funzioni e contenuti della biblioteca; l’informazione, il lifelong learning e la creatività sono oggi fattori chiave di competitività; l’offerta in servizi culturali e alla persona è diventata determinante nel confronto tra le città per attrarre risorse umane ed economiche, oltre che per rafforzare il “capitale sociale” di un territorio; emerge sempre più forte la richiesta di “luoghi terzi” di socializzazione di natura non commerciale; la crisi economica modifica le abitudini della classe media e incentiva l’uso di luoghi pubblici gratuiti, proprio nel momento in cui essi sono soggetti a tagli di bilancio. Oggi le biblioteche sono al bivio, soprattutto in Italia, tra la possibilità di rilanciare il proprio ruolo e il rischio di scomparire, soppiantate da altri servizi “pubblici”, dalle finalità commerciali più o meno palesi. Per sopravvivere la biblioteca deve rinnovarsi, arricchirsi, diventare un centro culturale integrato di servizi per la cultura, la formazione, l’informazione, la creatività, lo studio, il tempo libero, la socializzazione. Anche in Italia, come avviene all’Estero, le biblioteche potrebbero diventare nuovi catalizzatori sociali: luoghi dove incontrarsi, prendere a prestito un libro o un dvd, approfondire i propri interessi culturali e i propri hobby, leggere un giornale sorseggiando un caffé; ascoltare musica; navigare su internet; guardare la tv satellitare o un film; fare una ricerca; studiare fino a tarda sera da soli o in compagnia; assistere a eventi culturali; informarsi su che cosa accade in città e nel mondo; passare del tempo con i propri figli o con gli amici facendo qualcosa di bello e di interessante; frequentare un corso di formazione o un corso per il tempo libero; vivere il proprio presente e progettare il proprio futuro. L’Italia sconta una grave arretratezza, e non è affatto detto che le “biblioteche di pubblica lettura” siano considerate servizi di prima necessità dagli amministratori e dai loro cittadini. D’altronde sono un servizio che, pur essendo “per tutti”, nella realtà finisce per essere per poche categorie di utenti (bambini, studenti, anziani, etc.) selezionate come conseguenza di altri fattori, quali la localizzazione o gli orari: una biblioteca chiusa il sabato e la domenica pomeriggio non potrà che escludere tutti coloro che lavorano, confermandosi come mero luogo di studio e magazzino di prestito libri. Tuttavia, le esperienze italiane degli ultimi anni insegnano che è l’offerta a creare la domanda: nuove biblioteche ben progettate e realizzate hanno sempre un successo inaspettato, avviando processi di riqualificazione urbana e socio-culturale. L’organizzazione dei servizi, la qualità e la varietà del patrimonio documentario sono condizioni indispensabili ma non sufficienti a rendere efficace una biblioteca. Premesso che il 40% degli italiani legge fino a tre libri l’anno, il 9% è costituito da “lettori forti”, e la restante parte


legge meno di un libro l’anno, oggi è possibile accedere facilmente, gratis o a poco costo a un numero sempre maggiore di risorse documentarie. Dunque, se recarsi in biblioteca non è più un dovere allora deve diventare un piacere. A tal fine, è determinante l’architettura dell’edificio, non solo per consentire efficienza e funzionalità dei servizi, ma anche per attrarre nuovi utenti. Molto dipende dalle scelte architettoniche e urbanistiche, dall’ubicazione, dagli spazi interni e dagli arredi. La biblioteca deve possedere imageability: una sorta di pregnanza iconica, in grado di farne un caposaldo urbano, rappresentativo della funzione pubblica che ospita, veicolo di comunicazione politico-culturale e strumento nelle strategie di riqualificazione sociale e di “marketing territoriale”, capace di determinare nuove centralità e incidere fortemente nello sviluppo di una città.

Alterstudio partners, a Milano dal 1996, opera nel campo della progettazione a varie scale di intervento. Alterstudio partners ha realizzato progetti per committenti pubblici e privati e ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali, conseguendo premi e segnalazioni, approfondendo in special modo i temi inerenti gli edifici per la cultura e gli spazi pubblici, anche in collaborazione con studi di architettura internazionali, università, associazioni. Tra i progetti più importanti si segnalano: il Museo Europeo del Gioco e del Giocattolo di Roma (con Studio Zordan); la BEIC di Milano (con Bolles+Wilson); le nuove Biblioteche di Samarate, Meda, Melzo, Cassinetta di Lugagnano, Tione di Trento e Pergine Valsugana; la gipsoteca Mozzanica di Merate; il programma funzionale e il progetto degli interni delle biblioteche di Vignate, Albiate e Prato; il piano di fattibilità e il programma biblioteconomico della Biblioteca di Borgo Valsugana; il piano di riqualificazione di Villa Litta a Lainate. Alterstudio partners si occupa di elaborare programmi funzionali, museologici e biblioteconomici, e sviluppa inoltre progetti a carattere culturale e di ricerca, curandone i contenuti, la comunicazione e l’esposizione. I progetti dello studio sono stati presentati in diverse manifestazioni internazionali e pubblicati su quotidiani nazionali e riviste di architettura. I soci hanno realizzato diverse pubblicazioni e curato convegni e corsi sui temi della progettazione degli spazi per la cultura.


ELENCO DELLE BIBLIOTECHE IN MOSTRA Jaume Fuster, Barcellona Urban Mediaspace, Aahrus Openbare Bibliotheek, Amsterdam Biblioteca Municipale, Meda Stadtbucherei, Munster Tilane, Paderno Dugnano Médiathèque Troyenne, Troyes Peckham Library, Londra San Giovanni, Pesaro Culture Island, Middelfart Beic, Milano Idea Store, Londra San Giorgio, Pistoia effeMMe23, Moie di Maiolati Spontini Bibliothèque-Médiathèque, Fresnes Hauptbucherei, Vienna Biblioteca Municipale, Nembro Centro Culturale, Samarate Pablo Neruda, Albinea Centro Culturale, Cinisello Balsamo


barcellona / spagna bacino di utenza 140.000 ab.

Jaume Fuster

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

Foto LaurĂ

sup. lorda / 5.026 mq posti a sedere / ca. 230 di cui 40 sez. bambini raccolte / 60.000 voll.


Volano per la riqualificazione urbana del quartiere, una biblioteca che destò molti malumori negli abitanti, i quali avrebbero preferito una palestra o uno spazio ricreativo, ma ben presto è diventata il centro vitale e popolare di tutta la zona. La biblioteca è al centro del Districte de Gràcia, quartiere ad alta densità abitativa, dal tessuto urbano frammentato e privo di qualità edilizia. L’edificio, posto a snodo tra la trafficata Plaça de Lesseps e il parco lineare della Avinguda de Vallcarca, ha un ruolo strategico nella riconfigurazione urbana in atto. L’articolazione dell’edificio da un lato ricuce il tessuto urbano, con un retro continuo e convesso che restituisce agli edifici preesistenti la dimensione della piccola strada di quartiere; dall’altro si apre con ampie vetrate verso la piazza, modellando plasticamente la sagoma del volume edilizio con piani inclinati di copertura e tettoie che si abbassano e si sollevano lasciando spazio a grandi vetrate e che evocano la catena montuosa di Collserola, visibile in lontananza. L’organizzazione funzionale dell’edificio è efficace e relativamente semplice, ma con una complessa articolazione degli spazi interni, in una pianta a forma esagonale irregolare. Al piano terra vi è l’atrio di ingresso, in continuità con la piazza antistante, segnalato da un’ampia tettoia che corre zigzagando lungo il fronte principale, ombreggiando le vetrate dell’atrio, della sala riviste e giornali, della caffetteria e della sezione bambini. L’atrio costituisce lo snodo centrale del complesso, da cui è possibile accedere direttamente alla sala riviste e giornali e alla caffetteria (dotata di accesso autonomo). Il bancone di accoglienza, a triplo affaccio (su atrio, emeroteca e sala esposizioni), è in posizione di controllo dei percorsi di accesso all’auditorium (al piano interrato), alla sezione bambini, alla sala corsi, allo spazio espositivo, e alle scale e agli ascensori che portano ai livelli superiori. Il settore a scaffale aperto si sviluppa al primo e al secondo piano, con aree di studio e zone per la lettura informale, con ampie vetrate, spazi a doppia altezza o con il soffitto inclinato che segue l’andamento delle falde della copertura, creando una grande varietà di ambienti di differente dimensione, altezza, condizioni di luce, affaccio. Nelle finiture interne prevalgono le tonalità luminose e calde del bianco, del beige, dell’arancio; con ampie campiture in gesso, legno e intonaco lisciato, vetrate, spazi a doppia altezza o con il soffitto inclinato che segue l’andamento delle falde della copertura, creando una grande varietà di ambienti di differente dimensione, altezza, condizioni di luce, affaccio.

Biblioteca Jaume Fuster / 2001 - 2005 Architettura: Josep Llinàs Carmona, Barcellona Strutture: Jordi Bernuz Bertolín, Barcellona Impianti: Joan Gallostra Isern, Barcellona


aahrus / danimarca bacino di utenza 300.000 ab.

Urban Mediaspace

Archivio Schmidt Hammer Lassen

Archivio Schmidt Hammer Lassen

sup. lorda / 30.000 mq sup. lorda biblioteca / 13.000 mq posti a sedere / ca. 750 raccolte / ca. 300.000 voll. a scaffale aperto


La più grande biblioteca della Scandinavia: un “hub della conoscenza” permeabile alla città e ai suoi molteplici flussi, un landmark con vista a 360° affacciato sull’acqua, posato su una piastra sospesa sulla città. L’Urban Mediaspace di Aahrus sarà la più grande biblioteca della Scandinavia, centro focale di un’ampia operazione di riqualificazione urbana del porto della città. Il principio che sottende il progetto è quello di realizzare una grande piazza coperta, una “piazza del sapere” di 30mila mq (di cui ca. 13mila destinati a biblioteca) focalizzata non sui libri bensì sull’essere un vasto “hub della conoscenza”, che riunisce spazi pubblici interni ed esterni connessi senza soluzione di continuità e destinati a funzioni ricreative, di aggregazione sociale, di studio, di ricerca, dove poter usufruire liberamente di tutti i media, su qualsiasi supporto. L’edificio è caratterizzato da un elemento superiore di forma eptagonale irregolare, che contiene gli uffici e i laboratori della biblioteca, oltre ad altri spazi polifunzionali e uffici da affittare. L’inclusione di altre attività commerciali e terziarie intende incoraggiare l’interazione tra la comunità locale e il Mediaspace. Il volume superiore appare sospeso sopra un parallelepipedo interamente vetrato che accoglie le varie sezioni della biblioteca distribuite su tre piani open-space, come in centro commerciale, collegate tra loro da una successione di rampe: il settore di ingresso con servizi di accoglienza, informazioni di comunità, attività commerciali, caffetteria, “TransformationLab” (aree fortemente incentrate sulla multimedialità e l’interattività), spazi espositivi, l’area riviste e giornali, musica e spettacolo, servizi per bambini, ragazzi e adolescenti (tra cui un “Homework Café” e un “Children’s Theatre and Cinema” di 70 posti), salette polifunzionali, le varie sezioni a scaffale aperto, alternate a spazi di studio e di ricerca, laboratori di didattica e formazione permanente, un auditorium per 330 posti, sale conferenze, etc. Il volume del Mediaspace è posato su una sorta di vasta piastra, accessibile dalla piazza mediante ampie scalinate e rampe che digradano verso l’acqua. Il sistema di piazze, gradinate e spazi pubblici, progettato assieme all’architetto danese Kristine Jensen, richiama la forma dei banchi di ghiaccio flottanti nel mare. Al di sotto vi sono negozi e spazi pubblici, mentre i piani interrati ospitano parcheggi pubblici automatizzati.

Urban Mediaspace / 2009 - in corso Architettura e interni: Schmidt Hammer Lassen, Aahrus Strutture e impianti: Alectia Consulting Engineers, Virum Comunicazione visiva: Bosch & Fjord Interior Design & Art Biblioteconomia: The Danish School of Librarians H. Jochumsen e C. Hvenegaard Rasmussen


amsterdam / olanda bacino di utenza 760.000 ab.

Foto T. Ekkel

sup. lorda / 28.500 mq posti a sedere / ca. 1.375 di cui 600 con pc-internet raccolte / ca. 2 milioni voll.

Foto L. Kramer / Archivio Jo Coenen & Co Architekten

Openbare Bibliotheek


La più grande biblioteca pubblica d’Europa: aperta tutti i giorni fino alle 22; 28mila mq; 1.300 posti a sedere, 600 con pc connessi a internet; un ristorante con terrazza sulla città vecchia; un pianoforte nell’atrio dove suonare liberamente. La Openbare Bibliotheek Amsterdam, centro di una rete di 28 biblioteche e 43 punti di prestito, ha inaugurato il recupero dell’Isola di Oosterdok, che prevede la costruzione di oltre 200mila mq di nuovi edifici: attività commerciali e di ristoro, uffici, hotel, residenza e l’Accademia di Musica. L’edificio occupa uno dei lotti del masterplan: la forma trapezoidale del lotto e le dimensioni prescritte per il volume dell’edificio (120x40x40 m di altezza) erano tanto vincolanti da portare l’architetto a pensare al progetto “con occhi da scultore”, lavorando per addizione e sottrazione l’imponente volume monolitico. L’obiettivo era quello di creare all’interno luoghi attraenti e confortevoli, differenti tra loro non solo per funzione ma anche per atmosfera, luce, altezza e dimensioni, arredi, carattere. Il complesso edilizio è composto da un basamento, un volume intermedio e un attico. Il basamento, in gran parte vetrato, che risale lateralmente in un invaso a tutt’altezza delimitato da una facciata concava, è la parte più “urbana” della Biblioteca e intende comunicare trasparenza, accoglienza, immediatezza. Esso corrisponde, internamente, al piano terra (accoglienza, informazioni, emeroteca, internet), al piano seminterrato (sezione bambini e ragazzi) e al primo piano (musica, spettacolo, multimedia). Il volume centrale è una sorta di grande teca in legno, composta da moduli quadrati vetrati, molti dei quali veri e propri bow-window per la lettura, affacciati sul paesaggio. Questa sorta di grande scatola lignea ospita le sezioni a scaffale aperto, con spazi di studio e di lettura, comunica un’idea di silenzio, tranquillità, meditazione. L’attico contiene l’auditorium (275 posti) e un ristorante con terrazza affacciata sulla città vecchia: è il luogo del relax e della socializzazione. Nei sotterranei vi sono due piani di magazzini, mentre al seminterrato vi è la sezione bambini con piccole stanze tematiche realizzate con scaffalature circolari. Al centro dell’edificio vi è un ampio cavedio su cui si affacciano tutti i piani, ciascuno con table-filant con postazioni pc e internet. Un secondo invaso vuoto è quello delle scale mobili, che si sviluppano per tutta l’altezza dell’edificio come in un grande centro commerciale.

Openbare Bibliotheek / 2001 - 2007 Architettura e interni: Jo Coenen & Co, Amsterdam Strutture: Ove Arup, Amsterdam Arredi: Pola-Produktions Ingrid Annoukkee


meda, milano / italia bacino di utenza 21.300 ab.

Biblioteca municipale

Archivio alterstudio partners

Archivio alterstudio partners

sup. lorda / 1.850 mq posti a sedere / ca. 160 raccolte / 50.000 voll.


Un brutto edificio preesistente viene trasformato per ospitare la nuova biblioteca, con un’immagine architettonica di forte comunicatività e attrattiva: un nuovo “condensatore urbano” e un luogo di aggregazione sociale per la comunità. La realizzazione della nuova biblioteca diventa l’occasione per recuperare un brutto edificio preesistente alto due piani (che ha però il vantaggio di essere in posizione centrale e di proprietà comunale) proponendo servizi innovativi, in grado di fare della struttura un nuovo catalizzatore sociale. Pur sottostando ai vincoli imposti dall’esistente (tra cui la struttura e gli edifici adiacenti), il progetto ripensa il contenitore in funzione del contenuto, aumentando la volumetria, modificando le facciate, mutandone le caratteristiche morfologiche e materiche, cercando di realizzare un’architettura espressiva in grado di comunicare la nuova vocazione pubblica dell’edificio. Tutto concorre a rafforzare la nuova funzione di “condensatore urbano”: il disegno, i materiali e i colori delle facciate (in alluminio pressopiegato colore bordeaux); le vetrate sulla strada, che mostrano l’interno dell’edificio o si colorano in varie campiture semitrasparenti con le tende abbassate. Per ovviare all’articolazione su cinque livelli, dovuta alla ridotta superficie di ogni piano, e incoraggiare l’esplorazione dell’intero edificio, vengono ricavati affacci tra un piano e l’altro e spazi a doppia altezza con illuminazione zenitale. Al piano terra e al primo interrato si trova il settore di ingresso (novità, periodici, musica, hobby e tempo libero, temi di interesse); al primo piano la sezione bambini, con una lunga finestra a nastro serigrafata affacciata su strada; al secondo e al terzo il settore a scaffale aperto, che si articola intorno a uno spazio a doppia altezza illuminato dall’alto con posti a sedere distribuiti su table-filant; al secondo interrato una sala polifunzionale, una saletta corsi e un magazzino. Vi sono inoltre una sala studio al primo interrato (con vista sul giardino) e una terrazza con angolo caffetteria. L’organizzazione interna, all’insegna della massima flessibilità, consente di aprire ogni settore della biblioteca autonomamente, compresa la sala studio e la terrazza, permettendone così l’accessibilità anche a biblioteca chiusa.

Biblioteca municipale / 2008 - in corso Architettura: alterstudio partners srl, Milano Strutture: Enrico Busnelli, Meda Impianti: Teknema, Milano Biblioteconomia: Alessandro Agustoni


m端nster / germania bacino di utenza 265.000 ab.

Stadtb端cherei

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

sup. lorda / 9.750 mq sup. al pubblico / 4.000 mq sup. depositi / ca. 900 mq posti a sedere / 200 raccolte / 270.000 voll.


Una biblioteca che si lascia attraversare: il programma funzionale si traduce nella scomposizione in due corpi asimmetrici (Nahbereich e Mittelbereich), separati da un percorso pedonale e uniti dal ponte del reference e dal piano interrato (Fernbereich). In questa biblioteca il connubio tra qualità estetica e funzionale è particolarmente felice e l’architettura dell’edificio risponde al meglio a quella del servizio. La Biblioteca sorge in prossimità del centro storico, in un tessuto urbano frammentario e in gran parte ricostruito dopo la Seconda Guerra mondiale, che l’architettura dell’edificio interpreta senza mimetismi, aprendosi alla città e costruendo nuovi luoghi pubblici per la socialità. La Biblioteca, tanto complessa quanto ben congegnata e funzionale, interpreta al meglio il modello della dreigeteilte Bibliothek, la “biblioteca a tre livelli”, e si articola in due corpi separati da un percorso pedonale esterno (che traguarda la guglia della Lamberti Kirche), e collegati tra loro dal piano seminterrato e da un ponte aereo al primo piano. Il fabbricato più grande, di forma lineare e integrato con gli altri edifici dell’isolato, ospita il Nahbereich (al livello terreno), la sezione cataloghi e il reference (al piano ammezzato), e gli uffici (ai due piani superiori). Il corpo edilizio adiacente, dalla pianta a forma di mezzaluna, ospita il Mittelbereich, il settore a scaffale aperto con gli spazi di lettura, ed è articolato su tre livelli sovrapposti affacciati sul grande vano scale a tutt’altezza. Al piano interrato vi sono la sezione audiovisivi, la sezione bambini affacciata verso il cortile interno e il Fernbereich, il magazzino con gli annessi locali di servizio. Il settore di ingresso è caratterizzato da una sorta di galleria longitudinale illuminata zenitalmente (parallela alla strada pedonale), su cui si aprono spazi e “anse” per l’esposizione dei libri, per la sosta, per la consultazione. Tra interno ed esterno non vi è soluzione di continuità, e il rivestimento in porfido della piazzetta si prolunga nella caffetteria posta all’ingresso, visibile attraverso la grande vetrata. Nel settore di ingresso si trovano la sala riviste e giornali (provvista di caminetto e diventata sala delle feste della città), il banco informazioni e prestito (che realizza una barriera non costrittiva, ma invitante verso l’interno), l’area novità, i best-seller, la cultura locale, i temi d’attualità, le postazioni internet, i fumetti, i giochi da tavolo.

Stadtbücherei / 1987 - 1993 Architettura e arredi: Bolles+Wilson, Münster Strutture: Ing-Büro Thomas con Ing-Büro Menke und Kohler, Münster Impianti: Ing-Büro Albers, Münster


paderno dugnano, milano / italia bacino di utenza 47.000 ab.

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

sup. lorda centro culturale / 4.000 mq sup. biblioteca / 2.750 mq posti a sedere / 200 raccolte / ca. 45.000 voll

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

Tilane


Un nuovo opificio della cultura che richiama forme e tipologia architettonica della preesistente manifattura, di cui mantiene memoria nel nome, proponendosi come nuova piazza per la città e diventando il motore di un’ampia riqualificazione urbana. Tilane era il nome della fabbrica che sorgeva nell’area occupata dal nuovo centro culturale, che accoglie una grande biblioteca, un auditorium, spazi espositivi e una caffetteria. Il complesso edilizio, progettato dall’architetto Gae Aulenti, supportata dai bibliotecari e da consulenti biblioteconomi, è realizzato a scomputo oneri in un comparto residenziale e affacciato su un’ampia piazza porticata, con attività commerciali. Il centro culturale si sviluppa longitudinalmente tra la nuova piazza porticata e la ferrovia, aprendosi verso la prima con corti verdi e ampie vetrate e chiudendosi verso la seconda con alti muri punteggiati da finestre. L’uso del mattone, la tipologia edilizia e gli shed intendono richiamare gli edifici industriali della manifattura pre-esistente. L’interno è una successione di ampie sale di varia dimensione collegate tra loro da una galleria a tutt’altezza illuminata dall’alto. Al piano terra vi è l’accoglienza, la caffetteria affacciata su uno dei patii, la sezione musica e spettacolo, la sezione adolescenti, quella destinata a bambini e ragazzi, il vasto spazio a doppia altezza della “Piazza dell’Informazione”, con riviste, giornali, narrativa contemporanea e servizi di reference, le postazioni internet e opac, la sala studio. A livello del soppalco vi sono postazioni di studio (distribuite lungo il table-filant a parapetto) e gli scaffali della saggistica. Al piano terra gli scaffali sono su ruote, facilmente spostabili per avere la massima flessibilità, soprattutto della “Piazza dell’Informazione”, utilizzabile anche per eventi e attività di vario genere. Tilane persegue un’idea di biblioteca come centro di informazione e luogo di aggregazione sociale, informale, flessibile, in grado di rispondere ai molteplici bisogni dei vari pubblici che la utilizzeranno e ne abiteranno gli spazi, lontana dalla concezione tradizionale di una biblioteca fatta solo di pareti di libri e tavoli di studio.

Biblioteca Tilane / 2004 - 2009 Architettura e interni: Gae Aulenti e Associati Biblioteconomia: Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest, alterstudio partners srl Comunicazione visiva: Chia Lab srl, Bologna


troyes / francia bacino di utenza 170.000 ab.

MĂŠdiatheque Troyenne

Archivio Du Besset & Lyon

Archivio Du Besset & Lyon

sup. lorda biblioteca / 10.600 mq Sup al pubblico / 8.000 posti a sedere / 600 posti raccolte / 400.000 voll.


Un “hangar” dell’informazione e uno spazio aperto alla città: uno scrigno diafano che gioca sulla sovrapposizione di trasparenze e grafismi delle facciate, di vetrate colorate e superfici metalliche, di frangisole e del grande velario dorato. La biblioteca, localizzata in un quartiere in via di riqualificazione, è in adiacenza a un vecchio edificio scolastico, riconvertito a scuola di musica. Il rapporto con il contesto circostante riguarda gli usi, più che le forme: lontana da qualsiasi tipo di mimetismo, la biblioteca si presenta come spazio pubblico donato alla comunità, accentuando la continuità verso l’esterno e le trasparenze giocate mediante la sovrapposizione di schermi, vetrate colorate, frangisole. La biblioteca è pensata come grande contenitore, vero e proprio “hangar” dell’informazione, i cui spazi, aperti e sovradimensionati, sono impreziositi dai materiali utilizzati e dagli espedienti scenografici adottati. Laddove nel Beaubourg era evidente l’esasperazione ironica dell’estetica macchinista degli anni Settanta, qui è protagonista la capricciosa e diafana razionalità dei rivestimenti, il gioco dei metalli e dei vetri, l’interferire dei colori, la sovrapposizione delle trasparenze, il grafismo delle facciate. L’edificio presenta una stratificazione delle funzioni. Al piano terra vi sono l’atrio, vetrato, i servizi di accoglienza, la caffetteria e gli spazi espositivi. Da qui si dipartono tre ambienti longitudinali, separati da “fenditure”: il fondo antico, con scaffalature provenienti dall’abbazia di Clairvaux, alte fino a 7 metri e poste di sbieco con il pavimento in pendenza, in modo tale da forzare la prospettiva in una scenografia di grande impatto visivo; il deposito dei fondi preziosi, su tre livelli, centrale e compatto; la sezione Musica, Attualità e Periodici, vetrata verso l’esterno, con la Sezione Bambini soprastante, su un “vassoio” longitudinale dalle forme sinuose. Nelle “fenditure” si trovano spazi tecnici, scale, ma anche gallerie per le esposizioni permanenti. Al piano primo vi sono gli spazi di lettura e studio, in quattro sale separate da pareti in vetro tagliafuoco, disposte attorno al nucleo centrale delle scale, destinato alla lettura informale, al relax e ai fumetti. L’intera superficie del piano primo (circa 4.000 mq) è coperta da un velario dorato (in lamelle di alluminio) sospeso a soffitto, che unifica e rende omogeneo lo spazio, leggibile come una unità coerente. Sul retro si trovano, infine, i laboratori e gli uffici, su due piani sfalsati a causa del dislivello di cinque metri tra il fronte e il lato opposto.

Médiathèque Troyenne / 1999 - 2002 Architettura: Du Besset & Lyon, Parigi Strutture: Khephren Ingénieurie, Arcueil Impianti: Alto Ingénieurie, Bordeaux/Lyon Facciate: Van Santen et Associés, Lille


londra, southwark / uk bacino di utenza 253.000 ab.

Peckham Library

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

Foto R. Coyne / Archivio Alsop & Partners

sup. lorda / 2.600 mq posti a sedere / ca. 130 raccolte / 320.000 voll.


Un “oggetto” di architettura, irriverente, ironico e appariscente come un’opera di Pop Art, che diventa un caposaldo urbano, il punto di riferimento per tutta la comunità locale e il volano di un processo di riqualificazione di un’area degradata. La Peckham Library è situata nell’omonimo sobborgo di Londra, un quartiere “difficile”, caratterizzato da popolazione multietnica, in gran parte di provenienza afro-caraibica. Il progetto è stato concepito con l’intento di riqualificare il tessuto urbano e sociale, partendo anzitutto dal coinvolgimento degli abitanti stessi nella stesura del programma, mediante laboratori di progettazione partecipata condotti dagli architetti. Dal confronto con gli abitanti sono emerse varie esigenze, anche piuttosto distanti da quelle alle quali abitualmente deve rispondere una biblioteca: gli abitanti chiedevano infatti non solo una biblioteca con libri e audiovisivi, ma anche un luogo di incontro, di socializzazione, con spazi per le feste e persino per celebrare matrimoni. Il progetto risponde a queste esigenze, con un’architettura ludica, colorata ed esuberante, che intende riflettere la “rumorosa” vivacità della comunità che deve servire. L’edificio ha la forma di una “L” rovesciata: il cuore della biblioteca viene sollevato di circa dodici metri e sorretto da esili colonnine inclinate, realizzando una piazza sottostante su cui si affacciano tre piani di spazi e uffici per la comunità (bookshop, informazioni, servizi sociali, uffici per servizi comunali, etc.). Nell’ampia sala a scaffale aperto, dalle cui finestre si vede il panorama della città e la City non sembra poi così distante, “galleggiano” i pods: tre bozzoli scultorei rivestiti da scandole in legno e sorretti da tozzi pilastri inclinati, che ospitano tre diversi ambienti. Ogni pod, illuminato da un lucernario zenitale, ospita una particolare funzione: la sezione bambini, quella dedicata alla cultura afro-caraibica e una sala per riunioni e incontri.

Peckham Library & Media Centre / 1997 - 2000 Architettura: Will Alsop e Jan Störner, Londra Strutture: Adams Kara Taylor (AKT), Londra Impianti: Battle McCarthy, Londra


pesaro / italia bacino di utenza 90.000 ab.

San Giovanni

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

Archivio A. Agnoli

sup. lorda / 2.050 mq posti a sedere / 164 raccolte / ca. 50.000 voll


Una biblioteca pensata come una strada coperta, un passage da un punto all’altro del centro storico, una “piazza del sapere”: luogo di aggregazione sociale in grado di avviare un complesso processo di riqualificazione urbana e sociale. La biblioteca, localizzata nell’ex convento dei Cappuccini restaurato in occasione del Giubileo 2000, ha avviato un processo di riqualificazione urbana e sociale del quartiere, diventando ben presto la “piazza del sapere” della città e uno dei principali luoghi di aggregazione per la collettività. La flessibilità conferita agli spazi dal progetto di riuso, curato da Danilo Guerri e Massimo Carmassi, unita alle caratteristiche tipologiche dell’edificio e, soprattutto, all’abilità di Antonella Agnoli (che l’ha creata e di cui è stata direttrice scientifica fino al 2008) nel conciliare le esigenze funzionali ai vincoli esistenti, hanno dato vita a una biblioteca innovativa e moderna: una public library di matrice francese, amichevole, ricca di stimoli, flessibile nei molti usi degli stessi spazi, aperta anche la domenica. La biblioteca ha uno sviluppo lineare, con due ingressi opposti e una successione di sale e salette che si aprono una nell’altra, consentendo all’utente la possibilità di attraversare la biblioteca come una strada coperta, passeggiandovi liberamente, e facendo della biblioteca uno spazio pubblico per eccellenza. Al piano terra vi è la saggistica, in una suggestiva sala con volte in mattoni. In adiacenza vi è una veranda vetrata affacciata sul giardino, con carrel per lo studio individuale. Seguono altre sezioni: multimedia e formazione, musica, giovani, bambini e genitori, la caffetteria. Al piano superiore vi è una vasta sala con capriate lignee, con una loggia di lettura. Qui vi sono la narrativa, le riviste, i periodici e gli audiovisivi. Questo spazio è stato pensato per essere il “salotto” della comunità, con poltroncine per leggere o per conversare, con scaffali su ruote facilmente spostabili per consentire svariati usi della sala stessa (che accoglie conferenze a tema, inviti alla lettura, incontri con autori, etc.). Più defilata, vi è la sala studio: un ampio corridoio affrescato illuminato da lucernari zenitali, sul quale si affacciano, al secondo piano, piccoli studioli ricavati nel sottotetto.

Biblioteca San Giovanni / 2000 - 2002 Architettura: Danilo Guerri, Massimo Carmassi, Gabriella Ioli, Franco Panzini Comunicazione visiva: Dolcini & Associati Biblioteconomia: Antonella Agnoli


middelfart / danimarca bacino di utenza 14.500 ab.

Culture Island

Archivio Schmidt Hammer Lassen

Archivio Schmidt Hammer Lassen

sup. lorda / 4.500 mq sup. biblioteca / 2.500 mq


Il KulturØen (Isola della Cultura) nasce dalla sinergia tra amministrazione municipale e investitori privati e accoglie la biblioteca, l’ufficio informazioni turistiche, un ristorante, un cinema e la sala civica, in un edificio scultureo costruito sull’acqua. Middelfart è un’antica città portuale collocata all’estremità occidentale dell’isola danese di Fyn. Il KulturØen è un edificio polifunzionale che nasce dalla cooperazione tra amministrazione comunale e investitori privati, e riunisce servizi per la cultura e per il tempo libero: la biblioteca civica, un ristorante panoramico, un cinema multisala, il centro di informazioni turistiche, la nuova sala municipale e alcune sale polifunzionali. L’edificio, un’architettura contemporanea, scultorea e di grande impatto, è collocato su una penisola artificiale di forma semicircolare, costruita sull’acqua, realizzata sul waterfront del canale tra Jutland e Isola di Fyn. La forma organica dell’edificio scaturisce dal rapporto con il paesaggio circostante, su cui si apre con ampie vetrate inclinate che guardano ognuna un diverso panorama, e l’architettura appare come plasmata dal vento che sembra inclinare le pareti e incurvarle come vele di imbarcazioni. Le superfici concave e convesse in zinco-titanio risultano cangianti a seconda della luce e della stagione, mentre il mare riverbera nelle grandi vetrate. L’edificio è articolato su tre piani, che si affacciano l’uno sull’altro con ampi spazi a tutt’altezza e soppalchi. La biblioteca occupa il primo piano dell’edificio, e si sviluppa longitudinalmente come un ampio open space, stretto tra le masse convesse che racchiudono le due sale cinematografiche e altre sale polifunzionali. Gli scaffali sono distribuiti liberamente nello spazio, e ne occupano la parte centrale illuminata da lucernari, mentre in adiacenza alle vetrate si trovano gli spazi dedicati a sala studio, emeroteca, sezione bambini. Al piano terra vi è il ristorante, l’ufficio del turismo e l’accesso al cinema. Al secondo piano vi è la sala municipale e una sala polifunzionale per feste ed eventi. Le finiture interne della biblioteca sono giocate sul contrasto tra le pareti bianche, gli scaffali neri, le poltrone verde acido e i pavimenti in linoleum grigio.

Culture Island / 2002 - 2005 Architettura e interni: Schmidt Hammer Lassen, Aahrus Strutture: Hundsbæk & Henriksen, Vejle


milano / italia bacino di utenza 7.000.000 ab.

Beic

Archivio Bolles+Wilson

Foto T. Samek / Archivio Bolles+Wilson

sup. lorda complesso edilizio / 83.000 mq sup. utile bib. / 54.400 mq di cui 34.800 mq al pubblico sup. depositi / ca. 13.000 mq posti a sedere / 3.500 raccolte / 500.000 voll. + 3,5m vol. dep. chiuso


Un’arca della cultura e un’icona urbana per Milano: per rispondere alla crescente richiesta culturale; attivare forme di coordinamento tra le biblioteche esistenti; promuovere informatizzazione e digitalizzazione; offrire luoghi di aggregazione sociale. A metà tra la grande public library e la reference library, la Beic sarà una biblioteca “a tre livelli”, centrata sui servizi di informazione e reference, sulla promozione dei nuovi media, sull’integrazione tra risorse cartacee e digitali e con un Settore di Ingresso a forte impatto di pubblico. L’edificio, localizzato nell’ex-scalo ferroviario di Porta Vittoria sopra la stazione del passante ferroviario e in adiacenza a un nuovo complesso terziario, commerciale e residenziale, sarà un volume di circa 30 metri di altezza (il “Beic Box”), posto su un basamento alto 5 m, che digrada verso Est e Ovest con due ampie rampe attrezzate a verde. Un percorso pubblico attraversa il grande atrio, su cui si affaccia il resto della biblioteca, grande piazza coperta alta circa 25 m che accoglie il visitatore e gli consente di orientarsi facilmente. Il basamento contiene il “Mediaforum”, il centro conferenze, il centro didattico, gli spazi commerciali e di ristoro, i parcheggi, la biblioteca dei bambini (affacciata su un ampio giardino di pertinenza). Il “Beic Box” racchiude le funzioni principali della biblioteca (settore di ingresso, emeroteca, attualità e informazione, prestito, reference, sezioni a scaffale aperto). Nello spessore della “scocca” vi sono locali tecnici e di servizio, impianti e la maggior parte dei collegamenti verticali. Il deposito chiuso è ai piani interrati, mentre i laboratori e gli uffici sono in un blocco lineare alto due piani. Il “Beic Box” contiene i tre dipartimenti tematici a scaffale aperto (Scienze umane e sociali, Scienze e Tecnologie, Letterature e Arti), ed è il luogo del movimento, dell’incontro, dello scambio, della ricerca tra gli scaffali, della consulenza con i bibliotecari, del consumo dell’informazione. Dal “Beic Box” fuoriescono i bracci vetrati degli spazi di lettura, su rampe digradanti, con affaccio sul parco e sulla città: il luogo della sosta, della meditazione, dello studio, della quiete, del silenzio.

Biblioteca Europea di Informazione e Cultura / 2001 - in corso Architettura e arredi: Bolles+Wilson GmbH, Münster (capogruppo ATI Beic Milano) Studio di supporto locale: alterstudio partners srl, Milano (ATI Beic Milano) Strutture: AHW GmbH, Münster (ATI Beic Milano) Impianti: Manens Intertecnica srl, Verona (VE) Consulenza progetto esecutivo: Favero & Milan, Mirano Biblioteconomia: Giovanni Solimine et alii


londra - tower hamlets / ukabitanti / bacino di utenza 235.000 ab.

Idea Store

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

Idea Store Whitechapel sup. lorda / 4.500 mq posti a sedere / ca. 150 escluse sale corsi


“Library, Learning, Information” è il motto degli Idea Store: vicine a mercati o centri commerciali, aperte nel week-end, offrono servizi per cultura, formazione, informazione e tempo libero, con un “branding” accattivante e grande cura del cliente. Il progetto degli “Idea Store”, realizzato dal Comune di Tower Hamlets (East-End di Londra) per far fronte alle disagiate condizioni sociali e culturali di un quartiere a forte immigrazione e scarsa integrazione etnica e sociale, propone nuove strutture che combinano risorse e servizi bibliotecari con attività ricreative e di formazione. Gli Idea Store sono oggi le biblioteche più frequentate di Londra (Idea Store Whitechapel ha oltre 2.000 visite al giorno) e sono le uniche nel Regno Unito ad aver aumentato gli indici di prestito dei libri. Sono frequentate da tutti, senza distinzione di età, etnia, reddito, livello culturale, con una forte presenza di giovani, adulti e bambini. Dopo l’inaugurazione del “prototipo” di Bow (2002), realizzato in un edificio preesistente su progetto di Bisset Adams (che ha concepito la grafica e il branding), sono state costruite le sedi di Chrisp Street (2004) e Whitechapel (2005), su progetto di David Adjaye, che ha ideato l’immagine architettonica, di forte impatto comunicativo, con volumetrie stereometriche e facciate vetrate scandite da moduli rettagolari in parte trasparenti in parte colorati di cinque tonalità tra il verde e l’azzurro. Dopo Idea Store Canary Wharf (2006) altre tre dovrebbero completare il programma iniziale, che prevedeva la sostituzione delle dodici biblioteche vittoriane con sette strutture di nuova concezione. Idea Store Whitechapel (il più grande), si sviluppa su cinque piani, con una doppia vetrata su Whitechapel Road. Al piano terra si trovano l’atrio, in continuità con la strada, con spazi a doppia altezza su cui si affacciano i livelli superiori, la sezione musica e la sezione bambini. Ai livelli superiori vi sono le sezioni a scaffale aperto, intorno al nucleo centrale dei servizi e dei collegamenti verticali, con posti di lettura distribuiti lungo il perimetro vetrato e sale polifunzionali per corsi e attività ricreative. La caffetteria-emeroteca si trova all’ultimo piano, con vista sulla città. Idea Store Chrisp Street è su due livelli. Al piano terra dell’edificio, per lo più occupato da attività commerciali su strada, è collocato l’atrio di ingresso, a doppia altezza, mentre al primo piano vi sono gli spazi di lettura a scaffale aperto e sale polifunzionali per corsi e attività ricreative.

Idea Store Chrisp Street / 2001 - 2004 Idea Store Whitechapel / 2003 - 2005 Architettura: Adjaye Associates, Londra Strutture, impianti, facciate: Arup, Londra Comunicazione visiva: Bisset Adams, Londra


pistoia / italia bacino di utenza 84.000 ab.

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

sup. lorda / 8.000 mq sup. al pubblico / 6.000 mq posti a sedere / 360 raccolte / 300.000 voll.

Archivio Pica Ciamarra Associati

San Giorgio


Un edificio industriale dismesso, al centro di una vasta riqualificazione urbana, ristrutturato con inventiva, diventa la grande biblioteca della città, con ampi spazi dove incontrarsi, leggere, studiare, ascoltare musica, passeggiare tra i libri, bere un caffé. Il progetto della nuova biblioteca di Pistoia è stato elaborato dallo studio Pica Ciamarra e Associati, sulla base di un programma biblioteconomico redatto da Giovanni Solimine, che prevedeva una biblioteca basata sul modello “tripartito”, caratterizzato da una suddivisione dei servizi bibliotecari in tre livelli di progressivo approfondimento: settore di ingresso, settore a scaffale aperto, settore di approfondimento. Il progetto prevedeva il riuso di un capannone industriale dismesso (ex-Breda) collocato nell’area est di Pistoia, di cui vengono mantenuti l’impianto tipologico e strutturale, modificandone l’architettura e la distribuzione interna, ottenendo una superficie utile di 8.000 mq, per circa 350mila volumi (di cui 100mila a scaffale aperto) e un auditorium per 150 persone. La struttura puntiforme dell’edificio originario consentiva una grande flessibilità nella distribuzione interna delle funzioni. Delle tre navate del capannone viene lasciata a tutt’altezza quella centrale, che diventa così spazio di riferimento dell’intero complesso e galleria longitudinale di attraversamento. Per aumentare la superficie utile sono stati realizzati soppalchi nelle navate laterali e nuovi corpi aggiuntivi che si protendono verso l’esterno e consentono la creazione di terrazze di lettura al piano superiore. Al piano terra vi è l’accoglienza, la caffetteria, la sezione riviste e giornali, le postazioni internet e opac, i temi di interesse, la sezione bambini e ragazzi; al piano primo e secondo vi sono le sale di lettura e studio a scaffale aperto. Il deposito chiuso è collocato al piano terra, così come l’auditorium. Ognuna delle parti funzionali è indipendente dal resto. Il personale ha ingresso e collegamenti verticali riservati che evitano la sovrapposizione dei percorsi tra addetti e utenti. L’auditorium, la caffetteria, il centro documentazione, hanno un ingresso autonomo, indipendente dal resto della biblioteca. All’interno della galleria centrale vi sono alberi, ampi lucernari, patii interni e camini di sole ricavati nella copertura, che consentono di illuminare gli ambienti interni che non hanno affaccio verso l’esterno, favorendo anche la ventilazione naturale estiva.

Biblioteca San Giorgio / 2000 - 2007 Architettura: Pica Ciamarra e Associati con A. Verderosa, F. Calabrese, F. Archidiacono Strutture: Giampiero Martuscelli Impianti: Antonio Dori Biblioteconomia: Giovanni Solimine, Giovanni Di Domenico


moie di maiolati spontini, ancona / italia bacino di utenza 6.132 ab.

eFFeMMe23

Foto P. Sempricci, A. Sestito / Archivio Petrini Solustri

Foto P. Sempricci, A. Sestito / Archivio Petrini Solustri

sup. lorda / 1.215 mq posti a sedere / 56 raccolte / 15.000 voll.


Un’antica fornace ottocentesca ormai dismessa e semidistrutta torna a nuova vita diventando il centro culturale del paese, mediante un progetto di recupero raffinato ed estremamente accurato. Il progetto recupera un complesso architettonico composto da un’antica fornace ottocentesca tipo Hoffman, di forma ellittica a due piani, e un edificio di tre piani, destinato un tempo alla lavorazione dell’argilla. Mentre di quest’ultimo, destinato a uffici, è stato mantenuto soltanto l’involucro esterno, realizzando al suo interno nuove solette e una nuova struttura in acciaio, dell’edificio della fornace è stata preservata la particolare conformazione tipologica anche dal punto di vista della distribuzione degli spazi interni, che segue la geometria originaria del fabbricato. I locali al piano terra sono destinati a servizi per la collettività (spazi per associazioni, una sala conferenze, l’Informagiovani, il caffé letterario) nonché a locali adibiti a uffici per la biblioteca, locali tecnici e di servizio. Il piano primo e il soppalco sono interamente occupati dalla biblioteca. La biblioteca è un grande open space, dove le varie sezioni e attività funzionali sono distribuite lungo il perimetro, intorno alle scale di collegamento con il soppalco e il bancone di accoglienza e informazioni: l’area consultazione e studio a scaffale aperto, l’area multimediale, la sezione bambini e ragazzi, la sezione musica e spettacolo, un ufficio di back-office. Sul soppalco vi è una sala studio, affacciata sugli spazi sottostanti. La flessibilità data dagli arredi, su ruote e facilmente spostabili, consente l’utilizzo della sala di lettura a scaffale aperto anche come sala conferenza per particolari eventi. L’intervento è caratterizzato da grande cura nella scelta dei materiali e nelle modalità di intervento, soprattutto per quanto riguarda il rifacimento delle strutture portanti del tetto, andate distrutte e rifatte in acciaio, e nella realizzazione dei solai interni, costruiti in legno e acciaio, e dei tamponamenti, costruiti con mattoni di recupero.

eFFeMMe23 - Biblioteca La Fornace / 2004 - 2007 Architettura e interni: Nazareno Petrini, Anna Serretti Strutture: Raffaele Solustri, Marco Silvi, Renato Tonti Comunicazione visiva: ma:design Biblioteconomia: Antonella Agnoli


fresnes / francia bacino di utenza 25.300 ab.

Archivio Badia Berger

Archivio Badia Berger

Archivio Badia Berger

sup. lorda / 3.179 mq sup. bib. / 2.224 mq posti a sedere / 135 raccolte / ca. 95.000 voll.


Un edificio compatto, con ampie vetrate affacciate sul parco, articolato intorno a una “piazza” centrale a tutt’altezza su cui si affacciano tutti i livelli, intorno al bancone centrale del bibliotecario. La biblioteca sorge ai bordi di un parco, con un fronte sul lato strada e gli altri immersi nel verde. Il progetto risponde in modo puntuale al preciso programma funzionale redatto dal personale bibliotecario, che esigeva la possibilità di gestire la biblioteca con soltanto tre addetti, uno per piano. L’edificio è un volume a pianta quadrata, con un angolo tagliato da una rampa esterna che lo attraversa, passando al di sopra del vestibolo di ingresso, adibito a spazio espositivo e destinato a ospitare una caffetteria. All’ingresso è collocato l’ampio bancone di accoglienza, da cui è possibile controllare le altre aree al piano terra: la sezione di narrativa per adulti, la sezione bambini, l’area di lettura dei periodici, collocata nel grande invaso a doppia altezza su cui si affaccia il piano primo, con il settore a scaffale aperto e gli spazi di lettura, e il ballatoio al secondo livello, che ospita la sezione arte e musica. I vari livelli sono collegati da una scala e da una rampa, collegate tra loro dal pianerottolo intermedio, che salgono lungo la vetrata esterna di ingresso: colui che sa dove andare vi si dirige direttamente attraverso la scala, mentre il “flâneur” può passeggiare lungo la rampa, percorrendo una “promenade architecturale” all’interno dell’edificio. Scala e rampa interna hanno la medesima giacitura della rampa esterna, che organizza anche l’articolazione di parte degli spazi interni, negando l’impianto ortogonale dell’edificio. Lungo il perimetro sono distribuiti i posti di lettura, a tavolo o in carrel di studio, affacciati sul parco come bow-window. Il volume vetrato e trasparente degli spazi per il pubblico, è sormontato da una “piastra” più compatta, rivestita in rame brunito, contenente gli uffici, i laboratori e il magazzino chiuso.

Bibliothèque-Médiathèque / 1994 - 1998 Architettura: Badia Berger Architectes, Parigi


vienna / austria bacino di utenza 1.670.000 ab.

Hauptb端cherei

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

Foto M. Muscogiuri / Archivio M. Muscogiuri

sup. lorda / 8.795 mq sup. al pubblico / 4.040 mq posti a sedere / 150 raccolte / 300.000 voll.


Una biblioteca-nave, arenata a scavalco dei binari della metropolitana, tra due arterie di traffico, nel caos urbano del quartiere “a luci rosse”, che la biblioteca ha contribuito decisamente a riqualificare. La Hauptbibliothek sorge a cavallo tra le due carreggiate del Wiener Gürtel-Bundesstrasse, tra la stazione di Burggasse disegnata da Otto Wagner e l’Urban Loritz-Platz. Il lotto, stretto tra due arterie di traffico, sopra una stazione dei tram e in un punto in cui fuoriescono i binari della metropolitana, è l’estrema sintesi del caos urbano. Inoltre qui si trovava il centro del quartiere “a luci rosse”, dello spaccio di droga e della prostituzione. “Questo è precisamente il tipo di collocazione generalmente temuta da biblioteche e bibliotecari”, scrive il direttore Aldred Pfoser, “eppure è proprio il luogo dove la biblioteca è in grado di riscoprire la sua missione originale: la civilizzazione delle persone, la trasmissione della cultura e l’insegnamento dell’educazione nel bel mezzo del caos della vita moderna”. Il progetto di Mayr trasforma i vincoli in opportunità, utilizzando come punto di partenza l’immagine evocativa di Casa Malaparte (Capri, Adalberto Libera, 1938), che qui assume una dimensione ciclopica, diventando landmark urbano, con la grande scalinata che dalla piazza sale verso la terrazza aperta al pubblico, con una caffetteria da cui si domina il panorama di Vienna. L’edificio è infatti una sorta di nave, rivestita in laterizio, sospesa su possenti pilastri che consentono di guardare da una parte all’altra della strada. L’asse dei binari segna anche l’architettura dell’edificio, solcato nella facciata vetrata a Nord e al suo interno da una sequenza di cavedi longitudinali che attraversano tutti i piani, fino ai binari sottostanti, portando luce all’interno della Biblioteca. L’ingresso della Biblioteca è al secondo piano, mediante la gradinata (luogo di sosta e di incontro) o le scale mobili collocate nella hall al piano terra (da cui si accede anche alla metropolitana). Nell’atrio di ingresso, con soprastante soppalco con postazioni internet, c’è il bancone di accoglienza e prestito. La biblioteca è articolata su due livelli e in una sequenza di varie sezioni tematiche (tra cui la sezione bambini e la sezione musica), scandite dai lucernari e dai cavedi vetrati, fino agli spazi di lettura informale a doppia altezza affacciati sulla ferrovia. Grande attenzione è stata posta per far sì che nella biblioteca non si avvertissero vibrazioni o rumori, lasciando fuori il caos urbano circostante.

Hauptbücherei / 1999 - 2003 Architettura: Ernst Mayr Architekt, Vienna Strutture fuori terra: Hans Spreitzer, Vienna Strutture interrate: Pauser ZT GmbH, Vienna Impianti: Schmidt-Reuter, Vienna


nembro, bergamo / italia bacino di utenza 11.500 ab.

Biblioteca municipale

Foto P. Savorelli / Archivio Archea Associati

Foto P. Savorelli / Archivio Archea Associati

sup. lorda / 1.875 mq posti a sedere / 154 raccolte / 60.000 voll.


Una teca vetrata, rivestita da formelle frangisole colore rosso, racchiude un alto scaffale di libri e si giustappone alla corte di un ex-edificio scolastico di fine Ottocento, ad esso collegato mediante una nuova sala ipogea. Il progetto prevede il recupero e l’ampliamento di un edificio scolastico di fine Ottocento, nel rispetto della struttura esistente caratterizzata da un corpo a “C” che delimita una corte centrale. Piuttosto che puntare sulla scontata soluzione della copertura di quest’ultima, che avrebbe violato la tipologia del complesso, il progetto prevede la costruzione di un nuovo blocco autonomo, studiato per forma, dimensioni e posizionamento per diventare non soltanto l’elemento completante, dal punto di vista fisico e funzionale, delle strutture esistenti, ma anche un’emergenza architettonica nel contesto urbano. L’ingresso rimane quello originario, da cui si accede alla reception e al portico, chiuso da vetrate, che funge da corridoio di distribuzione. Una scala metallica porta al piano interrato, sottostante la corte, che ospita il settore periodici e il reference. Il nuovo corpo di fabbrica è concepito come unico grande volume, uno “scrigno” che contiene al suo interno una grande libreria in legno che si sviluppa dal piano interrato su quattro livelli, circondata da ballatoi, con table-filant affacciati sul vuoto sottostante e sulla corte interna. Nell’edificio preesistente vi sono sale studio, una sala polifunzionale per 40 persone, la sezione bambini, magazzini, uffici e spazi di servizio. Il corpo aggiunto, completamente vetrato e trasparente, è interamente rivestito da una trama di frangisole in formelle di laterizio colorato di rosso, ancorate su una struttura in acciaio, che consente di schermare e filtrare la luce solare esterna caratterizzando, fortemente l’immagine del nuovo volume.

Biblioteca municipale / 2002 - 2007 Architettura: Archea Associati, Firenze Strutture: Favero & Milan Ingegneria, Mirano Impianti: Studio Tecnico Zambonin, Rubano; Ing. Eros Grava, Venezia


samarate, varese / italiaabitanti / bacino di utenza 16.500 ab.

Centro Culturale

Archivio alterstudio partners

Archivio alterstudio partners

sup. lorda / 1.500 mq posti a sedere / ca. 170 raccolte / ca. 30.000 voll.


Un nuovo centro culturale progettato all’insegna della flessibilità, della semplicità di gestione, del risparmio energetico e della funzionalità, ma con un’immagine architettonica di forte comunicatività e attrattiva: una nuova “piazza” per la collettività. Il Centro Culturale sarà collocato in una zona residenziale in adiacenza al polo scolastico. Il complesso edilizio è composto dal corpo compatto dell’auditorium (con foyer vetrato su strada e palco apribile verso l’esterno per uso estivo) e quello della biblioteca, più articolato. L’insieme gioca sul contrasto tra vuoto e pieno, luce e ombra, levigatezza del metallo brunito e del vetro e scabrosità degli intonaci. I due corpi (realizzabili in due lotti successivi) sono separati da una galleria coperta, di accesso al parco e alla biblioteca. I volumi in rame brunito, aggettanti sulla piazza, sembrano levitare sulle vetrate del foyer dell’auditorium e della biblioteca. Asimmetrico, si eleva un alto elemento monolitico in vetro opaco (contenente le scale e l’ascensore, nonché i camini per la ventilazione naturale), che di sera si illumina con colori, immagini e video retroproiettati. L’articolazione interna punta alla massima flessibilità, con grandi open space e arredi su ruote. La sala dell’auditorium (con sedie mobili) è utilizzabile anche come spazio polifunzionale, per feste, eventi, esposizioni. Il cuore è la “Piazza dell’informazione”, a doppia altezza, con affaccio sul giardino di pertinenza. Qui si trovano l’angolo caffetteria, le sezioni musica e spettacolo (con una saletta video e ascolto), le novità, la narrativa, l’emeroteca. Il bancone è baricentrico (con retrostante ufficio e magazzino), e controlla l’accesso alla sezione bambini, alle sale corsi (anch’esse flessibili e componibili tra loro), alla sala prove per la musica e al primo piano, dove vi sono il settore a scaffale aperto e la sala studio, con una loggia e una terrazza di lettura. Nel progetto è posta grande attenzione all’illuminazione naturale e sono previste tecniche bioclimatiche passive e attive per il risparmio energetico (pannelli solari e fotovoltaici, pompe di calore geotermiche che usano l’acqua di falda, etc.).

Centro Culturale / 2008 - in corso Architettura: alterstudio partners srl, Milano Strutture: Studio Ing. Francesco Iorio, Bergamo Impianti: Ariatta Ingegneria dei Sistemi srl, Milano Bibliotecomia: Sistema Bibliotecario Consortile “Panizzi”


albinea, reggio emilia / italia bacino di utenza 8.626 ab.

Pablo Neruda

Foto P. De Pietri / Archivio Ufficio Prpogetti a. a.

Foto P. De Pietri / Archivio Ufficio Prpogetti a. a.

sup. lorda / 1.600 mq sup. lorda biblioteca / 910 mq posti a sedere / 60


Il riuso di una ex scuola materna a cui viene giustapposto un nuovo edificio di ampliamento articolato in tre padiglioni in acciaio corten e vetro protesi verso il parco circostante, e immersi tra i grandi frassini preesistenti. Il nuovo centro culturale di Albinea riunisce la biblioteca comunale, la sala civica, il centro giovani, e la pro-loco, riadattando a nuovo uso l’edificio della ex scuola materna e realizzando un ampliamento costituito da una nuova struttura architettonica, a impianto “palmato”, con tre padiglioni rivestiti in acciaio corten con ampie vetrate affacciate sul parco. Per garantire sostenibilità gestionale e ambientale, l’amministrazione ha investito su un edificio totalmente autonomo da un punto di vista energetico che utilizzerà solo fonti di energie rinnovabili. L’impianto planimetrico ha consentito di preservare i rigogliosi frassini preesistenti, realizzando una sorprendente integrazione tra l’interno dell’edificio e il giardino esterno. Le singole sezioni della biblioteca, come le dita di una mano, convergono su un luogo centrale – sorta di “piazza” – dove è collocato il bancone dell’accoglienza e gli spazi comuni, le scale e l’ascensore. Intorno alla “piazza” si articolano le varie zone funzionali: la sezione giovani, l’emeroteca, la sezione musica e spettacolo, l’area a scaffale aperto, la sezione ragazzi (6-12 anni), gli uffici. Al piano primo vi sono postazioni di studio e di ricerca con pc. Un terzo padiglione ospita la sala civica, mentre nella ex-scuola materna sono collocati la sezione bambini (0-6 anni), collegata direttamente al nuovo edificio: la proloco, il centro giovani e altre salette polifunzionali, collocate al piano primo. Grande attenzione è posta all’illuminazione naturale e artificiale. Il rivestimento esterno è in lastre di acciaio corten, mentre tra le finiture interne prevalgono il gesso, il cemento lisciato e il vetro. L’edificio adotta numerose soluzioni di bioclimatica passiva: produce attraverso i pannelli fotovoltaici e il sistema geotermico l’energia necessaria per riscaldamento ed raffrescamento. I consumi sono minimi grazie all’ottimo isolamento della facciata ventilata, che consentirà di contenere i medesimi al di sotto dei 30 KW/mq/anno permettendo di classificare in “classe A” l’intero complesso.

Biblioteca Pablo Neruda / 2005 - 2009 Architettura e interni: UFFICIO PROGETTI architetti associati Giorgio A. Bertani e Francesca Vezzali, Reggio Emilia Strutture: Carlo Cabassi, Reggio Emilia Impianti: Luciano Canei Reggio Emilia, Cavazzoni associati, Reggio Emilia Biblioteconomia: Patrizia Lucchini


cinisello balsamo, milano / italia bacino di utenza 72.000 ab.

Centro Culturale

Archivio DO_It Associati

Archivio DO_It Associati

sup. lorda / 18.000 mq sup. lorda biblioteca / 2.700 mq posti a sedere / 160 raccolte / 120.000 voll.


Dietro la facciata di una vecchia scuola, unica parte mantenuta intatta, viene realizzato un nuovo involucro vetrato, con ampi open space scanditi dalla struttura in cemento armato a vista, affacciati su una galleria di distribuzione a tutt’altezza. La biblioteca è parte di un centro culturale (biblioteca, centro multimediale, centro documentazione storica, centro conferenze, spazi per esposizioni temporanee) che si inserisce in un più ampio piano di riqualificazione urbana, e si pone come elemento di connessione all’interno del sistema dei servizi pubblici esistenti nell’intorno. Il progetto, vincolato al mantenimento della facciata principale della ex-scuola Cadorna, ne ripristina il volume originario attraverso una successione di portali strutturali e di superfici esterne interamente vetrate, mentre elementi aggettanti metallici articolano il corpo vetrato principale sottolineandone gli ingressi. Il complesso si articola su tre livelli fuori terra e due interrati nei quali trovano spazio la galleria tecnica (secondo interrato), la biblioteca vera e propria, il centro multimediale, il centro di documentazione storica, il centro conferenze (176 posti), gli spazi espositivi, gli uffici e la caffetteria. La piazza antistante, ridisegnata, è in continuità con il settore di ingresso, spazio di transito e di incontro con esposizione di libri e multimedia, che si sviluppa longitudinalmente distribuendo l’emeroteca, lo spazio internet, la caffetteria (con accesso autonomo) e la sezione quick-reference. Una scala, che corre parallelamente alla facciata nello spazio a tutt’altezza dell’atrio, distribuisce agli altri livelli. Al piano primo vi sono da un lato la sezione ragazzi e la sezione musica, mentre nell’ala destra sono collocati gli uffici e i laboratori del centro multimediale e del centro di documentazione storica, organizzati come blocco indipendente dai percorsi del pubblico. Il piano secondo è occupato quasi interamente dalla sezione prestito e lettura a scaffale aperto, con una vetrata panoramica, lucernari per diffondere la luce naturale in profondità e un’ampia terrazza sulla piazza. L’ala destra è destinata agli uffici della biblioteca. Il primo piano interrato, con ingresso indipendente, ospita le altre funzioni del centro: l’auditorium da 176 posti, una sala polifunzionale (per mostre, conferenze, eventi, etc.), spazi espositivi, locali di servizio (reception, guardaroba, camerini, magazzini), sale studio, sale riunioni e aule per la formazione. Su questo piano si trovano anche i depositi, mentre al secondo interrato si trovano i locali tecnici.

Centro Culturale / 2001 - 2010 Architettura: DO_It Associati (R. Gaggi, C. Gagliardi, L. Peralta, M. Tesse) Strutture: PROGES Engineering S.a.s Impianti: AI Engineering S.r.l. / AI Studio


VIENI! CI VEDIAMO IN BIBLIOTECA Il Settore Biblioteche del Comune di Milano ha ricevuto un importante finanziamento da parte delle Fondazioni Cariplo e Vodafone nell’ambito del bando “Favorire la coesione e l’inclusione Sociale mediante le biblioteche di pubblica lettura”, per avviare una sperimentazione su cinque biblioteche pilota, per fare delle biblioteche dei “condensatori sociali” per l’inclusione e l’aggregazione. Le biblioteche di pubblica lettura del Comune di Milano da sempre dedicano attenzione ai bisogni, manifesti e latenti, presenti nella propria comunità di riferimento mettendo a disposizione documenti, fornendo servizi e proponendo iniziative di promozione della lettura. Ma nello scenario attuale, estremamente mutevole (influenzato dalla crisi economica, dai cambiamenti sociali conseguenti alla globalizzazione, dalla crisi dei modelli familiari tradizionali, dalla precarietà delle condizioni di lavoro, dall’indebolimento dei sistemi di protezione sociale, dallo sviluppo tecnologico e delle reti, dai condizionamenti mediatici su bisogni e sui consumi), è necessario che anche le biblioteche pubbliche ripensino il loro ruolo e i loro obiettivi nel contesto urbano e sociale. Fornire un’offerta efficace di cultura comporta oggi un investimento specifico in termini di progettualità. E questo è tanto più vero nel caso del settore pubblico, che rappresenta l’unico soggetto deputato a garantire il “diritto alla cultura”, il cui libero accesso è uno degli aspetti che qualificano una società. In questo senso, l’investimento in politiche culturali ha delle ricadute importanti anche nel campo delle politiche sociali e territoriali: progettare cultura significa progettare il benessere e il futuro della comunità, gettare le basi per la crescita e il consolidamento delle relazioni sociali, progettare strumenti di inclusione per contrastare l’emarginazione, realizzando reti coordinate di servizi e valorizzando le risorse stesse di una comunità. In generale, infatti, l’offerta di servizi alle persone e alle famiglie, in termini di cultura, di svago, di qualità ambientale è senza dubbio un fattore importante per lo sviluppo locale, nonché di attrattività in termini di confronto competitivo fra territori. È evidente che lo sviluppo di un territorio non è solo conseguenza del suo livello culturale. Tuttavia è altrettanto evidente che da un lato la formazione permanente è e sarà sempre più il fattore chiave della competitività e dello sviluppo economico; dall’altro che in una società sempre più esigente, basata sui parametri del consumismo e sulla soddisfazione dei propri bisogni ben oltre il soddisfacimento delle condizioni minime di sopravvivenza, diventa prioritario riuscire a soddisfare le richieste di cittadini-“utenti” che, se non accontentati, si spostano altrove. Si determina, infatti, con forza crescente, un confronto su base locale tra i vari centri urbani sempre più centrato sul coordinamento e sull’integrazione tra performance economiche, qualità della vita, offerta culturale e coinvolgimento delle componenti sociali. In particolare, la cultura rappresenta una nuova forma di welfare per i


cittadini, spingendo questi ultimi a riscoprire la propria città, a coglierne tutte le opportunità, a dare voce alle proprie esigenze e bisogni, a partecipare ai processi di pianificazione urbana, ad attivare processi di integrazione sociale. Per queste ragioni, il Comune di Milano intende investire nelle biblioteche e ripensarne il ruolo, per farle diventare un luogo privilegiato dove sperimentare progetti di coesione e inclusione sociale, dei “condensatori sociali”, luoghi di confronto culturale per le comunità locali, promuovendo inoltre l’accesso alle biblioteche soprattutto di coloro che normalmente non le utilizzano. In tal senso il Settore Biblioteche del Comune di Milano ha aderito con entusiasmo al bando di finanziamento “Favorire la coesione e l’inclusione Sociale mediante le biblioteche di pubblica lettura” promosso dalle Fondazioni Cariplo e Vodafone, che aveva come finalità quelle di fare delle biblioteche degli agenti culturali in grado di favorire al coesione sociale e attirare nuovi utenti. Il Settore Biblioteche, assieme a partner privati no-profit, ha aderito al bando con un progetto estremamente ambizioso e articolato, che investe, in prospettiva, l’intero sistema e vede coinvolte in particolare cinque biblioteche rionali, che fungeranno da casi esemplari di una sperimentazione che si intende estendere a tutte le biblioteche del sistema milanese. Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento di 225mila euro da parte delle Fondazioni Cariplo e Vodafone, interviene in differenti quartieri della città (Zona 2/Biblioteca Crescenzago, Zona 3/Biblioteca Venezia, Zona 5/Biblioteca Tibaldi e Biblioteca Chiesa Rossa, Zona 7/Biblioteca Baggio). Ogni biblioteca viene utilizzata come luogo privilegiato dove avviare percorsi, attività di tipo sociale e culturale, laboratori, occasioni di incontro, eventi, etc. finalizzati ad attirare nuovi utenti, soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione. I “target” individuati sono, in particolare, donne e bambini, adolescenti, stranieri. Le varie attività previste nelle biblioteche nascono dalla sinergia con soggetti locali già ben radicati (associazioni socio-culturali, enti no-profit e del Terzo Settore, gruppi di cittadini, associazioni impegnate nel campo dell’arte, del teatro, etc.). Al fine di avviare un reale cambiamento che risulti duraturo e che permanga alla fine del processo di sperimentazione, il Settore Biblioteche si avvarrà inoltre anche di esperti di progettazione e programmazione di biblioteche per produrre una documentazione che, a partire dall’analisi delle biblioteche interessate e dai risultati delle attività sperimentate, elabori delle “linee guida di intervento”, atte sia a dare indicazioni per intervenire sulle strutture coinvolte, sui servizi offerti e sui relativi spazi, sia a gettare le basi per progettare una nuova tipologia di biblioteca di quartiere, incentrata sulle funzioni di condensatore sociale, centro di diffusione di cultura e informazione.

Il processo è articolato in quattro distinte azioni e si avvale di meto-


dologie partecipative. Tutto l’intervento è trasversalmente interessato da una costante operazione di coordinamento e gestione del progetto attraverso “tavoli di lavoro”, costituiti dagli interlocutori pubblici e del Terzo Settore coinvolti nel progetto. Le azioni locali vengono svolte con il fondamentale apporto di enti no-profit locali, mediante azioni di partecipazione e lavoro in rete, animazione territoriale, promozione culturale, integrazione di linguaggi culturali e artistici. I progetti che verranno svolti saranno i seguenti: “La Biblioteca vivente”, presso la Biblioteca Crescenzago con ABCittà, Teatro La Madrugada, Villa Pallavicini; “Il Pranzo di Babele”, presso la Biblioteca Venezia e la Biblioteca Chiesa Rossa con la Compagnia ATIR e Comunità Progetto; “Navighiamo insieme”, presso la Biblioteca Tibaldi con Fate Artigiane;“Animateca” presso la Biblioteca Baggio con Azione Solidale.

un progetto promosso da Comune di Milano, Assessorato alla Cultura, Direzione Centrale Cultura, Settore Biblioteche

Cultura

coordinamento generale di ABCittà scrl

con il contributo di Fondazione Cariplo e Fondazione Vodafone


Milano, maggio 2010


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