Sintesi dei cantieri di progettazione comune di alberobello

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Costruzione del sistema di valorizzazione del Patrimonio Culturale della Città di Alberobello e del territorio dei Trulli CANTIERE DI PROGETTAZIONE DI ALBEROBELLO Documento di sintesi dei laboratori dell’11 dicembre 2015 e del 14 aprile 2016. Nel corso dei laboratori del Cantiere di progettazione dell’11 dicembre 2015 e del 14 aprile 2016, svolti nella sede del Comune Alberobello, sono emersi indirizzi essenziali per affrontare la riorganizzazione delle attività e dei servizi culturali e turistici nel Comune e nel più vasto territorio caratterizzato dalla presenza dei Trulli di Puglia. Gli amministratori comunali e gli stakeholder che hanno partecipato ai tavoli di lavoro dei Cantieri1 hanno convenuto su due elementi essenziali di analisi: 1. Lo straordinario valore culturale del patrimonio storico - architettonico costituito dai “Trulli di Puglia” (di cui il sito Unesco dei “Trulli di Alberobello” è un’indubbia emergenza per concentrazione, stato di conservazione e notorietà mondiale), che, tuttavia, non esaurisce i potenziali ancora inespressi insiti nella diffusione territoriale di queste architetture, nei paesaggi rurali, nei centri storici, nelle produzioni tipiche locali, nelle tradizioni artigianali e nei valori immateriali di cui è ricchissima questa parte della regione identificata con la Valle d’Itria e la Murgia dei Trulli. 2. Il perdurare di criticità organizzative, sia in ambito istituzionale che nelle relazioni con i soggetti imprenditoriali privati, che impediscono il pieno dispiegamento dei potenziali sociali ed economici insiti nel patrimonio identitario di Alberobello e dell’area vasta dei Trulli.

Tra le criticità sono emerse in particolare: 

L’esistenza, ad Alberobello, di un vasto patrimonio pubblico comunale inutilizzato o scarsamente utilizzato per il quale occorre rafforzare la capacità progettuale (sia in termini di messa a punto di funzioni che di armonizzazione gestionale) nell’ottica della sua migliore integrazione con l’offerta culturale e turistica complessiva;

Un’offerta di servizi culturali per la fruizione del sito Unesco non ancora sufficientemente strutturata ed in grado di orientare, accompagnare e intrattenere più a lungo i visitatori nella città e nel territorio (i dati sui flussi turistici evidenziano che solo una minima parte dei visitatori del sito Unesco si fermano nelle strutture ricettive e coloro che si fermano hanno tempi di permanenza inferiori a quelli di altri attrattori culturali o destinazioni turistiche regionali);

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Vedi allegato con i partecipanti ai laboratori

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L’assenza di forme strutturate di cooperazione tra pubblico e privato per rafforzare e qualificare la filiera dell’offerta culturale e turistica;

La necessità di rafforzare le relazioni tra gli enti locali dell’area vasta dei Trulli, con la Regione e con i Ministeri interessati (in particolare il MiBACT responsabile dei siti Unesco), con l’obiettivo di innalzare le capacità di progettazione e gestione integrata a livello territoriale per la migliore valorizzazione dei patrimoni identitari, per la crescita civile e lo sviluppo economico dell’area vasta dei trulli;

Tra le criticità è emersa anche la non sufficiente attuazione degli indirizzi contenuti nel Piano di Gestione del Sito Unesco approvato nel 20092 che, in larga misura, coincidono con gli obiettivi di tutela, valorizzazione e integrazione con l’economia locale emersi anche nel corso dei laboratori. Le ragioni che hanno determinato ritardi e inerzie sono da ricercarsi prima di tutto nella mancata individuazione delle forme organizzative e degli strumenti operativi di gestione tali da consentire al Comune di Alberobello, e alle altre istituzioni interessate, di procedere con speditezza ed efficacia nell’attuazione dei propositi enunciati. Sulla base di queste valutazioni, i laboratori hanno fornito indicazioni per superare le criticità e rafforzare la governance in campo culturale, e più in generale per il sostegno allo sviluppo locale, nella consapevolezza che solo l’avvio di una concreta sperimentazione di nuovi modelli di governance potrà suggerire ulteriori affinamenti per il conseguimento dei risultati attesi. Tra queste risultano largamente condivise: 1. La necessità di creare una “vision” di sistema per la valorizzazione del patrimonio culturale, sia nel Comune di Alberobello che nella più vasta area dei Trulli, a sua volta integrata coerentemente con le strategie generali dello sviluppo locale e della programmazione regionale; 2. La necessità di dotare il territorio di forme organizzative e di strumenti operativi in grado di: a. rafforzare la governance pubblica e la capacità di gestione del patrimonio culturale; b. favorire la cooperazione tra le istituzioni pubbliche (locali, regionali e nazionali) cointeressate alla valorizzazione del patrimonio culturale (a partire dal sito Unesco) e, più in generale, allo sviluppo economico; c. favorire la partecipazione dei soggetti associativi e imprenditoriali privati nella costruzione e nella gestione di un nuovo modello di governance preordinato allo sviluppo delle filiere della valorizzazione del patrimonio identitario dei territori. d. sviluppare “cultura d’impresa” e attitudine alla misurazione dei risultati anche nella gestione dei beni e dei servizi pubblici. La discussione che si è svolta nei laboratori ha più volte ribadito che le strategie di valorizzazione del patrimonio identitario di questa parte della Puglia vanno perseguite in 2

Vedi Piano di gestione del sito Unesco, anno 2009

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ambiti territoriali sovracomunali, superando visioni localistiche che finiscono per indebolire l’efficacia dei singoli interventi, ridurre la competitività dei territori e, conseguentemente, le ricadute sociali in termini economici ed occupazionali. Questo vale anche per il Comune di Alberobello, nonostante l’indubbia forza attrattiva del “marchio” Unesco. Alberobello ha infatti molto da dare, ma nello stesso tempo anche molto da ricevere dall’area vasta in cui è collocato, in termini di ampliamento, diversificazione e integrazione dell’offerta culturale e turistica. Dall’insieme delle risorse identitarie può scaturire, infatti, un’offerta più attrattiva, in grado di far vivere ai visitatori “esperienze” che giustifichino il prolungamento del soggiorno e la destagionalizzazione dei flussi, ancora oggi troppo polarizzati nella stagione balneare e sulle mete marittime. Diversi fattori di integrazione sono emersi, tra i quali: quelli del rapporto tra la costa e le aree interne, tra i centri storici dell’area vasta, tra i patrimoni culturali e le produzioni tipiche dell’agricoltura e dell’artigianato di cui è ricca questa parte della Puglia. In proposito è stata richiamata anche la recente iniziativa della Regione, tutt’ora in corso, per la costruzione di “Sistemi Ambientali e Culturali” (SAC) il cui fine è quello della valorizzazione e della gestione integrata in ambiti territoriali caratterizzati da elementi ambientali e culturali omogenei. I territori della Valle D’Itria e della Murgia dei Trulli sono oggi riconosciuti dalla Regione come un SAC per le loro specifiche e omogenee peculiarità, tra cui il sito Unesco di Alberobello, i trulli diffusi nell’area vasta, centri storici di indubbia bellezza e unicità storico-architettonica (Alberobello, Locorotondo, Martina Franca, Cisternino, Ostuni) a loro volta circondati da paesaggi caratterizzati da vigneti e uliveti di notevole bellezza. Del SAC fa parte anche la piana rurale di Fasano, con le sue masserie storiche e i siti archeologici che si protraggono fino alle acque trasparenti della costa e dell’area marina protetta di Torre Guaceto. Il laboratorio ha espresso condivisione sulle strategie d’integrazione territoriale sostenute dalla Regione Puglia, evidenziando che per il conseguimento di questo obiettivo è tuttavia indispensabile armonizzazione le forme aggregative degli enti locali e individuare un ambito territoriale omogeneo all’interno del quale ricondurre tutte le azioni per la valorizzazione dei patrimoni identitari e più in generale per lo sviluppo locale. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede un largo consenso istituzionale e una discussione in grado di far superare le diffidenze perduranti, le inerzie e le incongrue frammentazioni che attualmente caratterizzano le diverse aggregazioni tra gli enti locali dell’area (Consorzi, GAL, SAC, ecc). Il laboratorio sollecita pertanto tutte le istituzioni, locali e regionali, a perseguire quest’obiettivo. Nello stesso tempo, partendo dalla specifica realtà di Alberobello e dalla necessità di procedere con urgenza al pieno utilizzo del patrimonio culturale pubblico e alla qualificazione dei servizi turistici, il laboratorio ritiene opportuno procedere con la massima urgenza ad individuare strategie, azioni e forme organizzative che consentano di superare i ritardi che si sono registrati nell’attuazione del piano di gestione del sito Unesco e di migliorare l’offerta culturale e turistica complessiva della città e del territorio. Si è dunque convenuto sulla necessità di procedere prioritariamente in ambito comunale, creando tuttavia tutti i presupposti affinché i processi avviati ad Alberobello possano essere successivamente messi a disposizione ed estesi agli altri enti locali e ai portatori 3


d’interesse dell’area vasta, senza preclusione alcuna, se non quella della condivisione delle strategie di valorizzazione. In questo contesto sono state analizzate le forme organizzative per la gestione dei beni e dei servizi culturali previste dall’art. 113 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL): Istituzioni, Aziende speciali, Associazioni, Fondazioni, Società. Il tutto inquadrato nella più ampia cornice del Codice dei Beni e Culturali e Paesaggistici nel quale si afferma, all’art. 112, che gli enti pubblici territoriali possono costituire appositi soggetti giuridici cui affidare l'elaborazione e lo sviluppo dei piani strategici di sviluppo culturale. Considerando la specifica realtà di Alberobello e gli obiettivi strategici che il Comune intende perseguire per la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale costituito dai Trulli, e più in generale degli elementi che costituiscono l’identità territoriale della Valle d’Itria e della Murgia dei Trulli, la formula che sembra meglio adattarsi alle finalità esposte sembra essere la Fondazione e, in particolare, la “Fondazione di partecipazione”. Questa fattispecie di Fondazione si configura, infatti, come struttura aperta, senza fini di lucro, che, anche in fasi successive, può ricevere l’adesione di altri soggetti, siano essi di diritto pubblico o privato, con le forme e per gli scopi definiti nell’atto costitutivo della Fondazione stessa. Una forma che consente, dunque, sia l’auspicata cooperazione interistituzionale, sia il rapporto tra enti pubblici e soggetti privati per lo sviluppo di iniziative “no profit” finalizzate allo sviluppo di organiche filiere per la valorizzazione culturale dei territori interessati. Oltre ai soci fondatori (ossia coloro che danno vita alla Fondazione), possono successivamente divenire soci persone fisiche e giuridiche, pubbliche o private, e gli enti che apportano risorse al Fondo di dotazione o al Fondo di gestione, mediante contributi in denaro, beni e servizi. Per queste specifiche caratteristiche, basate sul mutualismo nel perseguimento di un ben determinato fine sociale, alla Fondazione di partecipazione hanno fatto ricorso, negli ultimi anni, molti enti locali proprio nel campo della valorizzazione dei patrimoni culturali, materiali e immateriali. Da non trascurare, infine, che le Fondazioni di Partecipazione beneficiano del regime fiscale agevolato proprio degli enti senza scopo di lucro. Nel corso del laboratorio del 14 aprile 2016 sono emerse anche altre ipotesi organizzative per le quali è stato sollecitato l’impegno di Federculture (consulente per le attività del Cantiere) a fare opportune verifiche di ordine giuridico e di rispondenza agli obiettivi attesi. La discussione nei laboratori ha fatto emergere, infine, anche prime utili indicazioni sulle quali dovrà operare prioritariamente il soggetto strumentale, una volta costituito. Tra queste particolare attenzione meritano: 1. la necessità di accogliere e accompagnare i visitatori sin da loro arrivo nelle aree di sosta appositamente destinate dal Comune, da ritenersi come il vero ingresso al sito UNESCO e al “museo diffuso” di Alberobello. A tal fine risulta strategica l’integrazione/coordinamento dei modelli di gestione dei parcheggi, dei servizi culturali della città e della promozione turistica del territorio;

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2. la necessità di strutturare una bigliettazione integrata dei servizi culturali di Alberobello, a partire dal Museo della Città e dell’Olio che già praticano una loro interna integrazione, non escludendo che ciò possa comprendere gli stessi parcheggi; 3. la necessità, in questo nuovo scenario organizzativo, di valorizzare le guide turistiche locali che hanno maturato conoscenza dello specifico contesto di Alberobello, procedendo alla loro ulteriore qualificazione e alla loro organizzazione in forma strutturata per offrire ai turisti più elevati servizi di accompagnamento/orientamento; 4. la necessità di procedere all’utilizzo dei Trulli di proprietà comunale (a partire da quelli di Via Monte Nero destinati ad attività ricettive) per ampliare l’offerta “esperienziale” del soggiorno nei Trulli del sito Unesco, offrendo con ciò anche nuove opportunità di lavoro e occupazione, in particolare ai giovani; 5. la necessità di definire l’utilizzo dell’ex Conceria, precisando le funzioni attivabili nell’edificio storico nel quadro costituito dall’insieme dei servizi culturali di Alberobello e dalla sostenibilità economica delle gestioni; 6. la necessità di strutturare itinerari di visita che, partendo dal sito Unesco, si diffondano nel territorio circostante, a partire dai potenziali escursionistici insiti nel Bosco Selva, oasi di protezione della flora e della fauna e luogo di narrazione della storia millenaria dei trulli; Questi prime indicazioni non esauriscono certo le molte priorità, ma indicano che esiste un terreno di lavoro concreto, attuale e urgente, sul quale deve essere concentrata, tramite il nuovo soggetto strumentale, la progettualità della pubblica amministrazione e di tutti coloro che sono portatori d’interesse per la migliore valorizzazione del sito Unesco e dell’insieme del patrimonio culturale e ambientale di Alberobello. Nel corso delle discussioni, infine, sono emerse anche preoccupazioni in ordine ad altre esperienze locali di organizzazione degli enti locali (Consorzi, Associazioni, Fondazioni, ecc.) che non hanno raggiunto tutti i risultati attesi. A tal fine i consulenti di Federculture, proprio a partire dal loro punto di osservazione nazionale e dalle esperienze dei propri associati, hanno teso a ribadire che dotarsi di uno strumento operativo è il primo fondamentale passo da compiere, ma che da solo non basta. Bisogna avere piena consapevolezza che per ottenere risultati occorre sviluppare la “cultura d’impresa” nella gestione dei beni e dei servizi pubblici e nelle relazioni con il sistema economico locale, indipendentemente dal fatto che il nuovo soggetto sia chiamato a svolgere una missione senza fini lucro. A sua vola la cultura d’impresa presuppone che, nel rispetto della missione statutaria che i fondatori assegneranno al soggetto strumentale, sia data massima rilevanza alla competenza, all’autonomia e alla responsabilità manageriale; autonomia che va di pari passo con la costante misurazione dei risultati attesi, sia per la sostenibilità economico-finanziari delle iniziative intraprese che per le ricadute sociali. E’ per queste ragioni che Federculture e Comune di Alberobello, com’ è emerso già negli incontri di laboratorio effettuati, stanno esaminando anche i presupposti economici per la nascita e la sostenibilità del soggetto strumentale al quale sarà affidata la missione di valorizzare il patrimonio culturale e gestire i servizi nelle forme più efficaci e rispondenti ai 5


dettati di legge. In questa prospettiva sono state esaminate anche le partite economiche generate dalla gestione dei parcheggi turistici (generate dalla notorietà del patrimonio Unesco) e le problematiche connesse all’applicazione dalla tassa di soggiorno e alla sua corretta destinazione. A conclusione del secondo laboratorio si è convenuto di approfondire i temi emersi e di procedere ad un successivo laboratorio (entro il mese di maggio) per definire strategie e azioni, impegni prioritari e tempi per la loro attuazione.

Il presente documento è stato redatto dai consulenti di Federculture che hanno partecipato agli Incontri.

Allegati: Elenco partecipanti ai laboratori dell’11 dicembre 2015 e del 14 aprile 2016

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