Dirigente - Ottobre 2011

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N. 10 OTTOBRE 2011

LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

CONTRATTO

UN RINNOVO AL PASSO COI TEMPI MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/2/04, n. 46) art. 1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (a bb. annuo € 16,50) • In caso di mancato recapito, rinviare all’ufficio P.T. di Milano CMP Roserio detentore del conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa

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Editoriale a cura del presidente Manageritalia

UN PASSO avanti opo mesi di trattative serrate, il 27 settembre abbiamo finalmente firmato, insieme a Confcommercio, il rinnovo del nostro contratto nazionale. È un passo molto importante per la dirigenza del terziario e per Manageritalia, visto che tale contratto regola circa il 90% dei rapporti di lavoro degli associati in attività: circa 21mila dirigenti, impegnati in oltre 8mila aziende di settori portanti dell’economia nazionale.

Tra le principali novità introdotte nell’accordo, che migliora e aggiorna quello che continua a rappresentare un unicum all’avanguardia nel panorama internazionale delle relazioni sindacali, ci sono l’aumento mensile di 390 euro lordi per il triennio 2011-2013; il rafforzamento dell’assistenza sanitaria e della previdenza integrativa; gli incentivi per l’assunzione di giovani dirigenti e la ricollocazione degli inoccupati puntando sulla formazione e la flessibilità. Ma vediamo alcuni dettagli chiave: l’aumento di stipendio porterà 100 euro in più in busta paga dal primo ottobre 2011, 135 euro dal primo aprile 2012 e 155 euro dal primo luglio 2013, oltre a un’una tantum di 650 euro lordi come saldo degli arretrati di quest’anno.

Il rafforzamento del welfare – che costituiva un punto irrinunciabile della piattaforma di rinnovo visto il crescente arretramento dell’impegno pubblico – prevede un sostanziale incremento dei contributi versati dalle aziende al Fasdac per l’assistenza sanitaria integrativa. Nonostante le pressioni della controparte siamo riusciti a preservare la qualità delle prestazioni erogate, ma per farlo è stato necessario aumentare anche i contributi per i pensionati e per i prosecutori volontari. Il provvedimento, che siamo consapevoli essere particolarmente oneroso ma responsabile, era ormai improrogabile per garantire la sostenibilità economica del sistema, anche in considerazione dell’evoluzione del rapporto tra dirigenti in attività e dirigenti in pen-

D

sione. Abbiamo resistito due anni alle formali richieste di Confcommercio di aumentare a 2.000 euro il contributo dei pensionati. Lo abbiamo fatto perché volevamo che il sacrificio chiesto fosse inserito in un più ampio intervento che comprendesse uno sforzo ripartito equamente tra le aziende, i dirigenti in attività e i pensionati.

Volevamo poi che la riforma partisse da un approfondito studio attuariale e sulle logiche gestionali del Fondo, perché diventasse definitiva e prendesse in considerazione tutte le aree di intervento, non solo i contributi ma anche le regole, le prestazioni e le modalità di spesa.

Per quanto riguarda le politiche attive per l’occupabilità, bisogna evidenziare l’innalzamento dei limiti anagrafici e l’estensione dei parametri per l’assunzione dei dirigenti di prima nomina (Dpn): un modo per incoraggiare le imprese, specialmente le pmi, a investire in managerialità. Con analoghi obiettivi si potenziano le attività del Cfmt per la certificazione delle competenze e il supporto a dirigenti in mobilità, anche in modo da incrementare, contestualmente, la managerialità nelle imprese, e si inserisce per la prima volta nel ccnl la figura del dirigente temporaneo (temporary manager) e un riferimento all’attività nelle reti di imprese.

I tanti frutti che siamo riusciti a ottenere con questo contratto sono maturati nonostante il difficilissimo contesto economico che stiamo vivendo, grazie alla capacità della nostra delegazione e alla lungimiranza di Confcommercio, ben conscia dell’importanza della dirigenza per il consolidamento del terziario.

Speriamo che le imprese sappiano coglierli e valorizzarli adeguatamente. Nel frattempo, consapevoli di aver fatto un passo importante, continuiamo il nostro cammino e ci apprestiamo ad affrontare un’altra tappa fondamentale – il Congresso – dove alzeremo lo sguardo all’orizzonte e definiremo le strade migliori per rappresentare al meglio i manager e contribuire, per loro e con loro, al rilancio del nostro paese.

Guido Carella (guido.carella@manageritalia.it)

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Sommario Copertina 6 RINNOVATO IL CONTRATTO DEL COMMERCIO Economia 14 Eurobond, una scelta contestata

Comunicazione 44 Sorrisi strategici

InfoMANAGER

Aziende 48 Weconomy, l’economia riparte da noi

69 Un ponte sul futuro

50 Weconomy dalla... W alla Y

Previdenza 18 Quale futuro?

71 Contratto, le dimissioni

Società 56 Chiamale, se vuoi, tecnoemozioni

Lavoro 24 Produttività, la molla dell’economia Formazione 28 Alla scoperta dei propri talenti

Gruppi di lavoro 70 Iniziative Donne Manager Milano Cfmt

RUBRICHE 23 Verso il premio 2011

Management 34 Innovare l’impresa

Manageritalia

72 I corsi di novembre e dicembre

42 Assicuratese per tutti

Intervista 40 Gabriele Gabrielli Dare significato al lavoro

54 Dal diario di un head hunter 60 Di buon grado 62 Lifestyle 63 Fuori ufficio

SPECIALE 150° UNITÀ D’ITALIA 32 Storia del management dalle origini ai giorni nostri Chimica, elettronica e un po’ di latte

64 Test 65 Libri

N. 10 OTTOBRE 2011

LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

67 Lettere 68 ... al fin della licenza, io tocco!

CONTRATTO

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato R

FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali

Fondo di previdenza Mario Negri

CFMT Centro di formazione management del terziario

Associazione Antonio Pastore

UN RINNOVO AL PASSO COI TEMPI MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/2/04, n. 46) art. 1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (a bb. annuo € 16,50) • In caso di mancato recapito, rinviare all’ufficio P.T. di Milano CMP Roserio detentore del conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa

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Copertina

RINNOVATO

CONTRATT Manageritalia e Confcommercio hanno firmato il rinnovo del contratto dirigenti del terziario. In sintesi 390 euro lordi nel triennio 2011-2013, rafforzate assistenza sanitaria, previdenza integrativa e formazione. Incentivi per le nomine dei giovani dirigenti, flessibilità e ricollocazione per i non occupati

WELFARE FORMAZIONE OCCUPABILITÀ

I

l 27 settembre è stato firmato da Manageritalia e Confcommercio il contratto nazionale di lavoro dei dirigenti del terziario. La trattativa è stata lunga e difficile, ma le due parti hanno operato al meglio per dare ai manager, alle aziende e al paese un contratto sempre più al passo con i tempi.

Tenendo conto della difficile situazione congiunturale nazionale e mondiale, nel complesso possiamo ritenere l’intesa raggiunta soddisfacente.

Si è ottenuto il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni dei dirigenti e soprattutto si è operato per garantire finalmente il mantenimento degli attuali livelli di welfare contrattuale e rafforzato ulteriormente le politiche attive necessarie per favorire la competitività delle aziende e la rioccupabilità dei manager.

Siamo riusciti, grazie anche alla lungimiranza di Confcommercio, che è ben conscia di quanto il terziario sia importante per il futuro del paese, a migliorare ulteriormente un contratto già buono e unico nel panorama europeo.

Il nostro contratto ieri e oggi è un’arma per le aziende che vogliono attrarre e trattenere manager in gamba, giovani o più esperti, grazie a un pacchetto di welfare importante pari a quello che le principali multinazionali offrono a livello globale faticando a trovare condizioni così vantaggiose. Un modo per dare riconoscimenti non solo monetari – oggi tanto in voga, ma più a parole che nei fatti – ai propri manager, sfruttando la forza della collettività al servizio del singolo che solo un contratto collettivo nazionale che riguarda decine di migliaia di soggetti può mettere in campo.

Insomma, noi e Confcommercio abbiamo rafforzato le condizioni per l’aumento della managerialità nel paese e della competitività delle aziende.

Ora la parola passa agli imprenditori, che devono sfruttare quest’arma, e al Governo, che deve creare le condizioni per la ripresa e soprattutto attuare una vera lotta all’evasione e praticare la riforma del fisco.

Flavio Leone (responsabile relazioni sindacali Manageritalia)

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O IL

TTO IL DOCUMENTO DELL’ACCORDO Aumento retributivo

corrono dall’anno successivo a

Una tantum

Nel corso del triennio 2011-2013 ai

quello della nomina o assunzione.

Per il periodo di vacanza contrat-

dirigenti attivi saranno dovuti de-

Quest’ultima clausola non si ap-

tuale, dal primo gennaio al 30 set-

gli aumenti retributivi mensili lor-

plica infatti ai dirigenti assunti dal

tembre 2011 è prevista la corre-

di: 100 euro dal primo ottobre

primo ottobre 2011 in avanti sen-

sponsione, con la retribuzione di

2011, 135 euro dal primo aprile

za riconoscimento di supermini-

ottobre 2011, di un importo una tan-

2012 e 155 euro dal primo luglio

mi concessi ad personam, per i qua-

tum pari a 650 euro lordi, non utile

2013. Per un totale di 390 euro che

li i valori relativi alla retribuzione

ai fini del tfr né di alcun altro istitu-

potrà essere assorbito da somme

minima contrattuale devono esse-

to contrattuale, a eccezione del pre-

concesse in acconto o anticipazio-

re comunque garantiti.

avviso, anche se sostituito dalla re-

ne su futuri aumenti contrattuali.

Dal momento che sull’argomento

lativa indennità. L’una tantum può

Contrariamente alla prassi intro-

ci sono state segnalate delle ap-

essere assorbita da importi erogati

dotta dal 1997, si è concordato di

plicazioni difformi dalla volontà

a titolo di anticipazione su futuri

incrementare il minimo base degli

delle parti firmatarie dell’accor-

aumenti contrattuali o per i quali

importi riconosciuti a titolo di au-

do, è importante chiarire che

sia stata concordata la clausola di

mento retributivo, pertanto il mi-

l’utilizzo di una clausola di assor-

assorbibilità all’atto della conces-

nimo contrattuale mensile lordo

bibilità più ampia all’art. 1, com-

sione; per i dirigenti assunti o no-

passa da 3.500 a 3.600 euro dal pri-

ma 3 (minimo contrattuale men-

minati durante la vacanza contrat-

mo ottobre 2011, a 3.735 euro dal

sile), riguarda appunto esclusi-

tuale viene erogata in rapporto ai

primo aprile 2012 e a 3.890 euro

vamente l’adeguamento del mi-

mesi di anzianità di servizio matu-

dal primo luglio 2013.

nimo contrattuale mensile e non

rati nel periodo sopra indicato.

Fermo restando il rispetto di que-

la corresponsione degli aumenti

ste soglie retributive minime di

retributivi che devono natural-

Aspettativa

accesso, ai dirigenti assunti o no-

mente essere riconosciuti anche

Qualora vengano concordati tra il

minati dopo il primo ottobre 2011

in presenza di eventuali supermi-

dirigente e il datore di lavoro pe-

sono dovuti gli aumenti che de-

nimi concessi ad personam.

riodi di aspettativa non retribuita OTTOBRE 2011

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Copertina ALCUNI ESEMPI DI AUMENTI RETRIBUTIVI CONTRATTUALI Dirigente assunto il Retribuzione mensile lorda concordata Importi assorbibili* Superminimo non assorbibile Composizione retribuzione mensile minimo base importo individuale Totale aumento

1°/9/2011 1°/9/2011 5.000 5.000 sì no no sì 1/9/2011 da 1/10/2011 da 1/4/2012 da 1/7/2013 da 1/9/2011 da 1/10/2011 da 1/4/2012 da 1/7/2013 3.500 3.600 3.735 3.890 3.500 3.600 3.735 3.890 1.500 1.400 1.265 1.110 1.500 1.500 1.500 1.500 5.000 5.000 5.000 5.000 5.000 5.100 5.235 5.390 0 0 0 100 135 155

Dirigente assunto il Retribuzione mensile lorda concordata Importi assorbibili* Superminimo non assorbibile Composizione retribuzione mensile minimo base importo individuale Totale aumento

1°/10/2011 1°/1/2012 1°/1/2013 5.000 5.000 5.000 sì sì sì no no no 2011 da 1/4/2012 da 1/7/2013 da 1/1/2012 da 1/4/2012 da 1/7/2013 da 1/1/2013 da 1/7/2013 3.600 3.735 3.890 3.600 3.735 3.890 3.735 3.890 1.400 1.265 1.110 1.400 1.265 1.110 1.265 1.110 5.000 5.000 5.000 5.000 5.000 5.000 5.000 5.000 0 0 0 0 0

Dirigente assunto il Retribuzione mensile lorda concordata Importi assorbibili* Superminimo non assorbibile Composizione retribuzione mensile minimo base importo individuale Totale aumento

1°/10/2011 1°/1/2012 1°/1/2013 5.000 5.000 5.000 no no no sì sì sì 2011 da 1/4/2012 da 1/7/2013 da 1/1/2012 da 1/4/2012 da 1/7/2013 da 1/1/2013 da 1/7/2013 3.600 3.735 3.890 3.600 3.735 3.890 3.735 3.890 1.400 1.400 1.400 1.400 1.265 1.265 1.265 1.110 5.000 5.135 5.290 5.000 5.000 5.155 5.000 5.000 135 155 0 155 0

Dirigente assunto il Retribuzione mensile lorda concordata Importi assorbibili* Superminimo non assorbibile Composizione retribuzione mensile minimo base importo individuale Totale aumento

1°/10/2011 1°/1/2012 1°/1/2013 3.600 3.600 3.735 no no no no no no 2011 da 1/4/2012 da 1/7/2013 da 1/1/2012 da 1/4/2012 da 1/7/2013 da 1/1/2013 da 1/7/2013 3.600 3.735 3.890 3.600 3.735 3.890 3.735 3.890 0 0 0 0 0 0 0 0 3.600 3.735 3.890 3.600 3.735 3.890 3.735 3.890 135 155 135 155 155

* Anticipazioni o acconto su futuri aumenti economici contrattuali

inferiori a 30 giorni di calendario

permettere una corretta gestione

viso che l’azienda deve rispetta-

consecutivi, tale eventualità non

dell’erogazione delle prestazioni

re nella comunicazione del tra-

sospende l’obbligo contributivo

da parte di questi enti.

sferimento rispettivamente a tre o a quattro mesi nel caso di diri-

da parte dell’azienda e del diri-

gente con familiari a carico. È sta-

Besusso (Fasdac) e dell’Associa-

Trasferimento della sede di lavoro

zione Antonio Pastore, ciò per

Sono stati ridotti i mesi di preav-

zione di un terzo dell’indennità

gente a favore del Fondo Mario

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OTTOBRE 2011

ta inoltre abrogata la maggiora-

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sostitutiva del preavviso, nel ca-

tantum di 40 euro a carico delle

rigenti disoccupati di età non in-

so in cui il dirigente dia le dimis-

aziende e da un contributo di pa-

feriore a 50 anni compiuti.

sioni per giusta causa a seguito

ri importo a carico dei dirigenti,

Riguardo alle assunzioni di diri-

del trasferimento ad altra sede di

che daranno luogo a un finanzia-

genti nel periodo dal primo gen-

lavoro.

mento di circa 1,6 milioni di eu-

naio 2011 alla sottoscrizione del

In conformità all’evolversi della

ro da impiegare nei progetti de-

presente rinnovo, realizzate con

normativa previdenziale pubblica

finiti dal Cfmt.

riserva riguardo alle agevolazio-

in materia di innalzamento dei re-

ni Dpn, sulla base degli accordi

quisiti anagrafici per il trattamen-

Dirigenti di prima nomina

già presi tra azienda e dirigente

to pensionistico di vecchiaia, è sta-

Si è reso permanente e non più

(tenendo conto dei requisiti pre-

ta elevata a 60 anni l’età – sia per

sperimentale l’istituto contrat-

visti dal ccnl nella formulazione

gli uomini sia per le donne – com-

tuale dei dirigenti di prima nomi-

in vigore precedentemente alla

piuta la quale è necessario il con-

na e sono state apportate delle

stipula dell’accordo del 27 set-

senso del dirigente perché possa

modifiche ai requisiti per poter

tembre 2011) i Fondi provvede-

perfezionarsi il provvedimento

usufruire delle agevolazioni con-

ranno a breve a effettuare le ne-

del trasferimento. Nel caso di tra-

tributive che, ricordiamo, riguar-

cessarie compensazioni contri-

sferimento disposto dall’azienda,

dano esclusivamente il Fondo

butive.

il detrimento si considera ravvisa-

Mario Negri e l’Associazione An-

bile qualora la distanza dalla sede

tonio Pastore: il requisito anagra-

Temporary manager

di lavoro originaria risulti supe-

fico è stato elevato da 39 a 40 an-

Sempre in tema di agevolazioni

riore a 350 km.

ni compiuti; l’anzianità nella

contributive, è stata introdotta la

qualifica di quadro, per chi viene

possibilità di applicare la norma-

Malattia e infortunio

nominato Dpn entro il compi-

tiva relativa ai Dpn alla figura pro-

È stato precisato che il perdurare

mento del 48° anno di età, è ridot-

fessionale dei temporary mana-

dello stato di malattia, decorso il

ta da 5 a 3 anni e può essere ma-

ger, includendo le professionalità

periodo di comporto, ai fini della

turata anche in aziende diverse; è

operanti all’interno di reti di im-

richiesta del successivo periodo di

confermata la disciplina per i di-

prese. L’agevolazione contributi-

aspettativa, deve essere documentato da regolari certificati medici.

Politiche attive e formazione professionale A titolo sperimentale, le parti hanno concordato di affidare al Cfmt, Centro di formazione management del terziario, per il periodo 1° ottobre 2011-31 dicembre 2013, la promozione di politiche attive per il lavoro volte alla ricollocazione dei dirigenti. Tale maggiore carico affidato al Cfmt sarà finanziato da un contributo una OTTOBRE 2011

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Pagina 10

Copertina Licenziamento È stata modificata la normativa sul preavviso dovuto al dirigente licenziato a seguito del compimento dell’età anagrafica per aver diritto alla pensione di vecchiaia, inserendo un preavviso unico di 30 giorni, indipendentemente dall’anzianità di servizio, integrato dalle mensilità necessarie per conseguire l’effettivo accesso alla pensione.

La suddetta modifica avrà effetto per i licenziamenti comminati a decorrere dal primo ottobre 2011. Viene quindi migliorata, all’interno del nostro contratto, un’importante tutela che perva può essere concordata limitata-

di tale abolizione consiste quindi

mette al dirigente licenziato a se-

mente a un periodo corrisponden-

nel venir meno di un automati-

guito del raggiungimento del-

te al 50% della durata del contrat-

smo che nella pratica, abbiamo

l’età pensionabile di avere co-

to, fino a un massimo di un anno,

potuto verificare, raramente ve-

munque diritto a percepire la

anche nel caso in cui il dirigente

niva applicato, riservandosi il

normale retribuzione fino al mo-

non abbia i requisiti previsti per

giudice la decisione in merito al-

mento dell’apertura della fine-

l’assunzione/nomina di Dpn.

la misura dell’indennità risarci-

stra di decorrenza che darà luo-

toria sulla base della gravità de-

go all’effettiva liquidazione del

gli inadempimenti del datore di

trattamento pensionistico, in

lavoro.

modo da non rimanere privo di

Collegio di conciliazione e arbitrato È stato abrogato il comma 19 del-

10

una fonte di reddito.

l’art. 31. Questo comma dispone-

Dimissioni

va, in caso di ricorso all’autorità

È stata inserita nella norma con-

giudiziaria e solo a seguito del-

trattuale la precisazione che le di-

Previdenza integrativa individuale

l’opposizione del datore di lavo-

missioni per giusta causa in caso

Si è concordato di procedere a una

ro alla procedura arbitrale, che se

di maternità devono essere pre-

verifica delle norme statutarie e

il licenziamento veniva ritenuto

sentate comunque entro il periodo

regolamentari che disciplinano la

ingiustificato dal giudice, que-

temporale di cui all’art 55, comma

previdenza integrativa individua-

st’ultimo era tenuto a imporre al-

1, del decreto legislativo 151 del

le dei dirigenti del terziario, al fi-

l’azienda l’indennità risarcitoria

2001 (ovvero fino al compimento

ne di confermare la piena bilatera-

nella misura massima. Il riferi-

di un anno di età del bambino) ed

lità dell’Associazione Antonio Pa-

mento a tale misura è stato tutta-

è stato soppresso il comma 6 del-

store e riaffermarne il ruolo fonda-

via mantenuto all’interno del-

l’art. 34 del ccnl (dimissioni per

mentale nel complessivo welfare

l’art. 31, nel comma 16. L’effetto

matrimonio della dirigente).

contrattuale di categoria.

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Fondo Mario Besusso (Fasdac)

Contributi

applicato solo in quota parte sul-

Dal primo ottobre 2011 il contri-

l’ultimo trimestre (+276,79 euro,

Le parti hanno concordato un

buto a carico delle aziende volto

fatti salvi eventuali arrotonda-

piano di riordino del Fasdac per

a finanziare la gestione dei diri-

menti operati dal Fasdac).

garantire la tenuta finanziaria del

genti pensionati passa dai prece-

L’importo è dato dalla somma di

Fondo, avendo cura di non pena-

denti 505,34 euro annui agli at-

877,98 euro + 1.107,15 euro, valo-

lizzare il livello delle prestazioni.

tuali 1.107,15 euro annui, con un

re corrispondente a quanto le

Su questo complesso aspetto del-

aumento di 601,81 euro annui.

aziende versano alla gestione di-

la trattativa vi comunicheremo

Pertanto le aziende, a decorrere

rigenti pensionati per ogni diri-

informazioni specifiche, dal mo-

dal quarto trimestre 2011, avran-

gente in servizio.

mento che sono in fase di defini-

no un maggior onere pari a circa

Conseguentemente, anche il con-

zione le modifiche al Regola-

150 euro per ogni trimestre. Ana-

tributo annuo a carico dei super-

mento e allo Statuto del Fondo

logo incremento di 601,81 euro

stiti, fermo dal primo luglio 2004,

conseguenti all’accordo sul pia-

subirà la contribuzione per i pro-

subisce un incremento (essendo

no di riordino.

secutori volontari.

pari al 60% di quanto versato dai

Ci limitiamo quindi a comunica-

Il contributo annuo a carico dei

pensionati), passando da 526,79

re le novità sulla contribuzione

pensionati, fermo dal primo gen-

a 1.191,08 euro.

dovuta al Fondo e sulla revisione

naio 2002, passa dagli attuali

Anche in questo caso, per il 2011,

dei requisiti per accedere all’as-

877,98 a 1.985,13 euro. Per il 2011,

l’aumento viene applicato solo

sistenza dopo il pensionamento.

naturalmente, l’aumento viene

nell’ultimo trimestre (+166,07

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Copertina euro, fatti salvi eventuali arro-

Sull’argomento, anche con riferi-

tondamenti operati dal Fasdac).

mento a casi particolari, vi daremo ampi dettagli una volta defi-

Requisiti per accedere all’assistenza

niti i criteri di prima applicazio-

in qualità di pensionato

ne nel Regolamento del Fondo.

Come è noto, il Regolamento del Fasdac prevede, in via generale,

Fondo Mario Negri

come requisito contributivo mini-

L’accordo stabilisce un incremento

mo per poter accedere all’assisten-

annuo del 2% del contributo inte-

za sanitaria in qualità di dirigente

grativo a carico delle aziende per la

pensionato, oltre alla titolarità di

previdenza complementare per il

un trattamento pensionistico da

triennio 2011-2013. L’aumento a re-

parte dell’Inps (o di un ente previ-

gime è di circa 65 euro nel triennio:

denziale pubblico equipollente), almeno 15 anni di versamenti di

anno

cui gli ultimi 3 senza soluzione di continuità nel periodo immediatamente precedente la domanda.

Sono fatte salve condizioni di miglior favore per i dirigenti in ser-

2010 2011 2012 2013

contributo integrativo aziendale 1.066,04 1.089,73 1.107,50 1.131,19

aumento 23,69 17,77 23,69 65,15

vizio dal 30 aprile 2005 che hanno mantenuto l’iscrizione al Fonti nel periodo 24 luglio 2002 -

Commissione paritetica per il welfare

1° marzo 2003.

Verrà attivata entro dicembre una

Fermi restando i requisiti contri-

Commissione paritetica allo sco-

butivi minimi previsti dal Rego-

po di esaminare finalità, funzioni,

lamento, dal primo gennaio 2012

statuti e governance dei fondi bi-

viene introdotto un ulteriore re-

laterali, anche in relazione all’evo-

quisito, anagrafico, secondo il si-

luzione legislativa in materia.

do e i prosecutori volontari iscrit-

stema delle quote (età anagrafica + anzianità contributiva), con la

Decorrenza e durata

seguente gradualità:

L’accordo decorre dal 1° gennaio

anno 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

12

OTTOBRE 2011

quota 78 79 80 81 82 83 84 85

2011 e scade il 31 dicembre 2013.

Le parti si incontreranno nei prossimi giorni per intervenire sugli articoli del ccnl che prevedono e regolano le Commissioni di conciliazione e i collegi arbitrali per inserire le modifiche previste dalla legge 4 novembre 2010, n. 183 (Collegato Lavoro).

䡵

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14:40

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EDIZIONE 2011

••03CONTRATTO

“Conoscere non è abbastanza; bisogna mettere in pratica ciò che sappiamo.

Nemmeno volere è abbastanza; bisogna fare.”

(JOHANN WOLFGANG GOETHE)

“SIGNORE E SIGNORI...

L’ ” ECCELLENZA! Il prossimo 11 novembre manager, aziende e professionisti della formazione saranno protagonisti della sesta edizione del Premio Eccellenza Lido Vanni. Sul palco del Teatro Dal Verme di Milano saliranno solo i migliori, individuati dalla giuria tra le numerose segnalazioni pervenute da aziende, colleghi e familiari.

Dopo la premiazione si terrà uno spettacolo dell’attore e comico Enrico Brignano.

L’esame dei profili dei candidati al premio è stato piacevole e interessante. Persone di alta qualità manageriale, umana e culturale, ottimi record di successi. Una testimonianza forte del lato illuminato del paese. Grazie a tutti per la partecipazione e complimenti alle “Perle di eccellenza 2011”!

Giorgio Del Mare, presidente di giuria

Per informazioni: premio.eccellenza@manageritalia.it

L’iniziativa ha scopo benefico. Quanto raccolto durante la serata sarà devoluto interamente alla Lega Italiana per la lotta alla Fibrosi Cistica.

www.fibrosicistica.it

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Economia

IN AZIENDA EUNA SCELTA CONTESTATA AGGIUNGI UN UROBOND Perché l’opposizione tedesca non è poi così irrazionale e quanto conta il cambio di posizione della Germania

L’

OPPOSIZIONE TEDESCA ALLA PROPOSTA DI EUROBOND è veemente. Che si tratti di sondaggi presso l’opinione pubblica o di editoriali sulla stampa popolare, la risposta che emerge è sempre la stessa. I cittadini tedeschi non vogliono essere chiamati a rispondere dei debiti contratti da gre-

ci, irlandesi, portoghesi, spagnoli o italiani. Non sono disposti a correre il rischio di dover essere loro a pagare per quei paesi che hanno fatto ricorso all’indebitamento in maniera irresponsabile. E non ritengono che ai loro parlamentari debba essere consentito di prendere una decisione che sarebbe poi troppo doloroso rovesciare. L’errore dell’adesione alla moneta unica è bastato: la Germania non aderirà a

Erik Jones

un’Unione europea del debito.

Questa posizione è tanto chiara quanto irrazionale, per lo meno dal punto di vista di coloro che sostengono la proposta Eurobond. In primo luogo, l’idea alla base della creazione di Eurobond era quella di mettere in atto incentivi di mercato per i paesi molto indebitati affinché tenessero sotto controllo la spesa pubblica.

La proposta delineata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti e dal primo ministro del Lussemburgo Jean-Claude Junker in un editoriale pubblicato sul Financial Times nel dicembre 2010 illustra molto bene questo concetto. Agli stati verrebbe concesso di ricorrere al credito sotto forma di Eurobond poco onerosi solo fino a una certa quota del loro prodotto interno lordo; avrebbero accesso a tale credito a condizioni molto rigide e si dovrebbero impegnare a onorare queste obbligazioni prima di tutto il resto.

Ogni ulteriore indebitamento sarebbe molto più costoso poiché risulterebbe molto più rischioso per gli investitori. Ne conseguirebbe un incentivo per gli stati a rimanere entro i limiti.

14

OTTOBRE 2011

••04ERIK.JONES

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«Il mio nome è Bond. Euro Bond. Qualcuno mi ha chiamato?» «Quello comunque è scosso, non mosso!». «Io lo trovo dolce!».

La posizione tedesca

vono affrontare delle perdite, an-

Entrando ancora di più nel meri-

che le banche tedesche avranno

to, la Germania è già esposta, di-

delle difficoltà.

rettamente e indirettamente, a

Infine, l’introduzione degli Eu-

perdite significative in caso di de-

robond dovrebbe abbassare il ri-

fault dei paesi europei più inde-

schio di default. Al momento i

bitati. Direttamente perché le

paesi fortemente indebitati sono

banche tedesche sono l’origine di

in affanno perché non riescono a

gran parte dei prestiti ora a ri-

ricorrere al capitale privato a tas-

schio. I fondi pensione tedeschi

si di interesse accessibili. Grecia,

ora appare inevitabile. Gli specu-

hanno inoltre investito pesante-

Irlanda e Portogallo sono già sta-

latori sul mercato scommettono

mente in debito sovrano che ora

ti espulsi dal mercato. Spagna e

che presto altri paesi la seguiran-

appare discutibile. E, da ultimo,

Italia stanno pagando un prezzo

no. E questa speculazione sfocia

la Germania è il principale azio-

molto alto per poterci rimanere.

in tassi di interesse più alti che, a

nista della Banca centrale euro-

Più i paesi dovranno pagare per

loro volta, rendono più probabi-

pea, l’istituzione con la massima

il loro indebitamento, maggiore è

le il default.

esposizione. Indirettamente per-

la probabilità che siano costretti

In altri termini, l’opposizione te-

ché il sistema finanziario tedesco

a svalutare il capitale del loro de-

desca agli Eurobond è irrazionale

dipende dalle banche di altri pae-

bito. La Grecia ha trascorso gran

dal punto di vista dei loro sosteni-

si europei per il proprio finanzia-

parte dell’estate nel tentativo di

tori poiché l’introduzione degli

mento. Se queste altre banche de-

scongiurare questo risultato che

Eurobond aumenterebbe la disci-

L’errore dell’adesione alla moneta unica è bastato: la Germania non aderirà a un’Unione europea del debito

OTTOBRE 2011

15

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9:18

Pagina 16

Economia te i possibili rischi, la tendenza è quella di esagerare le perdite. Nell’esempio degli Eurobond, i tedeschi possono sollevare tutta una serie di domande. Come possiamo essere sicuri che l’accesso ai bond sarà limitato? Quale meccanismo verrà utilizzato per far sì che i paesi più indebitati rimborsino gli Eurobond prima di ogni altra forma di debito contratto?

Cosa accadrà se gli investitori si spaventano e si rifiutano di continuare a finanziare gli Eurobond?

Queste

provocano

li e i rischi per il futuro sembrano

un’incertezza che nel tempo potrà

minori. Per i tedeschi i rapporti so-

solo crescere. Di conseguenza, au-

no esattamente invertiti.

menta in maniera spropositata il

Questa distinzione tra sostenitori

rischio percepito dai tedeschi di

e oppositori della proposta sugli

dover essere loro a coprire le per-

Eurobond potrebbe apparire illo-

dite sugli Eurobond emessi a no-

gica, ma non lo è. Anzi, si tratta di

me di Grecia, Irlanda, Portogallo e

un problema piuttosto comune

così via. E aumenta inoltre l’oppo-

nell’economia comportamentale,

sizione psicologica alla proposta

plina fiscale dei paesi più indebi-

come hanno dimostrato Daniel

sugli Eurobond. I tedeschi preferi-

tati, metterebbe la Germania al ri-

Kahneman e Amos Tversky con la

rebbero limitare le loro perdite og-

paro dalle perdite causate dall’in-

ricerca sulla “Teoria del prospet-

gi piuttosto che affrontare la pro-

debitamento già contratto e dimi-

to” che ha poi portato al premio

spettiva di un’esposizione così in-

nuirebbe l’influenza degli specu-

Nobel (di cui fu insignito solo

certa nel futuro.

latori sul mercato. Tuttavia, il fatto

Kahneman nel 2002 poiché il co-

Il calcolo che fanno i fautori degli

che sia irrazionale da un punto di

mitato Nobel non assegna il pre-

Eurobond è esattamente opposto.

vista non rende la posizione tede-

mio a ricercatori deceduti e Tver-

Avendo di fronte precisamente lo

sca irrazionale in termini assoluti.

sky morì nel 1996).

stesso livello di incertezza, si con-

L’introduzione degli Eurobond metterebbe la Germania al riparo dalle perdite causate dall’indebitamento già contratto

centrano sui vantaggi concreti che

Al contrario, gli oppositori tede-

16

domande

schi agli Eurobond dicono di te-

La Teoria del prospetto

il presente potrebbe apportare e

mere che un tale strumento li ob-

Kahneman e Tversky hanno di-

prestano minore attenzione alle

bligherà ad accettare dei rischi per

mostrato che gli individui rispon-

implicazioni degli sviluppi futuri.

il futuro. Questi preferirebbero

dono diversamente a perdite e

E qui dovremmo ritornare al pun-

sobbarcarsi ora delle perdite piut-

guadagni anche quando il valore

to relativo alla disciplina fiscale. Al

tosto che affrontare un destino in-

atteso del risultato finale è esatta-

momento attuale è abbastanza

certo. Per i fautori degli Eurobond,

mente lo stesso. L’idea è semplice.

semplice per i sostenitori degli Eu-

le perdite attuali appaiono notevo-

Davanti all’incertezza riguardan-

robond tenere in poco conto le im-

OTTOBRE 2011

••04ERIK.JONES

19-10-2011

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Pagina 17

plicazioni di un accesso vincolato

delle concessioni concrete da parte

gnificherebbe che i creditori subi-

al finanziamento tramite bond a

dei paesi fortemente indebitati a

ranno delle perdite senza alcun

condizioni di favore. La cosa essen-

proposito della loro disponibilità a

guadagno. Solo un impegno soli-

ziale è ridurre il costo della coper-

tenere sotto controllo in futuro la

do per il rimborso potrà modifica-

tura del debito. È questo il guada-

spesa pubblica. Le iniziative recen-

re i termini del dibattito.

gno immediato. Ci sarà poi tempo

ti volte a introdurre nella legisla-

Fortunatamente, le proposte sugli

per fare i conti con la disciplina di

zione nazionale dei vincoli forma-

Eurobond avanzate da Tremonti e

mercato a cui dovrà sottostare in

li su debito pubblico e deficit di bi-

altri sono in grado di soddisfare le

futuro la finanza pubblica.

lancio fanno parte di questo sforzo

richieste poste da entrambi i ver-

L’altro elemento che si può trarre

di ricontestualizzazione. Tali vin-

santi di questo esercizio di ricon-

dalla “teoria del prospetto” è che

coli potranno non sembrare molto

testualizzazione. Creano una di-

le emozioni che ruotano intorno al

sensati a un economista keynesia-

sciplina di mercato in linea con i

timore di una perdita sono più for-

no, ma forniscono nondimeno un

requisiti formali in termini di de-

ti di quelle che si associano alla

sostanziale supporto psicologico.

bito e deficit e abbassano il costo

prospettiva di un guadagno. Que-

Una parte più difficile di questo

della copertura del debito in ma-

sto spiega il motivo per cui la pas-

esercizio di ridefinizione sarà con-

niera tale da consentire ai paesi

sione che mostrano i tedeschi nel

vincere i tedeschi dei vantaggi

più indebitati di onorare appieno

loro rifiuto degli Eurobond è mol-

che deriveranno dall’introduzio-

i loro impegni. Adesso sta ai poli-

to superiore a quella individuabi-

ne degli Eurobond. Anche in que-

tici europei riuscire a rafforzare

le in coloro che invece sono a fa-

sto caso dovranno essere fatte del-

questo messaggio. Sono loro che

vore della proposta. Spiega per-

le concessioni: ciò che i tedeschi

possono modificare i termini del

ché sia più facile che i tedeschi si

vogliono sentirsi dire è che i paesi

dibattito. E quando l’avranno fat-

mobilitino e siano anche più espli-

fortemente indebitati adempiran-

to, scopriranno che, dopo tutto, è

citi nel dar voce alle loro opinioni.

no ai loro obblighi. Pretendono di

possibile vincere anche la più fer-

Opporsi agli Eurobond in Germa-

vedere prove certe del fatto che

ma opposizione tedesca.

nia fa vendere più copie di giorna-

l’attuale debito sovrano verrà

li di quante non ne facciano ven-

rimborsato in toto e rispettando le

Questo articolo è stato pubblicato in lingua in-

dere articoli di senso contrario

scadenze. Ridefinire in tal modo la

glese nella collana Commentary dell’Istituto

pubblicati sulla stampa greca, ir-

questione esclude ogni possibilità

per gli studi di politica internazionale (Ispi),

landese o spagnola.

di ristrutturazione, perché ciò si-

www.ispionline.it.

䡵

“Opera di convincimento” Modificare radicalmente questa situazione sarà un’impresa. Tanto per cominciare, i politici europei dovranno ricontestualizzare il dibattito tedesco per mettere in evidenza i guadagni che deriveranno per la Germania dall’introduzione degli Eurobond e per minimizzare l’incertezza che riguarda le possi-

Erik Jones è direttore del Bologna institute for policy research (Bipr) e professore di European studies al Johns Hopkins Bologna Center, la sede europea della Scuola di studi internazionali avanzati (Sais) della Johns Hopkins University di Washington D.C., da sempre tra i più importanti centri di studi internazionali al mondo e una delle nove scuole della Johns Hopkins University di Baltimora. Fondato nel 1955, il Bologna Center offre a studenti laureati di tutto il mondo un programma post-laurea per conseguire un master nel campo delle relazioni internazionali secondo gli standard di istruzione americani (www.jhubc.it).

bili perdite future. Ciò comporterà OTTOBRE 2011

17

••05PREV.CORVINO

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9:17

Pagina 18

Previdenza

FUTURO

QUALE

L

La necessità di una previdenza integrativa complementare a quella pubblica capace di garantirci un adeguato livello di reddito per una terza età serena

A RECENTE CRISI FINANZIARIA ED ECONOMICA ha spostato al centro dei dibattiti internazionali il tema del rapporto tra il progressivo allungamento della durata della vita umana e l’assetto dei sistemi previdenziali.

Se negli Stati Uniti si discute dell’innalzamento dell’età da cui si può beneficiare delle prestazioni del program-

ma di previdenza gestito dal governo americano Medicare, in Europa il dibattito è stato ufficialmente aperto circa un anno fa dalla Commissione europea attraverso la pubblicazione di una serie di lavori che affrontano in modo analitico tale relazione. Tra questi, occorre ricordare principalmente il rapporto Interim Epc-Spc Joint report on pensions e il libro verde Towards adequate, sustainable and safe European pension systems. Da tali documenti emergono alcuni elementi che pongono seri spunti di riflessione rispetto alle scelte effettuate dai lavoratori italiani.

Giuseppe Corvino

Proiezioni demografiche Negli ultimi cinquant’anni, nell’Unione europea la speranza di vita è cresciuta di circa cinque anni. Le ultime proiezioni demografiche (del 2009)

Figura 1 - Eu 27: la distribuzione per classi di età della popolazione maschile e femminile nel 2008 e nel 2060 La barra rossa indica la classe più numerosa

Maschi

2008

Femmine

Maschi

2060

90+

90+

85-89

85-89

80-84

80-84

75-79

75-79

70-74

70-74

65-69

65-69

60-64

60-64

55-59

55-59

50-54

50-54

45-49

45-49

40-44

40-44

35-39

35-39

30-34

30-34

25-29

25-29

20-24

20-24

15-19

15-19

10-14

10-14

5-9

5-9

0-4 20.000

15.000

10.000

5.000

Fonte: Servizi della Commissione

18

OTTOBRE 2011

0

Femmine

0-4 0

5.000

10.000

15.000

20.000

20.000

15.000

10.000

5.000

0

0

5.000

10.000

15.000

20.000

.

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9:17

RO?

Pagina 19

mento sul futuro costo delle pen-

quelli privati, in modo da atte-

sioni, si prevede comunque che a li-

nuare in qualche misura la pres-

vello europeo la spesa pubblica le-

sione sui sistemi pensionistici

gata all’invecchiamento aumente-

pubblici. Nel caso specifico del-

rà ancora complessivamente di

l’Italia, le risposte giunte con rife-

quasi cinque punti percentuali del

rimento a tali due aree di attività

indicano per il 2060 un ulteriore

pil entro il 2060, aumento ascrivibi-

paiono positive. Nel caso della

aumento di circa sette anni. Com-

le per metà alla spesa pensionistica.

previdenza pubblica, la legge

binata a bassi tassi di fertilità, que-

La crisi finanziaria ed economica

102/2009 ha introdotto il princi-

sta tendenza si tradurrà in uno

ha notevolmente aggravato i pro-

pio del collegamento dell’età

sconvolgimento della composizio-

blemi appena evidenziati: l’au-

anagrafica richiesta per conse-

ne per età della popolazione. La fi-

mento della disoccupazione, il ral-

guire il diritto alla pensione alla

gura 1 illustra questo nuovo asset-

lentamento della crescita, l’espan-

speranza di vita residua.

to confrontando la distribuzione

sione del debito pubblico e la vola-

per classi di età della popolazione

tilità dei mercati finanziari hanno

maschile e femminile nel 2008 e nel

reso sempre più critico il compar-

2060. Si noti come la classe più nu-

to previdenziale.

merosa (indicata in rosso) passi da quella 40-44 per entrambi i sessi nel

Cosa fare

2008 a quelle 45-49 per gli uomini

Le possibili soluzioni a questi

e 70-74 per le donne nel 2060.

problemi passano sia da una

Come naturale conseguenza, an-

riforma dei sistemi pensio-

che l’indice di dipendenza degli an-

nistici pubblici finalizza-

ziani crescerà: mentre oggi per ogni

ta a correlare la dura-

persona di oltre 65 anni ce ne sono

ta della vita lavorati-

circa quattro di età compresa tra i

va all’aspettativa

20 e i 64 anni, nel 2060 ce ne saran-

di vita, sia dal-

no soltanto due. La figura 2 riporta

la maggior diffu-

i valori di diversi indici di dipen-

sione di

denza rispetto ai diversi anni. Come si può notare, c’è un netto e costante rialzo. Tali tendenze creano una situazione potenzialmente insostenibile, aggravata dal fatto che la riduzione del tasso di natalità genera un maggior ricorso a strumenti previdenziali per ottenere prestazioni assistenziali che in altre circostanze sarebbero state assicurate dalla famiglia. Benché alcune riforme abbiano già sensibilmente ridotto l’incidenza dell’invecchiaOTTOBRE 2011

19

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Pagina 20

Previdenza

Figura 2 - Valori di diversi indici di dipendenza 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4

Fonte: Servizi della commissione

0,3 0,2 0,1 0 2020

2010

2030

2040

2050

2060

䡵䡵 60+/20-59 䡵䡵 65+/20-64 䡵䡵 68+/20-67 䡵䡵 70+/20-69

La previdenza in Italia

del pil entro il 2060 di cui si è par-

sa pensionistica sul pil (-0,4%). Un

Questo ha consentito all’Italia di

lato in precedenza. Le proiezioni

comportamento virtuoso di soli

posizionarsi positivamente ri-

della Commissione europea al

pochi stati europei (Svezia -0,1%;

spetto all’aumento complessivo

2060 indicano per l’Italia una ri-

Lettonia -0,4%; Spagna -0,7%; Po-

di quasi cinque punti percentuali

duzione dell’incidenza della spe-

lonia -2,8%) a fronte di un aumento medio dell’Europa (a 15 o a 27)

La previdenza complementare in Italia: tassi di adesione

del 2,4%.

(dati a fine 2010)

Nel caso della previdenza privata, l’Italia non ha modificato gli in-

Adesioni alla previdenza complementare1

Occupazione 2

3.835.764

13.795.000

27,8

140.049

3.495.000

4,0

investimento del risparmio previ-

Autonomi 3

1.296.071

5.645.000

23,0

denziale ancora fiscalmente con-

TOTALE Per memoria: Forze di lavoro 4

5.271.884

22.935.000 25.115.000

23,0

veniente. Ciò nonostante, i livelli

Tipologia di lavoratori

Dipendenti del settore privato Dipendenti del settore pubblico

1

2

3

4

Tasso di adesione (%)

Iscritti a tutte le forme pensionistiche complementari, compresi i Pip, istituiti precedentemente alla riforma del 2005 e non adeguati al decreto legislativo 252/2005. Si è ipotizzato che tutti gli aderenti lavoratori dipendenti dei fondi pensione aperti e dei Pip facciano riferimento al settore privato.

Il totale degli occupati e dei lavoratori autonomi è di fonte Istat, rilevazione sulle forze di lavoro, quarto trimestre 2010. Il totale dei lavoratori dipendenti del settore pubblico è di fonte Ragioneria generale dello Stato, conto annuale delle amministrazioni pubbliche, ultimo aggiornamento riferito alla fine del 2009. Il totale dei lavoratori dipendenti del settore privato è ottenuto per differenza fra il totale degli occupati e la somma dei lavoratori autonomi e dei dipendenti pubblici.

Con riferimento alle adesioni alla previdenza complementare, il dato include gli iscritti che non risulta svolgano attività lavorativa.

Fonte Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro, quarto trimestre 2010.

centivi fiscali preesistenti alla crisi, rendendo quindi tale forma di

di adesione alla previdenza privata restano tuttavia bassi.

Come riportato nella tabella a sinistra, l’ultima Relazione annuale della Covip ha evidenziato come il tasso di adesione a fine 2010, calcolato come rapporto tra iscritti e occupati, sia stato pari solo al 23% (28% per i lavoratori dipendenti del settore privato; 23% per i lavo-

20

OTTOBRE 2011

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9:55

Pagina 21

che si potrebbero fare senza gra-

adeguate rendite vita natural du-

ri dipendenti del settore pubblico).

vare sul bilancio dello Stato.

rante agli aderenti.

La situazione non è più favorevo-

La prima riguarda una revisione

Questo renderebbe la previdenza

le considerando l’età degli iscritti.

dell’insieme di norme che regolano

complementare più attraente sia

Dalla distribuzione per fasce di

i profili finanziari degli strumenti

per i lavoratori (in quanto valuta-

età risulta che fra i lavoratori con

di previdenza complementare;

ta più “sicura” nel senso di meno

meno di 35 anni soltanto il 17% ha

norme rivelatesi perfette per la fase

volatile rispetto ai propri obiettivi

aderito a una forma pensionistica

di start-up del sistema, ma che

di rendimento), sia per il sistema

complementare. L’età media degli

adesso potrebbero essere parzial-

Italia (perché consentirebbe di in-

iscritti conferma la scarsa parteci-

mente integrate al fine di meglio

vestire il risparmio previdenziale

pazione dei giovani: è pari a 44 an-

adattarsi alle caratteristiche di un

in strumenti di raccolta più vola-

ni, rispetto ai 41 degli occupati.

sistema che ormai ha superato tale

tili e di lungo periodo, quindi a so-

In Italia, il principale problema da

fase. In particolare, potrebbe essere

stegno dello sviluppo).

risolvere consiste quindi nell’in-

opportuno spostarsi – quantomeno

La seconda cosa riguarda invece

centivare tutti i lavoratori, anche

per alcuni comparti di investimen-

la crescita della cultura previden-

giovani, a incrementare l’adesione

to e in modo graduale – da misure

ziale dei lavoratori (anche giova-

alle forme di previdenza comple-

di rischio tipiche dell’industria del

ni) sia in termini di rischi demo-

mentare per ridurre gli oggettivi ri-

risparmio gestito (come il bench-

grafici e previdenziali cui occorre

schi di natura previdenziale e de-

mark) verso misure di rischio più

far fronte, sia in termini di logiche

mografica cui sono esposti, appro-

tipiche del mondo dell’Alm (Asset

di valutazione finanziaria, attua-

fittando, nel contempo, di un con-

and liability management), ossia di

riale e fiscale degli strumenti di in-

testo fiscale conveniente.

quell’area della finanza in cui gli in-

vestimento del risparmio previ-

Al di là di incentivi basati su mag-

vestimenti vengono effettuati par-

denziale in grado di gestirli.

giori benefici fiscali (difficilmente

tendo da specifici vincoli in termi-

E questo compito tocca a noi tutti,

sostenibili in questo momento sto-

ni di passività da coprire, che nel

ognuno per quanto può. Lo dob-

rico), esistono tuttavia due cose

caso specifico sono il pagamento di

biamo alle generazioni future. 䡵

Tasso di adesione alla previdenza complementare per classi di età (dati a fine 2010; valori in percentuale dell’occupazione; sono esclusi i lavoratori del pubblico impiego) 40

30

20

10

0 15-24 anni

25-34 anni

35-44 anni

45-54 anni

55-64 anni

Fonte: Elaborazione Covip su dati Istat e Ragioneria generale dello Stato.

ratori autonomi; 4% per i lavorato-

oltre 65 anni

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INIZIATIVE MANAGERITALIA

XV GOLF TROPHY MANAGERITALIA

DRITTI IN BUCA A PUNTA CANA 4-11 DICEMBRE 2011 Club Med Punta Cana, Santo Domingo

ISCRIZIONI E PRENOTAZIONI ENTRO IL 31 OTTOBRE Potete scaricare la scheda di iscrizione dal sito www.manageritalia.it (eventi e iniziative >> sport e tempo libero >> Manageritalia Golf Trophy).

Per maggiori informazioni www.manageritalia.it oppure chiama lo 02 29516028

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Verso il premio 2011

PARLIAMO D’Eccellenza L’eccellenza manageriale secondo Daniele Agiman, direttore d’orchestra

I

manageriale

In un’intervista fatta al maestro Herbert von Kara-

sguardo, ogni movimento del direttore, diventano

jan negli ultimi anni di attività, gli venne chiesto di

quella particolare sonorità, intenzione, interpreta-

spiegare cosa volesse dire eccellenza nell’attività

zione.

del direttore d’orchestra: «Sapere cosa si vuole, e

Sapere come ottenerlo: nessun direttore è in grado

sapere come ottenerlo» fu la laconica risposta.

di padroneggiare tutti gli strumenti presenti in

Come per tutti i grandi maestri, poche, semplici,

un’orchestra, e questo è altrettanto vero per un ma-

quasi banali parole, che in realtà racchiudono tut-

nager rispetto alle varie funzioni aziendali. Anche in

ta una vita di riflessione sulla propria e altrui espe-

casi, rari, di direttori che suonano buona parte de-

rienza, per trovare il senso profondo del proprio

gli strumenti d’orchestra, la loro competenza speci-

fare. E se il manager è spesso accostato a un di-

fica e la padronanza tecnica sono, naturalmente,

rettore d’orchestra, il parallelo oggi è ancora più

decisamente al di sotto delle capacità dei singoli

vero in un mercato globale e ipercompetitivo, do-

strumentisti delle orchestre da loro dirette.

ve lavorare al meglio sulla sinfonia aziendale (com-

Ciò che lo strumentista chiede al direttore è di “da-

petere) vuol dire ottimizzare il lavoro e la passione

re un senso” a ciò che i singoli strumentisti, o le

di tutti gli strumenti (collaboratori).

varie sezioni d’orchestra, vanno suonando; o me-

Sapere cosa si vuole per un direttore d’orchestra

glio, il direttore deve creare le condizioni affinché

significa fondamentalmente avere la capacità di

ciò che i membri d’orchestra fanno avvenga al me-

“immaginare” come suona una partitura, cioè un

glio in un progetto condiviso. Avere una vision, se

insieme di segni su una pagina che rimandano al-

vogliamo utilizzare un termine forte nel mondo

l’esperienza psichica originaria del compositore.

delle aziende. Orientare l’esecuzione rendendola

Ma la cosa più affascinante nel lavoro direttoriale

un’esperienza condivisa, dove il contributo del sin-

consiste nel fatto che questa “immagine sonora”

golo procede di pari passo con la capacità di dele-

non diventa un “sapere” nel senso tradizionale del

ga che il direttore impara, nel corso della propria

termine, non consiste cioè in una sommatoria di

attività, a utilizzare come mezzo per motivare,

nozioni relative al compositore, al brano, al perio-

coinvolgere, fare crescere. Il risultato finale? Leo-

do storico o quant’altro. Tutto questo conta, e

nard Bernstein diceva: «Un concerto, nel quale il

contribuisce ad avere un’immagine sonora appun-

pubblico diventa elemento attivo di questo im-

to il più corretta e vicina possibile al pensiero ori-

menso atto d’amore che si svolge tra direttore e

ginale del compositore, ma il suono pensato deve

orchestra, al servizio del compositore». Come non

trasformarsi in gesto. Assistiamo cioè alla corpo-

pensare a un’azienda che dialoga al meglio con i

reizzazione del messaggio (embodiment). E l’or-

clienti e con l’intorno sociale creando ricchezza

chestra proprio a questo reagisce: ogni gesto, ogni

non solo economica.

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Lavoro

PRODUTTIVITÀ LA

MOLLA

DELL’ECONOMIA Le responsabilità incrociate che frenano il nostro sviluppo Antonio Colella

L’

AUMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ è questione fondamentale nel contrasto al declino economico che deprime l’Italia. La produttività è l’aumento progressivo del valore che si aggiunge a un prodotto a parità di risorse impiegate. Si tratta di una funzione complessa, con molte variabili, che si intreccia

ai fattori che caratterizzano l’insieme della società, del lavoro e non solo. Direttamente o indirettamente la produttività si congiunge ad altre funzioni contigue: qualità, quantità, competitività, assiduità, coscienziosità, flessibilità, mobilità e altro ancora.

La questione è spesso agitata nelle contrattazioni del trattamento economico dei dipendenti: se non aumenta la produttività non aumenta il reddito d’impresa e quindi non ci sono risorse aggiuntive da distribuire, è il ragionamento. Giusto. Ma a rivelare e rilevare questa “scoperta” sono proprio coloro che manovrano le leve del potere economico e del potere politico. Non essendo però seguita dalla conclusione che ci si aspettereb-

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può tranquillamente dispiegarsi;

La produttività è l’aumento progressivo del valore che si aggiunge a un prodotto a parità di risorse impiegate

be da “coloro che possono”: «Ciò

ma sono sacche ben conosciute,

detto, noi del capitale da domani

che l’autorevolezza del buon

faremo questo; ciò detto, noi della

esempio potrebbe facilmente cor-

politica da domani faremo que-

reggere. È chiaro che se i sindacati

st’altro», a chi dunque è diretta la

se ne stessero quieti, se i dipenden-

rivelazione? “Agli altri”, si suppo-

ti stessero sempre in salute, se tut-

ne, cioè ai lavoratori. Si ha l’im-

ti lavorassero più ore, se le donne

pressione che i destinatari siano

non facessero figli e nessun ciclo le

Il rendimento dei singoli

coloro che nel sistema contano tan-

disturbasse, se i bisogni fisiologici

e i fattori esterni

to quanto contano i milleduecento

fossero conservati per le ore extra

La produttività è una condizione

euro che prendono al mese. Si ha

lavorative eccetera eccetera, di si-

globale. Il risultato dell’azione

l’impressione che le cause venga-

curo si produrrebbe di più! Ironia

esecutiva del singolo dipende da

no velatamente addebitate alle re-

a parte, sarebbe pur sempre una

una serie di fattori situati prima,

gole che malgovernerebbero il

sola delle molte cause ad essere

dopo e durante ciascun momen-

mercato del lavoro: la rigidità sin-

colpita, la più facile a cui mirare.

to lavorativo. È certamente vero

dacale, l’assenteismo, il basso nu-

Non è questa la formula tedesca,

che aumentando la quantità di

mero di ore lavorate, le maternità,

francese, nord europea, che con-

beni prodotti per unità di tempo

le pause e così via. Quando non ci

sente a quelle economie di sor-

diminuisce il costo per unità di

si avventuri in congetture antro-

passarci alla grande. La riprova

prodotto, ma perché ciò avvenga

pologiche, che graverebbero spe-

che per la nostra imprenditoria la

bisogna crearne le condizioni

cifiche aree socio-geografiche di

soluzione risieda essenzialmente

complessive. È ovvio che gli ope-

tiepidezza congenita nei confronti

nel pagare meno il lavoro è nella

rai che producono una Bmw ag-

dell’impegno lavorativo. Non sia-

delocalizzazione delle produzio-

giungono al loro prodotto un va-

mo tutti anime tanto belle da pen-

ni verso paesi poveri, proprio per

lore superiore a quelli che fanno

sare che non ci siano ambienti e

i vantaggi offerti dalla povertà

una Panda, ma detto questo non

condizioni dove il disimpegno

dei salari lì distribuiti.

si dice tutto, né per questo può OTTOBRE 2011

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Lavoro dirsi che i primi siano bravi men-

za intermedia, che però può po-

nimo. Sappiamo quanto frequen-

tre i secondi meno. È successo, e

co, costretta anch’essa dentro

temente le difficoltà private passi-

succede, che la bassa produttivi-

schemi esecutivi ben precisi.

no nell’alveo del lavoro e quanto quelle lavorative penetrino la sfera

tà di una unità produttiva sia presa ad alibi per decisioni impren-

Le responsabilità dei vertici

familiare. Il privato e il professio-

ditoriali drammatiche, trascu-

C’è poi la proprietà, alla quale

nale finiscono col tempo per in-

rando (quanto intenzionalmente

spetta mettere le risorse per dota-

fluenzarsi vicendevolmente. Non

difficile dirlo) i condizionamenti

re i lavoratori di mezzi di produ-

possono non avere riflesso le mille

esterni che ne abbiano indebolito

zione avanzati e mantenuti effi-

apprensioni che pesano su chi fa

i risultati senza responsabilità di

cienti nel tempo; assicurarsi perso-

fatica a mantenere una famiglia,

chi vi lavorava. Il rendimento del

nale con capacità professionali

teme per lo stesso posto di lavoro,

singolo risente di fattori esterni

adeguate e ausili tecnologici per

è preoccupato per un impegno

sui quali non ha modo d’interve-

tenere sotto controllo i fatti ammi-

economico contratto in momenti

nire. Partendo dall’ambito ope-

nistrativi, costruire un corpo pro-

migliori, ha problemi di salute

rativo aziendale, vi contribuisco-

mozionale-commerciale-distribu-

personali o familiari e aspetta me-

tivo capace di farsi strada nel mer-

si per una visita specialistica o un

cato, non disperdere gli utili ma

esame diagnostico, è vittima del

«Si combatte contro una burocrazia che dedica una metà della sua giornata a non fare nulla e l’altra metà a impedire che qualcuno faccia qualcosa»

impiegarli per sostenere l’impresa

pendolarismo usurante che gli in-

che li ha prodotti, contribuire alla

fligge giornalmente ore di calva-

formazione di distretti produttivi

rio in treno o nelle mortifere code

e reti distributive. È responsabili-

autostradali. La concessione di

tà dell’imprenditore agire, con

più ore straordinarie, richieste o

l’esempio personale e attraverso i

obbligate che siano, normalmente

collaboratori suoi più diretti, per-

sono benvenute ma significano

(Indro Montanelli)

ché le relazioni umane siano buo-

pur sempre fatica in più. Di certo

ne sia all’interno dell’azienda sia

non costituiscono né premio né

fra l’impresa e il suo esterno. A lui

aumento di retribuzione. Gli sgra-

no, a puro titolo d’esempio, la

inoltre compete la creazione e la

vi fiscali sugli straordinari spingo-

qualità e i prezzi d’acquisto del-

conservazione della buona repu-

no a lavorare più ore per la neces-

le materie prime, dei componen-

tazione, condizione che onora il

sità di guadagnare un poco di più.

ti, dei prefabbricati, l’organizza-

suo operato e diventa orgoglio dei

Così aumenta la produzione ma

zione delle fasi lavorative, la

dipendenti per il farne parte e per

non la produttività, mentre cresce

mappatura e l’accoglienza degli

l’avervi contribuito. Con la spe-

lo stress da lavoro.

spazi lavorativi, la movimenta-

ranza, per finire, che sappia resi-

E la burocrazia, nostra eterna pal-

zione delle parti, l’intelligenza

stere alla lusinga di vendersi

la al piede? Non mi dilungo, ma

nella creazione dei processi pro-

l’amata sua creatura per una van-

lascio la parola al pessimismo

duttivi, la competenza nelle tec-

gata di milioni appena essa abbia

estremo di Indro Montanelli «Si

niche di riduzione dei consumi

raggiunto un tanto di business ap-

combatte contro una burocrazia

energetici. La consapevolezza

peal, sospingendo l’economia pro-

che dedica una metà della sua

dell’importanza di queste com-

duttiva verso la desertificazione e

giornata a non fare nulla e l’altra

ponenti ai fini del rendimento è

quella speculativa verso la selva.

metà a impedire che qualcuno fac-

ben presente anche alla dirigen-

La produttività è anche stato d’a-

cia qualcosa».

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Formazione

ALLA SCOPERTA DEI PROPRI

TALENTI

Career counselling ed Executive coaching, due servizi di consulenza per aiutare il manager nello sviluppo del proprio progetto professionale Roberta Roncelli

P

erché un manager nel pieno della sua carriera volta al raggiungimento di risultati dovrebbe occuparsi di self empowerment? Perché un manager, con un’ottima posizione all’interno della propria azienda, dove è considerato fattore di successo per il business aziendale, dovrebbe fare consulenza di carriera? E ancora, perché se curiamo il nostro be-

nessere frequentando una palestra, avendo un piano di attività da svolgere e un trainer che ci segue e valuta i nostri progressi, non pensiamo di fare lo stesso per il nostro sviluppo professionale?

Le risposte sono semplici. Perché non ci sono più le aziende mamma.

Perché i progetti e i percorsi professionali, così come le carriere, sono sempre meno tradizionali nel loro sviluppo. Capita sempre più spesso, e se non capita vale la pena di cercarlo, di cambiare funzione o azienda.

CONSULENZA DI CARRIERA La parola a uno di voi Intervista a Gianluca Grasso, associato Manageritalia Milano, che ha usufruito del servizio Perché ha sentito il bisogno di fare una consulenza di carriera?

Perché a 40 anni si raggiunge una certa maturità professionale e un’analisi della propria carriera può dare un valore aggiunto all’at-

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Viviamo in contesti turbolenti e

porto di Cibiesse-Cfmt Business

confrontarsi con una realtà lavora-

School, mette a disposizione due

tiva in costante evoluzione diven-

strumenti di elevato valore profes-

ta fattore determinante per preser-

sionale: Career counselling ed

vare il proprio progetto professio-

Executive coaching. Si tratta di

nale. Come? Elemento essenziale è

servizi dedicati al manager che si

prima di tutto conoscere se stessi e

pone l’obiettivo di andare oltre i ri-

il mercato del lavoro. Per farlo al

sultati professionali raggiunti raf-

meglio Manageritalia, con il sup-

forzando la propria posizione e le

tività che si sta svolgendo. Mi trovavo due anni fa nella situazione in cui lavoravo nell’attuale azienda da dieci anni. Ero curioso di capire cosa potesse dare questa esperienza maturata.

Cosa le ha dato il servizio offerto da Manageritalia attraverso Cibiesse?

Il giudizio è sicuramente positivo. Ho trovato dei professionisti che mi hanno dato la possibilità di fare un’analisi approfondita che mi ha fornito una chiave di lettura per interpretare le mie necessità attuali.

Ritiene necessaria una consulenza, proprio nei momenti più positivi, per tarare continuamente i nostri obiettivi con il mercato?

Una consulenza deve essere fatta in un momento in cui si è sereni. Serve a vedere le cose in maniera distaccata e con maggiore spirito neutrale. Permette di fare un’analisi lucida dei bisogni e di dare un’interpretazione vicina alle proprie esigenze. Se l’analisi fosse stata fatta in un momento di difficoltà avrei dato informazioni che non rispecchiavano la realtà.

Perché se curiamo il nostro benessere frequentando una palestra, con un trainer che valuta i nostri progressi, non pensiamo di fare lo stesso per lo sviluppo professionale?

Come vede la vita del manager teso a rincorrere tutti i giorni i risultati, motivare le persone e pensare al suo presente e futuro professionale?

Il manager è sempre sotto esame, come se si trovasse sotto una lente d’ingrandimento, giorno per giorno, alla rincorsa degli obiettivi.

Quali altre azioni pensa di fare o rifare d’ora in poi per gestire attivamente e al meglio il suo sviluppo professionale e di carriera?

Ho intenzione di consolidare le mie competenze chiave attraverso la partecipazione di corsi aziendali e del Cfmt. Dovrebbe essere fatto da parte di tutti i manager, spesso ce lo dimentichiamo. Sono esperienze utili, a volte incontri colleghi che hanno problemi ma, ripeto, la formazione e il check-up di carriera andrebbero fatti durante un periodo di serenità. Il mio obiettivo ora è quello di ampliare il mio network professionale. I contatti oggi sono fondamentali.

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Formazione proprie capacità. Due percorsi con

Oltre alle consulenze di carriera

lizzazione sposta mercati e produ-

obiettivi diversi per scoprire le po-

un altro strumento importante per

zioni, la crisi economica attacca i

tenzialità nascoste, ma anche ad

guidarci nello sviluppo professio-

debiti degli stati fino a pochi anni

acquisirne di nuove per raggiun-

nale è senza ombra di dubbio You-

fa ritenuti un porto sicuro. In que-

gere progetti ambiziosi.

manager, un servizio per valutare,

sto quadro non è pensabile che la

Il Career counselling è la risposta

sviluppare e certificare le compe-

carriera professionale di un mana-

per chi vuole fare il punto sulla si-

tenze e la capacità di performance

ger possa svolgersi senza cambia-

tuazione di carriera e per verifi-

manageriali.

menti e senza un’attenta manu-

care il personale progetto profes-

Ritornando ai primi due servizi

tenzione da parte dell’interessato.

sionale. Si compone di due fasi: la

(Career counselling ed Executive

La verifica della propria employa-

prima è il career balance, che con-

coaching) Cibiesse-Cfmt Busi-

bility è la vera garanzia di conti-

sente al manager di effettuare

ness School, garantendo la quali-

nuità e di sviluppo professionale

una fotografia che aiuti a prende-

tà dei percorsi, offre consulenti di

per i manager. Anzi, molto spesso

re decisioni consapevoli. Dopo

carriera professionisti e coach cer-

lo sviluppo e la crescita professio-

aver analizzato il profilo com-

tificati ai dirigenti di Managerita-

nale richiedono discontinuità di

plessivo emerso, a questo punto

lia. A due di loro abbiamo rivolto

funzione, azienda e settore, che ci

si può definire il drive your career,

alcune domande allo scopo di

permettono di acquisire quell’e-

ossia un realistico piano di svi-

proporre qualche utile spunto di

sperienza, quelle competenze e

luppo o rilancio della propria car-

riflessione: Giovanni Pedone, am-

quella visione indispensabili per

riera professionale e le modalità

ministratore delegato di Career

ricoprire determinate posizioni».

con cui affrontarlo.

Counseling e Gianfranco Sarti, di-

L’Executive coaching, invece, è lo

rettore generale di Dbm Italia.

strumento per chi vuole migliora-

che ci si deve aspettare da un con-

re – velocemente e con flessibilità

Perché oggi c’è sempre più biso-

sulente di carriera?

di fruizione – aspetti di sé che

gno di una consulenza di carriera?

Pedone «Avere una guida che lo

possono limitare la performance e

Giovanni Pedone «Molti valori

aiuti con metodo e continuità a rico-

compromettere, nel tempo, la car-

che un tempo i manager legavano

struire il bilancio della propria car-

riera (ad esempio, conflitti con il

al proprio lavoro si sono modifica-

riera, a comprendere quali valori e

capo, con i colleghi, difficoltà a

ti e il governo della propria cresci-

motivazioni lo legano oggi al lavo-

impostare relazioni ad alto valore

ta professionale richiede una mag-

ro e soprattutto a individuare quali

aggiunto con la casa madre, diffi-

giore consapevolezza di sé e dei

settori di mercato rappresentano

coltà a delegare...).

propri obiettivi. Individuarli con

per lui il miglior target. Successiva-

tempismo e metodo, in linea con le

mente è necessario che il consulen-

proprie competenze, motivazioni e

te lo assista nella definizione dei

necessità del mercato, rappresenta

suoi obiettivi professionali e a pia-

oggi il vero mestiere del manager.

nificarne le opportune azioni di

La consulenza di carriera è il per-

perseguimento, con costanti mo-

corso indispensabile per acquisire

menti di verifica circa lo stato di

le opportune competenze utili a

avanzamento e realizzazione».

Oltre alle consulenze di carriera un altro strumento importante per guidarci nello sviluppo professionale è Youmanager

30

Quali sono gli obiettivi e i risultati

OTTOBRE 2011

compiere questo mestiere».

Sarti «Una fotografia del posi-

Gianfranco Sarti «Il mondo cam-

zionamento del proprio ruolo e

bia molto velocemente, la globa-

delle proprie competenze nel

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mercato del lavoro. Una valuta-

nale. La definizione di un percorso e di un piano d’azione per rag-

GIOVANNI PEDONE

giungere gli obiettivi».

Direttore generale Dbm Italia

pri obiettivi di sviluppo professio-

GIANFRANCO SARTI

Amministratore delegato Career Counseling

zione della realizzabilità dei pro-

Ritiene necessaria una consulenza nei momenti più positivi, per tarare continuamente gli obiettivi con il mercato?

Pedone «È utile ed efficace proprio nei momenti in cui si possono presentare al mercato dei risultati e dei successi: permette al

tori, anche con i propri capi e su va-

Quali altre azioni sono importanti

manager di allinearsi con il pro-

riabili a volte complesse e articolate

per gestire attivamente e al meglio

prio valore di mercato e soprat-

che producono senza dubbio stress

il proprio sviluppo professionale e

tutto lo aiuta a capire quali altri

e fatica. Poter contare su un proprio

di carriera?

obiettivi professionali può stabi-

consulente di fiducia rappresenta

Pedone «Rendere il più vertica-

lire per se stesso».

un vantaggio competitivo enorme,

le possibile le proprie competenze,

Sarti «È un’azione preventiva

perché significa risparmiare tempo

ovvero aumentare la capacità di

che deve essere attuata prima che si

nel mettere ordine tra le priorità

impattare direttamente sul busi-

verifichino delle criticità. Il passag-

quotidiane ed essere più efficaci

ness, avvicinandosi a quelle aree

gio da essere e sentirsi indispensa-

nella definizione e nel raggiungi-

dove si possono ridurre i costi o

bili per l’organizzazione a ritrovar-

mento dei propri obiettivi e di quel-

aumentare i ricavi; imparare a la-

si tra coloro che non sono più ne-

li dei propri collaboratori».

vorare con almeno una lingua stra-

Sarti «La vita dei manager, so-

niera ed essere disposti alla mag-

prattutto in un momento difficile

gior territorialità possibile. Oltre a

come quello attuale, è molto as-

tutto ciò è necessario diventare

Dal suo punto di vista, la vita del

sorbita dall’operatività e dalla ri-

professionisti del networking,

manager oggi richiede di avere

cerca di risultati nel breve. Rima-

passando da modalità empiriche e

qualcuno che possa affiancarlo in

ne poco tempo per riflettere e per

occasionali a modalità professio-

questo difficile compito?

guardare ai temi con prospettiva.

nali e continuative di sviluppo

Pedone «La gestione dei collabo-

La consulenza di carriera si pro-

della propria rete relazionale».

ratori è una competenza che carat-

pone di affiancare il manager nel-

Sarti «L’autoformazione, il net-

terizza il valore di un manager per-

la valutazione della propria posi-

working, l’utilizzo dei social me-

ché lo misura sulla sua capacità di

zione nel mercato del lavoro e nel-

dia sono attività che consentono di

conciliare il raggiungimento dei

la redazione di un progetto di svi-

mantenersi aggiornati e visibili.

propri risultati con quelli del team

luppo professionale attraverso il

Presupposti per cogliere le oppor-

di cui è responsabile. Avere questo

contributo di professionisti e di

tunità di sviluppo professionale

ruolo richiede un confronto costan-

strumenti che rendano questo

che, anche in momenti di crisi, il

te, oltre che con i propri collabora-

percorso breve ed efficace».

mercato offre».

cessari è rapido e spesso senza molti segnali premonitori».

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Speciale 150° Unità d’Italia - Storia del man

CHIMICA, ELETTRONIC

P

In questo numero scopriamo le qualità, manageriali e non, di un grande protagonista dell’hi-tech italiana nonché quelle del grande risanatore di Montedison e di Parmalat.

L’uomo più rappresentativo dell’industria hi-tech italiana nasce nel 1936 ad Agira, in provincia di Enna.

Pasquale Pistorio si laurea in Ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Torino e subito inizia la sua carriera come venditore di transistor Motorola in Piemonte; poi passa a Milano dove viene assunto presso un distributore italiano sempre Motorola come direttore vendite. La carriera è veloce e brillante: nel 1970 è direttore marketing Europa di Motorola, per approdare sette anni dopo alla sede centrale di Phoenix come direttore mondiale marketing e vicepresidente Motorola Corporation. Nel ‘78 acquisisce anche la carica di direttore generale dell’International semiconductor division, responsabile per la progettazione, la produzione e il marketing per tutte le aree al di fuori degli Stati Uniti.

Si può quindi immaginare lo stupore espresso da Motorola quando Pistorio manifesta la decisione di tor-

B

Enrico Bondi, il risanatore, nasce ad Arezzo nel 1934, si laurea in chimica all’università di Firenze ed entra in Montecatini (poi Montedison) nel 1957, dove, crescendo, resta per 15 anni. Responsabile centro ricerche fertilizzanti di Porto Marghera, diviene in seguito responsabile divisione prodotti per l’agricoltura e infine responsabile del miglioramento prodotti e processi della stessa divisione. Nel 1973 passa alla Ivi - Industrie vernici italiane come responsabile ricerca e sviluppo e dopo due anni svolge lo stesso ruolo in Snia (Gruppo Fiat). Già nel 1980 è nominato amministratore delegato e responsabile settore chimico di alcune società Fiat e, dopo aver guidato il settore spazio e difesa Snia, nel 1991 diventa ad della Gilardini. In Fiat cresce il rapporto di fiducia con Cesare Romiti, che apprezza le doti manageriali ma anche la riservatezza di Bondi, tanto da segnalarlo a Enrico Cuccia per il vertice del Gruppo Ferruzzi-Montedison assieme a Guido Rossi. È cosi che nel 1993, in piena Tangentopoli, Bondi è amministratore delegato di Montedison e di Ferfin (holding capogruppo di Ferruzzi) e dà il via all’opera di risanamento che lo porterà alla

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consacrazione. Montedison ricomincia dal settore energia diventando col tempo il secondo gruppo italiano dopo l’Enel, seppur a distanza. Bondi insiste sulla strada energetica acquistando centrali elettriche da Burgo e varando la fusione Montedison-Falck, che però viene bocciata dai soci di quest’ultima. A questo punto, siamo nel 2001, l’azienda viene scalata da Italenergia (formata da Fiat e dalla francese Edf) e Bondi deve lasciare la guida ai nuovi arrivati. Passa quindi a Telecom Italia, a Fondiaria Sai e al Gruppo Lucchini per brevi esperienze, prima dello scoppio dello scandalo Parmalat. Su indicazione delle banche creditrici il risanatore viene chiamato al lavoro come consulente, ma la situazione precipita di giorno in giorno e non ci vuole molto prima che Bondi venga nominato commissario straordinario. Parmalat spa e Parmalat finanziaria spa vengono sottoposte ad amministrazione straordinaria tra il gennaio 2004 e il settembre 2005. Il concordato con i creditori, che forma parte integrante del piano di ristrutturazione, è il risultato della procedura di amministrazione straordinaria con la quale 16 società sono confluite in Parma-

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anagement dalle origini ai giorni nostri

ICA E UN PO’ DI LATTE nare in Italia alla guida di Sgs-Atos, l’unica società italiana di microelettronica che però sembra prossima a un rapido declino e che non dispone certo dei mezzi per competere in un settore dominato dall’avanguardia giapponese e americana.

La strategia di Pistorio sembra impossibile al management che appare sfiduciato: recluta giovani ricercatori e offre grande libertà d’azione, tagliando i costi e puntando al commercio, in un gruppo dove l’importanza della ricerca e dell’innovazione lasciavano poco spazio al risultato economico. Eppure la tattica funziona. Funzionano le alleanze strategiche con i clienti per adattare soluzioni tecnologiche a esigenze specifiche delle telecomunicazioni, dell’auto o di altri settori, tanto da trasformare l’azienda in un produttore di semiconduttori ad ampio spettro e giungere nel 1987 alla fusione con la francese Thomson.

Pistorio è presidente e amministratore delegato del-

la Sgs-Thomson Microelectronics (Stm), che ora ha una posizione sul mercato internazionale, e decolla: nel 1992 segna un fatturato doppio a quello del 1987, nonostante il calo inevitabile dovuto alla Guerra del Golfo. L’azienda viene finalmente quotata prima a Wall Street poi alla Bourse de Paris e infine nel 1998 a Piazza Affari. Il fatturato è ormai triplicato: Stm è un competitor mondiale che lavora con partner del calibro di Nokia, Hp, Bosch ecc.

Pistorio conclude il suo mandato nel 2004, ma resta presidente onorario di Stm e continua a mettere a disposizione la sua grande esperienza manageriale e in ambito elettrotecnico attraverso numerosi altri incarichi, che lo vedono per esempio consigliere nel cda di Fiat e di Chartered Semiconductor Manufacturing, presidente di Telecom per alcuni mesi nel 2007, vicepresidente di Confindustria con delega all’innovazione e alla ricerca.

lat spa dando così vita al Gruppo Parmalat. La situazione è drastica, il buco è di quasi 15 miliardi di euro e la strada tutta in salita, ma il primo ottobre 2005 nasce la nuova Parmalat spa che il 6 ottobre è quotata in Borsa. Il gruppo torna in equilibrio e Bondi è nominato amministratore delegato.

Proverbiale la sua riservatezza, toscana la sua franchezza, grande la sua fermezza: è un manager che sa dove e quando tagliare. In Parmalat si concentra su latte, derivati e succhi di frutta e vende le controllate indebitate, dalle merendine al Parma calcio. Emblematica la sua affermazione per cui, se è vero che il mondo degli affari non è popolato di santi, «essere puliti è un costo, ma abbiamo il dovere di affrontarlo».

I numeri al 2010 segnano ricavi per circa 4,3 miliardi di euro e circa 14mila dipendenti, presenza in 16 paesi con 69 stabilimenti produttivi e in 9 paesi con accordi di licenza. Il resto è attualità: dopo l’acquisizione da parte della francese Lactalis lo scorso giugno, Bondi ha passato il timone a Yvon Guerin, pur mantenendo l’incarico di commissario straordinario assegnatogli nel 2003.

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Management

PRODUTTIVITÀ INNOVARE

MOLLA IMPRESA

L’ LA

DELL’ECONOMIA Per interpretare al meglio il presente, gli stimoli esterni, anche provenienti da mondi lontani come l’arte e la cultura, possono offrire all’organizzazione aziendale idee creative, impulsi e modelli vincenti

L

E IMPRESE CONTEMPORANEE VIVONO un periodo di profondo cambiamento, in cui i vecchi metodi di produzione, business e organizzazione del lavoro

sembrano non essere più in grado di rispondere alle esigenze del tempo presente. Ma cosa fare quando il momento storico in cui viviamo sembra essere avver-

so alle nostre intenzioni e desideri più profondi? Come imparare a leggere i segnali della contemporaneità per generare innovazione feconda per le organizzazioni d’impresa? Come trasformare un momento che tutti i media dicono sconfortante in occasione di apprendimento e crescita professionale?

Artisti e manager: ottimi compagni di strada Gli artisti, da sempre in ascolto attento della realtà per leggerne gli aspetti più intimi e nascosti, possiedono strumenti e chiavi di lettura del presente differenti da quelli a cui gli uomini d’impresa ricorrono quotidianamente nel loro lavoro. Per questo possono essere ottimi compagni di strada per i manager, che dall’incontro con il pensiero e la pratica artistica possono imparare a cogliere e interpretare segnali altrimenti non visibili, per trasformarli in opportunità di business.

«Imparare a decodificare i segnali che gli artisti svelano significa imparare a leggere la contemporaneità, per riattribuire senso alle pratiche della quotidianità professionale nelle quali siamo chiamati a in-

Camilla Bettiga e Maria Chiara Buffoni

tervenire, interagire e produrre» ci racconta Valeria Cantoni, presidente dell’associazione Art for business, una realtà da anni impegnata a rendere riconoscibile il contributo che le arti possono offrire alle organizzazioni, in particolare rispetto all’impatto che questi linguaggi hanno sulle persone, offrendo nuovi stimoli e metodi per l’apprendimento. «La crisi economica – continua Valeria Cantoni – non è solo un momento di débâcle nel nostro sistema finanziario e produttivo; è un segno più forte, lasciato sulla pelle di molte imprese, persone, famiglie e interi progetti industriali. Mentre questo accade gli artisti continua-

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manager che affollano le sue conferenze in un viaggio di esplorazione dell’Oriente alla scoperta di come la cultura orientale vive i no, come fanno da secoli, a rac-

cambiamenti e le sollecitazioni of-

contare il presente con simboli

ferte dalla contemporaneità, tra-

che ormai i nostri uomini d’im-

sformandoli in opportunità di cre-

presa faticano a leggere».

scita e innovazione.

Un’innovazione che non può

Guardare fuori dall’azienda

concentrarsi solo sugli aspetti

per creare innovazione

della realtà economica, tecnolo-

Questo è ciò che il nostro tempo

gica e sociale, ma coinvolge an-

ci impone di fare se vogliamo davvero trasformare la crisi in opportunità, l’angoscia del domani in stimolo fecondo. Per farlo ogni manager dovrebbe guardare alle arti e ai mondi che ci sono lontani. In questo ci aiuta François Jullien, un uomo che ha fatto dell’incontro con la di-

Se vogliamo trasformare la crisi in opportunità ogni manager dovrebbe guardare alle arti e ai mondi che ci sono lontani

versità la sua professione. «Confrontandoci con la cultura cinese – afferma Jullien – riusciamo a

che altri territori. Questo atteg-

introdurre nel nostro pensiero

giamento di attenzione al conte-

tradizionale uno sguardo obli-

sto può essere appreso dalle arti

quo che origina proprio dallo

e dalla cultura, da sempre anten-

scambio che può nascere dialo-

ne puntate sul mondo capaci di

gando con la cultura orientale.

percepire segnali muti e di legge-

Ci troviamo così ad affrontare il

re la realtà con sguardi sempre

presente potendo utilizzare que-

nuovi, rinnovati, cogliendo, gra-

sto doppio registro». In altri ter-

zie a uno sguardo laterale, ciò

mini, guardare alla lezione cul-

che ancora c’è da imparare. Ma è

turale ed economica che ci arri-

così vero che l’innovazione nasce

va dal mondo orientale come

nel momento in cui si cambia

fonte per nuove interpretazioni

contesto di riferimento e si guar-

del tempo presente e non più sol-

da al mercato in modo differen-

tanto come spaventoso fantasma

te? Lo abbiamo chiesto a Chris

che l’Occidente ha spesso prova-

Bangle, dal 1992 al 2010 a capo

to a dominare.

del design center di Bmw e oggi

Jullien accompagna da anni gli

ritenuto uno dei più influenti de-

studiosi che leggono i suoi libri e i

signer della sua generazione.

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Management

IMPRESE CHE ESPLORANO IL FUTURO POSSIBILE Enzo Rullani direttore t.Lab, Cfmt

C’

era una volta il “piano”: chi non se lo ricorda?

Era mitico e onnipresente, nel management di buona cultura, durante tutta l’epoca fordista e nelle sue sopravvivenze di oggi.

Il piano era il mezzo con cui l’azienda ben governata sopprimeva l’apprendimento del presente – con le sue incertezze, inquietudini, responsabilità – in nome di una programmazione del tempo guidata dall’ultimo piano di qualche grattacielo, con decisioni irreparabilmente lontane dagli eventi e dalla loro, implicita, domanda di senso.

Il piano stabiliva, insomma, la signoria del futuro programmato sul presente vissuto. Una signoria fissata “a prescindere”, coerente con la logica di quella che si auto-definiva decisione razionale, tout court.

Questa ingessatura del presente che gli toglie senso, e rischio, era frutto della drastica semplificazione del reale imposta da due secoli di modernità. Una modernità che, in Occidente, ha puntato tutte le sue carte sulla potenza della tecnologia, delle macchine

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OTTOBRE 2011

e di altri automatismi impersonali (il mercato, il calcolo, le procedure, le norme generali e astratte).

Ma da quando, a partire dagli anni Settanta, il mondo è andato fuori controllo, diventando nuovamente complesso e imprevedibile, la modernità meccanica si è scoperta orfana, priva di ciò a cui aveva rinunciato: la capacità di dare soggettivamente senso a un presente diventato fluido, avendo in mente le molte possibilità latenti che – nonostante calcoli, tecnologia e automatismi vari – continua a contenere.

Proprio nel momento in cui la modernità occidentale investe con la sua potenza di fuoco l’Oriente, i nodi del mancato apprendimento del presente sono venuti al pettine, rendendo preziosa – per noi – la complessità olistica conservata nella tradizione orientale. C’è dunque bisogno di una nuova sintesi. Nelle nostre, come nelle loro imprese, tocca all’intelligenza dei soggetti dare un senso condiviso al presente, nel viaggio sperimentale e indeterminato verso il futuro che si sono scelti, e a cui tengono.

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INCONTRIAMO

François Jullien, filosofo esperto della cultura cinese Imparare il presente, riconoscere il cambiamento

Chris Bangle, designer tra i più innovativi e influenti degli ultimi vent’anni Designing the present

18 novembre 2011 ore 19-20,30

19 novembre 2011 ore 19,30-21

Per informazioni e iscrizioni www.cfmt.it - tel. 025406311

V I A

A L E M A G N A

«Ogni azienda – sostiene Bangle

Il forum

che spesso non usiamo. Compren-

– dovrebbe seriamente pensare e

Questi temi saranno al centro del-

dere la contemporaneità significa

assegnare progetti, finalizzati a

la quarta edizione di Art for busi-

esserci immersi fisicamente, emo-

mettere in discussione quanto è

ness forum, l’appuntamento an-

tivamente, cognitivamente, risco-

già stato fatto e viene ritenuto

nuale organizzato dall’associa-

prendo il piacere nel lavoro, rico-

una ricchezza, al fine di produrre

zione Art for business in collabo-

struendo il senso e la piacevolezza

idee che altrimenti sarebbero

razione con Cfmt e Trivioquadri-

di ciò che si fa, costruendo relazio-

escluse perché interessanti ma

vio alla Triennale di Milano.

ni che portano piacere e non solo

troppo fuori dallo script consoli-

Il 18 e 19 novembre manager, im-

frustrazione». Una lezione che gli

dato. Lo scopo è scoprire quali

prenditori e responsabili delle

imprenditori di successo hanno

manager hanno l’intelligenza di

pubbliche amministrazioni sono

compreso da molto tempo, inco-

pensare al di fuori dei corridoi

chiamati a ripensare le organiz-

raggiando nei propri collaboratori

dell’azienda, e dargli il mandato

zazioni contemporanee attraver-

il coraggio di guardare fuori dal-

di farlo. Probabilmente la mag-

so l’incontro con le arti. «I parte-

l’impresa e di scorgere in ciò che li

gior parte dei loro progetti verrà

cipanti – spiega Valeria Cantoni –

circonda la chiave di sviluppo per

uccisa dalle forze conservatrici

verranno condotti in un viaggio fi-

la propria azienda. È solo osser-

che hanno sempre un grande po-

nalizzato a capire cosa significhi

vando, ascoltando e vivendo la

tere nelle organizzazioni, ma i se-

abitare la contemporaneità e vi-

contemporaneità e i segnali che

mi e la rete per la necessaria rivo-

verla con pienezza, valorizzando

emergono qui e ora che le organiz-

luzione saranno stati posti».

le capacità di cui disponiamo ma

zazioni possono creare valore. 䡵 OTTOBRE 2011

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Intervista

DARE

SIGNIFICATO GABRIELE GABRIELLI

AL LAVORO

Docente di Organizzazione e gestione delle risorse umane e di Sistemi di remunerazione e gestione delle risorse umane presso il Dipartimento di Impresa e Management della Luiss Guido Carli. È direttore dell’Executive Mba. Ha ricoperto il ruolo di direttore risorse umane e organizzazione in diverse aziende e gruppi, pubblici e privati.Autore di diversi volumi sullo sviluppo organizzativo e sulle risorse umane, tra cui People management.

Teorie e pratiche per una gestione sostenibile delle persone, Franco Angeli, Milano, 2010.

Niccolò Gori Sassoli

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Puntare sul fattore manageriale è una delle priorità per consentire alle imprese e all’intero sistema produttivo italiano di affrontare la crisi presente e di guardare con maggiore fiducia al futuro. La presenza di manager in Italia, però, è molto più bassa rispetto a quanto accade negli altri paesi avanzati. In Gran Bretagna, per esempio, i dirigenti del settore privato rappresentano il 6% di tutti i lavoratori dipendenti, in Francia e in Germania il 3%, mentre da noi siamo solo all’1%.

Diversi studi dimostrano che questa carenza frena produttività, competitività e innovazione. Prendendo spunto da questo dato abbiamo chiesto l’opinione di Gabriele Gabrielli, direttore dell’Executive Mba presso l’Università Luiss di Roma ed esperto di risorse umane.

In che modo è possibile sviluppare

guata riguardo le responsabilità, le

la cultura manageriale nelle impre-

attese di performance complessive

se italiane e colmare il divario esi-

e la rilevanza che gli executive

stente con gli altri paesi europei?

hanno per assicurare una gestione

«I contesti cui si fa riferimento so-

sostenibile delle imprese e delle

no molto diversi. Ragionare su un

organizzazioni che guidano. Co-

tema così complesso confrontando

mincerei proprio da qui, ossia dal-

percentuali senza essere certi che

la riflessione accurata su che cosa

si stia parlando dello stesso feno-

si chiede e che cosa ci si attende og-

meno può essere riduttivo e fuor-

gi da un manager. Ho l’impressio-

viante. In Italia il significato di “di-

ne che su questo aspetto ci sia mol-

rigenza” chiama in causa qualifi-

to da lavorare e da parte di tutti.

che, contratti di lavoro e normati-

Troppo spesso i dirigenti, infatti,

ve particolari che non trovano ana-

hanno le armi spuntate dovendo

logie in altri paesi. Resta però il fat-

muoversi in strutture complesse

to che, forse, da noi risulta meno

di governance che, anziché incen-

sviluppata a tutti i livelli la cultu-

tivare un contributo di alto profilo

ra di management attraverso cui si

(fatto anche della giusta dose di

esprime la gestione di un’impresa

coraggio e apertura all’innovazio-

e di un’organizzazione. Per cultu-

ne che dovrebbero connotare lo

ra di management intendo innan-

spirito e il carattere di ogni “gui-

zitutto una consapevolezza ade-

da”) rischiano di irretire l’azione

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manageriale svuotandola di signi-

suoi miti sono incapaci di fornire

«Le piccole e medie imprese stan-

ficato. Così come è frequente, vice-

risposte alla diffusa “domanda di

no già lavorando in questa direzio-

versa, ascoltare o osservare mana-

senso” che viene dalla società, dal-

ne, anche perché il mercato e le ra-

ger prigionieri di un concetto del-

le organizzazioni, dalle strutture

gioni dell’interdipendenza pro-

la dirigenza che somiglia più a un

operative degli stabilimenti e dagli

pria della globalizzazione richie-

simulacro polveroso, statico e

uffici, da donne e uomini che lavo-

dono di procedere in questo senso.

meccanicistico piuttosto che a un

rano e che cercano lavoro. Credo

Ci sono naturalmente ampi strati

ruolo moderno che deve motivare

che oggi la cultura manageriale

di resistenza, sostenuti dai timori

all’assunzione di responsabilità

debba ripartire dalla capacità di chi

di una cultura d’impresa abituata

verso chi si guida, verso l’impresa

guida le imprese di aiutare le per-

a “fare da sé” e magari rimasta

e la società più ampia».

sone a dare significato a quel lavo-

scottata da qualche esperienza

ro – in tutte le sue espressioni e

manageriale poco edificante nei

Salvo casi isolati, le nostre impre-

componenti – che abbiamo troppo

comportamenti e nella performan-

se non sono state capaci di gene-

spesso svuotato e ridotto solo a

ce. Ma ci sono anche tanti segnali

rare una cultura manageriale di

strumento per assumere la cittadi-

positivi. Seppur avvolta da discre-

ampio respiro. Come valorizzare

nanza di consumatori in quanto la-

zione c’è, per esempio, una cospi-

la forza e superare le debolezze

voratori. Ma l’uomo non è riduci-

cua fetta di passaggi generaziona-

del management italiano?

bile solo alla dimensione di lavora-

«Anche la cultura manageriale sof-

tore, né tantomeno a quella di con-

fre della deriva che ha caratterizza-

sumatore. Occorre uscire da questa

to quest’epoca, che le riflessioni

ipertrofia del lavoro, come qualche

avviate in tutti i campi mettono in

studioso l’ha chiamata, per riposi-

evidenza. Mi riferisco sostanzial-

zionarlo nella giusta dimensione.

mente alla costruzione lenta, ma

Guidare con responsabilità orga-

inesorabile, di una miopia organiz-

nizzazioni e imprese significa per-

zata attorno alla supremazia della

ciò ridare spazio a una visione in-

“tecnica” rispetto a una più equili-

tegrale dell’individuo che ha pro-

brata visione delle altre risorse, an-

getti, mete, bisogni e relazioni. Il

li che si sta realizzando all’insegna

cor più necessarie, per “lavorare

dirigente può fare molto in questa

di una visione più strutturata e

con e attraverso gli altri”. Con la

direzione. “Deve” fare molto, per-

matura. E il successo delle impre-

tecnica si può fare tutto e domina-

ché il coinvolgimento delle perso-

se che hanno puntato sulle reti e

re ogni cosa. Questa è stata la mio-

ne, e molto del benessere della so-

sulla condivisione di risorse sta

pia culturale e organizzativa di

cietà, oggi, passa per questa via».

suscitando molto interesse e vo-

Con la tecnica si può fare tutto e dominare ogni cosa.

Questa è stata la miopia culturale e organizzativa

glia di emulazione. In realtà, le

una visione del mondo che si è sviluppata grazie anche a una cultura

Una maggiore presenza e cultura

pmi stanno dimostrando di aver

manageriale imbevuta di stereoti-

manageriale nelle pmi, general-

compreso bene, e molto meglio di

pi, algoritmi e superbia. Fare ma-

mente di natura familiare, potreb-

tanti altri soggetti economici e

nagement, però, richiede ben altro.

be permettere di superare i pro-

non, che la vera leva dello svilup-

Presuppone una visione che parta

blemi dei passaggi generazionali,

po che tutti cercano si trova nei le-

dalla consapevolezza che affidarsi

rafforzare le sinergie “di sistema”

gami e nelle relazioni di fiducia su

alla sola tecnica è un comporta-

ed essere così più competitivi nei

cui da sempre le imprese hanno

mento fragile, perché la tecnica e i

mercati globali?

costruito la loro unicità».

䡵 OTTOBRE 2011

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ASSICURATESE PER TUTTI

1. LA STORIA

2. IL RISCHIO E LA COPERTURA

3. LE GARANZIE

IN VIAGGIO CON ASSIDIR NEL MONDO DELLE ASSICURAZIONI

per tutti

P

GLI ATTORI: operatori, assicurati e intermediari

42

Proseguendo nel nostro viaggio, dedichiamo qualche minuto del nostro tempo a una riflessione su quali e quanti sono gli attori del mondo delle assicurazioni. Infatti, se le prime forme di assicurazione sono nate da accordi tra un limitato numero di persone, col tempo si sono venute a creare delle vere e proprie aziende, costituite con il preciso scopo di gestire le problematiche assicurative e il rapporto con gli assicurati. Oggi, dopo alcuni secoli di attività, il settore è più che consolidato e sia le strutture sia le persone che vi operano hanno ruoli e funzioni così ben definiti da essere addirittura oggetto di norme di legge per tutelare gli operatori ma soprattutto gli assicurati. Ricordiamo come il cosiddetto “Codice delle assicurazioni”, firmato dal Presidente della Repubblica ed entrato in vigore il primo gennaio 2006, è composto da 355 articoli, per un totale di 224 pagine di testo.

Veniamo ora agli attori che, a tutela della clientela, in Italia sono costantemente controllati dall’Isvap, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo.

Le imprese Il primo attore è senz’altro la compagnia di assicurazione che, oltre ad avere le competenze necessarie per ideare, progettare, realizzare e gesti-

QUANTI SONO GLI OPERATORI DELLE ASSICURAZIONI IN ITALIA

re ogni tipo di copertura che offre al mercato, deve operare con un’idonea organizzazione amministrativa e contabile e con un adeguato sistema di controllo interno.

L’impresa assicuratrice, a tutela della clientela, ha l’obbligo di costituire le cosiddette “riserve tecniche”, ossia liquidità monetaria, titoli e immobili sufficienti per importi, redditività e liquidabilità a far fronte, per quanto ragionevolmente prevedibile, agli impegni derivanti dai contratti di assicurazione che sono stati sottoscritti. L’impresa, inoltre, deve dotarsi in aggiunta di un’ulteriore riserva di sicurezza, il cosiddetto “margine di solvibilità”, per coprire eventuali scostamenti rispetto a quanto previsto come impegno verso gli assicurati.

Le compagnie di assicurazione possono ripartire, a loro volta, i rischi assunti verso gli assicurati con altre imprese di assicurazione (coassicurazione) o cederne una parte ad altre imprese di assicurazione che se ne fanno carico (riassicurazione). In estrema sintesi, si può dire che la riassicurazione è l’assicurazione delle assicurazioni, utilizzata soprattutto nei casi in cui si debbano coprire rischi di entità particolarmente elevata.

Contraenti e assicurati Passando dalla parte dei clienti, dobbiamo prima di tutto dividerli in due

IMPRESE DI ASSICURAZIONE Imprese di assicurazione e riassicurazione italiane DI CUI: SOLO RAMI VITA DI CUI: SOLO RAMI DANNI DI CUI: MULTIRAMO

Fonte: Relazione annuale Isvap 2010 Dati imprese e intermediari di assicurazione e riassicurazione autorizzate a operare nel territorio italiano al 31 dicembre 2010

OTTOBRE 2011

Rappresentanze di imprese estere intra UE Rappresentanze di imprese estere extra UE TOTALE IMPRESE AUTORIZZATE ALL’ESERCIZIO IN ITALIA

151 61 76 14 89 2 242

••12ASSICURATESE

IE

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4. GLI ATTORI

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5. RAPPORTO CITTADINO/ASSICURAZIONE

categorie: i contraenti e gli assicurati. Il contraente è colui che sottoscrive la polizza, l’assicurato è colui cui si riferisce il rischio da coprire; in altre parole io sono sia contraente sia assicurato quando sottoscrivo una polizza infortuni per me, mentre divento solo contraente se sottoscrivo la stessa polizza per uno dei miei familiari. A questi si aggiungono i beneficiari, che sono i soggetti in favore dei quali vengono erogate le prestazioni assicurative.

Gli intermediari La clientela, di solito, non ha contatti diretti con le compagnie di assicurazione, ma interagisce con queste attraverso gli intermediari, costituiti da agenti, broker, sub agenti, produttori diretti e operatori di “banca assicurazione” (banche, società di intermediazione mobiliare, Poste Italiane divisione Banco-Posta).

Anche queste figure sono regolate dalla normativa di cui abbiamo accennato in precedenza e devono rispondere a precisi requisiti professionali e di onorabilità per poter essere iscritte nel Registro pubblico degli intermediari assicurativi tenuto presso l’Isvap ed essere autorizzate a operare. A tutela degli assicurati, la normativa vigente prevede che per essere iscritti nell’albo i candidati debbano superare un esame di abilitazione.

6. LA LEGGE E LA CONTRATTUALISTICA

I mediatori di assicurazione o di riassicurazione, più noti col nome di broker, agiscono su incarico del cliente senza poteri di rappresentanza di alcuna impresa di assicurazione o di riassicurazione; così facendo possono garantire al cliente la scelta del prodotto più adatto alla sue esigenze, ricercandolo e selezionandolo tra tutti quelli che l’intero mercato assicurativo propone.

Di norma, per il tipo di attività che svolgono, i broker hanno come clienti più imprese che privati e ripartiscono sempre il proprio portafoglio, ovvero l’insieme delle polizze di cui hanno promosso la sottoscrizione da parte dei clienti, su più compagnie.

Gli agenti di assicurazione agiscono come intermediari in nome o per conto di una o più imprese di assicurazione e, di conseguenza, si definiscono “monomandatari” o “plurimandatari” anche se, nella maggior parte dei casi, sono monomandatari e hanno uffici in cui spicca con molta evidenza il logo di una sola compagnia. Insieme ai produttori e ai sub agenti costituiscono la maggioranza delle persone cui noi ci rivolgiamo per sottoscrivere la polizza di assicurazione che ci deve coprire da uno qualsiasi dei rischi cui possiamo andare incontro per le nostre persone, i nostri familiari o i nostri beni.

In questo caso, più di ogni altra mo-

INTERMEDIARI DI ASSICURAZIONE ISCRITTI AL REGISTRO UNICO INTERMEDIARI

AGENTI BROKER Banche, intermediari finanziari, Sim e Poste Italiane - divisione servizi Banco Posta

NUMERO ISCRITTI Persone fisiche

Società

28.356 3.251

10.007 1.208

—

717

7. IL SINISTRO

8. IL RUOLO DI ASSIDIR

tivazione, ciò che contraddistingue la relazione commerciale è il rapporto di fiducia e fidelizzazione che si instaura, nel tempo, tra cliente e assicuratore mettendo, di fatto, in secondo piano le caratteristiche di dettaglio delle polizze e la stessa compagnia assicuratrice. Questo rapporto di fiducia sta assumendo un valore ancora più elevato che nel passato poiché, come in altri settori, è in atto un processo di fusione e accorpamento tra compagnie, non solo a livello nazionale ma anche internazionale.

Le polizze online Oltre al caso delle “compagnie telefoniche” sono di recente nascita le cosiddette “internet insurance”: il cliente interagisce direttamente, ma in modo virtuale, con la compagnia attraverso le ormai note “polizze online” che, grazie alla capillare diffusione di internet, permettono di sottoscrivere delle coperture assicurative, per lo più standardizzate, come la Rc auto, senza ricorrere all’intervento di alcun intermediario.

Quest’ultimo modo di operare richiede comunque, oltre a una certa confidenza con gli strumenti telematici, un minimo di conoscenze e una certa quantità di tempo per andare a verificare tutte le condizioni e le clausole che si andranno a sottoscrivere.

La logica è la stessa di quando viene scelto il “fai da te” nei distributori di carburante ma, ovviamente, in questo caso la problematica è ben più complessa. Per cui molti preferiscono ancora oggi affidarsi a un intermediario che li assisterà anche nel momento di un eventuale sinistro, anche se devono affrontare un costo della polizza un poco più elevato.

Oggi il settore è più che consolidato e sia le strutture sia le persone che vi operano hanno ruoli e funzioni così ben definiti da essere addirittura oggetto di norme di legge per tutelare gli operatori ma soprattutto gli assicurati

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Comunicazione

SORRISI STRATEGICI

Manageritalia fa luce sul ruolo dei communication & Pr manager svelando i fondamenti di un mestiere di sicuro appeal, ma con ancora alcuni pregiudizi e nodi da sciogliere

O

GGI LA PAROLA VIENE DATA PIÙ O MENO A TUTTI e se Andy Warhol profetizzava – azzeccandoci – che chiunque può ottenere i suoi 15 minuti di celebrità, solo pochi riescono a lasciare il segno. Tra questi ci dovrebbero senz’altro essere

i manager della comunicazione. I processi non sono sempre lineari, i nuovi strumenti digitali a disposizione si affiancano a quelli tradizionali costringendo a essere sempre aggiornati sulle nuove potenzialità offerte dalla rete. È un ambito, quello della comunicazione, dove tutto muta in fretta e dove le regole spesso sono sfumate. Anche il ruolo del communication manager ne risente, tanto che nella pratica i confini del suo lavoro risultano molto elastici. Per semplificare si può comunque dire che le cinque aree di cui si occupa sono la comunicazione esterna, quella interna, la gestione della crisi, i rapporti con gli stakeholder e l’organizzazione degli eventi.

a cura della redazione

Per fare il punto sulla professione Manageritalia ha svolto attraverso un questionario online un’indagine su 400 manager dell’area Pr, comunicazione e marketing. Scopo del sondaggio, fare luce sulle sfide della professione e allo stesso tempo individuare le tendenze e il giudizio sulle relazioni pubbliche nel nostro paese da parte degli addetti ai lavori.

Trend per i prossimi anni Per il 45% degli intervistati il ruolo del communication manager oggi è ancora ancillare rispetto ad altre funzioni, come la direzione marketing piuttosto che quella generale. Secondo il 78% dovrebbe essere una figura interna, con il coordinamento di un team, di agenzie e fornitori. In casi particolari, come il crisis management, è opportuno ricorrere a consulenze esterne. Nei prossimi anni l’impegno maggiore sarà concentrato

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sull’ufficio stampa, ovvero la ge-

sempre più un community mana-

Caratteristiche e consigli

stione dei rapporti con giornalisti,

ger e saper utilizzare internet per le

I manager coinvolti nell’indagine

ma soprattutto blogger e scrittori

attività di comunicazione esterna e

hanno indicato le caratteristiche

del web, tanto che le internet Pr, già

interna.

prioritarie per il communication

oggi a fianco delle attività tradizio-

Il Pr & communication manager

manager: diplomazia e doti rela-

nali, saranno un aspetto costitutivo

dovrà poi mettere al centro della

zionali (82%), autorevolezza, ca-

di questo lavoro e svilupperanno

sua strategia l’approfondimento

pacità di gestire progetti e creare

soprattutto siti web e social net-

dei temi della corporate social re-

una strategia di comunicazione.

work. In sostanza, si dovrà essere

sponsibility e del green marke-

Ma come si fa carriera nella comu-

ting (96%), due filoni che potran-

nicazione? I dirigenti e i quadri

no dare buoni risultati, a patto

del settore affermano che per la-

che non siano solo operazioni di

vorare e fare carriera in quest’area

facciata, ma interventi di comu-

oggi occorre avere alle spalle un percorso di studi e di formazione mirati, avere una personalità propositiva e doti relazionali, conoscere molto bene i media e i new media, alternare l’esperienza in un’agenzia a quella in azienda o in una realtà del non profit, crearsi un network di contatti formato non solo da giornalisti ma anche dagli altri

Le internet Pr saranno un’attività chiave del communication manager nicazione legati a vere poli-

comunicatori e stakeholder. No-

cy aziendali in questa dire-

nostante alcune perplessità sulle

zione. Per gli intervistati,

opportunità professionali di un

inoltre, sarà molto importante

mestiere con una forte presa sui

appartenere a network profes-

giovani (le facoltà di Scienze della

sionali e associazioni di catego-

comunicazione sono ancora prese

ria (68%) e dedicare sempre più

d’assalto in Italia), la maggioran-

tempo alla formazione continua

za consiglierebbe a un giovane di

e all’aggiornamento (95%).

lavorare in questo ambito.

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Comunicazione

Le relazioni pubbliche si prestano a un utilizzo strategico, danno un contributo essenziale alla costruzione della reputazione dell’azienda e all’organizzazione della marca

A che punto siamo in Italia Le relazioni pubbliche oggi soffrono di alcuni pregiudizi da parte di chi non le esercita a livello professionale.

L’opinione ancora diffusa nel nostro paese, ossia che la gestione di queste attività sia limitata all’organizzazione di cocktail, serate ed eventi, è ancora forte. Da parte dei communication manager le

COMUNICARE CON SUCCESSO: I CONSIGLI IN UN EBOOK Come diventare un comunicatore efficace e fare in modo che le relazioni pubbliche siano un’attività chiave per il business? Quali sono gli strumenti oggi a disposizione del communication manager e quali caratteristiche possono essere considerate ideali per diventare un asso nelle Pr? Queste domande non sono certo secondarie per chi si occupa a livello manageriale di comunicazione. L’ebook di Davide Mura, intitolato Public Relations 2.0 (Bruno Editore, pagg. 187), raccoglie dodici interviste a Pr manager di note aziende e organizzazioni – tra cui Atm, Virgin Active, Citroën – e grazie anche ai risultati dell’indagine svolta da Manageritalia su 400 manager dell’area comunicazione e marketing vengono presentate le prospettive dei comunicatori ai tempi del web 2.0, i ferri del mestiere e le strategie per valorizzare un brand, promuovere servizi, prodotti e iniziative, organizzare un evento memorabile, gestire la comunicazione interna o una crisi. Un ebook da leggere e consultare, per gli addetti ai lavori, per i manager e tutti coloro che non vogliono fare passi falsi e raggiungere i propri obiettivi nel migliore dei modi quando comunicano. Può essere acquistato su www.brunoeditore.it.

relazioni pubbliche sono però destinate a crescere di valore e considerazione nei prossimi anni, si

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prestano a un utilizzo strategico,

pre semplice identificare chi pos-

danno un contributo essenziale

sa essere rilevante e chi no.

alla costruzione della reputazio-

E Facebook e gli altri social net-

ne dell’azienda e all’organizza-

poi due problemi connessi alle

work? L’entusiasmo generale è

zione della marca. Eppure, i ma-

attività di comunicazione: da un

un po’ più tiepido tra i comuni-

nager esprimono un giudizio cri-

lato il surplus di informazioni,

catori: i nuovi canali offriranno

tico sia sulle agenzie di Pr sia sul

tanto che risulta difficile stabilire

anche opportunità di interazione

livello generale dei comunicatori,

cosa possa diventare una notizia

con i diversi pubblici, tuttavia se-

non sempre preparati in maniera

e cosa no, dall’altro una forte di-

condo il 45% degli intervistati il

adeguata sul contenuto dei loro

sgregazione tra i giornalisti, let-

controllo di notizie e messaggi

messaggi e condizionati in ma-

teralmente travolti dall’ondata

non è più possibile al 100%. Il

niera negativa dai pochi investi-

del web e spesso in cerca di una

dialogo presuppone un contrad-

menti nella formazione continua

precisa identità. Se grazie a inter-

dittorio, ma in fondo la gestione

per quanto riguarda quest’area,

net il servizio di ufficio stampa è

delle critiche e dei commenti ne-

basti pensare che nell’ultimo an-

più semplice e con i blog ci sono

gativi permette di evolvere e di

no fiscale questi sono stati infe-

più opportunità per far circolare

rendere il lavoro dei comunicato-

riori ai 100.000 euro.

una notizia, tra i blogger e i gior-

ri più credibile e fondamental-

I manager intervistati indicano

nalisti oggi c’è caos e non è sem-

mente onesto.

OTTOBRE 2011

䡵

••13DAVIDE.INDAGINE

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••16Pedretti.ECONOMY

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Aziende

WECONOMY: L’ECONOMIA RIPARTE DA

C’

NOI

è chi la chiama wikinomics, chi rilancia con socialnomics, chi parla di meshing, di pop econo-

Collaborare in reti globali: dalla progettazione alla produzione, all’assistenza, attingendo alle migliori competenze sul mercato Enrico Pedretti

48

OTTOBRE 2011

my o di collaborative consumption. E poi c’è chi in Italia ha cercato di riassumere la tendenza contemporanea alla condivisione e alla partecipazione in ambito economico e imprenditoriale

aggiungendo al concetto di economy un semplicissimo prefisso: We, Noi. Il risultato è Weconomy. Ed è figlia della diffusione dei social network, la generazione digitale che facilita e impone nuove pratiche: Facebook conta 700 milioni di iscritti, Twitter produce 2.400 micro-contenuti al secondo, Skype mette quotidianamente in connessione diretta 35 milioni di utenti. Non si tratta solo di mode e nemmeno di una questione puramente tecnologica: dietro a questi numeri ci sono persone reali che han-

••16Pedretti.ECONOMY

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Pagina 49

no cambiato, stanno cambiando o

nomy supera il mero far fare fuo-

persino alla manutenzione e al-

cambieranno presto i propri com-

ri parte dell’attività e lo ripropo-

l’assistenza di lungo termine.

portamenti. Persone, soprattutto

ne in termini di crowdsourcing,

Questo approccio collaborativo

lavoratori. Che, inevitabilmente,

dove quello che è importante

consente alle imprese di attingere

portano ogni giorno in azienda il

non è il fuori o il dentro, ma il

alle competenze più sofisticate ri-

nuovo state of mind dell’era 2.0,

coinvolgimento e la cooperazio-

sparmiando tutte le scocciature le-

un’esigenza al tempo stesso più

ne tra più attori.

gate alla necessità di gestire una fusione o un’acquisizione vera e

digitale e più reale. A loro, l’impresa basata su visione e gestione

Alcuni esempi

propria. Le aziende leader si occu-

egocentriche non ha nulla da rac-

Aziende campioni dell’economia

pano sempre meno della produ-

contare, nessuna risorsa per coin-

fordista come Boeing si stanno di-

zione e si concentrano, piuttosto,

volgerli. Quella che invece demo-

sfando delle risorse superflue e

sulla progettazione dei sistemi,

cratizza i processi gestionali, co-

scelgono, in alternativa, di colla-

sulla definizione dei processi e

progetta e stimola questa prezio-

borare all’interno di reti di valore

sull’orchestrazione della collabo-

sissima massa critica di talento

globali e a maglie larghe. Al posto

razione. In questo modo Boeing

collettivo è l’impresa del futuro.

dei vecchi rapporti gerarchici fra

ha costruito il 787 Dreamliner che

Oggi nessuna azienda può più

produttori e fornitori, le aziende

ha il 70-80% dei suoi componenti

pensare di fare da sola, di non es-

leader e i loro partner condivido-

totali progettati e prodotti da par-

sere all’interno di una catena del

no i costi e i rischi dei grandi pro-

tner esterni dislocati nell’intero

valore che, abbandonato il vec-

getti di sviluppo lungo tutto il ci-

pianeta. Lo stesso vale per Bmw,

chio distretto locale, diventa glo-

clo di vita dei nuovi prodotti e col-

che nel caso della X3 o della Serie

bale. L’outsourcing è figlio di

laborano su ogni fronte, dalla pro-

7 per il 70% delle sue parti è stata

questa logica anche se la weco-

gettazione alla fabbricazione e

progettata, prodotta e assemblata

COME CAMBIA IL WE-LAVORATORE Le sette caratteristiche lavorative del weconomy workstyle che sostituiscono i vecchi paradigmi aziendali:

IN condividere, OUT comandare (= dividere) IN fluidità nel controllo, OUT rigidità nel controllo IN co-working, OUT working IN autorevolezza, OUT autorità IN conversazione (= reputazione), OUT comunicazione IN coopetizione, OUT competizione IN engagement, OUT management

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Aziende da una rete globale di fornitori.

Oggi, poi, che le nuove tecnologie

Weconomy dalla... W alla Y

si fanno strumento e struttura, la weconomy ha trovato le proprie best practice e i propri “campioni”

Matteo Pozzi, chief editor Logotel

in colossi come Google o Best Buy. Per fare un paio di esempi concreti, da anni Google intraprende percorsi di open-door innovation con scambio alla pari dei propri dipendenti con altri big come

L’

economia del XXI secolo, quella che traduce la parola “crisi” in “opportunità”, parla una nuova lingua. Il suo alfabeto parte dal-

Procter&Gamble o gli “ordina” di

la W, come Weconomy. WE + Economy: la parola è

dedicare il 20% del proprio tempo

servita. Il fenomeno, o meglio, questa costellazione di feno-

lavorativo a progetti personali in-

meni, era in movimento da tempo. Ma l’avvento della civiltà di-

dipendenti per poi condividerli

gitale ha messo un macigno sul pedale dell’acceleratore. Non restava che dare un nome al nuovo paradigma. In Italia ci sta pensando un progetto: “Weconomy”, appunto.

Oggi nessuna azienda può più pensare di fare da sola, di non essere all’interno di una catena del valore che diventa globale

Oggi ne parlano in tanti. Harvard Business Review, tanto per dirne una, ha dedicato il suo ultimo numero estivo proprio al tema dell’impresa collaborativa. Ma qual è il reale “fattore X”, l’ingrediente segreto, l’elemento che fa la differenza in questo mutato (e mutante) contesto? Semplice: è la variabile Y, come “You” (“Person of the Year” per il Times già nel 2006, una vita fa). “Tu”, la singola persona. La collettività di oggi richie-

con l’intera impresa. Best Buy, retai-

de sempre maggiore individualità, personalità, responsabilità.

ler leader in America nell’elettroni-

Una vision forte, condivisa a tutti i livelli dal WE dell’intera im-

ca di consumo, affida il proprio ser-

presa, esalta il ME delle singole persone. Se ci riescono gli scia-

vizio di assistenza clienti non ai call

mi di api (è la “swarm theory”), possiamo farcela anche noi. È

center esterni ma a un twitter de-

questa la Z, lo Zeitgeist, lo spirito dei nostri tempi: un grande

centralizzato (TwelpForce), costi-

specchio collettivo in cui ognuno riflette e vede moltiplicarsi il

tuito dai propri stessi dipendenti.

proprio talento e la propria capacità.

La weconomy è insomma un mix in

Il primo requisito della persona d’impresa We, sempre meno

ottica di social business di tutti que-

“manager” in senso tradizionale e sempre più “We-Man”? È

sti ingredienti che svecchiano i pa-

la A, di Apertura. Lo diceva, già cinque anni fa, Don Tapscott

radigmi aziendali tradizionali.

nel suo wikinomics - La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo. Aprire le menti, superare le abitudini, dare vi-

Cambia il modo di lavorare

sibilità ai processi. Fare Business con la B maiuscola.

Il We è già all’opera. Coi suoi van-

Come? L’ingranaggio chiave, attorno al quale ruota l’intera im-

taggi e, volendo, i suoi svantaggi,

presa partecipativa, è un altro prefisso “magico”, che inizia per

o meglio i suoi rischi: perdita del

C: “co-”. Co-operation, co-working, co-design, co-creation,

controllo, ridefinizione problema-

co-development. Sono due lettere, ma cambiano tutte le rego-

tica del ruolo di leadership, infor50

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no, e Best Buy, con i suoi progetti di creatività collettiva, fino alle piccole-medie imprese sul nostro territorio come Logotel, che del progetto Weconomy è l’anima, o Loccioni, eccellenza marchigiana nel campo della open innovation. Per tutti loro, essere “social” non è un fine, e neanche un mezzo. È un mindset. Dentro e, soprattutto fuori, dalla rete (se mai la distinzione ha ancora senso, nell’odierna realtà aumentata).

Ecco dunque la K, la Keyword del We-Man del XXI secolo: è la

L di Liquidità. Il nuovo

leader della Weconomy è un leader fluido, che non si impone ma che facilita, che non comanda ma che sa mettere in connessione i propri collaboratori, che sa creare identità di progetto molteplici e mutevoli. La forma dell’impresa cambia di continuo: dalla M di Modello alla

N di Network. Un modello non più top-

down, gerarchico, piramidale, ma un modello cosiddetto “border-up”, circolare, a forma di O. Quello a cui Josephine Green, teorica della Socio-ecological Era, ha dato la pittoresca iniziale P, come Pancake: una “piramide schiacciata”, strutturata non a livelli non-comunicanti ma a cerchi concentrici.

In un modello aziendale di questo genere, le persone (dipendenti, clienti, fornitori, partner...) non sono e, ancor meglio, le del gioco. La collaborazione in impresa è l’unica via per se-

non si sentono solo un numero, un dato, una funzione. La Q

guire o, anzi, anticipare, i macro-trend che abbiamo sotto gli

cambia: da Quantità a Qualità. Siamo tutti protagonisti. Pro-

occhi: la D di Digital, la E di Eco, la F di Free. Tutti – clienti e

duttori di R, delle nostre stesse Relazioni (è il modello del co-

dipendenti – respiriamo ovunque l’aria della socialità, della so-

working alla The Hub), alimentati dalla grande S dello Sha-

stenibilità, della gratuità. Ma la vera sfida, per un’impresa che

ring, la condivisione, vero mantra della Weconomy. “Chi con-

inevitabilmente ha sempre vissuto di controllo e gerarchia, è sa-

divide vince”, è il payoff del libro Weconomy: vince chi con-

per mettere una G di Governance al centro della grande rete

divide idee, strumenti, talenti. La

dell’intelligenza collettiva. È una sfida che mette in fermento

un grande ombrello maggiore della somma dei singoli talen-

anzitutto il settore delle H.R.: gestire persone iperconnesse dai

ti individuali che lo costituiscono, ed è così che la Weconomy

social network e sui social media significa saperne mixare pro-

da opzione si fa urgenza: esaltando la U di Unicità delle sin-

I come Ibridazione. O, per citare Hubert Jaoui (la nostra lettera J): «Un buon manager è colui che

gole persone, genera la V di un nuovo Valore. Valore individuale, sociale ed economico.

scopre in ciascun collaboratore i fattori specifici che lo motiva-

Come sono cambiate e come continueranno a cambiare le co-

no per indirizzarlo verso gli obiettivi aziendali».

se? Per parafrasare Charles Bukowski, scrittore e poeta statu-

L’elenco delle best practice, in questo senso, va dai colossi

nitense, «prima poco alla volta, poi di colpo». Meglio essere

americani come Google, con il suo workstyle tutto california-

pronti. Be ready. Be We.

fili, skill e competenze.

T del Talento condiviso è

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Aziende mation overload ecc. E l’influenza di questo nuovo modo di fare business è grande anche e soprattutto sul lavoro di tutti noi. Infatti, lavorare nella weconomy richiede capacità e comportamenti del tutto diversi da quelli tradizionali e un forte cambiamento mentale, culturale e fattuale. Devono cam-

upgrade your business

biare le politiche e le relazioni in2h Workshop 17.30 - 19.30

dustriali. Devono cambiare i contratti perché il lavoratore della weconomy ha bisogno di maggio-

ROMA ottobre 2011 FIRENZE 2 febbraio 2012

TORINO novembre 2011 BOLZANO 7 marzo 2012

VERONA 13 gennaio 2012 MILANO aprile 2012

re libertà, di essere valutato sugli obiettivi per essere in grado di muoversi fisicamente e virtual-

Dici “social” e pensi a internet. Vero. Ma la collaborazione, nell’era della Weconomy, oltre che sempre più digitale è, al tempo stesso, sempre più “fisica”, faccia a faccia. Per questo lo scorso 24 maggio Logotel e Cfmt hanno organizzato a Milano il primo Weconomy day: una giornata per discutere di impresa partecipativa insieme a decine di manager.

L’interesse suscitato è stato tale che ora l’iniziativa riparte con il Weconomy tour, sei tappe in giro per l’Italia per far vivere alle persone d’impresa un paio di ore nel futuro del WE, per fornire idee concrete e strumenti collaborativi ai manager e, dall’altra parte, per ricevere da loro nuovi impulsi e nuovi spunti che andranno ad arricchire il sito del progetto www.weconomy.it.

Su questo stesso sito, curato dal team di innovazione collaborativa di Logotel, è possibile consultare e scaricare svariati contenuti e approfondimenti sui temi del WE in impresa. Non ultima, la versione digitale, free e interattiva, del libro Weconomy - L’economia riparte dal noi che ha dato il via nel 2010 al progetto.

mente al meglio per lavorare e collaborare con tutti gli attori della catena del valore.

Ma è altrettanto vero che la weconomy è e può essere il cavallo di battaglia delle pmi, che nella collaborazione possono trovare la forza di competere superando gap dimensionali che hanno ormai poco significato. Può essere la consacrazione di tanti professionisti che animano il nostro mondo del lavoro e che sono snodi imprescindibili delle reti di collaborazione e creazione del valore. E questo, a detta di tanti manager, è il futuro per competere e crescere. Un futuro che per-

L’iniziativa è riservata ai dirigenti associati.

de le gerarchie, ma deve acquistare maggiore capacità gestio-

Per informazioni sul Weconomy tour: Elena Massaro tel. 025406311 - emassaro@cfmt.it Lucia Canullo tel. 065043053 - lcanullo@cfmt.it

nale e organizzativa, che deve puntare sulla formazione per preparare tutti a lavorare insieme. Che deve basare i suoi rap-

Per iscriversi: www.cfmt.it

porti su managerialità, fiducia e autorevolezza.

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DAL DIARIO DI UN HEAD HUNTER Roberta Galli

...hunter

I

IL BREAKING POINT IMPARARE A COGLIERE I SEGNALI

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Il mercato del lavoro qualificato è ancora in crisi e non si vedono grandi segnali di ripresa: come reagiscono i manager di fronte a questa situazione?

I comportamenti che ho visto sono diversi: c’è chi davanti a uno stop brusco della carriera avvia immediatamente il percorso dell’avvocato e focalizza il suo interesse sulla massimizzazione economica.

C’è chi invece combatte strenuamente la decisione in tutti i modi, iniziando una lunga lotta all’interno soprattutto legata alla sua storia aziendale (“con tutto quello che ho dato all’azienda non posso essere trattato così”).

Ma c’è anche chi riesce a non arrivare alla fase della rottura poiché è stato molto attento ai segnali (deboli o anche forti) che gli stavano arrivando ed è stato capace di studiare e mettere in atto una strategia preventiva: mettersi sul mercato per tempo, quando ancora può contare su un contratto in essere e sul tempo necessario per trovare e valutare opportunità esterne.

Certo, non sempre questo è possibile, nel senso che non dipende solo dalle qualità del manager: quanti tagli di posizioni di lavoro conseguenti a processi di acquisizione a livello internazionale abbiamo visto in questi anni!

Al di là delle singole situazioni, mi ha colpito un fatto che ho verificato con una certa frequenza in questi casi di improvvisa rottura del rapporto di lavoro: alla domanda del consulente “Quali sono state le cause?” molto spesso le diagnosi non sono certe o quanto meno lasciano elementi di incertezza in chi le ascolta. Per esemplificare: la

decisione improvvisa e non motivata da parte di un titolare d’impresa di rescindere un rapporto di lavoro ha necessariamente qualche causa, probabilmente non legata a oggettività, ma forse a comportamenti e comunque dovrebbero esserci stati precedenti, in altre occasioni e con altri interlocutori/dipendenti, che opportunamente letti e interpretati avrebbero potuto costituire segnale di attenzione e attivare le dovute reazioni. Oppure, l’andamento negativo di un business, così come movimenti del mercato azionario riguardanti la propria azienda o anche l’improvvisa comparsa di consulenti, potrebbero mettere in allarme chi opera al suo interno.

Analogamente, il costante monitoraggio sulle dinamiche del mercato del lavoro è indispensabile: quanti manager “liberi sul mercato” mi chiedono un elenco aggiornato dei principali head-hunter! Quanti hanno ancora bisogno di suggerimenti per mettere a posto il curriculum! Quanti cominciano a riflettere sulle possibili/probabili evoluzioni del proprio mestiere nel momento in cui ricercano un lavoro!

Nell’impossibilità di prevedere gli scenari futuri anche di breve termine, esercizio oggi notoriamente difficile persino per gli addetti ai lavori, forse il manager è chiamato a prestare particolare attenzione al mondo che lo circonda, interno ed esterno alla sua azienda, senza rinchiudersi nella falsa sicurezza che sia sufficiente fare bene il proprio lavoro: ahimé, non basta più… in assenza di segnali forti bisogna imparare a cogliere quelli deboli rendendoli forti.

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CHIAMALE, SE VUOI, AGGIUNGI UN Società

TECNOEMOZIONI IN AZIENDA Per la prima volta nella storia dell’umanità la tecnologia soddisfa desideri estetici e relazionali percepiti come “bisogni fisiologici”

«L’

uomo contemporaneo vive la scissione schizofrenica tra la dilatazione abnorme delle modalità di comunicazione e il pro-

gressivo restringimento delle occasioni di relazione appagante. [...] In realtà, ognuno di noi ha mille occasioni per sperimentare

che la comunicazione può fallire per eccesso di opportunità. Quando le reti di interconnessione si moltiplicano a dismisura, di fatto resta indebolita perfino la relazione con se stessi». Era il 1995 quando il professor Giuseppe Mininni, in un suo articolo pubblicato sulla rivista Psicologia contemporanea, scriveva queste riflessioni, qualificando la comunicazione con un aggettivo piuttosto inquietante: “smodata”. Se ragioniamo sul fatto che in

Stefano Greco

quel periodo internet non esisteva, per lo meno non a livello di come lo conosciamo oggi, e la televisione era ancora un mezzo di comunicazione pervasivo ma non intrusivo, come invece lo è diventato ora, è interessante domandarsi in quale mondo ci troviamo a vivere. Nelle quasi onnipresenti installazioni televisive ritroviamo il regime di comunicazione smodata di cui parla Mininni: «Eteroimposta, intrusiva, senza fine, senza più limiti e scopi riconoscibili». Tuttavia, oggi il mondo del web sovverte completamente i termini della questione nel momento in cui ogni “internauta” è artefice della comunicazione e, per la prima volta nella storia dei mass media, può giocare un ruolo da protagonista sociale.

Non più, dunque, passivo destinatario di stimoli e messaggi, ma attore di un cyberpalcoscenico nel quale provare e far provare vere e proprie “tecnoemozioni”. Il social media elimina definitivamente la storica caratterizzazione del “mass” per ricreare un mondo di comunicazioni iperpersonalizzate. Termini come audience e share perdono progressivamente il loro primato mediatico, sostituiti da “numero di amici” e di “connessioni”. Essere su Facebook, su Hi5 o su YouTube definisce una vera e propria condizione di esistenza, un “tecnoesserci” come direbbe un Martin Heidegger dei nostri tempi. Il dilemma pirandelliano tra essere e apparire si dissolve pacificamente nel videoapparire e nella fusione della propria immagine pubblica e privata sul web. L’obiettivo è essere taggati, postati, ricevere poke e inviti a eventi. Il gusto di inserire interi album fotografici dei più disparati momenti di vita è condito da una sorta di tecnovoyerismo

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che coinvolge potenzialmente milioni di persone nel mondo.

Amicizie virtuali Il passaggio dalle mitiche comitive del muretto, con relazioni, gossip e intrallazzi vissuti guardandosi negli occhi in un contesto sociale fondamentalmente chiuso, ai gruppi aperti dei social e professional network, dei blog, delle community, delle “pagine” è dunque definitivamente compiuto.

L’amicizia è diventata un qualcosa che si deve “richiedere” e deve essere “accettata”, non è più un processo che si avvia spontaneamente.

Oppure, paradossalmente, chiedo

Il dilemma pirandelliano tra essere e apparire si dissolve pacificamente nel videoapparire l’amicizia nel social network al mio vicino di quartiere che conosco da anni per poi non incontrarlo quasi mai di persona. È cambiato quindi totalmente il modo di emozionarsi.

Ognuno è diventato una “celebrità per se stesso e per gli altri”, mettendo le proprie foto e i video, anche quelli più intimi, a disposizione di tutti. “Video, dunque sono” è il nuovo credo cartesiano per attribuire senso alle proprie azioni e soprattutto modellare la propria identità sociale: “Io sono tutto quello che riesco a far vedere agli altri di me”. Oggi le tecnoemozioni fanOTTOBRE 2011

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Società no leva su un individualismo spin-

mai diventate trasversali a tutte le

caratteristica di funzione d’uso,

to dove il social è un’architettura in-

età, mentre le emozioni di un tem-

strumentale alla comunicazione –

formatica che consente di condivi-

po preferivano luoghi generazio-

come è stato per esempio per il te-

dere, di commentare, di chiedere

nali distinti e separati, come ad

legrafo prima, per il telefono e il

un’amicizia, di creare un gruppo

esempio la discoteca per i più gio-

fax dopo – per assurgere a una di-

in tempi e luoghi dispersi, fram-

vani e i night club per le persone

mensione totalmente nuova: la

mentati, dilatati, vissuti in perfetta

più mature. In ogni caso, il campo

sfera della pura funzione ludico-

tecnosolitudine di fronte al proprio

da gioco degli incontri, delle rela-

estetica. Per la prima volta nella

pc o smartphone.

zioni, delle emozioni era fisico. Le

storia dell’umanità la tecnica sod-

Un altro esempio di tecnoemozio-

comunicazioni e gli scambi erano

disfa desideri puramente estetici e

ne individuale è quello che viene

vissuti faccia a faccia, fianco a fian-

relazionali, percepiti come veri e

definito “Ego web surfing”: la cu-

co e, al massimo, orecchio a orec-

propri “bisogni fisiologici” non

riosità mista a eccitazione che la

chio durante le telefonate: era il

soltanto dal singolo individuo o

persona prova inse-

mondo predigitale.

da una generica massa di persone

rendo il proprio nome e

Intrappolati nella rete

titudini di persone che si cercano,

cognome in

Oggi, nel mondo digita-

si relazionano, si scelgono sulla

un motore di ri-

le e videocratico, il faccia

base di orientamenti comuni ma

cerca per scoprire

a faccia è diventato un

anche di possibili diversità.

se è presente

“cam to cam”,

Il web crea dunque una rappre-

nella rete, do-

mentre lo scam-

sentazione del mondo che permea

ve è presente e

bio rapido, sem-

fin nel midollo lo spirito dei tem-

soprattutto se c’è qualcuno che par-

pre più istanta-

pi che stiamo vivendo, modifican-

la di lei o l’ha “taggata” da qualche

neo di messaggi –

do in profondità il nostro stesso

parte. Il grande paradosso di que-

pensiamo ad esem-

modo di pensare, di sentire e di re-

ste architetture informatiche socia-

pio a Twitter – modi-

lazionarci. Una riflessione conclu-

fica radicalmente il concet-

siva: le tecnoemozioni sono “cal-

to di conversazione. L’essere

de” o “fredde”? In altre parole, ar-

connessi, l’essere raggiungibili

ricchiscono creativamente l’uma-

ovunque con messaggi ed email,

nità del nostro essere o rappresen-

l’essere taggati su qualche foto o

tano i prodromi della definitiva

video, trovare commenti e post

trasformazione in androidi? Ai

sulla bacheca, aprire e gestire un

posteri non molto lontani l’ardua

li consiste nel fatto che ognuno è

blog personale, ricreare il proprio

sentenza. In ogni caso, volenti o

una solitaria monade dietro lo

alter ego virtuale, il proprio ava-

nolenti, oggi siamo tutti nella rete.

schermo del suo pc o con il suo

tar su Second Life, invitare ai gio-

Non so valutare, al momento, se

iPhone in mano mentre è collegato

chi, sono le modalità dell’esisten-

più malauguratamente intrappo-

al resto del mondo e “comunica” o

zialismo contemporaneo. I nick

lati o funzionalmente e utilmente

“scomunica”, a seconda dei casi.

name delle prime chat di inizio

connessi. Di sicuro, il confine che

Dal punto di vista sociologico, la

millennio sanno ormai di primiti-

separa il saper vivere il proprio

caratteristica che più colpisce delle

vo. La tecnologia ha perduto la

tempo dalla tecnodipendenza è

tecnoemozioni è che esse sono or-

sua storica, quasi “marconistica”

sempre più labile.

Oggi, nel mondo digitale e videocratico, il faccia a faccia è diventato un “cam to cam”

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ma da “reti sociali”, ossia da mol-

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DI BUON GRADO Piero Valdiserra

L’AMERICANO

60

OTTOBRE 2011

COME SI PREPARA?

grado

S

Se prendete l’elenco dei cocktail ufficiali dell’Iba (International bartenders association), al primo posto della categoria Pre-dinner troverete l’Americano: un drink che, a dispetto del nome, è però di origine autenticamente italiana.

Le versioni sulla nascita dell’Americano sono diverse, e tutte verosimili. La più antica si ricollega a Gaspare Campari, l’inventore dell’omonimo bitter, che dopo un periodo di lavoro a Torino rientrò nella natia Milano, aprendo un piccolo bar in Piazza del Duomo.

Qui elaborò un cocktail che potesse unire le due culture, quella piemontese del vermouth e quella milanese del bitter, dando così vita all’aperitivo inizialmente battezzato “Milano-Torino” (o “MiTo”). Il figlio di Gaspare Campari, Davide, cominciò a esportare il cocktail oltre confine per ragioni di cuore: narra il gossip dell’epoca che egli si fosse perdutamente innamorato della cantante lirica Lina Cavalieri e che la seguisse devotamente lungo tutte le sue tappe artistiche internazionali, dall’Italia alla Costa Azzurra, dalla Russia agli Stati Uniti, senza mai dimenticare di alleviare le proprie pene sentimentali con un

buon bicchiere di Milano-Torino.

Negli Anni Trenta, con la moda di americanizzare gran parte della nostra cultura, sembra che anche il Milano-Torino non ne sia rimasto immune, svecchiando il suo nome in Americano. Altri ritengono invece che il nome derivi dalle prodezze sportive del pugile Primo Carnera, che divenne campione mondiale dei pesi massimi al Madison Square Garden di New York nel 1933. Gli italiani festeggiarono il ritorno in patria di Carnera con abbondanti libagioni e gli dedicarono il cocktail chiamato Americano, a imperituro ricordo di colui che aveva strappato il titolo agli Stati Uniti, paese che da sempre lo deteneva.

Come che sia, l’Americano conobbe nel tempo una grande fortuna, non solo all’ombra del tricolore ma in tutto il mondo. Fu infatti il progenitore di un altro grande cocktail internazionale, il Negroni; entrò come detto nella lista ristretta delle grandi ricette mondiali Iba e fu prescelto anche dal più celebre agente segreto della cinematografia, il leggendario James Bond, che nel film Casinò Royale tradì il suo classico Martini cocktail per un freschissimo Americano.

Si mischiano direttamente gli ingredienti in un bicchiere old fashioned già riempito di ghiaccio: 4 cl di vermouth rosso, 4 cl di bitter e uno spruzzo di soda. Si miscela con uno stirrer o con la semplice cannuccia. Prima di servire si decora con una mezza fetta d’arancia e con una scorza di limone.

Un suggerimento finale? Provate ad aggiungere, al termine della preparazione, qualche goccia di bitter Angostura, magari nella versione all’arancia: darete al vostro drink una meravigliosa sfumatura aromatica in più!

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LIFESTYLE Eliana Sambrotta

Un, due, tre... click!

La piccola È Sony la fotocamera a obiettivo intercambiabile più piccola e leggera sul mercato. La aNex-C3 ha qualità da reflex con sensore Aps-c da 16,2 megapixel, interfaccia intuitiva e funzione integrata “effetti artistici” con anteprima in tempo reale, tecniche di imaging multi-frame e, tra i vari accessori, flash compatto da viaggio e obiettivo macro ad attacco da 30 mm. www.sony.it

La classica La M9-P è la versione ad hoc per i professionisti dell’inconfondibile linea M9 di Leica. Compatta e discreta, questa digitale con mirino a visione diretta e telemetro si correda di obiettivi da 16 a 135mm ed è compatibile con tutti quelli della linea prodotti dal 1954, il che mantiene il suo valore nel tempo. Fotocamera a 18 megapixel. www.leica-camera.it

lifestyle

Occhio alla lente!

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Vasta gamma di obiettivi e aggiuntivi ottici adatti a ogni esigenza e situazione quelli proposti da Olympus: per realizzare scatti a distanza ravvicinata, macro e grandangolari, ampliando ulteriormente le possibilità creative della tua fotocamera. www.olympus.it

L’impermeabile

Qualità e innovazione wireless

La serie Px di Ricoh è la nuova digitale compatta resistente ad acqua, urti e polvere; ha zoom ottico 5.0x, grandangolo 28mm, telefoto 140mm; alta risoluzione grazie al sensore Ccd da 16 megapixel e processore Smooth imaging engine IV. www.ricoh.it

La nuova multifunzione Canon offre una connettività avanzata grazie all’accesso a Pixma Cloud Link per stampare direttamente contenuti web o da dispositivi mobile, possibile da qualsiasi luogo dato il wi-fi incorporato. Display intelligent touch system, altissima velocità, scanner Ccd per pellicola da 35mm e qualità da fotolaboratorio! www.canon.it

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Trasferimento ultra-rapido RDF8 è il lettore schede di Transcend capace di contenere e trasferire velocemente un gran numero di immagini non compresse in alta risoluzione e video full hd. Usb 3.0, peso e dimensioni ridotti, supporta i formati SDHC e SDXC UHS1, le modalità di trasferimento UDMA6 e UDMA7 e le schede di memoria MSXC. www.transcendusa.com

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FUORI UFFICIO Davide Mura

Sapori

L’artista italo-croata Cristina Stifanic ha dato vita a un mondo immaginifico affascinante in cui i protagonisti sono i personaggi secondari dei fumetti della serie Diabolik delle sorelle Giussani. I dipinti interpretano in modo originale il gusto contemporaneo e allo stesso tempo la tradizione di Warhol e Lichtenstein.

Diabolik Pop Ikon, Milano, Wow Spazio Fumetto, fino al 13 novembre. www.museowow.it

Un ex carcere ha cambiato volto per diventare da poche settimane la sede di un curioso ristorante: prenotate il tavolo dell’unica cella dove è possibile assaporare l’atmosfera penitenziaria. Piatti della tradizione culinaria italiana (da consigliare il pescato del giorno alla griglia) e menu vegetariani (pasta ai frutti di bosco). Servizio un po’ lento. Ristorante La Bilancia, Legnano, via Bellingera 5. Cena sui 25 euro. www.labilanciaristorante.it

fuori ufficio

In mostra Eva Kant è gelosa

In cella

Spettacoli

Formula uno in biga Il grande show Ben Hur fa tappa a Roma: è una via di mezzo tra concerto rock, musical e film epico.

Dopo 2.000 anni tornano le scenografiche corse in biga della storia del principe ebreo che incrociò Gesù. Fino al 4 dicembre. www.benhurlive.com

Destinazioni Valmorel, sport e remise en forme in Savoia Il comprensorio di Valmorel, nel cuore del massiccio della Tarantasia, dipartimento francese della Savoia, si estende su 3.600 ettari e si sviluppa fino a oltre 2.800 metri d’altitudine. Durante la stagione invernale il paesaggio innevato è suggestivo, da cartolina di montagna. L’offerta legata all’ospitalità si è arricchita ultimamente di nuove strutture in grado di accogliere i turisti con servizi che garantiscono il comfort necessario per rigenerarsi e allo stesso tempo praticare gli sport alpini, dunque dal centro ter-

male di La Léchère si può passare allo sci, dalle camminate con le ciaspole al pattinaggio sul ghiaccio.

Tra le new entry della località, il resort famiglia Club Med 4 tridenti con spazio luxury 5 tridenti. Oltre alla possibilità di raggiungere a piedi le piste sciistiche del Grand Domaine, i punti di forza della struttura sono il design a firma di Marc Hertrich e Nicolas Adnet, l’assistenza per i bambini, gli appartamenti in chalet con il servizio di maggiordomo, chef e trattamenti benessere a domicilio, la zona lounge privata. www.clubmed.it

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TEST Ida Bona

G Quanto sei autonomo?

Gestire la propria vita senza dover ricorrere agli altri: questo è il sogno di alcune persone che – pur non pensando di escludere il resto dell’umanità dalla propria esistenza – non vogliono crearsi debiti di riconoscenza nei confronti di chi si presti a dare loro una mano o a fare un favore. L’ideale è riuscire a fare tutto da soli, bene e in tempi veloci, essere immortale e invulnerabile, controllare gli eventi e piegare il mondo al proprio volere: in poche parole essere come Achille, invincibile e invulnerabile, ma senza il famoso tallone che ha provocato la sconfitta dell’eroe omerico. O anche più semplicemente essere capaci di dire di no al capo autoritario o al collega invadente, senza sentirsi bloccato dal timore di conseguenze spiacevoli.

All’estremo opposto si trova colui che si rammarica di essere cresciuto e rimpiange di non aver più una persona che si

prenda cura di lui come quando era in fasce: il sogno è qualcuno che al mattino prepari non solo la colazione ma anche tutto quello che dovrà indossare, dalle scarpe e i calzini al vestito con camicia ed eventualmente cravatta intonata, risparmiando la fatica di abbinare colori e indumenti, per poi continuare facendo trovare tutto pronto e assecondando i desideri ancora prima che vengano espressi.

Alla base di entrambi c’è lo stesso verbo “fare” e lo stesso aggettivo “tutto”, declinato in un caso come soggetto attivo (faccio tutto io) e nell’altro caso come soggetto passivo (fai tutto tu per me).

Provate a rispondere alle frasi seguenti segnando 4 per il massimo consenso e 1 per il massimo dissenso. Poi fate compilare il questionario su di voi anche da un’altra persona che vi conosca bene e confrontate le risposte.

Con voto da 1 a 4, dove 1 significa “poco” e 4 “molto”

t est

Da 61 a 80: Il tuo desiderio di autonomia potrebbe essere eccessivo e finire per isolarti: ti piace prevalere e temi che qualunque gesto cortese verso di te diventi una trappola che ti impedisca di muoverti come vuoi. Probabilmente tendi a sopravvalutare la tua importanza agli occhi degli altri.

Da 41 a 60: Hai un senso della tua libertà equilibrato rispetto a quella degli altri: non c’è in te la smania di prevaricare e di conseguenza non temi che gli altri si vendichino prevaricando su di te.

Vivi e lasci vivere nella consapevolezza che al mondo c’è spazio a sufficienza per tutti.

Da 20 a 40: La paura di non essere mai accettato e considerato all’altezza delle situazioni nelle quali ti trovi ad agire ti impedisce di prendere in mano il timone della tua esistenza e ti fa rimpiangere la possibilità di avere un accudimento totale: sarebbe meglio cominciare a vivere camminando sulle tue gambe!

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Ho sempre ottenuto tutto quello che ho voluto Mi piacerebbe non aver bisogno di niente e di nessuno Evito di chiedere consigli e detesto riceverne Ascolto gli altri, ma alla fine decido io Non mi piace essere contraddetto Nei momenti di crisi riesco sempre a cavarmela senza bisogno di aiuti Mi infastidiscono le attenzioni che non ho richiesto Faccio solo quello che voglio io Esprimo sempre le mie idee con fermezza Ho il dono di cavarmela sempre Ho imparato a fare di tutto e non ho bisogno di niente e di nessuno La solitudine non mi spaventa, ma so anche stare in compagnia Anche se non conosco la strada, non chiedo indicazioni ai passanti Le cose sono bianche o nere: le mezze misure sono solo scappatoie Mi piace avere la responsabilità di organizzare e guidare altri Chi fa da sé fa per tre Sono l’unico che sappia cosa è veramente meglio per me Sono convinto che non c’è obiettivo che non sia realizzabile Nella vita ciascuno deve portare il proprio sacco Le opinioni degli altri, anche se riguardano me, mi lasciano indifferente

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LIBRI Davide Mura

Ghostbuster all’ombra della Madonnina Palazzi, monumenti, strade più o meno note e parchi del capoluogo lombardo al crepuscolo accolgono gli spiriti di milanesi illustri. Uno scherzo in vista della festa di Halloween? Non proprio, spiega Giovanna Furio, che propone una mappa dei luoghi visitati da oscure presenze.

I fantasmi di Milano, Giovanna Furio, Newton Compton Editori, pagg. 233, € 12,90.

La casta fa il bis La recente manovra finanziaria avrebbe dovuto fare tagli memorabili sul fronte dei costi della politica, ma al di là dei proclami ben poco è stato realizzato per risanare un siste-

ma vergognoso fatto di privilegi che vanno dai menu gourmet a prezzi da mensa d’oratorio, aerei blu che sfrecciano sui nostri cieli come fossero taxi, rimborsi e parentopoli, in un crescendo che in questo caso vede “colpevole” il Senato della Repubblica. Licenziare i Padreterni, Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo, Rizzoli, pagg. 183, € 9.

Come si dice “ti voglio bene” in russo?

Maria Dragonetti racconta l’impresa di diventare genitore oggi, attraverso un percorso complesso ed entusiasmante allo stesso tempo, quello che sta dietro a ogni adozione. Il racconto commuove e lancia un messaggio di speranza. In appendice, un contributo di Maria Colella, direttrice Agenzia regionale per le adozioni, sugli interventi

delle strutture governative a supporto delle famiglie. Il cuore che vola. Storia di un’adozione in Russia, Maria Dragonetti, Ananke, pagg. 130, € 15.

In banca, anzi, sotto il letto Dalla sua rubrica sul Wall Street Journal, Jason Zweig dispensa consigli per risparmiatori e investitori. Se la priorità è quella di non perdere denaro in operazioni avventate, ecco un kit di sopravvivenza per affrontare nel migliore dei modi le insidie del mercato azionario e ponderare le proprie scelte finanziarie. Il piccolo libro che salva i tuoi soldi, Jason Zweig, CHW Edizioni, pagg. 250, € 19.

Tragicomici CV

libri

Una guida che raccoglie alcuni strafalcioni ed esempi di curriculum destinati al cestino o a Zelig, a seconda dei punti di vista. Certo, il periodo cupo del mercato del lavoro non rende inclini all’umorismo, ma proprio perché meno si fanno passi falsi e più chance ci sono, riflettere meglio su come ci presentiamo diventa fondamentale. E se di fronte ai casi fantozziani presentati da Enza Consul e Assunta Di Fresco – dietro ai nom de plume eloquenti si celano un consulente delle risorse umane e la giornalista e giallista Lucia Tilde Ingrosso – il sorriso viene spontaneo, la constatazione di quanto pressappochismo giunga negli uffici di selezione del personale è altrettanto evidente. Le organizzazioni aziendali sono sempre più simili a delle giungle, dove la legge del più forte e spregiudicato sembra divenuta la prassi che regola i rapporti professionali interni e una serie di figure e ruoli emergono con tic e manie: i due autori tratteggiano le peculiarità di funzioni come quella di direttore generale, responsabile dell’ufficio legale o dell’amministrazione. Ritratti ironici ma in cui molti si potranno riconoscere, personaggi di quello spettacolo non sempre edificante che va in scena ogni giorno negli uffici di sconosciute piccole e medie imprese o multinazionali blasonate: certi stereotipi sono tutto sommato trasversali. Curriculì curriculà, Enza Consul e Assunta Di Fresco, ARPANet, pagg. 239, € 13.

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LETTERE Daniela Fiorino (daniela.fiorino@manageritalia.it)

La tassazione degli importi transattivi

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Ho recentemente siglato un accordo di risoluzione del rapporto di lavoro in qualità di dirigente d’azienda commerciale che prevede, tra l’altro, la corresponsione di un importo transattivo che mi verrà liquidato unitamente al tfr. Vorrei sapere se è corretto non assoggettare a tassazione tale importo risarcitorio.

M.C. - To Per principio generale non sono tassate le somme percepite a titolo di risarcimento di un danno consistente in una perdita patrimoniale (cosiddetto danno emergente), mentre sono tassate le somme che risarciscono un danno consistente nella perdita di redditi (cosiddetto lucro cessante).

Occorrerebbe, quindi, verificare le motivazioni per cui tale somma le viene erogata.

La giurisprudenza ha ritenuto corretto escludere dal reddito imponibile le somme percepite dal dipendente: in via transattiva per aver subito perdite di energie psicofisiche a seguito di lavoro straordinario prestato oltre l’orario massimo di legge (Cassazione 8 aprile 2002, n.

9111); a titolo di risarcimento dei danni causati dalla mancata promozione a una qualifica superiore, come danno all’immagine, alla professionalità e al possibile nocumento alla salute conseguente allo sconforto per la mancata promozione (Cassazione 4 dicembre 2003, n.

18545); a titolo di risarcimento per danno biologico derivante da una dequalificazione da lui subita e da un atteggiamento persecutorio e mortificante posto in essere dal datore, con un danno alla salute (Cassazione 11 giugno 2004, n.

11186). In questi casi, l’esclusione è condizionata alla concreta dimostrazione della sussistenza di un danno che non si

traduce in un mancato guadagno. Ad esempio, se consideriamo una delle ipotesi più comuni, quella del danno alla salute, in caso di verifica fiscale occorre poter produrre certificazione medica esaustiva.

Ogni altra somma percepita a titolo di transazione, anche per risarcimento del lucro cessante, è quindi soggetta a tassazione. Nel caso specifico, trattandosi di una transazione sottoscritta al momento della risoluzione del rapporto di lavoro, l’importo concordato verrà assoggettato a tassazione separata (cfr. art. 17, comma 1, lett. a, T.U. 917/1986), applicando la medesima aliquota calcolata per la tassazione del tfr.

Infatti la legge riconosce il diritto alla tassazione separata con riguardo a tutte le erogazioni corrisposte una tantum in occasione della risoluzione del rapporto di lavoro, ed estende lo stesso trattamento anche alle somme a qualsiasi titolo corrisposte “a seguito di provvedimenti dell’autorità giudiziaria o di transazioni relativi sempre alla cessazione del rapporto di lavoro”.

L’assoggettamento a tassazione separata è giustificato dal fatto che le somme sono erogate in dipendenza giuridica della cessazione del rapporto e si riferiscono a controversie relative a eventuali diritti retributivi afferenti all’intero periodo del rapporto.

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... AL FIN DELLA LICENZA,

io tocco!

Guido Gay

Ma l’apparenza inganna?

io tocco!

Sul primo canale tv, fra il telegiornale e le trasmissioni di prima serata, godiamo di “siparietti” riempitivi di uno spazio/tempo altrimenti vuoto. Ad alcuni piacciono, altri dicono di annoiarsi, altri ancora li criticano aspramente. Mai contenti! Ma cosa si vuole? Sempre “i problemi del paese”, dibattiti, interviste, ultime notizie sul caporal maggiore Salvatore Parolisi (graduato di truppa e non sottufficiale come molti giornalisti hanno detto o scritto)? Si è offerta, invece, una mezzoretta di svago, anche se non privo di sottile ironia e perfino di sfumature antropologico-culturali.

Così ne “L’apparenza inganna” condotta da Max Giusti. Si chiama “Colpo d’occhio”, con i suoi teatrini i cui sipari celano figure umane vestite e truccate in modo stravagante. I concorrenti devono indovinare – con un colpo d’occhio al viso appunto – chi di loro, le cui gambe sono celate da una barriera a saliscendi, ha (invento) i piedi appoggiati su una tavoletta con i chiodi a mo’ di fachiro, oppure su trampoli, o immersi in una vaschetta piena di cubetti di ghiaccio. Qui le opinioni degli spettatori si dividono nettamente. Gli uni assicurano di essersi molto divertiti e perfino di essersi sentiti coin-

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volti in riflessioni e curiosità assai stimolanti. Altri, all’opposto, di aver visto qualcosa che avrebbe meritato il Guinnes dei primati in imbecillità. Che ne pensa lo scrivente? Non si pronuncia, al momento. Continua a pensarci anche di notte e, fra gli incubi, gli appare il volto eternamente ridente di Max Giusti le cui domande sono troppo intelligenti (?!), ti portano vicino alla sofferenza e alla rabbia.

Fino – nel sogno – a lanciare un martello contro lo schermo del televisore. Con gli incubi non si scherza né si ragiona, si sa.

Solo 4.500 dollari per un cimelio raro È la cifra – peraltro modesta, mi sembra – battuta come base all’asta di Beverly Hills per la giacca in pelle rossonera di Michael Jackson, quella indossata nel videoclip della canzone “Thriller”.

Cosa ci siamo persi! Chi sarà il fortunato mortale a essersi assicurato tale straordinario cimelio? Forse nessuno, forse chi incasserà la cifra è un’organizzazione che l’ha già mentalmente destinata, sembra, in beneficenza.

Beneficenza! Non la solita, non l’adozione di bambini africani, non la fame nel mondo, non il soccor-

so agli alluvionati, non l’invio di acqua e medicine alle vittime della carestia e via con le solite litanie.

Ne abbiamo rigurgitanti le orecchie e gli occhi (tv e giornali), non se ne può più. Qui, per il ricavato dalla cessione dello straordinario cimelio, c’è un obiettivo assai più qualificante e di grande respiro.

Gran parte andrà infatti alla riserva Shambala dove sono ospitate le due tigri di Michael Jackson. Povere tigri orfane, se non era per la giacca in pelle rossonera del cantante come avrebbero potuto vivere in serenità e agiatezza essendo già dolorosamente private delle sue carezze e attenzioni?

Sicurezza per Netanyahu Racconta Stefano Rejec sul n. 31 di Gioia che tre giornaliste che volevano intervistare il Primo ministro israeliano nel suo ufficio di Gerusalemme sono state costrette a togliersi il reggiseno dietro una tenda per passarlo ai raggi X. Per sicurezza. Le misure per evitare attentati ai premier, si sa, non sono mai troppe anche se, così invasive, non si usano neanche per accedere alla Casa Bianca. Domanda: e al resto della biancheria intima non hanno pensato i solerti poliziotti di Gerusalemme? Solerti o sbadati?

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Giovani&Mondo del lavoro

I MANAGER OFFRONO UN PONTE SUL FUTURO Manageritalia partecipa alla terza edizione di CAMPUS MENTIS

Nell’edizione 2011/2012 di Campus Mentis, il progetto di career guidance dedicato ai migliori laureati d’Italia, Manageritalia mette in campo oltre 100 manager a supporto dei giovani. La Federazione offre ai partecipanti il servizio Un Ponte sul futuro, un percorso nel quale un manager farà coaching e/o tutorship ad hoc per i giovani già entrati nel mondo del lavoro per valorizzare competenze, ambizioni e potenzialità. Il servizio, nato nel 2007 e fino ad oggi riservato in forma gratuita ai figli degli associati di età max 35 anni, è così esteso in esclusiva ai giovani laureati che partecipano a Campus Mentis. La scelta di inserirci in questo grande evento nazionale nasce dalla volontà di Manageritalia di portare il suo concreto contributo per favorire la cultura manageriale nei giovani, affiancandoli nel loro percorso professionale affinché diventino i manager di domani.

Per conoscere tutti i dettagli su Un Ponte sul futuro: www.manageritalia.it >> dirigenti >> servizi e consulenze >> giovani&mondo del lavoro.

Campus Mentis fa parte del pacchetto Diritto al futuro del ministro della Gioventù (www.gioventu.gov.it), realizzato in collaborazione con il centro di ricerca ImpreSapiens dell’Università La Sapienza. Rivolto alle nuove generazioni sui temi del lavoro, della casa, della formazione e dell’autoimpiego, il progetto prevede l’erogazione di una serie di servizi e attività ad alto valore aggiunto a giovani under 30, laureati e laureandi provenienti da tutta Italia.

LE TAPPE In questa nuova edizione sono previsti cinque Campus attivi. Manageritalia ha partecipato alla prima tappa a Milano, in ottobre, e sarà presente nelle prossime ad Abano Terme (Pd) a novembre. Nel 2012, a Sorrento (Na) a febbraio, a Pomezia (Rm) ad aprile e, per finire, ad Alghero (Ss) a maggio.

COME PARTECIPARE Le candidature sono sempre aperte. Per iscriversi a Campus Mentis basta visitare il sito www.bancadati-campusmentis.it, compilare l’apposito form e allegare il proprio curriculum vitae.

Per conoscere tutti i dettagli: www.campusmentis.it.

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GRUPPI DI LAVORO

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D O N N E MANAGER MILANO

In occasione dei 150 anni dell’Unità del nostro paese una riflessione aggiuntiva su chi sono state le Donne d’Italia, come hanno contribuito alla storia o come la storia ha inciso sulla loro esistenza.

Uno spettacolo ideato e organizzato dal Gruppo Donne di Manageritalia

Genio, energia e passione femminile nella storia.

Senza tempo.

Lunedí 21novembre,Teatro Nuovo, piazza San Babila, Milano, ore 21

Madri, figlie, sorelle, amiche. Professioniste, politiche, insegnanti, imprenditrici, artiste, pioniere, scienziate, giornaliste. Colte e illetterate, ignoranti e visionarie, istintive e strateghe. Belle e brutte, dolci e caparbie, pazienti e dure, appassionate e sbagliate, combattive e timorose, intransigenti e generose, indipendenti e vulnerabili, sensibili e coraggiose.

Una prospettiva in bianco e nero, come si usava 150 anni fa, per giungere ai colori di oggi, ritraendo il profilo di tante donne che alla storia hanno votato lo spirito, spesso inconsapevolmente, spesso per un bene personale o immediato, per coscienza, giustizia o rincorrendo un’idea nuova e che hanno fatto la storia di oggi, quella che scriviamo ora, un po’ diversa, un po’ migliore.

La via è aperta, il cammino non è completo, ma certamente un po’ più lieve, ricordandoci di chi prima di noi ha così tanto creduto nelle donne da dedicarci la vita.

Accompagnateci nell’esplorazione di queste vite non sempre famose, non sempre di successo, che forse non animeranno i libri, ma le cui protagoniste hanno preparato il nostro oggi con consapevolezza, cuore e libertà.

Per informazioni e prenotazioni: 0262535050 milano.segreteria@manageritalia.it

...la sua prima candelina Per celebrare il primo anno dell’importante iniziativa “Un fiocco in azienda”, volta a creare una nuova cultura nel rapporto di lavoro attraverso un programma in grado di aiutare le aziende a gestire al meglio la maternità delle dipendenti, il Gruppo Donne di Manageritalia organizza la

“Festa dei fiocchi” Giovedì 17 novembre, Ata Hotel Executive, viale Don Luigi Sturzo 45, Milano, ore 16-18.

Saranno presenti le aziende che hanno aderito all’iniziativa, le aziende sponsor e soprattutto saranno invitate le famiglie e i bambini nati nel corso di questo primo anno, oltre a istituzioni e numerose altre personalità. Nel corso della manifestazione saranno premiati i manager promotori del progetto all’interno delle rispettive aziende e che hanno seguito il percorso con entusiasmo e passione.

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CONTRATTO

In casi specifici il rapporto di lavoro del dirigente può essere troncato con effetto immediato. Facciamo il punto Mariella Colavito

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a risoluzione del rapporto di lavoro da parte del lavoratore-dirigente può essere determinata da “giusta causa”.

La giusta causa è un concetto che trova il proprio fondamento nella legge e, precisamente, nell’art. 2119 del codice civile.

La nozione giuridica di giusta causa è generica: si tratta di un motivo (o di più motivi), la cui gravità e rilevanza è addebitabile all’altro soggetto del rapporto di lavoro, tale da non consentire di proseguire oltre nel rapporto, neppure un giorno di più. Il comportamento del datore di lavoro, dunque, nell’ipotesi di dimissioni è tale da far venire meno l’elemento fiduciario, che sottende a ogni rapporto di lavoro, ma che è ancora più importante e forte in quello dirigenziale.

Il rapporto di lavoro, dunque, viene risolto – troncato – con effetto immediato: le dimissioni per giusta causa sono denominate anche dimissioni in tronco. Ciò significa che se il dirigente ha stipulato un contratto di lavoro a tempo determinato può risolverlo senza dover rispettare la scadenza del termine.

Se invece, ed è l’ipotesi più frequente, ha stipulato un contratto di lavoro a tempo indeterminato, in presenza di giusta causa può risolvere il rapporto di lavoro senza dare il preavviso. Anzi, l’art. 2119 del codice civile dispone che il dimissionario ha diritto di vedersi riconosciuta e pagata l’indennità sostitutiva del preavviso,

nella misura prevista per il caso di licenziamento.

Si potrebbe dire che il datore di lavoro, con l’obbligo di corrispondere l’indennità sostitutiva del preavviso, è tenuto per legge a risarcire il dirigente, che è stato costretto ad andarsene per un fatto addebitabile al datore di lavoro stesso.

Alcuni esempi Ma quali possono essere i casi più frequenti che danno titolo al dirigente di dimettersi in tronco? Alcuni sono previsti dal contratto collettivo: per esempio, l’art. 16 (trasferimento), l’art. 20 (trasferimento di proprietà dell’azienda) e l’art. 24 (mutamento di posizione) del ccnl 23/1/2008 dirigenti del terziario, consentono al dirigente di risolvere il rapporto di lavoro per giusta causa, verificandosi determinate situazioni.

Così se il trasferimento del dirigente, da una sede a un’altra, non avviene per “comprovate ragioni” ma è strumentale ad altri fini (per costringere il dirigente ad andarsene o ad accettare un incarico diverso e dequalificante), il dirigente interessato può dimettersi per giusta causa.

Oppure ancora, se al dirigente viene affidata una nuova mansione, per esempio a seguito di ristrutturazione o di cambio di proprietà, ma di fatto, nella sostanza, ciò comporta una dequalificazione, un “detrimento professionale”, potrà rassegnare le dimissioni per giusta causa. Di solito, se il dirigente è costretto a fare una scelta

MANAGERITALIA

LE DIMISSIONI PER GIUSTA CAUSA

così grave e definitiva, i rapporti tra le parti si sono deteriorati irrimediabilmente. È difficile, perciò, che il datore di lavoro ammetta la giusta causa e il dirigente è costretto a inoltrare ricorso all’Autorità giudiziaria per vedere riconosciute le proprie ragioni.

Da diversi anni, però, i dirigenti del terziario, dei trasporti e degli alberghi1 possono, in alternativa, proporre ricorso al Collegio di conciliazione e arbitrato, di cui al contratto stesso.

L’art. 35 del ccnl dirigenti terziario e le altre norme corrispondenti, hanno ripreso il disposto dell’art. 2119 del codice civile, migliorandolo sotto due aspetti: la possibilità di fare ricorso al Collegio arbitrale, anziché al Tribunale, consente di fruire di una procedura molto snella e veloce; il dirigente, sussistendo la giusta causa di dimissioni, avrà diritto a ottenere, oltre all’indennità sostitutiva del preavviso, anche un’indennità supplementare pari a un terzo dell’indennità del preavviso stesso.

Poiché, in ogni caso, l’onere di provare la sussistenza della giusta causa, che deve essere già specificata nella lettera di dimissioni, ricade sul dirigente, è opportuno che l’interessato, prima di compiere questo passo, si consulti con la propria Associazione territoriale o con un legale di fiducia.

1

Art. 35 ccnl 23/1/2008 dirigenti terziario; art. 35 ccnl 6/4/2005 dirigenti trasporti; art.

37 ccnl 24/6/2004 dirigenti alberghi Federalberghi; art. 33 ccnl 18/10/1999 dirigenti alberghi Aica.

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Hanno collaborato a questo numero Camilla Bettiga si occupa dei progetti culturali di Trivioquadrivio e delle attività formative di Art for business.

(pag. 34)

Ida Bona è psicologa e consulente aziendale.

(pag. 64)

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

Maria Chiara Buffoni cura le attività di comunicazione per Trivioquadrivio e Art for business.

(pag. 34)

Antonio Colella proviene dalla dirigenza di un grande gruppo multinazionale operante nelle tecnologie elettroniche. È giornalista e autore di libri di cultura del lavoro e dell’impresa. (pag. 24) Giuseppe Corvino è professore associato in Economia degli intermediari finanziari. Docente senior dell’Area intermediazione finanziaria e assicurazioni della Sda Bocconi. (pag. 18)

Roberta Galli ha lavorato nel marketing, organizzazione e sviluppo in azienda. È passata alla consulenza con lo Studio Ambrosetti e nel 1979 ha fondato la R. Galli & Partners, società di ricerca e selezione di manager, della quale è tuttora partner operativa. (pag. 54) Stefano Greco, libero professionista, è psicologo, specialista di sviluppo organizzativo e commerciale delle imprese, saggista e conferenziere. (pag. 56)

Erik Jones è professore di European studies presso il Bologna center della Johns Hopkins University Sais e direttore del Bologna Institute for policy research. (pag. 14)

Piero Valdiserra è direttore marketing e relazioni esterne di uno dei maggiori gruppi italiani operanti nel beverage alcolico. È anche sommelier, nonché fondatore e presidente del club enogastronomico bolognese Gaudio. (pag. 60)

da Manageritalia Mariella Colavito Daniela Fiorino Niccolò Gori Sassoli Flavio Leone

FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTI AZIENDE COMMERCIALI

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ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE

Editore: Manageritalia Servizi srl Direttore responsabile: Guido Gay Coordinamento: Roberta Roncelli Redazione: Davide Mura, Luca Padovani, Enrico Pedretti, Eliana Sambrotta Direzione, redazione, amministrazione: 20129 Milano - via Antonio Stoppani 6 tel. 0229516028 - fax 0229516093 giornale@manageritalia.it www.manageritalia.it

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