Un Nido di Terra per la Donna Cristallo Cap1/2

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labbra erano sempre state piene e sapevo che erano anche rosse, visto che non smettevo mai di umettarle. Posai il bicchiere e portai le mani alle orecchie appiattendole: erano irrimediabilmente a sventola, ecco perché portavo sempre i capelli sciolti. Nel buio quasi completo del soggiorno, la donna del riflesso poteva sembrare quasi bella, ma io sapevo che non lo era. Avevo il naso non del tutto dritto e davvero troppo affilato, il mento appuntito e lo sguardo caparbio. Spensi l’interruttore della lampada per vedere bene l’esterno, piuttosto che la mia faccia trasparente. I tetti di Roma erano un vero spettacolo dalla mia finestra, c’era una magia di silenzio e penombra che dava un senso di pace. Scolai il fondo del bicchiere e mi girai verso la camera da letto. Via i vestiti, con ciò che restava del trucco sul viso, e con i capelli ancora ben pieni di lacca, affondai nel materasso. Un campanello suonava insistente e fastidioso dentro la mia testa. Scattai seduta sul letto. Ricordavo vagamente di aver ripreso sonno verso le cinque, dopo due ore di emicrania lancinante, complice il vino che avevo aggiunto a tutto ciò che mi ero scolata prima e dopo la sparatoria. Mentre mettevo i piedi per terra con la cautela di chi non sa se reggeranno, quel maledetto campanello riprese a suonare come un trombettiere. Doveva essere qualche demente rimasto con il dito incollato al bottone. Infilai la vestaglia e andai ad aprire la porta. Per poco non travolsi l’orrendo portaombrelli in polvere di marmo. Me l’aveva regalato il portiere. Purtroppo lo mancai e la cosa se possibile peggiorò l’umore. 25


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