Mamma! Numero 6

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se ci leggi e’ giornalismo, se ci quereli e’ satira

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Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CN/BO – Rivista Mamma! Associazione Altrinformazione – Via S.Anna 20 – 40128 Bologna

MAM MA !

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Anno III. Numero 2/2011 stampato in proprio a cura di

Mamma!

www.mamma.am - info@mamma.am Tel. 06916504826 - Cell. 3459717974

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Biani

Makkox

Scommettere sul futuro camminando sul filo N

ell’era dell’editoria elettronica tutto si muove alla velocità della luce, anche la nostra rivista. I giorni dispari ci disperiamo di fronte alla pochezza dei nostri soldini, in quelli pari pareggiamo i conti con la vita e festeggiamo nuovi abbonati e nuove idee, che ci danno il coraggio di rimanere in piedi. Quanti numeri resisteremo ancora? Questo puoi dirlo solo tu che mi leggi in questo momento. Per addolcire le lunghe attese tra un numero e l’altro, stiamo lavorando (sempre aggratis) ai nostri libri di saggistica a fumet-

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ti (www.mamma.am/libri) che nei prossimi mesi parleranno di precariato, antimafia, Libia, migrazioni e guerre. Vorremmo realizzare tante altre iniziative, come un premio di giornalismo a fumetti, ma per fare passi avanti siamo costretti a camminare in bilico sul filo del rasoio. A volte il dissesto mentale del paese ci travolge come un fiume in piena, ma poi ci salviamo cercando un po’ di intelligenza, creatività, fantasia e coraggio per continuare a scommettere sul futuro. Le istruzioni per condividere con noi que-

sta scommessa le trovate in coda alla rivista: iscrivetevi all’associazione Altrinformazione, per costruire assieme a noi una editoria libera, che non deve chiedere favori a nessuno, orientata alla cultura e non al profitto. Tra noi ci sono ingegneri, pubblicitari e designer: aiutateci a salvarli dai loro lavori “ufficiali” grazie alla satira che fa giornalismo a fumetti. Se li farete sopravvivere vi daranno più soddisfazione dei panda. Carlo Gubitosa

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Centocinquanta C

i sono due paesi, in Europa, che ancora non hanno capito che cavolo sono. “Siamo quelli dell’ovest!” – “No, siamo noi dell’est!”–“Siamo il nord!”– “No, siamo il sud!” Uno siamo noi, gli italiani, e l’altro sono i belgi. I belgi, che non sono mai passati per troppo intelligenti, sono il principale argomento di barzelletta in Olanda, in Francia, nella Germania renana e in Lussemburgo – cioè in tutti i paesi confinanti, più l’Inghilterra che è abbastanza vicina per via di mare. Il belga (parliamo di quello delle barzellette) è grasso, tozzo, incazzato e lento a capire qualunque cosa espressa in più di cinque parole. L’italiano è ciarliero, cialtrone (parliamo sempre di quello delle barzellette) e pronto a cambiare squadra, all’improvviso, se crede di guadagnarci qualcosa. L’italiano, nel complesso, è simpatico mentre il belga non tanto. Entrambi i personaggi, nelle barzellette europee, ultimamente hanno guadagnato qualcosa. Il belga è diventato più divertente perché adesso s’è diviso in due: “Maledetti fiamminghi!” sbraita la prima metà. “Valloni di merda!” ringhia l’altro. E l’Europa sghignazza. Da noi, fra “padani” e “neoborboni”, lo spettacolo (per gli europei normali) non è meno divertente.

L’Italia, nata a camicie rosse e speranze affamate, viene rubata presto da generali sabaudi e baroni siciliani. Crispi e Bava Beccaris, il “nord” e il “sud”. Si fucila in Lucania, si fucila in piazza a Milano.“Avanti Savoia!”– “Ordine e disciplina!”–“A chi l’Imperooooo... a nnoi!” Il loro nord, il loro sud. Il nostro nord e il nostro sud invece lo incontri nelle campagne di Altamura o di Rovigo, nelle miniere di zolfo o nelle rudimentali fonderie, o in piazza o all’osteria. O sul vapore per le Americhe, in terza classe, sul ponte.“Una festa, seradi a l’ostaria, co un gran pugno batù sora la tola: / Porca Italia, i bastiema, andemo via!”

insegnare a scuola, altro che le grandi parole sulla patria e la bandiera. C’era un contadino di Licata, Raimondo Saverino, soldato del Regio Esercito e garibaldino, che morì fucilato su una piazza della Liguria per non aver voluto dare informazioni sul suo capo partigiano ai tedeschi. E c’era un vecchio uomo di Genova, Giobatta Canepa detto “Marzo”, che era stato lui quel capo. Me ne parlava a Milazzo, in Sicilia; ed era venuto ad abitare a Milazzo, nei suoi ultimi anni “perché qui la gente è coraggiosa e ci davano le arance, a noi antifsscisti deportati, mentre le guardie ci tiravano su verso il Castello”. A questi due uomini, e a molti altri come loro, dedichiamo i prossimi centocinquant’anni – ma senza autorità e senza discorsi – di questo nostro Paese. Riccardo Orioles

“Partono ‘e bastimente / pe’ terre assaje luntane... / Cántano a buordo: só’Napulitane!”

C’è da dire, a nostra discolpa, che seri non siamo stati mai del tutto. Non la gente comune (veneti e siciliani, a forza di zappa, hanno rimesso in piedi mezzo mondo) ma i “politici”, i Vip, queli che come vada vada alla fine comandano sempre loro. I garibaldini (artigiani e studenti; e anche un bel po’ di “picciotti” siciliani) finiscono il lavoro, e dopo subito un bel calcio nel sedere, alla sabauda: “bravi ragazzi, e adesso fuori dai coglioni”. “Evviva i popoli, basta con gli imperi!” è il grido di Garibaldi, Mazzini e di tutti gli altri rivoluzionari.

“Roma! Impero! Gloriose legioni!”strillano politicanti e tribuni appena tira le cuoia l’unico politico serio, Cavour. E l’inventore dell’Italia, il precursore, Mazzini, il giorno dell’Unità del Regno (esattamente centocinquant’anni fa) era ricercato dai carabinieri come sovversivo; e morì ricercato, sotto falso nome, ospite clandestino di una famiglia amica.

“E da Genova col Sirio partivano / per l’America varcare, varcare il confin”/ e da bordo cantar si sentivano”/ tutti incontro al loro destin...” “La Svizzera ci accoglie a braccia chiuse / ci inette il pane duro dentro in bocca...” Altro che Marcia reale e Mameli: questi erano i veri inni degli italiani, da Palma di Montechiaro e Castelfranco Veneto alle miniere dell’America, alle praterie dell’Argentina. “I’m italian”, “Yo soy italiano”, “Mi son taliàn”, “Talianu sugnu”, le povere parole sommessamente ripetute – alla dogana, al cantiere, al poliziotto – da gente onesta e buona: queste dovremmo

Mamma! numero doppio 6/7

Direttore editoriale: Mauro Biani Direttore responsabile: Carlo Gubitosa

Se ci leggi è giornalismo, se ci quereli è satira http://www.mamma.am mailto: info@mamma.am segreteria: +3906916504836 cellulare: +393459717974

Pubblicazione registrata presso il Co.re.com Emilia Romagna.

Sysadmin www.mamma.am: Francesco Iannuzzelli Antipubblicità: Bubbamara Grafinchiesta: Verdana Manuzio Copertina n. 6: Illustrazione di Marco Scalia Copertina n. 7: Mercato indiano. Foto di Francesco Lorenzani (Flickr id: controvento) - concept: Kanjano & Gubi

Tutti i presenti: Aldo Vincent, Alessio Spataro, Andrea Bersani, Andrea Righi, Arnald, Assia Petricelli, Betty Greco, Cecigian, Damien Glez, Dan Perkins, Domenico Rosa, Egle Bartolini, Enrico Bertuccioli, Flaviano Armentaro, Flyfra, Frago, Francesco Gesualdi, Giacomo Cardelli, Gianni Allegra, Giulio Laurenzi, James Burns, Kanjano, Lele Corvi, Lele&Fante, LoScorpione, Luca D’Ambrosio, Makkox, Marco Pinna, Marco Scalia, Marco Vicari, Massimo Bucchi, Mazzetta, Michele Incollu, Mirco Brizi, Natangelo, PV, Pia Fraus, Pier Franco Brandimarte, Pier Katana, Pierfrancesco Uva, Pino Creanza, Portos, Riccardo Orioles, Ricciotti Ricciotti, Rita Petruccioli, Sergio Nazzaro, Sergio Riccardi, Sergio Staino, Silvia Longhi, Simon, Tauro, The Saurus, Thierry Vissol, Tom Janssen, Ulisse Acquaviva, Umberto Romaniello, Vukic, Yiannis Ioannou

Il numero doppio 6/7 di Mamma! è stato stampato e spedito grazie agli abbonamenti sottoscritti da Tamara B. (Svizzera); Mila B. (UD); Umberto C. (BA); Isabella S. (FI); Martina F. (BO); Antonio S. (AQ); Paolo B. (GE); Carlo B. (CR); Raffaella C.L. (LT); Roberto C. (RM); Andrea M. (CA); Ettore G. (PT); Luciano Z. (VR); Marco S. (BO); Linda A. (RM); Americo I. (LE); Alessandra T. (TR); Stefano C. (FI); Marco C. (OR); Giuditta P. (RM); Francesca B. (BO); Laura P. (BO); Martina F. (BO); Stefania M. (PG); Agostino L. (RM); Pietro L. (MN); Massimo S. (RM); Marcello B. (PR); Gian Carlo O. (RM); Cataldo A. (TA); Silvia C. (BS); Evelina R. (RM); Tommaso D. (MI); Alberta T. (FC); Gaspare B. (RM); Giovanni D. (RE); Pasquale I. (AQ); Alessandra B. (SV); Marzia F. (LI); Francesco M. (CA); Davide F. (BG); Gerhart D. (BZ); Graziano N. (RM); Michele M. (SA); Roberto U. (PU); Paolo C. (MI), e altri valorosi che possono esserci sfuggiti nel marasma dell’impaginazione.

Mamma! è una rivista autoprodotta dai fumettari e dai giornalisti che ne realizzano i contenuti. Se vuoi sostenere questo progetto, spedisci una libera donazione sul ccp 6972234 intestato a Associazione Altrinformazione – Via Sant’Anna – 40128 Bologna oppure fai un bonifico sull’IBAN IT07 K076 0102 4000 0000 6972 234 – Causale di versamento “contributo per Mamma!” – Per abbonamenti e sottoscrizioni online: www.mamma.am/abbonati

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di ASSIA PETRICELLI e SERGIO RICCARDI

Una parte di queste donne scelse di salire in montagna, spesso rompendo con la famiglia di origine, per condividere con i propri compagni, giorno e notte, ogni momento della vita in brigata. Ragazze che il fascismo aveva voluto addomesticate a pensarsi solo come madri e mogli, dolci e consenzienti, scoprirono nella Resistenza la propria forza e il proprio desiderio di libertà. Alcune vollero vivere in prima persona quell’esperienza fino alle sue scelte più estreme: arrivarono a prendere le armi, a sparare e a uccidere.

Nei giorni successivi all’8 settembre 1943, mentre il paese era allo sbando, le donne furono le prime a capire che la guerra non era finita e che bisognava resistere. Scesero nelle strade e bloccarono i camion dei militari italiani che andavano a consegnare le armi ai tedeschi. Li aiutarono a nascondersi e procurarono loro cibo e vestiti.

Di pochissime si ricordano i nomi, ma la Resistenza non ci sarebbe stata senza la determinazione, il coraggio e il lavoro di tutte. Le giornate della liberazione furono festeggiate in tutte le città con cortei e sfilate delle formazioni partigiane scese dalle montagne. Anche le donne si preparavano a sfilare, Ma i comandi ordinarono che restassero nelle case. Lo decidevano per il loro bene, Per non esporle a facili insinuazioni…

Quando i militari sbandati e gli oppositori del fascismo formarono le prime brigate sulle montagne, poterono contare sul supporto di centinaia di migliaia di donne. I dati ufficiali della Resistenza parlano di 250.000 attivisti, di cui 100.000 donne, ma non tengono conto delle tantissime, sicuramente la maggioranza, che offrirono un indispensabile contributo senza alcun riconoscimento ufficiale.

Molte partigiane assistettero alle sfilate stando ai margini, tra la folla. Ma alcune si rifiutarono di obbedire. Sfilarono insieme agli uomini, a testa alta. qualcuno Le chiamò...

Come staffette percorsero chilometri per trasportare messaggi, documenti e armi, nascondendoli negli abiti o nelle borse della spesa, e sfidando i controlli di nazisti e fascisti.

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Nell’Italia occupata dai nazifascisti, le donne diedero rifugio ai ribelli, crearono reti per rifornire le brigate di cibo e indumenti nei freddi inverni in montagna, curarono i feriti e diedero sepoltura ai morti, organizzarono scioperi e manifestazioni di piazza, scrissero e distribuirono volantini.

Per le loro attività, migliaia di donne furono arrestate, torturate, deportate, violentate. 2.750 furono uccise.

PUTTANE!

Come riconoscimento del ruolo svolto durante la guerra di liberazione, le donne ottennero il diritto di voto. Tuttavia ancora per molti anni ai mariti fu riconosciuto lo jus corrigendi, il diritto di punire la moglie con botte e maltrattamenti, alle donne fu interdetto l’accesso alla magistratura fino al 1963 e solo nel 1981 furono abrogate le attenuanti per i “delitti d’onore” e il matrimonio riparatore in caso di stupro. Sebbene oggi la legge italiana riconosca la assoluta parità di genere, ancora le donne hanno un accesso limitato al mondo del lavoro e percepiscono salari più bassi degli uomini, sono in buona parte escluse dalla rappresentanza politica in parlamento e dai ruoli di maggiore prestigio in molte categorie professionali, subiscono violenze nell’ambiente domestico e il loro corpo è continuo oggetto di appropriazione e strumentalizzazione da parte delle forze politiche.

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Fonti: Marina Addis Saba, “Partigiane. Le donne della resistenza”. Mursia, 1998 www.anpi.it

Dateci retta… Il paese non è ancora pronto…e poi c’è tanto da fare...provvedere ai viveri, preparare gli alloggiamenti...


Scalia

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TERAPIA DI GRUPPO

Pensieri di un Cardinale patriottico

CRESCETE E MOLTIPLICATEVI L’

Italia e il Vaticano non sono “paesi limitrofi”; Che brutta parola! No, noi siamo come due vicini di casa, d’estate, quando uno parte per le ferie e l’altro rimane in città. C’avete lasciato le chiavi del paese per controllare. E siete in vacanza da 150 anni. Da sempre noi della S. Sede controlliamo che in Italia sia tutto a posto. Un po’ come le guardie giurate. Solo che invece di lasciare i bigliettini colorati sul bandone, lasciamo Crocefissi. Così quando vedete quel simbolo sul muro potete stare tranquilli. La scuola pubblica? E’ tutto a posto. I Municipi? E’ tutto a posto. I Tribunali? E’ tutto a posto. Persino ai seggi elettorali il nostro simbolo rimane appeso. Giusto per ricordarvi la differenza tra Potere spirituale e Potere Temporale: Come leader spirituale noi vi consigliamo di scegliere Gesù. Ma come leader temporale vi consigliamo di rivotare Barabba. (Ebbene sì: Abbiamo sponsorizzato una intera classe dirigente del vostro paese. Abbiamo sbagliato? Direi di no. Le novene sul debito pubblico sono la trasmissione più seguita di Radio Vaticana). L’Italia, vista da Oltretevere, ci sembra una nazione sempre più anziana. Mi dicono che i poveri, davanti ai conventi, non abbandonano più gli orfani. Mettono la cuffietta e il ciuccio al nonno e lo lasciano dentro una culla. Alcuni parroci dalla pedofilia sono passati alla gerontofilia. Li vedi fuori dagli ospizi, con l’impermeabile, che al posto della caramellina regalano tavolette di Lecinova. Volete un consiglio? Fate più figli. Più bimbi nascono, più iscritti abbiamo. In Vaticano c’è una seria paura della concorrenza. Nel vostro paese, ormai, a fare i figli sono solo gli immigrati. Quando cresceranno, diventeranno musulmani e vorranno nuovi spazi per pregare. Come se in Italia mancassero gli stanzoni di eternit! Già m’immagino la prossima breccia di Porta Pia: i musulmani che pregano tra carrozze, vecchi cappelli buffi e deputati DC impagliati. E il Papa che, con il garage occupato, è costretto a parcheggiare la PapaMobile in doppia fila. Dovete fare figli perchè il vostro paese sta invecchiando. Non a caso questi 150 anni mi ricordano un’altra celebrazione: i 40 anni di Padre Pio. Anche in quella occasione c’era la folla, i gadget e la salma. Solo che il Santo, rispetto al vostro paese, mi sembrava conservato meglio. Marco Vicari

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TERAPIA DI GRUPPO

Compleanno nell’intimità S

trano paese quello nel quale si decide di festeggiare all’ultimo momento una ricorrenza che cade ogni cinquant’anni. Strano paese quello nel quale la destra patriottica è alleata alla destra secessionista e un po’ lisergica che si è inventata la Padania, un paese immaginario che sarebbe soffocato dal colonialismo italiano. Strano paese, che una volta divenuto una repubblica ha guardato con sospetto il patriottismo, sentimento abusato da una dinastia tragicomica per trascinare il paese in due rovinose guerre mondiali, quelle che poi paradossalmente hanno fatto davvero gli italiani, unendoli nel sacrificio del sangue sull’altare della guerra totale organizzata su scala industriale. Gli italiani nati sotto la repubblica non sono molto diversi dai loro antenati, ma il patriottismo lo tirano fuori solo in occasione degli eventi sportivi internazionali. Probabilmente gli italiani di oggi sono molto più patriottici degli italiani del Risorgimento e amano il loro paese e apprezzano la loro identità nazionale come e più dei loro concittadini europei, e probabilmente questa considerazione vale anche per molti dei seguaci padani. Molti italiani gestiscono il sentimento patriottico intimamente, ne sono gelosi, ne riconoscono il valore e il pericolo che si corre quando qualcuno riesce ad impadronirsene. Proprio per questo è forse un bene che l’anniversario scorra sottotraccia e che non ci sia in giro nessun condottiero pronto a cavalcare l’esaltazione patriottica. Mazzetta | www.mazzetta.splinder.com

L’ultimo dei siciliani C

arissimi cazzoni di Mamma!, mi invitate a scrivere sull’italianità e il senso di essere italiani, ma come faccio? Io sono Siciliano, appartengo cioè all’etnia autoctona della Sicilia, che precedette i Ciclopi e i Lestrigoni e che venne invasa ed occupata dai Siculi di provenienza greca nel sedicesimo secolo avanti Cristo (e se Cristo non c’è, avanti un altro). Siamo stati occupati dai Fenici ad occidente e da Cartagine un po’ più un basso ma i Romani – quelli che uccisero Archimede – ci occuparono definitivamente nel 212 a.C. durante il sacco di Siracusa. Dico definitivamente ma è una pietosa bugia, perchè nei secoli siamo stati invasi da Arabi, Normanni, Bizantini, Francesi, Spagnoli, Tedeschi, Marocchini (quelli delle “marocchinate” cioè i violentatori delle nostre donne come bottino di guerra offerto dagli Alleati), Inglesi, Americani, Neozelandesi e Canadesi. Ora siamo occupati dagli italiani, popolo dalle origini incerte che ci invase e ci annesse appunto un secolo e mezzo or sono e con cui conviviamo pacificamente perchè permette tutto al nostro contro–Stato (alcuni spregevoli magistrati comunisti la definiscono Mafia) con cui siamo riusciti pianino pianino, passetto passetto, a corrompere, corrodere dall’interno tutta la struttura della loro inefficiente corruttela. Noi Siciliani siamo un popolo immobile, vetusto, superato, come il Colosseo cui dentro e fuori entrano ed escono popoli, civiltà, curiosi, denigratori ed entusiasti. Poi loro scompaiono e noi sempre qui, a parlare e scrivere con la lingua degli occupanti con cui non abbiamo nulla da condividere. Voi festeggiate mentre noi assistiamo a questa ultima invasione di Lampedusa, 50.000 infelici, dice il vostro ministro degli interni. Io avrei proposto di risparmiare tutti i soldi usati per arginare l’invasione, usandoli per evacuare gli abitanti di Lampedusa e poi dichiarare l’isola territorio libico, così li freghiamo. Ma sono certo che questa richiesta verrà ignorata. Meglio così, perché ci consentirà di resistere, resistere, resistere, come popolo autoctono occupato da secoli. Baciamo le mani. Aldo Vincent

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Come faremo a non chiudere bottega

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TERAPIA DI GRUPPO

MILLE NON PIU’ MILLE I

l Risorgimento italiano è la storia esemplare di come un movimento di uomini armati solo degli ideali di libertà, giustizia e unità nazionale può essere sconfitto da un’oligarchia di aristocratici con un esercito professionale. Chi sono stati i protagonisti? Migliaia di persone sono morte durante le guerre per unificare l’Italia, il loro sacrificio ci è così caro che di solito preferiamo ricordarne altre quattro che invece se la sono cavata. Sono i nostri Padri della patria. Camillo Cavour – Oltre a guidare con pragmatismo il processo di unificazione, pose le basi per l’industrializzazione del Regno, trasformando l’Italia da paese agricolo a uno tra i maggiori responsabili del riscaldamento globale. Giuseppe Garibaldi – Con un esercito di volontari liberò il Meridione dalla tirannia borbonica. A impresa conclusa, consegnò i territori liberati al Re del Piemonte perchè ne facesse quell’oasi di ricchezza e prosperità che sono oggi. Giuseppe Mazzini – Allo sopo di diffondere le sue idee di democrazia, libertà e convivenza pacifica, fondò la Giovine Italia, la Giovine Europa e la, forse troppo ambiziosa, Giovine Via Lattea. Vittorio Emanuele II – Il primo Re d’Italia, o come amava ricordarlo Papa Pio IX, “Quella testa di cazzo che ci ha rubato la terra”. Al Sud era talmente popolare che dopo l’unità furono necessari 200mila soldati e la legge marziale solo per far cessare i festeggiamenti in suo onore. Michele Incollu

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Nemico del tricolore!

GARIBALDI RELOADED clonazioni, ignobilta’ e rappresaglie Di Niccolo’ Storai (matite splatter) e carlo gubi (penne briganti)

Mi chiamo Emanuele Filiberto, e rovistando nei cimeli di famiglia mi e’ venuta un’idea... hmm...

Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo. - Umberto Bossi, 26.07.97

Mi e’ bastato trovare un capello di Garibaldi in un vecchio berretto per ricavarne un clone migliore dell’originale... tipo capitan america, ma sabaudo.

cappello di Garibaldi

C’e’ un equivoco, io sono il figlio...

Ma poi tutti quei dati storici lo hanno mandato in tilt, e ad un raduno leghista la situazione e’ sfuggita di mano... Clonazione riuscita! Quel vecchio mercenario ci dara’ una mano come ai bei tempi del risorgimento per fare gli interessi di noi Savoia...

Poi gli ho impiantato un DVD con la memoria storica degli ultimi 150 anni.

Il Movimento politico denominato Lega Nord (...) ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania (...) e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana. (Art. 1 statuto Lega Nord).

Nemici dell’Italia!

p e ns i er

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Garibaldi! Come principe reale, testimonial di sottaceti, ex candidato UDC, presentatore, cantante e consulente finanziario ti ordino di eliminare tutti i nemici della bandiera e gli impostori che minacciano la nostra gloriosa dinastia!

. oo . .

g

a v a

aaa

A A A AAAA

Era come impazzito: piu’ scaricava dati da internet, piu’ gente voleva ammazzare...

OB-BE-DIS-CO! 24* n.6

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Poi ha scoperto delle cose su di me...

www.monarchia.it

“Vittorio Emanuele di Savoia, avendo contratto matrimonio senza l’assenso del Sovrano Umberto II, e’ un comune cittadino privo di ogni titolo nobiliare, decaduto da ogni prerogativa reale e di appartenenza alla Real Casa. L’Annuario della nobilta’ italiana, alla voce Real Casa di Savoia, non indica in capo ad Emanuele Filiberto alcun titolo nobiliare o dinastico”.

25/01/60 - Lettera di re Umberto II al figlio Vittorio Emanuele: se ti sposi facendo di testa tua perderai ogni diritto nobiliare.

Tutti quei dati lo hanno agitato, e ora sto provando a calmarlo con un po’ di musica...

Garibaldi, perche’ hai ucciso il tuo principe Emanuele Umberto Reza Ciro Rene’ Maria Filiberto di Savoia, detto emanuele filiberto?

Italia Amore mio Pupo - Emanuele Filiberto - Sanremo 2010

Garibaldi! calmati! Senti che bella la mia canzone: io sento battere piu’ forte,

il mio cuore di un’Italia sola, che oggi piu’ serenamente si specchia in tutta la sua storiaaaaaaAAHH!!!

NEMICO DI CASA SAVOIA! NEMICO DI SUA ALTEZZA REALE AMEDEO D’AOSTA!

SANR

EMO

N N O O O O O O

Perche’ tu non sei principe, e io non obbedisco piu’. da sempre la bellezza femminile ha fatto tremare imperi e dinastie: per questo i principi possono sposarsi solo con il permesso dei re. Ma vittorio emanuele di savoia ha sfidato i divieti di umberto II, e per questo la “consulta dei senatori del regno” considera lui, sua moglie e il figlio Emanuele filiberto come privi di ogni titolo nobiliare. cio’ nonostante, lo scontro tra savoia e aosta sulla linea di successione al “trono d’Italia” e’ ancora aperto su mille cavilli: leggete su internet le tesi delle varie parti in causa, valutate se il clone furioso di garibaldi aveva ragione a distinguere tra principi e cantanti e poi decidete voi qual e’ la del discorso.

fine

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INSIDE STORY

N

“Noi” contro gli “altri”: propaganda leghista a Bologna

el rosso feudo bolognese compaiono dei verdi cartelli leghisti. Cinese, zingara, negro e musulmano che bussano al Comune per “case popolari, servizi sociali, asili nido”. In coda un vecchietto italiano, tenuto minacciosamente alla larga dal musulmano. Messaggio: gli “altri” vogliono fregare “noi” e passarci davanti. Voglio vederci chiaro: per quale ragione i migranti dovrebbero ricevere un trattamento di favore? E allora chiamo il numero sul poster per capire meglio le sperequazioni dei servizi sociali a favore degli stranieri. Mi risponde un tale Claudio Landi, e gli chiedo se la Lega ha fatto delle rilevazioni sulle politiche sociali a Bologna: “parliamo personalmente, non per telefono, se vuole venire qua a far due chiacchiere più che volentieri”. Insisto, e chiedo se hanno in mano delle statistiche e se le hanno sul sito internet: “siam pieni di statistiche, sul sito sinceramente non ci ho guardato, ci guardi lei”, vado sul sicuro e gli dico che sul sito non c’è niente, come avrò modo di verificare in seguito. E continuo a domandare: quindi quel manifesto è solo un supporto grafico alla campagna elettorale in corso oppure ci sono dei dati su cui si basa questa comunicazione visiva? Mi interessavano dei dati sulle politiche sociali di Bologna che attestino ciò che il manifesto spiega a livello grafico. “Riferirò a chi di dovere”. Quindi adesso non ci sono dati e statistiche in vostro possesso?“Qua in sede non ce li ho, ci saranno sicuramente da qualche parte, venga oggi all’inaugurazione della nostra campagna elettorale”. E io ci vado. Una agguerrita Rosy Mauro ha lasciato la vicepresidenza del senato per sostenere il candidato leghista al comune Manes Bernardini, che ribadisce il concetto: “A Bologna, per i servizi sociali e le case popolari prima gli italiani e i bolognesi”. Quindi in pratica siamo“noi”che vogliamo fregare gli “altri”passando davanti a gente“estera”anche se ha più titolo di noi.

Nei manifesti sono i migranti che fregano gli italiani, ma poi scopri che il programma e' esattamente l'opposto. Solo gli italiani residenti a Bologna sono "cittadini" per i leghisti: gli altri non hanno diritti, tornino a casa loro.

Penso a quei vecchi tristi col fazzoletto verde al collo, impauriti per il futuro al punto da applaudire discriminazioni assurde pur di non ammettere che il vero problema sono loro, e non gli immigrati che pagano più tasse e contributi dei servizi che effettivamente ricevono. Se oggi c’è un elettorato geriatrico con tanta voglia di tornare al passato per ritrovare sicurezza, benessere e serenità, la ragione è molto semplice: negli ultimi 40 anni la generazione che mi ha preceduto si è mangiata tutto il paese, ha smesso di fare figli, e quei pochi che ha fatto li ha resi precari e sottomessi ad una casta di anziani inchiodati alle poltrone del potere. Ma non è facile ammettere di aver rubato il futuro ai posteri: molto meglio dare la colpa a quelli che ci precedono nell’assegnazione dei servizi sociali del comune, magari perchè hanno una famiglia più numerosa della nostra, oppure perchè sono più poveri, bisognosi o disagiati.“Noi”, invece, siamo più bolognesi. Ulisse Acquaviva Illustrazioni Pino Creanza

E allora siccome sono nato in terronia, tanto per essere sicuro gli chiedo chi sono “i bolognesi”. “I residenti”, mi risponde. E chi ha residenza ma non cittadinanza? “Ovviamente bisogna essere cittadini italiani”. E gli italiani non residenti?“Accederanno ai bandi del loro comune di residenza”. E alla fine ho capito che cosa c’è davvero dietro quel manifesto: alcuni di“noi”,

Manes Bernardini, candidato sindaco leghista per Bologna

italiani e bolognesi, vogliono fregare tutti gli“altri”che vivono nella stessa città, italiani o stranieri che siano. Capisco l’antifona e mi fiondo sul buffet, prima che arrivino“gli altri”. In bocca al lupo a tutti i “bolognesi di fatto” che vivono nella città “Rossa, grassa e dotta”, ma purtroppo non vi risiedono (tipo insegnanti precari che non cambiano residenza per non perdere punteggio) o vi risiedono senza avere la cittadinanza italiana (tipo cittadini europei che vengono a lavorare in Italia da altri paesi). Qualche giorno più tardi, scopro altre versioni di quel manifesto: il musulmano ha in mano una scimitarra, e il discorso “prima noi e poi gli altri” viene replicato per i cittadini di Bologna, del Piemonte, di Castiglione delle Stiviere, di Corridoni e di Gualdo Tadino, a conferma che si tratta di propaganda nazionale e non di informazione locale. Sotto le torri di Bologna trovo anche un contro–manifesto che spiega i veri termini della questione: in Emilia Romagna i nuovi nati sono stranieri nell’80% dei casi, ma negli asili nido i bambini stranieri sono soltanto l’8,2%. E quindi chi è che toglie spazio agli altri nell’accesso ai servizi sociali? Con i numeri che frullano in testa, ripenso alla mia incursione nel festino leghista, con la netta sensazione di avere avuto davanti gente che l’altro ieri votava PCI, ieri PSI e oggi Lega con l’unico scopo di fare i cazzi propri sempre e comunque.

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Scalia

POP ECONOMY Spaccandoci in due al nord resterebbe il macigno Fiat. Al sud i sussidi europei, la pizza e il turismo.

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roviamo a sfatare qualche mito secessionista. L’idea che molti hanno è che spaccando l’italia a metà ci ritroveremmo con un nord estremamente evoluto e un centro–sud da terzo mondo. Nulla da dire sul nord, ma forse neanche il sud starebbe poi così male. Il macigno FIAT non sarebbe più un problema di tutti: la fabbrica di auto da sempre è campata con aiuti di Stato producendo modelli mediocri in tecnologia. Marchionne minaccerebbe la Marcegaglia e Berlusconi di lasciare il settentrione per aprire fabbriche a sud, dove ormai la Wolkswagen avrebbe il predominio del mercato grazie alla sapiente delocalizzazione di fabbriche (con ciclo di produzione completo) a Pomigliano e Termini Imerese. Dividendo la nazione in due andrebbero, ad esempio, divise le quote latte. Questo significa che 4000 migliaia di tonnellate di produzione spetterebbero alle vacche del “centro–sud” portando a un ulteriore impoverimento degli allevatori padani con continue rivolte e pressioni sul governo; governo il cui presidente sarebbe coinvolto da scandali sessuali

E fatela ‘sta Padania se avete il coraggio!

per aver fatto sesso con una minorenne e averle evitato la galera spacciandola per la nipote del presidente della vicina Repubblica delle Due Sicilie. La pasta sarebbe l’orgoglio nazionale sudista, assieme all’olio extra vergine e la pizza (quella vera solo made in Napoli). La Borsa di Milano non sarebbe poi così importante e il pil padano ammonterebbe, nella migliore delle ipotesi, a 700.000 milioni di Euro, 1,1 miliardi di dollari, facendo della Padania non la settima ma la quattordicesima potenza mondiale, subito dopo l’Australia e prima del Messico. Al contrario il Centro–Sud si giocherebbe la quinta posizione al mondo per numero di turisti col Regno Unito (oggi la differenza di arrivi tra i due stati è di 15 milioni) mentre la Padania manterrebbe un certo appeal solo nel turismo invernale.

Entrambe le Italie sarebbero fuori dal G7/G8/G10, e il basso PIL inciderebbe sulla stabilità finanziaria dei 2 Paesi. Infatti il debito può aumentare in maniera più che proporzionale rispetto al PIL: con 1,1 miliardi anche un rapporto debito/pil al 60% avrebbe un peso non indifferente (vedi Irlanda), con 2 miliardi anche il 110% va bene, in barba al mito che le dimensioni non contano. Gli introiti del Lotto favorirebbero il bilancio statale dell’Italia Sudista, e in più essendo una nazione relativamente povera, l’Unione Europea incrementerebbe i sussidi, senza il rischio che questi vengano distratti verso multe per le quote latte non pagate. Infine la scelta delle monete sarebbe catastrofica per la Padania: dell’attuale Euro potrebbero vantare soltanto i 2 cents con la Mole Antonelliana. Delle vecchie Lire ci sarebbero Colombo, Marco Polo, Alessandro Volta, Manzoni e Caravaggio, ma niente Verdi, Montessori, Galilei, Marconi, Antonello da Messina, Bellini, Alighieri, Michelangelo, Andrea del Castagno, Volta, Leonardo, Bernini, Botticelli e Raffaello. Una disfatta culturale, che porterebbe Silvio Berlusconi a scatenare una guerra per riunificare le due Italie. Flyfra

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Voi credete nei salvatori, ico ma è proprio da loro della M che dovete salvarvi. Vi dovete redimere dall'idea che qualcuno possa venire a redimervi ia

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l’ennesima malefatta di carlo Gubitosa e VerdaNa MaNuzio i ritratti sono di Maurizio boscarol

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con una “preghiera”, ai tempi della legge sul processo breve, tuona contro le belve assetate di sangue seduti dietro una sbarra al processo “Spartacus”.

giri l’Italia fra il tripudio dei fans club, che ti adorano; sei un’Icona. Tutto questo è Potere. Una volta assaporato, non se ne può più fare a meno.

Magari con giornalisti e scrittori,

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non utilizzare il suo mandato come trampolino di lancio personale.

si rivolge in maniera educata e deferente al nostro Presidente del Consiglio, suo editore,

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Le critiche di Dal Lago e Sepe sono fondate sui fatti e sugli Non c’era scritti di Saviano? Non sempre, anzi quasi mai. Molto bisogno di scomodare lui per dire spesso partono da parole mai dette e da frasi mai scritte che Falcone era un uomo giusto e per questo da Saviano, o da citazioni monche di suoi libri, articoli e fu vilipeso in vita e beatificato post mortem: tutte interviste. Dopodiché Saviano, non essendo un politico, cose ampiamente risapute. Da Saviano ci si attende sceglie di confrontarsi con chi gli pare. che parli dei vivi, non dei morti già santificati.

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Chaplin diceva che il crimine paga solo alla grande. Infatti. Io nelle parole e gli scritti di Saviano non ho mai trovato queste sottili distinzioni. Mentre

Sei lì anche tu, col megaschermo dietro le spalle che amplifica il tuo verbo;

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far circolare il proprio nome denigrando quello degli altri.

ma per favore non fatele rappresentare il popolo italiano. Chi fa carriera politica utilizzando il cadavere dei propri parenti è persona spregevole

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L’impressione è che, nel programma di Per e non con un pur bravo Fazio e Saviano, si sia deciso di rinviare stornare le musicista. ad altra data i temi più scottanti indagini il Ros, con (mafia e Stato, trattative sulle stragi, monnezza e l’allora Capitano Ultimo, Ormai parla come un politica camorrista, casi Dell’Utri, Cuffaro, anzichè catturare il boss catanese giornalista pidiellino e ci sottopone Schifani) Santapaola, inseguì e a un killeraggio mediatico. Ci accusa di non fare niente, ma sono sicura che il figlio dell’imprenditore Imbesi L’ex di quel che ho fatto in questi anni in pm, rispetto alla sua presenza Parlamento a Bruxelles, perché non sul luogo dove vene ucciso Borsellino, La si informa. ha realmente fornito quattro decisione di appoggiare De Luca in Campania così come versioni completamente quella di allearsi nelle Marche con differenti, Quanto scrive l’Udc di Cuffaro è un ed è tutto agli Roberto Saviano sulla tradimento atti. storia di Peppino Impastato morale nel libro “La parola contro la camorra” Annozero è assolutamente menzognero. e le star che lo In poche righe cancella più di trent’anni di lavoro portato promuovono avanti dai familiari di Peppino, dai compagni e dal sono il migliore Centro di Documentazione. Ad esempio non è esercito di Riina, stata Cosa Nostra ad aver diffuso la voce lo si capisce in maniera nitida che si fosse trattato di un attentato guardando la puntata sulla mafia. Alla kamikaze ma il procuratore fine quelli che hanno combattuto la mafia capo Martorana. saranno, oltre agli attori di Annozero, il figlio di Ciancimino, i figli di Riina e magari anche quelli di Provenzano e Brusca. Chissà, magari li troveremo anche tutti insieme a fare lezione di legalità nelle scuole.

il 15 gennaio 1993 viene arrestato Riina, dagli stessi uomini di Mori che sta trattando con Ciancimino. È una coincidenza oppure

Aiutatela e statele vicino...

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Gior

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ai piedi dei suoi padroni di viale Mazzini quando negarono al giornalista di Report qualsiasi appoggio legale in occasione di una citazione per danni.

deliri di uno squinternato

Tra i Leader deLL’aLTernaTiva

Tu non sei libero perché tu oggi sei una Star; sei in prima serata TV, proprio nel luogo dove secondo te “...chi non ha il guinzaglio in questo momento non lavora e chi ci lavora in un modo o nell’altro un suo guinzaglio ce l’ha”.

che mi diffama su internet senza avermi mai visto né conosciuto con processi alle intenzioni.

senza quarTiere

ista e Po

è semplicemente un pezzo della Casta

E non va a fare verifiche di persona. Chi crede alla versione ufficiale per principio è un Non gonzo. ho tempo da perdere dietro ai

schierandosi come uno stuoino

Non ha capito che il nemico è Salvatore Riina e i corleonesi.

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e non lo dico solo io.

Avendo una gestione molto personalistica del partito, sa che il controllo dei finanziamenti è fondamentale per continuare a garantirsi questo suo Leggendo ruolo di padrone. E quindi perpetuare e allargare il suo alcune delle peso nella politica italiana. E lo fa senza badare né alla cose scritte da correttezza, né alla lealtà. Di Pietro Attivissimo ho visto che

Milena Gabanelli, la falsa paladina della libera informazione RAI, si comportò da carogna con Paolo Barnard

Sta di fatto che il ROS non perquisisce il covo di Riina, e lo lascia perquisire alla Mafia

è un caso umano,

neanche lui ha risposte. Legge alcune cose, ma altre le ignora.

del mandato elettorale di tanti italiani per scendere da Strasburgo a riprendersi il suo “giocattolo” preferito. Cos’è un mandato elettorale? Un parcheggio temporaneo? Una cura ricostituente? E costui, cioè Santoro, oggi sta in TV a bacchettare il malcostume della politica (sic).

Provenzano ha dato un aiutino?

Salvatore Borsellino

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Vendola è stato da poco rieletto governatore della Regione Puglia ciò è accaduto più per demeriti della coalizione del centrodestra, che si è divisa al suo interno, che per meriti del centrosinistra che ha guidato la Regione nei precedenti cinque anni, visto che molti assessori della sua giunta successivamente sono finiti sotto l’attenzione della magistratura per aver fatto male il loro dovere. Lo invitiamo a svolgere seriamente il suo ruolo di governatore e a

la pratica più diffusa sui blog è quella di

Gior

Le grafinchieste di

è diventato eurodeputato solo perché gli ho lasciato il posto nel collegio Nord e mi sono candidato al Sud. Ora comunque la parola passa all’ autorità giudiziaria: rivendica una quota dei rimborsi elettorali, ma dimentica che questi vanno ai partiti e non ai singoli.

non riesco a capire la politica quando diventa, come in questo caso, livore

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Giulietto Chiesa è un irriconoscente,

Quella di Grillo è una deriva di integralismo, e si tratta a mio parere di un fenomeno piuttosto preoccupante. Io penso che la politica sia il campo della verità con la v minuscola, ma se qualcuno pensa di avere la verità con la V maiuscola è chiaro che poi finisce per sentirsi Savonarola. Mi spiace che Grillo usi un linguaggio così violento. Mi addolora la deriva distruttiva del suo impegno. No,

Ha fatto scempio

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mi lasciano perplesso e rafforzano la mia convinzione. Come si fa a non ricordarsi cosa si è fatto nel luogo ove era stata appena consumata una tragedia e con i corpi resi a brandelli da una violenza inaudita? Come è stato possibile aggirarsi, magari facendo slalom sui corpi martoriati di Paolo e dei colleghi di scorta, per raggiungere uno spregevole fine? Rubare l’Agenda Rossa di Paolo Borsellino.

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tipiche della scuola di pensiero mafioso,

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non ha saputo rinunciare ai voti clientelari,

Cosa ci guadagni a manipolare un sondaggio? Sulla questione morale nell’Idv, il sito di MicroMega ha aperto un sondaggio a partire dalla lettera aperta dei tuoi compagni di partito De Magistris, Alfano e Cavalli, che sottolineavano la necessità di una grande opera di pulizia.

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una spinosa e scottante “questione morale”,

con questi mezzucci ti fai male da solo.

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crede che l’11 settembre sia stata una messinscena da film di James Bond

A Bruxelles ci sono solo nutelle amare. A seguito della Il votazione, la Ferrero, in ottemperanza di precise tabelle giorno nutrizionali, dovrà applicare sui contenitori della Nutella dopo l’appoggio a De avvertimenti a tutela del consumatore, magari del tipo: Luca come governatore della “Attenti contiene grassi” o “Nuoce gravemente alla Campania da parte di Antonio Di Pietro linea” con gravi ricadute sulla vendita. Fa mi sono svegliato con la testa pesante, con termovalorizzatori con la Marcegaglia, un senso di nausea. Per un partito che ha fatto lascia in mano ai privati l’acqua pubblica, Luigi de Magistris, delle mani pulite la sua bandiera, uno come fa un ospedale privato con Don Verzè finanziato con eurodeputato grazie (anche) ai voti del De Luca rappresenta un soldi pubblici. blog come indipendente che subito dopo si è suicidio politico. iscritto per coerenza a un partito. Sulla sua attività Ho europarlamentare tantissimi contavano, io per primo, per scoperto un altro carattere contrastare i fondi europei destinati alle mafie. Di chi è la di Paolo Flores D’ Arcais: l’accidia, Endemol? Di Silvio Berlusconi. Dunque nel senso più biblico del termine: In questi mesi è stato forse più quando Saviano fa audience, a guadagnare è il negligenza nel fare il bene. Ha criticato presente sui giornali e in televisione Cavaliere. Se poi ci aggiungiamo che Saviano la classe dirigente di IDV nel suo che nei banchi di Bruxelles. complesso, senza fare alcuno sforzo lancia accuse a destra e a manca, L’europarlamento è un passaggio per traguardi più per comprendere le difficoltà senza però fare mai mezzo nome, è facile capire importanti e di grande visibilità. del partito. perché Silvio goda come un riccio Ah, la visibilità. Ah, la coerenza. Caro Antonio,

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È una persona che

nell’Idv oggi c’è

La crisi mondiale può aspettare, gli europarlamentari sono impegnati con il cioccolato.

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organizzata dagli americani e che le scie bianche degli aerei che va affrontata con urgenza, prima che la sono in realtà un piano stessa travolga questo partito e tutti i suoi Di diabolico, sempre degli rappresentanti e rappresentati. Senza rese Pietro americani, per il dei conti e senza pubbliche faide, crediamo dominio del mondo che mai come adesso il presidente Antonio Di Pietro debba reagire duramente e con fermezza alla deriva verso cui questo È non ha capito che perdendo qualche migliaio partito sta andando per colpa di evidente a tutti che di voti buoni per ogni stagione e per ogni alcuni. la sua attività bandiera avrebbe guadagnato molti più voti di è in qualche modo giovani che per la Verità e per la Giustizia saranno guidata sempre pronti a combattere. (...) Invece dei passi Io non ho da ben noti gruppi La avanti che mi attendevo, sono stati fatti dei fatto altro che porre imprenditoriali e della Nutella passi indietro e non accetterò più che ad Ayala delle domande e quelle comunicazione che sconfitta dai nostri le bandiere dell’IDV si mescolino domande aspettano ancora risposta (...) lavorano con lui. eurodeputati e forse da al simbolo delle Agende i non ricordo, le dichiarazioni qualche multinazionale straniera. Rosse. ballerine, le memorie dimenticate,

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ra viene fuori che Muammar Gheddafi è un “dittatore”, a volte anche un “dittatore sanguinario”. Lo dicono tutti, anche la televisione, cioè i politici di maggioranza e opposizione. Dicono anche che in Egitto e Tunisia i rispettivi “regimi” sono stati spazzati via – o quasi – dalla rivolta popolare. Il povero cittadino lettore/spettatore avrà avuto un sussulto, una specie di choc: non è facile abituarsi all’idea che un dittatore sia un “dittatore”. Gheddafi, ad esempio, E’ stato finora “il leader libico”, o al massimo il “raìs”, parola strana, allusiva, ambigua, che fa pensare più a un capo genericamente inteso che a un despota. Del resto il dittatore – pardon, il leader – libico è un socio d’affari del nostro paese, un amico personale del premier, un despota – pardon, un raìs – gradito anche all’opposizione, che a suo tempo non fece certo mancare i suoi voti all’accordo Roma–Tripoli, un patto – concepito per impedire con la forza a qualche migliaio di persone di prendere il mare verso l’Italia – che vìola buona parte delle leggi che tutelano i diritti umani e che sono il fondamento delle nostre – si perdoni l’improprio uso del termine – democrazie. Come si può essere amici di un “dittatore”, avran-

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RISORGIMENTO LIBICO, DOPPIEZZA ITALIANA I giornalisti e i politici italiani hanno finalmente scoperto che un dittatore e' un "dittatore" e che un regime autoritario e' un "regime". Noi abbiamo scoperto che un "giornalista", in Italia, raramente e' un giornalista no pensato i nostri – pardon – democratici dirigenti politici? Meglio essere amici di un “leader” o tutt’al più di un “raìs”. Guarda caso, lo stesso grazioso pensiero avuto dalla – pardon – libera stampa. Comuque tutto cambia, per fortuna. I giornalisti e i politici italiani hanno finalmente scoperto che un dittatore è un “dittatore” e che un regime autoritario è un “regime”. Noi abbiamo scoperto che un “giornalista”, in Italia, raramente è un giornalista, e che un “leader politico”, in genere, è for-

se un leader ma non un politico. Se per politica s’intende qualcosa che abbia a che fare con la giustizia e con il tentativo, sia pure approssimativo, di dire la verità. Per queste scoperte, dobbiamo ringraziare i rivoluzionari libici, tunisini, egiziani. Ricciotti Ricciotti

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Bartolini

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TERAPIA DI GRUPPO

CENTOCINQUANTA

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Mamma INTERNATIONAL

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om Tomorrow, al secolo Dan Perkins, è un fumettista statunitense che vive a New Haven, Connecticut. Il suo editoriale a fumetti “This Modern World” è pubblicato con frequenza settimanale su Salon.com e 80 quotidiani degli USA, tra cui il Village Voice, il San Francisco Bay Guardian e la Pittsburgh Post Gazette. I suoi lavori sono apparsi anche su New York Times, New Yorker, The Nation, Esquire, The Economist e molti altri periodici. Nel 1998 e nel 2003 ha vinto il premio di Giornalismo Robert F. Kennedy, collezionando molti altri premi giornalistici nel corso della sua carriera. Ha pubblicato otto libri di antologie dei suoi “Editorial Cartoons”, un libro per bambini e la copertina dell’album “Backspacer” dei Pearl Jam. In questi mesi Mamma! sta progettando con Dan la traduzione italiana di una raccolta dei suoi lavori.

Altre creazioni di Dan Perkins: poster di un concerto dei Pearl Jam e la copertina dell’album “Backspacer” (a destra).

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