I Siciliani, n.10-11_1983

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In rima al dinlllO di ('apo Passl'ro, ,ull'ultimo Il'mho di Europa, in l'ania all' A l'ril'a, so rgl'\ a un orrihill' l' l'anlaslil'O l'asll'lIo, hianl'o l' rosso, Sl'mhra"a disl'g nalo da un hamhino con l'anilina. In hasso, lungo la Sl'Oglil'ra, Il' ro"ine dI'III' anlil'lll' lonnarl', con Il' IlOrll' di,,!'!II', i tl'lIi sl'o ndali ....

pesce, e basta! Fatev i serv ire dal signor Tumbiolo Gio\a nni! », Ci fece que ll a ri sa tina di di sprezzo e, in attesa della z uppa di pesce, cominciò: «T umbiolo Giovanni so no io, di anni ottanta, cavaliere della repubblica, Cavaliere fui fatto da Giovanni Granchi, e me lo merita vo; da se ttant 'a nni vivo sul mare, ho pescato migliaia di tonnel late di pesce, sono sta to coma ndante di nave, ho passato tempeste, uragani, guerre e assalti di pirati, Eccomi qua, cavaliere della Repubblica , lo so no prpprietario di due bastimenti di legno di duecento tonnellate ciasc uno , i quali battono tutti i mari del Mediterraneo, Ho però una spe ranza: Vendo questi due bastimenti di legno e ne co mpero uno tutto di ferro, con una macchina dieci vo lte più potente, e vado a battere tutte le coste dell' Africa fino alla Turchia, anzi se mi fanno incazza re passo Gibiltera e vado a pescare nell'Atlantico. Un giorno o l'altro lo faccio, più grande è il pesce e maggiore è la felicità dell'uomo , La vera pesca è quella d 'a lto mare, poichè là c'è il pesce più grosso il quale è un autentico figlio di puttana!» Annusò la zuppiera colma di pesce fumante, che il ragazzo dell 'os teria aveva deposto delicatamente sul tavolo, Pareva impro vvisa mente in collera, guardò minacciosamente il ragazzo il quale fece un so rri so spaurito e u n piccolo passo indietro , non osava nemmeno resp irare. Il cavaliere Tumbiolo chiuse gli occhi per identificare gli aromi. Mormorò: «Po li petti, calamari, spada, saraghetto ,alici, gamberetti, tutto a posto! Capperi, aglio, peperoncino, olio di

oliva, va bene , va bene, è una buona zuppa, col pesce giusto. Potete mangiarla!» Era un ordine. Controllò che avessimo i bicchieri colmi del vino bianco c h 'egli aveva infallibillmente scelto per noi, e continuò: (d i pesce piccolo è stupido, stanno centomila o un milione di pesc i tutti a branco, il primo annusa un odore di alghe marce e accorre, e tutti gli altri gli corrono dietro. In vece quell'odore di alghe marce viene dalle reti dei bast imenti, e ci restano tutti dentro. Molti uomini vivono e muoiono cosi, se nza capire niente. Il pe sce piccolo è buono, dolce e stupido . Il pesce grande invece è delinquente, è forte, birbante, veloce; conosce l'uomo, lo inganna, lo affronta, annusa da un miglio l'odore della nafta che è l'odore stesso della morte. Contro il pesce grosso c'è il ve ro piacere di lottare : tu pesce, io uomo! Tu rischi la morte e io altrettanto, un bastimento che vale tre miliardi, una montagna di cambiali nella banca, le ipoteche sulla casa, sulla terra, tutta' la fatica, il dolore, la speranza della tua vita messi in quelle duecento tonnellate di legno, allo sbaraglio delle tempeste e dei tifoni del mare, e in quel bastimento ci sono anche tutte le altre cose umane, la lontananza di due mesi dalla casa, il pane duro, la pioggia, il freddo, le notti senza dormire, le malattie, i soldi, la salute, l'amore per una donna che non vedi quasi mai, i figli che crescono e tu non lo capisci, un giorno ti ritrovi alcuni uomini accanti e tu pensi: Questi sono i miei figli, com'è possibile, com'è passato tutto questo tempo? Ecco perchè non c'è alcun uomo

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