catone febbraio/marzo 09

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la CITTA’

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Pensavo fosse un libro per adulti, erroneamente guidato dall’idea che certi concetti, così profondi, da scacciare nei sogni notturni, fossero inadatti ad un pubblico infantile. Ho conosciuto l’ansia del distacco, la vivo tutt’ora, distacco dalle persone, da me stesso, dagli oggetti che percorro, ho conosciuto l’umido dei cortili vuoti, la rete delle calze, la pressione amara di una carezza fatta a mani rugose, ho conosciuto la paura bambina del buio, la claustrofobia di una lampadina accesa tra le lenzuola, per scacciare le ombre, la meraviglia di un corpo disteso addormentato, e non credevo che questi concetti potessero riaffacciarsi, intatti, con la lettura di una storia per bambini. La città, di Armin Greder, traduzione di Baricco, edita dall’elegantissima orecchio acerbo, è un libro che ci riappropria di certi incubi, di certe ossa che non siamo stati ancora capaci di seppellire, o che vogliamo disseppellire per raccontargli le nostre paure, ancora una volta. Ed un bambino tutto questo lo può capire, non viziato dallo sguardo cresciuto di chi ha traslasciato le ombre, preferendo la morbida diffusione di una luce omogenea, alogena, da supermercato, che tutto illumina e che tutto lascia osservare. E’ un libro da leggere con una coperta sulle spalle, sotto un temporale invernale, con le porte che cigolano, prendendo in mano la notte che tutti ci sorprende, oscura, per insegnarci in che modo si DEVE avere paura, consegnando il nostro intelletto alla sfera pura dell’infantile, dove non si devono giustificare le ombre. MARCO MORICI

il fascino di AMANDA

Uscito con Bompiani, il libro di Fiorenza Sarzanini, giudiziarista del Corriere della Sera, sull’omicidio di Meredith Kercher: “Amanda e gli altri”. Perugia, città universitaria, notte di halloween e dintorni. La giornalista ricostruisce, verbali alla mano, l’ambiente in cui è maturato il delitto facendo raccontare agli stessi protagonisti e testimoni le serate di stordimento, le amicizie senza cognome, gli spinelli, l’alcool, le risate di due mesi di vita studentesca. Erasmus, università per stranieri, voglia di esagerare, di volare, di non essere sé stessi. Nostalgia di casa, pensieri di solitudine affogata nella corsa quotidiana allo sballo. Sangue. Dolore. Vite di tanti che, per un verso o per l’altro, hanno toccato la tragedia. Le parole di Amanda, le ritrattazioni, la confusione che pare reale. Il non andare a fondo con la mente di Raffaele. La disperazione di Giacomo e quella di Patrick. E quella di Rudy, abissale, senza speranza. Non ci sono giudizi. Sarzanini è terza. Ricostruisce con meticolosità, ora dopo ora, testimonianza dopo testimonianza, il prima e il dopo. Resta alla fine un sapore amaro, insieme alle domande di Amanda Knox: “L’angelo migliore cadde, quindi perché non possono cadere gli altri? C’è differenza tra l’essere umano e l’angelo?” PB


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