Lussino54

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pagina 42 - Quadrimestre 54 - Settembre 2017

La M/N Italia, le origini adriatiche delle navi da crociera Sergio de Luyk Lo scorso 30 marzo la città di Trieste ha accolto con una grande festa popolare l’arrivo alla Stazione Marittima della Majestic Princess, l’ultima nata dell’ormai lunga serie di megaships da crociera costruite nel Cantiere di Monfalcone di Fincantieri. Questo evento però racchiudeva in se alcuni significati particolari, che ho voluto portare all’attenzione del pubblico triestino in occasione di due conferenze organizzate rispettivamente dal Comune di Trieste (il 29 marzo, “Trieste – 50 anni di Love Boats”) e dall'Associazione Italian Liners (il 5 aprile “La M/N ITALIA: le origini adriatiche delle leggendarie Love Boats”). L’attività crocieristica è oggi uno dei capisaldi dell’industria turistica, in Italia e nel mondo. “Le crociere (solamente in Italia, ndr) rappresentano un giro d’affari da 43 miliardi di Euro, pari al 3,5% del PIL”, ha dichiarato di recente l’AD di MSC, Gianni Onorato. Ma la storia di questo “boom” industriale ha radici lontane, in cui Trieste e le tradizioni marinare lussignane sono indubbiamente coinvolte. Dobbiamo infatti ritornare indietro di 50 anni, al 1967, per iniziare a descrivere quegli eventi che hanno portato ai grandi successi odierni di Fincantieri. Nel settembre del 1967 iniziava la sua attività la M/N Italia. Per la prima volta in Italia era stata costruita una nave italiana espressamente per crociere di lusso, nel piccolo ma efficientissimo Cantiere Felszegi di Muggia. È proprio da questa nave che

ha inizio la nostra storia: una piccola nave che ha aperto le porte al grande futuro del cruising, non solo italiano L’Italia era stata voluta dal lungimirante ing. Carlo Nicolò Giacomelli, triestino, Armatore e patròn del Felszegi, che aveva intuito, nel momento del tracollo del mercato dei viaggi transatlantici, il possibile sviluppo del trasporto passeggeri a fine turistico. Quando la nave venne impostata (nel 1963) esisteva una sola nave italiana dedicata esclusivamente alle crociere, la Riviera Prima, degli Armatori Luigi Monta (pure lui di origini lussignane) e Magliveras (greco), armata dalla Fratelli Cosulich di Genova; non era uno scafo di nuova costruzione, ma si trattava di un radicale ed elegante refitting del Lavoisier, nave francese costruita nel 1950 nei Cantieri di St. Nazaire. Al comando di quella nave c’era mio padre, il lussignano Cap.S.L.C. Giuseppe de Luyk, che vi rimase ininterrottamente sino alla cessione del Riviera ad Armatori norvegesi. L’esperienza da lui maturata in quel nuovo mercato armatoriale fu richiesta già nel 1963 dal Giacomelli, il quale contattò mio padre al fine di affidargli il comando della nuova unità in costruzione a Trieste, al momento della sua entrata Il Comandante Giuseppe de Luyk in linea. Il progetto dell’Italia era assolutamente rivoluzionario per il tempo. Giacomelli ricorse ad un progetto, forse in parte modificato, di Nicolò Costanzi che prevedeva una nave di circa 12.000 tonnellate, con l’apparato motore a estrema poppa, ampi spazi pubblici disposti su tutto un ponte, con ampie sovrastrutture vetrate estese a tutta l’altezza del ponte e per quasi tutta la lunghezza della nave, un ponte lido situato a proravia della ciminiera assolutamente nuova nel design (disegnata da Marcello Mascherini, che


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