Lussino51

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Quadrimestre 51 pagina 11

Lezioni di italiano a Lussino di Doretta Martinoli Non mi sembra vero eppure è avvenuto che io dessi lezioni d’italiano a Lussino! Immagino l’incredulità di mia mamma (la Dora) che da vera lussignana non avrebbe potuto immaginare che io potessi farlo: “La ga studià a Ciunski e…la sa!” Senza offesa per Ciunski, ma ho trascorso due anni di guerra a Zabodaski frequentando la scuola di Ciunski, molto ma molto raramente. Insomma questa premessa per smitizzare “la bravura” che mi è stata attribuita da tante persone: per me è stato un divertimento e una scusa per trascorrere un lungo periodo a Lussino fuori dalla confusione estiva, in piena serenità! Avevo già fatto questa esperienza nel lontano 1998, quando assieme a Fausto siamo stati lì nei mesi di febbraio e marzo, mesi bellissimi che mi avevano riportata indietro, molto indietro nel tempo, in cui ho potuto veramente sentirmi a casa e visitare tutta l’isola e anche Cherso per conoscerle a fondo proprio come me le raccontava il mio papà. E avevo avuto l’occasione di fare conversazione d’italiano, nella sede della Comunità, con delle simpaticissime signore lussignane che incontro ancora oggi e che vorrebbero riprendere dopo quasi vent’anni le nostre lezioni. Fausto ora riposa a San Martin, era lussignano d’adozione, ma si considerava uno di noi. Così, saputo della necessità di dare lezioni ai maestri d’asilo, ho colto la palla al balzo: gli “scolari” erano otto e

Lussinpiccolo, Valle d'Augusto, Poliana, Arbe e il Velebit

soltanto una parlava un po’ l’italiano, gli altri tabula rasa ma molto diligenti e interessati. Certo un mese è pochissimo per imparare l’italiano ma ci siamo ripromessi di riprendere in autunno, passata la buriana estiva. Per me è stata un’esperienza molto positiva perché ho conosciuto delle persone molto gentili, beneducate e curiose del nostro mondo che ignorano completamente. Si divertivano a sentire i miei racconti della Lussino del passato: mi sono resa conto che non ne sapevano niente, come però non ne sanno niente anche molti nostri connazionali. Tutto è cambiato ma sarebbe accaduto ugualmente se fossimo rimasti là. È importantissimo il lavoro che stiamo facendo, il rispolvero della nostra storia, delle nostre abitudini, del nostro essere veramente “speciali”, e fin che possiamo… andiamo avanti. L’asilo è tenuto benissimo in un edificio moderno, ben tenuto e ben amministrato, retto da una Direttrice energica e piena di sprint! Nel frattempo ho avuto l’occasione di vedere l’Apoxiomenos per ben due volte: ne ho avuto un’impressione bellissima. Lì lo chiamano “il bronzo di Croazia”, dimostrando ancora una volta di non voler riconoscere l’evoluzione al di fuori della loro storia ma non importa, noi andiamo avanti per la nostra strada e qualcosa di noi rimarrà sicuramente perché siamo UNICI e come ho già detto SPECIALI!!!

Foto Franco Tamaro


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