Lussino47

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Nico Rode, le sette vite di un gatto magico di Vezia Rode Sabato, 21 febbraio, a Trieste, nella Sala del Consiglio Comunale, si è svolta l’annuale manifestazione di Trieste Azzurra, dove vengono dati riconoscimenti a tutti i giovani triestini che hanno rappresentato l’Italia nelle diverse discipline sportive, individuali o di squadra, e quest’anno c’è stato il record di presenze, quasi 100 ragazzi… con grande soddisfazione di Marcella Skabar, presidente degli Azzurri di Trieste, che si è augurata per l’anno venturo di poter usufruire del Salone degli Incanti, visto che la Sala del Consiglio si è rivelata troppo piccola per tutti coloro che volevano essere presenti. Per l’occasione, Marcella mi aveva chiesto (e sollecitato) di stampare su carta il libro che avevo scritto per mio padre, Nico Rode, in quanto era stato l’Azzurro residente a Trieste, socio degli Azzurri e del Panathlon di Trieste che aveva vinto gli allori più prestigiosi e che riposa nel Cimitero di S.Anna, perché voleva donarlo a tutte le autorità presenti… e questi ripetuti solleciti, mi hanno “costretto” a …obbedire! Con mia sorpresa, infatti, dopo che le ho fatto recapitare direttamente dall’editore un certo numero di copie - stampate a tempo di record - mi sono ritrovata tra i premiati, solo perché ho pubblicato il libro su Nico … Invitata a prendere la parola, ho raccontato qualche episodio di vita familiare solo per dare un’idea di che tipo di padre fosse stato Nico, perché nella manifestazione era stato sottolineato come la famiglia, i genitori, siano stati importanti perché i ragazzi si avviassero agli sport… nel mio caso, però non c’era accordo tra i genitori (in realtà avevo già una matrigna) e se mio padre al ritorno di Helsinki, nel 1952, oro olimpico, festeggiato insieme a Irene Camber, vincitrice nel fioretto - mi portò proprio un fioretto invitandomi a dedicarmi alla scherma, ci fu l’opposizione della maestra di piano che sostenne che si sarebbe “indurito il polso” e… la mia carriera finì prima di cominciare. Ma la figura di Nico Rode, uomo di grande intelligenza e di notevoli talenti, non solo sportivi, aveva bisogno che qualcuno ne ricordasse i meriti, perché - ahimé - la memoria è

corta, e chi non l’ha conosciuto personalmente, non solo si è dimenticato che gli allori che hanno contribuito a creare Straulino un Mito nella Vela, sono stati condivisi in due e se dico a pari merito non intendo sminuire nessuno, solo ripristinare una realtà.

Nato il 1° gennaio del 1912, Nico, e il 10 ottobre del 1914, Tino, hanno corso la prima regata insieme nel 1935 (e battuto i campioni europei in carica). Nico aveva 23 anni compiuti e Tino non era ancora maggiorenne, Nico era Sottotenente di Vascello e Tino Guardiamarina. Nico era già campione di scacchi e di bridge, tattico e stratega, Tino sapeva “portare” la barca con grande perizia, Nico amava stare a prua perché aveva più libertà di movimento (non per nulla gli avversari lo avevano soprannominato “the magic cat”, dall’agilità dimostrata nell’arrampicarsi sull’albero…nonostante la mole) erano quindi “la coppia ideale”, la “coppia d’oro” In più, visto che era nato il 1° gennaio, Nico ci teneva moltissimo ad arrivare “primo”, e tanto agonismo doveva essere premiato. Per di più, se stava a prua, avrebbe - per forza - tagliato per primo il traguardo… Il titolo del libro è Nico Rode e le olimpiadi, con il sottotitolo “Le sette vite di un gatto magico” perché le olimpiadi - nel bene e nel male - hanno segnato la sua vita, con qualche sorpresa, mentre tutte le attività che ha svolto con passione, anche dopo aver lasciato la vela, hanno caratterizzato le altre vite.


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