Lussino32

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Lettere Mario Lucano, Genova, 13 dicembre 2009 Invio gli Auguri di Buon Natale a tutti i Lussignani e, come la mularia di una volta diceva ai parenti e amici che andavano a trovare all’ultimo dell’anno, “Bona fine e bon Principio”. E ora un aneddoto, a seguito dell’argomento trattato prima. Mi raccontavano i parenti più anziani che, una volta, questi ragazzi avevano in mano una mela nella quale i “fracava”, (inserivano a forza) le monetine che venivano elargite a seguito degli auguri che facevano. Alla fine i più fortunati esibivano la stessa come trofeo, facendo sentire quanto pesava. Bruno Stupari, Genova, 21dicembre 2009 Ho ricevuto testè il foglio in oggetto. Come sempre molto interessante e “corposo”, ben 64 pagine! Faccio notare due inesattezze circa due fotografie: a pagina 5: il ragazzino indicato col numero 12 non è Brunetto Prossen bensì mio cugino Fabio Prossen; a pagina 53: sicuramente nel corso del restauro la fotografia è stata impressa erroneamente. Il primo piano riproduce sicuramente la strada che da Prico va a Velopin, ma il secondo piano a destra riprende proprio una parte di Prico (è visibilissimo il vecchio ospedale con la chiesetta del Sacro Cuore) che si trova prima e non dopo Velopin. Sono tutte piccole cose che non sminuiscono per nulla l’impegno e la dedizione ammirevoli, di tutti i collaboratori. Colgo l’occasione per inviare distinti saluti e auguri per le imminenti festività. Tanti auguri anche alla signora Renata Favrini. Cordialità. Ringrazio per le sue precisazioni e per l’attenzione che dedica al nostro Foglio Licia Giadrossi Mario Pfeifer, Monza, 23 dicembre 2009 Ho solo sfogliato (per adesso) il foglio del Dicembre 2009 che è appena arrivato. Desidero esporle il mio stupore e la mia emozione nel vedere a pagina 29 la foto degli Apaches in maschera che ho visto tante volte assieme a papà nell’album di famiglia che è rimasto dai miei fratelli a Gorizia. Non pensavo che qualcun altro se ne fosse conservata una copia e ancora meno mi aspettavo di vederla pubblicata. Ringrazio per averlo fatto e ringrazio la Signora Radoslovich per averlo proposto e Biancamaria Suttora che ha messo a disposizione la fotografia.

La ragazza in alto a destra è proprio mia madre Alice Lussin ed alla sua destra, in piedi, mio padre Ervino Pfeifer. Purtroppo, quando la mamma è morta nel settembre 1961, papà stava navigando dall’Atlantico al Pacifico e impiegai alcuni mesi per raggiungerlo con la notizia. Viveva con la preoccupazione di vederci sistemati, ma con l’unico desiderio di andare in pensione appena possibile per potersi di nuovo appagare a sazietà della compagnia della Sua Alice. Invece a lui, e a me, non rimase altra consolazione che quella di sfogliare gli album di famiglia per sentirci ancora insieme a mamma. Di fronte a fotografie come questa gli occhi cominciavano a brillargli e si lasciava andare a commemorazioni sentimentali che mi incantano ancora adesso, al ricordo. Il papà era di Zara, ma era chiuso come gli altri capitani lussignani, così ben descritti da Elsa Bragato. Scoprire che anche lui, nella sua riservatezza, aveva una ricca vita interiore, all’inizio mi aveva lasciato stupefatto, ma ancora adesso, quando penso a lui, mi compiaccio che anche papà, dentro la sua scorza, è stato un ricco essere umano. Lidia Madrusan, 23 dicembre, Stoccolma


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