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Lussino

Suor Maria Crocifissa, una quasi beata tra i Cosulich de Pecine di Tatiana Cosulich Mazzaroli Maria Nicolina Cosulich de Pecine nasce nel 1852 a Fiume. Sin da piccola si dimostra incline alla vita spirituale e alla devozione religiosa, tanto che gli studi la portano a diventare maestra d’asilo e a dedicarsi ai bambini abbandonati, ai giovani e alle ragazze madri. Già da laica fonda un brefotrofio e per dieci anni si dedica a Trieste a questa sua passione filantropica. Nel 1899 concretizza queste sue inclinazioni naturali, fondando a Fiume la Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù ma solo nel 1904 indossa la veste religiosa con il nome di Suor Maria Crocifissa. La sua opera attira molte seguaci tanto che l’ordine è ancora oggi operativo sia nell’educazione dei bambini e dei giovani sia nel sostegno agli anziani ammalati negli ospedali e negli ospizi in Croazia, in Germania e in Austria.

Quando morì a Fiume nel 1922 tra la gente si diffuse la voce che era deceduta una santa.

Suor Maria Crocifissa discende da un’antica famiglia lussignana il cui capostipite Giovanni Matteo Cosulich, verso la metà del ‘700, si trasferisce da Lussinpiccolo a Fiume. Da lui nascono quattro figli, uno dei quali è Giovanni Battista detto Giobatta. Questo a sua volta genera quattro figli, il primo dei quali è Giovanni Matteo, detto “Zanetto”, nato nel 1818. Seguendo le orme del padre diventa capitano marittimo e sposa Caterina Supranich da Lussingrande.

Zanetto aveva ricevuto in dono dal padre la tenuta di Pecine, uno splendido appezzamento di terreno affacciato sul mare. L’imperatore Francesco Giuseppe conferisce per meriti marittimi la nobiltà alla famiglia, che prende il nome di Cosulich de Pecine. Zanetto è molto intraprendente e già nel 1841 assume il comando dell’ “Arciduca Palatino” un brigantino battente bandiera ungherese di proprietà del padre il cui albero di maestra era più alto della lunghezza della nave così da poter disporre di una velatura eccezionale. La situazione economica generale era molto fiorente e nel 1856 Zanetto decise di costruirsi un bark e ordinò al cantiere Moncini di Livorno di realizzare il “Civiltà”. Già l’anno seguente il veliero viene varato e inizia i suoi fortunati viaggi, sempre a pieno carico, superando in velocità gli altri velieri della marina italiana e asburgica. Sono anni di grande benessere. Nel 1868 Zanetto si ritira a Lussino e affida il comando del bark al capitano triestino Valcich. Al primo viaggio senza l’armatore il “Civiltà” cola a picco nell’oceano


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