Foglio 40

Page 36

pagina 36 - Quadrimestre 40

I colli che circondano la mia “Valle” di Marì Rode

Zio Antonio, la maestra me ga dà per lezion de scriver “Il porto del mio paese”, come incomincio? Risposta: Inizia così: Il forestiero, che arriva a Lussinpiccolo per la prima volta, e dalla cima del Monte Calvario guarda il porto, si domanda: “ma da dove è entrata la nave che mi ha porta­ to in questo paese?” L’inno a Lussino del maestro Craglietto canta: “Come un lago el suo porto el xe quieto…” Noi Lussignani chiamiamo il nostro porto “Valle”, perché sprofonda nel mezzo di un susseguirsi di colli, che lo chiudono con una cornice naturale, da farlo sem­ brare un lago. È denominata “Valle d’Augusto”, poiché un mito ricorda che l’Imperatore Romano Augusto vi trovò rifu­ gio con la sua flotta durante la guerra contro gli Illiri. Guardando dalla Riva Nova, in profondità, la Valle, si scorge una strada che, pigramente, sale verso il paese di Chiusi, arrampicandosi per la Cofzagna, che è un’al­ tura senza pretese, ma che poi a destra si unisce al Monte Asino. Questo monte geograficamente si chiama “Asi­ no”, ma noi Lussignani lo abbiamo chiamato sempre “il Forte”.

Ancora nel ’500 gli abitanti dell’isola scelsero, co­ me punto di avanscorta, la cima del Forte per avvistare l’avvicinarsi degli Uscocchi, i predatori dell’Adriatico. Dal­­l’alto avvisavano con i fuochi gli abitanti del Paese, uomi­ni e donne, incitandoli alla difesa. Sotto il dominio dell’Austria, ed in particolare dopo la II Guerra per l’Indipendenza dell’Italia, “il forte divenne un presidio costruito con le regole della moderna arte militare, con vaste cisterne d’acqua, con convenienti depositi per il materiale di guerra, con una strada fornite di rotaie in ferro per condurre al loro posto i grossi cannoni”; questo precisa nella sua “Storia documentata dei Lussini” il dott. Matteo Nicolich. Quando Lussino passò dopo la I Guerra Mondiale all’Italia, il Forte accolse un dipartimento della Marina italiana e continuò ad essere la difesa dell’Isola fino all’Armistizio, dopo il quale le varie occupazioni ne pre­ sero possesso fino alla fine della II Guerra. Il pendio del Forte lentamente si trasforma in una lingua di terra, che termina all’istmo di Privlaca; dopo il taglio, il terreno continua ad alzarsi, proteggendo come un muro le ville, i Cantieri degli Squeri e la Brizina dalla bora, quindi prosegue con il Malin per raggiungere, die­ tro alla Chiesa Parrocchiale, proprio alle spalle del rione di Castello, il culmine della sua altezza, denominato Kalk.

Panorama di Lussino dal Monte Umpiliak – foto Dante Lussin


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.