Foglio 39

Page 59

Quadrimestre 39 - pagina 59

del suo mare e delle sue origini, guardando da prode l’orizzonte. Casualmente siamo soli in mare in quel momento, ci fermiamo e le balene ci alitano intorno, si sente il loro respiro, è una magia poiché ci sembra di respirare insieme, si entra in una atmosfera surreale, il respiro delle balene ritmico, regolare, diventa anche un suono, una me-

lodia che ti prende lo spirito, quella parte soprannaturale che c’è in noi e che ha poche occasioni per aprirsi, ma quando capita permette a quel flusso divino che c’è nella natura, di entrare in noi e noi la respiriamo a pieni polmoni diventando parte di esso. Le balene si avvicinano finché una, con il suo cucciolo, spruzzando arriva fino al guscio, si fa accarezzare e Daniel dice: “besa, besa”(bacia, bacia), bacio la balena grigia, è un’emozione unica, anche perché mai ho visto le balene né tantomeno così a portata di mano. Si avvicina il cucciolo ed è festa grande ma l’apoteo­ si arriva quando la balena mette il muso in barca e si gira di pancia e Daniel: “besa, besa! Bacio un cetaceo di 35 tonnellate e mi sento in cima al mondo. A La Paz ormai si parla di questa straordinaria avventura.

Dicono che le balene siano sensibili e cerchino le persone positive. Io sono positivissima e mi sento molto fortunata, in Messico dicono: “suerte”! Il giorno dopo tocchiamo il 28° parallelo che divide Baia California Sud dalla Baia California Nord, è la penisola del Messico che guarda il Pacifico e che ha 1.800 km di lungo. Arriviamo nella laguna di Guerrero Negro, siamo circondati dalle balene, circa 400 nel mare intorno a noi ma non si lasciano accarezzare, anche perché alcune di loro sono incinte e dopo 12 mesi ritorneranno nello stesso luogo a mettere alla luce i piccoli. Il ritorno: 770 km con le strade pericolosissime, costeggiamo una montagna fra camion lunghissimi e lo strapiombo sotto. La macchina comincia a fumare dal motore e non so ancora oggi come abbiamo trovato un piccolissimo slargo sassoso per valutare il danno. Eravamo a 450 km da La Paz, isolati, ed il primo distributore era a 100 km. Ho pensato che il mio destino si fermasse là ma, sempre “perseguitata” dalla fortuna, si è risolto al primo “Rancho”, una casupola di canne, vecchia come mio nonno che è servita per fornire acqua al motore. È stato un viaggio interessante anche perché una marinara lussignana come me non aveva mai visto le balene, ma ora sono a posto poiché ne ho persino baciata una!


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.