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Durante l’ultimo combattimento Angelo, come venne poi riferito da un marinaio che sopravvisse al naufragio, per un sobbalzo della nave fu scaraventato contro una parete incandescente, per cui rimase ustionato ad un braccio. Pur gravemente colpito e avendo ormai a bordo 28 marinai morti, cercò di portare la nave incendiata verso il porto più vicino. Il tentativo purtroppo non riuscì, perché poco dopo la motonave Maria affondò con gran parte del suo equipaggio e con il suo comandante. Verso le 2.00 di notte la Forza K, compiuto un ultimo giro tra le rovine, riprendeva la navigazione per Malta. Nella zona poi arrivava il sommergibile britannico Upholder che attaccava le unità italiane dedite ai soccorsi e completava la distruzione. Nell’affondamento della sua nave moriva così, il 9 novembre 1941 all’età di 52 anni, Angelo Pogliani, lasciando nel dolore la famiglia. Il 4 novembre 1936 nella chiesa di S. Nicolò di Lussinpiccolo Angelo aveva sposato Marianna (Marianci) Martinoli (2 maggio 1909 – 27 dicembre 2002), anche lei lussignana, figlia di Giovanni e di Caterina Morin (Chetti) e sorella di Giuseppe (Bepi Carlich). Dal loro matrimonio erano nati due figli, Marino e Mauro, che rimasero, piccolissimi, senza padre. Di carattere sereno e gioviale, era stato uno dei primi caduti nel conflitto mondiale, suscitando vasta commozione a Lussino. Noto per essere attaccatissimo al lavoro, che svolgeva con un profondo senso del dovere e con scrupolosità, trascorse la vita quasi ininterrottamente a “battere le onde” dall’Europa all’America, all’Australia e al Giappone. Uomo riservato e di poche parole, era intensamente legato alla sua famiglia, costantemente presente nei suoi pensieri. Ogni volta che approdava a un porto, anche distantissimo, inviava lettere alla moglie Marianci per avere notizie di lei e dei figli Marino e Mauro, che egli vide per la prima volta dopo parecchio tempo dalla nascita, perché lontano per lavoro.

Motonave Maria (ritaglio di cartolina d’epoca)

Angelo Pogliani con la moglie Marianna (Marianci) Martinoli FONTI: Albo d’oro della Marina Mercantile italiana, 1800-1953, Genova, Fratelli Pagano, 1953, p. 861; Italia: Ufficio storico della marina militare, La marina italiana nella seconda guerra mondiale, 7: La difesa del traffico con l’Africa settentrionale dal 1 ottobre 1941 al 30 settembre 1942, Roma, Ufficio storico marina militare, 1976, pp. 43-71; Luigi PAPO, Albo d’oro: la Venezia Giulia e la Dalmazia nell’ultimo conflitto mondiale, 2. ed., Trieste, Unione degli istriani, 1995, p. 164; Giorgio GIORGERINI, La guerra italiana sul mare: la marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943, Milano, Mondadori, 2001 (Le scie), pp. 480-491; 2005: ristampa in un unico volume delle due pubblicazioni: 1855-1905 nel cinquantesimo anniversario dell’istituzione della I.R. Scuola Nautica di Lussinpiccolo e 1855-1955 nel centenario dell’Istituto Nautico di Lussinpiccolo, Trieste, Comunità di Lussinpiccolo, 2005, pp. 96, 153; Marc’Antonio BRAGADIN, La Marina italiana, 1940-1945, segreti bellici e scelte operative, Bologna, Odoya, 2011, pp. 172-176; http://www.archeologiaindustriale.it; http://www.navweaps.com/index_oob/OOB_WWII_Mediterranean/OOB_WWII_Duisberg.htm; http://www.pietrocristini.com/incrociatori_cl_trento.htm (8-9 NOVEMBRE 1941 – SCORTA AL CONVOGLIO “DUISBURG”).


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