Foglio Lussino 37

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Quadrimestre 37 - pagina 47

Una poesia per l’armatore di Sergio de Luyk

Questa lettera è stata scritta da mio papà, comandante della nave Ut Eatis all’Ufficio Tecnico dell’Armatore. Era il 1965, quando le uniche vie di comunicazione tra una nave e la Se­ de erano la posta ordinaria (carta, busta, francobollo) o il telegramma (con il Morse, la radiotelefonia non era sempre possibile, solo in alcune zone del globo, su navi molto “ricche” e con apparecchi molto potenti). Queste erano le note “poetiche” di un Grande Comandante al suo Ufficio Tecnico, quando la nave piuttosto avanti con gli anni, dotata di un vecchio motore diesel, arrancava lungo la costa orientale dell’Africa risalendo a Nord al largo della Tanzania... Il papà era in attesa del Comando dell’Italia, che apparteneva al “Gruppo Giacomelli” di cui la Ut Eatis faceva parte.

Parole lussignane a cura di Doretta Martinoli

Quante di queste parole ho sentito anche quest’estate! Proseguiamo nella nostra ricerca e… buon divertimento! Nazar iniziare a consumare Nonzolo sacrestano No che me lodo non mi vanto Nosine piedi grandi Nudar a femine nuotare a rana Nudar a omo nuotare a crawl Ometro geometra Orpetìna caspita! Paicalo balbuziente Paicat (far) balbettare Paieto parabordo Palandara tonnara Palandrana veste lunga Palz’na alluce

Pandefigo Pandolo Panelo Papataso Papuza Parlar per io Passameta Pato de scale Pecà Pegola Pergolo Pojar

cono di fichi secchi pressati sagola leggera per passare un cavo di ormeggio lenza per sgombri Phlebotomus papatasi ossia insetto che pappa sangue in silenzio ciabatta parlare in lingua pane biscottato rampa di scale pietà sfortuna poggiolo poggiare


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