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Quadrimestre 44 - pagina 41

Giorno del Ricordo 2014 Il coraggio di Anton Haglich padre di sei figli di Federica Haglich Ad ogni ricorrenza della Giornata del Ricordo vedo ra, remò per portare la barca fuori dai bagliori del porto, che le persone che hanno vissuto l’esodo direttamente sulla in una zona dove la luce era impenetrabile e la fuga sicura. loro pelle sono sempre meno, con sempre più capelli bianSilenziosa la barca si allontanò lentamente, quasi a vochi e a volte neanche quelli. ler dare ai suoi ospiti il tempo necessario per eliminare quella sofferenza acuta, quel dolore personale che la separazione Rimangono i ricordi un po’ sbiaditi dal tempo, eventi da quella terra tanto amata provocava nei loro cuori. a volte dimenticati che si presentano alla mente con energia In quel momento carico di emozione, gli occhi del prorompente per essere riafferrati e portati alla luce. cuore fotografavano l’ultimo lembo della loro terra per cuLe vicende dolorose chiedono di essere restituite alla stodire quell’immagine nel fondo della loro anima. verità della Storia per riconciliarsi con la memoria del passaDurante la notte, quando l’ombra del pericolo sembrato ed entrare a far parte della coscienza del presente. va ormai lontana, il rumore dei motori di una motovedetta Sono le storie che fanno la storia e la loro conoscenza della polizia li fece sussultare. Lo zio ordinò assoluto silennon ci deve spaventare perché dietro a queste storie ci sono zio per non essere scoperti i nostri genitori e ci siamo anperché la polizia stava pasche noi che vogliamo semplisando molto vicino a loro: cemente raccontare e capire. un minimo sussurro avrebNella mia famiglia le be potuto mettere tutta la storie non sono mancate: famiglia in pericolo di vita. dalla più drammatica che si Scampato il pericolo, concluse con il barbaro asrimase in loro solo una sensassinio di mio zio Gianni sazione di vuoto e di paura Zorovich, trentenne, durante che li avrebbe accompagnaun tentativo di fuga dall’isola ti fino alla nuova destinadi Lussino nel 1956, a guerra zione. già finita, alla più coraggiosa Sospinti unicamente fuga in barca dello zio Anton Gli adulti, da sinistra: Rosetta; zia Rosaria; zio Anton. I ragazzi, da dal forte vento di scirocco, con la moglie Rosaria Car- sinistra: Agata; Milena; Ivo; Maria; Dino dopo circa 10 ore di viaggio cich e i sei figli piccoli a bordo. li sorprese una abbondante nevicata. Mia zia Rosaria, donUna fuga coraggiosa, avvenuta la notte dell’ultimo na di grande fede, estrasse dalla tasca del cappotto l’unico dell’anno del 1956 con una barca a vela senza motore. oggetto portato con sé: un rosario e lo recitò assieme ai suoi Usciti da casa senza bagagli per non dare nell’occhio, sei bambini. La nevicata da lì a poco cessò! in silenzio per non essere scoperti, infagottati con due o tre Arrivarono sulle coste italiane nei pressi di Porto Recappotti addosso per combattere il freddo che avrebbe ricanati dopo circa 24 ore di viaggio e con gli elementi atmoservato loro l’attraversata dell’Adriatico, all’imbrunire si disferici avversi. Stanchi, affamati e assetati furono portati in ressero verso il porticciolo di San Martino. salvo in braccio dalla generosa popolazione del posto che si Procedevano per strade separate, con passi veloci ma immerse fino al petto nelle fredde acque del mare. non troppo forzati, a piccoli gruppetti per non insospettire La loro destinazione furono poi i campi profughi di gli eventuali passanti che avrebbero potuto incontrare per Cremona, Latina, Aversa e Bari dove rimasero per ben quatstrada. tro anni, in un’unica stanza in otto, in attesa del visto per Nonna Agata accompagnava le due bambine più picl’America. Mia zia Rosaria vedeva l’America come l’unico cole Milena e Agata, la zia Gaio accompagnava Maria, e Rostato che avrebbe garantito ai suoi figli per sempre la libertà. setta era assieme alla mamma. Ora i miei zii non ci sono più, i miei cugini in età matuZio Anton con i due figli maschi Dino e Ivo aveva, nel ra ritornano spesso nella loro terra di origine per ritrovare le pomeriggio, riempito la barca di mattoni e cemento, che loro radici ancora vive e operanti in tutti i loro pensieri e in poi avrebbero buttato via al largo, per simulare una uscita tutte le loro azioni. Nulla muore mai del tutto! per lavoro. Saliti in barca, lo zio, con evidente disinvoltu-


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