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Vol. I – Kanto’s League

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Capitolo 1: "Inizia il viaggio" “Gengar usa Ipnosi, e con il suo potere riesce ad addormentare il povero Onix, che ora è indifeso nei confronti dello spettr…” ZAP! “Basta, basta, basta! Non posso più continuare a guardare le repliche sulle fasi finali della lega del Pokemon, Heat! Devo finire di studiare, domani c’è il test per diventare un allenatore ufficiale, riconosciuto dalle massime autorità di Altopiano Blu.” “Lucas! Mentre finisco di asciugare i capelli di tua sorella vai a cucinare la cena per stasera!” – disse una voce che arrivava dal bagno di casa Wiring. “Si mamma, vado subito” – disse Lucas , “Andiamo Heat, vieni ad aiutarmi con la tua fiamma!”

“Lucas? Heat? Pokemon? Di cosa stiamo parlando? Vediamo di fare un po’ di chiarezza… …Salve, sono il Professor Oak, e sono qui per narrarvi la storia di questo giovane di 19 anni, Lucas per l’appunto! Lucas abita a Fucsiapoli, nella regione di Kanto, famosa perché in essa è presente anche la città di Biancavilla, che da sempre sforna talenti e giovani promesse nel mondo Pokemon. In quanto a me… Io sono la massima autorità, colui che sa tutto di queste magiche creature; e non per vantarmi, sono stato in passato anche un gran allenatore, e mi sono distinto nella lega Pokemon, alle fasi finali; ma questa è un’altra storia, ormai sono passati troppi anni, più di quanti possiate immaginare… Ma torniamo a Lucas! Domani, assieme al suo fido Heat (per la cronaca il Pokemon con cui vive da praticamente sempre, un Charmander per la precisione), dovrà sostenere l’esame pratico per diventare un allenatore di Pokemon, dopo aver brillantemente superato l’esame teorico. Ma ora bando alle ciance, e torniamo al nostro giovane protagonista…”

“E bravo il mio Lucas, una cenetta coi fiocchi!” “Oh grazie mamma! Sarà che sono elettrizzato dall’idea dell’esame di domani. Come sapete potrebbe essere il mio ultimo giorno di permanenza a casa, se dovessi passarlo…” “E lo passerai, mio caro! Parola di papà! Ora vai pure fuori con i tuoi amici, e rilassati un po’ " Dlin-Dlon!

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“Oh, il campanello! Deve essere Shon, significa che posso andare a dormire a casa sua! Ciao ma, ciao pa, ciao Sofi! Andiamo Heat!” Lucas si avvia quindi verso casa dell’amico d’infanzia e vicino Shon, con il quale l’indomani avrebbe sostenuto l’esame per conseguire il patentino d’allenatore. “Ehilà vecchio mio, buona sera! Siete pronti tu e Rullo per l’esame di domani?” – disse Lucas rivolgendosi a Shon e al suo Psyduck. “Certo che si, Lucas! Siamo stati tutto il pomeriggio a pensare a che tipo di prova ci farà sostenere domani Nina, la Capopalestra della nostra città!” “Beh, non è facile a dirsi, tutti gli anni cambia.. Domani vedremo! Intanto perché non facciamo un ripassino sulle tecniche di Heat e di Rullo?” I due ragazzi trascorsero la notte a parlare e a giocare con i propri Pokemon. Dovete sapere, che ora tutti possono possedere almeno un Pokemon fin dalla nascita, ma per poterlo allenare, conquistare le medaglie ufficiali della lega del Pokemon, e sfidare altri allenatori è necessario un patentino senza il quale non è possibile svolgere tutte queste azioni. La mattina seguente, di buon’ora, si recarono al centro medico per Pokemon, dove tanti altri allenatori stavano per sostenere il test.

“Buongiorno, sono l’infermiera Joy! Oggi sono la delegata della lega del Pokemon, e sono qui per illustrarvi la prova! Per poter ricevere il patentino dovrete riuscire nel difficile compito di catturare un Pokemon all’interno della zona Safari. Le uniche regole della gara sono: è vietato usare qualsiasi tipo di Pokemon, e le uniche sfere per poter catturare all’interno del parco sono queste Safari Ball! Vedete di rispettarle! All’interno del Safari troverete comunque questi giudici: il loro compito è controllare il corretto svolgimento delle regole! Datevi da fare ora, entrate nella zona safari, ed uscite con un buon Pokemon!” “Wow! NON POTEVAMO SPERARE DI MEGLIO” – esclamarono i due ragazzi, mentre richiamavano i loro Pokemon all’interno delle loro comode Pokeball. “In bocca al lupo amico mio, fai del tuo meglio e cattura il Pokemon più raro e potente di tutta la zona Safari!” – disse Shon a Lucas, mentre metteva le sue Safari Ball all’interno del suo zainetto. “Buona fortuna anche a te, Shon!” – rispose Lucas sorridendo, e aggiustandosi i capelli. La zona Safari era un’immensa distesa di erba, in cui vivevano alcune tra le specie Pokemon più rare di tutta Kanto. Conoscendo Lucas, avrà voluto sicuramente incontrare un Pokemon raro e forte allo stesso tempo, con cui però stringere un rapporto di amicizia veramente saldo. Come? Se ci riuscì? Niente spoiler! “La zona Safari è davvero enorme! Vediamo un po’ che Pokemon ci vivono! Consulterò l’applicazione Pokedex del mio telefonino: Doduo, Nidoran, Exeggcute, Rhyhorn.. Sono tutti Pokemon non troppo rari! Io voglio un Pokemon come Tauros, o Pinsir! L’ideale sarebbe un Dratini! Vuoi mettere l’emozione di poter lanciare una Pokeball contenente un Dragonite? Sarebbe il massimo!” – pensò Lucas, estraendo dal suo zaino un Super Amo. Il ragazzo si avvicinò ad uno specchio d’acqua, in cui un ragazzo con gli occhiali sonnecchiava sdraiato sull’erba con in mano proprio una canna da pesca. “Anche tu alla ricerca del Dratini, eh? Dicono sia molto raro” – disse il ragazzo sentendo arrivare Lucas. “Già, voglio catturarlo per passare a pieni voti il mio esame! Devo assolutamente allenarlo e possedere Dragonite!”. “Non vorrei darti una delusione, ma solamente un Dratini viveva nella zona Safari, e indovina un po’?” – disse il misterioso ragazzolanciando una Safari Ball all’interno del lago. Dalla sfera uscì un meraviglioso esemplare del Pokemon drago, che tanto desiderava Lucas. “Ho avuto parecchia fortuna, ha abboccato subito alla speciale pastura che mi sono portato con me! Mio nonno diceva che ne andavano pazzi, e infatti..” . Lucas era deluso. Sapeva benissimo che potevano esserci altri esemplari di Dratini, ma due lo stesso giorno? Impossibile. Ma il ragazzo non fece in tempo a controbattere, che dall’erba della zona Safari uscì uno Schyter, con una cicatrice sull’occhio, parecchio arrabbiato!

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La mantide sembrava impazzita, con le sue lame tagliava tutto ciò che trovava, e a Lucas si illuminarono gli occhi alla vista di un Pokemon così forte. “Non preoccuparti, io ho deciso di puntare tutto su questo! Mi sembra abbastanza forte, e sarà un gioco da ragazzi per Heat indebolirl…” “Ma come? Non ricordi? Non puoi utilizzare i tuoi Pokem… AHHHHHHH!”. Il ragazzo non riuscì a finire la frase, perché la pazienza di Schyter era ormai finita, e attaccò i due ragazzi, che si diedero alla corsa per tentare di salvarsi dall’ira del Pokemon verde. “Non ce la faccio più, sono fuori allenamento! Pensa a salvarti, io non ho speranz..” “Smettila di fare discorsi simili!” – lo interruppe Lucas, “ci salveremo! Non posso abbandonare un amico!”. Amico… Una delle principali caratteristiche di Lucas era l’essere un buon amico. Voleva bene a tutti, anche alle persone che aveva appena incontrato. Infatti, per aiutare la nuova conoscenza, Lucas iniziò a lanciare le esche contro l’inseguitore, che per poco più di un paio di secondi riuscirono a placarlo. “Presto, scappiamo! Dentro questa grotta dovremmo essere al sicuro!” - disse il misterioso ragazzo, che poi aggiunse, “Sono Benji, piacere di conoscerti” “Io sono Lucas, il piacere è tutto mio. Aspettiamo che si calmino le acque, poi cerchiamo di uscire da qui!”. I due ragazzi attesero poco più di 15 minuti, poi Benji disse: “Vado a controllare cosa succede” e si avviò fuori dalla grotta. Passarono un paio di secondi, e Benji si mise ad urlare! Lucas si precipitò fuori, e trovò l’amico spalle al muro della grotta, e lo Schyter di prima che gli puntava la lama alla gola. “Ci penso io" -disse Lucas "Sarò squalificato, ma devo salvarlo! Vai, Heat! … …. …. DOV’E LA POKEBALL DEL MIO CHARMANDEEEER?!?!”. La situazione iniziava a farsi pericolosa! Lucas aveva perso il suo unico Pokemon, e Benji non poteva muovere un muscolo per lanciare il suo Dratini, sembrava non ci fosse via di fuga, ma quando Schyter iniziava a minacciare anche il nostro eroe, il colpa di scena…. “Rullo, confusione!” Schyter rimase immobile, con attorno uno strano contorno che gli impediva di muoversi. “Shon, che fai? Verrai squalificato!” – urlò Lucas. “Sei un pasticcione! Avrei dovuto aspettare un tuo spezzatino? Non farmi ridere! Avanti, cattura Schyter, e almeno tu supera l’esame! Ah, e occhio al tuo Charmander la prossima volta, eccolo qua” . Ecco, Lucas non era l’unico che aveva questa bella idea di amicizia. Erano cresciuti assieme. Erano legati da una grande stima e da un grande affetto. Erano davvero amici. “Grazie, ti devo un favore” – disse Lucas a testa bassa, lanciando la Pokeball e imprigionando Schyter. DLIN- DLON! IL GIOCO SAFARI E’ FINITO. “Quasi tutti gli allenatori hanno superato gli esami.. C’è uno squalificato: Shon. Ha utilizzato il potere psichico del suo Psyduck per salvare altri due candidati da uno Schyter infuriato, che poi è stato catturato da uno delle due vittime. Per questo non ci sentiamo di punire totalmente Shon. Non possiamo ovviamente consegnarti il patentino da allenatore, ma che ne dici di intraprendere il viaggio assieme a Lucas e a Benji? Impareresti un sacco di cose, e il prossimo anno saresti pronto a diventare un perfetto allenatore” – disse Nina, la Capopalestra, che poi aggiunse: "Tenete Lucas e Benji, ora siete ufficialmente allenatori di Pokemon! Buona fortuna per il viaggio! Ah, dimenticavo.. Vi presento mia cugina Nora: quest’oggi ha superato brillantemente il test, ma essendosi trasferita qui da poco ancora non conosce nessuno. Vi andrebbe di permetterle di accompagnarvi nel vostro viaggio?” “ "Ma certo, Nina! Per me non ci sono assolutamente problemi. Shon, Benji, che ne dite?” – rispose Lucas. “Benvenuta nel nostro gruppo, Nora” - risposero in coro i due ragazzi.

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Capitolo 2.1: "La pista ciclabile"

“Allora? Quali sono i vostri obiettivi ora che siete ufficialmente allenatori?” – chiese Shon ai compagni di viaggio. Lucas voleva diventare il numero uno al mondo, il miglior allenatore di Pokemon esistente e per far questo doveva vincere le 8 medaglie di tutte le regione conosciute: Kanto, Jhoto, Hoen, Sinnoh e Unima. In tutto erano la bellezza di 40 medaglie. Benji seguiva le mie orme. Era convinto di poter diventare il mio erede, e viaggiava per diventare uno dei massimi esponenti scientifici nel mondo dei Pokemon.

Inoltre era il cervellone del gruppo, sapeva praticamente tutto di tutto, non solo sui Pokemon. Nora era una ragazza molto socievole, e sembrava conoscere gli altri ragazzi da una vita ormai. Non aveva un obiettivo prefissato, voleva solamente viaggiare, e catturare nuovi Pokemon! Viaggiava assieme al suo Clefairy, un raro Pokemon che si dicesse venire dallo spazio. Il gruppo era davvero vario, solido e compatto. Già dai primi momenti c’era armonia. “Dove andiamo, quindi? Il senso dell’orientamento di Lucas è pessimo, non diamogli retta!” – disse Shon. “Grazie, molto gentile, AMICO MIO!!!!” - rispose Lucas, un tantino seccato dalla precisazione dell’amico. “Dove andreste senza di me? Dobbiamo arrivare ad Azzurropoli, e per farlo occorre percorrere l’intera pista ciclabile! Ho già prenotato quattro biciclette, dobbiamo essere al noleggio tra 10 minuti esatti!” – disse un solare Benji. “Fantastico! Sarai un pochino sovrappeso, ma quando fai girare le rotelle del tuo cervello non ti batte nessuno!” esclamò Lucas entusiasta dell’idea dell’amico. I quattro ragazzi iniziarono una lunga e faticosa salita lungo la pista ciclabile. Erano circa 5 chilometri di fatica, ma la carica che avevano addosso faceva in modo che l'entusiasmo prevalesse sul dolore alle gambe. Beh, a tutti tranne che a Benji, ovviamente! “PAUSAAAA!” – esclamò sfinito. “Avanti genio! Mancano poco più di 1500 metri, ci siamo quasi!” – gli disse Lucas, con un pizzico di ironia. “Beh, andate pure senza di me! Sapete benissimo che siete finiti senza la mia organizzazione e la mia mappa!”. Le parole di Benji convinsero Shon e Nora a fermarsi, facendo andare Lucas su tutte le furie, perché i due dubitavano del suo senso dell’orientamento.

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Un polverone si alzò dalla pista e un gruppo di centauri si fermò di fronte ai ragazzi. Il capo della banda, si tolse il casco e rivolgendosi a Nora disse: “Ehi fanciulla, che ne diresti di darmi le tue Pokeball e un bacetto?” “Ad una brutta faccia come la tua? No grazie! Il mio Clefairy rimane con me! Figurati le mie labbra!”. Il centauro non prese troppo bene la risposta secca della ragazza e lanciò la sua Pokeball, da cui uscì un esemplare di Muk. “Vuoi lottare? Non c’è problema! Vai, Heat!”. Il Charmander di Lucas uscì dalla sfera, e sfoggiò un’ottima forma fisica, come si poteva vedere dalla fiamma sulla sua coda. “Cosa pensi di fare con quella lucertola? Hai visto in quanti siamo? Voi siete solo in quattro, se noi lottiamo tutti assieme non avete speranze!” – disse il capo, il quale subito dopo ordinò a suoi seguaci di liberare anche i loro Pokemon! Sul campo di battaglia comparirono una dozzina di Pokemon: Koffing, Grimer, Mankey, Voltorb, Spearow, Ekans. “Permettimi di aiutarti, Lucas! Combatterò assieme a te! Dratini!” “Ehi, non scordatevi di me, sono una ragazza ma sono forte! Clefairy!” Ora la situazione era leggermente diversa, ma l’inferiorità numerica continuava! Tre contro dodici! Anche se i Pokemon dei nostri avessero fatto una battaglia a grande livello, difficilmente avrebbero potuto farcela. Gli attacchi di fuoco di Charmander e le deboli scariche elettriche del Tuononda di Dratini riuscirono a mettere KO un paio di Spearow, di Ekans, di Koffing e di Grimer. Ma c’erano ancora due Voltorb carichi di elettricità statica, un Mankey infuriato e il Muk del capo. Heat e Dratini erano quasi sfiniti. Clefairy cercò di difendersi in ogni modo contro Mankey, ma anche per lui non ci fu nulla da fare. La situazione era critica. Ma Lucas provò l’asso che teneva nella manica. “Vai Schyter!”. “Lucas, sei pazzo? Non ricordi cosa ci fece quello Schyter? Per poco non finivamo tagliati a fettine!” “Tranquillo Benji, ora Schyter è dalla nostra parte, ed è un mio amico! Non ci farà del male!” Schyter mise presto KO il Mankey e si preparava ad affrontare i due Voltorb. Ma gli avversari erano senza cuore e non si fecero scrupoli ad ordinare ai due Voltorb di autodistruggersi di fronte a Schyter. “Attento, amico!” – urlò Lucas disperato, credendo che il suo Pokemon potesse subire un danno grave. Ma al momento dell’esplosione, i due Pokemon sferici fecero cilecca. “Grande Rullo, il tuo inibitore è stato fantastico!” – si complimentò Shon. “Se non ci fossi tu amico mio..” – ringraziò Lucas, prima di ordinare a Schyter di attaccare Muk con tutte le sue forze. “Scappiamo da qui ragazzi, ritirata!” – ordinò il capo alla sua banda. “Complimenti davvero Shon, quel Pokemon mi ha salvato la vita per due volte in due giorni” – riconobbe Benji. “Eheh, lo so, è fantastico! Anche se non posso lottare, posso usare qualche trucchetto del mio Rullo per aiutarvi in fase d’emergenza.” I ragazzi scoppiarono in una grossa risata e ripartirono alla volta di Azzurropoli.

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Capitolo 2.2: "Svegliati, Snorlax!" Terminata l’avventura sulla pista ciclabile, i nostri amici si ritrovarono alle porte di Azzurropoli, dove trovarono una lunga coda. “Che succede?” – chiese perplesso Benji ad una guardia che era di turno. “Un Pokemon addormentato blocca l’ingresso alla città, si tratta di uno Snorlax! Svegliarlo non sarà facile, putroppo” Benji non lasciò alla guardia il tempo di aggiungere altro, che il suo cervello si mise in moto alla ricerca di una possibile soluzione e in men che non si dica, estrasse dal suo zainetto un laptop. “Basterà cercare in rete la melodia del PokeFlauto, e Snorlax si sveglierà in men che non si dica!” “Ottima idea, ragazzo! Ti lascerò provare, ma solo perché la situazione è di estrema emergenza!” – rispose la guardia. I quattro ragazzi e la guardia si avvicinarono all’enorme Pokemon addormentato e Benji fece partire il video di un vecchietto che suonava uno strano flauto. In men che non si dica Snorlax sbadigliò e si alzò in piedi. Era altissimo. Lucas e gli altri non avevano mai visto nulla di simile. Snorlax era si sveglio, ma non aveva alcuna intenzione di spostarsi. Voleva testare le capacità del gruppo. “Lasciate fare a me” – disse subito Lucas. “No, me ne occupo io! L’ho svegliato io, lasciatelo a me! Vai, Pokeball!” Tutti pensavano di vedere Dratini uscire dalla sfera, ma invece uscì un Pokemon davvero strano, che Lucas non aveva mai visto. “Porygon – disse l’applicazione Pokedex del ragazzo- un cyber Pokemon che vive all’interno di sofisticati computer”. Benji era soddisfatto di se stesso e ordinò al suo Pokemon di lanciare un potente attacco Tripletta. Dal becco di Porygon uscì un triangolo, freddo, caldo e che emanava una forte carica elettrica, che colpì in pieno Snorlax facendolo cadere a terra. “Wow, Porygon è fortissimo!” – riconobbe Lucas. Snorlax capì che era meglio farsi da parte, la prima tripletta gli era bastata e non voleva assaggiarne una seconda! “E’ stato il mio primo Pokemon, l’ho trovato all’interno del mio laptop, e l’ho scaricato nella mia Pokeball. Credo fosse un’offerta speciale, quando ho comprato il pc” “Si beh, è forte, ma alla fine non è carino come Clefairy!” A Lucas invece Porygon piaceva tantissimo, ma sapeva che anche i suoi due Pokemon erano molto forti. Lucas si accorse che Benji era anche un abile allenatore, oltre che un esperto di Pokemon. Il nostro eroe era ancora agli inizi del suo viaggio di formazione, ma dentro di lui ardeva una fiamma come quella sulla coda di Heat e l’amore verso i suoi Pokemon e l’affetto verso i suoi amici potevano fare la differenza e farlo diventare il migliore allenatore di tutti i tempi.

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Capitolo 3: "Una lotta floreale" “Palestra di Azzurropoli. Capopalestra: Erika. Tipo preferito di Pokemon: erba.” – lesse Benji dallo schermo del suo laptop. “Sarà facile, allora! Il mio Heat farà molto presto a risolvere la pratica e farmi conquistare la medaglia di Azzurropoli!” “Non ne sarei così sicuro, ragazzino!” – esclamò qualcuno. “Un vecchietto?” – chiese Shon. “Assisto giornalmente alle lotte alla palestra, e Erika è un’allenatrice ottima, e preparatissima! Oltretutto è anche carina…..” – precisò il vecchietto, con faccia sognante e arrossando tutto d’un tratto. “Si, beh.. sono sicuro dei miei mezzi, e credo proprio che i miei Pokemon potranno farmi conquistare la medaglia senza difficoltà!” “Accetto volentieri la tua sfida, Lucas di Fucsiapoli. Questa è una lotta Pokemon valevole per l’ottenimento della medaglia Arcobaleno! Useremo tre Pokemon a testa, quando un allenatore non avrà più Pokemon per lottare sarà dichiarato sconfitto” – disse Erika. “Cavolo, ho solamente Heat e Schyter! Sono già in svantaggio di uno.. Ma sono sicuro che riuscirò a cavarmela benissimo in ogni modo!” – pensò Lucas, aggiustandosi la cresta. “GLOOM!” “HEAT!” Gloom contro Charmander. Lucas si presenta con un Pokemon più forte dell’avversario, almeno sulla carta… “Heat, usa il tuo attacco Braciere!” “Gloom, usa l’attacco Acido su Charmander, impedisci alle fiamme di colpirti!” Heat cercò in tutti i modi di evitare il potente acido di Gloom, saltellando sulle zampe, e correndo intorno al ring. “Ci conviene cambiare strategia, Heat! Vai con il Muro di Fumo!” Una cortina fumogena si alzò nella palestra. Erika ordinò a Gloom di assorbire l’aria presente e Lucas, intuendo la mossa dell’avversaria, ordinò nuovamente a Heat di attaccare con Braciere, colpendo in pieno il Pokemon nemico e mandandolo KO. “Hai fatto quello che potevi, Gloom… Ora vediamo di cambiare strategia: vai Chansey!” “Un Pokemon di tipo normale? Sarà meglio utilizzare Schyter, e tenere Heat per un prossimo eventuale tipo erba. Ritorna da me, Heat! Vai Schyter!” Come sempre, Schyter ,aveva un’aria troppo sicura di se e il taglio sull’occhio gli dava anche un’aria da Pokemon pericoloso. “Chansey, usa Minimizzato!” il Pokemon si fece più piccolo di quanto non fosse prima. “Presto Schyter, usa Taglio prima che Chansey diventi così piccolo da non vedersi!” Ma ormai era troppo tardi. L’attacco di Chansey aveva aumentato la sua elusione a tal punto da diventare quasi invisibile agli occhi di Schyter. “Riprova Schyter, devi riuscire a colpire Chansey”. Era tutto inutile. Il Pokemon rosa continuava ad usare Minimizzato e Schyter continuava a fallire.

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“E’ il momento giusto per uno Sdoppiatore, Chansey!” Il Pokemon di Erika partì alla carica e con un rincorsa lunghissima partì contro il Pokemon di Lucas. BOOM! ... “Chansey non è più in grado di combattere” Schyter aveva eseguito un attacco Doppioteam, ogni volta che Chansey usava Minimizzato. Chansey attraversò l’immagine creata da Schyter e con una violentissima botta si scagliò contro il muro della palestra, andando KO. “Sei stato abile, non mi ero accorta del Doppioteam. Ora però tocca al mio miglior Pokemon: Venusaur!” Dalla sfera di Erika uscì un Pokemon terribilmente grande e con un ruggito sfidò apertamente Schyter, che accolse la sfida, sicuro di vincere. “Venusaur, usa sonnifero!” - l’ordine di Erika, che fece assopire Schyter. “Oh-oh, si mette male” – bisbigliò Lucas. “Venusaur, attacco Parassiseme!” Alcuni semi uscirono dal bulbo di Venusaur e da essi nacquero delle piante che avvolsero l’intero corpo di Schyter, estraendogli l’energia. “Ho capito: Schyter rientra! Heat, sei la mia ultima speranza! Sconfiggi Venusaur!” Il piccolo Charmander e l’immenso Venusaur. Poteva riuscire nell’impresa? “Sonnifero, Venusaur!” “Braciere, brucia le spore!” Heat era visibilmente più veloce del Pokemon pianta, ma forse questo ancora non bastava. “Sapevo che ti saresti difeso con Braciere, per questo ho ordinato a Venusaur di usare Parassiseme oltre a Sonnifero!” Erika non stava bluffando: in poco tempo il corpo del povero Heat venne ricoperto dalle stesse liane che bloccarono Schyter. La situazione era delicata: Venusaur si apprestava a utilizzare l’attacco Body Slam e per Heat sarebbe stato letale, quando… “Ma certo! La fiamma della coda di Heat! Nelle situazioni difficili si attiva il suo potere, e la sua fiamma diventa sempre più ardente! In queste situazioni Heat può utilizzare l’attacco Lanciafiamme! Vai Heat, attacca Venusaur con tutto il fuoco che hai dentro al tuo corpo!” La fiamma sulla coda di Heat diventò immensa e dalle sue fauci uscirono lingue di fuoco lunghissime e ardenti, che bruciarono il povero Venusaur non lasciandogli via di fuga. “Il vincitore dell’incontro è Lucas, da Fucsiapoli” – decretò l’arbitro. “Evviva! La mia prima medaglia ufficiale della lega del Pokemon! Sei contento Heat? …. Heat?” Il Charmander di Lucas era avvolto da una strana luce, che lo faceva risplendere anche nella penombra della palestra di Azzurropoli: si stava evolvendo. Congratulazioni! Il tuo Heat si è evoluto in Charmeleon! “Wow, subito un’evoluzione! Certo, ha affrontato battaglie difficili da quando abbiamo iniziato il viaggio, ma non credevo fosse già pronto a diventare un Charmeleon! Meglio così” – commentò soddisfatto Lucas. “Sai, mi sembra strano non vedere più Heat come Charmander dopo tanto tempo, ma anche io spero che un giorno Rullo diventi uno splendido Golduck! Appena potrò allenarlo si evolverà, ne sono sicuro” – disse Shon. “Sono sicuro che diventerai un ottimo allenatore, amico mio! Io sarò sempre dalla tua parte” – rispose Lucas. Il primo passo era stato compiuto. Lucas aveva iniziato da poco il suo viaggio, ma aveva già due Pokemon fortissimi, di cui uno evoluto e una medaglia Arcobaleno. Inoltre era accompagnato nel viaggio da amici fidati, che avrebbero fatto di tutto per aiutarlo. Si sentiva molto fortunato.

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Capitolo 4: "Mutaforme" Con una medaglia arcobaleno in tasca e un Heat visibilmente più forte, Lucas era sempre più convito di diventare un fortissimo allenatore di Pokemon. Ora dove dobbiamo andare, Benji?” – chiese Shon. “Abbiamo diverse opzioni” –rispose il ragazzo , “ma controllando la mappa di Kanto mi sono accorto che la città di Zafferanopoli è quasi il punto medio della regione e da essa è possibile raggiungere altre quattro città. Direi di passare per questa metropoli, e attraversarla ogni volta che dovremo visitare una nuova città. Inoltre è presente anche una palestra Pokemon famosa per essere una delle più difficili in cui ottenere una medaglia…” Lucas all’improvviso si accese ed iniziò a correre verso l’uscita della città di Azzurropoli, impaziente di conquistare la difficilissima medaglia presente a Zafferanopoli. “Scusate ragazzi, potreste aiutarmi?” – bisbigliò una voce. Era un ometto basso basso e con un panciotto, che lo rendevano simpatico ad una prima occhiata. “Ho perso il mio Pokemon, dovrei trovarlo perché sono preoccupato! Vi prego, aiutatemi!” “Ci pensiamo noi, non si preoccupi! Che Pokemon è?” – chiese Nora. "Grazie mille signorina, siete gentilissimi! Vediamo… L’ultima volta che l’ho visto era un Poliwag, ma precedentemente era un Grimer, quindi adesso non so che sembianze abbia…” … ??? “Da quel che mi ricordo Poliwag non si evolve in o da Grimer, quindi c’è qualcosa di strano!” – precisò Benji. “Adesso vi spiego: il mio Pokemon è un Ditto. Ditto è un Pokemon che è in grado di trasformarsi e assumere la forma di un altro tipo di Pokemon, quindi adesso non so in che tipo di Pokemon si è trasformato! Sono il figlio del gestore della pensione Pokemon di Fiordoropoli, della regione di Jhoto. Uso Ditto perché gli allenatori ogni tanto vogliono un uovo Pokemon, da cui far nascere un neonato, da poter allevare e accudire. Ditto riesce ad accoppiarsi con ogni tipo di Pokemon, ma ora…” “Tutto chiaro!” –disse Lucas, “Ma ora come lo troviamo?” Lo sguardo di Benji diventò serio all’improvviso e poi un sorriso gli comparve sul volto. “Eheh non preoccupatevi, c’è qui il vostro Benji! Ho un applicazione sviluppata da me, che con l’ausilio di speciali occhiali rivela la vera forma di qualsiasi Pokemon! Basterà indossare gli occhiali, e scopriremo chi è Ditto!” Un autentico cervellone. “Ma è fantastico! Sei un genio! Avanti Benji, un paio di occhiali a tutti e iniziamo la ricerca!” –esclamò entusiasta Lucas. I nostri eroi iniziarono così la ricerca del Pokemon dell’allevatore e si divisero in gruppi: Lucas, Shon e l’allevatore; Benji e Nora. Dopo una giornata intera, però, nessuno era ancora riuscito a trovare Ditto e l’allevatore era molto scoraggiato perchè credeva di dover tornare a casa senza il suo amico, quando…

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“Golbat, usa Malosguardo sul quel Kabutops!” –urlò un omaccione vestito con un elegante giacca nera, camicia bianca e cravatta scura a completare il tutto “KABUTOPS?!?” –esclamarono i nostri amici, “MA NON E’ UN POKEMON ESTINTO DA SECOLI?!!” “Deve essere per forza Ditto” –disse Lucas correndo verso il Pokemon fossile. “Non ci sono dubbi, senza occhiali è un Kabutops, ma con gli occhiali è Ditto, quello è il mio Pokemon!” Ditto vedendo il suo allenatore tornò alla forma di base. “Ditto?! Volete dire che questa è solamente la copia del raro Kabutops? Bah, se è così non mi interessa, Ditto è un Pokemon debole e inutile: non serve al mio progetto.. Tenetevelo pure, ma state attenti a non intromettervi più nelle mie azioni, o sarà peggio per voi” – disse l’uomo richiamando Golbat nella sfera e dando le spalle ai nostri amici. Poi aggiunse : “Nora.. Sei cresciuta un sacco dall’ultima volta che ti ho vista... Tuo zio ti considerava una sua degna erede, al pari di Nina. Peccato che tu abbia scelto di allearti con simili pagliacci” I nostri amici rimasero perplessi e guardarono Nora con aria sorpresa… Tutti tranne Lucas, che esclamò: “Io non so chi sei, ma sento che non hai buone intenzioni con i Pokemon. I Pokemon sono nostri amici e il tuo Golbat non mi è sembrato troppo legato a te prima! Non mi piacciono le persone come te!” “I Pokemon amici? Che sciocchezza! Golbat lo uso di rado, anzi solo per catturare i Pokemon rari e non farli fuggire! Ma.. un momento! Lucas… Lucas da Fucsiapoli, giusto? Ho avuto diversi rapporti su di te e dicono che ci sai fare. Ma stai attento, con Giovanni non si scherza!” –disse l’uomo allontanandosi dal gruppo. “Giovanni… Vi giuro che il nome non mi dice nulla ragazzi, non so come faccia a conoscere me e mio zio!” –cercò di chiarire Nora alla svelta, per non farsi mal giudicare dai suoi amici. “Tranquilla Nora, adesso sei con noi, e sei nostra amica. Questo basta per fidarci di te” – disse Lucas, abbracciandola e tranquillizzandola. "Grazie ragazzi, mi avete aiutato a ritrovare Ditto! Devo sdebitarmi in qualche modo, e ho qui 4 uova Pokemon, uno a testa, per ringraziarvi del piacere che mi avete fatto!” “Io non posso accettarlo: non sono ancora un allenatore” –disse rassegnato Shon, riconsegnando l’uovo all’allevatore. A Lucas dispiaceva enormemente per il suo amico d’infanzia. I nostri amici accettarono le uova Pokemon, ma Benji rimaneva perplesso. “Che hai Benji, cos’è quella faccia?” – chiese Lucas. Benji spiegò all’amico che “Kabutops è un Pokemon estremamente raro e non riesco a capire come Ditto si sia trasformato in esso. Insomma, dai miei studi DItto si trasforma solo se riesce a copiare il Pokemon a contatto diretto: significa che un Kabutops oggi era ad Azzurropoli, e il che è strano…” Già. In qualche modo Ditto avrebbe dovuto incontrare Kabutops per trasformarsi: ma dove? Perché un Kabutops si aggirava per la città? I nostri amici si rimisero in viaggio per Zafferanopoli, con tanti dubbi e pensieri in testa. Nel frattempo, una sagoma li osservava dal tetto di un grattacielo e al suo fianco vi era proprio un Kabutops, che entrò nella sfera del suo allenatore. Chi è quest’uomo? Come fa a possedere Kabutops? Soprattutto perché sta seguendo il gruppo? Per ora sono domande a cui non è possibile attribuire una risposta, ma col proseguire della storia, tutto vi sarà più chiaro.

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Capitolo 5.1: "La palestra di Zafferanopoli" “Benvenuti a Zafferanopoli, la città più attraversata di Kanto” – recitava il cartello. “Bene, andiamo subito verso la palestra di Zafferanopoli, voglio vincere subito la mia seconda medaglia!” –esclamò elettrizzato Lucas. “Bene, io vi saluto! Prendo il treno e torno a Jhoto! Se un giorno deciderete di intraprendere un viaggio in questa regione passate a trovarmi, d’accordo?” – salutò l’allevatore. Ma Lucas era così preso dall’idea di vincere la seconda medaglia che era corso via, alla ricerca del suo avversario. “Scusate, potreste indicarmi la palestra di Zafferanopoli?” – chiese Lucas ad un passante, vestito con una divisa da karateka. “Ma certo, stavo proprio andando al Dojo ad allenarmi! Vieni pure con me, ti presenterò al Capo della palestra!" Lucas credeva di aver avuto un gran colpo di fortuna ad incontrare questo ragazzo così disponibile. Per l’appunto, credeva…. Intanto Shon, Benji e Nora, impegnati a salutare l’allevatore, si chiedevano dove fosse finito Lucas. “Eccoci arrivati, questa è la palestra di Zafferanopoli ed ecco il nostro capopalstra: Mr.Satan” –disse il karateka a Lucas, che immediatamente lanciò la sua sifda. “Mr.Satan, io la sfido ufficialmente ad una sfida Pokemon in palestra!” Mr.Satan era un omone con riccioloni neri e una barba a pizzetto, con una tunica marrone e una cintura d’oro in vita, con sopra scritto “Campione”. “D’accordo, accetto la tua sfida, useremo un Pokemon a testa! Combatteremo per l’onore!” –disse Mr.Satan, lanciando la sfera da cui uscì un Machop. “L’onore? Si vede che per lui è una questione di vita o di morte combattere per la sua medaglia” –pensò Lucas mentre sceglieva di utilizzare Schyter nella lotta. I due Pokemon si trovavano uno di fronte all’altro, ma Lucas era perplesso per la pessima qualità della palestra e dall’assenza di un arbitro ufficiale, ma non diete troppa importanza ai dettagli e ordinò a Schyter di utilizzare l’Attacco d’Ala su Machop, mettendolo subito al tappeto. “Basta così.. Rientra Machop!” –disse Mr.Satan richiamando il Pokemon all’interno della sfera e continuò: “Era da tempo che non facevo una lotta Pokemon, sono fuori allenamento! Complimenti, hai sconfitto il campione! Ahahahahah! Eccoti una cintura nera, te la sei meritata!” …. “Ma.. Ma come?! Mi avevano detto che questa palestra era serissima e che molti allenatori ne uscivano sconfitti! Inoltre.. Dov’è la medaglia della Lega del Pokemon?!” – esclamò incredulo Lucas mentre perplesso il suo Schyter. “Finalmente ti abbiamo trovato, Lucas! Se tu ci avessi aspettato avresti evitato questa figuraccia!” – disse Benji, vergognandosi di quanto successo all’amico. “Medaglia della lega del Pokemon? Ahahahah ma stai scherzando vero? Tu volevi sfidare Sabrina, quindi! Ahahahah hai del fegato ragazzo e anche le idee confuse! Questa è una vecchia palestra del karate, qui ci alleniamo nelle arti marziali, bello! Ahahahaha! Sabrina è proprio nella palestra accanto!” – disse Mr.Satan trattenendosi dallo scoppiare a ridere. “Aaaaaah che figuraccia! Mi sembrava troppo facile aver vinto così! Beh, sarà il caso di cambiare palestra e vincere la medaglia di Sabrina!” –si consolò Lucas. “Bravo ragazzo, questo è lo spirito giusto! Anche se dovresti mettere su un po’ di massa muscolare” –consigliò Mr.Satan. I ragazzi uscirono dal Dojo e si avviarono verso la palestra accanto, dove una lotta attendeva Lucas.

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Capitolo 5.2: "La VERA palestra di Zafferanopoli" “Sabrina? Sono qui per sfidarti in una battaglia per la conquista della tua medaglia, il mio nome è..” “Lucas, lo so.. Usi Charmeleon e Schyter, hai sconfitto solamente Erika e quindi hai solamente una medaglia. La tua sfida è rifiutata, sei ancora troppo debole per me. Non posso sprecare il mio tempo con allenatori deboli come te, quindi… Addio” –esclamò Sabrina, facendo rimanere tutti a bocca aperta per le informazioni di cui era a conoscenza. “No un momento, non puoi farlo! Io sono qui per sfidarti e tu come capo palestra hai dovere di accettare la mia sfida! Scegli il tuo Pok...” “Alakazam, teletrasportali fuori da qui” – ordinò Sabrina. I nostri eroi si ritrovarono fuori dalla palestra e Lucas finì il discorso:”emon! …. Ehi, dove siamo???” “Avete avuto un assaggio dei poteri di Sabrina. E’ in grado di leggere nei pensieri e utilizza la telecinesi. Se non ti ha ritenuto all’altezza avrà avuto le sue buone ragioni ragazzo, fidati” –disse un uomo incappucciato. “No ehi, e lei chi è scusi? Come si permette di dirmi una cosa simile?” –disse Lucas, essendo permalossissimo. “Ti seguo da un po’, Lucas da Fucsiapoli… So che sei un abile allenatore, ma se Sabrina non ti ha ritenuto all’altezza perdi punti… Comunque ecco qui, la medaglia Palude, della palestra di Zafferanopoli.. Ho battuto Sabrina anni fa, questo dovrebbe farti capire che sono superiore a te” – disse l’uomo incappucciato. “Ah si? Allora sfidami e mettimi alla prova se sei così forte! Vai Heat, scelgo te!” –disse Lucas, volendo dimostrare il suo vero valore. “Prevedibile, per questo userò… Omastar, vai!”. “Omastar? Ma è un Pokemon estinto, proprio come Kabutops… Lucas! Occhio, deve essere l’allenatore che possieder il Kabutops che ha incontrato Ditto!” – gli fece notare Shon. “Siete intelligenti, perspicaci! Ero sulle tracce di Giovanni, speravo non vi incontraste.. Troppo tardi… Vai Omastar, usa Sparalance!” “Heat, cerca di schivarle! Se ti prendono sono dolori!” Charmeleon provò a schivare le lance appuntite, ma le sue zampe erano fissate a terra da una lastra di ghiaccio. “L’attacco Geloraggio, ma quando l’ha usato?” –si chiese Lucas. Le lance colpirono Heat, mandandolo al tappeto. “Non sei ancora pronto per Sabrina… Non ti sei accorto del mio Geloraggio e per questo Charmeleon ne ha pagato le conseguenze. Devi essere meno impulsivo e organizzare una strategia, o non diventerai mai il migliore” –disse l’uomo misterioso richiamando il fossile e abbandonando il gruppo. “Il migliore.. Io sarò il migliore un giorno, ma ho ancora tanto da imparare… Ragazzi, andiamocene da Zafferanopoli, tornerò a sfidare Sabrina quando sarò pronto: ora non lo sono!” –riconobbe con maturità Lucas. Lucas aveva subito una dura sconfitta, ma aveva imparato una lezione. Ora sembrava ancora più determinato ad allenarsi e a diventare maestro di Pokemon.

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