il corriere del martino 2 parte1

Page 1

Non vogliate negare l’ esperienza al mondo Vi racconto una storia. C’era una volta, anzi forse c’è ancora, un alveare, il cui tessuto sociale era ben stratificato e organizzato. C’era l’ape regina , che aveva una corona bellissima e lucente, che impartiva ordini e gridava in una maniera insolita, più di quanto ci si potesse aspettare da un’ape. C’erano poi tante api grandi intelligenti ed operose, specializzate ognuna nel proprio settore, che svolgevano la mansione più importante di tutte, quella di insegnare alle allieve api una disciplina, e per questo erano chiamate super-api. Nell’alveare, ogni giorno trascorreva sempre nello stesso modo, c’erano orari e regole da rispettare, compiti da fare e nozioni da imparare per le allieve api, che erano sempre più scontente delle decisioni governative in materia di alveari. Dopo lunghe e burrascose discussioni, presero dunque una decisione importante: si dichiararono in autogestione, consapevoli forse per la prima volta che l’alveare non era solo il luogo di trasmissione di cultura, ma anche il luogo in cui avrebbero dovuto formare la loro personalità. E da quel giorno, per sei giorni, in quell’alveare regnò l’anarchia: la regina non resse il colpo, tanto che la corona le cadde dal capo e le super api si offesero mortalmente e si chiusero nelle loro stanzette. Contro ogni previsione, le allieve api furono in grado di darsi dei compiti, ci volle qualche giorno prima che l’organizzazione si assestasse, ma poi tutto filò liscio, tanto da renderle orgogliose del loro operato e felici di aver imparato cose che solo la “sensata esperienza” di cui scrive Galileo, può regalare. Il settimo giorno alle allieve api fu imposta la debita punizione per non aver adempiuto ai propri doveri. Peccato però che questa punizione non fu mai realmente scontata: all’indomani dell’autogestione, tutte le api spiccarono il volo alla conquista del mondo, lasciando l’alveare in un’ incresciosa situazione di auto-distruzione. Senza di loro infatti, tutto perse senso. OGNI RIFERIMENTO A COSE ANIMALI O PERSONE E' IMPURAMENTE CASUALE.

Morale - Non è vero che la speranza è l’ultima a morire, essa se

non stimolata muore per prima. Ogni conquista va guadagnata col sudore, col sacrificio, col coraggio. Sebbene tutto sembra essere il contrario di come lo vorremmo, se i più forti sembrano avere la meglio, arrendersi non servirebbe a placare alcun fastidio o dolore, lo accentuerebbe invece tanto da condurre alla disperazione. La lotta intelligente è ciò che va fatto, la rivolta è il linguaggio di chi non è mai ascoltato. Con essa si scontreranno quelli che non “ascoltano”. Sara Mariani

INCONTRO CON…

Piergianni Fiorletta, sindaco di Ferentino

Come prima intervista del nostro giornalino, abbiamo deciso di porre alcune domande al nostro primo cittadino, l’Avv. Piergianni Fiorletta. Chi meglio di lui può illustrarci appieno la situazione della nostra amata città, come anche del resto del Paese? Cosa rappresenta l’ Istituto Martino Filetico per la città di Ferentino? “Rappresenta un’istituzione storica, è stato uno dei primi istituti classici della nostra provincia, anch'io sono stato uno studente del Martino Filetico. È stato un bel punto di riferimento, un plauso particolare va fatto ai dirigenti che hanno dato lustro non solo all’istituto, ma anche alla città stessa. Mi permetto di fare un particolare complimento all’attuale preside Prof.ssa Cleandra de Camillo, una persona che non solo ama l’istituto, la scuola, ma ama anche la città di Ferentino. Diciamo che l’Istituto rappresenta il centro culturale del nostro paese.” Continua a pag. 3

“ A NAT AL E S I AM O T UT T I P I U’ B UO NI … S T I ” La festa dei buoni per eccellenza deviata dal conformismo.

Nello sfavillio degli addobbi e nella sfarzosità dei ghirigori risiede la concezione ampollosa e fatiscente del Natale. Come corsa sfrenata al capitalismo, esso si lascia annichilire dai tratti del consumismo che si adeguano ad una società impoverita dai valori. Tutta una visione misera e avvilente che trova approvazione nelle tasche e nell’idea di molti che ne patiscono, seppur inconsciamente, il male della colpa. Nel periodo dell’anno più buio, le luci illuminano non solo gli occhi, infatti, ma anche gli animi Continua a pag. 8 .


LA REDAZIONE Caporedattrice: Sara Mariani Amato Alessandra Aurilio Antonia Ballina Marta Caponera Giorgio Datti Cesare De Castro Edoardo Evangelisti Irene, Fiorini Giuseppe Fontana Martina Gattabuia Andrea Gigante Daniela Incelli Mara Liberatori Cristina Longo Jacqueline Mastrosanti Maria Mastrosanti Simona Miele Virgina, Mosca Tiziana Napoletano Giorgia Pace Giorgia Paris Gianluca Pennacchia Arianna Pennacchia Aurora Pistis Nicole Pro Andrea Raso Jessica Rossi Maria Assunta Rossi Marika Scarpelli Erika Sorteni Martina Spaziani Elena Tedeschi Luca Tomei Francesca Villani Chiara Virgili Valentina Volponi Charissa, Zaccari Giuseppe Zeppieri Alessandro ,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

.

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,

,


Gay: siamo davvero un paese liberale? Sono sempre di più le sconfitte del movimento omosessuale italiano e della civiltà giuridica di un Paese che continua a sostenersi europeo, occidentale, democratico e liberale, ma che lo è sempre meno o forse non lo è affatto. Siamo uno dei pochi paesi occidentali che non si è ancora espresso su questo delicato argomento. La corte costituzionale in Spagna (paese cattolico) ha finalmente dichiarato costituzionale la legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso che risale a otto anni fa. Obama, che si era pronunciato espressamente durante la sua campagna elettorale a favore dell’estensione del matrimonio alle coppie gay e lesbiche, ha rinnovato il suo mandato. Il governo francese ha approvato una proposta di legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, in un Paese che ha da almeno cinquanta anni, una

legge contro l’omofobia. Che ruolo assume il Belpaese in tutto questo? Pensiamo veramente che in Italia non vi sia il bisogno di una legge contro l'omofobia? Crediamo che gli italiani siano un popolo talmente maturo da non aggredire una coppia omosessuale? Le risposte ogni giorno vengono riportate nelle pagine di cronaca: violenze fisiche e verbali nei confronti delle coppie gay.Questo dimostra non solo che abbiamo un necessario bisogno di questa legge, ma soprattutto ci fa capire che siamo di fronte ad un'emergenza sociale e costituzionale. inoltre esiste una forte influenza da parte del Vaticano, il quale ha recentemente affermato che i matrimoni gay "Sono una ferita alla pace". A questa affermazione, lasciamo rispondere le parole di una lettera inviata dalla mamma di un ragazzo omosessuale a Papa Benedetto XVI: "Santo Padre, mio figlio è gay e io, come mamma, amo mio figlio, unico, irripetibile come ogni uomo che nasce sulla terra, con una specialità, la sua “omoaffettività”. Si, ho scritto “omoaffettività” e non “omosessualità” perché l’uomo è una grandezza insondabile e non può essere identificato esclusivamente per la sua sessualità. Quando c’è amore fra due persone, siano uomo e donna, siano uomo e uomo, siano donna e donna, è l’amore che conta, che rende vero e grande il rapporto". Andrea Pro

I giovani devono ancora fidarsi della politica? “La politica è una cosa bella e interessante, è una cosa fondamentale che riguarda tutti i giovani. I ragazzi non devono assolutamente allontanarsene, certo si attraversa un periodo nel quale non ci sono stati buoni esempi. La politica è diventata motivo di allontanamento per la gente comune dal mondo attuale, però è bene che i giovani entrino nelle discussioni della politica, perché rappresenta l’amore che si nutre verso il Paese” Qual è l’ eredità che lascia al futuro sindaco? “L’eredità che lascio al futuro sindaco è quella di essere disponibile con tutti, di ascoltare tutti i cittadini; certo un sindaco non può risolvere tutti i problemi, basti pensare ai problemi del lavoro, della povertà, dei servizi sociali dove le richieste sono in aumento. Il sindaco deve stare a disposizione di tutti coloro che chiedono aiuto, nei limiti del possibile. Dopo aver rimesso in ordine i conti, è stato grazie soprattutto alla volontà che abbiamo raggiunto buoni risultati. Bisogna sempre lavorare per lo sviluppo del territorio.” I giovani possono essere soddisfatti della città? “Beh… essere soddisfatti non è una cosa semplice, le amministrazioni con i pochi fondi a disposizione non possono risolvere le problematiche della città. Noi, in questi 10 anni, abbiamo rimesso in sesto l’ex Mattatoio, un centro polivalente, abbiamo ricevuto i fondi per concludere i lavori di villa Gasbarra e abbiamo inaugurato qualche parco per i giovani.

Voi sapete che ho un interesse soprattutto per lo sport: ricordo che a 19 anni ero presidente del Tennis club, poi sono stato nel basket, siamo riusciti ad ampliare la palestra dell’ITIS, abbiamo allargato il Palazzetto dello Sport e da poco abbiamo inaugurato la “Casa della Pace”, vicino ai locali della Biblioteca, dove ogni giovane può andare a discutere di tematiche come la pace e la solidarietà. Certamente i giovani hanno bisogno di più spazi, bisogna lavorare ancora, basti pensare alla mancanza di una piscina nel nostro comune. I giovani devono impegnarsi in politica, perché più il giovane è attivo, più cresce la cultura, più cresce la città” Ci racconti il suo approccio con la politica “Io ho cominciato a 15 anni, seguendo l’esempio dei miei genitori, ricordo l’attivismo di mia madre, allora era una famiglia di democristiani. Io veramente sono cresciuto nello scoutismo, ho tratto grande giovamento da questa attività, soprattutto per le amicizie e il confronto con persone della mia stessa età, ma anche a volte più grandi; il giovane deve guardare gli aspetti positivi della politica, ci sono bravi politici che possono essere presi come esempio. Bisogna accantonare i cattivi esempi che allontanano la gente dalla politica, dando la possibilità ai poteri oligarchici di prendere il sopravvento.” Alla prossima intervista... Cesare Datti, Andrea Pro Edoardo De Castro ..

,


Quella B capovolta di ARBEIT MACHT FREI. Chissà quante volte l'abbiamo letta la famosa scritta che si trovava all'ingresso di Auschwitz, il campo di concentramento più noto al mondo. Questa è una storia che è accaduta nel 1940 nel campo di sterminio polacco, per opera di un umile artigiano, un fabbro di origine polacca, prigioniero come altri milioni in quell'inferno. Un capo tedesco del campo, Kurt Müller, chiede che venga immediatamente eseguito l’ordine imposto dal comandante Rudolf Höss, che venga cioè realizzata, e innalzata all’ingresso del campo di sterminio, la targa in ferro battuto progettata dallo stesso Müller, con la scritta Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi, che i nazisti avevano ripreso, modificandola, da un passo del Vangelo di San Giovanni, Wahrheit macht frei, la verità rende liberi. Ma Arbeit macht frei è anche il titolo di un romanzo del 1872 scritto dal linguista Lorenz Diefenbach, che mai avrebbe immaginato il terribile uso che altri avrebbero fatto di quel titolo. Una scritta illusoria e beffarda per coloro che mai avrebbero visto la libertà, morendo a milioni in quei luoghi. Sono molte le testimonianze da parte dei sopravvissuti su quella scritta, lo stesso Primo Levi la descrive come illusoria.

S trage nella scuola di Newtown 27 innocenti vittime di un folle omicida NEWTOWN- Una nuova strage ha colpito il già ferito popolo americano. Il 14 dicembre 2012, un ventenne, Adam Lanza, entra nella scuola elementare di Newtown, Connecticut, indossando una tuta militare, con una maschera sul volto e in mano un fucile d’assalto AR15. In vero e proprio assetto da guerra. Irrompe in un’aula sterminando un’interna classe che non risponderà mai più all’appello. Allarmati dai colpi, la preside e vari docenti accorrono sul luogo del massacro ma anche loro incontrano i proiettili del folle omicida. In quegli attimi frustanti gli insegnanti hanno manifestato atti di eroismo sacrificandosi per la vita dei proprio alunni, nascondendoli negli armadietti o nei bagni e premendo essi stessi sulla porta per evitare che l’omicida facesse un’ulteriore strage. Dopo essere stati avvisati, i poliziotti e gli agenti dell’FBI sono arrivati ad evitare lo scempio, ma ormai era troppo tardi. L’omicida si era suicidato. I genitori arrivavano sempre più numerosi alla scuola dopo aver appreso la notizia da radio e televisioni. Non si può nemmeno immaginare l’angoscia che hanno provato nella folle corsa verso la scuola senza sapere se il loro figlio fosse vivo o no. Così come non si può immaginare la felicità che hanno provato nel riabbracciare a sé i propri figli. Quelli che hanno potuto. Molti genitori, 20 per l’esattezza, non potranno più riabbracciare i propri bambini. Questa non è certo la prima volta che accade una strage del genere. Nel 1999 alla Columbine High School 15 morti.

Come sono milioni tra ebrei, zingari, gay, diversamente abili e malati di mente che sono passati sotto quelle tre parole per andare incontro alla morte. Forse quasi nessuno di loro si è accorto che la B di "Arbeit" era stata capovolta, neppure i nazisti se ne accorsero. Per realizzare la scritta viene incaricato un prigioniero, il dissidente politico polacco Jan Liwacz, non ebreo, numero di matricola 1010 tatuato sull’avambraccio, che in un’altra vita faceva il fabbro, entrato nel campo di sterminio il 20 giugno 1940.È lui a dirigere la “Schlosserei”, l’officina interna al campo che fabbricava lampioni, inferriate, sbarre, cancelli. Ebbene al momento di saldare le lettere per comporre la parola" Arbeit" Liwacz ribalta la B in modo che l’occhiello piccolo risulti in basso rispetto al grande, anziché in alto come la grafica impone. Un gesto piccolo, ma significativo. Che dava un leggero profumo di libertà a quell'inferno. Quella lettera capovolta non era niente altro che la libertà, che probabilmente non avrebbero mai più rivisto. Alla liberazione del campo il 27 gennaio 1945 (giornata della memoria) ad opera dell’armata rossa, però, la scritta verrà caricata dai sovietici su un treno destinato all’Est. Ma un ex prigioniero del campo, intuendo l’alto valore simbolico della scritta, la scambiò con un soldato sovietico in cambio di una bottiglia di vodka. Sarà nascosta per anni nel municipio di Auschwitz e donata in seguito al Museo fondato sui resti del campo di sterminio. Il fabbro polacco sopravvisse al campo di concentramento e, una volta libero, reclamò la sua opera, morirà ottantaduenne da persona libera. E' incredibile come una semplice lettera posizionata al contrario abbia riacceso le speranze a migliaia di prigionieri. Jan Liwacz è solo uno dei tanti eroi della shoah, eroi che con piccoli gesti come questo hanno continuato a far sperare che libertà fosse ancora qualcosa di concreto. Andrea Pro

Nel 2007 al Virginia Polytechnic Institute 33 morti. Nel 2012 alla prima del film “Il cavaliere oscuro - il ritorno” 12 morti. E questi sono solo i casi più recenti. Tutto ciò è dovuto soprattutto alla libera, troppo libera, circolazione di armi da fuoco, anche d’assalto; al fatto che i ragazzi sono abituati all’uso di fucili sin da piccoli; a fiere delle armi che diventano eventi per tutta la famiglia. La relazione tra le armi e gli Statunitensi è un legame fatto di tradizioni, manie e pericoli evidenti che fanno parte della cultura popolare, sancito addirittura dal Secondo Emendamento della Costituzione. Barack Obama ha detto: "Parlo da genitore, oltre che da presidente, nel dire che una cosa del genere non dovrà più accadere". Il presidente si è schierato contro le armi favorendo una proposta che ne limitava l’uso, ma è difficile che ciò andrà in porto perché il mercato delle armi è molto cospicuo e ci sono molti interessi in ballo. Andrea Pro


NO AL F E M M I NI C I D I O !

Luciana Littizzetto: Un monologo sull’amore , le pari opportunità e le violenze. Ed ecco che Sanremo , festival internazionale della musica italiana, il 14 Febbraio presso il teatro Ariston si fa portavoce della lotta contro la violenza sulle donne . “L’amore con la violenza e le botte non c’entra un tubo, un uomo che ti mena non ti ama, un uomo che ti picchia e’ uno stronzo. Non abbiamo sette vite come i gatti, ne abbiamo una sola: non buttiamola via”: così esordisce durante la serata la conduttrice del festival, Luciana Littizzetto, una donna a cui il popolo italiano ha visto sempre indossare panni comici, ma questa volta è proprio attraverso il suo modo di fare che ha voluto lanciare questo messaggio ben preciso e mirato alle donne.

S T O P AL L A VI O L E NZ A S UL L E D O NNE ! “Sul tema della violenza si è generato un grande movimento di associazioni, gruppi di studiose e di artiste, rappresentanti della politica, della magistratura, dei media. Chissà che non sia l'inizio di un cambiamento d’epoca”

Il Corriere della sera “Violenza sulle donne, fermiamo la strage in tutta Italia decine di manifestazioni”

La Repubblica Sono solo alcuni dei molti titoli di giornali in Italia sulla violenza sulle donne. Secondo alcuni studi, infatti, ogni 60 minuti circa, nel mondo muore una donna. Nel 2011 si sono verificate circa 127 femminicidi solo nel nostro paese. E nel 2012, secondo Telefono Rosa, sarebbero più di 100 le vittime. In Italia la principale causa di morte delle donne è la violenza domestica arrecata da mariti, fidanzati, figli a volte, per cause insane a volte stupide, come la gelosia, il senso del possesso o di inferiorità verso la donna. Infatti nei rapporti sentimentali tra uomo e donna, nell’85% dei casi vi è o vi è stato un abuso sulla donna; inoltre è dimostrato dall’istituto nazionale di statistica ISTAT che in Italia circa il 5% delle donne nel corso della loro vita hanno subito stupri o tentati stupri. Esiste anche una violenza, a volte peggiore, di natura psicologica, causata molto frequentemente dal fenomeno dello stalking in costante aumento negli ultimi anni.

Uno schiaffo, due, tre non riescono ad essere un campanello dall’allarme per le donne innamorate che non riescono a far vedere coi loro occhi l’amara realtà. Perché? Semplice, guardano con gl’occhi dell'amore, sentimento che dovrebbe riempire il cuore di felicità e non di ferite e lividi, un sentimento che consente di restare insieme a chi ti fa guardare nello specchio con gl’occhi gonfi di lacrime e non trovare più se stessa nell’immagine riflessa di fronte a sè. Questo non è amore, non è libertà, non è vivere. Non si può essere picchiate soltanto perché si è considerate una proprietà , soltanto perché non si comprende che una donna appartiene soltanto a se stessa. Forse alcune volte è meglio lasciar agire la mente e non il cuore; ed è stata la mente che in questo giorno, ha spinto milioni di donne ad unire le loro forze, ad organizzare un flash mob mondiale e ad avere il coraggio di denunciare che ogni tre giorni un uomo uccide una donna. Ringraziare persone come Luciana Littizzetto che, esponendosi in prima persona, spronano le donne a prendere in mano la loro vita, è oggi più che mai un dovere. Alessandra Amato Spesso lo stalking è stato anche un prologo di omicidi . A causa del susseguirsi di tali episodi nel corso degli anni sono nate molte associazioni specifiche che aiutano le donne in difficoltà e che sono sponsorizzate da alcune celebrità come ad esempio la famosa attrice e showgirl Michelle Hunziker che aiuta di propria volontà le donne che subiscono questi soprusi, avendo vissuto in prima persona questo incubo. Queste fondazioni si riuniscono il 25 novembre di ogni anno per celebrare questa ricorrenza. L’ONU ha designato questa data come la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi,e queste organizzazioni a sensibilizzare l'opinione pubblica e a far riflettere ogni singolo cittadino su quanto dolore e sofferenza hanno subito e subiscono povere innocenti donne ogni ora nel mondo. In Italia solo dal 2005 le associazioni festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal: quel giorno le tre sorelle mentre si recavano in prigione dai loro mariti furono bloccate da alcuni ufficiali. Vennero massacrate, torturate e gettate in un precipizio. Esse vengono ricordate per la loro tenacia con cui cercarono di contrastare la dittatura alla quale a quell’epoca era sottoposta la Repubblica Dominicana ed è per questo che l’ONU ha scelto questa come data, per ricordare, riflettere ed agire. Elena Spaziani


Le dimissioni del Presidente Monti L’Italia prima e dopo l’esperienza del governo tecnico ROMA-21 dicembre 2012. Non è stata la data della fine del mondo, ma la data della fine del governo Monti. Il Presidente del Consiglio, infatti, ha rimesso il mandato al Capo di Stato dopo l'approvazione della legge di stabilità. Le dimissioni sono state un atto obbligato a seguito della dichiarazione di sfiducia da parte del segretario del PdL Alfano. Il governo Monti è stato il sessantunesimo governo (in 65 anni) e il secondo governo tecnico della Repubblica Italiana –il primo fu quello di Dini nel 1995/1996-. E’ stato un governo non eletto dagli italiani ma scelto dal Capo di Stato Napolitano dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi e nominato ufficialmente il 16 novembre 2011 al Quirinale. L’obiettivo prefissato era quello di evitare il default dello Stato e risanare l’economia pubblica contando sull’appoggio nel Parlamento di un’ampia maggioranza comprensiva del PD e PdL. Dopo essersi assicurato la fiducia in entrambe le Camere, il governo Monti ha emanato il decreto legge contenenti misure volte a liberalizzare vari settori economici, aumentando il numero chiuso di notai e il numero di farmacie per tot abitanti, favorendo così la concorrenza tra privati e creando nuovi posti di lavoro. La politica di Monti però è stata indirizzata soprattutto al raggiungimento del pareggio del bilancio statale. Per raggiungere tale obiettivo il governo ha reintrodotto l’imposta sulla casa, l’IMU -imposta municipale unica- ha realizzato la riforma delle pensioni, ha approvato la Tobin-Tax, una tassa che prevede di colpire le transazioni sui mercati valutari, ha aumentando le accise sul prezzo della benzina e ha deciso di tagliare i costi dell’apparato statale, revisionando la spesa pubblica, (spending review).

Il governo Monti aveva previsto una riduzione delle province da 86 a 51, ma, a causa delle dimissioni anticipate, il decreto non verrà convertito in legge. L’obiettivo è stato colto, ma per molti il prezzo da pagare è stato troppo alto. Il risanamento, secondo le accuse, è stato raggiunto tassando i contribuenti con eccessive imposte e non revisionando i conti pubblici e soprattutto i costi della politica.

I pochi tagli realizzati non sono stati ritenuti proporzionali ai sacrifici richiesti agli Italiani. L’esperienza Monti, così come richiesto dalla UE, forse permetterà all’Italia di raggiungere il pareggio del bilancio statale nel 2014, ha ridato fiducia ai mercati e ciò è testimoniato dal fatto che lo spread in questi 12 mesi è stato quasi dimezzato. Nonostante ciò, il debito pubblico ha toccato quota 2.014 miliardi di euro, con un aumento di 110 miliardi rispetto a un anno fa, e pari al 126% del Pil, mentre, secondo l’UE, uno stato dovrebbe tenerlo a quota 60%. Il governo Monti è stata una “amara medicina” che molti italiani faticano ancora a digerire, ma che forse era inevitabile, dopo che, per decenni, il malgoverno di tutte la forze politiche e anche le conseguenze della crisi globale hanno fatto emergere i problemi finora taciuti. Il prossimo esecutivo dovrà sì continuare sulla linea di risanamento del governo Monti, ma dovrà soprattutto operare per il rilancio e la crescita dell’economia. Andrea Pro

IL GIORNO DELLA MEMORIA Come ogni anno il 27 Gennaio viene dedicato alla Memoria, al ricordo delle milioni di vittime dell’Olocausto, sicuramente la pagina più scura della storia dell’uomo. Milioni di persone private del diritto alla vita da facinorosi nazisti che pretendevano di essere migliori. Avvenimenti senza alcun principio, con uno scopo assurdo, quello di creare una sola razza, una razza che fosse pura e perfetta, dove zingari, omosessuali ed ebrei non erano ben accetti. Deportati in campi di concentramento, venivano uccisi dagli enormi carichi di lavoro o peggio ancora da qualche soldato esaltato, che non aveva niente da fare e si divertiva a sparare su corpi innocenti. La pagina più atroce della storia si apre con il progetto di un folle, Adolf Hitler, colui che pretendeva di riunificare tutta l’Europa, andando a ricreare un III impero Romano. In questa opera però non c’era spazio per gente come il popolo ebraico, appartenente alla stirpe semita. Cominciarono così le persecuzioni: finì così la libertà, anzi la stessa parola vita perse il suo valore. Non possiamo sapere se tra quelle milioni di vittime ci sarebbe stato qualcuno in grado di scoprire una cura dei tumori, o dell’AIDS, che avrebbe vinto il premio Nobel o che avrebbe fatto altri studi utili per la vita dell’uomo; nessuno potrà mai sciogliere questi dubbi, perché quelle persone sono tutte morte senza aver potuto dare il loro contributo all’umanità. La Shoah va oltre quello che studiamo nei libri, va oltre quello che ci offre la filmografia, è qualcosa che ogni volta ci farà rimanere stupiti dalla crudeltà dell’uomo. L’uomo è tornato bestia, dimenticando secoli di progressi. Forse la vita è ricominciata proprio il 27 Gennaio 1945, quando le truppe sovietiche aprirono le porte di Auschwitz, dove morirono 9 milioni di persone.Bisogna ricordare questi anni bui perché non succeda mai più, una persona non deve essere privata del diritto alla vita, del diritto alla libertà. Mai più l’uomo deve tornare bestia. Giorgio Caponera


La più bella del mondo “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione.” «Quando entrerà in vigore diventeremo il paese più bello del mondo». Una battuta, amara. Che non cerca una risata, ma che invita alla riflessione. Così Roberto Benigni in prima serata su Rai 1 ha aperto le porte della nostra anima alla meditazione sulla Costituzione, testo giuridico inteso fino ad ora come un grande volume pieno di polvere che raramente citiamo, eccetto che nell’ora di diritto. 12 milioni e 619 mila i telespettatori che nella serata di lunedì 17 dicembre sono rimasti letteralmente affascinati e coinvolti, emozionati e risvegliati dalle parole di questo grande “insegnante”, che è stato capace di avvolgerci delicatamente con la nostra bandiera Italiana, facendoci riassaporare il tricolore ed il gusto di essere cittadini.“Immensa”, “grandiosa”, “salvatrice”, “da manicomio”, questi e molti altri gli aggettivi utilizzati per descrivere questo volume, definito come “la legge del desidero, poichè mentre la legge vieta, ti trattiene, fa paura.. la Costituzione spinge, ti protegge, ti vuole bene, è la nostra mamma, pone tutto a nostro favore”. Scavando nell’anima della Costituzione, nelle condizioni disastrose che hanno spinto i nostri padri a scrivere questo testo, unico al mondo per la sua bellezza,

Le nonne hanno ragione: " la moda torna ad essere sempre la stessa ! ” L’inverno non è ancora arrivato eppure le 90 60 90 sfoggiano le nuove tendenze per prepararci all’arrivo della nuova stagione. Ancora una volta la protagonista indiscussa della passerella è la donna, che stranamente assume però tratti maschili: quindi via ai furti negli armadi dei vostri mariti o fratelli, perché la nuova tendenza è l’eleganza androgina. Colori e tessuti dal taglio maschile, tonalità scure, neutre e opache sono sotto la luce dei riflettori modaioli . Una tendenza strana ? A quanto pare sembra proprio di no , sarà proprio il punto forte del vostro successo . E’ uno stile elegante e sofisticato chiamato “dressed for success” che ricalca una credenza degli anni 70'-80', secondo la quale le donne potevano trionfare nel mondo lavorativo maschile soltanto se si fossero vestite come le grande icone del business. Grande rientro in scena dei pantaloni slim e delle gonne-pantalone a vita alta che nascondo camicette trasparenti, ma che danno largo spazio a calze dalle più svariate fantasie con l’immancabile presenza delle parigine dalle tonalità più scure.

Benigni è riuscito a palpare ogni piccolo ma enorme tassello, analizzando interamente i dodici articoli fondamentali di questo testo giuridico, facendoci scoprire come anche la nostra attuale situazione politica ed economica possa essere risolta semplicemente affidandosi a Lei, attuando e mettendo in pratica tutti i principi contenuti al suo interno. Si è parlato dell’articolo riguardante il lavoro, e a questo proposito Benigni ci ha incoraggiati dicendo che “quando non c’è lavoro perdiamo tutti, perché quando lavoriamo modifichiamo noi stessi, è questa la grandezza del lavoro. Nella busta paga troviamo noi stessi: quella paga non è avere, è essere, spingendo ogni vero uomo italiano all’onestà e alla lealtà. Allo stesso modo ha citato le donne, punto cardine della società e il trattamento riservato a queste, attraverso il quale “si misura il livello di una nazione”. Ha spinto soprattutto ogni giovane ad interessarsi alla politica, a non cadere nell’indifferenza e nel disinteresse. Ha spronato ognuno ad “amare la politica, intesa come punto più elevato del pensiero umano, capace di costruire le fondamenta per una vita insieme, per organizzare la pace e la serenità”. Non avere interesse per la politica è come non avere quindi interesse per la propria vita, per la vita del proprio figlio, e soprattutto per il proprio futuro. “Domattina dite ai vostri figli che sta per cominciare un giorno che prima di loro non ha mai vissuto nessuno, ditegli di camminare a testa alta, di essere orgogliosi di appartenere a un popolo che ha scritto queste cose fra i primi nel mondo. E che abbiano fiducia e speranza”. Domani mattina è oggi. Irene Evangelist i

Le decolletè vengono bandite dalle collezioni ma soprattutto dallo stilista Giorgio Armani che le sostituisce con stringate maschile. Ad aggiudicarsi l’originalità di questo stile sulle passerelle italiane è Trussardi, con la sovrapposizione di gonne con giacche e scarpe dal taglio completamente maschile e Max Mara che inaugura così una donna in divisa e un accessorio che diventa necessario: gli straccali. Lui o lei non ha importanza, perché per questo inverno, my ladies, dovrete essere pronte a diventare dei perfetti gentleman. Alessandra Amato


La “S valutation “ del cinepanettone

Dal famigerato tempo dei tempi i film di Natale sono tacciati come ordinari, ripetitivi e grossolani. Il discount del cinema. Sono film semplici ma non disonesti. Ma non sarà forse vero, che la profezia dei Maya si sia davvero avverata, almeno per il cinepanettone? Con il 2012 si è finalmente deciso di dire la parola addio a questo genere cinematografico che soddisfaceva il desiderio banale di ridere davanti ad un grande schermo. A debuttare nelle sale dei cinema, lasciano alle spalle il tradizionale film natalizio che vedeva protagonisti la coppia Boldi –De Sica, è “Colpi di Fulmine”, ossia il nuovo film di Natale diretto da Neri Parenti e prodotto dalla Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis per svecchiare il format del cinepanettone, dato per defunto quest’estate dallo stesso produttore. Questo film ha un tipo di comicità più soft: non c’è traccia di turpiloquio e non c’è nemmeno la solita sventola di turno. Gli attori del film sono il celeberrimo comico Christian De Sica che interpreta un medico romano che per scappare si ritrova a vestire i panni di un prete nel Trentino. Accanto a lui una perpetua strampalata e bisbetica, interpretata da Arisa, un sagrestano muto e Luisa Ranieri nei panni di un maresciallo dei carabinieri che s’invaghisce di De Sica non sapendo che costui in realtà è un (finto) prete. Addio cinepanettone! Marta Ballina

S E GUE D A P AG. 1 Rischiarano ed agghindano la morale, o ciò che ne resta, vestendola di virtuosa ipocrisia. Non è cosa rara appunto, che tutto il sistema mediatico e pubblicitario di ogni tipo canzoni il richiamo alla bontà e solidarietà: ghirlande di belle parole a definire i tratti di una vera e propria vendita di indulgenze, dove l’imposta per una coscienza pulita trova una via nella beneficenza. Si riscoprono i tratti del filantropismo nei giorni più buoni dell’anno e ci invitano ad accogliere le sofferenze altrui, prodighi verso i bisogni del prossimo e attenti al buon valore dell’altruismo. Un messaggio che scuote la società e tende a risvegliarla dall’assopimento dell’agio: una presa di coscienza che soppesa gli averi di ognuno, consentendogli di apprezzarne le forme.

Di fronte all’esasperazione del bisogno economico, indubbiamente l’uomo medio presta attenzione e pesa sul piatto della bilancia la sua modesta disponibilità di denaro col bisogno di molti, anche solo con una possibilità negata o accantonata. In soccorso a questi input virtuosi, soggiungono le Associazioni ONLUS che nel periodo propizio del Natale si moltiplicano con la loro raccolta fondi, offrendo l’opportunità di contribuire alla ricerca medica o assistenza sanitaria o impegno sociale verso i più disagiati. Il Natale come festa cristiana rievoca infatti l’immagine del “Buon Samaritano”, che impegnato dalla frenesia dello shopping, pensa per un momento a chi scorge nella miseria. Una miseria sempreverde che nell’anno non si nasconde né scompare, ma sta nella tenebra dell’indifferenza, rischiarata dal chiarore improvviso delle lucette del buonismo. Vantaggiose di ciò, le ONLUS godono di considerazione e s’apprestano coi loro slogan ad appigliarsi con le unghie e i denti a questo strascico di speranza di credito. Sebbene di per sé sarebbe da compiacere il bene che il Natale ingloba e le sue dimostrazioni che sono buone e socialmente giuste, è altrettanto utile rimembrare che si tratti di convenzionalismi in percentuali molto alte. Non sono da condannare i perbenismi ma semplicemente scovarli ed accettarli come tali . E’ altrettanto giusto infatti beneficiare del guadagno che esse raccolgono, sebbene insano, perché residuo d’esigua umanità. Se serve dire “A Natale siamo tutti più buoni” per esserlo, è dunque cosa buona continuare a farlo: di tanto in tanto tornare ingenui è la via migliore, o meno amara. Una società, per aspetti come questi deludenti, non troverà ristoro nell’evoluzione ma ciò che resta è il buon proposito di coscienza di sé e del ruolo che si veste in essa. L’ipocrisia del Natale è solo l’ennesima dimostrazione di come si ci adatti alle convenzioni perdendo il senno nella collettività. Se tentassimo invece di trovare sotto l’albero di questo Natale e sull’uscio del nuovo anno una responsabilità sociale, forse vedremmo uno spiraglio di cambiamento a partire da noi stessi per una fattiva affermazione del proprio contributo all’interno del mondo. Perché è chiaro: il Natale, una volta l’anno, non basta. Charissa Volponi


La nuova generazione del pop. Ecco tutta la lista, o quasi, dei cantanti più amati dalle ragazzine del ventunesimo secolo. Jonas Brother, Justine Bieber, Miley Cirus, Taylor Swift, One Direction e chi più ne ha più ne metta. Questi sono i talenti, tanto amati e tanto criticati, che sono usciti fuori dall’irrefrenabile voglia dei giovani di oggi di avere un prototipo da seguire. Ragazzi che procurano e che hanno procurato all’economia musicale mondiale MILIARDI DI EURO. A dare il via a questa nuova generazione di talenti sono stati i Jonas Brother, che nel 2006, cominciarono a firmare contratti con la Sony, casa discografica americana, che diede avvio alla loro graduale scalata verso il successo: telefilm, gadgets e così via. Il business dei tre fratelli era avviato, ma pian piano l’amore per i Jonas Brother si affievolì e proprio nel 2006, a quanto pare l’anno dei balocchi per molte aspiranti star, si fecero avanti Miley Cirus e Taylor Swift. La prima, figlia di Billy Ray Cirus, diventa famosa grazie al ruolo da protagonista che interpretò nel telefilm ‘Hanna Montana’, che la fece conoscere alle ragazzine di più di 15 paesi. Distaccatasi dal ruolo di brava bambini, debutta nel 2009 con l’album ‘Can’t be tamed’. Miley, nota non solo come cantant, ma anche come attrice viene considerata tutt’oggi, dopo ben 6 abbondanti anni, una star di grande successo. E’ riuscita a non farsi dimenticare attraverso diversi colpi di scena: tagli di capelli strani e scoop di tutti i tipi. Taylor Swift, classe 89, fa breccia nel cuore delle teenagers di tutto il mondo (o quasi) sempre nel 2006 grazie al suo stile country pop e grazie alla sua pseudo genuinità (chissà che non sia un modo per accaparrarsi i consensi delle più piccole?!) e, secondo la rivista Forbs, è una delle celebrità più importanti, con il suo reddito da 45 milioni di dollari.

Diciamo che la dolce fanciulla sa come far fruttare i suoi soldi: canzoni smielate e giuste compagnie; difatti ultimamente frequenta uno dei membri della pop band più amata dalle ragazzine di tutto il mondo, Harry Styles dei One Direction. Questi ultimi, assieme a Justine Bieber, sono considerati i re del pop (povero Robbie Williams!) e con i loro cd fanno sognare miliardi di ragazzine, che impazziscono al solo pronunciare i nomi dei loro beniamini. I One Direction sono un gruppo formato da cinque ragazzi, Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles e Louis Tomlinson, che parteciparono ad X-factor nel 2010 e tutti e cinque furono scartati dalla categoria ‘ragazzi’, così uno dei giudici consigliò loro di formare una band, così fecero e arrivarono terzi. Ma quello fu solo il principio. Firmarono un contratto con la Syco Records e con il singolo ‘What Makes you beautiful’ scalarono le vette della Uk Charts e raggiunsero il successo, che ancora persiste, in men che non si dica. Justin Bieber venne scoperto invece nel 2008 e con l’albun ‘My world’ vinse il disco di platino negli Stati Uniti e anche esso, aggiungendo balletti hip hop alquanto convincenti e con diversi duetti, come quello con Ludacris , fece il giro del mondo e le teenagers di tutto il mondo caddero ai suoi piedi. Le star da citare sarebbero altre centinaia, ma questi sono i cantanti che grazie a un sound orecchiabile e testi rigorosamente ripetitivi e smielati, sono riusciti a lasciare un segno (positivo o negativo, lasciamolo scegliere a voi) all’interno del genere pop di questi anni. D’altronde, si sa, il belloccio dalle mosse accattivanti ha il suo fascino ed è piaciuto a tutte noi. Come dimenticare i Back Street Boys e per quelli un po’ più attempati , i Take That?! Lasciamo vivere il sogno di queste ragazzine fino a che, anche la moda di questi cantanti, non passi… Panta Rei! (Si spera!) Marika Rossi


Gospel: una tradizione inarrestabile e duratura.

Ormai, da diversi anni, a Ferentino ed altrove, va avanti la tradizione del Gospel nel periodo natalizio. Per quanto riguarda questo genere musicale, del quale non tutti siamo pienamente a conoscenza, é innanzitutto una tradizione che nasce negli anni ’30 nelle chiese afroamericane e che, quindi, possiamo definire musica religiosa. Il termine “gospel” significa “God’s spell” letteralmente Verbo, Parola di Dio: infatti i testi si ispirano alla Bibbia, alle preghiere e al Vangelo. Dagli Anni Settanta, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, a Ferentino, risuona la musica black per eccellenza, insieme ad artisti che hanno condotto lo spettatore in un commovente viaggio, con la missione di accogliere, in un evento unico per l’intera Ciociaria, le migliori formazioni internazionali, permettendo agli amanti della musica gospel di ascoltare artisti eccezionali e trasformando un appuntamento consueto e popolare in un evento musicale di valore. Quest’anno, gli eventi sono stati tre: il primo l’8 dicembre nel quale si è esibita alle ore 19:00 la compagnia White Nymphs che ha rappresentato lo spettacolo “Swingin’ a Gospel Xmas” in cui la tradizione Gospel si è fusa con alcune delle pagine più indimenticabili dello swing americano.

Le voci del gruppo sono 5: Regina Cioci, Federica Carducci, Eleonora Massa, Pamela Placitelli e Nicoletta Evangelista, accompagnate al pianoforte da Jacopo Carlini, con gli arrangiamenti di Stefano Spallotta. Le cinque vocalist, con questo spettacolo, giungono alla chiave del loro repertorio in acustico per un concerto ricco di citazioni e brani inattesi. Il secondo appuntamento si è tenuto il 15 dicembre, sempre alle ore 19 e si è esibita la formazione As we are diretta dal produttore Earl Bynum, conosciuto in Italia come direttore del coro Virginia Mass Choir, con la collaborazione di Cora Amstrong, cantante di grande carisma e doti vocali non comuni; un concerto in cui la tradizione Gospel si sposa alla perfezione con arrangiamenti moderni e originali. L’ultimo nonché più acclamato evento è quello del 22 dicembre, nel quale lo storico gruppo americano, le Light of love, ha rappresentato brani di forte tensione emotiva: un repertorio assai variegato dal Traditional al Contemporaneo. Le quattro sorelle Holmes hanno attraversato il mondo in tour esibendosi tra Australia, Svezia, Africa, Canada, Norvegia e Italia. Sono senza dubbio piacevoli da ascoltare, pulite nell’orchestrazione ed essenziali negli arrangiamenti, per dare risalto alle singole voci stupende. Un concerto di gran classe! Valentina Virgili

UN’ ES PLOS IONE DI ROS A.

Alecia Beth Moore, conosciuta come P!nk, torna a farci emozionare con un nuovo album intitolato The Truth About Love. La cantautrice nasce negli Stati Uniti nel 1979 e sin da tenera età, cresce con l’ideale di diventare una famosa rock star! Nel 1995 inizia la sua carriera come cantante R&B. Durante la sua attività ha ottenuto un grande successo in tutto il mondo, vendendo oltre 40 milioni di album e 70 milioni di singoli. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui 5 MTV Video Music Awards e 3 Grammy Awards. Il primo album che pubblica è Can't Take Me Home (1999/2000), esclusivamente stile R&B, dal quale vengono prese alcune canzoni che diventeranno colonne sonore di diversi film di grande successo. Segue l’album M!ssundaztood (2001/02); Try This (2003); I’m not dead (2007); Funhouse (2010); Greatest Hits... So Far!!! (2011); e infine il suo nuovo album The Truth About Love. In quest’ultimo P!nk parla de “la verità sull’amore”. Detto questo si potrebbe pensare ad un disco melodico pieno di amore strappalacrime e sdolcinato, e invece la verità sull’amore non è proprio questo genere di cose. La verità sull’amore è il rimorso che arriva con il sorgere del sole, canta Pink, la rabbia di scoprire che è tutto una messinscena, il bello e il brutto tutto insieme.

The Truth About Love è quindi sì un concentrato di crude verità gridate col megafono, pepe gettato negli occhi, rabbia da sfogare. Ma la grinta di cui è imbottito è una grinta positiva, giocosa, molto meno pericolosa e tagliente di quella di Funhouse. E’ un inno alla creatività, vera protagonista del disco, originalissimo e poco ripetitivo. La personalità della cantautrice risalta, non solo nei testi delle sue canzoni, ma anche nella vita reale, con le varie manifestazioni a cui partecipa. Si è tenuto proprio in questi giorni a Los Angeles, un evento che ha visto protagonista la star di Hollywood in una serata che ha voluto ricordare tutte le donne che combattono quotidianamente la loro battaglia contro il cancro cantando alcuni pezzi del nuovo album. Con uno spettacolo che richiama la coreografia del videoclip, P!nk si è esibita agli American Music Awards (AMA) cantando Try, brano tratto dal suo ultimo album. Recentemente in un’intervista ha affermato di essere a favore dei matrimoni gay dichiarando: « Il giorno più bello sarà quello in cui non parleremo più dell'essere etero o gay. Non è un matrimonio gay, è un matrimonio. Non è una coppia gay, è una coppia ». Aurora Pennacchia


Hard Rock: spirito immortale. Non sempre i Revival sono ciò che si pensa. Può sembrare assurdo, eppure nello sterminato panorama musicale della nostra cultura contemporanea, non sempre i grandi generi “del passato” (anche se di “passato” non si può realmente parlare) hanno trovato nel tempo, momenti carichi per loro di nuova linfa vitale. D’altro canto, anche se da fine anni ’70 in poi si è dato più spazio a generi che riportavano alla luce le vecchie glorie del Rockabilly, dello Psych Rock, del Punk e quant’altro, chi di noi al giorno d’oggi non ha almeno una volta, per caso, ascoltato quelle note distorte dei grandi riff, dei grandi monoliti del rock di qualche decennio fa? Led Zeppelin, Deep Purple, Rainbow, Doors, Chuck Berry, Jefferson Airplane… Nonostante gli echi dei loro grandi successi, molto del loro genere principale pareva esser scomparso (ad esclusione che tra i cultori) dalla cultura e dal mainstream della nostra società. Eppure, come ogni cosa non è destinata a rimaner sempre la stessa, anche il buon vecchio Hard Rock ha ritrovato le glorie che pienamente meritava. Con grande vanto degli States, da qualche anno stiamo assistendo infatti ad un’ondata di nuove band che si stanno ponendo come neo-rappresentanti, in alcuni casi non facendo neanche estremamente rimpiangere i grandi gruppi del secolo scorso, di questo genere: andando in ordine cronologico, possiamo sicuramente ricordare i più vecchi Muggs, band proveniente da Detroit,

Michigan formatasi nel lontano 2000. Pur essendo stati spesso annoverati tra le maggiori band più sottovalutate, hanno negli anni successivi vinto diversi premi come migliori artisti blues e rock, ciò ad indicare come già 10 anni fa le cose iniziavano a cambiare rispetto a quanto erano stati gli anni ‘90. Contemporanei ai Muggs ma sicuramente più famosi, troviamo i Black Keys, band minimale dell’Ohio dai toni blues grezzi e sporchi: la loro carriera, fatta di alti e bassi è stata nettamente risollevata dall’ultimo album uscito lo scorso anno, ovvero “El Camino”, da cui sono stati tratti i due singoli “Lonely Boy” e “Gold On The Ceiling”.Tuffandoci avanti negli anni ed operando allo stesso tempo una cernita, al fianco di band quali Airbourne o Innocent Rosie, si devono mettere in grande evidenza i Rival Sons, una delle band più interessanti dell’odierno panorama musicale: se da una parte essi sono stati definiti troppo simili ai già citati Led Zeppelin, sicuramente sono una delle band più rappresentative di questo “Hard Rock Revival” ed il loro album “Pressure and Time” è degno nota al punto che non può esser descritto in una manciata di righe.Che sia dunque questa la vera occasione, per una rinascita della musica in questo XXI secolo? Luca Tedeschi

Laura Pausini : tra maternità e carriera. La ragazza dai capelli neri, che stupì tutti per la prima volta nel Sanremo 1993 vincendo la categoria "nuove proposte" con il brano "La solitudine" di Cremonesi e Cavalli, ora è diventata una delle cantanti italiane più amate in Italia e nel mondo. Se la sua carriera e il suo successo sono stati fortunatamente privi di difficoltà e sempre in salita, lo stesso non si può dire della sua vita privata: infatti la cantante di Solarolo, compagna da più di sette anni del suo chitarrista/compositore Paolo Carta, ha dovuto affrontare, prima la situazione del compagno (già sposato con Rebecca Galli e padre di tre figli) e poi la difficoltà nella realizzazione del suo sogno più grande: diventare mamma. Ma quando ormai aveva perso tutte le speranze, all'età di 38 anni, precisamente nel settembre di quest'anno, le tv , i social network e i giornali, riportano la dichiarazione della cantante :"Io e Paolo siamo felici di annunciare che aspettiamo una bimba. Volevo che questa notizia arrivasse a tutti direttamente da me".

E Laura, per proteggere la sua bambina, alla quale ha scritto con Carta una canzone "Celeste", ha deciso di seguire i consigli dei medici, di stare a riposo e di annullare le date dei suoi ultimi concerti, tra cui quelli del 4 e 5 dicembre a Milano e quello di Campovolo, dichiarando: "Sono davvero dispiaciuta perchè per me questo sarebbe stato un onore, ma in questo momento devo attenermi a quanto consigliato dai miei medici. Invito comunque tutti i miei fan a partecipare e a farsi sentire perchè sarà un evento straordinario ed un gesto di vero aiuto per le popolazioni colpite dal terremoto. Possiamo ricordare d’altra parte l’ultima apparizione nel mercato discografico di Laura Pausini con l’album “Inedito”, uscito l’11 Novembre 2011, che oltre ad aver riscontrato un eccezionale successo, è stato anche seguito da “Inedito World Tour” nel quale la cantante romagnola è stata accompagnata da vari artisti di grosso calibro, tra cui Ivano Fossati Ora Laura è impegnata a fare la mamma: l'8 Febbraio,infatti, è nata Paola, unione fra Paolo e Laura. Erika Scarpelli e Nicole Pistis .


Li avete votati senza sapere chi fossero veramente. Non siete curiosi di conoscerli un po’ meglio?! Parliamo ovviamente dei nostri rappresentanti che, prestandosi a questa intervista, hanno deciso di mettersi a nudo per voi. Saranno all’altezza delle vostre aspettative?

Ti aspettavi veramente di diventare rappresentante di istituto? SARA: beh.. un po’. ANDREA: si penso di si. S apresti dirmi uno dei motivi principali per cui ti sei candidato/a? SARA: perché mi piace prendere decisioni e non mi piace quando sono gli altri a prenderle per me. ANDREA: Innanzitutto perché avevo delle idee per cambiare determinate realtà, per esempio il comitato studentesco. Credo che non si dava molto spazio ai rappresentanti di classe, cosa che invece io e Sara stiamo facendo. Credi che rappresentare gli studenti di un liceo sia una passeggiata? SARA: credo che portare a spasso Teodora -il mio cane- lo sia. Sorbire i “cazziatoni” della preside, le lamentele dei prof e quanto’altro non sia per niente una passeggiata invece. ANDREA: no, pensavo che fosse molto più facile. E’ un impegno che ti prende a 360° anche durante le ore di lezione, infatti spesso ho saltato le spiegazioni. Cosa ne pensi dell’ altro rappresentante? SARA: penso che da quando si è innamorato, ha perso il suo “spirto guerrier”, in poche parole ha perso la ciocca. ANDREA: penso che io e Sara siamo due persone completamente diverse. Non andiamo d’accordo quasi su niente e ci confrontiamo spesso e litighiamo, ma alla fine ci vogliamo bene. S e ora ti venisse data la possibilità di cedere il posto a qualcun altro, lo faresti? E perché? SARA: no, non lo farei. Si potrebbe cedere nel momento in cui ritieni che questo “ruolo” non sia adatto a te, però io mi sento abbastanza adeguata. Penso che soltanto nel momento in cui magari, che so, mi si tagliasse la lingua dovrei lasciar perdere. Perché alla fine è quello che bisogna fare: parlare, parlare. Nel caso in cui succedesse qualcosa che mi faccia pensare di non essere più in grado di farlo magari lascerei. Adesso come adesso direi di no, però… ANDREA: beh non lo so. Non lo farei perché comunque le persone che hanno votato, hanno votato me e quindi hanno fiducia in me, non in un’altra persona.


Progetti futuri per le assemblee? SARA: a Marzo sicuramente faremo due assemblee. Come ho già detto durante il comitato studentesco, bisognerà organizzare le assemblee in seminari dal momento che non abbiamo spazi disponibili per riunirci tutti e quattrocento insieme. Sicuramente verranno invitate delle persone esterne, degli esperti. Ad Aprile invece ci sarà il memorial. E poi vediamo anche i suggerimenti. ANDREA: si, mi piacerebbe ospitare persone come un magistrato o un prefetto , insomma persone che possano parlare di temi all’ordine del giorno, dei temi attuali che ci mettono di fronte alla nuda e cruda verità. E poi ho un progetto particolare che rimane tra me e me… Pensi che come rappresentante potresti dare e fare di più? SARA: Vorrei tanto dare di più, anche se penso di dare già tanto. Ovviamente il malcontento c’è come è giusto che sia, magari ci sarebbe stato lo stesso. Io mi impegno tanto, poi quello che do, do. ANDREA: si sicuramente potrei dare di più. Purtroppo la scuola già impegna molto e inoltre faccio anche altre attività. Certamente se fossi stato più libero avrei potuto fare di più. Fai un saluto a tutti i liceali e non! ! ! SARA: ave!!!!!!!! ANDREA: saluto tutti quelli che mi hanno votato, che hanno avuto fiducia in me, tutti coloro che hanno partecipato alle attività scolastiche, come per esempio all’autogestione e in modo attivo a tutte le assemblee poiché non lo fanno come perdita di tempo e come me pensano che l’assemblea sia un momento costruttivo, dove si impara ad imparare a studiare senza un libro. E saluto anche i lettori esterni che ci seguono con affetto. Jessica Raso, Arianna Pennacchia

L'angolo della cucina: Gli S truffoli Ingredienti: 4 uova 2 hg di zucchero 1 bicchiere di olio Farina ½ bustina di lievito Limone Olio per frittura Preparazione: Sbattere in una ciotola le uova con lo zucchero; aggiungere l’olio, il lievito, il limone e infine la farina mescolando il tutto. Scaldare l’olio in una pentola e immergere l’impasto con l’aiuto di un cucchiaino. Buon appetito! Arianna Pennacchia

Il proverbio ieri&oggi Se ci fermassimo a riflettere su come ci comportiamo e su come agiamo, ci accorgeremmo di avere gli stessi atteggiamenti dei nostri parenti, genitori e soprattutto della nostra mamma sia nel bene, fortunatamente,che nel male, purtroppo. Ciò vale per noi stessi quanto per gli altri e quindi se nel corso di una discussione capiterete in questa situazione,abbiamo un proverbio per voi:

" Attacca la crapa alla vigna chell ca fa la mamma fa pur la figlia! ! " Traduzione: "Così come attacchi la capra alla vigna quello che fa la mamma farà anche la figlia" Giorgia Pace


“LA LOTTA E’ DURA MA NON CI FA PAURA”… . dicevano!

Contro tutti e contro tutto, il Liceo Martino Filetico si è dichiarato in autogestione. Una buona parte della scuola ha deciso di far sentire la propria voce per cercare di raggiungere un progetto comune. E’ evidente che le istituzioni scolastiche in Italia stiano perdendo il loro obiettivo principale , cioè garantire strutture e personale qualificato in grado di fornire basi solide per un inevitabile futuro. Perdita che naturalmente si ripercuote anche sulla nostra piccola realtà. La mancanza di fondi per i corsi di recupero, la sospensione dei progetti extracurriculari pomeridiani, l’inagibilità della palestra , non vi sembrano motivazioni abbastanza valide? Il fatto che sia servita o meno è certo discutibile, ma possiamo dire di averci provato, di non esserci tirati indietro e di aver avuto quel coraggio necessario nel momento in cui, entrati in classe la mattina, abbiamo risposto: “ sì, ci dichiariamo in autogestione!”. E’ stata una settimana impegnativa dove chi più chi meno si è dato da fare con lo scopo di creare qualcosa che certamente rimarrà nella storia della scuola. La grande difficoltà è stata senza dubbio l’organizzazione. Non avendo a completa disposizione spazi idonei, abbiamo cercato di autogestirci nel modo migliore possibile, prendendo a fine giornata buste nere e quant’altro per sistemare e organizzare la mattinata successiva. Con grande sorpresa a partecipare sono stati i ragazzi del ginnasio nonostante fossero stati messi in guardia e forse anche un po’ spaventati dai professori. Tutti i laboratori sono stati seguiti con interesse e con impegno, ma andiamo con ordine!

B E C A U S E L A V I A I S A L WA Y S L A V I A ! A GREAT S HOW , B Y A PUB LIC THEATRE.

The curtain opens, another one glimpses , behind this… figures in the shadows, a death-bed, and a man crying. A narrator, out of range, starts. It is in this atmosphere that the staging by Gabriele Lavia opens. Lavia is back to the Teatro Argentina ,(this time as artistic director, after the success of the last season), performing "Tutto per bene", by the Sicilian playwright Pirandello. Unjustly considered to be one of the minor plays of the playwright, Lavia brings “Tutto per bene” to the fore with his new turnèe, which has already sold out. The well-known actor, in the dual role of director and performer, does not disappoint this time either. The Comedy is staged from January 16th 2013 to 27th .“Tutto per bene” is the drama of a man who discovers that he has lived a life different from what he believed to be. "A Parable of a bitter existence at the mercy of a hypocritical and false society: a mask among other masks dancing a cruel ballet, in paradoxical way that men enact, deluding

Il club del libro è stato un laboratorio voluto fortemente dal desiderio di studenti che ogni giorno erano pronti a prendere la loro sediolina e a metterla al centro dell’aula per leggere e discutere di alcuni fra i libri più belli e più conosciuti; grande successo ha avuto il laboratorio di “arte creativa” dove la musica e il disegno hanno trovato sfogo in ragazzi che non avevano la minima idea di come si prendesse una matita o di come si accordasse una chitarra. Tanti hanno preferito lanciarsi in confronti molto più accesi, occupandosi di politica e di attualità e mettendo in gioco le proprie opinioni; altri hanno voluto mettere a disposizione di tutti conoscenze cinematografiche e un cineforum di tutto rispetto che ha riscosso grande attenzione. Ogni giorno è stato dedicato ad un tema diverso: dalla solitudine, all’amore a ‘ è Natale anche qui’. Gli ostacoli sono stati tanti e per un’intera settimana si è sentita molto la mancanza di una spalla più grande su cui potersi appoggiare, inoltre sapevamo fin dall’inizio che la nostra scelta avrebbe determinato il voto di condotta finale. I primi segnali di una piccola rivoluzione c’erano stati già con la manifestazione studentesca del 17 novembre, erano in centinaia gli studenti che avevano attraversato a piedi il capoluogo ciociaro. Questo perché c’è un grande animo rivoluzionario negli studenti che ogni giorno si trovano a veder crollare le proprie certezze e i sogni di un domani sicuro. L’autogestione è stata solo un modo per gridare questi nostri diritti: non possiamo non scendere in campo per la nostra Italia che si sta dissolvendo progressivamente. La voce,dunque, è giusto che parta in primis da noi, che siamo una generazione intelligente e tanto capace di dare una svolta al mondo che ci circonda, perché animati da uno ‘spirto guerrier‘ in grado di affrontare le situazioni più complicate. Martina Fontana

Lavia treats this play as a text of modernity (Pirandello wrote the drama in the 1920s). There are discrete digressions: the northern climate, (thunders give rhythm to the scene), some slow motion in reverse like Kantor’s theatre, and the addition of the vision of the dancing ghost of his wife (perfomed by the dancer Alessandra Cristiani). The wise direction of Lavia shows a new Pirandello and expresses his moral: "who understand the “game”, can no longer deceive himself; but who can no longer deceive, can not take neither taste nor pleasure to life. That it is! The audience, as the actors, is aware of the fact that the truth will never be known. It is worth to note, also, the skilful work done by Andrea Viotti for the costumes and Alessandro Camera, for the scenes. Besides, our accurate eye has noted a clear reference to Neoplasticism, (the enormous windows framed by perfect lines, as those of Piet Mondrian and Theo Doesburg). Therefore a Masterpiece! APPLAUSE! Virginia Miele


DUB B I DA MATRICOLA

Ciao Martino, ti scrivo in forma anonima perché sono un ragazzo che frequenta il primo anno di questo liceo e sono ancora un po’ timido, mi servirà tempo per diventare sicuro di me così come lo sono i ragazzi che frequentano già il quarto e quinto anno. Volevo innanzi tutto fare i complimenti per il giornalino : è veramente ben fatto ed ha tratti anche divertenti specialmente nella sezione “Martinu me”. Ma veniamo allo “sputa il ro s p o ”. . ec c o io ho p artec ip ato

CONS IGLI DI LETTURA

Ciao Martino, sono una ragazza del secondo anno del liceo classico, amo molto leggere ed è per questo che il giornalino della scuola non mi è passato inosservato. Devo confessarti che sono rimasta molto attratta dalla sezione “S crittura creativa” perciò ti chiedo: come posso farne parte anche io?Inoltre, che libro potresti consigliarmi? Ps: leggo romanzi. Aspetto al più presto una tua risposta. Principessa di maggio 9 . 7 Ciao Principessa di maggio 9.7, ringraziamo anche te per averci scritto. Se veramente sei interessata a far parte della nostra redazione, basta rivolgerti alla rappresentante d’istituto nonché caporedattrice del giornalino Sara Mariani, che ti spiegherà tutto. Per quanto riguarda il libro, sei capitata nel momento giusto poiché in classe abbiamo da poco finito di leggere i vari romanzi di Jane Austen, famosa scrittrice inglese della seconda metà del '700. Ti consigliamo dunque di cominciare a leggere uno dei suoi capolavori: Emma Ragione e Sentimento ( Sense and Sensibility) Orgoglio e pregiudizio ( Pride and Prejudice) Persuasione (Persuation) L’abazia di Northanger ( Northanger Abbey) Mansfield Park.

all’ assemblea del 5 dicembre scorso ma non credo di aver capito molto (tranne che la preside si è un po’ arrabbiata) cioè volevo capire… ma che cosa è l’ autogestione? E soprattutto perché si vorrebbe fare? A me sembra che vada tutto bene così. Aspetto un a tua risposta. C uc c i o l o 9 8 Ciao cucciolo98, prima di tutto ti ringraziamo per averci scritto e poi volevamo rispondere alla tua domanda:L’autogestione è un processo che ha una storia molto lunga, nasce agli inizi degli anni '70 da un movimento creato dagli studenti. Questo movimento nacque per garantire il diritto di parola agli studenti, fino ad allora considerati solo come semplici ingranaggi di una catena di montaggio. è in quel periodo, infatti, che è sorta l’esigenza di superare i limiti della vecchia scuola di Stato. Le istituzioni scolastiche nascono da questo movimento ormai lontano negli anni, che però ci ha lasciato in eredità il diritto di esprimere ed esercitare il nostro pensiero e le nostre esigenze all’interno dell’ambito istituzionale della scuola stessa. Grazie alla lotta di questo movimento, oggi la vita scolastica presenta vantaggi considerevoli; tuttavia si ritiene che l’autogestione sia ancora un mezzo di protesta importante da mantenere. Come hai ben visto, questo tipo di protesta studentesca, è stata attuata anche nella nostra scuola dal 17 al 22 Dicembre. Nelle varie giornate, alcune delle nostre aule sono state trasformate in laboratori cinematografici, di attualità, di musica e di fotografia e Club del libro, che trattavano i seguenti temi: Lunedì: Amore Martedì: la solitudine Mercoledì: la guerra Giovedì: Fantasy Venerdì: i ragazzi sono in giro Sabato: è natale anche qui. In realtà questo movimento non è passato inosservato agli occhi della preside e dei docenti; infatti proprio perché è considerato come una azione illegale, per gli studenti che anche per un solo giorno ne hanno preso parte, sono stati attuati provvedimenti disciplinari in riguardo al voto di condotta. Speriamo con questa risposta di aver soddisfatto al meglio i tuoi interrogativi, se avrai ulteriori domande, non esitare a scriverci.


Nome: S tephan Cognome: El S haarawy Età: 20 Ruolo: Attaccante esterno sinistro S egni particolari: cresta E’ la cresta più famosa d’Italia. I suoi numeri sono da capogiro 18 presenze e 14 gol in campionato, ai quali si vanno ad aggiungere altri 3 tra Champions e amichevoli con la nazionale. Sembrava tutto un gioco, adesso invece gioca con il club più titolato al mondo. E’ cresciuto nel vivaio del Legino (Savona) per poi giocare nelle giovanili del Genoa. A soli 16 anni e pochi mesi esordì in serie A. Andò in prestito al Padova, la guidò fino alla finale di promozione dove si arrese solo al Novara. Ecco la svolta. Entra nei piani del Milan. Promosso con un discreto “60” alla maturità, quell’estate, viene definito il suo passaggio in comproprietà dal Genoa al Milan, in cambio della metà del cartellino di Alexander Merkel più una somma pari a 7 milioni di euro circa. Il trasferimento in una grande squadra per qualcuno può essere fatale, specialmente per chi ha compiuto da poco diciotto anni. Invece per Stephan sembra tutto normale, sembrache abbia già vissuto quello che sta vivendo. Il suo esordio in maglia rossonera è avvenuto contro il Napoli, al San Paolo. Di lì a poco il suo primo gol. Turno infrasettimanale contro l’Udinese a San Siro. Il Milan comincia male, va subito sotto con il

Il Conte alla rovescia è finito!

risultato, per fortuna dei tifosi del Milan c’è El Shaarawy che con un destro a fil di palo fulmina Handanovic. La curva sud esplode. Da quella sera, da quel tiro che lo ha sbloccato potrebbe nascere o meglio, potrebbe essere nato un fenomeno di cui l’Italia può andare assolutamente fiera. Quell’anno esordì anche in Champions con l’Arsenal. La fine di quella stagione viene ricordata per gli addii dei senatori e non per il prolungamento del contratto che lo lega alla società rossonera fino al 2017. Partono Seedorf, Gattuso, Nesta, Thiago Silva, Ibra. La società decide di ripartire con lui, il piccolo faraone che a vent'anni si ritrova tutto il Milan sul groppone, ma a lui non pesa, anzi lo stimola ancor di più. Si dice sempre che il lavoro paga, questo ragazzo ne è la prova. Ripaga la società con una prima metà di campionato spaventosa. Al mondo di ventenni come lui ce ne sono pochi e tutti vogliono vederlo l’anno prossimo a Rio con addosso quella maglia azzurra, un sogno di tutti. Gianluca Paris

l'arrivo di Conte sulla panchina bianconera lo scorso anno non è certo passata inosservata, visto i risultati. Non sarebbe errato oggi ritenere Dopo 4 mesi, Antonio Conte è pronto a riprendersi la panchina, la sua che la vera medicina della Juventus a partire dalla scorsa stagione sia panchina. I giocatori, lo staff tecnico, la dirigenza lo accolgono a stata proprio l'allenatore, e a parlare sono i numeri, non le braccia aperte, da vincitore se così si può definire, non a caso dopo chiacchiere. C'è chi sostiene l'idea che la mancanza delle Coppe lo scorso anno abbia favorito i bianconeri nella corsa per lo scudetto, ma anni bui ed interminabili come quelli passati, viste le competizioni in cui il club è impegnato nella stagione corrente, la musica non è affatto cambiata: la Juve di Conte è ai vertici della classifica e agli ottavi di Champions League. Tutti sono consapevoli però, dirigenza compresa, che questa lunga assenza nei match abbia rafforzato lo spirito dei giocatori, ma sono altrettanto consapevoli che, con il ritorno di Conte, la Juve ritrova un fuoriclasse. L'ultima apparizione del tecnico leccese risale al 1 agosto nell'amichevole pareggiata contro lo Sporting Lisbona, da lì tribune, skybox e rabbia, tanta rabbia. Ma ora che la lunga ed interminabile attesa è giunta al capolinea, come sottolinea il dirigente Pavel Nedved, la festa in campo è finita. Alessandro Zeppieri


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.