Opening_07 GIUGNO 2014

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OPENING Liceo Artistico Ciardo Pellegrino • Lecce

pagine d’arte_07 periodico d’informazione giugno 2014

La scuola e il territorio l’educazione diventa una sfida globale

Tiziana Paola Rucco dirigente scolastica

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uale ruolo è chiamata a svolgere oggi la scuola in un mondo globalizzato, interconnesso, virtualmente senza frontiere? L’informazione è rapida e largamente accessibile, la quantità di dati trasmessi è enorme, ma questo di per sé assicura una migliore qualità della conoscenza? La scuola si confronta con un mondo diverso rispetto a poche decine di anni fa, ed in continua e rapida trasformazione, dove il sapere passa attraverso molteplici canali, che utilizzano principalmente le nuove tecnologie; ma spesso il bombardamento dei media o i collegamenti della rete non realizzano una comunicazione chiara, efficace, di buon livello. La scuola rappresenta ancora luogo di costruzione della conoscenza, in quanto assolve il compito di fornire ai giovani in formazione gli strumenti per governare la conoscenza, ovvero per costruire e sviluppare i processi di apprendimento, le capacità critiche, le abilità professionali, le competenze di cittadinanza. In questo senso la scuola si pone come “sistema aperto” che, pur restando sede privilegiata di sviluppo dei processi di apprendimento, interagisce con gli altri soggetti del territorio e più genericamente del sociale (istituzioni, università, associazioni, altre agenzie culturali, la stessa ‘rete’) per creare un sistema formativo integrato capace di investire sui giovani, in cui l’istruzione informale contribuisce al successo dell’istruzione formale nell’ottica attuale di un’istruzione globale inclusiva. Nel documento del Consiglio d’Europa sull’apprendimento per la nostra società globale, le “Linee guida per l’educazione globale” del 2008, , viene definita appunto

educazione globale la prospettiva educativa che emerge dal fatto che oggi la gente vive e interagisce in un mondo sempre più globalizzato. Nel campo dell’educazione

diventa, quindi, cruciale dare a chi apprende l’opportunità e le competenze per riflettere e condividere il proprio punto di vista e il proprio ruolo all’interno di una

società globale interconnessa, così come per capire e discutere relazioni complesse che riguardano questioni sociali, ecologiche, politiche ed economiche comuni, in modo da poterne trarre nuovi modi di pensare ed agire. Riguardo ai contesti di apprendimento e alle metodologie, nello stesso documento si fa riferimento a pratiche collaborative ed esperienziali, ovvero alle forme di apprendimento “sociale” e “attraverso l’esperienza”, il learning by doing, prassi didattica che nella nostra scuola, per la sua peculiarità di liceo artistico, ha radici profonde e consolidate, e che sta connotando fortemente la progettualità soprattutto in questi ultimi anni scolastici. Numerosissime sono le attività implementate nel nostro percorso formativo curricolare: esperienze di stage, soggiorni linguistici all’estero, visite guidate e viaggi di istruzione presso musei ed esposizioni artistiche nazionali ed europee, allestimenti di mostre di arti figurative e di architettura presso spazi espositivi cittadini su tematiche inerenti il territorio, allestimenti scenografici, produzioni audiovisive e grafiche, partecipazione a concorsi artistici nazionali, progettazioni nel design. La nostra scuola quindi non risponde a domande e bisogni generici, ma dialoga con il territorio per contribuire allo sviluppo della comunità, dotandosi di capacità progettuale di lungo respiro, condivisa e sostenuta dagli altri attori del territorio, in particolare famiglie ed istituzioni, ed avendo come finalità educativa quella di formare persone capaci di svolgere un ruolo attivo e propositivo all’interno di una società globale. Illustrazione di Nicholas Dima IVC Grafica

La città, il mare, la storia

percorsi di formazione tra poesia e realtà Marinile Giannandrea docente di Storia dell’Arte

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nsegnare in un Liceo Artistico spinge a interrogarsi su che cosa significhi difendere l’essere umano come homo poeticus e homo politicus, perché formare i futuri “costruttori di mondi immaginari” non può prescindere dalla consapevolezza che essi saranno attori consapevoli della realtà con le sue molteplici e complesse criticità. I nostri studenti sono i protagonisti di quella società “liquida”, che il filosofo

polacco Zygmunt Bauman descrive segnata da caratteri e strutture che si vanno decomponendo e ricomponendo rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile. Ed è per questo che nel percorso formativo degli ultimi anni si sono voluti rafforzare i legami con il territorio, analizzato oltre gli stereotipi visivi e folkloristici, inteso come un bacino di storie, di potenzialità ambientali e sociali che costituiscono lo spazio concreto per esprimere la dimensione immaginaria e poetica insieme ad una responsabile pratica operativa.

I progetti interistituzionali si sono concentrati sull’educazione alle proprie responsabilità individuali e collettive, sulla città come luogo privilegiato delle visioni architettoniche, spazio di riflessione antropologica, luogo (forse utopico) dove potere ridisegnare la qualità della vita e della socialità degli individui. La formazione all’ambiente ha avuto come oggetto privilegiato il Mediterraneo, il mare che abbraccia questa nostra terra. Conoscere il “mare nostrum” significa essere consapevoli della sua storia ma anche indagare i segreti biologici della fauna e della flora

marine che nelle opere pittoriche, tinte di azzurro, diventano un nuovo “bestiario”, in cui fantasia e immaginazione si pongono al servizio della pratica scientifica. Sui libri la storia è in genere quella raccontata dai “vincitori” noi abbiamo preferito quella minore, degli artisti ignorati o dimenticati ¬ come Edoardo De Candia ed Ezechiele Leandro – perché la poesia e l’arte si vanno ad infilare dentro le vite “ai margini”, dentro quelle visioni divergenti e incomprese che forse sono la vera chiave di salvezza per il nostro futuro.


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Una candidatura europea le nostre proposte e i progetti per Lecce 2019 Gabriele De Luca IV E Architettura e Ambiente

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a “Capitale Europea della Cultura” è una città designata dall’Unione Europea, che per un anno ha la possibilità di mettere in mostra il proprio sviluppo culturale. Diverse città europee hanno sfruttato questa occasione per trasformare completamente la loro visibilità internazionale. Lecce è rientrata nella lista dei candidati per il 2019. Per farne un luogo all’altezza dell’evento, il primo passo è quello della riprogettazione di Piazza Sant’Oronzo, ovvero il cuore della città. Se ne sono occupate otto classi (circa 150 studenti del nostro Liceo) guidati da un gruppo docenti: Sergio Ventura (coordinatore del progetto) Oronzo Spedicati, Marcello Rolli, Antonio Calò, Edoardo Colaci, Piero Nicotra, Vincenzo De Giorgi, Angela Padous, Dario Patrocinio, Franca Rizzo, Pina Sistenti, Rodolfo Stigliano e Rossella Vilei. Le sezioni coinvolte sono: Architettura e Ambiente, Arti Figurative, Scenografia, Design e Grafica. Il progetto ha per titolo: Una scuola in … piazza. Idee per ripensare piazza Sant’Oronzo a Lecce”. Il percorso ha previsto anche la realizzazione di un padiglione polifunzionale con la funzione di Centro convegni, da punto ristoro e da centro informativo, per offrire una gamma di servizi a tutti i visitatori che arrivano dalle varie città europee. Per la realizzazione di questo padiglione, gli studenti hanno osservato la piazza e studiato la sua storia. Piazza Sant’Oronzo è il risultato delle stratificazioni edilizie dal periodo romano, sino agli anni Sessanta. La piazza era lo spazio ammini-

strativo della Lecce romana, nel Medioevo era chiamata “dei Mercadanti” per la presenze delle botteghe e solo nel 1656 fu intitolata al nuovo Santo protettore della città, Sant’Oronzo. Per la progettazione del padiglione ci si è ispirati agli archistar internazionali. Per non invadere lo spazio urbano il padiglione è stato pensato come una struttura mobile, leggera, in acciaio e vetro, anche legno e canne di bambù, per far entrare la natura nell’abitato e deve essere riutilizzabile per evitare gli sprechi

come quelli che si sono verificati a Torino, con le mega-strutture olimpioniche abbandonate. I diversi progetti per piazza Sant’Oronzo sono stati presentati al Must di Lecce il 21 maggio. Contengono varie provocazioni, come quella di coprire del tutto l’Anfiteatro per tornare alla situazione pre-fascista, oppure quella di coprirne solo una parte per ottenere una piazza che abbia maggiore libertà di percorrimento e una migliore interazione con l’anfiteatro stesso e con la

Chiesa seicentesca di Santa Maria delle Grazie. La piazza potrebbe ospitare anche diverse installazioni, concettualmente legate alle Città Invisibili di Italo Calvino, ma anche passerelle, maxischermi e luminarie che potrebbero contribuire ad enfatizzare il nuovo volto scenografico al cuore della città. Durante il percorso sono stati organizzati diversi incontri con architetti e docenti, che hanno messo nelle mani e “nella testa” di noi studenti, concetti e idee. Abbiamo accolto con stupore e orgoglio questa sfida, impegnandoci al massimo e speriamo che le nostre proposte possano essere un contributo originale per Lecce 2019 e una prospettiva per lo sviluppo della città futura.

In alto progetto di Matteo Costantini IVE AA Sopra progetto di Antonio Caiulo e Paolo Carratta VA AR A sinistra progetto di Chiara Zocco IVB AA Docenti responsabili: Edoardo Colaci, Marcello Rolli, Oronzo Spedicati, Rodolfo Stigliano, Sergio Ventura

Le città possono essere accessibili i laboratori di idee per discutere di utopie Raffaele Sergi IV E Architettura e Ambiente

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ella short-list delle città candidate al titolo di capitale europea della Cultura per il 2019 compare Lecce. I responsabili hanno invitato diverse scuole della provincia, tra cui il nostro liceo, a contribuire con un laboratorio di idee partecipate. La questione non riguarda soltanto il popoloso universo di studenti, insegnanti e politici, ma riguarda l’intera comunità cittadina poiché è direttamente coinvolta in questo progetto. Una serie di esperti sono intervenuti a più riprese in una serie di incontri stimolando idee, proposte e confronto. Il tema principale è stato quello della “Città utopica”, il progetto di una comunità ideale che non esiste in nessun luogo. La prima utopia nella storia è quella di Platone e si presentava come una realtà organica. Nel corso del tempo il concetto di Città utopica muta con Tom-

maso Campanella, con Bacone e ’ Illuminismo con il principio di uguaglianza fino ad arrivare al concetto moderno di Città modello, luogo inesistente, ma di cui è auspicabile l’attuazione. Oggi la città ideale è anche uno spazio accessibile a tutti e soprattutto ai diversamente abili poiché si possano sentire parte integrante della comunità. Proprio il tema dell’accessibilità è stato uno degli argomenti più

dibattuti durante i nostri incontri, ma da questo punto di vista è necessario che anche il sistema amministrativo s’impegni per eliminare ogni barriera. Ed è ancora più importante la disponibilità e l’impegno di tutti noi a rispettare gli spazi e i luoghi, solo così una città accessibile non sarà solo un’utopia. Abbiamo cercato di coniugare la nostra passione per l’arte con l’impegno alla cura, al rispetto degli

spazi urbani e l’esperienza ci ha fatto capire come sia fondamentale che la scuola partecipi attivamente a queste iniziative perché contribuiscono a creare un dialogo tra la società di oggi e quella che verrà, quella delle nuove generazioni, quella di cui noi studenti saremo protagonisti. In alto Airan Berg, direttore artistico di Lecce 2019 A sinistra i progetti di Aldo Spedicato IVEAA e Magda Boccadamo IVE SC


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Un mondo immerso tra arte e scienza il progetto dedicato al mare con l’Università e Lega Navale Alessia Fallica, Matteo Franco II A

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ra le proposte del Piano dell’Offerta Formativa della nostra scuola, il progetto Mediterraneo cultura da riscoprire è stato realizzato dagli studenti della sezione Arti Figurative per ampliare la conoscenza del nostro mare. Il percorso, sviluppato in collaborazione con la Lega Navale della Puglia e il Dipartimento di Biologia Marina dell’l’Università del Salento, ha come obiettivo la conoscenza, la tutela, la salvaguardia, la responsabilità e il rispetto dell’ambiente. Durante l’incontro con il professore di Biologia Marina dell’Università degli Studi del Salento, Ferdinando Boero, abbiamo appreso che la ricchezza del Mediterraneo è tale che persino la pietra leccese, utilizzata per costruire gli edifici dei nostri centri storici, proviene dai fondali marini. “Castelli di sabbia” li chiama Boero la cui friabilità è dovuta dalla fossilizzazione di microrganismi cellulari provenienti dal mare. I “tesori” del Mediterraneo sono stati illustrati anche dall’ingegnere Andrea Retucci, delegato

regionale della Lega Navale della Puglia, e dall’artista Alberto Gennari, curatore delle illustrazioni dedicate alle specie marine nella rivista “Focus”. Tutti gli esperti hanno stimolato la volontà e l’entusiasmo di conoscere le specie che popolano il Mediterraneo e di rappresentarle secondo la la nostra creatività. Gli elaborati, corredati da schede didattiche, si prongono di far conoscere e valorizzare il mare e la sua natura. Saranno esposti in alcuni spazi del centro storico di Lecce, a Porto Cesareo e a Gallipoli in occasione del Campionato Mondiale Formula

Windsurfing 2014.Con questa attività è maturata l’idea che l’arte, quando entra in relazione con la conoscenza della natura e con la scienza, può essere un efficace strumento per comprendere meglio gli aspetti della nostra realtà e talvolta anche contribuire a modificarla e a migliorarla.

In alto fase realizzazione degli elaborati lavoro di Lorenzo Sparascio IIIC AF In basso a sinistra Ferdinando Boero, Alberto Gennari dialogano con gli studenti A destra particolari dei lavori di Silvia Greco IIIC AF Guendalina Rollo I A foto di Enzo De Giorgi Docenti responsabili: Enzo De Giorgi, Paola Pascariello, Nicola Refolo, Carmelo Tau

Biologia, archeologia e sport

un itinerario triennale per il Mediterraneo Paola Pascariello docente di storia dell’Arte

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l progetto nasce dall’amore per il nostro territorio, penisola circondata dal mare. Mare inteso come spazio di scambio tra culture differenti. Il “Mare Nostrum”, che ha sempre affascinato per i miti, per la storia di popoli antichi come i Messapi, i Greci, i Latini fino a toccare eventi contemporanei di immigrazione di popoli in cerca di accoglienza, è un instancabile ispiratore di scrittori ed artisti. Data la vastità degli aspetti culturali che il progetto presenta, si è organizzato il percorso didattico con l’obiettivo di far ri-scoprire agli alunni il Mediterraneo attraverso il filtro dell’arte, della biologia dell’archeologia marina e dello sport . Si parte dunque dai saperi e dalla sensi-

bilizzazione degli alunni alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio . La Biologia Marina è il tema scelto nel corso dell’anno scolastico; gli alunni di diverse classi selezionati su criteri di capacità, abilità e competenza hanno scelto, con i prof. Nicola Refolo, Carmelo Fiorentino Tau e Enzo De Giorgi, alcune specie marine del Mediterraneo per elaborarle in prodotti artistici secondo il loro estro creativo. Dai dialoghi gli studenti hanno

acquisito consapevolezza che l’ Arte si manifesta soprattutto con l’ esplorazione e la conoscenza della realtà in modo intuitivo. L’Arte è un’indagine sul mondo e investe sia la percezione del reale, sia il suo rifiuto attraverso l’uso di tecnologie nuove o tradizionali. Nei prossimi step si approfondiranno gli aspetti di natura storico-archeologica e la conoscenza di tutti gli sport che si praticano in mare. Le attività potranno offrire ai ragazzi l’opportunità di lavoro concreto sul campo, renderà possibile l’allestimento delle loro opere in ambienti espositivi e contribuirà a rafforzare il senso di responsabilità e di difesa del mare che porterà inevitabilmente ad una conoscenza ambientale per la tutela del paesaggio, che sarà sentito come proprio e perciò degno di essere custodito e salvaguardato.

in basso Trofeo realizzato per la competizione “2014 Formula Windsurfing World Championship” che si terrà a Gallipoli dal 30 giugno al 05 luglio, dagli allievi della VG Scultura: Protopapa e Zocco e Manunza IF guidati dal prof. Giovanni Scupola


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Carte dipinte con la solitudine

il laboratorio teatrale dedicato a Edoardo De Candia

Marcello Rolli docente di Architettura e Scenografia

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i arricchisce di un’altra importante esperienza il percorso del Laboratorio Teatrale attivato nella nostra scuola. Dopo le esperienze di elaborazione del testo, drammatizzazione, costruzione dello spazio scenico, attivate negli anni scorsi, che hanno prodotto lavori quali Spoon River, Ubu Re, Antigone, quest’anno è stato affrontato un tema legato profondamente alla realtà artistica del nostro territorio. Un lavoro complesso, indefinito, ma suggestivo e stimolante. Il Laboratorio, fortemente voluto dal Dirigente Scolasti-

co, Tiziana Paola Rucco, realizzato con le risorse del PON C1 e denominato Lo spazio scenografico è stato guidato dal regista Vincenzo Toma, con il supporto dei docenti interni Marcello Rolli e Antonio Ferrante e la produzione musicale curata dal prof. Luigi Botrugno e coordinata dal professore Luigi Bubbico del Conservatorio di Lecce. Il progetto ha rappresentato per i nostri studenti, l’occasione per riflettere sul rapporto tra arte e marginalità, tra creatività ed esclusione, tra omologazione culturale e trasgressione. La figura, intorno alla quale sono state imbastite queste riflessioni e gli spunti drammaturgici, è quella di Edoardo De Candia, scomparso nel 1992, tra gli artisti leccesi il più talentuoso e sovvertitore degli schemi. Un “Cavaliere senza terra” è stato definito; con la sua opera tra l’informale e il materico, la sua arte come espressione corporea, il segno istintivo e inquieto, la sua esistenza malata chiusa in un corpo maestoso, la faccia sdentata, l’andamento maldestro dell’uomo libero che di-

pingeva, nudo, i suoi quadri. Segni folli alimentati dall’alcool, dagli elettroshock, dai sedativi e dalle docce fredde. Edoardo De Candia, per la comunità leccese, era un pazzo visionario che percorreva, ogni giorni, a piedi, la strada per il mare, nel lungo tratto che separa Lecce da San Cataldo. Dipingeva qualche marina, le prime cabine sulla spiaggia, le donne, scoperte e prosperose, e poi si gettava in acqua, nudo, «Perché mi sento libero e fresco, naturale, a contatto diretto col sole e col mare. Le pezze me dannu fastidiu». Inseguendo il vento, i gabbiani. Queste storie, lette ad alta voce, ascoltate per la prima volta dai nostri studenti, raccontate da chi ha ancora il ricordo di Edoardo, hanno cominciato a delineare i contorni di un lavoro corale, fatto di atmosfere, di stati d’animo. La scoperta di un’arte intrisa di solitudine, incomprensione, sofferenza, ma anche di leggerezza e gentile ingenuità. Poi, uno spazio scenografico che prende forma: una finestra aperta, un letto piccolo e stretto, ritagli di carta e disegni sparpagliati per terra, la musica del jukebox che si diffonde dalla rotonda sul mare con le luci gialle penzolanti, cullate dallo scirocco. La ricerca di un bacio, senza malizia, solo un bacio. Tutto finisce da dove era cominciato, da un falò di quadri, tele, fogli di carta. Un fuoco che cancella e purifica. Non è più teatro, è la scoperta di un uomo, che attraverso l’arte, voleva raccontare se

stesso. “Non ho amici, io sono solo, sperduto, abbandonato”, diceva Edoardo. Con questo lavoro, i nostri allievi, la nostra scuola, hanno voluto donare ad Edoardo De Candia, un breve soffio di brezza marina, una passeggiata al mare, un tuffo ristoratore. «Carte!/chi vuole carte./ Carte dipinte di giallo,/ di rosso,/ carte di colore blu!/ Vuoi una carta anche tu?/ Ma insomma: Uei cu te la catti?/ dipinte… con… della solitudine,/ della sofferenza,/ carte dolenti…».

Un artista, tra genio e sregolatezza

ricordo di un uomo e delle sue passioni

ce e nel 1969 ancora a Lecce alla Galleria “3A”. Espone poi a Ferrara, ma torna sempre nella sua città con la quale ha un rapporto intenso di amore/odio. Nel 1971 la sua figura assume dimensioni stravaganti, grottesche. Venderà i suoi quadri per strada e nei bar a poco prezzo, per mantenersi o per diventare il De Candia conosciuto da tutti, ricordato ancora oggi solo per il suo essere “diverso” e non per l’originale intensità della sua pennellata e per la bellezza luminosa della sua frenetica e instancabile pittura.

Sara rizzo IV E Scenografia

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doardo de Candia nasce a Lecce nel 1933, muore nella stessa città, tra i pochi amici che lo hanno amato per quello che era, un uomo libero e senza regole. Adorava la natura, le spiagge, le donne, la semplicità delle cose, che possono sembrare futili, e viene riconosciuto da alcuni come il “primo figlio dei fiori” salentino perché viveva in simbiosi con la natura e con il mare. «Un bravo ragazzo» lo definiva suo padre quando era bambino; lavorava la cartapesta, faceva culturismo e frequentava la biblioteca solo che a volte «perdeva troppo tempo, tantissimo tempo a guardare Massari dipingere» (maestro di bottega e padre della sua prima fidanzata). Come molti pittori di quegli anni va a Milano per vivere e trovare lavoro. In realtà qui Edoardo non lavorerà mai, perché troppo amante della vita del “Bar Jamaica”, il mitico ritrovo degli artisti nel cuore di Brera. Qui conosce molti personag-

In alto a sinistra e al centro momenti del laboratorio teatrale foto di Marcello Rolli

gi che diventeranno celebri, come Lucio Fontana, che praticava i suoi primi tagli e che comprerà anche alcuni dei suoi quadri per 10.000 lire. A Milano frequenta una Accademia d’Arte, dalla quale verrà cacciato perché rifiuta ogni regola e si

trasferisce per un breve periodo a Parigi. Ritorna nella sua Lecce, una città troppo borghese, per la sua vita instabile. Iniziano i ricoveri psichiatrici e dopo un lungo e doloroso periodo di cura sembra rialzarsi con due mostre: nel 1965 al Sedile di Lec-

In alto a destra e qui a sinistra due lavori di Edoardo De Candia Topografia di una città, 1987 Amo, 1986 Calendario degli spettacoli: 3 giugno 2014, Teatro Romano di Lecce 7 giugno 2014, San Cataldo di Lecce


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I nuovi orizzonti dell’Arte contemporanea gli studenti al lavoro nei musei salentini Francesca Boccardo IV E Scenografia

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uest’anno si sono svolti due stage formativi destinati agli studenti del Liceo. Il primo per Creart, Network for cities for artistic creation, il progetto europeo promosso dal Comune di Lecce e diretto da Lorenzo Madaro, con l’obiettivo di unire artisti a curatori, attività e luoghi, idee a città, grazie al linguaggio universale dell’arte. Un linguaggio che passa attraverso la pittura, la scultura, l’installazione, il video e la fotografia. Lo stage si è svolto negli spazi “Palazzo Vernazza” di Lecce e ha coinvolto gli studenti per l’allestimento, la comunicazione e le visite guidate della mostra More Real than the Real.

to, denigrato e ignorato». Dall’esperienza vissuta si evince che la mostra “sentimentale” di Leandro non ha lasciato indifferenti gli operatori e i visitatori grazie anche all’attenta distribuzione, delle opere. Infatti, il persorso espositivo si è rivelato particolarmente coinvolgente: Si passava dal primo ambiente, freddo, buio, vuoto, in cui era proposta una video-intervista ambientata nello studio dell’artista, ad uno più intimo, raccolto, quasi familiare, in cui lo spettatore poteva entrare a contatto con le opere di Leandro. Chi ha partecipato ad entrambi i percorsi formativi si è reso conto che, mentre molti degli artisti contemporanei cercano di dare un significato concettuale alle proprie opere, Leandro non si poneva nessuna domanda perché andava alla ricerca di un profondo e intenso mistero.

Scopriamo Leandro costruttore di mondi visionari Nicholas Dima IV C Grafica

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I partecipanti hanno dimostrato un notevole interesse esprimendo giudizi e pareri positivi. C’è chi ha dichiarato che è stata un’occasione d’incontro per riflettere e dialogare sull’arte nonché per sviluppare un pensiero critico autonomo mentre altri hanno rivelato che è stato sorprendente essere immersi nel mondo dei linguaggi contemporanei confrontando le proprie opinioni con quelle dei compagni di scuola. Tutti gli interessati hanno giudicato questa attività come una delle esperienze più belle dell’anno scolastico. Il secondo stage si è svolto nel Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce in una mostra a cura di Lorenzo Madaro e dedicata a Ezechiele Leandro, pittore autodidatta, scultore e poeta. Si tratta di un personaggio in via di rivalutazione, in passato incompreso, soprattutto dai suoi concittadini, come testimoniano le parole, scritte nel febbraio 1981, dallo scultore Nino Rollo: «Leandro ha avuto la sfortuna di operare in un luogo geograficamente dimenticato da ogni volontà politica e lasciato al di fuori per secoli, lontano dagli scambi culturali e restìo, sempre per incapacità e presunzione politica a raccogliere e recepire qualsiasi forma di cultura artistica e non, che non fosse quella ufficiale: ecco perchè è stato quasi da tutti scherni-

zechiele Leandro “è senza sapere di esserlo”, questa è la sua bellezza e ciò che da valore alla sua opera. Un modo di fare spontaneo privo di educazione, ispirato da una vita intensa e frugale, tipica di un uomo figlio di nessuno in una terra ostile a chi mostrava una simile creatività visionaria. È il tipico genio che passa quasi inosservato, la persona giusta nel posto sbagliato. Nasce a Lequile il 10 aprile del 1905 e viene trovato abbandonato in una cesta, e solo a distanza di anni è riconosciuto da Giovanna Ciurlia che non potè comunque attribuirgli il suo nome. Durante l’infanzia frequenta per pochi anni la scuola elementare e lavora come pastore. Parte poi per il servizio militare e al suo ritorno, nel 1933, sposa Francesca Martina e si trasferisce a San Cesario di Lecce, da questo matrimonio nasceranno quattro figli, l’ultimo Angelo, affetto da sindrome di Down. Una difficile condizione economica, accompagnata dalle varie sofferenze, lo costringe ad andare a lavorare all’estero per mantenere la famiglia. Proprio l’esperienza come minatore in Africa ha segnato la personalità artistica di Leandro: venti mesi di lavoro in una realtà “selvaggia” che gli permetterà di entrare a contatto e confrontarsi in modo diretto con la cultura e le tradizioni tribali, stimolando la sua anima e il carattere naïf o meglio “primitivo” (come lui stesso si definiva) che lo contraddistingue. Dopo una successiva esperienza lavorativa in Germania nel 1939 torna in Italia richiamato alle armi presso la Guardia di Finanza a Matera.

Svolge poi diversi lavori manuali come cementista, rottamaio e riparatore di biciclette. Negli stessi anni inizia a San Cesario il suo percorso artistico come scultore dando vita ai suoi primi “mostri-pupi” realizzati con materiali di scarto scatenando le maldicenze dei suoi compaesani che lo considereranno il tipico “pazzo del paese”. Inizia a riempire il suo giardino di queste creature antropomorfe con episodi biblici che fondono una forte spiritualità (ereditata dalla sua esperienza infantile con i frati Francescani) con l’estetica rude tipica dell’ iconografia delle popolazioni indigene africane. Lo definirà il “Santuario della Pazienza”. Subito dopo sperimenta la pittura con la stessa semplicità e libertà di un bambino. Riesce ad ottenere l’attenzione di qualche quotidiano, delle TV locali e di piccole gallerie, arrivando ad esporre persino all’estero. Nonostante questo, non è accettato dagli abitanti di San Cesario a tal punto che è costretto ad erigere un muro per proteggere dai continui attacchi vandalici le sue opere “maledette”. Ezechiele naturalmente non si scoraggia mai: «Perché io faccio quello che loro non sanno fare. Ma non potranno distruggermi, perchè quando me ne rompono una io ne

In alto Gli studenti del Liceo al lavoro per Creart 2013 A sinistra un particolare della mostra di Creart: More real than the real foto di Federica De Rinaldis

faccio dieci». Muore il 17 febbraio 1981 durante un periodo di preparazione per una grande mostra programmata presso il Museo di San Cesario. Leandro è artista vero, in ogni singola pennellata, pietra su pietra, in ogni frase delle sue poesie; eprime la sua anima più profonda senza il bisogno di un linguaggio alto né di un minimo di correttezza grammaticale. Un vero outsider lontano da ogni di stereotipio, un talento fuori dal coro che non si imponeva nulla e che crea-

va per il gusto di farlo, anche se non riuscì mai ad attirare le attenzioni che meritava. Solo negli ultimi tempi la sua opera è stata rivalutata e presa in considerazione, soprattutto grazie all’azione di chi lo ha sempre apprezzato e anche alla Stanza di Ezechiele, la mostra tenutasi a San Cesario nel marzo di quest’anno, nella quale sono state riunite opere che permettevano di entrare quasi in un contatto affettivo con il carattere carismatico di Leandro e con la sua arte. Sopra opere di Ezechiele Leandro collezione privata


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Arte e Musica per non dimenticare la Giornata della Memoria in un messaggio di pace e tolleranza Pina Centra Docente di Italiano

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siste un luogo a Gerusalemme chiamato Giardino dei Giusti, dove ogni albero piantato ricorda un uomo che durante l’orrore dell’Olocausto ha salvato anche un solo ebreo dalla follia nazista. è situato sulla Collina della Rimembranza, accanto al museo dello “Yad Vashem”, l’Istituto per la Memoria della Shoah, un organismo ebraico finalizzato alla realizzazione di un progetto attraverso cui perpetuare la memoria delle vittime dell’Olocausto per le future generazioni. L’ideatore del “Giardino dei Giusti” è stato Moshe Bejski, un giudice ebreo polacco che ha trasformato il suo destino personale in un esempio universale. Perseguitato dai nazisti, fu uno degli ebrei salvati della lista di Oskar Schindler. Bejski sentì subito di avere un debito di gratitudine nei confronti del suo salvatore e di tutti gli altri numerosissimi “gentili”, uomini e donne non ebrei, che avevano saputo anteporre la ragione e l’umanità alle aberranti teorie razziali antisemite naziste e fasciste. Iniziò così la sua missione, una missione che nel 1970 lo avrebbe portato ad assumere la presidenza della Commissione per il riconoscimento dei Giusti fra le Nazioni, una missione che non lo avrebbe abbandonato fino alla sua morte, avvenuta l’8 marzo 2007 a Gerusalemme: diventare un testimone della memoria; ricordare e onorare chi aveva salvato la vita a lui e a migliaia di altri ebrei, rischiando la propria, perché da quel momento in poi il dovere della memoria stessa non si concentrasse più solo sul male ma anche sul bene ricevuto. È stata questa convinzione, condivisa anche per la sua valenza didattica, che ci ha portati a realizzare l’evento Lecce non dimentica. Riflessioni in Arte, in occasione della “Giornata della memoria”. Nella cornice della mostra allestita dagli studenti e dai loro docenti, tra le toccanti

note delle colonne sonore di “Shindler’s List” e de “La vita è bella”, eseguite dai musicisti del Conservatorio di Lecce, il mio intervento e quello della prof. Lau-

lestina, è scaturito un messaggio di pace e speranza per i nostri studenti e un insegnamento in più alla tolleranza e all’accoglienza.

ra Marra, hanno segnato il momento conclusivo di un percorso didattico, di ricerca e riflessione storica, hanno voluto dimostrare che nell’orrore della Shoah non sono mancati straordinari atti umani di coraggio e altruismo. Dai Giusti tra le Nazioni di ogni parte d’Europa ai nostri conterranei di Santa Maria al Bagno, che hanno saputo accogliere all’indomani della guerra gli ebrei in viaggio verso la Pa-

In alto Ci abbracciamo nel vento di Enzo De Giorgi A destra Lavoro di Pierpaolo Calcagnile III C AF

La manifestazione Mattia Carlà, Xenia Seganti, Ginevra Spedicato VC PD

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l 27 gennaio è noto per la ricorrenza che lo caratterizza, una giornata speciale per ricordare le numerose vittime dell’Olocausto. In occasione di questo anniversario il Liceo Artistico di Lecce ha allestito una grande mostra per sensibilizzate tutti a questo tema così drammatico. Protagonisti indiscussi sono stati gli sudenti dell’istituto, incoraggiati dai professori di discipline pittoriche a realizzare degli elaborati legati al tema della Shoah

e della memoria. Tante le proposte, originali nella loro variegata diversità. La manifestazione è iniziata con un incontro durante il quale si sono succeduti gli interventi di Maurizio Nocera, responsabile dell’ANPI leccese e Giovanni Invitto, docente dell’Università del Salento. Ad aprire gli interventi l’esibizione dell’orchestra degli studenti del Conservatorio “Tito

Docenti responsabili del progetto: Pina Centra, Irene Cipressa, Enzo De Giorgi, Annamaria De Vitis, Marcello Lamosa, Massimo Marangio, Laura Marra, Salvatore Mazzotta, Antonio Perrone, Nicola Refolo, Franchina Rizzo, Giovanni Scupola, Carmelo Tau

Schipa” di Lecce, che hanno eseguito la colonna sonora del film di Roberto Benigni “La vita è bella”, creando così un’atmosfera suggestiva. Una giornata, adatta al ricordo, durante la quale i partecipanti hanno avuto modo di approfondire attraverso l’arte il tema del genocidio e si sono avvicinati a una delle grandi tragedie provocate dall’uomo e dal suo egocentrico desiderio di prevalere. Un evento che ci insegna a “non abbassare la guardia” perché razzismo e intolleranza sono questioni ancora non risolte come dimostrano i numerosi e drammatici esempi contemporanei.

A sinistra Lavoro di Sara Elia VC PD In alto Lavoro di Giada Mastria VC PD A destra il gruppo del Conservatorio “Tito Schipa” in un momento della manifestazione


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In difesa dei diritti umani Kerry Kennedy dialoga con gli studenti del liceo Giulia Bergamo, Irene Imbriani, giorgia Potenza, Giuliana Scardino, Elena Zilli III A Architettura e Ambiente

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tratti di donne del ventesimo secolo che hanno combattuto per l’affermazione dei diritti umani. Per noi incontrarla è stata una grande emozione e nel corso del panel sul tema “Arte per i diritti umani” abbiamo potuto ascoltare le sue testimonianze e rivolgerle alcune domande. La lettura del manuale, donatoci dalla Fondazione Kennedy per la realizzazione del progetto, ci ha permesso da un lato di conoscere e analizzare i documenti europei e internazionali sui diritti umani, dall’altro di scoprire la storia e le testimo-

nianze di quanti nelle più diverse parti del mondo lottano quotidianamente affinché essi possano finalmente essere perseguiti e pienamente attuati. È per questo che vogliamo fare nostre le parole di Robert Kennedy e lasciarle a tutti voi come testimone: «Pochi avranno la grandezza di trasformare la storia, ma ognuno di noi può adoperarsi per modificarne anche una piccola parte [… ]. Ogni volta che un singolo individuo si schiera per un ideale o agisce per il bene degli altri o combatte contro l’ingiustizia, dà vita ad un’onda di speranza, onda che andrà ad incontrare altre onde innalzate da altrettante fonti di convinzione e forza, creando una corrente che sarà in grado di abbattere le più alte mura di oppressione e opposizione.

A destra e a sinistra due momenti della manifestazione foto di Giulia Nardelli IVA DS

l’importanza dello spettacolo nella formazione artistica

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nche quest’anno, nelle attività previste per l’ampliamento dell’offerta formativa, grande spazio si è dato al teatro e al cinema. L’obiettivo è stato quello di promuovere e diffondere la conoscenza dei linguaggi, delle tecniche e dei luoghi dello spettacolo, con lo scopo di accrescere la sensibilità estetica dei nostri ragazzi e di offrire loro gli strumenti per un rapporto critico e consapevole con tutte le manifestazioni artistiche. Condurre i ragazzi a teatro e al cinema vuol dire credere che la cultura abbia ancora un valore. Educare al teatro e al cinema vuol dire anche e soprattutto educare alla bellezza, al piacere dell’ascolto, della visione, della conoscenza e del libero pensiero, in un cammino di crescita culturale ed emotiva che col tempo rende visibile ciò che prima non si era in grado di vedere.

Il teatro può stimolare, informare, incuriosire su problematiche, realtà storiche, sociali e culturali spesso distanti o sconosciute, portandoci a vivere l’esperienza della rappresentazione come se fosse realtà e non finzione. Diventa un luogo di confronto e discussione che porta i ragazzi ad essere spettatori attivi, incoraggiati al dialogo e allo scambio di idee. “Il cinema è l’immagine del mondo”, diceva François Truffaut, e ci offre la possibilità di posare uno sguardo diverso sulla realtà che ci circonda. Il linguaggio cinematografico diventa insostituibile strumento di conoscenza che consente un percorso parallelo di emozioni e di saperi, aiutando i più giovani a diventare spettatori attenti e consapevoli nella società delle immagini.Vari e numerosi sono tati gli ambiti che si è voluto esplorare con gli spettacoli scelti. Si è prestata attenzione ai temi della legalità e dei diritti umani, alle tragedie e ai drammi del nostro paese, alla storia artistica e letteraria ma si è voluto

n’esperienza singolare, che ha avuto modo di coinvolgere, tra i tanti, anche il nostro liceo artistico e che ha fornito l’opportunità di vivere e condividere un’emozione tra le meno convenzionali. Alcuni studenti del “Ciardo-Pellegrino”, si sono recati presso la “Casa circondariale Borgo S. Nicola”, a sostegno dell’iniziativa “Io Ci Provo”, che già da tre anni e sotto la guida di Paola Leone, propone un percorso/laboratorio teatrale rivolto ai detenuti della sezione maschile del carcere di Lecce. Lo spettacolo, L’ultima cena di Alfredo Traps, adattamento tratto dal racconto La panne del drammaturgo svizzero Friedrich Dürrenmatt, si è rivelato un percorso introspettivo che ha toccato temi molto familiari alla condizione degli attori stessi. Alfredo Traps, per un inconveniente dovuto ad un guasto dell’automobile, si trova vittima di un gioco grottesco in cui lui, unico imputato di un processo impartitogli dal destino, si mette a nudo davanti a quello che non viene proposto come un ideale supremo di giustizia, ma come

Al centro Kerry Kennedy

Cinema e teatro a scuola Pina Centra docente di Italiano

il teatro in carcere Ginevra Spedicato, Angelica Stefanelli, VC Pittura e decorazione

difficile credere che ogni giorno, in tante parti del mondo, si compiano massicce violazioni dei diritti umani. Per sensibilizzare noi giovani sulla drammaticità di questa situazione e farci comprendere che il rispetto dei diritti umani deve essere ricercato in ogni azione della vita quotidiana, il nostro istituto ha aderito al progetto Speak truth to power, promos-

so dall’associazione “Robert F. Kennedy Foundation of Europe” grazie a un protocollo d’intesa con la Regione Puglia e curato dalla prof.ssa Pina Centra per le classi III A Architettura, IV A Design e IV B Architettura. La fondazione ha sede a Firenze ed è presieduta da Kerry Kennedy – avvocato internazionale e figlia del senatore Robert – che lo scorso ottobre è stata in visita a Lecce per l’inaugurazione al MUST della mostra itinerante Ladies for Human Rights di Marcello Reboani, diciotto ri-

Noi “ci proviamo”

volgere lo sguardo alla complessità dei rapporti familiari e delle relazioni umane. Per quanto riguarda il cinema, l’adesione al progetto “Giuria David Giovani”, composta da 1000 studenti delle scuole superiori italiane, curato dal Cineteatro dB d’Essai, ha consentito a un gruppo di 20 ragazzi del nostro istituto di assistere settimanalmente alla proiezione dei film in concorso e di incontrare esperti del settore e autori.

un’occasione per riflettere sul tema della colpevolezza. L’esibizione si è rivelata stupefacente e toccante, non tanto per la perfezione dell’interpretazione, quanto per la dimostrazione da parte degli attori di un’incredibile professionalità, nonché di una solida capacità di trasmettere al pubblico emozioni tanto forti quanto varie. Dopo la rappresentazione, si è svolto un dibattito che ha visto coinvolti attori da una parte e spettatori dall’altra, in uno scambio di pareri, complimenti e frammenti di esperienza personale, che hanno permesso il confronto tra il mondo studentesco e quello al di là delle sbarre, alla ricerca di un approccio diretto con l’uomo che c’è dietro ogni detenuto. L’evento ha toccato le corde del cuore di molti e che ha fornito una rara opportunità di dialogo e confronto con un mondo al quale spesso ci si rivolge con diffidenza e una certa dose di paura. In alto Casa Circondariale di Borgo San Nicola A sinistra Teatro Paisiello di Lecce


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In memoria di Gianni Francia idee in concorso per un Centro sociale e culturale

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’arte racchiude sempre una promessa di eternità e una speranza di futuro. Lo dimostra la borsa di studio di 1.500 euro intitolata a Gianni Francia che l’ANEB (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti di Lecce) ha voluto assegnare quest’anno a uno studente di architettura del nostro liceo. Architetto e docente, Francia è stato un attivo protagonista della culturale e artistica salentina, ha sempre avuto una grande attenzione alla formazione dei giovani e alla riqualificazione urbanistica della città. Il concorso prevedeva la progettazione di un “Centro sociale e culturale” da collocare nella città di Lecce; hanno partecipato al bando trentadue studenti delle classi di architettura (VA e VB) coordinate dai professori Marcello Rolli, Aniello Lezzi, Piero Nicotra, Antonio Calò Macchia. È stato difficile per la commissione, formata dal presidente dell’Ordine degli architetti di Lecce, Massimo Crusi, e da due docenti del liceo, Oronzo Spedicati e Marinilde Giannandrea, selezionare il lavoro vincente e i quattro meritevoli delle due menzioni e delle due segnalazioni. Gli studenti hanno espresso la loro

libera visione di luoghi di aggregazione collettiva con una serie di lavori che hanno tenuto conto del territorio, delle sue caratteristiche ambientali e architettoniche e hanno ipotizzato luoghi di accoglienza,

formazione, socializzazione dando spazio alle questioni di recupero del patrimonio e dell’identità culturale. Il primo premio è stato assegnato ad Alexia Giannone che ha presentato un edificio ispirato all’albero dell’ulivo, uno spazio quasi organico, aperto verso l’esterno e pienamente integrato con l’ambiente.

4° posto Luca Manca con un edificio dalla forma compiuta e articolata e al 5° posto Mattia Mangia con un’architettura originale negli sviluppi planimetrici e nella scelta dei materiali. I premi sono stati assegnati durante una coinvolgente serata alla quale ha partecipato la famiglia di Gianni Francia, la vicepresidente dell’ANEB, Mirella Caporaletti, e Pierluigi Ellerani, docente di pedagogia generale dell’Università del Salento che ha affrontato le relazioni esistenti tra formazione, socialità e progettazione di spazi urbani e architettonici.

L’impegno sociale di un architetto e di un artista

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ianni Francia (1941-2013) si è laureato in Architettura presso la Facoltà di Valle Giulia a Roma e ha svolto l’attività di architetto parallelamente a quella di docente presso l’Istituto d’Arte Pellegrino di Lecce. Particolarmente interessato alla riqualificazione del centro storico leccese, alla fine degli anni Settanta, elabora due progetti basati sullo studio urbanistico del comparto urbano per il recupero e la riutilizzazione del Teatro Romano e nei primi anni Ottanta progetta l’area dell’ex caserma Massa di Lecce con l’inserimento della struttura metallica a tettoia (la famosa “Tettoia Liberty”) del Mercato delle erbe, già rimossa dalle mura del Castello Carlo V. Di Francia ha scritto Federico Cartelli nel volume Articolo & progetti. Un cronista fra gli architetti (1975-2005). Sempre presente nel dibattito cittadino e pienamente coinvolto nelle attività culturali e della società civile salentina, ha partecipato alle prime tre edizioni della mostra collettiva Architetti in arte, organizzata dall’ordine degli Architetti di Lecce, con opere dal tono visionario e metafisico, che dimostrano una grande sensibilità pittorica e forti legami con la storia dell’arte italiana. A sinistra 4° premio Luca Manca VA Architettura 5° premio Mattia Mangia VA Architettura In basso un momento della manifestazione e il gruppo dei premiati con i docenti

Si sono inoltre classificati: al 2° posto Emanuele Perrone con una visione che coniuga tradizione e innovazione, al 3° posto Lorenzo Tommasi con un’originale interpretazione dei monoliti salentini, al

Una Piazzetta per Luciana

il video della sezione Audiovisivo e Multimedia premiato a Roma Gli Studenti IV H Audiovisivo e Multimedia

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on abbiamo avuto la fortuna di conoscere Luciana Palmieri, ma ci siamo resi conto, dalle tante testimonianze raccolte, che doveva essere una persona speciale. Nel suo ventennale impegno di docente nell’Istituto d’Arte “Giuseppe Pellegrino”, si è sempre distinta per l’esuberanza del carattere e la passione che metteva nel suo lavoro, una passione che ha lasciato un segno. Ce ne hanno parlato con emozione i suoi amici e colleghi, ma soprattutto i suoi ex allievi. Allontanandosi dall’insegnamento aveva pensato a loro, ai suoi ragazzi, e la Fondazione Palmieri ONLUS è stata da lei concepita come un luogo aperto agli studenti.

L’ex Chiesa di San Sebastiano, sede della Fondazione, è stata restaurata e aperta al pubblico per sua iniziativa ed è stata teatro di eventi culturali che hanno visto protagonisti molti giovani artisti, non di rado ex alunni, cui lei offriva appoggio e incoraggiamento. Un concorso nazionale, indetto dall’associazione FNISM e da Toponomastica Femminile, è stato l’occasione per rilanciare una proposta che era già nelle intenzioni di molti: quella di inti-

tolare a Luciana Palmieri la piazzetta che sorge nelle immediate vicinanze del San Sebastiano. Noi, alunni della IV H abbiamo raccolto la sfida. Gianluigi Bianchi e Pierluigi Palazzo hanno realizzato un breve video per sostenere questo progetto. L’iniziativa è stata coronata dal successo. Il lavoro, realizzato con il contributo dei professori Grazia Colaianni e Maurizio Madaro, è stato premiato a Roma il 26 maggio. La Fondazione Palmieri, che

intende promuovere una raccolta di firme per sostenere l’iniziativa presso il Comune di Lecce, ha espresso entusiasmo e gratitudine per il supporto della nostra scuola. Noi siamo orgogliosi dell’apprezzamento ricevuto, ma ancora di più di essere entrati, idealmente, nella comunità degli “ex alunni di Luciana”.

A sinistra La Fondazione Palmieri, Lecce A destra Luciana Palmieri


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Liceo Artistico Ciardo Pellegrino • Lecce 9

Le nuove enciclopedie dell’arte una visita emozionante alla 55. Biennale di Venezia Silvia Greco, Chiara Martino III C AF

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el mese di ottobre, le classi terze e quarte di Arti Figurative, Grafica, Audiovisivo e Multimediale, Scenografia, hanno partecipato al viaggio d’istruzione che aveva come tappa principale la 55. Biennale di Arti di Venezia, curata da Massimiliano Gioni, sul tema de Il Palazzo Enciclopedico. L’idea di questa Biennale nasce dal progetto dell’artista italo-americano Marino Auriti, che progettò a New York un museo utopico e immaginario in grado di raccogliere tutto il sapere dell’umanità, il “palazzo enciclopedico” appunto. La Biennale ha presentato artisti internazionali ma anche outsiders che proseguono l’incompiuto sogno di Auriti, cercando di rappresentare l’invisibile, interrogandosi sul ruolo delle immagini e delle espressioni figurative con

diverse modalità di rappresentazione di concetti astratti e manifestazioni di fenomeni soprannaturali. Abbiamo passato due giorni interi immersi negli spazi adibiti alla mostra, l’Arsenale e i Giardini. Ci siamo imbattuti in video-art, quadri iperrealisti e astratti, fotografie, performance, installazioni, in statue gigantesche ma leggerissime, in stanze completamente piene di sgabelli impilati uno sull’altro, buchi nel pavimento, battelli completamente rivestiti di luci e tessuti, statue che sembrano persone in carne ed ossa e talmente tante altre cose

da poter continuare all’infinito. Questa esperienza ci ha aperto le porte alla vastità del mondo dell’arte contemporanea, catapultandoci in quello che un giorno sarà anche il nostro mondo. Prima, però, occorre studiare i maestri della storia dell’arte del passato. Per questo motivo altre mete del nostro viaggio veneziano sono state: La Scuola Grande di San Rocco, completamente ricoperta delle tele del Tintoretto; la Basilica S. Maria Gloriosa dei Frari, con la Pala dell’Assunta di Tiziano. Inoltre abbiamo potuto ammirare la bellezza dei canali veneziani, delle calli, di Piazza San Marco e della sua Basilica. Nei giorni seguenti ci siamo spostati verso Padova, per visitare la Basilica di Sant’Antonio, il Gattamelata di Donatello, i Musei civici, La Cappella degli Scrovegni, meravigliosamente affrescata da Giotto, dopo un breve giro nella città e un salto al Caffè Pedrocchi per una pausa. L’ultimo giorno una piccola sosta a Rimini per ammirare il Tempio Malatestiano, curato da Leon Battista Alberti, con il dipinto realizzato da Piero della Francesca e l’Arco di trionfo. Per ricordare questa straordinaria esperienza e per concludere in bellezza il nostro viaggio, una foto di gruppo in cui si registra un momento indimenticabile.

A sinistra l’ingresso dell’Arsenale di Venezia Al centro un particolare del padiglione italiano In alto il padiglione della Russia e quello dell’Indonesia foto di Rodolfo Stigliano

Milano, tra presente e futuro gli studenti di Architettura e Design nella città dell’Expo Sara Chetta, Giulia Picci IV E Architettura e Ambiente

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uest’anno le classi terze, quarte e alcune quinte di Design e Architettura del Liceo Artistico “Ciardo – Pellegrino” si sono recate in viaggio a Milano e a Como in un’esperienza coinvolgente nell’architettura e nel design contemporanei. Le principali tappe sono state il “Salone Internazionale del Mobile, Rhofiera”, il “Salone Satellite” con i settori dedicati alle archistar: Zaha Hadid, Daniel Libeskind, Shigeru Ban, Massimiliano e Doriana Fuksas. La giornata a Como è stata dedicata alle architetture del Terragni (“Novocomum” e la “Casa del Fascio”) ma gli studenti hanno potuto visitare anche il centro storico, il Duomo e altre architetture d’ispirazione fascista come il Monumento sul lago. Particolarmente coinvolgente la visita ai quartieri contemporanei di Milano: la Bicocca, Porta Nuova e il City Life. Dal punto di vista architettonico, molto interessante è stato il quartiere della Bicocca nel quale sono state usate nuove regole di costruzione. È stato eretto sulla Fabbrica della Pirelli e, per non cancellare del tutto la sua presenza, in molti edifici sono

Il quartiere City Life è ancora un cantiere ma sarà lo spazio - ce lo auguriamo - dell’Expo 2015. Gli architetti che hanno partecipato alla sua ideazione sono Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind. Qui ci sarà la più grande area pedonale di Milano, nonché una delle maggiori in Europa, con la circolazione delle auto e la sistemazione dei parcheggi interrati. Tutti i nuovi quartieri saranno collegati stati inglobati alcuni elementi industriali, come le torri di smaltimento dei gas. Di forte impatto ambientale è stato anche il “Bosco verticale”, che si trova nel quartiere di Porta Nuova. Sono state analizzate le sue caratteristiche architettoniche, i vari tipi di vegetazione e metodi per la manutenzione. In questo quartiere si trovano anche la nuova sede della “Repubblica” e quella maestosa dell’Unicredit.

dalla futura linea della metropolitana costruita esclusivamente per questo grande evento. In alto e a sinistra: partcolari delle architetture contemporanee di Milano In basso un particolare del Salone del Mobile 2014 foto di Piero Nicotra


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Liceo Artistico Ciardo Pellegrino • Lecce 10

L’Arte dialoga con gli altri saperi

il diritto, l’economia, la letteratura e la matematica rivelano la loro dimensione creativa Salvatore Luperto docente di Italiano

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uattro incontri dell’Arte con gli “altri saperi” si sono tenuti da Gennaio a Maggio (i primi tre nelle Officine Cantelmo, il quarto nell’Aula Magna del Liceo Ciardo-Pellegrino) per dimostrare le connessioni tra l’arte e i saperi apparentemente dissonanti. Il progetto L’Arte e gli altri Saperi ha avuto l’obiettivo di scoprire i legami tra l’arte e le altre scienze, in particolare con l’Economia, il Diritto, la Letteratura e la Matematica per cercarne il rapporto interattivo attraverso segni, grafici, diagrammi, numeri, cinema, parole e arte. Il 30 Gennaio l’economista-artista Vitantonio Russo con la performance ValoreValori ha illustrato attraverso video, libri e il dialogo con il pubblico le relazioni insite tra il valore economico e il valore culturale dell’opera d’arte. Partendo da un centesimo di euro (fior di conio), applicato su cartoncino, consegnato agli studenti presenti in sala, l’economista ha illustrato il legame profondo tra il valore monetario e il valore culturale dell’arte, evidenziando alcune situazioni in cui il valore venale s’impone come misura di ogni altro valore. Il 28 febbraio, il giudice Salvatore Cosen-

li e trasmissioni televisive. Il monologo ispirato all’esperienza del suo lavoro di giudice svolto nelle procure di Taranto e di Locri ha posto in evidenza situazioni paradossali, oscure e contraddittorie, ma anche virtuose ed esemplari nell’ambito di complesse circostanze giuridiche. Il 24 Marzo, il poeta-scrittore-artista, Nanni Balestrini, nella performance Con gli occhi del linguaggio, ha illustrato alcune forme di linguaggio poetico soffermandosi sull’aspetto della parola, sui procedimenti e sui materiali (collage, caratteri tipografici, segni, colore e nuove tecnologie) che si utilizzano per evidenziare nelle immagini verbo visive, l’estro della scrittura alternativa a quella lineare e la tecnica del montaggio desunta dal cinema ed applicata con originalità nei romanzi (Vogliamo tutto), nella poesia (Estremi Rimedi), nelle opere verbo visive, nel film “più lungo del mondo” (Tristanoil). Il 7 maggio, il matematico-artista Michele Emmer, figlio del famoso regista Luciano Emmer nella sua performance ha posto in relazione le bolle di sapone con l’arte, con la matematica, con la musica e con l’architettura, dimostrando i reconditi legami

tra i diversi valori. Partendo da un excursus di dipinti in cui sono raffigurate bolle di sapone, dal XVII sec. ai nostri giorni, ha evidenziato la “vanitas” che esse rappresentano per la loro effimera esistenza, ma soprattutto per l’interesse manifestato dagli scienziati del calibro di Newton, che da esse hanno sviluppato sistemi tra cui la teoria delle superfici minime (maggior

copertura dello stadio di Monaco di Baviera di Frei Otto negli anni Sessanta e più recentemente (dagli architetti suoi allievi) per la costruzione della piscina olimpica di Pechino del 2008. L’arte e gli altri saperi non sono quindi valori distinti e dissonanti, ma sono strettamente collegati perché l’artista e lo scienziato insieme scoprono l’inconoscibile.

spazio nella minore superficie) come pure gli angoli di Plateau. Le bolle di sapone studiate dagli scienziati hanno stimolato l’immaginazione degli architetti che si sono ispirati alla loro struttura per realizzare straordinarie architetture tra cui la

L’artista, affacciandosi in una dimensione irreale, sconosciuta, non scrutata ma soltanto ipotizzata, pone quesiti allo scienziato, il quale con i “numeri” trasforma le ipotesi in leggi matematiche.

Da sinistra verso destra Vitantonio Russo, Salvatore Cosentino, Nanni Balestrini, Michele Emmer

tino con il monologo Il giurista nell’arte, tra paradosso, storia e ironia, in una performance di 110 minuti, ha illustrato, artisticamente la figura del magistrato e l’evoluzione del suo ruolo nella società italiana dalla fine degli anni Quaranta ai nostri giorni attraverso trailer e sequenze cinematografiche, brani di canzoni, citazioni letterarie, riferimenti a opere teatra-

In alto due momenti degli incontri foto degli studenti della sezione Audivisivo Multimedia Il progetto è stato curato dal prof. Salvatore Luperto e organizzato dalla Dirigente Tiziana Paola Rucco

Dal Giappone all’Italia, l’arte prende forma la tecnica del Raku nel capoluogo salentino Gli Studenti III F Design

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i deve all’arte creativa dei maestri del nostro Liceo, nei laboratori della sede in viale De Pietro, e all’entusiasmo dei giovani studenti della III F Design, la produzione di vasellame in ceramica Raku, nata dall’acquisizione di una tecnica antichissima che affonda le sue radici nella cultura millenaria dell’estremo Oriente. Con l’obiettivo di esaltare l’armonia presente nelle piccole cose e la bellezza nella semplicità e naturalezza delle for-

me, quest’arte fa risalire la sua origine in Giappone a partire dal XVI secolo. Le ceramiche raku, molto quotate e ricercate, sono vere e proprie opere d’arte e possono essere ammirate in musei e collezioni private. La nascita del Raku (dal giapponese: comodo, piacevole, gioia di vivere) è legata alla cerimonia del tè durante la quale gli ospiti si scambiavano la tazza. Il caratteristico effetto decorativo della tecnica Raku, deve la sua originalità ad un particolare processo di cottura dell’argilla. Dopo la lavorazione l’oggetto, che viene estratto incandescente dal forno e deposi-

I prof. Salvatore Mazzotta e Vito Cofano in due momenti della lavorazione del Raku

tato all’aria per raffreddarsi (o in alternativa immerso in acqua), mostra singolari riflessi metallici. Il forte shock termico a cui è sottoposto il pezzo prodotto, richiede l’utilizzo di un’argilla refrattaria. Dopo essere stato modellato, viene cotto e sopposto a due processi di decorazione con l’applicazione di smalti che regalano armoniche sfumature di colore. Ogni pezzo è “unico” perchè subentra il καιρός e cioè quella che i greci definivano l’estetica del caso. Questa dimensione è quasi esistenziale e segue i ritmi della vita e degli elementi naturali: terra, acqua e fuoco.


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Difendiamo il benessere e la salute l’informazione e la prevenzione salvano la vita Simona Strafella, Chiara Tricarico II B

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n un fitto calendario d’incontri e di attività, dedicati all’Educazione alla Salute, anche quest’anno sono stati trattati mlteplici argomenti che hanno come filo conduttore il benessere psico-fisico della persona. Con gli alunni maggiorenni delle classi quarte e quinte si sono tenuti due incontri per la donazione del sangue presso il centro emo-trasfusionale del Vito Fazzi in collaborazione con l’associazione ASDOVOS. Gli studenti hanno partecipato anche alle manovre di pronto soccorso tenute dalla Croce Rossa e hanno manifestato notevole interesse offrendosi volontari per la simulazione del massaggio cardiaco e della respirazione artificiale, che è stata praticata su dei manichini. Ogni anno il Liceo aderisce alla proposta di collaborazione con la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) con un’operatrice che sensibilizza le classi prime sulla problematica del fumo. La prevenzione è stata rafforzata anche dalla partecipazione al concorso “Star bene creando”, indetto dalla LILT con una serie di elaborati e spot che saranno selezionati durante la giornata nazionale contro il fumo. Le classi seconde hanno partecipato ad un incontro con la Comunità Emmanuel per la prevenzione a comportamenti a rischio e alle dipendenze. Alcuni studenti hanno modificato le loro opinioni riguardo l’uso di sostanze stupefacenti ed alcool, grazie

alla testimonianza di un ragazzo che attualmente sconta la sua pena collaborando con la Comunità. Ha raccontato le sue esperienze negative e il suo pentimeto riguardo l’uso di stupefacenti, dalle quali per fortuna è riuscito a disintossicarsi. Il Liceo ha aderito anche a due progetti del Piano Strategico Regionale della ASL, a cui hanno partecipato le classi terze, “Alcool piacere di conoscerti” e “Oltre il segno”. Alcuni operatori sanitari hanno fatto indossare degli occhiali che fanno percepire le sensazioni di quando si è sobri o ubriachi. Queste simulazioni hanno solleticato l’interesse dei ragazzi, per cui sono scaturite osservazioni e riflessioni sui rischi che insorgono a causa dell’uso dell’alcool alla guida di motori e auto. “Oltre il segno” ha invece trattato l’argomento dei piercing e tatuaggi. Una dottoressa ha spiegato tutte le reazioni che si possono manifestare dall’inadeguatezza

e superficialità che spesso accompagnano queste pratiche e soprattutto ha descritto i rischi a cui si va incontro. Un altro appuntamento molto interessan-

te è stato quello dedicato alla sicurezza stradale organizzato dal Lion’s Club di Lecce. Sono stati illustrati i rischi causati dall’alta velocità o dalla guida in stato di ebrezza. Hanno tenuto l’incontro alcuni esperti nel settore, docenti universitari, componenti della Polizia Stradale che si sono rivolti soprattutto a coloro che sono prossimi a prendere la patente di guida o il patentino. Molto intensa è stata la testimonianza del genitore di una vittima della strada, che ha cercato di trasmettere il dolore infinito che provano un padre e una madre quando si verificano gli incidenti stradali e si spezzano delle giovani vite. In alto incontro con la Croce Rossa manovre di pronto soccorso In alto a destra la Referente alla Salute, Simona Magurano A sinistra incontro ASL sui rischi derivanti dall’alcool foto di Rodolfo Stigliano

Itinerario nei luoghi sacri del Salento visita ai monasteri tra storia e tradizioni Francesca Arvasio docente di Italiano

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uest’anno nelle classi 2A e 2E abbiamo realizzato un interessante itinerario, scoprendo i misteri ed il fascino dei nostri Monasteri luoghi di preghiera, di arte, di storia, di cultura simulacri di un sapere antico.Ci siamo inoltrati nella scoperta di posti e immagini che conservano nel tempo le loro caratteristiche e che suscitano nell’animo sensazioni meravigliose. L’ingresso nelle chiese, prima accompagnato da quel senso di sacro quasi irreale, la presenza delle nostre guide, poi che ci hanno informato sulle origini dei vari insediamenti monastici, facendo spesso riferimento ai francescani e soprattutto a San Francesco D’Assisi; in specie, i frati minori conventuali, hanno riferito come alcune particolarità della “regola” si siano perse nel temp e come le vicissitudini storiche abbiano influito, a volte, sugli spostamenti dei monaci. Punti di riferimento sono stati: le illustrazioni delle

attività monastiche da quelle religiose a quelle operative della culinaria. A supporto di ogni spiegazione relativa alle chiese ricche di arte tardo-barocca, ci sono stati gli affreschi sovrastanti, imponenti e maestosi, forti dei loro colori, significati, atteggiamenti e sfumature, i sopravvissuti al tempo testimoniano ancora oggi, frammenti di vita appartenenti a questi spazi sacri, luoghi della memoria di un passato antico e immutabile. Procedendo nel nostro percorso abbiamo avuto modo di notare le strutture Architettoniche spesso derivate da corti Medievali e ristrutturate e ridistribuite nel tempo e nello spazio hanno creato ambienti nuovi

riprogrammati e funzionali ai bisogni. Se ne sono ricavati anche giardini curati dai religiosi dove oggi vengono coltivate le erbe officinali per ricavarne rimedi per la salute secondo le ricette tramandate dai predecessori. Non solo ciò è stato possibile conoscere, ma anche la produzione di olio, di marmellate e di cioccolata. Interessanti le biblioteche ricche di testi antichi, scritture in latino, liturgie, codici; legislazione patrimonio dei saperi costruito nel tempo e nella perseveranza. La visita particolarmente suggestiva è stata quella effettuata presso la chiesa di Fulgenzio a Lecce dove abbiamo scoperto le opere di un artista quasi sconosciuto Raffaello Pantalone la cui produzione artistica è conservata nella pinacoteca. Infine, con il progetto possiamo affermare di aver arricchito le nostre conoscenze sui monasteri del Salento che rappresentano un passato lontano; nel Medioevo questi luoghi erano gli unici punti di riferimento di gente che affamata bussava alla porta dei conventi per chiedere un obolo e i frati distribuivano il poco che avevano.

Il progetto si è dimostrato intervento efficace ed è stato motivo di incontro e di scambio oltre che, un momento didattico e pedagogico significativo.

A sinistra un momento delle visite Sopra un particolare della chiesa del Fulgenzio, Lecce


OPENING Liceo Artistico Ciardo Pellegrino • Lecce 12

O PENING pagine d’arte_07

Progetto editoriale proff. Anna Chiriacò, Marinilde Giannadrea, Rodolfo Stigliano Redazione Simona Colucci Carluccio

giugno giugno2014 2014

Il Programma Operativo Nazionale un’occasione per lo sviluppo delle competenze

Anna Chiriacò docente di Italiano

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sigenza di cambiamento, proposte progettuali per il futuro, crescita umana che scaturisca da esperienze adeguate ai tempi per una società più consapevole, più giusta, queste e tante altre sono le sfide educative della scuola che cambia. Oggi il sistema “Istruzione” sente la necessità di adattarsi ai cambiamenti della società e intende promuovere l’acquisizione di competenze specifiche e trasversali indispensabili per la crescita personale di ogni individuo e competenze chiave spendibili nel mondo del lavoro. Ecco che i Fondi Strutturali, creati e gestiti dall’Unione Europea per finanziare vari progetti, sono diventati una risposta nella costruzione di una Scuola Moderna per una società complessa e in continua trasformazione. Gli adolescenti hanno il diritto di trovare una scuola pronta ai loro bisogni e non “scollata” dal contesto, hanno il diritto di trovare un senso di continuità con il mondo universitario e con il mondo del lavoro alla fine del loro percorso scolastico. I PON quindi rappresentano il modello di una Scuola alternativa, che opera per “competenze”, e si propongono di sviluppare obiettivi fondamentali come la convergenza degli Stati membri per promuovere lo sviluppo, migliorando le condizioni di crescita e d’occupazione, la competitività che può favorire i cambia-

menti socio-economici, la cooperazione territoriale per la risoluzione di problematiche ambientali, sociali, economiche. Il nostro Istituto ha aderito sin da subito al modello europeo di “Istruzione” vantando in tutti questi anni risultati di eccellenza riconosciuti dalla selezione interregionale nell’ambito del “PON4ALL”, che si è tenuta quest’anno presso Hotel Tiziano a Lecce. Ampio lo spettro dei progetti e per l’annualità 2013-2014 è stato autorizzato

un Piano Integrato destinato agli studenti del Biennio e del Triennio e anche alla formazione dei docenti. La Patente Europea ECDL, fornisce agli studenti conoscenze teoriche e pratiche e potenzia l’uso effettivo del pc. Gli esami si svolgono presso il Test Center del Liceo, sede d’esame permanente accreditati da AICA in base al possesso di requisiti, conformi a standard europei. I Segreti della Matematica è indirizzato agli allievi del biennio per le competenze logiche con strategie didattiche moderne e accat-

tivanti. Forme Tridimensionali, invece, promuove le conoscenze grafiche ed informatiche e competenze di matematica e di disegno geometrico. Parole e visioni immaginarie propone di utilizzare i vari linguaggi: verbale, iconico, cinematografico per la realizzazione di un video, potenziando la competenze linguistiche (lingua madre) ed avvicinare gli studenti a forme di espressione alternative che possano sviluppare la fantasia e la creatività. Meeting Europe e Bridge for Europe sono percorsi per il potenziamento e le certificazioni in lingua inglese, spendibili non solo in campo universitario ma anche lavorativo. La Progettazione Autocad, indirizzata agli studenti del triennio, potenzia capacità informatiche (CAD) indispensabili per l’architettura. Lo spazio scenografico è il laboratorio sul linguaggio teatrale e il potenziamento della lingua madre. I rapporti diretti con i settori lavorativi sono stati garantiti da Il mondo delle immagini, stage per la produzione cinematografica presso l’azienda “Emotion”. Il progetto in rete F3 è destinato allo sviluppo di percorsi sul recupero e l’orientamento. Per docenti si è svolto Practising English, il corso di inglese per potenziare le competenze professionali.

un nuovo logo espressione di antichi significati Q

uest’anno la classe quarta di Grafica ha intrapreso un progetto intitolato BaroQ, ispirato al Barocco con le sue sfaccettature, artistiche e culturali, reinterpretate in chiave attuale e a volte anche ironica. L’obiettivo è stato quello di realizzare un logo, partendo dallo studio della Storia dell’Arte, mettendo alla prova le proprie capacità progettuali e laboratoriali, per poi passare alla realizzazione di un manifesto o di un poster, che, secondo il proprio stile, gusto e idee, interpretasse i concetti fodamentali dell’Estetica e della cultura barocca. Dalla Vanitas, uno dei temi principali con il quale si analizzava la fugacità della vita secondo il principio del “tutto è effimero”, alla Maraviglia, quel senso di stupore che tutte le opere barocche si prefiggevano di suscitare, alle

figure retoriche del linguaggio comuni a molte forme della comunicazione verbale e visiva. Numerose le suggestioni e le proposte e l’intera classe è riuscita a sviluppare un progetto concreto sfruttando tutte le conoscenze che erano state acquisite durante l’anno scolastico con lo studio storico, artistico e letterario. C’è chi ha preso spunto dai rosoni e dalle architetture delle chiese, chi dal teatro e dalle sue maschere, chi invece dalla spirale, caratteristica decorativa del XVII secolo, cercando sempre di svolgere un lavoro che potesse essere originale e contemporaneo. Con il nuovo logo, BaroQ, la lettera‘’Q’’, sostituisce il termine esteso e può trasformare la parola in un simpatico “baroccu”, tipico suono del dialetto salentino.

C1 Lo spazio scenografico: Antonio Ferrante e Marcello Rolli (Tutor); Vincenzo Toma (Esperto) C1 Parole e visioni immaginarie: Anna Chiriacò e Maurizio Madaro (Tutor); Francesco Maggiore e Paolo Pisanelli (Esperti) C1 A bridge for Europe: Elisa De Nanni (Tutor), Stephen John Watts (Esperto) C1 Meeting Europe: Alberto De Giorgi e Carmen Leone (Tutor), Helen Spackman (Esperto) C1 Progettazione Autocad: Addolorata Raho e Oronzo Spedicati (Tutor); Carolina Bozzi Colonna (Esperto)

Reinventare il Barocco Maya Pallara IV C Grafica

C1 Patente europea ECDL: Maria Rita Capodacqua (Tutor); Cosimo Rizzo (Esperto)

Un progetto che coniuga gli argomenti del programma scolastico del quarto anno con le capacità professionali nel settore della grafica.

C1 Forme tridimensionali: Antonio Calò Macchia e Piero Nicotra (Tutor); Giambattista Benizio (Esperto) C1 I segreti della matematica: Marilena Paiano (Tutor); Antonio Guglielmi (Esperto) B7 Practising English: Carmela Anna Leone (Tutor); Ruari Alan Hugh (Esperto) C5 Il mondo delle immagini: Maurizio Madaro e Dario Pratocinio (Tutor); Marc Van Put (Esperto) F3 Accesso al territorio, Accesso all’apprendimento: Elisa De Nanni (Referente) Facilitatore: Marinilde Giannandrea Referente Valutazione: Maria Paola Romano In alto alcuni momenti dei PON Alcune elaborazioni realizzate dagli alunni della IVC Grafica: Nicholas Dima, Delia Imbriani, Andreina Falconieri, Michelangelo Greco, Giacomo Guido.

docenti referenti: Marinilde Giannandrea Rodolfo Stigliano


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