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PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI Numero 64 | Anno VII | Luglio/Agosto 2017 | www.infosostenibile.it

Luglio Agosto

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2017

Buongiorno signor Ministro buongiorno a tutti di Diego Moratti La premessa di questo convegno la conosciamo: il sistema agricolo attuale, così come è ora, non funziona. Dobbiamo cambiarlo, e anche parecchio. Questo sistema non produce cibo vero, non produce cibo di qualità per tutti, non produce un’agricoltura sostenibile. Questo sistema produttivo non solo causa un devastante impatto ambientale sul nostro Pianeta, ma risulta insostenibile anche economicamente: senza i sussidi non starebbe in piedi. Cosa fare allora? Come intervenire per cambiare questo sistema? segue a pagina 2

Internazionale

Trump saluta Parigi

Pagina 10

Arte

Biennale 2017 Perdersi per ritrovarsi

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Editoriale Intervento al convegno “Dove vanno le politiche agricole?” Bergamo - 16 giugno 2017

Segue dalla prima pagina È fin troppo facile, signor Ministro Maurizio Martina, esprimere quali politiche vorremmo, chiedere di sostenere alcuni settori o perorare la causa di quelle categorie che si ritengono più meritevoli. L’elenco delle cose da fare è quasi ovvio. Come non sostenere l’agricoltura biologica, che rappresenta l’ideale del rispetto della terra, dei suoi tempi e delle sue risorse? Come non chiedere di sostenere il made in Italy nel mondo, le grandi aziende e i grandi marchi, come Grana Padano o Parmigiano Reggiano, che a ricaduta danno sostegno a tutto un indotto, anche di piccoli produttori, allevatori, trasportatori? Aggiungiamo: è doveroso contrastare l’Italian sounding, il fenomeno dei finti prodotti italiani, incentivare una maggiore trasparenza nell’etichettatura, a tutela del consumatore. E ancora come non investire sull’educazione scolastica e sulle future generazioni, oppure sulla salvaguardia del suolo e dell’ambiente ? Una lista di richieste tutte legittime. Tutte necessarie. E ogni volta il Governo di turno va incontro alla categoria (lobby) che reputa più meritevole, o più “rappresentativa”, o a quella che protesta più forte. L’impressione è, Ministro Martina, che assecondando ora l’una ora l’altra esigenza, non si possa andare molto lontano rispetto al punto in cui ci troviamo oggi, semplicemente perché non si produrrebbe un reale cambiamento del sistema nel suo complesso, che si riproporrebbe uguale nelle sue logiche di fondo. Se si vuole incidere veramente sul sistema agricolo-alimentare, non basta modificare l’elenco delle priorità, ma occorre capovolge-

re il modo di concepire - e di percepire questi interessi come contrapposti. Occorre trovare nel concreto - una diversa modalità con cui formulare nuove politiche in risposta a queste esigenze, apparentemente opposte. Promuovere i piccoli produttori o i grandi marchi? Sostenere l’agricoltura “bio” a km zero oppure l’export e il made in Italy nel mondo? Incentivare settori tecnologici-innovativi oppure le coltivazioni tradizionali a conduzione familiare? Questa contrapposizione è sbagliata, è deleteria, soprattutto è fuorviante. Per ben due motivi. Fuorviante perché questa contrapposizione non favorisce una mentalità in grado di ascoltare e comprendere le rispettive istanze ed entrare nel merito di una evidente complessità, nella quale interagiscono una pluralità di fattori e dinamiche spesso sfuggenti. Ma soprattutto questa contrapposizione è fuorviante nei fatti, perché genera strategie e obiettivi sbagliati e politiche inefficaci, che semplicemente non risolvono i problemi. Contrapporre i diversi interessi porta a delineare soluzioni aleatorie, fa perdere di vista gli obiettivi comuni di tutto

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PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI Registrazione: Tribunale di Bergamo N. 25/10 del 04/10/2010 Registro stampa periodici Chiuso in redazione 6 Luglio 2017

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un sistema, non permette di costruire - o meglio di coltivare - quel terreno comune capace invece di ricreare un equilibrio condiviso, basato su un senso di comune appartenenza a una stessa comunità. Una visione parziale e parcellizzata della società e dell’economia mondiale non consente di vincere la sfida della modernità. L’immagine della Coca-cola in copertina sul precedente numero di infoSOStenibile non è affatto una provocazione. È, a tutti gli effetti, una indiscutibile realtà. Pensiamo forse di sfidare le multinazionali sul terreno della globalizzazione, che le ha portate a spadroneggiare? Queste gigantesche società possono comprare i giornali, le televisioni, i centri commerciali, possono comprare i politici e, con una pennellata di greenwashing, possono comprare la mentalità della gente e presentarsi addirittura come eticamente sostenibili e “senza olio di palma”. Signor Ministro, l’unico modo per riportare in equilibrio questo siste-

ma ormai fuori controllo e troppo complicato, è ricondurre almeno una parte di esso “sotto” il controllo consapevole della propria comunità, a partire da quella locale, territoriale. È necessario circoscrivere un ambito, non solo geografico, di “intervento”, di conoscenza e di azione, un ambito in cui le dinamiche di produzione, trasformazione, commercializzazione tornino a essere semplici, trasparenti, pubblicamente riconosciute e tutelate. Alla luce di scelte (e politiche) alimentari esplicite e condivise. Come? Occorre ridare alle economie locali, ai distretti agricoli, alle comunità territoriali, la possibilità di presidiare e di ri-organizzare i sistemi locali del cibo, quanto meno per quella parte di produzione e consumo che può ricadere entro una “relazione locale”. Dall’agricoltura all’alimentazione, dai negozianti ai ristoratori, dall’educazione scolastica all’informazione al consumatore. Occorre circoscrivere un’area

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in cui riportare alla semplicità e chiarezza le dinamiche di una filiera smarrita: ambiente, produttori, mercati, famiglie. E questo sotto la “tutela” delle istituzioni. Ciò permetterebbe di rivoluzionare nei fatti un intero sistema, di elaborare politiche dal basso, dai territori e di promuovere consapevolezza a partire da una comunità di cittadini. Affiancando e non sostituendo altri “luoghi” di formazione di politiche, né estraniandosi da logiche globali comunque presenti. Esempi da cui partire ci sono: proprio a Bergamo, dove ci sarà il G7 agricoltura, è stato istituito un tavolo agricoltura comunale che riunisce varie realtà associative che si confrontano periodicamente; oppure ancora si può partire dalla significativa esperienza del consiglio metropolitano del cibo di Milano, solo per citare alcuni possibili progetti pilota già esistenti. Occorre però una campagna pubblica e nazionale, perché questi fenomeni di governance locali del cibo necessitano di un indispensabile impulso e riconoscimento istituzionale, che dia loro un valore e un’autorevolezza riconosciuta e li metta in condizione di interagire e soprattutto di agire. Signor Ministro Martina, quello che serve in definitiva è una direzione politica innovativa e coraggiosa, una visione rivoluzionaria, non nelle parole, ma nel metodo e nella sostanza. La vera rivoluzione politica non è modificare ogni volta l’elenco delle buone azioni, ma invertire nei fatti l’attuale modalità di composizione degli interessi e riannodare il legame perso tra comunità ed economie locali. Diego Moratti

Hanno collaborato a questo numero:

Ilaria D’Ambrosi, Fabio Milesi, Mara D’Arcangelo, Laura Spataro, Elena Vitali, Livia Salvi, Elena Parigi, Arianna Corti, Ilaria Beretta, Francesco Cocca, Sheela Pulito, Lorenzo Dell’Onore, Andrea Corti, Iolanda Stanzione, Fabio Perletti, Laura Landi, Alessandro Fortis, Michele Visini, Silvia Caffi, Rossana Madaschi

Recapiti Redazione: Via Broseta, 121 24128 Bergamo (zona Loreto) Tel. +39 035 258559 redazione@infosostenibile.it

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Sommario Attualità Primo piano 4. G7 agricoltura a Bergamo. Dove sta andando il Biologico? 6. Totale contrarietà al CETA “Siamo pronti a dare battaglia” 7. Mondo latte e dintorni 8. Finanziamenti europei per l’agricoltura da Regione Lombardia 9. G7 Ambiente a Bologna 10. Il punto di non ritorno

Green Economy 12. Ecodesign, il ruolo dell’economia circolare 14. Premio Comuni Ricicloni 2017 16. ABenergie cresce e diventa produttore di energia pulita 17. Sempre più spazzatura tecnologica

BergamoSOStenibile

18. Acqua come slancio vitale 20. Quando l’agricoltura incontra il turismo 20. Cibo locale: lo conosciamo veramente? 21. Marketing territoriale 21. Lost in Edolo 22. Allarme fontanili 23. Cinture verdi e parchi regionali 24. Bergamo-Alberobello sulle tracce del biologico in Italia

BresciaSOStenibile

26. Biolago depurato dalle alghe grazie a un “biofiltro” 27. Il Musil va in città 28. Il Ponte di rami e la Cattedrale Vegetale 28. Vita per la Vita. Un cuore di latta 29. Smart mobility a misura di bambino 29. C’era un’arena e c’è ancora…

Como e Lecco SOStenibile

30. Como trionfa agli Oscar Green 2017 31. Campionati Mondiali di Nascondino - Consonno, 8-10 settembre 2017

Stili di vita Società 32. Viva Arte Viva 34. Triatleti a Iseo: quando l’emozione dello sport non ha limiti 35. Mondiali di parapendio per la prima volta in Italia 36. Gozo - Eco-isola del Mediterraneo 37. Gozo - Eco-island in the Mediterranean 38. Alpeggio Gambetta e TheClew. Innovare per trasformarsi 39. Architettura in paglia Alimentazione e salute 40. Cosa porto in valigia? 41. Proteggersi dal sole 42. Consigli nutrizionali per un’estate in salute 43. Frutta e verdura di stagione > Lampone e Melanzana 43. Le ricette > Frullato rosso / Purè di melanzane alla menta Appuntamenti dal territorio......................... 44 I Punti di distribuzione di infoSOS................... 46


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Primo piano

G7 agricoltura a Bergamo Dove sta andando il Biologico? Intervento di Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB Nazionale Associazione Italiana Agricoltura Biologica Mancano pochi mesi all’importante appuntamento del G7 Agricoltura, che si terrà a Bergamo il 14 e 15 ottobre. Al Convegno organizzato il 16 giugno scorso a Bergamo dagli amici del BioDistretto dell’Agricoltura Sociale, ho avuto modo di esprimere le attese, ma anche le preoccupazioni, di AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) in vista di quella scadenza. Ringrazio la rivista infoSOStenibile e il suo direttore Diego Moratti che mi consentono di ribadire senza infingimenti il mio pensiero schietto, forse poco diplomatico ma basato su dati e valutazioni difficilmente confutabili. Dobbiamo infatti considerare che il biologico, trainato dalla crescita della domanda, è entrato in una nuova fase per la quale in pochi abbiamo davvero creduto e lavorato. Molti sono infatti coloro che la stanno semplicemente cavalcando, mentre chi dovrebbe sostenerla, in particolare le Regioni con i PSR, fa finta di non essersene accorto, dimostrando grandi difficoltà ad abbandonare la difesa del convenzionale e mascherando quest’ultimo con un “integrato” inesistente e senza regole. Nemmeno le associazioni di categoria, che pure hanno visto crescere il bio tra i loro stessi associati, sanno cogliere le novità intervenute, continuando a proporre l’insostenibile tesi che tutti i metodi di produzione sono buoni e offrono uguali risultati.

Dalla PAC alle Regioni Si ricalca quello che è successo e succede con la PAC (la politica agricola europea) che ogni volta, nella fase applicativa, sconfessa i pur positivi propositi di cambiamento, penalizzando fortemente il settore biologico, com’è oggi per il greening e prima con il metodo di calcolo del disaccoppiamento. Per l’ottenimento dei premi viene sistematicamente tradito l’impegno per una vera condizionalità ambientale, sociale e occupazionale. Sta di

Vincenzo Vizioli Presidente di AIAB Nazionale

fatto che questa crescente domanda di prodotto biologico (e non certo le scelte di politica agricola) sta indirizzando una crescita imponente in operatori e superfici, che verrà certificata nelle sue reali dimensioni solo tra qualche mese dai dati SINAB 2016. Chi, come noi, opera da anni nel e per il settore, ha molto chiaro già da tempo che la crescita supererà ogni più rosea aspettativa, avvicinandosi considerevolmente a quel 20% di SAU (Superficie agricola utilizzata) che avevamo dichiarato, inascoltati, come obiettivo da porsi a stesura della nuova programmazione dei PSR, per il 2020. Come evidenziano i dati presentati da ISMEA, quasi la totalità delle Regioni non ha investito sul biologico, mettendo in bilancio poste inferiori alla percentuale di SAU biologica già presente in Regione, non scommettendo un euro in più sul biologico e continuando a puntare su quell’integrato che ormai dal 2014 è per l’Unione Europea il minimo sindacale che le aziende devono fare e per le quali non dovrebbero essere previsti premi. Il risultato però è devastante, la misura 10 del PSR (integrato), tramite le

misure aggiuntive negate alla misura 11 (biologico), sempre per la rilevazione ISMEA, prende più soldi del bio. Chi continua a usare pesticidi, glifosato incluso, è premiato di più di chi pratica il modello di produzione biologico. Questo oltre ad esaltare la miopia del mondo agricolo in generale e degli assessorati in particolare, va anche contro le stesse indicazioni che l’UE ha dato per i PSR, che sono quelle di mantenere (tra integrato e biologico) differenziali alti sui premi, con l’obiettivo di aumentare il biologico che contribuisce al raggiungimento di uno degli obiettivi più importanti della PAC: il contrasto ai cambiamenti climatici.

Domanda in aumento Ma i criteri si allentano Come sempre, la società è più avanti della politica e la domanda di bio è in continua crescita e ha sbloccato le reticenze della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e dei grandi marchi alimentari. Ma c’è ancora scarsa conoscenza culturale e tecnica sul biologico e così, le aziende si convertono, spesso senza avere

la coscienza di dover affrontare la fase tecnica di conversione e la giusta conoscenza di come affrontarla, avendo solo fretta di scappare dai meccanismi perversi del mercato convenzionale che, in nome della globalizzazione, le ha letteralmente taglieggiate sui prezzi, magari alzando anche l’asticella dei requisiti commerciali. In questo quadro molti organismi di controllo, per assecondare nuovi e più grandi clienti, stanno favorendo conversioni lampo, con interpretazioni della norma a dir poco fantasiose e lontane dal vero bio. La certificazione di tutto questo è l’atteggiamento verso il decreto “rotazioni” che osa ribadire un principio agronomico basilare e inderogabile

nel biologico. FederBio presenta un ricorso al TAR, per fortuna respinto, e il Ministero viene criticato e subissato di richieste di deroghe, per aver stabilito il minimo della decenza agronomica in tre cicli colturali di cui almeno uno di leguminose, prima di replicare la stessa specie. Così anche per la zootecnia, dove il numero di capi a metro quadro è solo un’indicazione media, il pascolo un optional, la deroga sugli alimenti una prassi, la scelta di razze idonee un esercizio di retorica. La forbice tra biologico industriale o di sostituzione e biologico di prossimità, rischia di allargarsi spaventosamente. Lo dimostra anche la possibile evoluzione del nuovo regolamento dove si scontrano fondamental-


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Giornata Mondiale dell’Ambiente e cambiamenti climatici: 32% di CO2 in meno con aumento del 50% del biologico Nella Giornata mondiale dell’Ambiente che si è celebrata il 5 giugno, l’AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, ricorda che quando si parla di ambiente e di cambiamenti climatici, non bisogna mai distogliere l’attenzione dai metodi produttivi. Secondo dati del 2016 che arrivano da IFOAM EU e FiBL (Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica) se da qui al 2030 ci fosse un incremento in Europa del 50% dell’agricoltura biologica si avrebbe un abbattimento delle emissioni di CO2 del 32%. Sulla stessa scia, l’overview scientifica fatta, nel 2015, dal Rodale Institute i sistemi agricoli convenzionali producono il 40% in più di gas-serra mentre i suoli bio hanno una funzione di carbon sink, che è mediamente quantificabile in 0,5 tonnellate per ettaro l’anno. Inoltre, l’agricoltura bio, secondo il report, usa il 45% in meno di energia rispetto a quella convenzionale e fa un uso più efficiente dell’energia.

Il modello Bio e la garanzia AIAB

mente due scuole di pensiero: quella “ortodossa” e quella che vuole allentare norme e controlli in nome del mercato. Sembra quindi che nel prossimo futuro il nostro settore sarà sempre più caratterizzato da un dualismo tra un biologico per il mercato e un biologico sano e buono. Un percorso inaccettabile a cui AIAB si deve opporre con forza perché il biologico è sì un metodo di produzione, ma anche il modello sostenibile di agricoltura. Ritagliarsi una nicchia di biologico sano all’interno del biologico sarebbe un fallimento. Per noi la sostenibilità è un valore a tutto tondo perché ci interessa che il rispetto degli equilibri agro-ecologici, della biodiversità, della centralità del lavoro e dei diritti,

della sicurezza alimentare, del benessere animale, del welfare sociale, siano al centro dell’attività agricola e fondamenta della sovranità alimentare. Le alleanze, per chi vuole affermare questo modello di agricoltura sana, si devono trovare all’interno del mondo biologico ma anche e soprattutto al di fuori del mondo agricolo, tra le associazioni e i cittadini consumatori che con le loro tasse pagano la PAC e i PSR ma non hanno il diritto di decidere quale agricoltura sostenere, cioè quale ambiente e quale cibo per il futuro. Il nostro slogan “la PAC ci riguarda” è un’intuizione ancora molto valida e da sviluppare anche in previsione della fase di revisione che si sta aprendo proprio in questo perio-

do. Non solo associazioni però, anche singoli cittadini, verso i quali serve una forte campagna di comunicazione per far sapere chi siamo, cosa facciamo e cosa c’è in termini di valore, dietro al nostro marchio di garanzia. Per esempio le campagne Coltiviamo biodiversità e Coltiviamo diritti, che si soffermano, rispettivamente, sui valori ambientali, inderogabili del metodo di produzione, e su quelli del rispetto del lavoro e delle persone, entrano nel merito e sollevano problemi di democrazia, come il controllo delle sementi, dei pesticidi e del mercato agroalimentare da parte di poche multinazionali, nonché di legalità sul lavoro. Probabilmente due facce della stessa medaglia.

La sintesi che noi facciamo del ‘modello bio’ sta dunque anche in un marchio, il “garanzia AIAB” che, insieme all’offerta di un prodotto certamente biologico, libero da OGM e realizzato con materia prima solo italiana, afferma che tutto questo non basta e garantisce che ci sia anche il requisito della legalità nei rapporti di lavoro. Il punto di maggior forza di AIAB è che a distanza di anni dalla sua nascita, nonostante difficoltà e cambiamenti, continua a essere il riferimento politico-culturale nonché il soggetto fondamentale di elaborazione strategica e progettuale per il mondo del biologico, per i valori che questo esprime e che oggi si stanno affermando con sempre maggior forza nella società. Questo ruolo politico-culturale rende AIAB un soggetto di riferimento per i movimenti legati ai temi dell’agricoltura, della biodiversità coltivata, del cibo, dell’accesso alla terra e della sostenibilità ambientale, tutti temi per cui il biologico rappresenta lo strumento, allo stesso tempo tecnico operativo e di

sintesi culturale. Il biologico ha bisogno di rappresentanza politica, di servizi diretti e indiretti alle aziende, di comunicazione al consumatore che deve essere il suo principale alleato. Questi sono i cardini su cui cresce il progetto associativo AIAB sul territorio e a partire dai quali il marchio AIAB deve trovare una sintesi. AIAB è un’associazione di promozione sociale che sostiene e qualifica il territorio tramite l’agricoltura biologica come metodo di sviluppo sostenibile e multifunzionale. All’interno di questo posizionamento c’è tutto quanto fin qui detto: la scelta dei biodistretti, dell’agricoltura sociale, del legame tra modello di produzione, alimentazione e salute, che capitalizzano il lavoro di rappresentanza, di consulenza, di progettazione, ricerca e tutte le coraggiose scelte di campo. Siamo certi che al G7 agricoltura di Bergamo, grazie anche al BioDistretto dell’Agricoltura Sociale e ad AIAB Lombardia, sapremo far sentire in modo chiaro la nostra voce. Vincenzo Vizioli Presidente di AIAB Nazionale


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Primo piano

Totale contrarietà al CETA “Siamo pronti a dare battaglia” Anche Coldiretti schierata senza riserve contro l’accordo di libero scambio che se approvato danneggerebbe l’agricoltura italiana

«Sarebbe un autogol perché consentirebbe di fatto di occultare l’origine dei prodotti, specie agricoli: una direzione opposta a quella che lo stesso governo italiano sta da tempo perseguendo», questo il commento del presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio, che insieme a tutta Coldiretti nazionale e insieme a molte associazioni italiane stanno contrastando l’approvazione del Ceta, l’accordo economico e commerciale che si pone come obiettivo la progressiva liberalizzazione degli scambi tra Unione Europea e Canada. Il Ceta ha avuto il via libera dall’Unione Europea il 15 febbraio scorso e ora deve esser approvato dagli stati membri. In questi giorni in Italia è in corso di approvazione la legge di ratifica di tale accordo. «A fronte dei presunti benefici attesi, il trattato non solo segue la strada sbagliata di un’indiscri-

minata liberalizzazione e deregolamentazione degli scambi, ma, per la prima volta nella storia dell’Unione, accorda a livello internazionale il via libera alle imitazioni dei nostri prodotti più tipici: dall’Asiago al Gorgonzola fino alla Fontina e ai prosciutti di Parma, San Daniele e Toscano fino al Parmesan – continua la nota di Coldiretti -. Altro fatto gravissimo, il Ceta spalanca le porte all’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato, vietato in Italia perché sospettato di essere cancerogeno, oltre a favorire l’arrivo di ingenti quantitativi di carne a dazio zero da un Paese dove è possibile utilizzare ormoni negli allevamenti, a differenza di quanto avviene in Italia». Come chiarisce Brivio, prodotti canadesi (o internazionali, mascherati da canadesi) verrebbero messi in competizione con prodotti realizzati con standard

“Il trattato non solo segue la strada sbagliata di un’indiscriminata liberalizzazione e deregolamentazione degli scambi, ma accorda a livello internazionale il via libera alle imitazioni dei nostri prodotti più tipici” produttivi diversi, come quelli italiani che richiedono una certa rigorosità: per esempio verrebbe eliminato il dazio sul grano duro che rappresenta una barriera a quelle produzioni dove è consentito l’utilizzo del glifosato in preraccolta. «Sintomatico a questo proposito – specifica Alberto Brivio

– che il Canada abbia già protestato rispetto alla possibile introduzione nell’etichetta dell’origine del grano per la pasta». La combinazione del principio della fabbricazione sufficiente con il criterio del codice doganale contribuisce di fatto a occultare l’origine del prodotto, in quanto diventa sufficiente indicare solo dove avviene l’ultimo passaggio di lavorazione. «Una direzione opposta rispetto al successo appena raggiunto introducendo l’obbligo di inserire in etichetta sul latte confezionato in Italia, la reale provenienza di latte 100% italiano, una condizione spesso raggirata confezionando in Italia latte proveniente dall’estero». L’appello di Coldiretti in coalizione con altri portatori di interesse si concretizza in un’azione tesa a informare e sensibilizzare il Governo e i Parlamentari italiani, chiedendo loro di non votare a

favore della ratifica dell’Accordo e di impedirne l’entrata in vigore anche in via provvisoria, nella direzione di ragioni improntate alla democrazia economica e alla salvaguardia dei diritti dei consumatori e delle imprese. Da sottolineare infine che oltre agli interessi di natura economica, si tratta di una battaglia che ha anche motivazioni di natura valoriale, legate al bene comune. All’entrata in vigore dell’accordo, infatti, la cooperazione regolamentare determinerà la graduale eliminazione delle regole che, nei diversi settori della sanità pubblica, della sicurezza degli alimenti, della protezione dei consumatori e dell’ambiente possono essere ritenuti di “ostacolo” alla libertà del commercio, venendo meno la priorità assegnata dalla nostra tradizione culturale all’interesse pubblico e generale rispetto all’interesse economico individuale.


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Mondo latte e dintorni Stop della UE al “latte” vegetale Cresce il valore del latte (e del burro) alla stalla

I prodotti vegetali che finora utilizzavano sulla confezione la dicitura “latte” o “formaggio” (come latte di soia, latte di cocco, latte di riso, tofu) sono ora costretti a correggere la propria definizione in “bevanda a base di” per poter essere commercializzati

Vegetale e animale non sono la stessa cosa e - diretta conseguenza - dai semi della soia non si ricava il latte. Sembrerebbe un concetto banale, eppure per specificare che nel latte di soia non c’è il latte e che le due bevande non sono nutrizionalmente comparabili, c’è voluta una sentenza. Lo scorso 14 giugno, infatti, la Corte di Giustizia Europea è stata chiamata a intervenire presso un tribunale tedesco in merito alla controversia tra l’azienda TofuTown che produce e distribuisce prodotti vegan food, utilizzando denominazioni quali “burro di tofu” e “formaggio vegano” e l’associazione Verband Sozialer Wettbewerb, che da anni si batte contro la concorrenza sleale. La Corte ha stabilito che solo i prodotti lattiero-caseari di origine animale possono riportare in etichetta la denominazione di latte, burro, formaggio, panna, yogurt e crema di latte. I prodotti vegetali che finora utilizzavano sulla confezione la dicitura “latte” o “formaggio” (per citarne alcuni: latte di soia, latte di cocco, latte di riso, tofu) sono ora costretti a correggere la propria definizio-

ne in “bevanda a base di” per poter essere commercializzati. Tale specificazione non è solo un mezzo utile a contrastare la concorrenza sleale delle aziende, ma si pone anche come risposta al disordine linguistico che si è creato negli ultimi tempi in campo alimentare, conseguenza diretta dell’invasione di prodotti sempre più nuovi che troviamo sugli scaffali dei supermercati, sfruttando il cosiddetto “milk sounding”, ovvero prodotti che sembrano latte ma che in realtà non lo sono. «Finalmente si è fatta chiarezza su questo punto ed è importante tutelare i consumatori che hanno diritto a informazioni chiare e complete - spiega il nostro esperto Bortolo Ghislotti -. Infatti, si tratta di etichette potenzialmente ingannevoli, un vero e proprio furto di identità a danno delle aziende produttrici di latte, formaggio e prodotti caseari veri». Ciò non significa, tiene a sottolineare Ghislotti, screditare i prodotti di origine vegetale, semplicemente si chiede di dichiararne la provenienza a beneficio della trasparenza. Quella stessa trasparenza che l’anno scorso era

stata reclamata per quei prodotti che condividevano sulla confezione il logo della bandiera italiana, nonostante sul territorio nazionale venisse concretizzata solo l’ultima fase di confezionamento del latte munto invece in paesi stranieri.

Valore del latte in aumento Proprio il successo italiano raggiunto il 19 aprile 2017 con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima utilizzata, ha portato come conseguenza al graduale aumento del prezzo del latte, giunto oggi a 37 centesimi (contro i 29 centesimi registrati nell’aprile 2016). A cosa è dovuto questo incremento? Come ci spiega Bortolo Ghislotti, la normativa appena citata ha bloccato la circolazione del Made in Italy contraffatto in ambito lattiero-caseario, imponendo alle aziende industriali che vogliono vendere latte italiano, di comprare il latte in Italia. Un ruolo decisivo è stato svolto anche indirettamente dalla campagna mediatica contro l’olio di palma. L’olio di palma

è un grasso di origine vegetale con una composizione simile a quella del burro. Proprio grazie alle sue caratteristiche e ai costi bassi di produzione, molte industrie alimentari negli anni scorsi lo avevano inserito nei processi di lavorazione al posto del burro. Se utilizzato nelle quantità e nelle modalità adeguate, c’è da dire che l’olio di palma non rappresenta un rischio per la salute, tuttavia, la sua sempre maggiore richiesta ha contribuito al fenomeno della deforestazione mondiale, con gravi ripercussioni sull’ambiente. La sensibilità dei consumatori verso i temi ambientali ha permesso l’inversione di rotta: il burro, dapprima surclassato dall’olio di palma, ha così riguadagnato il suo posto nelle industrie alimentari. Va da sé che l’aumento del prezzo del latte ha comportato l’aumento del prezzo del burro (quasi del 90%) a livello industriale. «Tuttavia l’entusiasmo non deve farci perdere di vista i nostri obietti-

“Un mezzo utile a contrastare la concorrenza sleale sdelle aziende, oltre a rispondere al disordine linguistico che si è creato negli ultimi tempi” vi - conclude Ghislotti -. Uno di questi è quello di far riaprire le aziende che la crisi ha costretto a chiudere negli ultimi anni, dando agli allevatori la possibilità di investire nelle proprie attività. È un momento buono per il settore del latte, eppure non è sufficiente a recuperare un anno che è stato disastroso dal punto di vista economico. L’Unione Europea sta dimostrando attenzione al mondo agricolo, ma per essere coerente, bisogna continuare a lavorare sulle politiche a livello locale». Sheela Pulito

Pagina promossa in collaborazione con Bortolo Ghislotti, titolare della IRIM srl


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Primo piano

Finanziamenti europei per l’agricoltura da Regione Lombardia Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR 2014-2020) è la più importante fonte di contributi per gli imprenditori agricoli e forestali lombardi Coltura biologica in Lombardia

Bandi e finanziamenti da Regione Lombardia

47% cereali 32%

foraggio

> PSR 2014-2020 (FEASR): “Sostegno alla realizzazione e allo sviluppo di attività agrituristiche” Scadenza: 11 settembre 2017, ore 12

7,6% viticoltura 6,8% piante industriali e legumi

> Fondo regionale efficienza energetica (FREE) per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici di proprietà degli enti locali (Nuovo periodo di apertura) Scadenza: 15 settembre 2017, ore 12

6,6% orticoltura, frutticoltura, olivi e seminativi vari

In questi anni la Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia sta erogando contributi attraverso il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, un piano settennale di finanziamenti europei che mette a disposizione, complessivamente, ben 1 miliardo 157 milioni 565 mila euro. È dunque una fondamentale fonte di contributi in sostegno agli imprenditori agricoli e forestali lombardi, per un totale di circa 40mila potenziali beneficiari, che grazie al Programma possono realizzare progetti e investimenti per migliorare e innovare le proprie aziende. Le iniziative sostenute sono molteplici, dalla costituzione di nuove attività alla ristrutturazione di edifici agricoli, dagli investimenti in innovazione a quelli nel biologico. Tra i bandi ricordiamo “Progetti integrati di filiera”, che promuove iniziative di approccio integrato volte a potenziare e valorizzare le filiere produttive del territorio lombardo; comprende interventi di formazione e acquisizione di competenze, progetti dimostrativi e azioni di informazione, incentivi per investimenti nelle filiere agroalimentari, trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli, progetti pilota e innovazione. Il bando “Sostegno alla realizzazione e allo sviluppo di attività agrituristiche” offre

invece contributi per la valorizzazione dell’attività agrituristica con azioni di ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo di fabbricati da destinare a uso agrituristico; mentre “Filiere corte” è rivolto a imprese agricole partecipanti ad aggregazioni che intraprendano nuove attività, come sostegno per studi di fattibilità, progettazione, cooperazione, promozione e informazione, investimenti relativi a ristrutturazione o risanamento, per l’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature, arredi e applicazioni informatiche. Vi sono anche incentivi per la costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani che si insediano per la prima volta in una realtà aziendale, in qualità di titolari di un’impresa individuale o di rappresentanti legali di una società agricola di persone, capitali o cooperativa. Tra le iniziative attivate negli anni passati ricordiamo gli incentivi per gli investimenti nella competitività e sostenibilità delle aziende agricole, la promozione dei prodotti di qualità, il finanziamento a infrastrutture per lo sviluppo agroforestale, una dotazione in favore della formazione degli operatori e il sostegno all’agricoltura biologica. Nonostante la crisi abbia ridotto i consumi alimentari degli italiani, infatti, diverse fonti registrano

un sensibile aumento degli acquisti di prodotti biologici. Negli ultimi anni numerose aziende agricole hanno riconvertito le proprie modalità produttive, utilizzando anche i contributi del PSR. Si tratta perlopiù di aziende di grandi dimensioni, spesso condotte da giovani imprenditori sotto i 35 anni. Il settore tuttavia, pur essendo in forte crescita, ricopre ancora un ruolo marginale in Lombardia: basti pensare che la superficie coltivata con metodo biologico è pari a poco più del 2% di quella totale, contro il 7,7% circa della SAU (superficie agricola utilizzata) nazionale (dati 2015). In particolare, in Lombardia il 47% della superficie destinata a coltura biologica viene utilizzata per produrre cereali, il 32% per il foraggio, il 7,6% per la viticoltura, il 6,8% per piante industriali e legumi e le quote restanti sono adibite a orticoltura, frutticoltura, olivi e seminativi vari (dati 2015). Se la Lombardia è la prima regione agricola italiana e una delle più importanti nel panorama europeo, con un sistema agricolo del valore di 36,5 miliardi, è tuttavia ancora molto il lavoro da fare sulla strada dell’innovazione, della sostenibilità, della filiera corta e dell’innalzamento della qualità. Elena Vitali

> PSR 2014-2020 (FEASR): “Filiere corte”: Contributi per il sostegno a progetti da realizzare attraverso un accordo di partnership tra più soggetti – imprese agricole e altri eventuali partner ‐ aventi come finalità la creazione e lo sviluppo di filiere corte Scadenza: 20 settembre 2017 > PSR 2014-2020 (FEASR): “Prevenzione dei danni alle foreste” Sostegno per favorire la migliore gestione delle foreste, prevenendo i fenomeni che possano incidere negativamente sui boschi, quali incendi o disastri naturali. Scadenza: domande dal 21 luglio 2017 al 18 ottobre 2017 > Infrastrutture verdi a rilevanza ecologica e di incremento della naturalità. Misura di finanziamento rivolta a proprietarie di terreni, in ambiti di pianura e collina, che persegue obiettivi di sviluppo territoriale e di salvaguardia e valorizzazione del sistema rurale-paesisticoambientale. Scadenza: domande dal 1 settembre 2017 al 30 ottobre 2017 > PSR 2014-2020 (FEASR): “Progetti integrati di filiera” Promuove iniziative di approccio integrato volte a potenziare e valorizzare le filiere produttive del territorio lombardo. Scadenza: 15 novembre 2017 > PSR 2014-2020 (FEASR): “Incentivi per la costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori” Scadenza: 29 dicembre 2017 > Bando credito di funzionamento per le imprese agricole Un fondo regionale per sostenere gli agricoltori lombardi nel pagamento degli interessi sui crediti bancari concessi alle imprese agricole per esigenze di funzionamento. Scadenza: Fino a esaurimento fondi Sul portale SiAGE, all’indirizzo www.siage.regione.lombardia.it, e sul sito di Regione Lombardia, nella sezione Bandi, sono disponibili informazioni dettagliate sugli stanziamenti e sulle modalità di presentazione delle domande di partecipazione.


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G7 Ambiente a Bologna Unanimità sul clima, USA esclusi. Manifestazioni pacifiche Si è tenuta a Bologna l’11 e il 12 giugno la riunione ministeriale ambientale del G7, a cui hanno preso parte i Ministri dell’Ambiente dei sette Paesi e i due Commissari Ambiente e Clima dell’UE; e, in rappresentanza dei Paesi in via di sviluppo, i Ministri dell’Ambiente di Cile, Maldive, Etiopia e Ruanda. Tema centrale del G7 ambientale è stato il clima, in riferimento a quanto concluso dall’accordo di Parigi per combattere il riscaldamento globale, soprattutto in virtù dell’uscita degli Stati Uniti dal patto e della dichiarata volontà del Presidente Donald Trump di rinegoziarlo. Grande è stata l’attesa delle parole di Scott Pruitt, direttore dell’EPA (Agenzia federale per l’Ambiente degli USA), presente alla riunione solo di passaggio. Mentre Canada, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito e Commissione Europea ribadiscono all’unanimità il loro impegno per una rapida ed effettiva realizzazione dell’Agenda, gli Stati Uniti si confermano l’unica voce fuori dal coro; tuttavia, pur chiamandosi fuori dall’Intesa parigina, si impegnano a ridurre le emissioni sui gas serra con iniziative autonome. Gli altri punti all’ordine del giorno sono stati crescita sostenibile, finanza verde, inquinamento marino, banche di sviluppo, riforma della tassazione in senso ecologico, economia circolare ed efficienza delle risorse.

“Questa rivoluzione industriale va accompagnata con azioni di stimolo che rendano conveniente il cambiamento anche da un punto di vista imprenditoriale”

#ALL4GREEN Bologna non si è fatta trovare impreparata: dal 5 giugno è partito #ALL4GREEN, un calendario di oltre settanta iniziative sull’economia circolare. Per tutta la settimana, Bologna è stata capitale mondiale dell’ambiente: qui sono state convogliate attività e progetti promossi dalla Presidenza italiana del G7, con l’auspicio – dichiarato dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – di «creare una grande alleanza tra istituzioni, mondo produttivo e impegno civile, senza le contrapposizioni che ancora oggi mettono contro ambiente e sviluppo».

La proposta del Ministro italiano È proprio l’alleanza tra ecologia ed economia l’obiettivo che Galletti pone nella sua proposta: «Questa rivoluzione industriale – afferma il Ministro – va accompagnata con azioni di stimolo che rendano “conveniente” il cambiamento anche da un punto di vista imprenditoriale». Tali dichiarazioni sembrano ripescare concetti dai

libri di storia, attualizzandoli allo stato odierno. Galletti lancia un Piano Marshall ambientale europeo per l’Africa, «con l’obiettivo di favorire una crescita economica sostenibile dell’area subsahariana, con i conseguenti effetti positivi anche sul piano sociale e occupazionale e di contenimento alle migrazioni»; dall’altro lato, la proposta è quella di un New Deal ambientale che favorisca con sgravi fiscali gli investimen-

ti imprenditoriali sostenibili. «Questa è la logica – continua il Ministro – con la quale abbiamo elaborato la nuova SEN, la Strategia Energetica Nazionale».

Le proteste Come prevedibile, non sono mancate le proteste. Domenica ore di tensione ma senza incidenti, a causa di alcune tute bianche spintesi in Piaz-

za Maggiore, dichiarata, da un Comune forse troppo allarmista, “zona rossa”, per appendere uno striscione: “Bologna città aperta. Libertà di movimento”. Il corteo anti-G7 ha unito diversi collettivi cittadini, tra cui Tpo, Labas, Link, Social Log e CUA (Collettivo Universitario Autonomo), oltre che Greenpeace, No Tav e Coalizione Civica, che hanno sfilato pacificamente per le vie del centro fino a Piazza San Francesco. Centotrenta mini-panda di cartapesta marchiati WWF hanno invaso via Rizzoli fin sotto le Due Torri e una biciclettata di protesta ha imboccato la tangenziale arrivando al Savoia Regency, dov’era in corso il summit. Laura Spataro


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Il punto di non ritorno Il presidente Trump ritira gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima mentre la Groenlandia si scioglie e noi lentamente ci estinguiamo

La tendenza di molti pseudo ecologisti è prendere le parti della cara Madre Terra: si surriscalda, patisce, è assetata, non respira; questa prospettiva però è la più antropocentrica di tutte. Se da un lato attribuirle caratteristiche umane permette specialmente ai più piccoli di familiarizzare con i problemi relativi al cambiamento climatico, dall’altro il discorso viene deviato su una falsa pista: la Terra, da quando esiste, ha subito enormi trasformazioni, che l’hanno portata a essere un sistema equilibrato ottimale per il proliferare di forme di vita. Probabilmente il mondo come si presenta oggi smetterà di esistere e nel corso dei millenni futuri si evolverà in qualcos’altro, come ha sempre fatto. Ciò significa che è in grado di plasmarsi e adattarsi a nuove condizioni, senza che questo lo distrugga. Il punto fondamentale che molti stentano a comprendere è che il cambiamento cli-

matico incide pesantemente sul nostro ecosistema, quello che ci permette di vivere e prosperare insieme a tanti altri esseri viventi, quindi siamo noi – anello debole della catena – a essere seriamente in pericolo, non il nostro pianeta. Le piante e alcuni tipi di animali forse si adatteranno, impareranno a vivere in condizioni diverse, ma altri sono destinati a estinguersi e noi siamo tra questi. Turbano, a questo punto, soprattutto l’ingenuità e la superbia dell’uomo che si sente invincibile al punto di non essersi preoccupato per tanto, troppo tempo del proprio futuro, della salvaguardia della propria specie. Secondo diversi studi scientifici abbiamo superato il punto di non ritorno: la Groenlandia si scioglie perché sia la temperatura del mare sia quella dell’aria sono sempre più elevate, questo porterà a breve all’innalzamento del livello degli oceani oltre che alla diminuzione del tasso di sali-

nità dell’acqua, che avrà conseguenze nefaste per gran parte della flora e della fauna marina e in ultima analisi per l’uomo stesso. Si tratta solo di uno dei possibili scenari dell’inesorabile trasformazione della Terra in un pianeta sempre meno adatto a ospitare vita, in cui la crescita della popolazione mondiale è inversamente proporzionale alla disponibilità di risorse.

Dal Portogallo all’Italia Le notizie di questi giorni ci portano in Portogallo, dove l’anticiclone africano che da giorni imperversa sulla penisola iberica con forti raffiche di vento bollente è il principale responsabile dell’incendio indomabile che ha interessato tutta la zona centrale e ha già mietuto più di sessanta vittime. Anche in Italia la situazione non è incoraggiante: al di là dei soliti servizi televisivi

estivi che con illuminata serietà suggeriscono di ripararsi dal sole durante le ore più calde e bere molta acqua, la siccità è un fenomeno costante in Veneto, Piemonte e Sicilia ma anche Emilia Romagna e Toscana, che hanno dichiarato con un decreto lo stato di crisi idrica per l’intero territorio regionale e lo stesso si appresta a fare la Sardegna. Il livello del Po è sceso due metri e mezzo sotto lo zero idrometrico con un rischio di desertificazione di vaste aree sempre più alto. Sono necessari quindi strutturali e capillari interventi sul territorio, nazionale e internazionale affinché il baratro in cui scivoliamo non si avvicini troppo velocemente.

Accordo di Parigi 2015 e uscita degli Usa Accordi politici in questa direzione sono stati fatti, certo: l’ultimo a Parigi nel 2015 dove dopo do-

“Dal rapporto «Qualità dell’aria in Europa 2016» risulta che lo smog tra il 2000 e il 2014 ha causato in Europa 467 mila morti premature” dici giorni di negoziati, viene approvato l’accordo internazionale sul clima, firmato da quasi duecento governi, tra cui quelli di Cina e Stati Uniti, i principali responsabili delle emissioni di gas serra. Occorrerà però verificare la loro efficacia, visto che i Paesi aderenti non sono sottoposti a particolari vincoli o sanzioni nel caso l’accordo non venisse rispettato. Il documento finale entrerà in vigore nel 2020 e i Paesi firmatari si sono impegnati a limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali.


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Tuttavia, non sono stati fissati dei limiti nazionali alle emissioni e secondo diversi scienziati e attivisti il programma non è abbastanza ambizioso. Resta il fatto che per la prima volta potenze emergenti, come Cina e India, si sono impegnate contro il riscaldamento globale e questo rappresenta una svolta rispetto al passato. In tutto ciò, gli Stati Uniti, in quel momento guidati da Barack Obama, si erano impegnati a ridurre del 26% le emissioni di anidride carbonica entro il 2025. A giugno però, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la decisione del nuovo presidente Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo per il presunto svantaggio che questo comporterebbe sull’economia statunitense. In realtà si tratta solo dell’ultimo di una serie di nefasti interventi del presidente volti a eliminare molte delle norme introdotte da Obama per ridurre le emissioni e incentivare

il passaggio dai combustibili fossili a fonti di energia alternativa. Oltre ad aver fatto retromarcia sulle centrali elettriche alimentate a carbone di cui l’ex presidente prevedeva la sostituzione con impianti eolici e solari, Trump ha nominato Scott Pruitt, uno scettico dei cambiamenti climatici, alla guida dell’agenzia per la protezione ambientale (Epa) e ha proposto di tagliare drasticamente i fondi dei programmi scientifici sul clima.

Reazioni e scenario internazionale La decisione della Casa Bianca di uscire dagli accordi di Parigi è stata criticata sia all’interno dei confini sia all’estero con un’agguerrita Angela Merkel che, a seguito del G7 di Taormina di fine maggio, si dichiara insoddisfatta rispetto agli esiti della discussione sul clima e rammaricata per la decisione degli Stati

Uniti di uscire dal patto. Anche sul piano politico la scelta di Trump avrà importanti conseguenze: se Washington riduce il proprio impegno in politica internazionale, altre potenze ne approfitteranno per imporsi, prima fra tutte la Cina, che probabilmente riuscirà a raggiungere gli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi. Sembra che le emissioni di anidride carbonica della Cina abbiano, infatti, cominciato a scendere dieci anni prima del previsto e la portavoce del ministero degli esteri cinese Hua Chunying ha dichiarato che il Paese continuerà a perseguire un modello di sviluppo sostenibile, appoggiato dall’Unione Europea che insiste nell’investimento in fonti di energia alternative. Sul fronte interno Trump si trova a scontrarsi con una larga fetta dell’opinione pubblica, giustamente preoccupata per gli effetti sul clima e con importanti esponenti nel panorama econo-

mico statunitense, che da anni ormai puntano su fonti di energia alternative, visto che il carbone fossile è destinato a non essere più un investimento così interessante per il mercato internazionale. Un tweet del sindaco di New York Bill de Blasio annuncia la decisione di aderire a un ordine esecutivo che permetta alla città di mantenersi all’interno dell’accordo di Parigi. Anche la California si scontra con le decisioni del presidente Trump e il governatore Jerry Brown ha dichiarato di voler organizzare un movimento contro le decisioni prese dalla Casa Bianca.

Inquinamento che uccide Si parla molto di terrorismo e il panico convulso che prende le folle può avere i risvolti della finale di Champions a Torino, ma dal rapporto “Qualità dell’aria in Europa 2016” risulta che lo smog

tra il 2000 e il 2014 ha causato in Europa 467 mila morti premature, molte di più rispetto alle vittime di attacchi terroristici. Siamo a conoscenza di questi dati? Ne parliamo abbastanza? E soprattutto ci importa? Forse prima di ritrovarci con raccolti distrutti dalla grandine e improvvise ondate di calore con drammatiche perdite nel settore agricolo, dovremmo smettere di mascherare la nostra falsa coscienza dietro la spesa bio a Km zero o il marketing “verde” perché da soli non bastano: occorre smettere di coltivare prati all’inglese, che hanno questo nome non a caso, raccogliere le acque piovane e riciclarle creando sistemi di irrigazione autonomi e soprattutto avere la ferma consapevolezza che l’acqua corrente potabile a portata di rubinetto è un lusso che forse non potremo sempre permetterci. Mara D’Arcangelo


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Ecodesign, il ruolo dell’economia circolare L’industria volta pagina Da adesso il riciclo della plastica diventa una politica aziendale Per rispondere alla necessità di prevenire e diminuire l’impatto ambientale dei manufatti umani, il primo passo è comprendere il ruolo giocato dal mondo industriale, per poi intervenire sulla scelta progettuale che le aziende compiono al momento di confezionare i rispettivi prodotti. Questo perché, dal 2012 in poi, la società tutta si è mostrata piuttosto unita nell’affrontare il problema della sovrabbondanza dei rifiuti, condizionando la commercializzazione di prodotti al loro utilizzo efficiente delle risorse, considerando anche che, al termine del loro ciclo di vita, potessero essere reimmessi nella filiera produttiva, lasciando il passo a nuovi manufatti “nati” dal riuso delle materie pri-

me. Una semplice applicazione, la più diretta e fattibile della cosiddetta economia circolare. Gli espedienti, trovati dalle aziende per contenere lo spreco e soprattutto la dispersione di materie prime come il vetro, la plastica e l’alluminio nell’ambiente, sono tra i più vari: dal deposito cauzionale per gli imballaggi, al vuoto a rendere per il vetro; provvedimenti doverosi che, però, di fatto, non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo di liberare l’ambiente dai rifiuti non biodegradabili. Per questo motivo si sta affermando l’idea di ripensare al futuro della plastica affidando all’industria la gestione e la valorizzazione economica di un nuovo mercato: quello dell’ecodesign.

Riprogettare, riusare e riciclare il packaging Il piano d’azione per l’economia circolare, redatto dalla Ellen MacArthur Foundation, conscia del fatto che – ogni anno, a livello globale – solo il 14% del packaging viene raccolto e riciclato, pone l’obiettivo di recuperare il 70% degli imballaggi di plastica e di trovare una soluzione sostenibile per lo smaltimento del restante 30% che, per diversi motivi, non può essere riutilizzato. Il piano d’intervento derivato dallo studio della fondazione statunitense ha lanciato le linee guida per la lavorazione della plastica concentrandosi sulla riprogettazione, il riuso e il riciclo di uno specifico segmento del

mercato del packaging: dalla riprogettazione degli imballaggi a quella dei modelli distributivi, si sono ottenuti risultati sorprendenti, soprattutto per quella fetta di materiale plastico altrimenti non riciclabile. Una tipologia, quest’ultima che comprende, per esempio, i flaconi per cosmetici e integratori alimentari; i contenitori di piccolo formato, come le pellicole per le merendine e i tappi di bottiglia; gli imballaggi composti da materiali eterogenei o quelli contaminati, come i contenitori per i fast-food; ma anche i materiali quali il PVC e il polistirene espanso. Una categoria che, se reintrodotta nella filiera industriale, consente un abbattimento dei costi di produzione, differentemente dal 10%

delle plastiche poco usate per gli imballaggi, come il PVC e l’EPS, che non possono avviare un riciclo sostenibile nell’ottica delle economie di scala. Il piano d’azione “The New Plastic Economy” (NPE), sostenuto da soggetti prevalentemente industriali, è stato lanciato per aumentare l’attitudine al riciclo e per introdurre nuovi modelli di economia circolare nella produzione, utilizzo e smaltimento del packaging. A monte, una complessa e indispensabile fase di progettazione si avvale di strumenti di valutazione e di azione come il Life Cycle Assessment, l’analisi del ciclo di vita e il Life Cycle Thinking, che tiene conto sin da subito dell’intero ciclo di vita del prodotto, per evitare


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successive criticità. Nella fattispecie, l’aspetto del riciclo affronta il problema delle barriere che impediscono un efficace riciclo. In alcuni casi – come documenta la Plastic Recyclers Europe, l’associazione europea dei riciclatori – manca totalmente l’aspetto della progettazione degli imballaggi, come per esempio, la scelta del polimero, i coloranti o gli adesivi, ovvero degli elementi la cui combinazione determina le caratteristiche finali del packaging; il che, nel momento della reintroduzione nella filiera produttiva, ha un impatto negativo sul mercato degli aggregati riciclati. Nonostante questo, non è sufficiente impiegare un polimero potenzialmente di alto valore (il PET, l’HDPE o quel-

lo compostabili come il PLA) se non si tiene presente il sistema post consumo che accoglierà gli imballaggi a fine vita. In Italia, la tendenza è proprio quella di non riciclare o di farlo in maniera molto limitata rispetto alle quantità di materiale immesso sul mercato (come accade per il caso del Tetrapack): questo perché sono poco diffuse le informazioni e l’accessibilità ai dati sugli imballaggi destinati ai termovalorizzatori.

Prevenzione, riduzione e logistica efficiente Lo studio della Ellen MacArthur Foundation ha evidenziato l’importanza dell’ecodesign, stimando che è possibile arrivare

“Ogni anno, a livello globale solo il 14% del packaging viene raccolto e riciclato” a un valore pari a 3 miliardi di dollari l’anno per ogni tonnellata di plastica raccolta, per la quale il design degli imballaggi ha un diretto impatto sui costi di raccolta, selezione e riciclo. Ancora una volta l’informazione e la sensibilizzazione a differenziare correttamente i rifiuti costituiscono il punto di partenza per ammortizzare i costi di smaltimento: gli imballaggi non riciclabili immessi nella filiera di quelli riciclabili generano un costo aggiuntivo fino

a 500 dollari per tonnellata di materia prima; per esempio, pochi sanno che le bottiglie di PET opacizzato (come quelle del latte) sono poco riciclabili rispetto a quelle trasparenti. Recentemente, alla luce della scomoda verità che il sistema industriale definito dalla produzione-consumo-smaltimento si sia rivelato del tutto fallimentare, l’industria affiliata all’ecodesign si sta addentrando nella sperimentazione di diverse opzioni di recupero dei materiali, concentrandosi sull’aspetto più innovativo: aver portato le aziende verso un modello produttivo che approccia, già in fase di scelta delle materie prime, alla necessità di riciclare i prodotti, di fatto prima che questi possano

essere considerati rifiuti. Inoltre, per adeguarsi alle normative europee l’industria italiana del packaging sta investendo nello sviluppo di strategie sostenibili: dagli imballaggi funzionali a quelli multifunzionali, dalle confezioni intelligenti a quelle idrosolubili o commestibili. Prevenzione e riuso, ma anche riduzione e logistica efficiente, sono dunque le parole chiave sulle quali si focalizzano le strategie di intervento più efficaci, mirate al contenimento delle risorse soddisfacendo altresì il fabbisogno di una popolazione mondiale in continua crescita, ma sempre più attenta e consapevole. Ilaria D’Ambrosi


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Premio Comuni Ricicloni 2017

Comuni Rifiuti Free 82% 8% 10%

Comuni Ricicloni è l’iniziativa ideata da Legambiente nel 1994, e patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, avente lo scopo di premiare le comunità locali, gli amministratori e i cittadini che hanno ottenuto i risultati migliori nella gestione dei rifiuti, non solo in termini di raccolta differenziata, ma anche di acquisti di beni, opere e servizi e di valorizzazione di materiali recuperati. L’edizione 2017 del concorso ha posto l’accento sui Comuni Rifiuti Free, ovvero paesi e città a bassa produzione di rifiuto indifferenziato destinato a smaltimento. La valutazione è pertanto avvenuta basandosi sulla capacità di contenimento e riduzione delle quantità di spazzatura destinata allo smaltimento. Le classifiche vengono stilate su base regionale e per ogni regione sono create tre distinte categorie: una per i comuni sotto i 10 mila abitanti, una per quelli sopra i 10 mila

Nord Centro Sud

Trentino Alto Adige

Veneto

Friuli Venezia Giulia

Il riconoscimento di Legambiente alle raccolte differenziate più efficienti

Distribuzione territoriale dei comuni virtuosi

abitanti e infine la classifica dei capoluoghi.

I risultati del 2017 Oltre 3 milioni di cittadini Rifiuti Free per 486 città onorate da questo riconoscimento: Comuni Ricicloni 2017 ha premiato il contenimento della produzione di rifiuti selezionando solo i comuni che producono meno di 75 kg di rifiuto secco indifferenziato per abitante all’anno. Il rapporto di quest’anno conferma le tragiche differenze tra i sistemi di nettezza urbana e gestione dell’immondizia presenti nel Nord Italia e quelli nel Centro-Sud. L’82% dei comuni Rifiuti Free si trova nel settentrione; i restanti li troviamo per il 10% al Sud e circa l’8% al Centro. In particolare, al Nord aumentano i comuni lombardi che passano da 76 Rifiuti Free dell’anno scorso agli attuali 90, di cui ben 20 oltre i 10 mila abitanti. La classifica nazionale

di distribuzione territoriale dei comuni virtuosi vede in testa il Veneto, seguito da Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

La situazione di Milano e Roma La cura, la pulizia e il decoro delle metropoli sembra essere un problema quasi insormontabile se paragonato alla gestione dei comuni più piccoli, ma Milano fa scuola e dimostra che sull’economia circolare anche le grandi città possono fare la differenza. Il capoluogo lombardo è stato il primo comune metropolitano italiano ad aver superato la soglia del 50% di raccolta differenziata. Per ottenere questo risultato ha domiciliarizzato il sistema della raccolta dell’immondizia, compresa la frazione organica, e di conseguenza, con un milione e 300 mila abitanti serviti porta a porta, si classifica prima a livello internazionale. Purtrop-

Milano è stato il primo comune metropolitano italiano ad aver superato la soglia del 50% di raccolta differenziata. Primo comune a livello internazionale nella raccolta porta a porta.

po la Città Eterna non sembra imparare la lezione milanese. A Roma la gestione dei rifiuti rimane un problema gravissimo che potrebbe essere risolto con alcune azioni concrete: estendendo il porta a porta a tutta la città; installando impianti anaerobici per lo smaltimento dell’organico e per la conseguente produzione di biometano; costruendo centri del riuso accanto alle isole ecologiche per intercettare i rifiuti e applicare la tariffa puntuale, secondo il principio che “chi inquina paga”.

Contenere la frazione indifferenziata Nel rapporto Comuni Ricicloni 2017 è da notare che, nel complesso, aumentano le città di una certa dimensione capaci di contenere la produzione di rifiuti indifferenziati. Troviamo infatti Carpi, in Emilia Romagna, con ben 71 mila abitanti; le lombar-

de Cassano Magnano, Tradate e Sulzara, tutte con più di 20 mila abitanti; Empoli con 54 mila residenti e Capannori, che ne conta 46 mila, in Toscana. Infine, anche quest’anno balza subito all’occhio un dato importante, ovvero che il sistema di gestione dei rifiuti consortile consolida la propria validità garantendo servizi omogenei su tutto il territorio di riferimento.

L’unione fa la forza I numeri confermano che uniti è meglio: l’83% dei Comuni Ricicloni fa parte di un consorzio o di una comunità montana. Nelle classifiche dedicate ai Consorzi sopra i 100 mila abitanti continua il testa a testa tra due colossi trevigiani, il Consiglio di Bacino Priula e il Consiglio di Bacino Sinistra Piave, che servono rispettivamente 554 mila e 310 mila cittadini. Anche AeT2000 e Mantova Ambiente fanno la lo-


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Comuni Ricicloni 2017

“Nato nel 1994, è un appuntamento consolidato, a cui aderisce un numero sempre maggiore di comuni che vedono nell’iniziativa di Legambiente un importante momento di verifica e di comunicazione degli sforzi compiuti” ro parte, tenendo la produzione procapite di indifferenziato di circa 560 mila cittadini poco oltre i 75 kg per abitante. A caratterizzare i vincitori di Comuni Ricicloni 2017, oltre all’appartenenza a un Consorzio, vi è anche l’introduzione di un sistema di tariffazione basato sulla quantità di rifiuto prodotto. Sono infatti ben 247 i comuni che hanno optato

per la tariffa puntuale e 95 per quella normalizzata, a testimoniare che le politiche di riduzione ottengono migliori risultati quando associate a sistemi incentivanti.

Il recupero dell’alluminio Tra le varie categorie coinvolte nel premio, quella dedicata alla raccolta e al riciclo dell’alluminio merita una particolare attenzione. Grazie alle sue caratteristiche, questo materiale è il partner ideale per la produzione di imballaggi perché è leggero, malleabile, resistente agli urti e alla corrosione ed è in grado di garantire un effetto barriera che protegge dalla luce, dall’aria, dall’umidità e dai batteri. Ma ciò che veramente conta ed è fondamentale sottolineare è che l’alluminio è riciclabile al 100%. I sistemi più consolidati per raccogliere questo prezioso

materiale ed evitare che finisca nelle discariche sono: la raccolta differenziata; la captazione dell’alluminio da impianti di trattamento dei rifiuti indifferenziati; il recupero di tappi e capsule dagli impianti di lavorazione del vetro; la valorizzazione tramite recupero energetico delle frazioni sottili incenerite. Sostenibilità fa rima con prevenzione, e proprio la prevenzione è finalizzata alla minimizzazione e riduzione degli impatti ambientali dei processi e dei prodotti. Tutto questo assume una grande rilevanza nel sistema industriale degli imballaggi in alluminio. Una delle sue principali caratteristiche è infatti l’infinita riciclabilità e l’enorme risparmio energetico che ne deriva. La prevenzione è quindi intrinseca nel miglioramento continuo del design e dei processi di riempimento. Un modello di riferimento in questo senso è la lattina che, allo scopo di rendere adattabili

riduzioni continue dello spessore e quindi del peso, ha subito modifiche nel design per trovare il giusto equilibrio e conservare a parità di volume la stessa funzionalità di sempre. Nell’ambito di Comuni Ricicloni 2017, il Consorzio Imballaggi Alluminio (CiAl) ha assegnato i suoi premi suddividendoli per area geografica, ovvero Nord Italia, Centro Italia e Sud con Isole. Il consorzio CiAl garantisce che tutti gli imballaggi in alluminio recuperati nei comuni siano avviati al corretto riciclo attraverso il sistema delle 12 apposite fonderie presenti sul territorio. In particolare, nell’area Nord ha vinto il comune di Opera (Mi); al Centro il comune di Genzano di Roma (Rm); al Sud il Consorzio di Comuni Aciam (Aq). Anche in questo caso, la copertura territoriale nel Nord Italia risulta essere particolarmente fruttuosa. Infatti il 70% dei comuni è coperto con uno speci-

fico accordo di convenzioni tra CiAl e l’ente locale di riferimento, e l’81% dei relativi abitanti serviti evidenzia l’importante presenza di CiAl in un territorio dalle elevate capacità di raccolta. Elementi fondamentali per il successo conseguito si possono riconoscere nella capacità gestionale degli operatori di raccolta, il sostegno e la presenza del Consorzio nelle dinamiche relazionali con gli impianti di selezione e valorizzazione dei flussi di raccolta, nella crescente attenzione agli aspetti qualitativi e gli sforzi di comunicazione volti in questa direzione. L’affiancamento del Consorzio ai comuni nelle dinamiche di gestione dei sistemi di raccolta ha consolidato la partnership con tutti i soggetti responsabili coinvolti nella filiera, garantendo stabilità e prospettive di ulteriore sviluppo. Elena Parigi


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Green economy

ABenergie cresce e diventa produttore di energia pulita A Modena a breve aprirà la prima centrale idroelettrica del gruppo bergamasco fondato nel 2006

Entro la fine dell’estate ABenergie, fornitore di energia elettrica rinnovabile e gas naturale operante su tutto il territorio nazionale, avvierà la sua prima centrale idroelettrica ad acqua fluente sul fiume Panaro, nel Comune di Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena. L’investimento del valore di 5 milioni di euro consentirà all’azienda bergamasca di evolvere il proprio modello di business, trasformandosi da erogatore a produttore di energia rinnovabile. Un ulteriore passo in avanti per un’azienda che, dalla sua fondazione nel 2006, ha continuato a crescere, registrando nel 2016 un fatturato pari a 92,1 milioni di euro con oltre 65 mila clienti in tutta Italia e un numero di dipendenti sempre in aumento. Risultati raggiunti grazie alla presenza capillare sul territorio - 12 filiali in tutto il Paese - alla continua evoluzione verso la digitalizzazione dei sui servizi e alla costante valorizzazione dei propri talenti attraverso i programmi formativi gestiti dalla ABacademy. Fin dalla sua

“Il nuovo impianto avrà una potenza di 1.150 kW e si svilupperà per 2 chilometri a livello sotterraneo, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale” nascita ABenergie ha fatto della territorialità, della centralità del cliente e della sostenibilità ambientale i suoi cavalli di battaglia, ovvero presenza, attenzione e sostegno al territorio, continuo miglioramento dell’efficienza energetica, uso razionale delle risorse e scelta consapevole delle fonti energetiche. Affermatasi come importante realtà nel mercato italiano dell’energia elettrica da fonte rinnovabile, ABenergie pone al centro della sua mission la promozione di una nuova “cultura dell’energia”, che si traduce nell’impegno costante a offrire ai propri clienti servizi ad alto valore aggiunto, che garantiscano

Alessandro Bertacchi Presidente di ABenergie

efficienza e rispetto per l’ambiente a tutti i livelli. Grazie alla sua consulenza altamente specializzata infatti, ABenergie punta a educare i suoi clienti a una più attenta gestione dell’energia, partendo dal presupposto che la prima fonte di energia rinnovabile è l’energia non consumata.

Energia 100% verde certificata Grazie all’apertura dell’impianto di Pavullo nel Frignano, dalla

potenza di 1.150 kW, che si svilupperà per 2 chilometri a livello sotterraneo riducendo ulteriormente l’impatto ambientale, l’azienda contribuirà ancora più concretamente alla diffusione di un modello di sviluppo sostenibile e di una cultura del risparmio energetico per tutti i cittadini, generando ulteriore valore sul territorio con energia 100% verde certificata, derivante da fonti rinnovabili e a “Km zero”: l’energia erogata è prodotta direttamente dal territorio in cui sono localiz-

zati i clienti finali. «Diventare veri e propri produttori di energia rappresenta per noi un traguardo fondamentale» ha spiegato Alessandro Bertacchi, Presidente di ABenergie. «La costruzione di questa centrale è solo il primo passo di un lungo percorso che ci consentirà di partecipare ancora più attivamente alla crescita socio-economica a livello nazionale e locale, è la naturale evoluzione di un processo di crescita continuo, di cui andiamo particolarmente orgogliosi, soprattutto considerando il contesto socio-economico in cui ci troviamo a operare. I nostri successi sono il frutto di un grande lavoro di squadra, che conferma come gli italiani, cittadini privati, commercianti e piccole aziende, abbiano ormai compreso il valore dell’energia sostenibile e delle soluzioni evolute per la sua gestione in termini di miglioramento della qualità della vita e di ottimizzazione di consumi e spese». Arianna Corti


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Sempre più spazzatura tecnologica Nell’agosto 2018 entreranno in vigore le ultime disposizioni previste dal decreto legislativo sui Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) Manca poco e la legge sul fine vita dei rifiuti diventerà realtà. Dal 15 agosto 2018, infatti, nuove categorie di apparecchiature tecnologiche esauste (come monitor o termostati) dovranno essere smaltiti secondo una filiera di riciclo ben regolamentata. A deciderlo è la direttiva 2012/19 dell’Unione Europea sulla prevenzione e riduzione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), recepita in Italia con il decreto legislativo 49/2014 che già oggi impone alcuni obblighi di smaltimento e recupero per questa categoria di prodotti, ma che deve ancora entrare in vigore in tutte le sue parti. Finché, dalla prossima estate, quasi tutti i dispositivi elettrici ed elettronici saranno soggetti alla medesima politica. «Il campo di applicazione del Decreto verrà esteso a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche, eccetto alcune esclusioni esplicite: individuate dunque le macrocategorie di AEE, sarà necessario per il produttore capire se la propria apparecchiatura rientra o meno tra quelle escluse» spiega Alberto Canni Ferrari, Country

Manager di European Recycling Platform (ERP) Italia che si occupa della gestione dei rifiuti tecnologici.

I produttori corrono ai ripari Per moltissime aziende produttrici e di distribuzione significa trovarsi a rispettare nuove regole, a partire dal finanziamento del sistema nazionale della raccolta differenziata, del recupero e dello smaltimento controllato della spazzatura tecnologica. Proprio per avvertire del cambiamento in atto, ERP Italia ha organizzato un ciclo d’incontri itinerante ai quali hanno partecipato ben 150 aziende e che lo scorso 24 maggio ha fatto tappa a Bergamo in un appuntamento realizzato con Confindustria orobica. Estendendo la normativa RAEE a più apparecchiature, infatti, un maggior numero di produttori (nella sola provincia di Bergamo le aziende coinvolte triplicheranno) dovrà rispettare obblighi burocratici e sostenere costi per raccolta e recupero di tecno rifiuti. «A titolo di esempio

“Ogni singolo dispositivo tecnologico può essere recuperato per il 95%” – precisa Canni Ferrari - l’azienda dovrà apporre al proprio prodotto il simbolo del bidoncino barrato che indica l’obbligo di non smaltire i RAEE come rifiuti municipali misti; oppure dovrà apportare delle modifiche al libretto delle istruzioni del prodotto. Dovrebbe poi chiarire come intende occuparsi dello smaltimento del proprio prodotto, iscrivendosi a un sistema collettivo come ERP Italia o dichiarando di essere in grado di smaltire individualmente il RAEE». Le novità in arrivo, però, chiamano in causa anche i rivenditori, per i quali è già previsto un sistema di ritiro di prodotti obsoleti o non più funzionanti (si veda il box): «Ma un maggior numero di tipologie di prodotto potranno usufruire di queste modalità di ritiro e quindi anche il numero gestito dai riveditori aumenterà».

Piccoli rifiuti tecnologici:

«Uno contro zero»

Si chiama «Uno contro zero» ed è il decreto entrato in vigore giusto un anno fa per rendere più efficiente la filiera del riciclo dei prodotti elettrici ed elettronici di piccola taglia. Smartphone, tablet, rasoi elettrici, lampadine ed elettrodomestici inferiori ai 25 cm possono partecipare alla raccolta speciale secondo quanto previsto dall’apposito Decreto. Lo smaltimento, a carico del singolo cittadino, deve avere luogo in tutti i negozi di elettronica che abbiano una superficie di almeno 400mq mentre è facoltativo, anche se caldeggiato, per i punti vendita di minore grandezza. A differenza dello smaltimento del resto dei RAEE, regolamentato dal decreto «Uno contro uno», i piccoli dispositivi possono essere consegnati gratuitamente senza senza alcun obbligo d’acquisto: l’obbiettivo è contrastare l’inquinamento ambientale, ridurre i traffici illegali e le discariche abusive. Concretamente l’«Uno contro zero» parla del raggiungimento di una quota di differenziata pari al 45% del peso medio delle apparecchiature immesse nel mercato nei tre anni precedenti. A oggi, però, solo il 14% di questo tipo di rifiuti viene smaltito in modo corretto e può dunque continuare il processo di trattamento e recupero. Uno spreco, visto che ogni singolo dispositivo tecnologico può essere recuperato per il 95% soprattutto per la produzione di materie prime seconde.

Ilaria Beretta

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Acqua come slancio vitale Una mostra d’arte itinerante su tutto il territorio orobico 1° Classificto ACQUEDOTTO FLUSSO VITALE Arosio Ezio Lissone (MB) Tecnica mista, 80x100 cm Se la soglia è un inizio, allora, Arosio dipinge l’inizio di un’occasione.Il suo acquedotto, là dove il reticolo viene interrotto, dà luogo ad una soglia ed insieme a un sogno.A fare da soglia il varco nella muratura, e la possibilità di una lettura altra rispetto a quella della facile ferita. Oltre alla ferita c’è, infatti, la feritoia, vale a dire lo spazio della possibilità.Lasciare andare o ricostruire? Attendere o iniziare?Del sogno il tratto sembra ricostruire atmosfera e frammenti.Del sogno la struttura fa qui certamente un’offerta senza promessa, ma prima di tutto il principio di una riflessioneQuelli della soglia e del sogno sono luoghi difficili insidiosi, ma spazi, e quindi luoghi in cui è possibile realizzare, completare, riparare, trasformare e constatare, per esempio, che l’essere può nascere dal non avere e che l’acquedotto, oltre che condurre, può aprire, facendosi simbolo e spartiacque che oltre a dividere può anche alimentare.

Cogliere il valore inestimabile di una risorsa come l’acqua è un’attitudine culturale prima che comportamentale, soprattutto in una situazione idrica privilegiata come quella del territorio bergamasco. Affinché tale consapevolezza si traduca in azione concreta di salvaguardia del nostro patrimonio idrico, occorre prima di tutto “sentire” quanto l’acqua sia una risorsa cruciale per tutti noi; a maggior ragione se vogliamo che la presa in cura

e l’uso consapevole della risorsa diventino lo stile di vita del nostro futuro e dei nostri figli. Risulta certamente necessario investire costantemente nella gestione e nella ricerca, ma anche nell’interazione diretta con il territorio coinvolgendo i suoi abitanti in momenti di incontro culturali e informativi con l’obiettivo di creare una rete sociale consapevole attorno al tema acqua. Sfida ardua, soprattutto se si considerano le esigenze della

società moderna sia in tema di comunicazione che di aggregazione sociale. A questo proposito, negli ultimi anni UniAcque spa, società pubblica costituita dai comuni bergamaschi e dall’amministrazione provinciale di Bergamo per la gestione unitaria e integrata del servizio idrico si è resa protagonista di una serie di proposte ed eventi sul territorio, tra cui la novità della mostra itinerante “L’acqua come slancio di vita”, che da maggio

Raccolta

Distribuzione

Depurazione Potabilizzazione

Captazione

Re-immissione

2° Classificto GIOCHI D’ACQUA Macella Giuseppe Saronno (VA) Tecnica mista su tavola - 70x80 cm

sta facendo il giro della provincia di Bergamo.

Il concorso d’arte Il 13 maggio presso il palazzo della Provincia di Bergamo si è tenuta la prima edizione del Premio d’arte di UniAcque “L’acqua come slancio di vita” un’iniziativa dagli ambiziosi obiettivi, come si evince dalle dichiarazioni del presidente di UniAcque Paolo Franco: «Il Premio d’arte nasce

con un duplice scopo: promuovere in modo diverso, artistico e raffinato, un utilizzo più attento e responsabile dell’acqua potabile nel rispetto dell’ambiente circostante e si propone di riannodare quel legame tra arte e impresa che, complice la crisi economica e finanziaria, in questi ultimi anni si è un poco allentato». Le opere pittoriche presentate al concorso sono state ben 49 ed è significativo constatare come il tema acqua metafora di vita possa allo


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Paolo Franco Presidente UniAcque SpA

Tappe della mostra itinerante > 13 / 27 maggio Bergamo presso Spazio Viterbi > 1 / 11 giugno Trescore Balneario > 14 / 25 giugno Sarnico > 28 giugno / 9 luglio Lovere > 12 / 23 luglio Clusone > 26 luglio / 6 agosto Castiglione della Presolana presso struttura Comunale > 9 / 19 agosto Oltre il Colle presso struttura Comunale > 23 agosto / 3 settembre Zogno > 8 / 17 settembre Albino > 22 settembre / 1 ottobre Romano di Lombardia

3° Classificto NASCITA DI UN FIORE Filippi Luciano Rimini Tecnica mista - 70x80 cm

stesso tempo dare origine a raffigurazioni tanto personali quanto evocative di emozioni universali. Una giuria di esperti, composta da Carlo Fabrizio Carli, Rita Ceresoli e Raffaello Brunasso, ha selezionato i lavori di trenta artisti, compiendo una scelta tutt’altro che semplice, considerato il livello artistico dei partecipanti di cui riportiamo nella tabella i primi dieci classificati. Tutte le opere degli artisti sono rimaste esposte fino al 27 maggio presso il Pa-

lazzo della provincia in via Tasso, data in cui la mostra è divenuta itinerante per tutto il territorio Orobico. Con la collaborazione delle delegazioni Ascom, trenta opere selezionate saranno esposte nelle vetrine degli esercizi commerciali in diverse località della provincia. «Questa iniziativa vuole riaffermare il rapporto profondo che lega l’azienda al territorio, un cordone ombelicale che passa attraverso i comuni soci, dalla montagna

alla pianura, dall’Adda all’Oglio all’ultimo rubinetto domestico» spiega Paolo Franco. «Oltre a valorizzare la ricchezza artistica e storica dei centri minori presenti nella provincia – aggiunge il critico d’arte Carlo Fabrizio Carli – l’iniziativa stimola il dibattito artistico contemporaneo alla riscoperta della disciplina pittorica come potente forma espressiva d’attualità».

Opere premiate 1° premio: Acquedotto Flusso Vitale di Ezio Arosio 2° premio: Giochi d’Acqua di Giuseppe Macella 3° premio: Nascita di un Fiore di Giuliano Filippi 4° premio: Pretiosa di Giorgio Centovalli 5° premio: Metamorfismo di Edi Brancolini 6° premio: Stato della Materia di Luca Gobbetti 7° premio: 500 Gocce di Vita di Stefano Berardino 8° premio: Atmosfera di Lago Lombardo di Giampaolo Ballerini 9° premio: Racconti di Tino Rusconi 10° premio: Una Goccia d’Acqua dà Vita di Mauro Capelli

Francesco Cocca Sul sito di UniAcque (www.uniacque.bg.it) è possibile consultare il catalogo della mostra, contenente immagine e descrizione di tutte le 49 opere partecipanti

In collaborazione con


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Quando l’agricoltura incontra il turismo Nuovi tecnici per la promozione del nostro te

Un corso per formare nuove figure tecniche che sappiano valorizzare il territorio attrav biologica, i prodotti locali e le tradizioni. Ecco il racconto degli studenti Perché abbiamo scelto questo corso? Abbiamo visto in questo progetto un’opportunità per specializzarci in un settore in crescita come quello dell’agricoltura legata ad altri ambiti, come turismo, cibo e sostenibilità. L’Istituto Imiberg - in partenariato con Fondazione Maddalena di Canossa, finanziato da Regione Lombardia, Miur e Fse - ha promosso un corso IFTS post diploma della durata di 900 ore, tra lezioni e stage, sul tema della promozione del territorio attra-

verso prodotti biologici, locali e il turismo rurale. A nostro avviso di fondamentale importanza e utilità sono stati i tirocini in azienda, per poter sperimentare concretamente quanto appreso in classe. Alcuni di noi hanno provato direttamente in campo le tecniche di agricoltura biologica in aziende ortofrutticole, mentre altri hanno gestito la vendita in negozi specializzati nel biologico. Alcuni di noi hanno provato la vita in un agriturismo: dall’accoglienza dei clienti alle

attività dedicate ai bambini, alle fattorie didattiche, insieme agli animali. Altri ancora si sono concentrati sul turismo e sulla promozione del territorio mediante l’organizzazione di eventi del settore agroalimentare. Molti e molto variegati gli argomenti trattati nelle lezioni in aula: dalle nozioni di agronomia e agricoltura biologica alle tecniche di marketing, passando per le nuove forme di turismo rurale, le fattorie didattiche, la riscoperta di antiche varietà e

vecchie tradizioni che narrano la storia del nostro territorio. Da non dimenticare l’attenzione a temi delicati come il legame tra le nostre scelte alimentari e le loro conseguenze sull’ambiente, nonché l’etica di scegliere un cibo “buono, pulito e giusto”, come ci ricorda il motto di Slow Food. Analizzate inoltre alcune esperienze concrete di comunicazione e promozione turistica territoriale come ad esempio il circuito delle giornate dei Castelli Aperti della pianura berga-

masca e la riscoperta della vita d’alpeggio dell’Alta Valle Brembana, nonché il progetto “Forme” e i “Principi delle Orobie” per la promozione delle eccellenze casearie bergamasche. Altrettanto interessantI sono stati i tre giorni trascorsi a Edolo presso l’Università della Montagna Unimont e la visita a diverse realtà agricole e casearie della zona. Anche per il prossimo anno verranno proposti nuovi corsi nel settore delle agroenergie e della promozione territoriale, corsi

Cibo locale: lo conosciamo veramente? Il piacere di degustare

What’s good? Slow Food

Nell’ambito del corso IFTS sul biologico e turismo rurale, abbiamo avuto l’occasione di imparare a degustare tre diversi prodotti: olio, vino e formaggi. La prima esperienza ci è stata proposta da un esperto che, attraverso un percorso degustativo, ci ha permesso di scoprire i pregi e i difetti nella produzione dell’olio. Ma soprattutto, ci ha illustrato la tecnica di degustazione utilizzata nei vari concorsi enogastronomici dagli assaggiatori professionisti che

consiste nei seguenti passaggi: versare l’olio in un bicchiere di vetro e di colore scuro, scaldarlo leggermente con il palmo della mano facendolo roteare, poi portarlo al naso e inalare piano e profondamente per individuare i componenti olfattivi e infine sorseggiarlo facendo un piccolo risucchio (in questo modo l’aroma arriva alle cavità orali). Come seconda proposta abbiamo assaporato tre tipi di vino Valcalepio: bianco, rosso, passito (Moscato di Scanzo) offerti

dalla Cantina Sociale Bergamasca di San Paolo d’Argon. Anche in questa occasione è stata spiegata la tecnica più adeguata per degustare il vino utilizzando ad esempio la posizione giusta del calice per valutare al meglio l’aspetto visivo, a seguire l’analisi olfattiva e solo come terza fase l’assaggio vero e proprio. Una nota da non trascurare infine è la corretta temperatura, diversa per le varie tipologie di vino, per potere assaporare al meglio ogni prodotto. Per l’ultima esperienza

Una corrente di pensiero che ci ha molto colpito in relazione agli argomenti del corso è quella esposta da Slow Food, con il suo motto all’insegna della Biodiversità e del cibo buono, pulito e giusto. Questa associazione è nata nel 1986 a Bra (CN), da un’idea del fondatore Carlo Petrini, in contrapposizione al concetto di fast food, per tutelare la biodiversità, per valorizzare la cultura del buon cibo e, di conseguenza, salvaguardare le piccole produzioni e le tradizioni agricole e alimentari ad esse collegate, che altrimenti rischierebbero di scomparire, soppiantate dalle produzioni di massa spersonalizzate. Attraverso i presidi e i mercati agricoli di Slow Food (noi siamo stati invitati al Mercato della Terra di Bergamo, che si svolge ogni 2° e 4° sabato del mese in piazza Cavour in centro a Bergamo), è possibile acquistare direttamente i prodotti stagionali dei vari produttori selezionati e verificati dall’associazione. Così facendo, si instaura un rapporto diretto e di fiducia tra consumatori e coltivatori, allevatori e trasformatori, che rientra negli obiettivi di Slow Food: far riscoprire il piacere di dialogare e di confrontarsi con chi produce, promuovendo un’economia di relazione e la trasparenza della filiera.

degustativa è intervenuto il vice presidente di Slow Food Italia, Lorenzo Berlendis, che ci ha guidato nella degustazione di alcuni formaggi tipici della bergamasca

promossi e sostenuti dall’associazione Slow Food come: l’Agrì di Valtorta, lo Strachitunt, il Formai de mut, il Bitto storico, solo per citarne alcuni.


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erritorio

verso l’agricoltura

attualmente in via di valutazione da parte di Regione Lombardia, che potete trovare nelle locandine riportate in pagina. Per informazioni: info@fondazionemaddalenadicanossa.org, tel. 035/0522105 - 0363 53912, via Santa Lucia, 14 24128 Bergamo. Facebook: Fondazione Maddalena di Canossa.

Marketing territoriale

Lost in Edolo

L’importante è essere social

Un’esperienza tra studio e natura

Qual è la via più efficace per promuovere al meglio le aziende del nostro territorio? La risposta non può che essere legata alle nuove tecnologie che ogni anno riservano funzionalità sempre migliori e performanti. Al giorno d’oggi, ogni impresa dispone di tutte le tecnologie necessarie alla promozione dell’azienda stessa e del territorio mediante l’utilizzo di programmi che mantengono il contatto diretto con la clientela. Questi innovazioni vengono sfruttate soprattutto dalle imprese ricettive, ristorative e agrituristiche, perché ai giorni nostri è in aumento la richiesta di servizi e beni incentrati sul biologico e sullo stile di vita salutare.A questo proposito, durante il corso IFTS abbiamo sperimentato come creare un sito internet e le pagine dei social network, usufruendo dei vari metodi di comunicazione verbale e non verbale (partendo dalla tipologia di scrittura, all’impostazione del testo e del titolo, alle varie tonalità di colore e

alle differenti immagini che possono attirare l’attenzione). Grazie a questo insegnamento, abbiamo analizzato un tipo di marketing strategico con l’obiettivo non solo di conoscere il prodotto, ma anche di incentivare il soggiorno all’interno delle strutture del territorio. Abbiamo effettivamente compreso come sia importante oggi curare anche l’aspetto social, per un contatto più mirato e diretto con il cliente, se si vogliono davvero mettere in campo strategie di marketing efficaci. Strategie che non mirano soltanto a vendere, ma anche a valorizzare. Il marketing si evolve, di pari passo con le tecnologie, e in maniera impensabile solo fino a qualche anno fa. Non bisogna sottovalutare l’impatto di un’efficace promozione, che può essere un volano formidabile non solo per l’azienda, ma persino per il territorio e i suoi valori che l’azienda stessa riflette nei propri prodotti e nella propria filosofia di mercato

Quest’esperienza, vista dal nostro punto di vista di studenti IFTS, ha contribuito a rafforzare un gruppo già ottimo in partenza, oltre che a consolidare dal lato pratico le conoscenze acquisite a livello teorico. L’uscita didattica si svolge in Valle Camonica (Bs) nei giorni 10/11/12 aprile -in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi della Montagna- e il primo giorno, all’arrivo, ci accoglie subito Valentino Bonomi, titolare dell’Azienda Agricola San Faustino di Ceto (BS), esempio di eccellenza gastronomica e passione per il territorio, per un’introduzione sulla Valle e un punto di vista personale sui concetti del corso. L’uscita didattica poi ha avuto anche un risvolto pratico, con la visita dei campi di zafferano a Malonno (BS) insieme al Dottor Giupponi dell’Università della Montagna di Edolo, per poi procedere alle analisi chimiche in laboratorio. Non solo

zafferano, ma anche Silter, formaggio tipico della Valle: a questo è stata dedicata la terza giornata, con una visita al Caseificio Bezzi, in Alta Valle, dove abbiamo assistito alla produzione del formaggio e abbiamo potuto degustarlo in tutte le sue varietà di stagionatura. Un grazie di cuore a chi ha reso possibile tutto questo, perché inserire una tre giorni di full immersion in un ambiente e tra persone così dedite e appassionate al proprio lavoro ha creato in noi studenti molta motivazione ed entusiasmo, oltre a rafforzare lo spirito di gruppo e di amicizia: anche questo è un altro ingrediente utile per il nostro futuro, in cui il lavoro in team e l’affiatamento tra colleghi sarà un requisito sicuramente necessario.


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Allarme fontanili Piccole oasi di biodiversità da tutelare nella Bassa Bergamasca

Risale a poco tempo fa un fatto che ha scosso gli abitanti di Barbata e del vicino centro di Fontanella, nella Bassa Bergamasca. A causa dello sversamento di un presunto materiale inquinante in una roggia, su cui le competenti autorità stanno ancora indagando, si è verificata una consistente moria di pesci. L’episodio, verificatosi in aprile 2017, sembra essere stato tuttavia un fenomeno

isolato e infatti l’allarme è rientrato, nonostante l’area sia ancora monitorata. Secondo quanto accertato dalla Polizia Locale, lo sversamento di materiale inquinante sarebbe avvenuto in provincia di Cremona raggiungendo i canali del comune bergamasco per effetto delle correnti. Nei prossimi mesi il caso verrà approfondito per fare maggior chiarezza sull’accaduto. Nello

stesso periodo una situazione analoga ha interessato il territorio fontenallese: episodi gravi che intaccano e mettono a rischio la grande risorsa paesaggistica di questo territorio della Bassa Bergamasca, contraddistinto da un numero considerevole di risorgive che contribuiscono a renderlo unico.

Terra di fontane Una caratteristica che Fontanella, per esempio, porta nel nome; e infatti sono numerose le risorgive che solcano il suo territorio: variano nel tempo, ma complessivamente sono una quarantina. Questo fa di Fontanella il comune con la maggior densità di fontanili nella provincia di Bergamo, dal momento che presenta un fontanile ogni 40 ettari circa di superficie comunale. Con le sue fasce arboree e arbustive, anche un semplice fontanile costituisce una piccola riserva naturale degna di attenzione e di tutela, dove è possibile incontrare volatili e mammiferi molto comuni, ma anche specie carat-

teristiche tutelate da una precisa direttiva europea. Fontanella San Cosmo e Saragozza sono così delle tappe fondamentali per chiunque voglia conoscere più da vicino, in un ambiente opportunamente attrezzato, le caratteristiche dei fontanili della Bassa Bergamasca, unitamente ai manufatti che li contraddistinguono.

Ma cos’è un fontanile? I fontanili sono corpi idrici di origine in parte naturale, in parte artificiale. Le acque piovane, quelle assorbite dal letto dei fiumi o ancora quelle derivate dall’irrigazione dei terreni si infiltrano nel sottosuolo, attraversando strati di ghiaie permeabili, finché in pianura non incontrano uno strato impermeabile di limi e argille che ne arresta la discesa. Si crea così una falda freatica, ovvero una zona satura d’acqua che impregna lo strato di sabbia e ghiaie come una spugna. È come un serbatoio d’acqua incastrato tra due strati di terreno. Nelle zone più a valle, come

appunto nella Bassa Bergamasca, la falda si avvicina molto alla superficie: così, quando l’uomo pianta nel terreno tini di legno o tubi metallici che – per effetto della pressione – facilitano la risalita dell’acqua in superficie, ecco che nasce un fontanile.

Perché tutelarli Se un tempo i fontanili erano elementi paesaggistici essenziali per la bonifica e l’irrigazione dei campi, un ruolo che del resto conservano ancora, oggi – se opportunamente attrezzati e valorizzati – possono costituire delle piccole oasi di relax dove poter osservare da vicino la flora e la fauna tipiche del luogo. Possono rappresentare inoltre un valido strumento di didattica per sensibilizzare la cittadinanza alla ricchezza ambientale del territorio in cui vivono, musei naturali a cielo aperto. Bellezza e biodiversità da preservare dunque, anche dagli episodi di inciviltà che talvolta le compromettono. Lorenzo Dell’Onore


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Cinture verdi e parchi regionali All’ex-Monastero di Valmarina due giorni di studio sulla valorizzazione delle aree verdi urbane. Parco dei Colli e non solo La Basilica di Santa Maria Maggiore è “Aperta per voi”

Quarant’anni di Parco dei Colli, un traguardo da festeggiare e su cui riflettere tutti insieme. L’obiettivo è chiamare a raccolta le diverse anime della città per mettere sul tavolo nuovi stimoli per il futuro della cintura verde della città di Bergamo. Per farlo, l’ente che ha sede in Valmarina, in collaborazione con l’Università di Bergamo e in particolare con il Centro studi sul territorio “Lelio Pagani” diretto da Emanuela Casti, propone il convegno “Cinture verdi, aree protette e valorizzazione dei paesaggi di frangia urbani”, i prossimi 14 e 15 luglio nell’ex Monastero di Valmarina. «Vogliamo fare il punto della situazione sul Parco, di cui siamo pienamente soddisfatti – afferma Renato Ferlinghetti del Centro studi sul territorio e membro del Consiglio di gestione del Parco dei Colli -. In questi anni il Parco ha fatto da presidio, Bergamo è una delle città più dotate di biodiversità, quanto a fauna e flora. Si è fatto molto per la valorizzazione del territorio, si pensi ad Astino e a Valmarina, creando anche opportunità di fruizione attraverso la Green way e la rete di piste ciclabili sui Colli. C’è stata molta attenzione agli operatori agricoli, fondamentali per la conservazione del paesaggio. I prossimi, non saranno più solo gli anni del vincolo, ma soprattutto della valorizzazione, raccogliendo le idee dei cittadini e degli amministratori, con un’apertura

“Il bilancio dei primi quarant’anni è positivo, e oggi il Parco è pronto a rilanciare la propria attività con ancora più energia. In questo, un ruolo fondamentale sarà ricoperto dai cittadini e dagli amministratori locali” del Parco verso l’esterno».Il bilancio dei primi quarant’anni è positivo, e oggi il Parco è pronto a rilanciare la propria attività con ancora più energia. In questo, un ruolo fondamentale sarà ricoperto dai cittadini e dagli amministratori locali: «Il Parco ha dato molto in questi anni, ora è tempo che riceva – continua Ferlinghetti -. La città lo deve sentire come suo, non solo per la possibilità di vivere gli spazi per il loisir, serve un’interazione più forte, come avviene in altre città europee, dove c’è una lunga tradizione. Penso alla città di Vitoria in Spagna, dove la cintura verde è conosciuta da tutti i cittadini. Segnalata ovunque, anche sui cartelli degli autobus, ha cambiato la mobilità e gli spazi verdi. Anche a Bergamo, la città e il Parco devono dialogare molto di più, ecco perché è stata programmata, durante il convegno, una tavola rotonda dove prende-

ranno parola i sindaci e gli amministratori».

Il programma in breve Venerdì 14 luglio Il convegno si strutturerà in sessioni: nella mattinata il confronto tra la realtà locale del Parco dei Colli e alcuni esempi dal mondo (parchi francesi e spagnoli, Singapore e Usa); nel pomeriggio tavola rotonda sulle prospettive del Parco dei Colli. Sabato 15 luglio Dalle 9 alle 12 focus sulle iniziative collegate alla realizzazione della cintura verde della città di Bergamo. Questioni al centro dell’attenzione saranno l’ipotesi di ampliamento del Parco dei Colli e la valorizzazione del Parco Agricolo Ecologico Madonna dei Campi. Nel corso delle due giornate interverranno il Sindaco del Comune di Bergamo Giorgio Gori, Claudia Maria Terzi, Assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile della Regione Lombardia e l’Assessore all’Ambiente, Politiche Energetiche e Verde del Comune di Bergamo Leyla Ciagà. Tra le realtà che hanno collaborato alla realizzazione del convegno si annoverano anche Italia Nostra, Legambiente Bergamo e WWF. Per informazioni e iscrizioni scrivere a margherita. cisani@unibg.it

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“Aperti per voi” è l’iniziativa del Touring Club Italiano per favorire l’apertura dei luoghi di cultura italiani che spesso rimangono inaccessibili al pubblico o visitabili solo in orari ridotti. Una questione che è all’ordine del giorno anche a Bergamo e che, per esempio, riguarda la Basilica di Santa Maria Maggiore, in Città Alta, che dalle 12.30 alle 15 è chiusa alle visite, precludendo così a molti turisti la possibilità di ammirare gli affreschi e l’architettura interna. Per far fronte a questa situazione, a partire da domenica 9 luglio, i volontari del Touring Club di Bergamo hanno iniziato un presidio domenicale continuo dalle 9.30 alle 17.30 che consente di accogliere i visitatori e le guide turistiche. Ma non finisce qui: l’idea è quella di reclutare altri volontari così da estendere questo servizio anche al venerdì e al sabato, andando ad affiancare così gli operatori della struttura per un servizio più efficiente.


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Bergamo-Alberobello sulle tracce del biologico in Italia Tre ragazzi, tre biciclette e mille chilometri per realizzare il documentario “The Green Wire”

Da sinistra: Alfredo Amadori, Alessandro Pagnoncelli, Aldo Cella (proprietario dell’apicoltura Casa Pietra, a Salsomaggiore Terme), Sergio D’Adda

nario che si srotola, chilometro dopo chilometro, per tutta l’Italia collegando i produttori accomunati dalla scelta del biologico. Sarà presentato a ottobre» e racconterà le conoscenze fatte durante il viaggio, come quella dell’effetto dei cambiamenti climatici sulle api presso l’apicoltura di Casa Pietra, a Salsomaggiore (Parma) o Gas BorgoMondo di Bologna, il gruppo di acquisto solidale comprendente 50 famiglie che comprano solo biologi-

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Mille chilometri e un obiettivo: parlare dell’agricoltura biologica in Italia, ripercorrerne la storia, risalendo alle sue origini, trovare risposte ad alcuni interrogativi per comprendere a fondo il legame imprescindibile tra colture realmente biologiche e rispetto per la terra. Così è cominciato il ciclo-viaggio di Alfredo, Sergio e Alessandro, i tre ragazzi che sono partiti da Bergamo il 18 giugno alla volta di Alberobello per intraprendere un percorso fatto di dieci tappe tra realtà che hanno scelto l’agricoltura biologica. Pedalando per 100 chilometri al giorno i tre hanno raggiunto la loro meta, Alberobello, il 30 giugno, come da programma, portando con sé zaini ogni giorno più ricchi di esperienze e incontri, fatti dei volti e delle storie della prima azienda bio italiana, la Girolomoni, del Frantoio Galantino di Bisceglie, della Cooperativa Pietra di Scarto, a Cerignola, che dal 2010 gestisce tre ettari di terreni confiscati alle mafie e porta avanti da tempo progetti con l’associazione Libera e delle tante altre realtà incontrate. «Lo scopo del viaggio - dice Alfredo Amadori, 27 anni, ideatore del progetto - è realizzare un documentario. Si intitolerà The Green Wire, il filo verde, come il filo immagi-

“Lo scopo del viaggio è realizzare un documentario. Si intitolerà The Green Wire, il filo verde, come il filo immaginario che si srotola, chilometro dopo chilometro, per tutta l’Italia collegando i produttori accomunati dalla scelta del biologico” co. O ancora la vendita diretta del Podere Roccolo di Rimini come vera alternativa in contrasto alle politiche sui prezzi della GDO. Proseguendo nel viaggio, i tre ciclisti hanno gustato sapori e ascoltato storie: hanno assaggiato lo zafferano dell’azienda Delicious Nature, coltivato da una coppia di olandesi che 7 anni hanno abbandonato una vita agiata per vivere a contatto con la natura, trasferendosi tra le colline di Ascoli Piceno. A Ortona hanno conosciuto Alfredo D’Eusanio, tra i pochi in Italia a sfruttare i principi della genodica, vale a dire l’uso della musica per far

crescere meglio le piante. A Termoli c’è stata invece l’occasione per approfondire la biodinamica, pratica agricola che si intreccia alla filosofia di Rudolf Steiner, basandosi sui ritmi della natura. Alla Masseria Torricella di Alberobello si è parlato della recente riscoperta del turismo legato all’agricoltura. Tutto questo e anche di più sarà il contenuto di The Green Wire alla cui realizzazione stanno collaborando, oltre ai tre ciclisti Alfredo, Sergio e Alessandro, anche Simone e Beatrice alle riprese, Michele al suono, Marco e Gisella alla post produzione.


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Biolago depurato dalle alghe grazie a un “biofiltro” Al Parco dell’Acqua di Brescia il laghetto artificiale si rinnova grazie a un sistema tutto naturale Il Parco dell’Acqua, noto anche come AmbienteParco, è una realtà ormai ben conosciuta nel Comune di Brescia. Il suo laghetto artificiale che ospita pesci e piante acquatiche, dotato di tunnel subacqueo - che permette di ammirare la vita acquatica “da dentro” - affascina ogni visitatore e i diversi edifici immersi nel verde dedicati alle attività didattiche e scientifiche sono meta di un gran numero di scolaresche e di tutti coloro che vogliono godersi un angolino di natura a due passi dal centro storico della città. Proprio per questo, quando qualche tempo fa l’acqua del laghetto ha rischiato di perdere la sua trasparenza a causa della presenza massiccia di alghe, diversi enti scientifici si sono messi all’opera per risolvere il problema. Il risultato del loro lavoro di ricerca è stata l’introduzione di un nuovo sistema di depurazione: un “biofiltro” basato sulla fitodepurazione.

La storia del parco in breve La struttura che ospita attualmente il Parco dell’Acqua ha una storia secolare: edificata a fine Ottocento come Regia Stazione di Piscicultura è stata rinominata poi, nel 1921, Stabilimento Ittiogenico. Abbandonata progressivamente nel secondo dopoguerra solo dal 1996 ne è cominciato il recupero, promosso da Comune di Brescia con ASM e concluso nel 2008. Dall’anno successivo, con la gestione dell’Impresa Sociale AmbienteParco, la struttura diventa un’occasione per proporre temi quali la sostenibilità, l’ambiente e la scienza a scolaresche e a cittadini di ogni età. Il laghetto resta probabilmente l’attrazione principale, soprattutto per il fascino del suo tunnel subacqueo. Oltre alla sua importanza ricreativa, anche un piccolo bacino artificiale come questo costituisce a tutti gli effetti un ecosistema e un’importante scrigno di biodiversità inserito in un contesto ur-

bano. E, in quanto ecosistema, il suo funzionamento complesso ricreato artificialmente necessita di numerosi accorgimenti. Per questo da diversi anni vari enti scientifici hanno prestato il loro servizio per indirizzare al meglio la gestione di questo particolare ambiente “lacustre”.

Un intervento di depurazione naturale Da ultimo, un approfondito studio condotto dal Museo di Scienze Naturali di Brescia in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e l’Istituto agrario bresciano “Pastori” ha voluto analizzare vari parametri chimici e fisici del lago per individuare le cause e le possibili soluzioni al problema della torbidità dell’acqua causata dalle alghe. Ne è emerso che la principale causa della fioritura di queste piante è l’acqua che, prelevata da un pozzo è risultata eccessivamente ricca di nutrienti quali fosforo e azoto. Un primo intervento è quindi stato quello di pensare a fonti diverse dalle quali attingere l’acqua, mentre un secondo è stato quello di integrare il sistema di filtraggio

preesistente e di diminuire l’incidenza dei raggi solari sulla superficie del lago. Proprio cogliendo questa ultima indicazione è stato inserito un nuovo filtro biologico – un “biofiltro”-, basato sull’azione depurativa delle piante e dei microorganismi che a esse si associano, in grado di sottrarre i nutrienti disciolti in acqua. Si è quindi creata una zona dove so-

no state messe a dimora delle specie autoctone e dove viene convogliata l’acqua del bacino per essere depurata. Inoltre sono state installate delle isole galleggianti, che hanno permesso la coltivazione di altre piante acquatiche, quali ninfee o tife. Con il biofiltro si è arrivati a una soluzione che consente una depurazione naturale dell’acqua e un risparmio energetico dovuto

alla minore necessità di manutenzione del sistema di depurazione preesistente. Questo, oltre a permettere di godere appieno della vista del lago e dei suoi abitanti, promette di aumentare la biodiversità del bacino, fungendo da rifugio per tante specie legate all’acqua, quali uccelli, pesci o anfibi. Andrea Corti


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Il Musil va in città A Brescia un ex edificio industriale sarà la sede centrale del Museo dell’Industria e del Lavoro

Sabato 10 giugno, presso il Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, si è tenuta la conferenza “Il Musil incontra Brescia” durante la quale il Sindaco della città Emilio Del Bono, la Giunta comunale, l’architetto Klaus Schuwerk e Massimo Negri, della Fondazione Musil, hanno presentato con emozione e orgoglio il programma per la realizzazione della sede centrale del Museo dell’Industria e del Lavoro (Musil), che prenderà

vita dal recupero di una fabbrica inattiva. Le origini del Musil risalgono agli anni Ottanta su iniziativa della Fondazione Luigi Micheletti affermandosi come primo museo italiano dedicato all’industrializzazione come fenomeno sociale. Nel tempo, recuperando luoghi e materiali, il Musil si è strutturato dotandosi di tre poli dislocati sul territorio della provincia di Brescia: il Museo dell’Industria e del Lavoro di Rodengo Saiano, il Museo

dell’energia idroelettrica di Cedegolo, in Valle Camonica, e il Museo del ferro in un’antica fucina nel quartiere cittadino di San Bartolomeo, integralmente conservata. Fino a oggi il Museo ha sentito la mancanza di un quartier generale, mancanza che ora sarà colmata dalla sede centrale in costruzione nell’area dell’ex stabilimento Tempini a Brescia.

Riqualificare con la cultura

Territori ed efficienza energetica

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Il teleriscaldamento a freddo Sistema al passo con l’Europa Una proposta innovativa quella del teleriscaldamento a freddo. Un ossimoro linguistico che in termini ambientali e ingegneristici è al tempo stesso semplice e rivoluzionario. Con l’obiettivo di spiegare che sotto di noi c’è una miniera di risorse non impiegate che le nuove tecnologie sono in grado di recuperare e trasformare in nuova energia: questo l’obiettivo del convegno di venerdì 16 giugno all’IseoLago Hotel di Iseo (Bs), promosso da Cogeme SpA dal titolo “Territori ed efficienza energetica”, rivolto ad amministratori e tecnici per illustrare un impianto di recupero dell’acqua di falda che, attraverso pompe e centraline è in grado di reimpiegarla nel sistema energetico per riscaldare e rinfrescare i nostri edifici. Durante il pomeriggio, dopo l’introduzione del sindaco di Iseo Riccardo Venchiarutti e una prima carrellata di “case history” di eccellenze europee, è stato presentato l’esempio concreto di Ospitaletto, nell’ovest bresciano. Proprio qui, grazie a un’esperienza pilota di partnership con il privato, l’azienda siderurgica Aso ha realizzato il progetto di teleriscaldamento a

freddo che permetterà di riconvertire gli edifici pubblici, dal municipio, alle scuole, al centro sociale, ottenendo risparmi concreti in termini di costi e reali benefici sull’ambiente. Stimate 430 tonnellate di CO2 in meno l’anno, con una riduzione del 51% già da quest’anno. Un accordo reso possibile grazie a Cogeme, Aso e all’amministrazione comunale e che risulta una prima assoluta nell’intera provincia. Il sistema è di facile intuizione: i residui di calore disperso da Aso Group durante le attività di acciaieria, verranno convogliati in una centrale di pompaggio che sostituirà tutte le attuali centrali a gas e fornirà energia agli edifici pubblici, utile sia al riscaldamento che al raffrescamento. Le reti a bassa temperatura come questa sono una realtà in molti Paesi del nord d’Europa, in Svizzera e in Olanda, ma per l’Italia sono una novità e di certo un tassello concreto delle energie rinnovabili sulle quali fare affidamento per il prossimo futuro. Fabio Giovanni Perletti

Il progetto di recupero dell’ex stabilimento industriale contribuirà a estendere verso ovest il centro cittadino di Brescia, recuperando un’area industriale dal notevole valore storico e concorrendo insieme ad altri interventi alla riqualificazione del quartiere. Infatti il polo centrale del Musil nascerà dal recupero di una fabbrica metallurgica sorta nella prima periferia industriale della città, fra Otto e Novecento, a stretto contatto con il quartiere popolare di Campo Fiera.

Il progetto Il progetto prevede l’utilizzo dell’intero edificio industriale in disuso che copre una superficie di circa 12.500 metri quadrati con l’aggiunta di nuove costruzioni. Vi sarà un foyer d’ingresso – uno spazio ampio nel quale verranno riposti dei reperti importanti della collezione musea-

le – e un atrio in cui lo spettatore, oltre alle opere esposte, potrà osservare i giochi dei riflessi provenienti da una vasca d’acqua. La Galleria del Novecento, “vetrina dell’innovazione”, ospiterà mostre temporanee e soluzioni tecnologiche innovative e un’esposizione permanente con una Galleria delle macchine, un Collection Center e un’area tematica con mini-cinema. Il Museo dell’Industria e del Lavoro nella sua sede cittadina non si limiterà a essere una semplice esposizione, ma sarà anche uno spazio dedicato all’innovazione per le aziende e un luogo dove proporre laboratori didattici per tutte le fasce d’età, un vero e proprio museo dei bambini - il “Musil Kids” - che offrirà un servizio per le famiglie della città. Non resta che attenderne trepidanti la sua realizzazione. Iolanda Stanzione


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Il Ponte di rami e la Cattedrale Vegetale Le opere di Mauri fioriscono ancora Da Padernello (Bs) a Lodi un’arte che ricollega alla natura primordiale

Vita per la Vita Un cuore di latta Monumenti fatti di lattine per festeggiare i trent’anni dell’associazione sportiva bresciana

L’uomo si è da sempre distinto per la sua grande creatività e con l’ingegno e la fantasia è riuscito a realizzare opere grandiose; ma mai spettacolo sarà più sublime di quello che offre la natura sin dalla notte dei tempi. Arte e natura, un connubio vincente che Giuliano Mauri aveva ben compreso. Il primo artista italiano a entrare nel 1981 nel movimento europeo Art in Nature, Mauri costruiva architetture vegetali con l’intento di recuperare un dialogo profondo con i luoghi. Il suo impegno ecologico intendeva rispondere ai dubbi del genere umano ritornando alle origini, studiando la memoria dell’ambiente, toccando gli aspetti culturali più profondi, dalla poesia, alla sacralità, dall’antropologia alla letteratura. Nel 2009, all’età di 71 anni, Mauri è scomparso, ma ha lasciato in eredità le sue opere. L’ultima realizzata si trova in un bosco a Padernello, un piccolo borgo della bassa bresciana; si tratta del Ponte di San Vigilio, costruito tra il 2007 e il 2008 con soli rami di castagno, che attraversa un affluente della roggia Savarona e collega

la strada di Borgo San Giacomo con Padernello. Non fece però in tempo a dar vita al suo progetto della Cattedrale Vegetale, da collocarsi vicino al fiume Adda, a pochi minuti dal centro della sua città (Lodi). La famiglia non ha voluto lasciar cadere il proposito dell’artista nell’oblio, così ha proposto all’amministrazione del comune di Lodi di realizzarla, proposta che è stata accolta con entusiasmo. Per la Cattedrale di Mauri sono stati stanziati dei fondi dalla Regione Lombardia e hanno collaborato grandi nomi dell’arte italiana, col Patrocinio della Triennale di Milano. Nel frattempo il Ponte di San Vigilio ha iniziato a subire il passaggio del tempo, per cui si è scelto di operare un intervento conservativo. La raccolta fondi si è appena conclusa e grazie alla generosità di sostenitori privati è ora in corso di studio una proposta congiunta che permetta di visitare il Ponte e la Cattedrale, per creare un principio di rete che colleghi tutte le opere del “tessitore del bosco”. Laura Spataro

Ha compiuto trent’anni l’associazione sportiva Vita per la Vita, da sempre al fianco di CIAL (Consorzio nazionale per il riciclo dell’alluminio) per la promozione e lo sviluppo della raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio. Il 2 giugno si è tenuto a Coccaglio, nella provincia di Brescia, un evento celebrativo, che ha riunito tutta la comunità locale e i principali partner istituzionali e privati. La giornata è stata un’occasione per festeggiare la riuscita di importanti progetti di pubblica utilità e assistenza, la cui realizzazione è stata resa possibile dalla continuativa raccolta di lattine per bevande effettuata dall’associazione. A titolo d’esempio, si pensi alla Casa della Solidarietà, sede dell’evento del 2 giugno dove hanno trovato la loro collocazione alcuni monumenti realizzati in alluminio riciclato: accanto alle riproduzioni dell’Albero della Solidarietà, del Campanile di San Marco, della Vecchia Pieve di Coccaglio, all’auto della Formula 1, alla Moka e alla Biciclettona, anche un cuore gigante. «Da sempre l’associazione si è

contraddistinta per la realizzazione di tali opere - ricorda il Presidente dell’associazione, Lino Lovo -. Abbiamo dato vita a straordinarie riproduzioni su scala di molti tra i più belli e visitati monumenti e chiese del nostro Paese, alcuni dei quali diventati dei veri e propri Guinness, come la Basilica di San Pietro e quella di Sant’Antonio di Padova, del Colosseo e dell’Arena di Verona». Il successo di Vita per la Vita è diventato un modello di riferimento anche per CIAL, che nel 2003 ha lanciato il progetto Raccolta solidale, che dà la possibilità ad associazioni, onlus e cooperative sociali di autofinanziarsi con la raccolta differenzia-

ta degli imballaggi in alluminio, promuovendo allo stesso tempo un risvolto di sostenibilità ambientale rivolto alla cittadinanza e soprattutto alle scuole. Visitati i monumenti di latta, l’evento è proseguito con le testimonianze dei partner e dei protagonisti dell’associazione, alla presenza delle istituzioni locali e dei cittadini. Tra i riconoscimenti assegnati, quello alle scuole primarie di Coccaglio, che con la borsa di studio Valerio Bernardi hanno realizzato lavori eccellenti con materiale di riciclo. I monumenti in lattina installati a Coccaglio resteranno visitabili fino a ottobre. L.S.


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Smart mobility a misura di bambino Ai centri ricreativi estivi di Brescia attività ed esperienze in tema di mobilità sostenibile

C’era un’arena e c’è ancora… A Muratello di Nave (Bs) l’anfiteatro abbandonato torna a vivere una nuova estate

Le città sono fucine di cambiamento, anche ecologico e culturale, potenziali luoghi di incontro e di scambio tra buone pratiche. Anche a Brescia sono numerose le iniziative, le associazioni, i gruppi di persone che nella quotidianità diffondono cultura e occasioni di partecipazione sociale su temi importanti per tutti, come quelli ambientali, in vista di contesti urbani più vivibili, più a dimensione di persona e di comunità, ma anche più solidali; insomma, più smart. In questo contesto si inserisce per la quarta estate di seguito la proposta dei Centri ricreativi estivi (Cre) della città organizzati dal Comune di Brescia e gestiti dalle Cooperative sociali La Vela e Tempo Libero in sei scuole dislocate sul territorio cittadino. Giochi, laboratori, attività ed escursioni che, di estate in estate, stanno declinando i diversi aspetti legati al concetto di Smart City e, di pari passo, alla vita delle persone: stili di vita, ambiente, economia e mobilità. Così nel 2014 è stata la volta dello smart living, nel 2015 dello smart environment, nel 2016 della smart economy, mentre per quest’anno al Cre si parla di smart mobility. Il linguaggio è quello ludico ovviamente, universale e potente come pochi altri linguaggi, in grado di innescare riflessioni a misura anche di bambino. Viaggiare intelligente è così il tema che sta guidan-

do le attività dei Cre partiti il 19 giugno e che animeranno l’estate di oltre mille bambini anche per tutto il mese di luglio. Come mi muovo a Brescia? Che effetto ha il mio modo di spostami sull’ambiente e sulle salute delle persone? Protagonisti della storia che si svilupperà nelle giornate del Cre quattro personaggi della Mille Miglia, la corsa di auto storiche, che rivisitano la propria esperienza nell’ottica di una mobilità sostenibile. Come sempre, sono molte le sinergie che La Vela e Tempo Libero scelgono di attivare con le realtà del territorio. Realtà che in tema di mobilità e salvaguardia dell’ambiente hanno la loro storia da raccontare. È il caso di Ortociclo, che consegna a domicilio prodotti locali e di stagione a suon di pedalate, credendo profondamente nell’importanza del rapporto di fiducia e trasparenza tra produttori e consumatori; o ancora dell’associazione Terra e Libertà che vive il patrimonio ambientale e agricolo urbano come risorsa per la creazione di nuovi contesti culturali; o ancora della Ciclofficina Brecycling della Cooperativa Il Calabrone che si occupa di ricondizionare biciclette e pc destinati alla discarica o all’inutilizzo e prolungare il ciclo del loro uso. Sarà anche nell’incontro con loro che i bambini dei Cre potranno imparare giocando il valore delle piccole scelte di tutti i giorni.

Capita che le sorti di luoghi un tempo vissuti, animati da gente, luci ed eventi conoscano a un certo punto un momento di declino, talvolta di totale abbandono. Sorte che a Muratello di Nave, in provincia di Brescia, è toccata per esempio all’anfiteatro (in Via Ferruccio Ventura 7) che fino a qualche anno fa in estate ospitava lo storico cinema all’aperto. Una sorte che però quest’anno ha conosciuto una nuova svolta: la storica arena infatti a inizio luglio ha inaugurato una stagione estiva, fatta di spettacoli teatrali, musica e spiaggia urbana. Il progetto di recupero dell’anfiteatro e del parco circostante prevede il rilancio di questi spazi, tornando a essere scenario di nuove iniziative. Da questo intento ha mosso i suoi primi passi l’associazione

“Il progetto di recupero dell’anfiteatro e del parco circostante prevede il rilancio di questi spazi, tornando a essere scenario di nuove iniziative” teatrale e culturale DreaMusical in collaborazione con il Comune di Nave, lanciando una prima serie di appuntamenti inaugurata sabato 1 luglio. Dopo il “Faust Marlowe” di domenica 2 luglio liberamente tratto da “Il dottor Faust” di C. Marlowe e interpretato dai giovani Stefano Comini e Fabio Tameni, “Guerra, angelo”, monologo teatrale per voce, pianoforte e altre cose che suo-

nano di e con Filippo Garlanda di venerdì 7 luglio e “Mademoiselle Papillon nel paese dei bruti sogni” a cura dell’associazione culturale ColChiDea di domenica 9, prosegue la programmazione con appuntamenti che cedono il posto alla musica. Per sabato 22 luglio è in programma infatti Fiesta Latina! Musica, ballo, animazione e cocktail a tema dalle ore 19.00 nel parco dell’anfiteatro. Il 29 luglio sarà la volta del Silent party dalle 22.00: una silenziosa discoteca a cielo aperto. Tutte le domeniche di luglio poi dalle ore 13.00 il parco si trasforma in una grande spiaggia urbana, con musica, animazione, tornei di volley e tanto altro ancora. La programmazione proseguirà anche ad agosto e a settembre. Per tutti gli aggiornamenti: www.dreamusilcal.it


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Como e Lecco SOStenibile

Como trionfa agli Oscar Green 2017 Assegnato il premio Impresa 2.Terra alla giovane imprenditrice agricola Martina Vicini L’agricoltura a Como si fa sempre più giovane. È la constatazione che emerge anche da un’analisi della Coldiretti provinciale e dalla Camera di Commercio di Milano effettuata sulle imprese under 40 in occasione della consegna degli Oscar Green all’Acquario civico di Milano. Nel 2017 il peso della quota giovane sul totale delle aziende agricole vede assegnare la medaglia d’oro della Lombardia proprio a Como. Nelle virtuose zone collinari del comasco, dove questa vocazione è chiaramente osservabile, le imprese hanno in genere estensioni più piccole rispetto a quelle in pianura e richiedono quindi

“In un periodo come questo, caratterizzato da una forte crisi economica, l’agricoltura rappresenta per i giovani un’opportunità per porre le basi di un domani che difende le tradizioni e i valori più sinceri” un minor impiego di capitale, elemento che spesso fa da deterrente all’ingresso dei giovani nel mondo dell’impresa. Più in generale, il 2017 ha visto un’impennata di aziende agricole lombarde guidate da giovani e l’intero settore generato dalla grinta di questi novelli imprenditori sta generando oltre 4500 posti di lavoro. Proprio

in questo contesto sono nati gli Oscar Green, per premiare la grande capacità di mettersi in gioco tipica delle nuove generazioni, oltre alla speciale inventiva tutta made in Italy che promuove l’agricoltura sana del nostro Bel Paese. La cerimonia di premiazione si è svolta il 6 giugno all’Acquario Civico di Milano alla presenza di oltre cento giovani agricoltori di tutte le province lombarde. Martina Vicini, che con la madre gestisce la Cascina Martina di Solbiate (Co), ha vinto il premio Impresa 2.Terra nella categoria We Green. La giovane imprenditrice ventiduen-

ne non sa mungere, eppure manda avanti la sua fattoria che accoglie cinquanta mucche. Da quando suo padre Vittorio non c’è più, Martina ha raccolto idee ed energie per continuare a gestire l’azienda senza rinunciare agli studi universitari grazie alla tecnologia all’avanguardia presente nella sua stalla bionica. Martina studia Scienze e Tecnologie Agrarie e ha avuto la possibilità di svolgere uno stage in Olanda, durante il quale ha osservato il funzionamento di un robot in grado di occuparsi di ben duecento capi di bestiame per l’intera fase di mungitu-

ra. Rientrata in Italia, la giovane donna ha dotato la sua stalla della medesima tecnologia, ottenendo un enorme risparmio di energie e di tempo, visto che una mucca va munta un paio di volte al giorno, all’alba e la sera. Martina può quindi continuare a frequentare l’università e allo stesso tempo essere un’imprenditrice agricola. Ogni mattina, mentre fa colazione con una tazza di latte appena munto, le basta guardare il monitor del suo computer per controllare a che punto è il lavoro del robot e quante delle cinquanta mucche in lattazione sono già state munte.

Anche quando è in università, tra una lezione e l’altra, le basta dare un’occhiata all’app sul suo smartphone per controllare tutti i parametri degli animali trasmessi al robot da un radiocollare. Essere circondati da persone giovani e volenterose come Martina, studenti e allo stesso tempo imprenditori che decidono di non abbandonare le attività di famiglia, ma di investire tempo ed energie mettendo a frutto i propri studi sono esempi di un’Italia che guarda al suo futuro nel rispetto della terra e della sua storia. Elena Parigi


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Campionati Mondiali di Nascondino Consonno, 8-10 settembre 2017 Nel paese fantasma 65 mila metri quadrati di verde per nascondersi e uscire allo scoperto, tra concerti nascosti e birra artigianale Letto per voi: Italia civile

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«Gli Americani di tutte le età, condizioni e tendenze, si associano di continuo [...] Dappertutto, ove alla testa di una nuova iniziativa vedete in Francia il governo e in Inghilterra un gran signore, state sicuri di vedere negli Stati Uniti un’associazione», diceva Tocqueville nel suo “Democrazia in America”. Secondo lo storico, politico e sociologo francese, il Paese più democratico è quello dove si sia imparato a perseguire insieme gli obiettivi comuni. Durante l’anno trascorso negli Stati Uniti, Tocqueville indaga anche l’organizzazione associativa, ma dimentica di interessarsi del contesto sociale e politico e delle relative situazioni conflittuali in cui prendono vita le associazioni. Proprio grazie allo sforzo condiviso dei docenti di sociologia del Laboratorio PolisLombardia (fra cui anche Francesca Forno e Alberta Giorgi rispettivamente dell’Università di Trento e di Bergamo), nel 2016 “Italia Civile” di Roberto Biorcio e Tommaso Vitale ha potuto sopperire a questa mancanza. Basandosi sulle ricerche in ambito italiano dell’ultimo trentennio, il saggio si concentra sulle questioni rimaste aperte e lo fa in modo dettagliato, ma con uno stile semplice e un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori. Racconta, per esempio, di quanto religione, schieramento politico e genere influenzino la partecipazione politica e associativa, questioni normalmente trascurate nelle ricerche precedenti. Descrive poi il relativo panorama italiano dopo la crisi dei partiti e tenta di risolvere l’annosa questione nata a seguito degli scritti di Tocqueville: le associazioni fanno davvero “scuola di democrazia” e accendono l’interesse civile e politico, oppure permettono semplicemente la collaborazione e lo scambio fra chi è già impe-gnato su questi fronti? Uno sguardo nuovo e plurale che non si limita a comparare tabelle e dati quantitativi, ma mette sul piatto anche interviste ottenute dagli iscritti durante le assemblee. “Italia Civile” potrebbe costituire l’anello mancante fra i semplici curiosi e i lettori già addentro al complesso mondo delle associazioni.

L’anno scorso fu una squadra francese a conquistare il titolo mondiale del gioco più praticato sulla Terra. Quest’anno Nascondino World Championship accoglierà 80 squadre provenienti da più di 10 nazioni europee e non solo. Consonno, il paese abbandonato alle porte di Lecco, sarà per il secondo anno teatro della celebrazione del gioco per eccellenza. Oltre 400 persone comuni, senza spiccate doti sportive, con una grande

“Cinquanta manche, 1 minuto per nascondersi, 5 per uscire allo scoperto e raggiungere la tana prima del cercatore”

Irene Triggiani voglia di divertirsi e un pizzico di follia, faranno rivivere di nuovo il piccolo borgo in cima alla collina che negli anni ’60 e ’70 fu “Il paese dei balocchi” del Nord Italia, una piccola Las Vegas voluta dal visionario Conte Mario Bagno. Nascondino World Championship avrà luogo da venerdì 8 a domenica 10 settembre, a poche decine di metri dal Minareto di Consonno. Un prato di 65mila metri quadrati, superficie sopravvissuta alle mire imprenditoriali del Conte Bagno, sarà il palcoscenico naturale per i potenziali campioni del mondo di

nascondino. Cinquanta manche, 1 minuto per nascondersi, 5 per uscire allo scoperto e raggiungere prima del cercatore la tana, un morbido materasso circolare sul quale tuffarsi senza alcun contegno. Sabato 9 settembre comincerà la competizione con il tradizionale “Lancio del bancomat” per decretare la scelta del colore delle divise ufficiali. Le gare di nascondino si

susseguiranno dalla mattina alla sera e riprenderanno domenica quando saranno annunciate le 20 squadre finaliste che si batteranno per aggiudicarsi il premio finale: la Foglia di Fico d’Oro. Ad intervallare le manche finali, nel pomeriggio di domenica, spazio ai veri campioni di nascondino, i bambini nascosti fra il pubblico. Non solo gare di nascondino ma un’atmosfera fatta di spen-

sieratezza che si diffonde su tutta l’area dell’evento: accanto al campo di gioco sarà allestito il “Wild And Seek Camping”, l’area campeggio per i partecipanti alla competizione, mentre per tutto il pubblico, oltre agli spalti naturali dai quali assistere alle divertenti manche, a partire da venerdì sera spazio a “L’imboscata” con musica dal vivo, street food e birrifici artigianali provenienti da tutto il nord Italia. Per partecipare ufficialmente basta creare una squadra di almeno 5 persone

(necessariamente maggiorenni) pronte a liberarsi dalla vita di tutti i giorni per giocare un intero weekend a nascondino, andare fin da ora su www.nascondinoworldchampionship.com e iscrivere la propria squadra. Arrivati a questo punto non resta che presentarsi a Consonno venerdì 8 settembre, posizionare la propria tenda e lasciarsi andare alla follia del weekend. Anche quest’anno Nascondino World Championship, per qualche ora, libera tutti!


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Viva Arte Viva La Biennale, a Venezia fino al 26 novembre 2017

Anri Sala All of a tremble (Encounter I), 2016 © Photo: Andrea Avezzù

Questo mese abbiamo deciso di dedicare l’approfondimento sulle mostre in corso a uno dei più importanti appuntamenti dedicati all’arte contemporanea a livello mondiale: la Biennale di Venezia. Giunta alla 57esima edizione, la mostra – intitolata Viva Arte Viva - quest’anno è curata da Christine Macel e ospita 120 autori provenienti da 51 Paesi e 85 partecipazioni nazionali. Curare una mostra significa valorizzare gli artisti dando al percorso espositivo il senso di una narrazione: nella scelta e nell’accostamento delle opere nulla è casuale, esiste sempre un disegno complessivo pensato perché l’incontro con i visitatori possa generare risonanze e riflessioni. La scelta di Macel per il tema della Biennale di quest’anno è stata coraggiosa: la curatrice francese ha deciso di dedicare l’esposizione all’arte stessa, mettendo al centro della scena il lavoro degli artisti. Viva Arte Viva è una Biennale che racconta l’arte ascoltandola e, proprio per questo, riconosce il contributo che l’arte può dare alla realtà contemporanea. In un mondo scosso dai conflitti, in costante stato di allerta, l’arte ha anche una funzione curativa: grazie a intuito e sensibilità gli ar-

tisti colgono la complessità delle cose, intuiscono la direzione verso la quale il mondo si sta muovendo e trovano gli strumenti per raccontarla proponendo nuovi percorsi di pensiero.

Un viaggio attraverso nove microcosmi Il viaggio pensato da Macel si sviluppa attraverso nove transpadiglioni distribuiti tra i Giardini e l’Arsenale: come capitoli di un libro, questi universi raccolgono e raccontano il mondo visto dagli artisti, tra realtà e utopie. Il punto di partenza è il Padiglione degli Artisti e dei Libri, spazio dedicato alla figura dell’artista e al suo lavoro. In una società dominata da produttività e commercio, l’artista ha un modus operandi alternativo: anche se le sue opere sono destinate a un sistema commerciale, la sua attività nasce dall’otium che è impasse ma anche lavoro dello spirito, vagabondaggio mentale che porta all’intuizione. Parte di questo padiglione è una biblioteca che raccoglie libri inviati dagli artisti su invito della curatrice: sono testi significativi nella loro formazione e nel loro sviluppo artistico. Qui sono esposte le “Trascrizioni” dell’artista Irma

Blank: libri nei quali i caratteri delle parole sono sostituiti da micro-segni; criticando l’eccesso di informazione, Blank crea diari segreti nei quali la scrittura perde la funzione comunicativa per assumere un senso nuovo, che rappresenta un modo di essere. Il Padiglione che segue è dedicato alle Gioie e alle Paure: le opere raccolte evocano l’universo delle emozioni soggettive e delle pulsioni che rendono l’individuo fragile e vulnerabile ma che, al tempo stesso, costituiscono la base del pensiero; le emozioni sono la verità, il motore di sopravvivenza ed evoluzione dell’uomo. L’opera che fa da collegamento con il padiglione successivo si intitola “Sospension” ed è di Sebastian Diaz Morales; l’artista invita il visitatore a meditare sulla solitudine e presenta un video nel quale un uomo fluttua, solo, in un universo sconfinato, sottoposto a continue intemperie. Viene da chiedersi se un’alternativa a solitudine e individualismo sia possibile ed è proprio questo interrogativo che trova una risposta nel Padiglione dello Spazio Comune: qui sono raccolte opere di artisti che hanno lavorato sul concetto di comunità. È il caso di Maria Lai, presente con diversi lavori tra cui

foto e video che documentano il progetto “Legarsi alla montagna”, realizzato nel 1981 quando, nel paese sardo di Ulassai, ogni abitante fu invitato a svolgere un nastro blu dalla propria abitazione fino alla montagna sopra il villaggio: questo “racconto del filo” aveva la funzione simbolica di creare legami tra i membri del paese e tra la comunità e la terra. Molte delle opere proposte in questa Biennale sono realizzate da artisti poco conosciuti o attivi in passato, come Maria Lai, il cui lavoro viene riscoperto; spesso si tratta di opere pensate e proposte per la prima volta negli anni Sessanta e Settanta, in risposta a questioni sollevate allora ma che sentiamo anche oggi attuali.

Simboli, ispirazioni e utopie La componente utopica e simbolica si ritrova nel Padiglione dedicato alla Terra dove si racconta il rapporto dell’uomo con la natura. È un rapporto complesso, che ha interessato l’uomo fin dalla preistoria e che ancora oggi colpisce la sensibilità degli artisti suscitando sentimenti contrastanti: meraviglia per la magia della natura, gio-

ia per la terra che vive e si rinnova, ma anche malinconia e preoccupazione per il futuro di un pianeta consumato da uno sfruttamento insostenibile. In questo Padiglione, Michel Blazy presenta l’installazione “Collection de Chaussures”: in uno spazio che ricorda la vetrina di un negozio espone vecchie sneakers nelle quali ha fatto crescere delle piante. La delicatezza delle piantine contrasta con il manufatto industriale che, inadatto a essere usato come vaso, appare rozzo e obsoleto; l’opera fa anche riflettere sulla forza della natura: durante tutta la durata della Biennale la vegetazione continuerà a crescere colonizzando le calzature. L’invito del successivo Padiglione è quello di ripensare le Tradizioni del passato perché possono offrire preziosi riferimenti, ancore di salvezza che, nella società liquida, virtualmente iperconnessa, si stanno perdendo. Gli artisti presentati non si limitano al recupero delle tecniche artigianali: praticano un’attualizzazione di metodi e tradizioni del passato per realizzare opere raffinate e imperfette che si distolgono dai modelli di perfezione codificata proposti dal mondo globalizzato. Affascina l’opera “All of a


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“ trembre”, dell’artista albanese Anri Sala: un rullo per stampa di carte da parati giapponesi, inventato nell’Ottocento, scorre lentamente su una grande parete; l’artista ha enfatizzato il suono prodotto dallo strumento per trasformarlo in una sorta di carillon e attribuire così al suono una capacità grafica. Il capitolo successivo è probabilmente il passaggio chiave della mostra; è qui che la funzione terapeutica dell’arte viene riconosciuta: in un mondo che manifesta bisogno di cura e spiritualità gli artisti possono offrire opere che coniugano funzione estetica e curativa, proteggono e risollevano. Questo Padiglione è aperto dalla suggestiva installazione di Ernesto Neto: un’enorme tenda in rete che occupa la navata centrale dell’Arsenale e nella quale il visitatore è invitato a entrare. Dentro ci si sente protetti, osservando l’esterno attraverso le maglie della rete si percepisce un’atmosfera serena e straniante; uscire dal flusso inarrestabile della quotidianità e concedere al proprio spirito una pausa aiuta a conseguire consapevolezza: la tenda di Neto è un filtro rispetto al mondo esterno, uno spazio dove essere e sostare.

In un mondo scosso dai conflitti, in costante stato di allerta, l’arte ha anche una funzione curativa; grazie a intuito e sensibilità gli artisti colgono la complessità delle cose, intuiscono la direzione verso la quale il mondo si sta muovendo e trovano gli strumenti per raccontarla proponendo nuovi percorsi di pensiero

Alicja Kwade WeltenLinie, 2017

Ernesto Neto Um Sagrado Lugar (A Sacred Place), 2017

Irma Blank

© Photo: Italo Rondinella

© Photo: Andrea Avezzù

© Photo: Francesco Galli

Arte per riflettere Le ultime tappe della mostra sono dedicate rispettivamente ai valori dionisiaci, ai colori e al tempo. Nel Padiglione Dionisiaco viene raccontata la sensualità femminile, sacra energia generatrice e salvifica ma anche potenza inibita da secoli di proibizioni e vincoli culturali che impediscono alla donna di esprimersi liberamente. Colpisce il provocatorio lavoro di Maha Malluh: l’artista saudita dispone centinaia di audiocassette contenenti registrazioni di predicatori fondamentalisti all’interno delle tradizionali teglie per la cottura del pane creando un’opera che riflette sul “giusto” comportamento che la donna deve tenere. Dopo l’esplosione di vibranti cromie del Padiglione dei Colori, dove i cuscini sgargianti di Sheila Hicks concludono il lungo corridoio dell’Arsenale, il percorso espositivo si chiude con una riflessione sulla dimensione del Tempo e sull’iperistantaneità che caratterizza la vita contemporanea. Alicja Kwade presenta un’interessante opera composta di specchi che accolgono il visitatore in un piccolo labirinto; l’effetto voluto dall’artista polacca è quello di creare visivamente il

cortocircuito che la mente mette in atto durante i déjà vu e il risultato è ben riuscito: il visitatore si vede riflesso a più riprese e vive l’esperienza di uno sdoppiamento nella percezione di sé.

Perdersi per ritrovarsi Christine Macel ha dichiarato che con questa Biennale si vuole proporre «un’esperienza percettiva che aiuti il visitatore a uscire da se stesso creando un percorso che avvolge e imprigiona» e lasciando la mostra, perdendosi nelle labirintiche calli veneziane, il visitatore ha più perplessità che certezze... del resto visitare la Biennale coinvolge a livello intellettuale ma soprattutto percettivo ed emotivo ed è un’esperienza che non può lasciare indifferenti. Ma è proprio scuotendo le coscienze che l’arte può svolgere una funzione terapeutica: l’arte coinvolge, propone letture della realtà alternative, solleva problemi e pone interrogativi senza risposte e, in questo modo, porta l’osservatore oltre i circuiti automatici di pensiero, nel regno del dubbio, in quello spazio interiore dove perdersi significa ritrovarsi più consapevoli. Livia Salvi

Mostre in Lombardia e non solo > Modigliani - Genova Palazzo Ducale. Fino al 16 luglio 2017. > LOVE. L’arte contemporanea incontra l’amore - Milano - Museo della Permanente. Fino al 23 luglio 2017. > L’emozione dei colori nell’arte - Torino - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea & Rivoli (To) - Castello di Rivoli. Fino al 23 luglio 2017. > Andy Warhol. L’opera moltiplicata - Bergamo GAMeC. Fino al 30 luglio 2017. > Istanti di luoghi di Ferdinando Scianna Milano - Galleria Forma Meravigli. Fino al 30 luglio 2017. > La terra inquieta - Milano Triennale. Fino al 20 agosto 2017. > Brescia Photo Festival: Steve Mc.Curry. Leggere/ Magnum’s First/Magnum. La première fois - Brescia - Museo di Santa Giulia.

Fino al 3 settembre 2017. > Toulouse-Lautrec. La Belle Époque - Verona AMO. Arena Museo Opera. Fino al 3 settembre 2017. > Titoli impossibili – Milano – Cinema Spazio Oberdan. Fino al 12 settembre 2017 > Mirò! Sogno e colore Bologna - Palazzo Albergati. Fino al 17 settembre 2017. > New York New York! La riscoperta dell’America. Artisti italiani negli Stati Uniti (1930-1968) - Milano - Museo del Novecento e Gallerie d’Italia. Fino al 17 settembre 2017. > La Rinascente 100 anni (1917-2017) – Milano – Palazzo Reale. Fino al 24 settembre 2017 > Vincenzo Agnetti. A cent’anni da adesso – Milano – Palazzo Reale. Fino al 24 settembre 2017 > La Biennale di Venezia. 57. Esposizione Internazionale d’Arte - Venezia - Giardini ed Arsenale. Fino al 26 novembre 2017


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Triatleti a Iseo: quando l’emozione dello sport non ha limiti Eco Race: dall’Autodromo di Franciacorta con Nanni Nember per il progetto “Insuperabili”

La forza della volontà che vince sulle avversità della vita. Lo sport che si fa strumento di rinascita per uomini e donne che nella vita sono stati capaci di rialzarsi, combattere e reagire dopo un incidente, una disgrazia, una malattia. Diversamente abili, uomini e donne impegnate in uno sforzo estremo: innanzitutto in una lotta con se stessi. A Iseo è vera competizione. Una classifica che può dare gloria, un semplice piazzamento, in una continua sfida col cronometro e con i propri limiti. Nell’affascinante cornice del lago d’Iseo, due giorni di gare e l’attesa kermesse ITU Paratriathlon World Cup. Un appuntamento che inorgoglisce particolarmente Eco Race Events a conferma dell’attendibilità internazionale del team e la sua attenzione nei confronti dello sport paraolimpico. Stesso percorso per gli atleti di 22 nazioni, oltre agli azzurri impegnati nella gara nazionale (quasi 1.500) come nelle scorse edizioni: 1,5 chilometri di nuoto, 42 km di bici e 9,6 di corsa. Un’emozione, in un paesaggio stupendo, per visitatori, ospiti, atleti, appassionati e curiosi: Iseo, 8 e 9 luglio, una due giorni con i triatleti e l’ormai classica Paratriathlon

Location d’eccezione per i 50 anni di Bmw-Mini di Nanni Nember

World Cup per quattro continenti (assente solo l’Oceania). Uno spettacolo che si ripete ormai per la terza volta, dopo le gare del 2014 e del 2015 e dopo lo stop dello scorso anno per la manifestazione artistica dell’installazione sul Sebino dell’ormai arcinoto ponte di Christò. “Insuperabili” è il nome del progetto all’interno del progetto, pensato proprio per diffondere la cultura sportiva tra le persone disabili e promuovere lo sport paraolimpico come strumento di crescita e sostenibilità sociale. “Insuperabili” si occupa di

valorizzare l’attività sportiva come momento di aggregazione al di là delle differenze, come già accade in alcune scuole secondarie della provincia bergamasca. Nello specifico questa iniziativa ha tra gli obiettivi quello di finanziare la preparazione degli atleti verso le Paralimpiadi di Tokyo 2020 e allo stesso tempo di sensibilizzare gli studenti promuovendo i valori della diversità, dell’integrazione e del rapporto tra sport e disabilità. Presente alla presentazione dell’iniziativa il presidente della federazione italiana Triathlon

Particolare la location per presentare l’edizione 2017 dell’evento sportivo di Iseo: l’autodromo di Franciacorta, direttamente dal paddock sulla pista, in collaborazione con il cinquantesimo Bmw-Mini di Nanni Nember che sul circuito di Castrezzato ha regalato una giornata di test drive. Una giornata che è stata all’insegna della velocità, dei motori e di test drive in slot dedicati con vetture BMW M e Mini JCW con piloti istruiti e specializzati che hanno affiancato ragazzi e ragazze, giovani e meno giovani, diversamente abili, offrendo loro l’emozione della pista a bordo di veri bolidi a quattro ruote. Nanni Nember ha reso così concreta la sua collaborazione con Eco Race, supportando il progetto “Insuperabili”, con la presenza di campioni veri. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio di Regione Lombardia, Coni e la collaborazione di Panathlon Club Brescia. Luigi Bianchi che ne ha raccontato le finalità in accordo con Eco Race: raccolta fondi per attrezzature sportive, ma soprattutto fare in modo che l’attività sportiva sia alla portata di tutti. La società bergamasca Eco Race di Romano di Lombardia, guidata da Luca Lamera, è una delle prima società italiane con certificazione ISO 20121:2012 per l’organizzazione sostenibile di eventi di questo tipo «L’entu-

siasmo che gli atleti mettono in questo sport, durante questo tipo di manifestazioni ripaga di mille fatiche, fa superare ogni difficoltà, in particolare quelle dentro di noi, dentro la nostra testa – sottolinea Lamera -. Dove i limiti sono spesso fisici, la tenacia e il sacrificio fanno buttare il cuore oltre l’ostacolo, facendo sentire ognuno a modo suo “insuperabile”». F. P.


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Mondiali di parapendio per la prima volta in Italia Dall’1 al 15 luglio la manifestazione si terrà presso il comprensorio del Monte Avena vicino a Feltre (Belluno)

© GianniDeZaiacomo

L’arrivo dell’estate porta con sé tutta una serie di discipline che, per motivazioni legate soprattutto alle condizioni ambientali, rimangono impraticabili durante i mesi invernali. Ci si accorge di questi sport soprattutto quando i laghi e i mari italiani si riempiono di vele di tutti i colori che rallegrano il paesaggio. Lo stesso accade in cielo: con la bella stagione scendono in campo gli appassionati degli sport di volo libero. Ciò che probabilmente è sconosciuto ai più è il fatto che la nazionale italiana, grazie ai molti traguardi raggiunti, è uno dei leader in alcune delle discipline che fanno riferimento all’Associazione Italiana Nazionale Volo Libero.

Italiani in deltaplano Nel corso del 2016 il team azzurro ha trionfato agli europei di deltaplano e sono arrivate anche una medaglia d’argento e una di bronzo nel pari campionato di parapendio svoltosi in Macedonia la scorsa estate. Con il quarto titolo europeo e gli otto mondiali, il team italiano di volo in deltaplano si conferma il più forte al mondo, grazie a una

“Il parapendio è in grado di percorrere ampie distanze sfruttando un motore assolutamente ecologico e a costo zero, quello dell’irraggiamento solare del territorio e le ascendenze d’aria che esso provoca” squadra talentuosa capitanata dal trentino Christian Ciech, campione del mondo e d’Europa in carica, il quale proverà a farsi valere ancora una volta ai campionati del mondo che si svolgeranno a Brasilia dal 6 al 19 agosto.

Parapendio: i mondiali Per quanto riguarda il parapendio invece sarà l’Italia l’assoluta protagonista del 2017. Per la prima volta infatti il nostro Paese ospiterà i campionati del mondo di questa disciplina dal 1 al 15 luglio. Teatro dell’evento sarà il comprensorio del Monte Avena sopra Feltre (Belluno) che

si prepara a ospitare i 150 piloti iscritti provenienti da 59 nazioni differenti, numeri che hanno già reso l’evento qualcosa di unico. Moltissimi saranno gli atleti azzurri che si presenteranno presso la sede operativa e di atterraggio del Centro del Volo in località Boscherai a Pedavena (Belluno), pronti a sfidarsi su un campo di gara che si estende per 5 mila chilometri quadrati e che comprende punti di decollo e di atterraggio sparsi tra Veneto, Trentino e Friuli. Infatti, negli sport di volo libero come il parapendio e il deltaplano ci sono molte variabili legate alle condizioni meteo che possono modificare la lunghezza del tracciato e la durata del calendario di gare. Con il bel tempo i percorsi, delimitati da punti salienti del territorio che il pilota deve aggirare prima di raggiungere l’atterraggio, possono superare anche i 100 chilometri. Il parapendio è in grado di percorrere ampie distanze sfruttando un motore assolutamente ecologico e a costo zero, quello dell’irraggiamento solare del territorio e le ascendenze d’aria che esso provoca. Per l’occasione, moltissimi sa-

La Lombardia si tiene... in forma Secondo i dati diffusi nell’ultima edizione di Rimini Wellness prodotti dall’Università Milano Bicocca/Vivitalia, la Lombardia è la regione con la percentuale più elevata di persone che frequentano abitualmente le palestre (19%), seguita da Veneto (11%), Emilia-Romagna e Lazio (10%). Se allarghiamo l’analisi sull’attività sportiva più in generale, secondo i dati Istat la Lombardia è la terza regione più sportiva d’Italia con il 30,5 % degli abitanti che fanno sport in maniera continuativa, ben al si sopra della media nazionale (25%). In particolare il 2016 è stato l’anno di grazia per gli sportivi visto che una persona su quattro, al di sopra dei tre anni, ha dichiarato di aver praticato costantemente attività sportive nel proprio tempo libero. Dal 2013 al 2016 si sono avvicinati all’attività fisica 2,5 milioni di italiani (+4,2%) con un incremento dell’1,5 % solo nell’ultimo anno. Tra i bambini di 6-10 anni si concentrano il 59,7 % degli sportivi costanti. ranno gli eventi di contorno alla competizione, come la Mostra dell’Artigianato di Feltre, gare di ciclismo e podismo, la Festa dell’Orzo Birreria Pedavena, serate a tema e intrattenimenti vari al Centro del Volo. Inoltre, una struttura di 700 metri quadrati ospiterà l’Expo Dolomitipark, la fiera dedicata al volo libero e agli sport outdoor. L’evento coinvol-

gerà circa 50 addetti dell’Aero Club Feltre & Delta Club Feltre che si impegneranno a trasformare l’evento in una vera e propria festa del volo libero aperta a tutti. Per ogni altra informazione è possibile visitare il sito internet: www.fivl.it. Gianluca Zanardi


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© Silvia Porta

Eco-isola del Mediterraneo

Gozo Omero nell’Odissea racconta che la ninfa Calipso, innamorata di Ulisse, lo trattenne sulla sua isola per sette lunghi anni finché, convinta da Ermes, gli permise a malincuore di ripartire per tornare alla sua amata Itaca. Secondo la leggenda lo scenario di questa storia sarebbe Gozo, una piccola isola a nord-ovest di Malta, nel Mar Mediterraneo. Pare che lì ancora oggi si possa vedere la grotta dove viveva la ninfa, in prossimità della rinomata spiaggia di Ramla, baia dalla sabbia finissima e dalla particolare colorazione rossa. Gozo è la seconda isola, per superficie, dell’arcipelago delle isole Calipsee. Conosciuta anche come “la sorella minore” di Malta, come questa è uno scrigno di storia immerso nel verde e abbracciato dal

mare. La storia di Gozo risale al V millennio a.C., come dimostrano i due templi megalitici di Ggantija. Dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, sono costituiti da maestose rocce calcaree (“ggant” in maltese significa infatti “gigante”) e parte dei numerosi reperti qui ritrovati sono conservati nel Museo Archeologico di Gozo, a Victoria, la capitale. Oltre che per i numerosi siti archeologici, Gozo merita una visita anche per i suoi scenari naturali. Le sue acque blu e calde sono perfette per immersioni subacquee o per lo snorkeling. Uno dei luoghi più apprezzati per questo tipo di esperienze è il “buco blu” di Gozo. Profondo 15 metri e largo 10, è collegato da un tunnel con il mare aperto ed è la meta preferita per chi pratica sub. Fenomeni come i

Blue Hole sono piuttosto rari al mondo e sono causati da un’erosione di rocce carbonatiche a livello sottomarino. Il colore intenso che gli si attribuisce è dato dalla loro profondità e per questo motivo si distinguono dall’azzurro chiaro delle zone secche che li circondano. Il Blue Hole di Gozo è poco distante da Dwejra, luogo famoso per la sua “finestra blu”, uno splendido arco di roccia anch’esso creatosi centinaia di anni fa e purtroppo crollato a marzo 2017, a causa di una tempesta.

Eco-turismo Per tutelare le numerose bellezze di Gozo e per promuovere l’isola come meta di eco-turismo, il governo maltese ha avviato il progetto “Eco-

Gozo” che durerà fino al 2020. Si tratta di un progetto molto articolato e ambizioso, che interessa diversi ambiti: l’ambiente, la società, l’economia e la cultura. Ogni area sviluppa diversi progetti che hanno tutti un solo scopo: lo sviluppo ecosostenibile. Programmi specifici includono nuovi metodi di raccolta e conservazione delle acque piovane su un’isola in cui l’acqua è più che mai un bene prezioso, dato che il sole splende per 300 giorni l’anno. Vi sono poi progetti di mantenimento della pulizia del mare e della terra, nonché una particolare attenzione all’energia rinnovabile. Eco-Gozo inoltre promuove tutte quelle esperienze che permettono al visitatore di incontrare la cultura locale e di conoscerla attraverso i resi-

denti, in un’ottica di scambio culturale che arricchisce le persone in primis. In questo senso il turista può per esempio prendere parte alla vita rurale, apprenderne le tradizioni e le produzioni, insieme agli operatori gozitani. Con queste premesse, un’immersione - culturale, ambientale, rurale, ecc. - a Gozo è assolutamente consigliata. Edward Lear, scrittore del 19esimo secolo, coniò due parole assolutamente senza senso per descrivere le bellezze dell’isola: pomskizillious and gromphibberous. I gozitani, popolo semplice e concreto, affermano solo che non esistono parole per descriverla. Visitarla per credere. Laura Landi


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Eco-island in the Mediterranean

Azure Window crollato nel marzo 2017

In the Odyssey Homer tells of nymph Calypso who is in love with Odysseus and keeps him on the island for seven long years until, convinced by Hermes, she reluctantly allows him to return home to his beloved Ithaca. The legend recounts that the backdrop to this story is Gozo, a small island to the north-west of Malta in the Mediterranean sea. It would seem that it is still possible today to see the grotto in which the nymph lived near famous Ramla beach, a bay of ultra-fine sand of an unusual red colour. Gozo is the second largest island in the Maltese island

archipelago. Known as Malta’s younger sister, like the latter it is a treasure trove of verdant history embraced by the sea. Gozo’s history stretches back to the 5th century BC as its two megalithic temples at Ggantija attest. Declared UNESCO heritage site these consist of majestic limestone rocks (‘ggant’ means gigantic in Maltese) and some of the great many finds unearthed here are conserved at Gozo’s Archaeological Museum in Victoria, its capital. As well as its many archaeological sites Gozo merits a visit for its natural scenarios too. Its warm, blue waters are ideal for undersea diving and snorkelling. One of the best loved sites for this type of experience is Gozo’s Blue Hole. 15 metres deep and 10 metres wide it is linked to the open sea via a tunnel and is

the ideal place for diving lovers. Phenomena such as the Blue Hole are extremely rare and are caused by underwater erosion of limestone rocks. Its intense colour is attributed to its depth and is visibly different from the pale blue of the low water areas around it. Gozo’s Blue Hole is just a short distance from Dwejra, famous for its ‘blue window’, a wonderful rock arch also created hundreds of years ago and which sadly collapsed in March 2017 after a storm.

Eco-tourism To safeguard Gozo’s many beauties and promote the island as an eco-tourism destination, the Maltese government has launched the Eco-Gozo project which is to last until 2020. It is a highly structured and ambitious

project encompassing various contexts: the environment, society, the economy and culture. Each area is developing a range of projects which all have a single purpose: environmentally sustainable development. Specific programmes include new rainwater collection and conservation methods on an island in which water is a precious commodity as the sun shines here 300 days per year. Sea and land maintenance projects are also underway and special attention is being paid to renewable energy. Eco-Gozo also promotes experiences which bring visitors into contact with local culture via the people who live on the island from a perspective of cultural exchange, an enrichment experience. In this sense tourists can take part in rural life and learn about its tradi-

Articoli tradotti in lingua straniera www.viceversagroup.it

tions and products together with Gozo’s tourist operators. On this basis, a cultural, environmental and rural total immersion experience is definitely to be recommended. A 19th century writer, Edward Lear, coined two totally meaningless words - pomskizillious and gromphibberous - to sum up the island’s beauties and the people of Gozo, a straightforward and down-to-earth people, believe simply that no words can do justice to it. Visit to believe.


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Sostenibil-mente

Alpeggio Gambetta e TheClew Innovare per trasformarsi Come rendere un antico alpeggio basato su processi sostenibili un luogo di ricerca, innovazione e formazione aziendale Fra le montagne della Valle Brembana, disperso fra il verde dei prati e l’azzurro del cielo, si trova l’alpeggio Gambetta. In questa località, raggiungibile con una camminata di circa mezz’ora da poco prima del rifugio Cà San Marco 2000, sentiero 113, da più di cent’anni abili mani e antiche conoscenze producono il famoso Formai de Mut, fiore all’occhiello della produzione casearia lombarda. La mia piccola produzione è qualcosa di speciale. Lo è perché io come i miei collaboratori mandriani non abbiamo ceduto al progresso, all’industrializzazione del prodotto, mantenendo i processi, così come il rispetto della sostenibilità, il più vicino possibile ai valori intrinseci della nostra attività. Niente mangimi né macchinari, niente stanze sterilizzate e prive di vita. La mungitura è ancora svolta a mano, con la delicatezza che un animale richiede. Le erbe del luogo sono l’unico alimento a disposizione delle mucche, conferendo al prodotto non solo una notevole aromaticità, ma anche proprietà salutistiche, così come confermato da diverse ricerche dell’Università degli Studi di Milano e di Pavia, che confer-

mano il trasferimento dei principi terapeutici delle erbe nel latte prodotto dagli stessi animali che le mangiano. Libertà, aria pulita e il lavoro svolto nelle antiche malghe sono l’ulteriore cornice di quella che è una produzione davvero sostenibile. Ma l’alpe Gambetta non è solo questo: è innovazione! Sì, perché grazie alla preziosa collaborazione di tutta l’equipe TheClew, gruppo eterogeneo di professionisti che si occupano di formazione e psicoterapia, ora in questi luoghi si fa anche forma-

zione aziendale. «Avevo bisogno di dare nuova vita a questo luogo e così ho pensato: perché non unire i miei due lavori, due dimensioni che amo con tutto il cuore e che danno soddisfazione e benefici alle persone che ne usufruiscono?». Immaginate di immergervi nel verde, abbandonando tutto ciò che conoscete, per catapultarvi in un nuovo mondo dove svolgere differenti esperienze volte ad accrescere le vostre competenze professionali. Il tutto divertendovi, giocando, e ri-con-

netendovi con uno degli elementi più incredibili che esistano: la natura. TheClew, nel periodo estivo (stiamo lavorando anche alla versione invernale con ciaspole e motoslitte), si sposta nell’alpeggio Gambetta: fra mucche, asini, cavalli, galline e la produzione del prestigioso Formai de Mut, accompagna le imprese nell’apprendimento di diverse tematiche aziendali attraverso la formazione esperienziale, metodo tanto antico quanto potente. Il team building è ad oggi la nostra principale proposta, anche se permettiamo alle aziende di calibrare le loro esigenze sulla base delle specifiche necessità, progettando percorsi ad hoc in grado di soddisfare le richieste connesse con il tema della comunicazione (leadership, public speaking, gestione delle emo-

zioni, mindfulness, storytelling d’impresa e altro ancora). La metodologia proposta alterna momenti frontali e di spiegazione, a giochi di squadra e attività esperienziali che, come il team cooking, permettono l’emergere di dinamiche interattive oggetto di riflessione. Favoriamo un clima d’incontro e di integrazione, diverso e informale, per innescare collaborazione reciproca e condivisione di obiettivi. Insomma: la possibilità di spostarsi da un’aula, spesso grigia e asettica, in un meraviglioso luogo in grado di rinforzare le pratiche formative proposte così come di regalare benessere ed energie nuove ai corsisti che ne usufruiscono. Vi aspettiamo in alpeggio! Alessandro Fortis, Formatore e fondatore dell’équipe TheClew

TheClew, équipe di formatori e psicoterapeuti. Offre servizi di consulenza psicologica, psicoterapia, formazione nel settore aziendale e scolastico. Tel. +39 344 1261495 - info@theclew.net - www.theclew.net Via Costantina n°12, Colognola - Bergamo

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Architettura in paglia A Venezia il meeting internazionale promosso da Promopaglia e Esba Costruire in paglia

Si è svolto a Venezia, dal 15 al 19 giugno scorsi, per la prima volta in Italia, il convegno ESBG2017, (European Strawbale Gathering), il più importante evento internazionale dedicato ai professionisti del settore delle costruzioni in paglia. Organizzatrice dell’evento è stata Promopaglia, l’associazione italiana nata con l’intento di promuovere e divulgare le pratiche e l’utilizzo della paglia nelle costruzioni. Gli “European Strawbale Gathering” si svolgono con cadenza biennale sin dal 1999 e dopo ESBG2015 di Parigi è stato il turno dell’Italia con ESBG2017. Il motto scelto per l’evento italiano è: what does straw mean? Vale a dire, cosa significa “paglia”? Un titolo che rievoca la sfida. Una sfida, impegnativa, quella di proporre un cambiamento, a partire dalla paglia. Promuovere un punto di vista diverso, nuovo, innovativo che si carica di concetti quali il riuso, il riciclo, la rinnovabilità e l’economia circolare.

Il convegno Il meeting di Venezia ha chiamato a raccolta artigiani, costruttori, progettisti, appassionati di costruzioni in paglia nonché le persone che già abitano edifici in legno e paglia, provenienti da tutta Europa. Obiettivo dell’ESBG è quello di promuovere le realtà e le pratiche edilizie in paglia più diffuse in Europa, favorendo il matching tra domanda e offerta, tra sviluppo/ricerca e mercato. Sono stati intensi giorni di confronto e riflessione collettiva sul ruolo che le tecniche costruttive collegate all’utilizzo della paglia e dei materiali naturali possono

La costruzione di edifici in balle di paglia risale alla fine del 1800, quando negli Stati Uniti, in Nebraska, dove i terreni erano poveri di pietre e non vi erano alberi, la paglia era l’unico materiale utilizzabile per la costruzione di edifici. I primi edifici in balle di paglia in Europa furono costruiti per fini commerciali a partire dal 1989. Oggi le costruzioni in paglia sono capillarmente diffuse in tutta Europa e in Italia si contano oltre 600 edifici.

ricoprire, in un nuovo paradigma che collega sostenibilità e progresso tecnologico, rispetto delle norme e proposta concreta di cambiamento. Il programma ha visto l’avvicendamento di sessioni frontali, tavole rotonde, workshop, visite a edifici di paglia costruiti in tutto il Veneto. Sì è inoltre concluso con la premiazione dei vincitori del primo concorso internazionale “1000 edifici per 1000 comuni” rivolto a giovani professionisti che si sono misurati sulla proposta progettuale collegata alla riqualificazione di un edificio pubblico, in legno e paglia, nel Comune di Caino (Bs). Momento pregnante della cinque giorni è stata certamente la tavola rotonda dal titolo “Dal campo alla Casa (From field to build)”, che ha approfondito il tema dell’abitare come snodo primario del rapporto organico tra la persona e l’ambiente. Moderati dal giornalista Maurizio Melis, i relatori hanno proposto il loro punto di vista sul ruolo della casa come fulcro della società, motore locale di microeconomia emergente esportabile e ripetibile. Di particolare importanza la presenza di Formedil, ente

nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia, nella persona del direttore della Scuola Edile di Bergamo, il dottor Fabrizio Plebani, che ha rimarcato l’importanza della formazione delle future maestranze sui temi delle costruzioni naturali. L’evento è stato patrocinato dalla Regione Veneto e da diverse realtà non solo italiane che lavorano nell’ambito della sostenibilità quali ESBA, Banca Etica, SlowFood, Formedil, ANPCI, Legambiente ANAB, Green Building Council Italia, Forum italiano della calce. Infine, principale promotore italiano è stato Promopaglia (www.promopaglia. it), un’associazione di professionisti, imprese artigianali e industriali, istituti di ricerca, nata dalla comune esigenza di promuovere la cultura della paglia in Italia con iniziative nel campo della divulgazione, della ricerca e dello sviluppo di tecniche e pratiche nel campo dell’architettura e dell’ingegneria che abbiano al centro l’utilizzo di questo materiale, oggi poco valorizzato, ma di estrema sostenibilità economica sociale e ambientale.

Quali vantaggi La paglia è un ottimo materiale isolante e uno scarto della lavorazione agricola, quindi reperibile in grandi quantità a basso costo. Utilizzare la paglia per costruire la propria casa significa: ) non impegnare risorse naturali per la realizzazione di nuovi prodotti da costruzione; ) ridurre i costi di costruzione dell’edificio; ) abitare un edificio salubre, libero da muffe e umidità; evitare il contatto con prodotti di sintesi dell’industria chimica e in genere con i derivati del petrolio; ) ottenere un azzeramento dei consumi per riscaldamento e un notevole incremento del comfort interno; ) disporre di un edificio antisismico e resistente al fuoco (la paglia pressata non brucia!) ) fare un dono ai propri figli: nessuna discarica sarà necessaria per smaltire la costruzione alla fine della sua vita utile. Gli impianti elettrico ed idraulico sono realizzati in modo tradizionale. L’impianto di riscaldamento è quasi sempre superfluo ma può essere realizzato con una stufa (fino a 150 mq circa) o con metodi convenzionali.


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Salute e prevenzione

Cosa porto in valigia?

Indicazioni per un kit di primo soccorso pronto all’uso

L’estate più di qualsiasi altra stagione porta con sé le partenze per le vacanze: si scelgono le mete, si immagina cosa potrebbe servire una volta giunti a destinazione, si preparano le

valigie, si caricano i mezzi che ci porteranno a destinazione e… via! Oltre ad abiti, costumi e accessori vari, in valigia trova posto anche tutto l’occorrente in ambito medico-salutistico. A

Rubrica promossa in collaborazione con Farmacia Visini - Dott. Michele Visini Via Italia, 2 - Almè (Bg) Tel. +39 035 541269 - farmaciavisini@virgilio.it

questo proposito, dal momento che è praticamente impossibile prevedere tutto quello che potrebbe accadere la mossa più logica da fare è provare a ipotizzare quali necessità potrebbero presentarsi con maggiore probabilità, e, se fattibile, munirsi di conseguenza. Le esigenze chiaramente cambiano a seconda della meta (e quindi delle condizioni ambientali e climatiche) e della composizione del nucleo familiare che si appresta a partire. La presenza di bambini o di anziani rende generalmente più complessa la gamma di rimedi da portarsi appresso, sia per la maggiore fragilità di soggetti in età tenera o particolarmente avanzata, sia per evitarsi ricerche complesse per reperire il necessario nei luoghi meta delle proprie vacanze.

Problemi da viaggio Quali potrebbero essere quindi i componenti di un ideale “kit per la vacanze”? Proviamo a pensare a quali problemi si possono più frequentemente presentare: febbre, dolori di vario genere, otiti, congiuntiviti, raffreddamenti, tosse, mal di gola, mal di

stomaco, iperacidità e difficoltà digestive, dissenteria, stipsi, ematomi, graffi, sbucciature, tagli, abrasioni? Di scottature e di conseguenze dell’esposizione solare ne abbiamo già parlato sul numero del mese scorso. È chiaro che uno scenario del genere avrebbe dell’apocalittico, ma credo che chiunque di noi avrà almeno una volta sperimentato il disagio di uno o più di questi sintomi durante le vacanze, lontano da casa e dai propri riferimenti sanitari (medico e farmacista) di fiducia. Lungi dal pensare di poter disporre di un kit in grado di far fronte a ciascuno di questi problemi, proviamo comunque a proporre un kit minimo sufficientemente completo.

Un buon kit di base Ecco quali rimedi pronti all’uso potrebbe contenere il nostro kit da viaggio in risposta ai sintomi che più comunemente potrebbero insorgere. • La febbre è un sintomo che si può presentare per una serie di cause differenti e può essere sia ricorrente e perdurante sia occasionale, soprattutto nei bambini: un antipiretico (solitamente

il Paracetamolo) è decisamente indispensabile, anche considerando le sue proprietà antidolorifiche, efficaci anche in caso di otiti o tonsilliti. • Un banale mal di testa o un mal di denti può guastare una giornata di vacanza: un antinevralgico/ antinfiammatorio di uso comune è opportuno, scegliendo se possibile formulazioni di facile assunzione, che non richiedano particolati accorgimenti, come per esempio un bicchiere con dell’acqua oppure avere lo stomaco pieno. • Graffi, sbucciature? Un kit di pronto soccorso per piccole ferite costituito da cerotti, garze, un disinfettante a largo spettro, acqua ossigenata, una-due bende potrebbe essere molto utile. • Disagi di varia natura potrebbero affliggere il nostro apparato gastrointestinale: bruciore di stomaco occasionale, una cena poco digeribile, troppa acqua fredda, qualche cibo particolare, uno squilibrio nella regolarità intestinale di ogni giorno sono evenienze piuttosto comuni; potrebbe essere bene dotarsi di un antiacido (meglio se indicato anche per sintomi da reflusso gastroesofageo), di quello che si definisce “pro cinetico”, ovvero un farmaco che possa aiutare il processo digestivo combattendo l’eventuale nausea da indigestione; è inoltre decisamente opportuno dotarsi di fermenti lattici per rinforzare la flora batterica intestinale e di un rimedio di rapida assunzione in caso di dissenteria. La gamma di possibili rimedi utili di cui dotarsi potrebbe essere molto più ampia: sta a ciascuno la scelta di come estendere questa piccola dotazione minima. Molte zone di villeggiatura sono ben organizzate da un punto di vista medico, sia per le visite che per l’acquisto di farmaci; anche questo orienterà la dotazione di rimedi che costituiranno il personale kit da viaggio di ogni famiglia che si prepara per le vacanze. Dott. Michele Visini


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Proteggersi dal sole Caratteristiche e funzione dei filtri solari per la pelle

8 regole per proteggere la pelle ➊ Non esporsi negli orari “di punta”: ovvero dalle 11.00 alle 16.00 (la vitamina D si produce anche alle 8 del mattino)

➋ Utilizzare antiossidanti anche durante i mesi invernali, soprattutto Vitamina C, sia sulla pelle che come integratore orale.

➌ Applicare la protezione solare mezz’ora prima di esporsi, se contiene filtro chimico; il filtro fisico è attivo immediatamente.

➍ Riapplicare ogni ora; ogni mezz’ora se ci si trova in zone tropicali. ➎ Prestare particolare attenzione a zone maggiormente esposte e spesso tralasciate quali padiglioni auricolari e dita dei piedi.

➏ Cappello indispensabile per persone calve. ➐ I tessuti (ombrelloni) non filtrano i raggi solari, dunque, anche se state sotto l’ombrellone in orari di punta, il vostro collagene si distrugge velocemente.

➑ La quantità di prodotto solare ideale: considerare un cucchiaino da caffè per ogni parte del corpo esposta. Infine il buon senso è sempre la migliore protezione

Quando si acquista una crema con protezione solare, la prima, anzi l’unica cosa che le persone sono abituate a considerare è l’SPF, ovvero il fattore di protezione solare, con la convinzione che “più alto è più posso stare al sole senza scottarmi abbronzandomi in tutta tranquillità”. Purtroppo questa indicazione non è sufficiente per essere sicuri di acquistare un filtro efficace. Erroneamente questo parametro viene tradotto dal consumatore con il seguente ragionamento: SPF=10 significa che solo un decimo degli UVB raggiunge la pelle, il tempo che si può restare al sole prima di scottarsi è quindi 10 volte più lungo di quello che si impieghe-

rebbe senza applicare alcuna protezione. In realtà non basta questo a evitare danni alla nostra pelle, ma ci sono altri fattori ben più importanti da tenere in considerazione, come per esempio quanto il prodotto rimane inalterato sulla cute, la quantità che applichiamo, la frequenza dell’applicazione e il tipo di filtro.

Filtri fisici e filtri chimici I filtri solari possono essere di due tipi: filtri fisici e filtri chimici. Le protezioni fisiche o barriere sono polveri bianche micronizzate che riflettono le radiazioni creando una vera e propria bar-

riera fisica. Immaginate di avere sulla pelle tanti piccoli specchi che riflettono i raggi solari rimandandoli indietro. Sono eccellenti in quanto riflettono non solo i raggi UV, ma tutte le radiazioni (anche infrarossi e altri tipi di onde). È vero che le protezioni solari ottenibili con questi sistemi non riescono a raggiungere valori di SPF superiori al 15, ma una protezione solare SPF 15 riesce a ridurre di circa il 93% la penetrazione dei raggi nella cute. Sono quindi ottimi da utilizzare anche tutti i giorni. Le consiglio sempre per le pelli chiare anche durante l’inverno, infatti oggi ci sono formulazioni in polvere molto gradevoli e luminose che possono addirittura sostituire il

fondotinta. I filtri chimici invece non riflettono, ma modificano le onde che penetrano nella cute trasformandole in altre forme di onda, per esempio termica. Molto noti sono l’avobenzone e i benzofenoni. Questi prodotti non evitano la penetrazione del raggio, né il danno profondo nel derma cutaneo. Sono i più indi-

cati per evitare eritemi e photoaging o per soggetti con grandi problemi di pigmentazione della pelle, mentre in generale le pelli molto sensibili e i bambini dovrebbero utilizzare solo filtri fisici. Silvia Caffi, Estetista e Osteopata

Silvia Caffi Estetista e Osteopata presso il Centro di Ringiovanimento Naturale di Pisogne (BS) www.ringiovanimentonaturaleveloce.com info@rinavel.it - Tel. 0364 86737

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Alimentazione e salute

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La rubrica è promossa da Punto Ristorazione srl

Consigli nutrizionali per un’estate in salute Una dieta varia ed equilibrata, acqua e… sole L’estate è per molti la stagione più attesa: arrivano giornate soleggiate che ci invitano a stare all’aria aperta e a muoverci di più. Ma cosa cambia dal punto di vista nutrizionale? Potremmo affermare che la salute non ha stagione, mentre ogni stagione ha il suo cibo e la propria dieta equilibrata, cioè in grado di garantire tutti i principi nutritivi che l’organismo deve assumere nella giusta quantità e qualità. C’è chi con l’arrivo dell’estate si ritrova a “fare i conti” con qualche chilo di troppo e, per correre ai ripari all’ultimo minuto, si affida a qualche dieta miracolosa, squilibrata o “fai da te” quasi sempre inefficace. Si consiglia invece di seguire diete bilanciate che ci aiutino veramente a perdere peso, in modo adeguato, graduale e senza compromettere la nostra salute. Inoltre è bene ricordare che trovare e mantenere la propria forma fisica è sinonimo di salute: ecco perché dovremmo curarcene non solo in estate. In ogni caso, ecco qui qualche suggerimento prezioso per ritrovare la propria linea e un regime alimentare quotidiano corretto.

Anche i carboidrati aiutano La linea si conquista anche con i carboidrati! Uno dei falsi miti più diffusi infatti è la convinzione che i carboidrati facciano in-

“Trovare e mantenere la propria forma fisica è sinonimo di salute: ecco perché dovremmo curarcene non solo in estate”

grassare. In realtà, quando non li introduciamo nell’organismo, questo li recupera dal glicogeno (riserva di glucosio) epatico e muscolare a cui si lega molta acqua; da qui il riscontro che l’ago della bilancia stia scendendo. Il consiglio è quindi di non escluderli dalla dieta, scegliendo anche quelli integrali (preferibilmente da agricoltura biologica), perché più completi dal punto di vista nutrizionale, dal maggior effetto saziante e dal minore impatto sulla glice-

mia. Attenzione invece a non esagerare con i condimenti, spesso vera causa dell’aumento del peso e di un processo digestivo più lungo.

Tavole colorate Usa ogni giorno frutta e verdure fresche dei 5 colori: verde, bianco, rosso, giallo-arancione e blu-viola. Ogni tinta corrisponde a sostanze specifiche ad azione protettiva, per cui solo variando potremo giovare dei vari benefici e coprire tutti i fabbisogni dell’organismo. In ogni stagione, ma soprattutto in estate, fai attenzione alle modalità di preparazione dei vegetali: utilizzali preferibilmente crudi o cuocili a vapore per non disperdere le vitamine e i minerali. Inoltre, in estate, non dite addio ai legumi, frutta secca e semi oleosi che possono arricchire le vostre insalate fresche oppure essere abbinati ai primi 2-3 volte la settimana.

Acqua prima alleata dell’estate L’acqua oltre a non fornire calorie, svolge numerosissime

funzioni all’interno del nostro organismo. Trasporta l’ossigeno e i nutrienti alle cellule e aiuta il corpo ad assorbirli, a trasformare il cibo in energia, costituisce il 75% della massa muscolare e il 22% dello scheletro, aiuta la respirazione e regola la temperatura corporea. Ecco perché nelle giornate calde e afose l’equilibrio idrico è fondamentale: è importante assumere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, anche per reintegrare i sali minerali persi con la sudorazione.

Almeno 10 mila passi al giorno L’importante è muoversi e camminare è forse il modo alla portata di tutti per fare un po’ di esercizio e consentire di man-

tenere in salute cuore e arterie. Serve fare almeno 10 mila passi al giorno che equivalgono a circa due ore di camminata, anche non continuativa.

Il pieno di vitamina D Il sole è il re dell’estate e una fonte impareggiabile di vitamina D. Secondo quanto suggerito dal Ministero della Salute, per una normale produzione di vitamina D è sufficiente stare all’aperto un’ora al giorno con mani, braccia o viso scoperti, mentre per gli anziani che escono poco e sono sempre molto coperti, possono essere indicati supplementi di questa vitamina. Non resta che augurarci una buona e… sana estate!

Rossana Madaschi Ec. Dietista Punto Ristorazione e Docente di Scienza dell’Alimentazione Cell. +39 347 0332740 - info@nutrirsidisalute.it www.nutrirsidisalute.it


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Lampone

Melanzana

Un concentrato di freschezza dalle molteplici proprietà

La verdura da cuocere Buona per intestino e fegato

In estate non c’è nulla di meglio di tanta frutta fresca e dissetante. Tra i prodotti di stagione annoveriamo il lampone, un frutto “multidrupa”, ovvero composto da tanti piccoli fruttini carnosi, che danno al lampone quell’aspetto di frutto “grumoso”. I lamponi possono essere consumati da tutti, anche dai soggetti diabetici perché contengono pochi zuccheri; inoltre sono una buona fonte di antiossidanti, in grado di contrastare i radicali liberi, e di vitamina C, dal potere disinfiammante. I lamponi sono ottimi d’estate nella preparazione di macedonie saporite e ricche di principi che contrastano l’ossidazione dovuta a stress da caldo e all’esposizione al sole. L’unica pecca è che si tratta di un frutto che spesso proviene dall’e-

stero ed è dunque qualitativamente peggiore. Meglio quindi consumare solo i lamponi coltivati il più vicino possibile alla zona di consumo perché se li mangiamo per le loro proprietà antiossidanti, dobbiamo ricordare che più si allunga il tempo che separa la raccolta dal consumo, meno avremo ricchezza di vitamine. Dunque l’inscatolamento e il trasporto su lunghe distanze non aiutano. I lamponi sono persino utili per drenare i liquidi corporei e l’infuso delle foglie della pianta contrasta la diarrea. Il lampone, insieme con fragola di bosco, mirtillo, mora, amarena e ribes, forma il gruppo dei frutti di bosco, una categoria di frutta che trae vantaggio dal clima umido del sottobosco.

Estate: tempo di melanzane. “Melanzana” è il nome della pianta, di cui noi consumiamo il frutto, o più propriamente, la grande bacca, dall’aspetto rotondo o allungato, che matura sotto il sole cocente d’estate. Per questo il periodo di raccolta coincide con i mesi di luglio-agosto. Della melanzana esiste anche una varietà rossa che, per via del colore intenso e della forma arrotondata, potrebbe essere scambiata per un pomodoro da un occhio poco esperto. Questo ortaggio è ricco di potassio, sostanza che il nostro organismo necessita di introdurre soprattutto in estate, e di fibra vegetale, ideale per la regolarizzazione dell’intestino. La melanzana va bene per tutte le diete, ma attenzione: essendo ricca di istamina – un mediatore chimico

dell’infiammazione – è sconsigliata per chi soffre di intolleranze e problemi renali. Contiene inoltre solanina, una molecola tossica che conferisce alla melanzana cruda un sapore molto amaro. Pensate che il nome “melanzana” veniva anticamente interpretato come “mela (cioè frutto) non sana”, dato che la verdura non è commestibile se cruda. Nulla da temere, però, la solanina è inattivata dalla cottura, per cui le melanzane vanno consumate cotte. La melanzana può contribuire a riequilibrare i sali minerali, combattere la stipsi e depurare il fegato. Purtroppo la cottura, se da una parte fa bene perché annulla la tossicità della solanina, dall’altra inattiva gli antiossidanti.

La

A RICETT

Frullato rosso Preparazione Tagliare l’anguria a pezzetti, eliminare i semi e lasciarla congelare in freezer dopo averla riposta su un vassoio. Lavare accuratamente lamponi e ciliegie, opportunamente denocciolate, e mettere la frutta, compresa l’anguria congelata, nel mixer. Frullare a massima potenza per due minuti in modo da ottenere un frullato di pura frutta fresca. Servire con foglioline di menta. Se il composto non fosse abbastanza dolce, aggiungere un cucchiaio di sciroppo di zucchero.

Frutta di stagione

Luglio/Agosto

Ingredienti (PER 2 PERSONE) • 300 g di anguria • 10 ciliegie • 10 lamponi • Foglie di menta per la decorazione

Pesche, albicocche, frutti di bosco, fichi, anguria, melone

La

Purè di melanzane alla menta

A

RICETT

Preparazione Lavare le melanzane e cuocerle intere in forno per 40/50 minuti. Una volta intiepidite, sbucciarle e schiacciarle con una forchetta. Unire lo yogurt, la menta tritata, il succo di mezzo limone, olio, sale e peperoncino. Lasciare riposare al fresco e poi servire.

Ingredienti • 600 g di melanzane • 200 g di yogurt • 4 ciuffi di menta • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva • 1 limone • Sale e peperoncino

Verdura di stagione

Luglio/Agosto

Spinaci, coste, zucchine, piselli, cipollotti, fagiolini, pomodori


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Appuntamenti dal territorio

Calendario Luglio/Agosto 2017 BERGAMO ■■■ SPORT Ogni martedì Yoga nel parco Bergamo 18.30-19.45 > Parco Caprotti Yoga in gruppo nel Parco Caprotti di Bergamo www.associazioneyantrabergamo.it ■■■ SPORT Ogni mercoledì di luglio e agosto Camminando per sentieri nei dintorni di Selvino Aviatico (BG) 8.30 > Palazzetto dello Sport di Selvino Passeggiate mattutine organizzate dall’associazione diurna anziani Primavera Tel. +39 347 1526340 ■■■ VISITA Ogni venerdi di luglio e agosto Alla scoperta della San Pellegrino San Pellegrino Terme 10.00-12.00 > Stabilimento di Ruspino Visite gratuite e guidate all’interno dello stabilimento; prenotazione consigliata www.sanpellegrinoterme.gov.it ■■■ SPORT Ogni sabato Parco Avventura in Città Alta Città Alta (BG) Porta san Giacomo Possibilità di scendere con la teleferica sulle mura di Città Alta www.parcoavventurabergamo.it ■■■ MERCATO Primo e terzo sabato del mese Mercatino agricolo e consulenza botanica Bergamo 9.00 > Ex convento di Valmarina Mercatino a km zero e consulenza su alberi e cespugli www.parcocollibergamo.it ■■■ VISITA GUIDATA Ogni ultima domenica del mese #maididomenica Città Alta (BG) 10.00-12.00 > Palazzo Nuovo, Piazza Vecchia Apertura straordinaria durante la quale verranno illustrati la storia, le opere d’arte e le ornamentazioni della Biblioteca civica Angelo Mai. www.bibliotecamai.org ■■■ CENA Fino al 9 luglio Festa degli Alpini Sorisole (BG) Petosino 30esima festa degli Alpini // ■■■ CENA 7-21 luglio Cena Porta un amico Bergamo Un Punto Macrobiotico, via Quarenghi 36 Porta un amico ad assaggiare la cucina macrobiotica. Prezzo speciale per la serata Tel. 035 321377 ■■■ SPORT 9 luglio Marcia Donatori Aido Caprino Bergamasco (BG) 7.30 > Campo sportivo, via dei Giardini

Camminata non competitiva a passo libero www.aidocaprino.it ■■■ VISITA GUIDATA 9/23 luglio, 6/20 agosto Apertura delle Grotte delle Meraviglie Zogno (BG) 14.30-17.00 > Via Grotte delle Meraviglie Visita delle Grotte delle Meraviglie

14-28 luglio Cena Porta un amico Bergamo Un Punto Macrobiotico, Borgo Santa Caterina 66/a Apertura serale del negozio nell’ambito dei Venerdì del Borgo Tel. 035 270549 ■■■ CONVEGNO 15 luglio

Guarda

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CINEMA ESTERNO NOTTE 18 GIUGNO 3 SETTEMBRE Presso la Biblioteca Caversazzi di Bergamo 80 proiezioni all’aperto a cura di Lab80

www.lab80.it www.grottedellemeraviglie.com ■■■ INCONTRO 14 luglio Mangiare meno, mangiare meglio, mangiare insieme Bergamo 18.00-20.00 > Cascina Mulino Astino Incontro di taglio sociologico del ciclo “Dialoghi di Astino 2017” astinoestate.com ■■■ CONVEGNO 14 luglio Cinture verdi aree protette e valorizzazione dei paesaggi di frangia urbani Bergamo 9.00-17.00 > ex Monastero di Valmarina Un convegno in due sessioni per presentare alcune esperienze significative di valorizzazione dei paesaggi urbani, tra scenari ed esperienze marghertita.cisani@unibg.it ■■■ DIDATTICA 14/21/28 luglio, 11/18/25 agosto Giardiniamo? Selvino (BG) 16.00-17.30 > Biblioteca, via Cardellino Corso di giardinaggio www.altopianoselvinoaviatico.it ■■■ CENA

La cintura verde di Bergamo: nuovi scenari di fattibilità Bergamo 9.00-12.00 > ex Monastero di Valmarina Un convegno che pone l’attenzione su alcune iniziative connesse alla realizzazione della cintura verde della città di Bergamo marghertita.cisani@unibg.it ■■■ DIDATTICA 15 luglio Una notte al museo Bergamo 20.30-8.30 > GAMeC, via San Tomaso Evento dedicato a bambini tra i 7 e i 12 anni www.gamec.it

illuminare i tesori nascosti del borgo lombardo www.promoearte.it

accompagneranno per questa 17a estate lungo l’Oglio www.odissea.piccoloparallelo.net

■■■ EVENTO 13 agosto Minimarcia Selvino (BG) 9.00 > Piazza del Comune 37esima edizione della camminata per bambini e divertimento per tutta la giornata www.minimarcia.it

■■■ MERCATO 2/8/15/16 luglio, 5/6/12/20 agosto Un tuffo nel passato Paratico (BS) Via Marconi Il mercatino dell’antiquariato e dell’hobbistica naturalmenteparatico@gmail.com

■■■ VISITA GUIDATA 15 agosto Apertura delle Grotte delle Meraviglie in notturna Zogno (BG) 20.00-22.00 > Via Grotte delle Meraviglie Visita in notturna delle Grotte delle Meraviglie www.grottedellemeraviglie.com ■■■ EVENTO 20 agosto Apertura delle cascate del Serio Valbondione (BG) 11.00-11.30 > Luoghi vari Un’occasione epr fare una scampagnata nella Valle Seriana www.turismovalbondione.it ■■■ PROGETTO SALUTE Entro 31 agosto Chef si diventa in TV Bergamo Invia le tue ricette entro questa data e potrai partecipare alla trasmissione di Bergamo TV info@nutrirsidisalute.it

Brescia

■■■ EVENTO 15 luglio Apertura delle cascate del Serio in notturna Valbondione (BG) 22.00-22.30 > Luoghi vari Un’occasione per fare una scampagnata nella Valle Seriana www.turismovalbondione.it

■■■ VISITA GUIDATA Luglio > Agosto Visite guidate all’Isola del Garda San Felice del Benaco (BS) Isola del Garda La famiglia Borghese Cavazza apre le porte dell’elegante villa dei primi del ‘900 www.isoladelgarda.com

■■■ EVENTO 16/22 luglio, 4/12 agosto Insieme sotto le stelle Selvino (BG) Ganda di Aviatico Aperture dell’osservatorio astronomico www.astrobg.it

■■■ MERCATO Ogni lunedì mattina Meglio BIO Brescia 9.00 > Cascina Maggia Mercato di prodotti biologici del territorio bresciano Fb: MeglioBio

■■■ DIDATTICA 22 luglio Canna d’organo Bergamo 10.00-12.30 > Cascina Mulino Astino Costruzione di uno strumento musicale in legno (dai 7 anni) astinoestate.com

■■■ EVENTO Tutti i mercoledi d’estate Notti bianche a Desenzano Desenzano del Garda (BS) 19.00 > Luoghi vari Musica, shopping, mercatini e intrattenimento nelle vie del centro //

■■■ DIDATTICA 29 luglio Burattini nel bosco Bergamo 10.00-12.30 > Cascina Mulino Astino Costruzione di un burattino in paglia (dai 5 anni) astinoestate.com

■■■ MOSTRA Fino al 23 luglio Acqua Iseo (BS) Fondazione l’Arsenale Mostra di arte contemporanea www.arsenaleiseo.it

■■■ EVENTO 29 luglio La notte delle candele Martinengo (BG) 18.00-2.00 > Luoghi vari Installazioni a lume di candela per

■■■ EVENTO Fino al 23 luglio Odissea: festival della valle dell’Oglio Provincia di Brescia Luoghi vari Poesia, canto, musica e racconti in un mix spettacoli e concerti ci

■■■ EVENTO 9 luglio 12 capolavori per 12 mesi Calvisano (BS) Via Villa Glori L’opera del mese sono le croci funerarie d’oro longobarde bresciamusei.com ■■■ MERCATO 9 luglio Il mercato di Campagna Amica Brescia Piazza della Vittoria Degustazioni e vendita di prodotti agroalimentari tipici bresciani a km 0 www.campagnamica.it ■■■ CONCERTO 16/23/30 luglio ScalaDub Brescia 19.00 > Sottoscala, via di Porta Pile Evento dedicato alle produzioni e alla scoperta del vinile cockroachintproduction.com ■■■ MERCATO 16 luglio, 20 agosto Il baratto del libro Brescia 9.00-12.00 > Parco dell’Acqua, Largo Torrelunga Scambio di libri usati www.barattolibro.it ■■■ EVENTO 23/28 luglio, 5-18 agosto Festival estate musicale del Garda Salò (BS) 21.30 > Piazza Duomo Festival estate musicale del Garda www.comune.salo.bs.it ■■■ EVENTO 15 agosto Ferragosto a Iseo Iseo (BS) 21.00 > Piazza Garibaldi Tradizionale concerto della banda cittadina di Iseo e spettacolo pirotecnico sul lago www.iseolake.info ■■■ CORSO 21-25 agosto Vacanza a cavallo Puegnano del Garda (BS) 8.30-12.30 > La Basia, Società Agricola Corso di equitazione per bambini dai 4 ai 6 anni www.labasia.it ■■■ SPORT 26-27 agosto Urban sport Brescia Centro storico Le belle piazze di Brescia faranno da scenario alle esibizioni sportive più spettacolari. urbansportbrescia.it ■■■ FIERA 27-28 agosto Rassegna regionale del vino Groppello Puegnano del Garda (BS)


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Centro storico Evento ricco di degustazione per assaporare le specialità e le eccellenze del territorio www.puegnagofiera.com

Musica, cibo e teatro L’estate di Palco Giovani

altre provincie ■■■ EVENTO Giugno > Settembre Il lago cromatico Lago Maggiore Luoghi vari Evento musicale che permetterà di conoscere e apprezzare le bellezze del lago www.illagocromatico.com ■■■ SPORT 5/9/17/20 luglio Cammina Foreste Lombardia 2017 Lombardia Luoghi vari Camminate sostenibili nelle province di Bergamo, Sondrio e Como www.camminaforestelombardia.it ■■■ SPORT 16 luglio 1° trofeo Colline Moreniche Mantovane Mantova 8.00-19.00 > Volta Mantovana Piazza Cantanara Regolarità turistica auto storiche e moderne www.ufficialidigaravirgilio.org ■■■ EVENTO 21-23 luglio Street Fud Festival Lurago d’Erba (CO) Via Giuseppe Mazzini Truck con cibo, birra, musica e divertimento FB: streetFUDfestival ■■■ SPORT 22-23 luglio Trekking di due giorni ai laghi del Bitto Casargo (LC) 8.30 > Alpe di Paglio Escursione accompagnata dalle Guide Alpine del Lario e delle Grigne www.montagnelagodicomo.it ■■■ APERITIVO 23 luglio Aperitivo campagnolo Sirone (LC)

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Numero 64 - Luglio/Agosto 2017

Proporre occasioni di ritrovo e di socializzazione per le comunità di quartiere: con questo intento prosegue il calendario di iniziative dell’Associazione bresciana Palco Giovani. Dalle cene di quartiere agli spettacoli in dialetto bresciano. Per informazioni: info@palcogiovani.it

Mercato della Terra 15 luglio 19:30 -23:00 Mercato della Terra Borgo San Giacomo (BS) Sabato sera Castello di Padernello via Cavour, 1 www.castellodipadernello.it

19.00 > Piazza Risorgimento Aperitivo organizzato da Rock Cafè comune.sirone.lc.it ■■■ SPORT 6 agosto No draft Triathlon Bellagio (CO) 9.30-12.30 > S. Giovanni Olimpico Bellagio Ghisallo Triathlon no Limit www.spartacusevents.com ■■■ SAGRA 18-20 agosto 4a sagra dei territori Barzio (LC) Località Fornaci Festival dei microbirrifici e dei prodotti alimentari tipici www.sagradeiterritori.it ■■■ SPORT 27 agosto Trekking anello dei Campelli Moggio (LC) 8.30 > SP64 Escursione accompagnata dalle Guide Alpine del Lario e delle Grigne www.montagnelagodicomo.it

Cene in programma (prenotazione obbligatoria, ore 19-20.45, al costo di 7€) DOMENICA 16 LUGLIO E SABATO 5 AGOSTO In collaborazione con il Centro Ricreativo Anziani di San Polo, ai giardini di via Tiziano 246; a seguire concerto con la Banda di Sulzano e il Complesso Bandistico Avis di Esine in Cascina Riscatto Prenotazioni: 030 2311303 - 030 6184940 - 334 1124372 - 333 1205021 - 030 2305775 SABATO 22 LUGLIO Con il Cdq Primo Maggio nel piazzale adiacente al Centro Diurno Anziani via Rose di Sotto; a seguire concerto con la Music Band di Cellatica Prenotazioni: 030 2808394 SABATO 26 AGOSTO Con il Cdq di Chiesanuova nel parco di Via Livorno; concerto bandistico con L’Associazione Filarmonica “Tranquillo Pietta” di Passirano e a seguire dj Rosola Giancarlo. Prenotazioni: Studio Ottico Gitti Alessandro - Via L’Aquila 15, Chiesanuova (BS) Associazione Vivere Insieme - Via Livorno 7, Chiesanuova (BS) Bar Oratorio Chiesanuova - Via Fura, Chiesanuova (BS)

Us da le as d’Istat (ingresso gratuito) Prosegue la rassegna teatrale in dialetto bresciano Us da le as: DOMENICA 16 LUGLIO, ORE 21 La Compagnia “I Roncaì de S.Vigilio” di Concesio presenta “Desquarcia i altarì che ridom!” di Inia Belleri, regia di Inia Belleri DOMENICA 23 LUGLIO, ORE 21 La Compagnia “Chèi del co de ché e chèi del co de là” di Sant’ Eufemia presenta “L’ocaziù fa l’om embrujù” di Eduardo Scarpetta DOMENICA 30 LUGLIO, ORE 21 Proiezione del film “El pret nöf, miracolo finale”, regista Ettore Bonetti I primi due appuntamenti si terranno nell’arena dell’Oratorio P. Frassati (via Indipendenza 35, S. Eufemia – Bs) mentre il terzo presso cascina Bettariga (Via Vernazze 3, S. Eufemia - Bs).


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I Punti di distribuzione di infoSOStenibile Ecco le attività che ogni mese vi offrono l´informazione green Una rete di oltre 600 punti per promuovere nuovi stili di vita e d´impresa Esterno notte

Bimbo chiama Bimbo onlus

Urban Bike Courier

Bergamo

Brescia

COMO

Presso la Biblioteca Caversazzi di Bergamo, grazie a Lab80, dal 1983 prende vita la sala cinematografica all’aperto che accompagna le serate estive dei bergamaschi con cinema d’autore dei grandi classici e con i migliori film della stagione appena conclusa.

Bimbo chiama Bimbo è un’associazione che nasce nel 1998 per sostenere le famiglie con minori a carico che vivono situazioni di disagio e fragilità. L’impegno sempre nuovo è quello di riuscire a promuovere una sensibilità collettiva nei confronti delle problematiche connesse all’infanzia.

Urban Bike Courier propone servizi innovativi di mobilità urbana integrati alla consegna di pacchi e documenti per il centro cittadino, mediante l’utilizzo di tricicli da lavoro e l’impiego professionale di lavoratori “svantaggiati”. Fra questi, promuove la diffusione di infoSOStenibile.

Bergamo - Via Torquato Tasso, 4 q +39 035 342239 E info@lab80.it e www.lab80.it

Brescia - Via Fontane, 27/h q +39 030-2093006 E info@bimbochiamabimbo.it e www.bimbochiamabimbo.it

Como - Via Santo Garovaglio, 61 q +39 320 2650706 E info@urbanbikecourier.org e Fb: Urban Bike Courier

Urban Center Brescia

Comune di Mornico al Serio

RBC - Rete bibliotecaria cremonese

brescia

BERGAMO > Mornico al Serio

cremona E PROVINCIA

Inaugurato nel 2014, è un luogo dedicato ad attività di ricerca, progettazione partecipata e comunicazione sui temi della città e dei suoi processi di trasformazione, sull’urbanistica e l’architettura, sulla qualità urbana, sulla società e sull’ambiente.

Mornico al Serio è un comune della provincia di Bergamo con origini risalenti all’epoca romana, come testimoniano alcune sepolture rinvenute lungo la via Francesca. Presso gli uffici comunali è possibile ritirare una copia del mensile infoSOSostenibile.

ll sistema bibliotecario della provincia di Cremona è in rete con le biblioteche comunali bresciane. La presenza di un unico catalogo per 250 biblioteche ha prodotto come conseguenza immediata la facilità di reperimento e circolazione dei vari documenti.

Brescia - Palazzo Martinengo Colleoni, Via Moretto 78 q +39 030 297 8771 E urbancenter@comune.brescia.it e www.comune.brescia.it

Mornico al Serio - Piazza S. Andrea, 2 q +39 035 844030 E info@comune.mornicoalserio.bg.it e www.comune.mornicoalserio.bg.it

Cremona - Via Ugolani Dati, 4 q +39 037 2407754 e www.comune.cremona.it

Dove trovare il nostro giornale? L´elenco completo su www.infosostenibile.it

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Recapiti Redazione: Via Broseta, 121 24128 Bergamo (zona Loreto) Tel. +39 035 258559 Fax +39 035 209040 redazione@infosostenibile.it

Mozzo - Via Fausto Radici, 1 q +39 035 610259 E info@sportindoor.it e www.sportindoor.it




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