Il bravo prof

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IL BRAVO PROF

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Idee per la scuola Nel network LSCF un gruppo di insegnanti hanno discusso ed indicato, deducendole dalle loro pratiche, alcune delle qualità del bravo prof. La presente sintesi rende conto della sperimentazione di alcuni percorsi formativi che utilizzano anche i nuovi strumenti didattici e, senza presumere di esaurire argomenti di per sé assai corposi, definisce alcune linee di base per valorizzare ciò che si è sperimentato e per costruire qualcosa di nuovo. Da qui, ad esempio, il porre il sapere teorico e pratico in una dimensione aperta alla discussione più che alla prescrizione o l’esser consapevoli che il bravo prof sa che educare non è informare o istruire, ma affiancare gli allievi nel breve tempo della scuola, affinché proseguano anche in seguito nel cammino verso la conoscenza.

Una iniziativa de “La scuola che funziona”


Il bravo prof

LA DISCUSSIONE

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IL POST DI APERTURA

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IL TEMA

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I TEMI EMERSI

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UNA RIFLESSIONE CONCLUSIVA

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LE IDEE DA CUI RIPARTIRE

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I LINK

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LA DISCUSSIONE La discussione “Il bravo prof” http://tinyurl.com/cjznbcn si è svolta nei forum Pratiche di innovazione http://tinyurl.com/cscmva3 tra il 9 Gennaio e il 24 marzo 2012. Gli interventi sono stati 231. Le visualizzazioni della discussione sono state 2034 La discussione è stata iniziata da un post di Gianni Marconato ed è proseguita con gli interventi di 13 docenti e dirigenti, di ogni ordine e grado di scuola, qui di seguito elencati: Lucia Bartolotti Tiziana Bonfili Maria Maddalena Ernan Danila Caprera Luigi Cenerelli Carla di Giuseppe Elena Favaron Carlo Infante Maria Rosaria Mazzella Maria Serena Peterlin Paolo M. Pumilia Roberta Reginato Carmela Tetta

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A cura di Maria Serena Peterlin

IL POST DI APERTURA Tanti discorsi sulla scuola ruotano attorno alla questione di chi sia il "bravo prof". Ognuno ha il suo criterio avendo una propria visione di cosa debba essere la scuola, di cosa significhi apprendere e, conseguentemente, di cosa significhi insegnare e insegnare bene. Ho affrontato la questione in un post del mio blog http://tinyurl.com/clknzcc dove ho preso spunto da una ricerca americana (rilanciata su Repubblica) in cui si identifica il bravo prof con quello i cui studenti prendono voti alti negli esami. Ho contestato questa visione ritenendo il compito di un insegnante assai più complesso che non portare gli studenti a voti alti. Il dibattito che è seguito in rete (anche in Facebook) a quel post ha portato una cara amica e insegnante attualmente non in servizio, Mariaserena Peterlin, a cercare di affrontare la complessa e vastissima questione, un morso alla volta, guardando ad alcune componenti del processo didattico. La questione che Mariaserena si è proposta di affrontare attraverso un ottimo post nel suo blog http://tinyurl.com/7zj8eyj riguarda il come fare ad interessare gli studenti ad una materia, ad amarla, a scoprire il piacere di imparare. Mariaserena propone di raccontare anche come un nostro insegnante ci ha appassionato a una disciplina, a un argomento, con quali tecniche, con quali metodi ... La nostra esordisce in questo modo: “Non seguono, si distraggono, stanno con la testa tra le nuvole, non si applicano.” “Se non attirate l’attenzione, non potete pretendere che i ragazzi vi stiano a sentire!” Così risponde un genitore al diluvio di contestazioni, non proprio inedite, di alcuni colleghi del consiglio di classe. “Beh, mica posso attirare l’attenzione mettendomi a ballare sulla cattedra”. Risponde ironica una giovane insegnante. Tutti sogghignano. “Mica dicevamo di lei!” Sbotta uno studente, “a lei la seguiamo. Quando lei spiega noi stiamo attenti.” In effetti, la giovane insegnante aveva probabilmente lanciato la provocazione anche per spezzare quella contesa un po’ triste, e tutto sommato forse inutile. Dopo aver raccontato come un suo prof la fece interessare a temi "ostici", Mariaserena conclude. È dunque importante che un insegnante sia popolare e apprezzato? Deve fare, anche lui, audience? Quale dev'essere il suo identikit per poterlo classificare bravo docente? E lancia una proposta: Proviamo: AAA: cercasi docente convincente, chiaro, affascinante, attraente, speculum iustitiae? Oppure esigente, severo, autoritario, formale? O ancora: alla mano, scherzoso, un po’ cazzeggiante ma bonario e indulgente? Oppure? Un artista, un artigiano, un genio, un faticatore, un indefesso cultore della sua materia, un tuttologo? Signori dell’alchimia, aiutateci a trovare la formula. Ma servirà poi a qualcosa? Insegnare non esiste senza l’imparare. Insegnare implica un rapporto: si riesce a costruirlo? E come si fa? Difficile farlo da soli. E allora? Ragazzi, forse dovete metterci qualcosa anche voi. Faccio mia questa proposta e la rilancio ai colleghi di questo network: come fate a motivare i vostri studenti a impegnarsi nell'apprendimento di temi "ostici"? Come li appassionate alla vostra materia?

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IL TEMA Il tema posto attraverso il post ruota attorno alla questione “chi sia il bravo docente”: i docenti che hanno partecipato alla discussione riflettono su esempi tratti dall’esperienza e sulla realtà scuola e cercano di definirne il profilo.

I TEMI EMERSI Campi della riflessione: •

il passato (breve riflessione sugli insegnanti che abbiamo amato e che ci hanno fatto amare lo studio)

il presente (situazione e complessità del lavoro del docente oggi)

il futuro (ipotesi di possibili linee guida per il cambiamento della scuola)

La discussione ha portato i partecipanti a riflettere sia sulle ragioni che li hanno indotti a scegliere di essere insegnanti, sia sulle motivazioni che, nonostante le difficoltà della professione, hanno confermato la loro scelta. Alcuni dei partecipanti hanno ricordato le più significative figure e gli esempi di “bravi prof” incontrati quando erano studenti. Le qualità di quegli insegnanti costituiscono tuttora un punto di riferimento. I bravi prof che ci hanno preceduto mostravano di: • saper motivare ossia accendere e mantenere negli allievi l’entusiasmo per l’apprendimento tenendo conto che l’azione didattica è rivolta al gruppo classe • saper ascoltare, saper osservare ed essere attenti ai tempi di ciascun allievo come individuo e come parte di un contesto •

saper illuminare le traiettorie possibili del sapere, ma rispettare eventuali scelte diverse degli allievi

Si è parlato anche dei prof non bravi: concludendo che s’impara molto dall’esperienza e dalla riflessione sulle pratiche, anche se non positive. I temi più rilevanti emersi dalla discussione hanno dunque riguardato: a) il saper suscitare l’interesse dello studente e motivarlo allo studio b) le problematiche dell’apprendimento c) la capacità di relazionarsi con il gruppo classe, il sapersi prendere cura, l’individualizzare processi formativi, la valutazione dei discenti d) la funzione dell’istituzione scolastica oggi e) il lavoro del docente e la collaborazione d’équipe tra colleghi dei consigli e dei collegi f) i rapporti con le famiglie g) la professionalità del docente a) saper suscitare l’interesse dello studente e motivarlo allo studio a.1) E’ prioritario porsi il problema di interessare gli studenti allo studio anche tenendo conto del cambiamento delle modalità di comunicazione e degli attuali modelli sociali a.2) Chiedersi come motivare gli studenti allo studio dei temi ostici

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a.3) Il comportamento d’insegnamento è la variabile determinante del processo di apprendimento anche perchè non si interagisce con singole persone ma con la classe e le sue dinamiche a.4) Motivare allo studio richiede anche comprendere le ragioni del disamore degli studenti, ragionare sui programmi scolastici, mettersi in discussione. b) le problematiche dell’apprendimento b.1) All’insegnamento non necessariamente corrisponde l’apprendimento: come affrontare la questione? Occorre che lo studente possa trovare, insieme ai suoi compagni, una ragione per cui deve imparare qualcosa o studiare una disciplina che non sente congeniale, ma non sempre il docente si pone questo problema. b.2) L’apprendimento è un processo biologico con tante variabili poche delle quali controllabili: il fatto che l'essere umano abbia una naturale propensione a imparare non significa che abbia una altrettanto naturale propensione ad andare a scuola c) la capacità di relazione, il sapersi prendere cura, la valutazione dei discenti c.1) Saper diversificare e individualizzare i processi formativi affinché ciascuno sia effettivamente padrone e cocostruttore di esso e del proprio futuro, coltivi e connetta i propri interessi in vista di obiettivi socio-culturali allargati, divenendo effettivamente una persona. c.2) Ogni insegnante ha la sua personalità e porta con sé le proprie individuali convinzioni alle quali spesso è assai affezionato. A ciascun alunno di ciascuna classe, invece, si chiede frequentemente di assomigliare a un unico modello, quello del "bravo alunno" la cui qualità si misura con i voti. In realtà ogni alunno ha invece propri interessi, tempi e modalità di apprendimento c.3) Avere a cuore il tempo della scuola "la vita è breve, la scuola ancor di più. Usiamo bene il tempo della scuola" (Jonassen citato da Gianni Marconato) c.4) Saper coniugare persona e professionalità: ripartire dall’essere persona, dalla dimensione etica, in senso laico, della professione d) la funzione dell’istituzione scolastica oggi d.1) È ancora la scuola il luogo elettivo dell’apprendimento? Se l’uomo fosse libero di scegliere il modo e il luogo dove imparare sceglierebbe ancora la scuola? d.2) La scuola deve aiutare a dare senso a un "contenuto", è questo che fa dell'insegnante un professionista che non si limita a citare contenuti e nozioni che possono essere tranquillamente essere consultati in un libro, sito o su Wikipedia. e) il lavoro del docente e l’importanza della collaborazione d’équipe e.1) Se l’insegnante ha come unici obiettivi quelli descritti sulle carte custodite in presidenza e sul registro di classe non può riuscire a farsi promotore di una proposta. e.2) A volte il docente si considera, sbagliando, unico addetto esperto al suo settore. e.3) Gli insegnanti che non riescono ancora a concepire adeguatamente la forza del lavoro di équipe e non possiedono una visione comune e condivisa non potranno sperimentare efficacemente. e.4) Nessuna cosa potrà essere sperimentata efficacemente se il gruppo non condivide obbiettivi e progetti.

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f) i rapporti con le famiglie f.1) Il bravo prof costruisce, con professionalità e coraggio, il rapporto con le famiglie e non convincere, ma per aprire una strada che consenta di definire ruoli e responsabilità. f.2) E' necessario ottenere la fiducia dei genitori affinché essi sappiano, ad esempio, quale metodo l’insegnante utilizza. f.3) E’ fondamentale che i genitori sappiano che l’insegnante conosce e sa rispondere ai i bisogni cognitivi e metacognitivi dei figli e possono prendere atto che le metodologie utilizzate possono e devono divergere, ad esempio, dalla classica lezione frontale. Ai genitori, vanno indicati infatti i limiti della lezione tradizionale che fornisce una soluzione economica di fronte ad altri formati didattici, senza dubbio più rispettosi della soggettività di chi apprende, ma più complessi da gestire. f.4) Le personali esperienze di apprendimento dei genitori (la lezione frontale, i compiti a casa, la verifica/valutazione) condizionano la stima verso il docente. I genitori ritengono infatti che l’apprendimento sia un processo lineare in cui ad azione segue reazione, a stimolo segue risposta. Lo stesso principio che viene applicato nei confronti delle attività pomeridiane dei ragazzi, quelle attività in cui, dopo un periodo più o meno lungo di allenamento, si partecipa a delle gare e si vince anche una coppa. Attualmente i genitori, inoltre, non riconoscono la vera funzione dell’insegnante. Spesso si sovrappongono, specialmente nel caso dei compiti pomeridiani, o ricorrono a lezioni private. Con i genitori si dovrebbe dialogare sulla figura del nuovo docente, del nuovo alunno ed anche dei nuovi genitori. g) la professionalità e lo status sociale del docente, il confronto con la realtà sociale g.1) La professionalità comprende anche formazione, competenza e chiarezza degli obbiettivi. Il bravo insegnante è, allora, quello che fa prendere ottimi voti, fa salire i grafici del rendimento e motiva al successo dentro e fuori dalla scuola? g.2) Oppure un bravo insegnante forma persone e bravi cittadini pensanti ed attivi? g.3) Se un insegnante ottiene il risultato di far migliorare economicamente e socialmente un giovane allora la scuola ha realizzato, come ascensore sociale, una parte del suo lavoro; la sua missione non è, tuttavia, solo quella. g.4) Lo status sociale ed economico del docente, in Italia, non è gratificante. Per quanto riguarda il bravo prof si ipotizza di spostare il discorso sull'etica e sull'estetica del lavoro. Quest’ultimo viene sempre più sottoposto a valutazioni di tipo estetico che tendono a stabilire la capacità del lavoro di generare un’esperienza piacevole. Dunque quello del docente, può essere considerato un lavoro privo di valore perché non è in grado di produrre quella gratificazione immediata che i genitori desiderano per sé ed i figli. La fatica dell’apprendere e i docenti stessi possono essere considerati un ostacolo al bisogno di sapere facile. g.5) il rapporto con gli alunni come gruppo e come singole persone.

UNA RIFLESSIONE CONCLUSIVA Chi è il bravo prof? Dopo l’ampia discussione svoltasi nel network La Scuola che Funziona, potremmo giungere a conclusioni ragionate, convincenti e condivise sulle sue qualità, ma probabilmente ci accorgeremmo presto che quelle conclusioni, su cui si era convenuti convergendo insieme verso un profilo sono, e non possono essere, che provvisorie. Tutti saremmo in grado, ad esempio, riconoscere che una figura di maestro cui riferirci potrebbe essere individuata agilmente anche nell’antica pratica didattica ispirata alla saggezza pedagogica di Socrate, ma dovremmo anche ammettere che, nel tempo presente, le fonti d’informazione, il modo in cui si comunica, si ascolta

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e si apprende nonché la relazione stessa tra adulti e giovani (su cui si fonda, almeno in parte, il processo educativo) sono, insieme a tante altre variabili, in continua evoluzione. Un’ipotesi più ragionevole e pragmatica è invece quella che non tende a fissare a un’immagine rigida, ma va alla ricerca della figura, o dell’identikit, del bravo insegnante mediante un’opera aperta, un work in progress in aggiornamento continuo. Vi sono certamente alcuni fondamenti irrinunciabili e finalità che la scuola e l’insegnante devono perseguire: gli studenti frequentano per apprendere, per essere educati, per ricevere insegnamenti; è dunque indispensabile che un docente, come qualsiasi altro professionista, abbia non solo una solida preparazione di base e si aggiorni continuamente ma abbia attitudine alla professione. Osserviamo quotidianamente, più di una perplessità negli insegnanti ad accettare quella che in passato veniva comunemente, e senza tema di contestazione, definita l’alta ed insostituibile missione dell’insegnare. La scuola ha, infatti, perso gran parte di quel prestigio che in passato le era, anche implicitamente, riconosciuto né mancano contrapposizioni, contestazioni quando non vere e proprie invasioni di campo. Per il bravo prof insegnare oggi può significare anche essere in dissenso verso l'ondata opinioni d’influenti neoesperti che dettano prescrizioni burocratico - amministrative, regole meritocratiche, o auspicano soluzioni di prospettiva aziendalistica. Molti insegnanti si chiedono se le legittime istanze, avanzate a più voci, di crescenti rigore e severità non possano, se malintese e male applicate, diventare conformismo e conservatorismo regredendo verso una scuola di classe e di selezione in base a schemi anacronistici o addirittura negativi se applicati indiscriminatamente all’istruzione e all’educazione dei giovani. Accade inoltre che ci si chieda se la scuola e gli insegnanti possano essere addirittura sostituiti da nuove e più tecnologiche modalità di apprendimento proposte per mezzo dei nuovi media. È, infatti, giustificato il dubbio che la potente accelerazione impressa dalle nuove tecnologie non vada necessariamente verso un miglioramento della qualità dell’apprendimento né verso un’evoluzione in positivo dei rapporti tra le persone e della qualità della vita sociale, ma si potrebbe tuttavia replicare che essa fornirebbe un approccio meno costoso, di pari opportunità, uniforme ed accessibile in qualunque momento a tutti e che i nostri ragazzi vivono in questa dimensione e ne sono intimamente connessi. Qual è dunque, oggi, il bravo prof? Come sempre è un esperto della sua materia, interessato alla trasmissione del suo sapere e che ha a cuore la crescita dei suoi allievi; ma oggi non considera più definitivi gli obbiettivi del suo lavoro e trasferisce il sapere teorico e quello derivante dalla sua attività in una dimensione diversa e mobile, aperta alla discussione più che alla prescrizione. Il bravo prof rispetta, come sempre ha fatto, i tempi di apprendimento ed ha una visione completa del lungo cammino di formazione che un alunno compie nella scuola, ma è ben consapevole di non essere l’unica fonte di sapere per i suoi allievo e che educare non è informare. Quello che sa coniugare etica e professione, persona e professionalità. Oggi l’insegnante deve fare i conti con coloro che credono di migliorare la scuola aumentando la quantità dell'apprendimento, ma non attribuiscono il giusto valore alla qualità dell'insegnamento. Per i bravi prof la professione è una ricchezza che si incrementa con la pratica e si riversa nell’esperienza formativa rivolta agli studenti. Un’équipe di docenti, un consiglio di classe perseguono, come noto, obbiettivi concordati e il bravo insegnante vi aggiunge il suo contributo individuale ed originale di pratica, di ricerca, di idee. Questa discussione può dunque chiudersi solo per dirigersi verso un’opera aperta. Non possiamo metter fine a questa riflessione senza accennare a un documento scritto da un ragazzo, che da grande vuol fare l’insegnante, ed è alunno di un prof partecipante al forum. Cedendo simbolicamente il testimone al giovanissimo aspirante docente riprendiamo, imparando, le sue parole. Egli scrive che apprezza l’opera dei suoi insegnanti, ma che vorrebbe, in futuro, inventare un metodo nuovo e completamente suo. Afferma che

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vorrebbe diventare un insegnante giusto e comprensivo, perché i ragazzi, egli scrive, “hanno bisogno di essere ascoltati ed aiutati quando sono in difficoltà.” Aggiunge “non farei prediche inutili”, ma “spiegherei le ragioni di un eventuale cattivo voto”. La parte più emozionante e forte del messaggio del giovane è forse quella in cui, con la bella ed energica efficacia dell’adolescente egli afferma: “Vorrei comunicare il rispetto per gli altri e valori come l’amicizia, quella vera. E vorrei anche che i miei alunni capissero che la scuola può aiutare a realizzare i sogni!” Potrebbe essere davvero questo il profilo di un bravo insegnante? Certo è fondamentale la realtà della vita classe, dei rapporti tra la classe e l’insegnante con le sue continue e vivaci interazioni; questo è un tema da tema da cui ripartire, calandolo nella pratica didattica, per le nostre riflessioni “professionali”.

LE IDEE DA CUI RIPARTIRE a) proposte per un cambiamento possibile della scuola per il futuro mediante: a.1) Progetto di un curricolo alleggerito, di cui rendere consapevoli anche studenti e genitori, sul quale tutti i docenti possano lavorare e attraverso cui veicolare idee; si pensa ad un curricolo sperimentabile e flessibile che richiederebbe di essere aggiornato continuamente. Per realizzarlo occorrono strumenti su cui poter tracciare almeno il percorso di questa flessibilità. Si potrebbe usare il "diario di bordo" anche se l'atto ufficiale rimane comunque il registro. a.2) Una rivoluzione dal basso: gli insegnanti si impegnano a formulare le proprie proposte su tutti i temi caldi della scuola; proposte forti, condivise, argomentate e che gli utenti possano condividere a.3) dare evidenza anche alle singole iniziative e, facendo rete, divulgarle per condividerle: costruire per il futuro dipende infatti anche dal singolo insegnante a.4) usare la rete, fare networking per sperimentare aggiornamento e formazione; promuovere il Manifesto degli insegnanti - http://tinyurl.com/cww3f7h attraverso azioni e proposte operative. b) valutazione del docente: un nodo su cui concentrarsi b.1) discutere sulla valutazione degli insegnanti (parecchio lavoro già fatto in alcune discussioni raccolte nell'omonima categoria di forum) b.2) raccogliere ed esaminare casi internazionali, studi, ricerche, sperimentazioni. b.3) elaborare una nostra proposta

I LINK L. Bartolotti: Diavolo di un Internet - http://tinyurl.com/cnvqher Andreas Formiconi, Piccolo commento in margine ad un articolo di Pier Luigi Celli: “Per i professori stage in azienda ogni cinque anni” - http://tinyurl.com/cbhp4wh M.Hughes: Analisi dell’insegnamento - http://tinyurl.com/crza9xa Claudio Magris: Elogio del saper punire - http://tinyurl.com/c88zfj6 G.Marconato : Internet rendi stupidi coloro che stupidi già sono : http://tinyurl.com/bum2qcf G.Marconato Il bravo prof http://tinyurl.com/clknzcc G.Marconato: Oltre la pedagogia del grembiulino http://tinyurl.com/blvm29m Pag. 7


A cura di Maria Serena Peterlin

M.S.Peterlin : Insegnante, un difficile mestiere : http://tinyurl.com/ctgel9h R.Reginato : La scuola che fa rete : http://tinyurl.com/c224rrc Carmela Tetta : La testa pensante – Piccola storia off topic http://tinyurl.com/c44povz Carmela Tetta : La testa pensante - Come l’equilibrista sul filo - http://tinyurl.com/6ugounl

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