Numero 8 - 30 novembre 2010

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La Scintilla NUMERO 8

- 30 novembre 2010

La Storia dovrebbe, oltre che motivo di studio senza preclusioni, essere il modo per conoscere quali errori siano stai comme ssi nel te mpo passato, ovviamente con il senno di poi e, conseguentemente, dare delle indicazioni simulando eventuali scenari che potrebbero verificarsi nel futuro. Oggi stiamo attraversando una delle molteplici crisi finanziarie che si sono succedute negli anni, anche se di forte consistenza, senza minimamente analizzare storicamente il modo con cui si uscì dalle varie situazioni. Già nel 1926 l’Italia conobbe una grande crisi causata dalla famosa operazione “quota novanta” della lira sulla sterlina che prima veniva scambiata a 150 lire; è quindi facile paragonare questa operazione con quella dell’incosciente Governo Prodi che valutò il neonato euro a 1936,27 lire e che, con la crescita della valuta europea sul dollaro ha, di fatto, creato una fortissima deflazione con conseguente blocco delle esportazioni e della stagnazione del mercato. Il Governo Mussolini cercò di correre ai ripari attraverso la costituzione dell’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) grazie all’intervento della Banca d’Italia che allora era “statale”, sotto il controllo del Ministero del Tesoro, mentre oggi è rigorosamente “privata” in quanto S.P.A. controllata da un’altrettanta privata Banca Centrale Europea (costituita appunto da un’insieme si banche private). Difficile quindi ipotizzare un suo intervento a beneficio del popolo e del lavoro, ecco perché bisogna restituire il controllo della Banca d’Italia all’esecutivo in carica ripristinando il “diritto di emissione monetaria” svincolandosi immediatamente dal giogo della Banca Centrale Europea. La grande crisi americana del 1929 invece iniziò a risolversi nel 1932 dopo che il Pubblico Ministero di New York, Ferdinad Pecora, si mise alla guida di una commissione, voluta da Franklin Roosevelt, con lo scopo di indagare sui responsabili che causarono la crisi portando alla luce una vasta serie di pratiche illecite da parte delle banche e dei loro affiliati, tanto che sul banco degli imputati portò il banchiere JP Morgan che ammise di non aver pagato le tasse per anni. Questi illeciti comprendevano una serie di conflitti di interesse come la sottoscrizione di titoli “modificati” per ripagare i pessimi prestiti delle banche e i famosi “fondi comuni operativi” per sostenere i prezzi delle azioni bancarie. Tra le sue celebri affermazioni << I cavilli legali e il più completo anonimato erano i più formidabili alleati dei

banchieri >> possiamo benissimo riportarle in forma attuale Ma grazie alle continue relazioni espresse da Pecora con massima chiarezza e comprensività davanti al Congresso, queste ispirarono Roosevelt nella stesura di molti disegni di legge atti a regolamentare il sistema bancario statunitense. Tra questa la Glass Steagall Act che stabiliva una netta separazione tra le banche commerciali e le banche d’affari, vietando alle banche ordinarie di acquistare e sopratutto vendere titoli speculativi; estese inoltre le competenze del Reconstruction Finance Corporation, l'ente statale di credito, quasi una specie di IRI italiana. La Glass Steagall Act fu abolita dall’amministrazione Clinton 1999 permettendo così alla banche commerciali di riprendere l’attività truffaldina degli investimenti mediante cartolarizzazioni (in Italia si ricordino Trevi 1, Trevi 2, Trevi 3) e attraverso strumenti come i CDO (Collateralized Debt Obligation) che sono pacchetti con un’obbligazione emessa dalla banca ma con all’interno diversi debiti in attesa di un investitore per coprirli, oppure attraverso gli ABS (Asset Backed Securities) che di fatto sono “obbligazioni garantite da attività” pronte per essere vendute a fondi privati per rientrare immediatamente dai capitali prestati. Infatti gli ABS sono sostanzialmente mutui immobiliari o crediti per l’acquisto di beni materiali connessi, molto spesso, alle carte di credito. Non occorre essere “stregoni” per capire come risolvere questa colossale crisi. In Italia basta guardare un po’ indietro, senza pregiudiziale nei confronti del “male assoluto”, ed agire di conseguenza. Intanto iniziamo a proporre una Commissione d’inchiesta, come quella di Ferdinand Pecora, un coraggioso italiano di origine siciliana, così magari anche i vari Di Pietro potranno capire che l’influenza finanziaria sulle scelte del Governo sono troppo forti, anche al di sopra del “popolo viola” e magari molti si potranno anche domandare perché all’ex amministratore di Unicreit è stata elargita una “buona uscita” di 40 Stampato i proprio milioni di euro. Guardiamo bene chi sta con il La Scintilla Periodico del “PNFF” popolo e chi con i suoi Direttore Politico: affamatori, pensiamo bene se Piero Puschiavo veramente il “Futuro” (con la posta elettronica va inviata a: annessi personaggi politici) sarà info@fiammafutura.net tel.339.4599717 di “Libertà” e non di ulteriore schiavitù.


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