Motivi

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Motivi

Voci d’Ischia e per Ischia. Sempre si è scritto dell'isola, dall’interno e dall’esterno, sia per narrare le impressioni, i sentimenti, le visioni che si presentano agli occhi dei visitatori in ogni istante delle loro escursioni e dei loro soggiorni, sia per rievocare (inopportunamente a volte) momenti importanti della storia di un’isola che ha le sue origini nei tempi dei miti, degli dei, delle leggende. Se ne ha occasione di leggere in proposito nel florilegio di pagine che, di numero in numero, riportiamo nella sezione “Ex libris”, come pure in quella Bibliografia isclana che Pietro Serra compilò e fu dato alle stampe nelle due edizioni del 1966 e 1980, a cura dell’Ente Autonomo per la Valorizzazione dell’isola d’Ischia (EVI). Quasi 300 pagine di autori ed opere, frutto di un intenso lavoro di ricerca in biblioteche ed archivi di ogni genere; non solo autori che hanno trattato specificamente dell’isola, ma anche quelli che ne hanno dato solo cenno , e di ciascuna opera si indica, dove possibile, l’ubicazione di almeno un esemplare. Ed oggi, a voler aggiornare questa bibliografia, quante pagine occorrerebbero ancora? Ovviamente si parla di pubblicazioni in cui domina il riferimento locale, il fatto corografico locale più che la materia, avvenimenti pertinenti luoghi e tempi circoscritti alla vita di un paese, di una regione, di persone che hanno caratterizzato contrade e spazi di terre ristrette. Storie che sono appunto dette “locali”. «È sempre suggestivo rileggere brani dei nostri padri: insegnano e dicono cose forti con semplicità, scrive Vittorio Amedeo Caravaglios, presidente dell’Unione della Stampa Turistica Italiana; ed aggiunge: Ecco Gaetano Nobile, proprio 100 anni or sono: “Se egli è dolce, ed anche salutare, di

sottrarsi qualche volta al contatto strepitoso (che direbbe oggi?) della società, è nella Valle di San Montano che è d’uopo di andare a trovare un asilo oltremodo favorevole al raccoglimento. Tutto vi spira la tranquillità e la pace; l’aspetto del luogo e la rimembranza di quel che era a diverse epoche fanno nascere una dolce malinconia che invita alla meditazione”. "Se questo, 100 anni fa, immaginiamo 1500 anni fa, allorché la zattera adusta, con quel che avanzava del corpo vergine e martoriato di Santa Restituta, quasi a prodigio, veniva portata a trovare asilo e adorazione proprio su questi lidi di San Montano”. San Montano: un luogo che i primi colonizzatori scelsero per sede della loro necropoli, per il riposo eterno! Ma ogni cosa è cambiata e modificata e l’aspetto attuale non echeggia affatto gli antichi silenzi. Anzi! A tutti, certo, non sfugge la circostanza che i tempi cambiano e che oggi Ischia è diversa (logicamente) rispetto a varie epoche passate: positivamente o negativamente ci si chiede però spesso e la risposta non è mai scontata e tutta protesa per un miglioramento. Ischia, isola dalla storia più volte millenaria, dalla storia che, come le storie dei paesi dalle più vetuste origini, si confonde con la leggenda, non interessa e non attrae, nonostante che non sia mancato qualche spirito buono che abbia dedicato la sua vita a cercare e proporre in primo piano il passato. Manca a volte anche un legame tra passato e presente, come si evince per esempio dalla scarsa attenzione rivolta nei tempi presenti ai reperti archeologici, che dovrebbero assicurare gloria all’isola e agli uomini che li hanno portati alla luce con i loro studi e le loro ricerche. Non c’è interesse per la

Raffaele Castagna

cultura, né amore per la memoria e per quanto rappresenta l’isola d’Ischia in questo settore; spesso non si conoscono o si confondono, ad ogni livello istruttivo e istituzionale, i nomi degli studiosi specifici, sia quelli locali, sia quelli qui approdati e qui fermatisi appassionatamene. Si preferisce rivolgere ad altri settori e ad altri personaggi riconoscimenti e testimonianze di stima. Eppure Ischia vive di turismo e per un certo turismo… dovrebbe dare il dovuto peso alla conoscenza delle sue vicende storiche e al ricordo degli uomini che più l’hanno rappresentata. “Amarla, studiarla, custodirla, difenderla”, come scrisse don Pietro Monti, in una sua opera. «L’Isola d’Ischia – scriveva l’avv. Umberto Di Meglio nella presentazione della seconda edizione del libri di Serra – è universalmente nota per la bellezza dei suoi paesaggi, per lo splendore delle sue marine, per la ricchezza dei suoi boschi e delle sue eccezionali risorse idrotermali; lo è per la mitezza del clima, per i fenomeni di origine vulcanica ed anche per i suoi vini. Lo è, viceversa, molto meno per le sue glorie antiche e recenti e per la ricca fioritura di studi, di scritti e di produzione artistica cui essa ha dato luogo». Questo si scriveva nel 1980 e negli anni successivi il “molto meno”, invece di affievolirsi, si è accentuato, nonostante che sia migliorata la conoscenza, a livello di studi e di ricerche, di un’isola che non è più quella che il Maiuri definiva “del tutto ignota” e sconosciuta. Ischia turistica, Ischia vacanziera non volge le sue attenzioni alla cultura vera e propria, se non a quella che dà spazio a manifestazioni di giornata, anche come occasione personale di porsi in primo piano e procurarsi consensi.

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La Rassegna d’Ischia n. 5/2017

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