Raccolta di atti parlamentari dal 30 luglio al 6 agosto 2016

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Petizione Firma e fai firmare

Revoca della licenza ai tassisti che ingannavano colleghi e passeggeri a Fiumicino https://www.change.org/p/comuni-di-roma-e-fiumicino-revoca-della-licenza-ai-tassisti-cheingannavano-colleghi-e-passeggeri-a-fiumicino

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09222 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 658 del 20/07/2016 Firmatari Primo firmatario: BENAMATI GIANLUCA Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 20/07/2016 Commissione assegnataria Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI) Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 20/07/2016 Stato iter: IN CORSO Fasi iter: MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/07/2016 Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-09222 presentato da


BENAMATI Gianluca testo di Mercoledì 20 luglio 2016, seduta n. 658    BENAMATI . — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: il decreto legislativo n. 334 del 2000 (articolo 14, comma 1) ha istituito il ruolo direttivo speciale della polizia di Stato, equiparandolo a quello dei carabinieri, della guardia di finanza e della polizia penitenziaria, che doveva essere costituito con 5 concorsi annuali a partire dal 2001 fino al 2005 per un totale complessivo di 1.300 posti riservati agli ispettori della polizia di Stato con requisiti e anzianità di servizio secondo quanto previsto negli articoli 24 e 25 del decreto stesso. Tali concorsi però non sono mai stati banditi determinando un grave danno economico per gli ispettori superiori (sostituti commissari) della polizia di Stato i quali erano già così inquadrati ancor prima del riordino delle carriere, di cui al decreto legislativo n. 197 del 1995 (ispettori della polizia di Stato già disposti in posizione gerarchica funzionale ed economica sovraordinata ai sottoufficiali e ai sovrintendenti dei carabinieri, della guardia di finanza e della Polizia penitenziaria come evidenziato nella tabella allegata alla legge n. 121 del 1981); nel 2005 si è aggiunto l'articolo 1, comma 261, della legge n. 266 del dicembre 2005 (finanziaria 2006) aggravando la disparità carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria, poiché veniva sospesa l'applicazione dell'articolo 24 del decreto n. 334 del 2000 che prevedeva una disciplina transitoria (dietro emanazione di appositi decreti a cura del capo della polizia ) per l'attribuzione delle funzioni di vice dirigenza a sostituti commissari nelle more dell'emanazione di nuove norme di riordino del personale delle forze di polizia ad ordinamento civile e militare; dopo 11 anni, tutto ciò non è ancora avvenuto, nonostante la decisione del Consiglio di Stato con sentenza del 22 ottobre 2005, n. 5251, che chiariva la posizione dell'amministrazione dell'interno la quale non poteva rimanere inerte sine die, senza provvedere agli adempimenti di legge e adottare provvedimenti previsti dall'articolo 1, comma 261, lettera a), della legge n. 266 del dicembre 2005; nel 2015, circa 1600 ispettori di polizia di Stato hanno presentato un nuovo ricorso al TAR Lazio richiedendo l'attuazione delle disposizioni transitorie per l'accesso al ruolo direttivo speciale della Polizia , di cui all'articolo 25 del decreto legislativo n. 334 dell'ottobre 2000, al fine di costituire il ruolo direttivo speciale; il


TAR con sentenza del 2 febbraio 2016 n. 01439/2016 ha accolto la richiesta dichiarando fondato l'obbligo per l'amministrazione della pubblica sicurezza di provvedere entro il termine di 90 giorni; tale sentenza è stata impugnata dal Ministero dell'interno che ha richiesto una misura cautelare sospensiva (articolo 27, comma 2, codice del processo amministrativo), chiarendo, al Consiglio di Stato, che è intenzione dell'amministrazione sanare la questione in seno all'attuazione dell'articolo 8 della legge n. 124 del 7 agosto 2015 sul riordino delle carriere delle forze di polizia ; il dipartimento della pubblica sicurezza, data 21 giugno 2016, nella bozza di decreto legislativo licenziata non prevede però alcuna sanatoria per destinatari del ruolo direttivo speciale né una possibile copertura per i 1300 posti previsti 16 anni fa; circa 2000 destinatari della norma inapplicata da troppi anni rivestono la qualifica di sostituto commissario e rappresentano la quasi totalità dei comandanti degli uffici o aree delle specialità della polizia di Stato, ovvero polizia stradale, ferroviaria e postale, dei responsabili delle sezioni della direzione investigativa antimafia, delle squadre mobili, della polizia scientifica, dalla digos, dei commissariati e delle sezioni di polizia giudiziaria presso le procure della Repubblica i quali da 21 anni per effetto del decreto legislativo n. 197 del 1995, subiscono una grave disparità di trattamento sia economico che professionale rispetto alle altre forze di polizia ; recentemente in sede di conversione del decreto sulle missioni internazionali le Commissioni esteri e difesa del Senato hanno approvato un emendamento che prevede una proroga di 6 mesi introducendo quindi un nuovo slittamento fino a metà del febbraio 2017 –: se il Ministro interrogato, alla luce dei fatti esposti in premessa, non ritenga opportuno porre fine allo stato di inerzia che si protrae da 16 anni, bandendo un concorso straordinario per titoli con inquadramento giuridico anche in soprannumero riassorbibile per le 1300 unità già previste nel 2000, che preveda l'inquadramento nel parametro stipendiale 144,5 e che sarebbe una operazione quasi a costo zero. (5-09222)


ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02415 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 659 del 21/07/2016 Ex numero atto Precedente numero assegnato: 4/13381 Firmatari Primo firmatario: MAESTRI ANDREA Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE Data firma: 21/07/2016 Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/07/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-02415 presentato da MAESTRI Andrea testo di Giovedì 21 luglio 2016, seduta n. 659    ANDREA MAESTRI . — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che: secondo quanto si apprende dai media, il Conapo Sindacato Autonomo dei vigili del fuoco ha posto in essere una serie di mobilitazioni su tutto il territorio nazionale per denunciare la disparità di trattamento retributivo e pensionistico esistente tra i vigili del fuoco ed il personale degli altri Corpi dello Stato a ordinamento civile; il sindacato Conapo chiede di pervenire alla parità di trattamento mediante l'estensione anche ai vigili del fuoco di taluni istituti retributivi e pensionistici da tempo riservati alle Forze armate e di polizia in virtù del particolare servizio cui questo personale è sottoposto; gli esponenti del sindacato chiedono specifici provvedimenti legislativi di


attuazione dell'articolo 19 della legge n. 183 del 2010 (specificità lavorativa); in particolare, gli esponenti del sindacato Conapo chiedono di istituire per i vigili del fuoco (compresi i funzionari direttivi) lo scatto dell'assegno funzionale ai 17, 27 e 32 anni di servizio, già dal 1987 in godimento agli appartenenti alle forze di polizia a ordinamento civile (articolo 6 del decreto-legge n. 387 del 1987 convertito, con modificazioni dalla legge n. 472 del 1987), di perequare tutti gli importi dell'indennità di rischio agli importi dell'indennità pensionabile attualmente corrisposta alle analoghe qualifiche degli appartenenti alle forze di polizia a ordinamento civile, di istituire i 6 scatti aggiuntivi utili sull'importo della pensione nella misura già corrisposta, sin dal 1987, agli appartenenti alle forze di polizia a ordinamento civile (articolo 6-bis del decreto-legge n. 387 del 1987 convertito, con modificazioni dalla legge n. 472 del 1987), di istituire per il personale in uniforme dei vigili del fuoco l'aumento di servizio ai fini pensionistici di un anno ogni cinque così come già corrisposto, sin dal 1977, agli appartenenti alle forze di polizia a ordinamento civile (articolo 3, comma 5, della legge n. 284 del 1977) e di istituire per il personale in uniforme dei vigili del fuoco direttivo e dirigente gli aumenti retributivi ai 13 e 23 e ai 15 e 25 anni di servizio, come attualmente già corrisposti (sin dal 1981) alle medesime qualifiche direttive e dirigenziali degli appartenenti delle forze di polizia a ordinamento civile (articolo 43, commi 22 e 23, e articolo 43-ter della legge n. 121 del 1981); il sindacato, al fine del reperimento delle risorse finanziarie occorrenti, chiede di valutare anche la possibilità di utilizzare i risparmi di spesa derivanti dall'attuazione della legge n. 124 del 2015 relativa alla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, ad eccezione di quelli già vincolati per il riordino delle carriere delle forze di polizia ; si fa presente che l'interrogante sull'argomento ha già presentato interrogazione n. 4-12021, in data 9 febbraio 2016, tutt'ora rimasta senza risposta –: quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano intraprendere al fine di equiparare il trattamento retributivo e pensionistico dei vigili del fuoco con quello degli altri Corpi dello Stato a ordinamento civile mediante l'estensione dell'ambito di applicazione delle norme esplicitate in premessa. (3-02415) Classificazione EUROVOC:


ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13895 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 659 del 21/07/2016 Ex numero atto Precedente numero assegnato: 2/01399 Firmatari Primo firmatario: MARTI ROBERTO Gruppo: MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI Data firma: 21/07/2016 Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/07/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13895 presentato da MARTI Roberto testo di Giovedì 21 luglio 2016, seduta n. 659    MARTI . — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che: secondo quanto si apprende dai media, il Conapo Sindacato autonomo dei vigili del fuoco ha messo in atto una serie di mobilitazioni su tutto il territorio nazionale per denunciare la disparità di trattamento retributivo e pensionistico esistente tra i vigili del fuoco ed il personale degli altri Corpi dello Stato ad ordinamento civile; il sindacato Conapo chiede di pervenire alla parità di trattamento mediante l'inserimento dei vigili del fuoco nel cosiddetto «comparto sicurezza» (con relative norme di perequazione previste dagli articoli 43 e 43-ter della legge n. 121 del 1981) o, in subordine, mediante l'estensione anche ai vigili del fuoco in applicazione dell'articolo 19 della legge n. 183 del 2010 (specificità lavorativa) di tali istituti retributivi e pensionistici da tempo riservati alle forze armate e


di polizia in virtù del particolare servizio cui questo personale è sottoposto; in particolare, gli esponenti del sindacato Conapo chiedono di istituire per i vigili del fuoco (compresi i funzionari direttivi) lo scatto dell'assegno funzionale ai 17,27 e 32 anni di servizio, già dal 1987 in godimento agli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile (articolo 6 del decreto-legge n. 387 del 1987 convertito, con modificazioni, alla legge n. 472 del 1987), di perequare tutti gli importi della indennità di rischio agli importi della indennità pensionabile attualmente corrisposta alle analoghe qualifiche degli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile, di istituire i 6 scatti aggiuntivi utili sull'importo della pensione nella misura già corrisposta, sin dal 1987, agli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile (articolo 6-bis del decreto-legge n. 387 del 1987 convertito, con modificazioni, dalla legge 472/1987), di istituire per il personale in uniforme dei vigili del fuoco l'aumento di servizio ai fini pensionistici di un anno ogni cinque così come già corrisposto, sin dal 1977, agli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile (articolo 3, comma 5 della legge n. 284 del 1977) e di istituire per il personale in uniforme vigili del fuoco direttivo e dirigente gli aumenti retributivi ai 13 e 23 e ai 15 e 25 anni di servizio, come attualmente già corrisposti (sin dal 1981) alle medesime qualifiche direttive e dirigenziali degli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile (articolo 43, commi 22 e 23 e articolo 43-ter della legge n. 121 del 1981); al fine del reperimento delle risorse finanziarie occorrenti, il sindacato chiede di valutare anche la possibilità di utilizzare i risparmi di spesa derivanti dalla attuazione della legge n. 124 del 2015 relativa alla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, ad eccezione di quelli già vincolati per il riordino delle carriere delle forze di polizia –: quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano intraprendere al fine di equiparare il trattamento retributivo e pensionistico dei vigili del fuoco con quello degli altri Corpi dello Stato ad ordinamento civile mediante l'estensione delle norme esplicitate in premessa o l'introduzione di norme di analoga portata; se ritengano opportuno affrontare sin da subito tale problematica visto che la sperequazione retributiva e pensionistica denunciata perdura ormai da troppi anni. (4-13895) Classificazione EUROVOC


ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02414 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 659 del 21/07/2016 Ex numero atto Precedente numero assegnato: 4/13306 Firmatari Primo firmatario: LAFFRANCO PIETRO Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Data firma: 21/07/2016 Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/07/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-02414 presentato da LAFFRANCO Pietro testo di Giovedì 21 luglio 2016, seduta n. 659    LAFFRANCO . — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: il Corpo nazionale dei vigili del fuoco si contraddistingue per il suo impegno straordinario al servizio dei cittadini, in tutti gli ambiti e le funzioni attribuitigli per legge, per i quali si trova quotidianamente ad operare su richiesta di soggetti pubblici e privati; i corpi di polizia ed in particolare i vigili del fuoco sono i responsabili tecnici materiali della sicurezza e del soccorso pubblico, condizioni irrinunciabili per la crescita del Paese e per il miglioramento della vita dei cittadini; gli appartenenti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco soffrono da oltre trent'anni di una notevole sperequazione, sul piano retributivo e pensionistico, rispetto agli altri corpi dello Stato e segnatamente rispetto alle forze di polizia ad ordinamento civile, tra cui anche il Corpo forestale dello Stato e la polizia di Stato, nonostante


la condivisione delle funzioni istituzionali di pubblica sicurezza, polizia giudiziaria e soccorso pubblico; come specificato dall'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 138 «ai fini della definizione degli ordinamenti, delle carriere e dei contenuti del rapporto di impiego e della tutela economica, pensionistica e previdenziale, è riconosciuta la specificità del ruolo delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché dello stato giuridico del personale ad essi appartenente, in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti.»; alla luce di tale normativa, nonché per evidenti ragioni di equità, ad avviso dell'interrogante, è necessario riequilibrare l'anomala situazione sopra citata e porre su un piano di parità i corpi dello Stato, anche a fronte delle previste riforme che interessano le forze di polizia , conseguenti all'approvazione della legge 7 agosto 2015, n. 124 (cosiddetta legge Madia); in data 5 maggio 2016, il Conapo (Sindacato autonomo dei vigili del fuoco) ha proclamato lo stato di agitazione nazionale del personale appartenente al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, preannunciando l'intenzione di indire uno sciopero nazionale della categoria, oltreché promuovere mobilitazioni di piazza; lo stato di agitazione è finalizzato ad ottenere l'equiparazione, sia sul piano retributivo, che pensionistico, degli operatori appartenenti alla categoria dei vigili del fuoco alle categorie degli altri corpi dello Stato, ponendo rimedio alle evidenti sperequazioni tuttora in essere; come specificato dai vigili del fuoco del Conapo è altresì importante istituire, per il personale in uniforme, lo scatto dell'assegno funzionale ai 17, 27 e 32 anni di servizio, in godimento dal 1987 dagli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile; perequare tutti gli importi della indennità di rischio; istituire per il personale in uniforme i sei scatti aggiuntivi (15 per cento) utili sull'importo della pensione nella misura già corrisposta agli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile ai sensi dell'articolo 6-bisdel decreto-legge 21 settembre 1987, n. 387; introdurre l'aumento di servizio ai fini pensionistici, nella misura pari ad un


anno ogni cinque, così come già corrisposto, sin da 1977, agli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, della legge 27 maggio 1977, n. 284; introdurre per il personale direttivo e dirigente dei vigili del fuoco aumenti retributivi rispettivamente al 13o e al 23o anno di servizio ed al 15o e 25o anno di servizio, come corrisposti, dal 1981, alle medesime qualifiche direttive e dirigenziali degli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento civile, ai sensi dell'articolo 43, commi 22 e 23 e articolo 43-ter della legge 1o aprile 1981, n. 121 –: se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di provvedere alla equiparazione di trattamento tra il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine sancita formalmente dalla legge e attualmente disattesa. (3-02414)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13898 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 659 del 21/07/2016 Firmatari Primo firmatario: CAPELLI ROBERTO Gruppo: DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO Data firma: 21/07/2016 Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/07/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13898 presentato da CAPELLI Roberto testo di


Giovedì 21 luglio 2016, seduta n. 659    CAPELLI . — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: dopo anni di incertezza e di voci, nel dicembre 2015 è stata presa la decisione di chiudere alcuni distaccamenti della polizia stradale in Sardegna, tra i quali quello di Orosei; si tratta di una decisione profondamente sbagliata, per quel che riguarda, in particolare Orosei; cancellare quel presidio, infatti, andrebbe a danno non solo della popolazione locale, ma anche, soprattutto nella stagione estiva, di tutti quei turisti e visitatori che ogni a o vengono a villeggiare nella zona, e che si troverebbero privati di un servizio fondamentale in un'area molto vasta, con un drastico calo nella perlustrazione stradale, e quindi nella sicurezza; si sta, infatti, parlando di una zona nella quale la popolazione aumenta nei mesi estivi di oltre quattro volte rispetto a quelli invernali, per una stagione turistica sempre più lunga, che richiederebbe un impegno maggiore delle forze di polizia , in particolare di quella stradale, e non, invece, come sta accadendo, un disimpegno dello Stato nei confronti di un territorio che richiederebbe molta maggiore attenzione e premura di quanto viene «concesso»; la decisione è stata a lungo paventata, ed era di fatto annunciata dal numero degli effettivi che sono scesi dai 12 del giugno 2015 ai soli 8 attuali, senza alcun rimpiazzo, mentre anche il parco auto del presidio era ridotto al minimo. Oggi risulta esserci una sola auto, tra l'altro con 300 mila chilometri sulle spalle; è chiaro che non mandare personale segnala la volontà del Governo di chiudere il presidio, nonostante le proteste, mettendo anche in difficoltà coloro che lavorano nel presidio e che, se questo venisse chiuso, sarebbero costretti a trovare collocazione ad almeno 40 chilometri, da casa; in nome di una malintesa « spending review» sembra concretizzarsi quello che altro non può essere definito che uno sfregio ad un territorio spesso trascurato e, tra l'altro, alquanto fragile dal punto di vista idrogeologico. Nelle scorse emergenze, il presidio di Orosei si è brillantemente segnalato per il sostegno alle popolazioni in difficoltà; infatti, un precedente atto di sindacato ispettivo, presentato a fine 2014 e che ha avuto risposta nell'estate 2015, poneva la questione della chiusura del distaccamento di polizia stradale di Fonni, Ottana e Siniscola, quest'ultima poi


«salvata» a danno di Orosei; rispondendo a quell'atto di sindacato ispettivo, il Governo affermava, tra l'altro che gli interventi previsti sarebbero stati dettati da «esclusive esigenze di efficientamento, senza che ne venga a soffrire la qualità del prodotto sicurezza, che, semmai, verrà accresciuta da una migliore e più adeguata rispondenza alle esigenze del Paese, in una logica di effettiva prossimità al cittadino»; più oltre, si affermava anche che «Nel complesso è possibile affermare che attraverso l'insieme degli interventi di ottimizzazione ipotizzati per le specialità e i reparti speciali sarà possibile recuperare risorse per compiti prettamente operativi, a beneficio di un miglioramento complessivo dei servizi e dell'azione di polizia »; si trattava di risposte rassicuranti in teoria, ma molto meno in pratica. Appare, infatti, difficile capire come si possa parlare di «logica di effettiva prossimità al cittadino» quando si intende cancellare un presidio di polizia stradale che per i cittadini è stato, ed è, estremamente importante; certo non è tagliando a Orosei (o a Siniscola, o altrove), ossia in territori già molto penalizzati e nei quali la presenza dello Stato è sempre meno viva, che si può davvero migliorare i servizi e l'azione della polizia ; infine, non può essere trascurato il fatto che il comune di Orosei ha provveduto a consegnare il nuovo stabile da adibire a caserma di polizia stradale realizzato con mutui che devono essere ancora estinti, e che dovranno essere pagati dal comune stesso, per uno stabile a questo punto inutile o di difficile ricollocazione in tempi brevi –: se il Ministro interrogato non ritenga necessario, per quanto di – competenza, intervenire per rivedere la prevista chiusura del distaccamento di polizia stradale di Orosei, ritenuto vitale dai cittadini che temono di perdere un fondamentale presidio di sicurezza. (4-13898)

ATTO SENATO ODG IN ASSEMBLEA SU MOZIONI O ALTRI ATTI 9/DOC.VIII,N.7-8/001 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 664 del 20/07/2016 Firmatari Primo firmatario: BONFRISCO ANNA


Gruppo: CONSERVATORI E RIFORMISTI Data firma: 20/07/2016 Elenco dei co-firmatari dell'attoNominativo co-firmatarioGruppoData firmaAUGELLO ANDREACONSERVATORI E RIFORMISTI20/07/2016BRUNI FRANCESCOCONSERVATORI E RIFORMISTI20/07/2016COMPAGNA LUIGICONSERVATORI E RIFORMISTI20/07/2016D'AMBROSIO LETTIERI LUIGICONSERVATORI E RIFORMISTI20/07/2016DI MAGGIO SALVATORE TITOCONSERVATORI E RIFORMISTI20/07/2016LIUZZI PIETROCONSERVATORI E RIFORMISTI20/07/2016PERRONE LUIGICONSERVATORI E RIFORMISTI20/07/2016TARQUINIO LUCIO ROSARIO FILIPPOCONSERVATORI E RIFORMISTI20/07/2016ZIZZA VITTORIOCONSERVATORI E RIFORMISTI20/07/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Senato Ordine del Giorno 9/DOC.VIII,N.7-8/1 presentato da ANNA BONFRISCO mercoledì 20 luglio 2016, seduta n. 664 Il Senato, in sede di esame dei Progetto di bilancio interno del Senato della Repubblica per l'anno finanziario 2016, premesso che: il dato che appare più significativo è quello dei risparmi conseguiti dall'inizio della XVII legislatura, pari a 152 milioni di euro, che alleggeriranno l'onere a carico del bilancio dello Stato potendo anche essere impiegati per altre pubbliche finalità; per il triennio 2016-2018 si prevede di versare al Bilancio dello Stato ulteriori risparmi derivanti dalle delibere CdP 35/2014, 36/2014 e 47/2014 per un totale di 36,6 milioni di euro. Considerato che: appare opportuno, anche in considerazione della particolare congiuntura internazionale, rafforzare il livello della sicurezza-pubblica dei cittadini anche attraverso l'assunzione di personale per i corpi di polizia e di pubblica sicurezza, impegna l'Ufficio di Presidenza: a versare al bilancio dello Stato i risparmi derivanti dalle delibere CdP indicando l'opportunità di utilizzare dette risorse, in quanto destinate ad essere impiegate


per altre pubbliche finalità, per l'assunzione di personale per i corpi di polizia e di pubblica sicurezza. (numerazione resoconto Senato G2) (9/Doc. VIII, n. 7-8/1) BONFRISCO, AUGELLO, BRUNI, COMPAGNA, D'AMBROSIO LETTIERI, DI MAGGIO, LIUZZI, PERRONE, TARQUINIO, ZIZZA

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13863 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 658 del 20/07/2016 Firmatari Primo firmatario: TOTARO ACHILLE Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE Data firma: 20/07/2016 Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 20/07/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13863 presentato da TOTARO Achille testo di Mercoledì 20 luglio 2016, seduta n. 658    TOTARO . — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: la questura di Pistoia ha avuto un decremento di organico del 25 per cento dovuto a pensionamenti e trasferimenti vari; al contempo il lavoro è aumentato sia per i consistenti reati sul territorio e di conseguenza la richiesta di maggior sicurezza sia, e soprattutto, per l'ondata migratoria che si è riversata su uffici numericamente inadeguati; la gestione dei profughi provenienti dagli sbarchi e ricollocati sulla provincia


pistoiese assorbe quasi la totalità degli operatori dell'ufficio immigrazione e per ogni trasferimento dei migranti dalle località di sbarco alla questura di destinazione si smuove una gran quantità di personale e di risorse; nella fattispecie ad ogni arrivo solo per Pistoia sono impiegati circa 10 operatori tra addetti alla scorta, all'ufficio immigrazione e al foto-segnalamento; ne consegue che l'ufficio immigrazione di Pistoia, nonostante il numero esiguo e assolutamente insufficiente del personale, sopperisce anche alle esigenze degli hotspot,formalmente istituti ma che non ha ricevuto un'assegnazione di operatori, attraverso aggregazioni; si avverte un affanno non indifferente per la questura di Pistoia che si trova così in una situazione di emergenza destinata solo ad aggravarsi; il crimine si combatte con la prevenzione ed il controllo del territorio e a causa di minor risorse e maggiori competenze del personale di polizia impiegato in compiti amministrativi e direttamente impegnato nella gestione del «problema immigrazione», di fatto si sottraggono sempre più agenti all'attività di controllo o alla sicurezza dei cittadini e al presidio sulle strade –: quale sia ad oggi il numero di agenti destinati alla provincia di Pistoia; se nella determinazione di tale numero si sia tenuto conto della diminuzione del personale dovuto a trasferimenti e pensionamenti, come detto in premessa, in modo da non diminuire complessivamente il numero di agenti della provincia; quali siano a tutt'oggi le iniziative attivate per risolvere la situazione organizzativa della questura di Pistoia ormai prossima al collasso; se per la gestione delle pratiche amministrative si sia valutato l'eventuale uso di personale civile in esubero in altre amministrazioni pubbliche; se per la scorta, durante il trasferimento dei migranti, compreso il controllo sanitario, si sia valutato l'uso di personale dell'Esercito e delle relative strutture.

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09222 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 658 del 20/07/2016


Firmatari Primo firmatario: BENAMATI GIANLUCA Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 20/07/2016

Commissione assegnataria Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI) Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 20/07/2016 Stato iter: IN CORSO Fasi iter: MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/07/2016 Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-09222 presentato da BENAMATI Gianluca testo di Mercoledì 20 luglio 2016, seduta n. 658   BENAMATI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: il decreto legislativo n. 334 del 2000 (articolo 14, comma 1) ha istituito il ruolo direttivo speciale della polizia di Stato, equiparandolo a quello dei carabinieri, della guardia di finanza e della polizia penitenziaria, che doveva essere costituito con 5 concorsi annuali a partire dal 2001 fino al 2005 per un totale complessivo di 1.300 posti riservati agli ispettori della polizia di Stato con requisiti e anzianità di servizio secondo quanto previsto negli articoli 24 e 25 del decreto stesso. Tali concorsi però non sono mai stati banditi determinando un grave danno economico per gli ispettori superiori (sostituti commissari) della polizia di Stato i quali erano già così inquadrati ancor prima del riordino delle carriere, di cui al decreto legislativo n. 197 del 1995 (ispettori della polizia di Stato già disposti in posizione gerarchica


funzionale ed economica sovraordinata ai sottoufficiali e ai sovrintendenti dei carabinieri, della guardia di finanza e della Polizia penitenziaria come evidenziato nella tabella allegata alla legge n. 121 del 1981); nel 2005 si è aggiunto l'articolo 1, comma 261, della legge n. 266 del dicembre 2005 (finanziaria 2006) aggravando la disparità carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria, poiché veniva sospesa l'applicazione dell'articolo 24 del decreto n. 334 del 2000 che prevedeva una disciplina transitoria (dietro emanazione di appositi decreti a cura del capo della polizia) per l'attribuzione delle funzioni di vice dirigenza a sostituti commissari nelle more dell'emanazione di nuove norme di riordino del personale delle forze di polizia ad ordinamento civile e militare; dopo 11 anni, tutto ciò non è ancora avvenuto, nonostante la decisione del Consiglio di Stato con sentenza del 22 ottobre 2005, n. 5251, che chiariva la posizione dell'amministrazione dell'interno la quale non poteva rimanere inerte sine die, senza provvedere agli adempimenti di legge e adottare provvedimenti previsti dall'articolo 1, comma 261, lettera a), della legge n. 266 del dicembre 2005; nel 2015, circa 1600 ispettori di polizia di Stato hanno presentato un nuovo ricorso al TAR Lazio richiedendo l'attuazione delle disposizioni transitorie per l'accesso al ruolo direttivo speciale della Polizia, di cui all'articolo 25 del decreto legislativo n. 334 dell'ottobre 2000, al fine di costituire il ruolo direttivo speciale; il TAR con sentenza del 2 febbraio 2016 n. 01439/2016 ha accolto la richiesta dichiarando fondato l'obbligo per l'amministrazione della pubblica sicurezza di provvedere entro il termine di 90 giorni; tale sentenza è stata impugnata dal Ministero dell'interno che ha richiesto una misura cautelare sospensiva (articolo 27, comma 2, codice del processo amministrativo), chiarendo, al Consiglio di Stato, che è intenzione dell'amministrazione sanare la questione in seno all'attuazione dell'articolo 8 della legge n. 124 del 7 agosto 2015 sul riordino delle carriere delle forze di polizia; il dipartimento della pubblica sicurezza, data 21 giugno 2016, nella bozza di decreto legislativo licenziata non prevede però alcuna sanatoria per destinatari del ruolo direttivo speciale né una possibile copertura per i 1300 posti previsti 16 anni fa; circa 2000 destinatari della norma inapplicata da troppi anni rivestono la qualifica di sostituto commissario e rappresentano la quasi totalità dei comandanti degli uffici o aree delle specialità della polizia di Stato, ovvero polizia stradale, ferroviaria e postale, dei responsabili delle sezioni della direzione investigativa antimafia, delle squadre mobili, della polizia scientifica, dalla digos, dei commissariati e delle sezioni di polizia giudiziaria presso le procure della Repubblica i quali da 21 anni per effetto del decreto legislativo n. 197 del 1995, subiscono una grave disparità di trattamento sia economico che professionale


rispetto alle altre forze di polizia; recentemente in sede di conversione del decreto sulle missioni internazionali le Commissioni esteri e difesa del Senato hanno approvato un emendamento che prevede una proroga di 6 mesi introducendo quindi un nuovo slittamento fino a metà del febbraio 2017 –: se il Ministro interrogato, alla luce dei fatti esposti in premessa, non ritenga opportuno porre fine allo stato di inerzia che si protrae da 16 anni, bandendo un concorso straordinario per titoli con inquadramento giuridico anche in soprannumero riassorbibile per le 1300 unità già previste nel 2000, che preveda l'inquadramento nel parametro stipendiale 144,5 e che sarebbe una operazione quasi a costo zero. (5-09222) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): conseguenza economica missione d'inchiesta

ATTO SENATO ODG IN COMMISSIONE 0/02495/031/05 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: del 28/07/2016 Firmatari Primo firmatario: MORONESE VILMA Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 28/07/2016

Commissione assegnataria Commissione: 5. COMMISSIONE (PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, BILANCIO) Stato iter: IN CORSO Atto Senato


Ordine del Giorno 0/2495/31/05 presentato da VILMA MORONESE giovedĂŹ 28 luglio 2016, seduta n. 617 Il Senato, nell'ambito dell'esame del disegno di legge Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio, premesso che: l'articolo 6-bis definisce Misure urgenti per la funzionalitĂ e il potenziamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; considerato che: ancora oggi si registrano discriminazioni di trattamento tra vigili del fuoco e le altre forze di polizia sia con riferimento all'inquadramento contrattuale retributivo sia con riferimento al coinvolgimento delle organizzazione sindacali; si impegna il Governo: a) ad assumere apposite iniziative anche di carattere normativo al fine di garantire; b) al Corpo nazionale dei vigili del fuoco risorse strumentali adeguate alle funzioni svolte; c) l'equiparazione rispetto agli altri corpi ad ordinamento civile in termini di inquadramento contrattuale, retributivo e pensionistico; d) pari coinvolgimento alle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del corpo dei vigili del fuoco, in occasione della predisposizione del documento di programmazione economica finanziaria. (0/2495/31/5) MORONESE Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): sindacato protezione civile

ATTO CAMERA RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01063 Dati di presentazione dell'atto


Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 662 del 26/07/2016 Firmatari Primo firmatario: CAUSIN ANDREA Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC) Data firma: 26/07/2016

Commissione assegnataria Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA) Stato iter: IN CORSO Atto Camera Risoluzione in commissione 7-01063 presentato da CAUSIN Andrea testo di Martedì 26 luglio 2016, seduta n. 662   La IV Commissione, premesso che: negli anni si è verificato un sostanziale disallineamento che si è determinato sia nelle le Forze armate che nelle Forze di polizia nella promozione al grado di primo maresciallo; il disallineamento si è verificato inoltre nell'avanzamento al grado di luogotenente in seguito alla statuizione del periodo transitorio di permanenza nel grado da primo maresciallo per l'avanzamento a luogotenente previsto dall'articolo 2253 del decreto-legge 15 marzo 2010, n. 66; attualmente, nel grado di maresciallo di prima classe, con la vigente forma di avanzamento vi sono circa: 8400 unità dell'Aeronautica, 4200 unità della Marina, 850 unità dell'Esercito; il 31 dicembre 2012 è stata approvata la legge n. 244 per il conferimento di una delega al Governo per il complessivo riordino dello strumento militare che prevede significative implicazioni sia sulla dotazione strumentale che su quella organica del personale militare e civile preposto al medesimo settore; a seguito di tale legge delega sono stati trasmessi al Parlamento gli schemi di decreto legislativo A.G. 32 – recante disposizioni in materia di revisione in senso riduttivo dell'assetto strutturale e organizzativo delle Forze armate – e A.G. 33 – recante disposizioni in materia di personale militare e civile del Ministero della


difesa, nonché misure per la funzionalità della medesima amministrazione; già nel dicembre del 2013, la IV Commissione della Camera dei deputati, nell'esprimere parere favorevole allo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di personale militare e civile del Ministero della difesa, nonché misure per la funzionalità della medesima amministrazione – A.G. 33 –, aveva indicato nelle osservazioni «una previsione della promozione per i marescialli di prima classe al grado di primo maresciallo», nonché la previsione di «una promozione, ad anzianità, per i primi marescialli con cinque anni di permanenza nel grado nella qualifica di luogotenente»; nell'aprile di quest'anno, la IV Commissione della Camera dei deputati, nell'esprimere parere favorevole allo schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi 28 gennaio 2014, n. 7 e n. 8 – A.G. 277 –, aveva previsto nelle osservazioni che «il Governo, considerato il disallineamento che si è determinato tra le Forze armate nella promozione al grado di 1o Maresciallo, promuova la definizione di aliquote di avanzamento speciali di Marescialli Capi e gradi corrispondenti con elevata anzianità di grado, per la promozione al grado superiore, a tal fine intervenendo all'atto dell'esercizio delle deleghe relative alla cosiddetta “equiordinazione”»; le politiche depressive adottate in questi anni hanno prodotto il risultato di diffondere una condizione di pesante malessere, inquietudine ed incertezza sul futuro, in un settore delicatissimo come quello delle Forze armate e di pubblica sicurezza; la disparità che si è venuta a determinare nel corso di questi anni nei confronti del personale militare che, nonostante vanti sia requisiti professionali che di anzianità, non ha visto riconosciuti i diritti ad esso spettanti sotto il profilo contrattuale, nonché giuridico costituzionale, risulta quanto mai evidente, impegna il Governo: ad assumere iniziative normative al fine di definire aliquote di avanzamento speciali di marescialli capi e gradi corrispondenti con anzianità di grado di almeno 13 anni, per la promozione al grado superiore; ad assumere iniziative normative al fine di definire aliquote di avanzamento speciali per primi marescialli e gradi corrispondenti con anzianità di servizio di almeno 27 anni, per la promozione al grado superiore. (7-01063) «Causin». Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):


personale militare approvazione della legge potere giudiziario

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02427 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 662 del 26/07/2016 Firmatari Primo firmatario: TRIPIEDI DAVIDE Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 26/07/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 26/07/2016 COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 26/07/2016 LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 26/07/2016 DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 26/07/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 26/07/2016 Stato iter: 07/27/2016 Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 27/07/2016 Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE RISPOSTA GOVERNO 27/07/2016 Resoconto POLETTI GIULIANO MINISTRO LAVORO E POLITICHE SOCIALI REPLICA 27/07/2016 Resoconto TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE Fasi iter:


DISCUSSIONE IL 27/07/2016 SVOLTO IL 27/07/2016 CONCLUSO IL 27/07/2016 Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02427 presentato da TRIPIEDI Davide testo presentato Martedì 26 luglio 2016 modificato Mercoledì 27 luglio 2016, seduta n. 663   TRIPIEDI, CIPRINI, COMINARDI, LOMBARDI e DALL'OSSO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che: il legame tra requisiti previdenziali e aspettativa di vita, così come misurata dall'Istat, è stato introdotto in Italia per la prima volta nel 2009 e perfezionato nel 2010 sulla base di provvedimenti proposti dai Ministri pro tempore dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali Tremonti e Sacconi; in particolare, il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, ha previsto dal 2013 il progressivo innalzamento dei requisiti per l'accesso alla pensione (di vecchiaia ed anticipata); parafrasando un eufemismo giornalistico, tale provvedimento ha consentito di «sterilizzare gli effetti dell'allungamento della vita media della popolazione»; ad amplificarne la portata è stato il riassetto pensionistico del Governo Monti, la cosiddetta riforma Fornero, che, all'articolo 24, comma 12, della legge n. 214 del 2011, ha previsto gli adeguamenti alla speranza di vita per ogni tipologia di prestazione, tra cui: la nuova pensione di vecchiaia, la pensione anticipata, la pensione anticipata contributiva, l'assegno sociale, le pensioni in regime di armonizzazione, le pensioni dei lavoratori usurati di cui al decreto legislativo n. 67 del 2011; l'Inps ha peraltro applicato gli adeguamenti anche a coloro che, a vario titolo, mantengono in vigore la vecchia disciplina di pensionamento, sia dei lavoratori salvaguardati, sia di coloro che accedono alla pensione con i requisiti anagrafici e contributivi, rispettivamente di 57 e 35, di cui alla legge n. 335 del 1995 (come, ad esempio, coloro che optano per il regime sperimentale «opzione donna»); sulla base delle sopra citate normative, ogni tre anni (e poi ogni due a decorrere dall'anno 2019) l'età pensionabile sarà adeguata all'aumento della speranza di vita, come calcolato dall'Istat sulla base della media del triennio precedente;


tale adeguamento è stato applicato anche ai regimi pensionistici armonizzati (ad esempio, Inpdap ed Enpals), nonché ai regimi e alle gestioni pensionistiche per cui siano previsti requisiti diversi da quelli vigenti nell'assicurazione generale obbligatoria, compresi quelli relativi ai «lavoratori impegnati in lavori di sottosuolo presso miniere, cave e torbiere, nonché al personale (compresi i rispettivi dirigenti) delle Forze di polizia, Forze armate, vigili del fuoco». Sono esclusi i lavoratori per i quali viene meno il titolo abilitante allo svolgimento della specifica attività lavorativa (ad esempio, gli autisti di mezzi pubblici); per consentire la determinazione dell'incremento dell'età, l'Istat deve rendere disponibili annualmente i dati della variazione della speranza di vita all'età di 65 anni, con riferimento alla media della popolazione residente in Italia, rispetto al triennio precedente. Ovviamente, «l'aggiornamento non sarà applicato in caso di diminuzione della speranza di vita»; secondo il rapporto Osservasalute, nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne; nel 2014 la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne; tale decremento produce anche una qualità della vita che si riflette negativamente sui meno abbienti, bisognosi di prestazioni assistenziali socio-economiche; il rapporto del Ministero dell'economia e delle finanze mette in luce che, per effetto dell'attuazione dell'adeguamento dei requisiti all'incremento della speranza di vita, si stima una riduzione dell'incidenza della spesa pensionistica in rapporto al prodotto interno lordo di circa 0,1 punti percentuali attorno al 2020, crescente fino a 0,3 punti percentuali nel decennio 2030-2040, per poi decrescere a 0,1 punti percentuali nel 2045 e sostanzialmente annullarsi successivamente. Il combinato dei due interventi comporta complessivamente una riduzione dell'incidenza della spesa pensionistica in rapporto al prodotto interno lordo di circa 0,2 punti percentuali nel 2015, crescente fino a 0,5 punti percentuali nel 2030, per poi scendere attorno a 0,4 punti percentuali nel 2040, 0,1 punti percentuali nel 2045 ed annullarsi sostanzialmente negli anni successivi –: quali iniziative di competenza intenda intraprendere per attuare la modifica della disciplina vigente sull'aspettativa di vita, tenendo conto del rapporto tra l'età media, attesa di vita e quella dei singoli settori di attività, soprattutto usuranti, valutando anche, alla luce della riduzione dell'incidenza del prodotto interno lordo negli anni a venire, di abrogarla. (3-02427) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): condizione di pensionamento


speranza di vita prodotto interno lordo

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02416 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 659 del 21/07/2016 Ex numero atto Precedente numero assegnato: 5/08418 Firmatari Primo firmatario: VITO ELIO Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Data firma: 21/07/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA DIFESA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 21/07/2016 Stato iter: IN CORSO Fasi iter: RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/07/2016 Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-02416 presentato da VITO Elio testo di Giovedì 21 luglio 2016, seduta n. 659


VITO. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che: il 15 aprile 2016 si è tenuto, a Firenze, presso l'Auditorium Regione Toscana, il Convegno intitolato «Amianto e altri cancerogeni. La strage di militari. Più morti che in guerra.»; risulta all'interrogante che lo Stato Maggiore dell'Aeronautica non abbia autorizzato i delegati del Cocer dell'Aeronautica a partecipare all'evento, se non a titolo privato, come se discutere e approfondire questioni relative alla salute di colleghi ammalati, anche a causa dell'amianto, fosse un fatto privato e non riferibile alle competenze della rappresentanza militare e, quindi, di servizio –: quali iniziative il Ministro intenda adottare per impedire che in futuro possano ripetersi simili episodi di limitazioni del diritto di parola e di espressione dei militari, e soprattutto di quelli che sono componenti degli organi di rappresentanza militare. (3-02416) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): amianto personale militare sostanza pericolosa

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13794 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 653 del 13/07/2016 Firmatari Primo firmatario: ROMANO FRANCESCO SAVERIO Gruppo: MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALAMAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO Data firma: 13/07/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO


Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 13/07/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13794 presentato da ROMANO Francesco Saverio testo di Mercoledì 13 luglio 2016, seduta n. 653   FRANCESCO SAVERIO ROMANO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: il 25 giugno 2016 nella città di Palermo hanno avuto luogo due distinti omicidi; tra le ore 13 e le ore 14 nella zona di Borgo Nuovo un uomo di 68 anni, Vincenzo Barbagallo, è rimasto ucciso e figlio di 48 anni, Domenico, ferito da alcuni proiettili fatti esplodere, secondo la ricostruzione fornita dai Carabinieri, da un vicino di casa, Francesco Lo Monaco, 49 anni; all'origine di questa prima tragedia ci sarebbe una lite domestica, le mogli di Lo Monaco e Barbagallo avrebbero litigato intorno alle 13 e quando la situazione sembrava essere tornata alla normalità sarebbe nata una discussione ben più animata tra i mariti, poi sfociata nel delitto; intorno alle ore 23, nella zona di Cruillas, in piazza Lampada della Fraternità, un giovane di 27 anni, Roberto Frisco, ha perso la vita per una coltellata all'addome; questa seconda tragedia che ha portato anche al ferimento di 4 persone, avrebbe avuto origini in una maxi rissa scoppiata tra le famiglie «rivali» dei Frisco e dei Lo Piccolo, combattuta con martelli ed un coltello; sono risultati feriti anche il padre della vittima, Giuseppe, di 54 anni, e il fratello Francesco di 31 anni oltre a due componenti della famiglia Lo Piccolo, Salvatore, 19 anni, e il fratello Nunzio, 23; come ricordato anche dai rappresentanti del sindacato di polizia Consap, il bilancio di sangue è pesantissimo e deve portare ad una attenta riflessione, almeno in uno dei due casi è sicuramente da escludere che il delitto possa considerarsi di tipo mafioso; si segnala, nell'ultimo periodo un aumento della violenza in città, con particolare riguardo ai crimini violenti; la città di Palermo, secondo i dati forniti dai sindacati di polizia, è la terza in Italia, dopo Napoli e Bari, per numero di omicidi e tentati omicidi –: se non ritenga di doversi attivare celermente affinché sia predisposto un accurato


piano di sicurezza pubblica destinato alla città di Palermo, volto a prevenire e reprimere la criminalità. (4-13794) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06195 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 669 del 27/07/2016 Firmatari Primo firmatario: MUNERATO EMANUELA Gruppo: FARE! Data firma: 27/07/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma MANCONI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 27/07/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06195 presentata da EMANUELA MUNERATO mercoledì 27 luglio 2016, seduta n.669 MUNERATO, MANCONI - Al Ministro della giustizia - Premesso che, per quanto


risulta agli interroganti: Mauro Guerra, 32 anni, è morto il 29 luglio 2015 a seguito di un colpo di pistola, sparato da un appartenente dell'Arma dei Carabinieri; la ricostruzione dei fatti, che si ricava dalla lettura delle notizie a mezzo stampa, è la seguente. Mauro Guerra sarebbe stato convocato verbalmente da 2 Carabinieri nella caserma del paese di Carmignano di San'Urbano (Pavia), distante circa 100 metri dalla sua abitazione. Dopo circa mezz'ora, Guerra sarebbe tornato correndo verso la sua abitazione, nella quale si trovavano il padre e il fratello minore, e sarebbe entrato. Sarebbe stato seguito da alcuni Carabinieri, i quali, arrivando ad essere circa una decina, avrebbero tentato di far salire Guerra su un'ambulanza giunta davanti al cancello dell'abitazione, per eseguire un trattamento sanitario obbligatorio. Dopo 3 ore, Guerra, fingendo di aver accettato il trattamento, avrebbe fatto per dirigersi verso l'ambulanza, ma sarebbe riuscito a fuggire correndo verso i campi poco distanti da casa sua. Sarebbe stato inseguito dai Carabinieri e raggiunto, ammanettato a un braccio e, in questo frangente, avrebbe ferito uno dei 2 militari. A questo punto il collega del Carabiniere colpito avrebbe sparato con la pistola di ordinanza, colpendo Guerra a morte; a quanto risulta, il Comune di Carmignano di Sant'Urbano, quel giorno, non avrebbe emesso un'ordinanza di trattamento sanitario obbligatorio nei confronti di Mauro Guerra; la Procura di Rovigo avrebbe aperto un fascicolo; il pubblico ministero avrebbe chiesto una proroga delle indagini e nel frattempo avrebbe deciso di non notificare l'avviso di deposito degli accertamenti tecnici, tra cui l'esame autoptico, l'esame balistico, la perizia sui telefoni cellulari dei Carabinieri coinvolti, considerato peraltro che: la mancata notifica del deposito degli atti, che consentirebbe alle parti coinvolte di avere accesso all'elaborato tecnico prima che le indagini si siano concluse, desta notevoli perplessità; altresì, la durata delle indagini potrebbe non risultare congrua rispetto alla complessità del caso; sarebbe forse opportuno lo svolgimento di ulteriori accertamenti, allo scopo di chiarire le circostanze che hanno portato alla morte di Mauro Guerra, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda esercitare sulla vicenda descritta i poteri istruttori e ispettivi conferitigli dall'ordinamento. (4-06195)


Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): forze paramilitari trasporto di malati

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06203 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 670 del 28/07/2016 Firmatari Primo firmatario: MANCONI LUIGI Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 28/07/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 28/07/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06203 presentata da LUIGI MANCONI giovedì 28 luglio 2016, seduta n.670 MANCONI - Ai Ministri della giustizia, dell'interno e della difesa - Premesso che: Giuseppe Uva, nato a Caravate (Varese) il 17 febbraio 1965, è deceduto a Varese il 14 giugno 2008 presso l'ospedale di circolo di Varese, alle ore 10.30 circa, dopo


che vi era stato ricoverato con un trattamento sanitario obbligatorio verso le ore 6.00 di quella stessa mattina; prima che fosse disposto il trattamento sanitario obbligatorio, Giuseppe Uva era rimasto per circa 3 ore nella custodia delle forze dell'ordine intervenute, trattenuto dapprima sulla pubblica via e poi presso la caserma dei Carabinieri, in via Saffi a Varese, unitamente al personale di altre 3 volanti della Polizia; Uva era stato condotto nella caserma insieme al suo amico Alberto Biggiogero, dopo che entrambi erano stati fermati dai Carabinieri nel centro di Varese, attorno alle ore 2.30, mentre, in stato di ebbrezza, spostavano delle transenne; il procedimento giudiziario aperto il 15 aprile del 2016 ha portato ad una sentenza di assoluzione per i 2 Carabinieri e i 6 poliziotti imputati per i reati di omicidio preterintenzionale, sequestro di persona, abbandono di incapace e abuso di autorità contro arrestati; il 13 luglio 2016 sono state depositate le motivazioni della sentenza, che, tuttavia, ad avviso dell'interrogante, non ha dato risposta alle importanti domande poste nel corso del dibattimento; molta parte delle motivazioni è dedicata ad una astratta illustrazione giuridica dei reati, di cui ai capi di imputazione e della relativa giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte di cassazione; solo a pagina 116, inizia il capitolo intitolato "motivi della decisione" e, in particolare, a pagina 123, si dà conto della dichiarazione, resa in sede di interrogatorio, dall'imputato, appuntato Dal Bosco, in cui lo stesso ha precisato che, benché Uva si fosse rifiutato di esibire la propria carta di identità (quella sua identità era peraltro ben nota) egli "non era stato dichiarato in arresto né si era proceduto a portarlo in caserma per identificarlo, ma per farlo desistere dalla sua azione molesta"; sempre a pagina 123 delle motivazioni, viene riportata la dichiarazione dell'altro carabiniere imputato, il brigadiere Righetto, il quale ha affermato che "durante il tragitto aveva spiegato a Uva che lo stavano portando in caserma per denunciarlo ma che, terminati gli atti, l'avrebbero lasciato andare; non era in stato di arresto o di fermo, perché non volevano infierire su di lui arrestandolo". Lo stesso Righetto ha aggiunto che "per prassi, per l'accompagnamento in caserma di due ubriachi da denunciare a piede libero, non si avvisava mai il pubblico ministero"; il giorno 14 giugno 2008, dopo che Giuseppe Uva era già deceduto, viene inviata una comunicazione di notizia di reato a carico dello stesso, per il solo reato previsto dall'articolo 659 del codice penale (disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone) e gli stessi carabinieri imputati, nelle loro relazioni e nel corso delle


loro deposizioni, hanno dato atto di avere mosso nei confronti di Uva questa unica contestazione. A pagina 124 delle motivazioni, è scritto che la necessità di condurre Uva in caserma era rafforzata dalle "lamentele degli abitanti dei palazzi circostanti che incitavano i carabinieri 'a portare via questi ubriachi' ". Tuttavia, nel corso del dibattimento, nessuno degli abitanti delle strade limitrofe, che si sarebbero lamentati, è stato assunto come testimone. Come risulta evidente dalla lettura della sentenza, il giudice condivide tale versione dei fatti, malgrado non sia emerso nel dibattimento alcun riscontro oggettivo; il giudice estensore taccia di inattendibilità gli unici 2 testimoni oculari delle percosse inferte a Giuseppe Uva, Alberto Biggiogero e Assunta Russo, senza fornire, secondo l'interrogante alcuna motivazione per tale scelta; inoltre, non fa menzione della testimonianza della psichiatra Enrica Finazzi, alla quale Giuseppe Uva riferì di essere stato percosso da appartenenti alle forze di polizia; uno dei quesiti posti nel corso del dibattimento, riguardava il titolo in virtù del quale i militari trattennero Giuseppe Uva in caserma, e, in un passaggio delle motivazioni, a pagina 125, il giudice scrive che deve concludersi per "l'insussistenza del delitto di arresto illegale atteso che, per deliberata e specifica volontà degli operanti Righetto e Dal Bosco, a tale misura essi decisero di non ricorrere"; tuttavia la privazione della libertà personale di Giuseppe Uva, fu "indubitabile e conclamata", oltre che astrattamente illecita; pertanto, il reato di arresto illegale è stato riqualificato in sequestro di persona, salvo poi, come è scritto nel prosieguo delle motivazioni, dichiarare gli imputabili non punibili per questo reato, perché lo avrebbero commesso per un errore scusabile; da pagina 132 a pagina 140 delle motivazioni, vengono descritti nel dettaglio 5 reati che Uva avrebbe commesso quella notte, ma non si comprende per quale motivo il giudice si sia assunto questo ruolo, che pare essere in contrasto con il suo mandato: limitarsi cioè a giudicare non la vittima, ma chi in quel processo era imputato. Peraltro, i reati che il giudice attribuisce a Giuseppe Uva non erano stati rilevati nemmeno dagli agenti intervenuti quella notte; dopo aver escluso ogni possibile titolo legittimo di detenzione di Giuseppe Uva, e dopo aver quindi riconosciuto la sussistenza dell'elemento materiale del reato di sequestro di persona, il giudice motiva l'assoluzione dei 2 Carabinieri, sostenendo che essi avrebbero sequestrato Giuseppe Uva per errore e che tale errore sarebbe scusabile per il seguente motivo: "se persino i superiori gerarchici da cui dipendevano gli imputati erano e sono persuasi che sia legittimo privare della libertà personale un soggetto ubriaco al fine di interrompere le azioni moleste, non si può che concludere che l'errore in cui sono incorsi gli operanti è scusabile"; per quanto riguarda la posizione degli agenti di Polizia, anch'essi imputati per il


reato di sequestro di persona, la loro condotta omissiva (il non aver impedito cioè che il sequestro di Giuseppe Uva proseguisse) non rileverebbe in quanto, così il giudice a pagina 145 delle motivazioni, "non ci si poteva attendere che in quel frangente essi intavolassero una discussione sui limiti dei loro poteri funzionali"; la grave approssimazione delle motivazioni della sentenza si evince, in particolare, rispetto al reato di omicidio preterintenzionale, il più grave tra quelli contestati agli imputati: la sentenza esclude infatti che carabinieri e poliziotti abbiano inferto lesioni a Giuseppe Uva, ma non fornisce alcuna spiegazione alternativa rispetto a come si siano potute produrre le lesioni riscontrate sul corpo di Uva in sede di esame autoptico e rispetto alle cause del suo decesso; a giudizio dell'interrogante le motivazioni della sentenza sul caso di Giuseppe Uva potrebbero non essere soddisfacenti ed esaustive, e non sembrerebbero idonee a rafforzare la fiducia dei cittadini nella giustizia italiana; c'è il rischio che tale decisione giurisdizionale possa rappresentare un precedente, che crea spazi per comportamenti arbitrari da parte degli agenti di pubblica sicurezza, in contrasto con le norme poste a presidio della libertà dei cittadini, nonché presupposto e fondamento della loro fiducia nelle forze di polizia e nei carabinieri; in particolare, ad avviso dell'interrogante non appare sostenibile sul piano dell'amministrazione della giustizia, nonché umano e civile, che il giudice estensore, dottor Vito Piglionica, abbia voluto attribuire a un cittadino deceduto in circostanze così drammatiche, Giuseppe Uva, ben 5 reati, che non erano stati segnalati nemmeno dagli agenti di polizia e dell'arma dei carabinieri che lo avevano trattenuto la notte del 14 giugno 2008, si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo ritengano che Giuseppe Uva abbia subito un trattamento lesivo dei suoi diritti fondamentali; se non ritengano necessario esercitare i poteri istruttori ed ispettivi conferiti loro dall'ordinamento per far luce sull'interra vicenda. (4-06203) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): reato delitto contro la persona


sequestro di persona

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14023 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 667 del 03/08/2016 Firmatari Primo firmatario: MOLTENI NICOLA Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI Data firma: 03/08/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 03/08/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14023 presentato da MOLTENI Nicola testo di Mercoledì 3 agosto 2016, seduta n. 667   MOLTENI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che: l'associazione «ConDivisa», l'unica associazione che si propone di diffondere gratuitamente la legalità al fianco della divise, promuovendo i valori etici e sociali che caratterizzano gli uomini e le donne delle Forze dell'ordine, rileva un crescente


disagio degli operatori della polizia penitenziaria nelle carceri italiane e, attraverso costanti iniziative e comunicati da parte del presidente Lia Staropoli, tenta di evidenziare le problematiche inerenti il mancato riallineamento dei funzionari di polizia penitenziaria; nell'anno 2000, con il decreto legislativo n. 146, sono stati istituti i ruoli direttivi «ordinario» e «speciale» del corpo di polizia penitenziari, ruoli che sin dalla riforma del 1990 costituivano il passo necessario, a lungo atteso, per una effettiva parificazione della polizia penitenziaria alle altre forze di polizia ad ordinamento civile; l'emanazione di detto decreto, attuativo della legge delega n. 266 del 1999, doveva rappresentare la possibilità per il corpo di polizia penitenziaria di avere una propria classe dirigente con attribuzioni funzionali e carriera analoga a quella riservata al personale direttivo e dirigenziale delle altre Forze di polizia ad ordinamento civile, quali Polizia di Stato e corpo forestale dello Stato; nei fatti, con la disciplina contenuta nel decreto legislativo n. 146 del 2000, si è giunti ad avviso dell'interrogante, ad un contrasto con il principio costituzionale di uguaglianza e alle mancata attuazione della legge delega n. 266 del 1999, come dimostrano i numerosi ricorsi giurisdizionali pendenti dinanzi al TAR del Lazio; attualmente, i ruoli direttivi, ordinario e speciale, del corpo di polizia penitenziaria, sono stati, infatti, istituiti tradendo le premesse della legge delega, che li concepiva «articolati in qualifiche con ordini gerarchici e con livelli analoghi a quelli dei corrispondenti ruoli dei commissari della Polizia di Stato»; con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 334 del 2000, e del decreto legislativo n. 155 del 2001, disciplinanti i nuovi assetti della polizia di Stato e del corpo forestale dello Stato, si è determinata per i funzionari della polizia penitenziaria una gravissima sperequazione di trattamento che mortifica i ruoli direttivi nello status giuridico, nelle attribuzioni funzionali e nel trattamento economico. Di fatto, i funzionari del Corpo sono parificati nell'accesso al ruolo, per effetto della tabella di equiparazione di cui al decreto legislativo n. 257 del 2000, al personale delle forze armate inquadrato nel grado di «sottotenente»; sebbene siano trascorsi 15 anni da tale gravissima sperequazione normativa, nessun intervento legislativo è stato sostenuto per ridare dignità, in termini di equiparazione alle altre forze di polizia, alla classe dirigente della polizia penitenziaria quando anche un mero richiamo all'ordinamento della Polizia di Stato, in particolare agli articoli 22-bis e 22-ter del decreto legislativo n. 334 del 2000, sarebbe stato sufficiente per sanare lo squilibrio esistente; si ricorda, in proposito, che i funzionari della polizia penitenziaria sono penalizzati rispetto ai colleghi della polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato per quanto attiene alla qualifica iniziale nei ruoli, successiva ai corsi di formazione, che risulta di «vice commissario» per la polizia penitenziaria (parametro stipendiale


133,25), e di «commissario capo» per le altre forze di polizia (parametro stipendiale pari a 144,50); si evidenzia, altresì, che sono previsti sviluppi di carriera notevolmente più lenti per i funzionari della polizia penitenziaria, considero che il personale del ruolo dei commissari della polizia di Stato e del ruolo direttivo del Corpo forestale dello Stato raggiunge il livello apicale (rispettivamente di «vice questore aggiunto» e di «vice questore forestale») in ruolo aperto (cui hanno accesso tutti i funzionari) maturando cinque anni e sei mesi di effettivo servizio, laddove la per la polizia penitenziaria è prevista la promozione al livello equivalente (di «commissario coordinatore», oggi da aggiornare con la qualifica di «vice questore aggiunto penitenziario»), attraverso uno «scrutinio per merito comparativo» in ruolo chiuso (consentito solo ad un numero esiguo di funzionari), dopo una permanenze nelle qualifiche doppia a quelle previste nelle altre forze di polizia; per tali ragioni l'articolo 1, comma 973, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, ha recentemente disposto l'equiparazione delle carriere dei ruoli direttivi della polizia penitenziaria a quelle dei corrispondenti ruoli direttivi della polizia di Stato di cui al decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 334 e successive modificazioni ed integrazioni, reperendo nella legge finanziaria gli esigui fondi rivolti a risolvere definitivamente la menzionata sperequazione giuridica ed economica dei funzionari di polizia penitenziaria; in tale sperequato panorama normativo nasce, quindi, la necessità di adeguare materialmente l'inquadramento dei funzionari della polizia penitenziaria a quello della polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato attraverso un provvedimento normativo che si limiti a raccordare i principi contenuti nel decreto legislativo n. 334 del 2000 ed decreto legislativo n. 146 del 2000, in ossequio ai principi ribaditi dall'articolo 8, comma 1, lettera a), della legge 7 agosto 2015, n. 124; si rappresenta infatti come l'imminente riallineamento sia propedeutico anche all'imminente attività di riordino delle forze di polizia, il cui principale ed ineludibile fondamento su cui si regge la stessa legge delega cosiddetta Madia, è l'equità tra forze di Polizia. Ed infatti, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, lettera a), della legge 7 agosto 2015, n. 124, alla base del «riordino» è imposta una «sostanzia – ergo effettiva – equiparazione tra i ruoli dei diversi corpi». Per quarto attiene al ruolo apicale del corpo, questo si traduce nella necessità che tutte le forze di polizia abbiano garantita, in maniera proporzionale, le stesse percentuali di dirigenti, in ossequio all'articolo 3 della Costituzione ed alle medesima legge delega. Ed infatti l'unico criterio previsto dalla legge delega di cui sopra, è il principio di equiordinazione tra forze di polizia nazionali; tale equiparazione deve necessariamente riguardare anche la progressione in carriera e la denominazione, oltre che l'articolazione delle qualifiche, comportando peraltro la fondamentale modifica della qualifica di «commissario coordinatore» in


«vice questore penitenziario», così come accaduto per l'omologo grado del corpo forestale dello Stato, pena la palese violazione della delega stessa; si rammenta, peraltro, che il Ministro Orlando in occasione della festa del corpo di polizia penitenziaria tenutasi nel maggio 2015, alla presenza del Presidente della Repubblica, aveva testualmente affermato: «... Posso qui annunciare, finalmente, che è stata già predisposta una norma con individuazione anche delle risorse economiche. Essa sarà presentata dal Governo come emendamento al disegno di legge relativo al processo penale e all'ordinamento penitenziario, pendente in commissione giustizia alla Camera. L'esame del testo sarà avviato nei prossimi giorni e ne è prevista la calendarizzazione nel prossimo mese di giugno (2019), in vista di una definitiva approvazione che auspico rapida. Si tratta di un impegno che avevo preso lo scorso anno (2014) e che ora si trova a portata di mano in un'azione concreta e immediatamente praticabile...» Pertanto a distanza di oltre un anno risulta palese il mancato rispetto dei solenni impegni presi con i Funzionari del Corpo; il mancato riallineamento, inoltre, non costituisce l'unico pregiudizio per i funzionari di polizia penitenziaria, i quali vengono ammessi alla qualifica superiore con eccezionale e costante ritardo da parte del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, registrando una incommentabile media di 3 anni e 6 mesi di ritardo, che in alcuni casi ha superato anche i 4 anni –: quali iniziative si intendano intraprendere al fine di evitare il ripetersi dei gravi e reiterati ritardi nelle promozioni al grado superiore funzionari di polizia penitenziaria ed in particolare quali iniziative normative ed entro quale tempistica verranno adottate per dare attuazione all'articolo 1, comma 973, della legge 208, del 28 dicembre 2015 e consentire, quindi, l'adeguamento giuridico ed economico delle carriere dei funzionari del Corpo a quelle degli omologhi funzionari della polizia di Stato e del corpo forestale dello Stato, assicurando che per la polizia penitenziaria, così come avviene per il corpo forestale dello Stato e per la polizia di Stato, vi sia la denominazione di vice questore penitenziario, in luogo di quella di commissario coordinatore, che costituisce un unicum nel panorama delle forze di polizia e delle forze armate. (4-14023) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): funzionario guardia forestale carriera professionale


ATTO SENATO ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02495/023 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 673 del 02/08/2016 Firmatari Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC) Data firma: 02/08/2016

Stato iter: 08/02/2016 Fasi iter: DICHIARATO PRECLUSO IL 02/08/2016 CONCLUSO IL 02/08/2016 Atto Senato Ordine del Giorno 9/2495/23 presentato da ALDO DI BIAGIO martedì 2 agosto 2016, seduta n. 673 Il Senato, in sede di esame del!'AS 2495 recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio"; premesso che: il provvedimento in esame reca misure finalizzate a garantirete funzioni fondamentali degli enti locali intervenendo anche in materia di relazione al mantenimento di standard operativi di sicurezza a seguito della crescente richiesta di sicurezza proveniente dal territorio nazionale, anche a seguito dell'acuirsi dell'allarme terrorismo e delle criticìtà dello scenario internazionale; è opportuno ricordare che, al fine di soddisfare le esigenze di vivibilità del contesto pubblico, urbano e metropolitano, l'amministrazione locale si avvale anche dell'operato della-polizia locale, segnatamente in tema di sicurezza pubblica;


peraltro, la Polizia Locale è ormai impegnata in operazioni di sicurezza e soccorso pubblico al fianco delle altre forze di polizia tanto in situazioni di estemporanea emergenza, quanto nell'ambito dell'azione più strutturata e programmata prevista dai cosiddetti "patti per la sicurezza" avviati dal Ministero dell'Interno a partire dal 2007; ad un tale coinvolgimento sempre più stringente, che di fatto ha mutato i contorni operativi e funzionali dell'agente di polizia locale, non ha corrisposto tuttavia un necessario adegua mento normativo che garantisse, dal punto di vista dell'inquadramento, la piena funzionalità del comparto; è opportuno ricordare, infatti, che l'ordinamento della polizia locale appare ancora informato alla legge 7 marzo 1986, n. 65, che allo stato attuale dei compiti e delle funzioni attribuite agli agenti, risulta assolutamente inadeguata anche perchè mantiene l'inquadramento del personale di polizia locale come personale amministrativo, senza considerarne le specificità; tale normativa richiederebbe un opportuno aggiornamento finalizzato a garantire a tutti gli effetti l'operatività e la funzionalità del comparto, rispecchiando anche le esigenze e i compiti di cui la polizia locale è investita, di fatto, al pari delle altre forze di polizia ad ordinamento centrale e rispecchiando anche l'esigenza di una maggiore sinergia tra gli attori coinvolti nelle operazioni di sicurezza e soccorso pubblico; sarebbe pertanto opportuno che tale aggiornamento, quantomai opportuno in una fase delicata come quella attuale anche al seguito del crescente allarme terrorismo che lo scenario internazionale impone, avesse il suo principio cardine nell'imprescindibile inserimento della polizia locale all'interno del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, insieme al superamento dei limiti funzionali che ne condizionano attualmente l'operatività; tale aggiornamento dovrebbe altresì essere informato al superamento delle criticità derivanti dall'abrogazione degli istituti di tutela accertamento della dipendenza dell'infermità da causa di servizio, rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, equo indennizzo e pensione privilegiata a seguito delle disposizioni di cui all'articolo 6 comma 1 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, che erroneamente non ha inserito la polizia locale tra le categorie esposte a rischio per le quali mantenere in deroga i suddetti istituti; a un tale quadro complessivamente critica del comitato si aggiungono le criticità delle singole situazioni che a livello locale presentano problematiche relative alla carenza di organico, che di fatto rende ancor più difficile garantire sul territorio una efficiente ed efficace azione di tutela della vivibilità del contesto pubblico; a tal riguarda è opportuno citare il caso della città di Roma, che si trova in una carema strutturale stimata intorno alle 3000 unità e dove il concorso definito nel 2010 per sopperire a tale carenza attraversa l'assunzione di 300 nuovi agenti e le


cui prove furono avviate nel 2012 è armai fermo da quattro anni, nonostante il moltiplicarsi di ricorsi ed interventi del TAR; impegna il Governo: ad attivare le opportune misure, anche in sede normativa, finalizzate a superare le criticità evidenziate in premessa garantendo l'adeguata operatività del personale afferente la polizia locale definendo altresì, nelle situazioni localmente in sofferenza di organico le misure finalizzate a consentire nuovi inserimenti anche attraverso la ripresa delle procedure concorsuali già avviate e attualmente in fase di stallo. (numerazione resoconto Senato G16.201) (9/2495/23) DI BIAGIO Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): polizia locale spese ospedaliere personale

ATTO SENATO RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00250 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 185 del 02/08/2016 Firmatari Primo firmatario: VATTUONE VITO Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 02/08/2016

Commissione assegnataria Commissione: 4. COMMISSIONE (DIFESA) Stato iter: 08/03/2016


Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 02/08/2016 VATTUONE VITO PARTITO DEMOCRATICO INTERVENTO PARLAMENTARE 02/08/2016 MARTON BRUNO MOVIMENTO 5 STELLE GASPARRI MAURIZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' XVII LEGISLATURA DICHIARAZIONE VOTO 02/08/2016 PEGORER CARLO PARTITO DEMOCRATICO BATTISTA LORENZO PER LE AUTONOMIE (SVP-UV-PATT-UPT) - PSI - MAIE PARERE GOVERNO 02/08/2016 ROSSI DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO DIFESA DICHIARAZIONE VOTO 03/08/2016 DIVINA SERGIO LEGA NORD E AUTONOMIE Fasi iter: DISCUSSIONE IL 02/08/2016 ACCOLTO IL 02/08/2016 PARERE GOVERNO IL 02/08/2016 RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 02/08/2016 DISCUSSIONE IL 03/08/2016 APPROVATO IL 03/08/2016 CONCLUSO IL 03/08/2016 Atto Senato Risoluzione in Commissione 7-00250 presentata da VITO VATTUONE testo presentato Martedì 2 agosto 2016 modificato mercoledì 3 agosto 2016, seduta n.186 La Commissione difesa, a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, dell'affare assegnato sul riordino delle carriere delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare, premesso che: a) l'articolo 3, comma 155 della legge n. 350 del 2003 già stanziava risorse economiche da destinare a provvedimenti normativi volti: -al riallineamento delle posizioni di carriera del personale dell'Esercito, della Marina, ivi comprese le Capitanerie di porto, e dell'Aeronautica inquadrato nei ruoli dei marescialli con quelle del personale dell'Arma dei carabinieri inquadrato nel


ruolo degli ispettori; -al riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e delle Forze di polizia; -all'equiparazione, nell'articolazione delle qualifiche, nella progressione di carriera e nel trattamento giuridico ed economico, del personale direttivo del Corpo di polizia penitenziaria ai corrispondenti ruoli direttivi della Polizia di Stato; b) l'articolo 8, comma 1, lettera a) della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante: "Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", delegava il Governo ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della stessa legge, agosto 2016, uno o più decreti legislativi per modificare la disciplina della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei Ministeri, delle agenzie governative nazionali e degli enti pubblici non economici nazionali; c) tra i principi e criteri direttivi della predetta delega, con riferimento all'amministrazione centrale e a quella periferica, figurano le modificazioni agli ordinamenti del personale delle Forze di polizia, in aderenza al nuovo assetto funzionale e organizzativo, anche attraverso la revisione della disciplina in materia di reclutamento, di stato giuridico e di progressione in carriera tenendo conto del merito e delle professionalità, nell'ottica della semplificazione delle relative procedure, prevedendo l'eventuale unificazione, soppressione ovvero istituzione di ruoli, gradi e qualifiche e la rideterminazione delle relative dotazioni organiche, comprese quelle complessive di ciascuna Forza di polizia, in ragione delle esigenze di funzionalità e della consistenza effettiva alla data di entrata in vigore della presente legge, ferme restando le facoltà assunzionali previste alla medesima data, nonché assicurando il mantenimento della sostanziale equiordinazione del personale delle Forze di polizia e dei connessi trattamenti economici, anche in relazione alle occorrenti disposizioni transitorie, ferme restando le peculiarità ordinamentali e funzionali del personale di ciascuna Forza di polizia; d) l'articolo 7, comma 4-bis, del decreto-legge n. 185 del 2015, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 9 del 2016, ha novellato l'articolo 1, comma 5, della legge delega per la revisione dello strumento militare (n. 244 del 2012), prevedendo che una quota parte non superiore al 50 per cento dei risparmi di spesa di parte corrente di natura permanente derivanti da tale revisione debba essere impiegato per adottare -entro il 1° luglio 2017- ulteriori disposizioni integrative al fine di assicurare la sostanziale equiordinazione delle Forze armate e delle Forze di polizia; e) l'articolo 1, comma 2, della legge n. 131 del 2016 (conversione,con modificazioni, del decreto-legge n. 67 del 2016, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia), ha prorogato da 12 a 18 mesi il termine per l'esercizio delle deleghe contenute nell'articolo 8 della legge n. 124 del


2015, con l'intento di avvicinare la scadenza della delega relativa al riordino delle carriere delle Forze di Polizia ivi prevista con i termini stabiliti dalla legge n. 244 del 2012 in ordine all'equiordinazione con le Forze armate; f) la legge di stabilità 2016 ha opportunamente riconosciuto al personale appartenente ai corpi di polizia, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e alle Forze armate, non destinatario di un trattamento retributivo dirigenziale pari a 960 euro su base annua, da corrispondere in quote di pari importo a partire dalla prima retribuzione utile e in relazione al periodo di servizio prestato nel corso dell'anno 2016; g) il principio di equiordinazione del personale delle Forze armate e di polizia e la conseguente visione unitaria del comparto difesa, riconosciuto anche nella sentenza della Corte costituzionale n. 277 del 1991, informa la disciplina dei compiti e dei connessi trattamenti economici di tale personale, fermi restando i rispettivi compiti istituzionali; h) il tema del riordino delle carriere e l'unitarietà delle relative discipline è particolarmente sentito dagli appartenenti alle forze del comparto sicurezza-difesa, oggi chiamate a uno sforzo ancora maggiore per la tutela del nostro Paese e dei suoi cittadini nei confronti di minacce interne ed esterne, in particolar modo quelle di natura terroristica, anche alla luce dei numerosi fatti che hanno colpito Paesi a noi vicini e causato la morte anche di cittadini italiani; i) in data 28 luglio 2016 il Governo, sentiti i pareri delle Camere, ha adottato il decreto legislativo recante la razionalizzazione delle funzioni di polizia e l'assorbimento del Corpo forestale dello Stato. preso atto, altresì, delle risultanze dell'audizione, effettuata dalla Commissione il 27 luglio 2016, del personale dirigenziale della Ragioneria generale dello Stato competente in materia; impegna il Governo: - a pervenire ad una disciplina armonica delle carriere che valorizzi gli importanti ruoli svolti dalle Forze armate e di Polizia; - a far sì che il processo di riordino veda garantito lo stanziamento di adeguate risorse finanziarie già attraverso il prossimo disegno di legge di bilancio. (7-00250) VATTUONE Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): assunzione ente pubblico


polizia

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06238 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 674 del 03/08/2016 Firmatari Primo firmatario: IURLARO PIETRO Gruppo: ALLEANZA LIBERALPOPOLARE - AUTONOMIE Data firma: 03/08/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 03/08/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06238 presentata da PIETRO IURLARO mercoledì 3 agosto 2016, seduta n.674 IURLARO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che: il decreto legislativo n. 67 del 2011 è volto a consentire ai lavoratori dipendenti, impegnati in lavori o attività connotati da un particolare indice di stress psicofisico, di maturare il diritto al trattamento pensionistico con un anticipo di 3 anni; per quanto riguarda la platea dei soggetti beneficiari, il decreto dispone che possano usufruire del pensionamento anticipato 4 diverse categorie di soggetti: a) i lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti di cui all'articolo 2 del


decreto ministeriale 19 maggio 1999; b) i lavoratori subordinati notturni come definiti dal decreto legislativo n. 66 del 2003; c) i lavoratori alle dipendenze di imprese, cui si applicano i criteri per l'organizzazione del lavoro impegnati all'interno di un processo produttivo in serie; d) i conducenti di veicoli, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo; il lavoro dei dipendenti da istituti di vigilanza privata conferito con decreto interministeriale 27 aprile 2006 e con l'art. 41, comma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008 (l'orario di lavoro e la sua regolamentazione è demandato al contratto collettivo nazionale di categoria), come quello delle forze di polizia, è stato escluso dall'applicazione del decreto legislativo n. 66 del 2003, nonostante tale attività sia caratterizzata dalla notoria esistenza di fattori e rischi in grado di determinare alti tassi di stress psicofisico e dai carichi di lavoro irregolari; la prima disposizione normativa in tema di vittime del dovere fu la legge n. 629 del 1973, che istituì una pensione speciale per le vedove ed i figli degli appartenenti alle forze di polizia italiane, mentre la legge n. 624 del 1975 stabilì elargizioni a favore dei familiari delle vittime del dovere; la legge n. 466 del 1980 fu la prima norma che diede una definizione delle vittime del dovere, modificando la legge n. 669 del 1973; nella disciplina prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2006, è previsto un particolare elenco di pubblici funzionari particolarmente esposti ad essere vittime nello svolgimento del proprio dovere. Esso comprende: i magistrati ordinari della magistratura italiana; gli appartenenti alle forze armate italiane: all'Aeronautica militare; all'Arma dei Carabinieri; all'Esercito italiano; alla Marina militare; alla Guardia di finanza e gli appartenenti alle forze di polizia italiane: al Corpo nazionale dei vigili del fuoco; al Corpo forestale dello Stato; alla Polizia di Stato; alla Polizia penitenziaria; alla Polizia municipale; la legislazione prende in considerazione gli eventi luttuosi o le invalidità riportate in conseguenza di eventi verificatisi nel contrasto ad ogni tipo di criminalità; nello svolgimento di servizi di ordine pubblico; nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari; in operazioni di soccorso; in attività di tutela della pubblica incolumità; a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, caratteristiche di ostilità; la guardia particolare giurata, come si evince dalla definizione, al momento del rilascio dei titoli, effettua un giuramento di fedeltà alla nazione, alle sue leggi e al Presidente della Repubblica, il medesimo che prestano gli appartenenti alle forze dell'ordine e armate nonché tutti coloro che devono esercitare dei pubblici poteri o


delle pubbliche potestà; la guardia particolare giurata svolge comunque un servizio di pubblica utilità e sempre più spesso, sostituisce le forze dell'ordine nel controllo degli obiettivi sensibili, quali le strutture aeroportuali e portuali, gli uffici pubblici, le strutture sanitarie, i tribunali e così via; le guardie particolari giurate, che prestano la loro opera di vigilanza presso enti pubblici e privati, sono ormai figure di spicco nelle attività commerciali di cui il cittadino è utente: banche, supermercati, ospedali, centri commerciali, aeroporti, porti, trasporto valori; sarebbe, quindi, opportuno, a parere dell'interrogante, garantire la possibilità e la precedenza di pensionamento anticipato ai lavoratori del settore della vigilanza privata e alle guardie particolari giurate, si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno e necessario attivarsi per il reintegro, all'interno del decreto legislativo n. 66 del 2003, dei lavoratori del settore della vigilanza privata, dal momento che lo svolgimento dei vari servizi è riconducibile alle attività di tutela della pubblica incolumità, e demandare la regolamentazione dell'orario di lavoro al suddetto decreto; quali azioni normative intenda porre in essere, affinché le guardie particolari giurate possano, ove ne sussistano i requisiti, accedere prioritariamente al trattamento pensionistico per i lavori usuranti. (4-06238) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): sicurezza e sorveglianza lotta contro la criminalita' pensionamento anticipato

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06239 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17


Seduta di annuncio: 674 del 03/08/2016 Firmatari Primo firmatario: STEFANI ERIKA Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE Data firma: 03/08/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 03/08/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06239 presentata da ERIKA STEFANI mercoledì 3 agosto 2016, seduta n.674 STEFANI - Al Ministro dell'interno - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante: stando a notizie pubblicate dalla stampa locale, in data 1° agosto 2016, il sindacato di polizia SAP di Vicenza avrebbe rappresentato al prefetto una situazione difficile, dal punto di vista del mantenimento della sicurezza, prossima "al collasso", anche a causa della forte contrazione degli agenti effettivi disponibili per il presidio del territorio: "nell'ultimo decennio" infatti, si sarebbe registrato "un calo di circa 150 agenti"; secondo i dati forniti dalla sigla sindacale, sarebbero in effetti attualmente in servizio presso la Questura di Vicenza, la Polizia stradale ed il commissariato di Bassano circa 260 poliziotti; nel 2015, sono andati in pensione 30 agenti ed altri 21 saranno collocati in quiescenza a fine 2016; per effetto di queste contrazioni, il solo commissariato di Bassano è passato da un organico di 60 operatori ad uno di 40, perdendo improvvisamente il 30 per cento dei propri organici, ed è destinato a calare ulteriormente, visto che nel 2016 sono


stati assegnati a Vicenza solo due agenti in piĂš, a causa dei limiti imposti al turn over; complica ulteriormente la situazione l'invecchiamento del personale rimasto, la cui etĂ media si attesta ormai giĂ attorno ai 50 anni; secondo le fonti sindacali, sarebbe peraltro insufficiente persino il mantenimento delle piante organiche esistenti, dal momento che risalgono al 1989, quando non esisteva ancora il flusso migratorio che raggiunge attualmente il nostro Paese; in effetti, risulta che la gestione dei richiedenti asilo costituisca un onere particolarmente gravoso per la Questura vicentina, che ogni giorno deve destinarvi non meno di 5 poliziotti "che potrebbero fare altro", come fatto notare dagli ambienti sindacali, si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo non reputi opportuno riconsiderare le scelte in materia di turn over fatte con riferimento al personale delle forze dell'ordine; se non ritenga necessario invertire la tendenza al taglio del personale che ha colpito la Polizia di Stato nella provincia di Vicenza, proseguita malgrado l'afflusso dei migranti irregolari richiedenti asilo stesse accrescendo i compiti gravanti sugli effettivi rimasti delle forze dell'ordine. (4-06239) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): asilo politico soppressione di posti di lavoro migrazione illegale

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14042 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 668 del 05/08/2016 Firmatari


Primo firmatario: MOLTENI NICOLA Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI Data firma: 04/08/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 04/08/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14042 presentato da MOLTENI Nicola testo di Venerdì 5 agosto 2016, seduta n. 668   MOLTENI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che: è in corso di svolgimento il concorso interno per 1400 vice ispettori della polizia di Stato, concorso bandito nel mese di settembre 2013, per il quale sono state presentate circa 22.000 domande. Dopo una prima prova preselettiva svolta il 16 giugno 2014 ed articolata con 80 quesiti a scelta multipla su ben cinque materie di diritto, superata da circa 7000 candidati, il 29 gennaio 2015 si è svolta la prova scritta, consistente nella stesura di un elaborato di diritto penale che verteva sulla descrizione della struttura del reato e sulle cause di giustificazione e che si riteneva superata con il punteggio di 35/50. Quasi un anno dopo, il 17 dicembre 2015, sono stati resi noti i risultati della prova scritta e, anche tenendo conto della semplicità della tratta proposta per agenti ed ufficiali di p.g. in servizio da almeno 12 anni, sin da subito numerosissimi candidati esclusi e quasi tutte le organizzazioni sindacali della polizia di Stato, hanno ravvisato delle anomalie che sono state prontamente illustrate al dipartimento della polizia di Stato ed al signor Ministro dell'interno; con grande sorpresa si è appreso che la commissione ha ritenuto di ammettere


alla successiva prova orale solo 2127 candidati. Ciò che spicca è la presenza tra gli idonei alla prova scritta di oltre 1400 candidati ex aequo, tutti con punteggio di 35/50, ovvero 2/3 degli idonei tutti giudicati nello stesso singolo cinquantesimo corrispondente al minimo punteggio utile all'ammissione alla prova orale. Di più, spicca un numero spropositato di temi valutati con i punteggi di 28 e 25, a fronte di nessun elaborato valutato 34 e di appena 73 candidati il cui elaborato è stato valutato con un punteggio compreso tra 30 e 33, come se si fosse passati da un 7 pieno attribuito ad oltre 1400 candidati ad un voto compreso tra 5 e 5,5 per quasi tutti gli altri. La rilevante e curiosa anomalia statistica è stata in seguito certificata dal professor Alessandro Polli, docente di statistica economica presso l'università La Sapienza di Roma, come scientificamente impossibile; alla luce di quanto sopra, i candidati esclusi, riunitisi in un'associazione denominata «Tutela & Trasparenza», hanno acquisito tutti gli atti del procedimento amministrativo, compresi tutti gli elaborati che la commissione ha giudicato idonei. L'analisi del materiale in argomento, ha fatto emergere un gran numero di elaborati che, pur valutati idonei, non risultano assolutamente migliori di tantissimi altri valutati non idonei, come se la linea di demarcazione tra idoneo e non idoneo non fosse stata uniformemente applicata; tra gli elaborati giudicati idonei ne spiccano alcuni con grossolani errori grammaticali, come nei casi di candidati che scrivono a, o oppure anno senza la h, perquoto con la q, coscenza senza la i, endicap al posto di handicap, distinsione con la s, leggittimo con 2 g, l'ascriminante anziché la scriminante, un azione ed un omissione senza apostrofo, e altro; altri elaborati giudicati idonei, al netto della pedissequa copiatura di vari articoli del codice penale e della Costituzione, constano di poche righe di testo (in un caso ne sono state contate appena 17 !); dunque, per ottenere l'idoneità, ai candidati esclusi sarebbe bastato trascrivere gli articoli del codice penale; numerosissimi sono i casi di elaborati giudicati idonei nonostante la presenza di errori concettuali di diritto come nel caso di candidati che confondono l'elemento soggettivo del reato col soggetto attivo, che citano tra gli elementi essenziali della struttura del reato il precetto e la sanzione, che letteralmente scrivono «Il reato è una norma prevista dalla legge», che non sanno cosa sia la causalità al punto da scrivere sempre casualità, che, demolendo le basi del diritto penali, civile ed amministrativo, scrivono che i reati si distinguono in illeciti civili e amministrativi per diverse nature delle sanzioni (delitti e contravvenzioni); il giudizio della commissione che ha valutato idoneo un elaborato in cui è scritto: «all'uscita della banca se il rapinatore non impugna l'arma direttamente non si è autorizzati a sparargli ad altezza petto bensì alle gambe per evitargli la fuga» appare, all'interrogante se non irragionevole, arbitrario; è davvero singolare, per non dire sospetto, il fatto che tra gli elaborati giudicati


idonei ve ne siano numerosi per larghi tratti identici a documenti presenti in rete o a libri di testo; uno degli elaborati giudicati idonei è risultato addirittura sovrapponibile per il 90 per cento ad un testo reperibile su internet, mentre un altro è apparso del tutto identico ai passaggi di ben 7 diversi documenti presenti in rete, tra i quali una tesi di laurea, tutto questo nonostante, come è ovvio, non si potessero consultare libri di testo né si potesse accedere al web durante le prove d'esame; la commissione ha peraltro espulso ben 38 candidati durante la prova ed ha annullato altri 38 elaborati in sede di correzione in quanto copiati; è infine a dir poco curioso il fatto che tra gli elaborati giudicati idonei ve ne siano alcuni con segni e diciture che non avrebbero motivo di essere presenti sul compito, come nel caso dei candidati che hanno scritto: mi dispiace non sono riuscito a trascrivere il testo in bella copia oppure si ringrazia per l'attenzione o ancora nota per il funzionario che valuterà: per mancanza di tempo lo svolgimento della traccia continua nel foglio della brutta copia contrassegnata dal numero di pagina 6 oppure sono spiacente ho ultimato il tempo, si voglia leggere l'ultima parte dell'elaborato sulle ultime due pagine della brutta copia contrassegnate. Grazie scusate; in considerazione di quanto emerso, e sommariamente qui riprodotto, sono centinaia i poliziotti che, ritenendosi danneggiati, hanno presentato ricorso al Tar o al Presidente della Repubblica, sobbarcandosi anche delle spese notevoli se rapportate alle retribuzioni e stabilendo una sorta di record per numero di 7 ricorsi ai concorsi pubblici, immobilizzando il Tar del Lazio; un numero ancora maggiore di candidati, anch'essi ritenendosi discriminati – dopo che il Capo della polizia prefetto Alessandro Pansa aveva assicurato la trattazione di tutte le istanze di rivalutazione degli elaborati di coloro che si ritenevano danneggiati – ha presentato un'istanza di ricorrezione del proprio elaborato; le prime 120 istanze di ricorrezione di cui sopra, esaminate dalla stessa commissione in due sessioni da 6 ore ciascuna, sono state rispedite tutte al mittente con la conferma del giudizio espresso, questo nonostante ognuno degli istanti avesse chiesto un giudizio in comparazione con un congruo numero di elaborati evidentemente non rispondenti ai criteri di valutazione; non poche appaiono le anomalie proprio riguardo alla composizione della commissione esaminatrice, presieduta da un prefetto a.r. da oltre tre anni, nonostante la normativa richiamata nel bando prevedesse che non potesse essere nominato presidente di commissione un prefetto a.r. da oltre tre anni; un suo componente, inoltre, era anche l'autore del testo di preparazione al concorso, di cui era coautore un consigliere del TAR del Lazio, stesso organo amministrativo deputato a giudicare i ricorsi; altri componenti non erano neppure laureati in Legge, in antitesi alle previsioni normative in materia di concorsi che prevedono


che i componenti delle commissioni per i concorsi pubblici debbano essere scelti tra esperti nelle materie d'esame; nonostante tutto quanto precede, il concorso in argomento si è svolto in maniera spedita e anche nella prova orale ed in quella attitudinale si sono registrate delle anomalie; la prova orale, ad esempio, è stata caratterizzata da due diverse sessioni (mattutina e pomeridiana) che si sono svolte nella stessa giornata, ma la delibera del giudizio viene comunicata solo alla fine della seconda sessione e diversi candidati esclusi hanno lamentato anche qui delle evidenti disparità di trattamento; ancor più evidenti sono le contraddizioni emerse nella prova attitudinale, che è stata svolta malgrado al concorso partecipassero agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria aventi almeno 12 anni di servizio, da tempo anche assegnati ad incarichi superiori, visto che nel ruolo degli ispettori, proprio a causa dei «mancati concorsi», vi è una carenza di organico di circa 11.000 unità; ciò nonostante, dopo aver superato una prova preselettiva, una prova scritta ed una prova orale, alcuni candidati sono stati esclusi dal concorso in seguito a tali «accertamenti» che, pare, spesso hanno riguardato aspetti personali poco attinenti con il solo ruolo da ispettore –: se nello svolgimento del concorso di cui in premessa sia stato e sarà garantito il precetto costituzionale di cui all'articolo 97, comma 1: «I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione», atteso che il primo passo per l'attuazione del disposto costituzionale è legato a procedure di cristallina trasparenza per il reclutamento ed indefettibile certezza di preparazione dei candidati ai concorsi pubblici; quali iniziative il Governo assumerà in merito al prossimo corso di formazione per vice ispettore della polizia di Stato visto che, qualora fossero confermate le circostanze generalizzate in premessa, sarebbero state violate le norme sulla trasparenza nei concorsi pubblici; quali iniziative vorrà intraprendere il Governo, atteso che nel ruolo degli ispettori della polizia di Stato vi è una carenza organica di oltre 11.000 posti; quali iniziative vorrà prendere il Governo in ragione del fatto che l'imminente riordino delle carriere suggerirebbe di considerare l'ampliamento del numero dei candidati da ammettere al corso di formazione per vice ispettore della polizia di Stato; quali iniziative vorrà intraprendere il Governo per approntare una tutela in favore di quella parte di uomini e donne della polizia di Stato che dovesse risultare ingiustamente esclusa dal concorso; se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative per pervenire comunque


ad un riequilibrio organico del ruolo degli ispettori, garantendo altresì, a tutti i candidati che saranno ritenuti meritevoli, una posizione di equità in adesione ai princìpi di cui agli articoli 3 e 97 della nostra Costituzione. (4-14042)

ATTO SENATO ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02495/010 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 673 del 02/08/2016 Firmatari Primo firmatario: MORONESE VILMA Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 02/08/2016

Stato iter: 08/02/2016 Fasi iter: DICHIARATO PRECLUSO IL 02/08/2016 CONCLUSO IL 02/08/2016 Atto Senato Ordine del Giorno 9/2495/10 presentato da VILMA MORONESE martedì 2 agosto 2016, seduta n. 673 Il Senato, nell'ambito dell'esame del disegno di legge Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio, premesso che: l'articolo 6-bis definisce Misure urgenti per la funzionalità e il potenziamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; considerato che: ancora oggi si registrano discriminazioni di trattamento tra vigili del fuoco e le altre forze di polizia sia con riferimento all'inquadramento contrattuale retributivo sia con


riferimento al coinvolgimento delle organizzazione sindacali; si impegna il Governo: a) ad assumere apposite iniziative anche di carattere normativo al fine di garantire; b) al Corpo nazionale dei vigili del fuoco risorse strumentali adeguate alle funzioni svolte; c) l'equiparazione rispetto agli altri corpi ad ordinamento civile in termini di inquadramento contrattuale, retributivo e pensionistico; d) pari coinvolgimento alle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del corpo dei vigili del fuoco, in occasione della predisposizione del documento di programmazione economica finanziaria. (numerazione resoconto Senato G6-bis.200) (9/2495/10) MORONESE Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): sindacato protezione civile

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06271 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 675 del 04/08/2016 Firmatari Primo firmatario: MAZZONI RICCARDO Gruppo: ALLEANZA LIBERALPOPOLARE - AUTONOMIE Data firma: 04/08/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO


delegato in data 04/08/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06271 presentata da RICCARDO MAZZONI giovedì 4 agosto 2016, seduta n.675 MAZZONI - Al Ministro dell'interno - Premesso che: ai sensi del Regio decreto 6 maggio 1940, n. 635 gli appartenenti alle forze dell'ordine con la qualifica di agenti di pubblica sicurezza "portano, senza licenza, le armi di cui sono muniti, a termini dei rispettivi regolamenti", precisando altresì che "La facoltà di portare le armi senza licenza è attribuita soltanto ai fini della difesa personale"; allo stato attuale, dunque, agli agenti di pubblica sicurezza, come ad altri cittadini, può essere riconosciuta la facoltà di portare armi per difesa personale, ai sensi dell'art. 42 del TULPS (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), in presenza dei requisiti previsti dalla medesima disposizione, ovvero "in caso di dimostrato bisogno"; il Consiglio di Stato, Sez. I, con i pareri n. 121/99 del 16 giugno 1999 e n. 1705/02 del 12 giugno 2002, nonché, con il parere n. 162/13, del 18 gennaio 2013, ha ritenuto, in assenza di particolari situazioni di pericolo, legittimi i dinieghi alle istanze di rilascio della licenza, ex art. 42 del TULPS, poiché, "pur in presenza di eventuali situazioni di pericolo, l'interessato può far fronte alle stesse con la pistola d'ordinanza, la quale, oltre ad essere a sua disposizione permanentemente, è anche pienamente adeguata, per caratteristiche tecnico balistiche, alle esigenze di difesa personale"; considerato che: alla luce di quanto esposto, i prefetti sono stati sensibilizzati a non concedere il porto d'armi agli appartenenti delle forze di Polizia in servizio, pur facilitandone la concessione a determinate categorie, ritenute a rischio, quali, ad esempio, gioiellieri e benzinai; le forze di Polizia hanno in dotazione una pistola di ordinanza, con 2 caricatori contenenti quindici colpi totali. Il secondo caricatore viene fornito di fatto vuoto e viene, dunque, dato in dotazione, soltanto al fine di alleggerire la molla interna


della pistola, attraverso un passaggio periodico dei proiettili da un caricatore all'altro; le pistole di ordinanza, viste le dimensioni, sono eccessivamente visibili in caso di trasporto delle stesse da parte degli agenti fuori servizio, allorchĂŠ questi non indossano, quindi, le divise di ordinanza. Tale circostanza induce, spesso, gli appartenenti alle forze dell'ordine fuori servizio ad essere disarmati per evitare allarme di carattere sociale, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, alla luce del particolare momento storico che vede un sempre piĂš elevato allarme terrorismo, non ritenga opportuno agevolare la concessione del porto d'armi agli appartenenti alle forze dell'ordine liberi dal servizio, facilitando, in tal modo, la possibilitĂ che questi siano, eventualmente, sempre armati asservendo, all'occorrenza, alle loro funzioni, anche al di fuori dell'orario di lavoro. (4-06271) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): arma personale armi da fuoco e munizioni orario di lavoro

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13980 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 665 del 01/08/2016 Firmatari Primo firmatario: DIENI FEDERICA Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 01/08/2016

Destinatari


Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 01/08/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13980 presentato da DIENI Federica testo di Lunedì 1 agosto 2016, seduta n. 665   DIENI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: il decreto 10 luglio 2015 approvava la graduatoria di merito del concorso interno, per titoli di servizio, a 7563 posti nella qualifica di vice sovrintendente della polizia di Stato, nonché dei decreti di rettifica della graduatoria, del bando e di tutti gli atti connessi, compreso il verbale della commissione esaminatrice in data 4 febbraio 2014; tale graduatoria è stata tuttavia contestata da diversi partecipanti al concorso, che hanno fatto ricorso al giudice amministrativo, per motivi afferenti ad un'iniqua valutazione dei requisiti atti alla maturazione del punteggio; in particolare, essi rilevano il fatto che, dato il principio di annualità del concorso per la progressione di carriera nelle forze di polizia, la commissione avrebbe, in modo arbitrario, derogato allo stesso prevedendo, per la valutazione dei titoli, l'attribuzione di un punteggio finale complessivo a ciascun candidato, da far valere per ciascuna annualità oggetto del bando, prescindendo dal lasso di tempo in cui i titoli erano conseguiti; tale criterio di dubbia legittimità ha finito per favorire i concorrenti che hanno conseguito i maggiori titoli negli ultimi anni a discapito degli altri; in pratica chi aveva i titoli per quelle annualità è stato scavalcato da chi in quella annualità non aveva gli stessi titoli, perché conseguiti successivamente; a livello esemplificativo, se un concorrente conseguiva un titolo universitario nel 2012, esso è stato fatto valere sin dal 2004, con una disparità di trattamento rispetto a concorrenti che potevano vantare tale titolo da anni precedenti; tale esempio vale per tutti i titoli che comportavano un incremento di punteggio, cosicché anche se la graduatoria finale prevedeva distinzioni tra le singole annualità, nel decreto di attribuzione delle assegnazioni ai singoli candidati di fatto


tutte le annualità riportavano per ogni concorrente il medesimo punteggio; dall'illegittima applicazione del criterio sopra illustrato ne deriverebbe l'illegittimità della graduatoria di merito; ulteriori censure sollevate dai concorrenti penalizzati riguardano l'assegnazione, in proporzione, alle aliquote del 60 e 40 per cento stabilite dal regolamento n.144 del 2013, per eventuali scoperture determinate da rinunce o altre circostanze; in concreto, per gli agenti e gli assistenti non sarebbe garantita la sede, in quanto subordinata alle vacanze, mentre per gli assistenti capo tale garanzia sembrerebbe sussistere; nonostante il giudice amministrativo non abbia accolto la richiesta dei ricorrenti, considerata irricevibile per scadenza del termine perentorio di impugnazione del bando, nonostante il ricorso vertesse non su questo, ma sulla graduatoria finale, fatto che ha portato ad un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, cionondimeno appare opportuno che l'amministrazione competente renda noti i criteri per i quali sia stata operata la scelta di attribuire un punteggio finale complessivo a ciascun candidato, da far valere per ciascuna annualità oggetto del bando, prescindendo dal lasso di tempo in cui i titoli erano conseguiti e i motivi per i quali per gli agenti e gli assistenti non sarebbe garantita la sede, in quanto subordinata alle vacanze, mentre per gli assistenti capo tale garanzia sembrerebbe sussistere –: se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se la graduatoria di merito del concorso interno, per titoli di servizio, a 7563 posti nella qualifica di vice sovrintendente della polizia di Stato sia stata composta nel rispetto di quanto previsto dal bando con cui veniva indetto il concorso, e quali valutazioni abbiano condotto ad operare la scelta di attribuire un punteggio finale complessivo a ciascun candidato, da far valere per ciascuna annualità oggetto del bando, prescindendo dal lasso di tempo in cui i titoli erano conseguiti ed a favorire una disparità di trattamento per gli agenti e gli assistenti da una parte e per gli assistenti capo dall'altra. (4-13980) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): diploma ferie

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06240


Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 674 del 03/08/2016 Firmatari Primo firmatario: STEFANI ERIKA Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE Data firma: 03/08/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 03/08/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06240 presentata da ERIKA STEFANI mercoledì 3 agosto 2016, seduta n.674 STEFANI - Ai Ministri dell'interno e per la semplificazione e la pubblica amministrazione - Premesso che: il segretario generale del SAP, Sindacato autonomo di Polizia, Gianni Tonelli, ha inviato una lettera al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione per ricordare le inadempienze del Governo ad un anno esatto dalla sentenza della Corte costituzionale che ha sancito l'illegittimità del blocco dei contratti nel pubblico impiego; in tale sentenza, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 2015, veniva, in effetti, dichiarata dalla Corte costituzionale "l'illegittimità costituzionale sopravvenuta (...) del regime di sospensione della contrattazione collettiva risultante dal (...) decreto-legge 6 luglio 2011"; malgrado sia trascorso un anno da quella pronuncia, il Governo non ha ancora messo in moto le procedure per l'avvio dei rinnovi contrattuali, né sembra intenzionato a farlo, almeno per il momento;


pare invece che il rinnovo dei contratti pubblici avrà luogo solo se ci sarà più sviluppo e maggiore crescita economica, circostanze altamente incerte; di questa situazione sono vittime tutti i dipendenti del settore pubblico ed in particolar modo quelli appartenenti al comparto sicurezza, oltre 300.000 persone, cui è affidato il primo presidio di difesa, anche rispetto all'emergente minaccia legata al terrorismo di matrice islamista; nella missiva, Tonelli ha altresì lamentato la mancanza di comunicazioni e rapporti tra il Governo e le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza, si chiede di sapere: se effettivamente il Governo intenda subordinare l'avvio delle procedure di concertazione e contrattazione per il rinnovo dei contratti nel comparto sicurezza all'andamento imprevedibile del ciclo economico; se confermi la propria intenzione di rinunciare a garantire il rinnovo dei contratti al personale delle forze dell'ordine, chiamato a fronteggiare la crescente minaccia terroristica e a gestire le procedure per l'accoglienza dei migranti irregolari richiedenti asilo, qualora il reddito nazionale non cresca al di sopra di una certa soglia, peraltro non ufficialmente annunciata; per quali ragioni non comunichi i propri intendimenti a tutte le organizzazioni sindacali rappresentative del personale delle forze dell'ordine. (4-06240) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): asilo politico migrazione illegale procedura di concertazione

ATTO CAMERA ODG IN ASSEMBLEA SU BILANCIO INTERNO 9/DOC.VIII,N.8/065 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 666 del 02/08/2016


Firmatari Primo firmatario: FRACCARO RICCARDO Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 02/08/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016 MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016

Stato iter: 08/03/2016 Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE COLLEGIO QUESTORI 02/08/2016 FONTANELLI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO PARERE COLLEGIO QUESTORI 03/08/2016 FONTANELLI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO Fasi iter: INVITO AL RITIRO IL 02/08/2016 PARERE COLLEGIO QUESTORI IL 02/08/2016 RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 02/08/2016 NON ACCOLTO IL 03/08/2016 PARERE COLLEGIO QUESTORI IL 03/08/2016 RESPINTO IL 03/08/2016 CONCLUSO IL 03/08/2016 Atto Camera Ordine del Giorno 9/Doc. VIII, n. 8/065 presentato da FRACCARO Riccardo testo di Martedì 2 agosto 2016, seduta n. 666   La Camera, premesso che: il capitolo 1025 del bilancio di previsione per il 2016 reca uno stanziamento di 2.500.000 euro con la voce «emolumenti per servizi di sicurezza» svolti da personale non dipendente;


tali emolumenti consistono nelle indennità corrisposte ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche diverse dalla Camera (Vigili del fuoco, Vigili urbani, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza) che prestano servizio con compiti che dovrebbero essere di sicurezza delle sedi e delle aree adiacenti; in particolare, il personale della Guardia di finanza è stato introdotto nel corso della XIII legislatura per svolgere funzioni che sino ad allora venivano svolte dai dipendenti in servizio presso le Commissioni di inchiesta; attualmente esso è composto da una struttura che svolge in prevalenza funzioni di custodia di archivi contenenti documentazione cartacea; le funzioni attualmente svolte dal personale della Guardia di finanza potrebbero essere nuovamente svolte dal personale in servizio così come è avvenuto sino alla XIII legislatura; i militari della Guardia di finanza potrebbero più utilmente svolgere le funzioni proprie del Corpo di appartenenza che, come tutte le forze dell'ordine, soffre una carenza di organico a fronte della necessità di potenziare, nel nostro Paese, la lotta all'evasione fiscale; l'assegnazione delle loro funzioni al personale in servizio potrebbe comportare un raffreddamento del capitolo 105, invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori a valutare l'opportunità di attribuire al personale dipendente dall'Amministrazione della Camera le funzioni attualmente svolte dal gruppo della Guardia di finanza operante presso l'Ufficio Commissioni di inchiesta, di vigilanza e controllo. 9/Doc. VIII, n. 8/65. Fraccaro, Luigi Di Maio, Mannino. Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): evasione fiscale legislatura commissione d'inchiesta

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06244 Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 17


Seduta di annuncio: 674 del 03/08/2016 Firmatari Primo firmatario: LUMIA GIUSEPPE Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 03/08/2016

Destinatari Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 03/08/2016 Stato iter: IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06244 presentata da GIUSEPPE LUMIA mercoledì 3 agosto 2016, seduta n.674 LUMIA - Ai Ministri dell'interno e della difesa - Premesso che: come è emerso durante il convegno tenutosi in data 27 febbraio 2016, organizzato dal sindacato di polizia COISP, a cui hanno partecipato diversi esponenti politici, la pianta organica delle forze dell'ordine nel territorio del Molise è risalente agli anni '80, anche se oggi risultano mutate le condizioni del territorio stesso (aumento del numero delle attività, incremento dei reati e un vero e proprio cambiamento del tessuto sociale). Alcune zone in particolare evidenziano maggiori difficoltà, come la fascia adriatica, zona in cui convergono importanti vie di comunicazione interregionale e dove i pochi operatori di servizio devono contrastare le sempre più crescenti attività illecite. La zona, inoltre, riveste un'importanza strategica nella repressione dei reati lungo le zone di confine con regioni ad alta densità criminale; il territorio regionale del Molise con sempre maggior frequenza viene individuato come sede di domicilio per collaboratori di giustizia della criminalità organizzata o per esponenti condannati al confino o a scontare gli arresti domiciliari, come nei casi recenti dell'ex sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Nicola Cosentino e di Enrichetta Avallone, moglie del boss Antonio Jovine, che seguono un lungo elenco di figure simili, aperto, nel lontano passato, dall'ex sindaco di


Palermo, Vito Ciancimino, inviato nel basso Molise. Più recentemente si ricorda la revoca della protezione al collaboratore di giustizia Felice Ferrazzo (appartenente alla cosca di 'ndrangheta di Mesoraca) "la cui condotta è risultata chiaramente dimostrativa della sua volontà di rompere il rapporto di collaborazione intrapreso con lo Stato" come emerge dalla relazione della Direzione nazionale antimafia del gennaio 2014; la presenza di queste "personalità" richiede indubbiamente una maggiore presenza di forze dell'ordine nel territorio. L'accorpamento della legione Carabinieri Molise a quella dell'Abruzzo a decorrere dal 1° settembre 2016, voluta per il contenimento e l'abbattimento dei costi, va pertanto verificata meglio. Anche se non sarà toccata la dotazione organica, il nuovo assetto operativo mette di fatto in rischio alcune funzioni dirigenziali e di coordinamento in Molise, si chiede di sapere: come i Ministri in indirizzo intendano sollecitare ogni utile potenziamento degli organici delle forze dell'ordine presenti sul territorio regionale; se intendano verificare la possibilità di limitare la presenza di condannati e dei collaboratori di giustizia agli arresti domiciliari per reati gravi provenienti da altri territori; se ritengano opportuno rivalutare la soppressione della legione Carabinieri del Molise. (4-06244) Classificazione EUROVOC: EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): regione di frontiera traffico illecito forze paramilitari


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