Raccolta di argomenti e o agenzie riguardanti la tutela della salute 08 febbraio 2017

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MALATTIE RARE: SAN RAFFAELE, SCOPERTO TALLONE D'ACHILLE DI PLASMACELLULE KILLER = Causano amiloidosi Roma, 27 gen. (AdnKronos Salute) - I ricercatori dell'Ospedale San Raffaele hanno identificato il tallone d'Achille delle plasmacellule mutate che provocano l'amiloidosi. Si tratta di una malattia causata dall'accumulo di una proteina anormale - l'amiloide - in diversi organi. La forma più frequente è l'amiloidosi primaria da catene leggere, in cui le plasmacellule del midollo osseo, normalmente adibite alla produzione di anticorpi, immettono nel sangue una proteina tossica la catena leggera - che si deposita in organi e tessuti, danneggiandoli in modo irreparabile. I ricercatori dell'Unità di Malattie dell'Invecchiamento del San Raffaele, una delle 18 strutture di eccellenza del Gruppo ospedaliero San Donato, hanno scoperto un punto debole di queste cellule: fanno fatica a eliminare gli aggregati di proteine in eccesso, perché il meccanismo che dovrebbe occuparsene - l'autofagia - lavora sotto enorme sforzo in presenza della malattia. (segue) (Red-Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-GEN-17 19:32 NNNN MALATTIE RARE: SAN RAFFAELE, SCOPERTO TALLONE D'ACHILLE DI PLASMACELLULE KILLER (2) = (AdnKronos Salute) - Lo studio, coordinato da Simone Cenci, spiega il successo di alcuni farmaci oggi utilizzati contro l'amiloidosi, che esasperano proprio il processo di smaltimento delle proteine. Inoltre potrebbe contribuire allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche, dato che ha permesso di mettere a punto il primo modello sperimentale della malattia. I risultati sono stati pubblicati su 'Blood'. Le cellule del nostro organismo si mantengono funzionanti non solo producendo le proteine di cui hanno bisogno, ma anche smontando e riciclando quelle che non sono più necessarie. Fino a una decina di anni fa si pensava che principale responsabile di questa attività di riciclo fosse il proteasoma, un organello con il compito di degradare le proteine sulle quali la cellula pone un'etichetta speciale, chiamata ubiquitina. Oggi sappiamo che esiste un'altra strategia di rimozione delle


proteine in disuso: l'autofagia, processo più drastico attraverso il quale una vescicola di membrana ingloba e degrada pacchetti di proteine o interi organelli cellulari. (segue) (Red-Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-GEN-17 19:32 NNNN MALATTIE RARE: SAN RAFFAELE, SCOPERTO TALLONE D'ACHILLE DI PLASMACELLULE KILLER (3) = (AdnKronos Salute) - L'unità di Malattie dell'Invecchiamento diretta da Cenci ha svelato il ruolo dell'autofagia nella produzione di anticorpi, e si interessa da tempo al ruolo dell'autofagia nelle plasmacellule malate, come le cellule tumorali del mieloma multiplo o quelle mutate che causano l'amiloidosi. "Bisogna immaginare che questi due meccanismi, il proteasoma e l'autofagia, collaborano all'interno delle cellule per mantenere l'equilibrio tra la sintesi di nuove proteine e la degradazione di quelle vecchie - spiega Cenci - Le plasmacellule hanno un carico di lavoro particolarmente gravoso. In presenza di malattie che alterano l'attività cellulare, come il mieloma multiplo o l'amiloidosi, l'equilibrio si rompe e il sistema di smaltimento dei rifiuti si trova sotto stress". (segue) (Red-Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-GEN-17 19:32 NNNN MALATTIE RARE: SAN RAFFAELE, SCOPERTO TALLONE D'ACHILLE DI PLASMACELLULE KILLER (4) = (AdnKronos Salute) - L'eccessivo carico di lavoro è un tallone d'Achille per le cellule. Ma tramite farmaci specifici si può intralciare ulteriormente l'attività di questi due meccanismi di pulizia interna e portare le cellule malate al collasso. È la strategia dei farmaci inibitori del proteasoma, la cui efficacia anti-tumorale è stata scoperta proprio contro il mieloma multiplo, ma che funzionano anche in molti pazienti affetti da amiloidosi, circa 6 su 10. Per capire meglio il perché del funzionamento parziale di questi farmaci, i ricercatori hanno sviluppato una collaborazione con il Centro per lo Studio e la Cura delle Amiloidosi Sistemiche della


Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, diretto da Giampaolo Merlini, tra i massimi esperti al mondo di questa malattia. (segue) (Red-Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-GEN-17 19:32 NNNN MALATTIE RARE: SAN RAFFAELE, SCOPERTO TALLONE D'ACHILLE DI PLASMACELLULE KILLER (5) = (AdnKronos Salute) - Grazie a questa collaborazione i ricercatori hanno prelevato le plasmacellule responsabili dell'amiloidosi dal midollo osseo di numerosi pazienti e le hanno studiate, per la prima volta, con tecnologie d'avanguardia come la microscopia elettronica, l'immunofluorescenza e altre analisi molecolari. Così facendo hanno scoperto che in queste cellule è in realtà l'autofagia il meccanismo di riciclo sottoposto a maggiore stress. Il profilo cellulare e molecolare di tale stress in queste cellule da un lato spiega il successo dei farmaci inibitori del proteasoma e dall'altro indica nuove strade per la messa a punto di strategie terapeutiche ancora più efficaci. (segue) (Red-Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-GEN-17 19:32 NNNN MALATTIE RARE: SAN RAFFAELE, SCOPERTO TALLONE D'ACHILLE DI PLASMACELLULE KILLER (6) = (AdnKronos Salute) - Per ottenere questi risultati i ricercatori del San Raffaele hanno creato in laboratorio il primo modello cellulare dell'amiloidosi da catene leggere, ingegnerizzando cellule perché producessero gli stessi anticorpi anomali e tossici prelevati dai pazienti. "Considerata la rarità della malattia, questo modello sperimentale, ora a disposizione di tutti i laboratori del mondo, renderà lo studio dell'amiloidosi più accessibile e diffuso - conclude Simone Cenci - Ci permetterà di identificare nuovi punti deboli delle cellule responsabili della malattia e di testare nuovi farmaci". (Red-Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-GEN-17 19:32 NNNN


Salute:fegato grasso nei bimbi,studio su nuova tecnica ecografica = (AGI) - Roma, 27 gen. - Novita' diagnostiche per una malattia sempre piu' frequente nell'infanzia: il fegato grasso. Si tratta di una tecnica del tutto non invasiva che consente di vedere se il fegato del bambino abbia iniziato a perdere funzionalita' divenendo meno elastico e sviluppando fibrosi epatica. La novita' consiste proprio nella possibilita' di misurare l'elasticita' dell'organo, che e' direttamente correlata alla presenza o meno di fibrosi. L'esame, basato su una nuova metodica elastografica, somiglia a una semplice ecografia ed e' totalmente non invasivo, quindi si puo' ripetere nel tempo. L'utilizzo di questo esame permette dunque di evitare metodiche piu' invasive come la biopsia, particolarmente 'pesanti' specie su pazienti pediatrici. L'uso dell'elastografia sui piccoli pazienti e' stato promosso da una ricerca condotta tramite una partnership tra Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, coordinata dal professor Valerio Nobili, Direttore Malattie Epato-Metaboliche del nosocomio pediatrico e dal professor Antonio Gasbarrini, Direttore dell'Area Gastroenterologia del Gemelli con il supporto tecnico della dr.ssa Lidia Monti del dipartimento immagini del Bambino Gesu'. Lo studio e' stato pubblicato di recente sulla rivista americana "Radiology" e vede come primo autore il dottor Matteo Garcovich (UOC Medicina Interna Gastroenterologia e Malattie del Fegato del Policlinico A. Gemelli). (AGI) Val (Segue) 271133 GEN 17 NNNN Salute:fegato grasso nei bimbi,studio su nuova tecnica ecografica (2)= (AGI) - Roma, 27 gen. - Nello studio sono stati arruolati solo bambini (eta' media 12.6 anni; range 8-17 anni) con diagnosi di steatoepatite accertata tramite biopsia epatica. Si tratta di bambini quasi sempre sovrappeso o obesi. Per verificare la presenza di fibrosi gli esperti del Policlinico A. Gemelli


hanno utilizzato l'elastografia, una tecnica in grado di valutare la perdita di elasticita' del fegato, basandosi sul presupposto che lo sviluppo della fibrosi alteri l'elasticita' complessiva dell'organo. I valori di "rigidita'" definiscono il grado di fibrosi epatica. In particolare gli esperti dell'Universita' Cattolica hanno utilizzato l'Elastografia real-time 2D-Shear Wave, tecnica di recente introduzione integrata in apparecchiature ecografiche tradizionali, che offre il vantaggio di visualizzare contemporaneamente l'immagine anatomica ecografica del fegato per la corretta selezione della zona da valutare. L'esame della durata di non piu' di 5 minuti - si fa dunque con una speciale apparecchiatura ecografica implementata con software e programmi di ultima generazione. Finora la validita' della tecnica e' stata dimostrata ampiamente su pazienti adulti, mentre mancavano studi sulla popolazione pediatrica. (AGI) Val 271133 GEN 17 NNNN

RICERCA: IN UTERO RADICI ALZHEIMER, POCA VITAMINA A PUO' PREDISPORRE CERVELLO = Si rischia lo sviluppo della malattia piu' in la' nella vita, studio su topi Milano, 27 gen. (AdnKronos Salute) - Un effetto a catena con origini lontane. Le reazioni biochimiche che causano la malattia di Alzheimer potrebbero iniziare giĂ nel grembo materno o subito dopo la nascita. E' quanto sostiene un team di scienziati dell'University of British Columbia, in base ai risultati ottenuti in uno studio condotto su topi geneticamente ingegnerizzati. La molla, secondo gli esperti, sarebbe la carenza di vitamina A: se il feto o il neonato non ne ricevono abbastanza, questa mancanza potrebbe incidere sulla 'programmazione' dei tessuti cerebrali predisponendo allo sviluppo piĂš in lĂ nella vita della malattia 'ladra di memoria'. Il lavoro, pubblicato su 'Acta Neuropathologica', suggerisce anche che i supplementi dati ai neonati con bassi livelli di vitamina A potrebbero essere efficaci nel rallentare la malattia degenerativa del cervello.


"Il nostro studio mostra chiaramente che la carenza marginale di vitamina A, già nella fase della gravidanza, ha un effetto negativo sullo sviluppo del cervello e ha un effetto di lunga durata che potrebbe facilitare la malattia di Alzheimer in età più avanzata", spiega Weihong Song, professore di psichiatria e ricercatore esperto nella malattia di Alzheimer. (segue) (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-GEN-17 15:54 NNNN RICERCA: IN UTERO RADICI ALZHEIMER, POCA VITAMINA A PUO' PREDISPORRE CERVELLO (2) = (AdnKronos Salute) - Precedenti studi avevano già collegato bassi livelli di vitamina A con disturbi cognitivi. Il team, in collaborazione con Tingyu Li e colleghi dell'ospedale dei bambini della Chongqing Medical University, ha esaminato gli effetti della deprivazione di vitamina A nel grembo materno e nell'infanzia su un modello murino di Alzheimer. Questi primi stadi di sviluppo sono fasi cruciali durante cui il tessuto cerebrale viene 'programmato' per il resto della vita. I ricercatori hanno osservato che anche una carenza moderata di vitamina A aumenta la produzione di beta-amiloide, la proteina che forma le placche che soffocano e infine uccidono i neuroni nella malattia di Alzheimer. L'équipe ha inoltre scoperto che i topi protagonisti della ricerca, quando privi di vitamina A, ottengono risultati peggiori nei test di apprendimento e memoria. Non solo: l'altro dato emerso è che i topi privi di vitamina A nel grembo materno, ai quali viene data una dieta normale da cuccioli, hanno performance peggiori di quelli che ricevono una quantità ordinaria di nutrienti nel grembo materno, ma poi dopo la nascita vengono privati dell'apporto di vitamina A. In altre parole, questo dimostrerebbe che il danno è già stato fatto nel grembo materno. (segue) (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-GEN-17 15:54 NNNN RICERCA: IN UTERO RADICI ALZHEIMER, POCA VITAMINA A PUO' PREDISPORRE CERVELLO (3) = (AdnKronos Salute) - Song e colleghi hanno però mostrato che una certa


'inversione' è possibile: i topi privati in utero di vitamina A e supportati dopo la nascita con integratori hanno risultati migliori sui test rispetto quelli che non ricevono proprio i supplementi. "In alcuni casi - chiarisce lo scienziato - somministrare integratori ai topi modello di Alzheimer da neonati potrebbe ridurre il livello di beta-amiloide e migliorare i deficit di apprendimento e memoria. La questione è: prima, tanto meglio". Lo studio include anche nuove prove sugli esseri umani del collegamento vitamina A-demenza. Esaminando 330 anziani a Chongqing, Song e i suoi collaboratori hanno rilevato che il 75% di quelli con carenza lieve o rilevante aveva un deterioramento cognitivo, rispetto al 47% di quelli con livelli normali. Lo scienziato rassicura però sul fatto che la carenza di vitamina A è generalmente rara - anche se è comune in molte regioni a basso reddito di tutto il mondo - e un'eccessiva assunzione di nutrienti potrebbe essere dannosa. Le donne in gravidanza, in particolare, non devono assumere integratori di vitamina A eccessivi, continua. Una dieta equilibrata è il modo migliore per garantire adeguati livelli della sostanza nutritiva. (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-GEN-17 15:54 NNNN TUMORI: VERSO 'BIOPSIA LIQUIDA' PER CANCRO OVAIO, STUDIO ITALIANO = Team guidato da Irccs Mario Negri scopre 'firme molecolari' malattia e apre a test sangue per diagnosi precoce Milano, 30 gen. (AdnKronos Salute) - Diagnosticare prima il tumore dell'ovaio con un esame del sangue. Apre la strada alla 'biposia liquida' per la lotta a una delle neoplasie killer delle donne uno studio italiano pubblicato su 'Cancer Letter'. Realizzato in gran parte grazie ai finanziamenti dell'Airc, l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, è coordinato dall'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano e ha coinvolto biologi, bioinformatici e statistici che fanno capo a diversi centri clinici della Penisola: le università di Padova, Ferrara e Cattolica di Roma, e gli Spedali Civili di Brescia. Il lavoro ha permesso di identificare una 'firma molecolare' del tumore ovarico: microRna presenti nel siero delle pazienti, che permetterebbero di riconoscere la malattia in fase


precoce. I microRna (miRna) - ricorda una nota dal 'Mario Negri - sono delle piccole molecole di Rna che hanno importanti funzioni regolatorie. Sono molto stabili e per questo vengono utilizzate dal tumore e dai tessuti del nostro organismo come 'ambasciatori intracellulari'. Funzionano sia all'interno della cellula, sia dopo essere rilasciati in circolo come messaggeri di un processo tumorale o infiammatorio. "Si tratta di un campo di ricerca ancora largamente inesplorato spiega Maurizio D'Incalci, capo del Dipartimento di Oncologia dell'Istituto diretto da Silvio Garattini - per cui i dati vanno presi con cautela e validati in ulteriori studi. L'analisi comparativa dei profili di miRna serici di 168 pazienti affette da tumore sieroso ad alto grado e di di 65 donne di età simile, ma non affette dalla stessa malattia, ha tuttavia evidenziato delle differenze importanti e riproducibili. In particolare, vi erano delle differenze nell'espressione di 3 miRna denominati miR1246, miR595 e miR2278". (segue) (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 12:20 NNNN TUMORI: VERSO 'BIOPSIA LIQUIDA' PER CANCRO OVAIO, STUDIO ITALIANO (2) = (AdnKronos Salute) - Secondo gli autori, lo studio pone le basi per successive ricerche mirate a valutare se la misura di questi miRna possa essere utilizzata per una diagnosi più precoce del tumore ovarico. Inoltre, i successivi studi serviranno a stabilire se gli stessi biomarcatori sono potenzialmente utili per misurare l'efficacia della terapia in modo più sensibile e precoce rispetto alle valutazioni tradizionali di tipo radiologico. "La possibilità di rintracciare nel sangue di un paziente le molecole che sono rilasciate dai tumori - conclude D'Incalci - rappresenta un nuovo, valido strumento, anche meno invasivo, per migliorare i percorsi diagnostici e terapeutici". (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 12:20 NNNN


RICERCA: BICOCCA MILANO, COSI' IL CERVELLO IMPARA DAGLI ERRORI ALTRUI = Grazie ai neuroni specchio 'registra' gli errori e ne fa tesoro per non ripeterli Milano, 30 gen. (AdnKronos Salute) - Sbagliando s'impara, anche quando a commettere un errore sono gli altri. L'osservazione degli sbagli altrui stimola infatti i meccanismi cerebrali di correzione automatica dell'errore, contribuendo all'apprendimento. In altre parole, il cervello fa tesoro degli sbagli perché non vengano ripetuti. Lo spiega uno studio condotto da Alice Mado Proverbio, docente di Neuroscienze cognitive nel Dipartimento di Psicologia dell'università di Milano-Bicocca, coadiuvata da Matteo Cozzi, Andrea Orlandi e Manuel Carminati. La ricerca è pubblicata su 'Neuroscience'. Gli esperimenti hanno coinvolto 10 giudici esperti - studenti e professori di pianoforte della Civica scuola di musica Claudio Abbado - e 24 partecipanti sottoposti a elettroencefalografia: 12 pianisti professionisti e 12 studenti universitari senza una specifica educazione musicale. Ognuno ha visualizzato centinaia di video nei quali venivano mostrate un paio di mani che suonavano. Nella metà dei casi i movimenti erano compatibili con la traccia musicale ascoltata, nell'altra metà la diteggiatura non corrispondeva alle note musicali di sottofondo. Quando il suono non era compatibile con le immagini visualizzate, il cervello dei pianisti lo rilevava automaticamente, registrando l'incongruenza. Il cervello dei partecipanti non esperti invece non rilevava gli errori, perché privo delle regole audio visuo-motorie presenti nel cervello dei musicisti. Il processo attraverso il quale il cervello registra un'incongruenza e si accorge dell'errore - spiegano dall'ateneo meneghino - si manifesta come componente negativa nota in letteratura come Ern (Error related negativity). E grazie all'attivazione dei neuroni specchio audio visuo-motori, la Ern scatta sia quando siamo noi a sbagliare sia quando a farlo sono gli altri. (segue) (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 14:08 NNNN RICERCA: BICOCCA MILANO, COSI' IL CERVELLO IMPARA DAGLI ERRORI ALTRUI (2) = (AdnKronos Salute) - Lo studio ha dimostrato quindi che quando il


cervello rileva un errore, anche se commesso da altri, mette in atto dei processi di correzione automatica che, modificando l'organizzazione delle informazioni, favoriscono l'apprendimento. La ricerca ha evidenziato inoltre che la sola osservazione del movimento stimola direttamente l'attività della corteccia motoria e pre-motoria del cervello, come se a compiere il movimento fossimo noi stessi. Ecco perché anche la semplice visione di filmati, o la dimostrazione dal vivo da parte dell'insegnante o dell'istruttore, è fondamentale per l'apprendimento di discipline motorie, musicali e di altro tipo. "La scoperta in futuro potrebbe essere utile alla riabilitazione clinica in pazienti paralizzati e con deficit motori - commenta Mado Proverbio, docente di Neuroscienze cognitive alla Bicocca - La stimolazione sensoriale, attraverso la visione di un video, contribuisce all'apprendimento della pratica motoria grazie all'attivazione dei neuroni specchio visuo-motori. Lo studio, inoltre, ha permesso di comprendere il meccanismo cerebrale grazie al quale si codificano, e dunque si ricordano, quali dita usare per suonare le note musicali, contribuendo così al processo di apprendimento delle abilità musicali". (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 14:09 NNNN Piercing e tatuaggi che passione, ma attenzione ai rischi ZCZC4568/SX4 XSP96906_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Piercing e tatuaggi che passione, ma attenzione ai rischi Da infezioni ad allergie inchiostro, guida esperti Bambino Gesu' (ANSA) - ROMA, 30 GEN - Piercing e tatuaggi sono una passione con radici molto antiche: i primi hanno addirittura origini preistoriche; i secondi risalgono invece, tra le loro prime manifestazioni, a danzatrici egiziane rappresentate in alcune pitture funerarie. Sono molto amati dagli adolescenti: circa il 30% dei giovani europei ha un piercing e il 20,3% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni in Italia, con maggiore incidenza tra le


ragazze, ma in agguato possono esserci dei rischi, che vanno dalle infezioni alle allergie all'inchiostro. A evidenziarlo gli esperti dell'ospedale pediatrico Bambino Gesu', che dedicano a piercing e tatuaggi un nuovo numero di "A scuola di salute", scaricabile dal sito dell'ospedale. "In primo luogo- evidenzia May El Hachem, dermatologa - con il tatuaggio e con il piercing si possono trasmettere infezioni batteriche sulla pelle che qualche volta possono entrare nel sangue e coinvolgere anche il cuore. Si possono trasmettere anche i virus dell'epatite B e C e, in misura minore, il virus dell'AIDS". Per ridurre i rischi sono cinque i suggerimenti: l'ambiente scelto deve avere le stesse caratteristiche igieniche dello studio del dentista, il professionista deve lavarsi accuratamente le mani e indossare un paio di guanti sterili (aperti al momento), aghi e tubi devono essere usa e getta oppure sterilizzati in autoclave, quindi in confezione sigillata, l'inchiostro deve essere nuovo e se c'e' qualcosa che non convince meglio lasciar perdere. Ci sono poi categorie in cui tatuaggi e piercing sono controindicati, dalle donne in gravidanza a chi ha malattie croniche, e da non trascurare e' anche il rischio di reazioni allergiche agli inchiostri utilizzati per il tatuaggio e ai metalli del piercing. Particolarmente temibile e? l'allergia all' "henne? nero" ottenuto aggiungendo un composto considerato pericoloso, la parafenilendiamina (Pdd). Se ci si stufa, per i piercing e' piu' facile, per i tatuaggi la tecnica piu' efficace e' il laser. (ANSA). Y09 30-GEN-17 15:12 NNNN

MEDICINA: LO STUDIO, CALCOLOSI BATTERICA COLPIVA GIA' UOMO PREISTORICO = La scoperta in un individuo vissuto oltre 9 mila anni fa Roma, 30 gen. (AdnKronos Salute) - I calcoli alla prostata risalgono ad almeno 9 mila anni fa. Anche quelli di origine batterica. Nella preistoria ne rimase colpito infatti anche un uomo anziano vissuto nell'era pre-mesolitica. Lo dimostra la ricerca "Late


pleistocene-Early holocene evidence of prostatic stones at Al Khiday cemetery', pubblicata sulla rivista 'Plos one'. Lo studio ha avuto come base di partenza una scoperta rinvenuta nel cimitero preistorico di Al Khiday, a 20 chilometri a sud di Omdurman, lungo la sponda sinistra del Nilo bianco, nel Sudan centrale. Un individuo, sepolto nell'area cimiteriale, con tre calcoli tra le ossa del bacino. Le analisi sulle tre ostruzioni, portate avanti da alcuni ricercatori del dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova, hanno appurato inequivocabilmente l'origine prostatica escludendo altre forme di calcolosi, come quella renale, più comune tra le patologie riconosciute nelle popolazioni preistoriche. I calcoli, due dei quali di dimensioni rilevanti (3 centimetri di diametro per 12-15 grammi di peso e uno più piccolo) sono stati indagati al microscopio a scansione elettronica e in diffrazione ai raggi X, mostrando una struttura e composizione molto particolare data da cristalli di apatite e whitlockite. (segue) (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 15:47 NNNN MEDICINA: LO STUDIO, CALCOLOSI BATTERICA COLPIVA GIA' UOMO PREISTORICO (2) = (AdnKronos Salute) - La sepoltura, inoltre, coinciderebbe con quelle di epoca pre-mesolitica ovvero precedenti a un abitato di circa 9 mila anni fa nella stessa area. Un ritrovamento "stupefacente" dal momento che la popolazione pre-mesolitica di Al Khiday, dagli studi antropologici condotti da Tina Jakob dell'Università di Durham, appare piuttosto sana, alta e robusta e presenta un numero limitato di patologie (soprattutto lesioni delle ossa, consunzione e carie dentali). Inoltre i calcoli della prostata analizzati sembra abbiano origine da infiammazioni batteriche e non risulta siano direttamente relazionabili al carcinoma e all'iperplasia prostatica. Ma potrebbero aver determinato addirittura la morte del 'possessore'. "La scoperta conferma come alcuni agenti patogeni siano molto antichi, alcuni databili anche a 65 mila anni fa, ribaltando l'opinione prevalente che vuole l'origine di molte malattie che affliggono l'uomo collegata all'avvento dell'economia di produzione, ovvero al momento in cui più stretti si sono fatti i rapporti tra uomo e animale, spesso vettore di infezioni batteriche - spiega l'Università di Padova - Lo


studio getta luce sull'antichità di questa patologia e conferma l'importanza del cimitero di Al Khiday per gli studi sull'evoluzione delle popolazioni che sono vissute nella valle del Nilo". (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 15:47 NNNN RICERCA: CELLULE MANAGER, IL METABOLISMO SEGUE LE LEGGI DELL'ECONOMIA = Team Italia-Usa applica alla biologia la teoria usata per banche, ospedali e trasporti Roma, 30 gen. (AdnKronos Salute) - Cellule manager, o meglio unità produttive che utilizzano le proprie risorse per produrre risultati. Un team di ricercatori dell'Università Ca' Foscari di Venezia, dell'Università degli Studi di Trieste e della Boston University americana ha applicato per la prima volta una teoria nata e utilizzata per i sistemi economici al metabolismo cellulare, nella convinzione che quantificare l'efficienza con cui una popolazione di cellule gestisce le proprie risorse costituisce un quesito di fondo per "l'economia cellulare", con dinamiche simili a quelle tipiche della gestione aziendale. Lo studio, pubblicato su 'Ieee Life Sciences Letters', prende in prestito alcuni fondamenti dell'economia e della ricerca sulle organizzazioni per esaminare i possibili vantaggi derivanti dal considerare le cellule e il loro metabolismo come unità produttive. Gli scienziati propongono infatti di applicare alle cellule la 'data envelopment analyses', tecnica che permette di valutare l'efficienza di un'unità produttiva, utilizzata dal 1978 per banche, ospedali e sistemi di trasporto. Gli autori del lavoro sono Raffaele Pesenti, ordinario di Ricerca operativa-Dipartimento di Management dell'Università Ca' Foscari; Lorenzo Castelli, Università di Trieste; Daniel Segrè, professore di Bioinformatica alla Boston University. "Pur non presentando una qualsivoglia volontà in tale direzione - spiega Pesenti - le cellule gestiscono in modo relativamente efficiente le risorse a loro disposizione, spinte dalla pressione evolutiva. I modelli economici devono sempre essere applicati con cautela ai sistemi biologici", raccomandano gli scienziati. (segue)


(Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 17:04 NNNN RICERCA: CELLULE MANAGER, IL METABOLISMO SEGUE LE LEGGI DELL'ECONOMIA (2) = (AdnKronos Salute) - I meccanismi che regolano il metabolismo cellulare - si legge in una nota da Ca' Foscari - si fondano su delicati equilibri di flussi di informazione e molecole in entrata e uscita attraverso la membrana cellulare e tra i diversi organelli all'interno della cellula stessa. Ogni cellula vivente deve risolvere costantemente un problema di allocazione delle risorse, dove flussi in entrata e flussi secretori in uscita costituiscono il risultato di reazioni biochimiche e di meccanismi di regolazione attuati dagli enzimi metabolici. Applicando alla biologia la tecnica nata nel campo dell'economia, i ricercatori sono riusciti a simulare la gestione simultanea degli input in entrata (ad esempio l'assorbimento di diverse fonti di carbonio, azoto e zolfo) e in uscita (produzione di biomassa e secrezione di prodotti di scarto), comparando la performance di organismi diversi. Hanno così verificato che è possibile distinguere le popolazioni di cellule efficienti da quelle non efficienti. (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 17:04 NNNN TUMORI: DAL DNA LE CURE DEL FUTURO PER L'OVAIO, SUMMIT MONDIALE ALL'IEO = Genetica nuova frontiera per terapie e chirurgia su misura Milano, 30 gen. (AdnKronos Salute) - Mappare il Dna per offrire la cura (e l'operazione) giusta alla paziente giusta. E' la genetica la nuova frontiera della lotta al cancro dell'ovaio, il tumore ginecologico più mortale in tutti i Paesi sviluppati compresa l'Italia dove ogni anno si ammalano circa 5 mila donne. Purtroppo, solo una minoranza viene trattata in centri specializzati in grado di offrire le terapie più adeguate. Fra le strutture in trincea contro questo killer in rosa c'è l'Ieo di Milano, dove sono riuniti in queste ore specialisti dai maggiori centri oncologici del mondo: Mayo Clinic,


Memorial Sloan Kettering, Massachusetts General Hospital e Irvine Medical Center negli Usa, Kliniken Essen Mitte in Germania. Il gotha della chirurgia ginecologica nell'Irccs fondato da Umberto Veronesi, per un summit internazionale in corso oggi e domani 30 e 31 gennaio. "Il tumore ovarico è una malattia complessa e spesso devastante non solo per il corpo, ma anche per la psicologia della donna - spiega Nicoletta Colombo, direttore del Programma Ginecologia dell'Istituto europeo di oncologia - Le donne devono sapere però che la medicina molecolare offre nuove possibilità, se non di guarire sicuramente di ottenere un prolungamento della vita, mantenendo inoltre una buona qualità della stessa, anche in presenza di malattia avanzata. Ad esempio, i risultati dei test genetici che rivelano l'eventuale presenza di geni mutati nel Dna femminile (Brca1 e Brca2) ora ci permettono di proporre farmaci mirati ed efficaci a chi ne è portatrice". (segue) (Red-Opa/AdnKronos Salute) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 17:12 NNNN TUMORI: DAL DNA LE CURE DEL FUTURO PER L'OVAIO, SUMMIT MONDIALE ALL'IEO (2) = (AdnKronos Salute) - La ricerca in questo campo corre veloce. "Oggi sappiamo che fino al 25% delle pazienti con carcinoma sieroso di alto grado dell'ovaio ha una mutazione Brca - sottolinea l'oncologa mentre 5 anni fa pensavamo fossero il 5%. La conoscenza di questo dato ci permette non solo di offrire loro trattamenti più mirati, ma anche di identificare i familiari sani ai quali offrire misure di prevenzione". Ma "oltre ai geni Brca - continua - altri geni sono implicati nella suscettibilità al carcinoma ovarico e potenzialmente alla sensibilità a farmaci specifici. La tecnologia moderna ci consente di realizzare uno screening genetico in tempi relativamente brevi. In particolare, oggi è possibile eseguire una caratterizzazione genetico-molecolare del tumore per i geni potenzialmente 'actionable', vale a dire suscettibili di terapie mirate". "L'aspetto innovativo che verrà discusso in questi giorni - evidenzia Colombo - è che la caratterizzazione genetico-molecolare potrebbe guidare anche verso una terapia chirurgica più personalizzata: l'obiettivo infatti è identificare le pazienti che potranno beneficiare maggiormente dall'atto chirurgico rispetto a quelle che


dovranno essere avviate a una chemioterapia primaria, con il vantaggio di migliorare la cura e diminuire gli effetti collaterali". E per il futuro, lo scopo è "riuscire a stabilire la fattibilità di un'analisi molecolare di routine che ci permetta di definire per ogni paziente una terapia personalizzata a 360 gradi. Non solo per farmaci mirati, ma anche per una 'chirurgia mirata'". (segue) (Red-Opa/AdnKronos Salute) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 17:12 NNNN TUMORI: DAL DNA LE CURE DEL FUTURO PER L'OVAIO, SUMMIT MONDIALE ALL'IEO (3) = Il progetto, l'Irccs di Veronesi modello per 'clonare' nuovi centri di eccellenza (AdnKronos Salute) - Numerosi studi - ricordano dall'Ieo - dimostrano che, a tutti gli stadi di malattia, la sopravvivenza migliora se la paziente è trattata in un centro ad alta specializzazione, da ginecologi oncologi e chirurghi specificamente formati. "I maggiori esperti mondiali hanno accettato il nostro invito a riunirsi all'Istituto europeo di oncologia perché siamo da anni un centro di eccellenza nella ricerca, nella cura e nell'insegnamento, riconosciuto nazionalmente e internazionalmente", commenta Angelo Maggioni, direttore delle Divisione di Ginecologia oncologica Ieo. "Noi non possiamo e non vogliamo rimanere un centro isolato - precisa lo specialista - Il traguardo è che Ieo sia il modello di tanti Ovarian Cancer Centre of Excellence, dove le pazienti sanno di poter ritrovare i migliori standard di cura possibile. Non deve più esistere una diagnosi sottovalutata, con la dispersione delle donne malate che peregrinano da un ospedale all'altro alla ricerca di un trattamento adeguato per uno dei tumori femminili più difficile da trattare. O, peggio ancora, vengono curate da mani inesperte. Il meeting internazionale è per noi un'occasione per scagliare un'altra pietra contro il ghiaccio che ancora attanaglia la prognosi di questa malattia". (Red-Opa/AdnKronos Salute) ISSN 2465 - 1222 30-GEN-17 17:12 NNNN


Salute: Gaslini, trovato gene causa malformazioni congenite rene = (AGI) - Roma, 31 gen. - E' il gene CRKL il principale responsabile della comparsa di malformazioni congenite del rene e delle vie urinarie osservate nei pazienti affetti da sindrome di DiGeorge: lo dice lo studio multicentrico internazionale pubblicato questo mese sul prestigioso New England Journal of Medicine e che ha visto impegnati nel team coordinato dal dottor Simone Sanna-Cherchi della Columbia University di New York molte unita' italiane di Nefrologia, coordinate dall'Istituto Giannina Gaslini di Genova (dottor Gian Marco Ghiggeri) per la parte pediatrica e dalle Universita' di Brescia (professor Francesco Scolari) e Universita' di Bari (professor Loreto Gesualdo) per gli adulti. "Le malformazioni renali congenite - spiega il professor Francesco Scolari dell'Universita' di Brescia - rappresentano un problema diffuso ed invalidante: nell'insieme sono il 30% delle anomalie congenite riscontrate pre e post-nascita. La sindrome di DiGeorge: e' la sindrome da alterazione cromosomica piu' comune nell'uomo, nota da oltre 60 anni; colpisce un bambino su 4.000 e si associa a malformazioni a carico di vari organi, fra cui cuore, sistema nervoso e rene. Spesso i sintomi sono di bassa entita' e la malattia non viene riconosciuta impedendo la prevenzione delle manifestazioni tardive della malattia a carico di altri organi. La sindrome di DiGeorge rene-cervello e' causata da modifiche cromosomiche di nuova descrizione (anche note come copy number variation) che possono coinvolgere piu' geni e che richiedono per l'analisi tecnologie particolari, descritte nello studio". (AGI) Vic (Segue) 311607 GEN 17 NNNN Salute: Gaslini, trovato gene causa malformazioni congenite rene (2) = (AGI) - Roma, 31 gen. - I ricercatori hanno identificato il ruolo causale prevalente del gene CRKL - dice a sua volta il dottor Gian Marco Ghiggeri, direttore della UOC Nefrologia dell'Istituto Gaslini e coordinatore italiano dello studio - studiando un'ampia casistica di 2.600 soggetti con malformazioni congenite del rene e delle vie urinarie (congenital anomalies of kidney and urinary tract - CAKUT). L'arruolamento dei pazienti e' stato fatto in due continenti, "ma


l'Italia - aggiunge - ha avuto un ruolo predominante per numero (50% dei pazienti, 30% dall'Istituto Gaslini) e per aver partecipato con il dottor Simone Sanna-Cherchi (formatosi dieci anni fra Universita' di Parma e Istituto Gaslini) alla partenza del programma, nato appunto al Gaslini nella sua prima parte". Lo studio genetico-molecolare si e' avvalso di tecnologie avanzate (analisi genome-wide delle copy number variations, sequenziamento dell'intero esoma mediante next generation sequencing, unitamene a studi funzionali in modelli animali). Lo studio internazionale pubblicato dal New England "ha definitivamente dimostrato il ruolo fondamentale del gene CRKL nello sviluppo della sindrome di DiGeorge", dice ancora Ghiggeri. "Il lavoro rappresenta un importante passo in avanti per la comprensione delle basi genetiche delle malformazioni congenite renali che colpiscono non solo i pazienti affetti da sindrome di DiGeorge ma anche il resto della popolazione", afferma il dottor Simone Sanna-Cherchi della Columbia University. E Ghiggeri sottolinea che "e' affascinante come, studiando un'ampia coorte di individui con anomalie congenite renali, abbiamo svelato la causa della malattia renale della sindrome di DiGeorge. In parallelo, si e' chiarito che come osservato nella sindrome di DiGeorge, molte delle malformazioni renali di frequente osservazione presentano anche danni cerebrali e sono causate da modifiche cromosomiche simili a carico di altre zone del Dna. Studi attualmente in corso e stimolati dalla attuale scoperta, potranno ampliare le conoscenze sullo sviluppo normale e patologico del tratto urinario e fare luce sul nuovo concetto di asse rene-encefalo". (AGI) Vic (Segue) 311607 GEN 17 NNNN Salute: Gaslini, trovato gene causa malformazioni congenite rene (3) = (AGI) - Roma, 31 gen. - Il professor Alberto Martini, direttore scientifico dell'Istituto Gaslini, sottolinea che questo importante studio "e' stato reso possibile tramite una ampia collaborazione internazionale, con un ruolo decisivo della Nefrologia Italiana e dell'Istituto Gaslini per la parte clinica, che e' stata determinante nel reclutare e caratterizzare una cosi' estesa casistica di pazienti affetti da patologia malformativa. Da adesso in poi sara' possibile espandere la diagnostica mirata alle malformazioni renali ed encefaliche utilizzando metodi di genetica molecolare quale quello


qui descritto, in parallelo ad una diagnostica per immagini realizzata grazie alla Risonanza Magnetica Tre Tesla da poco attivata presso il nostro Istituto. La diagnosi e' ovviamente essenziale per poter poi attuare terapie piu' efficaci". "Il nostro lavoro ha implicazioni immediate per la pratica clinica - ribadisce il professor Francesco Scolari dell'Universita' di Brescia - perche' fornisce elementi decisivi per la definizione della diagnosi eziologica della malattia". L'attualita' e' la possibilita' di una diagnosi precoce di sindrome rene-encefalo tale da permetterne un ridotto impatto clinico. Sono attivati presso centri di alta specialita' protocolli diagnostici che usano le tecniche qui descritte". (AGI) Vic 311607 GEN 17 NNNN

MALATTIE RARE: IDENTIFICATO GENE CAUSA SINDROME DI DIGEORGE CON LESIONI RENALI = Gene Crkl principale responsabile, Gaslini riferimento per diagnosi molecolare e cura Roma, 31 gen. (AdnKronos Salute) - Il gene Crkl è il principale responsabile della comparsa di malformazioni congenite del rene e delle vie urinarie osservate nei pazienti affetti da una malattia rara, la sindrome di DiGeorge: è quanto emerge da uno studio multicentrico internazionale pubblicato su 'New England Journal of Medicine'. Lo studio, condotto da Simone Sanna-Cherchi della Columbia University di New York, ha visto la partecipazione di molte unità italiane di nefrologia, coordinate dall'Istituto Giannina Gaslini di Genova per la parte pediatrica e dalle università di Brescia e università di Bari per gli adulti. "I ricercatori - spiega Gian Marco Ghiggeri, direttore della Uoc nefrologia dell'Istituto Gaslini e coordinatore italiano dello studio - hanno identificato il ruolo causale prevalente del gene Crkl, studiando un'ampia casistica di 2.600 soggetti con malformazioni congenite del rene e delle vie urinarie. L'arruolamento dei pazienti prosegue - è stato fatto in due continenti, ma l'Italia ha avuto un ruolo predominante per numero (50% dei pazienti, 30% dall'Istituto


Gaslini) e per aver partecipato con il dottor Simone Sanna-Cherchi alla partenza del programma, nato appunto al Gaslini nella sua prima parte. Lo studio genetico-molecolare si è avvalso di tecnologie avanzate". (segue) (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 31-GEN-17 16:10 NNNN MALATTIE RARE: IDENTIFICATO GENE CAUSA SINDROME DI DIGEORGE CON LESIONI RENALI (2) = (AdnKronos Salute) - "E' affascinante - prosegue Ghiggeri - come, studiando un'ampia coorte di individui con anomalie congenite renali, abbiamo svelato la causa della malattia renale della sindrome di DiGeorge. In parallelo, si è chiarito che molte delle malformazioni renali di frequente osservazione presentano anche danni cerebrali e sono causate da modifiche cromosomiche simili a carico di altre zone del Dna. Studi attualmente in corso e stimolati dalla attuale scoperta - conclude - potranno ampliare le conoscenze sullo sviluppo normale e patologico del tratto urinario e fare luce sul nuovo concetto di asse rene-encefalo". "Questo importante studio è stato reso possibile tramite un'ampia collaborazione internazionale, con un ruolo decisivo della nefrologia italiana e dell'Istituto Gaslini per la parte clinica, che è stata determinante nel reclutare e caratterizzare una così estesa casistica di pazienti affetti da patologia malformativa", commenta Alberto Martini, direttore scientifico dell'Istituto Gaslini. "Da adesso in poi - prosegue - sarà possibile espandere la diagnostica mirata alle malformazioni renali ed encefaliche utilizzando metodi di genetica molecolare quale quello qui descritto, in parallelo ad una diagnostica per immagini realizzata grazie alla risonanza magnetica tre tesla da poco attivata presso il nostro Istituto. La diagnosi è ovviamente essenziale per poter poi attuare terapie più efficaci". (segue) (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 31-GEN-17 16:10 NNNN MALATTIE RARE: IDENTIFICATO GENE CAUSA SINDROME DI DIGEORGE CON LESIONI RENALI (3) = (AdnKronos Salute) - "Le malformazioni renali congenite rappresentano


un problema diffuso ed invalidante - spiega Francesco Scolari dell'Università di Brescia - nell'insieme sono il 30% delle anomalie congenite riscontrate pre e post- nascita. La sindrome di DiGeorge colpisce un bambino su 4 mila e si associa a malformazioni a carico di vari organi, fra cui cuore, sistema nervoso e rene. Spesso i sintomi sono di bassa entità - prosegue - e la malattia non viene riconosciuta impedendo la prevenzione delle manifestazioni tardive della malattia a carico di altri organi. La sindrome di DiGeorge rene-cervello sottolinea - è causata da modifiche cromosomiche di nuova descrizione (anche note come copy number variation) che possono coinvolgere più geni e che richiedono per l'analisi tecnologie particolari, descritte nello studio". "Il nostro lavoro - ribadisce Scolari - ha implicazioni immediate per la pratica clinica, perché fornisce elementi decisivi per la definizione della diagnosi eziologica della malattia. L'attualità è la possibilità di una diagnosi precoce di sindrome rene-encefalo tale da permetterne un ridotto impatto clinico. Sono attivati presso centri di alta specialità protocolli diagnostici che usano le tecniche qui descritte". "Il lavoro rappresenta un importante passo in avanti per la comprensione delle basi genetiche delle malformazioni congenite renali che colpiscono non solo i pazienti affetti da sindrome di DiGeorge ma anche il resto della popolazione", conclude Simone Sanna-Cherchi. (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 31-GEN-17 16:10

RICERCA: ECCO IL DNA DELL'ALTEZZA, SVELATE 83 VARIANTI GENETICHE = Maxi studio su 700 mila persone apre via a medicina precisione anche per malattie comuni come diabete Milano, 1 feb. (AdnKronos Salute) - (EMBARGO ALLE 19.00) - E' un rebus che appassiona gli scienziati da anni: comporre il puzzle dei geni che influenzano l'altezza umana. Oggi si aggiunge un nuovo tassello, grazie a uno studio su scala mondiale - il più ampio e approfondito condotto finora - che ha richiesto l'impegno di un network di oltre 300 ricercatori di 5 continenti e l'arruolamento di più di 700 mila partecipanti. Un maxi spiegamento di forze che ha prodotto risultati:


gli esperti sono infatti riusciti a scoprire 83 varianti genetiche che controllano la statura. Alcune di queste hanno un potere "enorme", assicurano gli scienziati, perché è emerso che sono in grado di variare l'altezza di più di 2 centimetri, cioè più di 10 volte l'effetto medio delle varianti genetiche precedentemente scoperte. Il lavoro del consorzio internazionale 'Giant' (Genetic Investigation of Antrhropometric Traits) è stato guidato dagli atenei britannici Queen Mary University di Londra e University of Exeter, dal canadese Montreal Heart Institute e dallo statunitense Broad Institute di Mit e Harvard. I risultati, pubblicati su 'Nature', hanno una portata che va oltre la semplice curiosità su come il Dna determina l'altezza, sottolineano gli autori. La statura è influenzata da varianti genetiche multiple che lavorano insieme e rappresenta una sorta di 'finestra' sui tratti genetici complessi, che "potrebbe darci una 'impronta digitale' per studiare disordini multifattoriali come diabete e malattie del cuore", chiarisce Joel Hirschhorn, Boston Children's Hospital e Broad Institute. (segue) (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 01-FEB-17 16:28 NNNN RICERCA: ECCO IL DNA DELL'ALTEZZA, SVELATE 83 VARIANTI GENETICHE (2) = Consorzio internazionale 'Giant' lavora a nuovi progetti, uno coinvolgera' 2 mln persone (AdnKronos Salute) - Un punto di partenza per la medicina di precisione, lo definiscono dall'ateneo di Montreal. Essendo facile da misurare, la statura offre un modello relativamente semplice "per capire come le informazioni nel nostro Dna possono spiegare le tante differenze fra gli esseri umani", dice Guillaume Lettre (Montreal Heart Institute). I risultati ottenuti "suggeriscono che il nostro approccio funziona", aggiunge Panos Deloukas (Queen Mary University), e può aiutare anche su altri fronti. "Possiamo ora iniziare a individuare variazioni genetiche simili in grado di influenzare il rischio di sviluppare malattie comuni come il diabete, il cancro, la schizofrenia e le malattie cardiovascolari, per citarne solo alcune". E in effetti il consorzio Giant si sta già imbarcando in un nuovo lavoro, un 'Genome-wide association study' sempre sull'altezza, con più di 2 milioni di persone coinvolte, e in questo momento sono in


corso anche altri studi che includono dati di sequenziamento. "Prevediamo - spiega Hirschhorn - che queste ricerche più complete continueranno a migliorare la nostra comprensione della crescita umana e indicheranno il modo migliore per raggiungere intuizioni biologiche in grado di ispirare trattamenti per malattie comuni". (segue) (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 01-FEB-17 16:28 NNNN RICERCA: ECCO IL DNA DELL'ALTEZZA, SVELATE 83 VARIANTI GENETICHE (3) = Occhi puntati su gene che vale 2 cm, promessa per disturbi crescita (AdnKronos Salute) - Il super team ha passato al setaccio la presenza di 250 mila varianti genetiche - con una nuova tecnologia, chiamata 'ExomeChip' - per arrivare a identificare le 83 correlate all'altezza. "Questa volta siamo andati a cercare i cambiamenti genetici rari e a bassa frequenza che alterano direttamente le proteine e tendono ad avere effetti più forti", precisa Hirschhorn. Variazioni che, spiegano gli esperti, puntano più direttamente ai geni e possono essere usate come una 'scorciatoia' per capire quali geni sono importanti per una specifica malattia o tratto. La maggior parte non erano stati valutati nei precedenti studi genetici sull'altezza. Delle varianti identificate, 51 sono a bassa frequenza (si trovano in meno del 5% delle persone) e 32 sono rare (presenti in meno dello 0,5%). Con le nuove scoperte, viene rappresentato il 27,4% - oltre un quarto - dei fattori ereditari dell'altezza. "I geni colpiti da queste variazioni - evidenzia Lettre - modulano tra le altre cose lo sviluppo di ossa e cartilagine e l'attivazione e la produzione dell'ormone della crescita". Il che li rende papabili bersagli terapeutici per disturbi dell'accrescimento spesso osservati nei bambini. In particolare un gene ha suscitato l'interesse degli scienziati: Stc2. Solo una persona su mille è portatrice di una delle varianti identificate per questo gene, la cui presenza rende 1-2 centimetri più alti. La proteina Stc2 serve come freno alla statura. "Valutare se i farmaci che bloccano l'attività di Stc2 possano avere un impatto sulla crescita ci sembra molto promettente", conclude Lettre. (Lus/AdnKronos)


ISSN 2465 - 1222 01-FEB-17 16:28 NNNN La colazione pasto 'amico' del cuore ZCZC2002/SX4 XSP31317_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN La colazione pasto 'amico' del cuore Per chi la salta maggiore rischio obesita' e diabete (ANSA) - ROMA, 2 FEB - La colazione e' un pasto amico del cuore. Chi la fa regolarmente ha livelli di colesterolo e pressione - due fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiache - piu' bassi, mentre chi la salta (negli Usa, ad esempio, una porzione variabile tra il 20 e il 30 per cento di persone) e' piu' soggetto al rischio di obesita' e diabete. A evidenziarlo l'American Heart Association, in una dichiarazione scientifica sulla rivista Circulation. Secondo gli studiosi, guidati dalla dottoressa Marie-Pierre St-Onge, della Columbia University di New York, e' importante per la salute del cuore pianificare i pasti dando loro una regolarita', cosi' come gli spuntini. "Il consiglio e' di mangiare consapevolmente, prestando attenzione alla pianificazione sia di cio' che si mangia che di quando lo so fa, per combattere la fame nervosa - spiega St-Onge - in molte persone si riscontra che le emozioni possono innescare il desiderio di mangiare quando non si e' affamati, cosa che spesso porta a ingerire troppe calorie da alimenti che hanno un basso valore nutrizionale". Il momento del giorno in cui si consumano i pasti e' cruciale. Secondo gli studiosi assumere piu' calorie nella prima parte della giornata e meno di sera puo' infatti avere effetti positivi per il diabete e le malattie cardiovascolari. Anche quello che si mangia e' comunque importante: si' a frutta, verdura, cereali integrali, latticini a basso contenuto di grassi, pollame e pesce, mentre e' meglio limitare carne rossa, sale e alimenti ad alto contenuto di zuccheri aggiunti. (ANSA). Y09


02-FEB-17 11:44 NNNN

TUMORI: NUOVA TECNICA 'SBLOCCA-INTESTINO', PRIMA EUROPEA A PALERMO = Ismett importa dagli Usa e perfeziona metodica contro ostruzioni gastro-duodenali inoperabili Milano, 2 feb. (AdnKronos Salute) - Debutta a Palermo una tecnica innovativa che promette di rivoluzionare il trattamento dei pazienti con tumori avanzati che causano un blocco gastrointestinale. All'Ismett, l'Istituto mediterraneo per i trapianti e le terapie ad alta specializzazione, è stata effettuata con successo su un paziente con ostruzione neoplastica duodenale la prima gastro-entero-anastomosi per via endoscopica. La metodica, "sperimentata negli Stati Uniti, è stata eseguita per la prima volta in Europa - riferiscono dall'Ismett - dopo alcune modifiche tecniche che la rendono più sicura ed efficace". Questo tipo di intervento, spiegano gli esperti siciliani, in genere viene eseguito chirurgicamente per via laparoscopica. Il rischio di complicanze è però molto alto (20%) e i tempi di degenza post-operatori restano molto lunghi (più di 20 giorni di ricovero). La possibilità di effettuare la procedura sotto guida ecoendoscopica, invece, "cambia totalmente lo scenario clinico in questi pazienti con tumori avanzati non operabili determinanti ostruzione gastro-duodenale". Il paziente operato all'Ismett ha potuto lasciare l'ospedale dopo appena 4 giorni dall'intervento; subito dopo il risveglio dall'anestesia è stato in grado di muoversi, e già dopo 48 ore è tornato ad alimentarsi "senza alcun problema". La nuova tecnica consiste nell'ancoraggio diretto, sotto guida ecoendoscopica e radiologica, dello stomaco all'ansa intestinale a valle dell'ostruzione. L'ancoraggio avviene utilizzando un dispositivo dedicato che permette di posizionare una speciale protesi metallica tra la parete gastrica e quella intestinale, formando appunto un'anastomosi gastro-enterica. Una sorta di 'ponte' che bypassa il blocco. (segue) (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 02-FEB-17 12:04 NNNN


TUMORI: NUOVA TECNICA 'SBLOCCA-INTESTINO', PRIMA EUROPEA A PALERMO (2) = (AdnKronos Salute) - "L'impiego di tecniche innovative ecoendoscopiche, in sostituzione della chirurgia, è in linea con quello che è il moderno approccio terapeutico attraverso tecniche mini-invasive alla patologia digestiva", afferma Ilaria Tarantino, che ha eseguito la procedura insieme a Mario Traina. "Ed è in tale direzione - aggiunge la specialista - che lavora il team dell'Ismett, con lo sviluppo di interventi di ecoendoscopia interventistica che consentono il trattamento di patologie prima di esclusivo appannaggio chirurgico, come le necrosectomie endoscopiche in pazienti con sequele di pancreatiti severe, i drenaggi biliari (coledoco-duodenostomia) nei casi non risolvibili con le tecniche endoscopiche tradizionali, e il drenaggio della colecisti (colecisto-enterostomia) in pazienti con colecistiti acute ma ad elevato rischio operatorio". (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 02-FEB-17 12:04 NNNN TUMORI: IN ITALIA MILLE MALATI AL GIORNO, I CONSIGLI PER EVITARE 1 CASO SU 2 = Gli esperti del Cro di Aviano in vista del World Cancer Day, stili di vita chiave della prevenzione Roma, 2 feb. (AdnKronos Salute) - Ogni giorno in Italia quasi mille persone si ammalano di cancro. Eppure "è accertato che quasi il 50% dei tumori può essere evitato mettendo in sicurezza la propria salute con scelte di vita sane e consapevoli". Lo ricordano gli esperti dell'Irccs Cro di Aviano (Pordenone), in vista del World Cancer Day 2017 che si celebra sabato 4 febbraio. Purtroppo i numeri di chi rischia sono ancora alti, spiega Diego Serraino, responsabile della Struttura di Epidemiologia oncologica del Cro: "Recenti indagini hanno dimostrato che circa il 27% degli italiani si dichiara fumatore, che uno su 3 è sovrappeso e uno su 10 addirittura obeso; il 17% eccede nel consumo di bevande alcoliche e il 32% non svolge attività fisica. Quanto poi al consumo di frutta e verdura nelle dosi consigliate (5 porzioni al giorno), la regola è seguita da poco meno del 10%".


A preoccupare gli specialisti dell'Istituto, "subito dopo il fumo", ci sono "le insane abitudini alimentari" con "un eccessivo consumo di cibi contenenti zuccheri semplici (dalle bibite gasate alla pasta o al pane raffinato), o di cibi ad alto contenuto di grassi animali (carni rosse e insaccati), e lo scarso uso di piatti a base di verdura". Le abitudini moderne "ci stanno allontanando dalla dieta mediterranea a base di olio di oliva, frutta, verdura, carni bianche, pesce e cibi non raffinati". Un altro nemico è "la bassa frequenza di attività fisica". (segue) (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 02-FEB-17 12:10 NNNN TUMORI: IN ITALIA MILLE MALATI AL GIORNO, I CONSIGLI PER EVITARE 1 CASO SU 2 (2) = (AdnKronos Salute) - "L'Istituto nazionale tumori attua politiche di prevenzione connesse agli stili di vita da diversi anni - afferma il direttore scientifico, Paolo De Paoli - Particolare accento è stato posto alla trasmissione di notizie scientificamente validate e per questo concretamente utili all'attuazione di stili di vita capaci di ridurre il rischio di sviluppare tumori". Ecco quindi i 4 consigli degli esperti del Cro: 1) Non fumare è il singolo miglior modo per una persona di prevenire fino a 17 tipi diversi di tumore; 2) Circa il 30% dei tumori è diagnosticato a persone sovrappeso, obese o a chi non svolge adeguata attività fisica (basta anche una passeggiata giornaliera di 30 minuti); 3) Proteggere la pelle dal sole ed evitare l'abbronzatura artificiale riduce al minimo il rischio di sviluppare il melanoma; 4) Vaccinare le giovani ragazze contro l'infezione da Papillomavirus umano (Hpv) le protegge dal tumore della cervice uterina. (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 02-FEB-17 12:10 NNNN TUMORI: FAVO, ARRIVA IL LIBRO BIANCO CONTRO IL CANCRO DELLA VESCICA = I promotori, piu' sicurezza sul lavoro e risorse da investire


Roma, 2 feb. (AdnKronos Salute) - Il tumore della vescica colpisce ogni anno 27 mila persone in Italia e 175 mila in Europa. Ed è per numero di nuovi casi registrati la quinta neoplasia nel mondo occidentale. La sua gestione, inoltre, incide significativamente sulla spesa sanitaria: nel nostro Paese il costo annuo rappresenta il 7% del totale. L'allarme arriva dalla Federazione italiana delle Associazioni di volontariato in oncologia (Favo), che lancia il 'White Paper' del carcinoma vescicale. Il documento, redatto da associazioni pazienti e società scientifiche, chiede alle Istituzioni di sensibilizzare i cittadini sui fattori di rischio con la modifica di alcune leggi in materia di salute e sicurezza sul lavoro; di istituire team multidisciplinari per il trattamento in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti, e più risorse, pubbliche e private, da investire. Il Libro bianco è stato presentato oggi a Roma su iniziativa della Favo, con la collaborazione di Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Società italiana di urologia (Siu), Società italiana di urologia oncologica (Siuro), Federazione italiana incontinenti e disfunzioni del pavimento pelvico (Fincoop) e Associazione pazienti liberi dalle neoplasie uroteliali (Palinuro), e il contributo di Ipsen e di Roche. Il documento fotografa temi come prevenzione, diagnosi, trattamento, riabilitazione e reinserimento sociale. (segue) (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 02-FEB-17 13:48 NNNN TUMORI: FAVO, ARRIVA IL LIBRO BIANCO CONTRO IL CANCRO DELLA VESCICA (2) = (AdnKronos Salute) - "Il carcinoma della vescica è ancora oggi un tumore dimenticato - dichiara Francesco De Lorenzo, presidente di Favo e dell'European Cancer Patient Coalition - nonostante rappresenti la quarta causa di morte per tumore nell'uomo e la decima nella donna in Europa. Il documento intende sensibilizzare associazioni dei pazienti, curanti, istituzioni e opinione pubblica per fronteggiare le criticità che impediscono ai pazienti con tumore della vescica di ottenere i migliori risultati sia in termini di trattamenti terapeutici che di riabilitazione e facilitazione del ritorno a una vita autonoma e attiva. Oltre che un approfondimento sulle criticità e i nuovi orizzonti del cancro della vescica in Italia".


Secondo i dati riportati dalla Favo, il fumo rappresenta la causa più importante nello sviluppo del cancro della vescica, con percentuali tra il 40 e il 70%. L'esposizione sul posto di lavoro ad alcune sostanze chimiche, invece, rappresenta un fattore di rischio per il 21-27% dei carcinomi della vescica negli uomini e per l'11% nelle donne. Il White Paper raccomanda quindi il continuo impegno dei Paesi Ue nella lotta al tabagismo, e riduzione e maggior controllo all'esposizione di sostanze chimiche cancerogene nei posti di lavoro. La Federazione dei volontari riporta che in Italia vivono circa 254 mila persone dopo la diagnosi. Piemonte, Campania, Lombardia e isole registrano il numero più elevato di nuovi casi e una più alta mortalità. La diagnosi precoce risulta indispensabile: per 8 pazienti su 10 la sopravvivenza a 5 anni aumenta se la malattia viene diagnosticata in fase iniziale; se la diagnosi avviene in stadio avanzato, invece, sopravvive un paziente su 10. (segue) (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 02-FEB-17 13:48 NNNN TUMORI: FAVO, ARRIVA IL LIBRO BIANCO CONTRO IL CANCRO DELLA VESCICA (3) = (AdnKronos Salute) - "Oggi è possibile un concreto passo in avanti a favore della diagnosi precoce, ricorrendo a una nuova metodica di diagnosi fotodinamica che, grazie a un mezzo di contrasto fotosensibile, permette di scoprire focolai di forme preneoplastiche invisibili a occhio nudo - riferisce Vincenzo Mirone, segretario generale della Società italiana di urologia - Rispetto alla normale cistoscopia a luce bianca, la cistoscopia con mezzo di contrasto a luce blu è in grado di evidenziare sulla parete vescicale delle microalterazioni neoplastiche, anche infinitamente piccole, che diversamente sfuggirebbero all'attenzione del chirurgo". Anche le ricerche volte all'individuazione di marcatori tumorali promettono una svolta alla gestione di questa neoplasia, offrendo nuove metodologie per la diagnosi precoce e per il monitoraggio post-trattamento e della recidiva, evidenzia la Favo. "La prossima disponibilità di inibitori di Pd-L1 o Pd-1 quali atezolizumab e pembrolizumab, oltre ad altri possibili approcci immunoterapici, cambierà l'approccio terapeutico ai timori uroteliali della vescica dopo oltre 30 anni di assenza di significative novità


per il trattamento di questi tumori - afferma Sergio Bracarda, consigliere nazionale Aiom - E' importante mantenere o adottare un approccio multidisciplinare alla patologia per ottimizzare il trattamento in ciascun paziente". (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 02-FEB-17 13:48 NNNN Test del Dna con 1 cent, grazie a chip low-cost ZCZC4188/SXB XSP77178_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Test del Dna con 1 cent, grazie a chip low-cost (EMBARGO ALLE 21.00) Prodotti con stampanti a getto d'inchiostro (EMBARGO ALLE 21.00) (ANSA) - ROMA, 06 FEB - Test e mappa del Dna ad appena un centesimo: e' quello a cui punta la nuova tecnologia di chip per analisi genetiche prodotti usando tradizionali stampanti a getto d'inchiostro. A mettere a punto il dispositivo low-cost sono stati i ricercatori guidati da Ron Davis, direttore del Centro di tecnologia genomica di Stanford, il cui lavoro e' stato pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). Negli ultimi anni la tecnologia dei cosiddetti 'lab on chip', piccoli dispositivi capaci di eseguire con pochi euro analisi genetiche finora possibili solo in laboratorio, ha fatto passi da gigante sviluppando chip sempre piu' piccoli ed economici. Una tecnologia rivoluzionaria soprattutto per i paesi poveri dove l'accesso ai laboratori genetici e' molto carente. Si stima infatti che a causa di mancate diagnosi precoci, possibili con analisi genetiche, il tasso di sopravvivenza sia ad esempio per il tumore al seno meno della meta' che nei paesi industrializzati


e molto si potrebbe fare per combattere malattia come Hiv e tubercolosi. Combinando le miglior tecnologie del momento i ricercatori americani sono ora riusciti a sviluppare i chip per le analisi genetiche a costi che potrebbero arrivare ad appena 1 centesimo. Il tutto e' possibile grazie all'uso delle normali stampanti a getto di inchiostro e di altri materiali gia' in commercio. Per stampare il chip sono necessari circa 20 minuti e il mini-laboratorio tascabile puo' essere progettato per una grande varieta' di test differenti, analisi che normalmente vengono eseguite con strumentazioni da centinai di migliaia di euro. Il nuovo chip e' una novita' che secondo gli autori promette di rivoluzionare la medicina e della ricerca: "sono molto sicuro ha detto Davis - che aprira' nuove porte per i ricercatori perche' semplifichera' il loro lavoro, dovranno solo stampare e usarlo". (ANSA). Y28 06-FEB-17 15:26 NNNN

ARMACI: STUDIO ITALIANO, ECCO QUANDO SOSPENDERE I BIOLOGICI ANTI-ARTRITE = Da team Cattolica-Gemelli Roma le indicazioni per interrompere la terapia senza rischiare ricadute Milano, 6 feb. (AdnKronos Salute) - Quando e come sospendere in sicurezza i farmaci biologici contro l'artrite reumatoide e l'artrite psoriasica, senza rischiare ricadute? Un gruppo di esperti della Facoltà di Medicina e chirurgia dell'università Cattolica e della Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma lo spiega in uno studio pubblicato sugli 'Annals of the Rheumatic Diseases'. Per l'artrite reumatoide - indicano gli autori - si può decidere lo stop della terapia se il paziente non presenta più i sintomi e se l'ecografia non


evidenzia danni alle articolazioni. Mentre per l'artrite psoriasica è necessario eseguire una biopsia della membrana sinoviale interna alle articolazioni, così da capire se il paziente è davvero in remissione. La scoperta è frutto della ricerca del team dell'Unità operativa complessa di reumatologia diretta da Gianfranco Ferraccioli, ordinario di Reumatologia alla Cattolica e direttore del Polo di Scienze reumatologiche, dermatologiche, immuno-allergologiche, urologiche e nefrologiche della Fondazione Policlinico Gemelli. (segue) (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 06-FEB-17 15:12 NNNN ARMACI: STUDIO ITALIANO, ECCO QUANDO SOSPENDERE I BIOLOGICI ANTI-ARTRITE (2) = (AdnKronos Salute) - In un lavoro precedente, comparso un anno fa su 'Arthritis Research Therapy', la stessa équipe aveva dimostrato che il 60% dei pazienti diagnosticati rapidamente e portati in remissione clinica (assenza di sintomi) ed ecografica (all'esame il paziente non presenta infiammazione) poteva interrompere senza recidive il farmaco biologico utilizzato per controllare la malattia, con benefici non solo per il malato, ma anche per le casse del Servizio sanitario nazionale. Il costo di questi medicinali si aggira infatti intorno a 8-12 mile euro a paziente per anno. Nella stessa ricerca gli autori avevano osservato che la remissione clinica ed ecografica corrispondeva anche a una remissione istologica del tessuto sinoviale. In altre parole, le biopsie della membrana che ricopre le articolazioni non evidenziavano segni di malattia. Nel nuovo studio i reumatologi di Cattolica e Policlinico Gemelli hanno deciso di indagare le caratteristiche del tessuto articolare dei pazienti con artrite psoriasica e artrite reumatoide in remissione. I ricercatori hanno indagato se vi fossero differenze a livello cellulare tra pazienti con artrite reumatoide in Lda (Low Disease Activity), cioè che non sono in remissione ma presentano una malattia


lievemente attiva, e pazienti in remissione, che potessero consentire di sospendere la terapia con farmaco biologico in modo mirato e sicuro. Ebbene, "il nostro gruppo ha definito che la membrana sinoviale di pazienti con artrite reumatoide in remissione e quella di pazienti in Lda sono pressoché uguali - afferma Ferraccioli - mentre molte delle remissioni dei pazienti con artrite psoriasica sono 'false', nel senso che resta sempre infiammazione con vasi neoformati, il che spiega il motivo di ricadute frequenti in questi pazienti alla sospensione del farmaco biologico". (segue) (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 06-FEB-17 15:12 NNNN FARMACI: STUDIO ITALIANO, ECCO QUANDO SOSPENDERE I BIOLOGICI ANTI-ARTRITE (3) = (AdnKronos Salute) - "Con queste osservazioni - aggiunge Ferraccioli abbiamo in mano le armi per decidere chi può sospendere le cure biologiche senza rischio di ricadute e chi non può farlo. Nell'artrite reumatoide la remissione clinica ed ecografica o la Lda sono sufficienti per dire che anche il tessuto sinoviale è in remissione; invece nell'artrite psoriasica solo la biopsia sinoviale permette di definire se vi sia una 'vera' remissione. Dunque viene avvalorato in modo importante il ruolo diagnostico conclusivo della biopsia sinoviale, che il nostro Centro di Reumatologia del Gemelli esegue da tanti anni, come parametro utile-necessario soprattutto nella artrite psoriasica poliarticolare ed erosiva". Il prossimo passo sarà l'identificazione del miglior biomarcatore capace di indicare, senza biopsia, la persistenza di infiammazione nell'articolazione psoriasica. "E' chiaro - conclude lo specialista che questo permetterà di trattare i pazienti in modo più personalizzato, e di verificare come si possa nel medio-lungo termine risparmiare notevoli risorse sospendendo in modo corretto e preciso i farmaci biologici in molti pazienti. La 'drug free remission' sarà la


nuova frontiera". (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 06-FEB-17 15:12 NNNN

Le buone regole per proteggersi da inquinamento aria di casa ZCZC4420/SXB XSP77271_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Le buone regole per proteggersi da inquinamento aria di casa Iss, non eccedere con l'uso di detersivi e deodoranti ambiente (ANSA) - ROMA, 6 FEB - Non eccedere con l'uso di prodotti per la pulizia della casa, ne' con deodoranti o i vari prodotti impiegati per la profumazione 'air freshener', bastoncini d'incenso e candele profumate: e' una delle indicazioni che arriva dal Gruppo di studio nazionale sull'inquinamento indoor dell'Istituto superiore di sanita' (Iss), che ha realizzato un opuscolo su come migliorare l'aria delle nostre case e ridurre il loro inquinamento. Dalle vernici alle colle, dai solventi ai detergenti e detersivi fino ai mobili e tappezzerie, sono tante le possibili fonti di inquinamento dell'aria che si possono accumulare negli appartamenti dove viviamo, con possibili rischi per la salute di adulti e bambini. Da qui alcuni semplici consigli adottabili nella vita di tutti i giorni. Il primo da tener presente e' che il pulito non ha odore, e quindi non bisogna eccedere con l'uso dei prodotti per la pulizia, e per quelle quotidiane e' meglio utilizzare aceto e bicarbonato. Candeggina, ammoniaca e acido muriatico vanno utilizzati solo quando strettamente necessario. E' poi bene leggere attentamente le etichette e non miscelare i prodotti per la pulizia, soprattutto candeggina e ammoniaca con anticalcari. Per ridurre la presenza degli inquinamenti e' bene cambiare spesso l'aria della casa aprendo le finestre piu' lontane dalle strade trafficate e, ovviamente, non fumare in casa, visto che gli inquinanti chimici rilasciati dal fumo


rimangono su pareti e arredi per molto tempo. E' buona abitudine, conclude l'opuscolo, non riporre subito gli abiti ritirati dalla lavanderia negli armadi, lavare regolarmente tende e tappezzerie, fare attenzione all'utilizzo di stufe e caminetti a legna, o biomasse, evitare elevati valori di temperatura e umidita' dell'aria, e pulire regolarmente i filtri dei condizionatori. (ANSA). Y85 06-FEB-17 15:47 NNNN

Dieta ricca di uva possibile arma in piu' contro Alzheimer ZCZC4832/SX4 XSP78124_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Dieta ricca di uva possibile arma in piu' contro Alzheimer Merito degli antiossidanti, migliorano flusso sangue e memoria (ANSA) - ROMA, 6 FEB - Una dieta ricca di uva puo' essere l'arma in piu' per prevenire l'Alzheimer. Consumando questa frutta due volte al giorno per sei mesi si riduce, in persone con un decadimento precoce della memoria, il declino metabolico di aree del cervello correlate a questa malattia. E' quanto emerge da una ricerca pilota, finanziata dalla California Table Grape Commission e condotta dall'Universita' della California di Los Angeles su 10 persone, pubblicata su Experimental Gerontology. I partecipanti allo studio sono stati scelti in maniera random per ricevere una polvere di uva intera (equivalente a oltre due tazze di uva al giorno) o un placebo, simile per apparenza e gusto, senza polifenoli. Dai risultati e' emerso che coloro che non avevano consumato uva hanno mostrato una significativa diminuzione del metabolismo in regioni critiche del cervello legate alla malattia di Alzhemeir. Al contrario, invece, chi aveva consumato questa frutta ha mostrato cambiamenti positivi nel metabolismo cerebrale, correlati a miglioramenti a livello cognitivo, di attenzione e di memoria. I polifenoli dell'uva- ricordano gli studiosi- hanno attivita'


antiossidanti e antinfiammatorie e l'uva puo' supportare la salute del cervello in diversi modi: dalla riduzione dello stress ossidativo alla promozione di un flusso sanguigno sano, fino al mantenimento di livelli adeguati di una sostanza chimica chiave per la memoria. Y09 06-FEB-17 16:16 NNNN

SESSO: INIEZIONI DI GEL CONTRACCETTIVO PER LUI, NELLE SCIMMIE FUNZIONA = Gli scienziati, alternativa promettente, sicura e reversibile alla vasectomia Milano, 6 feb. (AdnKronos Salute) - (EMBARGO ALLE 02.00 DI DOMANI) E' in formato gel la nuova speranza sul fronte della contraccezione maschile. Non si spalma, ma si inietta 'in loco', un prodotto che l'anno scorso è già stato testato con successo nei conigli e che ora sembra funzionare a lungo termine anche sulle scimmie. In una ricerca americana su 16 macachi Rhesus, pubblicata su 'Basic and Clinical Andrology', è riuscito a evitare concepimenti durante tutta una stagione degli amori - circa 6 mesi - contro un tasso di gravidanza che in un periodo riproduttivo di questi animali è pari in genere all'80%. Il contraccettivo sperimentale si chiama Vasalgel* e potrebbe un giorno rappresentare, secondo gli scienziati che lo stanno studiando, un'alternativa promettente alla vasectomia. Contrariamente a questa pratica chirurgica di 'sterilizzazione' dell'uomo, infatti, l'applicazione della sostanza dovrebbe avere un effetto facilmente reversibile. Si tratta di un prodotto non farmacologico che, quando viene iniettato nei vasi deferenti - i dotti che convogliano lo sperma dai testicoli all'uretra - forma un idrogel all'interno dei vasi stessi, riempiendoli e funzionando come barriera al passaggio del liquido seminale. Effetti collaterali? In un unico caso, su una sola delle 16 scimmie alle quali è stato somministrato, si sono rilevati segni di granuloma spermatico (un accumulo di sperma nei vasi deferenti): evento che si registra nel 15% dei macachi e nel 60% degli uomini sottoposti a vasectomia, osservano gli studiosi, e che raramente crea problemi seri. (segue)


(Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 06-FEB-17 16:33 NNNN SESSO: INIEZIONI DI GEL CONTRACCETTIVO PER LUI, NELLE SCIMMIE FUNZIONA (2) = (AdnKronos Salute) - "Il nostro studio - commenta Catherine VandeVoort del California National Primate Research Centre, autore principale della ricerca - indica che l'iniezione di Vasalgel nei vasi deferenti produce una contraccezione affidabile in maschi adulti di scimmie Rhesus, come dimostrato dall'assenza di gravidanze nelle femmine fertili con cui i macachi sono stati alloggiati nella stagione riproduttiva. L'elemento importante da sottolineare", secondo la scienziata, è che "l'applicazione del prodotto è sicura e ha dato meno complicanze rispetto a quelle che si verificano in genere con la vasectomia". Il gel rappresenta per l'esperta "una vera promessa come alternativa alla vasectomia", soprattutto "considerando la reversibilità della tecnica, emersa dai test sul coniglio. Anche se è possibile invertire gli effetti della vasectomia - precisa infatti la ricercatrice - si tratta di una procedura tecnicamente difficile e dopo la quale i pazienti hanno spesso tassi di fertilità molto bassi". (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 06-FEB-17 16:33 NNNN RICERCA: LA SFIDA, RIPARARE IL MIDOLLO SPINALE CON IL GRAFENE = Il progetto selezionato nell'ambito di Horizon 2020 Roma, 6 feb. (AdnKronos Salute) - Realizzare un sistema attivo bioelettronico per riparare il midollo spinale e recuperare funzioni preziose, come la capacità di camminare. E' la sfida di un gruppo di ricercatori al lavoro sul progetto Neurofibres (Biofunctionalised electroconducting microfibres for the treatment of spinal cord injury), coordinato dall'Hospital nacional de parapléjicos (Servicio de salud de Castilla La Mancha), con il coinvolgimento di sette partner tra cui le Università di Trento e di Cambridge. L'obiettivo è sviluppare un sistema (scaffold) attivo bioelettronico


sicuro ed efficace per il trattamento di lesioni al sistema nervoso centrale. In particolare un sistema che sia in grado di stimolare la rigenerazione degli assoni (conduttori dell'impulso nervoso) e l'attivazione del circuito neuronale realizzato in una microfibra composita di grafene, materiale ultrasottile e versatile. Il progetto, partito in questi giorni, è stato selezionato dalla Commissione europea nell'ambito del programma Horizon 2020, settore delle tecnologie emergenti (Fet proactive-Boosting emerging technologies). (segue) (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 06-FEB-17 16:35 NNNN RICERCA: LA SFIDA, RIPARARE IL MIDOLLO SPINALE CON IL GRAFENE (2) = (AdnKronos Salute) - "Lo scopo finale è riparare le lesioni al sistema nervoso centrale per recuperare le funzioni importanti, a cominciare dalla capacità di camminare - spiega Nicola Pugno, referente del progetto per UniTrento e professore del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica - L'obiettivo è molto ambizioso e la strada per raggiungerlo è lunga e piena di interrogativi e difficoltà. Ma abbiamo fiducia nel progetto e nella rete di collaborazione che si è creata per metterlo in atto". Ma come sarà realizzato e come funzionerà il microsistema? "Il materiale chiave sarà una microfibra, che al momento pensiamo di realizzare in carbonio, avvolta in una guaina composita di polimero conduttore caricato con grafene - aggiunge Pugno - Passeremo quindi a progettare, produrre e caratterizzare microfibre conduttive e quindi uno scaffold (che si presenta come una spugna fibrosa) biocompatibile, elettroattivo e meccanicamente robusto. Far coesistere questi tre fattori fondamentali rappresenta un salto di qualità, il superamento del limite odierno, necessario se si vuole sperare nella rigenerazione e nel ripristino della funzionalità". (segue) (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 06-FEB-17 16:35 NNNN RICERCA: LA SFIDA, RIPARARE IL MIDOLLO SPINALE CON IL GRAFENE (3) = (AdnKronos Salute) - "Nei test preliminari le fibre si rompono, si


disancorano o migrano, non conducono a sufficienza e promuovono ulteriore infiammazione. Le neurofibre verranno inserite nel punto di rottura del midollo spinale e dovrebbero promuovere, tramite elettrostimolazione e la specifica topologia unidimensionale, la crescita degli assoni, e quindi il ripristino della loro funzionalità e, con questa, quella motoria del paziente. Uno degli aspetti più complessi riguarda lo studio delle risposte immunologica e neuronale del tessuto all'impianto". Al consorzio di Neurofibres partecipano: il Servicio de salud de Castilla La Mancha (Spagna), University of Cambridge (Regno Unito), Axon' cable (Francia), Università di Trento (Italia), Kungliga tekniska hoegskolan (Svezia), Universite D'Aix Marseille (Francia) e University of Saarland (Germania). Oltre 5 milioni di euro il finanziamento complessivo, di cui quasi 700 mila a UniTrento, per i quattro anni di durata del progetto, che è appena partito con il kickoff meeting del 30 e 31 gennaio all'Hospital nacional de parapléjicos di Toledo. (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 06-FEB-17 16:35 NNNN Tumori: esperti, test hpv screening migliore del pap test ZCZC0926/SX4 XSP96899_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Tumori: esperti, test hpv screening migliore del pap test Il 70% casi cancro collo utero provocato da due tipi papillomi (ANSA) - ROMA, 8 FEB - Per molti anni il pap test e' stato ritenuto il metodo migliore per lo screening del cancro del collo dell'utero. Ma molti esperti chiedono ora un cambiamento nelle procedure e nei protocolli, sostenendo che il test del papilloma virus umano (hpv) sia piu' efficace per rilevare per questo tipo di tumore. La richiesta e' contenuta in un numero speciale della rivista Preventive Medicine. Alla base di questa volonta' di cambiamento c'e' il fatto che molti studi hanno dimostrato che due tipi di papilloma virus sono responsabili del 70% di tutti i casi del cancro del collo


dell'utero. Si tratta pero', riconoscono, di un cambiamento difficile da realizzare in molte parti del mondo per via delle risorse disponibili o le diverse priorita' di salute pubblica. ''Il pap test e' stato il cuore della tecnologia nella medicina e sanita' pubblica, almeno fin quando e' diventato chiaro che fare il test per l'hpv puo' migliorare l'efficienza dello screening per questo tipo di tumore'', scrive Gayle A. Shinder, vicedirettrice della rivista, su cui sono pubblicati diversi studi a sostegno della transizione dal pap test all'hpv test. Tra gli esperti c'e' sempre piu' consenso sul fatto che il test dell'hpv, aggiunge Mark Schiffman, del National Cancer Institute, ''sia teoricamente il test di screening primario ottimale, anche se un'implementazione completa e' ancora lontana dall'essere realizzata. Visto che nel mondo sono applicate diverse strategie, la speranza e' che vengano tradotte e rappresentino la conclusione condivisa di conoscenze scientifiche ormai assodate''. (ANSA). Y85 08-FEB-17 09:37 NNNN

9CO746629 4 CRO ITA R01 GIOVANI, CENSIS: USANO CONTRACCEZIONE MA PAPILLOMAVIRUS RESTA SCONOSCIUTO (1) (9Colonne) Roma, 8 feb - Sì alla contraccezione, ma con qualche confusione. Il 43,5% dei giovani italiani tra i 12 e i 24 anni ha già avuto rapporti sessuali completi. La quota sale al 79,2% tra i 22-24enni. L'età media al primo rapporto sessuale è di 16,4 anni, 17,1 anni è l'età media al primo rapporto completo. Il 92,9% di chi ha avuto rapporti sessuali completi dichiara di stare sempre attento per evitare gravidanze, ma una quota minore (il 74,5%) si protegge sempre per evitare infezioni e malattie a trasmissione sessuale. La distinzione tra contraccezione e prevenzione non è sempre chiara tra i giovani. Il 70,7% usa il profilattico come strumento di prevenzione, ma il 17,6% dichiara di ricorrere alla pillola anticoncezionale, collocandola erroneamente tra gli strumenti di prevenzione piuttosto che tra i mezzi di contraccezione. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis sulla sessualità dei millennial e dei giovanissimi con il supporto non condizionante di Sanofi Pasteur-MSD e distribuita da MSD Italia. Quasi la totalità dei giovani italiani di 12-24 anni (il 93,8%) ha sentito parlare di infezioni e malattie sessualmente trasmesse. Solo


il 6,2% non ne ha mai sentito parlare, quota che sale al 18,7% tra i giovanissimi di 12-14 anni. È l'Aids la patologia che viene maggiormente citata (89,6%). Solo il 23,1% indica la sifilide, il 18,2% la candida, il 15,6% il Papillomavirus e percentuali tra il 15% e il 13% la gonorrea, le epatiti e l'herpes genitale. Il 31,1% conosce o ha sentito parlare di almeno 3 infezioni e malattie, il 31,4% di conoscerne da 4 a 6, il 37,5% più di 6. Tra le fonti di informazione sulle infezioni sessualmente trasmesse è preponderante il ruolo dei media (tv, riviste, internet), utilizzate dal 62,3%. Poi viene riconosciuto come significativo il contributo della scuola (53,8%), ma con differenze rilevanti tra le diverse aree geografiche del Paese: si passa da oltre il 60% al Nord al 46,1% al Centro e al 47,9% al Sud. Solo il 9,8% cita i professionisti della salute come i medici di famiglia, i medici specialisti e i farmacisti. (SEGUE) 081347 FEB 17 9CO746630 4 CRO ITA R01 GIOVANI, CENSIS: USANO CONTRACCEZIONE MA PAPILLOMAVIRUS RESTA SCONOSCIUTO (2) (9Colonne) Roma, 8 feb - Il 70,8% dei giovani di 12-24 anni che hanno sentito parlare di Hpv sa che esiste un vaccino contro il Papillomavirus, in particolare le ragazze (il 79,8% a fronte del 55% dei maschi). Sono i più giovani a esserne più frequentemente a conoscenza (l'84,4% tra i 12-14enni e l'85,1% tra i 1517enni), probabilmente grazie alle campagne di vaccinazione del SSN. La maggior parte dei giovani ritiene che la vaccinazione protegga da malattie molto pericolose (72,3%). Il 73% pensa che vaccinare anche i maschi sia una strategia utile per ridurre il rischio di contagio (la pensa così il 75% dei ragazzi e il 70,9% delle ragazze). Solo una piccola quota indica di non fidarsi del vaccino per gli effetti collaterali che può determinare (15,8%), perché credono erroneamente che la protezione duri poco (12,1%), perché non elimina la necessità di fare il pap test (12,1%). Per Ranieri Guerra, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute "il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 e il Decreto ministeriale sui nuovi Lea prevedono la vaccinazione Hpv nelle ragazze undicenni e l'introduzione della vaccinazione anti-Hpv nei maschi undicenni, segnando un notevole progresso rispetto allo scenario precedente". "La maggior parte delle informazioni che i giovani hanno derivano infatti dagli amici, seguiti dai media e dai social network, lasciando spazio a molta spazzatura sul web" nota Andrea Lenzi, professore ordinario di Endocrinologia dell'Università La Sapienza di Roma. "Il nostro Telefono Verde Aids e Infezioni sessualmente trasmesse riceve oltre 1.000 chiamate al mese, di queste solo il 10% proviene da parte di giovani (1524 anni), che risultano avere poche informazioni corrette sulla prevenzione di


queste patologie e pensano che siano un problema legato a determinate fasce di popolazione e non causate da comportamenti a rischio" ha dichiarato Walter Ricciardi, presidente dell'ISS. "Gli adolescenti e i giovani millennial che abbiamo interpellato si muovono in un mondo inondato di immagini e contenuti sessuali sempre piĂš facilmente accessibili, in media a 17 anni iniziano ad avere rapporti sessuali e hanno colmato le tradizionali differenze tra ragazzi e ragazze. Eppure circa il 50% dichiara di avere dubbi in materia di sessualitĂ " dice Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. (PO / red) 081350 FEB 17 Troppi zuccheri in cereali prima colazione per bambini ZCZC3695/SX4 XSP99662_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Troppi zuccheri in cereali prima colazione per bambini Gruppi di pressione in GB, percentuali alte come 20 anni fa (ANSA) - ROMA, 08 FEB - Molti cereali per la prima colazione, in particolare quelli per i bambini, continuano a contenere alte percentuali di zuccheri (anche il 35% dell'intero prodotto) esattamente come 20 anni fa, nonostante sia sempre piu' chiaro che troppi zuccheri siano dannosi per la salute. Riportata sul quotidiano The Independent, e' la denuncia frutto di uno studio pubblicato sulla rivista Public Health Nutrition e condotto da due gruppi di pressione, Action on Sugar e Consensus Action on Salt and Health (CASH). Al contrario il contenuto di sale in questi prodotti e' sceso del 50% in 12 anni. Secondo CASH, una porzione tipica di cereali (30 grammi) puo' arrivare a contenere un terzo della dose massima raccomandata di zuccheri (19 grammi o 5 cucchiaini) per un bambino di sei anni. E' necessario un programma per la riduzione del consumo di zuccheri, notano esperti del Public Health England (ente che promuove benessere e salute e lotta alle iniquita' in termini di salute nel paese), secondo cui colazioni troppo cariche di zuccheri comportano che un bambino abbia gia' assunto gia' prima delle nove di mattina meta' degli zuccheri consentiti durante l'intera giornata. (ANSA).


Y27 08-FEB-17 14:18 NNNN

Meno della meta' dei ragazzi maschi conosce Papilloma Virus ZCZC3805/SX4 XSP99709_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Meno della meta' dei ragazzi maschi conosce Papilloma Virus Causa 7 tipi di tumore, ma vaccino protegge per tutta la vita (ANSA) - ROMA, 08 FEB - Sei giovani italiani su dieci ha sentito parlare del Papilloma virus (Hpv), infezione che causa diversi tipi di tumore. Ma se tra le ragazze la quota sale all'83,5%, tra i maschi si riduce al 44,9%. E' quanto emerge dalla ricerca "Conoscenza e prevenzione del Papillomavirus e delle patologie sessualmente trasmesse tra i giovani in Italia", condotta dal Censis su un campione rappresentativo di mille ragazzi tra 12 e 24 anni, e presentata oggi a Roma. Rispetto alle modalita' di trasmissione dell'Hpv, la gran parte dei ragazzi considerati dell'indagine cita i rapporti sessuali completi (81,8%), ma solo il 58% sa che il virus si puo' trasmettere anche attraverso rapporti sessuali non completi. L'80% dei giovani informati dell'esistenza dell'Hpv sa che si tratta di un virus responsabile di diversi tumori, ma solo il 37% sa che e' responsabile di tumori che riguardano anche l'uomo. Inoltre il 70,8% dei giovani che conosce l'Hpv sa che esiste un vaccino pe combatterlo (il 79,8% delle ragazze a fronte del 55% dei maschi). Sono i piu' giovani a esserne piu' frequentemente a conoscenza (l'84,4% tra chi ha fra 12 e 14 anni e l'85,1% di chi ne ha fra 15 e 17). Il nuovo Piano Vaccini, ricorda Ranieri Guerra, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, "prevede la vaccinazione contro il Papilloma virus nelle ragazze undicenni e l'introduzione della vaccinazione anti-Hpv nei maschi undicenni, segnando un notevole progresso. In questo modo, infatti, si puo' contrastarne efficacemente la diffusione". "Si tratta di un vaccino che va fatto in due dosi ed e' efficace per tutta la vita - osserva Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di Msd Italia - e che protegge da sette


diverse forme di tumore. E' una vaccinazione che tra l'altro, puo' tradursi in grande risparmio per la sanita' pubblica". (ANSA). YQX 08-FEB-17 14:27 NNNN

Tumori:verso test sangue per cancro pancreas in fase precoce ZCZC2290/SXB XSP98579_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Tumori:verso test sangue per cancro pancreas in fase precoce Permetterebbe diagnosi quando ancora curabile (ANSA) - ROMA, 8 FEB - Verso un esame del sangue per la diagnosi precoce del cancro del pancreas, un killer silenzioso che si scopre quasi sempre quando la malattia e' ad uno stadio gia' troppo avanzato e le chance di guarigione sono bassissime. Il test, che potrebbe essere eseguito su una goccia di sangue, e' stato messo a punto da Tony Hu della Arizona State University in Tempe e reso noto sulla rivista Nature Biomedical Engineering. Il cancro del pancreas e' una di quelle malattie per cui non sono state ancora trovate molecole che fungano da 'marcatori' della presenza di tumore. Molecole simili servirebbero per scoprire il cancro quando ancora e' curabile. Gli esperti Usa hanno visto che - gia' in fase precoce - il tumore rilascia delle vescicole (specie di microscopiche bolle che gemmano dalla superficie delle cellule) e che queste vescicole portano in superficie una molecola che funge da 'etichetta' di riconoscimento del tumore stesso, 'EphA2'. Con una tecnica basata sulle nanoparticelle gli esperti hanno ideato un modo di trovare, a partire anche da una sola goccia di sangue, la presenza di vescicole che espongono EphA2 e, quindi, di predire con accuratezza se quel sangue appartiene a pazienti con tumore o a soggetti sani di controllo.(ANSA). Y27-CR 08-FEB-17 12:15 NNNN


Tumori: Pet nuova via per definire lo stato della malattia ZCZC4765/SX4 OVE01969_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Tumori: Pet nuova via per definire lo stato della malattia (ANSA) - VERONA, 8 FEB - E' stato pubblicato dal Journal Thoracic Oncology, la rivista ufficiale dell'associazione internazionale che studia il cancro al polmone, lo studio realizzato dalla Radioterapia Oncologia e dalla Medicina Nucleare dell'ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) sulla tomografia ad emissione di positroni, dal quale emerge che la Pet ha un ruolo ormai stabilito per definire lo stadio di malattia in gran parte dei pazienti oncologici. Recentemente, la Pet e' sempre piu' impiegata per stimare la risposta al trattamento delle lesioni tumorali polmonari. A differenza della sola Tomografia Computerizzata (TC) che viene usata di norma e fornisce prevalentemente una descrizione della estensione di malattia, la Pet puo' fornire cruciali informazioni predittive su come il tumore rispondera' alla radioterapia, informazioni che consentono un approccio sempre piu' personalizzato al paziente. Si tratta del primo studio di questo genere, che prende spunto dal dibattito all'interno della comunita' scientifica mondiale sull'utilita' e sull'opportunita', anche economica, di sottoporre all'esame Pet con Fluorodesossiglucosio il paziente con un numero limitato di metastasi polmonari (da una a cinque) prima del trattamento radioterapico di precisione. La Pet in genere viene utilizzata solo per i casi dubbi, mentre la maggior parte dei pazienti viene sottoposta alla sola TC. "Per lo studio - ha spiegato Filippo Alongi, direttore della Radioterapia Oncologica di Negrar -, abbiamo arruolato cinquanta pazienti e trattato settanta lesioni polmonari". "L'obiettivo - ha aggiunto - era quello di dimostrare che la Pet ha un ruolo fondamentale per comprendere come si comporteranno le sedi tumorali polmonari sottoposte ad alte dosi mirate di radiazioni". "Abbiamo constatato - ha proseguito il dottor Alongi - che la guarigione a sei mesi dopo la


radioterapia e' associata in modo significativo al valore della Pet effettuata prima del trattamento. La Pet, infatti, non fornisce informazioni sulla dimensione delle lesioni, come la Tc, ma ne descrive il profilo metabolico e puo' anche anticipare il comportamento biologico delle cellule tumorali e la capacita' di rispondere alla radioterapia" "Se le cellule - ha concluso captano fino ad una certa quantita' di radiofarmaco, significa che risponderanno meglio al trattamento. Al contrario, richiederanno un approccio personalizzato rispetto al trattamento di base.(ANSA). YV8-BEV 08-FEB-17 15:25 NNNN

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