Raccolta di argomenti e o agenzie riguardanti la tutela della salute 28 marzo 2017

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Ottenuti litri di sangue artificiale con cellule staminali ZCZC3648/SX4 XSP26633_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Ottenuti litri di sangue artificiale con cellule staminali Prima volta su cosi' larga scala,servira' a trasfusioni difficili (ANSA) - ROMA, 24 MAR - Utilizzando delle cellule staminali rese 'immortali', e dunque riutilizzabili, e' possibile produrre sangue in laboratorio in una quantita' sufficiente per le trasfusioni. Lo ha dimostrato uno studio coordinato dall'universita' di Bristol pubblicato dalla rivista Nature Communications, secondo cui il sangue ottenuto in questo modo potrebbe essere usato per chi ha gruppi estremamente rari. Il 'sangue artificiale', spiegano gli autori, puo gia' essere prodotto a partire da staminali che pero nel processo muoiono, rendendo impossibile ottenere quantita' elevate. I ricercatori hanno sviluppato un processo che a partire da staminali adulte ottiene cellule eritroidi, quelle che fanno da precursore ai globuli rossi, capaci di replicarsi, e quindi 'immortali'. Nei test di laboratorio sono stati ottenuti "litri" di globuli rossi, spiega l'autore principale alla Bbc, mentre i test di sicurezza su eventuali trasfusioni con questo 'sangue artificiale' inizieranno entro l'anno, con l'obiettivo di usarli per le persone, di solito immigrati, che hanno caratteristiche del sangue come la presenza o l'assenza di proteine che rendono impossibili le trasfusioni. "Il primo uso terapeutico di globuli rossi prodotti in questo modo - spiega David Anstee - sara' probabilmente per pazienti con gruppi sanguigni rari, per cui la donazione tradizionale puo essere una fonte difficile".(ANSA). Y91-CR 24-MAR-17 14:03 NNNN STAMINALI: DA CELLULE 'IMMORTALI' LITRI DI SANGUE ARTIFICIALE = Bloccate a fase in cui crescono all'infinito, da scienziati Gb metodo per produzione di massa Milano, 24 mar. (AdnKronos Salute) - Staminali 'immortali' per produrre litri di sangue artificiale. Gli scienziati annunciano un nuovo passo avanti verso la produzione di massa di 'plasma in provetta' che in futuro si potrebbe utilizzare per integrare le donazioni, spesso insufficienti rispetto al fabbisogno ospedaliero. In


Gb un team di ricercatori dell'università di Bristol e dell'Nhs Blood and Transplant è riuscito a sviluppare un metodo per ottenerne in quantità illimitata, ovviando al principale problema incontrato finora: i globuli rossi possono infatti già essere creati in laboratorio, ma l'ostacolo è la portata della produzione. Il sangue artificiale sarà molto più costoso di una donazione convenzionale, ragionano gli esperti, e quindi sarebbe probabilmente utilizzato per produrre i gruppi sanguigni più rari. La vecchia tecnica prevedeva di prendere un tipo di staminali che 'fabbricano' globuli rossi nel corpo e indurle a farlo in laboratorio. Il problema è che ogni cellula prima o poi si esaurisce e non produce più di 50 mila globuli rossi. Il 'trucco' usato dal team di Bristol è stato intrappolare le cellule staminali a uno stadio iniziale, in cui crescono indefinitamente. Una strategia per renderle 'immortali', come si dice fra gli addetti ai lavori. Nel momento in cui i ricercatori hanno questo gruppo di cellule, devono solo innescarle spingendole a diventare globuli rossi. (segue) (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 24-MAR-17 17:15 NNNN STAMINALI: DA CELLULE 'IMMORTALI' LITRI DI SANGUE ARTIFICIALE (2) = (AdnKronos Salute) - Con questa strategia "ne abbiamo 'coltivati' litri", spiega Jan Frayne, uno dei ricercatori dello studio che si è guadagnato le pagine di 'Nature Communications'. "Abbiamo indicato una via percorribile per produrre in modo sostenibile globuli rossi per uso clinico". Ma l'impresa è tutt'altro che conclusa. Ora, sottolinea alla Bbc online David Anstee, altro scienziato del team, "c'è una sfida di bioingegneria da affrontare". I ricercatori hanno la risorsa biologica per la produzione di massa di globuli rossi, ma hanno ancora bisogno della tecnologia 'manifatturiera' adatta a una così larga scala. Una sacca di sangue contiene circa un trilione di globuli rossi, ricordano gli esperti. E sarebbe come passare dal fare la birra in casa artigianalmente al produrla in un'industria. "La prossima fase del nostro lavoro sarà dunque quella di cercare metodi per espandere il rendimento", chiarisce Anstee, e creare così una vera e propria 'fabbrica' di sangue. (segue) (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 24-MAR-17 17:15 NNNN


STAMINALI: DA CELLULE 'IMMORTALI' LITRI DI SANGUE ARTIFICIALE (3) = (AdnKronos Salute) - I costi saranno un ostacolo enorme per l'uso massiccio di sangue artificiale. E la Nhs Blood and Transplant precisa di non avere in programma in alcun modo di abbandonare la strada del sangue tradizionalmente donato. Ma talvolta può essere quasi impossibile abbinare il sangue di alcune persone, spesso appartenenti a etnie di minoranza, a quello di un donatore. "Il primo uso terapeutico dei globuli rossi 'coltivati' sarà dunque probabilmente per i pazienti con i gruppi sanguigni più rari", conclude Anstee. I trial per valutare la sicurezza del sangue prodotto in laboratorio sono già in programma per la fine di quest'anno. (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 24-MAR-17 17:15 NNNN MEDICINA: TEST SANGUE PIU' ETA' SVELANO RISCHIO MALATTIE CRONICHE = Nei 3 anni successivi Washington, 18 mar. (AdnKronos Salute) - Se due indizi non fanno ancora una prova, la combinazione di due elementi può aiutare stilare una 'classifica' del rischio di una persona di contrarre - entro 3 anni - una malattia cronica, dal diabete alla demenza fino alla cardiopatia. Ne sono convinti i ricercatori dell'Intermountain Medical Center Heart Institute di Salt Lake City, che hanno puntato su età e 'classiche' analisi del sangue di routine, come hanno spiegato all'Acc2017 (American College of Cardiology's Scientific Session) in corso a Washington. Gli studiosi hanno visto che, combinando le informazioni delle analisi del sangue con l'età del paziente, si può ottenere un punteggio che indica il futuro rischio di malattie croniche. Questo punteggio, battezzato Ichron (Intermountain Chronic Disease Risk score), è in grado di predire entro tre anni l'arrivo di una prima diagnosi per le più comuni patologie croniche: diabete, insufficienza renale, coronaropatia, insufficienza cardiaca, demenza, cardiopatia e malattia cronica ostruttiva polmonare. Secondo la ricerca la predizione ottenuta con Ichron ha un'accuratezza del 77-78%. E la tecnica potrebbe rivelarsi un'arma potente in mano al medico di famiglia, molto utile in particolare negli Stati Uniti, dove la metà della popolazione adulta soffre di almeno una patologia cronica. Con un trend in aumento, secondo le stime, nei prossimi 10


anni. (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-MAR-17 12:17 NNNN MEDICINA: TEST SANGUE PIU' ETA' SVELANO RISCHIO MALATTIE CRONICHE (2) = (AdnKronos Salute) - "Il nostro obiettivo era creare uno strumento clinico utile, efficace, semplice da usare e che non rallentasse il flusso di lavoro dei nostri medici", ha sottolineato Heidi May, prima ricercatrice dello studio ed epidemiologa cardiovascolare del centro di Salt Lake City. May e il suo team hanno studiato una popolazione di uomini e donne che non avevano una storia di malattie croniche. Ichron è stato sviluppato con un gruppo di pazienti e testato su un altro gruppo, indipendente. Ebbene, fra le donne quelle con un punteggio medio di Ichron sono risultate 3 volte più a rischio di una diagnosi a tre anni rispetto a quelle con un punteggio basso. Mentre le pazienti con il punteggio alto avevano chance 11 volte maggiori di incappare nel futuro prossimo in una malattia cronica. Per gli uomini un punteggio medio voleva dire 5,6 volte più chance di una patologia cronica, rischio che schizzava in alto di 14 volte per chi aveva un punteggio elevato. "Speriamo che Ichron possa essere usato per identificare i pazienti ad alto rischio di una malattia cronica, che dunque hanno bisogno di una terapia personalizzata. In questo caso, ad esempio, un medico potrebbe pianificare controlli più frequenti e ravvicinati o un trattamento più aggressivo", ha detto la studiosa. Un approccio che consentirebbe anche importanti risparmi nell'ottica della spesa sanitaria. Insomma, l'idea è quella di sfruttare al meglio la "medicina preventiva - ha concluso - per migliorare la salute delle persone e controllare la spesa sanitaria". Con dati semplici ed economici da ottenere, come un'analisi del sangue. (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-MAR-17 12:17 NNNN Scoperta proteina che si oppone al tumore al seno ++ ZCZC2134/SXB OTO57829_SXB_QBXB B CRO S0B QBXB


++ Scoperta proteina che si oppone al tumore al seno ++ Studio italiano su Nature, ostacola progressione malattia (ANSA) - TORINO, 18 MAR - Una proteina, la p140Cap, e' in grado di limitare la crescita del tumore mammario e di diminuirne le capacita' di dare origine a metastasi. Lo ha scoperto uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute dell'Universita' di Torino, in collaborazione con la Citta' della Salute di Torino. Lo studio, coordinato dalla dottoressa Paola Defilippi, identifica il meccanismo con cui la proteina si oppone alla progressione del tumore mammario. GTT 18-MAR-17 13:09 NNNN TUMORI: SCOPERTO MECCANISMO PROTETTIVO NEL CANCRO DEL SENO = Studio a guida italiana Roma, 18 mar. (AdnKronos Salute) - Identificato un meccanismo di protezione del tumore del seno. Uno studio a maggioranza italiana, coordinato dalla professoressa Paola Defilippi, del Dipartimento di biotecnologie molecolari e Scienze della salute dell'università di Torino e pubblicato su 'Nature Communication', ha scoperto una proteina che protegge dal cancro, ma soprattutto il meccanismo con cui questa proteina 'si oppone' alla progressione della malattia. Il tumore mammario colpisce una donna su sette: un 20% dei casi circa è caratterizzato da una eccessiva quantità della proteina Erbb2, anche nota come Her2. Si tratta di un oncogene, perché aumenta la proliferazione cellulare in modo non controllato, sostiene la sopravvivenza delle cellule tumorali e favorisce la loro capacità di 'migrare', dando origine alle metastasi in altri organi. L'equipe ha svelato e caratterizzato un meccanismo di protezione dagli effetti dannosi di Erbb2. Questo meccanismo, che conferisce alle pazienti una maggiore sopravvivenza e un minor rischio di metastasi, è dovuto alla presenza della proteina p140Cap, espressa in circa il 50% delle pazienti di tumore Erbb2. Lo studio ha permesso, dunque, di individuare un nuovo marcatore predittivo. Inoltre, sperimentalmente con modelli cellulari, sono stati dimostrati alcuni dei meccanismi attraverso cui p140Cap è in grado di limitare la crescita del cancro e di diminuirne le capacità di dare origine a metastasi. Questi dati servono come base di partenza per la messa a punto di nuove terapie per le pazienti che non esprimono la proteina p140Cap e sono soggette a tumori più aggressivi, concludono i ricercatori. (Mad/AdnKronos Salute) ISSN 2465 - 1222


18-MAR-17 13:45 NNNN Salute: scoperto meccanismo protezione tumore mammario = (AGI) - Torino, 18 mar. - Un meccanismo di protezione nel tumore mammario e' stato scoperto da uno studio, coordinato dalla professoressa Paola Defilippi, presso il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute dell'Universita' di Torino, in collaborazione con la Citta' della Salute del capoluogo piemontese. La ricerca, appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communication, ha scoperto una proteina che protegge dal tumore mammario, ma soprattutto ha identificato il meccanismo con cui questa proteina "si oppone" alla progressione del tumore mammario. Il tumore mammario colpisce una donna su sette. Uno dei sottotipi di tumore mammario (circa il 20% dei casi) e' caratterizzato da una eccessiva quantita' della proteina ERBB2 (anche noto come HER2), causata dall'aumento del numero di copie del gene che la codifica sul cromosoma 17. ERBB2 causa il tumore poiche' aumenta la proliferazione cellulare in modo non controllato, sostiene la sopravvivenza delle cellule tumorali e favorisce la loro capacita' di uscire dal tumore primario, dando origine alle metastasi in altri organi. Per questi motivi e' definita "oncogene". Lo studio ha individuato e caratterizzato un meccanismo di protezione dagli effetti dannosi dell'onvcogene ERBB2. Questo effetto protettivo conferisce alle pazienti una maggiore sopravvivenza ed un minor rischio di metastasi ed e' dovuto alla presenza della proteina p140Cap. I risultati indicano che questa proteina e' espressa in circa il 50% delle pazienti di tumore ERBB2, individuando un nuovo marcatore predittivo in questa patologia. Inoltre, sperimentalmente con modelli cellulari, sono stati dimostrati alcuni dei meccanismi attraverso cui p140Cap e' in grado di limitare la crescita del tumore ERBB2 e di diminuirne le capacita' di dare origine a metastasi. Questi dati, spiegano dalla Citta' della Salute di Torino, servono come base di partenza per la messa a punto di nuove terapie per le pazienti che non esprimono la proteina p140Cap e sono soggette a tumori piu' aggressivi. (AGI) To1/Bru 181343 MAR 17 NNNN


ANSA/ Bastano 6 denti per mettere a rischio la salute ZCZC2420/SX4 XSP56755_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN ANSA/ Bastano 6 denti per mettere a rischio la salute Batteri pericolosi per la bocca ma anche cuore (di Elida Sergi) (ANSA) - RIMINI, 18 MAR - Un buon sorriso e' la migliore garanzia di una buona salute, ma la placca batterica e' l'insidia principale. Una nemica ancora troppo sottovalutata ma temibile. In un solo dente con placca ci sono infatti oltre un miliardo di germi, un numero superiore degli abitanti della Cina. Bastano sei denti colonizzati dai batteri per avere un rischio fino a tre volte piu' elevato di parodontite e quindi, di malattie che a essa sono legate a doppio filo, tra cui diabete e patologie cardiovascolari. L'allarme arriva dagli esperti della Societa' Italiana di Parodontologia e Implantologia (SidP) in occasione del XVIII Congresso Internazionale su Parodontologia e Salute Orale, a Rimini. "Nel 100% delle placche calcificate che possono dare origine a infarti e ictus si puo' riscontrare DNA di batteri tipici della placca dentaria e nel 40% dei casi e' possibile rinvenirvi i germi stessi - spiega Claudio Gatti, presidente SidP - Chi soffre di parodontite ha un rischio di infarto piu' alto dei pazienti con un elevato spessore della parete delle carotidi, e se si sono persi denti a causa della parodontite la probabilita' di sviluppare aterosclerosi e' elevatissima" . "In presenza di parodontite - rileva ancora Gatti- i batteri del cavo orale attraverso la circolazione possono raggiungere numerosi organi, innescando pericolose reazioni infiammatorie localizzate, come nel caso dello sviluppo di infezioni polmonari, endocarditi, ascessi, oppure generalizzate come quelle che poi favoriscono la comparsa delle malattie cardiovascolari". Purtroppo la parodontite e' una patologia subdola, di cui spesso i pazienti non si accorgono: 7 italiani su 10 non la conoscono, stando a un'indagine SIdP, e quattro su dieci di fronte a gengive dolenti, arrossate e infiammate, che sanguinano quando si spazzolano i denti, non chiedono aiuto al dentista e provano il fai da te con vitamine, integratori, collutori o dentifrici per denti sensibili, aspettando che passi. Cosi', otto volte su


dieci il disturbo resta e puo' perfino aggravarsi. "Oltre a impegnarsi nella prevenzione dei disturbi gengivali attraverso una corretta igiene orale, l'abbandono del fumo e controlli periodici e sedute professionali di igiene, e' necessario che tutti sappiano di dover andare dal dentista se c'e' un sanguinamento gengivale- aggiunge Gatti- chiedendo al medico un semplice check-up che puo' essere eseguito con la sonda e non richiede tecnologie sofisticate, cosi' da poter intervenire per diagnosticare e curare gengivite e parodontite prima possibile, scongiurandone le possibili gravi conseguenze sulla salute generale". Per conoscere meglio la parodontite, SIdP mette a disposizione il sito www.gengive.org. (ANSA). Y09 18-MAR-17 13:41 NNNN SALUTE: ANCHE SOLO 6 DENTI 'SPORCHI' LA METTONO A RISCHIO, ALLARME ESPERTI = Occhio agli effetti dei batteri della placca Roma, 18 mar. (AdnKronos Salute) - Bastano sei denti colonizzati dai batteri della placca, per mettere a rischio non solo il sorriso ma anche la salute in generale. Una bocca sana, infatti, fa da scudo contro malattie cardiovascolari o diabete, il cui rischio può, altrimenti, perfino raddoppiare. Lo sottolineano gli esperti della Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp), dal XVIII Congresso internazionale su parodontologia e salute orale, che si chiude oggi a Rimini dal 16 al 18 marzo. Sono ben 8 milioni gli italiani con una parodontite grave, a cui si aggiungono almeno altri 12 milioni con i segni di un'infiammazione gengivale. Tutti pazienti con un rischio più elevato di endocarditi, ascessi cerebrali, infezioni polmonari e con una probabilità significativamente più alta di diabete o patologie cardiovascolari. Per non correre pericoli, è necessario - avvertono gli specialisti impedire l'accumulo di placca batterica, un biofilm in cui vivono miliardi di batteri: su un solo dente con placca si possono trovare più germi degli abitanti della Cina e bastano sei denti colonizzati dai batteri per avere un rischio fino a tre volte più elevato di parodontite e, quindi, delle malattie che a essa sono legate a doppio filo. "Nel 100% delle placche ateromatose che possono dare origine a infarti e ictus si può riscontrare Dna di batteri tipici della placca dentaria e nel 40% dei casi è possibile rinvenirvi i germi stessi - afferma Claudio Gatti, presidente Sidp - Chi soffre di parodontite ha un rischio di infarto più alto di quello dei pazienti con un elevato spessore della parete delle carotidi e se si sono persi denti la


probabilità di sviluppare aterosclerosi è elevatissima". (segue) (Com-Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-MAR-17 16:17 NNNN SALUTE: ANCHE SOLO 6 DENTI 'SPORCHI' LA METTONO A RISCHIO, ALLARME ESPERTI (2) = (AdnKronos Salute) - In presenza di parodontite, spiega Gatti, "i batteri del cavo orale attraverso la circolazione possono raggiungere numerosi organi, innescando pericolose reazioni infiammatorie localizzate, come nel caso dello sviluppo di infezioni polmonari, endocarditi, ascessi, oppure generalizzate come quelle che poi favoriscono la comparsa delle malattie cardiovascolari". Non solo. L'infiammazione gengivale "triplica anche la probabilità di diabete", aggiunge. La parodontite è una patologia subdola, di cui spesso i pazienti non si accorgono: il 70% degli italiani non la conosce, secondo un'indagine Sidp, e quattro su dieci di fronte a gengive dolenti, arrossate e infiammate, che sanguinano quando si spazzolano i denti, non chiedono aiuto al dentista e provano il fai da te con vitamine, integratori, collutori o dentifrici per denti sensibili, aspettando che passi. Così, otto volte su dieci il disturbo resta e può perfino aggravarsi. "Circa 20 milioni di over 35 hanno disturbi che sono associabili alla parodontite e che richiederebbero un approfondimento diagnostico, ma pochi si rendono conto che si tratta di sintomi da non sottovalutare osserva Gatti - Il 43% dei 20-34enni ha già avuto almeno una volta un segno di sofferenza gengivale che non dovrebbe essere sottovalutato. Oltre a impegnarsi nella prevenzione dei disturbi gengivali attraverso una corretta igiene orale, l'abbandono del fumo, controlli periodici e sedute professionali di igiene, è necessario che tutti sappiano di dover andare dal dentista - raccomanda - se c'è un sanguinamento gengivale". Nel sito www.gengive.org, a cura della Sidp, è possibile trovare tutte le informazioni utili per mantenere in salute la bocca. (Com-Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-MAR-17 16:17 NNNN FARMACI: STUDIO PROMUOVE NUOVO ANTICORPO, ABBATTE LDL SENZA DANNI MEMORIA = La ricerca presentata all'Acc2017


Washington, 18 mar. (AdnKronos Salute) - Nuovi risultati positivi da Washington sul farmaco intelligente contro il colesterolo 'cattivo' targato Amgen. Secondo uno studio presentato oggi all'Acc 2017 (American College of Cardiology Scientific Session), infatti, in pazienti già in cura con statine l'aggiunta dell'anticorpo monoclonale evolocumab abbatte il colesterolo Ldl senza alterare la funzione cognitiva e la memoria, e questo in media dopo 19 mesi di trattamento. La ricerca ha valutato l'impatto della terapia con il Pcsk9 inibitore, che si è già rivelato in grado di ridurre i livelli di colesterolo Ldl ben oltre le terapie correnti, sulle funzioni cognitive. Questo perché precedenti ricerche avevano fatto ipotizzare che un basso livello di Ldl potesse finire per avere un impatto negativo sulla memoria. "C'è stato un lungo dibattito su questo tema", ricorda Robert Giugliano, ricercatore del Brigham and Women's Hospital di Boston che ha guidato lo studio Ebbinghaus. La ricerca, condotta in collaborazione con la Brown University, non ha mostrato alcuna associazione tra l'uso dell'anticorpo monoclonale e un declino della memoria o delle funzioni cognitive. "Dopo quasi due anni di trattamento e una serie mirata di test neuropsicologici - spiega l'esperto - non abbiamo rilevato differenze fra evolocumab e un placebo. Questi risultati forniscono un forte supporto per la sicurezza di un approccio che punta a ridurre il colesterolo Ldl con questo farmaco a livelli ben inferiori a quelli delle terapie attuali". (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-MAR-17 16:28 NNNN FARMACI: STUDIO PROMUOVE NUOVO ANTICORPO, ABBATTE LDL SENZA DANNI MEMORIA (2) = (AdnKronos Salute) - Nella coorte primaria di 1.204 pazienti in terapia con statine, seguiti in media per 19 mesi, i ricercatori hanno monitorato non solo l'effetto del farmaco intelligente sul colesterolo cattivo, ma anche la funzione cognitiva, con test ad hoc ripetuti all'inizio dello studio e poi con regolarità nel corso della ricerca. Confrontando l'effetto del medicinale con quello di un placebo. "Abbiamo esaminato potenziali effetti avversi del trattamento non solo sulla memoria, ma anche su attenzione e tempi di reazione, che sono importanti aspetti cognitivi che potrebbero avere un serio impatto sulla vita quotidiana dei pazienti", sottolinea Brian R. Ott della Brown University. "Non abbiamo rilevato differenze significative nel corso dello studio tra i pazienti in terapia e quelli sotto placebo per nessuno di questi elementi cognitivi".


"Questi risultati, da uno dei più vasti trial randomizzati e controllati sulla funzione cognitiva, dimostrano chiaramente commenta Sean E. Harper, executive vice president of R&D di Amgen che abbassare il colesterolo a livelli senza precedenti con evolocumab non comporta un impatto negativo per le funzioni cognitive. Risultati che confermano ancora una volta la sicurezza della terapia e il fatto che un trattamento efficace del colesterolo Ldl non mostra effetti negativi sulla memoria e sulle altre funzioni cognitive". (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-MAR-17 16:28 NNNN

MEDICINA: IDENTIKIT DEL COLESTEROLO, 7 NOVITA' DALL'ACC2017 = Washington, 18 mar. (AdnKronos Salute) - E' il colesterolo il grande protagonista dell'American College of Cardiology Scientific Session 2017. Nel meeting in corso a Washington sono stati presentati molti studi e ricerche su molecole vecchie e nuove che bersagliano colesterolo 'buono' o 'cattivo', ma anche su sistemi diagnostici, indagini e analisi mirate. "Ebbene, possiamo sintetizzare ciò che è emerso dalle ultime ricerche in 7 punti", spiega Pasquale Perrone-Filardi, direttore della Scuola di specializzazione in malattie cardiovascolari dell'Università Federico II di Napoli e presidente FinSic della Società italiana di cardiologia. Eccoli: 1) Ridurre il colesterolo 'cattivo' nella prevenzione secondaria (a 30 mg/dL) comporta un ulteriore beneficio in termini di risparmio di importanti eventi cardiovascolari. Insomma "più basso è meglio è" 2) L'entità del beneficio è indipendente dai livelli iniziali di Ldl, e la 'regola del 20%' vale sempre: "Per ogni millimole (40 mg) in meno - spiega - riduciamo il pericolo del 20%, e questa correlazione resta anche se scendono ulteriormente i livelli di colesterolo 'cattivo'" 3) Riducendo al minimo il colesterolo 'cattivo' "riduciamo anche di oltre il 20% il pericolo di infarto, ictus e rivascolarizzazione cardiovascolare in pazienti ad alto rischio". Con effetti dunque su successive disabilità e cardiomiopatie. "Un elemento da considerare se si pensa alla sostenibilità di terapie che costano intorno ai 5000 euro l'anno". (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-MAR-17 18:02 NNNN


MEDICINA: IDENTIKIT DEL COLESTEROLO, 7 NOVITA' DALL'ACC2017 (2) = (AdnKronos Salute) - 4) 'Schiacciare' al minimo il colesterolo cattivo "non danneggia memoria e funzioni cognitive" dei pazienti 5) Il colesterolo 'buono' Hdl è un biomarker, ma non uno 'scudo': "Se è basso, è una spia del rischio e ci dice che bisogna fare attenzione, ma innalzarlo attraverso le strade seguite finora non ha mostrato effetti protettivi" 6) "Dobbiamo educare il paziente a saper 'leggere' le sue analisi senza affidarsi ai valori del colesterolo di riferimento segnalati dal laboratorio: occorre più che mai individualizzare e capire se ci troviamo di fronte a una fascia particolare di popolazione. Per questo è cruciale l'indicazione del medico: altrimenti il paziente può pensare di essere nella norma, mentre certi valori per lui sono troppo alti" 7) Il colesterolo totale non è un riferimento davvero utile: "Occhio, piuttosto, a Ldl e a colesterolo non Hdl, una parametro che normalmente non è presente nelle analisi". (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-MAR-17 18:02 NNNN EDICINA: STUDIO PROMUOVE SOSTITUZIONE VALVOLA CON TECNICA MININVASIVA = Romeo, recupero immediato paziente e migliore qualita' di vita, ma in Italia troppi limiti La sostituzione della valvola aortica con tecnica mininvasiva (Tavi) non comporta più rischi rispetto alla 'classica' tecnica chirurgica, e anzi per alcuni aspetti si è rivelata superiore. Lo testimonia un trial illustrato all'Acc 2017, l'American College of Cardiology's Scientific Session in corso a Washington. "Questa metodica innovativa assicura una miglior qualità di vita al paziente e un recupero più rapido". A illustrare all'Adnkronos Salute i risultati del trial su 1746 pazienti in 87 centri tra Usa, Europa e Canada condotto dai ricercatori dello Houston Methodist Hospital è Francesco Romeo, direttore Uoc di Cardiologia del Policlinico di Roma Tor Vergata. Romeo è molto soddisfatto dei risultati della ricerca: "Da tempo sostengo che una valvola salva una vita. E che questa tecnologia comporta importanti benefici per il paziente: con la tecnica per via percutanea il malato è a casa in 3-4 giorni, mentre con la classica tecnica chirurgica la degenza è più lunga, e poi occorre una lunga riabilitazione. Aspetti da tenere in conto quando si valutano i costi


delle due procedure". In Italia, poi, quanto a numeri di Tavi siamo fanalino di coda: "Facciamo 3.500 valvole l'anno per via percutanea, contro le 30.000 della Germania, e noi possiamo trattare solo pazienti ad alto rischio, quelli che il chirurgo non opera". Lo studio presentato in Usa ha valutato, invece, pazienti a rischio intermedio. (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 19-MAR-17 12:47 NNNN MEDICINA: STUDIO PROMUOVE SOSTITUZIONE VALVOLA CON TECNICA MININVASIVA (2) = "La ricerca promuove la Tavi perché consente un recupero immediato senza comorbidità, e una qualità di vita a un mese dall'intervento che è ideale". Ma questa innovazione ha un costo. "Vero - ammette Romeo ma anche dei benefici importanti, per fare una valutazione completa bisognerebbe tener conto anche dei costi dell'ospedalizzazione e della riabilitazione con il sistema tradizionale. Insomma, bisogna ragionare non sul prezzo della valvola, ma sul costo dell'intera procedura". Una procedura che è rapidissima: "Occorrono in tutto 15-20 minuti, ma da quando inserisco la valvola nell'arteria femorale a quando la rilascio in posizione - assicura l'esperto - passa appena un minuto". A vantaggio del paziente. "Il recupero è più rapido, non ci sono paragoni. Oggi però in Italia questo intervento è autorizzato solo per i pazienti a rischio molto alto, e io finisco per perderne il 30% in lista d'attesa". Un sistema a maglie troppo strette secondo il cardiologo, convinto che si tratti della tecnica del futuro. "E' un'innovazione reale, e noi vi rinunciamo troppo spesso", conclude. (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 19-MAR-17 12:47 NNNN MEDICINA: DAGLI USA L'IDENTIKIT DELLA PLACCA PIU' INSIDIOSA PER IL CUORE = Washington, 19 mar. - (AdnKronos Salute) - Una nuova ricerca sulle placche aterosclerotiche mette in luce il ruolo, finora rimasto un po' nell'ombra, di un insidioso nemico del cuore. In genere infatti, spiegano dall'Acc2017 in corso a Washington i ricercatori dell'Intermountain Medical Center Heart Institute di Salt Lake City, si riteneva che le placche 'molli' presenti nelle arterie fossero più a rischio di rottura e, quindi, principali 'colpevoli' nel provocare un attacco cardiaco. Ma questa idea potrebbe essere sbagliata. "Sulla


base delle nostre ricerche è invece la placca più calcificata", e dunque più 'dura', "ad essere associata ad eventi avversi cardiovascolari", spiega Brent Muhlstein, autore dello studio che ha tracciato l'identikit della placca più pericolosa. I ricercatori del suo team, insieme a colleghi della Johns Hopkins e dei National Institutes of Health, hanno 'guardato' all'interno dei vasi analizzando la composizione delle placche di 224 pazienti con diabete ma senza sintomi cardiovascolati. I pazienti sono stati seguiti in media per 7 anni, per vedere se la composizione delle placche fosse utile a prevedere il rischio di un evento cardiovascolare. (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 19-MAR-17 13:15 NNNN MEDICINA: DAGLI USA L'IDENTIKIT DELLA PLACCA PIU' INSIDIOSA PER IL CUORE (2) = (AdnKronos Salute) - Con un esame ad hoc, i ricercatori hanno diviso il gruppo in base alla presenza e alla proporzione nelle loro coronarie di placche molli, calcificate e fibrose, confrontando poi questo elemento con il futuro rischio di angina instabile, attacco cardiaco o morte. Ebbene, sorprendentemente per i ricercatori un'elevata presenza di placche calcificate si è rivelata associata al rischio di eventi cardiovascolari maggiori. Al contrario di quanto è accaduto con le placche 'molli'. Ulteriori studi sono necessari per confermare questo risultato, che però secondo gli studiosi potrebbe aprire la strada a un cambio di paradigma. "Vogliamo condurre altri studi, anche per capire perché lo 'score' di placche calcificate è così predittivo", spiegano. Non solo: comprendere appieno questo elemento potrebbe rivelarsi utile per un trattamento ancor più mirato ed efficace dei pazienti ritenuti più a rischio. (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 19-MAR-17 13:15 NNNN Salute: dentisti, ecco i 3 falsi miti dell'igiene orale = (AGI) - Roma, 20 mar. - Sono tre i comportamenti piu' diffusi frutto di false credenze sulla salute orale. Lavarsi i denti subito dopo aver mangiato, sciacquarsi la bocca con l'acqua per liberarsi del dentifricio e bere succhi di frutta pensando che


siano meno dannosi delle bibite gassate. Lo rivela uno studio della Fdi - World dental federation (Federazione dentaria internazionale) condotto in 12 paesi per scoprire cosa sa la popolazione della salute orale e quali regole di comportamento adotta. Per il 56% degli intervistati, lavarsi i denti appena finito di mangiare e' una buona pratica. Al contrario i dentisti raccomandano di aspettare almeno trenta minuti dopo ogni pranzo prima di prendere in mano lo spazzolino. Il 68% si sciacqua la bocca con l'acqua per togliere il residuo di dentifricio credendo di far bene. E invece anche questo essere un comportamento sbagliato. L'indicazione dei professionisti della salute orale e' infatti di evitare il risciacquo con l'acqua, limitandosi a sputare il dentifricio in eccesso. In questo modo la massima esposizione al fluoro e' assicurata. Si attesta al 36% il numero di quelli che pensano che i succhi di frutta siano meno dannosi delle bibite gassate. La verita' e' che in entrambi i casi il livello di zuccheri contenuti e' elevato, quindi possono essere causa di carie. Lo studio e' stato divulgato in occasione della Giornata mondiale della salute orale. "Comprendere sin dall'infanzia quali sono le buone abitudini da seguire aiuta a conservare una salute orale ottimale fino alla tarda eta' garantendo una vita libera dal dolore e dal disagio emotivo spesso causato da problemi della bocca", dice il dentista italiano Edoardo Cavalle', consigliere della Federazione dentaria internazionale e responsabile del gruppo di contatto che ha organizzato la giornata a livello globale. (AGI) Pgi (Segue) 201328 MAR 17 ICERCA: VERSO SVOLTA ANTI-ICTUS, PROTEINA PROTEGGE IL CERVELLO DAI DANNI = Somministrata 8 ore dopo l'attacco 'scherma' i tessuti e migliora le performance neurologiche Milano, 20 mar. (AdnKronos Salute) - (EMBARGO ALLE 20.00) - Da una piccola proteina una possibile grande svolta nella lotta agli effetti dell'ictus, che ogni anno causa almeno 6 milioni di morti nel mondo lasciando disabilità permanenti in 5 milioni di sopravvissuti. Un gruppo di scienziati australiani ha dimostrato che la proteina Hi1a, somministrata fino a 8 ore dopo uno stroke, è in grado di proteggere il cervello dai danni dell'attacco e di migliorare "drasticamente" le performance neurologiche. Lo studio - preclinico, quindi ancora da


confermare nell'uomo - è pubblicato su 'Pnas'. "Per la prima volta crediamo di aver trovato come minimizzare gli effetti del danno cerebrale prodotto dall'ictus", afferma Glenn King, dell'Institute for Molecular Bioscience dell'università del Queensland, coordinatore del lavoro che ha coinvolto anche il Qeensland Brain Institute and Centre for Advanced Imaging, nonché il Biomedical Discovery Institute and Department of Pharmacology della Monash University. "La piccola proteina che abbiamo identificato, Hi1a - spiega il ricercatore - blocca i canali ionici acido-sensibili nel cervello, strutture chiave nei meccanismi di danneggiamento da ictus. La scoperta che abbiamo fatto per la prima volta al mondo - confida King - ci aiuterà a offrire migliori risultati a chi sopravvive a uno stroke, limitandone i danni cerebrali e la disabilità associata". Le speranze per i pazienti reduci da un ictus potrebbero aumentare "radicalmente", auspica lo studioso. (segue) (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 20-MAR-17 15:35 NNNN RICERCA: VERSO SVOLTA ANTI-ICTUS, PROTEINA PROTEGGE IL CERVELLO DAI DANNI (2) = (AdnKronos Salute) - "Uno degli elementi più entusiasmanti osservati rileva ancora l'autore - è che Hi1a fornisce eccezionali livelli di protezione per 8 ore dall'esordio dell'ictus, una 'finestra d'azione' significativamente prolungata". Inoltre, precisa lo scienziato, la proteina fa da 'scudo' alla "regione del cervello maggiormente colpita dalla deprivazione di ossigeno" conseguente all'ictus. Un'area che, quando viene danneggiata, è "generalmente considerata irrecuperabile per la rapida morte cellulare indotta dallo stroke". Il prossimo passo sarà quello di passare dal laboratorio all'uomo. "Adesso - conclude King - stiamo lavorando per assicurare il supporto finanziario alla creazione di una 'corsia preferenziale' che possa portare questa promettente terapia dell'ictus alla validazione nei trial clinici". (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 20-MAR-17 15:35 NNNN Tumori: leucemia linfatica, scoperta mutazione gene =


(AGI) ? Aviano (Pordenone), 22 mar. - Una percentuale significativa di casi di leucemia linfatica cronica (Llc) presenta un decorso particolarmente resistente alle terapie. Una delle principali cause di questa aggressivita' risiede nelle mutazioni del gene "Notch 1" ed e' stata individuata dai ricercatori dell'Onco Ematologia Clinico Sperimentale dell'Istituto Nazionale Tumori di Aviano diretta da Valter Gattei e pubblicata sulla rivista internazionale "Leukemia". Lo studio, coordinato da Michele Dal Bo con Federico Pozzo e Tamara Bittolo, ha dimostrato come le cellule portatrici della mutazione assomiglino molto a quelle di altre malattie tumorali del sangue a decorso particolarmente grave (come certe forme di linfomi o leucemie acute) "perche' la proteina mutata di Notch 1 ? hanno scritto i ricercatori - attiva l'espressione di un altro gene, detto Myc e, a cascata, quella di altri spesso presenti - in maniera abbondante e nociva ? nelle forme aggressive di linfomi e leucemie". Sotto il profilo clinico le osservazioni formulate dai ricercatori del Cro di Aviano risultano di particolare importanza considerata la recente disponibilitĂƒ ad arricchire la dotazione terapeutica contro la Llc, di farmaci biologici. Questi ultimi, infatti, hanno permesso nuove possibilita' di cura per pazienti affetti da malattie ad andamento clinico particolarmente aggressivo e/o refrattari alle terapie convenzionali che, in questo contesto, possono essere identificati mediante la ricerca delle mutazioni del gene Notch 1. La leucemia linfatica cronica (Llc) e' considerata la piu' frequente forma leucemica del mondo occidentale con circa 5-7 casi ogni 100 mila abitanti l'anno in Italia. L'ampio spettro del decorso clinico impone di identificare marcatori specifici da ricercare nei soggetti malati che siano in grado di predire l'andamento clinico della malattia stessa e se la medesima sara' in grado, o meno, di rispondere alle terapie (fattore prognostico e predittivo). La nuova scoperta si inserisce in una linea di studio condotta dal gruppo di Dal Bo che ha gia' dimostrato, tramite una pubblicazione su 'Leukemia', come la Llc mutata per il gene di Notch 1, oltre ad avere un andamento clinico piu' aggressivo, diventa spesso resistente alla terapia con uno dei farmaci piu' in uso nella terapia della Llc, l'anticorpo monoclonale anti-Cd20. Anche in questo caso il meccanismo comporta una riduzione dell'espressione della molecola Cd20 sulla superficie delle cellule tumorali da imputare ad un comportamento anomalo di Notch 1 a causa della


sua mutazione. Gli studi sono il frutto di strette collaborazioni con le universita' di Udine e Trieste, Roma Tor Vergata, Catania e del Piemonte Orientale. Fondamentale il sostegno di fondi per la ricerca stanziati ad hoc da Cro, ministero della Salute (Ricerca Finalizzata), Associazione per la Ricerca sul Cancro (AIRC), Ail e Fondazione per la Vita di Pordenone. (AGI) ts1/chc 220958 MAR 17 NNNN Tumori: mutazione gene dietro resistenza cure forma leucemia ZCZC1724/SXB OTS96729_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Tumori: mutazione gene dietro resistenza cure forma leucemia Studio Cro Aviano, Llc colpisce 5-7 pazienti su 100 mila/anno (ANSA) - AVIANO (PORDENONE), 22 MAR - Risiede nelle mutazioni del gene "NOTCH1" la causa della resistenza alle cure di una percentuale significativa di casi di leucemia linfatica cronica (Llc). Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell'Oncoematologia Clinico Sperimentale dell'Istituto Nazionale Tumori Cro di Aviano, diretta da Valter Gattei, pubblicata sulla rivista internazionale Leukemia. Lo studio, coordinato da Michele Dal Bo assieme a Federico Pozzo e Tamara Bittolo, ha dimostrato come le cellule portatrici della mutazione assomiglino molto a quelle di altre malattie tumorali del sangue a decorso particolarmente grave, come certe forme di linfomi o leucemie acute, perche' la proteina mutata di NOTCH1 attiva l'espressione di un altro gene, detto "MYC" e, a cascata, quella di altri spesso presenti in maniera abbondante e nociva nelle forme aggressive di linfomi e leucemie. Sotto il profilo clinico - riferisce oggi il Cro - le osservazioni formulate dai ricercatori risultano di particolare importanza, considerata la recente disponibilita' ad arricchire la terapia contro la Llc di farmaci biologici. Questi ultimi, infatti, hanno permesso nuove e insperate possibilita' di cura per pazienti affetti da malattie ad andamento clinico particolarmente aggressivo refrattari alle terapie convenzionali che, in questo contesto, possono essere identificati mediante la ricerca delle mutazioni del gene NOTCH1. La leucemia linfatica cronica e' considerata la piu' frequente


forma leucemica del mondo occidentale, con circa 5-7 casi ogni 100 mila abitanti all'anno in Italia. La nuova scoperta si inserisce in una linea di studio condotta dal gruppo di Dal Bo che ha gia' dimostrato, tramite una pubblicazione su Leukemia, come la Llc mutata per il gene di NOTCH1, oltre ad avere un andamento clinico piu' aggressivo, diventa spesso resistente alla terapia con uno dei farmaci piu' classicamente in uso, ossia l'anticorpo monoclonale anti-CD20. Gli studi sono il frutto di strette collaborazioni con le Universita' di Udine e Trieste, Roma Tor Vergata, Catania e del Piemonte Orientale, con i fondi stanziati ad hoc da Cro, Ministero della Salute, Airc, Ail e Fondazione per la Vita di Pordenone. (ANSA). BUO 22-MAR-17 11:13 NNNN

MEDICINA: NEUROMED, NUOVE POSSIBILITA' DI CURA PER CHERATOCONO = Ne soffre una persona su 2.000, a rischio cecita' Roma, 22 mar. (AdnKronos Salute) - Nuove possibilità di cura per il cheratocono grazie alla tecnica mini-invasiva di iontoforesi con intervento di cross-linking. La terapia definitiva è il trapianto di cornea ma oggi - spiegano gli specialisti dell'Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia) - grazie a questa tecnica non è sempre necessario ricorrere alla cheratoplastica. Il cheratocono è una malattia degenerativa che provoca un progressivo assottigliamento e incurvamento della cornea, che 'si sfianca' e assume una forma a cono, distorcendo la visione da lontano e da vicino, rendendo le persone quasi completamente cieche: secondo i dati della Società italiana trapianti di cornea, ne soffre una persona ogni 2.000 - una su 600 tra gli over 60 - e si manifesta in particolare nei giovani tra i 15 e i 35 anni. "Il cross-linking corneale (Cxl) oggi costituisce l'aspetto più importante dal punto di vista terapeutico - spiega Marco Minicucci, del Centro neuro oftalmologia chirurgica di Neuromed - È una tecnica mini-invasiva e veloce: la cornea viene 'imbibita' di riboflavina e poi trattata con uno speciale raggio luminoso che attiva il composto, promuovendo l'indurimento delle fibre di collagene. Questo approccio che ha già curato molti pazienti non permette di recuperare la funzione visiva già persa, specie se la diagnosi di cheratocono è stata tardiva, ma di evitare la progressione della malattia". Tra i benefici della nuova metodica anche quello della riduzione del


tempo d'intervento, che da un'ora diminuisce ad appena 15 minuti. (segue) (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 22-MAR-17 13:22 NNNN MEDICINA: NEUROMED, NUOVE POSSIBILITA' DI CURA PER CHERATOCONO (2) = (AdnKronos Salute) - "E' un trattamento - sottolinea lo specialista che non richiede anestesia generale, sostituzione di frammenti di tessuto o utilizzo di suture, ma semplicemente sfruttando le caratteristiche della riboflavina (o vitamina B2) va a far sì che le fibrille di collagene della cornea vadano incontro a nuova generazione, irrobustendo la struttura corneale e bloccandone lo 'sfiancamento'". "Con la iontoforesi, in particolare - aggiunge Minicucci - avviene un trasporto di molecole all'interno della cornea, seguito da una fase di irradiamento con una sorgente di raggi ultravioletti di classe 'A' che va ad attivare la riboflavina. Nel corso dei mesi successivi al trattamento si verifica un irrobustimento della cornea e quindi l'arresto dello 'sfiancamento' che è alla base del cheratocono. Nella nostra casistica - evidenzia - basata su un follow up a 8 anni, il 98% dei pazienti non ha avuto progressioni della malattia, nessuno dei nostri pazienti è ricorso al trapianto della cornea". Le nuove strumentazioni, inoltre, svolgono un ruolo significativo nella diagnosi precoce: "Le metodiche diagnostiche che sono notevolmente migliorate - dall'uso della topografia corneale (un esame non invasivo che studia la forma della cornea) alla pachimetria (la misurazione dello spessore della cornea), passando per lo studio degli strati che la compongono - hanno permesso una diagnosi precoce di questa malattia e quindi di affrontarla meglio dal punto di vista terapeutico", conclude lo specialista Neuromed. (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 22-MAR-17 13:22 NNNN ALIMENTI: LO STUDIO, POMODORO ANTI-COLESTEROLO AMICO DEL CUORE = Revisione segnalata dall'Osservatorio integratori Italia Roma, 22 mar. (AdnKronos Salute) - Più pomodoro riduce i grassi e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. E' quanto emerge da una recente revisione di alcuni studi pubblicata su Atherosclerosis e


segnalata dall'Osservatorio integratori Italia, che ha indagato gli effetti del consumo di derivati di pomodoro e licopene su alcuni marker della funzione cardiovascolare, come quantità di lipidi nel sangue, pressione sanguigna e funzione endoteliale in individui adulti. La revisione evidenzia un'associazione tra consumo di prodotti a base di pomodoro, integrazione con licopene e minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. I risultati hanno mostrato che interventi nutrizionali con prodotti a base di pomodoro erano associati a una riduzione significativa dei valori del colesterolo Ldl e un miglioramento dei valori di Fmd (indice di funzionalità endoteliale e parametro surrogato di rischio cardiovascolare) mentre una supplementazione con licopene riduceva la pressione sistolica. (segue) (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 22-MAR-17 18:26 NNNN ALIMENTI: LO STUDIO, POMODORO ANTI-COLESTEROLO AMICO DEL CUORE (2) = (AdnKronos Salute) - "Le evidenze disponibili costituiscono un'area di ricerca molto promettente e in prospettiva potranno supportare lo sviluppo di strategie nutrizionali individualizzate per far fronte alla gestione dei fattori di rischio cardiovascolare - afferma Andrea Poli, presidente di Nutrition Foundation of Italy - Interessante è osservare come gli effetti protettivi del licopene e dei derivati del pomodoro siano complementari e non perfettamente sovrapponibili". "Il pomodoro migliorerebbe il profilo lipidico e il licopene soprattutto il profilo dei valori della pressione sanguigna - aggiunge Poli - Il messaggio punta a sottolineare che gli alimenti funzionali (come il pomodoro) e i loro principi attivi purificati (come il licopene) sembrano sinergizzare nei loro effetti di prevenzione cardiovascolare, ciascuno aggiungendo qualcosa agli effetti protettivi dell'altro". (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 22-MAR-17 18:26 NNNN Trovata mutazione gene che danneggia fertilita' femminile ZCZC8207/SX4 XSP03865_SX4_QBKN


R CRO S04 QBKN Trovata mutazione gene che danneggia fertilita' femminile Studio pubblicato da Scientific Reports (ANSA) - ROMA, 22 MAR - E' stato identificato un gene che puo' spiegare perche' alcune donne non riescono ad avere figli. Uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, ha dimostrato che topi femmine che non avevano il gene chiamato Nlrp2 andavano incontro a problemi come lo sviluppo anomalo della placenta, la perdita dell'embrione prima dell'impianto o, piu' raramente, prole con problemi nello sviluppo. Al contrario, quando il gene mancava nei topi maschi, non vi era alcuna conseguenza sulla fertilita'. L'infertilita' riguarda circa il 15% delle coppie. Le cause sono di diversa natura, come l'eta' sempre piu' tardiva in cui si fanno figli, infezioni sessualmente trasmesse e patologie come fibromi uterini o endometriosi. Tuttavia in circa il 10% dei casi gli studiosi non sono in grado di spiegarne il motivo. A individuare un fattore determinante e' stato un gruppo di ricercatori del Baylor College of Medicine, in Texas. Hanno visto che quando i topi femmina privi del gene Nlrp2 si accoppiavano, si osservavano tre diversi tipi di risultati: alcune non rimanevano incinta, altre avevano cuccioli nati morti con anomalie ed un terzo gruppo dava alla luce cuccioli piu' piccoli o piu' grandi del previsto. "Le donne che portano queste mutazioni sono sane in tutti gli altri aspetti fisici e non sono consapevoli di avere queste caratteristica genetica", ha detto Sangeetha Mahadevan, autore principale dello studio. Inoltre, quando i ricercatori hanno cercato di far sviluppare ovociti di un topo femmina con mutazione nel gene Nlrp2 in vitro, questi non si sono sviluppati. "La scoperta - prosegue - ha implicazioni per la fecondazione in vitro. E' importante riconoscere che ci sono donne che non possono essere candidate per questa procedura perche' i loro embrioni non sarebbero in grado di crescere in coltura".(ANSA) YQX 22-MAR-17 18:33 NNNN

Incidenti in itinere. Obblighi e responsabilitĂ del datore di lavoro


Amo il mio lavoro e mi prendo cura delle mie mani. Materiale per la formazione dei parrucchieri

SALUTE: EPIDEMIA DI OCCHI SECCHI, 'DIPENDENZA DIGITALE' SOTTO ACCUSA = Boom di sindromi da tablet, smartphone e pc, al via campagna di prevenzione con visite gratis Milano, 23 mar. (AdnKronos Salute) - Ore e ore passate davanti al pc, o sul tablet che in alcune scuole ha mandato 'in pensione' i libri. E quando il lavoro o le lezioni finiscono, lo sguardo si trasferisce sullo schermo dello smartphone che resta acceso giorno e notte, o su quello della televisione compagna di vita anche in camera da letto. Una 'dipendenza digitale' h24 che trasforma gli occhi in un deserto: arrossamento, prurito, bruciore, sensazione di 'sabbia' o corpo estraneo, ipersensibilità alla luce, vista offuscata, dolore. In inglese si chiama Des, Dry Eye Syndrome, e in tutto il mondo è diventata un'epidemia. Tanto da portare l'Organizzazione mondiale della sanità a lanciare un allarme: "La sindrome dell'occhio secco è tra i disturbi più ignorati e sottovalutati della società moderna", avvertiva alcuni mesi fa l'agenzia delle Nazioni Unite. Del problema - costo sociale stimato in Italia circa 600 euro l'anno a paziente - si è parlato oggi a Milano durante un incontro promosso da Lucio Buratto, direttore scientifico del Cao, Centro ambrosiano oftalmico, per il lancio di una campagna di prevenzione e cura della sindrome dell'occhio secco. Un'iniziativa del Cios, Centro italiano occhio secco del capoluogo lombardo, la prima struttura completamente dedicata al problema, promossa in collaborazione con la Clinica oculistica dell'università dell'Insubria di Varese e con il patrocinio di Comune di Milano, Asst dei Sette Laghi e Soi, Società oftalmologica italiana. (segue) (Opa/AdnKronos)


ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 15:29 NNNN SALUTE: EPIDEMIA DI OCCHI SECCHI, 'DIPENDENZA DIGITALE' SOTTO ACCUSA (2) = (AdnKronos Salute) - Oltre al Cios la campagna coinvolge centri ospedalieri di Catania, Napoli, Roma, Milano e Varese, con visite specialistiche gratuite su appuntamento da lunedì 3 aprile a venerdì 7. Per contattare la struttura più vicina, cliccare su www.centroitalianoocchiosecco.it. Negli Usa, spiegano gli esperti, sono stati riscontrati "sintomi evidenti" di 'Dry Eye' quasi in un adulto su 2 (48% a gennaio 2016). Mentre in Italia soffrono di occhio secco il 25% degli over 50, uno su 4, e addirittura il 90% delle donne in menopausa. Dietro il disturbo la mancanza di lacrime: il liquido lacrimale non viene prodotto in quantità sufficienti o evapora troppo. E accanto alle cause congenite o involutive (l'invecchiamento), vi sono anche fattori acquisiti. In altre parole 'ambientali': dal fumo allo smog, fino all'abuso tecnologico che sempre più spesso asciuga la vista anche di bambini e adolescenti. (segue) (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 15:29 NNNN SALUTE: EPIDEMIA DI OCCHI SECCHI, 'DIPENDENZA DIGITALE' SOTTO ACCUSA (3) = Bimbi e adolescenti sempre piu' a rischio (AdnKronos Salute) - Secondo uno studio condotto dal Centro per la salute del bambino di Trieste, in collaborazione con l'Acp, Associazione culturale pediatri - ricordano gli specialisti - in Italia un bimbo su 5 entra in contatto con cellulari e tablet nel primo anno di vita, e fra 3 e 5 anni già 'smanetta' con il telefonino di mamma e papà. Nativi digitali con la tecnologia nel Dna, prima 'baby sitter' e poi amica del cuore: da una maxi-indagine del Net Children Go Mobile dell'università Cattolica di Milano, risulta che


oltre il 50% dei teenager tiene acceso lo smartphone anche quando dorme; già a 9-10 anni il 26% possiede un computer portatile, l'11% un telefonino e il 4% un tablet. "L'uso prolungato e indifferenziato di smartphone o tablet può causare l'insorgenza della sindrome dell'occhio secco nei bambini", ammonisce l'American Academy of Pediatrics. E gli oftalmologi spiegano perché: "Normalmente i nostri occhi sbattono le palpebre 15 volte al minuto, mentre quando usiamo a lungo i nuovi strumenti digitali, il pc o guardiamo molto la televisione, l'occhio sbatte la metà delle volte necessarie". Risultato: "Eccessiva evaporazione e ridotta produzione del liquido lacrimale". Non solo. Con l''overdose digitale' l'occhio tende anche a stancarsi per il continuo sforzo accomodativo cui viene sottoposto, dovuto alla distanza ravvicinata alla quale teniamo i device. (segue) (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 15:29 NNNN SALUTE: EPIDEMIA DI OCCHI SECCHI, 'DIPENDENZA DIGITALE' SOTTO ACCUSA (4) = (AdnKronos Salute) - La soluzione? "Per i più piccoli c'è ed è molto semplice", assicurano gli esperti: "Limitare l'uso di questi strumenti a un massimo di mezz'ora al giorno, e preferire attività ricreative alternative e più stimolanti, possibilmente all'aperto". In altre parole, riscoprire i giochi di una volta. Un lavoro pubblicato su 'Bmc Ophtalmology' da scienziati sudcoreani indica infatti che, trascorrendo molto tempo all'aria aperta invece che appiccicati agli schermi, gli occhi dei bambini non si seccano. Il 10% dei bimbi di città che utilizzano device assiduamente soffre invece di Dry Eye, contro il 2,8% dei piccoli che vivono in campagna. A 'togliere le lacrime', però, non è solo la tecnologia. Possono giocare un ruolo anche fattori ormonali, come nelle donne in menopausa. O ancora l'età avanzata, alcune malattie autoimmuni, certi farmaci (antidepressivi, antistaminici da banco, decongestionanti nasali, sedativi ansiolitici, contraccettivi orali, beta-bloccanti,


diuretici), l'abuso di lenti a contatto e l'inquinamento atmosferico, in particolare da ossido di azoto e Pm10. Stando a uno studio comparso su 'Bmj' il 42% dei bambini che abitano in città con alti livelli di polveri sottili soffre di fastidi agli occhi, e screening effettuati a New York e Chicago mostrano una quota di Dry Eye 4 volte maggiore che in località dove l'aria è più pulita. (segue) (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 15:29 NNNN SALUTE: EPIDEMIA DI OCCHI SECCHI, 'DIPENDENZA DIGITALE' SOTTO ACCUSA (5) = Il decalogo degli esperti (AdnKronos Salute) - Cosa fare? Dai consigli degli specialisti, ecco un decalogo salva-occhi: 1) Evitare l'esposizione diretta a sistemi di condizionamento, luoghi ventosi, aree molto ventilate. Evitare ambienti troppo secchi e scarsi di umidificazione; 2) Ridurre o eliminare il fumo di sigaretta, concausa in quasi il 30% dei casi di occhio secco; 3) Evitare l'uso di creme irritanti o altri prodotti fastidiosi nella zona perioculare; 4) Sospendere o limitare l'utilizzo di lenti a contatto corneali; 5) Usare occhiali da sole in caso di forti esposizioni a raggi Uva o Uvb o in ambienti ventosi o polverosi. E ancora: 6) Impiegare impacchi tiepidi nell'area perioculare (acqua e malva, bicarbonato o acqua borica); 7) Arricchire l'alimentazione con vitamina B3, B6, B12, Omega 3/Omega; 8) Aumentare l'assunzione di acqua e di liquidi in generale; 9) Ridurre la visione di tv e schermi di smarthphone, tablet e computer, o quantomeno aumentare la frequenza di ammiccamento palpebrale. Per gli esperti "vale la regola del '20-20-20' suggerita dalla Società di oftalmologia americana: ogni 20 minuti di uso di pc o tablet fare una pausa di 20 secondi e focalizzare lo sguardo su un punto a 20 piedi di distanza (6 metri circa)"; 10) Rivolgersi allo specialista per conoscere i possibili rimedi: dalle lacrime artificiali alle nuove 'biologiche', ad antinfiammatori mirati fino a procedure come la pulizia delle ghiandole di Meibomio (Probing), la luce pulsata, l'occlusione dei


puntini lacrimali o la tecnica del Lipiflow. (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 15:29 NNNN

TUMORI: 'RELAZIONI PERICOLOSE' CON VIRUS HPV, ITALIANI SVELANO NUOVO TASSELLO = Studio Ieo Milano getta luce su strategia che provoca accumulo enzima chiave per cancerogenesi Milano, 23 mar. (AdnKronos Salute) - Sbarra la strada all'autofagia, la 'procedura' con cui le cellule smaltiscono i loro componenti danneggiati, e provoca l'accumulo di un enzima che gioca un ruolo fondamentale nella formazione dei tumori. E' la strategia messa in campo dal virus Hpv. A inchiodarlo un team di scienziati italiani che ha svelato il meccanismo alla base del legame causa-effetto fra lo Human Papillomavirus e molti tipi di cancro. Una scoperta che aggiunge nuovi dettagli utili per fotografare quelle 'relazioni pericolose'. La ricerca, sostenuta dall'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), è stata coordinata dal Dipartimento di oncologia sperimentale dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, ed è stata svolta in collaborazione con la Iarc, l'International Agency for Research on Cancer dell'Organizzazione mondiale della sanità. I risultati, che mostrano un nuovo anello di congiunzione nel legame fra virus Hpv e cancro, sono stati appena pubblicati su 'Plos Pathogens', in un articolo dedicato alla memoria dell'oncologo Umberto Veronesi e del ginecologo Mario Sideri, che ha dedicato la sua attività scientifica ai tumori ginecologici. Entrambi, spiegano gli autori del lavoro, hanno fortemente creduto in questo studio. (segue) (Red-Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 15:36 NNNN (AdnKronos Salute) - Il meccanismo cellulare messo in luce dai


ricercatori è responsabile dell'accumulo dell'enzima Ubc9. Un meccanismo a forte effetto patologico, hanno evidenziato gli scienziati, innescato proprio dal virus Hpv nei tessuti precancerosi del collo dell'utero e del distretto testa-collo. L'Hpv è responsabile di oltre 600 mila nuovi casi di tumore ogni anno nel mondo, ricordano gli esperti. Alcuni si sviluppano solo sulla pelle, mentre altri crescono nelle membrane mucose, quali la bocca, la gola (distretto testa-collo) o il tratto genito-urinario: per esempio il collo dell'utero, il tessuto in cui è più frequente il tumore causato da Hpv, ma anche l'ano o il pene. Per questo, sottolineano gli autori dello studio, è fondamentale capire meglio il legame fra Hpv e cancerogenesi. "Nei cheratinociti (le cellule principali della cute) normali - spiega Susanna Chiocca, direttore dell'Unità Viral Control of Cellular Pathways del Dipartimento di oncologia sperimentale Ieo, e referente dello studio - Ubc9 è degradato e dunque disattivato tramite l'autofagia, un processo fisiologico che consente alla cellula di eliminare componenti cellulari danneggiati". Gli oncogeni del virus Hpv "riescono a bloccare l'autofagia - continua Domenico Mattoscio, prima firma dell'articolo - provocando così l'accumulo di Ubc9, che accelera la trasformazione dei tessuti sani in tumore". (segue) (Red-Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 15:36 NNNN TUMORI: 'RELAZIONI PERICOLOSE' CON VIRUS HPV, ITALIANI SVELANO NUOVO TASSELLO (3) = (AdnKronos Salute) - La ricerca ha origine da un'intuizione: il gruppo guidato da Chiocca aveva scoperto in laboratorio che Ubc9 è un bersaglio di rilievo per i virus. Di conseguenza i ricercatori hanno pensato che se il virus attacca questo enzima, deve essere molto importante per la cellula. Approfondendo le loro analisi, hanno capito che Ubc9 è presente in alte concentrazioni nei tumori causati da Hpv, e hanno deciso di cercare di scoprirne il perché. "I nostri risultati - conclude Chiocca - mettono chiaramente in


relazione il difetto di autofagia con la presenza del virus, indicando che sia l'autofagia stessa sia l'enzima Ubc9 possono essere nuovi bersagli per le terapie contro la progressione dei tumori correlati al virus Hpv. Inoltre, stiamo valutando se è possibile utilizzare entrambi come marker tumorali". (Red-Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 15:36 NNNN

RICERCA: VERSO SUPER-PILLOLA ANTI-ETA', SCOPERTA CHIAVE PER RIPARARE DNA = Topolini 'ringiovaniti' con prodotto che potrebbe aiutare la Nasa a portare astronauti su Marte Roma, 23 mar. (AdnKronos Salute) - (EMBARGO ALLE 19.00) - Scoperta in laboratorio la 'chiave' per arrivare a un farmaco rivoluzionario, capace di invertire l'invecchiamento, migliorare il processo di riparazione del Dna e persino aiutare la Nasa a portare i suoi astronauti su Marte. In un articolo pubblicato su 'Science', un team australiano identifica un passaggio fondamentale nel processo molecolare che permette alle cellule di riparare il Dna danneggiato. E spiega di aver messo a punto un 'booster' capace di ringiovanire le cellule dei topolini di laboratorio. Con risultati tanto promettenti da accelerare i tempi per un trial nell'uomo, al via entro sei mesi. Insomma, la pillola della giovinezza è sempre più vicina. Gli esperimenti condotti dal team dell'University of New South Wales suggeriscono, dunque, che è possibile mettere a punto un trattamento per contrastare i danni al Dna da invecchiamento e radiazioni. E lo studio è così promettente che ha attirato l'attenzione della Nasa, convinta che possa aiutare la sua missione su Marte. (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 16:43 NNNN


RICERCA: VERSO SUPER-PILLOLA ANTI-ETA', SCOPERTA CHIAVE PER RIPARARE DNA (2) = (AdnKronos Salute) - Ma di che si tratta? Se le nostre cellule hanno una capacità innata di riparare i danni al Dna che si verificano, ad esempio, ogni volta che ci esponiamo al sole, la capacità di farlo diminuisce con l'avanzare dell'età. Gli scienziati hanno scoperto che il metabolita Nad+, naturalmente presente in ogni cellula del nostro corpo, ha un ruolo fondamentale come regolatore delle interazioni proteina-proteina che controllano la riparazione del Dna. Trattare i topi con un Nad+ precursore, un booster chiamato Nmn, migliora la capacità delle cellule di riparare i danni al Dna causati da esposizione alle radiazioni o dalla vecchiaia. "Le cellule dei topi erano indistinguibili da quelle degli animali giovani, dopo una sola settimana di trattamento", ha detto l'autore dello studio David Sinclair, della Unsw e della Harvard Medical School di Boston. "Siamo vicini come non mai a un farmaco anti-invecchiamento sicuro ed efficace, che forse sarà disponibile sul mercato fra solo 3-5 anni, se i test andranno bene", ha aggiunto Sinclair. Il lavoro ha entusiasmato la Nasa, che sta valutando l'impresa di mantenere i suoi astronauti in buona salute durante una missione di quattro anni su Marte. Anche in brevi viaggi spaziali, infatti, gli astronauti sperimentano un invecchiamento accelerato dalle radiazioni cosmiche, con debolezza muscolare, perdita di memoria e altri sintomi al rientro. Nel caso di un viaggio su Marte, la situazione sarebbe ben peggiore: il 5% delle cellule degli astronauti sarebbe morta e il loro rischio di ammalarsi di cancro sarebbe pari al 100%. (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 16:43 NNNN RICERCA: VERSO SUPER-PILLOLA ANTI-ETA', SCOPERTA CHIAVE PER RIPARARE DNA (3) = (AdnKronos Salute) - Sinclair e il collega Lindsay Wu hanno vinto il concorso iTech della Nasa nel dicembre dello scorso anno, con "una soluzione per un problema biologico", ha spiegato Wu. La radiazione


cosmica, però, non è solo una minaccia per gli astronauti. Siamo tutti esposti a bordo degli aerei, con un volo Londra-Singapore-Melbourne che è equivalente alle radiazioni di una radiografia del torace. In teoria, lo stesso trattamento potrebbe mitigare eventuali effetti sul Dna per i frequent flyer. E un altro gruppo di potenziali pazienti da trattare con il super-farmaco sono i sopravvissuti a tumori infantili. Il 96% di questi pazienti soffre di una malattia cronica entro i 45 anni, ha evidenziato Wu. "Tutto questo si aggiunge al fatto che hanno un invecchiamento accelerato, che è devastante. Sarebbe bello fare qualcosa al riguardo, e crediamo di poterci riuscire con questa molecola". Insomma, all'orizzonte potrebbe esserci una pillola anti-età. Negli ultimi quattro anni Sinclair e Wu hanno lavorato per trasformare il Nmn in un farmaco, con le loro aziende MetroBiotech NSW e MetroBiotech International. Le sperimentazioni nell'uomo inizieranno quest'anno presso il Brigham and Women Hospital, a Boston. Il team ha già stabilito che Nad+ potrebbe essere utile per il trattamento di varie malattie dell'invecchiamento, ma anche della sterilità femminile e degli effetti collaterali della chemioterapia. Nel 2003 Sinclair aveva stabilito un legame tra l'enzima anti-invecchiamento Sirt1 e il resveratrolo, una molecola naturale che si trova in piccole quantità anche nel vino rosso. "Ma se il resveratrolo attiva solo Sirt1, il nostro booster ha effetto su tutte e sette le sirtuine, e dovrebbe avere un impatto ancora maggiore sulla salute e la longevità", ha concluso lo studioso. (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 16:43 NNNN

SALUTE: NUOVO TEST PER GRAVIDANZA IN SICUREZZA, PREDICE GESTOSI = Roma, 23 mar. (AdnKronos Salute) - Un test diagnostico per una gravidanza più sicura. Il nuovo dispositivo, messo a punto da Roche, consente infatti di rilevare in anticipo lo sviluppo della preeclampsia (o gestosi) nelle future mamme che presentano fattori di


rischio, fino a 4 settimane prima del manifestarsi dei sintomi clinici. Una recente pubblicazione italiana, sull'European Journal of Obstetrics&Ginecology and Reproductive Biology, ha messo in evidenza che il rapporto tra i biomarcatori sFlt-1 e Plgf (fattore di crescita placentare) può contribuire a predire la comparsa della preeclampsia in donne che presentano uno o più fattori di rischio, come ad esempio la nulliparità, il sovrappeso, la familiarità, l'ipertensione cronica, la gravidanza multipla, il diabete di tipo 1 oppure gestazionale. La gestosi colpisce fino all'8% delle future mamme e rappresenta una delle principali cause di mortalità materna e perinatale ."Il test di laboratorio di Roche - spiega Daniela Di Martino, medico dell'ospedale Buzzi Asst-Fbf-Sacco, coautrice dello studio - attraverso un semplice prelievo di sangue ci permette di valutare il rapporto tra i due biomarcatori sFlt-1 e Plgf per escludere che la futura mamma possa sviluppare la preeclampsia. È un grande passo avanti per noi specialisti: il rapporto sFlt-1 e Plgf Roche, l'unico validato a livello internazionale, non ci dice solo se la patologia si conclamerà, ma, attraverso l'interpretazione dei risultati, ci permette anche di capire se si manifesterà con una forma più o meno severa". Informazioni utili a evitare ricoveri - e spese -  impropri: le donne con preeclampsia, infatti, necessitano di un monitoraggio costante e di un follow up specifico, che il più delle volte richiede un ricovero ospedaliero. "In molte situazioni, inoltre, il test ci aiuta anche a decidere come e quando espletare il parto, scongiurando il più possibile il rischio di parti eccessivamente prematuri. Quando la preeclampsia si manifesta in maniera grave, l'unica soluzione per salvaguardare la sicurezza di madre e nascituro è indurre il parto", conclude Di Martino. (Com-Ram/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 23-MAR-17 17:49 NNNN

SALUTE: DECALOGO ANTI-BUFALE ONLINE, 10 REGOLE PER INFORMARSI SUL


WEB = Presentate in occasione del meeting #MeetSanofi 'Social Health, istruzioni per l'uso' Roma, 27 mar. (AdnKronos Salute) - Un decalogo per orientarsi in Rete e informarsi correttamente sul tema della salute, per capire come muoversi tra web e social media, a quali interlocutori o fonti dare fiducia e come sfruttare al meglio le informazioni che Internet offre. Le 10 regole sono state presentate in occasione della speciale edizione di #MeetSanofi 'Social Health, istruzioni per l'uso', in diretta web da Riccione in occasione del meeting 'Home of Therapies' che ha riunito oltre 350 infermieri. Fra i protagonisti dell'evento Laura Rossi, 35enne genovese dottoranda in radiologia e creatrice di 'H-Maps', una App per orientare i pazienti oncologici nel percorso di cure. Dopo una diagnosi di linfoma di Hodgkin, la giovane ha utilizzato il web per aiutare chi si trovava nella sua stessa condizione, e grazie alla consulenza del Reparto di ematologia dell'ospedale San Martino di Genova e il supporto del crowdfunding, ha realizzato l'applicazione. Presenti all'incontro anche Eugenio Santoro, responsabile del Laboratorio di informatica medica dell'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, e Lella Mazzoli, direttore dell'Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino. (segue) (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 12:02 NNNN SALUTE: DECALOGO ANTI-BUFALE ONLINE, 10 REGOLE PER INFORMARSI SUL WEB (2) = (AdnKronos Salute) - Ecco i consigli 'anti-bufale' proposto da Sanofi Italia: 1) Le fonti prima dei contenuti. Quando si cercano informazioni sulla salute in Rete è importante verificare le fonti, per capire chi sta offrendo quella specifica informazione. Meglio affidarsi a siti istituzionali o ufficiali, che garantiscono autorevolezza e rigore scientifico;


2) Il 'dottor Google' non è laureato in medicina. La ricerca su Google spesso porta in primo piano contenuti personalizzati in base a ciò che Google sa di noi, o siti che vantano molte visite per motivi non sempre legati alla loro autorevolezza. Meglio valutare più risultati e confrontarli fra loro; 3) Blog e forum, belle storie, poca scienza. Su blog e forum si possono trovare storie di pazienti e racconti di familiari che suscitano empatia e coinvolgono emotivamente. Tuttavia, le storie non sempre raccontano i fatti in modo oggettivo, perciò meglio leggerle con occhio critico; 4) Mai chiedere l'età, sempre chiedere la data. La data di pubblicazione di un articolo è importante. A volte notizie vecchie di anni vengono nuovamente condivise da siti o blog per motivi spesso strumentali, in modo da ottenere molte visite. Se possibile, verificare sempre che una notizia sia recente. 5) Ho cercato i miei sintomi, sto per morire. Quando si cercano sintomi o condizioni patologiche sul web, spesso si innestano meccanismi psicologici che portano a porre più attenzione alle informazioni negative. Importante leggere con senso critico e affidarsi sempre al medico. (segue) (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 12:02 NNNN SALUTE: DECALOGO ANTI-BUFALE ONLINE, 10 REGOLE PER INFORMARSI SUL WEB (3) = (AdnKronos Salute) - 6) Più è facile, meno è affidabile. Se un sito propone soluzioni facili o rimedi universali, è probabile che sia poco affidabile. Ogni paziente è differente (in base a età, sesso e caratteristiche fisiche) e richiede un percorso di cura personalizzato e specifico, che solo il medico può indicare; 7) Lo dice Las_Tampa! Anche per i contenuti con migliaia di condivisioni sui social vale la regola delle fonti. Spesso i siti che condividono notizie costruite ad hoc per raccogliere like e condivisioni usano nomi simili ai più importanti quotidiani;


8) Complottisti della salute, no grazie. Capita spesso di incorrere in siti e blog che pubblicano notizie catastrofiche relative a farmaci, patologie o inquinamento ambientale con effetti sulla salute. Queste notizie spesso sono create apposta per generare condivisioni e non hanno alcun fondamento scientifico; 9) Farmaci online solo sui siti sicuri. Attenzione alla vendita dei farmaci online da parte di siti non ufficiali e non autorevoli. La vendita attraverso il canale digitale è riservata ai farmaci da banco e il sito deve essere autorizzato alla vendita dei farmaci online: si può verificare questo requisito grazie al bollino di sicurezza; 10) Basta, vado dal medico. Medico e farmacista devono restare i principali punti di riferimento per decidere in materia di salute. Cercare informazioni può essere utile per saperne di più, ma sulla scelta di un percorso di cura solo il medico può fornire informazioni corrette e ponderate. (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 12:02 NNNN

SANITA': VACCINAZIONI, COSA SONO E QUANDO FARLE NEL FOCUS DI ALTROCONSUMO = Roma, 27 mar. (AdnKronos Salute) - Che cosa sono le vaccinazioni, da quelle obbligatorie alle raccomandate e quando farle, fino a come richiedere indennizzi per eventuali effetti collaterali derivati dai vaccini. Altroconsumo, l'associazione per la tutela e difesa dei consumatori, in 'Diritti in Salute', spiega tutto ciò che è opportuno sapere per aderire a questo intervento fondamentale per la salute pubblica. Obiettivo del progetto 'Diritti in salute', nato dalla collaborazione tra Altroconsumo e Acu, associazione consumatori utenti, e finanziato dal ministero dello Sviluppo economico, è dare una risposta ai dubbi più comuni in materia sanitaria. Ecco, in sintesi, le principali informazioni utili ai cittadini, negli approfondimenti dedicati alle vaccinazioni: - COS'E' LA VACCINAZIONE? E' un fondamentale intervento di sanità


pubblica che si prefigge di proteggere sia l'individuo sia la comunità da pericolose malattie infettive, i cui effetti diretti e complicanze siano causa rilevante di sofferenza, disabilità o morte. L'obiettivo, sottolinea Altroconsumo, è infatti quello di limitare la diffusione e progressivamente arrivare a eradicare l'infezione all'interno della comunità creando una diffusa copertura immunitaria, attraverso lo sviluppo di una difesa specifica contro le infezioni. Le vaccinazioni sono diventate un presidio preventivo fondamentale per la salute pubblica, avendo permesso di ridurre in modo rilevante, se non del tutto, alcune tra le patologie infettive più gravi. - QUALI SONO LE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE? Difterite per tutti i nuovi nati e successivi richiami; poliomielite per tutti i nuovi nati e successivi richiami; tetano per tutti i nuovi nati e successivi richiami; epatite virale 'B' per tutti i nuovi nati. - QUALI SONO LE VACCINAZIONI RACCOMANDATE? Pertosse per tutti i nuovi nati e successivi richiami; Haemophilus influenzae b per tutti i nuovi nati; meningococco B per tutti i nuovi nati nel primo anno di vita; rotavirus per tutti i nuovi nati; pneumococco per tutti i nuovi nati; meningococco C per tutti i nuovi nati; varicella nel corso del secondo anno di vita e 2° dose a 5-6 anni; morbillo nel corso del secondo anno di vita e 2° dose a 5-6 anni; parotite nel corso del secondo anno di vita e 2° dose a 5-6 anni; rosolia nel corso del secondo anno di vita e 2° dose a 5-6 anni; vaccinazione anti-Hpv per le ragazze e i ragazzi nel corso del 12° anno di vita; meningococcica tetravalente Acwy135 nell'adolescente; pneumococco nei 65enni; anti-zoster nei 65enni; antinfluenzale per le persone oltre i 64 anni. (segue) (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 12:29 NNNN SANITA': VACCINAZIONI, COSA SONO E QUANDO FARLE NEL FOCUS DI ALTROCONSUMO (2) = (AdnKronos Salute) - - QUALI SONO GRATUITE? Tutte quelle contenute nel calendario vaccinale sono gratuite per le fasce di popolazione cui è destinata l'offerta, anche se le modalità di tale offerta possono


variare da regione a regione. - LE VACCINAZIONI PER I VIAGGIATORI SONO A PAGAMENTO? Prima di partire è opportuno rivolgersi al centro vaccinale dell'Azienda sanitaria del territorio per valutare la necessità o meno di intraprendere un piano di vaccinazione o una profilassi. Alcune malattie infatti sono state eradicate in Italia ma sono ancora endemiche o epidemiche in alcuni Paesi. Queste vaccinazioni non rientrano nei Lea, quindi sono a pagamento e i prezzi possono variare nelle diverse aziende sanitarie. - GLI INDENNIZZI PER DANNI DA VACCINO: nonostante la sicurezza dei vaccini sia valutata attentamente, non è mai possibile escludere del tutto effetti collaterali anche gravi legati alla loro somministrazione. Per questo motivo, la legge ha previsto che chiunque abbia riportato un danno di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie o di vaccinazioni non-obbligatorie effettuate per motivi di lavoro o per accedere ad uno stato estero, ha diritto a un indennizzo ai sensi della legge del 25 febbraio 1992, n. 210, così come lo hanno i soggetti danneggiati da trasfusioni e somministrazione di emoderivati. L'indennizzo è da richiedere direttamente all'Ast entro tre anni da quando si è venuti a conoscenza del danno. L'indennizzo consiste in un assegno, reversibile per quindici anni, il cui ammontare è definito per legge. L'assegno è cumulabile con altri emolumenti, con l'indennità integrativa speciale e con l'assegno una tantum che va a coprire il periodo compreso tra il manifestarsi dell'evento dannoso e l'ottenimento dell'indennizzo, pari per ciascun anno, al 30% della somma dovuta. Insieme all'indennizzo c'è il riconoscimento dell'esenzione dal ticket per le prestazioni inerenti la diagnosi e cura delle patologie. (segue) (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 12:29 NNNN SANITA': VACCINAZIONI, COSA SONO E QUANDO FARLE NEL FOCUS DI ALTROCONSUMO (3) = (AdnKronos Salute) - - COSA E' L'INDINNEZZO AGGIUNTIVO? I cittadini


beneficiari dell'indennizzo della legge 210/92 possono presentare direttamente al ministero della Salute la domanda per un ulteriore indennizzo pari rispettivamente a sei, cinque o quattro volte la somma attribuita dalla legge 210/92 a seconda della categoria assegnata dalla competente Commissione medico-ospedaliera. Questo indennizzo è corrisposto per metà al soggetto danneggiato e per metà ai congiunti che prestano assistenza in maniera prevalente. A questo si aggiunge la corresponsione di un assegno una tantum pari al 50% dell'ulteriore indennizzo, per il periodo ricompreso tra il manifestarsi dell'evento dannoso e l'ottenimento del beneficio stesso. La domanda vien poi inserita in una graduatoria, in base ad un criterio cronologico di presentazione delle domande degli aventi titoli, accompagnato da parametri correttivi della gravità dell'affezione o difficoltà economica degli stessi e dei loro nuclei familiari. Il parametro della gravità dei danni è stabilito in base a quanto previsto dalla legge 210, mentre il parametro della difficoltà economica viene determinato in base all'indicatore economico Isee. - COSA E' L'EQUA RIPARAZIONE? Rispetto ad eventuali contenziosi in materia di risarcimento del danno, il ministero della Salute ha avviato nel 2014 una procedura denominata 'equa riparazione' per i soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie (o ai loro eredi, in caso decesso) che abbiano presentato domanda di adesione alla 'procedura transattiva' entro il 19 gennaio 2010. Le procedure transattive sono accordi che il ministero della Salute ha avviato con quei soggetti che hanno intrapreso prima del 1° gennaio 2008 un'azione di risarcimento danni su cui nel frattempo non si è formato il giudicato. L'equa riparazione prevede la corresponsione di una somma di denaro in un'unica soluzione, subordinata però alla formale accettazione della medesima e alla contestuale formale rinuncia all'azione risarcitoria intrapresa, compresa la procedura transattiva, e a ogni ulteriore pretesa di carattere risarcitorio nei confronti dello Stato anche in sede sovranazionale. - QUANDO E COME RICHIEDERE L'INDENNIZZO? Il riconoscimento dell'indennizzo previsto dalla Legge 210/92, non preclude la possibilità di rivolgersi all'Autorità giudiziaria per ottenere il risarcimento del danno. Il risarcimento del danno è una questione di


natura giuridica, al contrario del riconoscimento dell'indennizzo. Qualora il danno sia derivato da un'intrinseca pericolosità o nocività del vaccino, il singolo cittadino può perseguire il risarcimento del danno in sede giudiziaria, dove verrà accertata se esiste una responsabilità colposa o dolosa dell'amministrazione. Se invece l'effetto lesivo si è verificato per negligenza o imperizia del medico o della struttura sanitaria ne risponderanno direttamente i professionisti sanitari coinvolti e la struttura in cui operano. Attenzione però, avverte Altroconsumo: il risarcimento del danno non è perseguibile se si vuole richiedere l'indennità aggiuntiva previsto dalla legge 229/2005. Questa legge, infatti, prevede che i soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie che già usufruiscono dei benefici di cui alla legge 210/1992 e che intendano accedere ai benefici previsti dalla suddetta legge, debbano rinunciare con atto formale alla prosecuzione di eventuali contenziosi giudiziali, in qualsiasi stato e grado del giudizio, compresa la fase esecutiva. (segue) (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 12:29 NNNN SANITA': VACCINAZIONI, COSA SONO E QUANDO FARLE NEL FOCUS DI ALTROCONSUMO (4) = (AdnKronos Salute) - - CHI HA DIRITTO ALL'INDENNIZZO? Hanno diritto all'indennità prevista dalla legge 210/92 le persone che hanno riportato lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente dell'integrità psicofisica a seguito di: vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria; vaccinazioni non obbligatorie ma effettuate per motivi di lavoro o per incarichi d'ufficio o per poter accedere ad uno stato estero; vaccinazioni non obbligatorie ma effettuate in soggetti a rischio operanti in strutture sanitarie ospedaliere; vaccinazione antipoliomielitica non obbligatoria nel periodo di vigenza della legge 30 luglio 1959, n. 695; persone non vaccinate che hanno riportato, a seguito ed in conseguenza di contatto con persona vaccinata, lesioni o infermità dalle quali sia derivata una menomazione permanente


dell'integrità psico-fisica. - COME SI FA LA DOMANDA DI INDENNIZZO? I cittadini interessati ad ottenere l'indennizzo previsto dalla Legge 210/92 devono presentare domanda all'Azienda sanitaria di residenza. L'azienda ha il compito di svolgere l'istruttoria, controllare la documentazione necessaria, verificare il possesso dei requisiti e inviare il fascicolo alla commissione medico ospedaliera che in seguito convoca l'interessato, lo visita, valuta la documentazione e redige il giudizio sul nesso causale tra la vaccinazione e la menomazione dell'integrità psico-fisica o la morte. Il verbale viene poi notificato ai diretti interessati, che hanno trenta giorni per presentare ricorso contro il giudizio della commissione, sul quale è competente il ministero della salute. Entro tre mesi dalla presentazione del ricorso, l'ufficio medico-legale decide sul ricorso stesso con atto che è comunicato al cittadino che ha fatto ricorso, entro trenta giorni. Se il giudizio della commissione medico ospedaliera è favorevole, è poi la regione a farsi carico della liquidazione dell'indennizzo e delle spettanti somme aggiuntive. Per quanto riguarda l'indennizzo aggiuntivo per i danneggiati da complicanze di tipo irreversibile causate da vaccinazioni obbligatorie, gli aventi diritto possono presentare la domanda all'ufficio ministeriale preposto (Direzione generale della vigilanza sugli enti e della sicurezza delle cure) che provvede ad istruirla ai fini della predisposizione della graduatoria. (Stg/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 12:29 NNNN

Amianto, 2.400 scuole a rischio e 350.000 studenti esposti ZCZC0854/SX4 XSP69741_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Amianto, 2.400 scuole a rischio e 350.000 studenti esposti Ministero Salute, 3.000 casi all'anno di malattie collegate (ANSA) - ROMA, 27 MAR - Sono 2.400 le scuole in Italia


contaminate dall'amianto, 350.000 gli studenti e 50.000 i docenti e non docenti esposti. Sono i dati forniti dall'Osservatorio nazionale amianto, diffusi oggi a un convegno del Movimento 5 Stelle alla Camera sui 25 anni dalla legge sull'amianto. Nel corso del convegno e' stato proiettato il documentario "Asbeschool", un viaggio di Stefania Divertito e Luca Signorelli nelle scuole italiane a rischio. Nel corso del convegno, il Ministero della Salute ha reso noto che sono circa 3000 i casi all'anno di malattie in Italia legate a questo materiale. Di queste, 1.300 sono i casi di mesotelioma, tumore al polmone spesso mortale. Tutti i relatori hanno messo in luce la carenza di discariche in Italia per l'amianto, cosa che blocca le bonifiche, e la mancanza di una mappatura completa dei siti a rischio. In Italia secondo il Ministero dell'Ambiente i siti a rischio mappati sono 53.000, un elenco ancora incompleto per le carenze di molte Regioni (la Calabria fino al 2014 non aveva mai fornito dati). Per l'Ispra, l'istituto di ricerca del Ministero dell'Ambiente, sono 380 i siti piu' a rischio, con amianto friabile. Per bonificarli servirebbero 40 - 50 milioni all'anno per almeno tre anni. (ANSA). SEC 27-MAR-17 13:01 NNNN

FARMACI: BOOM 'PILLOLE DELL'AMORE' IN EUROPA, OLTRE 100 MLN SENZA RICETTA = FARMACI: BOOM 'PILLOLE DELL'AMORE' IN EUROPA, OLTRE 100 MLN SENZA RICETTA = L'indagine, circa 3,5 mln acquistate nei sexy shop Roma, 27 mar. (AdnKronos Salute) - Sono circa 180 milioni le 'pillole dell'amore' vendute nell'ultimo anno in Europa, ma dilaga il 'fai da te': 6 uomini su 10 utilizzano i farmaci anti-impotenza senza aver avuto una diagnosi nĂŠ, in molti casi, una prescrizione da parte del medico. Sono oltre 100 milioni le pillole acquistate senza ricetta, circa 3 milioni e mezzo nei sexy shop. I dati emergono da uno studio presentato durante il Congresso dell'European Association of Urology (Eau), condotto su circa 1.000 uomini che utilizzano tali farmaci in 7 Paesi europei, Italia compresa. Ebbene, secondo l''Erectile Dysfunction European Users Survey' (Edeus), coordinato dal professor Emmanuele Jannini, dell'UniversitĂ


di Roma Tor Vergata, soltanto 4 uomini su 10 possono essere ricondotti alla categoria dei 'pazienti'. Gli altri sono 'performer', che usano le pillole per migliorare le prestazioni sotto le lenzuola oppure percepiscono la presenza di qualche piccola o grande difficoltà, ma non ne vogliono parlare al medico. Un 'fai da te' rischioso, mettono in guardia gli esperti. La ricerca scatta per la prima volta una fotografia del contesto di utilizzo dei farmaci contro la disfunzione erettile in Europa, rivelando che il 60% sceglie le pillole da sé e dichiara di non aver ricevuto una diagnosi, utilizzando questi farmaci spesso ai dosaggi più bassi, ma senza mai consultarsi col medico. "Il fai da te si associa a un'età mediamente più bassa, ma soltanto l'11% dei cosiddetti 'performer' è realmente privo di disturbi erettili", spiega Emmanuele Jannini, presidente dell'Accademia nazionale della salute della coppia e coordinatore dello studio internazionale. (segue) (Com-Mad/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 13:28 NNNN ARMACI: BOOM 'PILLOLE DELL'AMORE' IN EUROPA, OLTRE 100 MLN SENZA RICETTA (2) = (AdnKronos Salute) - Un problema in camera da letto, dunque, c'è, anche se non se ne parla col medico. Fra quanti fanno un uso 'ricreativo' delle pillole dell'amore " il 38%, a un'analisi più approfondita, presenta segni lievi o moderati di disfunzione erettile e il 12% addirittura un problema di grado severo - afferma Jannini Questi soggetti provano a curarsi da soli per l'imbarazzo di discutere le loro difficoltà con un medico, ma i dati mostrano che la soddisfazione e i risultati ottenuti con il trattamento fai da te sono inferiori alle attese, rispetto a chi viene seguito da un esperto che possa individuare il principio attivo più adatto al singolo caso e stilare un piano terapeutico adeguato". Minore soddisfazione, ma anche maggiori rischi: le conseguenze del fai da te possono essere anche gravi, evidenzia lo specialista, "perché in queste pillole non acquistate in farmacia possono essere presenti impurità, elementi tossici o, nella migliore delle ipotesi, dosaggi sbagliati che incrementano il pericolo di eventi avversi". (segue) (Com-Mad/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 13:28 NNNN FARMACI: BOOM 'PILLOLE DELL'AMORE' IN EUROPA, OLTRE 100 MLN SENZA


RICETTA (3) = (AdnKronos Salute) - La ricerca mostra che l'utilizzo in assenza di una prescrizione è più frequente per i farmaci di prima generazione come sildenafil, tadalafil e vardenafil: i prodotti di seconda generazione come ad esempio avanafil, sono molto più raramente correlati a un impiego 'ricreativo'. Chi utilizza avanafil, risulta più spesso aver ricevuto una diagnosi ed è più seguito dai medici specialisti o di base. Del resto, "il medico, essenziale per porre la diagnosi, è anche in grado di decidere la terapia più adatta. I nostri dati indicano chiaramente la necessità di un impiego più consapevole e responsabile dei farmaci per la salute della coppia e richiamano all'importanza di evitare il fai da te, per la propria sicurezza e per ottenere un pieno effetto positivo dalla cura. I risultati ci consegnano quindi tre obiettivi: aiutare chi non ha bisogno di medicine a non sentirne il bisogno, convincere che il 'fai da te' significa 'fai male a te' e far sfilare la testa degli 'struzzi' - che non scelgono il fai da te, ma nemmeno parlano al proprio medico delle difficoltà sotto le lenzuola dalla buca, indicando la via maestra del medico della coppia", conclude Jannini. (Com-Mad/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 13:28 NNNN TUMORI: L'INDAGINE, DIAGNOSI IN SOLITUDINE PER 11% PAZIENTI CANCRO TIROIDE = Cape, 70% cerca info sul web Roma, 27 mar. (AdnKronos Salute) - Il tumore alla tiroide impatta fortemente sulla qualità di vita soprattutto in termini psicologici, con incertezza della prognosi (15%), scarso supporto psicologico (13%) e preoccupazione per l'impatto sulle attività lavorative (12%). Il 19% dei pazienti accusa gli effetti collaterali dei trattamenti e l'11% scopre di avere il tumore leggendo i referti degli esami, in totale solitudine. E' quanto emerge da un'indagine promossa dal Comitato associazione pazienti endocrini (Cape) e condotta da Doxa Pharma, su un campione di 555 pazienti in 23 centri di tutta Italia. "E' allarmante apprendere che l'11% dei pazienti venga a conoscenza della diagnosi di tumore dalla lettura dei referti degli esami, in totale solitudine - spiega la presidente del Cape, Paola Polano - non ci stupisce di conseguenza che più della metà dei pazienti ricerchi informazioni autonomamente, nella maggior parte dei casi tramite il


web (70%), strumento di dubbia affidabilità e non adatto a sostenere concretamente il paziente nel momento di maggiore difficoltà e ansia". (segue) (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 14:35 NNNN TUMORI: L'INDAGINE, DIAGNOSI IN SOLITUDINE PER 11% PAZIENTI CANCRO TIROIDE (2) = (AdnKronos Salute) - "Nove pazienti su 10 dichiarano di non aver ricevuto supporto psicologico al momento della diagnosi né informazioni sull'esistenza di associazioni di pazienti - prosegue Polano - Quando viene diagnosticata una malattia, la persona attraversa una situazione di crisi emotiva che, se non supportata dall'aiuto di professionisti, può protrarsi nel tempo in modo sempre più drastico. Per questo è fondamentale che il paziente sia affiancato da uno psicologo o almeno sostenuto dalle associazioni di pazienti, in grado di fornire supporto emotivo per affrontare la malattia nel modo più sereno". "Infatti - aggiunge - 1 malato su 3 desidererebbe ricevere maggiori informazioni chiare e univoche sulla malattia e sulle cure, supporto psicologico professionale, e solo il 5% si dichiara soddisfatto". (segue) (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 14:35 NNNN TUMORI: L'INDAGINE, DIAGNOSI IN SOLITUDINE PER 11% PAZIENTI CANCRO TIROIDE (3) = (AdnKronos Salute) - Il 38% dei pazienti scopre il tumore alla tiroide perché si rivolge al medico per un rigonfiamento sul collo e 1 su 4 ne viene a conoscenza in maniera incidentale nel corso di un esame di routine. L'endocrinologo è la figura di riferimento: 8 pazienti su 10 si indirizzano subito a questo specialista, figura centrale dalla diagnosi al follow-up. "E' necessaria una comunicazione più diffusa - continua Polano - in un'ottica di prevenzione per intercettare la malattia nelle sue prime manifestazioni e un ruolo importante è rappresentato dagli screening di controllo che in più di 1 caso su 4 portano alla scoperta del tumore. La carenza informativa rappresenta un problema anche nelle fasi successive alla diagnosi - aggiunge - quando il paziente riceve scarsi suggerimenti su come affrontare la propria condizione, soprattutto dal punto di vista psicologico". (segue) (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222


27-MAR-17 14:35 NNNN TUMORI: L'INDAGINE, DIAGNOSI IN SOLITUDINE PER 11% PAZIENTI CANCRO TIROIDE (4) = (AdnKronos Salute) - "E' la prima volta che le associazioni dei pazienti realizzano un lavoro d'indagine così approfondito - spiega Piernicola Garofalo, direttore dell'Unità operativa di endocrinologia di Villa Sofia Cervello di Palermo - e le criticità individuate sono informazioni fondamentali per migliorare e ottimizzare il lavoro di ogni giorno. Il messaggio più importante per noi medici riguarda la necessità di maggiore supporto e informazioni, non limitandoci a fare diagnosi e terapie. In conclusione, l'analisi dei dati permette di affermare che l'assistenza ai pazienti con tumore tiroideo nel nostro Paese è di buon livello ed è apprezzata dai pazienti stessi". "Infatti uno su 2 - osserva ancora Garofalo - si ritiene molto soddisfatto delle strutture ospedaliere nelle quali viene seguito, seppur migliorabili: 8 pazienti su 10 sono stati sottoposti a un solo intervento e più della metà di queste persone non ha avuto complicanze. Si auspica che per il tumore alla tiroide si riescano a sviluppare cure farmacologiche sempre più efficaci e interventi chirurgici meno invasivi. Inoltre - conclude - i dati di confronto tra i pazienti di più recente diagnosi e quelli precedenti, evidenziano una significativa tendenza al miglioramento di diagnosi, terapie e assistenza". (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 14:35 NNNN TUMORI: GB, 1,5 MLN DI STERLINE PER MAPPARE IL DNA DEL CANCRO NEI BIMBI = Il progetto della charity Children with Cancer Uk per terapie su misura ai baby-pazienti Milano, 27 mar. (AdnKronos Salute) - Mappare il Dna tumorale di tutti i bambini che si ammalano di cancro, così da poter scegliere per ognuno la terapia più efficace e meno tossica. Medicina di precisione a misura di baby-paziente. La charity inglese Children with Cancer Uk ha annunciato un finanziamento pari a 1,5 milioni di sterline per il progetto: sequenziare il genoma della malattia, entro 2 settimane dalla biopsia, per poterla colpire meglio. "La nostra ambizione è che tutti i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti con una diagnosi di cancro nel Regno Unito abbiano


accesso trattamenti personalizzati attraverso il Servizio sanitario nazionale, all'interno di studi clinici mirati", spiega Cliff O'Gorman, Chief Executive dell'associazione promotrice. "Questo finanziamento innovativo - confida - contribuirà a sviluppare il primo programma di medicina di precisione per i giovani malati di cancro nel Paese, come già in alcune parti degli Stati Uniti e d'Europa". Per Louis Chesler dell'Institute of Cancer Research, che guida il progetto, nella lotta ai tumori "l'integrazione di moderne tecnologie è molto importante, perché aumenta al massimo le chance di sviluppare una nuova generazione di farmaci mirati. La loro applicazione ai tumori dei bambini potrebbe essere rivoluzionaria, ma solo se queste terapie verranno utilizzate in base alle caratteristiche uniche del cancro di ogni bimbo". La medicina giusta al paziente giusto. "Questo finanziamento - aggiunge l'esperto - ci aiuterà a procedere con un approccio più globale e strutturato verso test genetici che permettano di abbinare a ogni bambino la sua cura". (segue) (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 14:42 NNNN TUMORI: GB, 1,5 MLN DI STERLINE PER MAPPARE IL DNA DEL CANCRO NEI BIMBI (2) = (AdnKronos Salute) - Ogni anno in Gb si ammalano di cancro circa 1.600 under 15, con un bambino su 500 destinato a sviluppare una forma di tumore, ricorda il 'Telegraph'. Le neoplasie pediatriche rappresentano lo 0,5% del totale tumori nel Regno Unito e i maschi hanno una probabilità di ammalarsi leggermente superiore rispetto alle femmine, rischio che diventa doppio in particolare nei linfomi. Dal 1966 al 2000 i tassi di incidenza dei tumori infantili Oltremanica sono aumentati del 38%. Secondo gli specialisti, questo dipende sicuramente da un miglioramento della diagnosi e delle attività di registrazione dei nuovi casi di malattia, ma si ritiene possano avere un ruolo anche "smog, pesticidi, dieta scorretta e radiazioni". (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 14:42 NNNN RICERCA: LO STUDIO, FOGLIA DI SPINACI TRASFORMATA IN TESSUTO CARDIACO = Roma, 27 mar. (AdnKronos Salute) - Una foglia di spinaci trasformata in tessuto cardiaco funzionante artificiale, o meglio 'vegetale'.


L'eccezionale ricerca, firmata dagli scienziati del Worcester Polytechnic Institute americano, è descritta su 'Biomaterials' e da lì le immagini della 'foglia-cuore' rimbalzano sulla stampa britannica. Trasformare la pianta, con le sue delicate venature, in tessuto umano potrebbe infatti consentire di vascolarizzare il nuovo tessuto e utilizzarlo per 'riparare' il cuore. I ricercatori spiegano di essere sulla strada buona per ricreare la sottile rete di vasi che porta il sangue al cuore. In passato altri studiosi erano riusciti a ricreare 'mini-cuori' artificiali su piccola scala, ma non erano riusciti a farlo su una scala più vasta. Ora il team di Worcester suggerisce che questa tecnica potrebbe essere usata per coltivare strati di muscolo cardiaco sano, per trattare i pazienti che hanno subito un infarto. Gli scienziati spiegano: "Lo sviluppo di piante decellularizzate per fungere da 'impalcature' apre a un nuovo settore della scienza che investiga sulla mimica tra piante e animali". (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 14:44 NNNN RICERCA: LO STUDIO, FOGLIA DI SPINACI TRASFORMATA IN TESSUTO CARDIACO (2) = (AdnKronos Salute) - Per creare il piccolo cuore artificiale, gli studiosi hanno spogliato le foglie di spinaci delle cellule della pianta, inviando fluidi e microsfere simili alle cellule del sangue umano attraverso le venature della foglia; poi hanno 'seminato' le cellule umane utilizzate per 'foderare' i vasi sanguigni all'interno. Per Glenn Gaudette, docente di ingegneria biomedica al Worcester Polytechnic Institute, "abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma al momento ciò è molto promettente. Adattare piante che gli agricoltori hanno coltivato per migliaia di anni all'uso in ingegneria tissutale potrebbe risolvere numerosi problemi", e aprire la strada a nuove branche della medicina e della ricerca. (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 14:44 NNNN AMBIENTE: AVVISTATO PRIMO ESEMPLARE DI PESCE SCORPIONE IN ACQUE ITALIANE   = AMBIENTE: AVVISTATO PRIMO ESEMPLARE DI PESCE SCORPIONE IN ACQUE ITALIANE   =


Pubblicato uno studio dei ricercatori Ispra, Cnr e Aub Roma, 27 mar. - (AdnKronos) - Il pesce scorpione (lionfish), è uno dei pesci tropicali più noti e appariscenti ma anche una delle specie marine più invasive al mondo e per la prima è stato avvistato in acque italiane, precisamente all'interno della ''Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari'', in Sicilia. A segnalarlo una recente collaborazione tra ricercatori dell'Ispra, del Cnr e della American University of Beirut. Lo studio, pubblicato dalla rivista BioInvasion Records, fornisce i dettagli di questa osservazione ricostruendo la rapida espansione geografica della specie nel Mar Mediterraneo. Questo scorpaeniforme, che si trova naturalmente in Mar Rosso e nell'Oceano Indiano e Pacifico, è stato introdotto, accidentalmente o volontariamente, in Florida all'inizio degli anni '90. La specie ha successivamente invaso tutto il Mar dei Caraibi e buona parte delle coste Atlantiche occidentali, con imponenti impatti ecologici. Il lionfish è un predatore, capace di influire negativamente sulla biodiversità marina costiera. La specie è particolarmente pericolosa per la salute umana poiché ha spine velenose, molto lunghe e sottili, in corrispondenza delle pinne dorsale, anale e pelviche. Il veleno si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce, per cui la pericolosità della specie resta elevata anche su esemplari morti da diverse ore, quindi riscontrabili anche sul mercato. La puntura del pesce scorpione crea un dolore forte e persistente, spesso associato a sintomi sistemici come nausea, vomito, febbre, convulsioni, difficoltà respiratoria e diarrea. (segue) (Ler/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 15:31 NNNN AMBIENTE: AVVISTATO PRIMO ESEMPLARE DI PESCE SCORPIONE IN ACQUE ITALIANE   (2) = (AdnKronos) - Nei casi più gravi, la parte colpita può andare incontro a necrosi locale e a una perdita della sensibilità che può durare anche per molti giorni. La prima cosa da fare dopo una puntura è rimuovere eventuali spine, disinfettare e immergere quanto prima la parte colpita in acqua molto calda. Il calore rompe la struttura proteica della tossina riducendo il dolore. La specie è commestibile e può essere cucinata in vari modi (stando molto attenti a non pungersi durante le operazioni di pulizia). Negli ultimi anni, il pesce scorpione - identificato dai ricercatori come Pterois miles - si è rapidamente diffuso nel Mediterraneo orientale generando una motivata preoccupazione sugli effetti di


questa nuova invasione. Dopo il ritrovamento di questa specie in Tunisia, l'Ispra, nell'ottobre 2016, lanciò un'allerta riguardo al possibile arrivo del pesce scorpione nel nostro paese e oggi è stato avvistato un primo esemplare. Considerata la potenziale invasività e pericolosità della specie, chiunque abbia catturato o avvistato un pesce scorpione è invitato a fare una foto e segnalare l'osservazione all'indirizzo: alien@isprambiente.it. E' disponibile anche un gruppo Facebook chiamato 'Oddfish' sul quale condividere osservazioni di specie esotiche con utenti del mare e ricercatori. (Ler/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-MAR-17 15:31 NNNN Primo esemplare di pesce scorpione in acque italiane ZCZC2390/SXB XSP53622_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Primo esemplare di pesce scorpione in acque italiane Ispra, specie invasiva molto pericolosa, avvistata in Sicilia (ANSA) - ROMA, 27 MAR - Il famigerato pesce scorpione, tra le specie piu' "invasive" al mondo, e' stato avvistato per la prima volta anche in acque italiane. La segnalazione arriva da un team di ricercatori di Ispra, Cnr e dell'American University di Beirut che ne documenta l'osservazione sulla rivista BioInvasion Records. Specie tropicale, il pesce scorpione e' uno "sgradito" ospite del Mediterraneo orientale da alcuni anni. Lo scorso ottobre e' stato segnalato in acque tunisine e gia' allora l'Ispra aveva messo in guardia sul suo possibile arrivo in acque nostrane. Ora il primo avvistamento in Italia, precisamente nella riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari, in Sicilia. Il pesce scorpione e' originario del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano e Pacifico ma e' stato introdotto in Florida, negli Usa, all'inizio degli anni '90, forse accidentalmente, e da quel momento ha invaso tutto il Mar dei Caraibi e buona parte delle coste Atlantiche occidentali. L'impatto ecologico e' stato devastante: il pesce scorpione in questi habitat non ha predatori naturali ed e' invece un predatore molto aggressivo. Come se non bastasse, e' una specie pericolosa anche per l'uomo a causa del potente veleno delle sue spine che rimane attivo fino a due giorni dopo la morte. La pericolosita' della specie resta


elevata anche su esemplari pescati da diverse ore: la specie e' commestibile, ma nelle operazioni di pulizia bisogna stare attenti a non pungersi. In alcune isole caraibiche, ad esempio a Cuba, la lotta all'invasione del pesce scorpione sta passando anche dalla tavola con programmi di educazione mirati per i pescatori e per la popolazione. L'Ispra invita chiunque abbia catturato o avvistato un pesce scorpione in Italia a segnalarlo all'indirizzo alien@isprambiente.it. Disponibile il gruppo Facebook "Oddfish" per la condivisione di osservazioni di specie esotiche.(ANSA). Y14-VC 27-MAR-17 16:23 NNNN BIODIVERSITA'. ISPRA: PRIMO ESEMPLARE PESCE SCORPIONE ACQUE ITALIA PUBBLICATO UNO STUDIO DEI RICERCATORI ISPRA, CNR E AUB (DIRE) Roma, 27 mar. - Segnalato il pesce scorpione (lionfish) "per la prima volta in acque italiane, precisamente all'interno della 'Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari', in Sicilia". La scoperta grazie ad una recente collaborazione tra ricercatori dell'Ispra, del Cnr e della American University of Beirut Il pesce scorpione (lionfish), e' uno dei pesci tropicali piu' noti e appariscenti ma anche una delle specie marine piu' invasive al mondo. Questo scorpaeniforme, che si trova naturalmente in Mar Rosso e nell'Oceano Indiano e Pacifico, e' stato accidentalmente - o forse volontariamente - introdotto in Florida all'inizio degli anni 90. La specie ha successivamente invaso tutto il Mar dei Caraibi e buona parte delle coste Atlantiche occidentali, con imponenti impatti ecologici. Il lionfish e' un formidabile predatore, capace di influire negativamente sulla biodiversita' marina costiera. La specie e' particolarmente pericolosa per la salute umana poiche' ha spine velenose, molto lunghe e sottili, in corrispondenza delle pinne dorsale, anale e pelviche. Il veleno si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce, per cui la pericolosita' della specie resta elevata anche su esemplari morti da diverse ore, quindi riscontrabili anche sul mercato. La puntura del pesce scorpione crea un dolore forte e persistente, spesso associato a sintomi sistemici come nausea, vomito, febbre, convulsioni, difficolta' respiratoria e diarrea. Nei casi piu' gravi, la parte colpita puo' andare incontro a necrosi locale e a una perdita della sensibilita' che puo' durare


anche per molti giorni. La prima cosa da fare dopo una puntura e' rimuovere eventuali spine, disinfettare e immergere quanto prima la parte colpita in acqua molto calda. Il calore rompe la struttura proteica della tossina riducendo il dolore. La specie e' commestibile e puo' essere cucinata in vari modi (stando molto attenti a non pungersi durante le operazioni di pulizia).(SEGUE) (Com/Ran/Dire) 15:58 27-03-17 NNNN BIODIVERSITA'. ISPRA: PRIMO ESEMPLARE PESCE SCORPIONE ACQUE ITALIA -2(DIRE) Roma, 27 mar. - Negli ultimi anni, il pesce scorpione identificato dai ricercatori come Pterois miles - si e' rapidamente diffuso nel Mediterraneo orientale generando una motivata preoccupazione sugli effetti di questa nuova invasione. Dopo il ritrovamento di questa specie in Tunisia, l'Ispra nell'ottobre del 2016 - lancio' un'allerta riguardo al possibile arrivo del pesce scorpione nel nostro paese. Oggi, grazie ad una recente collaborazione tra ricercatori dell'Ispra, del Cnr e della American University of Beirut, il lionfish viene segnalato per la prima volta in acque italiane, precisamente all'interno della 'Riserva naturale orientata oasi faunistica di Vendicari', in Sicilia. Lo studio, pubblicato dalla rivista BioInvasion Records, fornisce i dettagli di questa osservazione ricostruendo la rapida espansione geografica della specie nel Mar Mediterraneo. L'articolo - e' consultabile al link : http://www.reabic.net/‌/bir/2017/2/BIR_2017_Azzurro_etal.pdf "Considerata la potenziale invasivita' e pericolosita' della specie, chiunque abbia catturato o avvistato un pesce scorpione e' invitato a fare una foto e segnalare l'osservazione all'indirizzo: alien@isprambiente.it- segnala Ispra- E' disponibile anche un gruppo Facebook chiamato 'Oddfish' sul quale condividere osservazioni di specie esotiche con utenti del mare e ricercatori". (Com/Ran/Dire) 15:58 27-03-17 NNNN


Passeggiate,yoga e tai chi per salute cuore dopo un infarto ZCZC2554/SX4


XSP53980_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Passeggiate,yoga e tai chi per salute cuore dopo un infarto Anche le faccende di casa possono aiutare (ANSA) - ROMA, 27 MAR - Una passeggiata al giorno, esercizi tesi a migliorare resistenza ed equilibrio, tai chi, yoga e persino le semplici faccende di casa. Questi alcuni esempi di attivita' che possono dare beneficio a chi ha problemi di cuore o e' andato incontro a un infarto o un ictus. Possono fare parte, infatti, della riabilitazione cardiaca, che secondo l'American Heart Association e' cruciale soprattutto a una certa eta', laddove e' possibile praticarla, per recuperare indipendenza, una migliore qualita' di vita e impedire le ricadute. Eppure, negli Usa, solo un terzo o meno dei pazienti che potrebbero farla riceve questo tipo di cura. L'organizzazione statunitense che si occupa di ridurre le morti causate da problemi cardiaci e ictus, in una dichiarazione scientifica sulla rivista Circulation, evidenzia che l'attivita' fisica aiuta a ridurre i sintomi in pazienti con insufficienza cardiaca, infarti e ictus, e aiuta anche a migliorare le erosioni di forza ed equilibrio legate all'eta', oltre a ridurre la fragilita'. E 'parte importante della cura, ma molti operatori sanitari si focalizzano piu' sui medicinali. "La riabilitazione cardiaca non e' prescritta abbastanza spessoevidenzia infatti Daniel E. Forman, che ha presieduto un panel che ha redatto nuove linee guida- quando si trattano pazienti cardiaci a 70,80 e 90 anni, gli operatori sanitari spesso si soffermano sui farmaci e le procedure senza considerare l'importanza di ottenere che i pazienti tornino sui loro piedi". "Quando raggiungono i 75 anni, circa la meta' dei pazienti con malattie del cuore prendono piu' di 10 farmaci, con possibili effetti cumulativi che sono incerti e che possono essere debilitanti- conclude- si devono pesare i benefici rispetto ai rischi di ciascun farmaco, soprattutto se sembra contribuire a un livello piu' basso di funzionalita' fisica". (ANSA). Y09/BR 27-MAR-17 16:36 NNNN


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