Itinerari nel cuore dell'Emilia

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Itinerari nel cuore dell’Emilia Cucina e prodotti unici al mondo Il grande fiume e la bassa reggiana Canossa: tra storia e leggenda

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Terra di compositori, artisti e ... teatri Una meta irrinunciabile per chi ama l’opera lirica Reggio Emilia, Teatro Romolo Valli.

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Tra Arte, Cultura, Tradizioni e Prodotti Tipici Dal Po all’Appennino sulle Strade dei Vini e dei Sapori Nel cuore dell’Emilia-Romagna si snodano strade di sapori vini e tradizioni i cui suggestivi itinerari spaziano dai territori pianeggianti della “bassa“ alle colline sinuose dell’Appennino Reggiano. Un’antica traccia, al tempo stesso, unisce e separa: è la Via Emilia. Le strade sono quelle dei Vini e Sapori delle Colline di Scandiano e Canossa a sud e delle Corti Reggiane a nord, nei territori pianeggianti che giungono fino al Po. Al centro la città di Reggio Emilia, ricca di storia e patria del Tricolore italiano. La forte identità di questi luoghi è legata al paesaggio, alla cultura, all’operosità della gente e alle tradizioni enogastronomiche apprezzate in tutto il mondo: il Parmigiano Reggiano, il Lambrusco “Reggiano”, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia sono solo alcune delle eccellenze che “segnalano” in modo indelebile questi percorsi. Delle due Strade dei Vini e dei Sapori, una lambisce il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, e si connota per i castelli e le antiche pievi che in epoca medievale costituivano il cuore della Contea di Matilde di Canossa in uno scenario di boschi, calanchi e dolci colline, l’altra è segnata dalla presenza del fiume Po, dalle corti di epoca rinascimentale e racchiude quella terra fatta di piccoli paesi, portici, piazze, chiese e bar, descritta abilmente nei racconti di Giovannino Guareschi, che hanno dato vita ai celebri personaggi di Peppone e Don Camillo.

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indice

Storie e tradizioni A Reggio Emilia nasce la bandiera italiana Protagonisti nel tempo Viaggio nelle Feste e nelle Sagre

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Sapori e dintorni Culla di prodotti tipici famosi nel mondo Il Re dei Formaggi, il Parmigiano Reggiano Nella Terra del Lambrusco L’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Prosciutto, Coppa, Salame e Mortadella I Sapori della cucina emiliana

pag. 10 pag. 11 pag. 12 pag. 14 pag. 15 pag. 16

I Percorsi dalla Città all’Appennino Reggio e la Via Emilia Scandiano e la Valle del Secchia Canossa e la Val d’Enza L’Alto Appennino

pag. 20 pag. 24 pag. 28 pag. 32

I Percorsi dalla Città al Grande Fiume Cittadine Rivierasche Cittadine Interne

pag. 38 pag. 43

Itinerari ed aziende delle Strade dei Vini e dei Sapori Itinerario 1 Itinerario 2 Itinerario 3 Itinerario 4 Itinerario 5 Itinerario 6

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pag. 48 pag. 50 pag. 52 pag. 55 pag. 57 pag. 59


Il Lambrusco: un vino Vivace, Frizzante, come la gente d’ Emilia 5


Storie e tradizioni Sala del tricolore, Reggio Emilia Fotografia di Giuseppe Maria Codazzi

A Reggio Emilia nasce la bandiera italiana Oltre 150 anni di storia italiana Il verde, il bianco e il rosso: sono questi i colori simbolo dell’Italia e dei prodotti che portano il marchio “Made in Italy“ sui mercati di tutto il mondo. La bandiera nazionale italiana nacque a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando i rappresentanti delle città emiliane si radunarono nel Palazzo Comunale e proclamarono il Tricolore come vessillo della Repubblica Cispadana. Reggio Emilia, conosciuta come “la Città del Tricolore”, rappresenta essa stessa un luogo simbolo di indipendenza e di unità nazionale. Ogni anno la bandiera viene commemorata alla presenza delle più alte cariche dello Stato nella Sala del Tricolore, oggi sede del Consiglio Comunale. Nello stesso palazzo, che si affaccia nella centrale Piazza Prampolini, ha sede il Museo del Tricolore, inaugurato nel 2004 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Le diverse sezioni del museo approfondiscono la storia della bandiera e raccolgono importanti documenti e cimeli relativi alle vicende storiche del Risorgimento nazionale.

Fotografia di David Locke

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Protagonisti nel tempo Un patrimonio di storia, arte e cultura L’unicità di questi luoghi, percorsi dalle Strade dei Vini e dei Sapori, si radica nel tempo. Molti illustri personaggi si sono avvicendati nei secoli sul palcoscenico di queste terre emiliane. In epoca medievale queste erano le terre di Matilde di Canossa, la cui Contea si estendeva dalla Toscana a Mantova e che, tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, furono teatro della politica europea. Storico l’incontro a Canossa, favorito dalla Contessa Matilde che nel 1077 cambiò le vicende d’Europa, tra il Papa Gregorio VII ed Enrico IV. L’Imperatore scomunicato attese per tre giorni e tre notti davanti al castello nella neve il perdono e la revoca della scomunica papale. Tradizioni e tracce della civiltà medievale sono ancora oggi ben leggibili nelle terre matildiche.

Nella foto: Andrea Griminelli Fotografia di John Isaac

Anche in epoca rinascimentale queste strade furono protagoniste. La “bassa reggiana” vide la presenza di numerose signorie indipendenti: Gualtieri fu feudo dei Bentivoglio, già signori di Bologna; a Novellara e Guastalla erano di casa i Gonzaga; Correggio era principato dell’omonima famiglia. A sud della via Emilia, Scandiano era la contea dei Boiardo, stirpe del famoso poeta. Durante il Rinascimento, nei luoghi sede delle più importanti e nobili signorie, vennero realizzate opere di assoluto valore artistico e architettonico che videro impegnati personaggi quali il Correggio, Lelio Orsi, Nicolò dell’Abate, Camillo Procaccini ed altri. Ma anche in epoche recenti queste terre sono state la patria di personaggi illustri in campo economico, artistico, culturale e sportivo. Uomini e donne, ma anche imprese e “brand” la cui fama è giunta in ogni continente a testimonianza di un territorio vivace, effervescente e ricco di talenti.

Il Correggio

Andrea Griminelli, Flautista solista acclamato a livello internazionale

Il van Gogh italiano Per tutta la vita (Zurigo 1899-Gualtieri 1965) Antonio Ligabue fu considerato soprattutto un matto. Ora tutti sanno che Antonio Ligabue è stato uno dei più grandi pittori italiani. E’ riconosciuto tra i grandi pittori naif nel panorama figurativo italiano del novecento per la sua capacità visionaria, la sapienza cromatica: un van Gogh italiano le cui opere sono ricercatissime.

Andrea Griminelli, uno dei maggiori flautisti solisti italiani, nato a Correggio (RE). Vincitore di importanti concorsi internazionali, incide regolarmente per la Decca ed ha al suo attivo concerti nei più importanti Teatri e Concert Hall in tutto il mondo, esibendosi sotto la Direzione dei più famosi direttori d’Orchestra. Il suo debutto è avvenuto negli Stati Uniti nel 1983 quando é stato presentato al pubblico d’oltreoceano da Luciano Pavarotti.

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Tra i grandi pittori italiani del Cinquecento Antonio Allegri, detto il Correggio, nato nell’omonima cittadina nel 1494 e morto nel 1534, è tra i maggiori pittori italiani del Cinquecento, degno di essere avvicinato a Raffaello, Tiziano e a Leonardo da Vinci. Tra i suoi grandi capolavori si ricordano i famosi affreschi realizzati per la cupola di S. Giovanni Evangelista di Parma e per la cupola del Duomo della stessa città. In entrambe egli è il primo a rappresentare, nelle difficoltà di azione delle volte, il fascino degli sfondi e l’arte degli scorci. - Museo del Palazzo dei Principi, Correggio. - Correggio Art Home, casa natale di Antonio Allegri, centro di documentazione.

Antonio Ligabue

- Gualtieri, Palazzo Bentivoglio, Museo Documentario e Centro Studi Antonio Ligabue.


Viaggio nelle Feste e nelle Sagre Antiche tradizioni legate alla società contadina

La fiera di San Michele

Castelnovo ne’ Monti L’ultimo fine settimana di settembre a Castelnovo Monti si ripete uno degli appuntamenti più attesi e importanti dell’Appennino reggiano: l’antica Fiera di San Michele. Si tratta di un evento che puntualmente, da più di 5 secoli, conferma per il capoluogo della montagna il ruolo di importante crocevia e baricentro tra la Pianura Padana, la Liguria e la Toscana. San Michele ha mantenuto la secolare tradizione di mostra-mercato del bestiame, accanto alla moderna esposizione delle macchine agricole e dei prodotti tipici locali.

Il territorio reggiano è ricco di vivaci tradizioni e ogni anno ospita un nutrito programma di sagre, feste e rievocazioni storiche. Usi e costumi legati alla terra, al ciclo delle stagioni, ai prodotti locali si ritrovano nelle numerose feste tradizionali del quale è costellato il calendario. Le sagre contadine uniscono il folclore del commercio, la curiosità per un mondo perduto e la socialità come momento di svago. Sono un fenomeno diffuso anche le sagre tradizionalmente intitolate ai santi, o legate al culto del patrono, come, ad esempio, la Sagra di San Prospero a Reggio Emilia alla fine di Novembre. Non mancano, naturalmente, gli appuntamenti dedicati ai piaceri della tavola e alla ricca enogastronomia locale. Tra questi per citarne alcuni: Festa dell’Asparago sel-

San Prospero San Prospero: la festa del patrono di Reggio Emilia Una delle feste più sentite è quella dedicata al patrono della città, il 24 novembre. La Basilica di San Prospero conserva ancora le reliquie del Santo protette, sulla soglia del sagrato, da grossi leoni in marmo rosso veronese. Tutto il centro cittadino, inclusa la Via Emilia e le piazze, si riempiono di bancarelle. È impossibile resistere allo scricchiolio delle “caldarroste” sul fuoco, offerte ad ogni angolo. Sembra di stringere tra le mani il calore di questa terra e delle sue genti.

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vatico di Vezzano sul Crostolo durante la prima settimana di maggio, Sagra del Po a Boretto nella terza settimana di giugno, Sagra del Lambrusco di Albinea tra giugno e e luglio, Fiera del Parmigiano Reggiano a Casina nella prima settimana di agosto, Feste del Fungo di Succiso durante il primo fine settimana di settembre, Festa della Zucca di Reggiolo tra settembre e ottobre, Festa della Castagna di Marola nella seconda metà di ottobre, Sagra dei Tartufo a Cavola e Toano nelle prime due settimane di novembre.


Il tradizionale mercato delle bancarelle Reggio Emilia, Piazza San Prospero.

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Sapori e dintorni

Culla di prodotti tipici famosi nel mondo La cucina emiliana abita qui Tutto ciò che “avviene” a tavola è frutto delle antiche tradizioni di questi luoghi ed esprime le qualità, tutte emiliane, della gente concreta dedita alla sapiente trasformazione di prodotti agricoli in eccellenze enogastronomiche. Altissima espressione della produzione locale è l’Aceto Balsamico Tradizionale, frutto di una sapienza quasi alchemica tramandata nei secoli. La buona tavola, fatta di sapidi e ricchi ingredienti è l’orgoglio dell’anima emiliana e si ritrova in numerosi piatti: dalle paste all’uovo ripiene all’erbazzone (torta “verde” salata), dal gnocco fritto ai tradizionali dolci. E ancora, i salumi, i bolliti, le carni di maiale, il Parmigiano Reggiano, principe indiscusso della cucina. Infine il vino che racconta la storia, gli uomini e la terra. In tal senso il Lambrusco esprime il territorio con la sua vivacità, il moderato tenore alcolico, il gradevole profumo di viole, l’immediata piacevolezza. Ma il panorama dei vini locali è più ampio: tutto da scoprire. Il consiglio, quindi, è quello di lasciarsi “prendere per la gola” seguendo gli itinerari di un affascinante viaggio nelle più gustose tradizioni.

Fotografia di Meridiana Immagini

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Il Re dei Formaggi, il Parmigiano Reggiano Andar per caseifici

Il Parmigiano Reggiano DOP, il formaggio italiano più noto nel mondo, è nato nove secoli fa tra le terre di Parma e Reggio Emilia. Si hanno notizie di come nel medioevo, intorno al milleduecento, nelle abbazie benedettine e cistercensi della pianura padana, tra l’Appennino e il Po, si producesse questo formaggio con le tecniche tuttora in uso. Dal medioevo l’intervento dell’uomo ha avuto l’unico scopo di migliorare ciò che era possibile lasciando intatto il ruolo primario della natura. Prodotto esclusivamente nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e parte di Mantova e Bologna, rappresenta un profondo legame con un ambiente tutelato e rispettato. L’alimentazione degli animali è curata secondo un rigido regolamento, i controlli sul latte sono costanti. I maestri casari sono

i fedeli custodi e interpreti dell’artigianalità di questa straordinaria produzione. Una forma di Parmigiano Reggiano pesa mediamente 35 chilogrammi, per ognuna di esse occorrono circa 600 litri di latte di elevata qualità; la maturazione è naturale e deve protrarsi per almeno 12 mesi, solo a questo punto si saprà se ogni forma potrà conservare il nome che inizialmente le era stato impresso. Gli esperti del Consorzio le esaminano, infatti, una ad una e solo sulle forme con i corretti requisiti verrà apposto il marchio a fuoco della DOP. Durante la stagionatura, il Parmigiano Reggiano acquista la sua tipica struttura granulosa. Buono, facilmente digeribile, estremamente ricco dal punto di vista nutrizionale: la concentrazione di proteine, vitamine, calcio e sali minerali lo rendono adatto ad ogni età.

Dal latte delle Vacche Rosse reggiane L’antica “Razza Reggiana” è stata per secoli la varietà bovina più diffusa nelle zone di produzione del Parmigiano Reggiano. Si tratta di un animale di taglia pesante, elegante, che si contraddistingue per la colorazione del mantello da cui l’appellativo di “Vacca Rossa”. Il latte, particolarmente ricco di proteine, soprattutto caseina, viene trasformato in purezza, esaltandone così le straordinarie proprietà organolettiche e nutritive. Il Parmigiano Reggiano delle “Vacche Rosse” è caratterizzato dal colore giallo paglierino della pasta, dovuto all’alimentazione degli animali fatta di fieno e delle erbe dei prati polifiti del territorio reggiano. Al palato presenta le caratteristiche del miglior Parmigiano Reggiano con una maggiore persistenza e intensità, in modo particolare nelle lunghe stagionature per le quali è “fisiologicamente” predisposto.

Il pecorino dell’Appennino

Nelle alte Valli del Secchia e dell’Enza, nell’Appennino Reggiano, la pastorizia è sopravvissuta ai mutamenti socio-economici. Con il latte delle pecore allevate si produce una varietà di formaggio pecorino molto apprezzato. Si distingue quello di Succiso particolarmente aromatico e con note dolci e piccanti, perfetto abbinato al miele prodotto localmente.

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Nella Terra del Lambrusco Andar per cantine

Le antiche origini del Lambrusco: il nome racconta di un vitigno selvatico di uva “labrusca”, già conosciuta nell’Età del bronzo.

È il vino emiliano per eccellenza, un’espressione unica dell’enologia italiana. Rappresenta, infatti, la famiglia di vitigni più diffusi nella campagna che da Parma si estende verso est fino a comprendere i territori reggiani, modenesi e confinanti del mantovano. Da queste uve fragranti si ottiene un vino frizzante estremamente piacevole, il più esportato nel mondo. Gli affezionati si dividono tra estimatori della tipologia dolce o secca, del profumo di viola o dei sentori di frutti di bosco.

La cucina emiliana non sarebbe tale se non accompagnata dal suo vino frizzante per eccellenza. Celebri sono i brindisi spumeggianti durante le tournée di Luciano Pavarotti e l’irriverente abbinamento “Lambrusco e pop-corn” di Luciano Ligabue. Oltre al lambrusco sono molto noti e apprezzati i vini bianchi dei colli di Scandiano e Canossa. Sempre più spesso le aziende vitivinicole propongono vini ottenuti con il metodo classico, ottimi vini passiti e biologici.

Un brindisi con la spergola dei Colli di Scandiano e Canossa DOC L’uva Spergola, di bacca bianca, è un vitigno della zona di Scandiano il cui vino ha acquisito la denominazione comunale (DE. CO.) che ne mette in rilievo la provenienza autoctona e la tipicità locale, legate al territorio dei Boiardo. Il ceppo, molto antico, è stato riscoperto e ne sono stati riprodotti alcuni esemplari per scongiurarne l’estinzione. La Spergola sta affermandosi in maniera brillante sul mercato enologico nazionale, come vino da aperitivo, oppure da accompagnare al pesce e a piatti leggeri. Nella versione frizzante o spumante, il vino ha colore giallo paglierino, con leggeri riflessi verdi. Il profumo è lieve, persistente, con profumi floreali ed un netto sentore di mela verde.

Curiosità

Un concorso per premiare le migliori produzioni di lambrusco Il concorso enologico “Matilde di Canossa - Terre di Lambrusco” è nato con lo scopo di promuovere la migliore produzione del vino Lambrusco presso i consumatori e stimolare le aziende vinicole al continuo miglioramento qualitativo delle varie tipologie di vino: secco, semisecco o abboccato, amabile e dolce. All’iniziativa possono partecipare le aziende produttrici aventi sede e/o unità produttive nelle Province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Mantova, zona classica di produzione.

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Fotografia di Meridiana Immagini


Aceto Balsamico: che passione!!

Nella foto un’ antica acetaia

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L’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Passione tramandata di generazione in generazione Andar per Funghi in Appennino

Sono molti gli appassionati di funghi che si ritrovano nei boschi di querce, castagni e faggi dell’Appennino Reggiano. A seconda delle stagioni sono alla ricerca di “nobili“ Porcini, Finferli e di pregiati Ovuli. In cucina trovano una incredibile varietà di ricette e possibili utilizzi: nei risotti e nei primi piatti, nelle zuppe, fritti, nelle insalate, alla griglia, nelle frittate, ripieni al forno. Fresco, secco o sott’olio, il fungo è uno degli ingredienti immancabili della prelibata gastronomia emiliana.

La Zucca Reggiana

È il colorato ortaggio tipico delle terre della “bassa” reggiana. Le varietà sono moltissime e assai diverse. Le più utilizzate in cucina sono: la “zucca violina” dalla caratteristica forma allungata, e la Zucca Tradizionale Reggiana e Mantovana, o “cappello da prete”, dalla forma tondeggiante. In cucina trova diversi utilizzi, per esempio nei risotti, ma uno dei piatti forti della tradizione locale è rappresentato dai tortelli di zucca, antica ricetta forse di epoca rinascimentale, dal caratteristico sapore dolce e leggermente speziato. A Reggiolo, nella “bassa” reggiana, a settembre si celebra la Fiera della Zucca con cene, piatti tipici, sfilate medievali e spettacoli.

L’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia è il prezioso frutto della maturazione lunga e sapiente di zuccherini mosti d’uva in botticelle di legni pregiati. Anticamente nato come balsamo medicamentoso ad uso di Re ed Imperatori, entra in cucina come prodotto d’eccellenza che esalta i sapori ed arricchisce ogni piatto. Si ottiene da particolari uve del solo territorio provinciale, secondo quanto previsto dal rigido disciplinare. La sua autentica “sapienza” risiede nelle varie fasi di produzione: la lenta cottura del mosto, fino a 14 ore a fuoco diretto, la fermentazione, il riposo e l’invecchiamento che si protrae in batterie di botti di differenti essenze per un lungo periodo, non inferiore ai 12 anni. L’esito di tanto lavoro conduce a inconfondibili caratteristiche di colore, densità, profumo e sapore. In cucina, il Balsamico Tradizionale può essere aggiunto ad intingoli o salse, evaporato alla fiamma a fine cottura, oppure crudo incorporato alle creme e aggiunto ai gelati.

La ricetta

Crema di zucca con Aceto Balsamico Tradizionale

1 kg di zucca, noce moscata, sale e pepe q.b. olio Extra Vergine di Oliva q.b. qualche goccia di Balsamico Tradizionale Tagliare la zucca in otto parti, disporla su una teglia e cuocere in forno a 160°C per

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L’Extravecchio, che supera i 25 anni di invecchiamento, è un vero elisir delizia dell’olfatto e del palato, un “Balsamico da meditazione”, da centellinare al cucchiaio o in bicchierino, adatto anche per formaggi saporiti e piccanti, macedonie, creme pasticcere e per il panettone.

Fotografia di Meridiana Immagini

circa un’ora. Quando la zucca è cotta, fare raffreddare e, usando un cucchiaio da cucina, raschiare la polpa. In una teglia aggiungere alla polpa la noce moscata, il sale, il pepe, l’olio Extra Vergine di Oliva e frullare il tutto fino a ottenere una consistenza cremosa. Guarnire con alcune gocce di Aceto Balsamico Tradizionale e servire calda.


Prosciutto, Coppa, Salame e Mortadella La grande tradizione dei salumi L’antico e profondo legame tra la cucina reggiana e l’utilizzo delle carni suine risale addirittura al tempo di Celti e Romani. Una tradizione secolare che, nel tempo, ha perfino portato ad ottenere un maiale di razza “arzana”, come viene definita nel dialetto popolare, nata nel 1873 dall’incrocio tra l’antico suino del territorio e una razza inglese. Sono numerose le aziende agricole e i salumifici che producono gli eccellenti e noti salumi del territo-

rio, nonché le differenti qualità di carni utilizzate per i classici bolliti. La varietà è a dir poco sorprendente: prosciutto crudo, prosciutto cotto, culatello, mortadella, coppa, salame, pancetta e, ancora, cotechino, salsiccia, ciccioli e zampone che servito con puré di patate e lenticchie è sempre presente sulle tavole di Natale. I salumi, accompagnati dall’immancabile gnocco fritto, dall’Appennino alla “bassa”, sono i protagonisti di gustosi antipasti e di tradizionali “merende”.

La Pancetta Canusina

La Pancetta Canusina è un salume tipico dei colli reggiani. È un insaccato dal sapore speziato che viene interamente prodotto con la pancia fresca del suino macellata da non più di due giorni, alla quale si aggiungono quantità spesso segrete di sale, zuccheri, spezie e aromi. La pancetta viene arrotolata o steccata e rappresenta una ricca base per condimenti dei primi piatti tipici emiliani. La Pancetta Canusina vanta la denominazione di Prodotto Agroalimentare Tradizionale, PAT.

Il Culatello di Canossa

Nell’Appennino reggiano si produce un culatello identificato come Culatello di Canossa o Culatello delle Colline Matildiche. Questo salume possiede la particolarità di conservare la cotenna che lo riveste, l’abbondante grasso sottostante e una porzione di osso detto “anchetta”. Cotenna e grasso sono appositamente lasciati integri nel prodotto allo scopo di preservare da una eccessiva perdita di umidità nella fase di stagionatura che potrà così essere prolungata anche oltre i dodici mesi. Al momento del taglio il mantenuto tenore d’umidità e la presenza del grasso sono in grado di conferire al prodotto un caratteristico sapore dolce e delicato.

I ciccioli

“Del maiale non si butta nulla”, lo dice un vecchio detto popolare che esprime la consapevolezza del valore di questo animale. Dai ritagli di alcune parti grasse pressate, condite e cotte, ecco i saporiti ciccioli. L’ideale è gustarli tiepidi. Sono un completamento perfetto del tradizionale antipasto di salumi.

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I Sapori della cucina emiliana Le ricette della tradizione Cappelletti

I cappelletti rappresentano, tra i primi piatti, quello per eccellenza della tradizione reggiana, il piatto “della festa”. I reggiani, non solo ne vanno orgogliosi, ma preservano e tramandano con cura la ricetta che ogni famiglia detiene gelosamente. Come è noto, si tratta di una pasta con ripieno di carne, serviti con un buon brodo. La tradizionale forma “a cappello” è di circa 2 centimetri: più sono piccoli, maggiore è ritenuta la maestria della cuoca.

Torta di tagliatelle

C’è una ricetta che le tagliatelle le propone addirittura dolci: è la Torta di tagliatelle, tipica dell’Appennino. Fatta con una base di pasta frolla, un ripieno di mandorle tostate e un sottile strato di marmellata.

La cucina Reggiana, in particolare, è di derivazione contadina, fatta in casa da cuoche chiamate nel tipico dialetto locale “rezdòre”. I primi piatti sono famosi e ne rappresentano il caposaldo a partire dalla pasta all’uovo fatta in casa: i cappelletti serviti con un buon brodo di carne, i tortelli (verdi con ripieno di bietole e spinaci, di patate delicata variante montanara, di zucca serviti con il tradizionale battuto di lardo soffritto, oppure più elaborati con ripieni “creativi”), le tagliatelle servite sia con ragù di carne e cacciagione che, in montagna, con succulenti sughi ai funghi porcini. Tra i primi piatti al forno non vanno dimenticate le famose lasagne, i cannelloni, i nidi di rondine. Inoltre il riso: questo cereale è diffuso nella cucina locale e viene utilizzato per interessanti e gustosi risotti, per la bomba di riso, per

Il “Pan de Re”

E’ il nome del pane reggiano di filiera corta classificato proveniente da frumento coltivato nella provincia di Reggio Emilia. Farine semintegrali, assenza di additivi e di strutto fanno un pane buono, rispettoso dell’ambiente e della salute.

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minestre in brodo e per la preparazione della tipica torta di riso. Tra i bolliti, poi, non possono mancare zampetto, zampone, lingua, cotechino, testina, cappello del prete, il tutto con adeguato corredo di salse e mostarde (talune anche di antichissime origini). Ma la conoscenza delle tradizioni alimentari millenarie del territorio emiliano passa anche attraverso le torte salate (gnocco al forno, gnocco fritto, erbazzone, stria, chizze), così come pure le antiche tradizioni legate alle produzioni di marmellate, confetture, liquori ricavati da frutti o bacche locali. Per non parlare poi dei dolci, quali la Zuppa inglese, la Torta di riso, la Torta di tagliatelle, la Spongata e il Biscione di Natale. Il consiglio? Lasciarsi “prendere per la gola”, seguendo gli itinerari in una terra davvero affascinante.


Parmigiano Reggiano: un formaggio inimitabile

Fotografia archivio Regione Emilia-Romagna

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Nelle terre di Canossa

Castello di Rossena, Canossa - Reggio Emilia

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Colline di Scandiano e Canossa

Strada dei vini e dei sapori

I percorsi dalla città all’Appenino Il territorio reggiano, da sempre ad alta vocazione viticola ed agroalimentare, famoso per la qualità della vita e la storia legata alla Contessa Matilde, è percorso dalla Strada dei Vini e dei Sapori delle Colline di Scandiano e Canossa. Nato nel 1999, il consorzio esprime nella valorizzazione dei suoi prodotti tipici locali, attraverso la promozione e l’organizzazione dell’offerta turistica enogastronomica e culturale, la sua principale vocazione. Alle porte della città di Reggio Emilia, a sud dell’antica Via Emilia, sulle colline, attraverso gli altipiani e le valli dell’Enza e del Secchia, fino a raggiungere il crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano, si trovano numerose aziende produttrici delle tipicità e delle eccellenze locali desiderose di raccontarsi. Così, in auto o in bicicletta, sarà possibile conoscere direttamente le tradizioni produttive, le attrattive naturalistiche, culturali e storiche di questa piccola-grande terra frizzante come il suo Lambrusco, stuzzicante come il suo Aceto Balsamico Tradizionale, saporita come i suoi salumi, il Parmigiano Reggiano e il famoso erbazzone, insomma… ricca come la sua tradizione culinaria.

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Reggio e la via Emilia ITINERARIO 1 Vedi elenco aziende del consorzio/strada presenti nell’itinerario a pag. 48

Fotografia Europea Dal 2006 a oggi, la manifestazione internazionale è già diventata un appuntamento tra i più importanti della città. Il punto di partenza è l’insegnamento del maestro Luigi Ghirri, il fotografo reggiano stimato in tutto il mondo.

Vivere e scoprire la città

Passeggiando per le vie del centro Reggio Emilia è un tipico esempio di città a pianta romana i cui schemi geometrici hanno, probabilmente, definito anche l’andamento esagonale della cinta muraria medievale, ormai quasi del tutto scomparsa. Il centro storico è diviso a metà dall’antica Via Emilia, strada principale abituale meta del “passeggio” dei reggiani, che si snoda tra suggestive piazze. In Piazza Prampolini dove si possono visitare l’omonimo palazzo che ospita la Sala del Tricolore e l’antica Cattedrale risalente all’anno 857, fucina di artisti per vari secoli, il cui interno, rifatto alla fine del Cinquecento, è arricchito da eleganti cappelle, importanti dipinti del Seicento emiliano. Piazza San Prospero è il luogo del tradizionale mercato di bancarelle dove si affaccia la rinascimentale Basilica dedicata la patrono della

Reggio Children Reggio Children, il Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine, sorse nel 1994, su iniziativa di Loris Malaguzzi e sollecitazione di un comitato di cittadini, per gestire gli scambi pedagogici e culturali già da tempo avviati tra le istituzioni per l’infanzia del

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città: custodisce importanti capolavori quali un ciclo di affreschi e il coro ligneo intarsiato del 1546 e si distingue per la Torre campanaria dall’originale forma ottagonale progettata dal celebre architetto e pittore Giulio Romano. Collegate alla piazza, antiche vie come Broletto sono descritte da piccole botteghe nelle quali è possibile acquistare specialità gastronomiche. In Piazza Martiri del VII Luglio si ammira il Teatro Comunale Romolo Valli, costruito in stile neoclassico è considerato tra i più belli d’Italia e punto di riferimento per gli appassionati di opera e lirica. Nella piazza si trovano il Teatro Ludovico Ariosto e la Galleria Parmeggiani sede magnifiche collezioni ottocentesche. Piazza Gioberti, individuata dal suo obelisco, dà inizio a Corso Garibaldi lungo il quale si trovano l’imponente Basilica della Ghiara, in stile barocco, costruita tra il XVI e il XVII secolo a seguito di eventi miracolosi e la Fondazione Palazzo Magnani sede di importanti mostre ed eventi.

Comune di Reggio Emilia e numerosi insegnanti, ricercatori e studiosi di tutto il mondo. La società ispira le proprie ragioni e finalità ai contenuti e ai valori propri dell’esperienza educativa delle Scuole e dei Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia e opera per sperimentare, promuovere e diffondere nel mondo un’educazione di qualità. Il riconoscimento internazionale a questa esperienza e la collaborazione con molti paesi hanno generato un Network Internazionale di

rilievo, che oggi conta 32 paesi in Europa, USA, Sud America, Australia e Asia. Si parla, a questo proposito, di “Reggio Emilia Approach”: una filosofia educativa che si fonda sull’immagine di un bambino e, in generale, di un essere umano portatori di forti potenzialità di sviluppo e soggetti di diritti, che apprendono e crescono nella relazione con gli altri. Reggio Children ha la propria sede presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, inaugurato nel 2006.


Rock star: Zucchero e Ligabue sono di casa La terra reggiana è patria di grandi talenti della musica rock come Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero e Luciano Ligabue.

L’attenzione per le tematiche sociali e l’ambiente Grazie alla sensibilità della popolazione e ad una costante attenzione delle istituzioni verso i temi sociali, i servizi ai cittadini sono da sempre un fiore all’occhiello della città di Reggio Emilia. Numerose sono le cooperative sociali sorte sul territorio che perseguono l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini. Svolgono un ruolo importante attraverso la gestione e la progettazione di interventi e servizi rivolti ai minori, all’infanzia, agli anziani, alle persone svantaggiate e disagiate. Alta è l’attenzione sui temi dell’ambiente e della sostenibilità. L’ecosistema urbano è ricco di parchi e attrezzato con il bike-sharing, il noleggio automatizzato di biciclette condivise, per una città sempre più libera dallo smog. A piedi, in bicicletta o in autobus, la piacevolezza

della visita è garantita. Questi fattori abbinati al forte sviluppo economico degli ultimi decenni fanno del territorio reggiano un luogo con un elevata qualità della vita. Nelle classifiche italiane che vengono pubblicate ogni anno, Reggio Emilia è frequentemente nelle prime posizioni.

Teatro Romolo Valli, interno Piazza della Vittoria, Reggio Emilia

Fotografia di Giuseppe Maria Codazzi

Fotografia di Meridiana immagini

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La torre dell’orologio, Piazza Prampolini, Reggio Emilia Piazza Prampolini conosciuta anche come “Piazza dell’Orologio” con la torre del Palazzo del Monte di Pietà costruita nel 1216.


La Stazione Mediopadana E’ l’unica stazione ad alta velocità sulla linea Milano-Bologna e serve, grazie alla sua vicinanza con l’Autostrada del Sole A1, tutta l’area dell’Emilia centrale. La stazione è caratterizzata da un design futuristico che ricorda il movimento delle vele: l’intero progetto è infatti conosciuto con il nome non ufficiale di “Le vele di Calatrava”. Con la stazione ad Alta velocita è possibile da Reggio Emilia raggiungere Milano in 40 minuti e Roma in 2 ore e 30 minuti.

Importante polo economico Forza trainante dell’economia locale è il sistema manifatturiero caratterizzato da un tessuto diffuso di piccole e medie industrie appartenenti a molteplici settori produttivi. In tale contesto si parla dell’Emilia come di un grande distretto multisettoriale con una presenza più marcata dell’industria meccanica in genere ed in particolare della meccatronica e della meccanica agricola. I settori tessile, della maglieria e dei materiali plastici sono radicati a Correggio e Carpi. L’alta moda è rappresentata da aziende di eccellenza i cui “brand” sono noti in tutto il mondo.

Prêt-à-porter made in Reggio Emilia Max Mara e il capo spalla: una tradizione che ogni stagione si rinnova sulle principali passerelle internazionali, con l’eleganza, la qualità e l’innovazione che caratterizzano il “brand” reggiano ricercato in tutto il mondo.

Forte è la presenza dell’industria alimentare specie nel comparto dei salumifici. La zona pedecollinare ad est, nei comuni di Castellarano, Casalgrande e Scandiano e Sassuolo è sede dell’ importantissimo distretto per la produzione delle ceramiche e delle piastrelle note ed esportate in tutto il pianeta. Nel reggiano sono poi storicamente dislocate molte importanti cooperative che lavorano principalmente nei settori della grande distribuzione e dell’edilizia. Si è in presenza di un modello industriale evoluto che ha colto le sfide dall’innovazione (di processo e di prodotto) e della globalizzazione dei mercati.

Punto di riferimento per meccatronica e meccanica agricola Si trovano in queste zone alcuni dei nomi più importanti nel settore delle macchine e dei motori agricoli: dai trattori dal marchio Landini (prodotti da Argo Group), dall’inconfondibile carrozzeria blu, ai motori Lombardini. Innovazione e ricerca tecnologica sono alla base del processo di sviluppo.

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“ Dalle Vele di Calatrava” la via di accesso alla città

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Scandiano e la valle del Secchia ITINERARIO 2 Vedi elenco aziende del consorzio/strada presenti nell’itinerario a pag. 50

Fotografia di Giuseppe Maria Codazzi

Rocca dei Boiardo Scandiano (RE)

Una collina rigogliosa alle porte della città

Una vista sconfinata sulla pianura sino all’arco alpino Le prime colline si raggiungono in pochi minuti di auto dalla città di Reggio Emilia. La via maestra verso l’Appennino è la Strada Statale 63 del valico del Cerreto: situata al centro del territorio, sale rapidamente verso i paesi di Casina e Castelnuovo né Monti (itinerario 4). Dopo pochi chilometri dalla città, in località Puianello si arriva al crocevia con la strada pedecollinare. A destra, la strada prosegue verso i Paesi Matildici e la Val d’Enza (itinerario 3), a sinistra verso Scandiano e la Valle del Secchia (itinerario 2). Dirigendosi verso quest’ultima si incontrano numerosi paesi dislocati ai piedi delle colline o sulle prime alture. Come Albinea che, con i sobborghi di Montericco e Borzano era la classica meta estiva dei reggiani; vi si scorgno, infatti, numerose ville costruite nei secoli scorsi dalle più

importanti famiglie della città. Proseguendo, si giunge a Scandiano, una della cittadine reggiane più importanti dopo il capoluogo. Monumento simbolo è la Rocca dei Boiardo edificata nel XII° secolo. L’imponente complesso architettonico ospitò episodi significativi della storia della città: vi nacque il poeta Matteo Maria Boiardo, vi alloggiarono il poeta Francesco Petrarca, il riformatore Giovanni Calvino e Papa Paolo III. Nel 1500 il conte Giulio Boiardo trasformò l’antico fortilizio in sontuoso palazzo commissionando ad importanti maestri opere d’arte che elevarono Scandiano tra le corti rinascimentali più splendide dell’epoca. Agli inizi del 1700, i marchesi d’Este realizzarono il cosiddetto “Appartamento Estense”, il più raffinato di tutta la rocca che, recentemente restaurato, si sviluppa lungo diverse sale. Proseguendo il percorso verso il fiume Secchia, si giunge prima a Casalgrande, importante centro

Fiera di San Giuseppe La Fiera di San Giuseppe a Scandiano è un tradizionale appuntamento che ogni anno si ripete con un calendario ricco di eventi e iniziative. Nell’ambito della fiera, la Mostra “Centenaria” vanta ormai cinque secoli di storia

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e rappresenta un momento importante di valorizzazione della tradizione agricola locale. E’ l’occasione, infatti, di una vasta esposizione di prodotti tipici, macchine agricole, prodotti per la zootecnia e l’agricoltura. Vi si trovano attrezzature di vario genere e oggettistica. Per l’occasione la Rocca dei Boiardo, simbolo di Scandiano, diviene sede di manifestazioni culturali ed enogastronomiche.


Il Tartufo delle valli del Tresinaro Conosciuto fin dall’antichità, il tartufo delle valli del Tresinaro nelle due qualità bianco e nero, ha trovato espressione nel riconoscimento di Viano nel “Circuito nazionale delle città del Tartufo” e nell’annuale Sagra del tartufo matildico a novembre.

della ceramica e poi a Castellarano, comune Matildico, con un centro storico caratterizzato da monumenti importanti: la Rocchetta, il giardino pensile, il Castello, la Torre dell’orologio. Dopo i primi colli, salendo, si osservano, in successione continua, dolci crinali e suggestive valli in un contesto di intensi colori e profumi

in cui si trovano caratteristici paesi a vocazione agricola come Viano, nota per i tartufi e Baiso nell’ampia cornice dei caratteristici calanchi dalle creste argillose.

Rocca dei Boiardo Interno, lo scalone centrale, Scandiano (RE).

Corte di Rubiera Vista del chiostro interno, Rubiera (RE).

Fotografia archivio Regione Emilia-Romagna

Fotografia di Meridiana Immagini

dere, fin dalle prime battute la Rassegna si è imposta per la qualità degli artisti e la particolarità delle proposte musicali. Oggi il Festival, ideato ed organizzato dal Comune di Albinea, vanta una longevità Albinea Jazz prese il via di tutto rispetto e, insieme nel 1988 per diffondere la ad Umbria Jazz, si colloca ai conoscenza di un genere primi posti in Italia. musicale non esattamente popolare e con la finalità di Un momento della valorizzare alcuni edifici stomanifestazione rici e di interesse artistico a Villa Arnò del territorio. Albinea (RE). Il riscontro non si fece atten-

Albinea Jazz

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Il distretto delle ceramiche E’ situato nella fascia pedemontana tra Modena e Reggio Emilia. Da Sassuolo la zona interessata ha progressivamente compreso i comuni modenesi di Fiorano, Formigine, Maranello e quelli reggiani di Scandiano, Casalgrande e Rubiera. Il distretto è uno dei principali poli produttivi mondiali per la produzione di piastrelle in ceramica, realizzando l’80% della produzione nazionale. L’area di Sassuolo si caratterizza anche per la concentrazione di altre attività produttive e di servizio complementari legate al ciclo della piastrella.

A pochi minuti dal mito “Ferrari”

Auto d’epoca Molteplici le manifestazioni, le collezioni ed i musei di auto e moto storiche. Tra questi ultimi, il “Museo dell’automobili e scuderia San Martino in Rio” ed il piccolo “Museo della moto” a Guastalla.

Sulla sponda est del Secchia si trova Sassuolo, capitale del distretto della ceramica. A soli dieci chilometri Maranello, nota nel mondo come la “città della Ferrari”, sede dello stabilimento del grande mito automobilistico e del suggestivo museo. Una visita al Museo Ferrari è un’occasione da non perdere. E’ suddiviso in più aree: una sala cinematografica presenta unici e straordinari filmati, la Sala Competizioni in cui vetture monoposto, Sport e Sport prototipo, fanno rivivere le grandi competizioni del passato e in cui è ricostruito un box Ferrari con centro di controllo durante i Gran Premi. La Sala delle Vittorie celebra i successi della scuderia in F1, la Gran Turismo in cui è in mostra l’evoluzione del design e dello stile Ferrari

e infine la Sala Mostre Temporanee. Recentemente è stata aperta una nuova ala del museo che include un’area con simulatore professionale a disposizione dei visitatori, nello spazio incontri e convention è possibile assistere alle dirette delle gare dei Gran Premi. Il Museo Ferrari di Maranello riserva ai suoi visitatori l’opportunità di effettuare un esclusivo tour guidato in navetta all’interno della Pista di Fiorano, percorrendo il viale Enzo Ferrari, in Fabbrica. Una guida del museo illustra le caratteristiche ed i contenuti del circuito della Ferrari di Fiorano, dove dal 1972 si sono svolti i test delle vetture da competizione e stradali, e della Cittadella Ferrari, cuore degli stabilimenti dove vengono prodotte tutte le vetture del Cavallino. Per accedere al tour, disponibile fino ad esaurimento posti, occorre effettuare la prenotazione dal sito del Museo.

Collezione “Old racing spare parts”, Casalgrande La storia della Ducati dalle origini (1926) agli anni ’90: dai primi prodotti di alta tecnologia come radio, fotocamere e calcolatori meccanici alle prestigiose motociclette dell’azienda di

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Borgo Panigale. Il tutto in una Collezione privata a Casalgrande dove poter trovare tutti i più importanti modelli Ducati che hanno fatto la storia: dai monocilindrici Desmo alla 750 GT-S, dalla 750 SS alla 900 SS e MHR 900-1000 In esposizione si trovano anche Laverda 750 ed altri modelli rarissimi. Le visite sono possibili solo su appuntamento. Sono ammessi gruppi di massimo 20 persone (www. oldracingspareparts.com).


La Motor Valley emiliana: meta ideale per gli appassionati di automobilismo

Museo Enzo Ferrari di Maranello, Modena

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Canossa e la Val d’Enza ITINERARIO 3 Vedi elenco aziende del consorzio/strada presenti nell’itinerario a pag. 52

Ritratto di Matilde di Canossa Castello di Bianello, Quattro Castella (RE).

I Castelli di Canossa da sinistra: Castello di Canossa, Castello di Bianello, Castello di Rossena.

Nel cuore delle terre di Canossa

Tra castelli, storie e leggende Partendo dalla Città di Reggio Emilia, dopo un breve tratto sulla Statale 63 del Cerreto, è possibile raggiungere in breve tempo, deviando verso la Val d’Enza, il cuore delle Terre di Canossa e i paesi di Quattro Castella, San Polo d’Enza e Canossa. In questi territori si trovano i castelli testimoni della grande storia che qui ha attraversato il medioevo nelle vicende legate alla Contessa Matilde. Un poderoso sistema fortificato proteggeva lo stato che Matilde governava tra l’XI e il XII secolo. L’origine di questi castelli risale alla famiglia degli Attonidi da cui la contessa discendeva. Le strutture difensive rappresentavano una garanzia di sicurezza ma svolgevano anche un ruolo di simbolo visibile dell’autorità. Probabilmente i castelli matildici sono stati costruiti potenziando, in parte, preesistenti

Fotografia di Giuseppe Maria Codazzi

strutture. Nel tempo hanno subito distruzioni, prima da parte dei Liberi Comuni, poi nel corso della lotta tra le signorie. Tuttavia la rete dei Castelli Matildci è ancora ben visibile e rappresenta un richiamo culturale e turistico di grande rilevanza. Il Castello di Bianello, dimora prestigiosa della Contessa Matilde, è l’unico castello rimasto integro dei quattro che diedero nome al luogo. Nel corso di una visita al castello si può ammirare il famoso dipinto che raffigura Matilde di Canossa con il fiore del melograno, simbolo della sua reggenza e saggezza, nelle mani. A piano nobile sono conservati affreschi del seicento e settecento. Proseguendo in direzione della Val d’Enza, si raggiunge in poco tempo il Castello di Canossa ubicato su un’aspra rupe dalla quale ammirare il paesaggio delle valli sottostanti. Della struttura originaria rimangono tracce delle mura e della cripta del tempio. Con la morte di Matilde per

Fotografia di Giuseppe Maria Codazzi

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Da Vetto d’Enza le discese in canoa Il fiume Enza è teatro, fin dal 1965, di un’importante manifestazione agonistica, l’International Kayak Enza, che richiama numerosi atleti da tutte le parti d’Europa e del Mondo.

il castello inizia, infatti, un periodo di declino, segnato dalla sua distruzione avvenuta nel 1255 ad opera del Comune di Reggio. Nel 1557 Ottavio Farnese, alla guida di cinquemila fanti e ottocento cavalieri, attaccò la rocca a cannonate e la distrusse una seconda volta. All’interno del castello si trova un piccolo Museo Nazionale, recentemente ristrutturato, che conserva, fra l’altro, un prezioso fonte battesimale del XII secolo. Non distante da Canossa si trova il Castello di Rossena, tra tutti il più bello e meglio conservato. Sorge su una rupe vulcanica dal particolare colore rossiccio dalla quale si domina un paesaggio unico e irripetibile che abbraccia un ampio tratto della pianura e della dorsale appenninica Tosco-Emiliana. Il castello si sviluppa principalmente su tre livelli: la quota della “sala d’Armi” comprendente le prigioni, la sala d’Armi, il refettorio, collegati tra loro da percorsi irregolari di scalini

in pietra e laterizio. La quota “piazza d’Armi” comprendente il nucleo originario del sistema difensivo dal quale si accede all’ambiente interno del mastio attraverso un portale risalente al XIX secolo. In numerose sale, dopo un recente restauro, sono state rinvenute decorazioni su intonaco risalenti alla seconda metà del 1700. Al terzo livello, al quale si accede attraverso un passaggio ricavato nella muratura, vi sono altre importanti testimonianze. Proseguendo lungo l’itinerario da San Polo d’Enza in breve tempo si raggiunge la cittadina di Montecchio Emilia, il centro più importante della Val d’Enza. Montecchio, oggi rilevante polo industriale, è un centro di grande interesse storico. Il territorio fu dapprima di dominazione etrusca e poi romana. Molte sono le tracce ancora oggi visibili ed i ritrovamenti di importanti oggetti.

Fotografia di Giuseppe Maria Codazzi

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Castello di Montecchio Emilia Affresco, Montecchio Emilia (RE).


L’artigianato artistico: Ars Canusina I segni iconografici della tradizione di Canossa, singolare espressione dell’arte romanica che distingue il territorio soggetto all’impronta culturale della Contessa Matilde, hanno ispirato questa moderna forma di arte applicata alle soglie del XX secolo. L’artigianato artistico Ars Canusina si presenta oggi attraverso la produzione di alcuni artisti che operano in raffinate botteghe d’arte, eredi del secolare artigianato locale applicando le diverse tecniche (ricamo, ceramica decorata, oreficeria, rame e pietra scolpita).

Matilde, una “prima donna” nell’Europa medievale

Castello di Canossa, Museo Naborre Campanini Particolare del fonte battesimale, Canossa (RE).

La contessa Matilde di Canossa fu una figura di primo piano dell’epoca medievale, un caso eccezionale nell’Europa del tempo, una donna di stirpe e cultura elevate, cantata da Dante nel Purgatorio come sua guida spirituale nel Paradiso terrestre, tra le pochissime donne che hanno l’onore di una solenne sepoltura nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Matilde di Canossa fu contessa, duchessa, marchesa e regina medievale incoronata presso il Castello di Bianello dall’imperatore Enrico V. Fu una potente feudataria ed ardente sostenitrice del Papato nella lotta per le investiture e arrivò a dominare tutti i territori italici a nord degli Stati della Chiesa, che comprendevano la Lombardia, l’Emilia, la Romagna e la Toscana, con il castello di Canossa quale punto di riferimento.

Le rievocazioni storiche Ogni anno a primavera inoltrata il Corte Matildico di Quattro Castella rievoca un importante episodio della storia d’Europa, che avvenne a Bianello tra il 6 e il 10 maggio dell’anno 1111. Enrico V, figlio di quell’Enrico IV che trent’anni prima

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Matilde ed il Castello di Canossa sono direttamente associati ad un evento di valore universale. In quasi tutte le lingue europee, “Andare a Canossa” è una locuzione che significa sottomissione non onorevole. Ma spesso si ignora la genesi di questo modo di dire che è legato al celebre episodio svoltosi a Canossa nel 1077. Enrico IV, Re di Germania e Imperatore del Sacro Romano Impero, scomunicato dal Papa, scese in Italia per incontrare il pontefice Gregorio VII che lo ricevette nel gennaio 1077 mentre era ospite di Matilde nel castello di Canossa. L’imperatore, per ottenere la revoca della scomunica da parte del Papa fu costretto ad attendere davanti al portale d’ingresso del castello per tre giorni e tre notti inginocchiato col capo cosparso di cenere. Gregorio VII revocò la scomunica ad Enrico IV, ma non la dichiarazione di decadenza dal trono.

ottenne il famoso perdono di Canossa, venne a Bianello e incoronò la Gran Contessa vice regina vicaria d’Italia. Centinaia di comparse nei tradizionali costumi medievali si danno appuntamento ai piedi del castello di Bianello, per dar vita alla spettacolare ed emozionante rievocazione. Sfilano in parata i gonfaloni delle contrade invitate ai giochi, seguiti da araldi, tamburini, castellane, cavalieri e armigieri. Un altro appuntamento annuale è il Corteo storico che sfila per le vie di

Canossa. La prima domenica di Settembre le genti di Canossa, provenienti dalle varie contrade, si raccolgono, rigorosamente in costume medievale, per dare vita ad un imponente corteo. Eventi suggestivi tra musica e balli, prove di forza, tiro con l’arco, giochi di bandiere e duelli a cavallo e la rappresentazione del memorabile perdono. Protagonista, oggi come allora, Matilde, la grande contessa, calata nelle vesti di un personaggio famoso dello spettacolo.


Cortei e rievocazioni: ogni anno una serie di eventi suggestivi

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L’alto Appennino ITINERARIO 4

Tra borghi e montagne in un contesto di grande fascino

Vedi elenco aziende del consorzio/strada presenti nell’itinerario a pag. 55

Un Paesaggio naturalistico emozionante

Pietra di Bismantova Castelnovo nè Monti, (RE).

Salendo dalla statale n.63 del valico del Cerreto, oltrepassato il Paese di Casina noto per il Castello di Sarzano, dopo una serie di tornanti, nei pressi del borgo di Felina si apre uno scenario naturalistico spettacolare. In primo piano appare la Pietra di Bismantova, una montagna che nei secoli ha stupito viandanti e pellegrini. Persino Dante ne fu colpito e nel IV Canto del Purgatorio citò la cima a strapiombo con un’eloquente citazione: «qui convien ch’uom voli». La Pietra di Bismantova è una curiosità morfologica, un bastione roccioso isolato, con pareti a strapiombo ed un piccolo altopiano sulla sommità. Dal pianoro si gode un panorama vastissimo su tutto l’Appennino Reggiano e modenese. Gli antichi abitanti della zona erano i Celti che risiedettero qui per secoli in epoca preromana e romana. Ai piedi della Pietra sorge Castel-

novo né Monti che è da secoli il più importante centro delle attività economiche nella montagna reggiana grazie alla posizione centrale tra le vie di comunicazione che congiungono la pianura alla Toscana e ai territori montani delle province di Modena e Parma. Da Castelnovo, infatti, si può proseguire verso il passo del Cerreto e l’Alpe di Succiso attraversando caratteristici borghi come Cervarezza, nota per le fonti termali, Busana e Collagna. Sempre da Castelnovo, in direzione ovest sulla strada per il Passo del Lagastrello, si incontrano il paese di Ramiseto e il monte Ventasso la cui cima è facilmente raggiungibile mediante il sentiero che parte dal Lago Calamone. Da lassù la vista della pianura è fantastica, con un orizzonte senza confini. Puntando ad est si può invece raggiungere il monte Cusna, altra meta di forte interesse naturalistico, passando per Febbio e Villa Minozzo.

Le case torri Caratteristiche dei borghi del medio alto Appennino sono le “case torri” che si diffondono particolarmente nel XV-XVI secolo. Sono case di origine medioevale quadrate e su più piani inserite spesso nell’ambito di un podere o di una corte, ove si custo-

Fotografia di Massimo Dallaglio

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divano i viveri e tutto ciò che era necessario difendere da banditi. Si trattava di piccoli fortilizi, dove in caso di necessità ci si rifugiava per difendersi. Le forme più antiche sono in genere massicce con ampia pianta quadrata, articolate su tre o più piani con strutture in pietra parzialmente squadrata disposta di solito a ricorsi regolari e con angolari rifiniti. Le luci sono piccole e rade con ingresso sopraelevato. Il tetto è a quattro falde.


A contatto con la natura L’Appennino consente di praticare innumerevoli sport in un contesto naturalistico pressoché incontaminato.

Fare sport in Appennino Per gli amanti dello sport l’Appennino consente sia in estate che in inverno di praticare diverse discipline sportive: dallo sci all’escursionismo, dall’arrampicata all’equitazione. Molteplici le località a vocazione turistica. Tra queste Cerreto Laghi che unisce alle risorse naturali e paesaggistiche un’ampia gamma di dotazioni sportivo-ricreative. La località offre la possibilità di praticare ogni tipo di sport invernale (discesa, sci di fondo, pattinaggio su ghiaccio, ecc.). Ma anche in estate Cerreto Laghi consente agli escursionisti di scoprire una montagna ancora selvaggia e di raggiungere vette importanti come l’Alpe di Succiso. Immersa in una faggeta, anche Ventasso Laghi è una stazione turistica attrezzata per chi ama lo sci. Nel periodo estivo è possibile invece praticare equitazione, mountain-bike, escursionismo, tiro con l’arco, ecc.

A poca distanza il lago Calamone sormontato dalla cima del monte Ventasso (1727 m), facile meta escursionistica di grande valore paesaggistico (sentieri segnalati). Tutta l’area è tradizionalmente vocata all’allevamento e alla monta dei cavalli (razza “cavallo del Ventasso”), con alcuni centri equestri specializzati. Altra meta per gli amanti delle escursioni è il monte Cusna. La salita si può affrontare da diversi versanti, ma la più classica è quella da nord. Partenza da Roncopianigi, bella borgata montana della Val d’Asta, situata poco oltre Febbio. Si sale nel centro del paese di Monteorsaro (1242 m) ai piedi del monte Prampa e da qui inizia la salita alla vetta. Se la giornata è limpida il panorama si estende sino a tutto l’arco alpino e sulle Alpi Apuane.

Passeggiate in appennino Molti sono i sentieri a disposizione degli appassionati.

La Valle del Tassaro: un’area di importanza europea La Valle del Rio Tassaro, nel comune di Vetto tra gli abitati di Pineto, Crovara, Scalucchia e Spigone, è riconosciuta dall’Unione Europea come Area di importanza Comunitaria (SIC). Oltre al suo pregevole ambiente naturale, è caratterizzata dalla presenza di un ricco patrimonio storico-artistico che contempla

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testimonianze architettoniche risalenti al medioevo: la zona costituì per secoli l’antico feudo della famiglia Da Palude. Un’innovativa realizzazione è il circuito turistico-faunistico di Crovara e Scalucchia, un interessante percorso didattico per il riconoscimento delle specie animali e vegetali presenti in zona.


I Castagneti di Matilde Il castagno, probabilmente originario della città di Castanis in Anatolia, già diffuso in occidente a partire dal II secolo a.C., si sviluppò in terra reggiana durante il Medioevo grazie all’impulso dato da Matilde di Canossa. Sui rilievi dell’Appennino Tosco-Emiliano cominciarono ad essere impiantati castagneti da frutto, da allora noti come “castagneti matildici”. Il castagno era chiamato “albero del pane” e la castagna “pane dei poveri”, assicurando con i loro frutti, la sopravvivenza per le popolazioni montane.

Le vie del Sale

Particolare di un capitello Pieve matildica di Santa Maria al Castello, Toano (RE).

Per molti secoli l’Appennino Emiliano si è connotato per la presenza di diversi sentieri, vere e proprie vie del commercio, che mettevano in comunicazione la Pianura Padana con i porti del Mar Ligure e del Mar Tirreno. Queste strade potevano in parte variare di anno in anno a seconda delle esigenze del momento quali la neve, il gelo, la presenza di briganti o predatori, ecc. Le merci oggetto del commercio erano principalmente lana e armi, verso il mare e nel percorso inverso il sale, allora prezioso per la conservazione degli alimenti nel lungo periodo, quali i formaggi, gli insaccati, la carne, ecc. che richiedevano elevate quantità di questo prezioso elemento. Il sale era anche necessario per diverse attività artigianali quali la concia delle pelli e la tintura. Mettendo in comunicazione la

Pianura Padana con la Liguria si permetteva il commercio di questo materiale prezioso, che era di difficoltoso reperimento nelle regioni del Settentrione, lontane dal mare. Il trasporto avveniva su terreni accidentati, spesso a dorso di mulo poiché le strette e disagevoli mulattiere che si inerpicavano sui pendii e nelle valli non permettevano il passaggio di carri. I principali percorsi che giungevano in Garfagnana e in Lunigiana transitavano per i Passi del Lagastrello, di Pradarena, del “Centocrucis” (passo dell’Ospedalaccio). Gli antichi mestieri dei boscaioli, dei carbonai, di pastori, di “cavallari” e dei contadini, con il proprio fare quotidiano hanno alimentato un paesaggio caratteristico ed unico. Oggi le vie del sale sono ancora visibili sul territorio e sono divenute mete per escursioni e trekking, in ambienti integri e di grande valore naturalistico.

Il parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano

Tra i passi della Cisa e delle Forbici, i crinali boscosi che separano la Toscana dall’Emilia, lasciano il posto ad un ambiente di vera montagna. Le vette dell’Alpe di Succiso, del monte Prado e del monte Cusna superano i 2000 metri. Più in basso, sul versante emi-

Fotografia di James Bragazzi

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liano, l’inconfondibile Pietra di Bismantova domina il paesaggio con le sue pareti verticali. Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano vanta una straordinaria ricchezza di ambienti, dalle praterie alle brughiere a mirtillo alle vette più impervie; e ancora laghi, cascate, specchi d’acqua, pareti rocciose che si stagliano a picco sui torrenti; animali come il lupo, il muflone, il capriolo, l’aquila reale e rarità botaniche che fanno di intere zone veri e propri giardini botanici naturali.


Lago Calamone, Monte Ventasso, Ramiseto.

Passeggiate invernali in Appennino, con le ciaspole tra paesaggi mozzafiato

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Nelle terre del Grande Fiume 36


delle Corti Reggiane

Strada dei vini e dei sapori

Lungo percorsi dalla città al Fiume In questa porzione di pianura, delineata a nord dal Fiume Po e a sud dalla Via Emilia, può succedere di imbattersi in posti un cui ogni assaggio riporti alle radici del sapore e riconduca a quell’espressione armoniosa di ciò che la natura e il lavoro rispettoso degli uomini hanno saputo creare. Cullati dal silenzioso incedere del Grande Fiume, magari ricordando le epiche sfide dei personaggi di Guareschi e le fantasie naif di Ligabue, potrà capitare di degustare il nettare balsamico dal cuore millenario assieme al Re dei formaggi, di lasciarsi coinvolgere da salumi e gnocco fritto, di non poter rinunciare ai classici cappelletti. Tra la Via Emilia e il Po si snoda l’itinerario enogastronomico dall’Anima Emiliana per eccellenza, quello che prende il nome di Strada dei Vini e dei Sapori delle Corti Reggiane. Qui l’accoglienza è sempre sorridente, espressione di una grande voglia di fare, di condividere, di un carattere frizzante… un po’ come il vino che si beve in compagnia. Lungo queste vie, che si segua il percorso del Fiume oppure delle “piccole capitali” del Rinascimento, si può ancora respirare aria di storia accanto ad una ospitalità autentica, ricca di emozioni e soddisfazioni per il palato.

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Cittadine Rivierasche ITINERARIO 5 Vedi elenco aziende del consorzio/strada presenti nell’itinerario a pag. 57

Fotografia di Mario Rebeschini

Statua di Ferrante Gonzaga Piazza Mazzini, Guastalla (RE)

Nelle terre dei Gonzaga

Le cittadine rivierasche Guastalla e Gualtieri rappresentano il cuore delle cittadine rivierasche che sono state animate da eleganti e raffinate corti rinascimentali ma che già in epoca medievale avevano raggiunto una notevole importanza politica. I Conti Torelli, dal 1406, fecero di Guastalla uno spazio architettonico organizzato. Passata in seguito sotto la dinastia dei Gonzaga, verso la metà del Cinquecento, la cittadina raggiunse il suo massimo splendore. Furono chiamati architetti di grande fama e ospitò artisti come il Guercino e il Campi, poeti come il Tasso e il Guarini. Ai Gonzaga subentrarono i Borbone di Parma; successivamente Napoleone e Maria Luigia ne fecero terra di confine del ducato parmense. Infine, durante il Risorgimento, Guastalla divenne uno dei Comuni d’Italia. A Guastalla si può ammirare il Palazzo Ducale che sorge sul precedente edificio quattrocente-

Cesare Zavattini ...(la bicicletta) gli emiliani la usano come il cappello, che non si può abbandonare, poiché fa parte della persona anche quando è inopportuno. La bicicletta ha da noi qualche cosa del cane, continua compagna che si porta con sé magari senza montarla, per arrivare dalla casa al caffè che dista venti metri.

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sco dei Conti Torelli. Al suo interno trova sede il Museo della Città che si sviluppa un percorso espositivo attraverso i periodi diversi della storia della città. Su Piazza Mazzini, l’antica Piazza Maggiore, si affacciano gli edifici che furono significativi del potere ducale, civile e religioso. A pochi chilometri, Gualtieri, le cui prime tracce risalgono all’età del bronzo. La storia politica di Gualtieri è decisamente complessa e travagliata. Il suo dominio passo da una mano all’altra. Nel 1479 entra in possesso della famiglia Este di Ferrara e, il 24 Luglio 1567, quando Alfonso d’Este investì il fedele Cornelio Bentivoglio luogotenente generale dello Stato Ferrarese. Da visitare l’armoniosa Piazza Bentivoglio progettata dall’Aleotti (detto l’Argenta) nel 1580, a pianta quadrata con al centro un giardino circolare e caratterizzata da un giro di bassi edifici porticati che ne circondano il perimetro. Al centro spicca la Torre Civica e sul lato opposto s’innalza l’omonimo palazzo.

Cesare Zavattini, 1961. “Esplorazioni sulla Via Emilia” Cesare Zavattini, nato il 20 settembre 1902 a Luzzara, comune rivierasco sul Po, scrittore, giornalista, sceneggiatore e pittore è stato una delle figure più significative del ‘900. Noto come uno dei maggiori esponenti del neorealismo, ha partecipato attivamente al cambiamento del cinema attraverso idee e progetti di risonanza internazionale. Zavattini è stato un artista che

ha portato con sé la vivacità e la malinconia di quella zona di nebbie. Tra i suoi più importanti lavori si annoverano film memorabili: Sciuscià, Ladri di Biciclette, Miracolo a Milano e libri come Parliamo tanto di me, I poveri sono matti, Io sono il diavolo, Straparole. Morì a Roma il 13 ottobre 1989. A Luzzara, nel 1967, è stato istituito il Museo Nazionale di Arti Naives dedicato a Cesare Zavattini.


Piante e Animali Perduti a Guastalla Tornano dal passato i profumi, i sapori e le suggestioni di un tempo e si fermano l’ultimo fine settimana di settembre, sulle rive del Po. Le piazze e le strade si trasformano in una bellissima mostra mercato.

Tra Arte, Cultura e Natura Spazi, luce, “natura viva” si coniugano in modo singolare con una storia ricca di cultura e arte e con una società particolarmente dinamica in quel pezzo di territorio dell’Emilia, compreso tra Reggio e il Po, noto come “bassa” Reggiana. Sin dall’età del bronzo la fertilità e la generosità di queste zone erano note all’uomo. Furono gli Etruschi, per primi, ad impostare lo sviluppo del territorio con un rete di canali concepiti grazie alla loro evoluta cultura idraulica. I Romani diedero l’impronta decisiva realizzando una vasta opera di boni-

fica tra il Po e la via Emilia. Intorno alle vie di comunicazione e ai fiumi sorsero un gran numero di centri, per lo più agricoli, che costituirono la base dei futuri insediamenti. Tutto questo avveniva attorno all’asse centrale del Po, vera e propria autostrada dell’epoca, trafficata via del commercio, dal quale partivano a loro volta canali navigabili che rendevano raggiungibili città come Brescia e Padova. Lungo questo itinerario si incontrano alcune belle e suggestive cittadine governate per secoli da importanti famiglie che le hanno rese centri di potere lasciando sul territorio, ancora oggi visibili, segni tangibili della loro presenza.

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Piazza Matteotti Brescello (RE)


Per i cicloturisti un’occasione da non perdere! Una pista ciclabile che costeggia il Po con uno sviluppo di circa 200 Km: da Parma al Delta del Po passando per Colorno (sede dell’ononima famosa Reggia), Brescello, Guastalla, Borgoforte.

Paesaggi del fiume Le Terre attraversate dal Grande Fiume sono ricche di storia, cultura, tradizioni e passioni in cui le atmosfere, i caratteri, le suggestioni dei luoghi si ripropongono al visitatore che le sa cogliere e si ritrovano indelebili nella gente che vi abita. Qui, natura e vicende umane, hanno percorso, a volte confrontandosi duramente, una lunga strada insieme. Il Fiume Po origina, sulla sponda reggiana, alcune delle aree naturalistiche più interessanti ricche di flora e di fauna, in cui numerosi interventi tendono a ricreare la formazione di ecosistemi simili agli originari. A Guastalla, il Po si raggiunge percorrendo il viale che si addentra nell’ampia golena. Sulla riva il fiume offre percorsi di trekking, passeggiate a cavallo, escursioni in bicicletta.

Pioppeto tipico della “bassa” reggiana

Su questi lidi è possibile cogliere una speciale atmosfera ricca di tante sfumature, create dall’ambiente caratteristico dei boschi, delle insenature, delle piccole spiagge, dei lunghi pioppeti e degli stagni dove non è raro osservare uccelli acquatici, aironi a caccia di pesce, predatori e lepri. Da Guastalla si può percorrere la Crostolina, l’antico alveo del fiume ora interrato, e raggiungere gli angoli più suggestivi dal Crostolo fino a Luzzara. Anche a Gualtieri la golena offre momenti di fascino in tutte le stagioni dell’anno. Il territorio è racchiuso tra l’argine maestro e l’alveo del fiume dove storia e natura si intrecciano in un delicato e singolare equilibrio. Case coloniche, coltivazioni, laghi formati in cave abbandonate, pioppeti e macchie autoctone, l’area de “I Caldarein”: tutto sembra voler concorrere a descrivere questo territorio e a renderlo poeticamente unico.

Il porto turistico fluviale di Boretto Quello di Boretto è un attrezzato porto turistico fluviale che, con annessa vasta area del Lido Po, ne fa un punto di riferimento strategico per chi voglia scoprire le i paesaggi e le suggestioni del Grande

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Fiume. Posto sulla sponda destra del Po, il Porto di Boretto si trova direttamente a ridosso dell’argine maestro su cui scorre la S.S. 62 della Cisa. Il Lido Po, dove ha sede il Porto Turistico di Boretto, è il polo propulsivo per numerose e note manifestazioni: gare di motonautica e, a giugno la Sagra del Po. Al porto fluviale sono ancorate la motonave Padus e la motonave Stradivari, quest’ultima offre a bordo un ristorante con proposte tipiche di terra e di fiume.


Il Grande Fiume: tra paesaggi naturalistici dal fascino unico

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I canali delle bonifica Dai tempi antichi cominciò nelle terre della bassa un’ampia operazione di bonifica delle paludi causate principalmente delle piene dell’Enza, del Crostolo, del Secchia e dei loro piccoli affluenti.

Nei luoghi di Don Camillo e Peppone: i personaggi di Giovannino Guareschi!

Immagine dalla serie cinematografica di Peppone e Don Camillo

Giovannino Guareschi è lo scrittore, il narratore che meglio ha saputo raccontare i suoi luoghi e la “sua gente”, quelli della “bassa”, che ha saputo vedere lontano e che non mancava di afferrare il lato ironico (a volte un po’ amaro) delle vicende umane. Nacque nel 1908 a Fontanelle, in provincia di Parma, conviene precisarlo perché da quelle parti ci tengono molto. Divenne famoso come autore di romanzi e racconti umoristici, soprattutto con la serie di Don Camillo, il combattivo parroco di Brescello, nella “bassa” reggiana, che quotidianamente si confrontava con il nemico-amico Peppone, sindaco comunista del paese. Dalle vicende di questi personaggi, tradotte in tutto il mondo, è stata realizzata una serie di film interpretati da Fernandel e Gino Cervi.

“Questa favola vera vuol essere un po’ la storia degli ultimi vent’anni di vita politica italiana. La storia del Paese riflessa nella cronaca del paesello. Gli avvenimenti più clamorosi del Mondo grande che trovano puntuale rispondenza nelle vicende paesane del “Mondo Piccolo” di don Camillo.” Giovannino Guareschi, 1968. Le storie di Peppone e don Camillo, nate da un’intuizione di Guareschi, nel clima politicamente infuocato dell’Italia post-bellica, sono “favole vere” che riconciliano con il mondo e con la speranza umana, seguendo uno stile narrativo che parla al cuore, in qualche modo…consolatorio. A Brescello sono visitabili il Museo “Brescello e Guareschi, il territorio, il cinema”, dove è anche ricostruito un set cinematografico originale; oggetti agricoli e attrezzi dei barcaioli degli anni ‘50, ricreano l’atmosfera tipica della civiltà ritratta nei film. A poca distanza il Museo “Peppone e Don Camillo” che accoglie cimeli e ricordi della saga del Don Camillo cinematografico.

La Gnoccata a Guastalla E’ una festa tradizionale che rievoca l’insurrezione popolare avvenuta a metà Ottocento ad opera di un gruppo di mugnai ed intellettuali, ai quali si unì anche il popolo in un corteo satirico inneggiante la venuta di un nuovo re, più giusto e benevolo, in grado di portare un diverso ordine

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sociale in queste terre. Ciò che fecero poi fu organizzare una festa popolare e conviviale, nella quale distribuire gratuitamente gli gnocchi realizzati con le farine prodotte della macinatura. Questa festa viene riproposta con cadenza triennale nel mese di maggio. Momenti fondamentali della Gnoccata sono il corteo storico, i carri tradizionali, la distribuzione gratuita di gnocchi e l’incoronazione del “Re dei gnocchi”.


Le piccole capitali del Rinascimento Emiliano

Tra palazzi, artisti e signori dell’epoca In prossimità del fiume Po, piccole signorie indipendenti, durante il rinascimento italiano, hanno caratterizzato d’arte e di cultura luoghi e territori a poca distanza dalla città di Reggio Emilia. Da allora, sono trascorsi secoli ma ancora oggi queste antiche piccole e vivaci capitali conservano il segno del passato splendore: Correggio, Novellara e San Martino in Rio. Nel 1452 I’imperatore Federico lll riconobbe ai Da Correggio il titolo di Conti. Cominciò allora il periodo, durato circa un secolo, di maggiore fortuna della città e dei suoi Signori. La Corte divenne polo di attrazione della vita politica e sociale, sede di un’intensa attività diplomatica e culturale. Vi furono ospitati Ludovico il Moro, Ludovico Ariosto, il Bembo, il Molza, Bernardo Tasso, e molti altri

Il Museo Cervi di Gattatico Il Museo Cervi è una importante realtà della cultura del territorio, ambientato proprio nella casa abitata dalla famiglia Cervi dal 1934, al confine tra i comuni di Campegine e Gattatico. L’Istituto “Alcide Cervi” nasce con lo scopo di promuovere e realizzare attività scientifiche e culturali nell’ambito degli studi e delle elaborazioni delle materie che interessano

fra i più importanti artisti e signori dell’epoca. Gli stessi esponenti locali della politica e della cultura furono di altissimo livello: sopra tutti, Antonio Allegri. Da visitare Palazzo dei Principi ed il Museo Civico Il Correggio che raccoglie opere e materiali di rilevante interesse artistico, proprietà pubbliche e collezioni private dei Da Correggio. Espone reperti archeologici tra cui pregevoli lavori di Andrea Mantegna, Girolamo Donnini, Mattia Preti, Baldassare Aloisi detto il Galanino, Francesco Madonnina, Mauro Soderini, Luigi Asioli, Adeodato Malaltesta, Vincenzo Vela. Di Antonio Allegri sono presenti la Pietà, il Volto di Cristo. A San Martino in Rio merita una visita la Rocca Estense; dopo essere stata distrutta da Federico Barbarossa nel 1167, fu ricostruita e passò ai Roberti di Reggio Emilia. Verso il 1420 venne conquistata dagli Estensi e dal 1501 da un ramo degli Este.

l’agricoltura e il mondo rurale. Il Museo Cervi nacque allo scopo di sviluppare la raccolta di oggetti che la famiglia dei sette fratelli Cervi aveva conservato fin dagli anni della guerra e di quelli donati successivamente. Il percorso attuale si sviluppa focalizzando nella storia della famiglia Cervi e dell’Emilia del Novecento, alcune fasi fondamentali: il lavoro nelle campagne, l’antifascismo e la Resistenza. Qui la storia si intreccia con la narrazione che utilizza sia le parole lasciate dai protagonisti sia alcune testimonianze video.

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Cittadine Interne ITINERARIO 6 Vedi elenco aziende del consorzio/ strada presenti nell’itinerario a pag. 59


Le terramare di S. Rosa di Poviglio Sono villaggi fortificati di forma quadrangolare, costruiti su palafitte, delimitati da terrapieni e fossati nei pressi di corsi d’acqua. La cultura terramaricola è considerata una delle più significative civiltà dell’Europa preistorica.

Le valli di Novellara In passato, tutta la porzione settentrionale del comune era occupata da estese paludi ed alimentata dagli alvei fluviali. Le grandi opere di bonifica hanno progressivamente prosciugato gli acquitrini ma ancora oggi la fisionomia del paesaggio risente di quell’antico dominio delle acque. L’area delle “Valli di Novellara” è caratterizzata da una fitta rete di canali, fossati e piccoli bacini utilizzati per la caccia e la pesca.

Infine, dalla seconda metà del XVIII secolo, passò ai Rango d’Aragona. La struttura a pianta quadrangolare conserva intatta una torre angolare quadrata, con merlatura ghibellina. Nell’interno, gli ambienti più significativi sono la Cappella di S. Giovanni (XV secolo) e alcune stanze con cassettoni dipinti, affreschi e stucchi risalenti ai secoli XV-XVIII. La Rocca ospita la Biblioteca ed il Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale. Altra città dominata dai Gonzaga per quasi quattrocento anni, dal 1371 al 1728, è Novellara. Qui si può visitare la Rocca che si erge nel centro cittadino ed è il monumento più significativo della cittadina gonzaghesca. I lavori per la costruzione dell’imponente fortezza-dimora furono iniziati da Guido Gonzaga nel 1385. È soltanto però oltre la metà del Quattrocento che la Rocca acquista consistenza di fortilizio. Agli inizi del 500 cominciò la

serie di interventi che trasformarono gradatamente la fortezza in castello rinascimentale destinato più alla vita di corte che alla difesa. Sotto la direzione di Lelio Orsi, fra il 1561 e il 1566 furono aggiunti il secondo piano e la loggia. Lo stesso Orsi affrescò gli appartamenti del piano nobile, la loggia, il teatro di corte e le sale d’onore al piano terra. In diverse sale (ora occupate dal Museo Gonzaga) vi sono soffitti a cassettoni e splendidi camini in marmo di Verona, decorazioni a festoni e grottesche. Nell’angolo Sud Est della Rocca è situato il Teatro e vi si accede dal cortile interno. Costruito dal 1862 al 1868 su progetto del reggiano Antonio Tegani, sostituisce i due teatri precedenti. Il primo Cinquecentesco dell’Orsi (distrutto all’inizio del Settecento), il secondo Settecentesco. È un delizioso classico teatro d’opera all’italiana, costruito su modello dei teatri di Reggio Emilia e Carpi.

Fotografia di Marco Anghinoni

Correggio Art home Prendendo spunto dalla cultura del Quattrocento e dai grandi maestri dell’epoca, quali Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Mantegna, Antonio Allegri, detto il Correggio, dal nome della sua città natale, inaugura un nuovo modo di concepire la pittura ed elabora un proprio originale percorso artistico, che lo colloca tra i grandi del Cinquecento. Correggio si

Fotografia archivio Emilia-Romagna

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è dotata oggi di un nuovo polo culturale, una struttura moderna e funzionale in cui è possibile reperire tutte le pubblicazioni, le informazioni, i dati, le notizie, i documenti e le immagini riguardanti il celebre artista rinascimentale e che si caratterizza per una sezione scientifica, una sezione didattica-divulgativa ed una attività coivolgente-spettacolare, con soluzioni originali. Situato nei locali recentemente restaurati della casa natale del Correggio, il centro di documentazione intende essere un luogo di riferimento internazionale.


Tra Argini e Golene, i classici boschi di Pioppi

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Per visitare le aziende delle Strade dei vini e dei Sapori Fotografia di Claudia Bonacini

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itinerari e aziende consorziate Legenda dei servizi Pernottamento

Tiro con l’arco

Confetture e salse

Ristorazione

Pesca sportiva

Gastronomia e prodotti da forno

Fattoria didattica

Attrezzature enologiche

Catering

Equitazione

Vini

Miele e prodotti apicoli

Golf

Aceto Balsamico

Prodotti della terra

Piscina

Parmigiano Reggiano e prodotti caseari

Prodotti biologici

Percorsi acrobatici

Salumi

Museo

Canoa

Carni

Promozione turistica

47


Cadè

Cella

9 13

Codemondo 7

3 12 10

Reggio Emilia Aut

ostr ada

4

A1

6

Rivalta 2

Ospitalità

Itinerario 1 REGGIO E LA VIA EMILIA 1

La Razza, Agriturismo

2

Canali 5

8

Villa Bagno

11

1

Locanda Sant’Ambrogio via Sant’Ambrogio, 55/A 42123 Rivalta, Reggio Emilia Tel. 0522 284485 www.locandasantambrogio.com

via Monterampino, 7 42123 Canali, Reggio Emilia Tel. 0522 599342 www.larazza.it

Agriturismo 3

Ristorante

Osteria dell’Aviatore via dell’Areonautica, 13 42124 Reggio Emilia Tel. 0522 506223 www.osteriadellaviatore.it

Produttori

Ristorante 4

Bini Denny, Azienda Agricola

5

via Pietro Pomponazzi, 29 42123 Coviolo, Reggio Emilia Tel. 320 0229600

Cantina Albinea Canali via Alessandro Tassoni, 213 42123 Canali, Reggio Emilia Tel. 0522 569505 www.albineacanali.it

Vini 6

Cucchi Lamberto Eredi s.a.s. - Vini

Vini 7

via Grazia Deledda, 6 42123 Rivalta, Reggio Emilia Tel. 0522 280781 www.cucchivini.it

C.V.P.A.R.R. Soc. Coop. Agr. - Consorzio Valorizzazione Antica Razza Reggiana via Fratelli Rosselli, 41/2 42123 Coviolo, Reggio Emilia Tel. 0522 294655 www.cvparr.com

Vendita vini

48

Parmigiano Reggiano


Produttori

8

Il Tralcio, Azienda Agricola

9

via Anna Frank, 59 42122 Sabbione, Reggio Emilia Tel. 328 8484964 www.fanticini.it

La Bottega Gastronomica via del Chionso, 26/F 42122 Reggio Emilia Tel. 0522 926335 www.bottegagastronomica.it

Prodotti Tipici 10

La Collina, Soc. Coop. Agr.

Catering 11

via C. Teggi, 48 42123 Reggio Emilia Tel: 0522 308609 www.cooplacollina.it

via Enrico Fermi, 58/D 42123 Fogliano, Reggio Emilia Tel. 0522 521035 www.torricellibotti.it

Enti e Istituti

Prodotti Tipici 12

Torricelli Botti s.r.l.

Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia

Prodotti e attrezzature enologiche 13

via F. Crispi, 3 42121 Reggio Emilia Tel: 0522 796569 www.acetobalsamicotradizionale.it

Consorzio

49

Istituto Statale di Istruzione Superiore A. Motti, Azienda Agraria via Premuda,40 42123 Reggio Emilia Tel. 0522 383201 www.motti.it

Istituto


3 16

Bosco

Albinea

9

Borzano

1

14 15 18

Cavazzone

2

Regnano 12

17

Viano

San Giovanni 6 di Querciola

Rubiera

Arceto

Fellegara Scandiano 10

Iano

4 7 8 13 19

Casalgrande 5 08 11

Castellarano

Baiso

OspitalitĂ

Itinerario 2 SCANDIANO E LA VALLE DEL SECCHIA 1

Bosco del Fracasso, Az. Agrituristica

2

via Cavazzone, 4 42030 Regnano, Viano (RE) Tel. 0522 858100 www.cavazzone.it

via Bosco del Fracasso, 20 42019 Pratissolo, Scandiano (RE) Tel. 0522 856954 www.boscodelfracasso.it

Agriturismo - Confetture e Salse 3

Cavazzone, Azienda Agr. s.a.s.

Osteria della Prateria

Agriturismo - Ristorante 4

Osteria in Scandiano s.n.c. piazza M. M. Boiardo, 9 42019 Scandiano (RE) Tel. 0522 857079 www.osteriainscandiano.com

via Cigarini, 4/1 42048 Rubiera (RE) Tel. 0522 345530 www.laprateria.net

Ristorante 5

Ristorante Badessa

Ristorante 6

via Case Secchia, 2/A 42013 Casalgrande (RE) Tel. 0522 989138 www.ristorantebadessa.it

Ristorante Osteria del Lago Rio delle Castagne via M.R. Bertolini, 13/A 42030 S. Giovanni di Querciola, Viano (RE) Tel. 0522 847169

Produttori

Ristorante 7

Acetaia Cavalli cav. Ferdinando srl

Ristorante 8

via del Cristo, 6 A/B 42019 Fellegara, Scandiano (RE) Tel. 0522 983430 www.balsamicocavalli.it

Acetaia DiScandiano via Giovanni Zibordi, 3 42019 Scandiano (RE) Tel. 0522 852034 www.acetaiadiscandiano.it

Acetaia

Acetaia

50


Produttori

9

Cantina Sociale di Arceto

10

Casali Viticultori s.r.l. via delle Scuole, 7, 42019 Pratissolo, Scandiano (RE) Tel. 0522 85544 www.casalivini.it

via Undici Settembre, 3 42019 Arceto, Scandiano (RE) Tel. 0522 989107 www.cantinadiarceto.it

Vini 11

L’Agricola del Farneto

Vini 12

Latteria Cooperativa Tabiano via Le Piane, 1 42030 Viano (RE) Tel. 0522 988239

via Covetta, 50 42014 Castellarano (RE) Tel. 0536 253001 www.agrifarneto.it

Vini 13

Pasticceria Stefano s.n.c.

Parmigiano Reggiano 14

Prati Vini s.r.l. via N. Campanini, 2/3 42020 Borzano, Albinea (RE) Tel. 0522 591123 www.prativini.it

via G. di Vittorio, 10/A 42019 Scandiano (RE) Tel. 0522 856591 www.pasticceriastefanoscandiano.com

Pasticceria e prodotti da forno 15

Reggiana, Azienda Agricola

Vini 16

San Geminiano, Az. Agricola, s.s. via San Geminiano, 4 42020 Albinea (RE) Tel. 0522 598293

via Zacconi, 22 42020 Borzano, Albinea (RE) Tel. 0522 591129 www.aziendagricolareggiana.com

Vini 17

Tenuta di Aljano, Soc. Agr. s.s.

18

Vini Turismo

Vitivinicola Prati s.r.l. via Giuseppe Soglia, 3 42020 Borzano, Albinea (RE) Tel. 0522 591108 www.vitivinicolaprati.it

via Figno, 1 42019 Iano, Scandiano (RE) Tel. 0522 981193 www.tenutadialjano.it

19

Acetaia

Holidays & Tours corso Vallisneri, 19 42019 Scandiano (RE) Tel. 0522 981098 www.holitour.com

Promozione Turistica

51

Vini


Sant’Ilario d'Enza Calerno

22

13

12

Montecchio Emilia

8 21 18 Cavriago 15 02 Barco 6

Bibbiano 11

10 Quattro 14 San Polo Castella Montecavolo d'Enza 7 Puianello 10 9 16 1 19Salvarano Ciano Vezzano d’Enza sul crostolo 17

Canossa

Itinerario 3 CANOSSA E LA VAL D’ENZABorzanoTrinità Rossena

3

Ospitalità

di Canossa

1

Bedogni, Società Agricola - Le Barbaterre

2

via Cavour, 2/A 42020 Quattro Castella (RE) Tel. 0522 247573 www.barbaterre.it

20

4

La Vecchia 5

Casina

Conti Morini Mazzoli, Az. Agr. Corte Bebbi, Residenza di Campagna via Lazzaro Spallanzani, 119 42021 Barco, Bibbiano (RE) Tel. 0522 243056 www.cortebebbi.it

Agriturismo 3

La Quercia, Coop. Agricola Sociale

Agriturismo 4

via Crognolo, 16 42026 Canossa (RE) Tel. 0522 876160 www.coopquercia.it

via F. Lolli, 45, 42030 Montalto, Vezzano s/C (RE) Tel. 0522 858432 www.parcomatildico.com

Agriturismo 5

Parco Matildico di Montalto

Parco Avventura

Podere Elisa di Vanna Gandolfi & c. s.n.c. via Caduti della Bettola, 119 42027 La Vecchia, Vezzano s/C (RE) Tel. 0522 200014 www.podereelisa.it

Produttori

Ristorante 6

Acetaia Picci s.n.c.

7

Ca’ de Noci, Azienda Agricola via Fratelli Bandiera, 1/2 42020 Quattro Castella (RE) Tel. 0522 282321 www.cadenoci.it

via Emilio Roncaglio, 29 42025 Cavriago (RE) Tel. 0522 371801 www.acetaiapicci.com

Acetaia

52

Vini


Produttori

8

Cantine Due Torri nella Val d’Enza, Soc. Coop. Agr.

9

Cinque Campi, Azienda Agricola via F. Menozzi, 27, 42020 Puianello, Quattro Castella (RE) Tel. 0522 880702 www.cinquecampi.it

strada Barco, 2/4 42027 Montecchio Emilia (RE) Tel. 0522 864105 www.cantinaduetorri.it

Vini 10

Fattoria Rossi s.s.

Vino 11

via Dante Freddi, 396 42020 Quattro Castella (RE) Tel. 0522 371475

via G. Leopardi, 18, 42020 Montecavolo, Quattro Castella (RE) Tel. 0522 886813 www.fattoriarossi.it

Prodotti Tipici 12

Medici Ermete, Azienda Agricola Tenuta Rampata

Latteria Sociale Centro Rubbianino

Parmigiano Reggiano 13

Moro di Rinaldini, Azienda Agricola via Rivasi, 27, 42049 Calerno, Sant’Ilario d’Enza (RE) Tel. 0522 679190 www.rinaldinivini.it

Strada Sant’Ilario, 68/B 42027 Montecchio Emilia (RE) Tel. 0522 942135 www.acetaiamedici.it

Vini e Acetaia 14

Nonna Lea s.n.c.

Vini 15

Quarticello di Roberto Maestri, Azienda Agricola via Matilde di Canossa, 1/A 42027 Montecchio Emilia (RE) Tel. 0522 866220 www.quarticello.it

via M. Tito, 45/A 42020 Quattro Castella (RE) Tel. 0522 880133 www.nonnalea.it

Gastronomia 16

Salumificio Colli s.n.c.

Vini 17

via Val d’Enza Nord, 95 42026 Ciano d’Enza, Canossa (RE) Tel. 0522 878185 www.gianferrari.it

via Fratta, 10/A 42020 San Polo d’Enza (RE) Tel. 0522 873574 www.salumificiocolli.it

Salumificio 18

Salumificio Gianferrari F.lli di Gianferrari Mirco e V. s.n.c.

Tenuta la Piccola

Salumificio 19

Venturini Baldini, Società Agricola via Filippo Turati, 42, 42020 Roncolo, Quattro Castella (RE) Tel. 0522 249011 www.lambruscoreggiano.it

via Casoni, 3 42027 Montecchio Emilia (RE) Tel. 0522 864712 www.tenutalapiccola.it

Vini

53

Vini e Acetaia


Enti e Istituti

20

Andare a Canossa, Centro Turistico, di Mario Barnabei

21

Castello di Canossa, 1 42026 Canossa (RE) Tel. 0522 87715

via Copellini, 13 42027 Montecchio Emilia (RE) Tel. 0522 871271

Promozione Turistica 22

La Barchessa, Ass. Culturale Museo del Parmigiano Reggiano

Istituto Alcide Cervi viale F.lli Cervi, 9 42043 Gattatico (RE) Tel. 0522 678356 www.fratellicervi.it

Museo

54

Museo


Vetto Felina

Castelnovo ne‘ Monti Ramiseto

Carpineti 10 7

5 13

3 12

Cervarezza Busana

4 2

Collagna

6

Villa Minozzo

8

9

11

Ospitalità

Itinerario 4 L’ALTO APPENNINO 1

Cerreto 1

Albergo Ristorante Alpino

Ligonchio

2

Ristorante Lanterna del Parco piazza Primo Maggio, 1 42032 Cervarezza, Busana (RE) Tel. 0522 890253

via Provinciale, 1 42037 Passo del Cerreto, Collagna (RE) Tel. 0522 714012 http://albergoalpino.oneminutesite.it

Ristorante

Produttori

Ristorante, Albergo 3

Caseificio del Parco, Soc. Coop.

4

via val lonza, 4 42030 Ramiseto (RE) Tel. 0522 817108 www.caseificiodelparco.it

via del magnano, 8/10 42032 Cervarezza, Busana (RE) Tel. 0522 890192 www.fornodelborgo.it

Parmigiano Reggiano 5

Forno Pasticceria Simonazzi

Prodotti da Forno 6

piazza Martiri della Libertà, 12 42035 Castelnovo ne’ Monti (RE) Tel. 0522 812420 www.fornosimonazzi.com

Il Vascello del Monsignore Antica acetaia via Cà di Sotto, 5 42032 Cervarezza, Busana (RE) Tel. 0522 527521 www.ilvascellodelmonsignore.com

Prodotti da Forno 7

Forno del Borgo

La Natura, Azienda agriapistica

Acetaia 8

via Casa Gandolfo, 6 42033 Carpineti (RE) Tel. 0522 818165 www.agriapisticalanatura.it

Triglia srl - Alberto Triglia, l’Appennino appetitoso via Mentore Pagani, 39 42032 Cervarezza, Busana (RE) Tel. 0522 897121

Miele e Confetture

55

Gastronomia


Enti e Associazioni

9

Comune di Busana

10

Comune di Carpineti piazza Matilde di Canossa, 1 42033 Carpineti (RE) Tel. 0522 615091 www.comune.carpineti.re.it

via della LibertĂ , 36 42032 Busana (RE) Tel. 0522 891120 www.unionecomuni.re.it

Ente Pubblico - Museo del Sughero 11

Comune di Collagna

12

Comune di Ramiseto via Campo Grande, 22 42030 Ramiseto (RE) Tel. 0522817121 www.unionecomuni.re.it

piazza Natale Caroli, 6 42037 Collagna (RE) Tel. 0522 897120 www.unionecomuni.re.it

Ente Pubblico 13

Ente Pubblico

Con.v.a - Consorzio per la valorizzazione imprese, territori e persone via Giuseppe Micheli, 3/M 42035 Castelnovo ne’ Monti (RE) Tel. 0522 721821 www.buonappennino.it

Consorzio

56

Ente Pubblico


1 5

4

8

13 7 11 10

3

6 12

Ospitalità

Itinerario 5 CITTADINE RIVIERASCHE 1

Antica Golena - Le Terre della Contessa Az. Agr. Boscone

2

via Bosco, 3 42016 Boscone, Guastalla (RE) Tel. 0522 835384 www.anticagolena.it

Antica Trattoria Cognento di Becchi Gianluca

Hotel Sporting - Residenza d’epoca

Ristorante e vendita Gastronomia 4

Via Fontanesi, 2 42012 Campagnola Emilia (RE) Tel. 0522 663158 www.hotelsporting.re.it

L’Aurora, Bed & Breakfast via Adornini,18 42016 San Giacomo, Guastalla (RE) Tel. 0522 839305 www.bbaurora.it

Hotel 5

2

Via Picenardi, 11 42012 Cognento, Campagnola Emilia (RE) Tel. 0522 653828 www.cognento.it

Agriturismo 3

9

Bed & Breakfast

Motonave Ristorante Stradivari, Altobordo s.r.l. Porto Turistico Fluviale Lido Po 42022 Boretto (RE) Tel. 333 3616208 www.stradivariboat.it

Produttori

Ristorante 6

Acetaia San Giacomo

7

Strada Penella, 1 42017 Novellara (RE) Tel. 0522 651197 www.acetaiasangiacomo.com

Bedogna Emiliano, Azienda Agricola via Staffola 1, 42016 Tagliata, Guastalla (RE) Tel. 0522 825424 www.mostarderiabedogna.it

Acetaia

57

Confetture e Mostarde


Produttori

8

Cantina Sociale di Gualtieri, s.c.a.

9

Via don Mazzolari, 12 42012 Campagnola Emilia (RE) Tel. 0522 652862 www.parmigianoreggianocastellazzo.it

via S. Giovanni, 25 42044 Gualtieri (RE) Tel. 0522 828161 www.cantinasocialegualtieri.it

Vini 10

C.I.L.A. - Cooperativa Intercomunale Lavoratori Agricoli

Le Valli di Bartoli Ivan, Az. Agr. via colombo, 103 42017 Novellara (RE) Tel. 0522 652055 www.agricolalevalli.it

Vini, Angurie e Zucche Enti

La LibertĂ , Soc. Coop. Agr. via Ospitaletto, 6 42044 S.Vittoria, Gualtieri (RE) Tel. 0522 833170

Carni e Salumi

13

Parmigiano Reggiano 11

via Levata,46 42017 Novellara (RE) Tel. 0522 657131 www.coopcila.it

12

Caseificio Sociale Castellazzo

Club di Prodotto Terre del Fiume c/o Confesercenti Guastalla Galleria Gonzaga,1 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522 824323 www.terredelfiume.com

Promozione Turistica

58

Ortaggi e Riso


9 6

7

10

4

3

2

11 5

8 1 13 14

OspitalitĂ

Itinerario 6 CITTADINE INTERNE 1

12

Il Bove, Azienda Agricola Melioli

2

via Salimbene da Parma, 115 42020 Villa Sesso, Reggio Emilia Tel. 0522 533238 www.ilbove.it

Quercia Rossa di Franceschini via Dinazzano, 69 4215 Correggio (RE) Tel. 0522 696145

Agriturismo 3

Ristorante Il Favo

Agriturismo 4

via Gramsci, 10 42023 Villa Argine, Cadelbosco Sopra (RE) Tel. 0522 911480 www.ristoranteilfavo.it

San Giuseppe di Adriana Soldati & c, Soc. Agricola via Bertozzi, 24/26 42043 Taneto, Gattatico (RE) Tel. 0522 672533 www.agriturismosangiuseppe.com

Ristorante 5

Agriturismo

Trattoria Tre Spade via Roma, 3/A 42015 Correggio Tel. 0522 641500

Produttori

Ristorante 6

Fattoria Marchesini

7

via F.lli Gennaroli, 9 42043 Praticello, Gattatico (RE) Tel. 0522 678330 www.fattoriamarchesini.com

Gelosini, Azienda Agricola via Centododici, 6 42015 Mandrio, Correggio (RE) Tel. 0522 699264 www.gelosini.com

Prodotti Tipici

59

Prodotti Tipici


Produttori

8

Latteria Sociale Bagnolo in piano

9

via Case Melli, 80 42024 Castelnovo Sotto (RE) Tel. 0522 682572 www.latterialagrande.it

via G. da Bagnolo, 24 42011 Bagnolo in Piano (RE) Tel. 0522 952359

Parmigiano Reggiano 10

Latteria Sociale Lora

Parmigiano Reggiano 11

Latteria Sociale Nuova Mandrio via Mandrio, 48 42015 Correggio (RE) Tel. 0522 699497 www.latterianuovamandrio.it

via XXV Aprile 42040 Campegine (RE) Tel. 0522 677529 www.latterialora.it

Parmigiano Reggiano 12

Latteria Sociale Coop. La Grande

Parmigiano Reggiano

Nuova Latteria Fontana via Fontana, 12 42048 Rubiera (RE) Tel. 0522 627552 www.latteriafontana.it

Enti e Consorzi

Parmigiano Reggiano 13

Consorzio Promozione e Tutela dei vini DOP “Reggiano” e “Colli di Scandiano e Canossa” via Crispi, 3 42121 Reggio Emilia Tel. 0522 796565 www.vinireggiani.it

14

Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia via Crispi, 3 42121 Reggio Emilia Tel. 0522 796569 www.acetobalsamicotradizionale.it

Consorzio

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Consorzio


Tra le tipiche locande e agriturismi

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Campovolo: eventi e grandi concerti rock

Fotografia di Rossi Fotografi Reggio Emilia

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informazioni e contatti Strada dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa Strada dei Vini e dei Sapori delle Corti Reggiane Sede operativa Via Gualerzi, 34 - 42124 Reggio Emilia - Italy Tel. /Fax +39 (0)522/272320 e-mail: info@stradaviniesapori.re.it www.stradaviniesapori.re.it www.stradavinicortireggiane.it

La presente guida è stata realizzata per conto della Strada dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa e della Strada dei Vini e dei Sapori delle Corti Reggiane da: www.keymedia.it

Tutti i diritti sono riservati.

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Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: L’Europa investe nelle zone rurali Asse 3 misura 313

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