Guida alle architetture del Novecento in Calabria

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Guida alle

Architetture del

Novecento

in

Calabria a cura di

Fabrizia Berlingieri Laura Thermes

Kaleidoneditrice


s e z i o n e

s c i e n t i f i c a

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Guida alle

Architetture del

Novecento in

Calabria

a cura di Fabrizia Berlingieri Laura Thermes

Kaleidon


Coordinamento editoriale Laura Thermes Progetto grafico Fabrizia Berlingieri Redazione Kaleidon Stampa Arti Grafiche Solimene

2012 © KALEIDON di Roberto Arillotta Via Locri, 3 I-89128, Reggio Calabria telefax (+39) 0965.324211 libro@kaleidoneditrice.it

ISBN 978-88-88867-27-4 Sezione Scientifica - vol. 15 Tutti i diritti sono riservati www.kaleidoneditrice.it

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.


Nota dei curatori Laura Thermes, Un’istantanea architettonica Fabrizia Berlingieri, Opposizioni e continuità,

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Reggio Calabria: Istituto Tecnico R. Piria, Camillo Autore; Palazzo della Provincia, Camillo Autore; Palazzo Municipale, Ernesto Basile; Palazzo del Governo, Gino Zani; Palazzo del Genio Civile, Gino Zani; Museo della Magna Grecia, Marcello Piacentini; Teatro comunale F. Cilea, Francesco De Simone e Carlo Laviny; Rione Mussolini, Gino Zani; Tempio di San Giorgio alla Vittoria, Camillo Autore; Caserma dei Giovani Fascisti, Flaminio De Mojà; Stazione Centrale, Angiolo Mazzoni; Quartiere Ceep, Saul Greco; Sistemazione del Lido Comunale Zerbi, Pier Luigi Nervi; Facoltà di Ingegneria, Vincenzo Torrieri; Facoltà di Architettura, Antonio Quistelli; Facoltà di Agraria, Claudio D’Amato; Palazzo Campanella, Domenico Gimigliano; Centro Direzionale, Lucio Barbera; Nuovo Palazzo di Giustizia, Manfredi Nicoletti

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uno sguardo all’architettura contemporanea in Calabria

Provincia di Reggio Calabria

Provincia: Viadotto sulla fiumara Favazzina, Scilla, Riccardo Morandi; Viadotto Sfalassà, Bagnara Calabra, Silvano Zorzi; Case unifamiliari, Palmi, Costantino Dardi; Viadotto sulla Costa Viola, Bagnara Calabra, Riccardo Morandi; Viadotto Torbido III, Mammola, Pellegrino Gallo e Mario P. Petrangeli; Ventisette Alloggi, Polistena, Michele Cannatà e Fatima Fernandez; Casa Elia Borgese, Polistena, Michele Cannatà e Fatima Fernandez; Piazza Nicolas Green, Melicucco, Michele Cannatà e Fatima Fernandez; Chiesa Parrocchiale Santa Famiglia, Palmi, Isola Architetti; Residenze a schiera, Cardeto, Renato Partenope, Laura Thermes; Scuola Materna, Cardeto, Laura Thermes; Casa Canonica, Melicucco, Ottavio Amaro; Nuovo teatro di Siderno, Siderno, Franco Purini e Laura Thermes; Palazzina per Uffici, Gioia Tauro, Gianfranco Neri

Regesto

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Cosenza-Rende: Inam, Mario Ferrari; Regio Palazzo degli Uffici, Camillo Autore; Istituto delle Corporazioni, Giorgio Calza Bini e Mario De Renzi; Infail, Francesco Longobardi; Nuovo Palazzo Municipale, Salvatore Giuliani; Villa Ione, Salvatore Giuliani; Chiesa di San Nicola, Vittorio Ballio Morpurgo; Stazione Ferroviaria Vagliolise, Sara Rossi; Unità Polifunzionale, Massimo Pica Ciamarra; Residenze e servizi universitari, Enzo Zacchiroli; Università della Calabria, Vittorio Gregotti; Quartiere Europa, Empio Malara; Scuola Materna, Fernando Miglietta; Istituto Tecnico Commerciale, Antonio Berlingieri; Piazza dei Bruzi, Vincenzo Corvino e Giovanni Multari; La Città dei Ragazzi, Andrea Gambardella; Piazzetta Toscano, Marcello Guido; I Rivocati, Vincenzo Corvino e Giovanni Multari

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Provincia di Cosenza

Provincia: Viadotto Ruiz, San Mango d’Aquino, Carlo Cestelli Guidi; Ponte sul fiume Lao, Laino, Carlo Cestelli Guidi; Viadotto Friddizza, Altilia-Grimaldi, Salvatore Ruiz; Viadotto sul torrente Stupino, Rogliano, Silvano Zorzi; Scuola Rurale, Fuscaldo, Giancarlo Carnevale e Marina Montuori; Piazza Regina Margherita, Acquappesa, Massimiliano Fuksas; Museo del Cavallo, Bisignano, Marcello Guido

Regesto

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Catanzaro: Teatro comunale, Saul Greco; Complesso Mancuso, Saul Greco; Viadotto sulla Fiumarella, Riccardo Morandi; Sede Enel, Saul Greco; Nuova Banca d’Italia, Saul Greco; Viadotto sulla Fiumarella, TECNIC; Facoltà di Giurisprudenza, Alessandro Anselmi; Nuovo Teatro Politeama, Paolo Portoghesi; Svincolo urbano, Benito Gualtieri; Piazza Matteotti, Franco Zagari

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Regesto

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Crotone e Provincia: Borgo Turrutio, Scandale, Saul Greco; Villaggio Unra Casas, Cutro, Mario Fiorentino; Borgo Rurale, Cutro, Mario De Renzi; Mattatoio comunale, Santa Severina, Alessandro Anselmi; Piazza e Giardino comunale, Santa Severina, Alessandro Anselmi; Villaggio Tucano, Isola Capo Rizzuto, Antonio Berlingieri; Museo di Pitagora, Crotone, OBR

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Provincia di Catanzaro

Provincia di Crotone

Provincia di Vibo Valentia Vibo Valentia e Provincia: Nuovo abitato di Nardodipace, Nardodipace, Saul Greco; Prototipo unità residenziale, Briatico, Franco D’Ayala Valva; Viadotto di Pizzo, Pizzo, Salvatore Ruiz; Cementificio, Vibo Valentia, Riccardo Morandi; Serbatoio soprelevato, Vibo Valentia, Vincenzo Barbiero; Scuola Materna, Filadelfia, Tommaso Bevivino e Maurizio Costa

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Crediti Indice degli Autori

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Un’istantanea architettonica Laura Thermes

E’ veramente strana la struttura di questa mia regione; è piccola, limitata; le distanze, col senso che delle distanze abbiamo nel nostro secolo, sarebbero un gioco. Eppure non v’è regione più misteriosa e più inesplorata di questa; le dimensioni fisiche di una penisoletta, dimensioni ideali fantastiche. Corrado Alvaro

Il panorama architettonico calabrese, così come viene dalla catalogazione delle opere realizzate a partire dalla ricostruzione dopo il terremoto del 1908 fino ad oggi, delinea una regione ancora non investita, o interessata solo tangenzialmente e per lo più in modo incompleto, da quei fenomeni di trasformazione territoriale e urbana che hanno riguardato nel Novecento le principali città italiane. In questa regione non esistono ancora vere e proprie aree metropolitane, se si eccettuano le conurbazioni, ancora in formazione, Cosenza-Rende e Reggio Calabria-Villa San Giovanni, esempi di una configurazione debole delle strutture insediative a scala territoriale. Per contro queste due conurbazioni, specialmente la prima, si configurano, nonostante la loro incompletezza, come altrettante risorse da incrementare collegandole in rete con altre realtà urbane. A questo proposito va ricordato che recentemente la Regione Calabria ha istituito l’Area Metropolitana di Reggio Calabria, istituzionalizzando e rilanciando un processo di trasformazione territoriale che finora si era sviluppato autonomamente al di fuori di previsioni pianificatorie. Parallelamente alla condizione territoriale e urbana, la produzione architettonica, in particolare la più recente, possiede senza dubbio esempi significativi, ma questi sono non solo percentualmente scarsi rispetto a contesti più favoriti, ma risultano anche importati da fuori senza che le singole realtà territoriali e urbane le abbiano per così dire delineate nei loro caratteri funzionali e formali e nelle loro valenze pubbliche. In sessanta anni la penisola calabra, la cui ultima immagine compiuta, prima del cambiamento che ne ha rivoluzionato forse irreversibilmente il paesaggio, è di Lucio Gambi, è passata da quella fase di sottosviluppo storico chiamata dai viaggiatori stranieri che l’hanno percorsa per due secoli il pittoresco - in realtà una sorta di arresto del tempo - a una specie di auto-implosione non programmata, né, tanto meno, gestita. Gli interventi progettati non sono stati numerosi e non sempre di elevata qualità. Inoltre essi non si sono iscritti in una strategia complessiva, ma si sono inseriti in una sostanziale casualità di intenti e di potenzialità realizzative. Tuttavia è proprio questa condizione marginale che rende tali interventi altrettante testimonianze preziose ai fini di un diorama completo dell’architettura moderna italiana, nella quale momenti di straordinaria propulsività si alternano a fasi e a situazioni stagnanti e arretrate. Le ragioni della marginalità che caratterizza l’architettura calabrese e che, ad esempio, la differenzia notevolmente da quella siciliana, dipendono dalla condizione anomala di questa regione. Questa condizione, che è di sostanziale isolamento ma nello stesso tempo di orgogliosa volontà di vivere in modo autonomo e appartato, è determinata

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sostanzialmente dal ritardo con il quale si è cercato di fornire risposte a problemi in un certo senso già superati, seppure in maniera impropria. In particolare la Riforma Agraria, che in alcuni casi ha segnato una nuova e interessante configurazione del paesaggio, è stata avviata agli inizi degli anni Cinquanta quando già si era verificato un consistente esodo dalle campagne verso il Nord dell’Italia e verso l’estero. Questo ritardo non ha permesso un consolidamento dei centri rurali dell’interno, sia esistenti sia di nuova fondazione, centri che sono stati progressivamente abbandonati. Anche l’industrializzazione degli Anni ’70, mai completata e ben presto divenuta inoperante, non si è rivelata, come era negli auspici dei politici e delle popolazioni coinvolte, il motore di trasformazioni territoriali e urbane. Essa si è risolta unicamente nell’insediamento di complessi industriali e nell’apertura di nuovi porti, rimasti anch’essi inattivi subito dopo la loro ultimazione. Si tratta di complessi anche di grande dimensione, come Saline Ioniche, che hanno lasciato sul territorio più che i ruderi di un’archeologia industriale, i rottami di un’industrializzazione mancata, o, nel caso dei porti, vuoti in rovina, tranne quello di Gioia Tauro, riutilizzato con successo come terminal per container. L’emigrazione non ha richiesto nuove abitazioni e non si sono avuti, se non in modo sporadico e secondario, quegli interventi di edilizia economica e popolare che hanno determinato nel bene e nel male l’immagine delle periferie italiane. Sempre all’emigrazione è collegato il fenomeno edilizio più rilevante della Calabria, in una contraddizione solo apparente con quanto esposto finora. Se l’abbandono dei centri dell’interno, la perdita del presidio del territorio, la sconfitta della scommessa dell’industrializzazione hanno determinato una domanda ridotta di architetture per la città, dagli edifici pubblici alle strutture per i servizi, le rimesse dall’estero hanno alimentato un’economia delle abitazioni private. Un’economia distorta che ha prodotto un numero di edifici superiore alle esigenze reali, spesso abusivi, senza qualità, utilizzati per periodi limitati dell’anno, oggi privi di un apprezzabile valore immobiliare, sui quali potrebbe essere utile, anche ai fini di questa ricognizione, effettuare un’analisi dal momento che, anche in queste situazioni di illegalità, non è escluso di riscontrare qualche esempio degno di nota, fosse anche in negativo. Approfondendo quanto è stato scritto nel secondo paragrafo, l’evoluzione dell’urbanistica e dell’architettura in Calabria può essere scandita da eventi precisi. La ricostruzione di Reggio Calabria dopo il terremoto del 1908 con il Piano di Giuseppe De Nava e gli interventi architettonici di Ernesto Basile, di Giovanni Battista Zani, di Camillo Autore; l’azione dell’Opera Sila e della Riforma Agraria, che nel secondo dopoguerra dettero vita a esperimenti tanto innovativi quanto alla fine limitati e improduttivi; la realizzazione di grandi infrastrutture, come il tratto regionale dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, costellato di ponti e di viadotti di notevole e a volte eccezionale qualità costruttiva e architettonica. L’Università di Cosenza-Rende e di Catanzaro costituiscono altrettante soglie temporali coincidenti con accelerazioni delle dinamiche che hanno interessato la condizione del paesaggio e dei centri della Calabria. Paradossalmente anche la impropria rivolta innescata nel 1970 dal “Comitato di lotta per Reggio capoluogo”, nonostante le sue motivazioni localistiche e le sue rivendicazioni limitate e arretrate, è riuscita a fare sì che Reggio Calabria e Catanzaro scoprissero una coscienza di sé più ampia e motivata, iniziando un cammino che ha avuto esiti di una certa importanza. A causa della presenza di strutture universitarie le due città si presentano oggi come realtà in crescita, alla ricerca di migliori condizioni di vita e di una maggiore riconoscibilità nel contesto regionale e nazionale.

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All’interno della situazione fin qui delineata gli interventi più numerosi e interessanti hanno riguardato il sistema infrastrutturale stradale e le strutture universitarie. I ponti e i viadotti di progettisti importanti tra i quali Riccardo Morandi, Silvano Zorzi, Carlo Cestelli Guidi, alcuni dei quali purtroppo in corso di dismissione, sono la testimonianza di una splendida stagione dell’ingegneria italiana, così come l’Università della Calabria di Cosenza, quella di Reggio Calabria e le due Facoltà di Germaneto a Catanzaro rappresentano, insieme a pochi altri insediamenti di questo tipo, gli esempi più rilevanti dell’edilizia universitaria moderna in Italia. Anche in questo caso occorre però riconoscere che la consapevolezza che le opere citate siano esempi di cui essere orgogliosi non è ancora sufficientemente diffusa oltre il circuito ristretto degli addetti ai lavori. Il senso di appartenenza a un luogo si definisce anche a partire dal sentire come propri quelli che possono essere considerati come veri e propri monumenti del presente. L’istituzione relativamente recente delle Facoltà di Ingegneria e di Architettura a Cosenza e a Reggio Calabria è forse il motivo per il quale, tranne poche eccezioni, gli autori delle opere più rilevanti realizzate in Calabria non sono originari di questa regione. Per contro va messa in evidenza che queste scuole, associate alla fioritura di una serie di iniziative tese a diffondere in Calabria la cultura del progetto – conferenze, workshop, mostre, pubblicazioni – hanno attivato un interesse sempre più accentuato per le questioni riguardanti il paesaggio, la città, e l’architettura producendo una crescente qualità soprattutto, come si è detto, a proposito di Cosenza, ad opera delle nuove generazioni. Si tratta di una produzione che abbiamo ritenuto opportuno segnalare con una certa larghezza in questa ricognizione per il suo valore dimostrativo del cambiamento in atto. In effetti l’attuale architettura calabrese non è più il prodotto di una impostazione più o meno efficace di tematiche e di modalità realizzative provenienti da fuori. Sempre più spesso sono gli architetti e gli ingegneri che si sono formati in Calabria a operare sul territorio e nei centri urbani della Regione. Ne consegue che gli interventi riescono a interpretare meglio la scala e l’identità culturale dei luoghi con effetti positivi, seppure ancora quantitativamente ridotti, sul tono generale dell’ambiente paesistico e urbano calabrese. Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro sono i tre poli amministrativi e terziari che hanno registrato la maggiore crescita urbana. Negli ultimi dieci anni si è cominciata ad affermare la convinzione che un progetto civile non si dà senza un miglioramento complessivo del paesaggio, della città e dell’architettura. Come si è già detto, a Catanzaro e a Reggio Calabria tali segni sono incoraggianti, anche se i problemi da risolvere sono ancora tanti; a Cosenza la situazione è indubbiamente diversa. L’asse Cosenza–Rende, nonostante i suoi processi formativi siano ancora in atto, è ormai una realtà insediativa nella quale l’urbanistica e l’architettura sembrano avere stabilito un’alleanza che ha dato, e potrà dare ancora di più nel prossimo futuro, frutti importanti, consentendo alle nuove generazioni di architetti di costruire opere di notevole interesse. Prima di concludere queste riflessioni è forse utile aprire una breve parentesi. Per la sua stessa natura una rassegna ragionata di opere presenti in un determinato contesto territoriale non costituisce uno spazio discorsivo nel quale interrogarsi sul futuro del contesto stesso, anche se scorrere semplicemente le fotografie di città e di architetture propone un’immagine evolutiva di queste e dell’area di cui fanno parte.

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In questo senso ciò che è necessario mettere in evidenza è che la Calabria potrà migliorare la sua condizione solo a partire dall’aprirsi maggiormente ai territori con i quali intrattiene da sempre un rapporto privilegiato. Da tale punto di vista appare fondamentale che l’Area Metropolitana di Reggio Calabria confluisca in quella che è stata chiamata la Metropoli dello Stretto, ovvero una città costituita dall’unione delle conurbazioni fra Melito Porto Salvo e Gioia Tauro con quelle della costa siciliana fra Taormina e Milazzo. In una realtà di questo tipo, in grado di conferire a Reggio Calabria e a Messina una dimensione conforme alle logiche urbane che la globalizzazione sta imponendo, la quarantennale vicenda del Ponte sullo Stretto acquisterebbe un nuovo significato, sia che si decida di costruirlo sia che rimanga sulla carta. La Guida presenta una selezione di opere attraverso le quali è possibile ricostruire, anche se con qualche inevitabile lacuna, una storia urbanistica e architettonica della Calabria, una storia che è anche un racconto indiretto del cammino percorso dalla comunità regionale in cento anni. Si tratta degli esiti di un lavoro di catalogazione e di interpretazione critica nato dalle tematiche affrontate fin dalla sua istituzione all’interno del Dottorato di Progettazione Architettonica e Urbana “Il progetto dell’esistente e la città meridionale” dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, coordinato da chi scrive. La ricerca esposta in queste pagine si propone come un primo contributo – una sorta di istantanea architettonica – da approfondire e da integrare. Essa è una narrazione avvincente relativa al recente patrimonio architettonico che una Regione bella ma fragile come la Calabria ha saputo comunque aggiungere alle nobili tracce di un passato millenario che è ancora un luogo del mito, lo spazio di una idealità territoriale, urbana e architettonica ancora operante.

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Opposizioni e continuità,

uno sguardo sull’architettura contemporanea in Calabria Fabrizia Berlingieri

Una possibile riflessione sulla specificità dell’architettura contemporanea in Calabria oppone iniziali resistenze a chi, nello scorrere le pagine della Guida, cercasse di intravedere un profilo complessivo nelle opere presentate. Appare problematico, infatti, enucleare caratteri e invarianti che possano mettere in luce se non una via identitaria, quanto meno una lettura trasversale delle architetture e di queste rispetto ad una dimensione più ampia, quella cioè di un territorio e di un paesaggio regionale. Alcune motivazioni sono già note. Come è stato rilevato nel testo che precede, una prima ragione sta probabilmente nella quantitativamente scarsa produzione architettonica d’autore; la seconda nella provenienza esterna al panorama regionale di quelle figure che, con il loro operare, hanno maggiormente inciso la storia più recente di questa terra. E’ un dato rilevante, infatti, che la Calabria si evidenzi nella pubblicistica nazionale di settore quasi sempre per opere esemplari, commissionate e gestite dall’intervento pubblico quasi come se il territorio si concedesse favorevolmente ad una sperimentazione architettonica ed urbana indotta dall’esterno e forse per questo di volta in volta espressione di compromessi tra differenze culturali e radicamento al contesto. Ne sono ancora presenti testimonianze le opere di Ernesto Basile, Gino Zani, Camillo Autore per quanto riguarda l’opera di ricostruzione della città di Reggio Calabria; di Mario Fiorentino e Mario De Renzi nell’area cosentina e crotonese; ancora di Vittorio Gregotti, Alessandro Anselmi, Massimo Pica Ciamarra, Enzo Zacchiroli per i tre poli universitari; Silvano Zorzi, Riccardo Morandi per i viadotti autostradali, architetti di respiro nazionale ed internazionale che hanno operato nei processi fondativi della attuale immagine regionale. Ad uno sguardo più ampio, l’innesto di queste architetture notevoli non sembra però aver prodotto un adeguato riverbero nella configurazione contemporanea delle città e del paesaggio calabrese, sempre più spesso sotto i riflettori mediatici a causa di scelte e gestioni non sempre oculate delle proprie risorse. Si potrebbe registrare, al contrario, una posizione di inerzia critica, uno scollamento tra le realizzazioni esemplari citate sopra e una modalità spesso troppo generica del costruire in Calabria, affidato ad un pragmatismo operativo di ristrette vedute, privo sia di strategie unitarie, sia di reinterpretazione e rielaborazione critica dei modelli importati. Lo segnala una crescita urbana poco controllata, con le dovute eccezioni, ed una trasformazione della scena paesistica perpetuata nell’indifferenza del bene comune. Ma proprio queste opere, queste architetture nazionali importate in un contesto culturalmente periferico, segnalano alcune ragioni di una apparente assenza di memoria e identità, ragioni ascrivibili alle profonde trasformazioni che il territorio calabrese ha affrontato per tutto il corso dello secolo scorso. E cioè ad una progressiva riscrittura dei suoi luoghi. Nel Novecento in Calabria il rapporto tra insediamento, paesaggio e architettura si è ribaltato. Ancestralmente legata ai rilievi, l’antropizzazione in Calabria è cresciuta sostanzialmente su se stessa, con un radicale attaccamento al sito di origine, sistematicamente modificato senza abbandonarne i limiti. Le città, i villaggi, i borghi sono storicamente collocati al riparo da attacchi esterni, privilegiando un’internità

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del paesaggio, le aree montuose e collinari rispetto a quelle vallive e costiere con l’eccezione delle città portuali di origine greca come Reggio Calabria e Crotone. La costruzione esprimeva i tratti essenziali e il carattere iconografico dell’insediarsi rispetto al paesaggio proprio nel confluire senza soluzione di continuità della materia tellurica in quella artificiale, ergendosi come forza oppositiva e caparbia resistenza alla ostilità morfologica dei luoghi. Il Terremoto del 1908, coincidendo con l’avvento della modernità nella regione, sancisce un incipit di cambiamento dei caratteri insediativi. La città si apre al territorio, le alture sono progressivamente abbandonate a favore di un’urbanizzazione massiccia e continuata dei territori a valle e sulla costa, contribuendo alla formazione di nuovi fenomeni insediativi ancora oggi in via di strutturazione. Si pensi al caso di Cosenza, che fino al 1910 ha ricalcato fedelmente i limiti della città murata crescendo e ricrescendo su se stessa; solo successivamente alle azioni di bonifica del Ventennio fascista ha conquistato in modo progressivo il letto del Crati, arrivando oggi alla conurbazione di fatto con la limitrofa Rende e dilatandosi nelle previsioni future ad un unico sistema insediativo lineare di valle che ha l’altro capo nella piana di Sibari. Analogo caso per il capoluogo regionale, Catanzaro, città alta ed arroccata che ha le sue propaggini in Germaneto e Catanzaro Lido, per avallare dall’altro lato un interesse territoriale di congiunzione con Lamezia Terme. Ancora il sistema costiero unico tra Villa San Giovanni e Reggio Calabria, la dilagazione a macchia d’olio di Crotone e la fascia saturamente edificata del Medio ed Alto Tirreno Cosentino. Nel corso di quest’ultimo secolo l’ancestrale resistenza verso un’ostilità naturale sembra essere definitivamente accantonata a favore di una veloce conquista del territorio aperto, generando così una specie di duplicazione del paesaggio calabrese, se non una vera e propria rifondazione, lontana, neanche a dirlo, dai pittoreschi ritratti dei viaggiatori del secolo precedente. Ma se, come afferma Laura Thermes, “l’equilibrio tra luogo e sistema insediativo si traduce nell’elaborazione di un modello progettuale”1, viene da chiedersi se e come l’elaborazione di un nuovo modello progettuale si sia prodotto nel Novecento calabrese e se un equilibrio tra le parti sia stato raggiunto; ancora se si possa assistere, con un endemico ritardo, al formarsi di una maggiore consapevolezza critica del fare architettura in questa regione e dei suoi temi di specificità. Il radicale cambiamento delle modalità insediative non sembra, infatti, avere ancora prodotto un corrispettivo e convincente alter ego iconico nelle odierne configurazioni, e che questa metamorfosi con l’arrivo delle nuove tecniche costruttive della modernità abbiano generato una sorta di corto circuito culturale non ancora sanato e risolto. Ma a questo punto, e la Guida è stata occasione di importanti scoperte, vanno rese alcune distinzioni. Se è vero che il panorama generale dell’architettura in Calabria sembra avvalersi linguisticamente di una indistinta modernità, accettata senza criticità e promulgata senza alcuna interpretazione progettuale, è vero anche che durante questo viaggio all’interno della regione sono emerse figure, queste sì calabresi, ancora poco note o del tutto sconosciute a livello nazionale, che seppure minori e seppure operando in un contesto culturale oggettivamente difficile costituiscono un indubbio valore e restituiscono preziosi risultati di un fare teso alle prime orditure di un racconto in divenire. Architetti come Salvatore Giuliani, Mario Ferrari, Empio Malara a Cosenza, Saul Greco a Catanzaro, Francesco Albanese a Reggio Calabria, insieme alle nuove generazioni che operano in questi territori, rappresentano un segnale pienamente positivo nel riconoscere un volto peculiare dell’architettura contemporanea regionale.

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Il volto di questa modernità calabrese si esprime attraverso una compostezza linguistica che non presenta eccedenze né accese sperimentazioni, ma al contrario si distingue per una semplificazione di temi progettuali depurati da elementi non necessari o giustificabili. Una modernità che lega il suo proporsi alla gravità della terra e della materia, evidenziata nella compattezza e nella stereometria semplice dei volumi, nell’uso di materiali lapidei, nella stratificazione costruttiva largamente presente nelle opere presentate. Il rimando al peso del farsi architettura insieme ad una studiata semplicità e compostezza linguistica, ridipingono con toni contemporanei il volto di una regione non molto fortunata, una terra strutturalmente debole quanto delicata e sofferta. La Guida raccoglie, dopo una lunga gestazione dettata da un processo di continue ed a volte inaspettate acquisizioni, quasi duecento opere di architettura, comprendendo realizzazioni di spazi pubblici, di singoli manufatti architettonici, fino agli interventi di restauro ed ampliamento dell’esistente ed alle opere di ingegneria presenti nel processo di infrastrutturazione autostradale. La scelta di includere opere di così diversa natura edilizia è dipesa dalla volontà di narrare una storia regionale attraverso le sue testimonianze fisiche, cercando di cogliere in maniera più esaustiva possibile i processi di trasformazione in precedenza citati, al fine di restituire la complessità di questo passaggio di stato nella modernità. Questo potrebbe forse portare ad un’iniziale dispersione e una difficoltà di ritrovare un filo comune del discorso nella presentazione delle diverse sezioni territoriali di cui il volume si compone. Si è cercato, perciò, di articolare queste sezioni delle province non in modo geografico ma storico, presentando cronologicamente le maggiori trasformazioni urbane ed architettoniche che ne hanno cambiato il volto e segnato il futuro del proprio contesto. All’interno delle tre sezioni provinciali di Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro le architetture sono presentate in modo più ampio con la formulazione di singole schede ed alla fine il Regesto ne raccoglie altrettante sulle quali sarebbe necessario un futuro approfondimento. Dalla ricerca emergono opere inedite, come le case unifamiliari di Costantino Dardi a Palmi, ed altre la cui divulgazione nella pubblicistica non ha ancora trovato il necessario spazio ed una maggiore risonanza in un pubblico allargato. Questa Guida spera di esserne una prima traccia. Ringrazio, infine, la professoressa Laura Thermes che, offrendomi la possibilità di accompagnarla in questo viaggio, mi ha contestualmente dato l’occasione in quanto architetto calabrese che opera e lavora in questa regione di soffermarmi su ciò che più vicino allo sguardo a volte sfugge. Ed, in questo, un pensiero è rivolto a mio padre.

Laura Thermes, “Cercare il Paesaggio”, in Laura Thermes, Adriana Galbo, Marina Tornatora, Il restauro del paesaggio meridionale. Permanenze e trasformazioni dei paesaggi di Cutro, Iiriti Editore, Reggio Calabria 2007. 1

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Guida alle Architetture del Novecento in Calabria

Reggio Calabria

Istituto Tecnico R. Piria, Camillo Autore Palazzo della Provincia, Camillo Autore Palazzo Municipale, Ernesto Basile Palazzo del Governo, Gino Zani Palazzo del Genio Civile, Gino Zani Museo della Magna Grecia, Marcello Piacentini Teatro comunale F. Cilea, Francesco De Simone e Carlo Laviny Rione Mussolini, Gino Zani Tempio di San Giorgio alla Vittoria, Camillo Autore Caserma dei Giovani Fascisti, Flaminio De Mojà Stazione Centrale, Angiolo Mazzoni Quartiere Ceep, Saul Greco Sistemazione del Lido Comunale ammiraglio Genoese Zerbi, Pier Luigi Nervi Facoltà di Ingegneria, Vincenzo Torrieri Facoltà di Architettura, Antonio Quistelli Facoltà di Agraria, Claudio D’Amato Palazzo Campanella, Domenico Gimigliano Centro Direzionale, Lucio Barbera Nuovo Palazzo di Giustizia, Manfredi Nicoletti

Provincia di Reggio Calabria

Viadotto sulla fiumara Favazzina, Scilla, Riccardo Morandi Viadotto Sfalassà, Bagnara Calabra, Silvano Zorzi Viadotto sulla Costa Viola, Bagnara Calabra, Riccardo Morandi Case unifamiliari, Palmi, Costantino Dardi Viadotto Torbido III, Mammola, Pellegrino Gallo e Mario P. Petrangeli Ventisette Alloggi, Polistena, Michele Cannatà e Fatima Fernandez Casa Elia Borgese, Polistena, Michele Cannatà e Fatima Fernandez Piazza Nicolas Green, Melicucco, Michele Cannatà e Fatima Fernandez Chiesa Parrocchiale Santa Famiglia, Palmi, Isola Architetti Residenze a schiera, Cardeto, Renato Partenope, Laura Thermes Scuola Materna, Cardeto, Laura Thermes Casa Canonica, Melicucco, Ottavio Amaro Nuovo teatro di Siderno, Siderno, Franco Purini e Laura Thermes Palazzina per Uffici, Gioia Tauro, Gianfranco Neri

Regesto

Villa De Leo, Bagnara Calabra, Eugenio Mollino; Liceo Classico T. Campanella, Reggio Calabria, Camillo Autore; Scuola Elementare Principe di Piemonte, Reggio Calabria, Camillo Autore; Palazzo dei Tribunali, Reggio Calabria, Pietro P. Farinelli;Villa Zerbi, Reggio Calabria, Domenico Zerbi; Chiesa Madre, Reggio Calabria, Padre Carmelo Angelini; Biblioteca Comunale De Nava, Reggio Calabria, Pietro De Nava; Palazzo Spinelli, Reggio Calabria, Gino Zani; Palazzo Zani, Reggio Calabria, Gino Zani; Sala per Spettacoli Siracusa, Reggio Calabria, Giuseppe Canova e Antonio Barbaro; Chiesa di Gesù e Maria, Reggio Calabria, Gino Zani; Palazzo La Falce, Reggio Calabria, Pietro De Nava; Villa Pizzarello, Pellaro, Francesco Paglianiti; Villa Rosa Polimeni, Pellaro, Tiberio Frisina; Cassa di Risparmio, Reggio Calabria, Salvatore Giuliani; Chiesa di Santa Maria della Candelora, Reggio Calabria, Francesco Albanese; Viadotto sul vallone Carola, Scilla, Riccardo Morandi; Viadotto Oliveto, Scilla, Riccardo Morandi; Viadotto Sciarapotamo, Cinquefrondi, Pellegrino Galli e Mario P. Petrangeli; Chiesa di San Salvatore ai tre Mulini, Reggio Calabria, Antonio Quistelli; Edificio per abitazione ed uffici, Villa San Giovanni, Giovanni Matacena; Svincolo autostradale, Scilla, Alberto De Fez; Palasport, Pentimele, Reggio Calabria, Giuseppe Arena e Vincenzo Legnani; Casa Marchetta, Polistena, Michele Cannatà e Fatima Fernandes; Casa Lina, Galatro, Ottavio Amaro; Cimitero di Bagnara, Bagnara, Vincenzo Gioffrè; Piazzetta Amendolea, Condofuri, Reggio Calabria, Valerio Morabito e Antonio Dattilo; Casa Bambace, Villa S. Giovanni, Antonino Cogliandro e Benedetta Genovese; Centro Civico, Pellaro, Ottorino Laganà; Piazza e Fontana sul torrente Ieropotamo, Polistena, Marina Tornatora; Scuola elementare, Trizzino, Reggio Calabria, Michele Cannatà e Fatima Fernandes; Centro servizi l’Acquario, Reggio Calabria, Sud’Arch; Casa Praticò, Condofuri, Reggio Calabria, Giovanni Laganà; Cimitero di Calanna, Calanna, Patrizia De Stefano; Casa Cesario, Villa San Giovanni, Antonino Cogliandro e Benedetta Genovese; Recupero e restauro del castello S. Niceto, Motta San Giovanni, Vincenzo Laganà; Restauro e ampliamento del cimitero storico, Caulonia, Reggio Calabria, Carmela Agostino; Edificio Commerciale, Michele Seminara e Marina Tornatora; Parco letterario e dei viaggiatori, Pentedattilo, Sud’Arch


La provincia di Reggio Calabria

Melicucco Cinquefrondi Polistena Gioia Tauro Mammola Galatro Palmi Siderno Bagnara Calabra Scilla Villa San Giovanni Calanna

Trizzino Motta Cardeto S. Giovanni Reggio Calabria Pellaro Pentedattilo Condofuri

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Guida alle Architetture del Novecento in Calabria_ provincia di Reggio Calabria

Istituto Tecnico R. Piria

1913/1919

Camillo Autore architetto

Corso Vittorio Emanuele III Comune di Reggio Calabria

Rosa M. Cagliostro, Ricostruzione e linguaggi. Reggio Calabria: per una storiografia delle scritture architettoniche dopo il 1908, Casa del Libro Editrice, Roma 1981. Angela Marino, Ornella Milella (a cura di), La catastrofe celebrata, architettura e cittĂ a Reggio dopo il 1908, Gangemi Editore, Reggio Calabria - Roma 1988.

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Istituto Tecnico R.Piria, Camillo Autore

L’edificio occupa uno degli isolati del Piano disegnato da Giuseppe De Nava per la ricostruzione della città di Reggio Calabria dopo il terremoto del 1908. Ha un impianto trapezoidale a C, con tre lati che delimitano una corte e il fronte principale che prospetta sulla via Marina. I due lati corti sono entrambi corpi di fabbrica doppi, distribuiti da un corridoio centrale, mentre il lato sulla via Marina è servito da un corridoio che si affaccia sullo Stretto. I prospetti sono caratterizzati da partiture orizzontali, corrispondenti alla suddivisione in due piani, che poggiano su un basamento e sono contraddistinte da un diverso trattamento dell’intonaco di superficie: rustico al livello inferiore, con una suddivisione in bugne rispettivamente al primo e al secondo livello. Il coronamento, sorretto da una fitta serie di mensole, e le lesene verticali individuano un’ulteriore orditura che conferisce maggiore profondità all’articolazione dei prospetti. Le finestre, raccolte in partiture doppie e triple e sormontate da architravi con motivi floreali, sono distribuite simmetricamente rispetto agli assi centrali. Lo spazio dell’androne è caratterizzato da ricchi decori, lesene, busti marmorei e uno scalone che ne sottolinea la monumentalità. Attualmente l’edificio presenta alcune variazioni rispetto al disegno originale di Camillo Autore dovute a diversi adeguamenti funzionali che hanno interessato nel tempo la struttura scolastica. fp

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Palazzo della Provincia

1913/1920

Camillo Autore architetto

Gaetano Spinelli ingegnere

Piazza Italia Comune di Reggio Calabria

Rosa M. Cagliostro, Ricostruzione e linguaggi. Reggio Calabria: per una storiografia delle scritture architettoniche dopo il 1908, Casa del Libro Editrice, Roma 1981.

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Palazzo della Provincia, Camillo Autore

Il Palazzo della Provincia è uno dei quattro edifici che delimitano Piazza Italia, la piazza principale di Reggio Calabria, sulla quale prospetta con l’avancorpo che ospita gli ambienti di rappresentanza e la scala d’onore. Le facciate sono suddivise orizzontalmente in un basamento, che raccorda l’edificio con l’andamento del terreno, e nelle partiture corrispondenti ai due livelli superiori; nella prima le finestre si aprono su una superficie continua rivestita da bugnato, mentre nel piano nobile le bucature sono inquadrate da lesene e timpani leggermente ricurvi. La balaustra del basamento e quella del coronamento, nella quale si alternano motivi floreali e geometrici, insieme alla fascia continua dei balconi del primo livello, sottolineano l’andamento prevalentemente orizzontale della composizione, nel complesso semplice e rigorosa. Essa presenta il motivo di maggiore interesse nelle soluzioni d’angolo e nell’aggetto sul fronte principale, dove le finestre vengono inquadrate da solide semicolonne, che reggono una trabeazione in rilievo. fp

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Palazzo Municipale

1914/1918

Ernesto Basile architetto

Piazza Vittorio Emanuele Comune di Reggio Calabria Rosa M. Cagliostro, Ricostruzione e linguaggi. Reggio Calabria: per una storiografia delle scritture architettoniche dopo il 1908, Casa del Libro Editrice, Roma 1981. Daniele Colistra, Reggio Calabria, l’architettura e la città, Jason Editrice, Reggio Calabria 1995. Sergio Polano, Guida all’Architettura Italiana del Novecento, Electa, Milano 1991. Luciana Menozzi, Architettura e Regime, Reggio Calabria negli anni venti, Casa del Libro Editrice, Roma 1983.

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Palazzo Municipale, Ernesto Basile

Il Palazzo Municipale, opera di uno dei più raffinati protagonisti della stagione modernista e del Liberty Italiano, occupa il terzo lato della Piazza Italia e si sviluppa intorno ad una grande corte rettangolare suddivisa in quattro parti dall’asse di attraversamento che porta ai saloni interni e collega gli ingressi sul Corso Garibaldi e sulla strada ad esso parallela. Il fronte sulla piazza è contraddistinto da un grande portale sovrastato da una finestra tripartita, entrambi inquadrati da lesene di ordine doppio, che, oltre il coronamento dell’edificio, delimitano la partitura che accoglie al centro un grande orologio. La stessa soluzione, semplificata in alcuni dettagli, è riproposta negli altri due ingressi. L’intonaco, che si stende al di sopra della fascia in bugnato che dal basamento sale a circondare le finestre ad arco del piano terreno, è segnato da leggere ed eleganti modanature, mentre un cornicione sorretto da una fitta serie di mensole segna il coronamento dell’edificio, aggettivando con note chiaroscurali la superficie piana delle facciate. fp

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Palazzo del Governo

1915/1921

Gino Zani ingegnere

Via Miraglia, Piazza Italia Comune di Reggio Calabria Rosa M. Cagliostro, Ricostruzione e linguaggi. Reggio Calabria: per una storiografia delle scritture architettoniche dopo il 1908, Casa del Libro Editrice, Roma 1981. Massimo Lo Curzio (a cura di), L’architettura di Gino Zani per la ricostruzione di Reggio Calabria, Gangemi Editore, Roma 1986. Sergio Polano, Guida all’Architettura Italiana del Novecento, Electa, Milano 1991.

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Palazzo del Governo, Gino Zani

Il Palazzo del Governo occupa l’isolato del Piano De Nava fra la Piazza Italia, sede delle principali istituzioni pubbliche, e la via Marina, “il più bel miglio d’Italia”. L’impianto planimetrico è costituito da un quadrato regolare e da un rettangolo, il cui lato verso il mare subisce una leggera distorsione per seguire l’andamento del lungomare. L’edificio si articola intorno a due corti, sulle quali si aprono gli uffici e i corridoi di distribuzione che corrono parallelamente ai fronti stradali; tre scale sono posizionate secondo gli assi mediani, mentre lungo l’asse perpendicolare alla piazza sono disposti in successione l’atrio, gli scaloni principali, i grandi saloni del corpo che attraversa la corte centrale e la sala di rappresentanza sulla via Marina. La stessa distribuzione è riproposta al livello superiore. Tutti e quattro i prospetti sono regolati dalla stessa norma compositiva: piano basamentale che media il rapporto con l’altimetria del terreno, rivestimento a bugnato nel piano terreno, intonaco liscio nel piano superiore, partitura regolare delle bucature variata solo in corrispondenza degli avancorpi dell’ingresso e della sala sul mare, dove le finestre vengono incorniciate da colonne a tutto tondo. fb

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Cosenza-Rende

Inam, Mario Ferrari Regio Palazzo degli Uffici, Camillo Autore Istituto delle Corporazioni, Giorgio Calza Bini e Mario De Renzi Infail, Francesco Longobardi Nuovo Palazzo Municipale, Salvatore Giuliani Villa Ione, Salvatore Giuliani Chiesa di San Nicola, Vittorio Ballio Morpurgo Stazione Ferroviaria Vagliolise, Sara Rossi Unità Polifunzionale, Massimo Pica Ciamarra Residenze e servizi universitari, Enzo Zacchiroli Università della Calabria, Vittorio Gregotti Quartiere Europa, Empio Malara Scuola Materna, Fernando Miglietta Istituto Tecnico Commerciale, Antonio Berlingieri Piazza dei Bruzi, Vincenzo Corvino e Giovanni Multari La Città dei Ragazzi, Andrea Gambardella Piazzetta Toscano, Marcello Guido I Rivocati, Vincenzo Corvino e Giovanni Multari

Provincia di Cosenza

Viadotto Ruiz, San Mango d’Aquino, Carlo Cestelli Guidi Ponte sul fiume Lao, Laino, Carlo Cestelli Guidi Viadotto Friddizza, Altilia-Grimaldi, Salvatore Ruiz Viadotto sul torrente Stupino, Rogliano, Silvano Zorzi Scuola Rurale, Fuscaldo, Giancarlo Carnevale e Marina Montuori Piazza Regina Margherita, Acquappesa, Massimiliano Fuksas Museo del Cavallo, Bisignano, Marcello Guido

Regesto

Ex Banca Popolare Cosentina, Cosenza, Giovanni Battista Milani; Centrale elettrica, Calusia, Giovanni Muzio; Villino unifamiliare, Cosenza, Giorgio Calza Bini e Mario De Renzi; INPS, Cosenza, Guido Viola; Palazzo GIL, Cosenza, Giuseppe Berardi; Centrale elettrica, Savuto, Giovanni Muzio; Omni, Cosenza, Francesco Longobardi; Casa Pietro Morelli, Cosenza, Gustavo Giardini;Palazzo Incis terzo lotto, Cosenza, Francesco Longobardi; Casa Riccitelli, Cosenza, Mario Ferrari; Edificio Pellegrini, Cosenza, Mario Ferrari; Ponte sul Mucone, lago Cecita, Silvano Zorzi; Edificio Residenziale e Commerciale, Cosenza, Salvatore Giuliani; Edificio delle Poste, Cosenza, Francesco Lupinacci; Carcere Giudiziario, Cosenza, Mario Ridolfi; Edificio Residenziale Burza, Cosenza, Mario Ferrari; Ponte sullo Jannello, Laino, Carlo Cestelli Guidi; Archivio di Stato, Cosenza, Empio Malara; Viadotto sul torrente Salso, Firmo, Salvatore Ruiz; Ponte sul fiume Coscile, Castrovillari, Salvatore Ruiz; Viadotto Emoli, San Fili, Carlo Cestelli Guidi; Direzione Centrale ANAS, Cosenza, Empio Malara; Viadotto sul vallone Rago, Morano Calabro, Antonio Maffei e Piero Moroli; Viadotto Cubia, San Lucido, Carlo Cestelli Guidi; Liceo Classico Bernardino Telesio, Cosenza, Rocco Ferrari; Viadotto Monteluta, Paola, Carlo Cestelli Guidi; Edificio per abitazioni e uffici, Rende, Valentino De Rango; Seminario Cosentino, Rende, Empio Malara; Progetto pilota per lo IACP, Cosenza, Domenico Gimigliano; Palazzo Martino, Rende, Andrea Gambardella; I Gemelli, Rende, Antonio Berlingieri; Centro per le minoranze etniche albanesi in Calabria, San Giorgio Albanese, Marcello Guido; Viale Parco, Cosenza, Riccardo Wallach; Piazza B. Le Fosse, Rossano, Fernando Miglietta; Piazza Margherita, Fuscaldo, Attilio Nesi; Piazza Sprovieri, Acri, Mario Pisani; Piazza Molino, Cosenza, Giovanni Multari e Vincenzo Corvino


La provincia di Cosenza

Laino

Morano Calabro Castrovillari Firmo

San Giorgio Albanese Rossano

Acquappesa

Bisignano Acri

Fuscaldo

Paola

San Fili

San Lucido

Cecita

Rende Cosenza Rogliano

Altilia-Grimaldi

S. Mango D’Aquino Savuto

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Inam

1930/1940

Mario Ferrari architetto

Via degli Alimena Comune di Cosenza

Gregorio E. Rubino e Maria Adele Teti, Le città nella storia d’Italia. Cosenza, Edizioni Laterza, Bari 1997. Angela Carbone, “Aprile ’50. La tutela del razionalismo cosentino”, in Mappe. Percorsi di architettura, n.1, Cosenza 2007. Giovanni Giannattasio, Cosenza al di là dei fiumi, Edizioni 10/17, Salerno 1986.

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Inam, Mario Ferrari

Fondale scenico di un importante asse viario, al limite tra due differenti quote della trama urbana novecentesca, l’Inam è un chiaro punto di riferimento per lo sviluppo della città nuova. Il difficile posizionamento su strada è stato assunto come carattere distintivo dell’intervento traducendosi in una lieve concavità del corpo di fabbrica. Il fronte principale, rivestito in marmo, si stacca nella sua preziosità materica come una cortina autonoma ed è scandito con regolarità dalle bucature in rilievo, mentre sul fronte opposto il riverbero di questa inflessione produce una convessità aperta, dove le grandi vetrate del corpo scala restituiscono gli interni alla città ed al paesaggio. Emerge una contrapposizione dei due fronti e del ruolo urbano ad essi conferiti dal progettista. Questa diversità è sottolineata anche dalla funzione distributiva dell’asse longitudinale che da un lato struttura gli spazi seriali ed omogenei degli uffici, dall’altro lato invece incontra una maggiore articolazione e libertà nella configurazione degli ambienti destinati al pubblico ed ai degenti. fb

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Regio Palazzo degli Uffici

1933/1936

Camillo Autore architetto

Piazza XI Settembre Comune di Cosenza

Fulvio Terzi, La CittĂ Ripensata, Editoriale progetto 2000, Cosenza 2010.

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Regio Palazzo degli Uffici, Camillo Autore

Nel Regio Palazzo degli Uffici Camillo Autore corregge il classicismo storicista presente in un primo progetto redatto da Sergio Bonetti con una semplificazione dei partiti architettonici di matrice novecentesca e razionalista. L’edificio occupa l’isolato compreso tra piazza XI settembre e corso Mazzini, il principale asse viario di Cosenza; poggia su un basamento preceduto da un’ampia scalinata ed è regolato da un asse di simmetria che individua la parte centrale del prospetto attraverso alti piedritti. Questi segnalano l’ingresso al corpo di fabbrica a corte chiusa distribuito tramite una scala semicircolare vetrata, unica trasparenza data al manufatto che per il resto appare come un monolite compatto e scandito da un unico ordine di bucature. L’impianto planimetrico della corte è sviluppato attorno al corridoio di distribuzione centrale che serve sui due lati gli uffici per i quattro piani in elevazione. fb

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Istituto delle Corporazioni

(Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura)

1934/1940

Giorgio Calza Bini Mario De Renzi architetti con F. De Luca

Via Calabria Comune di Cosenza

Angela Carbone, “Aprile ’50. La tutela del razionalismo cosentino”, in Mappe. Percorsi di architettura, n.1, Cosenza 2007. Giovanni Giannattasio, Cosenza al di là dei fiumi, Edizioni 10/17, Salerno 1986.

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Istituto delle Corporazioni, Giorgio Calza Bini e Mario De Renzi

L’edificio occupa un lotto angolare del tessuto urbano consolidato, tra via Calabria e viale degli Alimena. Il complesso è costituito da due volumi principali: il primo curvilineo definisce il fronte di accesso ed è destinato alla ricezione del pubblico; il secondo rettangolare si dispone in aderenza alle cortine edilizie ed ospita la sala riunioni e gli uffici. I due corpi risultano accostati mediante un ulteriore elemento di snodo arretrato rispetto al filo stradale, che ospita un secondo ingresso e gli spazi di connessione verticale. Il volume curvilineo si dispiega secondo una doppia assialità: l’ampio accesso disposto trasversalmente, come un intaglio rispetto alla compatta stereometria del fronte, introduce la successione spaziale del primo androne, dell’ampia sala di ricezione ed infine dell’elegante corpo scala che aggetta a semicerchio sullo spazio interno. Il secondo asse coincide con la distribuzione longitudinale curvilinea che suddivide l’interno in due parti simmetriche destinate alle attività aperte al pubblico. fb

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Infail

1939/1940

(Sede Inail)

Francesco Longobardi ingegnere

Via Isonzo Comune di Cosenza

Giovanni Giannattasio, Cosenza al di lĂ dei fiumi, Edizioni 10/17, Salerno 1986. Fulvio Terzi, La CittĂ Ripensata, Editoriale progetto 2000, Cosenza 2010.

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Infail, Francesco Longobardi

La sede dell’Infail occupa un intero isolato della città costruita nel periodo fascista e si caratterizza per un impianto planimetrico simmetrico e chiuso che delimita una corte aperta sul fronte secondario. La semplice e regolare stereometria dell’edificio presenta lungo l’asse principale un arretramento del piano di facciata, in corrispondenza del quale il basamento in travertino diventa un vero e proprio pronao che ospita gli ingressi. La composizione delle bucature, regolari su tutto il fronte, assume un’accezione decorativa attraverso l’uso di pronunciati riquadri per le cornici, con una singolare eccezione sul prospetto laterale dove queste sono accompagnate da un continuo marcapiano per la balconata, con profondità variabile. I rivestimenti esterni si differenziano secondo l’esposizione dei fronti: arenaria per quello principale, laterizio ed intonaco per gli altri. Dalla corte si accede ai corpi scala degli uffici, mentre gli spazi al piano terra sono destinati al pubblico secondo uno schema distributivo centrale che articola in modo semplice lo spazio interno ad eccezione dell’ampio androne di ingresso. fb

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Catanzaro

Teatro comunale, Saul Greco Complesso Mancuso, Saul Greco Viadotto sulla Fiumarella, Riccardo Morandi Sede Enel, Saul Greco Nuova Banca d’Italia, Saul Greco Viadotto sulla Fiumarella, TECNIC Facoltà di Giurisprudenza, Alessandro Anselmi Svincolo urbano, Benito Gualtieri Nuovo Teatro Politeama, Paolo Portoghesi Piazza Matteotti, Franco Zagari

Regesto

Municipio di Cerva, Sila Piccola, Saul Greco; Montes Bar, Catanzaro, Saul Greco; Chiesa di Pontegrande, Catanzaro, Saul Greco; Casa Rizzo, Catanzaro, Saul Greco; Casa Da Vinci, Catanzaro, Saul Greco; Palazzo della Provincia, Catanzaro, Saul Greco; Nuova sede della Società Elettrica delle Calabrie, Catanzaro, Saul Greco; Ospedale Pugliese, Catanzaro, Saul Greco; Quartiere, Catanzaro, Saul Greco; Sede ANAS, Catanzaro, Saul Greco; Palazzo Bertucci, Catanzaro, Saul Greco; Magazzini Bertucci, Nicastro, Saul Greco; Teatro e Palazzo Proto, Catanzaro, Saul Greco; Tomba di Famiglia, Catanzaro, Saul Greco; Palazzo Furci, Lametia Terme, Saul Greco; Cappella Concolino, Catanzaro, Saul Greco; Palazzo di Giustizia, Nicastro, Saul Greco; Viadotto sul fiume Grande, Nocera Terinese, Carlo Cestelli Guidi; Sistemazione Bellavista, Catanzaro, Saul Greco; Palazzo Ambrosio, Catanzaro, Saul Greco; Villaggio, Stalettì, Franco Pierluisi; Albergo, Stalettì, Franco Pierluisi; Policlinico, Catanzaro, Giuseppe Rebecchini; Palazzo Aronne, Catanzaro, Giovanni Multari e Vincenzo Corvino


La provincia di Catanzaro

Nocera Terinese

Sila Piccola

Lamezia Terme Nicastro Catanzaro StalettĂŹ

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Teatro comunale

1953

Saul Greco architetto

Corso Mazzini Comune di Catanzaro

Marcello Sestito (a cura di), Saul Greco, lo scatto angolare, Grafiche Simone, Catanzaro 2007.

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Teatro Comunale, Saul Greco

L’impianto architettonico è articolato in due volumi distinti anche strutturalmente da un giunto tecnico, il primo si affaccia su corso Mazzini e comprende gli ingressi al teatro, la biglietteria, il bar oltre a una serie di negozi e ai collegamenti verticali per gli uffici disposti ai piani superiori; mentre il secondo racchiude la scena, la platea e i due ordini di gallerie. I volumi sono disposti su quote altimetriche diverse e lo scarto determina una sezione articolata e complessa. Per ovviare alla mancanza di uno spazio antistante di riverbero dell’edificio la composizione del prospetto sul corso amplia il rapporto tra l’interno e l’esterno attraverso un loggiato vetrato e anticipa la percezione della spazialità interna mediante l’ordine doppio del balcone sulla sala a due livelli del teatro. L’edificio ha subito nel tempo consistenti modifiche perdendo, soprattutto nel trattamento del prospetto sul corso Mazzini, parte dell’originario rigore compositivo. fs

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Complesso Mancuso

1958/1959

Saul Greco architetto

Via San Nicola Comune di Catanzaro

Marcello Sestito (a cura di), Saul Greco, lo scatto angolare, Grafiche Simone, Catanzaro 2007.

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Complesso Mancuso, Saul Greco

Il Complesso Mancuso presenta una planimetria molto articolata, dettata dalla forma irregolare dell’isolato urbano che l’edificazione ha completato concludendo la fila degli edifici situati lungo via della Posta. Il complesso, che ospita spazi commerciali, residenze e uffici, è attraversato da una galleria pubblica a doppia altezza, che permette un collegamento diretto con l’area del Teatro Comunale, alla fine degli anni Cinquanta ancora non realizzato. I due prospetti su strada sono compositivamente molto diversi: uno è segnato da una fitta serie di lesene accuratamente modellate che tendono ad accentuare una tessitura prevalentemente verticale, mentre nell’altro la fascia continua delle bucature, separate da setti murari e sottolineata da elementi architettonici che generano profonde ombre, prevale la partitura orizzontale dei cinque livelli in cui è articolato il volume che li unifica aggettando con un leggero sbalzo dal basamento dei negozi. sa

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Viadotto sulla Fiumarella

1958/1961

Riccardo Morandi ingegnere

Raccordo Strada Statale 280-Catanzaro Comune di Catanzaro Giorgio Boaga (a cura di), Riccardo Morandi Ingegnere Italiano, Rizzoli, Milano 1986. Lara Vinca-Masini (a cura di), Riccardo Morandi, De Luca Editore, Roma 1964. Edmondo Marrone, “Una lettera dal Sud�, in Architettura Cronache e Storia, n.3, luglio 1962. Giuseppe Imbesi, Maurizio Morandi, Francesco Moschini (a cura di), Riccardo Morandi: innovazione tecnologia progetto, Gangemi Editore, Roma-Reggio Calabria 1991.

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Viadotto sulla Fiumarella, Riccardo Morandi

Il viadotto situato sul raccordo tra la Strada dei due Mari e la città di Catanzaro supera un fondovalle la cui profondità dal piano d’impalcato è di circa 130 m. La distanza tra le rispettive sponde è di circa 230 m.; la lunghezza complessiva del viadotto è di 600 m. ed è risolta con un arco di 236 m. di luce e da otto campate laterali. La soluzione strutturale adottata consiste in un impalcato stradale sostenuto da montanti in c.a. inclinati rispetto alla verticale di 15°30’ poggianti sull’arco sottostante, che trovano prosecuzione nelle strutture a cavalletto dei viadotti di accesso. L’arco, in c.a. costruito su centina, è costituito da due parti distinte con sezione a cassone che si biforcano in prossimità delle imposte. Tale soluzione tende a ridurre al minimo i quantitativi di calcestruzzo con conseguente riduzione dei pesi propri. Di grande interesse è poi l’adozione dei ritti, anch’essi in c.a. gettato in opera; lo studio della composizione delle varie membrature e la razionalità della loro disposizione conferisce una particolare espressività all’opera, vera e propria porta della città. gs

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Sede Enel

1962/1963

Saul Greco architetto

Via Aldo Barbaro Comune di Catanzaro

Marcello Sestito (a cura di), Saul Greco, lo scatto angolare, Grafiche Simone, Catanzaro 2007.

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Sede Enel, Saul Greco

La sede amministrativa dell’Enel è costituita da un volume principale, compatto e stereometrico, in cui si incastrano due corpi con gli elementi di risalita distinti da questo per altezza e per definizione materico‐cromatica. L’incastro è risolto da nette piegature della superficie muraria ed è evidenziato da partiture vetrate verticali. I sette livelli dell’edificio per uffici sono avvolti da un piano omogeneo in cemento facciavista scandito da file di vetrate in alluminio e vetro sui lati lunghi e del tutto chiuso sui lati corti del volume, aggettivati soltanto da una scatola vetrata aggettante all’ultimo piano. Pochi elementi segnalano gli ingressi al pianoterra, la balaustra di chiusura definisce con un’ombra la conclusione in alto dell’edificio in cui misura e serialità diventano i temi compositivi principali. fs

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Guida alle Architetture del Novecento in Calabria

Crotone e Provincia

Borgo Turrutio, Scandale, Saul Greco Villaggio Unra Casas, Cutro, Mario Fiorentino Borgo Rurale, Cutro, Mario De Renzi Mattatoio comunale, Santa Severina, Alessandro Anselmi Piazza e Giardino comunale, Santa Severina, Alessandro Anselmi Villaggio Tucano, Isola Capo Rizzuto, Antonio Berlingieri Museo di Pitagora, Crotone, OBR


La provincia di Crotone

Santa Severina Scandale Cutro

Crotone

Isola Capo Rizzuto

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Borgo Turrutio

1945/1954

Saul Greco architetto

Strada Statale 107 bis Comune di Scandale

Marcello Sestito (a cura di), Saul Greco, lo scatto angolare, Grafiche Simone, Catanzaro 2007. Edilizia Popolare, n.251, 1997.

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Borgo Turrutio, Saul Greco

Il Borgo Turrutio, uno dei centri rurali costruiti a seguito della Riforma Agraria attuata negli anni Cinquanta dall’Opera per la Valorizzazione della Sila, si trova su una porzione di terreno in falsopiano tra le colline di Scandale. La contrada, in tutto composta da una ventina di edifici a due piani con copertura a falde, si sviluppa parallelamente alla strada esistente per una lunghezza di poco superiore ai duecento metri, generando un complesso che si appoggia in maniera organica sul terreno. Il cuore dell’edificato è rappresentato dalla piazza sulla quale si affacciano differenti tipologie abitative a bassa densità e completamente immerse nel verde. Il tutto è racchiuso da un viale alberato che da vita a una spezzata e racchiude la cerchia di case rurali poste a presidio dei terreni agricoli. In coincidenza della piegatura della via di comunicazione principale e in opposizione al nucleo centrale dell’abitato, si trova come unica emergenza la chiesa, il cui corpo principale si articola su una pianta ottagonale riconducibile a un quadrato. Il progetto, sulla mediana del lato opposto della preesistente strada carrabile, prevede infine un insieme di abitazioni a sviluppo lineare atte a garantire un adeguato ancoraggio dell’intero sistema all’unica via di collegamento con i centri urbani circostanti. Il complesso versa oggi in stato di degado. ea

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Villaggio Unra Casas

1950/1951

Mario Fiorentino architetto

LocalitĂ Orto Nuovo Comune di Cutro

Edilizia Popolare, n.251, 1997.

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Villaggio UNRA CASAS, Mario Fiorentino

Il Villaggio Unra Casas, oggi in grave stato di abbandono, è stato realizzato dall’Ente Opera Sila (OVS) nei primi anni Cinquanta in località Orto Nuovo nell’area di un latifondo esterna al centro abitato. E’ composto da trecentocinquanta abitazioni, articolate in tre diverse tipologie edilizie: due a pianta rettangolare e una a pianta quadrata. Le prime due, con tetto a falde, sono composte da tre alloggi aggregati a grappolo con un corpo più grande, nel quale ad ogni abitazione corrisponde una bottega artigianale al piano terra. Le case a pianta quadrata con tetto a padiglione sono isolate e sono usate come elementi di cerniera del tracciato regolatore. I muri perimetrali delle case, che poggiano a terra con un gradonesedile, delimitano spazi comuni chiusi e semichiusi, unità di vicinato attrezzate con pergole per favorire i rapporti fra gli abitanti. ms

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Borgo rurale

1958

Mario De Renzi architetto

Corso Nazionale, Strada Statale 106 Comune di Cutro

Edilizia Popolare, n.251, 1997.

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Borgo rurale, Mario De Renzi

Il borgo è stato realizzato alla fine degli anni cinquanta nell’abitato di Cutro dall’Ina-Casa per ospitare la popolazione che non aveva beneficiato dell’assegnazione di terre da coltivare nella fase di attuazione della Riforma Agraria. L’impianto è una piccola corte con un lato aperto, delimitata da case a schiera a due piani con annessi locali per attività artigianali. Il blocco centrale della U è utilizzato come fondale chiuso, mentre i due laterali si aprono verso la strada di comunicazione con il centro abitato. Il carattere rurale dell’intervento è sottolineato dalla scelta della tipologia delle case a schiera e dalla presenza sul retro o all’interno della corte di orti-giardino privati, che il progettista ha utilizzato anche come mediazione con gli spazi pubblici adiacenti. Le singole unità abitative con copertura a falde, dai volumi semplici e chiari, sono leggermente slittate l’una rispetto all’altra, in modo da suggerire l’immagine di un insieme di case unifamiliari piuttosto che quella dell’isolato urbano. L’intervento, come quasi tutti quelli realizzati negli stessi anni, si presenta in una condizione di notevole degrado, ma ancora si può apprezzare l’attenzione e la cura dei dettagli che hanno caratterizzato il progetto. ms

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Mattatoio comunale

1975

Alessandro Anselmi

architetto con G. PatanĂŠ, G. Angotti

Loc. Piedigallucco Comune di Santa Severina

Claudia Conforti, Jacques Lucan (a cura di), Alessandro Anselmi, Electa Mondadori, Milano 1997.

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Mattatoio comunale, Alessandro Anselmi

Il Mattatoio, che fa parte di una serie di opere realizzate da Alessandro Anselmi per conto dell’Amministrazione Comunale di Santa Severina, è localizzato a circa un chilometro dal centro abitato, all’inizio di una vallata coltivata ad agrumeto. L’edificio è costituito da due fabbricati affiancati, dalle forme geometriche semplici. Quello destinato alla macellazione è strutturato sulla base di una sovrapposizione di geometrie differenti; la pianta circolare è organizzata intorno a uno spazio a doppia altezza di forma quadrata, dove avveniva la macellazione vera e propria, coperto da un volume ottagonale che contiene un lucernaio che illumina lo spazio sottostante dall’alto. Su questa sala si affacciano i locali di servizio, le celle frigorifere, i depositi, gli uffici amministrativi e veterinari e i servizi igienici. Il secondo edificio, più basso, replica le dimensioni e la forma quadrata dello spazio centrale del corpo adiacente ed era adibito alla sosta del bestiame e a macello contumaciale per i capi infetti. Allo stato attuale l’edificio non è accessibile al suo interno. ms

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Guida alle Architetture del Novecento in Calabria

Vibo Valentia e Provincia

Nuovo abitato di Nardodipace, Nardodipace, Saul Greco Prototipo di unità residenzial, Briatico, Franco D’Ayala Valva Viadotto di Pizzo, Pizzo, Salvatore Ruiz Cementificio, Vibo Valentia, Riccardo Morandi Serbatoio soprelevato, Vibo Valentia, Vincenzo Barbiero Scuola Materna, Filadelfia, Tommaso Bevivino e Maurizio Costa


La provincia di Vibo Valentia

Filadelfia

Pizzo Briatico

Vibo Valentia Nardodipace

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Nuovo abitato Nardodipace

1952

Saul Greco architetto

Corso Alcide De Gasperi Comune di Nardodipace

Marcello Sestito (a cura di), Saul Greco, lo scatto angolare, Grafiche Simone, Catanzaro 2007.

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Nuovo abitato di Nardodipace, Saul Greco

L’impianto del nuovo centro di Nardodipace, costruito su un’area di circa dodici ettari a seguito dei disastri prodotti dall’alluvione che nel 1951 si è abbattuta sulle colline del versante ionico della provincia di Catanzaro (oggi Vibo Valentia), è basato fondamentalmente su tre giaciture: due compongono una maglia ortogonale ruotata di circa trenta gradi lungo l’asse nord-sud, mentre la terza è ruotata di centoventi gradi rispetto al viale principale. Su quest’ultimo si attestano le tipologie uni e bi-familiari che seguono l’andamento della griglia, mentre il resto dell’abitato – case in linea a due piani di trentadue metri per dodici - risente nella sua disposizione della piegatura introdotta per sfruttare al meglio l’orientamento del sole. Il municipio e i servizi pubblici occupano un lotto quadrato nel nucleo centrale del tracciato; la chiesa con le opere parrocchiali definisce la quinta prospettica dell’asse viario nel punto in cui esso cambia direzione. Il linguaggio è quello che può ascriversi all’interno della corrente del neorealismo che ha segnato buona parte delle espressioni artistiche di quegli anni. ea

199


Guida alle Architetture del Novecento in Calabria_ provincia di Vibo Valentia

Prototipo di unitĂ residenziale

1965

Villaggio Hotel Torre Rocchetta Franco D’Ayala Valva architetto

Via Marina, loc. San Giorgio Comune di Briatico

Cronaca di Catanzaro, n.237, anno LXXV.

200


Prototipo di unità residenziale, Franco D’Ayala Valva

Oggi ridotta allo stato di rudere e utilizzata come ricovero di attrezzi agricoli, questo frammento di architettura organica è situato in località San Giorgio della Marina di Briatico, in prossimità della torre cavallara detta la Rocchetta. L’unità fu progettata dall’architetto D’Ayala Valva, allievo di F. L. Wright, nel 1965 come prototipo residenziale per un villaggio turistico-hotel promosso dalla Cassa del Mezzogiorno e di proprietà di una società francese consociata alla Sovritour. Il progetto generale prevedeva un complesso di centosettantacinque appartamenti ed un insieme di servizi di ristorazione. Planimetricamente la piccola abitazione richiama la figura del triangolo attraverso il limite di un lungo muro perimetrale su cui si dispongono i vari ambienti delimitando così i lati della figura geometrica. Lo spazio interno dei vani si articola attorno all’elemento baricentrico della scala che porta ad un terrazzo alla quota superiore e sostiene, assieme al muro, la copertura anch’essa triangolare, la cui inclinazione rispetto al piano del terrazzo consente di comprendere prospetticamente il carattere del manufatto. gsa

201


Guida alle Architetture del Novecento in Calabria_ provincia di Vibo Valentia

Viadotto di Pizzo

1967/1969

Salvatore Ruiz ingegnere

Autostrada A3, Salerno-Reggio Calabria Comune di Pizzo

202


Viadotto di Pizzo, Salvatore Ruiz

L’opera, con i suoi 1950 m., è il viadotto più lungo del tratto calabrese dell’Autostrada del Sole e l’ultimo ad essere visibile dalla costa provenendo da sud. Il telaio strutturale è composto complessivamente da quarantasette campate, di cui quarantadue hanno una luce costante di 42,50 m. e cinque, in prossimità di un rialzamento della quota del terreno che si approssima alla linea d’impalcato, hanno una luce di 20 m. Le travi sono del tipo prefabbricato in c.a.p.; l’impalcato presenta due corsie su piani contigui di 9,50 m. ciascuna; le pile sono in c.a. a sezione scatolare cava gettate in opera e raggiungono l’altezza massima di 53 m. Il rapporto instaurato dal viadotto con il paesaggio circostante è estremamente interessante: esso si adagia a mezza costa seguendo l’orografia della propaggine più settentrionale del Poro e, simile ad una cinta muraria, sovrasta a monte gli abitati di Pizzo Calabro e Vibo Marina. Il Costiera di Pizzo, grazie alle sue dimensioni scandite ritmicamente dal chiaroscuro del telaio strutturale, si confronta con la scala dell’intero invaso del golfo di Sant’Eufemia, da cui anche a grande distanza risulta chiaramente visibile ponendosi in tal senso come un preciso riferimento territoriale. gs

203


Guida alle Architetture del Novecento in Calabria_ provincia di Vibo Valentia

Cementificio

1968

Riccardo Morandi ingegnere

Viale Senatore D.L. Parodi, loc. Vibo Marina Comune di Vibo Valentia

204


Cementificio, Riccardo Morandi

Il complesso industriale realizzato su progetto di Riccardo Morandi in un’area di 180.000 mq. posta in contiguità con il nucleo consolidato di Vibo Marina, ha ancora oggi la sua funzione di cementificio sotto l’egida della Italcementi. Edifici dismessi, di sicuro interesse in quanto classificabili come le prime applicazioni dell’uso del cemento armato in Calabria in fabbricati caratterizzati da grandi luci strutturali, convivono con i nuovi manufatti realizzati negli anni Ottanta, che per scala e dimensione sovrastano il tessuto minuto del centro tirrenico. L’impianto planimetrico è caratterizzato dalla presenza del corpo lineare dell’Hangar di raccolta degli inerti. Esso registra, nella reiterata scansione delle costole strutturali della copertura voltata, la misurazione di un fuori scala planimetrico equilibrato dalla spiccata verticalità delle tre torri di combustione. Queste - con una sezione circolare a raggio variabile, dai 5 m. di diametro della base fino ai 3 m. del comignolo - svettano a 52 m. dal suolo. ar

205



Indice degli autori Agostino, Carmela

Albanese, Francesco

Amaro, Ottavio

Angelini, Carmelo

Anselmi, Alessandro

Arena, Giuseppe - Legnani, Vincenzo

Autore, Camillo

Restauro e ampliamento del cimitero storico, Caulonia

88-93 r

Casa Canonica, Melicucco

80/81

Chiesa di Santa Maria della Candelora, Reggio Calabria Casa Lina, Galatro

Chiesa Madre, Reggio Calabria

Facoltà di Giurisprudenza, Catanzaro

Mattatoio comunale, Santa Severina

Piazza e Giardino comunale, Santa Severina Palasport, Pentimele, Reggio Calabria

Istituto Tecnico R. Piria, Reggio Calabria

Palazzo della Provincia, Reggio Calabria

Tempio di San Giorgio alla Vittoria, Reggio Calabria Liceo Classico T. Campanella, Reggio Calabria

Scuola Elementare Principe di Piemonte, Reggio Calabria Barbera, Lucio

Barbiero, Vincenzo

Basile, Ernesto

Berardi, Giuseppe

Berlingieri, Antonio

Bevivino, Tommaso - Costa, Maurizio

Calza Bini, Giorgio

Cannatà, Michele - Fernandez, Fatima

Regio Palazzo degli Uffici, Cosenza

Centro Direzionale, Reggio Calabria

Serbatoio soprelevato, Vibo Valentia

Palazzo Municipale, Reggio Calabria Palazzo GIL, Cosenza

Istituto Tecnico Commerciale, Rende I Gemelli, Rende

Villaggio Tucano, Isola Capo Rizzuto Scuola Materna, Filadelfia

Istituto delle Corporazioni, Cosenza Villino unifamiliare, Cosenza 27 Alloggi, Polistena

Casa Elia Borgese, Polistena

Piazza Nicolas Green, Melicucco Casa Marchetta, Polistena Canova, Giuseppe - Barbaro, Antonio

Carnevale, Giancarlo - Montuori, Marina

Cestelli Guidi, Carlo

Scuola elementare, Trizzino, Reggio Calabria

Sala per Spettacoli Siracusa, Reggio Calabria Scuola Rurale, Fuscaldo

Ponte sul fiume Lao, Laino

Viadotto Ruiz, San Mango d’Aquino Ponte sullo Jannello, Laino

Viadotto Cubia, San Lucido Viadotto Monteluta, Paola

Viadotto Emoli, San Fili Cogliandro, Antonio

- Genovese, Benedetta

Corvino, Vincenzo - Multari, Giovanni

Viadotto sul fiume Grande, Nocera Terinese Casa Bambace, Villa S. Giovanni Casa Cesario, Villa S. Giovanni Piazza dei Bruzi, Cosenza I Rivocati, Cosenza

Piazza Molino, Cosenza

Palazzo Aronne, Catanzaro

217

88-93 r 88-93 r 88-93 r

168/169 188/189 190/191 88-93 r 20/21 22/23 36/37

88-93 r 88-93 r 98/99 54/55

206/207 24/25

148-153 r 122/123

148-153 r 192/193 208/209 100/101

148-153 r 68/69 70/71 72/73

88-93 r 88-93 r 88-93 r

140/141 134/135 132/133

148-153 r 148-153 r 148-153 r 148-153 r 178-179 r 88-93 r 88-93 r

124/125 130/131

148-153 r 178-179 r


Dardi, Costantino

D’Amato, Claudio

D’Ayala Valva, Franco De Fez, Alberto

De Mojà, Flaminio

De Nava, Pietro

De Rango, Valentino De Renzi, Mario

De Stefano, Patrizia

Farinelli, PP.

Ferrari, Mario

Case unifamiliari, Palmi

62/63

Prototipo unità residenziale, Briatico

200/201

Facoltà di Agraria, Reggio Calabria Svincolo autostradale, Scilla

Caserma dei Giovani Fascisti, Reggio Calabria Palazzo La Falce, Reggio Calabria

Biblioteca Comunale De Nava, Reggio Calabria Edificio per abitazioni e uffici, Rende Borgo Rurale, Cutro

Istituto delle Corporazioni, Cosenza Villino unifamiliare, Cosenza Cimitero, Calanna

Palazzo dei Tribunali, Reggio Calabria Inam, Cosenza

Casa Riccitelli, Cosenza

Edificio Pellegrini, Cosenza Ferrari, Rocco Fiorentino, Mario Frisina, Tiberio

Fuksas, Massimiliano

Gallo, Pellegrino - Petrangeli, Mario P. Gambardella, Andrea Gimigliano, Domenico Giardini, Gustavo Gioffré, Vincenzo

Giuliani, Salvatore

Edificio Residenziale Burza, Cosenza

Facoltà di Architettura, Reggio Calabria

Liceo Classico Bernardino Telesio, Cosenza Villaggio Unra Casas, Cutro Villa Rosa Polimeni, Pellaro

Piazza Regina Margherita, Acquappesa Viadotto Torbido III, Mammola

Viadotto Sciarapotamo, Cinquefrondi La città dei ragazzi, Cosenza Palazzo Martino, Rende

Palazzo Campanella, Reggio Calabria Progetto pilota per lo IACP, Cosenza Casa Pietro Morelli, Cosenza Cimitero, Bagnara Calabra

Cassa di Risparmio, Reggio Calabria Nuovo Palazzo Comunale, Cosenza Villa Ione, Cosenza

Greco, Saul

Edificio Residenziale e Commerciale, Cosenza Quartiere Ceep, Reggio Calabria Complesso Mancuso, Catanzaro Sede Enel, Catanzaro

Teatro comunale, Catanzaro

Nuova Banca d’Italia, Catanzaro Municipio di Cerva, Sila piccola Montes Bar, Catanzaro

Chiesa di Pontegrande, Catanzaro Casa Rizzo, Catanzaro

Casa Da Vinci, Catanzaro

Palazzo della Provincia, Catanzaro

218

50/51

88-93 r 38/39

88-93 r 88-93 r

148-153 r 186/187 98/99

148-153 r 88-93 r 88-93 r 96/97

148-153 r 148-153 r 148-153 r 48/49

148-153 r 184/185 88-93 r

142/143 66/67

88-93 r

126/127

148-153 r 52/53

148-153 r 148-153 r 88-93 r 88-93 r

104/105 106/107

148-153 r 42/43

158/159 164/165 156/157 166/167

178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r


Nuova sede Società elettrica delle Calabrie, Catanzaro

178-179 r

Quartiere, loc. Badolato marina, Catanzaro

178-179 r

Ospedale Pugliese, Catanzaro Sede ANAS, Catanzaro

Palazzo Bertucci, Lamezia Terme Magazzini Bertucci, Nicastro

Teatro e Palazzo Proto, Catanzaro Tomba di Famiglia, Catanzaro

Palazzo Furci, Lamezia Terme

Cappella Concolino, Catanzaro Palazzo di Giustizia, Nicastro

Sistemazione bellavista, Catanzaro Palazzo Ambrosio, Catanzaro Borgo Turrutio, Scandale Gregotti, Vittorio

Gualtieri, Benito Guido, Marcello

Isola, Aimaro

Laganà, Giovanni

Laganà, Ottorino

Laganà Vincenzo

Laviny, Carlo - De Simone, Francesco Longobardi, Francesco

Lupinacci, Francesco

Maffei, Antonio - Moroli, Pietro

Malara, Empio

Nuovo abitato di Nardodipace, Nardodipace Università della Calabria, Rende Svincolo urbano, Catanzaro

Piazzetta Toscano, Cosenza

Museo del Cavallo, Bisignano

Centro per le minoranze etniche, San Giorgio Albanese Chiesa Parrocchiale Santa Famiglia, Palmi Casa Praticò, Condofuri Centro Civico, Pellaro

Recupero del Castello S. Niceto, Motta S. Giovanni Teatro comunale F. Cilea, Reggio Calabria Infail, Cosenza

Omni, Cosenza

Palazzo INCIS, Cosenza

Edificio delle Poste, Cosenza

Viadotto sul vallone Rago, Morano Calabro Quartiere Europa, Rende

Archivio di Stato, Cosenza

Direzione Centrale ANAS, Cosenza Matacena, Giovanni

Mazzoni, Angiolo

Miglietta, Fernando

Milani, Giovanni Battista

Morabito, Valerio - Dattilo, Antonio Mollino, Eugenio

Morandi, Riccardo

Seminario Cosentino, Rende

Edificio per abitazione ed uffici, Villa San Giovanni Stazione Centrale, Reggio Calabria Scuola Materna, Rende

Piazza B. Le Fosse, Rossano

Ex Banca Popolare Cosentina, Cosenza Piazzetta Amendolea, Condofuri Villa De Leo, Bagnara Calabra

Viadotto sulla fiumara Favazzina, Scilla

Viadotto sulla Costa Viola, Bagnara Calabra Viadotto sul vallone Carola, Scilla Viadotto Oliveto, Scilla

219

178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 178-179 r 182/183 198/199 116/117

170/171 128/129 144/145

148-153 r 74/75

88-93 r 88-93 r 88-93 r 32/33

102/103

148-153 r 148-153 r 148-153 r 148-153 r 118/119

148-153 r 148-153 r 148-153 r 88-93 r 40/41

120/121

148-153 r 148-153 r 88-93 r 88-93 r 58/59 64/65

88-93 r 88-93 r


Morpurgo, Vittorio Ballio Muzio, Giovanni

Neri, Gianfranco

Nervi, Pier Luigi

Nesi, Attilio

Nicoletti, Manfredi

OBR,

Paglianiti, Francesco

Partenope, Renato

Piacentini, Marcello

Pica Ciamarra, Massimo

Pierluisi, Franco - Colucci, Gabriella

Pisani, Mario

Portoghesi, Paolo Purini, Franco

Quistelli, Antonio Rebecchini, Giuseppe

Ridolfi, Mario

Rossi, Sara

Ruiz, Salvatore

Viadotto sulla Fiumarella, Catanzaro

160/161

Chiesa di San Nicola, Cosenza

108/109

Cementificio, Vibo Valentia Centrale elettrica, Calusia Centrale elettrica, Savuto

Palazzina per uffici, Gioia Tauro

Sistemazione Lido Comunale, Reggio Calabria Piazza Margherita, Fuscaldo

Nuovo Palazzo di Giustizia, Reggio Calabria Museo di Pitagora, Crotone Villa Pizzariello, Pellaro

Residenze a schiera, Cardeto

Museo della Magna Grecia, Reggio Calabria Unità Polifunzionale, Rende Villaggio, Copanello Albergo, Stalettì

Piazza Sprovieri, Acri

Nuovo Teatro Politeama, Catanzaro Nuovo Teatro di Siderno, Siderno

Segreterie Università della Calabria, Rende

Chiesa di San Salvatore ai Tre Mulini, Reggio Calabria Facoltà di Architettura, Reggio Calabria Policlinico, Catanzaro

Carcere Giudiziario, Cosenza

Stazione Ferroviaria Vagliolise, Cosenza Viadotto Friddizza, Altilia-Grimaldi Viadotto sul torrente Salso, Firmo

Ponte sul fiume Coscile, Castrovillari Seminara, Michele - Tornatora, Marina Sud’Arch TECNIC

Thermes, Laura

Torrieri, Vincenzo Viola, Guido

Zacchiroli, Enzo Zagari, Franco

Zani, Gino

Viadotto di Pizzo, Pizzo

Edificio Commerciale, Polistena

Piazza e Fontana sul torrente Ieropotamo, Polistena Centro servizi l’Acquario, Reggio Calabria

Parco letterario e dei viaggiatori, Pentedattilo Viadotto sulla Fiumarella, Catanzaro Scuola Materna, Cardeto

Residenze a schiera, Cardeto

Nuovo Teatro di Siderno, Siderno

Facoltà di Ingegneria, Reggio Calabria INPS, Cosenza

Residenze e servizi per studenti, Rende Piazza Matteotti, Catanzaro

Palazzo del Governo, Reggio Calabria

Palazzo del Genio Civile, Reggio Calabria Rione Mussolini, Reggio Calabria

Palazzo Spinelli, Reggio Calabria

Chiesa di Gesù e Maria, Reggio Calabria

220

204/205 148-153 r 148-153 r 84/85 44/45

148-153 r 56/57

194/195 88-93 r 76/77 30/31

112/113

178-179 r 178-179 r 148-153 r 172/173 82/83

116/117 88-93 r 48/49

178-179 r 148-153 r 110/111

136/137

148-153 r 148-153 r 202/203 88-93 r 88-93 r 88-93 r 88-93 r

166/167 78/79 76/77 82/83 46/47

148-153 r 114/115

174/175 26/27 28/29 34/35

88-93 r 88-93 r


Zerbi, Domenico

Zorzi, Silvano

Wallach, Riccardo

Villa Zerbi, Reggio Calabria

88-93 r

Viadotto sul torrente Stupino, Rogliano

138/139

Viadotto SfalassĂ , Bagnara Calabra Ponte sul Mucone, lago Cecita Viale Parco, Cosenza

221

60/61

148-153 r 148-153 r


La Guida alle Architetture del Novecento in Calabria costituisce un primo tentativo di tracciare, in maniera ampia e comprensiva, un quadro delle esperienze architettoniche maturate e realizzate in questa regione dagli inizi del novecento fino ad oggi. L’intenzione che ha mosso gli autori, partendo dalle ricerche del Dottorato in Progettazione Architettonica e Urbana del Dipartimento di Arte, Scienza e Tecnica del Costruire della Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, è stata quella di riconsegnare alla conoscenza di un più vasto pubblico la posizione ed il contributo che la Modernità Architettonica Italiana ha reso in una difficile realtà territoriale. Seppure in modo frammentario e -tranne per alcune eccezioni- privo di una strategia complessiva, il profilo delineato in questo volume evidenzia una produzione architettonica di interesse che nel complesso non ha ancora raggiunto la necessaria attenzione critica all’interno del panorama nazionale. Il volume è stato articolato suddividendo le opere secondo una scansione territoriale delle cinque province, pur conservando un filo cronologico comune che individua alcuni principali ambiti di trasformazione: la ricostruzione post terremoto della città di Reggio Calabria dopo il 1908; l’espansione postbellica della Nuova Cosenza; il processo di infrastrutturazione territoriale con l’autostrada SalernoReggio Calabria; la realizzazione dei poli universitari a Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro, fino ai più recenti fenomeni di riqualificazione urbana che coinvolgono anche i capoluoghi di Crotone e Vibo Valentia. Questo viaggio nel territorio calabrese offre al lettore la possibilità di uno sguardo più attento sulla reale consistenza di una produzione architettonica di rilevante interesse e per alcuni tratti originale ed inedita.

Euro 20,00 (i.i.)

978-8 -8 867-27-4


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