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Artistica di Andrea Minchio gli ha dedicato un numero speciale dell'Illustre Bassanese scritto dal giornalista Roberto Cristiano Baggio

■ C'era anche Bruno Giacomelli, per tre stagioni pilota ufficiale dell'Alfa Romeo in Formula Uno, alla presentazione dell'Illustre Bassanese dedicato a Paolo Bozzetto, scritto dal giornalista Roberto Cristiano Baggio, fondatore di GuidAci.

L'incontro si è svolto in sala Chilesotti al museo civico di Bassano presenti, oltre all'autore, anche il presidente di ACI Vicenza Luigi Battistolli, l'assessore allo sport Mariano Scotton e il presidente del Panathlon Club Alberto Calsamiglia.

Paolo Bozzetto è stato un pilota talentuoso, arrivato sino alle soglie della Formula uno (avrebbe dovuto debuttare nella squadra di Bernie Ecclestone con una Brabham), vincitore, nel 1972, della prima gara di Formula Italia. Nel corso della sua lunghissima carriera Bozzetto ha disputato centinaia di competizioni ed ottenuto risultati prestigiosi. Nel 1973 si è messo in luce in Formula 3 e, l'anno successivo, appoggiato dalla Cucine Elba, ha disputato il campionato europeo di Formula due accanto ai più famosi piloti dell'epoca: Regazzoni, Lauda, Hunt, Tambay, Depailler, Watson, Jabouille, Lafitte, Peterson... L'anno successivo, ingaggiato dalla De Tomaso tramite l'Interauto di Padova, ha vinto con la Pantera il campionato italiano Gran Turismo aggiudicandosi, tra le altre corse, la Mille Chilometri del Tirreno a Pergusa. Ha disputato anche la 24 ore di Le Mans in coppia con il belga Pierre Rubens ed il Giro d'Italia classificandosi quinto assoluto davanti alla Stratos ufficiale di Sandro Munari. Ottavo assoluto anche alla salita del Costo, sempre con la Pantera di gruppo tre, subito dietro ai prototipi. Nel 1976 il ritorno in F.3, con l'appoggio della Calbros, prima con la Modus, poi con la March, la Lola e la Maco mettendo in luce straordinarie doti di guida. Un grave incidente nel 1977 sulla pista di Magione lo allontanò dalle corse. Durò poco. L'industriale orafo Pietro Brigato, collezionista di vetture d'epoca, lo volle nel suo team affidandogli l'Alfa Romeo TZ e poi le Ferrari 300, Swb e la 250 TR Testarossa. Con quest'ultima, nel 1998, ha vinto il Challenge Ferrari Shell, il "mondiale" riservato alle più potenti e performanti auto storiche lottando contro piloti del calibro di Jacky Ickx, Derek Bell e David Piper.

Quando ormai aveva appeso il casco al chiodo la chiamata, nel 2003, dell'amico Luca Montezemolo lo riportò in pista per disputare il Trofeo Maserati al volante di una coupè di 4200 cc. La sua ultratrentennale carriera motoristica, ripercorsa dall'Illustre Bassanese dedicatogli dall'Editrice Artistica di Andrea Minchio, è stata rivissuta in sala Chilesotti sul filo della memoria e dei ricordi. Erano presenti, oltre a Bruno Giacomelli, anche piloti, tecnici e preparatori che lo hanno affiancato nell'attività agonistica, tra i quali lo storico dell'automobile Nino Balestra e il preparatore di motori Corrado Patella che lo ha seguito sui campi di gara.

"Ho incontrato Bozzetto nell'estate del '74 - ha ricordato Roberto Cristiano Baggio - Lo conoscevo di fama. Due anni prima ero stato in processione in via Verci a Bassano per ammirare nella vetrina della concessionaria Fiat la Formula Italia con la quale aveva appena vinto la gara d'apertura di Monza. Un successo che finì su tutti i giornali. La monoposto voluta dalla Csai era addestrativa, adatta a formare nuove generazioni di piloti e si rivelò uno straordinario trampolino di lancio per Paolo. Quell'anno non vinse il campionato solo perché lo squalificarono per due gare di segui- to, ritenuta troppo irruenta una sua entrata su Francia. Mica scherzavano, allora, i piloti. In pista se le davano di santa ragione. L'anno dopo, l'Elba Cucine lo portò in Formula Tre e in quel 1974, quando lo conobbi, era già in Formula due, l'anticamera della massima serie. Erano stati avviati contatti con la Brabham di F.1 tramite Bernie Ecclestone ma la trattativa si bloccò quando sulla scena apparve lo svizzero Silvio Moser con una valigia piena di franchi. Nonostante l'appoggio sostanzioso dell'Elba, le risorse dell'elvetico erano nettamente superiori. Ecclestone era sensibilissimo al profumo dei soldi..." A fine stagione il rapporto con l'Elba si concluse. Paolo era senza volante. "Gli salvai la carriera - ha svelato Roberto Cristiano Baggio - La gara d'apertura del 1975 era la Coppa Mario Dalla Favera, un rally invernale pomposamente definito come il Montecarlo Italiano. Tra neve e ghiaccio, a sorpresa, debuttò la Pantera De Tomaso, bolide di 500 cavalli e motore di 5700cc che tutto aveva tranne le caratteristiche per affrontare i passi dolomitici innevati. L'Interauto di Padova, concessionaria della Casa modenese, l'aveva affidata a Pietro Polese e il pilota trevigiano la stava incredibilmente domando. Era terzo assoluto dietro alla Stratos di Tony e alla Porsche di Taufer, quando fu costretto a ritirarsi. Era rimasto senza benzina in prova speciale. Abituato a correre con l'Alpine Renault ave- va clamorosamente sbagliato i conti con i consumi. A fine gara Polese mi confidò che De Tomaso voleva che corresse anche in pista, specialità molto più adatta alla "belva" assetata di benzina. L'Interauto lo aveva già iscritto alla Mille Chilometri del Tirreno a Pergusa, in Sicilia, ma aveva bisogno di un secondo pilota essendo una gara di durata e non sapeva a chi rivolgersi. Il giorno dopo andai trovarlo a Treviso assieme a Paolo." Raggiungere l'accordo, per i due, fu un gioco. Polese-Bozzetto disputarono la 1000 km.: miglior tempo in prova, pole position, record sul giro e vittoria finale. Polese, fortissimo sulle speciali, se la cavò bene anche in pista ma a fare la differenza, cronometro alla mano, fu Paolo. Per farla breve: la Interauto De Tomaso ingaggiò Bozzetto e gli fece disputare il campionato italiano Gran Turismo. Paolo ripagò la fiducia vincendolo”. Molto apprezzato anche l'intervento di Bruno Giacomelli che nel 1978 vinse ben otto delle dodici gare del campionato europeo di Formula due, exploit tuttora imbattuto. Il bresciano ha ricordato la lunga amicizia che lo lega a Bozzetto divertendo i presenti con indediti "dietro le quinte" della sua carriera iniziata, come per Paolo, con la Formula Italia. Visibilmente commosso, "l'illustre bassanese" Bozzetto ha ringraziato tutti per la partecipazione riannodando, sul filo della memoria, oltre trent'anni trascorsi coraggiosamente sulle piste di tutta Europa.

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