2015 30 DICEMBRE PREVISIONE 2015 C.C. 54 CONS COMUN DELIB N.16 SEZAUT 2012 INPR C O R T E C O N

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DICHIARAZIONE DI VOTO I consiglieri del gruppo PDR premesso: DEBITI FUORI BILANCIO L’evoluzione dei debiti fuori bilancio è nota a tutti i consiglieri: • Al 31/12/2012 erano attestati per una cifra pari a € 729.905,17. La Sezione di controllo della Corte dei Conti ha sollevato motivi di preoccupazione per questa situazione (giusta deliberazione n. 174/2014/PRSP del 1 ottobre 2014); • Al 31/12/2013, grazie al riconoscimento per € 511.132,58 da parte della Commissione Prefettizia, l’ammontare dei debiti fuori bilancio si è ridotto a € 231.676,87. Nonostante ciò, la Sezione di controllo della Corte dei Conti ha evidenziato per l’esercizio 2013 il perdurare di una situazione preoccupante per i debiti fuori bilancio (giusta deliberazione n. 8/2016/PRSP del 12/01/2016). In detta deliberazione, i giudici contabili hanno sottolineato come l’attuale Consiglio comunale, dinnanzi una situazione già definita preoccupante per gli equilibri di bilancio, non ha fornito concreti indirizzi al fine di correggere le disfunzioni contabili. • Al 31/12/2014, nonostante il riconoscimento di ulteriori debiti fuori bilancio per € 49.330,32 da parte della Commissione Prefettizia, i debiti fuori bilancio sono aumentati fino a € 634.393,78 a seguito di una nuova ricognizione eseguita dai responsabili degli uffici. • Al 30/12/2015 è stato approvato il bilancio di previsione 2015 con uno stanziamento per fondo rischi pari a € 634.393,78 da impiegare per il pagamento di detti debiti. Malgrado ciò, durante l’esercizio, sono stati riconosciuti debiti fuori bilancio soltanto per € 12.870,56 pari allo 0,22% delle entrate correnti, in piena analogia con le gestioni pre-commissariali, evidenziando sull’argomento dei debiti fuori bilancio, il totale disimpegno di questa Amministrazione rispetto alla gestione dei Commissari Prefettizi. Un’Amministrazione, che come hanno già sentenziato i giudici contabili, non ha fornito indirizzi concreti alla risoluzione del problema dei debiti fuori bilancio. La situazione sopra rappresentata è nota a tutti i consiglieri chiamati oggi ad approvare il rendiconto di gestione 2015. Questo gruppo di opposizione, dal momento dell’insediamento, ha sempre posto all’attenzione dell’assise civica il tema dei debiti fuori bilancio, fino alla formale diffida al Presidente del Consiglio durante la seduta consiliare del 18/02/2016. In quell’occasione è stato chiesto, al Presidente del , all’Amministrazione comunale e al Segretario Generale, ciascuno per quanto di rispettiva competenza, di porre in essere con ogni immediatezza gli atti necessari per il riconoscimento della legittimità, da parte dell’Organo consiliare, di tutti i debiti fuori bilancio mai ricondotti all’interno della contabilità dell’Ente (giusta deliberazione consiliare del 18/02/2016, n. 4). A distanza di 9 mesi non abbiamo ancora nessun risultato concreto. Nessun consigliere può ritenersi in buona fede sulla votazione dell’attuale situazione contabile. L’allarme negli anni è stato lanciato forte e chiaro da tutti i tecnici. A pag. 35 della relazione del Collegio dei revisori che ha accompagnato il rendiconto della gestione 2014 (giusta nota prot. 9052

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del 15/07/2015), è prescritto: “Il finanziamento dei debiti fuori bilancio deve trovare prioritaria e immediata copertura nel redigendo bilancio di previsione 2015, prevedendo le necessarie risorse per potervi fare fronte. Inoltre, la consistente entità dei debiti fuori bilancio segnalata e quelli che potenzialmente potrebbero ancora sorgere minano gli equilibri finanziari dell’ente”. E ancora, nella nota tecnica allegata al bilancio di previsione 2015, l’Ufficio economico e finanziario comunale ha evidenziato che nel “lungo e travagliato iter di redazione dello schema di bilancio di previsione 2015/2017 sono stati riscontrati gravi problemi di compatibilità dell’obiettivo del pareggio di bilancio con il mantenimento degli equilibri finanziari, da un lato, e con il rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno dall’altro. E la compatibilità raggiunta soggiace, invero, al verificarsi di numerose condizioni di base non tutte facilmente realizzabili”. In particolare, l’ufficio ha confermato il “quadro prospettivamente preoccupante sul grado di sostenibilità finanziaria delle stesse spese di funzionamento” e ha evidenziato “un elevato numero di debiti fuori bilancio.”. La buona fede di questo Consiglio comunale cessa definitivamente oggi, a pag. 43 dell’odierna relazione del Collegio dei Revisori, dove viene riportato che “occorre affrontare, senza indugio, la situazione dei debiti fuori bilancio segnalati dai responsabili dei servizi che ad oggi non risultano riconosciuti; dandone priorità assoluta negli stanziamenti del redigendo bilancio di previsione 2016/2018”.

PASSIVITÀ POTENZIALI IN CAPO ALL’ENTE E FONDO CONTENZIOSI In forza ai provvedimenti: » Sentenza n. 2591/2000 del Tribunale di Palermo Sez. Civ. 1/BIS; » Sentenza n. 1788/2010 della Corte di Appello di Palermo III Sez. Civ.; » Sentenza n. 8398/16 del 09/03/2016 della Corte di Cassazione depositata in cancelleria il 27/04/2016 e notificata all’Ente con pec del 04/05/2016. Si è chiusa la controversia Lo Jacono iniziata nel 1991. Il Comune di Isola delle Femmine è stato condannato al pagamento della somma complessiva di € 3.971.691,81 oltre interessi sino alla data dell’effettivo saldo. Ad aggravare l’esito della sentenza ci ha pensato il Presidente del Consiglio che ha omesso di informare i consiglieri sulla sentenza e sull’avvenuta notifica del 04/05/2016. Questa insostenibile passività, già certa ed esigibile fin dal primo grado di giudizio dove l’ente è stato sempre soccombente, risulta fuori dalle scritture contabili per una scelta deliberata e imprudente di questa Amministrazione Comunale, avallata senza indugi dai voti della maggioranza consiliare che la sostiene. Emblematico, in tal senso, quanto accaduto nella seduta consiliare del 10 marzo 2016 per l’approvazione della proposta “Misure correttive ex art. 148bis comma 3 TUEL Rendiconto di Gestione 2013 – Delibera Sezione di Controllo Corte dei Conti n. 08/2016/PRSP – Analisi criticità e misure correttive (giusta deliberazione consiliare n. 11 del 10/03/2016), dove il consigliere di maggioranza, Avv. Caltanissetta, definendo i richiami della Corte come “procedure routinarie”, ha affermato: “allo stato il debito risulta del tutto potenziale ed inoltre vi sono da parte della controparte diverse pendenze debitorie nei confronti dell’ente”. La proposta è stata votata favorevolmente soltanto dai consiglieri di maggioranza. In data odierna, oltre a non conoscere i termini della sentenza non si conoscono nemmeno le sopracitate pendenze debitorie della controparte nei confronti dell’ente. L’atteggiamento di questa Amministrazione, in antitesi rispetto al principio contabile della prudenza secondo il quale tutte le perdite anche se non definitivamente realizzate devono essere

riflesse in bilancio, era già stato messo in opera qualche mese prima della citata seduta del marzo 2016, in sede di costituzione del Fondo rischi spese legali e rischi soccombenza nell’ambito dell’approvazione della proposta di “Ripiano del maggior disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui” (giusta deliberazione consiliare n. 48 del 09/12/2015). In quella occasione, lo scrivente gruppo ha bocciato la proposta (poi risultata scaturita da una deliberazione

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di giunta errata, la n. 157 del 15/10/2015, rettificata soltanto il 26/09/2016 con deliberazione di giunta n. 122) per le tre seguenti motivazioni costituenti la dichiarazione di voto scritto: » »

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La proposta di ripiano non è corredata dal parere del collegio dei revisori. La proposta di ripiano arriva in Consiglio Comunale 62 giorni dopo l’approvazione della delibera di riaccertamento straordinario dei residui in violazione del comma 2 dell’Art. 2 del richiamato D.M. 02/04/2015 che dispone 45 giorni; La proposta non opera alcun accantonamento al fondo rischi spese legali e rischi soccombenza (All. 4/2 al D.Lgs. 118/2011 - punto 5.2 lettera h) sulla base di una ricognizione del contenzioso esistente a carico dell’ente formatosi negli esercizi precedenti. L’accantonamento riguarda esclusivamente € 634.393, 78 relativi ai debiti fuori bilancio da riconoscere del I Settore (€ 563.630,55 giusta nota prot. 8575 del 07/07/2015) e del V Settore (€ 70.763,23 giusta nota prot. 8422 del 03/07/2015).

Oggi, a pag. 30, il Collegio dei Revisori analizza: “È stata accantonata la somma di € 634.393,78, secondo una determinazione che non rispetta le modalità previste dal principio applicato alla contabilità finanziaria al punto 5.2 lettera h) per il pagamento di potenziali oneri derivanti da sentenze”. Quindi i consiglieri comunali sapevano di questa anomalia già dal dicembre 2015. A pag. 43 il Collegio sentenzia: “Tale ultimo debito (Lo Jacono, ndr), considerata l’entità, qualora non si raggiungesse un accordo transattivo che comporti o una notevole riduzione del debito o una lunga rateizzazione del pagamento determinerebbe una situazione finanziaria che potrebbe comportare il dissesto finanziario dell’ente. Si invita, in tal senso, l’Amministrazione a verificare se a tale debito si possa far fronte con la contrazione di mutuo erogato dalla Cassa DD.PP. e a tal fine si ritiene che si debba provvedere, senza ulteriormente attendere, all’approvazione del bilancio 2016-2018, strumento finanziario indispensabile per effettuare eventualmente tale operazione. Per le motivazioni sopra dette, si ritiene indispensabile e urgente che si provveda in tempi brevi alla definizione del giudicato Lo Jacono con carico di relazionare il collegio; in tal senso si esplicita formale prescrizione al responsabile del servizio Rosina Notarstefano e si assegna il termine di trenta giorni”. Ad aggravare questa situazione è il mancato allineamento dei dati contabili degli organismi partecipati. In particolare, la Servizi Comunali Integrati R.S.U. S.p.a. – ATO PA1, a valle della revisione del proprio bilancio al 31/12/2014, ha inviato una recente missiva (giusta nota prot. ATO PA1 9432 del 20/10/2016) con la quale attesta che il debito in carico al Comune di Isola delle Femmine è di € 6.853.037,90. L’ammontare del debito non è stato confermato dal Responsabile del V settore LL.PP. (giusta nota prot. 14656 del 31/10/2016). A pag. 36 della relazione del Collegio dei revisori si legge che sul capitolo inerente i rapporti con l’ATO PA1 risultano residui passivi per € 3.793.097,89. Quindi anche in questa vicenda, il Consiglio Comunale è pienamente cosciente che potrebbero emergere delle ingenti passività tuttora tenute fuori dalle scritture contabili. Quanto asserito oggi dal Collegio dei Revisori, dunque, era ben noto all’Amministrazione comunale fin dall’insediamento e tutti gli interventi e le deliberazioni successive, sempre avallate senza indugio dal voto della maggioranza consiliare, altro non hanno fatto che confermare questa strategia imprudente e dissimulatoria del disavanzo di bilancio e delle sue reali dimensioni. Ancora una volta, per il voto favorevole accordato dai consiglieri di maggioranza è da escludere la l’esimente della buona fede.

MAGGIORI ENTRARE E ANOMALIA DEL PROGRAMMA PER LA LOTTA ALL’EVASIONE Il tema dell’evasione tributaria ha avuto un ruolo centrale nello scioglimento dell’ente nel 2012 tanto che la relazione a firma del Prefetto Postiglione ha dedicato una intera sezione intitolata “CONDIZIONI ECONOMICHE DEL COMUNE E GESTIONE DEL PATRIMONIO”.

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In particolare, si legge che “è stata posta in rilievo la sussistenza di una rilevante evasione tributaria nei confronti della quale l'amministrazione, negli anni, non ha posto in essere un'efficace azione di contrasto né una decisa attività per il recupero dei tributi. L'amministrazione pertanto non solo non ha posto in essere le opportune verifiche e iniziative per una corretta gestione delle entrate ma con la propria condotta ha, di fatto, favorito il concretizzarsi di una situazione in cui il tasso di evasione fiscale risulta più elevato con riferimento ai soggetti riconducibili o appartenenti a famiglie mafiose”. La commissione d’accesso ha posto in evidenza la delibera n. 61 del 2010, con la quale la Giunta comunale del 2012 approvava un progetto straordinario per l'accertamento ed il recupero dei tributi locali evasi negli ultimi cinque anni e l'aggiornamento delle banche dati COSAP, ICP e ICI. Dalle analisi è emerso che “il progetto rimane ancora tale, che la tanto preannunciata azione di recupero non è stata intrapresa e che da tale inefficienza e voluta incapacità, che contribuiscono pesantemente a determinare condizioni di squilibrio alle finanze comunali, continuano a trarre vantaggio in particolar modo i soliti soggetti…”. Questo tema ha delle pericolose corrispondenze con l’attuale rendiconto dell’esercizio 2015. Facendo riferimento allo schema di pag. 17 della Relazione dell’Organo di Revisione emerge la seguente situazione anomala: sulle previsioni iniziali (attenzione fatte il 30/12/2015) di € 1.374.335,00 di recupero evasione per IMU e TARI, al 30/09/2016 sono stati incassati 0 euro.

Questa operazione che di fatto ha consentito di iscrivere in entrata oltre un milione di euro, a parere dello scrivente gruppo viola i principi di prudenza e gonfia l’ammontare dei residui attivi. Infatti, in riferimento al solo recupero dell’evasione IMU e TARI si è passati da un residuo di € 950.532,47 del 01/01/2015 da un residuo di € 1.990.610,47 al 31/12/2015, con un incremento di oltre il 100% della posta residuale. Il progetto di questa Amministrazione comunale, presentato in fase di approvazione del bilancio di previsione come una grande operazione di sanificazione dei conti dell’ente, resta un mero spot elettorale, tanto che il Collegio dei Revisori a pag. 6 riporta: “la lotta all’evasione non ha ancora generato alcun gettito finanziario” e prescrive a pag. 17 “l’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità”. Addirittura, in materia di lotta all’evasione fiscale per un progressivo risanamento dell’Ente, questa Amministrazione ha istituito un ufficio di gabinetto ai sensi dell’art. 50 del vigente regolamento comunale sull’ordinamento degli uffici e dei servizi comunali (giusta determinazione del sindaco del 07/09/2015, n. 16). L’obiettivo di questo ufficio era l’elaborazione e l’esecuzione di un progetto di lotta all’evasione da redigersi entro 30 giorni dalla costituzione. Alla data odierna non si conoscono i dettagli di detto piano, ma a giudicare dai risultati nulli questo gruppo di opposizione prende a prestito una frase della relazione di scioglimento dell’ente e afferma senza indugio che “il progetto rimane ancora tale”. La costituzione dell’Ufficio di gabinetto è stata confermata anche per l’esercizio 2016 con determinazione sindacale n.3 del 15/02/2016. Gli effetti prodotti da questa maggiore previsione di entrata potrebbero avere ripercussioni fatali per gli equilibri di bilancio. Infatti, il dato ancor più grave è che queste entrate eccezionali e non ripetitive contabilizzate per € 1.388.531,24 sono state quasi per intero destinate per la copertura di spese correnti.

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In dettaglio: € 1.281.541,86 di entrate accertate ma non riscosse, sono stati utilizzati per coprire la spesa corrente e quindi la spesa per la gestione quotidiana dell'ente e l'erogazione dei servizi comunali che in totale ammonta a € 4.935.066,47. L’incidenza è del 25,97%: il dato emerso è inquietante. Come riporta il Collegio dei revisori a pag. 10 “la Corte dei Conti sezione regionale di controllo per la Toscana…ebbe ad individuare nel 8% delle spese correnti il limite al di sopra del quale il ricorso a entrate straordinarie rappresentata sintomo di disagio gestionale”. Più che di disagio questi numeri rappresentano una situazione di default dell’ente. A tal riguardo il Collegio dei Revisori a pag. 22 auspica “che l’ente destini in futuro tutte le entrate programmate al finanziamento di spese di natura straordinaria e/o degli investimenti, evitando di finanziare spesa corrente di natura non straordinaria”. Anche in questo caso il Consiglio Comunale chiamato al voto è in piena coscienza di questa situazione definita dai tecnici come anomala (pag. 20 della Relazione del Collegio dei Revisori). RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE – CODICE DELLA STRADA L’esercizio 2015 si è chiuso con un disavanzo di € 776.000,26 che peggiora il disavanzo della gestione 2014 e costringe ad un ripiano triennale che graverà certamente sui servizi per la cittadinanza. La previsione di entrata sul titolo I e III di € 5.647.776,77 ha subito una contrazione di oltre ottocentomila euro in fase di accertamento fermandosi a € 4.832.412,79, e a tal riguardo non bisogna mai perdere di vista che il documento di previsione è stato approvato il 30/12/2015. In fase di riscossione, invece, l’entrata è scesa fino a € 2.758.635,08 creando oltre 2mln di euro di residui attivi. Questa inefficienza dell’Amministrazione la pagano i cittadini sugli interessi dell’anticipazione di cassa. In particolare, risulta emblematica la situazione del titolo III in riferimento alle entrate relative ai proventi delle violazioni al codice della strada. Il Collegio dei Revisori a pag. 21 riporta il seguente andamento:

L’andamento della riscossione è logico, sostenibile e pressoché invariato. Il dato inspiegabile è quello dell’accertamento: rispetto al 2014 è riportata una minore entrata di € 1.022.529,70. In fase di approvazione del bilancio di previsione 2015 (30 dicembre 2015) erano stati previsti per questa risorsa € 250.000,00. In fase di accertamento la risorsa si è fermata a € 68.455,24 con una minore entrata di oltre 180mila euro. Anche in questo caso lo scrivente gruppo ritiene che sia stato palesemente violato il principio di prudenza stante che il bilancio di previsione è stato approvato il penultimo giorno della chiusura dell’esercizio 2015. Inoltre, lo scrivente gruppo ritiene singolare il fatto che una minore entrata di oltre 1 mln di euro sul titolo III rispetto al 2014 e relativa ai proventi delle violazioni al codice della strada, coincida con una maggiore entrata di circa 1mln di euro sul titolo I in riferimento al recupero evasione IMU e TARI (1,3 mln di euro accertati e 0,00 riscossi) per l’esercizio 2015. Il Collegio dei Revisori a pag. 20 della Relazione definisce la situazione “anomala”. Lo scrivente gruppo ritiene che il Presidente del Consiglio e il Sindaco dovrebbero avviare un’indagine interna e segnalare contestualmente l’anomalia alla Procura della Corte dei Conti al fine di rispettare i principi di veridicità e trasparenza nei confronti della cittadinanza e della serenità dei consiglieri chiamati alla votazione del bilancio dell’ente.

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PATRIMONIO DEI BENI A pag. 42 il Collegio dei revisori osserva: “l’inesistenza dell’inventario dei beni mobili” e prescrive “di provvedere, con sollecitudine, all’aggiornamento degli inventari dei beni immobili e alla redazione dell’inventario dei beni mobili e, conseguentemente, alla rielaborazione del conto del patrimonio”. Anche in questo caso non può essere accordata la buona fede dell’Amministrazione in quella che è una grave violazione di legge. Infatti, la prescrizione all’aggiornamento degli inventari dei beni mobili e immobili era già stata sollevata dal Collegio dei Revisori in sede di approvazione del rendiconto 2014. Anche la sezione di controllo della Corte dei Conti, nelle citate deliberazioni n. 174/2014/PRSP e n. 8/2016/PRSP ha sollevato l’anomalia del conto del patrimonio. Ciononostante, nella seduta consiliare del 8 ottobre 2015, in sede di approvazione del rendiconto 2014, la maggioranza consiliare ha bocciato una mozione dello scrivente gruppo che impegnava il Sindaco e la Giunta Comunale a procedere all’immediata elaborazione del patrimonio dei beni mobili comunali (giusta deliberazione consiliare n. 42 del 08/10/2015) con la seguente motivazione pronunciata dal capogruppo: “irrilevante ai fini dell’approvazione del rendiconto”. Per l’inventario dei beni mobili, con deliberazione di giunta n. 139 del 28/10/2016, è stato approvato l’elenco dei beni mobili comunali che non è redatto secondo il “Regolamento concernente le gestioni dei consegnatari e dei cassieri delle Amministrazioni dello Stato” entrato in vigore il 12 gennaio 2003 (D.P.R. 4 settembre 2002, n.254, pubblicato sul supplemento ordinario n. 209 della Gazzetta Ufficiale n. 266 del 13 novembre 2002 – Serie Generale) e pertanto si rileva il perdurare di questa ulteriore anomalia abbondantemente conosciuta da questa Assise.

CONCLUSIONI Le predette contestazioni da parte dello scrivente gruppo non riguardano soltanto la situazione contabile rendicontata per l’esercizio 2015, ma riguardano la condotta del Sindaco, della Giunta e dei Consiglieri di maggioranza nei confronti della situazione contabile dell’ente a più riprese allarmata dai rilievi della Corte dei Conti, del Collegio dei revisori e del Responsabile del settore economico e finanziario. A tal proposito giova ricordare che quando gli organi istituzionali esercitano una funzione loro propria, l'apporto tecnico favorevole non ne esclude la responsabilità. In tal senso la Corte dei Conti, ha precisato che l'esimente di responsabilità può operare soltanto quando l'atto generativo del danno ingiusto riguardi “materie di particolare difficoltà tecnica e giuridica, dovendosi altrimenti ritenere che l'evidenza dell'erroneità dell'atto sia tale da escludere la stessa buona fede dei titolari dell'Organo politico”. Ma in questa situazione non può essere accordato nessun esimente a nessun consigliere comunale. A parere nostro, da due anni è in corso un pericoloso tentativo di dissimulare la reale situazione deficitaria dell’ente. Ci chiediamo in questa sede se siamo innanzi ad un bilancio ideologicamente falso, con previsioni di entrata chiaramente sovrastimate, basti pensare al caso degli 1,3mln di euro di recupero evasione non riscossi, ed omissioni nell'iscrizione di spese già prevedibili poiché fondate su un titolo certo ed esigibile, come il caso della sentenza Lo Jacono, nonché omissioni nell'iscrizione di una ingente mole di debiti fuori bilancio assunti nel corso dei precedenti esercizi. Emblematico, oltre che sospetto e meritevole di indagine, è il caso delle entrate eccezionali non ripetibili del recupero evasione che hanno compensato il buco di oltre 1mln di euro di minori entrate delle sanzioni per violazione del codice della strada e hanno finanziato il 26% della spesa corrente. I consiglieri chiamati ad approvare questo documento contabile non possono dire di non essere nella piena consapevolezza del fatto che questo rendiconto smaschera un equilibrio di bilancio di previsione in realtà insussistente che ha prodotto un disavanzo di ottocentomila euro. Il parere

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favorevole dei revisori e dei tecnici, già esitante nel documento previsionale, in questo rendiconto è intriso di prescrizioni e rilievi, tanto che nella relazione, a pag. 44, il Collegio sembra abbandonare ogni fair-play lessicale quando afferma che “relativamente alla situazione debitoria complessiva non si è in grado di attestarne la completezza e l’attendibilità”. A parere degli scriventi, le reali dimensioni del deficit sono ancora tutte da decifrare. La mole dei debiti fuori bilancio, i contenziosi non riportati all’interno della contabilità dell’ente, il mancato allineamento dei dati contabili degli organismi partecipati, sollevano più di un dubbio sul reale rispetto dei parametri di deficitarietà e le capacità di indebitamento dell’ente, parametri che andrebbero certamente ricalcolati alla luce di una situazione contabile più aderente alla realtà. L’attuale amministrazione, in tema di contabilità, detiene i seguenti imprudenti e poco invidiabili primati: • Rendiconto 2014, approvato con grave ritardo l’8 ottobre 2015, solo dopo l’insediamento del commissario ad acta; • Previsione 2015, approvato con grave ritardo il 30 dicembre 2015, solo dopo l’insediamento del commissario ad acta e grazie alla rinuncia, da parte dei consiglieri di opposizione, dei tempi minimi necessari per esaminare i documenti previsti dal regolamento contabile; • Mancata approvazione della verifica degli equilibri di bilancio esercizio 2015; • Rendiconto 2015, approvato con grave ritardo oggi 18 novembre 2016, solo dopo l’insediamento del commissario ad acta; • Previsione 2016, ancora in elaborazione con commissario ad acta già insediato. Le responsabilità di questa Amministrazione, che non ha saputo cogliere col dovuto rigore politico ed istituzionale, oltre che normativo e regolamentare, l’importanza dell’approvazione dei documenti contabili nei tempi prescritti dalla legge, restano lapidarie. La giurisprudenza della magistratura contabile è attenta sui comportamenti volti a diluire nel tempo o a dissimulare il dissesto. I 34 rinvii a giudizio di Messina e il dissesto di Carini sono, loro malgrado, due esempi dogmatici. Per tutto quanto premesso, illustrato e considerato, il gruppo di opposizione PDR esprime:

VOTO CONTRARIO

I Consiglieri Comunali

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