Ticino 7 - numero 21

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L’appuntamento del venerdì

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numero

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Scuola. 007 con licenza di supplire............................................................................ Radio. Ancora tu... ma non dovevamo sentirci più ......................................... Un giorno nella vita di Fiorenza Miler .............................................................. Martha Argerich. Fotografare l’anima ................................................

Corriere del Ticino

laRegioneTicino

Giornale del Popolo

Tessiner Zeitung

CHF. 2.90


Per chi ci mette il becco. Per chi ci mette le mani.


numero 21 16 maggio 2008

Impressum

Agorà 007 con licenza di supplire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Arti I trent’anni del cacciatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

Tiratura controllata

Società Imparare a perdere tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Editore

Salute Urla e biancheggia il mar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

93’617 copie

Teleradio 7 SA Muzzano

Direttore editoriale Peter Keller

Gastronomia Il segreto di Cantello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Vitae Fiorenza Miler . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Capo progetto, art director, photo editor

Reportage Martha Argerich. Fotografare l’anima . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Redattore responsabile

Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Coredattore

Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Adriano Heitmann Fabio Martini

Giancarlo Fornasier

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Media Ancora tu… ma non dovevamo sentirci più? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Tendenze Scende la pioggia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Concetto editoriale IMMAGINA Sagl, Stabio

Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Martha Argerich Fotografia: A. Heitmann

Libero pensiero Egregio direttore, ho letto con piacere la nuova edizione della vostra rivista. Trovo molto leggibili gli articoli e ho notato una maggiore armonia dal punto di vista grafico. Le immagini rappresentano degli ottimi veicoli per suscitare curiosità e le letture mi hanno indotto a nuove riflessioni e all’apprezzamento di realtà che non conoscevo. Questa mattina, sul nuovo numero, ho però trovato un articolo che mi tocca personalmente, quello su Anonymous. Sono infatti una delle molte persone che attraverso Scientology sono riuscite a individuare un proprio percorso di serenità che ha portato a un netto miglioramento nella qualità della mia vita personale e relazionale. Ritengo pertanto che questi “anonimi” stiano muovendo degli attacchi ingiustificati e, fra virgolette, gratuiti: penso piuttosto alle iniziative importanti patrocinate da Scientology come quelle per la difesa dei diritti dell’uomo, contro l’uso dell’elettroschock, del Ritalin, farmaco utilizzato per sedare bambini considerati iperattivi, contro l’utilizzo generalizzato di droghe e psicofarmaci… Un’organizzazione come Anonymous, che attacca senza mostrare la faccia, dimostra non solo poco coraggio, ma dà veramente da pensare. L’anonimato rappresenta infatti una condizione ideale per chi aspira a compiere azioni disoneste o in difesa di interessi davvero immensi (proviamo a pensare al mercato farmaceutico, per esempio). E poi, che interesse avrebbe il vicino di casa, lo studente, il

collega di lavoro a denigrare una filosofia religiosa che mira al risveglio dell’uomo e delle sue capacità razionali? Cordiali saluti, M.M. - Pregassona Gentile lettrice, trovo la sua analisi del fenomeno Anonymous sostanzialmente corretta. Non era d’altra parte intenzione della redazione e del giornalista urtare la sensibilità delle persone che aderiscono a Scientology né assecondare più o meno velatamente le ambigue iniziative degli “anonimi”. Si trattava piuttosto di testimoniare di un fenomeno contemporaneo, legato a internet, suscitando nei lettori riflessioni e critiche. A ulteriore conferma della nostra buona fede in proposito, non ci è pervenuta alcuna comunicazione ufficiale da parte di Scientology. Al pari di lei, ritengo che attaccare qualcuno o qualcosa senza dichiarare la propria reale identità sia una grossa vigliaccata. A ciò si aggiunge la possibilità di manipolazione interna e di ri-orientamento a cui un’organizzazione come Anonymous è ovviamente soggetta (d’altra parte, mi chiedo, in qualche luogo qualcuno dovrà pur decidere qualcosa…). Nella speranza di aver chiarito la nostra posizione, la ringrazio per la sua lettera e per i complimenti riservati al nuovo Ticinosette. Cordialmente, Fabio Martini


007 con licenza di… supplire

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Lunedì mattina, ore 8 e 15. Il telefono squilla all’improvviso. Stefania risponde ancora un po’ insonnolita. Le comunicano che c’è bisogno di lei, urgentemente, entro un’ora dovrà essere sul posto. Accetta? Due secondi di esitazione, mentre tutto il programma della settimana le si rimescola in testa. Accetta. Una sosta davanti allo specchio. È importante assumere un’espressione decisa, no anzi, autorevole. O forse è preferibile un caloroso sorriso? Non c’è tempo, deciderà al momento: un’altra sosta davanti allo scaffale, due libri nella borsa e via. Guida incurante del traffico, mancano pochi minuti. Fondamentale non dimenticare le tre regole, da ripetere come un mantra. Sono le norme di sopravvivenza messe a punto insieme ai colleghi: 1. niente cameratismo o “loro” ti seppelliranno; 2. falli lavorare, o ti troverai a parlare al muro; 3. niente tempi morti, o sarà la rivoluzione. È arrivata, il tempo di annunciarsi. “Salve, secondo piano, terza porta a destra, vada subito e… buona fortuna”. Ecco, ci siamo, mano sulla maniglia, respiro profondo. Entra. “Buongiorno ragazzi, sono la supplente”. La accoglie un muro di occhi.

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Agorà

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tefania è una dei tanti iscritti alla lista dei supplenti per le scuole cantonali ticinesi. Nell’anno scolastico 2007/2008 sono stati 643 per le scuole medie e 490 per le scuole medie superiori (sono dati solo indicativi, in quanto molti sono inclusi in entrambe le liste), senza contare gli iscritti per le scuole elementari e quelli per le scuole professionali. Un numero rimasto costante negli ultimi anni e che vede primeggiare i candidati per le supplenze nelle materie umanistiche, italiano e storia. Meno numerosi gli scientifici. Un piccolo esercito quindi, in maggioranza studenti, laureandi o neolaureati. Si mettono in gioco per provare e conoscere da vicino la realtà della scuola, spesso in previsione di un futuro professionale nell’insegna-


Diventare supplenti Secondo il Regolamento sulle supplenze dei docenti approvato nel 1996 (e relative modifiche successive) i supplenti sono scelti tra gli abilitati all’insegnamento e, in mancanza di abilitati, tra chi ha conseguito o è prossimo a conseguire un titolo di studio compatibile con la materia di insegnamento. È inoltre richiesta la conoscenza di due lingue nazionali oltre all’italiano, modifica introdotta nel 2004 a seguito dell’accordo bilaterale con l’UE sulla libera circolazione delle persone. Per iscriversi alle liste cantonali è necessario compilare l’apposito modulo, scaricabile dalla prossima estate dal sito www.scuoladecs.ti.ch, e inviarlo ai rispettivi uffici dell’insegnamento medio e medio superiore. Le liste sono in seguito trasmesse ai singoli Istituti scolastici, che si occupano direttamente dell’assunzione dei supplenti. Nella selezione fra i candidati la precedenza va ai laureati senza impiego, seguiti dai laureandi e poi dagli studenti iscritti agli ultimi anni di studio.

Sono un esercito quasi invisibile, vengono attivati con una telefonata. Agenti dei servizi segreti? No, sono le centinaia di giovani supplenti cantonali che, tra mille difficoltà e piccole soddisfazioni, operano ogni giorno nelle nostre scuole Agorà

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» di Giorgia Reclari; illustrazione di Ulrico Gonzato

mento. “La gestione di una pochissimo tempo una serie di tatti con le singole classi sono legramente, ignorando i miei classe richiede delle compe- lezioni-cuscinetto. “Gli allievi spesso troppo brevi perché si richiami. Non sapevo più cosa tenze che non si acquisiscono si accorgono subito che non possa instaurare un minimo fare. Allora ho afferrato il libro all’università” dice Laura, sup- stai seguendo il programma livello di comunicazione e di di lettura e ho urlato: ‘Stop! plente di italiano. La maggio- e se quello che spieghi non reciproca comprensione. “In Ora leggo io’. Non ho atteso re difficoltà? “La disciplina”. rientra nell’argomento della pochi giorni ci passano sotto reazioni, ho voltato la pagina Ma non solo. Il regolamento prossima verifica è difficile gli occhi decine di allievi, che e ho cominciato. Miracolo. cantonale sulle supplenze dei mantenere l’attenzione” rivela nella maggioranza dei casi Un silenzio perfetto e surreale docenti prevede l’assunzio- ancora Laura. La celebre frase restano solo nomi su una lista, ha riempito l’aula. Ho letto ne di supplenti esterni per “Tanto è solo la supplente” che, non fanno in tempo a diven- per un’ora filata. Alzavo solo assenze superiori a 3 giorni. ammettiamolo, ognuno di noi tare persone”. ogni tanto gli occhi per vedeQuando un insegnante ha in ha sicuramente formulato al- Ma le soddisfazioni? “Certo re se c’erano ancora, se non programma di assentarsi - per meno una volta durante la che ci sono!” esclama Laura. si erano volatilizzati, non si un congedo di anzianità, per propria carriera scolastica, è “Niente è più meraviglioso di avvertiva il minimo rumore! il servizio militare o per altri dunque vera? In una realtà quei (rari) momenti in cui il È stato un momento magico motivi - contatta con anticipo scolastica sempre più com- silenzio è assoluto e l’atten- e sono felice che sia stato il supplente per concordare lo plessa da gestire, la situazione zione generale è per le mie un libro a crearlo”. “La mia svolgimento delle lezioni. Ma in cui si trovano a operare i parole, nonostante io sia ‘solo soddisfazione più grande?” non sempre avviene questo. In supplenti è ancora più impe- la supplente’. È uno stimo- racconta Marco sorridendo alcuni casi lascia carta bianca gnativa rispetto a quella dei lo continuo a cercare nuo- “Quella volta che, al termine al suo sostituto sulla scelta de- docenti stessi. “Sei giovane, ve soluzioni per trasmettere di una lezione, un ragazzino gli argomenti da esporre. Può non dai voti, non dai pagelle. qualcosa, nonostante tutto. mi ha domandato «Come ha anche capitare però che un Non hai strumenti concreti Ricordo una volta – era l’ora detto che si chiama lei? Voglio insegnante si assenti all’im- per esercitare un’effettiva au- di lettura – alcuni leggevano dire a mia mamma che lei è provviso e il supplente debba torità” dice Marco, supplente a turno (malissimo) mentre molto più bravo della nostra sostituirlo organizzando in di matematica. Inoltre i con- tutti gli altri si distraevano al- prof». Grandioso”.


I trent’anni del cacciatore

God bless America Il cacciatore si chiude con i protagonisti che inneggiano sommessamente God bless America dopo il funerale di Nick. Se ne ricorderà Sergio Leone per le scene iniziali e finali di C’era una volta in America (1984).

» di Alessandro Tabacchi

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Musica

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Arti

Apocalypse Now Uscito pochi mesi dopo Il cacciatore, la pellicola di Francis Ford Coppola, segnata dalla memorabile interpretazione di Marlon Brando (il colonnello Kurtz), si ispira al romanzo Cuore di tenebra di Joseph Conrad ambientandolo nelle paludi fra Vietnam e Cambogia.

vittima o carnefice: ne Il Cacciatore tutto è intimità, intimità violentata dalla guerra. La scelta disperata dell’ex-prigioniero Nick (interpretato da Christopher Walken) di splendori delle montagne alla rimanere a Saigon, guadagnandosi da vivere ricerca di un cervo da abbatscommettendo le proprie cervella ogni sera tere con un solo colpo, un nel gioco della roulette russa, nulla ha a che colpo leale, al quale, in caso fare con posizioni ideologiche o politiche: di errore, non ne farà seguire piuttosto, quel colpo finale che lo abbatte (e un secondo. Sono queste steslo libera) appare come l’inevitabile termine se leggi eterne e immutabili a di una vita che ha smarrito, per somma regolare gli affetti, l’amore e di disgrazie, ogni legame con il suo senso la convivialità, che la guerra profondo. Sul fronte opposto i Vietcong, distruggerà per sempre (non contadini trasformatisi loro malgrado in è un caso che il film inizi macchine da guerra, appaiono come figure con una festa di matrimonio senza anima perché privi di una loro collodensa di presagi). E sono le cazione nell’ordine del mondo. medesime leggi a essere inSinfonia di affetti infranti, riflessione accorta frante quando i fiumi vengosull’amicizia e sugli equilibri esili e instabili no utilizzati come strumento che sorreggono ogni esistenza, vivido ritratdi tortura dei prigionieri da to della fine di un’epoca, inno alla natura: parte dei Vietcong, o quando molteplici sono le letture cui si presta il film. la filosofia del singolo colpo Senza, ovviamente, dimenticare che si tratta leale viene pervertita nel gioin primis di una clamorosa denuncia degli co assassino e suicida della orrori della guerra, capace ancora di incidere roulette russa. profondamente sulle nostre coscienze. La dimensione politica in Ed è bello pensare che Uscito in parallelo ad “Apocalypse Now” di proprio i figli della Francis Ford Coppola, il film di Michael Ci- generazione di Nick e mino presenta la vicenda del Vietnam in una Mike, divenuti cinici spettatori televisivi prospettiva più personale e psicologica. Un delle devastazioni offilm ancora attuale alla luce del coinvolgi- ferte loro a cadenza biennale nella ex Jumento statunitense in Iraq goslavia, in Ruanda, in Afghanistan, in Iraq, nel Darfur, possano questo film appare del tutscoprirsi capaci di commuoversi alla vista to secondaria. Per Cimino la della carcassa di cervo legata sopra una Caguerra è innanzi tutto viodillac bianca del ’57, e alla tragedia ancor lazione delle leggi di natuviva, seppur tanto dissimulata, negli occhi ra, e come tale non concede dei loro padri. salvezza a nessuno, che sia

La locandina del film di Michael Cimino uscito nel 1978

Il prigioniero Nick costretto a puntarsi alla tempia una pistola, gli occhi pietrificati dal terrore di una fine imminente, la volontà che non riesce a opporsi alla mano, che alla fine preme il grilletto. Nulla, il colpo non era in canna, l’orrore può continuare. La guerra finirà, ma non il terribile gioco della roulette russa. Trent’anni fa usciva nei cinema Il cacciatore di Michael Cimino, la storia, al tempo stesso intima e universale, di tre amici di una città mineraria del Nord Est americano le cui esistenze vengono inesorabilmente annichilite dall’esperienza della guerra del Vietnam, il più crudo epitaffio funebre scritto per quella fetta di America che finì sepolta per sempre nel fango delle paludi intorno a Saigon. Film sulla guerra, ma non film di guerra, Il cacciatore narra, con sconfinata amarezza, la sconfitta di un’America primigenia, ancorata alle leggi della natura e al loro rispetto. Sono queste leggi eterne che muovono il cacciatore Mike Vronsky (interpretato dal miglior De Niro di sempre) mentre s’inoltra fra le nebbie e gli

Film


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“radiofonico” fra i canali televisivi). Per noi consumatori distratti di oggi è d’altronde difficile immaginare cosa sia stata la radio dei tempi d’oro, rievocata da Woody Allen in Radio Days (1987), con una nostalgia di fondo che poteva suonare come un requiem per un mondo in via di estinzione... È vero: la radio di allora – quella che nelle mani di un genio come Orson Welles, nel 1938, era stata capace di scatenare il panico fra gli americani convinti di essere assaliti dai marziani – non esiste più. Ma nel frattempo il mezzo radiofonico è cresciuto, è maturato: contro le previsioni di molti, si è coniugata perfettamente con l’evoluzione digitale dei media. E

Non ci avevo fatto caso, ma mio figlio, che ha nove anni e appena può mi prende il cellulare per divertirsi con i giochini, se n’è accorto subito: “Guarda, papà, il tuo nuovo telefonino ha anche la radio!” non solo per l’introduzione della tecnologia DAB (Digital Audio Broadcasting), che ha innalzato gli standard qualitativi, grazie alla mancanza di interferenze (i famosi “fruscii” che caratterizzano la ricezione

American Graffiti Film culto di George Lucas del 1973, con dei giovanissimi Harrison Ford e Ron Howard. Indimenticabile la figura di Lupo Solitario (Wolfman Jack), dj notturno e misterioso, vera colonna sonora tra amori adolescenziali e corse in auto.

Internet

www.radiolawendel.blogspot.com Un blog per chi ama la radio, scritto con passione e competenza. Per sapere cosa c’è dietro e riuscire, se possibile, ad amarla ancora di più.

analogica) e permesso di moltiplicare l’offerta. Infatti, ad oggi, in Svizzera oltre alle “tradizionali” reti SRG SSR si sono affiancate le varie Swiss Classic, Swiss Jazz e Swiss Pop. Ed è ceratmente solo l’inizio... Internet senza ombra di dubbio ha rappresentato per la radio un ulteriore e inaspettato strumento di diffusione, in particolare attraverso l’offerta ai network già presenti in FM di nuove opportunità di ascolto e articolazione dei programmi. Inoltre, la rete consente a chiunque, con mezzi irrisori, di crearsi la propria “web-radio”. Un altro aspetto rilevante è quello dell’adozione da parte del mezzo radiofonico del concetto, fino a oggi sostanzialmente televisivo, di consumo on demand: un’autentica rivoluzione, la cui reale portata siamo ancora lontani dal percepire. Al concetto di “flusso”, alla radio che intrattiene e accompagna nel corso della giornata, infatti, l’on demand sostituisce la possibilità di scegliere singoli programmi che possono essere ascoltati sul computer o scaricati su un iPod, quando più lo desideriamo. Mutatis mutandis, è un po’ il fenomeno già avvenuto nel mondo della televisione con la diffusione dei VHS prima, dei lettori di DVD poi, e dei più recenti videoregistratori dotati di hard disk. Con una differenza: i mutamenti attuali avvengono in una fase di estrema frammentazione del consumo e delle abitudini mediatiche. Di sicuro, però, se gli apocalittici prevedono nell’arco di pochi anni (c’è chi dice non più di una decina) la scomparsa della televisione così come la conosciamo oggi, sul futuro della radio di pessimisti sembrano essercene pochi. E chi ha più il coraggio di immaginare un mondo senza la radio?

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dell’era televisiva: Video killed the radio star, la tv ha ucciso i divi della radio, cantavano i Buggles nella loro hit del 1979 (il cui video non a caso fu scelto da MTV per inaugurare le trasmissioni del più noto e

Radio Days Sembrava un requiem, la pellicola che l’attore e regista newyorkese Woody Allen ha dedicato vent’anni or sono al mito della radio. E invece...

» di Roberto Gaudenzi; illustrazione di Ulrico Gonzato

rie che i telefonini di nuova generazione ci infilano in tasca, insieme a fotocamera e lettore mp3, c’è pure la radio. Niente di mirabolante, intenMedia diamoci. Siamo così abituati ai gadget tecnologici che non sarà certo una funzionalità in più – neppure così nuova, poi – a stupire. Eppure qualcosa di strano c’è, a pensarci: il più vecchio dei mass-media elettronici, quello con cui sono cresciuti i nostri bisnonni, ritorna in prima linea – e in posizione privilegiata – nel panorama della comunicazione globalizzata. Destino singolare: e pensare a quante volte, nei molti decenni della sua storia, la radio l’avevano data per morta... La prima, con l’avvento

Ancora tu… ma non dovevamo sentirci più?

E così, fra le infinite diavole-

Film


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noiarsi è un’attività piuttosto “noiosa”, e su questo c’è poco da discutere; il secondo è che, per quanto possa essere breve il viaggio, è meglio non perdere tempo e “fare qualcosa”: leggere, studiare, lavorare o semplicemente ascoltare della musica. Non fare nulla per quei venti o trenta minuti è, evidentemente, cosa sconveniente da evitare; se per caso non ci riusciamo, e restiamo per un po’ di tempo a fissare fuori dal finestrino, senza pensare a nulla di particolare, finiamo per sentirci un po’ in colpa… “con tante cose da fare, non ho fatto nulla…”. Anche chi dorme, oppure si rilassa chiudendo gli occhi ma tenendo sempre un orecchio allertato per non perdere la fermata, con il rischio

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Francesca Rigotti Il pensiero pendolare Il Mulino, 2006 Il pensiero non è statico e immutabile: si muove. In questo volume l’autrice, professoressa all’Università della Svizzera Italiana, analizza il pensiero pendolare, per definizione contrario a ogni rigido dogmatismo.

tività. La prova? Con circa trecento franchi è possibile acquistare aXbo (www.axbo.com), una sveglia biometrica che, grazie ad alcuni sensori, è in grado di determinare il momento migliore per svegliare le persone, massimizzando così la resa delle ore di sonno. Con questo particolare strumento si è subito pronti per fare “qualcosa di utile”, senza perdere tempo a combattere la sonnolenza che non vuole abbandonarci. Non è insomma più possibile “non fare nulla”: si è sempre impegnati nel fare qualcosa, si vuole sempre fare qualcosa, e se non ci si riesce si ha la sensazione di aver perso del tempo prezioso. Tempo perso: ecco un’espressione curiosa. Come si può perdere il tempo? Il tempo perso dovrebbe essere il tempo che non possiamo gestire e quindi, in primo luogo, quello che dedichiamo ai lavori noiosi e ripetitivi, a tutte quelle attività che, se potessimo, faremmo svolgere a qualcun altro. Eppure non è così. Il tempo perso è, al contrario, quello che possiamo davvero gestire interamente: quello nel quale non facRestare occupati in qualsiasi momento della ciamo assolutamente giornata sembra essere uno degli imperativi nulla. Questo voler del vivere sociale contemporaneo. Un invito organizzare al meglio al tempo perso e al sano far nulla le proprie giornate ci ha costretto a dare un di ritrovarsi chissà dove, in nome a questo tempo dedicato a svuotare realtà sta facendo qualcosa: la mente da ogni pensiero o, al contrario, a sta riposando. Proprio così: lasciarla libera di andare dove vuole: il dolce anche il riposarsi è diventata far niente diventa allora “meditazione”, che un’attività, il cui scopo è, d’altra parte è un’attività vera e propria, da evidentemente, recuperare le organizzare e programmare in anticipo. forze per svolgere ulteriori atInsomma, siamo alle solite.

» di Ivo Silvestro

Società

mezzo di trasporto pubblico come il treno e non trovare almeno una persona che, armata di computer portatile, corregga qualche documento di lavoro o, grazie alle sempre più onnipresenti connessioni senza fili, legga la posta elettronica o consulti qualche sito internet. Eccessivo attaccamento al lavoro? Indubbiamente, ma il fenomeno che vogliamo commentare non si esaurisce certo nel sempre più labile confine tra vita privata e vita lavorativa, perché per ogni persona che utilizza il proprio notebook per lavoro ce ne è almeno un’altra che lo usa per giocare, per guardare un filmato, ecc. E non è che quelli sprovvisti di strumenti tecnologici se ne restino, come si suol dire, con le mani in mano: chi, prima di salire sul treno, non si procura qualcosa da leggere? Un romanzo, un fumetto o semplicemente un giornale, magari di quelli gratuiti distribuiti, e non è una sorpresa, soprattutto nei pressi delle stazioni. È ovvio che sia così, e per certi versi è anche giusto, e questo per due principali motivi: il primo è che an-

L’età barbarica Canada, 2007 A vent’anni da Il declino dell’impero americano, dopo Le invasioni barbariche (2003), Denys Arcand ripropone la sua disincantata visione della società moderna, priva di senso e dalla quale non si può che fuggire.

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È difficile, oggi, salire su un

Imparare a perdere tempo

Emile Hirsch da Into the Wild (2007). Ovvero, la ricerca del proprio tempo...

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TerraSuisse garantisce un’agricoltura svizzera in sintonia con la natura. In Svizzera, gli spazi vitali per piante e animali selvatici si riducono costantemente. Con il nuovo marchio TerraSuisse, la Migros si impegna a salvaguardare anche in futuro gli habitat di piante e animali indigeni.


mare ha sempre rivestito millenarie sul mare e la sua un’importanza fondamentale importanza sono tali che gli nello sviluppo storico, socia- stessi elementi marini sono le ed economico dei popoli. entrati nella nostra cultura e “Il mare guarisce le malattie nel nostro linguaggio, metadegli uomini” scriveva Euri- forizzati per descrivere stati pide nel 480 a.C. e anche nel d’animo e attitudini umane. mito si registra la medesima Del resto, anche l’elemento centralità: Achille viene reso marino è stato personificato, immortale dall’immersione (“il mare arrabbiato” o che nelle acque del mare, mentre “va rispettato”) soprattutto Venere, simbolo di bellezza, fra le comunità dei marinai grazia e amore, nasce dal- e dei pescatori. Un legame la schiuma delle onde. Lo rinforzato sul piano antroSalute stesso Platone, curato da un pologico dalle scoperte sciendisturbo con dei bagni di tifiche ed evoluzionistiche, mare, dichiarava “il mare lava secondo cui le prime forme tutti i mali dell’uomo”. Fu di vita nascono proprio dal Ippocrate nel IV secolo a.C. mare primordiale. Da questo a scrivere il primo trattato punto di vista, di particolare sull’acqua e l’aria di mare, importanza è il riconoscimenconsiderati come elementi to dell’analogia tra la compoterapeutici. Nel mondo latino sizione dell’acqua di mare e il l’acqua era particolarmente plasma sanguigno scoperta e amata, come testimonia la verificata, con ripetute prove presenza delle terme in ogni di laboratorio, dal biologo centro abitato di una certa francese René Quinton fin importanza e la fama raggiun- dal lontano 1897. La sua rita da alcune spiagge della pe- cerca portò all’elaborazione nisola italiana. Con la caduta di alcune leggi volte a conferdell’Impero romano e l’inde- mare l’identità fisiologica tra

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Branca della talassologia, la talassoterapia ha origini antiche. Una linea che lega la filosofia greca alle osservazioni sulla natura, l’uomo e la vita alle origini del cosmo il plasma umano e il “plasma marino”. Dalle sue ricerche, il biologo però comprese l’impossibilità di utilizzare l’acqua marina presente in natura come farmaco: nel corso dei millenni la concentrazione

Internet

www.benessere.com www.talassoterapia.it Due siti ricchi di informazioni anche di carattere tecnico e scientifico per tutti coloro che intendono accostarsi alla talassoterapia, alla climatoterapia e più in generale alla cultura del benessere.

di sale era infatti notevolmente aumentata rispetto agli originari 7 grammi per mille (oggi è almeno di 35 grammi), la stessa percentuale presente nel plasma umano. Ecco la necessità di renderla “isotonica”, e cioè di diminuire la concentrazione dei sali per riportarli al valore indicato: è la formula del cosiddetto “siero di Quinton”. Il siero rivelò le sue potenzialità inizialmente in singoli pazienti cirrotici e sifilitici, più tardi arrestando addirittura un’epidemia di colera infantile diffusasi in Francia nel 1906. Oggi il plasma marino è elaborato esclusivamente con acqua di mare e acqua minerale rigorosamente selezionata secondo un preciso protocollo di fabbricazione, corrispondente ai principi di qualità indicati da René Quinton e adattati alle odierne esigenze igieniche e di sterilizzazione. L’identità fisiologica fra acqua di mare e sangue umano continua a suggerire numerose applicazioni in campo medico ed estetico: in Bretagna, come sulle sponde del Mar Morto, sono attivi importanti centri di talassoterapia, nella cui metodica rientra anche l’utilizzo di altri agenti presenti nell’ambiente marino (sabbia, fanghi, alghe). Nel corso degli ultimi anni questo tipo di metodiche si sta affermando un po’ dovunque con la nascita di centinaia di SPA (salus per aquam), centri che cercano di riproporre i benefici dei centri marini attraverso trattamenti in acque a temperature diverse, idromassaggi, getti d’acqua, acque salate e termali, saune, bagni turchi e zone relax.

»

bolimento dei miti pagani, l’uomo si copre di un oscuro e falso pudore che lo porterà ad abbandonare l’uso delle cure marine, l’esposizione al sole, la ginnastica e la cura del corpo. Le osservazioni

P. Spaggiari et al. Le meraviglie dell’acqua Tecniche Nuove, 2007 Un libro dedicato alle “meraviglie” dell’acqua: dal rapporto con gli organismi viventi alle caratteristiche delle acque naturali e minerali, dalla “memoria dell’acqua” alle terapie termali.

» di Lou Branca

Il

Urla e biancheggia il mar…

Bagnanti alle terme, particolare dal complesso musivo risalente al IV secolo proveniente dalla Villa Romana di Piazza Armerina (Enna)

Libri


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Il segreto di Cantello 14

va in commercio da marzo a giugno – l’asparago (Asparagus officinalis) è stato apprezzato fin dall’antichità, come ricorda M. Porcio Catone nel suo De Agricoltura. Appartenente alla famiglia botanica delle Liliacee (la stessa dell’aglio), l’asparago predilige i terreni sabbiosi. Pianta dioica, cioè sessuata, comincia a produrre i suoi deliziosi germogli, detti turioni, dopo due o tre anni dall’impianto. Questi ultimi spuntano dalle radici alla fine della stagione invernale, quando il clima diviene più mite. Le aree di coltivazione di questa rinomata pianta alimentare sono presenti in varie regioni della Penisola italiana: dalla Puglia alla Campania, dalla Toscana al Piemonte le asparagiaie vantano una produzione importante che non riesce però a far fronte alla crescente domanda interna del mercato. Si è pertanto costretti a importare asparagi, soprattutto dalla Spagna e da altri paesi. Anche la Lombardia vanta quattro interessanti aree di produzione: l’asparago di Mezzago, località della bassa Brianza, dell’asparago di Rogaro, sul lago di Como, dell’asparago di Civalegna in provincia di Pavia e dell’asparago di Cantello, cittadina in provincia di Varese, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. La zona di Cantello era nota già nella seconda metà dell’Ottocento per la produzione di asparagi, adottata dai mezzadri per far fronte alle difficoltà del mercato delle coltivazioni agricole. Nel 1937 venne organizzata la prima Fiera dell’asparago di Cantello, la cui fama esplose portando a produzioni di una certa consistenza. Nel corso degli anni Sessanta, con l’avvento della meccanizzazione, molti produttori abbandonarono la coltura dell’asparago che è stata ripresa in tempi più recenti (dai 20 quintali del 1990 si è oggi passati a circa 150 quintali annui). Durante la sagra, allestita annualmente nel corso della terza domenica

»

Gastronomia

Prodotto tipicamente primaverile – lo si tro-

Squisitezza di stagione, l’asparago è da sempre considerato un’assoluta prelibatezza. Siamo stati a trovare la famiglia Baj che a Cantello, in provincia di Varese, si dedica alla produzione biologica di questo ortaggio di maggio, è possible acquistare e assaggiare il prelibato ortaggio. Da circa 5 anni, Giovanni Baj e sua figlia Federica, si sono impegnati nella realizzazione di una piccola produzione biologica che utilizza sia la cultivar Violetto d’Argenteuil sia la cultivar Zeno. I pochi quintali di asparagi prodotti vengono totalmente assorbiti dal mercato dei privati e da alcuni ristoratori della zona fra cui l’Osteria di Cantello e il ristorante Montalbano di Stabio, il cui proprietario,


» di Giulio Carretti; fotografie di Adriano Heitmann

Claudio Crocitorti, è da sempre particolarmente attento alla qualità delle forniture. Si tratta di asparagi di qualità bianca, con la punta del turione di colore rosato-violetto (la colorazione è dovuta al fatto che solo questa parte dell’asparago emerge dalla terra e si espone ai raggi del sole). I germogli di asparago possono sopportare temperature piuttosto rigide (fino a -15C°) cosa che rende possible la coltivazione nelle aree pedemontane. La raccolta inizia alla fine di marzo e prosegue fino a maggio-giugno. Federica Baj ci spiega che per la preparazione dei mazzi, l’asparago di Cantello deve avere una lunghezza di 22 cm precisi. Inoltre, per assicurare una cottura uniforme al prodotto, onde evitare lo spappolamento della punta o l’eccessiva durezza della parte inferiore del turione, si deve ricorrere a speciali pentole disponibili in commercio. Ricordiamo che l’Associazione Ristoratori del Monte San Giorgio organizza, a partire dal 15 maggio, una serie di eventi gastronomici che avranno come protagonista le erbe selvatiche del Mendrisiotto e l’asparago di Cantello (www. ristoratori.ch). Ci fermiamo un attimo a osservare i campi coltivati. “Bello”, dico. Federica sorride e sussurra tre parole in greco antico: “kalós kái agathós” (bello è anche buono).

Nella pagina accanto, un mazzo di asparagi di Cantello preparato per la vendita. Sopra. La cima del turione spunta dalla terra: l’asparago è quasi pronto per la raccolta

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Il Ticino e i suoi fotografi Reza Khatir

Fotografia

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Gardens of Kâvous (I giardini di Kâvous), montaggio in laboratorio da tre negativi, 1997

Reza Khatir è nato a Teheran nel 1951 in una famiglia di letterati. Fotografo dal 1976, ha vissuto a Londra, Parigi

e risiede a Locarno. Le sue immagini sono state pubblicate su prestigiose riviste, libri e cataloghi in tutto il mondo. Nel 2001 il suo lavoro è stato inserito nel volume Photography 7th Edition (libro base di tutti i corsi superiori di fotografia negli Stati Uniti). La fotografia qui riprodotta fa parte di una serie di 11 foto intitolata Gardens of Kâvous (I giardini di Kâvous). Per ulteriori informazioni: www.khatir.com


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» testo di Fabio Martini; fotografia di Adriano Heitmann

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la fatica non mi ha pesato. Il 13 di dicembre sono stata chiamata a presentare la tesi. È stata una grande sorpresa perché avevano fatto della mia discussione una bandiera per incitare le altre persone a capire che ci si può laureare a qualsiasi età, basta volerlo… Insomma, c’era la televisione, i giornalisti, i fotografi… sono entrata a mezzogiorno e sono uscita quasi alle tre. È stata una cosa sorprendente e una grande soddisfazione. Io, a dire la verità, ero come in trans… Credo di aver parlato con calma, con serenità ma in realtà ho letto sui giornali quello che ho detto perché non mi rendevo bene conto. Sono arrivata a casa, stanchissima, e vo per un ricongiungimento ho chiamato una cara amica che è la figlia accademico. Qualche giorno della mia professoressa di latino dei tempi di dopo mi è giunta una bellisFirenze, io sono fiorentina. Mi ha offerto di sima lettera che annunciava andare a riposarmi nella sua casa ad Arma di la possibilità di concludere Taggia in Liguria. Lì ho trascorso uno dei mesi gli studi e che il personale dopiù particolari della mia vita: sola, in febbraio, cente si sentiva fiero del fatto che non si vede un turista in giro neanche a che una persona della mia età pregare, con una valigia di gialli per liberare decidesse di laurearsi là dove la mente da un anno passato a studiare. Mi aveva cominciato a studiare. immaginavo sulla spiaggia, al sole, a leggere. Mi hanno anche esonerato dal Nulla: tempo orribile, vento, acqua… di tutto, pagare le tasse universitarie… persino un terremoto. Ma è stata l’occasione Comunque, sono stata seguita per riscoprire una Liguria antica, ancora inteda due relatrici, Françoise Bigra nei suoi paesini romanici, petrosi. Penso daud e Anne Marie Jatou e ho a Ventimiglia alta che è stupenda, ricca di dato una tesi su una scrittrice chiese, e dove si trova la Biblioteca Aprosiana, del Canton Vallese, Corinna fondata da Angelico Aprosio nel Seicento. Bille. Si trattava di tradurre dal Questi era un frate agostiniano, originario di francese all’italiano un libro quelle zone, un uomo povero, che però era mai tradotto e di scrivere un stato a Siena e a Firenze e si era innamorato testo critico su questa autrice. della stampa, allora ai suoi albori. Nel corso Da allora la mia vita è stadella sua vita, raccolse fino a 10.000 volumi e ta completamente stravolta. incunaboli di argomento e temi i più disparati Ho iniziato a trascorrere le e creò la prima biblioteca pubblica in Italia mie giornate alla Biblioteca utilizzando due sale del convento agostiniaCantonale di Lugano che è no. Beh, oggi la biblioteca è chiusa perché ben fornita, quello che non non ci sono i fondi per tenerla aperta. Io sono c’è lo fanno arrivare, e ha un dovuta andare dai Carabinieri per capire come accedere, se c’era una Fiorentina, con la passione per il restauro e persona di riferimenl’antiquariato, vive in Ticino ormai da molti to… insomma… bello, raro ma triste, no? Ma anni. A oltre settant’anni si è laureata in è anche significativo. Lingue e Letterature straniere a Pisa, dando Mi pare che oggi ci sia una svolta alla propria vita mancanza di amore, per le cose, per l’essere personale gentilissimo. Mi è umano, per l’uomo, per la donna; domina sembrato di tornare ventenne l’interesse per il danaro e il potere. È incomma godendo molto di più che prensibile… quando hai un tetto, un lavoro, a vent’anni perché mi sono insomma c’è da essere contenti, o no? Si vuole messa a studiare con una tale sempre di più o forse, meglio, ci inducono a gioia, un tale entusiasmo che volere sempre di più.

Fiorenza Miler

Vitae

he sta già registrando? (ride) No… è che io dico anche cavolate… Poi, pensavo a una chiacchierata sul divano, comodi comodi, con una tazza di caffè e invece siamo qui in cucina (ride), uno schermo bianco alle spalle, la luce, un tè, che da fare è anche complicato… Non è facile per me… perché vede…fino all’anno scorso la mia giornata aveva un ritmo abbastanza regolare: mi alzavo la mattina, facevo colazione, poi c’erano le ore passate di sopra, nel mio studio di restauro dove cerco di strappare al tempo porcellane e dipinti. Sa… il restauro si è rivelato un eccellente modo per trascorrere il tempo soprattutto, in questi ultimi anni… alla mia età è bello avere un’attività del genere. Tiene in esercizio la mente e le mani… fra l’altro, oggi le mani si usano pochissimo… si usa il dito… oppure per mangiare, invece il Nostro Signore ce le ha date per fare tante altre cose, e una di queste è proprio il restauro che è un’alta forma di artigianato. E così, lavorando, con la testa e con le mani, le ore passano veloci e piacevoli, senza neanche accorgersene. Ma a gennaio dell’anno scorso la mia vita è cambiata. Avevo un appuntamento in Toscana, a Pisa, presso un centro medico. Devo precisare che mi è sempre rimasta la voglia di terminare gli studi universitari in Lingue e Letterature straniere che avevo cominciato proprio a Pisa dopo la guerra, nel 1948, e proseguito per vicissitudini varie fino al 1970, anno in cui avevo dato l’ultimo esame. Poi ci fu il trasferimento a Lugano e tante altre cose… ma il libretto era sempre lì, a portata di mano. Quando sono partita per Pisa me lo sono portata dietro. Lì ero ospite di una mia cugina che è professoressa di matematica. “Bene” dice lei “ti accompagno io in segreteria”. Naturalmente era tutto cambiato rispetto ai miei tempi… e così, una volta arrivate (ero abbastanza pessimista), mi hanno detto che si poteva fare un tentati-

»

C


Martha Argerich

Fotografare l'anima

Reportage

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fotografie di Adriano Heitmann

Dal 9 al 28 giugno si svolgerà a Lugano la settima edizione del Progetto Martha Argerich con la partecipazione di giovani talenti e di artisti di fama internazionale. Presentiamo l’evento con un’intervista ad Adriano Heitmann, che ha seguito e documentato fotograficamente il Progetto fin dalla sua nascita, e una presentazione del programma a cura del musicologo Carlo Piccardi


Gidon Kremer (violino); Mischa Maisky (violoncello); Martha Argerich (pianoforte) durante le prove

intervista al

fotografo... Reportage

44 Nella pagina a fianco: Martha Argerich con Sergej Nakariakov (tromba) Martha Argerich in un momento di studio all'auditorio della Radio (Lugano)


...

Nel mondo della musica, lei viene chiamato il “fotografo di Martha”. Termine improprio, anche se ormai seguo il progetto Martha Argerich dal primo giorno, nel giugno 2002. Sono molti i fotografi che hanno immortalato Martha, anche durante il Festival.

Cosa significa documentare fotograficamente questo grande evento? Sovente la quadratura del cerchio. La musica non appartiene al mondo del “visibile”, non la si può fotografare. Dunque? Dunque si tratta di trovare l’immagine dell’anima dei musicisti. E con Martha in particolare? Martha si è nascosta. Tra noi non è stato amore a prima vista. Tutt’altro. Per lunghi anni, fu un negarsi alla relazione: non uno sguardo verso il fotografo, mai un attimo di complicità. Sono stato ignorato e tollerato. Ero pur sempre il “fotografo del Festival”. Dovevo essere per lei una presenza insopportabile, una tortura. Scusami tanto Martha. Come si spiega questo atteggiamento? Martha rappresenta per i musicisti ciò che Maradona è per i tifosi di calico e non solo perché entrambi sono argentini. Per sopravvivere, Martha ha bisogno di tranquillità, per salvaguardare la sua sfera privata e per dedicarsi al suo lavoro. Immaginate: tutti i pianisti al mondo dicono che vogliono suonare come Martha, tutti vogliono ricevere consigli da Martha, tutti vogliono qualcosa da Martha. Anche il malcapitato fotografo del Festival vuole immagini suggestive da Martha. Come è entrato nel suo giardino privato? Aspettando. Non chiedendo niente. Fotografando durante i concerti (qui il demone da cavalcare è il maledetto clic clic della macchina fotografica che rompe i timpani ai musicisti, al Tonmeister, al pubblico). Poi qualche foto ricordo con le figlie, i nipotini, gli amici. Aspetta ancora? No, non più. Due anni fa sono stato”adottato” dalla famiglia “musicale” di Martha. Un giorno il manager mi chiese se potevo fare una foto passaporto di Martha. Davanti al Palazzo dei Congressi, mi concesse due minuti. Un’eternità. Un profondo sollievo. Un senso di gratitudine. Un dono? Certamente. Ogni ritratto è un atto di generosità da parte della persona che ti sta di fronte. Non è il fotografo che fa il ritratto, ma la persona ritratta. Questa deve darsi, aprirsi incondizionatamente, sapendo che non perderà l’anima prendendo comunque il rischio di perderla. Il fotografo coglie questo momento, testimonia quegli attimi privilegiati tra loro due. È tutto.


Martha Argerich con Dora Schwarzberg (violino); Renaud Capuรงon (violino); Nora Romanoff-Schwarzberg (violino); Mark Drobinskij (violoncello)

Reportage

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Alexander Rabinovitch-Barakovsky (direttore d'orchestra) e Martha Argerich che osserva da dietro le quinte


Martha Argerich con Alexander Mogilewski

E poi? Poi le immagini iniziano ad avere una vita propria, autonoma, come figli ben cresciuti. Questi ritratti sono stati pubblicati, per esempio, dallo “Zeit-Verlag” di Amburgo nel libro-biografia di Martha. Oggi li pubblica "Ticinosette". Naturalmente anche gli organizzatori del Festival fanno largo consumo del materiale fotografico che vado producendo. E qui vorrei ringraziare Carlo Piccardi, deus ex machina del Progetto Martha Argerich, il quale mi ha “voluto” e con cui è nata una sincera amicizia. Ma torniamo alla fotografia. Qual è il suo approccio alla foto di musica? In una prima fase cerco di stabilire un rapporto empatico con il musicista attraverso la musica e per fotografare ricorro alla mia esperienza di fotoreporter sportivo: poca luce, tempi brevi, il momento decisivo, teleobiettivo da stadio di calcio, e clic clic clic… sperando che ti vada bene…

di grande talento. Ogni anno ho il piacere di condividere la loro quotidianità e qualche volta suonano anche a casa nostra per il piacere di far musica insieme. Del Festival ha qualche brutto ricordo? Beh, dopo un suo concerto Mischa Maisky – altra star del firmamento musicale – se l’è presa con me perché l’avrei fotografato durante tutto il concerto – il programma era dedicato a Shostakovich – puntandogli il laser dell’autofocus negli occhi. Era furioso. Alla fine, con l’aiuto degli organizzatori, il malinteso si è risolto, dato che si trattava di un “fotoamatore” in prima fila… Una sua forte emozione? Due anni fa al concerto d’inaugurazione ero assente: tutta la “famiglia”, che mi chiama per nome, si era preoccupata di non trovarmi all’appuntamento. Insomma mi hanno fatto sentire davvero uno di loro.

Com’è la signora Argerich? Mi colpisce la sua generosità e l’affetto che lei riserva alle persone che le stanno a cuore. È una lavoratrice instancabile, una vera e propria stakanovista con una mancanza totale di malizia e un assoluto disinteresse per le cose materiali e il danaro.

Se lei potesse esprimere un desiderio, cosa chiederebbe agli organizzatori? Mi auguro di non dover aspettare il nuovo polo culturale per poter trovare una sede meno rumorosa per i concerti delle ore 18:00.

Il Festival non è solo Martha… Certamente. In questi anni ho avuto modo di apprezzare e avvicinare musicisti di tutto il mondo, giovani e meno giovani, tutti

Un augurio finale? Tanta salute e felicità a Martha come segno di gratitudine del cielo per la sua musica, la disponibilità e il tanto amore donato.


Martha Argerich tra Maxim Vengerov (violino) e Gautier Capuçon (violoncello)

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Due direttori di spicco faranno quest’anno la loro comparsa nella rassegna. Al Palazzo dei Congressi il 14 giugno Mikhail Pletnev sarà sul podio dell’Orchestra della Svizzera italiana per accompagnare alcuni solisti (la violinista Dora Schwarzberg, il pianista Vladimir Sverdlov) e soprattutto Martha Argerich e Alexander Mogilewsky nella Fantasia Elvetica su temi popolari svizzeri per due pianoforti da lui stesso composta. Charles Dutoit chiuderà il festival il 28 giugno accompagnando la protagonista nel Concerto n. 3 di Prokof’ev, Renaud Capuçon nel Concerto n. 1 di Bartók, Nicholas Angelich nel Concerto in sol di Ravel e Geza Hosszu-Legocky nell’Havanaise di Saint-Saëns. Il cuore della rassegna, che si articolerà dal 9 al 28 giugno 2008, è costituito dagli 8 concerti di musica da camera nell’Auditorio della RSI e dal concerto a Villa Castagnola. Secondo la formula originale, che vede operare nella stessa serata almeno una decina di artisti in varie combinazioni, sarà possibile ascoltare composizioni note e meno note, come i Quartetti con pianoforte di Mendelssohn, Weber, i Quintetti con pianoforte di Arensky e Elgar, il Trio op. 1 n. 1 di Beethoven, sonate per vari strumenti e pezzi per due pianoforti. Vi troveremo impegnati, oltre quelli già menzionati, i violinisti Ivry Gitlis, Yozuko Horigome, Alissa Margulis, Lucia Hall, i violoncellisti Mischa Maisky, Gautier Capuçon, Mark Drobinsky, Alexandre Debrus e Jorge Bosso, le violiste Lyda Chen e Nora Romanoff, il clarinettista Marek Denemark. Per quantità vi dominano i pianisti, a partire da quelli fedeli all’appuntamento annuale di Lugano: Lilya Zilberstein, Sergio Tiempo, Karin Lechner, Alexander Gurning, Nicholas Angelich, Walter Delahunt, Karin Merle, Giorgia Tomassi, Eduardo Hubert, Akane Sakai, Francesco Piemontesi, Gabriele Baldocci

e Lily Maisky. Per la prima volta vi parteciperanno Stephen Kovacevich, Alan Weiss, Gila Goldstein, Dagmar Clottu, Alessandro De Luca, Alessandro Stella, Federico Lechner. A due pianoforti Martha Argerich si presenterà nella Suite n. 1 di Rachmaninov (con Lilya Zilberstein), nella Danse macabre di Saint-Saëns (con Akane Sakai) e in Scaramouche di Milhaud (con Karin Merle). La disponibilità dei molti pianisti partecipanti ha suggerito una forma originale di omaggio ad Alexis Weissenberg, da molti anni residente a Lugano, autore di una commedia musicale La fugue per 5 cantanti e 2 pianoforti. Sette coppie di esecutori (compresa Martha Argerich) si alterneranno nella serata del 26 giugno ad accompagnare le 30 canzoni di una partitura molto raffinata che merita attenzione per l’originale contributo che il grande pianista ha dato alla tradizione del “musical”. Oltre al concerto tematico di “musica bohemica” del 17 giugno (Smetana, Dvořák, Janáček e Bohuslav Martinů), tematico sarà anche il recital pomeridano del 16 giugno nella Chiesa di San Rocco, in cui Karin Lechner presenterà composizioni del 900 influenzate dal jazz. Per il ruolo che ebbe Parigi nello sviluppo di tale filone creativo una conferenza di Annie Dutoit sul tema dell’americanismo nella cultura francese sarà proposta il 19 giugno. Questo chiarirà anche la scelta di Ivry Gitlis di integrare l’improvvisazione jazz nella sua esibizione dell’11 giugno con il pianista Cyril Barbessol e con l’attore giapponese di teatro nô Shonosuke Okura. Sette recital pomeridiani saranno tenuti nella Chiesa di S. Rocco, occasionalmente riservati ai pianisti più giovani (tra i quali quest’anno Youlia Zaichkina e Kathia Buniatishvili), con momenti di rilievo come il 12 giugno l’esibizione a tre di Alissa Margulis e Lily e Mischa Maisky.

» di Carlo Piccardi, coordinatore del Progetto Martha Argerich

Reportage

Il Progetto Martha Argerich giunge alla sua settima edizione, riunendo ancora una volta a Lugano intorno alla grande pianista una folta schiera di amici di lunga frequentazione artistica e giovani talenti della musica.

Il programma dettagliato sarà progressivamente aggiornato sul sito www.rtsi.ch/argerich, in cui sarà anche possibile seguire in video i concerti trasmessi da Rete Due in diretta.


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Tendenze

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Scende

pioggia la

Rieccolo il trench, vero jolly di stagione, perfetto da indossare

sul tailleurino, ma anche sui jeans e sugli shorts. Capace di imporre una allure alla Marlene Dietrich con quel suo taglio sportivo e maschile, ma con la vita strizzata in un vezzo iperfemminile. Rieccolo nella parafrasi proposta da Burberry, fedele al suo originale army style degli anni Quaranta: carrè sollevato, mostrine, cinghiette, fibbie di pelle e cuciture ribattute. Il tessuto? Un insolito misto di seta e nylon, cangiante dal verde anatra al turchese. Molto apprezzata anche la versione indossata recentemente da Charlize Theron nella tradizionale tinta écru, smentita da zip e teorie di macro bottoni dorati. Sembrano gocce di pioggia i cristalli che brillano sugli impermeabili di Frankie Morello, esaltati da colori audaci tra i quali l’arancio e il fucsia, salvo lasciare il posto a un pacato, profondo total black ma sempre tempestato di punti luce scintillanti. L’esuberanza cromatica non poteva mancare negli spolverini molto sciancati e dagli ampi revers ideati da Francesco Martini per Coveri in uno scattante taffetas. Oltre che all’abito a tubino, che cesella le forme, si adattano ai succinti hot pants da pin up ingenuamente maliziosa. Ed è di un ardito tono di

rosso il mini capospalla di Agatha Ruiz de La Prada ritagliato nel vinile lucidissimo. Occhio ai dettagli: il collettino baby, le tasche a cuore e i bottoni a pastiglia in una squillante punta di arancione. Sono in pendant i briosi stivaletti pestapozze, copiati da quelli dei bambini. Che piova, che piova pure! Tanto ci pensa il colore e qualche riferimento scherzoso a rendere allegro lo stillicidio. Ecco che il trench doppiopetto di Pollini by Rifat Ozbek smentisce l’impeccabile matrice sartoriale anni Cinquanta riempiendosi di dischetti e altre minuterie di metallo tintinnante, quando non si accende di fiammature afro, dal giallo sole al rosso tramonto, che circondano l’orlo svasato e dal polso risalgono lungo la manica stretta dal tipico cinturino. Ed è da sempre nel Dna della griffe Moschino combinare il classico con lo sfizioso attraverso il filtro di una divertente ironia. Così anche il trench di stagione, enfatizzando in modo spassoso i caratteristici dettagli, rivela inedite soluzioni trasformandosi in abito, bolero o tuta. Per ritornare poi a versioni quasi canoniche, ma in plastica trasparente e materiali da scuba in tinte al neon, o stampati a teneri quadretti vichy.


Nella pagina accanto Un modello di trench firmato Moschino A sinistra Il vistoso impermeabile in vinile lucido proposto da Agatha Ruiz de La Prada In basso e a destra Le proposte di Allegri per l’uomo e la donna

Tendenze

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Dalla spiaggia al pomeriggio, alla sera in assoluta libertà: il trench “all day” proposto dalla griffe Fisico

ha una struttura morbida e capricciosa, il materiale ha una mano secca e forte. Ne deriva un intrigante e graffiante connubio bisex ispirato alle tenute delle prime intrepide aviatrici, tra le quali Amelia Earhart Mary, prima donna a trasvolare l’Atlantico in solitaria (1932). Cambiamo aeroporto, e atterriamo a Casablanca, dove un fascinoso ed eroico Humphrey Bogart dice addio (suo malgrado) a Ingrid Bergman, tra il rombo dei motori e sotto una pioggia incalzante… Indossa l’indimenticabile trench color coloniale che, grazie al grande schermo, diviene icona di stile e di avventura. La maison Allegri lo rievoca nel suo mood rigoroso, ma rinnovato nella sfumatura kaki e nella confortevole stoffa che abbina il tradizionale gabardine con la viscosa. Una proposta per il nostro “lui”, augurandoci che sappia sussurrare “Be happy baby!” con la stessa romantica, intensa espressione del grande divo.

» di Marisa Gorza

Appassionato fautore di un bon ton sofisticato, Lorenzo Riva reinterpreta lo spolverino-impermeabile con una esclusiva bourette navy blue: il mood crociera è sottolineato con ricami di nodi e gomene, rubati a uno yatch leggendario. L’inconfondibile sagoma del trench si trasforma in uno svolazzante chemisier con allacciatura sul davanti e rosa dei venti stampata sul dorso. Intanto i cappottini peso piuma, studiati da Clips per le inaspettate intemperanze della bella stagione, hanno volumi minimali, fitti di plissettature e goffrature couture, a cui si aggiungono balze di organza con una rugiada di pietruzze. Restano i tocchi di reminiscenza sportiva e militare, come le tasche a soffietto e le fibule brunite. E se l’intramontabile colore neutro sta bene proprio con tutto, quando le giornate sono già assolate, perché non puntare addirittura su una versione bianca, molto cool, che fa subito estate? Specialmente se si sceglie il trench di spugna “grafica”, effetto texture, di Fisico che dalla vita cittadina accompagna direttamente alla spiaggia come il più disinvolto e chic degli accappatoi. Un freschissimo bianco anche per i capispalla della primavera firmata Allegri, alternato a tonalità di rosa. Tuttavia, più il trench presenta riferimenti sportivi e un rigoroso taglio di ordinanza, più il tessuto risulta arioso e fluido, ma se il capo


Âť Lettering di Flavia Leuenberger UN PIACERE PER I PIEDI E ANCHE PER GLI OCCHI. PerchĂŠ soffrire per essere belle? La suola GelactivTM, che ritorna in forma dopo ogni passo, assorbe tutti gli urti per il benessere dei piedi e della schiena.

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Âť Illustrazione di Adriano Crivelli


Scritto fra il 1938 e il 1940, il romanzo di Koestler venne pubblicato in Italia sei anni dopo da Arnoldo Mondadori nella collana della Medusa, fondata e diretta da Giorgio Monicelli che del libro fu anche eccellente traduttore. Riproposto nel 2007 in libreria nell’elegante veste originale (un’operazione un po’ vintage, ma di sicura seduzione per i lettori più affezionati), il romanzo di Koestler divise nettamente l’opinione della classe intellettuale italiana, appena uscita dalla guerra di liberazione, generando forti critiche ma anche consensi e approvazione. Il momento storico era delicato: la situazione internazionale volgeva rapidamente verso la guerra fredda e le atrocità delle

purghe staliniane iniziavano a incrinare la fede di molti intellettuali europei che nel periodo fra le due guerre si erano accostati all’ideologia comunista. Fra questi lo stesso Koestler, che oltre a vantare una solida reputazione come giornalista e opinionista (era stato il condirettore del “Berliner Zeitung am Mittag”) aveva avuto una serie di esperienze importanti come corrispondente in Palestina (era di origini ebraiche) e in Spagna nel corso della guerra civile. In questo romanzo di denuncia strutturato sulla base di tre interrogatori, Koestler narra la vicenda di N.S. Rubasciov, un altissimo dirigente del Partito comunista sovietico, imprigionato e infine condannato a morte in quanto vittima

CIP · RSCC

Arthur Koestler Buio a mezzogiorno Arnoldo Mondadori, 2007

Abbiamo letto per voi

inclusive

del sistema di cui egli stesso è parte integrante. Ma al di là delle considerazioni ideologiche che portano ad ascrivere questo capolavoro all’ambito della letteratura di denuncia del sistema staliniano e del totalitarismo (penso a scrittori come Aleksandr Solgenitsin o Joseph Brodsky), Buio a mezzogiorno è un romanzo straordinario, scritto con stile asciutto e serrato e un’estrema finezza psicologica. Koestler descrive l’abiezione e l’assurdità del destino dei suoi personaggi (i due inquisitori e la segretaria di Rubasciov), vittime e carnefici di un sistema che ha fatto della totale spersonalizzazione dell’individuo la sua cifra e il suo dramma. Un testo universale, da leggere assolutamente.

» di Fabio Martini

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Sali in cima al Piz Nair, al Corvatsch, al Muottas Muragl e alla Diavolezza: a partire da due pernottamenti più di 80 alberghi ti offrono 12 impianti di risalita e molti anche i mezzi pubblici gratis.

Sei tu che stai facendo «ohhhh»?

Forse sei salito su molto presto – il muschio ancora umido di rugiada – e oltre il crinale, il sole ti accoglie accarezzandoti il viso. Forse sei seduto da qualche parte in vetta e pregusti il piacere di una discesa sulle ali del vento. Forse ti stai perdendo nel mare blu del cielo. Forse hai di nuovo fatto «ohhhh» … www.engadin.stmoritz.ch

Che montagne. Che laghi. Che luce!


Juno Regia di Jason Reitman Con: Ellen Page, Michael Cera, J.K. Simmons, Jennifer Garner Produzione: Fox Searchlight Pictures, 2007

Abbiamo visto per voi Juno MacGuff, per gli amici Jun Bruco (la 21enne canadese Ellen Page) l’ha fatta grossa stavolta. No, i suoi non sono problemi scolastici, di rapporti conflittuali con le forze dell’ordine o legati all’abuso di alcol. No: Juno, 16 anni, è incinta… e la “cosa” si sta dannatamente ingrossando, tanto che in casa e a scuola qualcuno comincia a chiamarla “balena spiaggiata”. Colpevole del misfatto è un suo compagno di liceo, Paulie Bleeker, atleta anomalo, tra gli ultimi ad essere informato del “fagiolo” in arrivo. Il frutto inatteso del desiderio di Juno di sperimentare… per amore, forse quello vero. Consumatrice instancabile di test di gravidanza – che non sono “lavagnette magiche” e nemmeno “scarabocchi che si

possono cancellare”, come gli fa notare l’amico/gestore dello spaccio di alimentari locale... – la protagonista di questa sorprendente commedia americana è un’adolescente vera e onesta, sensibile e spiazzante nella sua lucida capacità di analisi degli eventi. Juno affronta l’inattesa gravidanza giorno dopo giorno, con leggerezza, sorpresa e affascinata da tutto quello che le piove addosso. Ma con i piedi ben piantati a terra. Tanto che con l’aiuto dell’amica del cuore, Leah, trova anche una coppia ideale (o idealizzata) a cui affidare il bambino. Ma le cose non seguiranno le traiettorie tracciate dai protagonisti, mostrando come dietro alla perfezione “formale” si nascondano, a volte, realtà ben meno piacevoli.

Jason Reitman, classe 1977, figlio d’arte – suo padre Ivan è un noto regista e produttore; suo il fondamentale Animal House (1978) con John Belushi –, ha confezionato un piccolo confetto. In continuo equilibrio tra ironia e problemi reali di una maternità in giovane età, il film è una critica per nulla banale alla sessualità negli adolescenti, alle famiglie allargate, alla confusione dei ruoli tra mamme naturali e acquisite, all’importanza delle figure di riferimento. Senza volgarità, con la pipa in bocca, una poltrona accogliente e una chitarra da strimpellare. Perché Juno è anche una storia in miniatura del rock, dai Velvet Underground ai Belle & Sebastian. E un inno alla vita e ai suoi regali.

Una vittoria pulita. 00

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Anche quest’anno Total è stato nominato il detersivo più affidabile in Svizzera. Un risultato ottenuto in seguito ad un sondaggio rappresentativo condotto da Reader’s Digest. Per la seconda volta consecutiva. Ringraziamo di cuore la nostra clientela!

» di Giancarlo Fornasier

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Intorno al 22 Maggio Marte verrà attivato da un eccentrico Urano (sesquiquadrato). In quel giorno vi potrà capitare di essere brillanti e inventivi. Questo aspetto comunque tenderà ad alimentare la vostra inclinazione alla impulsività e alla ribellione.

L’ingresso di Venere nell’amico segno dei Gemelli vi porterà ad accrescere gli impegni sociali oltre a favorire nuove amicizie e incontri. Possibilità di espansione sotto il profilo economico e finanziario.

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Fino a oggi Venere (di transito in Toro) ha operato favorevolmente accrescendo il vostro charme. Da lunedì 19 in poi, con l’ingresso del pianeta nella vostra seconda casa solare, ridurrà questa influenza. Non sarete immuni da grossi sbalzi d’umore.

Intorno al 20 Maggio nel vostro segno brillerà una tempestosa Luna piena. Provate a viverla con passione, evitando di scatenare le vostre energie contro voi stessi. Un aspetto angolare tra Nettuno e Venere potrebbe favorire il sorgere di alcune fantasie erotiche.

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La Luna piena del 19 Maggio, in Scorpione, nella vostra sesta casa solare, vi spinge ad andare oltre i vostri limiti. Se professionalmente non vi sentite apprezzati, aspettate 2 o 3 giorni prima di esprimere apertamente quello che realmente sentite.

Grazie all’ingresso di Marte nella vostra nona casa solare potrete tornare a essere liberamente voi stessi. Approfittate di questo transito per ricaricarvi con un bel viaggio e soddisfare finalmente ogni vostra curiosità. Cambiamenti in atto per i nati in novembre.

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Settimana segnata da una magica Luna piena nel segno dello Scorpione. Questo transito interesserà i valori della vostra quinta casa solare. Momenti ricchi di passione. Fase ideale per il concepimento di un figlio. Spese legate ai mezzi di locomozione.

Momento di svolta per la vostra vita affettiva, soprattutto se siete tra i nati della terza decade. Approfittate di questo momento per vivere momenti di estrema passionalità e abbandono con il partner. Scambi di opinione con i colleghi di lavoro.

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L’ingresso di Marte nel vostro segno avviene in concomitanza di una burrascosa Luna piena in Scorpione. Possibili momenti di tensione all’interno della famiglia. Se dovete chiarirvi con vostra madre è comunque meglio che aspettiate il 21 o il 22.

Momento di fiacca per i nati in Gennaio; partner, soci e colleghi vi stanno assorbendo troppe energie. Cercate di rimanere sempre voi stessi, anche se vi sentite diversamente sollecitati. Critica la Luna Piena del 19/20/21 Maggio. Sfruttate il vostro ingegno.

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Anche se Venere si trova in posizione armonica cercate di non idealizzare troppo la figura del partner (Venere quadrata a Nettuno), con il tempo realizzerete che le persone vanno amate per quello che sono, anche se non sono perfetti come Principi Azzurri o Fate Turchine.

Momenti di reale romanticismo per i nati della terza decade sollecitati dal transito Venere. Una conferenza (o una breve gita) potrebbe essere foriera di un incontro sentimentale. La Luna piena di inizio settimana, in Scorpione, potrebbe infatti favorire il sorgere di una forte passione.

Elemento: Terra – fisso Pianeta governante: Venere Relazioni con il corpo: gola, bocca, tiroide Metallo: rame Parole chiave: solidità, stabilità, tenacia e possessività La salute psicofisica dei nati nel segno del Toro è solitamente forte e anche nel corso di questa settimana i disegni celesti confermano una buona riserva di energie e una condizione di benessere, percepibile anche sul piano interiore ed emotivo. Venere transita con esuberanza e ciò induce a godere dei piaceri della vita, un’inclinazione che per i nati nel Toro viene spesso associata al possesso dei beni materiali. Del resto, il distacco dalla materialità non è caratteristica peculiare del segno. La capacità di utilizzare con criterio le energie permette di vivere una condizione di vigore e di intensa vitalità, anche sotto il profilo sessuale. Per chi tende a esagerare, soprattutto nell’alimentazione – visto il piacere che vi coglie ogni volta che assaporate qualcosa attraverso i sensi – è opportuno moltiplicare le occasioni per muoversi e stare all’aria aperta. Cercate il contatto con la natura e praticate dello sport appena vi è possibile, evitando al contempo gli eccessi alimentari. Potrà apparire un’ovvietà, ma la limitazione dell’uso di caffè, alcolici, cibi grassi e fumo potrà infatti solo giovare. Nell’ambito della vita relazionale e professionale, evitate di essere troppo indulgenti con voi stessi e imparate a riconoscere i meriti dei vostri collaboratori. Il 2008 si conferma comunque per i nati in Toro un anno decisamente “sopra le righe” proprio per il passaggio di Giove in Capricorno e Saturno in Vergine che dona espansione, concretezza e stabilità. Nel corso di questa settimana si entra nel segno nei Gemelli che, durante l’anno, impregnato dai segni di terra, Capricorno, Vergine e Toro, vivrà una certa mutabilità segnata a volte da senso di incertezza e confusione. Ma ne parliamo la prossima settimana.

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gemelli

Il Sole transita nel segno del Toro dal 21 aprile al 21 maggio

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» a cura di Elisabetta

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Il sole alza la testa tra le spalle della notte

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Schema realizzato dalla Società Editrice Corriere del Ticino

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1. Rappresenta il Papa in missioni all’estero • 2. Mettere in quarantena • 3. Dissetarsi • 4. Lo stato con le piramidi • 5. Devozione, venerazione • 6. La patria di Neruda • 7. Il nome della Fürstenberg • 8. Dittongo in paese • 9. Avversario, rivale • 12. Novelle, racconti • 14. Le divinità infernali, figlie di Gea • 17. Mezza gara • 19. Negoziare, mercanteggiare • 20. La nota Caselli • 22. È piccolo e nero • 26. Dittongo in Paolo • 29. Era in voga la Pop • 30. Angusta • 32. Le iniziali della Masoni • 33. Il fiume di Berna - 35. Seguaci, imitatori • 39. Privo di fede • 41. Pronome personale • 42. Il ritorno del pendolo • 45. Cong. eufonica • 47. Marina nel cuore.

Verticali

Orizzontali

1. Forte mareggiata provocata dal garbino • 10. Effettuare, svolgere • 11. Lo è il simpatico Magilla • 12. Cons. in stuoia • 13. I congegni laterali del flipper • 14. Tante la nascondono • 15. I confini di Tegna • 16. Thailandia e Ohio • 17. Una bevanda calda • 18. Campicello coltivato • 20. La capitale egizia • 21. Fra due fattori • 22. Il Calcio del chimico • 23. Il nome della Anaïs • 24. Comprendono svariate facoltà • 25. La festa del 25 dicembre • 27. Cifra imprecisata • 28. Rabbia • 30. Nastro centrale • 31. Contemplata • 34. Il ribollir del mosto • 36. Profonde • 37. Il dio egizio del sole • 38. La Silvia vestale • 40. Il Rame del chimico • 41. Negazione • 43. Le iniz. di Tasso • 44. Osso del bacino • 46. Un pianeta • 48. Intacca la vite • 49. Saluto fra amici.

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Indovina... dove siamo? “Ritorto, Val Bavona” Nota della Redazione Avvisiamo le gentili lettrici e i cordiali lettori che a questo concorso fotografico non è legato nessun premio.

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Le soluzioni verranno pubblicate sul numero 23.

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La soluzione a “Epigoni” del n. 19 è: “Il compromesso” di Elia Kazan (Mattioli 1885, 2007). I vincitori del “Concorso Rete Tre” del n. 17: Filippini Valeria, Airolo; Garzoli Pietro, Maggia; Knecht Robert, Breganzona; Piffaretti Niva, Pregassona; Priarone Lilian, Lodano.

Epigoni A quale romanzo appartiene il seguente finale? La soluzione nel n. 23. Al vincitore andrà in premio “Il sapore del racconto” di A. Morgantini e S. Luban, SalvioniEdizioni, 2008. Fatevi aiutare dal particolare del volto dell’autore e inviate la soluzione entro giovedì 22 maggio a ticino7@cdt.ch oppure su cartolina postale a Ticino7, Via Industria, 6933 Muzzano. “Be’, questo è il modo migliore per dirvelo e fogli che frusciano su scrivanie cittadine… freschi venti meridionali molto tempo fa. 17 settembre 1899 su New York”.

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Offerta limitata nel tempo e non cumulabile, valida solo presso i partner Peugeot che aderiscono all’iniziativa. * Peugeot 107 Trendy 1.0 68 CV già da CHF 15 330.– incl. climatizzatore gratuito (listino prezzi 107 11/2007). ** Consumo in ciclo misto 4,6 l/100 km, emissioni CO2 in ciclo misto 109 g/km, media di tutti i veicoli nuovi in commercio 204 g/km, categoria di efficienza energetica A.

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