Ticino7

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SETTE INGREDIENTI

Quattro chiacchiere a Carnevale

NUMERO 8 / 24 FEBBRAIO 2017 / CON PROGRAMMI RADIO 5 TV DAL 26 FEBBRAIO AL 4 MARZO

LA COPPIA +NON, SCOPPIA La terapia come soluzione al difficile rapporto tra lui e lei CORRIERE DEL TICINO / LA REGIONE

37


SPINAS CIVIL VOICES

Beveva l’acqua da una pozza.

Beveva l’acqua del pozzo.

Acqua potabile, gestione parsimoniosa delle risorse idriche e manutenzione a lungo termine dei sistemi di approvvigionamento: così cambiamo la vita delle persone. Radicalmente. helvetas.ch/partecipa

Beve l’acqua del rubinetto.

Per cambiare davvero


Sommario

ticino7

storia di copertina

04

04 Terapia di coppia di Laura Di Corcia

come dove quando

07

07 alimenTazione papaya celesTiale a cura della Redazione 08 biblioTerapia la cura pre-scriTTa di Mariella Dal Farra

protagonisti

10

10 seTTe domande massimiliano pani di Stefania Briccola 12 ore seTTe Funicolare di lugano di Gabriele Putzu/Ti-Press

tv e radio

13 dadomenica26Febbraio asabaTo4marzo

Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato e non perdere i tuoi programmi preferiti.

il pensiero della seTTimana

L’amore è per i coraggiosi, tutto il resto è coppia.

parliamone

(Barbara Alberti)

ticino e non solo

37

lo sapevi? donne senza nessun partner per fascia di etÀ in svizzera

(FoNTE: UST, 2016)

18–24 aNNi

37 seTTe ingredienTi carnevale, quanTo sei dolce di Eleonora Postizzi 38 gasTronomia la rinasciTa del burro di Roberto Roveda 40 seTTe conTinenTi cracovia, ciTTà a misura d’uomo di Keri Gonzato

tendenze

Lo sponsor della psicoanalisi di Paride Pelli

42% 45–54 aNNi

42

42 sTile una Fiera eleganza di Marisa Gorza 44 Trucco belle con misura di Valentino Odorico 45 concorso FoTograFico il vinciTore del mese

20% 65–80 aNNi

relax

46

46 sTelle & curiosiTà asTroparade di Betty l’oggeTTo a cura della Redazione isTruzioni per l’uso di Walter Mariotti 47 gioca (e vinci) con Ticino7 il cruciverba

38%

ticino7

dirETTo da paride pelli CoNLaCoNSULENZadi Waltermariotti rEdaTTorErESPoNSaBiLE Fabiomartini CorEdaTTorE giancarloFornasier ProGETTo GraFiCo elena montobbioperWmWorkshop GraFiCa robertodresti edeborahvaccaro SiTo wEB www.ticino7.ch

Ci si vergogna di far sapere che si va dallo psicologo o dallo psichiatra: come se fosse qualcosa da nascondere. Un atteggiamento di ritrosia ancora radicato alle nostre latitudini malgrado il proliferare di professionisti del settore e una domanda crescente di cure in tutte le fasce d’età. Alcuni stereotipi legati a queste figurenonsonodunqueancora superati: da quando venivano definiti con un certo disprezzo «strizzacervelli» sino alla convinzione (sbagliata) che a sedersi sul loro lettino siano i matti, i disadattati. E pensare che in altri paesi, oltreoceanoperesempio,andare da un terapeuta è una prassi talmente sdoganata da essere del tutto normale e persino «alla moda». A contribuire a questo cambiamento anche il cinema (quante sceneggiature includono queste figure?) e in particolare Woody Allen, considerato il più grande sponsor della psicoanalisi per la sua capacità di fare ironia (spesso autoironia) sull’argomento. Dimostrando che, appunto, sottoporsi a qualche seduta non è poi così grave. Lui stessohacandidamentedichiarato di andarci sino a tre volte la settimana pur ammettendo che «lo psichiatra è un tizio che ti fa un sacco di domande costose che tua moglie ti fa gratis».

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Storia di copertina

Terapia di coppia La nascita del primogenito, il rientro della donna nel mondo del lavoro, l’adolescenza dei figli, la loro uscita dal nido familiare sono spesso motivi di tensione per lui e lei, che non sempre possiedono gli strumenti per risolvere i problemi. Scrive Laura Di Corcia

A

ll’inizio è tutto apostrofi rosa fra le parole «ti» e «amo», è tutto un passeggiare mano nella mano fra tramonti, parolebisbigliatenell’orecchio, crampi allo stomaco, campane che suonano. Poi si parte per la nuova avventura, esicapiscepiùomenovelocementecheil lieto fine è spesso roba da film romantici: le cose sono in realtà difficili e complesse, ogni giorno si aprono nuove sfide e la vita di coppia può diventare un percorso a ostacoli. Qualche litigata ci sta, ovviamente, e solitamente si mette in preventivo subito, sin dai tempi degli occhi a cuoricino. Ma talvolta la vita a due può diventare molto più complessa. Alcune coppie scoppiano, altre, consolidate, si trovano spiazzate e non sanno come far fronte alle difficoltà. Serve una terapia d’urto «Si rivolgono a noi persone di tutte le età», spiegano Tanja Robbiani Bucci e Simona Sigismondi, psicologhe, psicoterapeute e consulenti presso l’Associazione CentrostudicoppiaefamigliadiMendrisio, «ma senza dubbio la fascia di età più coinvoltaèquellachevadai40ai50anni. Spessoinfattisonoicambiamentiimportanti dei cicli di vita a mandare in crisi la coppia: la nascita di un bambino, il ritor4

diamo i numeri La situazione in Svizzera (dati dell’Ufficio federale di statistica UST, 2016)

41.437 16.960 il totale dei matrimoni (2015)

il totale di divorzi (2015)

percentuale di divorziati

40,93

DUraTa meDia DeL maTrimonio aL momenTo DeL Divorzio: 14,9 anni

5,6% 29,4%

divorzia entro il settimo anno

divorzia dopo oltre 20 anni di matrimonio

no al lavoro della donna che per un lungo periodo ha trascurato la sua carriera per fare la mamma, l’entrata nell’adolescenza da parte dei figli o la loro partenza per andare a studiare e a vivere altrove». Capita non di rado che le persone che si rivolgono alla terapia di coppia non abbiano bene in chiaro i motivi che hanno scatenato la crisi. «Arrivano da noi e ci dicono che il problema è, per esempio, che litigano tantissimo. Poi indaghiamo e scopriamo che in realtà i problemi sono più profondi, e talvolta sono la risultante di questioni risalenti al passato che non c’entrano nemmeno troppo con il momento presente», sottolinea Simona Sigismondi. La nascita del primo figlio, per esempio, è un momento molto delicato. «Quello che cambia è anche la rappresentazionedisestessi:iononsono più solo una moglie o un marito, un compagno o una compagna, ma anche un padre o una madre», fa notare Tanja Robbiani Bucci. «Anche nel rapportarsi con il proprio partner o la propria partner, quindi, possono verificarsi cambiamenti importanti. Capita di frequente che papà particolarmente bisognosi di attenzioni si sentano trascurati, anche se, a ben guardare, non lo sono affatto e si tratta solo di percezioni soggettive».


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Aiuto, ArrivAno i figli! La nascita di un figlio per alcune persone può rappresentare un piccolo «terremoto emotivo», portando con sé, oltre alla gioia e alla felicità per l’arrivo del nuovo venuto, anche tematiche legate alla propria infanzia, questioni non risolte che veicolano frustrazioni e sofferenze. Può capitare, inoltre, che fra i due partner nascano dissidi sulle modalità educative da tenere con i ragazzi, dalla TV allo sport, dall’alimentazione al tempo passato con gli amichetti. «Spesso però le disparità di vedute sono solo la punta dell’iceberg, quello che le coppie percepiscono e che arriva in superficie, mentre dietro c’è ancora una volta altro», precisano le terapiste. E quando mamma rientra al lavoro? «È un passaggio difficile. Cambia un’altra volta l’immagine che la donna ha di sestessaechetrasmettealcompagno,ma non solo: i ritmi di vita si modificano, bisogna riorganizzare tante cose e questo può scompaginare gli equilibri». MAMMA, pApà: Addio Erano bambini fino all’altro ieri, ma poi, dopo le elementari, le medie sono volate, le scuole superiori ancora di più. Diciotto-diciannove, vent’anni; alcuni venticinque o ventisei, altri trenta, non importa. Arriva il momento in cui l’uccellino spicca il volo, salutando il nido cherimaneimprovvisamentevuoto.«La coppia si ritrova da sola e può scoprire di nonaverenulladadirsi»,aggiungeSimona Sigismondi, sottolineando che il processo, solitamente, è già in atto da un po’ e può iniziare con l’adolescenza dei figli. «Magari erano presenti delle zone d’ombra ancora prima dell’arrivo dei bambini, questioni mai affrontate per davvero e chiarite. I ragazzi, chiedendo moltissime attenzioni e cure, distraggono; ma quando se ne vanno, ecco che alcuni problemi, cacciati magari anche involontariamente sotto il tappeto, riemergono». Si cena in silenzio, magari davanti alla TV; ci si guarda negli occhi e si scopre che le cose da dirsi sono poche. «Le persone cambiano nel tempo e non è detto che gli interessi siano gli stessi». A questo punto, le strade percorribili sono tre: o ci si separa, o si continua a stare insieme, ma senza che il rapporto sia soddisfacente. Oppure, una terapia di coppia. AndiAMo in terApiA? MA scherzi? Nell’immaginario comune sono le donne a trascinare compagni e mariti in terapia,manellarealtà,almenoperquanto riguarda il Centro studi coppia e famiglia di Mendrisio, non è così. È vero invece, e lo confermano le psicoterapeute, che non sempre la decisione di andare in terapia è presa da entrambi i partner: spesso è uno dei due ad avvertire la

principali Motivi che portano alla crisi

1. L’evoluzione e il cambiamento di uno solo dei due partner. 2. La rottura di una sorta di patto implicito: un esempio? Il tradimento. 3. L’eccessiva invadenza della famiglia di origine di uno o dei due partner. 4. Eventi stressanti: malattie, motivi economici, lutti, nascita di un figlio con problemi di salute. 5. Trascuratezza della coppia a causa di figli e problemi familiari vari.

necessità di rivolgersi a uno specialista, e corrisponde di solito a chi soffre di più della situazione o non ha richiesto il cambiamento e ha l’impressione di subirlo. Ma come si svolge una terapia di coppia? «Nel nostro consultorio è già importantissima la prima telefonata», spiega Tanja Robbiani Bucci. «Dopo aver parlato con uno dei partner, ci facciamo richiamare dall’altro, per assicurarci, prima di incontrarli, di aver già avuto una consultazione telefonica con entrambi. In questo modo la donna e l’uo5


Storia di copertina

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rato, in cui si lavora sulla storia familiare e sul passato dell’uomo e della donna, individuando alcune tematiche cardine: di solito il tutto dura un anno, al massimo un anno e mezzo, con incontri cadenzati ogni tre settimane o una volta al mese. Unasessione,normalmente,haladurata di un’ora e mezza.

mo arrivano attivamente al primo colloquio, senza sentirsi trascinati dall’altro e il senso di spaesamento si riduce». Il primo incontro serve a capire cosa sta accadendo, quali possano essere i motivi – almeno quelli percepiti – della crisi e iniziareaindagareseallabasenonvisiano altre problematiche che la coppia non riesce a mettere a fuoco. Spesso dietro i litigi e le incomprensioni c’è la resistenza al cambiamento: entrambi i partner temono il passaggio che la famiglia sta per compiere e questo si può tradurre in comportamenti aggressivi o prese di distanza.Latempisticavariadasituazione a situazione: dopo i primi incontri, in cui lopsicoterapeutasiassicuradiraccogliereleinformazionipiùimportantisuidue partner, si propone un percorso struttu6

sette consigli per la coppia

1. Cercate di esprimere liberamente i vostri desideri e bisogni. 2. Ascoltate l’altro e provate a mettervi nei suoi panni. 3. Quando qualcosa vi ferisce, non attaccate il compagno o la compagna, ma parlategli o parlatele delle vostre sensazioni. 4. Ritagliatevi qualche momento insieme: un weekend, una cenetta a lume di candela, una passeggiata sul lungolago. I figli sono importanti ma anche la coppia lo è. 5. Quando sentite che siete molto arrabbiati, uscite, parlate con un amico, sfogatevi con una persona fidata e tornate dal partner quando vi sentite un po’ meno tesi. 6. Lasciate il partner libero di dedicarsi alle attività e agli hobby che ama. 7. Coltivate amicizie in comune e separate.

ConosCi te stesso «A volte quello che manca alle coppie nonèl’amore,malaconsapevolezza»,aggiungono le esperte. «È importante che ciascuno possa esprimere i propri bisogni e parzialmente soddisfarli. Un rapporto di coppia deve dare soddisfazioni e serenità, se uno sta peggio rispetto a quando stava da solo, il senso viene meno». Per star bene in coppia, vale sempre la massima socratica del «conosci te stesso», ma aggiornata: conosci te stesso e le tue origini. «Verissimo», sottolinea Tanja Robbiani Bucci, «bisogna fare i conti con la propria famiglia di origine erisolverelequestioniinsospeso».E,comefanotarelacollega,rielaborareanche lerelazionipassate,soprattuttoquellefinite male. E la famosa suocera ficcanaso o il famoso suocero criticone? «Se le relazioni con la famiglia di origine sono state risolte, i tentativi di intromissione vengono bloccati sul nascere. Alla classica immagine della suocera rompiscatole corrisponde un figlio o una figlia che si è scarsamente differenziato/a. Poi, chiaramente, l’invadenza può esserci, può essere fastidiosa e portare malumori o nervosismo, ma sicuramente non sarà in grado di distruggere l’equilibrio della coppiaseipartnersonosolidiecentrati». Per risolvere queste questioni spesso non basta una vita: per questo motivo il consiglio rivolto a tutti coloro che si trovino a soffrire per incomprensioni e litigi, è quello di fare riferimento a un terapeuta. «Non è facile, emergono delle resistenze e lo capiamo», ammette Simona Sigismondi. «Qui ci si mette a nudo, ci può essere la diffidenza o una fatica ad aprirsi. Ma la terapia di coppia non è così tremenda come può sembrare da fuori:nessunogiudica,c’èascoltoeinpoco tempo si instaura un clima di fiducia». In Ticino ci sono quattro Consultori legati alle tematiche della coppia e della famiglia: quello di Mendrisio e quello di Locarno dell’Associazione Centro Studi Coppia e Famiglia; quello di Lugano e quello di Bellinzona di Comunità Familiare. I costi delle seduta variano a seconda della fascia di reddito da un minimo di 30 a un massimo di 200 franchi. È possibile, ovviamente, consultare anche psicologi e psicoterapeuti privati. Hai mai pensato a una terapia di coppia? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7


Come dove quando

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alimentazione

Papaya celestiale

Sette curiosità sul «frutto degli angeli» Frutto esotico ideale per colazioni e spuntini leggeri, la papaya aiuta a digerire le proteine (grazie alla papaina, un enzima) e svolge un’azione anti invecchiamento su pelle e occhi. Ma le sue proprietà non si fermano qui. 1. Contiene tanta vitamina C ma anche vitamina A, E e K, acido folico, magnesio, potassio, rame, acido pantotenico e flavonoidi. 2. Pure i semi sono commestibili; alcune delle proprietà della papaya dipendono proprio dalla composizione di questi. 3. La papaya matura è ricca di sostanze con proprietà antiossidanti, note per la capacità di proteggere l’organismo dall’invecchiamento cellulare; aiuta quindi a difendersi da malattie quali tumori e disturbi cardiovascolari.

4. Le sue fibre aiutano a regolarizzare le funzioni intestinali. Inoltre, secondo alcuni studi, esse si legano alle tossine cancerogene del colon tenendole lontane dai tessuti sani; la papaya diventa così anche un valido aiuto nella prevenzione del tumore al colon. 5. Le donne in gravidanza devono stare attente al consumo di papaya acerba, che contiene molta papaina: una sostanza che aiuta la digestione ma può indurre contrazioni uterine. 6. Come consumarla? Dolce e soffice, uno dei modi più semplici e più piacevoli è mangiarla come si farebbe con un melone, cioè semplicemente tagliandola e fette e togliendole la buccia. 7. Cristoforo Colombo la definì il «frutto degli angeli»: come dargli torto? t7

O SCONTEI PER L

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* – . CHF 10

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Proprietà cosmetiche

Come sceglierla

Contrasta l’invecchiamento della pelle

PaPaya matura buccia: verde/arancio polpa: arancio/rossa Per accelerare la maturazione Inserirla insieme a una banana in un sacchetto di carta

3x

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Come dove quando

BiBlioterapia

La cura pre-scritta L’idea che la letteratura possa essere una medicina per l’anima è antica quanto l’uomo. Un recente volume tradotto in italiano ce ne racconta la sua evoluzione. Scrive Mariella Dal Farra

sette autori per aiutarsi Il giocatore

di Fëdor Dostoevskij La narrazione di un’ossessione descritta dal giocatore stesso, un destino scandito pagina dopo pagina.

Morfina

di Michail Bulgakov Esemplare racconto biografico per esorcizzare la sua dipendenza da un farmaco. Breve ma intenso.

James Ellroy

Tecnica paradossale per l’ansia: i suoi noir sono talmente carichi di tensione che smettere di leggere fa sentire subito più rilassati.

Storie di cronopios e di famas

di Julio Cortázar Racconti perfetti contro la depressione, tanto geniale quanto non-sense.

Il soccombente

di Thomas Bernhard Perfetto antidoto all’ossessione e ancor più sul tema terribile del «non riuscire a essere».

Marguerite Yourcenar

Che dire, i suoi romanzi e racconti sono ottimi e basta. Leggere per credere, lasciatevi tentare...

Le confessioni di Sant’Agostino

Narrare se stessi, il cristianesimo e Dio. Tuttora uno dei migliori manuali di psicologia in circolazione e un caposaldo di tutta la letteratura. 8

Q

uale miglior titolo per parlare di «biblioterapia» quale Guarire d’amore, ovvero dieci storie di psicoterapia scritte da Irvin D. Yalom nel 1989 – ma pubblicate in italiano da Cortina Editore solo nel 2015 – nelle quali l’esperienza terapeutica, e per estensione quella esistenziale, viene narrata «come una specie di avventura» nella quale «analista e paziente sono (...) com-

pagni di viaggio». In effetti, è proprio la quarta di copertina a informarci di come «la coinvolgente narrazione di questi incontri ci aiuta a riconoscere e a tenere a bada i nostri aspetti più oscuri: nell’intreccio di paure, ansie, solitudini e ossessioni è impossibile sentirsi soltanto un osservatore distaccato». Di fatto, alla traduzione un po’ edulcorata di Guarire d’amore si contrappone


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Fatti, non parole n. 215

solitudine e il senso della vita. Dilemmi a parte, l’idea che i libri costituiscano un valido presidio terapeutico è assai antica se è vero, come sostiene Diodoro Siculo (90–27 a.C.), che sopra la porta della biblioteca di Tebe campeggiava la scritta «Medicina per l’anima» (o, secondo un’altra traduzione, «Casa della guarigione delle anime»).

l’originale e più autentico Il carnefice dell’amore e altre storie di psicoterapia: titolo che avrebbe avuto il pregio di mettere subito in chiaro come il «leggere terapeutico» non sia pratica consolatoria, bensì fiero e ardito confronto con i dilemmi che derivano dall’essere «umani». E cioè, sempre secondo Yalom, la morte, la libertà, la

Leggere per capirci Attualmente, il termine «biblioterapia», coniato da S. Crothers nel 1916, indica la selezione di letture suscettibili di creare una speciale risonanza con la persona, magari in rapporto a un problema che sta vivendo. Impiegata come tecnica ausiliaria nella psicoterapia e nell’ambito dei gruppi di mutuo-auto-aiuto, i suoi effetti positivi sono stati dimostrati. La lettura tende infatti a migliorare il grado di comprensione di noi stessi e degli altri: come afferma Keith Oatley, scrittore e psicologo, «immergersi nei mondi immaginari della narrativa rafforza l’empatia e migliora la capacità di assumere un punto di vista diverso dal nostro». Secondo questa prospettiva, la letteratura sarebbe dunque una sorta d’ingegnoso dispositivo messo a punto nel corso dell’evoluzione per incentivare l’intelligenza emotiva delle persone. Attraverso i neuronispecchio, che costituiscono le basi fisiologiche dell’empatia, e che consentono l’identificazione con gli altri – reali o virtuali che siano – la lettura può di fatto cambiarci, modificando il nostro modo di vedere e significare il mondo.

La capacità di riconoscere le proprie emozioni, di dare loro un nome, consente di modularle meglio e comporta sul piano psicologico un aumento del benessere percepito. Molto interessante ci pare dunque la ricerca avviata da Tim Lomas, docente di psicologia alla University of East London, che ha creato un sito dedicato all’implementazione di parole straniere che esprimono stati d’animo «inesplicabili» nella lingua inglese. Per esempio, Feierabend (tedesco), letteralmente, «festosità serale»: lo stato d’animo positivo che si può sperimentare alla fine di una lunga giornata lavorativa. Jayus (indonesiano): l’effetto prodotto da

Quando si tratta di salute degli animali, andiamo volentieri ben oltre i requisiti previsti dalla legge. Come nel caso dei nostri maiali Naturafarm che dal 1996 godono di grande libertà: possono uscire all’aria aperta in ogni momento, dispongono di diversi materiali per giocare e lettiere di paglia. La Protezione svizzera degli animali PSA considera Naturafarm il marchio più coerente della Svizzera. Per questo in Svizzera ricopriamo un ruolo di primo piano in materia di benessere degli animali. <wm>10CAsNsjY0MDQx0TUxsDCyMAMAeX1gRA8AAAA=</wm>

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fatti-non-parole.ch

lessico & vocabolario Emozioni «indefinite»

Da noi gli animali grufolano di piacere.

una barzelletta così poco divertente (o raccontata così male) che si è costretti a ridere. Frisson (francese): un brivido improvviso, che combina paura ed eccitazione. Ma anche Umami (giapponese), ormai entrato anche nel nostro vocabolario per descrivere «il quinto gusto»: quel sapore sapido e appetitoso caratteristico, peresempio,deiformaggistagionati. Secondo Lomas, l’apprendimento di queste parole arricchisce non solo il lessico ma anche il repertorio dell’umano sentire. Per approfondimenti vi segnaliamo The positive lexicography project disponibile su drtimlomas.com/positive-lexicography). 9


Protagonisti

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sette domande

Massimiliano Pani

La vera felicità l’ho solo sfiorata, mi accontento di essere sereno Perché ha scelto di vivere a Lugano? In verità ha deciso la mia famiglia per me trasferendosi da Roma a Lugano negli anni sessanta quando io avevo solo quattro anni. Ho svolto qui tutto il mio percorso scolastico, dalle elementari nel quartiere di Loreto al ginnasio e alle superiori al liceo cantonale di via Cattaneo. Per me casa è Lugano. Quando ho avuto un figlio ho pensato che il Ticino fosse il luogo ideale in cui potesse crescere. I ritmi di vita sono a misura d’uomo e le problematiche sociali sono stemperate meglio. Per non parlare della posizione strategica in Europa e degli scenari di natura che offre. A un’ora di auto da Lugano c’è l’altopiano sopra la Valle Leventina con i suoi laghi di montagna dalle acque di colore verde-blu. 1

Quali oggetti ama collezionare? Non ho mai pensato a una raccolta monotematica, ma piuttosto a una Wunderkammer, dai pezzi vari e multiformi che destino stupore ed evochino bellezza. Ho una passione per i movimenti artistici e di design di inizio novecento, dal Decò fino al Futurismo. Colleziono oggetti, che vanno dalla lampada Tiffany ai disegni di quel periodo. Amo la bakelite che è un materiale dell’epoca. La musica dei primi del ’900 mi appassiona ed è stata fondamentale per la mia formazione: Ravel, Puccini, Stravinsky e Debussy hanno portato in seguito a Gershwin, Porter, Basie e altri. Compro vinili del secolo scorso, se li trovo. Nella mia Wunderkammer ci sono anche grammofoni, strumenti musicali antichi e una radio-comò degli anni trenta. 2

3 Cos’è per lei la felicità? Non conosco la vera felicità, ma l’ho sfiorata a volte. Mi accontento della serenità quando riesco a raggiungerla.

10

il personaggio

Massimiliano Pani, classe 1963, compositore, arrangiatore e produttore discografico, vive e lavora a Lugano. Figlio di Mina e Corrado Pani esordisce, all’età di 16 anni, come autore nell’album Attila. Si è formato come musicista con Mario Robbiani e Celso Valli e inizia a collaborare stabilmente con la madre nel 1979. Ha arrangiato per artisti del calibro di Adriano Celentano, Fabrizio De Andrè, Renato Zero e collaborato, tra gli altri, con jazzisti come Toots Thielemans, Franco Ambrosetti, Brian Auger, Danilo Rea. È autore di canzoni di successo e ha firmato colonne sonore di film, fiction e sceneggiati tv per Mediaset, Rai e Medusa. Dal 2011 al 2015 è stato membro del consiglio d’amministrazione di Suisa. Nel 2016 è chiamato da Carlo Conti a far parte della giuria di esperti per il Festival della Canzone di Sanremo.

Tuttavia la ricerca della felicità si trasforma in energia e diventa una spinta potente ad andare avanti. Questo obiettivo, che forse non raggiungerò mai, mi consente di trovare la voglia di alzarmi ogni mattina. Finito di lavorare, dopo aver trascorso dodici ore in studio di registrazione, mi rende felice ascoltare bella musica di genere vario che mi connette con uno stato d’animo. Così come mi emoziona scoprire che un mio pezzo è entrato nella vita di qualcuno. 4 Quali libri tiene sul comodino? Sono un appassionato di storia, in particolare antica. Di recente ho letto La rivoluzione romana di Ronald Syme che narra, in modo appassionante e mai convenzionale, la caduta della Repubblica e il declino della libertà politica sino all’affermazione di Augusto e alla fondazione del regime. Ora sto leggendo Storia dei Longobardi di Paolo Diacono, monaco e storico vissuto nel 700 dopo Cristo. Un periodo ricco

di avvenimenti che racconta come si è formata l’Europa e l’Occidente in cui viviamo. La qualità che apprezza negli altri? L’onestà in tutte le sue forme. È fondamentale per poter sviluppare relazioni sincere nei rapporti di amicizia, d’amore, di lavoro. Amo scoprire il talento altrui che desta in me grande stupore, ammirazione e mai invidia. Invece non mi piace l’eccessivo egocentrismo che ha delle derive pesanti da sopportare. Le persone egocentriche sono faticose. 5

6 Quali luoghi sorprendenti ha visto di recente? Lo scorso dicembre sono stato per la prima volta nelle Dolomiti. Lo scenario del paesaggio caratterizzato da rocce di forme verticali che svettano nel cielo e si colorano al tramonto è incredibile. Un altro luogo sorprendente è Ostia antica, più estesa di Pompei e meno nota. Sorta intorno al IV secolo a.C, con i suoi scavi è tra le più interessanti testimonianze della vita quotidiana nell’antica Roma. Vi sono stabilimenti termali, botteghe, domus, magazzini, un foro, luoghi di culto e un teatro. 7 Che voto si dà come marito, come figlio e come amico? Sono un perfezionista e come musicista mi confronto con un meraviglioso universo che non si finisce mai di studiare, approfondire, scoprire e verso il quale nutro rispetto come il marinaio verso il mare. Quindi mi darei un «discreto» e come dicono i professori a mio figlio Edoardo: «Le qualità ci sono, ma se si impegna può fare meglio».

Intervista di Stefania Briccola Foto di ©L. Daulte



Protagonisti

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ore sette

Funicolare di lugano, ore 7 e 19 di domenica 5 Febbraio 2017.

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Foto di ŠGabriele Putzu/Ti-Press


Ticino e non solo

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sette ingredienti

Carnevale, quanto sei dolce Dai ricordi di bambina sino ai giorni nostri, le chiacchiere devono essere sempre croccanti e non stucchevoli, fritte rigorosamente con olio fresco. Vediamo come prepararle. Cucina Eleonora Postizzi

tipo di riCetta Tempo: 15 mINuTI dI prEparazIONE, 30 mINuTI dI rIpOSO, 2 mINuTI dI cOTTura DifficolTà: baSSa Le quantità si intendono per un piatto da portata

ingredienti 250 g dI farINa 1 uOvO 1 TuOrLO 1 cucchIaIO dI OLIO dI gIraSOLE pEr L’ImpaSTO 1 cucchIaIO dI zucchErO 1 pIzzIcO dI SaLE OLIO dI SEmI pEr La frITTura qb zucchErO a vELO

preparazione 1. In una ciotola lavorare la farina con l’uovo, il tuorlo, l’olio di girasole, lo zucchero e un goccio di acqua fino a ottenere un composto compatto e omogeneo. Lasciare riposare per mezz’ora. 2.Stendere l’impasto su un po’ di farina (o nella macchina per la pasta) in modo che sia ben fine; ricavare quindi dei rombi con una rotella dentata, incidere due taglietti al centro e friggere in olio bollente. 3. Scolare e far raffreddare sulla carta assorbente così da togliere il grasso in eccesso e una volta fredde spolverare di zucchero al velo.

S

ono una bellinzonese DOC. Di quelle che da bambina viveva nell’ attesa del famoso palio degli asini di Ravecchia. Ricordo la felicità smisurata nel potermi mettere il rossetto, truccare le guance e vestirmi da fragola o ape. Quella gioia nel montare in groppa agli animali con altri bambini, accompagnati da un clown o da una donna delle caverne, lanciando coriandoli e ghirlande. Ricordo anche gli anni successivi, l’immancabile corteo delle Guggen il sabato, quello dei carri la domenica. Le orecchie frastornate, le grida esagerate. Agli appuntamenti pomeridiani si sono poi aggiunti (ma mai sostituiti!) quelli ad ora tarda. Le prime serate con il monito dei geni-

tori «a mezzanotte sei a casa!» fino alle nottate concluse con caffè e cornetto alle 7.30 di mattina. E che nostalgia per gli anni in cui avevo il fisico (e la voglia) di iniziare a Isone per poi finire a Tesserete. Unasortadi«viacrucis»contappeobbligatorie. Ma il carnevale per me non è soltanto coriandoli e tamburi, vestiti e tendine. È anche sinonimo di chiacchiere e tortelli.Leprimedevonoesserecroccanti, dolci e non stucchevoli, fritte rigorosamente con olio fresco; i secondi invece devono esplodere in bocca (mai cercare di dividerli a metà), morbidi e carichi di crema pasticciera o zabaione. Insomma, che sia per passione dei bagordi o della tavola,nonsipuònonamareilcarnevale.

NOTE: per una versione senza glutine aggiungere 125 g di yogurt magro nell’impasto al posto del goccio di acqua.

delizie in masChera Le chiacchiere sono dolci diffusi in tutta Italia dove però hanno nomi diversi: bugie in piemonte e Liguria; frappe a roma e ad ancona; cenci a firenze e in Toscana. Il termine chiacchiere è tipico della Lombardia ma è presente anche in alcune aree dell’Italia centro meridionale e in Sardegna, per esempio, a Sassari. altri tipici dolci carnascialeschi sono i tortelli dolci piacentini, le zeppole fritte e il migliaccio di semolino a Napoli, la schiacciata alla fiorentina, i taralli al naspro in basilicata; la pignolata glassata in calabria e in Sicilia. 37


Ticino e non solo

gastronomia

La rinascita del burro È un alimento che viene troppo spesso associato al colesterolo e ai problemi dell’apparato circolatorio. Un’immagine riduttiva per un prodotto che ha molte frecce al suo arco e che sta vivendo una fase di rivalutazione. Scrive Roberto Roveda colori e sapori Sette panetti a sorpresa

O

ggi tendiamo a contrapporre automaticamente olio di oliva e burro. Il primo, sinonimo di salute e vita sana; il secondo, tanto buono, quanto dannoso per arterie e coronarie per il suo contenuto di grassi saturi. Un piccolo dogma di fede salutistica che è, però, messo in crisi da recenti ricerche mediche. Il burro, infatti, se consumato senza eccessi e cum grano salis, può entrare a pieno diritto in una dieta sana. È nutriente, facile da digerire, ricco di vitamina A e D. Soprattutto è, come tutti i grassi, un insaporitore naturale che evita un uso eccessivo di altri prodotti presenti nei cibi processati dell’industriaalimentari. Parliamodi aromi,sale, grassi idrogenati e zuccheri che sono poi

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i veri responsabili di tante malattie cardiovascolari. Bando quindi ai bandi immotivati,comehacelebratoanchelaprestigiosa rivista Time nel 2014, dedicando addirittura al re dei grassi animali una copertina dal titolo inequivocabile: «Eat Butter»,mangiateburro!Ancheperchéè veramente difficile immaginare una cotoletta alla milanese oppure una crostata senza il burro a fare da protagonista. CarloEmilioGaddaperilrisottoprescriveva «burro lodigiano di classe» e viene da dire che per certi piatti ogni alternativa è solo un puro palliativo. Per tutti i gusti Il burro allora si riprende antichi territori e ne esplora di nuovi. C’è chi è tor-

Una delle nuove tendenze in cucina è legata ai cosiddetti burri composti. Si tratta di prodotti in cui il burro crudo viene ammorbidito e mescolato con uno o più ingredienti per dargli nuovo sapore e un diverso colore. Si ottengono così preparati facili da realizzare in breve tempo e che si accompagnano con pesce e carne alla griglia o fritti, appetizers, pane e fette biscottate, zuppe e minestre. Se volete un’agile guida per entrare in questo mondo variegato potete puntare su Creme, formaggi, burro e yogurt di Jenny Linford (Il Castello, 2015). Ecco, intanto, sette suggerimenti per i vostri burri composti: w Al finocchio. Dal sapore sofisticato, è considerato squisito con pesci come salmone e branzino. w Caramellato. Un burro ricco di gusto e di sostanze nutritive per aggiungere sapore e cremosità a zuppe e stufati. w Al peperoncino. È perfetto per il barbecue, in particolare se si cucina carne oppure verdure alla griglia. w Alle spezie. Si aggiunge cannella, noce moscata e zenzero al burro e si inventa una colazione fuori dal comune spalmandolo su pane tostato e fette biscottate. w All’acqua di rose. Un burro dalla fragranza molto delicata, perfetto per biscotti secchi, crepes e pane tostato. w Allo zafferano. Un burro dal colore arancione perfetto per il pesce alla griglia e il pollo arrosto. w Al basilico. Un burro dal profumo intenso, usato nella preparazione del pesto oppure per dare un tocco in più alla pasta al pomodoro.


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nato a farlo in casa partendo dalla panna fresca come testimoniano decine di siti internet dedicati all’argomento. E c’è chi osa l’inosabile, come lo chef Davide Oldanichelousaperilpestoallaligure,per la sua capacità di rendere cremosa la salsa senza sovrastare il gusto del basilico. Aumenta anche l’offerta ed è anche questo un segno dei tempi. Si va dal burro salato di derivazione nordica ma sempre più apprezzato anche da noi, al burro chiarificato dove si eliminano acqua e caseina per ottenere un grasso purissimo adatto anche a chi è intollerante ai derivati del latte. Poic’ètuttalafrontieradeiburricomposti dove il nostro grasso si mescola agli ingredienti più disparati come spezie e aromi. Si giunge poi, per i più esigenti, al burro da gourmet, il Beurre d’Isigny, prodotto nella penisola del Cotentin, in prossimità dell’Atlantico, dove il clima è umido e le mucche si nutrono di erba particolarmente ricca di iodio, acido oleico, oligo-elementi e beta carotene. Una delizia che ci riconcilia definitivamenteconquellochePlinioilVecchio, con un pizzico di spocchia tutta mediterranea,definiva«alimentoraffinatodei popoli barbari».

AlternAtivo in cucinA Il burro può essere utile in cucina anche senza entrare nelle ricette. Per esempio, spalmato sulla superficie dei formaggi impedisce la formazione della muffa. Una noce di burro nell’acqua evita che l’acqua trasbordi una volta raggiunta la temperatura di ebollizione. Se si vuole poi conservare più a lungo una cipolla già tagliata la si può ungere con il nostro grasso e riporla in un contenitore di alluminio. Per affettare meglio dolci e torte cremosi si può ungere di burro la lama del coltello. Infine, strofinare le mani con una noce di burro prima di lavarle con acqua e sapone elimina l’odore persistente di pesce.

noblesse oblige In origine, condimento dei poveri, divenne una vera moda a partire dal XV secolo. Le élite dell’epoca presero ad apprezzare sempre di più il grasso del volgo. Al palato era ottimo e poi i nobili avevano scoperto che non era così facile da conservare, soprattutto nei climi caldi a sud delle Alpi. Quindi era un cibo che si addiceva a persone abituate a sprecare e a non preservare. La cucina nobile napoletana del XVII secolo ne fece uno dei suoi punti di forza e le salse tipiche del seicento e del settecento francese puntarono su questo ingrediente e raramente sull’olio d’oliva.

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Ticino e non solo

sette continenti

Cracovia

Una città a misura d’uomo

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a prima città che viene in mente quando si pensa a un viaggio in Polonia è Varsavia, capitale e centro urbano più grande del paese. Solo in un secondo momento emerge un’altra intrigante possibilità: Cracovia che, seconda in grandezza, è tra le più antiche del paese, data la sua nascita al VII secolo e ha la fortuna di aver mantenuto intatto il suo fascino medievale. La taglia della vivace città universitaria è ideale per un weekend lungo. Rispetto a Varsavia, duramente colpita dalle bombe della Seconda guerra mondiale, Cracovia è stata risparmiata e oggi rappresenta un tesoro protetto dalle sue antiche mura.

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Ad accrescerne il fascino contribuiscono il maestoso castello e la cattedrale di Wawel, appollaiati su un’altura ai cui piedi scorre il fiume Wisla. Dal 1038 al 1569 la città è stata la capitale della Corona del Regno di Polonia. Oggi, il castello occupa numerose esibizioni permanenti. Imperdibile una visita al capolavoro di Leonardo Da Vinci La dama con l’ermellino (1489–1490): pura grazia dipinta. Nella stessa ala si visitano le stanze reali, vestigio di un maestoso passato. Alti soffitti di legno e oro incastonato, carte da parati dipinte e incise, dipinti e mobili opulenti. Camminandovi si viene proiettati indietro nel

tempo nel fasto della vita dei reali polacchi. La città deL Santo padre La città ha attirato nuove attenzioni a partire dal 1978 con l’elevazione di Karol Wojtyla da arcivescovo di Cracovia a pontefice. Lo stesso anno il centro storico è entrato a far parte della World Heritage List dell’UNESCO. Nel corso del XX secolo, con l’inizio della Seconda Repubblica Polacca e l’apertura di nuove università e poli culturali, Cracovia si è affermata come centro culturale e artistico del paese. Gli abitanti sono accoglienti e gentili e se parli un po’ di in-


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Per chi ama studiare / a cracovia ci sono oltre 20 università e una popolazione studentesca di almeno duecentomila giovani. l’università più famosa è la Jagellonica: fondata nel 1364 è la più antica del paese e tra le prime del mondo. tra i suoi studenti ha annoverato anche copernico.

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dove dormire Design & Lusso: Indigo Hotel, fantastico e nuo-

vissimo boutique hotel arredato in stile eclettico. Comfort e attenzione al dettaglio. Appartamento: Relaks Apartamenty, residenze perfette arredate in stile impeccabile. Fiori freschi, bagno con le serpentine e grande comfort. Hostel: Mosquito Hostel Krakow, colorato e moderno. Colazione gratis.

alCuni Souvenir Tazze e piatti in ceramica locale con graziose

decorazioni tradizionali bianche e blu.

Gioielli di argento e ambra. Vodka polacca aromatizzata.

bere Cool: Bunkier Café, affascinante locale «giar-

dino d’inverno» appena fuori dalle mura dove spizzicare qualcosa e bere un aperitivo, fare merenda, prendere un tè o una birra con sciroppo di zenzero. Accanto si può visitare la galleria d’arte «Bunkier Sztuki». Vodka & Aperitivi: Vodka Bar, piccolo locale ideale per una degustazione di vodka locale.

mangiare Chic

Filipa 18, ottimo ristorante sorto assieme all’Indigo Hotel . Specialità polacche a base di prodotti del mercato Old Kleparz con un twist moderno.

glese te la cavi senza problemi. I menu dei ristoranti, a dimostrazione dell’importanza che il turismo rappresenta per la cittadella, esistono sempre anche in versione «english». Cracovia, facilmente percorribile a piedi, è a misura d’uomo. Lasciando il centro storico Stare Miasto, ci si può avventurare fuori dalle mura verso il quartiere ebraico. Il mix bohémien di locali, negozietti curiosi, mercatini delle pulci ed edifici dal fascino decadente la rende una zona molto amata da studenti e artisti. Per un tuffo nella memoria dolorosa di una Polonia occupata dai nazisti, con un’ora di autobus, si può raggiungere

il Lager di Auschwitz. E poi si torna in città. Dai pirogi, particolari ravioli polacchi preparati sia dolci che salati, alle degustazioni di vodka alle bacche di bosco, la città offre tanti sapori. Per i palati curiosi poi i ristoranti multietnici non mancano. La piazza centrale è il cuore pulsante di Stare Miasto: nel mezzo si trova un mercato permanente che invita ad acquistare artigianato locale e gioielli in argento e ambra. Circondata da locali, ristoranti ed edifici variopinti, si tratta della piazza medievale del mercato più grande d’Europa. Un viaggio di Keri Gonzato

Polacco

Restauracja Sąsiedzi nei pressi del quartiere ebraico: ottima la zuppa ai porcini servita nella pagnotta. Indiano: Indus Tandoor Restaurant, piccolo ristorantino che serve cibo indiano da urlo.

Al volo

Pierogowy Raj, mini localino rustico che offre ravioli locali pierogi in infinite declinazioni.

Asiatico

Hachiko, per un sushi eccellente.

Vegetariano

Karma Roasters, ottima selezione di caffè fairtrade e di piatti per la colazione o per un pranzo vegetariano. 41


Tendenze

stile

Una fiera eleganza La moda cede al fascino della divisa e riporta in passerella i capi e gli accessori cult mediati dalle uniformi militari e dal loro impeccabile taglio. Rigore e raffinatezza, ma anche fantasia e un pizzico di irriverenza. Scrive Marisa Gorza

nati sul campo Bomber, caban, cardigan, montgomery, parka, raglan coat, trench, ai quali aggiungere anfibi, scarponi montanari e magari anche la cravatta a strisce regimental. Sono davvero un bel numero gli elementi d’abbigliamento nati sui campi di battaglia e infine nobilitati quali outfit borghesi, impregnati di gran carattere. Spesso battezzati con il nome del loro stesso ideatore, un generale della British Army come il Conte di Cardigan, o Lord Raglan che inventava il cappotto proprio sul campo della guerra in Crimea, oppure il famoso Bernard Low Montgomery, protagonista del secondo Conflitto Mondiale. Che dire poi del trench che letteralmente significa «trincea»? Mentre il bomber deriva dalla giacca anti vento adottata dagli eroici piloti dei Royal Flying Corps. Tuttavia anche la formale giacca doppiopetto in panno scuro è military doc, anche se sir Winston Churchill la sfoggiava, completa di doppia fila di bottoni e ampi revers da chiudere sotto il mento, in qualsiasi occasione per niente marziale. Era difatti un gentleman dall’imponente e fiera eleganza.

metamorfosi

Se la giacca è eccessivamente corta in vita e strettina è giusta per crearvi uno spencer da sotto ufficiale degli ussari. Come fare? Procuratevi in merceria 40 centimetri di cordoncino dorato. Partendo dallo sprone, metà su di un lato e metà sull’altro e appuntandolo con degli spilli, scendete verso il basso formando ghirigori incrociati da sinistra a destra e viceversa (senza mai tagliarlo) fino a formare sei doppie asole. A questo punto cucite il cordoncino con un filo del colore del capo e ripetete l’operazione sull’altro lato. Un solo giro dello stesso materiale sta bene anche intorno ai polsini. 42

L

a tendenza stabilisce un rientro ai ranghideivaricorpid’armataedelle milizie, includendo tutti i gradi e tutte le gerarchie, sia pure con divertita ironia. Quindi ben lungi da intenti bellicosi e guerrafondai! Della divisa viene onorato l’appeal misterioso ed eroico, l’aplomb del taglio e allo stesso tempo la praticità e il comfort sotto forma di codiciesteticiatemporali.Diciamopureclassici e di classe! Si tratta di cappotti, capi spalla e giacchette dalle strutture rigo-

rose, decorati da medaglie, alamari, mostrine, stellette e teorie di bottoni dorati. Si disserta pure su pantaloni ampi, a vita alta da vera uniforme e su bisacce e zaini da campo diventati da città, per non parlare dei gilet combat multi tasche. I tessuti di preferenza sono la vigogna, la flanella e il panno di lana nei colori fango, sottobosco e verde palude in svariate declinazioni, il navy blue e il grigio (verde) che sono le costanti della moda delle ultime stagioni. Altro emblema militare


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Anorak o Parka / il giubbotto impermeabile fornito di cappuccio, abbottonato e incernierato fino al collo, è un classico del guardaroba dell’esercito finito nell’armadio di intere generazioni di giovani alternativi. «mod» per primi, che sullo stile non accettavano compromessi.

è il camouflage, ovvero il disegno mimetico nato per far scomparire il milite tra foreste e boschi, ma che usato nel quotidiano regala un gran bel piglio. Ufficiale e gentilUomo Non sarà perciò difficile per il maschiaccio, che volesse mettere una marcia in più alla sua virile seduzione, optare per un pezzo del guardaroba solleticante l’immaginario delle femminucce. Va sottolineato che il genere militare proposto da griffe come Burberry, Alexander McQueen, Drien Van Noten, Dolce&Gabbana, più che ai nostri giorni appartiene a una variegata brigata di un’epoca tra il XVII e il XIX secolo, compostodasoldatidellaGrandeArmatanapoleonica, dagli ussari (alati e non), dalla fanteria prussiana ai piloti dell’American Air Force. Le evocazioni del reggimento ottocentesco offerte dal brand inglese Burberry passano in rassegna l’intero range della military jacket, soffermandosi sullo spencer da cadetto romantico, pronto per la parata, passando perlatailcoat,finoadarrivareallafloreal field coat. Cioè un capospalla tra la giubba da campo e la sahariana in stoffa corposa e dalla stampa camouflage formata da boccioli e corolle stilizzate. Come dire: mettete dei fiori nei vostri cannoni!

ecco la gentildonna Pare che la soave femminilità guadagni molto e venga esaltata proprio dal contrasto con l’austero rigore dell’indumento maschile. Si va dalla proposta lunga e sciancrata in panno blu con profili scarlatti di Burberry al corto spencer, tutto rosso e carico di galloni di Dolce&Gabbana, al caban marinaro ricamato d’oro e completato dal berretto alla Corto Maltese, visto da Moschino. Anche Prada mostra di apprezzare il mondo della marina con la giacca da capitano di lungo corso. Una severità da smentire abbinandola ad abiti dalla delicataeleganza,oaccentuarescegliendoi pantalonistrettiinfilatineglistivaloni,o renderla sporty chic con le sneakers glitterate ai piedi. Se la giacca militare per ora sta in «caserma» acquattata sotto il paletot, passati i giorni più rigidi e freddi uscirà temeraria da sola come un preludio di primavera. Prendiamo, per esempio, l’esemplare di Pinko, una marsina azzimata dagli alamari ricamati in filigranadoratachebenrisaltanosulpanno nero, è perfetta sulla gonna lunga e fluida, come pure sui pantaloni flare o skinny, o sull’abitino corto in frusciante georgette di gusto retrò. Da elemento di rottura diventa il capo passepartout che inventa e definisce ogni look.

sette tattiche da battaglia Ecco una serie di consigli rivolti a chi ama cimentarsi nella creazione del proprio stile e a tutte le donne spiritose che non si prendono troppo sul serio, amanti dei nuovi trend e soprattutto del fai da te.

1. Ritorno al fronte

Trincerata nel vostro armadio c’è una giacchetta anonima e inutilizzata? Ebbene, è ora di riportarla in prima linea!

2. Mercatini

I mercatini dell’usato offrono idee e soluzioni inaspettate. Per esempio, la giacca in velluto liscio, se ragionevolmente marziale nel taglio può rappresentare un ottimo punto di partenza per una rielaborazione in chiave militare.

3. Gradi e gerarchie

La giacca è troppo lunga? Due belle file di 6 grandi bottoni dorati messi a doppiopetto e alcune strisce di passamaneria attorno ai polsi per simulare scherzosamente i gradi ed è fatta.

4. Attenti!

Si può completare l’opera con le controspalline, listelli di stoffa applicati sulle spalle e fermati con un bottone uguale a quelli sul petto, ma più piccolo.

5. Colori decisi

Il color oro va su tutto, in particolare sul nero e il navy blue, ma volendo cambiare è bene ricordarsi che guarnizioni e profili rossi risaltano sul verde scuro, argento sul grigio chiaro, blu e neri sulla giacca candida.

6. Medagliere

Nei mercatini dell’usato si trovano facilmente delle vecchie medaglie al valore che appuntate sul petto con un fiocco piatto diverranno la meritata onorificenza al vostro spirito di iniziativa.

7. Uno per volta

Piccola nota di stile: i capi dal look smaccatamente militare non vanno mai mescolati tra di loro. Si portano uno alla volta e una giacca army basta e avanza. Evitiamo pasticci. E ora tutti in linea per la grande parade! 43


Tendenze

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trucco

Belle con misura Il settore del make-up è un mercato in continua crescita, capace di coinvolgere non solo il segmento femminile, ma di incuriosire anche il mondo maschile. Scrive Valentino Odorico

Il

make-up fin dall’antichità è stato uno strumento di comunicazione. Egizi, romani e greci già lo utilizzavano per terrorizzare il nemico, per mettersi in contatto con le divinità e per corteggiare. Il trucco ha attraversato una complessa evoluzione assecondando gli orientamenti culturali, le tradizioni, l’evoluzione del ruolo della donna e dell’uomo nella società e con la diffusione del cinema (primi decenni del ’900) il make-up si trasforma in fenomeno di massa per affermare la sensualità di cui le grandi attrici divengono intramontabili icone. La ricerca in campo cosmetico, l’attenzione all’ambiente hanno portato al costante sviluppo di tendenze, prodotti, colori: ogni anno le aziende offrono soluzioni innovative. Ma è proprio vero quello che ci raccontano? Per approfondire il tema abbiamo incontrato Moira Fraquelli, make-up artist e consulente di bellezza riconosciuta a livello internazionale.

Quali sono le tendenze stagionali nell’ambito make-up? Le tendenze si ripetono di stagione in stagione: toni caldi nei mesi più freddi e nuance naturali in quelli più caldi. Credo più nel buon senso e nel buon gusto. Possediamo già tutto quello che occorre per essere più belle e gradevoli, senza dover acquistare il prodotto di grido del momento; va aggiunto che non è detto sia realmente idoneo a valorizzare il nostro viso. 44

Sette conSigli 1. Pulire la pelle

Eseguire almeno uno scrub al mese e usare di giorno una crema idratante e di notte una crema nutriente. Struccarsi sempre prima di andare a dormire perché è durante il sonno che avviene la rigenerazione cellulare: non rimuovere il trucco è una delle prime cause dell’invecchiamento.

2. Aspetto naturale

Puntate su un incarnato luminoso e fresco: attenuare le discromie cutanee con un fondotinta di consistenza leggera e dello stesso tono di pelle, da fissare sempre con un velo di cipria trasparente che garantirà un make-up a lunga tenuta, senza macchiare gli indumenti. Soprattutto, eviterà l’effetto lucido e sudato.

3. Sguardo magnetico

Sopracciglia in ordine, ben depilate e definite, da evidenziare con un ombretto di un tono più scuro rispetto al pelo naturale, applicato con un pennello angolato.

Quanto è importante il makeup nel quotidiano? La donna sceglie di truccarsi in un certo modo per raccontare qualcosa di se stessa, per mandare un messaggio, per comunicare il suo essere, il suo stato d’animo, il suo carattere. È importante saper scegliere il giusto trucco in base al contesto in cui interagiamo e operiamo, altrimenti rischiamo di apparire fuori luogo e dare un messaggio sbagliato di noi. Esiste anche un make-up per l’uomo? Certamente. Oggi gli uomini davanti allo specchio non si limitano solo a farsi la barba e a mettersi il profumo, ma migliorano l’aspetto delle sopracciglia, attenuano le occhiaie con i correttori e uniformano la pelle con appositi cosmetici. Che il tutto sia fatto più o meno bene, è discutibile: il gruming (trucco

maschile) deve essere impercettibile e naturalissimo, senza mai sminuire la mascolinità e la virilità. Quali sono gli errori più comuni? Sono numerosi e vengono commessi di frequente: usando per esempio un fondotinta più scuro o più chiaro rispetto all’incarnato, si ottiene l’effetto the mask; e non va fissato con la cipria per bloccarlo, opacizzando la pelle. Applicate la terra e non la cipria dopo il fondotinta. Attenzione poi a esagerare con il blush ottenendo due «pomelli» alla Heidi. Inoltre, utilizzare una matita più scura rispetto al rossetto per fare il contorno labbra invecchia molto! Per concludere, eviterei di utilizzare correttori troppo pesanti e coprenti: nel contorno occhi questo evidenzia e segna le rughe di un buon 45% in più!

4. «Aprire» l’occhio

Con una matita nera dalla mina morbida tracciate una linea fra le ciglia: in termini professionali questo passaggio si chiama «bordatura della rima infraciliare superiore».

5. Curate le ciglia

Piegatele con il piegaciglia assicurandovi di averle curvate anche negli angoli; applicate in seguito un mascara nero evitando di creare grumi. Cercate di dividere le ciglia, l’una dall’altra, aiutandovi con uno scovolino pulito.

6. Occhio agli zigomi

Applicate sulle guance del blush in polvere dai toni pescati: vi garantirà un aspetto sano e ridarà la profondità appiattita dal fondotinta.

7. E le labbra?

Burro cacao o di karité sempre presente, soprattutto prima di andare a dormire. Utilizzate rossetti dai toni naturali per il giorno, più accesi la sera.


Tendenze

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concorso fotografico

La mia giornata

guardami negli occhi Raccontaci la tua gioRnata Anche quest’anno Ticino7 rinnova il Concorso fotografico dedicato ai lettori: «La mia giornata» è l’unico (e assai ampio) tema sul quale potete sbizzarrirvi proponendo impressioni di tutto ciò che fa parte del vostro quotidiano. È possibile inviare immagini scattate anche con il vostro smartphone, purché la risoluzione sia sufficientemente alta (300/320 ppi) per consentirne la

Foto di ©Milo Carpi pubblicazione. Il materiale va inviato al seguente indirizzo di posta elettronica: phototicinosette@gmail.com Quella che pubblichiamo è dunque la prima immagine e il signor Milo Carpi è il vincitore selezionato dalla Redazione tra tutti coloro che hanno aderito al Concorso. Rinnovandovi l’invito a farci pervenire i vostri scatti, il prossimo appuntamento è tra quattro settimane. A presto e siate numerosi.

vinci e guida una smaRt! L’autore della fotografia selezionata riceverà una vettira Smart «full optional» per la durata di una settimana a chilometri illimitati e pieno di carburante incluso al momento del ritiro (maggiori informazioni su www.smartrent.ch/italiano/full.html). Il ritiro del veicolo potrà essere fatto a Giubiasco oppure a Lugano. Requisito fondamentale: esibire una patente in corso di validità.

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Relax

stelle & curiosità l’oggetto La bottiglia in PET

Astroparade

di Betty

I Pesci, colmi di energia, nuotano controcorrente insieme a Gemelli e a un Sagittario conquistatore. Lo Scorpione, prudente, arretra mentre la Bilancia è travolta dalle emozioni

«Schiaccia e tappa» recita l’adesivo giallo presente nei raccoglitori di bottiglie in PET vuote: utile e necessario, anche perché i contenitori vuoti e pressati occupano un terzo del volume rispetto a quelli nella forma originale. Un bel risparmio di spazio. Come tutti i materiali plastici, infatti, è essenziale raccogliere e riciclare il PET, evitando così che finisca nell’ambiente. Acronimo di polietilene tereftalato o polietilentereftalato (inventato nel 1941 da J. R. Whinfield e J. T. Dickson), è una resina termoplastica adatta al contatto alimentare, in particolare per liquidi come bevande e succhi, e il brevetto delle note bottiglie risale al 1973. Con il lento abbandono (ormai quasi totale) del ben più ecologico e polivalente vetro, l’impiego del PET negli anni è cresciuto in modo esponenziale e la domanda è in costante aumento, Cina e paesi asiatici in testa. Ma come detto, una crescente sensibilità verso l’ambiente ha portato negli ultimi decenni ad approfondire non solo le tematiche del suo riciclo, ma anche alcuni nodi sanitari legati alla possibile «migrazione» di sostanze che si possono formare nella fase di produzione dei contenitori per poi finire prima negli alimenti e infine nel nostro organismo (come l’acetaldeide o il benzolo). Ma, in Svizzera almeno, i rischi pare siano minimi, come si apprende dal portale petrecycling.ch. Nel dubbio, bevete acqua del rubinetto.

istruzioni per l’uso Sette consigli per diventare bravi genitori di Walter Mariotti

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1

PESCI

«L’entusiasmo», che non vi manca, «è il più grande patrimonio che l’uomo possieda», ha scritto Romano Battaglia, «è l’energia vitale che stimola le idee, è il sentiero che conduce al successo. Rappresenta la colonna portante attorno alla quale possiamo muoverci con libertà e creatività». Incontri memorabili.

2

gEMELLI

Tra il 1 e il 2 marzo la Luna andrà a braccetto con Venere, Marte e Urano nella vostra undicesima casa solare. Avventure inaspettate e travolgenti per i nati nella prima decade sollecitati dalla Lilith. Eventi inaspettati per i nati nel mese di giugno. Progettualità e imprese con l’appoggio del partner.

3

SAgITTARIO

Sia Venere sia Marte e Urano sono di transito nella vostra quinta casa solare. Se siete della seconda decade soddisfazioni e risultati non mancheranno. Osate quindi! La Luna Nera è con voi e favorisce la vostre tendenze più trasgressive. Incontri amorosi e colpi di fulmine per i nati in tutte le decadi.

4 acquario

5 scorpione

6 toro

7 cancro

8 Leone

9 vergine

10 capricorno

11 biLancia

12 ariete

Alla grande! Il cielo è con voi, ogni decade ha il suo buon aspetto con un valore di fuoco. Trasgressivi i nati nella prima decade, sentimentali i nati nella seconda, impetuosi e determinati i nati nella terza. Novità tra il 1 e il 2.

Lo scrittore georges Bernanos ha scritto che «La peggiore minaccia per la libertà non è che ci sia tolta − perché chi se l’è lasciata togliere può sempre riconquistarla − ma che si disapprenda ad amarla». Evitate di compiere azioni insensate. Per Francesco Alberoni, «L’invidia è un sentimento universale. I paesi di più antica tradizione capitalistica hanno cercato di neutralizzarla valorizzando la concorrenza, la competizione, riconoscendo il merito, plaudendo al successo».

1. Ricordate: diventare «bravi genitori» è un compito impossibile. Capito questo, tutto il resto viene da sé. 2. Il «dialogo», la «disponibilità», il «rapporto paritario» sono luoghi comuni politicamente corretti pericolosissimi. 3. Genitori e figli vivono

Va bene essere cauti e prudenti ma ricordate anche le parole di giuseppe garibaldi: «Io ho veduto degli eserciti colti dal panico fuggire davanti non a un uomo solo ma a meno d’un uomo, davanti a un pericolo immaginario». Il calo energetico provocato dal transito solare nel segno si fa sentire. Marte e Venere in buon aspetto per i nati nella seconda e nella terza decade. Colpi di fulmineeamoriinaspettati.Favoriteleattività professionali più creative. Cautela. «Non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio, ma gradualmente il nostro desiderio cambia», ha scritto Marcel Proust. Probabile tsunami nella vostra vita sentimentale. Favorite le scelte più indipendenti e originali.

per definizione su piani asimmetrici. Ed è importante che tali rimangano. Tutti gli altri creano confusione. 4. L’adolescenza è un buco nero, riuscire a superarla un miracolo. 5. «Risolvere le cose in famiglia» fa sorridere, perché «la famiglia»

Mercurio e Nettuno nei Pesci vi rendono particolarmente intuitivi. Incontri singolari, progetti creativi. Seguite i vostri sentimenti. Tra il 2 e il 4 marzo la Luna attraverserà il vostro segno. Maggior riposo, se possibile a contatto con la natura. «“La storia si ripete” e “La storia non si ripete mai” sono affermazioni entrambe vere. Non conosciamo mai le circostanze infinitamente complesse di qualsiasi evento passato per profetizzare il futuroperanalogia»(georgeM.Trevelyan).

giove e Urano in opposizione per i nati nella terza decade. Possibile partenza verso un paese estero. Momento confuso nella vostra vita sentimentale con decisioni inaspettate e talvolta improvvise. Favoriti i rapporti passionali.

non c’è più e «le cose» sono cambiate. Per sempre. 6. I figli non vedono – e non devono vedere – il mondo come i genitori. Ricordatevelo. 7. L’amore incondizionato è l’unica strada, anche se molto impervia e con una destinazione sconosciuta.


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Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 2 marzo e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 28 febbario a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw.

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1. Una terrazza panoramica del Generoso w 10. Con le Storie Tese w 11. Il bel Delon w 12. Non zuccherate w 13. Istituzioni w 14. L’alza l’irato w 16. Obolo w 19. Novantanove romani w 21. Affianca la moglie w 22. Diminuzione di peso w 24. Caverne oscure w 26. Spagna, Lussemburgo e Ohio w 27. Interpreta ruoli w 28. Camerate w 30. Fu il primo eresiarca w 31. Ghiaccio inglese w 33. Scoppiava nel saloon w 35. Cassa Malati w 36. Dittongo in paese w 37. Poeta tragico greco w 39. Né questi, né quelli w 40. Un personaggio dell’Amleto w 42. Oriente w 44. Il Sodio del chimico w 45. Infiammazione cutanea w 47. Società Anonima w 48. Altare pagano w 49. La torre parigina

VeRTIcALI

1. Fu regina d’Ungheria w 2. Caschetto militare w 3. Le funi di Tarzan w 4. Essi w 5. Mezzo vaso w 6. Raganelle arboree w 7. Ospita il museo moesano w 8. Tristi senza pari w 9. Ama Garibaldi w 15. Scambi w 16. I confini di Carona w 17. Tocchi di campane w 18. Pezzi degli scacchi w 20. Le controlla chi è a dieta w 21. I confini di Melano w 23. Il Capirossi del motociclismo w 25. Dittongo in pietra w 27. Assicurazione Invalidità w 29. Un affluente del Reno w 32. Uncino da pesca w 34. È simile all’aragosta w 35. La ripete chi boccia w 38. Teschi w 39. Vocali in classe w 41. Il lontano West w 43. Il noto dei tali w 46. Pari in beffa

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La soluzione del Concorso apparso il 10 febbraio è: MARTIRIO Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Margherita Mazzucchelli Arzo

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