Ies Industria e Sviluppo n.3 2018 - La Toscana dei Distretti

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ies Industria e Sviluppo

quadrimestrale di informazione, opinione, economia, impresa Confindustria Firenze, Livorno e Massa Carrara, Pisa, Toscana Nord, Toscana Sud

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ANNO X - N. 3 ottobre 2018-gennaio 2019

Farmaceutica

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Agroalimentare imentare

LA

TOSCANA DISTRETTI

DEI

Chimica

CAR CARLO CALENDA Sen crescita non c'è futuro Senza STE STEFANO CIUOFFO Distretti, insieme per vincere LORENZO ZANNI La crescita vuole il distretto Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 1


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SOMMARIO Direttore responsabile: Annarosa Pacini

EDITORIALE

apacini@iesindustriaesviluppo.com

Coordinatore editoriale: Virginia Masoni

relazioniesterne@confindustriatoscanasud.it

6

Comitato di redazione: Antonio Capone, Andrea Fabianelli Redazione: Simona Bandino (Firenze) Maria Bechi (Pisa) Maria Chiti (Pistoia) Lodovica Lazzerini (Massa Carrara) Irene Magara (Conf. Toscana Sud) Ilaria Maraviglia (Lucca) Saida Petrelli (Prato) Elena Pozzoli (Livorno) Hanno collaborato a questo numero: Francesco Butini, Mattia Cialini, Nadia Frulli, Irene Magara, Elena Pozzoli, Paolo Vannini Impaginazione, grafica e foto: Franco Passarini

COVER STORY

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SENZA CRESCITA NON C'È FUTURO

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DISTRETTI, INSIEME PER VINCERE

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IL CORAGGIO DEL NUOVO

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DISTRETTI TOSCANI PRONTI ALLA SFIDA

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LA CRESCITA VUOLE IL DISTRETTO

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LA FORZA DEI DISTRETTI (E DEGLI UOMINI)

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IL SUCCESSO È DI CHI NON SI ARRENDE

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IL DISTRETTO SCONFIGGE LA CRISI

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A TUTTO DISTRETTO

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IL MARMO DI CARRARA CONQUISTA IL MONDO

Direzione e redazione: Confindustria Toscana Sud Via Dei Rossi, 2 53100 Siena,

redazione@iesindustriaesviluppo.com

Editore: Assoservizi Toscana Sud Rete d’Imprese. Via Roma, 18 - 52100 Arezzo Stampa: Nova Arti Grafiche Srl Via Cavalcanti, 9 50058 SIGNA (FI) Registrazione: Tribunale di Grosseto n. 1/2009 del 26.03.2009 • Gli articoli possono non rispecchiare le posizioni delle Associazioni Industriali e dell’Editore, che li ritengono in ogni caso un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione. Dei contenuti sono responsabili i singoli autori. L’Editore non dovrà essere ritenuto responsabile per errori, omissioni, interruzioni o ritardi legati ai contenuti pubblicati nè per eventuali danni provocati dagli stessi. • È consentita la riproduzione purchè espressamente autorizzata dall’Editore, e con la citazione della fonte. • Non vengono trattati dati personali. L’uso dei dati, temporaneo, è solo a fini giornalistici. • Foto © Assoservizi Toscana Sud Rete d’Imprese. E’ vietato qualunque utilizzo e/o riproduzione, anche parziale, del materiale fotografico contenuto in questa rivista.

PUBBLICITÀ: la raccolta pubblicitaria su tutto il territorio della Toscana per “IES - Industria e Sviluppo” è a cura di: MGA Comunicazione & Pubblicità S.r.l. Piazza Alberti, 16 50136 - Firenze Tel. 055 5275595 web: www.mgacomunicazione.it e-mail: info@mgacomunicazione.it

IL DISTRETTO E LA SOLITUDINE IMPRENDITORIALE

LA TOSCANA DEI DISTRETTI

ANNO X - N. 3 Ottobre 2018-Gennaio 2019


EDITORIALE I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

Il DISTRETTO e la SOLITUDINE IMPRENDITORIALE di FRANCESCO BUTINI

IL DISTRETTO INDUSTRIALE È UNA VIA ALLA CRESCITA PRODUTTIVA E ALLO SVILUPPO TERRITORIALE CON SALDE RADICI NEL SISTEMA TOSCANO. IL DISTRETTO NON È SOLO UN “LUOGO” MA UNA VERA E PROPRIA “CULTURA” DELLA PRODUZIONE E DELL'IMPRESA

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LA TOSCANA dei distretti I Editoriale

I

n un recente articolo pubblicato su uno dei maggiori quotidiani nazionali il professor Michele Ainis ha esaminato il tema del rapporto tra solitudine e tirannide. Il passaggio dalla solitudine sociale degli individui allo sgretolamento del ruolo dei corpi intermedi porta, nel terreno politico, ad una più facile subordinazione di ciascuno di noi ai prepotenti di turno. Solo l'aggregazione dei singoli in corpi intermedi efficaci può consentire la creazione di quegli anticorpi necessari ad uno sviluppo senza rischi di avventure tiranniche. Mi sono chiesto se si può, con un volo un po' pindarico, prendere questa interessante ed attualissima riflessione del professor Ainis e applicarla anche al mondo produttivo. Cos'è infatti un distretto industriale, se non una sinergia territoriale e produttiva tra piccole e medie imprese, in alcuni settori integrate anche con le grandi imprese che assumono il ruolo di leader nei mercati nazionali e internazionali, e che grazie ad una opportuna segmentazione specifica del processo produttivo conduce ad un razionale motore di sviluppo e al radicamento di una vera e propria cultura dell'impresa territoriale? Il distretto dunque non è solo un “luogo” della produzione settoriale, ma una vera e propria “cultura” della produzione e dell'impresa di quel settore. Con interessanti anticorpi al suo interno atti a superare crisi congiunturali che da sole, le imprese, difficilmente riuscirebbero a sostenere. Non solo, ma la valenza “culturale” del distretto, non limitato dunque agli aspetti della sola “fabbricazione”, conduce non solo a produrre ma anche a innovare, a ricercare, ad applicare nuove metodologie. E così l'adattamento alle congiunture e il superamento delle crisi risulta più efficace. Sostiene in proposito l'assessore alle Attività produttive della Regione Toscana Stefano Ciuoffo nell'intervista pubblicata su questo numero di IES: «in questi anni la Regione si è attivata mettendo a punto misure specifiche soprattutto a sostegno dell'innovazione tecnologica dei distretti … L'obiettivo è quello di avvicinare ancor di più il mondo della ricerca e dell'innovazione a quello della produzione. Un percorso verso l'industria 4.0». Basti pensare ad alcune risultanze dello studio sull'economia dei distretti industriali italiani condotta come di consueto da Intesa Sanpaolo, per trovare conferma dell'efficacia della struttura distrettuale: la crescita del fatturato dei distretti toscani è stato, dal 2008 al 2016, di circa il 18,4 per cento, su-

periore alla media delle aree non distrettuali. E stiamo parlando degli anni della lunga crisi economica. Il distretto dunque prende anche la forma di antidoto alla solitudine dell'imprenditore davanti alle crisi. Il distretto industriale è una via alla crescita produttiva e allo sviluppo territoriale con salde radici nel sistema toscano. Un radicamento sempre confermato dai dati statistici che caratterizzano l'industria toscana nel corso degli anni. Vediamo ad esempio gli ultimi disponibili, relativi alle esportazioni nel primo trimestre del 2018. Nel suo complesso l'export distrettuale toscano è cresciuto rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente del 2 per cento, leggermente sotto la crescita delle esportazioni dei distretti industriali a livello nazionale (+2,4 per cento), ma con alcune speci-

“LA VISIONE ALLA BASE DEL DISTRETTO INDUSTRIALE OFFRE STRUMENTI PER SUPERARE CRISI CONGIUNTURALI CHE DA SOLE LE IMPRESE DIFFICILMENTE RIUSCIREBBERO A SOSTENERE ”

ficità di grande rilievo. Si pensi soprattutto all'export del polo farmaceutico toscano, che ha segnato un'eccezionale percentuale di crescita del 62,8 per cento rispetto alla media nazionale dei poli farmaceutici che è risultata pari al 16,6 per cento. Oltre sei-

mila dipendenti diretti e oltre quattromila occupati dell'indotto forniscono al distretto farmaceutico regionale, distribuito tra Firenze, Siena, Lucca e Pisa, un valore per l'economia toscana estremamente significativo, con caratteristiche che meritano di essere segnalate per il loro segno emblematico. La storia industriale della Toscana è sicuramente anche una storia dei suoi distretti. Da quello del mobile a Poggibonsi a quello della pelle e del cuoio di Castelfiorentino, da quello conciario di Santa Croce sull'Arno a quello del marmo di Carrara o a quello cartario di Capannori, dall'oro di Arezzo al vivaismo di Pistoia. E così via, di territorio in territorio e di settore in settore. Con un elemento costante, che peraltro accomuna l'economia distrettuale al resto del mondo produttivo italiano: l'export è il driver trainante per tutti. Questo vale tanto per il settore agroalimentare a Grosseto (+12,1 per cento di esportazioni nel 2017) quanto per il settore orafo di Arezzo (+16 per cento di export nel primo trimestre 2018 rispetto al primo trimestre 2017). Sempre secondo il rapporto sull'economia dei distretti industriali redatto da Intesa Sanpaolo, negli ultimi dieci anni ben 13 distretti toscani sui 18 presenti nella regione hanno superato sui mercati esteri i livelli preesistenti allo scoppio della grande crisi economico-finanziaria del 2008. Questa ottima salute dei distretti industriali toscani nei mercati mondiali è confermata dall'ultimo dato relativo al primo trimestre del 2018: nella classifica dei primi 20 distretti italiani in base al valore delle esportazioni, ben 4 sono toscani. Il distretto industriale contribuisce dunque a far assumere ad un territorio una sua fisionomia, una sua caratterizzazione. È l'impronta che il mondo imprenditoriale dà al territorio nel quale vive. È parte dell'identità di una zona. Non si tratta di campanilismo: si tratta di ispirarsi alla parte migliore dello spirito economico di un territorio e farne un motore di sviluppo. Se una economia sociale di mercato prende atto dell'egoismo economico e cerca di indirizzarlo verso una utilità sociale, così una economia distrettuale prende atto delle capacità imprenditoriali dei singoli e li indirizza verso uno sviluppo settoriale e territoriale. Insomma, la Toscana dei distretti industriali vendica, con i suoi successi, la nomea dei toscani come irriducibili e polemici avversari di sé stessi. Nomea non certo immeritata in altri campi, ma questa è un'altra storia.

Ottobre Ottobre 2018-Gennaio 2018-Gennaio 2019 2019 / IES / 79


Cover Giovani Imprenditori

tECNOlOGIA E NAtURA le due anime di BlueBiloba una startup innovativa per introdurre L’economia circoLare neL settore deL patrimonio boschivo

stro mercato di riferimento sappia che la nostra è una gestione del bosco virtuosa e sostenibile». Come s’inserisce l’esperienza di BlueOak nella nuova avventura? «BlueOak ha messo in questo progetto il proprio know how in settori ad alto contenuto tecnologico: siamo partiti 15 anni fa dalla realizzazione di siti web e con il tempo siamo approdati all’attività di testing di software: abbiamo portato la nostra attitudine all’innovazione nel settore boschivo». L’innovazione è il vostro pane quotidiano. Cosa significa essere sempre ‘un passo avanti’? «In un mondo sempre proiettato in avanti, cerchiamo di guardare a quello che può accadere domani. Non con la presunzione di chi è capace di prevedere tutto, ma cercando sentieri poco battuti. Quando abbiamo iniziato con i droni si trattava di una tecnologia che in pochissimi conoscevano; oggi siamo operatori riconosciuti da Enac».

I

nnovazione al servizio del patrimonio naturale. È la nuova avventura che coinvolge BlueOak, azienda che si occupa di sviluppo software, prototipazione industriale, rilievi con droni. Da una costola dell’azienda è nata infatti BlueBiloba, startup per la gestione sostenibile delle risorse forestali. Ne parliamo con Lorenzo Massai, manager di BlueOak e co-fondatore di BlueBiloba. Come è nata l’idea di BlueBiloba? «Tutto nasce da un incontro di persone, professionale e umano. Come BlueOak volevamo diversificare il portafoglio dei servizi, investendo sui droni; allo stesso tempo un gruppo di amici, ricercatori dell’Università di Firenze, stava avviando un progetto per la gestione del patrimonio boschivo in ottica di economia circolare. Ci siamo trovati a parlare delle stesse cose

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Progetti in cantiere? «C’è un progetto per portare innovazione nel settore dei contenitori a uso alimentare in maniera sostenibile per il quale ci siamo affidati a uno startup mentor. L’idea è ancora allo studio di fattibilità e siamo aperti all’ingresso di figure interessate a supportarci». Insomma, per dirlo con le parole del team BlueBiloba, prosegue il viaggio per “guardare il mondo con occhi nuovi”. ed è venuto naturale svilupparle insieme». E poi la vostra intuizione è stata riconosciuta… «Sì, BlueBiloba è stata ufficialmente riconosciuta spin off dell’Università degli Studi di Firenze e poi come start up innovativa». Qual è la mission del progetto? «Introdurre il servizio di Forest Sharing, una filiera integrata di soggetti che portino valore al prodotto bosco. In pratica ci proponiamo ai proprietari forestali per fare da interfaccia con tutte le figure che lavorano sulle foreste: per il taglio legna, i piani di sviluppo, la valorizzazione dei servizi ecosistemici. Abbiamo coinvolto al riguardo anche Pefc, la più grande organizzazione al mondo di certificazione forestale, per adottarne i protocolli: vogliamo che il no-

BlueBiloba admin@bluebiloba.com www.bluebiloba.com www.blueoak.it


a cura di MGA Comunicazione

MARMO Canaloni Srl

L’unicità del marmo bianco dei Canaloni Ci faccia degli esempi di qualche lavoro degno di nota che è stato realizzato con il vostro marmo Le aziende per le quali estraiamo i blocchi di marmo li hanno utilizzati per diversi lavori importanti, come ad esempio la scalinata del Grande Arche de la Fraternité, nell’avveniristico quartiere parigino della Defence di Parigi. E ancora, per la costruzione dell’aeroporto di Francoforte e per il rivestimento esterno del Tempio dei Sufisti a San Francisco.

Marmo Canaloni Srl Via Piave, 7/a Carrara (MS) Tel. 0585.842384 infocanaloni@virgilio.it www.marmocanaloni.it

L

’azienda Marmo Canaloni Srl, con una storia lunga più di un secolo, ricalca le vicende della famiglia Guadagni ed è specializzata nell’estrazione e commercializzazione di blocchi di marmo grezzo Canaloni, pietra che prende il nome dalla frazione in cui è collocata la cava. Sig. Guadagni, come nasce la vostra azienda? Ufficialmente la nostra cava è stata costituita nel 1971 ed è frutto dell’accorpamento di più cave di marmo di piccole dimensioni, lavorate fin dal XIX secolo dai miei antenati. Oggi il nostro sito estrattivo conta una superficie di circa 70mila mq. Oltre a me, lavorano in azienda i miei figli Fulvio e Gabriele che si occupano della gestione dello stabilimento industriale e della parte commerciale, il secondogenito Gianluca e il genero Alessandro Bugliani che dirigono il bacino estrattivo, coadiuvati da 12 operai specializzati, e mia figlia Federica che mi affianca nell’amministrazione, insieme al cugino Pietro Piccinini. In cosa siete specializzati e che servizi fornite? Ci occupiamo di estrarre e fornire marmo

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grezzo in blocchi ad aziende trasformatrici o commercianti che operano nel settore dell’edilizia e delle opere pubbliche. La nostra azienda lavora molto sul mercato nazionale con la filiera locale, che poi esporta il nostro marmo principalmente all’estero. Ci parli delle qualità e delle caratteristiche del marmo di Canaloni Il marmo bianco dei Canaloni è famoso anche ai non addetti ai lavori, perché ancora oggi viene utilizzato per la stagionatura del lardo di Colonnata: questa varietà ha una microstruttura fine e compatta, resistente alla corrosione della salamoia. Per quanto riguarda le sue caratteristiche nell’ambito dell’edilizia, è un materiale molto adatto per rivestimenti esterni, anche per i climi più gelivi, perché non assorbe umidità e acqua, di conseguenza non gela, non si imbarca e non si flette, contrariamente alla maggior parte dei marmi locali. Viene utilizzato anche per piani, lavabi e rivestimenti di bagni e cucine proprio per la sua impermeabilizzazione naturale e non necessita di trattamenti chimici. La cava di Canaloni è inoltre stata definita la cava del marmo che canta, perché è un marmo talmente secco che gli esperti ci possono costruire anche strumenti musicali. Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 9


Cover Giovani Imprenditori

EURO MOtOR SERvICE Srl

gLi speciaListi degLi impianti tecnoLogici industriaLi e deLL’automazione

E

uro Motor Service S.r.l. nasce nel 1999 come spin off dell’azienda madre Briel, specializzandosi nei settori elettromeccanico, automazione e ingegneristico, con l’obiettivo di offrire un servizio globale alle grandi aziende industriali e multinazionali interessate ad avere servizi di manutenzione specialistici. Ne parliamo con Cristian Barattini, legale rappresentante dell’azienda e responsabile tecnico della gestione delle attività di ufficio, sia per la parte impiantistica che di automazione, oltre ad interfacciarsi con i responsabili dei cantieri per monitorare l’andamento delle commesse acquisite. Cristian, in cosa siete specializzati? Grazie al grande patrimonio di conoscen-

10 / IES / Ottobre 2018-Gennaio 2019

ze tecniche specifiche, operiamo nell’intero panorama degli impianti tecnologici industriali e dell’automazione. Per quanto riguarda il settore elettromeccanico ci occupiamo di progettazione e realizzazione di impianti elettrici in alta, media e bassa tensione, di quadri elettrici in bassa tensione tipo Power Center e M.C.C. e di manutenzione programmata su impianti ed equipment. Il nostro settore automazione invece si occupa di progettazione e automazione di macchine e/o impianti per processi industriali, di sistemi di supervisione per processi industriali ad elevata produttività o per banchi di prova e di progettazione e automazione per controlli dimensionali visivi tramite telecamere. Qual è la filosofia che accompagna il vostro metodo di lavoro? Abbiamo un profilo multisettoriale e multispecialistico, grazie al quale riusciamo a dare risposte globali e integrate sull’impiantistica industriale. Il nostro servizio non è mai standard, ma cerchiamo di customizzarlo sulle singole esigenze del cliente: offriamo una consulenza completa e servizi ad alto livello tecnologico e professionale. Collaboriamo con gli studi di ingegneria per elaborare soluzioni veloci ed economiche e, nel caso in cui il cliente non affidi la progettazione ad uno studio esterno, siamo in grado di gestire diret-

tamente lo sviluppo del progetto. Siamo inoltre molto attenti al controllo di tutte le procedure operative e investiamo continuamente in formazione, sicurezza e qualità: siamo certificati UNI EN ISO 9001 e OHSAS 18001, oltre ad avere le certificazioni per la formazione specifica dei nostri collaboratori che operano nei cantieri. Quali sono i vostri clienti principali? Lavoriamo per Baker & Hughes, azienda che fa parte del gruppo General Electric, per Rotork, per S.K.F Industrie e Amec Foster Wheeler, solo per citarne alcune.

Euro Motor Service Srl Via San Colombano, 19 Massa (MS) Tel. 0585.834285 info@emsol.it www.emsol.it


a cura di MGA Comunicazione

BRIEl Srl

impianti eLettrici industriaLi e civiLi sia per la progettazione e manutenzione di impianti elettrici, che per la manutenzione di carri ponte, gru e la produzione di particolari meccanici. Parliamo del futuro e dell’innovazione La nostra azienda da sempre è attenta alle innovazioni tecnologiche dell’industria 4.0. Briel utilizza le tecniche emergenti del settore impiantistico e negli anni si è evoluta, anche grazie all’ingresso di noi figli che abbiamo portato nuove competenze e rinnovato entusiasmo. Ma la nostra storia non si ferma con Briel. Per offrire un servizio sempre più completo e innovativo, soprattutto ai grandi gruppi multinazionali, nel 1999 abbiamo fondato Euro Motor Service, società all’avanguardia nel settore dell’impiantistica industriale.

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zienda specializzata nell’ambito delle applicazioni elettromeccaniche industriali per ambienti civili e commerciali, Briel S.r.l. nasce nel 1987 a Massa Carrara grazie all’intraprendenza di Gino Barattini, che oggi è affiancato nella guida dell’azienda dai due figli Serena e Cristian. Approfondiamo le specializzazioni di Briel con Serena Barattini, che in azienda ricopre il ruolo di revisore contabile, fiscale e amministrativo, oltre ad occuparsi dei rapporti con il personale. Serena, quali sono i settori di specializzazione dell’azienda? L’azienda è strutturata in due divisioni: ci occupiamo di impiantistica elettrica industriale e anche della parte meccanica, realizzando attività varie su gru e carriponte e attività di revisione e manutenzione di impianti, macchine industriali e apparecchiature di sollevamento. Per quanto riguarda la parte elettrica siamo in grado di realizzare e gestire la manutenzione

di impianti industriali e cabine elettriche di trasformazione in media e bassa tensione, quadri elettrici per distribuzione BT e tramite automazione e realizziamo impianti di illuminazione per grandi spazi interni ed esterni.

Briel Srl Via S. Colombano, 21 Massa (MS) Tel. 0585.831089 info@brielimpianti.com www.brielimpianti.com

Ci parli dei vostri punti di forza? Offriamo al cliente un servizio chiavi in mano, occupandoci di tutti gli aspetti del progetto, sgravandolo così da qualsiasi burocrazia e preoccupazione. Grazie all’ascolto e alla capacità di interpretare le necessità del cliente, proponiamo un pre-progetto in linea con le sue aspettative. Mio padre Gino è il legale rappresentante della parte tecnica e i suoi oltre 30 anni di esperienza nel settore sono una garanzia di affidabilità per tutti i nostri clienti. Introduciamo il tema della qualità e delle certificazioni. Che scelte avete fatto in questo ambito? Per offrire ai nostri clienti la massima sicurezza e alti standard di qualità, abbiamo scelto di investire nell’ottenimento delle certificazioni UNI EN ISO 9001 e OHSAS 18001, Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 11

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COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

SENZA CRESCITA non c'è FUTURO di MATTIA CIALINI, direttore “Arezzonotizie”

TUTTO PARTE DALLA CRESCITA, LA GIUSTIZIA SOCIALE, LO SVILUPPO, L’INNOVAZIONE. E IL CUORE DELLA CRESCITA SONO LE IMPRESE. INTERVISTA A CARLO CALENDA, EX MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

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LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

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uarantacinque anni, ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ospite in terra toscana, alza i toni per scuotere l’Italia: “Senza crescita, c’è il nulla: è necessario agevolare l’export, alleggerire il peso fiscale su imprese e lavoro e spingere sugli investimenti tecnologici, come è stato fatto con i piani Industria 4.0 e Made in Italy”. Calenda ha guidato il Mise in coda al governo Renzi, mantenendo il dicastero nell’esecutivo Gentiloni. Si è fatto da parte il 1° giugno scorso, con l’avvento del Governo Conte. In precedenza, aveva ricoperto anche l’incarico di viceministro del Mise con Letta prima e Renzi poi. All’assise estiva della delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud, ha parlato delle misure necessarie a dare una scossa ai distretti industriali che muovono il Paese, soffermandosi sul ruolo chiave della regione Toscana, schierandosi apertamente al fianco dell’Associazione Industriali nelle sue battaglie e lanciando stilettate all’attuale guida dell’Italia perché: “la crescita è semplicemente scomparsa dall’agenda di governo”. Ci sono effetti collaterali negativi nel cosiddetto Decreto-dignità? “Faccio una premessa. I contratti a tempo indeterminato sono cresciuti

“PRIORITARIO

ALLEGGERIRE IL PESO FISCALE SULLE IMPRESE E SUL LAVORO

per mezzo milione, perché? Perché per tre anni li abbiamo fortemente incentivati. Abbiamo sbagliato a non farlo in maniera strutturale. Ma quella è la strada da seguire: ecco, bisogna rendere conveniente il contratto a tempo indeterminato, non meno conveniente quello a tempo indeterminato”. Quali misure sono necessarie per dare energia al territorio toscano e ai suoi distretti? “Ho lavorato molto per questo territorio, in particolare sul piano straordinario Made in Italy. E poi molto abbiamo fatto sul tema dei poli fieristici. Questi rappresentano grandi driver dell’economia, di cui non si parla più perché la crescita è semplicemente scomparsa dall’agenda di governo. Di tutto si parla oggi in Italia, tranne che di crescita”. E la strada che l’Italia dovrebbe seguire qual è? “Senza crescita non c’è niente: non ci può essere giustizia sociale, ma non ci può essere nemmeno la possibilità di tenere in sicurezza questo Paese dal punto di vista finanziario. Penso che sia questa la più grande mancanza del Governo: la crescita è fuori dall’agenda. C’è un solo modo per ripartire: dalle imprese. Il ciclo è: più investimenti, più occupazione, più consumi. È più investimenti vuol dire anche più export. Questa è la strada, bisogna continuare a fare quello che abbiamo già fatto: alleggerire il peso fiscale sulle imprese e sul lavoro, che è la cosa prioritaria, e spingere moltissimo sugli investimenti tecnologici, continuando a sostenere Impresa

Carlo Calenda

4.0 e il piano straordinario Made in Italy: è una strada complicata perché l’Italia durante la crisi ha subito gli effetti di una piccola guerra. E noi, quando eravamo al governo, abbiamo anche sbagliato a dare il senso di aver risolto i problemi, perché così non era e non poteva essere. Ora è fondamentale non perdere il recupero che avevamo fatto. Un recupero importante”. Teme gli effetti di misure neo-protezionistiche? “C’è stato un dibattito surreale sull’accordo con il Canada, che è in applicazione provvisoria da un anno: quindi sappiamo gli effetti che ha. Sono entrati Ogm in Italia? No, non potevano entrare perché sono esclusi dal negoziato. Sono entrate le multinazionali e hanno fatto causa all’I-

Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 13


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

“IL MADE IN ITALY È UN

DRIVER FONDAMENTALE PER L’ECONOMIA

talia? No, perché è tutto escluso dal negoziato. È successo invece che l’export è cresciuto dell’8 per cento ed è successo che, per la prima volta in Canada, le nostre denominazioni geografiche di pregio sono riconosciute: adesso il prosciutto di Parma entra come tale e non come ‘original prosciutto’. E noi discutiamo che non dobbiamo ratificare l’accordo? Ma stiamo scherzando? I nostri governanti si ispirano a Trump, ma si rendono conto della differenza tra noi e gli Stati Uniti? Gli Usa hanno 500 miliardi di deficit, noi abbiamo 50 miliardi di surplus. L’America forse avrà un beneficio a mettere i dazi, noi possiamo soltanto perderci”. Il nostro export rischia di soffrire? “Le esportazioni in Italia sono cresciute e continuano a farlo del 3 per cento, ma l’anno scorso l’incremento è stato del 7,4 per cento: decisamente superiore, perché oggi risentiamo della tensione sui dazi. Però non c’è alternativa alle prospettive dell’Italia, non possiamo rinchiuderci dentro delle barriere. La classe media nel mondo raddoppierà nei prossimi anni e questa classe di consumatori chiede prodotti occidentali di alto livello e turismo: chi è più vocato dell’Italia? Ma non è che ci si inventa la formula 14 // IES IES // Ottobre Ottobre2018-Gennaio 2018-Gennaio2019 2019

economica giusta dalla mattina alla sera. Bisogna affrontare un lavoro costante e serio, da fare, per esempio, attraendo investitori internazionali, non spaventandoli dicendo che il nostro è un Paese che non è pronto ad accoglierli. Tutte queste cose tengono insieme una strategia della crescita la cui alternativa non è una scorciatoia, come qualcuno crede, ma il baratro”. Ci sono stati recentemente scontri tra Industriali e Governo sul terreno economico, a partire dal Decreto -dignità. Cosa ne pensa? “Le cose che dice Confindustria sono le stesse che dice l’Inps o la Ragioneria dello Stato. Si parla di numeri, una componente che non è né di destra né di sinistra. Il piano Impresa 4.0 che

avevamo messo a punto è nato con un’analisi di impatto, che permette di vedere prima quel provvedimento quali obiettivi può raggiungere. Non si dovrebbe aver bisogno della bollinatura della Ragioneria. Ma l’idea che si possono ignorare tutti, raccontando una favola e scaricare le colpe dicendo ‘Al complotto!’ è una cosa infantile, da ragazzini e non da amministratori di uno Stato”. Sviluppo e innovazione, come l’Italia deve accogliere le sfide future dell’economia? “Nei prossimi anni avremo un’ondata di digitalizzazione incredibile, se la gestiremo senza investire a sufficienza, verremo spazzati via. Bisogna investire, poi, anche sulle competenze. L’Italia ha investito più di tutti l’anno scorso in tecnologia. È cruciale continuare a fare questi investimenti anche per le Pmi: con la tecnologia, l’economia di scala diventa meno importante. Oltre a questo, dobbiamo abbassare le tasse alle impresse, semplificare le procedure, incentivare gli investimenti. Abbiamo di fronte a noi una grande occasione da cogliere”. Quale è il destino di Industria 4.0? “Apparentemente il Governo intende mantenerlo, ma non basta: deve farlo evolvere, adattandolo alle esigenze”.

“IMPRESA 4.0, UNA

STRADA DA SOSTENERE ED IMPLEMENTARE


a cura di MGA Comunicazione

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ondersys è un’azienda innovativa con sede a Livorno che si occupa di sviluppare soluzioni software su misura per aziende che operano nei comparti finanza, logistica, trasporti e industriale. Con un’esperienza di quasi 10 anni nel settore informatico, il team aziendale vanta competenze che spaziano dall’ingegneria del software alle telecomunicazioni, per arrivare

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E

dilcementi nella provincia di Massa-Carrara è un punto di riferimento per la produzione e la vendita di calcestruzzi per edilizia sia civile che industriale. Nata nel 1978, è condotta da sempre dalla famiglia Mignani: «Acquistiamo il materiale da macinare dalle cave locali – affermano i titolari – e poi produciamo il calcestruzzo che normalmente si utilizza in edilizia. Siamo attrezzati per fornire un iter di lavorazione completo grazie ai nostri ventitre addetti specializzati e a degli impianti all’avanguardia che comprendono undici betoniere, cinque autopompe, sei autocarri cassonati per il trasporto inerti, tre pale meccaniche e un escavatore per la movimentazione. Dal 2005 ci siamo dotati anche di un ulteriore stabilimento specializzato nella frantumazione per la produzione degli inerti

all’elettronica e alla finanza. Che tipologia di servizi fornite ai vostri clienti? La consulenza che offriamo è completa e tocca i diversi ambiti dell’Information Technology: dallo sviluppo di applicazioni web e App ritagliate sulle necessità dei nostri clienti alla progettazione di infrastrutture informatiche, sia classiche che Cloud. Qual è la filosofia del vostro metodo di lavoro? Accompagniamo i nostri clienti nel processo di innovazione informatica assistendoli in ogni fase: dalla raccolta dei requisiti alla progettazione di soluzioni, dalla manutenzione all’aggiornamento dei prodotti. Nello sviluppo dei progetti operiamo a strettissimo contatto con i clienti e solitamente partiamo dai processi che hanno già in essere per ottimizzarli in

da calcestruzzo. Così facendo, riusciamo a garantire una miscela di qualità costante per un calcestruzzo dalle caratteristiche standard che non variano di produzione in produzione. Ciò è fondamentale per garantirne stabilmente la resistenza». Edilcementi srl è certificata Bureau Veritas 1370-CPD-0339 e si rivolge sia alle grandi che alle piccole imprese edilizie: «Lavoriamo per la maggior parte con clienti della nostra provincia ma, in generale si rivolgono a noi da tutta Italia – concludono i titolari – Le certificazioni relative al nostro settore hanno uniformato il prodotto sul mercato secondo le normative europee, perciò cerchiamo di fare la differenza con i nostri servizi. Puntiamo su una consegna puntuale e affianchiamo il cliente disponendo sopralluoghi sui cantieri per seguire l’e-

base alle loro necessità, grazie alle nuove tecnologie. Presente e futuro vanno verso la tecnologia Cloud: quali vantaggi offre? In qualità di Google Cloud Partner, siamo in grado di guidare i nostri clienti nel processo di transizione dall’infrastruttura informatica classica al nuovo paradigma Cloud, così come di integrare la Suite Google con applicativi proprietari o di terze parti. Questo permette ai nostri clienti di aumentare l’efficienza e la qualità dei loro processi aziendali, grazie a una più flessibile organizzazione del lavoro, anche da remoto e su dispositivi mobili, e alla sicurezza di un sistema dove i dati sono replicati, evitando di perdere il lavoro fatto perché archiviato su un singolo supporto in ufficio.

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sito delle varie gettate e intervenire per qualsiasi necessità richiesta».

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COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

DISTRETTI, INSIEME per VINCERE NADIA FRULLI, giornalista “Arezzonotizie.it”

LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE DELL’ECONOMIA E DELL’IMPRESA TOSCANA SONO UNA CARTA VINCENTE, OVUNQUE, NEL MONDO. LA CAPACITÀ DI FARE RETE È OGGI UN ELEMENTO IRRINUNCIABILE. INTERVISTA A STEFANO CIUOFFO, ASSESSORE REGIONALE CON DELEGA AI DISTRETTI INDUSTRIALI

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'export che prende il volo e la produzione che “corre”: le performances positive dei distretti industriali toscani si confermano per il secondo anno consecutivo. E la Toscana brilla. La sua economia spicca a livello nazionale: lo rivela Monitor dei i Distretti della Toscana, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca CR Firenze. "Nel primo trimestre del 2018 L’export distrettuale ha raggiunto 3,8 miliardi, pari al 45 per cento dell’export regionale, portando la Toscana a posizionarsi come terza regione italiana dopo Veneto e Lombardia". “Dal 2008 ad oggi, proprio durante il periodo della crisi, ci sono stati numeri positivi relativi alla capacità di esportare grazie alle eccellenze che hanno permesso di recuperare e man-

Ottobre 2018-Gennaio 2018-Gennaio 2019 2019 16 / IES / Ottobre

tenere una posizione sul mercato", Stefano Ciuoffo, assessore regionale con delega ai Distretti industriali, illustra così lo stato di salute del sistema regionale. Un sistema complesso ma che funziona: "Anche perché in Toscana è naturalmente organizzato, dato che affonda le sue radici nella cultura d'impresa propria delle nostre eccellenze. Un aspetto questo che si è rivelato molto importante nei periodi più critici. Basti pensare ai distretti della moda e alla loro evoluzione nel tempo e proprio in questi ultimi dieci anni: non si parla più solo di tessile. Si parla di un ‘luogo' dove si fa ricerca e produzione, dove l'innovazione diventa centrale”. Eppure, anche l'economia Toscana ha sofferto durante la crisi. Cosa è successo ai distretti in quel periodo?

“Certo, nel decennio della crisi la Toscana ha sofferto, ma i suoi risultati sono stati positivi rispetto ad altre parti d'Italia grazie proprio alla sua struttura distrettuale. Quelle più in difficoltà sono state le aree costiere: laddove c'erano grandi aziende che si basavano sulla mono produzione, i riflessi della crisi sono stati più importanti. Così gli insediamenti sono stati abbandonati e in quelle aree la situazione è precipitata. La grande scommessa della Regione è stata quindi quella di fare progetti condivisi per Piombino, Massa e Livorno. Progetti che riuscissero a sostenere queste aree. E i primi risultati si sono visti. Sempre per quanto riguarda le aree costiere, siamo usciti con affanno dalla crisi della nautica, settore che vanta due miliardi di fatturato. Circa il 30 per cento degli yacht di grandi


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story dimensioni sono prodotti qui. Gli addetti sono circa 18mila, senza contare l'indotto. E poi c'è tutta la filiera: dai mobili alla tecnologia, dagli artigiani ai ricercatori universitari. Il settore è riuscito a ripartire, con ottimi risultati”. Performance particolarmente positive sono state registrate anche dalla pelletteria: quali misure sono state adottate per salvaguardarlo? “Negli ultimi anni questo distretto è stato molto valorizzato. In questo caso abbiamo scommesso sugli aspetti legati alla tutela dell'ambiente: una regolamentazione che porti ad un impatto ambientale zero e un’apposita certificazione si sono confermati elementi a garanzia dell'eccellenza. Non solo, in Europa abbiamo fatto da traino. La pelletteria toscana si confronta con altre eccellenze, non con mercati dai grandi numeri. E negli ultimi anni è il settore che ha mostrato un maggior progresso in funzione degli investimenti sostenuti. Quelle fatte dunque sono state scelte vincenti”. Come si è mossa la Regione per sostenere e tutelare i distretti industriali? “In questi anni la Regione si è attivata mettendo a punto misure specifiche soprattutto a sostegno dell'innovazione tecnologica dei distretti. Se le misure prese a livello nazionale hanno puntato sulla defiscalizzazione, noi

abbiamo deciso di investire sulla formazione delle competenze e su quella di nuove managerialità. A questo proposito abbiamo creato un ‘atlante’ dei fabbisogni professionali, realizzato monitorando i vari settori per capire quali fossero le effettive necessità. L'obiettivo è quello avvicinare ancora di più il mondo della ricerca e dell'innovazione a quello della produzione. Un percorso verso l'industria 4.0. Il polo farmaceutico toscano è l'esempio lampante degli effetti positivi derivanti dal legame tra questi due mondi. Abbiamo marchi importanti, vere eccellenze. Il fatturato è passato da 730 milioni del 2007 a 2 miliardi attuali. Risultati arrivati grazie anche alle importanti università del territorio”. L'export dei distretti ha raggiunto risultati molto positivi. La chiusura di alcuni mercati, l'aumento di dazi come sta accadendo negli Stati Uniti, quali ripercussioni potrebbero avere sul fronte delle esportazioni? “La chiusura dei mercati, pur non riguardandoci in modo diretto, perché al momento non interessa esplicitamen-

“FORMAZIONE, COMPETENZE E MANAGERIALITÀ PER FAR CRESCERE L’INNOVAZIONE ”

Stefano Ciuoffo

te il nostro Paese, potrebbe comunque avere delle conseguenze anche per la nostra economia. Quella di disincentivare le comunicazioni, gli scambi, è caratteristica di una mentalità ormai datata. Una guerra commerciale che non ha nulla di razionale. Come detto, forse potremmo pagarne lo scotto, ma fortunatamente l'economia toscana è vocata ai prodotti di eccellenza che non sono facilmente sostituibili e, rispetto ad altri prodotti, i riflessi sull'export toscano potrebbero essere meno pesanti”. Quali sono le prospettive per i distretti toscani? Continueranno ad essere un "salvagente" in questi lunghi strascichi della crisi che ha colpito l'economia nell'ultimo decennio? “Quando la Toscana si muove per distretti, lo fa come se fosse un ‘corpo unico’ e questo è molto positivo per l'economia della regione. Inoltre, abbiamo la fortuna di poter legare ai nostri prodotti l'immagine della Toscana: questo è un elemento molto importante, che non va sottovalutato e che le nostre eccellenze hanno capito. Il legame tra i settori è non solo strategico ma sempre più importante, un valore aggiunto imprescindibile. E per avvicinare questi mondi servono centri di competenza che mettano in contatto il mondo della produzione con quello dell'università e quindi della ricerca. È questa la strada da percorrere”. Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 17


Cover Giovani Imprenditori

UNI.RA.

L’eccellenza Toscana che realizza detersivi rispettosi dell’ambiente

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n Toscana batte un cuore verde. È quello di Uni.Ra., azienda di Cecina (LI), pioniera dei detersivi ecologici a bassissimo impatto ambientale. Nata 30 anni fa, si occupa della produzione di detergenti professionali. La sua particolarità? È una delle poche realtà nel settore chimico ad aver ottenuto il “Certificato di Eccellenza”, oltre ad essere orientata al basso impatto ambientale grazie alla realizzazione di prodotti il più possibile ecocompatibili. «Fino a oggi abbiamo investito le nostre risorse in ricerca – spiega il presidente di Uni.Ra. Igli Turini - e riteniamo di aver raggiunto un know how di buon livello. Con l’imminente passaggio a mio figlio della gestione dell’azienda, cercheremo di sviluppare questo aspetto in maniera ancor più incisiva». L’obiettivo è passare da un mercato principalmente regionale a una più estesa presenza in Italia, e allargarsi anche al di fuori dei confini nazionali. Il “Certificato di Eccellenza” è arrivato in seguito alla certificazione UNI EN ISO 9001 e all’implementazione dei sistemi di gestione ambientale in base alla norma UNI EN ISO 14001 e della sicurezza in base alla norma OHSAS 18001. La Registrazione EMAS poi, garantisce che il sito produttivo e l’organizzazione di Uni.Ra. seguono la logica del miglioramento continuo e compatibile dal punto di vista ambientale. Tra i prodotti più evoluti di Uni. Ra. c’è la Bio Green Line: «da quando nel 2002 l’abbiamo realizzata in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca – spiega Turini – ancora oggi Bio Green Line ci risulta essere l’unica linea di prodotti in commercio biodegradabile minimo al 98% nell’arco di 24 ore. Oltre ciò ha dei costi in linea con i prodotti tradizionali». Una piccola rivoluzione dal cuore tutto toscano insomma, realizzata da una piccola media industria che ha scelto di investire in qualità e di credere che un futuro migliore per il nostro ambiente sia possibile.

UNI.RA. Zona Industriale Nord Via Salaiola, 52 Cecina (LI) Tel. 0586.660442 www.unira.it 18 / IES / Ottobre 2018-Gennaio 2019


a cura di MGA Comunicazione

Nicola Fontanili Srl Un Made in Italy di marmo

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l percorso dell’azienda Nicola Fontanili srl all’interno del mercato lapideo parte da una storia di famiglia lunga oltre sessant’anni: «Ho avviato la mia impresa nel 2003 – ci racconta il titolare Nicola Fontanili – ma i primi passi li ho mossi nella storica azienda di famiglia dove mi sono innamorato del marmo e delle sue caratteristiche». Partendo da zero, la Nicola Fontanili srl, ad oggi, si compone di dodici addetti specializzati e possiede un capannone di proprietà oltre a due depositi per lo stoccaggio del materiale. «Ci occupiamo della lavorazione di marmo, graniti e pietre onici di alta gamma a 360° – prosegue il sig. Fontanili – dal commercio a blocchi e lastre fino al design dei prodotti finiti. L’85% del fatturato aziendale si basa sull’esportazione dei nostri prodotti all’estero dove i mercati di riferimento sono Medio Oriente, Estremo Oriente, Nord America e Europa dell’Est». Nicola Fontanili srl realizza tutte le lavorazioni finalizzate a rendere lucida e pronta la lastra di materia pri-

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ma, per poi offrire massima disponibilità e professionalità per soddisfare le richieste del committente. Nicola Fontanili srl acquista i marmi direttamente dalle cave, senza l’ausilio di intermediari, potendo puntare anche sulla commercializzazione di prodotti in esclusiva: «Siamo a diretto contatto con i produttori – ci spiega ancora il sig. Nicola – ciò ci consente di poter scegliere di persona i materiali della migliore qualità, per la maggior parte Made in Italy. Per esempio, il prodotto più famoso e richiesto dai clienti è il nostro marmo di Carrara al 100% carbonato di calcio: il più puro e prestigioso. Ma abbiamo anche altri best seller come il marmo Palissandro di Domodossola. Si tratta di un materiale bellissimo proveniente da una cava unica nel suo genere da cui si estraggono marmi di circa venti colori diversi. Abbiamo l’esclusiva in tutto il comprensorio della Versilia e di Massa Carrara e lo vendiamo tantissimo in tutto il mondo». Nicola Fontanili srl offre ai propri clienti perciò un’assistenza completa dove una parte importante è rappresentata

anche dalla consulenza tecnica e dalla realizzazione di progetti di design di homeware e illuminotecnica. Per questi ultimi servizi in particolare, l’azienda opera tramite l’associata Fontanili Marbles UK, con sede a Londra, dove collabora con molti studi internazionali di architettura e dà vita a prestigiosi progetti di interior design. «La mia volontà da imprenditore, in tutti questi anni di attività in proprio – conclude Nicola Fontanili – è sempre stata rivolta alla creazione di un brand forte e riconoscibile a prescindere dal prodotto. Il segreto è saper scegliere e acquistare bene le materie prime, per poi mettere in campo passione, risorse e competenze forti di un prodotto di assoluta qualità».

Nicola Fontanili Srl Viale D. Zaccagna, 44 Carrara (MS) Tel. 0585.51361 www.nicolafontanili.com Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 19


COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

Il CORAGGIO del NUOVO di MATTIA CIALINI, direttore “Arezzonotizie”

SI AFFIANCANO AI DISTRETTI TRADIZIONALI CON SEMPRE MAGGIORE GRINTA. SONO LE AZIENDE INNOVATIVE, STARTUP CHE CRESCONO E GUARDANO AL FUTURO. I DATI DELLA TOSCANA

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e i distretti tradizionali rappresentano il cuore pulsante dell’economia nazionale, ci sono realtà d’avanguardia, magari piccole, ma estremamente coraggiose. Sono quelle più marcatamente innovative, che alzano sempre un po’ la posta dell’imprenditoria che guarda al futuro. Sono loro a muovere i primi passi verso direzioni alternative, magari con difficoltà, ma chi sa ben incanalare le geniali intuizioni traccia il solco di nuove grandi strade. Questo universo variegato e in continua trasformazione è stato fotografato nel giugno 2018 da Cerved, agenzia specializzata in informazioni commerciali, nello studio “La mappa delle startup innovative”. “L'Italia ha ormai un numero consistente di startup innovative, nonostante lo scarso contributo dei mercati finanziari. Un ruolo di crescente importanza è rivestito dal corpora-

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te venture capital, con riflessi sulla geografia dell’innovazione – si legge nell’introduzione –. Nel 2012, con la costituzione di una sezione speciale del Registro delle Imprese per le startup innovative, l’Italia si è dotata di un sistema di incentivazione con lo scopo di favorire l’innovazione e la produttività nel nostro sistema produttivo. A sei anni di distanza, l’Italia può vantare un numero consistente di startup che producono innovazione, ma ancora con un basso impatto su crescita e produttività del Paese. Il contributo dei mercati finanziari è in crescita ma rimane marginale, mentre un ruolo di crescente importanza è assunto dal corporate venture capital, cioè dagli investimenti di imprese mature in startup innovative. Questo tipo di sviluppo ha riflessi sulla mappa delle startup innovative, che in qualche modo ricalca il modello dei distretti industriali”. Quante sono le startup innovative, compre-

se quelle non iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese? “Secondo i dati di Infocamere – spiega il rapporto Cerved – a giugno 2018 sono iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese 9.328 startup innovative”; tuttavia non tutte le aziende di fresca costituzione che fanno innovazione sono iscritte alla sezione. Cerved ne ha scoperte altre, attraverso una serie di analisi. “Si tratta di società anagraficamente giovani e che descrivono nel sito aziendale la propria attività in modo molto simile a come lo fanno startup iscritte alla sezione speciale. Queste imprese non richiedono di entrare nella sezione speciale perché non ne conoscono l’esistenza, perché non interessate ai vantaggi garantiti dallo status di startup innovativa o perché non rispettano tutti i requisiti richiesti per accedere alla sezione speciale”. Ma “è possibile scovare altre 4.847 imprese che producono innova-


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story zione. In totale, quindi le startup innovative (iscritte e non iscritte) sono oltre 14 mila, in crescita del 12 per cento rispetto alle 12 mila stimate due anni fa”. Ma come funziona l’Italia imprenditoriale giovane e che guarda al futuro? E quali sono le aree che hanno maggior cura dell’innovazione? “La mappa delle startup innovative – prosegue il report – conferma che il sistema italiano dell’innovazione poggia sulla capacità innovativa tradizionale del nostro Paese, costituita dai distretti industriali: segue la dorsale adriatica, mentre è più in ritardo il Mezzogiorno. Sistemi di open innovation tra imprese già consolidate con accesso ai mercati finali e startup più leggere ma con capacità di innovare sembra profilarsi come la via italiana all’innovazione”. La Toscana si trova a metà del guado, con una spiccata tendenza all’innovazione nella fascia centrale della regione, e in particolare lungo il corso dell’Arno, che è punteggiata di startup. A livello provinciale spicca la provincia di Pisa, che beneficia della presenza accademica e di una vocazione per l’imprenditoria di frontiera, con un tasso di innovazione di +0,4 (considerando lo “zero” come la media nazionale). Segue Firenze con +0,16 e Livorno con +0,06. Tassi negativi ma non distanti dalla media nazionale anche per Siena (-0,04) e Arezzo (-0,09). Più lontane Pistoia (-0,34), Prato (-0,37) e Lucca (-0,47). In fondo alla

“PER LE IMPRESE

INNOVATIVE, E GIOVANI, L’ACCESSO AL CREDITO È ANCORA PIÙ DIFFICILE

graduatoria regionale si collocano invece Grosseto (-0,58) e Massa Carrara (-0,73). In generale, però ‘impresa chiama innovazione’ e il 25 per cento delle startup italiane si concentra nelle grandi province che hanno una maggiore presenza di aziende: Milano conta 2.311 startup innovative, Roma 1.470, Torino 521, Napoli 507 e Bologna 415. Come detto, però, il grado di innovazione dei territori si può calcolare con l’incidenza dell’innovatività dell’imprenditoria: Trento può essere così considerata la Silicon Valley italiana con un tasso di +1,72; seguono in classifica Trieste con +1,47, Ascoli con +1,46, Pordenone con +1,35 e Rovigo con +1,07. Il rapporto individua anche i cluster di innovazione in base all’attività che le startup descrivono nei loro siti. Sono otto le categorie di innovazione trovate: big data e internet app, biotecnologie, ecosostenibilità, ingegne-

“IL SISTEMA ITALIANO DELL’INNOVAZIONE POGGIA SULLA CAPACITÀ INNOVATIVA TRADIZIONALE, QUELLA DEI DISTRETTI INDUSTRIALI ”

ria, mobile e smartphone, modellazione 3D, ricerca e sviluppo, software e internet delle cose. Per quanto riguarda big data e internet app soltanto la provincia di Pisa supera la media italiana con un indice di +0,11. Mediamente la Toscana non brilla. Passando alle biotecnologie, però, il quadro muta radicalmente e la Toscana svetta in Italia grazie all’apporto di Siena (+1,21, nona provincia d’Italia), ma anche di Firenze (+0,77), Arezzo (+0,53) e Pisa (+0,48). Exploit aretino nel campo dell’ecosostenibilità (+1,32, Arezzo è la nona provincia d’Italia nel cluster), bene anche Siena (+0,68). Per l’innovazione in ingegneria brillano Livorno (+2,1, settima provincia d’Italia) e Grosseto (+1,78). Nel campo di mobile e smartphone spicca Firenze (+0,7). Per quanto concerne Modellazione 3D in Toscana ci sono da segnalare le performance di Arezzo (+0,64) e Siena (+0,58). Il cluster ricerca e sviluppo vede invece la netta affermazione di Pisa con un indice di +3,28, che pone la provincia con la città della Torre Pendente addirittura al secondo gradino nazionale dopo Trieste (+4,49). Per finire, l’Iot in Toscana vede ancora il primato di Pisa con un indice di +0,79.

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Cover Servizi alle Imprese

GAMMA INFORMAtICA

e3 e L’importanza dei soFtWare dipartimentaLi

linee di produzione, garantiscono la tracciabilità e la rilevazione dei vari colli/pezzi prodotti. •

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ES torna a parlare con l’impresa toscana Gamma Informatica per continuare il viaggio esplorativo alla scoperta dei suoi software aziendali di nuova generazione. Questa volta parliamo di “S3MES”, software rivolto ad aziende di ogni settore merceologico che hanno necessità di produrre sia su commessa che in serie. «All’interno di ogni azienda sono presenti aree dipartimentali nevralgiche i cui processi non sono gestiti da un software specifico – ci spiegano i titolari di Gamma Informatica – I dati di fabbrica, il monitoraggio delle attività, l’iter produttivo e il controllo della qualità sono comparti strategici dove l’utilizzo di software dedicati consente di implementare e controllare la forza lavoro automatizzando processi finora impossibili da delegare». Tre sono le parole chiave che caratterizzano S3MES: leggerezza, in quanto è totalmente utilizzabile dalla propria piattaforma online senza la necessità di un’installazione locale; efficienza, poiché fornisce dati in real time su ogni processo; flessibilità, perché E3 è integrabile con ogni impianto esistente tramite infrastruttura PLC. Sono molteplici le opzioni gestionali

22 / IES / Ottobre 2018-Gennaio 2019

offerte da S3MES: •

Pianificazione dei processi: l’applicativo gestisce le classiche informazioni dell’iter produttivo come reparti, centri di lavoro, macchine, operatori e strumenti. Inoltre, il sistema consente l’acquisizione diretta di ordini sia che provengano da foglio xls che da un ERP con cui si integra, permettendo anche una gestione autonoma dei dati.

Gestione delle informazioni: questo processo prevede l’elaborazione e l’incrocio di più elementi collegati fra loro come i materiali, le risorse e le fasi di lavoro. Tramite l’acquisizione delle informazioni è possibile identificare le diverse attività produttive e improduttive in modo rapido e sicuro per un’analisi istantanea e veritiera.

Tracciabilità: E3 consente di tracciare le informazioni di produzione e la relativa logistica. I dati, tramite le unità di acquisizione (totem, palmari o plc) vengono inviate alla procedura per la stampa di etichette. Sistemi di etichettatura automatica, integrabili con le

Key Performance Indicator: si tratta dello strumento di visualizzazione e monitoraggio della fabbrica. Rileva in tempo reale le performance dei reparti, l’efficienza degli impianti e della manodopera indicando le situazioni critiche e inviando automaticamente le notifiche ai relativi destinatari via email o notifiche push su smartphone Ios o Android. Acquisizione industriale dei dati: S3MES può interagire direttamente con le linee di produzione grazie ad un modulo di comunicazione dedicato. Il sistema può acquisire dati sia da plc che da semplici contatti (ad esempio fotocellule). I dati a bordo macchina possono essere gestiti anche in assenza di collegamento con il sistema centrale per essere poi sincronizzati successivamente.

S3MES, infine, è fruibile anche in formato mobile tramite l’app dedicata.

Gamma Informatica Via Sottomonte, 41/A 55060 Guamo Capannori (LU) Tel. 0583.947087 info@gammainformatica.it www.gammainformatica.it


a cura di MGA Comunicazione

lIvE INStItUtE

business engLish per Le aziende e non soLo

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ondato nel 1987 a Firenze, Live Institute è un autorevole punto di riferimento per l’insegnamento delle lingue sia a livello locale che nazionale. Questo istituto si rivolge in primis alle aziende, ma anche a privati e bambini oltre ad organizzare percorsi formativi per enti pubblici, cooperative, associazioni di settore, del commercio e dell’artigianato grazie a requisiti come l’accreditamento regionale e la

certificazione ISO ottenuta già nel 2004. «Siamo specializzati in corsi mirati per le aziende – ci spiega Antonella Terri, fondatrice e direttrice del Live Institute – che personalizziamo al massimo a seconda dell’esigenza e del settore di riferimento. I campi operativi sono svariati: l’alta moda, il settore metalmeccanico, farmaceutico, militare e molto altro ancora. La scelta dei corsi perciò è ampia e variegata, consolidata in oltre trent’anni d’insegnamento ad alto livello con docenti madrelingua accuratamente selezionati». Live Institute ha alimentato la propria attività instaurando rapporti duraturi con le più grandi e prestigiose realtà industriali del territorio fiorentino e nazionale. Forte di uno staff altamente qualificato, l’istituto riesce a differenziare l’offerta dei propri corsi, sia singoli che di gruppo, garantendo professionalità e qualità dei docenti. Oltre all’inglese e le altre lingue

europee, i corsi sono disponibili anche per le lingue cinese, russo, portoghese, arabo e italiano per stranieri. La scuola offre anche un servizio di traduzione e interpretariato in ambito aziendale. Live utilizza metodologie rodate caratterizzate dall’alto profilo professionale del docente e da tecniche d’insegnamento innovative. Tutto ciò supportato da strumenti audio-visivi e software didattici fruibili tramite la piattaforma web multimediale interattiva consultabile su newsite.liveinstitute. it, rivolta sia agli studenti che agli insegnanti.

forniti Ci occupiamo di progettazione edile e impiantistica, di consulenza in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro e prevenzione incendi. Per i clienti che necessitano di un’assistenza completa, forniamo un servizio chiavi in mano provvedendo direttamente sia alla parte progettuale sia alla realizzazione finale, grazie a nostri fidati fornitori. Interstudi diventa così l’unico interlocutore per il cliente, che ha il vantaggio di non doversi interfacciare con più soggetti, oltre a beneficiare di tempi di realizzazione e costi certi. Forniamo consulenze anche nel campo del risparmio energetico.

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l nostro valore: mantenere gli impegni assunti per rispondere alle esigenze dei clienti. Da oltre 30 anni Interstudi offre una gamma completa di servizi di ingegneria in tutto il territorio toscano e nazionale: dalla progettazione edile, impiantistica e industriale alla consulenza su sicurezza in azienda e risparmio energetico. Come e quando nasce lo studio? Interstudi nasce nel 1985 grazie a Luca Lelli, Vito Cecchi e Giancarlo Canavese, come evoluzione di un’associazione professionale, per fornire valore aggiunto ai clienti grazie all’integrazione di professionalità diverse: un servizio completo che soddisfi qualsiasi esigenza nell’ambito dell’ingegneria. Lo studio si è poi allargato con l’ingresso di nuovi soci più giovani per affrontare, con rinnovate motivazioni, le nuove sfide del mercato. Approfondiamo la gamma dei servizi

Qual è la vostra filosofia di lavoro? Siamo sul mercato da tanti anni. Mantenere gli impegni assunti con i clienti è un valore

E i punti di forza? Siamo un team molto affiatato di 12 persone, ognuno di noi punta su formazione continua e propensione al miglioramento: essere aperti e avere la giusta predisposizione per mettersi in gioco è fondamentale per affrontare nuove sfide e instaurare un dialogo con il cliente.

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Cover Servizi alle Imprese nica per l’automotive e l’aerospace, la meccatronica, la costruzione di macchinari e impianti ed infine la filiera della produzione del cavo elettrico. Per questi settori disponiamo di soluzioni software già collaudate e verticalizzate e, soprattutto, di personale di altissima competenza consulenziale. Inoltre il nostro organico di oltre 50 specialisti ci permette di seguire al meglio tutte le fasi di un progetto, anche ambizioso e complesso, nonché la successiva assistenza.

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T

ime è una software house che dal 1983 produce e installa sistemi ERP per l’azienda manifatturiera italiana. Grazie alla specializzazione in alcuni comparti industriali e a un approccio progettuale, Time S.r.l. è punto di riferimento per le PMI di tutta Italia che si accingono a fare il salto di qualità sull’ERP e che vogliono mantenere un equilibrio tra l’obiettivo di strutturazione organizzativa e l’esigenza di restare flessibili.

lo più strutturato. Questo passaggio rischia però di far perdere flessibilità all’azienda: la principale causa di fallimento dei progetti ERP nelle PMI è lo scollamento tra le “best practices” teoriche e la realtà dinamica e reattiva tipica dell’azienda italiana. Per questo è fondamentale avere un approccio di tipo progettuale: noi non vendiamo un software, ma condividiamo con il cliente gli obiettivi da raggiungere mediante un progetto. Partendo da un’analisi As-Is/To-Be, concordiamo un percorso di interventi evolutivi, graduali e sostenibili, mai teorici, ma sempre ben ancorati alle reali esigenze pratiche della vita aziendale. I vostri concorrenti sono colossi multinazionali, come fate ad essere competitivi? La nostra peculiarità è l’alta specializzazione concentrata in alcuni comparti industriali: le lavorazioni meccaniche e la subfornitura mecca-

Parliamo di Industria 4.0 e innovazione La nostra competenza in ambito industriale trova naturale applicazione anche in numerosi progetti di Industria 4.0, progetti tra l’altro pienamente compatibili con gli incentivi fiscali legati a innovazione, formazione e R&S. Per questo esistono tutti i presupposti per facilitare l’avvio di progetti ERP anche in realtà non ancora strutturate e quindi potenzialmente ancor più motivate. Per quanto riguarda l’innovazione, il nostro know-how è ulteriormente sviluppato e migliorato grazie alla partecipazione di Time al centro di competenza ARTES (Advanced Robotics & Enabling Digital Technologies), realizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dal MISE.

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Quali sono le difficoltà che una PMI incontra nell’affrontare un progetto ERP? Quando una PMI decide di passare da ditta artigiana a impresa industriale, si trova ad affrontare un percorso complesso per configurare nuovi processi ed evolvere ad un modello di pianificazione e controlFiliera del cavo elettrico

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Meccatronica Macchinari impianti

Lavorazioni Meccaniche Subfornitura Aerospace Automotive


a cura di MGA Comunicazione

pIN - Polo Universitario “Città di Prato” aLta Formazione e ricerca a braccetto con La moda

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l Pin di Prato è un Polo universitario gestito da un consorzio misto, pubblico e privato, in cui sono presenti l’Università di Firenze, il Comune e la Camera di Commercio di Prato, la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, le associazioni di categoria e diverse aziende del territorio. «Il Pin nasce nel 1992 – ci racconta Enrico Banchelli, il Direttore del Polo – e, nel corso della nostra attività, abbiamo reso preponderante la doppia missione di fornire supporto a ricerca e alta formazione per le imprese del territorio. Negli ultimi quindici/vent’anni, oltre alla gestione dei corsi di laurea e dei master, ci siamo impegnati nello sviluppo di progetti finalizzati a supportare le imprese. Ci dedichiamo a quella che è definita come la terza missione delle università: il trasferimento tecnologico in ottica industria 4.0. In questo ambito, proponiamo alle aziende soluzioni innovative per i loro vari comparti: i prodotti/servizi, i cicli produttivi, l’organizzazione, l’informatica, il webmaketing e così via». Per quanto riguarda l’alta formazione, il connubio del Pin con la filiera di aziende del territorio pratese e zone attigue, si esplicita soprattutto nei settori legati alla moda: tessile, pelletteria, calzaturiero e abbigliamento. «La nostra offerta formativa propone percorsi specifici legati al mondo delle imprese – prosegue Enrico Banchelli – e li pensiamo mirati alle necessità lavorative del territorio: tessile/abbigliamento in primis. Le aree tematiche dei nostri corsi sono molteplici e orientate alle reali tendenze del mercato: digital marketing, Information & Communication Technology, Supply Chain, marketing e comunicazione, internazionalizzazione oltre ad agroalimentare, qualità e ambiente». Nel 2017, presso il polo di Prato sono stati tenuti 33 corsi per un totale di oltre 400 persone formate di cui 50 sulle nuove professionalità del tessile-moda. Se si considera l’atavica richiesta di personale specializzato, specialmente con l’evoluzione della dimensione tecnologica dei comparti produttivi della moda, il ruolo del Pin

nel creare competenze risulta sempre più cruciale per le aziende. Anche i progetti di ricerca del Pin sono in costante crescita: ben 95 quelli attivati nel 2017 per un valore totale di circa 6,6 milioni di euro, finanziati da bandi europei portati avanti tramite partnership con altri centri di ricerca e imprese private. Tra i progetti condotti a termine si annoverano quelli per lo sviluppo di innovative soluzioni tecnologiche in ambito di macchinari tessili, l’ideazione di tecniche informatiche per la tracciabilità dei semilavorati nelle filiere produttive e la messa a punto di nuovi materiali sostenibili per la produzione di accessori di metallo per i prodotti del Lusso. «L’identikit dell’azienda che si rivolge al PIN – conclude Enrico Banchelli – può essere quello di un’impresa interessata alla formazione dei propri dipendenti e dirigenti, o alla ricerca di nuove figure professionali. Oppure, quello di un’azienda interessata a trovare soluzioni e idee per il proprio sviluppo. In entrambi i casi, i nostri uffici forniranno assistenza per individuare gli interlocutori tecnici e formulare proposte progettuali anche

attraverso l’individuazione di bandi e altri strumenti di finanziamento. ».

pIN Piazza G. Ciardi 25, Prato Tel. 0574.602500 info@pin.unifi.it www.pin.unifi.it Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 25

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COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

DISTRETTI TOSCANI PRONTI alla SFIDA di MATTIA CIALINI, direttore “Arezzonotizie”

LE SFIDE PER I DISTRETTI TOSCANI SONO MOLTEPLICI E PASSANO ATTRAVERSO UN CAMBIAMENTO DEL MODO DI OPERARE IN AZIENDA E DELLA VISIONE DEL FARE IMPRESA, CHE DEVE SAPER CONIUGARE TRADIZIONE E INNOVAZIONE

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ono gli agglomerati produttivi del paese che pompano linfa vitale nei territori. Ma un’esatta definizione dei distretti industriali la dà l’Istat secondo cui rappresentano “entità socio-territoriale costituite da una comunità di imprese e di persone unite, oltre che da relazioni territoriali, anche dai legami socio-economici che tale compresenza genera. Queste imprese appartengono prevalentemente ad uno stesso settore di attività economica, che ne definisce l’industria principale, e sono caratterizzate da piccole e medie dimensioni”. Sono specifici sistemi locali del lavoro (Sll) con un’elevata concentrazione territoriale di piccole e medie imprese e da un’elevata specializzazione. Ad inizio estate è stato pubblicato un report di Intesa Sanpaolo e Irpet sulle “Evoluzioni del modello distrettuale toscano” che analizza situazione e Ottobre 2018-Gennaio 2018-Gennaio 2019 2019 26 / IES / Ottobre

prospettive dei 18 distretti regionali. Un approfondimento che mette in rilievo le potenzialità delle aree produttive distrettuali rispetto a quelle non distrettuali. Prima di addentrarsi nel dettaglio del report, è utile dare un’occhiata alla situazione economica complessiva della Toscana alla fine dell’anno 2017. “Con il 2017 – spiega il rapporto “La situazione economica e il mercato del lavoro in Toscana 2017” curato dall’Irpet – si allunga la sequenza di trimestri caratterizzati per la Toscana da una variazione positiva del Pil. Da un lato, anche per la regione si conferma la presenza di un ciclo espansivo che è andato progressivamente consolidandosi in questi anni, dall’altro, il dato regionale si è nel tempo appiattito su quello medio del paese denunciando così anche per la regione una eccessiva lentezza del percorso di recupero intrapreso.

Nel 2017 il rafforzamento consistente degli scambi internazionali ha determinato una crescita consistente delle vendite all’estero della nostra regione ma, accanto a queste, è cresciuto anche l’acquisto di prodotti e servizi da fuori dei confini regionali con il risultato che la tradizionale spinta positiva proveniente dalla domanda esterna netta quest’anno è venuta meno. A fare da motore della crescita è stato il settore interno dell’economia regionale, che conferma quindi un ritrovato ruolo già osservato nel 2016. Sicuramente i consumi delle famiglie, sostenuti in parte da una ripresa del potere d’acquisto e in parte da un marginale incremento della propensione a consumare delle famiglie toscane, hanno determinato la spinta più consistente ma l’elemento di novità più incoraggiante, al di là dell’entità del contributo, riguarda il ritorno degli investimenti regionali su tassi di cresci-


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story ta chiaramente positivi. Si tratta di un segnale incoraggiante che però, visto quanto accaduto nel recente passato, non è sufficiente da solo a rafforzare un sistema che evidentemente esce da quest’ultimo decennio ridimensionato”. Un ruolo fondamentale nella crescita viene giocato dai singoli settori. “Il 2017 si conferma un anno positivo – prosegue il rapporto – non solo grazie al dato complessivo ma anche per effetto di una diffusione di tale risultato tra le varie componenti in cui si può articolare il tessuto produttivo regionale. Non mancano le differenziazioni tra settori che in alcuni casi hanno fatto segnare incrementi assai positivi mentre in altri si collocano in un terreno di stazionarietà o leggera flessione rispetto all’anno precedente. (…) Quello che emerge è un quadro articolato di risultati che però complessivamente segnalano il 2017 come anno di rottura rispetto alle dinamiche del decennio precedente. Crescono tutti i settori in termini nominali, ad indicare che quantomeno in termini di incassi complessivi è diffusa la situazione di miglioramento rispetto al 2016, ed è ampiamente diffuso il risultato positi-

“ CON IL CRESCERE

DELLE DIMENSIONI AZIENDALI, SI RAFFORZANO I DISTRETTI

vo anche in termini di volumi prodotti. A fare eccezione in quest’ultimo caso sono alcune produzioni tipiche della regione che però sono controbilanciate da una dinamica assai positiva della chimica e, anche se in misura meno marcata, della meccanica”. L’analisi di Intesa Sanpaolo prende in considerazione 18.000 aziende, appartenenti a 153 distretti industriali di tutta Italia e le mette a confronto a confronto con 54.000 imprese non distrettuali. Per quanto riguarda il territorio, il report si concentra sui18 distretti e le oltre 2.800 imprese di riferimento che sono localizzate in Toscana. Prende in esame i dati di bilancio delle aziende dal 2008 al 2016 e poi i brevetti, i marchi, le certificazioni, gli

“ GLI SCAMBI

INTERNAZIONALI SONO UN ELEMENTO FONDAMENTALE PER LE IMPRESE TOSCANE

investimenti esteri. Vengono inoltre tenuti in considerazione i dati export Istat. I 18 distretti toscani sono così suddivisi: tre sono agro-alimentari, ovvero Vini dei colli fiorentini e senesi, Olio toscano, Florovivaistico di Pistoia; nove sono del Sistema Moda: Abbigliamento di Empoli, Calzature di Lamporecchio, Calzature di Lucca, Concia e calzature di Santa Croce sull'Arno, Oreficeria di Arezzo, Pelletteria e calzature di Arezzo, Pelletteria e calzature di Firenze, Tessile e abbigliamento di Arezzo, Tessile e abbigliamento di Prato; due del Sistema Casa: Ceramica di Sesto Fiorentino e Mobile imbottito di Quarrata; altri due dei Trasporti: Camperistica della Val d’Elsa e Nautica di Viareggio. Ce ne sono poi due di altri comparti: il Cartario di Capannori e quello del Marmo di Carrara. E infine c’è un Polo farmaceutico, il Polo farmaceutico toscano. Una prima analisi del rapporto mette in mostra l’evoluzione del fatturato tra il 2008 e il 2016. I distretti toscani hanno fatto segnare una crescita del 18,4 per cento superiore rispetto

Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 27


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story alle imprese di aree non distrettuali. Anche la produttività del lavoro, ovvero il valore aggiunto, è maggiore. Tra il 2008 e il 2016 le aree distrettuali regionali hanno fatto segnare una crescita del 4,3 per cento, quelle italiane mediamente del 3,6 per cento e le aree non distrettuali soltanto dello 0,2 per cento. In Toscana negli ultimi 10 anni è sceso il numero delle imprese distrettuali (-10 per cento) ma sono salite le dimensioni medie delle aziende che ne fanno parte, in otto anni le grandi imprese distrettuali hanno aumentato il loro fatturato del 32 per cento, le piccole del 4,6 per cento. Inoltre, malgrado le uscite, è salita la distanza tra i migliori e i peggiori (valutando il margine Ebitda). Oltre ai leader storici, spiega il rapporto, si sta affermando un gruppo di imprese, che rappresentano campioni di crescita e redditività: sono 1.632 imprese (il 9 per cento del totale), che, tra le altre performance positive (patrimonio, assunzioni, redditività), hanno fatto registrare una crescita del fatturato tra il 2012 e il 2016 maggiore del 15 per cento. Di queste 214 si trovano in Toscana. Nella regione si sono poi messe in evidenza anche le imprese amministrate da giovani, con un’incidenza maggiore rispetto alle media italiana (la quota di imprese giovani in Toscana è del 10 per cento, in Italia la media è del 9 per cento). Il report affronta poi un caso di studio, quello della cosmetica, mettendo in fila le prime province

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italiane per indice di specializzazione nel 2016. Al vertice troviamo Lodi, Firenze è settima in Italia con il 2,2 per cento. “L’indice di specializzazione della provincia di Firenze nella cosmesi è aumentato di circa un punto tra il 2001 e il 2016”, spiega lo studio. “Ci sono circa 5.000 addetti nella filiera della cosmetica in Toscana. Di questi oltre il 40 per cento trova impiego a Firenze, percentuale che sale al 70 per cento se si considera la sola produzione. L’export toscano della cosmetica, pari a oltre 220 milioni nel 2017, rappresenta circa il 4 per cento del dato nazionale. A Firenze nel 2017 il comparto ha generato un avanzo commerciale di oltre 130 milioni”. Per quanto riguarda l’export, nel 2017 i distretti toscani sono cresciuti del 7,7 per cento sui mercati esteri, meglio rispetto alla media italiana. Tredici distretti toscani su 18 hanno superato i livelli pre-crisi sui mercati esteri (bene, in particolare, Pelletteria e calzature di Arezzo e Firenze), anche se nel tempo i nuovi mercati sono diventati sempre più lontani, passando da una media di 3.500 km di distanza a oltre 3.800, ed è cresciuto il peso dei paesi emergenti: oltre 5 miliardi di euro delle esportazioni distrettuali toscane sono rivolti verso nuovi mercati, con un incremento del 41 per cento rispetto al 2008 (+2,5 miliardi). Uno sguardo alle ultime evoluzioni dice che nel primo trimestre 2018 le esportazioni distrettuali toscane sono

cresciute di oltre 75 milioni (+2 per cento) e si sono attestate a circa 3,8 miliardi pari al 14 per cento dell’export distrettuale italiano. Da segnalare inoltre che il Polo Farmaceutico toscano ha realizzato esportazioni per 1,8 miliardi in crescita di oltre 720 milioni (+67,4 per cento) rispetto all’anno precedente. E nel primo trimestre 2018 si conferma la tendenza (+63 per cento). In conclusione, spiega il report, le sfide per i distretti toscani sono molteplici. “Più fattori sono premianti: distretti riscoperti come luogo di produzione e fonte di esternalità positive, presenza di grandi imprese che trainano la filiera, posizionamento strategico evoluto anche tra imprese di dimensione minore. Il tessuto produttivo italiano e distrettuale ha però davanti a sé una nuova sfida: la trasformazione verso un modello di impresa 4.0, che non vuol dire soltanto acquisti di macchinari/software e formazione, ma anche un diverso modo di operare in azienda. La prossimità geografica, propria dei distretti, può essere uno strumento per imparare prima che altrove come si diventa concretamente 4.0, con un processo di imitazione delle imprese del territorio e di evoluzione delle soluzioni già presenti sul mercato”.

“LA CRESCITA

RIPARTE, MA ANCORA NON BASTA


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l filo conduttore della buona riuscita di un’impresa, risiede in una corretta gestione dell’organigramma aziendale tramite figure che ricoprono ruoli di responsabilità come quelli legati agli impatti ambientali, alla sicurezza nei luoghi di lavoro, alla privacy e a tutte le normative obbligatorie. La definizione dei ruoli apicali impiegati è molto complessa, così come l’individuazione dei compiti e delle relative deleghe formali e l’attribuzione delle corrette responsabilità. Una carenza organizzativa influenza profondamente le performance aziendali. È indispensabile fare leva sull’adempimento alle normative obbligatorie e non solo (come ad es. certificazioni di sistema e di prodotto), operando sul clima aziendale al fine di una riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Inoltre, è impossibile fare impresa senza fare i conti con gli adempimenti a forte impatto ambientale (come Imballaggi (CONAI), RAEE, SISTRI, Acque di scarico, Emissioni in atmosfera, GasFlorurati). Severo ma vero il binomio “Ambiente = Penale”. Ed è qui che interviene Servizi srl, società con sede ad Arezzo che presta consulenze alle imprese in merito alle tematiche Agro-Alimentare, Ambiente, Certificazioni, Formazione, Privacy e Sicurezza nei luoghi di lavoro. Servizi srl opera “creando” un rapporto fiduciario con l’imprenditore: «Ci piace definirci dei facilitatori per l’imprenditore – ci dicono dall’azienda – Abbiamo un approccio positivo, stimolando attivamente il confronto. Negli stessi corsi di formazione e momenti formativi, i lavoratori non sono mai soggetti passivi. Ci piace lavorare a stretto contatto con questi ultimi, attirando curiosità e attenzione sui comportamenti virtuosi da tenere, tesi al miglioramento della qualità di tutta la vita aziendale». Servizi srl porta innovazione in settori apparentemente statici nei quali è vi29 / IES / Maggio 2017

tale, invece, essere dinamici ed adempienti se si fa impresa. La società aretina è un solido punto di riferimento per molte realtà del territorio toscano grazie ad un team competente e affiatato che abbina le consulenze tecniche alla valutazione strutturale e socio-culturale dell’azienda, con l’obiettivo di costruire percorsi mirati al fine di essere valore

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COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

La CRESCITA VUOLE il DISTRETTO di PAOLO VANNINI, giornalista freelance

LA SFIDA CHE LE IMPRESE SI TROVANO AD AFFRONTARE SI CHIAMA INNOVAZIONE, INTERNAZIONALIZZAZIONE, RISTRUTTURAZIONE. UNA SFIDA CHE PUÒ ESSERE VINTA SOLO SE SI FA SISTEMA. INTERVISTA A LORENZO ZANNI, PROFESSORE ORDINARIO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE PRESSO LA FACOLTÀ DI ECONOMIA DELL'UNIVERSITÀ DI SIENA

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orenzo Zanni, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese presso la Facoltà di Economia dell'Università di Siena, è sicuramente un esperto della realtà dei distretti industriali nel nostro Paese e più in particolare della Toscana. Autore di diverse pubblicazioni, Zanni ha fra i suoi principali interessi il mondo delle piccole e medie imprese, il tema dell'innovazione, il marketing internazionale, la gestione e il marketing dei prodotti Made in Italy. Con lui abbiamo cercato di guardare alle diverse facce di una realtà composita come quella dei distretti industriali: il quadro che ne emerge è in “chiaroscuro”, come lo stesso docente universitario afferma in un passaggio di questa 30 / IES / Ottobre Ottobre 2018-Gennaio 2018-Gennaio 2019 2019

intervista. Professor Zanni, possiamo partire dalla crisi e dagli effetti che ha lasciato nella situazione generale dei distretti industriali. Che sintesi ne trarrebbe? "La crisi ha colpito tutti ma non ha intaccato il modello di business, per esempio la pelletteria 'griffata'. Il modello italiano sta cambiando, soprattutto grazie all'estero. La crisi ha battuto forte, si sono perse per strada le aziende più deboli, però gli elementi specifici rimangono: la presenza e la forza delle piccole e medie imprese e il peso crescente dell'export". L'export è un elemento sempre più importante nel panorama delle aziende italiane. Immagino anche un elemento diverso rispetto al passato. E' così?

"Senz'altro. Oggi l'export è molto diverso da quello del passato. Sono cambiate molte cose: dove eravamo forti importatori adesso siamo forti esportatori. E poi ci sono alcune settori come il 'food' che hanno registrato un importante incremento e sono diventati trainanti". Insomma, è cambiato il ruolo delle aziende italiane nei confronti dei mercati esteri. E dentro i distretti industriali che cosa è accaduto? "Innanzitutto va detto che non tutti i settori hanno reagito allo stesso modo. Nel 'cluster' del lifestyle, per esempio, il numero di aziende è cresciuto così come la capacità produttiva e la capacità di ricerca. Un esempio? Menarini, un'azienda di grandi proporzioni, un marchio ormai riconosciuto, che non è più solo un fa-


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story mily business. Ancora un'altra azienda farmaceutica, la GSK, storicamente presente a Siena rafforzatasi con l'acquisizione delle realtà senese di Novartis: un modo evidente di riconoscere le capacità produttive e di ricerca di un territorio". E in settori più tradizionali che situazione abbiamo? "Prendiamo la moda: questa non ha fatto altrettanto bene. Il dubbio è che si potessero coordinare meglio i rapporti fra Regione, Università e imprese ma il vero punto critico è che le aziende stanno pagando il processo di innovazione delle macchine. A queste macchine servono nuovi cervelli, nuove intelligenze e competenze". Preparazione e competenza sembrano essere le strade che lei indica "Non riusciamo a reggere la concorrenza con competitor a basso costo. Ancora sulla moda: un tempo, per la fascia medio bassa, si pensava che bastasse mandare il figlio del titolare di un'azienda con la valigetta in Cina. Ma non è così, non è più così da tempo. Senza preparazione adeguata non si possono vincere le

“L’IMPRESA, PER

CRESCERE, HA BISOGNO DI RISORSE UMANE SEMPRE PIÙ COMPETENTI E SPECIALIZZATE

sfide di oggi e del futuro, le imprese non possono fare miracoli". Se le cose stanno così, dunque, anche il rapporto con l'Università riveste un ruolo centrale "I rapporti con le Università sono complessivamente cresciuti. Quando alle imprese si chiede un certo livello di qualità, le risposte sono buone. Su alcuni settori anche la 'policy' regionale non ha fallito, anzi. Un esempio sono gli 'incubatori' come il biotech a Siena, ricavati da alcuni vecchi edifici di aziende fallite che stavano andando all'asta a prezzo di costo e che sono stati recuperati anche con il contributo regionale". Serve un approccio complessivo diverso? "Il modello di azienda familiare fa fatica di per sé ed ha un grande problema di carattere strutturale: il livello di tassazione risulta sempre troppo alto ed è avvertito dalle imprese come insostenibile. E se il costo del lavoro è troppo alto e non c'è la sufficiente flessibilità, gli imprenditori guardano altrove. D'altronde questa gente è in trincea, con l'elmetto e il coltello fra i denti. Ciò detto, serve un salto culturale e dimensionale complessivo". Se non capisco male lei dice che gli imprenditori hanno molte ragioni nel lamentare il peso di una situazione complessiva che non li aiuta ma da loro si dovrebbe attendere una visione imprenditoriale più moderna e al passo con i tempi… "Le faccio un esempio: Monna Lisa svi-

Lorenzo Zanni

luppa oltre il 50 per cento del suo fatturato non più in Italia bensì attraverso una rete meccanizzata all'estero di magazzini e negozi. Gli imprenditori seri hanno accettato la sfida internazionale non eliminando la componente familiare ma affiancandola con gli elementi necessari come un management all'altezza". Insomma si tratta di vincere nuove sfide. Quali esattamente? "La sfida si chiama innovazione, internazionalizzazione, ristrutturazione. Servono partner fuori dall'azienda. In quanti lo hanno fatto? Gucci, Ferragamo, Prada, Tod's sono grandi nomi, leader internazionali ma l'idea di contrapporre il grande con il piccolo non ha senso. I distretti moderni vedono la compresenza di imprese anche molto diverse fra loro". Quindi si può ancora parlare di imprese di distretto? "L'impresa distrettuale? Ragioniamone. Se non si fa sistema non si va avanti. E vale per tutti. Ho visto personalmente funzionare il 'Life Science' toscano, che è il terzo o quarto cluster nazionale nel settore scientifico" Ma in settori più tradizionali, che fanno i grandi numeri, che situazione abbiamo? "La moda non ha certo perso Prato. Ovviamente il quadro è cambiato profondamente: in 10/15 anni il 50 per cento delle imprese artigiane pratesi sono di proprietà cinese. Si temeva che la fascia bassa si sarebbe indirizzata verso la Cina, in realtà alla fine abbiamo importato imprenditoria cinese”. Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 31


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

“SERVONO NUOVI

MODELLI DI IMPRESA PER UNA COMPETITIVITÀ REALE

E' lecito dunque interrogarsi su questo fenomeno, sugli effetti che ha avuto e su quelli che potrà avere in futuro "Se c'è un processo di regolarizzazione va bene: se pagano le tasse, mandano i figli a scuola e così via perché no. Certo, non tutto quello che è arrivato è positivo. Direi che soprattutto è mancata la politica, la gestione di un fenomeno complesso, che doveva essere affrontato diversamente. Poi, certo, non si possono negare alcuni risultati. Patrizia Pepe, per esempio, non esisterebbe senza questa realtà". E in altre realtà distrettuali e in altri settori manufatturieri che situazione vede? "Dipende. Nel distretto orafo aretino la più grande azienda del mondo, Unoerre, non ha retto la competizione. Italpreziosi Chimat è ancora un'eccellenza nel suo settore. Il brand di gioielli Rebecca per esempio non è più legato a un distretto e ad un'esperienza manifatturiera. Le aziende vinicole sono quasi tutte cresciute, penso a Banfi o San Felice. In Toscana si devono segnalare settori come la nautica, che ha anche potuto contare sul travaso di competenze dal settore del mobile, il cartario, mi viene in mente il 32 // IES IES // Ottobre Ottobre 2018-Gennaio 2018-Gennaio 2019 2019 32

marchio Regina nel settore dela carta, il ferrotranviario, con l'acquisizione di Ansaldo Breda da parte del colosso giapponese Hitachi”. I grandi marchi non sono l'unica realtà "Diciamo che numeri di proporzioni mondiali sono quelli dei vari Gucci, Ferragamo ed altre grandi griffe, che oggi sono a loro volta cambiati, mettendo il marchio su tanti prodotti che non facevano parte della loro tradizione. Ma dietro di loro c'è un mondo che produce e che in diversi casi funziona. Magari può capitare che le eccellenze sotto il profilo della qualità dei prodotti non abbiano avuto i risultati sperati nella

commercializzazione”. Tirando le somme, avremmo potuto e potremmo fare di più e meglio? "L'analisi è in chiaroscuro. Dovessi fare altri esempi direi che nel florovivaismo pistoiese avremmo potuto avere ancora più risultati, penso in particolare alle grandi progettazioni, nel settore dell'arredo urbano, dei grandi campi da golf, progetti che dovrebbero essere nel Dna di quelle imprese. Sarebbe servito, in generale, fare di più per esempio anche nel rapporto con il mondo dell'Università". Professore quali responsabilità specifiche individuerebbe? "Prendiamocele tutti. Diciamo che potevamo fare di meglio. Ciò detto, bisogna riconoscere che gli imprenditori a volte sono degli eroi: con tutte le difficoltà che devono affrontare navigano sempre in mare aperto. Sarebbero servite più risorse per i giovani. Noi continuiamo a mandarli all'estero. Senza salto di qualità la richiesta del mercato sarà sempre quella di addetti non specializzati. Ma non bisogna piangersi addosso, non serve". Cosa serve allora? "Serve coraggio, in alcuni casi lo abbiamo avuto, in altri no. Sono pochi i capitani coraggiosi".

“SOLO INVESTENDO SUL FUTURO E SUI GIOVANI SARÀ POSSIBILE UN VERO SALTO DI QUALITÀ


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(e attestare) di aver ben compreso e di condividere tutte le informazioni ricevute. Ogni intervento, mirato esclusivamente sul personale direttamente interessato (“ad personam”) non dura più di 2 – 5 minuti (eccezionalmente 10 minuti). Le registrazioni così effettuate individuano in modo certo e incontrovertibile: chi ha deciso gli interventi di allerta, chi ha letto e illustrato i messaggi, cosa è stato detto, chi ha ascoltato, quando (data e ora) e dove (con GPS). Le registrazioni vengono trasmesse automaticamente sul Server Cloud aziendale, permettendo così alla Direzione e agli organi di vigilanza di monitorare, anche a distanza, la corretta e sistematica esecuzione delle attività programmate e quindi di intervenire per eventuali solleciti e correzioni. Il Sistema “PAPERiNO” (No Carta) permette, con la stessa facilità, molte altre funzionalità come le registrazioni dei controlli e interventi di manutenzione ordinaria sui DPI, attrezzature e impianti, come indicato dalle Case costruttrici (Articolo 71 DLgs 81/2008). Il Sistema di informazione “ad personam, ad hoc, qui e ora” è stato premiato da AIFOS nell’ambito del Bando “Innovazione

2018” (https://aifos.org/home/associazione/concorso_innovazione/premio_innovazione_2018/).

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Ci occupiamo di consulenza del lavoro e gestione del personale in modo completo: dalla gestione amministrativa ai contratti di lavoro, dalle crisi aziendali alle relazioni industriali, passando per la consulenza e la gestione delle vertenze, per arrivare ai contratti di secondo livello, licenziamenti collettivi, cassa integrazione e passaggi aziendali. La consulenza del lavoro non rappresenta un mero servizio fiscale e tributario, è un’attività complessa che mixa elementi giuridici e previdenza sociale per proporre consulenze e soluzioni su misura a seconda delle necessità: questo è quello che ci teniamo a trasmettere al cliente. Quali sono i vostri punti di forza? Sicuramente avere una storia alle spalle che ci ha permesso, negli anni, di confrontarci con situazioni aziendali complesse, accumulando un’importante bagaglio di competenze con le quali affianchiamo l’impresa in qualsiasi situazione relativa alla consulenza del lavoro, il tutto unito da un aggiornamento costante seguendo corsi universitari specifici. Non ultimo, il cliente da noi non trova solo un professionista, ma ha la garanzia di essere assistito in modo trasversale da tutto lo staff, beneficiando così delle specializzazioni di ognuno.

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aggiornamento continuo e partnership con professionisti del settore, per offrire al cliente un servizio completo e su misura. Sig. Belatti di cosa si occupa il suo studio? Dell’elaborazione di buste paga e dei relativi adempimenti contributivi, fiscali e assistenziali, ma anche di contenziosi contributivi e del lavoro, di gestione degli ammortizzatori sociali e di assistenza in sede di accertamento previdenziale e fiscale. Supportiamo inoltre le aziende in caso di ristrutturazioni e/o riorganizzazioni interne per garantire loro un corretto collocamento

Qualche esempio dell’ampliamento dei vostri servizi? Da circa un anno e mezzo, con la collaborazione della dott.ssa Marta Tongiani, forniamo un servizio ad hoc per la selezione e gestione di candidati, seguendo ogni singolo passaggio, dalla scelta del personale all’inserimento definitivo. Personalmente conduco docenze di aggiornamento di economia, diritto del lavoro e deontologia professionale per il personale amministrativo e HR. Ricopro, inoltre, il ruolo di Consulente Tecnico di Parte (CTP) in caso di controversie legate all’ambito giuslavoristico. Quanto è importante essere aggiornati e fare rete? All’interno dello studio siamo tre giovani professionisti e tutti prendiamo visione delle novità introdotte, partecipando anche a convegni di aggiornamento. Nell’ottica di rendere più completi i servizi offerti, crediamo sia importante anche instaurare proficue partnership. Per questo collaboriamo con commercialisti, consulenti aziendali, avvocati del lavoro, tributaristi e formatori della sicurezza.


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StUDIO pEtRUCCI ANNA Consulente del lavoro

daL 1980 un sostegno concreto e proFessionaLe per Le imprese

L

o Studio Petrucci Anna ha iniziato l’attività nel gennaio del 1980 e oggi si occupa della gestione e amministrazione del personale dipendente delle aziende di tutti i settori. L’attività, che si trova a Viareggio, può vantare anni di esperienza nella gestione dei contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, compresi quelli delle aziende del Pubblico Impiego. All’interno dello studio, da gennaio 2018, svolge la professione anche la figlia di Anna, la dottoressa Claudia Del Sante che, avendo superato l’esame di stato, si è iscritta all’Ordine dei Consulenti del Lavoro portando una ventata di gioventù e di innovazione tecnologica nell’attività. Lo studio che da anni è al fianco delle piccole e medie imprese, si compone di una formazione tutta al femminile. Si avvale della collaborazione di quattro collaboratrici che contribuiscono nella gestione con i più moderni mezzi informatici presenti sul mercato. «Ho investito parecchio sull’aggiornamento professionale, partecipando costantemente a corsi e seminari come delegata della Fondazione Consulenti per il Lavoro – spiega la titolare dello Studio Petrucci Anna -. Così, ai servizi tipici che vengono svolti dai consulenti del lavoro si aggiunge il nostro accreditamento come Agenzia per il Lavoro (APL) ottenuto dalla regione Toscana,

riferito ai servizi per il lavoro. Ecco allora che eroghiamo servizi come per esempio quelli che riguardano l’accompagnamento dei disoccupati destinatari dell’Assegno di Ricollocazione nella ricerca di nuova occupazione». La consulente Anna Petrucci è anche in grado di fornire informazioni sull’attivazione dei vari tirocini: questo permette alle aziende di venire a conoscenza delle opportunità di inserimento che via via si presentano e avere, in questo modo, maggiori informazioni a riguardo. Uno

strumento utile anche per il giovane che inizia a inserirsi nel mondo del lavoro. Altra attività svolta dalla titolare dello studio è l’Asseverazione della regolarità contributiva dei rapporti di lavoro. Nel dettaglio, a seguito del Protocollo d’intesa siglato tra Ministero del Lavoro e Consiglio Nazionale dell’Ordine, è possibile “asseverare” la regolarità contributiva e retributiva delle imprese nella gestione dei rapporti di lavoro, semplificando gli adempimenti e promuovendo al tempo stesso la cultura della legalità. Oltre a tutte le attività citate, lo Studio Petrucci Anna effettua anche un’analisi della situazione previdenziale dei lavoratori, tenendo conto della loro storia contributiva, riuscendo, non senza le difficoltà normative del momento, a determinare la data presunta di pensionamento o quanto meno a capire come impostare la vita futura in funzione della pensione che il soggetto percepirà.

Studio petrucci Anna Via Felice Cavallotti, 6 Viareggio (Lu) Tel. 0584.430582 a.petrucci@studiopetruccianna.it www.studiopetruccianna.it 35 / IES / Maggio 2017

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StUDIO D’ElIA CINzIA Consulente del lavoro una bussoLa per Le novità suLLa privacy

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olte le novità sul fronte della privacy. Lo Studio D’Elia Cinzia è preparato in materia. Cinzia è anche mediatrice, docente e consulente tecnica. Tiene corsi in diritto del lavoro e legislazione sociale in varie agenzie formative. Dopo il nuovo regolamento europeo sulla privacy, è entrato in vigore il decreto che coordina la vecchia normativa nazionale. Ne parliamo con Cinzia D’Elia. Quali sono le novità sulla privacy? «Il testo, in vigore dal 19 settembre 2018, specifica le parti del codice sulla riservatezza del 2003 che potranno essere salvate perché compatibili con il Regolamento Ue 679 del 2016, in vigore dal 25 maggio scorso. I principali adempimenti in materia di privacy sono in vigore da questa data, anche l’obbligo di rilasciare ai lavoratori interessati la prescritta informazione sulle finalità, modalità del trattamento e diritti di accesso degli interessati. Tra le novità, la revisione del sistema sanzionatorio e l’introduzione di specifici reati per violazioni più gravi. Il regolamento Ue

operava una forte depenalizzazione, con conseguente inasprimento delle sanzioni amministrative. Con il coordinamento invece vengono recuperate fattispecie penali, come il trattamento illecito di dati personali, l’acquisizione fraudolenta, le false dichiarazioni rese al Garante. È prevista la possibile definizione agevolata del contenzioso davanti all’Authority di settore. Rispetto al regolamento Ue, viene abbassata da sedici a quattordici anni la soglia a partire dalla quale il minore potrà fornire autonomamente il proprio consenso al trattamento dei dati personali da parte di social o di altre attività su internet». Il consulente del lavoro offre un’assistenza specialistica anche nelle fasi della costruzione del piano Welfare. «La figura del consulente del lavoro in questo ha un ruolo centrale, grazie alle competenze sempre più elevate che lo avvicinano alle opportunità professionali e di mercato». Lo studio si occupa della ricerca e selezione del personale, di politiche attive del lavoro, della gestione completa del personale dipendente, dall’assunzione del lavoratore alla cessazione del rapporto

di lavoro, con l’attuazione e l’espletamento di tutti gli aspetti e gli adempimenti giuridici, previdenziali e fiscali. L’attività fa da bussola anche nell’attivazione dei tirocini formativi. Come assistete i vostri clienti a riguardo? «Il tirocinio è un periodo di formazione realizzato presso un’azienda. Costituisce per i giovani un’occasione di conoscenza diretta del mondo del lavoro, oltre che dell’acquisizione di una specifica professionalità. Nello specifico, operiamo in qualità di delegato del soggetto promotore, offrendo ai datori di lavoro supporto nella selezione e nelle pratiche di attivazione in tempi rapidi dei tirocini».

Studio D’Elia Cinzia Viale Montegrappa, 278/E - Prato Tel. 0574.200588 Cell. 338.4041790 direzione@studiodeliaprato.it www.studiodeliaprato.it


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FAttORIA RAMERINO

oLio eXtravergine di oLiva toscano bioLogico

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attoria Ramerino si trova sulle colline di Bagno a Ripoli, a sud di Firenze e, dal 2000, è di proprietà della famiglia Alampi. Immersa tra le piante secolari che caratterizzano il panorama della tenuta e legata alla tradizione degli antichi utensili rinvenuti nei locali agricoli, il nuovo corso aziendale deve il suo simbolo al cosiddetto “guadagnòlo”: un orcio di terracotta usato per recuperare proprio il prezioso “oro verde”. Da oltre dieci anni, l’olio della Fattoria Ramerino è pluripremiato sia a livello nazionale che internazionale: 1°Classificato al concorso internazionale Biol 2016, Best in Class Award al concorso di NY 2018, Top 20 nella guida internazionale Flos Olei nel 2015, 2017 e 2018, Best in Class in Giappone al JOOP, solo per citare alcuni riconoscimenti. L’eccellente qualità è certificata biologica dal 2004 grazie ad un processo produttivo sostenibile e innovativo, costantemente monitorato: dal buon mantenimento del suolo, al controllo quotidiano dei 5500 olivi centenari fino

al sapiente imbottigliamento dell’olio, studiato per conservare il più a lungo possibile sapori e odori originali. I quattro prodotti in commercio spiccano per caratteristiche decise: all’olfatto, il fruttato è piuttosto intenso di oliva verde e erba fresca, mentre all’assaggio esprime note di piccante e amaro in buon equilibrio tra loro; il colore è verde con sfumature tendenti al giallo che si intensificano con il trascorrere del tempo. Fattoria Ramerino offre su richiesta degustazioni in loco, e guida il cliente nella scelta di acquisto più indicata per le sue esigenze. A tutti gli associati Confindustria Toscana verrà accordato uno sconto del 10% sul prezzo di listino per acquisto diretto in azienda.

Fattoria Ramerino Via Roma, 404 - Bagno A Ripoli (FI) Tel. 055.631520 info@fattoriaramerino.it www.fattoriaramerino.it Facebook : Fattoria Ramerino Instagram : fattoriaramerino

lABORAtORIO tERApEUtICO M.R. esperienza e QuaLità daL 1930

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ott. Sismondi, di che cosa si occupa il suo laboratorio? Siamo nati come casa farmaceutica nel 1930, ma negli anni Ottanta siamo stati tra i primi in Italia ad occuparci di integratori e fitoterapici fino a diventare leader del settore. Dagli anni Novanta ci dedichiamo anche alla cosmesi. Qual è la filosofia del vostro metodo di lavoro? Applichiamo la nostra consolidata

esperienza nella produzione di prodotti farmaceutici a quelli naturali, fitoterapici ed erboristici. Ogni nostro prodotto ha uno scopo terapeutico a cui corrisponde una posologia. Utilizziamo solo materie prime di qualità, come gli estratti vegetali che hanno il massimo contenuto di principi attivi. Abbiamo macchinari di ultima generazione e uno stabilimento di 5.000 mq coperti e 10.000 mq scoperti. Siamo attrezzati per qualsiasi tipologia di produzione, dalle compresse ai prodotti liofilizzati, dai

flaconcini a uso orale a sciroppi e polveri, per arrivare a creme, gel, maschere, tonici e shampoo per la cosmesi. Chi sono i vostri clienti? I nostri clienti sono sia piccole che grandi realtà: da farmacie ed erboristerie ad aziende farmaceutiche, commerciali e internazionali, per le quali realizziamo intere linee di prodotti a base di integratori e di biocosmetici naturali. Lavoriamo anche per università, siti formulativi, cliniche di ricerca e associazioni medico-scientifiche che studiano la formulazione di nuovi prodotti naturali. Per esempio, siamo stati contattati dall’Università dell’Aquila quando la fondazione Telethon si stava occupando di una ricerca relativa alle proprietà dello zafferano per la cura della maculopatia e per primi abbiamo creato una compressa di estratto di zafferano da 10mg, venduta oggi in tutto il mondo.

laboratorio terapeutico M.R. Srl Via Domenico Veneziano, 13 - Firenze Tel. 055.714724 info@mr1930.it www.mr1930.it Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 37


COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

La FORZA dei DISTRETTI (e degli UOMINI) NADIA FRULLI, giornalista “Arezzonotizie.it”

INTERNAZIONALIZZAZIONE E INDUSTRIA 4.0: È COSÌ CHE I DISTRETTI SI PROIETTANO SUL FUTURO. DAGLI ANNI SETTANTA AD OGGI IL SISTEMA DEI DISTRETTI SI È RIVELATO UN PILASTRO DELLO SVILUPPO E DELLA TENUTA DELL’ECONOMIA DURANTE PERIODI DI CONGIUNTURA NEGATIVA

E

rano gli anni Settanta. I ragazzi indossavano pantaloni a zampa di elefante e ascoltavano la musica dei Rolling Stones e dei Doors. La crisi petrolifera aveva messo la parola fine alla “golden age” e in Italia, per un periodo, la domenica non fu più sinonimo di gita fuori porta, ma di austerità. È in questo complesso momento storico che si consolida una delle più straordinarie realtà dell'economia italiana: quella dei distretti industriali. In seguito, verranno chiamati la Terza Italia, ma all'epoca – dopo le primissime esperienze che risalgono agli anni Sessanta e al dopoguerra – questa realtà cresce e le sue caratteristiche si fanno sempre più delineate. E la Toscana – dove tante piccole imprese del tempo operavano in due settori specifici (tessile e mobili) rappresentando il perno del sistema economico, con importanti dati occupazionali e produttivi – diventa

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un vero e proprio esempio di sviluppo dei distretti industriali. Dagli anni Settanta ad oggi, da circa mezzo secolo, il sistema dei distretti si è rivelato un pilastro dello sviluppo e della tenuta dell’economia durante periodi di congiuntura negativa. Laddove la grande industria ha subito pesantemente i colpi della crisi, il sistema delle piccole imprese, radicate nel territorio, ha sempre tenuto alta la testa grazie alle produzioni tradizionali o di nicchia. Ma cosa sono i distretti industriali? Sostanzialmente, si tratta di agglomerati di imprese, solitamente di piccola e media dimensione, che si trovano in un territorio circoscritto e storicamente determinato. Aziende che gravitano in un settore specifico e sono specializzate in una o più fasi di un processo produttivo. Tra di loro sono collegate da una rete di relazioni sia di carattere economico che sociale.

La realtà Toscana ne è un esempio lampante e già negli anni Settanta quanto prodotto dal sistema dei distretti era una percentuale rilevantissima del Made in Italy. Poi, le giacche hanno sostituito i pantaloni a zampa d'elefante, l'aperitivo è diventato un rito non solo milanese e hanno spiccato il volo gli anni Ottanta. Il Bel Paese finalmente si è trovato in una congiuntura positiva che ha avuto importanti riflessi sulla Terza Italia. In Toscana il modello storico ha dovuto adeguarsi alla concorrenza di altri Paesi, all'inizio della delocalizzazione da parte delle grandi aziende. Gli anni Novanta hanno messo i distretti di fronte ad una grande sfida: quella dell'internazionalizzazione, che ad oggi, sembra essersi trasformata in una opportunità da cogliere. La metafora più suggestiva per raccontare questa imprescindibile parabola dell'economia italiana, è stata


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story formulata dal professor Giacomo Becattini, economista di grande prestigio, scomparso nel gennaio del 2017. È la celebre “teoria del calabrone”. Semplice e diretta, spiega che, come un calabrone dalle ali troppo piccole che in rapporto al suo peso corporeo e in base alle leggi della fisica non potrebbe volare, allo stesso modo, in base alle leggi dell’economia, l’Italia non avrebbe dovuto diventare uno dei paesi più industrializzati del mondo. Non aveva materie prime o industrie di grandi dimensioni per poter “spiccare il volo”. Invece, contrariamente a quanto poteva essere ipotizzato, il Bel Paese oggi figura tra quelli più industrializzati. E un grande merito va al sistema dei distretti. Nei suoi studi Becattini ha ripercorso le tappe della crescita di questi sistemi. Tanti i passaggi importanti, dagli anni del Miracolo Economico in cui il mercato si aprì al libero scambio, alla improvvisa massiccia disponibilità di manodopera in seguito all'abbandono delle campagne da parte di tanti contadini, fino alle politiche economiche che hanno puntato al progresso del Paese. Così spiccano il Piano Sinigaglia,

“LA STORIA DEI

DISTRETTI È UNA STORIA DEI SUCCESSI DELL'INDUSTRIA ITALIANA

la nascita dell’Eni e il Piano Fanfani. Ma il cuore vero di questo miracolo italiano, ha sostenuto Becattini nei suoi studi, fu legato alla imprenditorialità di artigiani, operai e anche contadini che investirono su loro stessi e sulle loro capacità. Dalla grande fabbrica, molti decisero di allontanarsi e mettersi in proprio, puntando sulle competenze, sulla qualità e su canali commerciali già in via di sviluppo. È così che hanno visto la luce i distretti industriali, associati a quelli che sono i settori tradizionali del Made in Italy. Becattini si è soffermato, come detto, sulla realtà Toscana. Per descrivere i cambiamenti avvenuti dal dopoguerra in poi, ha coniato l'espressione “cam-

pagna urbanizzata” che rappresenta l’“immagine territoriale del modello toscano di specializzazione”. Una crescita che porta l'Italia a far conoscere e ad esportare i propri prodotti, con l'imponente marchio Made in Italy. Gli studi di Becattini hanno rilevato che fra il 1985 e il 1995 il peso indiretto della produzione distrettuale passa dal 34 al 41 per cento. L'anno successivo, nel 1996, l'Istat ha segnalato che il contributo dei distretti industriali alle esportazioni nazionali di manufatti era stato pari al 46 per cento, con picchi pari al 67 per cento nel tessile-abbigliamento e nei manufatti in cuoio e pelle. La strada è ormai tracciata. Il calabrone ha definitivamente spiccato il volo anche verso i mercati internazionali. Oggi in Italia i distretti industriali sono 153 e comprendono circa 18mila aziende. La Toscana conta 18 distretti con oltre 2800 imprese. La sfida dell'internazionalizzazione è in corso, ma un'altra importante sfida si staglia all'orizzonte: quella della trasformazione delle aziende in “imprese 4.0”. Che non significa solo l'acquisto di nuovi macchinari o software e formazione, ma anche un diverso modo di operare all'interno delle aziende. La prossimità geografica, propria dei distretti, può essere uno strumento per imparare prima e accelerare tramite un processo di imitazione delle imprese del territorio questo passaggio all'industria 4.0. E è così che i distretti si proiettano sul futuro.

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FABOCDUE Molto più che un servoscala soLuzioni per iL superamento deLLe barriere architettoniche

È

un obbligo morale imprescindibile, oltre che legale, l’adeguamento delle strutture in modo da renderle completamente fruibili a tutti. In quest’ottica si inserisce la Fabocdue Srl che, tramite i suoi tecnici, fornisce un servizio di consulenza per trovare il connubio fra sicurezza, fruibilità ed esigenze architettoniche. Faboc nasce nel 1985 nel campo della progettazione e costruzione di macchine speciali automatizzate per vari settori industriali. Dal 1995 l’attività ha iniziato a dedicarsi esclusivamente alla progettazione e realizzazione di soluzioni per il superamento delle barriere architettoniche. Nel tempo Fabocdue Srl ha ampliato la propria gamma con sistemi capaci di raggiungere fino a un bassissimo impatto architettonico, specializzandosi in soluzioni su misura. «Grazie all’esperienza acquisita e alla flessibilità della struttura produttiva – spiegano dalla Fabocdue Srl – siamo in grado di realizzare anche impianti speciali per soddisfare le richieste del singolo cliente, nel rispetto del continuo aggiornamento della normativa aziendale ed europea. Con la nostra impresa

vogliamo offrire prodotti tecnologici, ma di semplice utilizzo, che aiutino le persone con problemi di mobilità a conquistare la propria autonomia». L’azienda si avvale di uno staff di professionisti, capaci di assistere il cliente dalla consulenza alla progettazione, fino alla realizzazione dell’opera. I clienti possono scegliere tra offerte tradizionali, come i servoscala a pedana e a poltroncina (personalizzabili nei colori e a volte anche nei materiali), oppure quelle a basso impatto architettonico, come la piattaforma Parigi-A a pantografo, che raggiunge dislivelli fino a 2 m. E poi ci sono anche le tre soluzioni a bassissimo impatto architettonico. La più semplice è la One-Step: un gradino mobile; il piano superiore può essere predisposto per una pavimentazione identica a quella del luogo di installazione. La seconda soluzione è la X-Slim: una piattaforma di sollevamento di basso spessore (anche in questo caso il piano superiore può essere predisposto per una pavimentazione identica a quella del luogo di installazione), contornata da una protezione a scomparsa che si solleva di circa 10 cm prima dell’elevazione della

piattaforma, per evitare che la carrozzina possa scivolare dal piano. La terza soluzione è il trasloelevatore Z-Slim: ha le stesse caratteristiche della soluzione precedente, con la possibilità di traslare il piano superiore per poter superare brevi scalinate fino a 3/4 gradini (non è necessario modificare la scala). Tra gli impianti realizzati si contano quelli per la Galleria degli Uffizi (Firenze), Palazzo Vecchio (Firenze) e Capitolium (Brescia).

Fabocdue Via della Steccaia, 34/C Loc. Badia Elmi, San Gimignano (Si) Tel. 0577.1489094 info@fabocdue.com www.fabocdue.com 40 / IES / Ottobre 2018-Gennaio 2019


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ElEttROMECCANICA

Giacomo Bonciolini

impianti e manutenzioni eLettriche automazione industriaLe

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lettromeccanica Giacomo Bonciolini è un’azienda toscana di impianti elettrici e manutenzione fondata nel 1984 che si occupa anche di automazione industriale e impianti elettronici. L’esperienza e la costante volontà di migliorare hanno permesso all’impresa di restare al passo con l’evoluzione tecnologica, proponendo servizi e soluzioni capaci di conciliare le diverse necessità come per esempio: manutenzione e installazione di cabine di trasformazione MT/BT; progettazione e installazione di impianti di video-sorveglianza, antifurto e rilevatori antincendio; consulenza per risparmio energetico e progettazione illuminazione LED; realizzazione di quadri elettrici per

l’automazione e la distribuzione; impianti di raccolta dati di processo e supervisione. A fronte di questi servizi, E.G.B. può vantare tra i suoi clienti alcune tra le più importanti realtà industriali italiane ed internazionali, tra cui: la Nuovo Pignone, con cui collabora dal 1986, Ferrovie dello Stato, ALIVAL Spa e la multinazionale francese Cromology. La E.G.B., inoltre si occupa di tutte le verifiche preventive sugli impianti, richieste dalle normative vigenti: controllo dell’illuminazione di emergenza, dei quadri elettrici e degli interruttori differenziali e rilascio dei relativi registri di prova. Inoltre l’azienda presta la sua notevole esperienza nell’ambito della strumentazione industriale di processo, potenza (consumi), temperatura, pressione, conducibilità etc., e possiede uno staff di tecnici in grado di analizzare e adottare interventi su misura. Un’organizzazione funzionale permette, inoltre, alla E.G.B. di coniugare qualità e

costi estremamente competitivi, riuscendo quindi, non solo a realizzare un impianto elettrico industriale, ma anche di offrire consulenze e un’ampia gamma di soluzioni adatte ad ogni esigenza.

Elettromeccanica Giacomo Bonciolini Via C. Battisti, 490 Monsummano Terme (PT) Tel. 0572.951938 info@egb.it

SDMSRl - Soluzioni per l’edilizia

L’azienda da oLtre venti anni opera in Questo settore

U

n riferimento sicuro per chi cerca imigliori prodotti per acquedottistica ed edilizia. Si tratta diSdmSrl, un’azienda che opera da oltre venti anni nel campo della distribuzione di materiali per l’edilizia, rivolti alle rivendite edili, ma anche di materiali per acquedotti e fognature rivolti alle aziende municipalizzate. Nell’ottica di un continuo perfezionamento del servizio alla clientela, oltre alla fornitura dei più innovativi materiali certificati e provenienti da aziende leader italiane ed europee, SdmSrl oggi ha a disposizione anche macchinari specialistici per saldature di condotte, capaci di operare fino a grandi diametri. Questi ultimi prodotti sono disponibili in conto noleggio, con l’ausilio di automezzi dotati di gru, adibiti allo spostamento di tubi anche da 12 metri. «Siamo capaci di dare e garantire alla nostra alla clientela prodotti certifica-

ti e innovativi. Tra questi ci sono, per esempio, i nostri prodotti bio nel settore edile. Forniamo risposte certe in tempi brevi con il nostro personale qualificato. In questo modo siamo in grado di affiancare il cliente dalla progettazione fino all’esecuzione dei lavori – spiega lo staff di SdmSrl, l’impresa che offre ai clienti i più innovativi e duraturi materiali per tutti i settori dell’impiantistica e costruzioni -. Inoltre, grazie al vasto assortimentodi mercie alla disponibilità di un parco automezzi assortito, garantiamo un eccellente servizio di consegna capillare nel centro-nord Italia». Infine, ad arricchire l’offerta, c’è anche “Movi Logistica srl”, società della Sdm, nata nel 2010, dedicata a trasporti e logistica nel settore dei materiali idraulici, per acquedotti e fognature. L’attività fa anche conto deposito per materiale dell’acquedottistica e segue gli spostamenti della merce nel centro

Italia. I mezzi di cui dispone Sdm sono appunto della Movi Logistica srl e ne integrano l’offerta alla clientela.

Via Petrarca, 48 Calenzano (FI) Tel. 055.8826856 info@sdmsrl.it www.sdmsrl.it

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COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

Il SUCCESSO è di chi non si ARRENDE di NADIA FRULLI, giornalista “Arezzonotizie.it”

PASSIONE E CORAGGIO, QUALITÀ E CREATIVITÀ, INNOVAZIONE E TRADIZIONE, UNA COSTANTE RICERCA DI NUOVE FRONTIERE E NUOVI OBIETTIVI, PER AZIENDE CHE OGNI GIORNO SI SFIDANO E CREANO VALORE

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assione, coraggio e una buona dose di amore per il proprio lavoro: se si dovessero descrivere oggi le doti fondamentali degli imprenditori dei distretti della Toscana, forse queste sarebbero le principali. Seguite dalla voglia di innovare mantenendo però fede alla tradizione, dalla cura e dall'attenzione riversate su ogni singolo prodotto e su ogni dettaglio, dalla capacità di interpretare e fare rete con un territorio che da solo rappresenta una vera e propria filiera per moda, pelletteria e calzature. “Quando seleziono il personale, non guardo solo il curriculum – racconta Giacomo Fioravanti, titolare dell'azienda Borgioli di calzature – ma soprattutto l'amore che la persona dedica alla creazione di ogni singolo prodotto. Valuto la dedizione nell'apprendere questo mestiere che per me e per la mia famiglia è stato l'unico da generazioni”. Un lavoro antico, quello del calzolaio, che nell'area fiorentina ha radici profon-

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dissime. “Una volta c'era un calzolaio ogni cinquanta metri – spiega Fioravanti, mentre è alle prese con il trasferimento dell'azienda nel nuovo stabilimento di Lamporecchio –, mio nonno e suo fratello impararono il mestiere giovanissimi e durante la guerra, grazie alla loro abilità, si salvarono la vita”. Il nonno, deportato, sopravvisse aggiustando gli stivali ai soldati tedeschi. Poi la guerra finì e i due fratelli, nel 1946 aprirono la loro piccola impresa. “Da allora sono passate tre generazioni, e l'amore per il nostro lavoro si è tramandato di padre in figlio. Oggi abbiamo circa 40 dipendenti tra area produttiva e amministrativa commerciale. Produciamo il nostro marchio e lo esportiamo in Europa, Stati Uniti, Russia, Giappone e Turchia. E poi lavoriamo anche per grandi marchi”. Quanto è importante essere inseriti in un distretto come quelli toscani? “Molto, perché per qualsiasi necessità sul territorio si trovano risposte. Ci sono

aziende che si occupano di accessori, altre che si occupano di lavorazione del cuoio, altre ancora che producono suole e tacchi. Noi, che facciamo piccoli numeri ma grande qualità, spesso abbiamo necessità di dare piccole commesse e troviamo ancora chi riesce a portarle a termine mantenendo una qualità altissima. Il nostro indotto infatti è nel raggio di 15 chilometri. All'estero il costo del lavoro può essere più basso, ma per risolvere un problema, ad esempio trovare un accessorio che qui in Toscana può richiedere una ricerca al massimo di alcune ore, dall'altra parte del mondo significa perdere giornate se non settimane di lavoro. E riuscire a mantenere vive queste piccole realtà significa mantenere vivi i distretti”. Quali aspettative per il futuro? “Io sono ottimista, sempre. Penso che l'alta qualità offra sempre un futuro. È necessario avere un obiettivo chiaro, avere coraggio e investire. Così si cresce e si va avanti”.


CONFINDUSTRIA FIRENZE Amore per l'arte, per il bello, e una grande passione per il proprio lavoro sono il filo conduttore anche del lavoro e dei prodotti di altissima qualità di Theodossia Tziveli, oggi presidente del Comparto Moda di Confindustria Firenze e membro del Gruppo Tecnico “Made In” di Confindustria Nazionale. Nata a Valos, capitale della Tessaglia, Theodossia ha studiato a Napoli e poi seguendo la passione per la moda è arrivata a Milano. E dopo accurate analisi la decisione di approdare in Toscana. Come e quando è nata la sua passione per la moda? “Quando ero una bambina vedevo la moda non solo come un elemento a sé stante, ma frutto di una cultura, un modo di concepire l’eleganza e la bellezza. Io ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia dove le capacità artistiche e la passione per il bello non sono mancate. La risposta è: da sempre!” Quando ha capito che questa passione sarebbe potuta diventare una vera propria attività lavorativa? “Quando dopo la laurea in Economia a Napoli il desiderio della ricerca del bello ha preso il sopravvento sulla laurea”. Nella sua attività arte e moda si incontrano. Firenze è una città d'arte: quanta "fiorentinità" e toscanità ci sono nelle sue creazioni? “C’è tutto il contesto della grande professionalità del comparto in questa area. Io mi sono limitata a continuare la tradizionale competenza artigiana!”.

LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

Negli ultimi anni la crisi si è fatta sentire in ogni settore, come ha reagito il comparto della moda nell'area fiorentina? “A fatica. Il problema era la resistenza, come si dice oggi la resilienza. Quest’area è stata brava ed è stata capace di sopravvivere a 8 anni di inferno a riprova delle qualità di questo territorio”. Quali sono le aspettative del settore per i prossimi anni? “La Moda Italiana, ed in particola-

“QUALITÀ E CREATIVITÀ, ELEMENTI DISTINTIVI DELLE AZIENDE TOSCANE ”

Giacomo Fioravanti

re quella prodotta in Toscana, si fonda molto sull’export dipendendo più dall’andamento mondiale che da quello interno. Perciò si può essere moderatamente ottimisti”. Ci sono progetti o iniziative che interessano l'area fiorentina? “Due sono le questioni, ambedue legate alla nuova struttura produttiva mondiale. Per prima cosa è ancora insufficiente la guerra alle contraffazioni particolarmente sofferta dall’Italia a causa del gran numero di produzioni di pregio che ci caratterizzano. Il presidente del Comitato ‘Made In’ Paolo Bastianello ha firmato un protocollo d’Intesa (l’11 giugno scorso a Firenze, sotto l’egida

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LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

dei produttori di modelli per la contraffazione”. Tra i distretti fondamentali della Toscana, c'è quello della pelletteria. È un settore storico che continua a trainare l'economia regionale: “Le aziende di pelletteria della provincia di Firenze – spiega David Rulli, titolare di Tripel Due, presidente della sezione Pelletteria di Confindustria Firenze – rappresentano oltre il 50 per cento di quelle regionale, di fatto il secondo settore

“ SENZA FARE RETE,

Theodossia Tziveli

del Consiglio nazionale anticontraffazione) per sensibilizzare i giovani su danni e rischi derivanti dal mercato del falso. Inoltre, non c’è ancora sufficiente spirito di coesione nazionale. C’è ancora gente convinta che ci si salva e ci si sviluppa da soli. La globalizzazione spazzerà via gli illusi. Da molti anni si sente ripetere, come un mantra, che è necessario fare rete. Oggi il mantra deve trasformarsi in scelte operative, per salvaguardare e dare un futuro a quella miriade di piccole imprese che rappresentano l’ossatura e l’immagine della rinomata qualità italiana. La qualità non si vende da sola. Senza sostegni, senza marketing, senza distribuzione si finisce per essere solo 44 / IES / Ottobre 2018-Gennaio 2019 44 / IES / Ottobre 2018-Gennaio 2019

LE PICCOLE IMPRESE POTREBBERO SCOMPARIRE

economico della Toscana, dopo la metalmeccanica. La maggior parte di queste aziende producono principalmente per i grandi brand mondiali, gran parte dei quali hanno una sede nella nostra provincia. Esistono, ovviamente, molte aziende che commercializzano anche il proprio marchio, ma sul totale del volume della produzione fiorentina hanno un’incidenza relativa. Molti di questi piccoli brand, se non tutti, hanno il loro sbocco naturale sui mercati del Far East e degli USA e, in Europa, soprattutto in Russia”. Come ha reagito la pelletteria fiorentina a questi anni di crisi? “Dopo la crisi del 2009, il settore ha visto una crescita indifferenziata, spinta in modo particolare dalla crescita delle griffe internazionali, che sempre più apprezzano la produzione Made in Italy. L'interesse per le nostre produzioni è dovuto alla grande capacità creativa delle nostre aziende, che hanno saputo trasformare le idee e gli input degli stilisti in prodotti finiti di altissima qualità. Inoltre, la nostra reattività, la nostra capacità di supportare la frammentazione di prodotto e la velocità di adattamento a nuovi stili e tendenze, oltre alla qualità indubbia delle nostre realizzazioni, ci ha permesso di essere sempre più parte integrante dei progetti delle grandi aziende”. Quali sono le aspettative per i prossimi anni? “Gli studi di settore dicono che il lusso, in generale, vedrà ancora un periodo di crescita e, ovviamente, ciò si ripercuo-


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story te positivamente sulle nostre aziende. Certamente, la tendenza da parte dei brand, che negli ultimi anni hanno fatto e stanno facendo acquisizioni di aziende di produzione e/o internalizzazione di parte delle produzioni, getta un’ombra sul nostro futuro. Il timore, infatti, è che quando ci sarà una contrazione della domanda (ed immancabilmente prima o poi ci sarà), i ‘terzisti’ verranno lasciati indietro a vantaggio delle produzioni interne”. Le istituzioni locali e nazionali cosa possono fare per supportare la crescita? “Sicuramente gli interventi degli ultimi anni, come la riduzione della contribuzione sui nuovi assunti e i vari ammortamenti sulle innovazioni tecnologiche, hanno aiutato l’economia in generale e, quindi, anche il nostro settore. Ovviamente, una riduzione dei cuneo fiscale sarebbe di ulteriore supporto. Ma anche interventi come la parificazione degli investimenti nelle nostre modellerie a quelli in Ricerca e Sviluppo sarebbero di grande aiuto. Tali reparti, infatti, hanno dei costi altissimi, soprattutto per personale e materiali; e, per noi, sono fondamentali per poter giungere ad una ottimizzazione del prodotto, soprattutto a livello qualitativo, che è punto di forza del Made in Italy”. Ci sono iniziative particolari rivolte agli operatori del settore? “Sicuramente, due progetti importanti sono l’Osservatorio anticontraffazione e la manifestazione ‘Pellepiù’. Il primo sta svolgendo un grosso lavoro di

‘educazione’ dei giovani nei confronti dell’acquisto dei prodotti contraffatti. ‘Pellepiù’, invece, sta cercando da vari anni – la terza edizione è in fase di definizione – di valorizzare la filiera della pelletteria, toscana in particolare e con un occhio particolare alla piccola impresa, mostrando agli operatori internazionali quale sia il valore qualita-

“ PER LE PMI LA MANCANZA DI PERSONALE PREPARATO È UN PROBLEMA SEMPRE PIÙ GRAVE ”

David Rulli

tivo e organizzativo delle aziende del territorio. Territorio che vede presente tutta la filiera, dalla concia alla produzione degli accessori, dalla produzione e commercializzazione di macchinari e materiali di rinforzo alla realizzazione del prodotto finito. Infine, ma non certamente ultimo, come sezione pelletteria di Confindustria Firenze, stiamo collaborando attivamente con alcune scuole del territorio per incrementare la formazione di manodopera da inserire nelle nostre aziende. La mancanza di personale, infatti, è uno dei problemi più impellenti da affrontare, soprattutto per le PMI che, oltre ad una carenza di forza lavoro, subiscono anche la concorrenza delle ‘griffes’”.

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a cura di MGA Comunicazione

Renato Coiffeur Hair styling dal 1952 a oggi Qualità e innovazione a servizio della bellezza

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Offrire un servizio di qualità, ricercare il benessere del capello, creare stili di carattere capaci di adattarsi alla personalità di ogni singolo cliente». È questa la filosofia di Renato Coiffeur. L’attività può vantare una storia lunga sessantasei anni, iniziata nel 1952 quando Vittorio Capetti aprì il salone per soli uomini, svolgendo il lavoro di barbiere. In seguito a Vittorio si affiancò suo figlio Renato che trasformò il negozio in un coiffeur principalmente per signore, pur mantenendo anche il servizio per signori. Negli anni ‘80 Renato guidò il passaggio da impresa famigliare a società Snc, inserendo i primi due fidati collaboratori come soci. Da allora è stato un crescendo di successi economici, professionali, alla continua ricerca di innovazione e sperimentazione di una propria linea stilistica. Oggi i numeri di questa impresa sono sintomatici di una crescita esponenziale di quel barbiere aperto nel 1952: si contano infatti sette soci e ventuno dipendenti. «Abbiamo ereditato da Renato l’attenzione al taglio dei capelli e all’asciugatura – racconta Claudio Landi dello

staff Renato Coiffeur -. Per tirare fuori un buon taglio c’è bisogno di una buona asciugatura. Inoltre, occorre sapere che avere un buon taglio non significa solo piacersi quando si esce dalla porta del parrucchiere ma piacersi e saperlo riordinare anche quando ci si asciuga i capelli a casa per conto proprio». In più, Renato Coiffeur ha alle spalle una solida esperienza nella colorazione. «Da più di trent’anni cerchiamo di evitare l’uso di tinture contenenti ossigeno e ammoniaca – spiega Claudio – ma ci concentriamo piuttosto su hennè e colorazioni naturali. I segreti per realizzare l’immagine vincente di un cliente? Capacità di ascolto, tecnica ragionata, aggiornamento costante, passione e un pizzico di creatività». Nel 2002 Renato Coiffeur soci e personale hanno festeggiato cinquant’anni di attività. «Il successo dell’azienda – prosegue il coiffeur - sta nella fusione della professionalità e di un intelligente lavoro di squadra. Dietro il nostro lavoro c’è la creazione del rapporto di fiducia che instauriamo con il singolo cliente per anticiparlo quando cambia esigenze: i capelli costituiscono uno dei punti focali del fascino femminile e maschile. Per questo ci aggiorniamo costantemente e siamo aperti anche alle richieste di una clientela internazionale». Inoltre, l’attività si arricchisce di un reparto estetico attivo tutti i giorni di apertura del salone: uno spazio moderno, dove sperimentare servizi estetici di vario tipo: dalla depilazione al make up, dalla manicure ai massaggi, fino all’applicazione ciglia. Renato Coiffeur è aperto dal lunedì al sabato, dalle 8.30 alle 18.

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a cura di MGA Comunicazione

Fitness Terapic Center Srl Azienda e lavoratori sicuri e in regola

A

iutare l’imprenditore a costruire, sviluppare e far crescere un’azienda sicura e in regola; aiutare il lavoratore a vivere serenamente la propria vita lavorativa. È questa la mission di FTCenter, marchio della Società Fitness Terapic Center Srl, dal 1995 Istituto medico autorizzato alla medicina del lavoro, che propone sull’intero territorio nazionale servizi e consulenza per l’adempimento dei relativi obblighi normativi. L’azienda, che esegue circa 27mila visite e accertamenti annui a lavoratori, nel 2015 è stata ceduta a un gruppo di giovani professionisti, tra consulenti aziendali, avvocati e tecnici della prevenzione, che hanno avviato un processo di sviluppo tecnologico dei servizi e, forti del proprio know how tecnico-giuridico, hanno dato vita a un nuovo concetto di medicina del lavoro che, al di là degli adempimenti di legge (visite, sopralluogo, relazione sanitaria, etc), offre un servizio di personalizzazione dell’offerta, cura del cliente con affiancamento di un responsabile delle relazioni, e soprattutto supporto consulenziale su gestione del personale e sorveglianza sanitaria (inidoneità, prescrizioni, cambi mansione, licenziamenti etc).

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«L’obiettivo della struttura, che conta oltre 50 medici, tecnici, infermieri e tecnici di laboratorio – spiega l’Avv. Angelica Corradi, esperta in diritto del lavoro, socia e Coordinatrice dei servizi legali e di medicina del lavoro - è alzare il livello di qualità e professionalità, per rendere la sorveglianza sanitaria un servizio che tuteli la salute del lavoratore nell’ottica aziendale di corretta gestione del personale, contemperandola con l’interesse dell’imprenditore. Solo chi proviene dal settore della consulenza può aggiungere questo quid pluris ed FTCenter ha queste competenze». Fitness Terapic Center Srl conta tra i suoi clienti piccoli e medi gruppi della Gdo, banche, cooperative, multinazionali e imprese di ogni dimensione. In questi anni ha ottenuto ulteriori autorizzazioni per ampliare il poliambulatorio. «Tra settembre e dicembre 2018 prendono il via gli ambulatori riservati a medici specializzati, dove vengono svolti accertamenti di cardiologia ed ecografie, con macchinari all’avanguardia – spiega il Dott. Vincenzo Malenchini, Ad di Fitness Terapic Center srl -. Un servizio prenotabile contattando la struttura e con liste d’attesa ragionevoli. Inoltre abbiamo lanciato il servizio Dental Ray:

radiologia odontoiatrica che alza il livello di qualità e professionalità dei servizi diagnostici specialistici, grazie ad apparecchiature digitali di ultima generazione e alla tecnologia informatica Dental Ray. Così è semplificato l’accesso ai servizi e vengono ridotti i tempi, a tariffe concorrenziali con il servizio pubblico».

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COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

Il DISTRETTO SCONFIGGE la CRISI di Irene Magara

PECULIARITÀ DISTINTIVE CHE PARLANO DI DIVERSIFICAZIONE E RINNOVAMENTO, PER AZIENDE CHE HANNO SAPUTO SUPERARE LA CRISI ED AFFRONTARE CON SUCCESSO LE NUOVE SFIDE, SENZA MAI DIMENTICARE IL LEGAME CON IL TERRITORIO

L

a Toscana del Sud vanta un tessuto imprenditoriale di pregio, ricco di tradizione, impegno e voglia di rinnovarsi: proprio grazie a queste qualità gli imprenditori delle province di Arezzo, Grosseto e Siena sono riusciti a sopravvivere agli anni bui della crisi, e con grande spirito di iniziativa hanno escogitato soluzioni nuove per tenere in piedi le proprie attività con successo e mantenere i posti di lavoro dei propri dipendenti. Il successo e la rinascita delle imprese della Toscana del Sud sono proprio figlie della morsa della crisi che affligge l’economia globale da più di dieci anni, e derivano dalla storia di orgoglio e passione insita nel DNA di questo territorio. Un territorio il cui asso nella manica risulta essere la diversificazione del sistema industriale: la Toscana del Sud ha compreso le nuove esigenze del mercato e si è reinventata per stare al passo con l’economia mondiale. Questo è stato possibile grazie anche alla sussistenza di aree distrettuali e di cluster, che hanno permesso di realizzare una rete d’impresa sempre più costruttiva in risposta alle difficoltà dei mercati ed ha consentito di mettere in atto vere e

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proprie azioni di politica industriale territoriale, grazie ad un altro elemento che rende questo territorio vincente, ovvero la propensione al rischio degli imprenditori, che ha fatto sì che nel tempo i sistemi locali formati da un indotto di piccole aziende si sviluppassero e facessero sistema con aziende già più strutturate. In questo modo, la Toscana del Sud ha acquisito maggiore attrattività richiamando investitori dall’estero: i vantaggi socioeconomici sono stati estremamente positivi per il triangolo economico della Toscana del Sud, dove le piccole e medie imprese si sono talvolta coordinate con piani di esportazioni appositamente realizzati a seconda dei mercati di riferimento. Il vero punto di forza dell’industria di questa parte di Toscana è il costante impegno nel perseguire l’obiettivo di migliorare le performance di impresa e di sviluppare e mantenere una stabile occupazione. Ciò si è realizzato nel migliore dei modi in aziende che, almeno dal punto di vista dei numeri, non hanno conosciuto crisi, come la Giordini S.r.l., punta di diamante del distretto orafo, la Franchi Salumi Srl, eccellenza del settore agroalimentare, e la Gsk Vaccines, leader in campo farmaceutico.

Gli imprenditori aretini hanno dimostrato grande dinamicità negli ultimi difficili anni, e stanno portando avanti il proprio lavoro con successo: Arezzo è la prima provincia toscana per valore aggiunto manifatturiero e la seconda per valore dell’export. A farla da padrona ad Arezzo e provincia, si sa, è l’oreficeria: nel 2017 sono state 1.203 le aziende aretine attive nella fabbricazione di oggetti di gioielleria ed oreficeria, e si sono registrati dati export da record con 270.146.885 euro verso Hong Kong (+21,6 per cento rispetto al 2016) e 1.913.506.375 euro nel resto del mondo (+5,5 per cento rispetto al 2016). Anche il 2018 è iniziato con segno positivo: nel primo trimestre si sono registrate esportazioni per un valore assoluto di 49 milioni di euro, contro i 42 dei primi tre mesi del 2017, ed un considerevole aumento del +17,4 per cento dell’export verso la Turchia. Eccellenza orafa aretina è senz’altro la Giordini S.r.l., fondata da Olga Santini e guidata da Giordana Giordini, presidente della Sezione Oreficeria e Gioielleria di Confindustria Toscana Sud, che porta avanti il lavoro nell’azienda di famiglia


CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD insieme al fratello Alessandro e al figlio Jacopo. La Giordini S.r.l., che impiega circa 30 dipendenti, esporta i suoi prodotti in tutto il mondo e, nel corso dei decenni, ha avuto la capacità di intercettare costantemente nuovi mercati, creandosi nuove reti in Paesi estremante pericolosi, dove sono in corso guerre e rivoluzioni, come Libia, Turchia e Siria. Prima della crisi la Giordini S.r.l. esportava soprattutto negli Stati Uniti, ma dopo il 2008 l’azienda ha iniziato a proiettarsi verso il complesso mondo arabo, un mercato difficile da penetrare, ma che è riuscita a conquistare entrando gradualmente nella mentalità di una cultura profondamente diversa da quella occidentale, imparando a leggerne i gusti, le esigenze, le mode. Negli anni della crisi la Giordini S.r.l. ha reagito, attuando una strategia di rinnovo su ogni fronte: design, tecniche di produzione, impianti e, ovviamente, mercati di riferimento. La vision della famiglia Giordini ha fatto in modo che l’azienda non fosse toccata dalla crisi, trasformando la realizzazione dei gioielli secondo il gusto dei clienti di Dubai, diventati il nuovo punto di riferimento commerciale per l’azienda di Pieve al Toppo. “La crisi è stata per noi un motore di crescita” commenta Giordana Giordini, “ci ha spinto a cambiare partner commerciali e, di conseguenza, la nostra produzione. Oggi ci rivolgiamo soprattutto al Medio Oriente ed al Nord Africa, ma allo stesso tempo stiamo tornando competitivi anche nei nostri mercati storici di riferimento come Stati Uniti, Messico ed Europa. Abbiamo chiuso il 2017 con numeri estremamente positivi, con circa 11 milioni di fatturato e sono convinta” conclude la Giordini “che,

LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

in un momento storico così difficile e complesso, stiamo usando tutte le nostre energie per aggredire nuovi mercati e abbiamo messo in campo un mix di creatività, artigianalità e innovazione per essere sempre più competitivi”. Settore di eccellenza del territorio grossetano è l’industria agroalimentare, che in Toscana registra 2.960 aziende attive nel 2017 (+0,3 per cento del 2016 e +4,9 per cento del 2010), e i cui dati sull’ex-

“CREATIVITÀ, ARTIGIANALITÀ E INNOVAZIONE PER ESSERE SEMPRE PIÙ COMPETITIVI ”

Giordana Giordini

port sono estremamente positivi: secondo i dati Irpet la crescita delle esportazioni del comparto agroalimentare nel 2017 nel territorio di Grosseto è cresciuto del 12,1 per cento. L’export si conferma dunque la carta vincente delle aziende agroalimentari grossetane, tra le quali spicca la Franchi Salumi Srl, piccola impresa fondata nel 1984 a Follonica da Gianni Franchi e dalla moglie Laura Ciullini, nata inizialmente come produzione artigianale di porchetta arrosto. L’attività accoglie oggi anche la seconda generazione della famiglia Franchi ed opera in un rinnovato stabilimento, dove è stato ricreato un sistema basato esclusivamente sull’artigianalità del processo produttivo, sulla macellazione di suini nati ed allevati in Italia e sull’utilizzo di aromi del tutto naturali, che richiamano

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LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

aumento del 5,4 per cento. I nostri mercati di riferimento sono soprattutto esteri, grazie ai quali negli ultimi 6 anni abbiamo quintuplicato il nostro fatturato, fidelizzando clienti già attivi ed implementando gli stessi grazie alla partecipazione a fiere di grande spicco del settore, dove abbiamo attivato numerosi contatti, che ci hanno permesso di conquistare un po’ alla volta una fetta di mercato europeo ed extra europeo”.

Gianni Franchi

gli antichi sapori della Maremma, offrendo ai consumatori la possibilità di assaporare l’arte culinaria di un tempo. La Salumeria Franchi porta avanti la sua mission aziendale con passione, ponendo costante attenzione alla qualità delle materie prime e curando i rapporti con i fornitori per offrire al consumatore un prodotto di garanzia e si affaccia oggi sia sul mercato nazionale che su quello comunitario, che rappresenta oltre il 30 per cento del fatturato totale dell’azienda ed è in costante aumento. “Siamo molto felici di come sia iniziato il nuovo anno” dichiara Gianni Franchi, legale rappresentante della Franchi Salumi Srl “abbiamo chiuso il 2017 con un fatturato di quasi 5 milioni di euro e nel primo semestre del 2018 abbiamo registrato un

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“L'ATTIVITÀ DI PROMOZIONE È FONDAMENTALE PER CONQUISTARE NUOVI MERCATI ”

Siena vanta nella sua storia una lunga tradizione in materia di analisi, ricerca e sviluppo dei vaccini, che affonda le sue radici nel lontano 1904 quando il medico igienista Achille Sclavo trasformò la propria dimora di campagna nei pressi di Siena in un laboratorio per la ricerca e lo sviluppo di sieri e preparati vaccinologici contro alcune malattie infettive dell’epoca. E proprio da quel piccolo laboratorio, l’Istituto Vaccinogeno Sieroterapico Toscano, è nata l’unica azienda biotecnologica che oggi ricerca, sviluppa, produce e distribuisce vaccini in Italia, Gsk Vaccines, un polo di eccellenza di tutto il settore farmaceutico italiano, che quest’anno registra un aumento delle esportazioni. Stando ai dati del Rapporto annuale “L’Italia nell’economia internazionale 20172018” dell’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, le esportazioni di prodotti farmaceutici quest’anno sono infatti aumentate del 55,8 per cento. Il colosso farmaceutico Gsk, punta di diamante del settore nella provincia di Siena, è presente sul territorio con un Centro di ricerca e sviluppo globale - uno dei tre al mondo insieme a Rixensart in Belgio e a Rockville negli Stati Uniti - ed uno stabilimento produttivo a Rosia, che opera nel rispetto dei più alti standard tecnologici e qualitativi. A Siena, dove operano più di 500 ricercatori, tra il 2015 ed il 2017 anni sono stati investiti circa 270 milioni di euro in Ricerca e Sviluppo dei vaccini. Nello stabilimento di Rosia sono state invece prodotte nel 2017 circa 71 milioni di dosi di vaccino (contro il meningococco, pediatrici, per adulti e per viaggiatori) distribuite in 65 Paesi del mondo. Gli investimenti in impianti produttivi ed infrastrutture tra il 2015 ed il 2017 ammontano a circa 146 milioni di euro. Nel solo 2017


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story GSK Vaccines Italia ha speso per prodotti e servizi oltre 201 milioni di euro, l’83 per cento in Italia ed il restante 17 per cento nel resto del mondo (78 per cento in Europa e 22 per cento negli altri continenti). Gsk Vaccines è l’unica realtà biotecnologica in Italia a coprire tutto il ciclo di vita del vaccino (ricerca e sviluppo, produzione, controllo qualità, confezionamento e distribuzione): oltre il 70 per cento del tempo di produzione è dedicato ai controlli di qualità, un percorso lungo e complesso, che necessita di grandi investimenti, di tecnologie avanzate e di professionalità eccellenti. Tra gli importanti traguardi raggiunti finora dal Centro Ricerche di Siena figura la scoperta del vaccino contro il meningococco di tipo B: si tratta del risultato di oltre vent’anni di ricerca del team guidato da Rino Rappuoli, Chief Scientist di Gsk Vaccines, insignito nel 2017 del prestigioso European Inverntor Award, che in collaborazione con Craig Venter ha sviluppato la reverse vaccinology, una tecnica innovativa basata sul sequenziamento del genoma dei patogeni. Inoltre, quello di Siena e Rosia è l’unico sito al mondo dove sono prodotti tutti i vaccini contro tutte le tipologie di meningite (A, B, C, W, Y), che sono causa della maggior parte dei casi di questo tipo di infezione. “Sono estremamente orgoglioso di avere contribuito alla realizzazione di un polo di rilevanza mondiale sul territorio di Siena” afferma Rappuoli, che dichiara “tutti coloro che lavorano nei nostri due centri sono consapevoli dell’importanza del loro lavoro, e ne vanno fieri. Realizziamo vaccini che aiutano a proteggere da tremende malattie milioni di persone, soprattutto i bambini: una responsabilità enorme, che ci guida e ci spinge a fare bene il nostro lavoro ogni giorno. Abbiamo dalla nostra un

Stabilimento di Rosia

Centro ricerche di Siena

passato prestigioso, un presente importante e un futuro che potrebbe regalarci sfide affascinanti. Quella più vicina riguarda lo sviluppo di un vaccino terapeutico contro la bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), che colpisce ben 329 milioni di persone nel mondo. Contemporaneamente, stiamo studiando la possibile efficacia del vaccino per la prevenzione del meningococco B anche contro la gonorrea, una patologia a trasmissione sessuale molto diffusa, e per affrontare una delle sfide

“LE ECCELLENZE

TOSCANE SONO RICONOSCIUTE NEL MONDO

Rino Rappuoli

scientifiche dei nostri tempi, la resistenza batterica agli antibiotici”. Grazie a questo grande bacino il comparto farmaceutico è in continua crescita e funge da vero e proprio volano dell’economia senese, dove coesistono anche tante altre realtà come Toscana Life Sciences, Fondazione di riferimento del settore che contribuisce ad accrescere l’attrattività del territorio, grazie al suo Istituto tecnico ed alla manodopera specializzata. All’interno di TLS, vero e proprio incubatore di imprese biomedicali, figurano tante altre eccellenze, come VisMederi, società di ricerca e servizi qualificati specializzata nell’esecuzione di test analitici di campioni biologici e nella validazione di metodi bioanalitici per l’industria farmaceutica.

Ottobre 51 Ottobre 2018-Gennaio 2018-Gennaio 2019 2019 // IES IES // 51


a cura di MGA Comunicazione

tAppEzzERIA Bertelli di Paolo Bertelli L’arte di arredare con iL tessiLe offriamo soluzioni per arredamenti da interno e da esterno che possono soddisfare le diverse richieste dei clienti, grazie ad un’ampia gamma di tessuti e altri prodotti per il tessile: tende da interni dotate di tutti i tipi di rifiniture e montature, cuscini, mantovane, fodere e rivestimenti per divani e poltrone, letti imbottiti, ecc. fino all’installazione o riparazione di tende tecniche e zanzariere, pergolati, gazebo e ombrelloni motorizzati e manuali”.

F

amosa a Firenze e non solo per la qualità della produzione, caratterizzata da lavorazioni artigianali eseguite con sapiente maestria e riconoscibili per il loro stile, la Tappezzeria Bertelli ha una storia antica che risale agli inizi del ‘900. Nel laboratorio si sono tramandate conoscenze tecniche e abilità manuali da una generazione all’altra, fino ad arrivare alla terza rappresentata da Paolo Bertelli, custode delle tradizioni e guida nel presentarci l’azienda di famiglia: “Gli articoli da noi proposti sono numerosi,

dimensioni per scuole, enti pubblici e privati, B&B ed agriturismi, riuscendo sempre a garantire un ottimo rapporto fra qualità e prezzo.

tappezzeria Bertelli Via degli Artisti, 43/R 50132 Firenze Tel. e Fax 055.583995 info@tappezzeriabertelli.it www.tappezzeriabertelli.it

Oltre all’elevata qualità dei prodotti l’azienda offre ai clienti soluzioni uniche e personalizzate. “Tutte le nostre creazioni sono artigianali e interamente realizzate nel laboratorio di imbottitura e cucitura a conduzione familiare, dove vengono creati solidi manufatti. In più, il negozio possiede anche uno spazio espositivo dove i clienti possono visionare e scegliere tra un colorato assemblaggio di tessuti delle migliori marche e articoli di prima qualità, sempre guidati dalla professionalità dei titolari”. Nel corso degli anni la Tappezzeria Bertelli si è fatta conoscere ed apprezzare anche per aver realizzato allestimenti di vaste

COStRUzIONI tRE v Srl

ediLizia a 360°, tra restauro conservativo e reaLizzazione di ediFici commerciaLi

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alla realizzazione di moderni edifici industriali al restauro conservativo di antichi casali. Si muove a 360° nel mondo dell’edilizia l’attività di Costruzioni Tre V srl di Pistoia, che all’esperienza maturata in oltre 40 anni di attività unisce un approccio contemporaneo. «L’azienda – spiega Ornella Vannucci – è stata fondata nei primi anni ’70 da mio padre Graziano che ha partecipato alla ricostruzione della zona industriale di Pistoia. Oggi è portata avanti da me e mio fratello Tommaso facendo tesoro del know how ereditato da nostro padre». Sul fronte dell’edilizia industriale e commerciale, l’azienda ha realizzato numerosi supermercati in Toscana, Lazio e Liguria: «tra gli anni ’90 e il 2007

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abbiamo realizzato l’80% dei supermercati della Toscana per la media e grande distribuzione – prosegue Ornella Vannucci –. Per l’edilizia industriale e commerciale siamo in grado di portare a termine velocemente costruzioni, ristrutturazioni e ampliamento di edifici a norma di legge dal punto di vista urbanistico, della sicurezza antincendio e così via. In questo senso è cruciale avere collaboratori di fiducia, maestranze regolari ognuna con la propria specializzazione». Sul privato, Costruzioni Tre V è specializzata nella ristrutturazione di edifici di prestigio, in particolare vecchi casali di campagna su cui effettua manutenzione conservativa. L’obiettivo è quello di portare a nuovo l’immobile ripristinando i vecchi elementi (pietra, legno, cotto) e combinandoli, dove necessario, con materiali fedeli alla natura dell’edificio. Una ricerca che riguarda anche le tecniche: «utilizziamo tecniche moderne abbinate a modalità di esecuzione che riportano ai vecchi saperi di una volta. Molto dipende dal risultato che desidera il cliente: per questo ci interfacciamo continuamente con i

committenti consigliandoli al meglio a seconda del contesto».

Costruzioni tRE v Srl Via Sant’Andrea, 40 - Pistoia Tel. 0573.365283 costruzioni.vannucci@tin.it


a cura di MGA Comunicazione

LEFIM - Gruppo Basso

I sarti del Real Estate: la perfetta coniugazione di cuore e cervello. Un sodalizio che dura da novant’anni.

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EFIM e Gruppo Basso hanno confermato la propria attenzione per la Toscana, presentandosi agli operatori quali fautori di una delle più consistenti operazioni private di rigenerazione urbana. Dove? In via Lucchese, all’Osmannoro, alle porte di Firenze: 45.000 mq per il nuovo Life District della Città Metropolitana. Dalla Società trevigiana grande attenzione per la tutela del paesaggio, per l’inserimento di operatori attrattivi all’interno di un merchandising mix coerente e vincente, adeguato alle esigenze dei cittadini e dei turisti. “Una location eccezionale, che sta raccogliendo grande interesse da parte delle maggiori insegne della GDO e del retail, ma non solo: numerosi sono gli investitori nazionali ed internazionali dell’hotellerie, che ci stanno contattando, volenterosi di fare il loro ingresso nel mercato fiorentino partendo da qui.” Commenta Mario Basso, Presidente di Gruppo Basso Spa. Gli industriali veneti sono approdati in Toscana negli anni Novanta, a Prato, con le prime iniziative immobiliari. Iconici rimangono il Centro polifunzionale Tecno Uno e i fabbricati del Macrolotto I a Prato. La bonifica e riqualificazione della zona industriale di Calenzano

ovvero lo sviluppo, in ambito logistico, a Carmignano, per una nota insegna della GDO Made in Italy. Nei primi anni 2000, sempre in qualità di costruttori e developer, hanno siglato l’Headquarter di Guess a Firenze e i magazzini centrali del leader dei discount tedesco, a Pontedera (PI), poi realizzando il nuovo parco commerciale di Pisa Ospedaletto, dove oggi sono state disponibili nuove superfici ad uso direzionale. Il Presidente prosegue “Negli anni, rimanere concentrati sul nostro core business – ovvero: fornire lo spazio servito alle aziende – specializzando le competenze, si è confermato premiante. Le nostre controparti riconoscono tutt’ora che, affidarsi a noi, per la scelta o per la realizzazione di un loro nuovo immobile, significa avere una garanzia, quella che solo un partner solido, affidabile e strutturato può fornire. Per rimanere attrattivi e competitivi, abbiamo scelto di non lesinare in termini di qualità di costruzione e servizio. Si è optato per la soluzione sartoriale, differenziandoci: realizziamo e ricerchiamo le soluzioni che rispondono alle peculiari esigenze del Cliente.” In Toscana, numerosi imprenditori continuano a scegliere le peculiarità

Masterplan del progetto 53 / IES / Maggio 2017 di via Lucchese all’Osmannoro

delle soluzioni costruttive dell’impresa Costruzioni Generali Basso Cav. Angelo, che, proprio in queste settimane, dopo la consegna del nuovo centro logistico del Gruppo Cecchi, l’azienda sta realizzando il fabbricato di Toscana Spazzole Industriali e della Dermacolor. Vuoi collaborare con il Gruppo? personale@gruppobasso.it Curioso di scoprire le iniziative? commerciale@gruppobasso.it Valuti nuove opportunità? investimenti@gruppobasso.it

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COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

A TUTTO DISTRETTO di PAOLO VANNINI, giornalista freelance

FORMAZIONE, INNOVAZIONE, TECNOLOGIA, TEMATICHE AMBIENTALI, GRANDE ATTENZIONE VERSO LA SICUREZZA. I DISTRETTI INDUSTRIALI SANNO TENERE TESTA ALLA CRISI, MA SERVONO AZIONI GLOBALI, A PARTIRE DAL RIDIMENSIONAMENTO DEL CUNEO FISCALE, INDISPENSABILI PER LA COMPETITIVITÀ

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i parte dai dati, tutto sommato di segno positivo, per passare attraverso le caratteristiche industriali dei territori, i limiti e le potenzialità, gli investimenti necessari sulla formazione, l'innovazione tecnologia, le tematiche ambientali. Questi e altri temi sono al centro delle analisi del vicepresidente di Confindustria Toscana Nord, Daniele Matteini, di Andrea Cavicchi, presidente della sezione Sistema Moda e Tiziano Pieretti, presidente della Sezione Carta della stessa territoriale di Confindustria, che arricchiscono il focus della nostra testata dedicato ai distretti industriali. "I dati sono positivi in generale, soprattutto nel settore moda ma anche nella nautica, per esempio, che aveva molto sofferto.

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Interessanti sono i dati del tessile: nei primi sei mesi del 2018 è andato bene il settore della pelle ma anche i tessuti filati e la produzione. I distretti stanno funzionando anche con il ritorno dei grandi gruppi, come per esempio Gucci". È la prima considerazione di Andrea Cavicchi, già presidente di Confindustria Prato, che poi volge lo sguardo verso un elemento in particolare. "Dove è possibile, la tracciabilità dei prodotti dà buoni risultati – sottolinea l'imprenditore pratese -. Le aziende stanno cambiando molto a livello organizzativo. Con i grandi gruppi è possibile mettere in pratica il principio di sostenibilità e tracciabilità: sono questi temi fondamentali". "Il distretto produttivo di Pistoia, a parte l'edilizia, ha avuto meno picchi

in basso ma allo stesso tempo un recupero più lento, anche rispetto alle due aree territoriali vicine, Lucca e Prato – sottolinea Daniele Matteini, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord -. Il nostro è anche un territorio piccolo, che certo non potrebbe rispondere a certe richieste. Come dire, se Amazon ha bisogno di impiantare un grande stabilimento probabilmente cerca spazi in pianura Padana, non qui". Il distretto di Pistoia denota una sua tipicità rispetto alla aree vicine, pur condividendone, in misura limitata, la produzione tessile e quella cartaria. Per converso, Pistoia si identifica principalmente con alcuni specifici settori, che rappresentano sia nicchie importanti come la meccanica di precisione e le trafile della pasta, che comparti forti quali il ferroviario e il


CONFINDUSTRIA TOSCANA NORD vivaismo, benché questo non riguardi l'ambito confindustriale. "La tradizione del ferrotranviario è confermata anche oggi da presenze importanti, ovviamente Hitachi, che ha rilevato Ansaldobreda, e Caterpillar che ha rilevato ECM [la società di segnalamento e controllo ferroviario di cui Matteini è General Manager, ndr], ma anche tutta la filiera di aziende autonome piccole e medie, tra le quali vi sono molte eccellenze. Tutti risultati significativi, che confermano l'attrattività di Pistoia". Nel ferrotranviario un ruolo importante lo sta giocando la collaborazione con le istituzioni, la Regione in particolare. A Pistoia ha sede DITECFER, il Distretto per le Tecnologie Ferroviarie, l'Alta Velocità e la Sicurezza delle Reti del quale lo stesso Matteini è presidente. "DITECFER è un'altra prova dell'importanza del ferroviario a Pistoia, e della capacità della nostra città di attrarre anche aziende del comparto di altre regioni che vogliono collaborare con noi. Ma non solo. La nostra forza risiede anche nel rapporto stabile con l'Università e il mondo della ricerca – afferma ancora Matteini -. Nella sede pistoiese di Uniser si terrà da questo autunno un corso post diploma per il ferrotranviario promosso da DITECFER insieme all'ITS PRIME, all'Università di Firenze e co-progettato con le nostre principali aziende. Si tratta di un corso biennale molto concreto ed operativo, al quale possono iscriversi anche laureati".

LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

La vera nota negativa è rappresentata dall'edilizia, dove perdura la crisi. "Ci siamo stabilizzati al punto più basso, la speranza è che si riparta forte", commenta Matteini. Pistoia mostra plasticamente i segni di queste difficoltà in una zona nevralgica della città, dove è rimasta a lungo bloccata la nuova sede di Questura, Prefettura e Polizia di Stato, poi fortunatamente sbloccatasi, oltre all'area contigua dove avrebbe dovuto sorgere – i lavori

“ NEL SETTORE

DELL’EDILIZIA, LA RIPRESA ANCORA STENTA

Andrea Cavicchi

sono fermi da anni - un grande parcheggio e un grande albergo. "Dopo il fallimento di Giusti, poter rilevare e riqualificare quell'area risulta operazione complessa. Alcuni soggetti ci stanno lavorando ma ci vorrà tempo, è tutto in mano al Tribunale. E' un vero peccato: come mostrano i rendering lo sviluppo di quell'area sarebbe davvero molto bello". E dopo l'anno di Pistoia capitale della cultura, infine, c'è il tema del turismo. La città ha un potenziale inespresso. "Mancano i posti letto – nota Matteini -. Se arrivano due pulman con 100 persone devono per forza di cose trovare una sistemazione a Montecatini. Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 55


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

e la trasformazione - spiega Tiziano Pieretti, presidente della sezione carta di Confindustria Toscana Nord -. Nel caso della prima ci sono poi due diverse modalità di produzione: il settore degli imballaggi e dei cosiddetti cartoncini grigi, ovvero ciò che si produce dalla carta da macero, e la carta 'tissue', ossia tutte le carte leggere, asciugatutto, carta igienica, fazzoletti e così via – continua Pieretti

Daniele Matteini

Ma Pistoia sta piacendo, è stata 'scoperta' da olandesi, belgi, danesi". Se c'è un distretto che si identifica con un settore è quello di Lucca e della Lucchesia (e una parte di territorio pistoiese) con la carta. Un po' di numeri, tanto per capire: sono 250 le imprese del distretto cartario e occupano complessivamente 7.200 addetti (6.100 nella provincia di Lucca, 1.100 in quella di Pistoia). Il valore della produzione è pari a 4 miliardi di euro, un quarto dei quali è rappresentato dall'export, che costituisce il 15% del totale italiano del settore. "Sono due le tipologie di attività del settore: la carta prodotta 56 / IES / Ottobre 2018-Gennaio 2019 56

“PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL FUTURO, FORMAZIONE IN PRIMA LINEA ”

-. Da anni il nostro distretto ha maturato una capacità unica di lavorare la prima tipologia di carta che alimenta la filiera della raccolta differenziata. Nel distretto si stima venga lavorato il 35% di ciò che si produce a livello nazionale". Il settore sconta un problema contingente, quello dei costi che sono andati alle stelle e che erodono i margini dell'industria cartaria del tissue. "La galoppata del prezzo della cellulosa sul mercato mondiale è stata e rimane impetuosa: dall’inizio del 2017 la fibra lunga è aumentata del 52% e quella corta del 63% – spiega ancora Pieretti -. L'impennata dei costi di queste materie prime investe il settore a livello nazionale: nelle province di Lucca e Pistoia, tuttavia, l'impatto è particolarmente significativo, vista l'alta concentrazione di produzione di tissue che copre il 65% della produzione italiana. Il consumo di cellulose nel territorio Lucca-Pistoia può essere stimato in oltre il 30% del totale nazionale (più di 1 milione di tonnellate sui 3,4 milioni impiegati dall’intero settore in Italia). L'entità del settore cartario per il distretto è confermata dall'indotto, dai servizi alla metalmeccanica applicata alle macchine per carta, sia per la produzione sia, ancor di più, per la trasformazione. "Questo è un combinato disposto – sottolinea Pieretti – che fa della nostra la regione della carta. Non ho timore ad affermare che questo è uno dei distretti della carta più importanti al mondo. Chi viene qui trova


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story tutto, compresa la manutenzione meccanica e le macchine per il controllo". Insomma tessile (Prato), carta (Lucca) e ferrotranviario (Pistoia) caratterizzano e trainano i distretti di Confindustria Toscana nord. Ma per affrontare le sfide del futuro non si può vivere di rendita. Al contrario bisogna attrezzarsi. "Un tema centrale, soprattutto per le giovani generazioni, è la formazione". E' Cavicchi ad introdurre il tema: "Con l'invecchiamento delle figure apicali della produzione si assiste al fenomeno del ridimensionamento del loro ruolo o del loro allontanamento dalle aziende. Oggi c'è un ritorno alle scuole professionali, che sono utili a far capire cosa sono le aziende, come funzionano – sottolinea ancora Cavicchi -. Il messaggio che deve arrivare è che ci sono anche lavori ben retribuiti e come territoriali ci stiamo lavorando molto. La formazione è un elemento chiave, un'opportunità di crescita all'interno delle imprese, a partire dal settore della moda. Nel mondo artigiano – conclude sul punto l'ex presidente di Confindustria Prato - è fondamentale il passaggio del know how dai vecchi ai giovani. Creare nuove professionalità è molto importante. Così come è importante una comunicazione efficace, un ammodernamento informatico e la tracciabilità dei prodotti". Cosa vorrebbero invece le imprese da subito? "Un'attenzione maggiore al costo dell'energia, un impatto meno pesante del costo del personale

dipendente, quindi un cuneo fiscale ridimensionato, la necessità di combattere la precarietà senza eccessive rigidità", è la risposta di Cavicchi. Sulla formazione si sofferma anche Pieretti: "Ci sono molte scuole professionali per esempio a Borgo a Mozzano o l'istituto tecnico cartario a Pescia, che formano personale qualificato per il settore della carta. A volte si esce dalla scuola e si ha già un po-

“SULLA CRESCITA DELLE IMPRESE PESANO I COSTI DELL’ENERGIA ”

Tiziano Pieretti

sto di lavoro". Un'attenzione particolare di Pieretti va poi, in conclusione, agli aspetti della tutela dell'ambiente e della sicurezza sui luoghi di lavoro: "Il rispetto dell'ambiente è un altro dei punti di forza del distretto – fa notare l'imprenditore lucchese -. Molte aziende si sono dotate del certificato EMA, si autodotano di certificazioni di rispetto ambientale, che si tratti di consumi idrici, emissioni in atmosfera, rifiuti. E nelle imprese si cerca sempre di più di ridurre al minimo gli infortuni. Le dotazioni in materia di sicurezza danno a questo distretto una sensibilità superiore alla media".

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COVER STORY I LA TOSCANA DEI DISTRETTI

Il MARMO di CARRARA CONQUISTA il MONDO di ELENA POZZOLI

LE ALPI APUANE SONO NOTE IN TUTTO IL MONDO PER LE FAMOSE CAVE, DA CUI SI ESTRAGGONO I PREZIOSI MARMI BIANCHI. LA PROFONDA E RADICATA CULTURA DEL MARMO, L’ALTA SPECIALIZZAZIONE CHE CARATTERIZZA LE MAESTRANZE NELLA LAVORAZIONE DELLA PIETRA E L’UTILIZZO DI AVANZATE TECNOLOGIE PERMETTONO DI SODDISFARE DA SECOLI UN MERCATO SEMPRE PIÙ ESIGENTE E MUTEVOLE

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ccellenza e unicità sono i tratti distintivi che il marmo conserva da sempre. Un fascino senza tempo, una bellezza e un’eleganza austera che lo portano ad essere uno dei materiali più apprezzati e ricercati. Salvaguardare e promuovere questa autenticità è l’obiettivo prioritario dell’imprenditore massese Marco De Angelis, titolare della Gda Marmi e Graniti Srl, recentemente eletto presidente per il biennio 2018-2020 di Confindustria Marmomacchine, l’associazione che rappresenta l’intera filiera marmifera italiana che consta di circa

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tremilatrecento aziende, capaci di un fatturato complessivo di più di quattro miliardi di euro. Innanzitutto, ancora complimenti per l’importante nomina. Quali sono i punti strategici del suo programma di mandato? "Sono orgoglioso della mia elezione. Certamente è una carica importante e impegnativa e lavorerò con dedizione fin da subito per creare una sinergia tra le attività territoriali e il sistema nazionale. Credo molto nella coesione e nella condivisione di intenti e di obiettivi. Credo che individuare un capofila na-

zionale sia l'unico mezzo per procedere compatti verso la direzione del successo. Nel mio programma di mandato largo spazio verrà dato al progetto ‘Pietra Naturale Autentica’, che ha l'ambizione di coinvolgere tutte le aziende del territorio nazionale che lavorano nella filiera dei marmi, graniti e pietre autenticamente naturali sia nell'escavazione, sia nella meccanica, sia nella trasformazione sia nei consumabili. Questa campagna di promozione ha l'obiettivo di rilanciare e connotare il valore del prodotto lapideo naturale e distinguere i prodotti in pietra autentica da quelli ceramici o agglomerati. La scelta di


CONF. LIVORNO E M. CARRARA utilizzare il termine autentico è proprio dovuta al suo immediato richiamare la contrapposizione al falso. Le pietre naturali sono prodotti speciali ed esclusivi. Ogni pezzo è diverso dall'altro, è unico". Il settore “stone” in Italia e, in particolare, a Carrara esprime una leadership indiscussa sia sui prodotti che sul versante dei macchinari e della tecnologia. Cosa rende questo settore una vera eccellenza italiana, riconosciuta in tutto il mondo? "Dopo una lieve flessione del 2016, il 2017 ha segnato il ritorno alla crescita per il comparto tecno-marmifero nazionale, che ha registrato un incremento significativo sia nella produzione (+7,2 per cento rispetto al 2016) che nelle esportazioni (+8,5 per cento). Nel complesso la filiera tecno-marmifera italiana si conferma uno tra i settori del made in Italy più dinamici e presenti sui mercati internazionali. La qualità del prodotto lapideo naturale lo rende già per antonomasia un'eccellenza, non comparabile a nient'altro al mondo, con una storia antica di duemila anni. Inoltre, l'alta tecnologia 4.0, sviluppata in Italia, rende il nostro Paese leader mondiale nella produzione di macchinari per il comparto lapideo”. L’export del distretto del marmo della provincia di Carrara, nei due comparti di prodotti “grezzi” e “lavorati”, fa registrare invece un valore assoluto di più di cinquecentocinquanta milioni di euro con un incremento dell’8 per cento rispetto

LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

GdA Marmi e Graniti Srl, la sede dell'azienda

al 2016. Il valore export complessivo del settore rappresenta il 32,4 per cento dell’export a livello provinciale e l’1,59 per cento dell’intero export regionale. Quali sono i Paesi dove si esporta maggiormente? "Carrara rappresenta il primo distretto del marmo, anche in termini di cultura, che è da sempre al centro del mondo

“ IL KNOW HOW

ITALIANO FA LA DIFFERENZA, ANCHE NELLA LAVORAZIONE, RISPETTO AI PRODOTTI DI ALTRI MERCATI

Marco De Angelis

della pietra. Carrara, marmo, mondo. È un triangolo virtuoso che ha solide radici in un’identificazione unica fra filiera produttiva e territorio, fra aziende e comunità locale. Il marmo del distretto della provincia di Carrara viene esportato in tutti i principali mercati mondiali perché rappresenta il lusso e l'eccellenza nel blasonato mondo del design, che detta le regole. Gli Stati Uniti, l'India, la Cina, il Messico subiscono il fascino del marmo bianco, anche se naturalmente la politica internazionale influenza la sua importazione”. Il marmo ha dimostrato di non temere le sfide del futuro, grazie anche alla lungimiranza degli imprenditori che

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LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

Una edizione di Marmotec

Fabio Felici

stanno investendo in tecnologie avanzate come strumento innovativo per garantire sempre maggiore sicurezza in tutte le fasi di lavorazione e al tempo stesso di riutilizzo, secondo i principi dell'economia circolare, di ciò che per secoli è stato considerato solo scarto. Per favorire l’innovazione e la crescita del settore è nato nel 2016 proprio a Carrara il Distretto Tecnologico del marmo e delle pietre ornamentali della Regione Toscana. Ne parliamo con Fabio Felici, presidente di I.M.M., Internazionale Marmi e Macchine, che ricopre il ruolo di capofila del soggetto gestore del Distretto Tecnologico. Dott. Felici, quanta strada è stata fat60 / IES / Ottobre 2018-Gennaio 2019 64 / IES / Ottobre 2018-Gennaio 2019

ta da allora? Quanti sono i soggetti coinvolti? “È stata una strada lunga e faticosa ma ricca di esperienze, di progettualità e di sviluppo di competenze. A oggi il Distretto vanta circa centocinquanta aziende e organismi dislocati su tutto il territorio apuo-versiliese, che rappresentano l’universo del marmo in tutte le sue sfaccettature: aziende di estrazione, di lavorazione e di commercializzazione del materiale ma anche aziende di produzione di tecnologie per la pietra e aziende di servizi. Nel novero degli aderenti, il Distretto Tecnologico vanta anche la presenza di diciannove infrastrutture di ricerca. Nel primo anno di attività il Distretto ha impostato un la-

voro volto a creare un network di aziende, istituzioni e istituti di ricerca utili a fornire strumenti per monitorare l’attività di ricerca nelle tre macro-aree sopra delineate e identificare nuovi possibili temi di ricerca applicata. Costanti audit tecnologici hanno permesso di recepire e stimolare la domanda di innovazione delle aziende aderenti e accompagnare le stesse all’accesso di servizi specia-

“INNOVAZIONE, RICERCA, QUALITÀ, FONDAMENTALI PER CENTRARE GLI OBIETTIVI ”


LA TOSCANA dei distretti I Cover Story

“L’USO DELLE

TECNOLOGIE PIÙ AVANZATE È OGGI NECESSARIO PER ESSERE COMPETITIVI

listici nonché a favorire l’incontro tra domanda e offerta di innovazione”. Cosa ha rivelato “Stone Sector 2018”, il rapporto statistico sul commercio internazionale del marmo e delle pietre ornamentali che Internazionale Marmi e Macchine elabora da oltre trent’anni? “Il report ‘Stone Sector’, curato totalmente dal Centro Studi di I.M.M., è oggi alla sua trentottesima edizione. Dal report è emerso un forte aumento dei quantitativi di pietra naturale commerciati nel mondo a fronte di una riduzione dei valori e un aumento della richiesta di pietra artificiale. Emerge il ruolo della Cina – principale player mondiale sia sul lato dell’offerta di materiali lapidei sia sul lato della domanda – e il calo della domanda di pietra naturale degli Stati Uniti. Se l’export cinese di pietra naturale mostra un calo del 19 per cento, aumenta moltissimo, in questo paese, la produzione e la vendita sui mercati internazionali di pietra artificiale. A fronte del dato relativo alla diminuzione dei lavorati e all’aumento di richiesta di pietra artificiale, l’attività di I.M.M. a favore della promozione e della conoscenza dell’utilizzo dei materiali lapidei è fondamentale per il set-

tore. La creazione di un marchio identificativo del marmo di Carrara, così come la formazione degli architetti per lo sviluppo e la più incisiva penetrazione della cultura inerente l’utilizzo della pietra naturale sono un valore aggiunto imprescindibile. Portare a conoscenza dei progettisti il know-how italiano fa valere la differenza, anche nella lavorazione, del Made in Italy sul prodotto indiano o cinese”.

“MARMO E DESIGN,

UN ABBINAMENTO SEMPRE PIÙ APPREZZATO

Che progetti avete in cantiere? “Come capofila del Distretto, continueremo a lavorare per favorire il trasferimento tecnologico e la crescita nel settore attraverso il coinvolgimento degli addetti ai lavori in un processo partecipativo che riesca a dare risposte efficaci alle necessità di creare valore condiviso, a suscitare una maggiore attenzione verso l’ambiente e a stimolare maggiori investimenti in ricerca e sviluppo con ricadute sia sulla creazione di nuove imprese che di nuovi posti di lavoro sul territorio. I temi dell’Industria 4.0. sono in linea con quello su cui stiamo lavorando da anni e tracciano la roadmap per i nostri progetti futuri: robotica e automazione; tecniche digitali 4.0 nel settore della pietra naturale per garantire uno standard qualitativo di eccellenza con la consapevolezza che un uso efficace delle tecnologie digitali come la stampa 2D e 3D possa avere un impatto decisamente positivo sulla prospettiva del ciclo vitale dei prodotti realizzati; strumenti di programmazione per lo sviluppo sostenibile dell’attività estrattiva; applicazioni tecnologiche per la sicurezza nell’utilizzo della pietra naturale in architettura; sistemi integrati intelligenti per la sicurezza in cava; ottimizzazione dei processi produttivi per la gestione e la riduzione degli scarti; start up e creazione d’impresa ed, infine, lo sviluppo di un marchio ‘Marmo di Carrara’ che tuteli l’intera filiera”.

Ottobre Ottobre 2018-Gennaio 2018-Gennaio 2019 2019 // IES IES // 61 65


a cura di MGA Comunicazione

FRANCHI Trasporti Srl autotrasporti e movimento terra

P

artner ideale dei grandi gruppi industriali, Franchi Trasporti S.r.l. dai primi anni Settanta si occupa di trasporto merci industriali e movimentazione terra. Sig. Baggiani, in che cosa siete specializzati e qual è la gamma dei servizi che offrite? Lavoriamo per i grandi gruppi industriali fornendo un servizio puntuale ed efficiente. La nostra azienda è divisa in due sezioni: quella dedicata al trasporto merci, con la quale effettuiamo trasporti in cassoni ribaltabili, centinati, cisterne per scarico pneumatico e trasporto di macchine industriali o attrezzature speciali, ma anche di rifiuti non pericolosi, pericolosi e ADR; l’altra divisione è dedicata invece al movimento terra, che prevede la gestione e manutenzione di cave estrattive, ripristini ambientali, idraulica fluviale e urbanizzazione. Per il vostro settore le certificazioni sono uno strumento importante. Ce ne parli. Un passo importante per la nostra azienda lo abbiamo fatto nel 2009, quando

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abbiamo deciso di investire per ottenere le certificazioni di qualità, sicurezza e ambientali per gestire al meglio e con un’elevata professionalità il nostro lavoro. Avevamo già la UNI EN ISO 9001 per la Gestione della Qualità e ci siamo dotati anche della OHSAS 18001 per la Salute e Sicurezza sul Lavoro e la UNI EN ISO 14001, ovvero la Certificazione del Sistema di Gestione Ambientale. Per la parte di movimento terra abbiamo ottenuto invece le certificazioni SOA OS1, OG3 e OG8. Che ruolo ha l’innovazione nella vostra azienda? Stare al passo con i tempi è fondamentale anche per il nostro settore. Abbiamo portato il livello del nostro parco macchine a Euro 5 e Euro 6, sia per il trasporto che per il movimento terra. Inoltre, per quanto riguarda la gestione della cave e il settore movimento terra, attraverso il sistema dell’industria 4.0, riusciamo a trasferire i dati dell’attività della macchina direttamente al cliente, garantendo un servizio di monitoraggio rapido e preciso. Fornite anche una serie di servizi

commerciali per le aziende. In cosa consistono? Attraverso la Baggiani Commerciale e Servizi S.r.l, società del gruppo Franchi, offriamo un servizio di logistica integrata che comprende la movimentazione di merci dallo stabilimento del cliente al nostro magazzino, lo stoccaggio e il carico della merce verso la destinazione finale, includendo tutte le pratiche burocratiche relative ai documenti di trasporto, sia in Italia che all’estero. Uno dei nostri pregi è proprio quello di fornire una consulenza completa al cliente: troviamo la giusta soluzione ad ogni esigenza di trasporto.

Franchi trasporti Srl Via G. Rossa, 29 Rosignano Solvay (LI) Tel. 0586.799261 info@franchitrasporti.it www.franchitrasporti.it


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L arte dei mestieri Ottobre 2018-Gennaio 2019 / IES / 63


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