iNBiCi magazine- anno 5 - Numero 4 - Aprile 2013

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12 maggio 2013

San Gimignano

Comune di San Gimignano

Anno V-

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NËš 4 Aprile 2013

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Granfondo della Vernaccia


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CHIANCIANO TERME DoVe il beNeSSere riNASCe oGNi VoltA Come A primAVerA FrA LE DOLCI COLLINE DELLA TOSCANA CENTrALE, CULLA DI CIVILTà STrAOrDINArIE VISSUTE IN ArMONIA CON UN TErrITOrIO DALLA NATUrA rICCA E GENErOSA, SI TrOVA ChIANCIANO TErME, LOCALITà TErMALE FrA LE PIù rINOMATE D’ITALIA. UN LUOGO DAL CLIMA MITE, CIrCONDATO DA BOSChI DI LECCI, FAGGI, CASTAGNI E QUErCE, PErFETTO PEr IL rELAx E LA CUrA DEL COrPO E DELLO SPIrITO, OVE LA QUALITà DELL’ACQUA è rIMASTA INALTErATA NEL TEMPO. QUI SI NArrA ChE SI CELASSE SILLENE, DEA ETrUSCA DELLA BELLEzzA, DUrANTE DI SUOI BAGNI NELLA SOrGENTE ChE DA LEI hA PrESO IL NOME…

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Chianciano porta nel nome le sue radici storiche: alcuni attribuiscono il suo significato alle vicinanze del fiume Chiana, da cui deriverebbero le proprietà terapeutiche delle acque termali. Il segreto di queste capacità curative era patrimonio degli etruschi, che abitarono questo luogo e la vicina Chiusi, come dimostrano le necropoli rinvenute con corredi ceramici, statue fittili e preziosi gioielli in bronzo e argento. Si dice che il re etrusco Porsenna nel VI secolo a.C. era solito venire a curarsi qui oziando e deliziandosi delle acque curative. Successivamente la celebrità delle Fontes Clusinae fu decantata da scrittori e poeti latini come Orazio, che qui trascorse il riposo per ordine del medico dell’imperatore Augusto. A testimoniare l’importanza delle Terme in epoca romana, sono soprattutto splendide statue – fra cui la celebre Mater Matuta – ora custodite al museo archeologico di Firenze. Fu a partire dal 1000 che il nome della città iniziò ad essere associato a quello dell’“Acqua Santa e Sellena” e da qui in poi le Terme furono oggetto di protezione ma anche di contesa fra Siena, Orvieto e Montepulciano, durante gli scontri fra Guelfi e Ghibellini. Da questi fu Siena, nel 1300, ad uscire vittoriosa e detentrice delle acque, definite “sante” e “miracolose”. I veri e propri stabilimenti termali, però, furono costruiti solo nei primi decenni del ’900. La presenza delle Terme ha caratterizzato profondamente l’aspetto della città. Chianciano, infatti, si distingue in due nuclei, il moderno, legato alle terme, e l’antico, il “Paese” situato sul colle, che conserva parte delle mura medievali e del suo originario assetto urbano. Nella “Chianciano Vecchia”, alla quale si accede da un’elegante porta rinascimentale, è

foto tHeWAt

possibile visitare le antiche chiese affrescate, le piazze, il Castello Manenti, la torre dell’orologio e i palazzi, alcuni dei quali ospitano i musei principali, come il Museo dell’Arte Sacra, con opere d’arte di scuola senese e fiorentina, e il Museo Civico Archeologico delle Acque, con testimonianze etrusche e romane. Attorno a questo nucleo si è consolidato un assetto urbano caratterizzato da nuove strade, ville, alberghi ed esercizi commerciali con una struttura ben organizzata e adatta ad offrire un soggiorno turistico gradito ed ospitale grazie ad oltre 200 strutture ricettive. Le Terme sono ormai note a livello internazionale, anche per i meticolosi controlli delle acque, per opera degli uffici sanitari. Qui a Chianciano, ben cinque tipi diversi di sorgente offrono i loro benefici: l’Acquasanta, che sgorga a 33 °C in un grande parco secolare, indicata per le cure del fegato e delle vie biliari; l’Acqua Santissima, utilizzata in inalazioni e areosolterapia per le cure antinfiammatorie delle vie respiratorie adatte a tutti (anche a soggetti che non tollerano le terapie inalatorie con acque sulfuree); l’Acqua Fucoli, sempre indicata per le patologie gastroenteriche e biliari; l’Acqua Sillene, che sgorga a 38,5 °C, utilizzata nella balneoterapia carbogassosa e per i fanghi termali, ottimi per disturbi cardiovascolari e utilizzati nei programmi salute e benessere; l’Acqua Sant’Elena, diuretica – indicata per le calcolosi renali e le malattie delle vie urinarie – che, oltre a facilitare le funzioni digestive, è consigliata nell’attività fisico-sportiva. Oltre a tutto questo Chianciano Terme offre una nuova accattivante pro-

posta: le Terme Sensoriali. Un vero e proprio tempio costruito con soluzioni architettoniche e tecnologiche all’avanguardia, perfetta location di quattro percorsi legati alla Naturopatia: Depurativo, Rilassante, Energizzante, Riequilibrante. Esperienze uniche per ritrovare l’armonia dei sensi, con piscine, idromassaggi, saune, bagno turco, fanghi estetici, cromoterapia, aromaterapia e molte altre opportunità. Non dimentichiamo che Chianciano Terme è in una posizione geografica particolare: fra la Val d’Orcia e la Valdichiana; fra le colline di Montepulciano, note per i vini, e gioielli urbani come la rinascimentale Pienza. Un punto di partenza per altre piccole e belle località, quali Chiusi, Sarteano, San Casciano dei Bagni, Sinalunga, e per le vicine città d’arte Siena, Firenze, Assisi, Perugia, Orvieto. Soggiornare a Chianciano Terme vuol dire, quindi, non solo godere dei benefici termali nel totale riposo, ma anche praticare attività sportive, gustare un cibo sano ed immergersi in un contesto culturale ed ambientale totalmente coinvolgente. Una felice soluzione per ogni esigenza di svago in cui il benessere è sempre al primo posto.


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BAGNO DI ROMAGNA tempio Delle ACque e Del “ViVere leNto” NEL CUOrE DEGLI APPENNINI, AL CONFINE FrA LA TOSCANA E LA rOMAGNA, SCOrrE UN FIUME DALL’ACQUA CrISTALLINA ChE SEGNA UNA VALLE INCANTATA, SOLCANDO LE rOCCE DI ArENArIA, ATTrAVErSANDO UNA NATUrA DI UN VErDE COSì INTENSO ChE QUASI ABBAGLIA. UN LUOGO LONTANO DAL FrASTUONO DELLA VITA QUOTIDIANA, ChE ANChE CrEATUrE FANTASTIChE PArE ABBIANO SCELTO COME DIMOrA. QUI SOrGE BAGNO DI rOMAGNA, UN ANTICO BOrGO ChE DEVE LA SUA FAMA ALLE ACQUE TErMALI PUrE E rICChE DI VIrTù BENEFIChE CAPACI DI DONArE VIGOrE E SALUTE.

La purezza degli elementi ed il calore naturale delle acque sono un vero piacere per il corpo che si sente così coccolato e massaggiato, desiderio di chiunque cerchi una vacanza distensiva e rilassante, come solo Bagno di romagna sa offrire. In questa piccola comunità di montagna tutto è rimasto intatto, non solo l’aspetto medievale e rinascimentale dei vicoli, delle botteghe, dei torrioni, dei palazzi e delle chiese. Sulla quattrocentesca facciata del Palazzo del Capitano, lungo la via Fiorentina, ancora rivive la gloria dei “Capitani” della “Val di Bagno”, impressa negli stemmi del potere, così come nella Basilica di Santa Maria Assunta che si affaccia su piazza ricasoli, si possono ancora ammirare preziose opere pittoriche e scultoree medievali. Intatta è anche la fantasia degli abitanti di Bagno, che sa intrattenere persino i suoi ospiti più piccoli con un curioso

no i sapori intensi della tavola locale, apprezzabili sia nella raffinata cucina di grandi chef, che nella più genuina offerta delle piccole trattorie. Piatti tipici nati dalla combinazione delle tradizioni toscana e romagnola, che qui ben si fondono, valorizzando prodotti di alta qualità: funghi porcini, castagne, miele, formaggi, prosciutti e cacciagione. Oggi Bagno è davvero una porta di accesso alla romagna per chi viene dall’Umbria e dalla Toscana, grazie alla E45, che però, passando sotto i monti, non perturba affatto la quiete del “tempio” delle acque e del “vivere lento”. Questo è il luogo ideale anche per trascorrere ore indimenticabili, immersi nella natura incontaminata del Parco e delle riserve, come quella Integrale di Sasso Fratino. Boschi e laghi di un’indescrivibile bellezza (Lago Pontini, Lagolungo, Acquapartita) attrezzati con sentieri, aree picnic e per la pesca sportiva. Una

foto pAolo CAteNA

La stessa acqua che piovve a quei tempi, e probabilmente ancora prima, sui vicini monti, è quella che oggi sgorga nelle terme a temperature fra i 39 e i 47 °C dopo essersi arricchita, durante il suo lungo e profondo percorso nel sottosuolo, di preziose sostanze minerali (fra le quali zolfo, bicarbonato, sodio, potassio, calcio, magnesio, ecc.). Quindi, un miracolo della natura, un’acqua antica in cui oggi è possibile immergersi presso ben 3 stabilimenti termali (S. Agnese, hotel Terme roseo, Euroterme), numerose beauty farm e centri benessere, che propongono

cure e trattamenti sempre più all’avanguardia, sotto la costante assistenza di medici qualificati. Le sostanze naturali presenti nelle acque termali di Bagno sono indicate sia per la cura di alcune malattie che per la prevenzione, attivando le difese naturali dell’organismo.

foto pAolo CAteNA

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Siamo nell’Alta Valle del Savio, circondati dalle montagne del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, un territorio attraversato da sentieri e strade che s’inoltrano fra magiche foreste secolari. Qui l’acqua è l’elemento naturale per eccellenza, non solo per la presenza di ricchi corsi e bacini, ma anche per le sorgenti termali, che già gli antichi romani conoscevano. Questi nel II sec. d.C. fecero di Balneum una vera e propria stazione ove era sempre possibile trovare pace e ristoro, nonché soggiorno e libero accesso alle acque termali. Durante il dominio dei potenti Conti Guidi, dapprima, e dei Medici, poi nel ’400, Bagno di romagna divenne un fervido centro per lo scambio di merci e per la produzione di artigianato. Fu allora che iniziò a diffondersi la fama delle sue acque benefiche, dove personaggi illustri come Lorenzo il Magnifico e lo scultore Benvenuto Cellini venivano a bagnarsi.

ed immaginario “Sentiero degli Gnomi”, realmente, però, inserito nel verde scenario incantato del parco dell’Armina. Intatti sono persi-

rete di tracciati praticabili a piedi, a cavallo e mountain bike lungo tutto l’appennino toscoromagnolo, che attraversa piccoli borghi, passando per antichi ponti, pievi, mulini… Qui è veramente sottile il confine fra la natura e l’opera dell’uomo, fra il sogno e realtà, fra il desiderio di lentezza e la voglia di vivere attivamente un territorio così affascinante.



SommArio 10

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L’Editoriale

Protagonisti

a cura di Maurizio Rocchi

a cura di Paolo Mei

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In copertina

Dossier sport e medicina a cura di Alessandro Mariano

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L’Opinione

Oro Italiano Rodman Team

a cura di Andrea Agostini

a cura di Piero Fischi

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110 Salute Inbici

Centro Città a cura di Roberto Zanetti

a cura del Dr. Alessandro Gardini

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112 Classiche del weekend

Inbici per il mondo a cura di Andrea Pelo Di Giorgio

a cura di Arnaldo Priori

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Il telaio ideale a cura di Roberto Zanetti e Monica Cuel

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L’Officina a cura di Lorenzo Comandini

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Grandi Eventi

Oltre l’ostacolo

a cura di Leonardo Olmi

a cura di Roberto Zanetti

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Biomeccanica Inbici

Stretching nello sport

a cura di Raffaele Biondi

a cura del Dr. Massimiliano Muccini

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LA FORESTALE IN SELLA ALLE FRW

nicoletta.brina@gmail.com

a cura di NICOLETTA BRINA

otto mtb per il SerViZio Nelle Aree pubbliCHe LA FrEEWhEELING IMPLEMENTA LA DOTAzIONE DEL COrPO. BICICLETTE PEr SVOLGErE IN FUOrISTrADA LE ATTIVITà D’ISTITUTO, VIGILANzA ED EDUCAzIONE AMBIENTALE. CON UNA TrADIzIONE SPOrTIVA ChE ANNOVErA FIOr FIOr DI CAMPIONI SUI PEDALI, IL COMANDO PrOVINCIALE DELLA FOrESTALE DI rAVENNA Dà IL BUON ESEMPIO.

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I mezzi di trasporto ecocompatibili fanno parte del DNA del Corpo Forestale. Nei 191 anni del Corpo, i forestali hanno presidiato le zone collinari e montane più interne e isolate del nostro Paese; spesso il cavallo era l’unico mezzo per transitare su sentieri e sulla viabilità minore. Con l’innovazione tecnologica della fine degli anni ’70, la bicicletta, grazie all’introduzione di cambi e rapporti, copertoni scolpiti, cambi sul manubrio e una grande leggerezza e robustezza dei componenti, diventa capace di muoversi in piena libertà anche negli ambienti naturali. In particolare i primi nuclei in bicicletta del Corpo Forestale, nell’ambito del territorio toscano-romagnolo furono istituiti intorno alla fine degli anni ’90, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, mentre nell’aprile 2010, con foto mASSimo ArGNANi

foto mASSimo ArGNANi

Il Comandante Provinciale di Ravenna il dott. GIOVANNI NACCARATO

decreto sull’attività di servizio ciclomontato, la bicicletta viene riconosciuta come mezzo di servizio. Oggi alcuni nuclei del Corpo Forestale dello Stato, fra cui quello ubicato in provincia di ravenna, utilizzano biciclette di ultima generazione, dell’azienda ravennate FrW, proprio per il servizio di monitoraggio del territorio. Nel parco del Delta del Po, ad esempio, sono presenti ambienti naturali unici, con nidificazioni di specie rarissime e in via di estinzione, ma anche aspetti vegetazionali che rimangono solo in pochi e ridotti biotopi del delta.

«È necessario – spiega il Comandante provinciale di ravenna, Giovanni Naccarato – che il personale del Corpo Forestale dello Stato, nello svolgimento dell’attività di controllo del territorio, lo faccia determinando il minor impatto possibile, come si suol dire ‘in punta di piedi’ o, per meglio dire, ‘sulla ruota di una bici’, molto più silenziosa ed in sintonia con la natura, rispetto ad un mezzo a motore. Questo mezzo ben si sposa per il pattugliamento di zone frequentate anche dai cittadini, come la fascia costiera, i parchi urbani e le aree in cui si deve entrare con un certo rispetto dell’ambiente.» Accanto all’attività istituzionale, il Corpo Forestale, con l’utilizzo di bicicletta per svolgere il servizio sul territorio, dà anche il “buon esempio”, ciò intendendo proprio l’aspetto concernente il rispetto dei luoghi e della quiete, dimostrando così come si possa svolgere il proprio lavoro, senza in alcun modo disturbare o “invadere” l’ambiente. Peraltro, per i Forestali la tutela dell’ambiente è la missione quotidiana. Il Corpo Forestale dello Stato è forza di polizia dello Stato, ad ordinamento civile, specializzata nella difesa del patrimonio agroforestale e nella tutela dell’ambiente del paesaggio e dell’ecosistema.


Svolge attività di polizia giudiziaria e vigila sul rispetto della normativa nazionale e internazionale per la salvaguardia della flora e della fauna, delle risorse agroambientali forestali e paesaggistiche e la tutela del patrimonio naturalistico nazionale. Oggi, peraltro, si parla molto di Polizia di prossimità, cioè una presenza delle Forze dell’Ordine, visibile e vicina al cittadino: in tal senso, le mountain bike – complessivamente 8 – fornite dall’azienda FrW di ravenna, si inseriscono perfettamente in questo contesto, riducendo, di fatto, la distanza “istituzionale” e ponendo i forestali sempre più vicini – e più facilmente contattabili – alla cittadinanza. Oltre alla scelta più vicina all’ambiente, in tempi poi di razionalizzazione della spesa, anche il risparmio del carburante non guasta. Peraltro le biciclette donate al Comando Provinciale di

foto mASSimo ArGNANi

In una fase di tempo libero la FRW ELDORADO bici ufficiale del Corpo Forestale di Stato viene provata sui terreni e luoghi dove gli stessi agenti la useranno in missioni ufficiali

sportivo con una particolare predisposizione per il ciclismo, accanto allo sci di fondo, annoverando campioni come Andrea Colinelli, raimondo Guberti, Giampaolo Grisandi, i quali possono vantare titoli iridati e nazionali. La collaborazione con la FrW, azienda da sempre attenta alle realtà locali, è nata proprio da un rapporto sportivo, come spiega il Comandante: «Brusi, titolare della Freewheeling, conosceva alcuni ciclisti, oggi appartenenti al Corpo Forestale, e questo legame, questa amicizia, ha fatto sì che venissero posti i presupposti per la fornitura di questi mezzi per l’espletamento del servizio. La prima donazione risale ad alcuni anni fa, cui se n’è aggiunta recentemente una seconda, per un ammontare complessivo di 8 biciclette.» Il rapporto “amicale” con il patron FrW, ha fatto sì che il gruppo ravennate divenisse una sorta di laboratorio per sperimentare il servizio in mountain bike, anticipando, di fatto, ciò che poi con gli anni è divenuta una caratteristica specifica di ben 200 nuclei sparsi sul territorio italiano. foto mASSimo ArGNANi

foto mASSimo ArGNANi

ravenna saranno successivamente distribuite ai comandi stazione che effettuano servizio con questo mezzo. «Le mountain bike – continua Naccarato – sono state un indispensabile strumento per potere effettuare interventi in aree inaccessibili con mezzi a motore, percorrendo diverse migliaia di chilometri con soddisfazione di tutti, prima di tutto dei Forestali, alcuni dei quali sono ex atleti della sezione ciclismo, i quali, rientrati al servizio attivo del Corpo, continuano così a rimanere in sella, svolgendo il servizio istituzionale negli habitat naturali.» Ed effettivamente, la Forestale ha un importante e “storico” curriculum




Ci siamo! Se c’è una parte della stagione che, noi di INBICI, amiamo particolarmente, è proprio questa. impegnativa, certo – nessuno di noi ha (almeno per il momento) il dono dell’ubiquità, ma ci stiamo lavorando – pur tuttavia densa di grandi soddisfazioni. e quando si parla di soddisfazioni, per INBICI, si parla di incontrare i nostri lettori, respirare con loro il clima ciclistico più vero, quello fatto di strade da percorrere e pettorali da indossare, ma anche di paesaggi straordinari da ammirare e nuovi sapori da gustare. una stagione, quella che si apre in questi mesi, che propone un ricchissimo calendario di eventi, feste per migliaia e migliaia di appassionati che si appuntano sul calendario queste grandi manifestazioni. e ve ne sono davvero per tutti i gusti: dalla Granfondo Città di San benedetto del tronto, il 5 maggio, a quella della Vernaccia a San Gimignano, il 12 maggio, dalla marcialonga Cycling Craft a predazzo, il 26 maggio, fino, ancora, alla Damiano Cunego di Verona, il 2 giugno, solo per citarne alcune. Fino alla Signora di tutte le Granfondo nostrane, la mitica Nove

Colli di Cesenatico, del 19 maggio, alla quale saremo presenti con uno stand in occasione della Fiera internazionale Ciclo&Vento che precederà la gara. il piatto sulla tavola delle granfondo, insomma, è di certo succulento e ci vedrà assolutamente protagonisti e partecipi, per raccontare quanto di bello questo calendario offre, per sottolineare, grazie al contributo di quanti, dietro le quinte, lavorano affinché questi eventi prendano forma, la passione che anima queste giornate ed i sorrisi che, dietro la fatica, hanno ancora la forza di splendere.

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L’EDITORIALE l’editore MAURIZIO ROCCHI



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IN COPERTINA GrANFoNDo DellA VerNACCiA

Comune di San Gimignano

PErCOrSI rINNOVATI NEL FINALE. MODIFIChE NELLA LOGISTICA. CONFErMATI IL rICCO PACCO GArA E LA CENA DEL CICLISTA. QUESTI ALCUNI DEGLI INGrEDIENTI DELL’EVENTO IN PrOGrAMMA A SAN GIMIGNANO IL 12 MAGGIO.

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San Gimignano (SI) – è una delle prove simbolo del Giro del Granducato di Toscana. è la Granfondo della Vernaccia, che si terrà domenica 12 maggio nella turrita San Gimignano (SI), dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco per la sua caratteristica architettura medioevale. La 17 a edizione di questo grande evento, organizzata dal Gruppo Ciclistico Amatori San Gimignano e valida anche come 41 a Coppa Martiri di Montemaggio, si presenta con diverse novità sia nella logistica sia nei tracciati, che porteranno i ciclisti a scoprire nuovi paesaggi e borghi e a scalare salite inedite, brevi ma abbastanza dure. Tre i percorsi: 160 chilometri con 2.295 metri di dislivello (difficoltà medio-alta), 116 chilometri con 1.555 metri di dislivello e 72 chilometri con 1.114 metri di dislivello. Sia il percorso lungo sia quello medio ripasseranno da Vico d’Elsa, ripercorrendo poi il tracciato tradizionale fino a Ulignano. Da qui entrambi i percorsi proseguiranno per la nuova salita di Santa Maria, scendendo poi a Badia Elmi, da dove andranno verso località il Monte. Toccheranno Pancole e poi, giunti al bivio delle Due Vie, il medio girerà a sinistra per affrontare l’ultimo chilometro e mezzo prima dell’arrivo, mentre il granfondo svolterà a destra toccando Camporbiano, Villamagna, Iano, San Vivaldo, il Castagno e Settefonti. Da qui giù in picchiata per circa sei chilometri fino all’arrivo. Quest’ultimo, a differenza del passato, si trova nella zona artigianale del quartiere di Fugnano, posta a 200 metri dal centro di San Gimignano. Per giungere all’arrivo i ciclisti dovranno affrontare un tratto in leggera salita. rinnovata anche la logistica del pre e post gara: il ritiro dei pacchi gara, la cena del sabato sera, le premiazioni e il pranzo finale si terranno presso il Palazzetto di Via Giachi, all’interno delle scuole medie. Oltre alle molte novità, sono diverse anche le riconferme. Anzitutto, per il sabato sera,

la cena del ciclista e poi il pacco gara sempre molto ricco: una bottiglia di Vernaccia, una di olio extravergine di oliva, un vasetto di miele, una confezione di pasta, sali minerali, un campione della BTS e un gadget in via di definizione.

Iscrizioni: € 30,00 fino al 9 maggio compreso e poi € 40,00 il 10 maggio e l’11 maggio. Non sarà possibile iscriversi il giorno della granfondo. Info: http://www.granfondodellavernaccia.it/



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PAOLO COIN, FIERA DI PADOVA a cura di GIANLUCA BARBIERI

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«È lA VittoriA Del buoN SeNSo» rAGGIUNTO L’ACCOrDO TrA FIErA DI PADOVA ED AICMA: SArà FIErA UNICA. OrA IL SETTOrE CICLO ITALIANO POTrà GIOCArSELA CON I COMPETITOr EUrOPEI AD ArMI PArI, PrOPONENDO AL GrANDE PUBBLICO TUTTE LE rEALTà PIù IMPOrTANTI DEL BEL PAESE E D’EUrOPA.

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Non sembra vero, ma è così: tra AICMA occasione di Expobici 2012 e l’avevamo re, perché adesso si possono fare tantissie Fiera di Padova, dopo due anni di este- lasciato, felice per il risultato ottenuto dall’e- me considerazioni e sviluppare tante cose, nuante braccio di ferro, sembra aver pre- sposizione padovana, ma amareggiato per a fronte di questo risultato.» valso il buon senso. Infatti, con un periodo le aziende del settore che avevano “pagato” di congiuntura economica che il mondo sta lo scotto di questa divisione. Il tono, oggi Di chi è stata l’iniziativa e come siete attraversando, certamente l’unica cosa che che è stato finalmente siglato l’importante giunti all’accordo? vogliono le aziende, sono chiarezza e sicu- accordo, è tutt’altro. «Avevo chiesto più volte di trovare un acrezza negli investimenti. La cordo, anche in tempi non disputa tra Padova e Milano sospetti ed ora non ha senso (Verona), non solo ha scardire chi o come ci siamo riudinato la compattezza di un sciti. È certo che tutto sia stasettore che sembra essere to frutto di un compromesso, ancora un traino per l’ecoanche economico ovviamennomia italiana, ma ha creato te, ma in questo modo tutto insicurezza tra operatori che, il settore potrà beneficiare di in molti casi, non fidandosi un grande appuntamento, le del risultato che le due fiere aziende non avranno più pauavrebbero dato, rimanendo ra di sbagliare fiera e, sopratseparate, hanno preferito ritutto, gli operatori stranieri manere a casa loro, evitando potranno avvicinarsi al ‘Piainvestimenti sbagliati. neta Italia’, scoprendo anche Non c’è che dire, chi è anle nostre piccole aziende, che dato alle due fiere, nel 2012, custodiscono gelosamente ha sicuramente notato una un sacco di idee. Alla fiera di sostanziale differenza tra PaFriedrichshafen ci sono molte dova e Verona, ma, come già aziende, anche italiane, ma detto, non saremo noi a dare ne mancano tantissime: angiudizi, specie oggi che finalche i giornalisti stranieri, ogni mente è stato raggiunto l’acvolta che arrivano da noi, ricordo tra le parti. mangono estasiati dalle idee Non importa cosa sia sucdelle nostre piccole realtà cesso negli ultimi due anni, nazionali. È per questo che l’importante è che chi deve per noi è una vittoria, perché creare la vetrina per il settodaremo la possibilità anche ai re ciclo, abbia compreso le piccoli, di mostrarsi al grande esigenze delle aziende che pubblico, cosa che da altre lo sostengono, rispondendo parti non avviene.» con l’unica decisione saggia che si poteva assumere in Cambierà qualcosa nella questo periodo: l’unificaziostruttura della fiera e verne dei due expo. Alla fine, la ranno confermati i test day? fiera del ciclo si terrà a Pa«Certamente, a fronte di dova, con la collaborazione questo accordo, si sviluptra Ente Fiera di Padova e perà ancor meglio ciò che AICMA. Queste due realtà abbiamo iniziato lo scorso assieme, permetteranno di anno. Questo poi sarà anche creare una super fiera con una bella vetrina per Padova foto pADoVA Fiere tutti gli operatori del settore, e i Colli Euganei, che vedrandai più grandi, ai più piccoli, no centinaia di appassionati Paolo Coin, Amministratore dell’Ente Fiera di Padova ma custodi di grandi idee per arrivare da tutta Italia ed ora un settore all’avanguardia nella tecnologia, reduci dal bel risultato di expobici, anche dall’estero. Qui abbiamo il comprenavendo la garanzia di un risultato quanto quella odierna pare essere una vittoria sorio termale più grande d’Europa e una mai scontato. per padova. delle palestre più belle per la MTB italiana. Avevamo intervistato Paolo Coin, l’Am- «Che sia un bel risultato per Expobici, non vi È anche nostro dovere sfruttarli, legandoli ministratore dell’Ente Fiera di Padova, in è dubbio, ma è una vittoria di tutto un setto- alla nostra fiera.»



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L’OPINIONE a cura di ANDREA AGOSTINI

miCHele ACquAroNe “proNto A CAmbiAre il CiCliSmo”

agostini@gocom.it

IL DIrETTOrE GENErALE DI rCS SPOrT SI LANCIA NELL’ANALISI DA “TIFOSO” DEL MONDO DEL CICLISMO: «GArE A TAPPE TrOPPO LUNGhE E ChE SI SOTTrAGGONO CAMPIONI A VICENDA. IL DOPING? SE LO SI CErCA, LO SI TrOVA OVUNQUE, NON è QUESTIONE DI CICLISMO O ALTrI SPOrT».

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Michele Acquarone, direttore generale di rCS Sport, la società che organizza tra l’altro tutte le corse Gazzetta, prima manifestazione tra tutte, il Giro d’Italia, ha colpito la stampa internazionale per la sua apertura mentale, dimostrata in occasione della conferenza stampa, il penultimo giorno della Tirreno-Adriatico, a Porto Sant’Elpidio. Tanti gli argomenti toccati dal numero uno di rCS Sport, a partire dalla riorganizzazione delle date per le maggiori corse, fino all’accorciamento a due settimane dei grandi giri a tappe. «Io non provengo da questo mondo e mi limito ad un ragionamento da tifoso. Ritengo sia assurdo che due corse importanti e belle come la Parigi-Nizza e la Tirreno-Adriatico si debbano svolgere nello stesso periodo, sottraendosi reciprocamente i campioni. Si tratta di gare che meritano entrambe la mi-

gliore e più ampia partecipazione possibile.» E ancora: «Serve una riforma del calendario mondiale, dobbiamo riprenderlo in mano e rivederlo. Non importa che lo faccia l’UCI o una lega privata di squadre. Sono disposto a fare la mia parte, se anche gli altri faranno la loro». Un’apertura tutt’altro che banale e lungimirante. Ciò considerando, tra l’altro, che quest’anno la corsa dei due mari ha visto la presenza dei migliori corridori al mondo. Quindi il suo ragionamento era tutt’altro che uno sfogo derivante da una situazione frustrante. Addirittura, si è parlato di lunghezza dei grandi giri: «Dove sta scritto che le gare a tappe come Giro d’Italia, Tour de France o Vuelta a Espana debbano essere di tre settimane? Se l’accorciamento serve a rendere questo sport migliore, perché non farlo». Insomma, Michele Acquarone ha colpito tutti per la sua capacità di affrontare alcuni argomenti, fino

ad ora ritenuti dalla maggior parte tabù. Il fatto che non provenga da questo sport risulta, infatti, un vantaggio da questo punto di vista. E lo dimostra ancor di più quando parla di un argomento tanto di moda, quanto scottante, nel ciclismo dell’ultimo decennio, come il doping: «Il nostro sport ha visto un’epoca buia, credo sia giusto sapere il più possibile del passato, di quello che è successo, ma poi bisogna avere la forza di dire basta. Tracciare una riga e voltare pagina. Se prima barare era, in questo mondo, la normalità, ora non è più così. Sono d’accordo in questo caso con Wenger, allenatore dell’Arsenal, che sostiene che se il doping lo si cerca, lo si trovi dappertutto. Non è una questione di ciclismo o altri sport. Io personalmente credo a questi ragazzi e li capisco quando si sentono offesi da tutto quello che li circonda». Tutto qua, tutto semplice.

Michele Acquarone direttore di RCS Sport con Mark Cavendish foto ANtoNio piSoNi



BMC IMPEC LAMBORGHINI 50° ANNIVERSARIO FANtASiA itAliANA e preCiSioNe SViZZerA CombiNAte per il meGlio DellA eSCluSiVità A peDAli, FiNe ArtiGiANAto e perFormANCe AUTOMOBILI LAMBOrGhINI E BMC CONDIVIDONO UN OBIETTIVO COMUNE: rIPENSArE E rIDEFINIrE I LIMITI DEL DESIGN, DELLA PrODUzIONE, DELLA PErFOrMANCE. ENTrAMBI I MArChI SONO APPASSIONATI DISCEPOLI DELL’INNOVAzIONE PEr CrEArE I MIGLIOrI VEICOLI DEL PIANETA.

Un esempio scintillante della passione BMC è la Impec, un telaio progettato, costruito ed assemblato in Svizzera. La Impec è il vertice del design e della produzione di bici da corsa: è costruita con standard di tolleranza inediti da robot con precisione impossibile da avvicinare per l’assemblaggio a mano. Dalle materie prime ai telai finiti la Impec ha stabilito un punto di riferimento a livelli mai visti prima. La Impec rappresenta tutta la passione e la pervicacia che viene infusa nei telai da bici fatti a mano ma rende impossibile l’errore umano: è il culmine contemporaneo di una tradizione, della storia, della tecnologia del 21° secolo: semplicemente fatta a mano dalle macchine.

della miglior auto da corsa possibile. Cinquanta anni più tardi l’imprenditore svizzero Andy rihs ha trasformato la propria idea di bici da corsa impeccabile in realtà. Per entrambe le aziende i progressi fatti nella fabbricazione di materiali compositi in fibra di carbonio sono al centro dei progetti e dei successi. Lamborghini produ-

ce le proprie scocche in carbonio vicino alla propria sede di Sant’Agata, Bologna, mentre BMC ha rimpiazzato il tradizionale processo di laminazione del carbonio con un processo produttivo inedito, del tutto automatizzato presso la sede di Grenchen, Svizzera. Entrambi hanno inaugurato i loro nuovi impianti nel corso del 2010.

Sia Lamborghini che BMC sono alla perpetua ricerca della perfezione nei rispettivi campi. Negli anni ’60 Ferruccio Lamborghini si prodigava nella costruzione

La Impec edizione 50esimo anniversario Lamborghini, combina il gusto e la tradizione italiana con la moderna tecnologia. Un’esclusiva selezione di componenti made in Italy equipaggia il telaio Impec, che viene accuratamente verniciato in modo da sottolineare l’assemblaggio della fibra di carbonio alla maniera della Lamborghini Aventador. Altri dettagli sono presi in prestito dalla Aventador, tipo lo stesso pellame usato da Lamborghini per la selleria interna. Lo stesso materiale è usato sulla Impec per i rivestimenti di manubrio e sella. L’autentico colore Lamborghini aggiunge la


dinario e attestano l’esclusività dell’espressione fatto a mano dalle macchine. I tubi sono collegati da semi-gusci fatti di materiale iniettato composito di carbonio ad alta resistenza. Queste giunzioni massimizzano la rigidità e l’affidabilità, mentre assicurano un processo costruttivo accurato e controllato da computer per ogni singolo telaio. loAD SpeCiFiC WeAVe – lSW Load Specific Weave è il cuore della nostra innovazione e la

sensazione e l’aspetto che sono assolutamente esclusivi in questa eccezzionale celebrazione di BMC e Lamborghini. La Impec Lamborghini 50esimo anniversario è costruita in serie limitata con tiratura mondiale di 50 pezzi e verrà costruita su ordinazione. Il prezzo di vendita è di 25.000 €. La Impec Lamborghini può essere ordinata solo presso le reti di vendita internazionali BMC o Lamborghini. Le biciclette saranno consegnate dal rivenditore. Indirizzate le vostre specifiche domande a: lamborghini@ bmc-switzerland.com SullA impeC Essere impeccabili ed assolutamente perfetti, questo è stato il solo ed unico obiettivo di BMC nel riunire un team di esperti da diverse esperienze per re-inventare il processo produttivo delle bici da competizione di massimo livello. Dopo anni di sviluppo e sperimentazione il risultato è un processo di produzione automatica del tutto unico, tramite l’apporto di robotica e tecnologie CAD. Il prodotto è il risultato di un processo di fabbricazione dei tubi eccezionalmente preciso e soprattutto riproducibile all’infinito. Questa è la base

dell’essere in grado di costruire telai da bicicletta secondo il nostro standard di perfezione. SHell NoDe CoNCept – SNC I nodi di connessione e le congiunzioni dei tubi donano alla Impec il suo profilo straor-

base del processo costruttivo Inpec. Prima le fibre asciutte sono intessute intorno ad un modello da un braccio robotico. Il modello viene quindi inserito in uno stampo dove si inietta sotto pressione la resina che dona al pezzo la resistenza e la forma. Infine ciascun pezzo è rettificato a controllo numerico per ottenere le dimensioni esatte.

Il sistema di tessitura automatica BMC permette di controllare l’orientamento delle fibre e il loro spessore in ogni parte del tubo. Questo significa che la prestazione di ogni singolo telaio può essere ottimizzata tramite la regolazione del processo di intreccio. Caratteristiche importanti per una bici da strada come la duttilità verticale e la rigidità dell’area del movimento centrale possono essere controllate all’infinitesimo per ottenere la sensazione di guida unica della Impec.


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GRANFONDO DELLA VERNACCIA a cura di PLAYFULL

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GemellAGGio CoN lA GrANFoNDo VAl GArDeNA UNA COLLABOrAzIONE ChE UNISCE DUE rEALTà INSErITE NEL PATrIMONIO UNESCO: SAN GIMIGNANO E LE DOLOMITI. NON è PrEVISTO UN ABBONAMENTO. rICChE PrEMIAzIONI FINALI.

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San Gimignano (Si) – la 17a Granfondo della Vernaccia – 41a Coppa martiri di montemaggio di domenica 12 maggio a San Gimignano (Si) e la Granfondo Val Gardena del 9 giugno a ortisei (bZ) uniscono le forze e danno vita a un gemellaggio che ha lo scopo di portare i ciclisti a pedalare in due zone bellissime anche se morfologicamente diverse tra loro. Una collaborazione che nasce dall’amicizia esistente da anni tra paolo marrucci della Granfondo della Vernaccia ed enrico polo della Granfondo Val Gardena. «Nel corso di una chiacchierata avvenuta nei mesi scorsi – racconta paolo marrucci – abbiamo deciso di dare vita a questa collaborazione, che lega due realtà, San Gimignano e le Dolomiti, che fanno parte del Patrimonio Unesco». La Granfondo della Vernaccia avrà come splendido palcoscenico San Gimignano, famosa soprattutto per le torri medievali che le hanno valso il soprannome di manhattan del medioevo. Delle 72 esistenti nel periodo aureo del Comune, oggi ne rimangono 14, mentre i resti di altre si intravedono qua e là nel tessuto urbano. La Granfondo Val Gardena si svolgerà sulle strade che hanno fatto la storia del grande ciclismo e permetterà di ammirare ed esplorare le bellezze paesaggistiche delle Dolomiti. Non è previsto nessun tipo di abbonamento e quindi ogni atleta dovrà provvedere autonomamente per l’iscrizione alle singole

foto plAYFull NiKoN

Un momento dell’edizione 2012 della Granfondo della Vernaccia

prove, secondo i termini del regolamento di ciascuna granfondo. Gli organizzatori potranno in ogni momento decidere se accettare o meno l’iscrizione di un atleta, oppure escludere un iscritto dalla gara nel caso possa arrecare danno all’immagine delle manife-

stazioni. Non verranno accettate iscrizioni di partecipanti squalificati per doping. per accumulare punti sarà necessario essere iscritti ad entrambe le manifestazioni. Si potrà accumulare punti sia con i chilometri percorsi sia in base alla distanza di “residenza” della società di appartenenza. I punti base saranno determinati dai chilometri pedalati, ai quali si andranno ad aggiungere quelli derivanti dalla distanza di “residenza” della società. I punti relativi alla distanza di residenza verranno calcolati nella misura di 1 punto ogni 10 chilometri della tratta di sola andata. Potranno partecipare alle premiazioni le società con un minimo di cinque atleti. le prime 10 società classificate saranno premiate con fine settimana, prodotti tipici delle due zone di svolgimento delle granfondo e prodotti tecnici. iscrizioni alla Granfondo della Vernaccia: € 30,00 fino al 9 maggio compreso e poi € 40,00 il 10 maggio e l’11 maggio. Non sarà possibile iscriversi il giorno della granfondo. Sconto di € 5,00 per gli iscritti al bici Club. Info: www.granfondodellavernaccia.it



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JOAQUIM “PURITO” RODRIGUEZ a cura di PAOLO GRILLANDI

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lo SpAGNolo DellA KAtuSHA, miGlior CorriDore WorlD tour 2012 hA rICEVUTO IL rICONOSCIMENTO DALLE MANI DEL PrESIDENTE UCI PAT MCQUAID PrOPrIO DAVANTI AL SUO PUBBLICO, IN OCCASIONE DELLA PrIMA FrAzIONE DELLA VOLTA A CATALUNYA. TrA LE STrADE ChE hANNO VISTO IL CAMPIONE DEL TEAM rUSSO MUOVErE LE SUE PrIME PEDALATE, “PUrITO” rICOrDA LE TAPPE DELLA SUA FOLGOrANTE CArrIErA E CONFESSA I SOGNI ANCOrA DA rEALIzzArE.

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Lunedì 18 marzo, il corridore della Katusha Joaquim rodriguez ha ricevuto il premio come miglior corridore del 2012 secondo le statistiche World Tour direttamente dalle mani del Presidente dell’UCI Pat McQuaid. «È stato un grande onore – ha detto subito dopo l’evento – sinceramente non mi aspettavo di ottenere un simile riconoscimento davanti la gente di casa mia, di fronte ad alcune persone che mi hanno visto nascere e crescere.»

foto FrAN reYeS

foto FrAN reYeS

pione il “Giro di Lombardia”, ha indossato due delle tre maglie di leader di tutte le grandi corse a tappe del ciclismo. Eppure, dopo aver festeggiato di fronte al proprio pubblico che l’ha osannato come il figliol prodigo, di ritorno nella propria terra per raccogliere il giusto tributo, che ogni giorno chiede ed ottiene foto ricordo e autografi del proprio idolo, rodriguez, in conferenza stampa, ha chiaramente fatto intendere che la sete di vittorie – quella stessa che anima ogni corridore professionista – non si è affatto placata, neppure dopo così tanti successi. Il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale Pat McQuaid premia il campione Joaquim Rodriguez Oltre alla classifica generale della “Volta a Catalunya”, il leader della Katusha ha mesLa cerimonia, infatti, è avvenuta al termine della so nel mirino il “Tour de France”, tappa obbliprima tappa della “Volta a Catalunya”, gara che gata per chiunque voglia entrare nell’olimpo si corre sulle strade nelle quali “Purito” ha ini- delle due ruote. ziato, sin da bambino, ad amare questo sport. «La Grande Boucle è il sogno di ogni atleta che Ormai il corridore catalano è cresciuto, e si è tol- inizi a praticare questo sport a livello professioto soddisfazioni che probabilmente in tenera età nistico – ricorda il catalano – e quest’anno è non si sarebbe neppure sognato: ha vinto una particolarmente adatta alle mie caratteristiche. prestigiosa classica belga come la “Fleche Wal- Confesso, molto onestamente, che il sogno lonne”, ha conquistato con un numero da cam- della mia vita è, tuttavia, vincere la Liege-Ba-

stogne-Liege: è la mia competizione preferita, sarebbe il coronamento di una carriera.» Decisamente un’impresa per un atleta che, fino a poco tempo fa, veniva considerato poco più di un ottimo gregario, un’ottima spalla di corridori sulla carta più talentuosi, quali Alberto Contador o Alejandro Valverde. «In effetti ho maturato tanti anni di gavetta al servizio dei capitani delle varie squadre per cui ho corso. È stata un’esperienza che mi è servita molto: da ognuno di loro ho attinto qualcosa e, alla fine, ho imparato come si comporta un leader all’interno di un gruppo.» Tanto che le sue doti di condottiero non sono sfuggite al Team Katusha, che ha deciso di puntare forte su di lui, farne il perno del progetto e circondarlo di corridori spagnoli che potessero aiutarlo nelle sue imprese: «La Katusha è stata la prima squadra a scommettere su di me, quindi sarò sempre grato a questo team. Mi ha messo nelle condizioni ideali per lavorare ed è anche grazie a questo che ho ottenuto la fiducia necessaria per conquistare tutto quello che ho vinto in questi anni». Dati alla mano, la scommessa è stata stravinta, se è vero che la compagine russa è risultata essere seconda al mondo nella classifica World Tour, anche e soprattutto grazie ai punti accumulati da colui che ormai per tutti, fans e addetti ai lavori, è semplicemente “Purito”. Un campione normale, un personaggio dalla faccia pulita, con un nomignolo semplice, che ha fatto appassionare grandi e piccini, accalcati sulle affollate salite del “Giro d’Italia”, sempre in attesa di uno dei suoi proverbiali attacchi, dei suoi irresistibili cambi di velocità piazzati là dove fa più male agli avversari, quando la strada si impenna e sembra che voglia tentare di raggiungere il cielo. Quest’anno già due le cime conquistate: l’esotica Green Mountain, in Oman, e le nostrane salite di Chieti, dove “Purito” ha messo in fila corridori come Contador, Froome e Nibali. Un buon viatico per il colui che ha monopolizzato la speciale classifica individuale UCI, vincendola per ben due volte negli ultimi tre anni: «Fa piacere vincere questa graduatoria: riuscire a stare davanti ai miei rivali, non dico significhi che sono il migliore corridore del mondo, ma che sicuramente son stato il più continuo durante questi ultimi anni». E la Katusha si augura che “Purito” mantenga questo livello di prestazioni ancora a lungo.



CENTRO CITTà a cura di ROBERTO ZANETTI

iN biCi… “pieGHeVole” È bello!

Quando i lettori, o più semplicemente i conoscenti e gli amici mi interpellano per qualche utile consiglio da esperto del settore, di solito mi viene chiesto: «vorrei comprare una bicicletta, quale modello prendo? Secondo te cosa mi potrebbe andar bene?». Io rispondo sempre con una personale massima che sta alla base di ogni scelta: la bici va acquistata in funzione dell’utilizzo! Se si vive in campagna e si pensa di pedalare nei boschi è inutile dire che una bici da corsa non possa fare al caso nostro, scontato che si debba optare almeno per una MTB o una bici con simili requisiti. Idem viceversa, se le caratteristiche del ciclista sono prettamente stradali o turistiche allora è più adatta una specialissima, predisposta nel modo più idoneo ad affrontare anche molti chilometri “on the road”… Così è anche per la bici da città, mezzo che sta diventando negli ultimi anni uno stile di vita, un “cult” che fa moda e tendenza. Molto utile per evitare interminabili code nel traffico sempre congestionato delle metropoli, fare della sana attività motoria, abbattere il costo dei carburanti nel pieno rispetto delle norme sull’ecologia. Un modo costruttivo per trovare soluzioni alternative agli spostamenti che si possono fare per lavoro o più semplicemente per il puro piacere di pedalare. Se poi la bicicletta che si andrà a scegliere sarà pratica, agile e intuitiva, magari proprio come le folding bike MU P8 che Dahon mi ha messo a disposizione per questo simpatico servizio tramite Bicinova Italia (il distributore esclusivo sul territorio nazionale), allora tutto diventa ancora più bello e divertente. Prima di tutto va detto che l’idea della bici pieghevole esprime anche il concetto di estrema praticità, nel momento in cui si ripiega su se

IN GIrO ESISTONO TANTE BICICLETTE PIEGhEVOLI, MA POI QUANTE DI ESSE SONO VErAMENTE TrASPOrTABILI? QUANDO IL DOTT. DAVID hON, FONDATOrE E PrESIDENTE DEL MArChIO DAhON, hA AVUTO LA BrILLANTE IDEA DI SVILUPPArE I SUOI AMBIzIOSI PrOGETTI hA PrIMA DI TUTTO PENSATO DI rEALIzzArE UNA FOLDING BIKE rOBUSTA MA, AL CONTEMPO, LEGGErA. COSì è NATA LA MU P8, LA BICI PIEGhEVOLE DI CUI ANDrò A rACCONTArVI IN QUESTO SErVIzIO. NON SI TrATTA DI UN TEST, BENSì DI UNA VALUTAzIONE FATTA CON OCChIO CrITICO PEr FAr CAPIrE LA VErA UTILITà DI QUESTO INNOVATIVO MEzzO DI TrASPOrTO, ADATTO PEr IL LAVOrO E PEr IL TEMPO LIBErO.

foto moNiCA Cuel

Passeggiata in bici pieghevole

Seconda operazione: estrazione del tubo reggisella

foto moNiCA Cuel

foto moNiCA Cuel

Prima operazione: piegatura dell’attacco e del manubrio


Accessori:

• Portapacchi posteriore in alluminio • Mini parafango terminale in plastica • Borsa portabici

Terza operazione: piegatura completa della bici

stessa. A questo punto, date le sue dimensioni contenute, non si tratta più di una bicicletta ma si trasforma, come per magia, in un bagaglio a mano trasportabile ovunque. Comoda e facile sistemazione nel bagagliaio dell’auto foto moNiCA Cuel

Descrizione prodotto: La MU P8 è una delle biciclette più versatili prodotte dal brand americano Dahon. Leggera, vi ricordo che supera di poco i 12 kg complessivi, è dotata di un telaio dall’armoniosa geometria curvilinea che garantisce, oltre a un ottimo rapporto complessivo qualità/prezzo, una velocità di “ripiegatura” davvero sorprendente, pari a circa 15/20 secondi. Facile da trasportare, la MU P8 è una folding bike compatta che, una volta allineata e pronta all’uso, è il mezzo ideale per dribblare il traffico cittadino (e non solo…), prendere il metrò, salire in treno o in autobus e velocizzare gli spostamenti urbani nel pieno rispetto dell’ecologia, da soli o in piacevole compagnia degli amici più cari.

foto moNiCA Cuel

Caratteristiche tecniche telaio: PA SErIES - DALLOY ALUMINUM, CUSTOM DrAWN SONUS TUBING, LATTICE FOrGED hINGE, PATENTED FUSION AND V-CLAMP TEChNOLOGY Dimesioni folding: 30 x 79 x 66 cm (10.1” x 30.4” x 25.7”) Cambio: NEOS 8 SPEED, INDExED, W/ DAhON LOGO Guarnitura: FOrGED ALLOY 6061 ArMS, DOUBLE ALLOY ChAINGUArD, 52T ruota libera: 8 SPEED CASSETTE, UCP, 11-32T Catena: rUSTBUSTEr - INDExED FOr 8 SP. movimento centrale: CArTrIDGE, SEALED BEArING, zINC PLATED SPINDLE, SQUArE TAPEr Freni: ALLOY, V-BrAKE, 110 mm Forcella: DAhON SLIPSTrEAM, DALLOY ALUMINUM, PATENTED FUSION TEChNOLOGY, DOUBLE-BUTTED TUBING manubrio: COMP, 6061 ALLOY, DOUBLE BUTTED Attacco: FUSION+, zErO STACK, CArTrIDGE BEArING manopole: TWO COLOr, ErGONOMIC reggisella: 34 mm x 580 mm ALLOY, FOrGED ALLOY CLAMP, MICrO ADJUST Sella: COMFOrT, W/ DAhON LOGO, SMOOTh Cerchi: 20” x 1.5” ‘DAhON BY VUELTA’, ALLOY, DOUBLEWALL, CNC SIDEWALL Coperture: 20” x 1.75”, 60 PSI, W/ DAhON LOGO, rEFLECTIVE STrIPE pedali: FOLDING, ALLOY BODY - ALLOY CAGE peso bici completa (come in foto): 12,3 kg prezzo: € 700,00 al pubblico, IVA inclusa

La duttilità di questo mezzo mi ha permesso di caricarla in macchina senza la minima difficoltà e così, visto che le bici in questione erano due, è stato ancora più piacevole condividere nel weekend questa allegra pedalata fuori porta con tutta la mia famiglia. il produttore: Dahon www.dahonbikes.com il Distributore: Bicinova Italia Via Vittorio Veneto, 31 31014 San Martino di Colle Umberto (TV) Tel. +39 0438 912233 Fax: +39 0438 912252 E-mail: info@bicinovaitalia.com Web site: www.bicinovaitalia.com


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BUONGIORNO MACCANTI

nicoletta.brina@gmail.com

a cura di NICOLETTA BRINA

quANDo lA buoNA StAGioNe Si VeDe DAl “mAttiNo” IL 33ENNE DEL TEAM LUCrI – CICLI COPPArO DEBUTTA NEL 2013 GIà CON UNA DOPPIETTA: CAMPIONE D’INVErNO E rE DEL CONErO ALLA CINELLI DEL 10 MArzO. DOPO LO STOP FOrzATO E IL rIENTrO A LUGLIO 2012, IL FErrArESE rIPArTE ALLA GrANDE CON UN ANNO A DISPOSIzIONE PEr FArSI VALErE.

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Se il buongiorno si vede dal mattino, la stagione di Michele Maccanti promette decisamente bene. Il 33enne del Team Lucri Cicli Copparo, tornato alle corse, dopo uno stop forzato, nel luglio 2012 ha già cominciato a raccogliere i primi successi. Il primo, significativo, in terra anconetana, il 10 marzo, in occasione della Granfondo del Conero Cinelli. michele dal luglio 2012 è rientrato con la Cicli Copparo, come si trova con questa formazione? «Questa è una famiglia per me, mi trovo davvero bene. Prima di rientrare, mi ero ripromesso che avrei cercato un posto tranquillo, senza grandi pressioni oppure ossessioni relative al risultato. In questo caso, non potevo trovare squadra migliore. Se si decide di partecipare ad una gara, se c’è la voglia, lo stimolo e il gruppo si va, ma se non ci si sente in forma, nessuno impedisce di restare a casa. La squadra è serena, i ragazzi sono forti ma tranquilli.»

foto plAYFull NiKoN

Com’è andata la scorsa stagione? «Il rientro a stagione inoltrata, in qualche modo, mi ha permesso di rientrare in maniera tranquilla e serena. La squadra aveva già Krys Hubert che nel 2012 è stato il più forte granfondista in Italia. Da un lato quindi avevo una sicurezza, perché c’era comunque lui come elemento di punta nelle gare ed io potevo correre al mio ritmo, senza pressioni o fretta, poi sono rientrato a luglio quando le prime gare importanti erano già state fatte. Sottolineo molto la questione della pressione perché ci sono altre squadre che premono molto di più sui risultati, sulla partecipazione alle corse. Con questo team, se si vince bene, si festeggia, ma se si perde non ci sono problemi e

magari si festeggia ugualmente per dimenticare la sconfitta. Ciò non significa che non ci sia pianificazione: abbiamo stilato un calendario di gare, ma siamo liberi di parteciparvi o meno, senza musi lunghi.» il suo esordio, alla Conero Cinelli, ha segnato un ritorno alla grande, vedendola tagliare il traguardo della granfondo per primo. Che sensazioni ha avuto? «Direi che è andata più che bene. Questa è stata la mia prima granfondo stagionale, dal momento che in precedenza avevo fatto solo garette in linea. Mi sentivo bene sin dalla partenza, in più le motivazioni per mettercela tutta c’erano: a fare la granfondo c’era anche William Dazzani, Krys è arrivato secondo, dietro di me, avevamo ben pianificato la gara, sapendo che gli avversari forti ci sarebbero stati e la granfondo non sarebbe stata certo una passeggiata, in più, nell’organizzazione c’era anche Raffaele Consolani, giocavamo in casa, dovevamo senza meno ben figurare.» in precedenza, a S. eufemia di brogoricco, in occasione dell’avvio delle corse su strada nel padovano, ha conquistato l’edizione 2013 del Campionato d’inverno nella categoria senior, com’è andata la gara?

«Era una gara su 80 chilometri, mi sentivo bene, ma onestamente non credevo neppure io di fare risultato, anche perché quest’inverno – meteo permettendo – sono riuscito ad allenarmi, ma pensavo di essere ancora indietro con la condizione, invece mi devo ricredere. È stata certamente una buona partenza. Certo è che ora arriveranno le gare più grandi: speriamo di essere in buona condizione, i segnali per il momento ci sono tutti.» C’è una soddisfazione che si vuole togliere in questa stagione? «L’unica gara cui mi piacerebbe partecipare è Oetztaler, che per vari motivi non sono mai riuscito a correre, ma anche quest’anno non mi ci faranno partecipare. L’anno scorso la mia bestia nera è stata lo Zoncolan: ero partito sciolto, carico alla Carnia, ma è dura, è veramente dura e sono indeciso se farla o meno. È concomitante con altre gare, in più arriva in un periodo nel quale solitamente tiro un po’ il fiato, perché di norma parto forte ad inizio stagione e poi rallento. In calendario ho inserito la Cinque Terre e la 10 Colli, ma la mia preferita è la Carpi, non so perché ma l’arrivo credo sia il più emozionante di tutti.» Michele Maccanti in piena azione



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GRANFONDO DAMIANO CUNEGO CITTà DI VERONA

pressoffice@newspower.it

a cura di NEWSPOWER

iSCriZioNi: promoZioNi per le SoCietà IL 2 GIUGNO VA IN PISTA L’8A GrANFONDO DEDICATA AL PICCOLO PrINCIPE. CONFErMATI I DUE PErCOrSI GrANFONDO E MEDIOFONDO. PrOMOzIONI PEr LE ISCrIzIONI DELLE SOCIETà CON SEDE ENTrO OD OLTrE LA DISTANzA DI 100 KM DA VErONA. SABATO 1° GIUGNO LA “PEDALATA” APErTA AI BAMBINI DAI 6 AI 12 ANNI.

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Verona città dell’amore eterno… anche per la bicicletta, questo è poco ma sicuro. E domenica 2 giugno gli amanti del pedale sono convocati all’appello della Granfondo Damiano Cunego – Città di Verona, che quest’anno festeggia la sua ottava edizione di sempre e conferma in toto i due percorsi già visti lo scorso anno (inclusa la nuova apprezzata logistica di partenza e arrivo proposta per la prima volta proprio nel 2012). Da Via Guido d’Arezzo, nel centro della città scaligera, scatteranno entrambe le varianti Mediofondo di 85 km e 1.400 metri di dislivello e Granfondo di 145 km e 3.300 metri di dislivello, e si punterà subito verso la Valpantena, la vallata delle ville, che anticipa la Cronoscalata Trofeo Berner di 9,38 km (e dislivello di 580 m) da Bellori verso ronconi e Passo Provalo, sfida nella sfida per i grimpeur più agguerriti. Saliti in altura, ecco Erbezzo prima e Bosco Chiesanuova poi, e una volta giunti a roverè Veronese (al km 62 circa) ci sarà la divisione dei percorsi, con i mediofondisti in picchiata verso S. rocco, Montorio e Verona, mentre i granfondisti salteranno sui pedali per aggredire le salite di Velo e Campofontana tra i Monti Lessini. Una puntualizzazione: dalle ore 12.45 tutti i concorrenti in transito a roverè verranno obbligatoriamente deviati sul percorso Mediofondo.

foto NeWSpoWer CANoN foto NeWSpoWer CANoN

Per i granfondisti metà gara se ne sarà a questo punto andata e la discesa verso Vestenanuova e Bolca sarà una ghiottoneria che gli amanti della velocità potranno apprezzare a tutta. Le successive salite di Castelvero e San Mauro di Saline portano alla breve ascesa di San rocco, ultima fatica prima di immettersi sul tracciato medio e puntare verso il


foto NeWSpoWer CANoN

traguardo di Verona. In zona partenza ci saranno come sempre anche il villaggio expo e il succulento riso party caldo, servito fino all’ultimo concorrente. Alla gara veronese di fine primavera giungono atleti e appassionati da ogni angolo del paese e dall’estero, e a questo proposito gli organizzatori hanno pensato alle squadre più numerose, che saranno premiate ancor prima di partire a suon di iscrizioni omaggio.

Per le società provenienti da località entro i 100 km da Verona e con almeno 10 iscritti ci sarà l’undicesima iscrizione gratis, mentre quelle con sede oltre 100 km da Verona usufruiranno di due posti gratuiti (per l’11° e il 12° componente). Per il pomeriggio di vigilia della prossima Granfondo Damiano Cunego è anche quest’anno in programma una piacevole “pedalata”, per i giovani e giovanissimi dai 6

ai 12 anni, che avranno di che divertirsi sulle orme dei loro beniamini. La gara dedicata a Damiano Cunego è anche seconda tappa del prestigioso Unesco Cycling Tour, il circuito che raccoglie granfondo legate a siti definiti Patrimonio dell’Umanità. Fanno parte della serie anche la Granfondo della Vernaccia di San Gimignano (12 maggio), la Straducale di Urbino (30 giugno) e la Granfondo delle Cinque Terre (8 settembre a Deiva Marina). Le iscrizioni alla Granfondo Damiano Cunego – cui ha già confermato la propria presenza anche lui, il “Piccolo Principe” – rimangono aperte fino al 26 maggio o fino al raggiungimento di 2.500 iscritti, e la quota da versare è di 35 € (maschile) e 30 € (femminile) fino al 28 aprile, dopodiché ci sarà un lieve rialzo di € 5 su entrambe le tariffe. Dal 27 maggio si potrà scaricare dal sito di gara il Modulo di ritiro che conterrà il numero di pettorale assegnato e tutte le informazioni necessarie per il pacco gara, disponibile quindi sabato 1° giugno dalle ore 14.30 alle ore 18.30 (per tutti) e la domenica dalle ore 7.00 alle ore 8.00 (solamente per i partecipanti provenienti da fuori provincia). Per ogni informazione e per iscriversi basta collegarsi al sito ufficiale della gara www.granfondodamianocunego. it dove è possibile anche consultare regolamento e percorsi di gara. La festa (doppia se si considera anche quella della repubblica Italiana) per la Granfondo Damiano Cunego numero 8 è già nell’aria. Verona attende tutti voi, perché l’amore per le due ruote è pronto ad esplodere di nuovo domenica 2 giugno. foto NeWSpoWer CANoN


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ACSI SETTORE CICLISMO Il Responsabile Nazionale ACSI Avv. EMILIANO BORGNA

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DiVieto Di ACCeSSo Al perCorSo Ai VeiColi NoN AutoriZZAti: l’obiettiVo È Di GArANtire l’iNColumità DeGli Atleti iN GArA DAlle “iNVASioNi” Delle AmmirAGlie

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Direttive ben chiare nell’ambito delle manifestazioni ciclistiche sono alla base di una organizzazione che faccia della sicurezza un vero e proprio fiore all’occhiello. Il tracciato che i ciclisti devono percorrere è, infatti, impegnativo non solo per chi sale in bicicletta, ma anche per chi si deve occupare della tutela degli atleti dal momento della partenza, fino al taglio del traguardo da parte dell’ultimo corridore. Il percorso, di norma, è disseminato di incroci, che vengono vigilati da personale atto a ricoprire questo ruolo di sorveglianza, al fine, appunto, di garantire il corretto svolgimento della manifestazione, peraltro solo pochi soggetti sono formalmente autorizzati ad accedere al percorso di gara. Tuttavia, anche le manifestazioni non professionistiche si stanno sempre più disseminando di ammiraglie e mezzi al seguito dei corridori, che avrebbero lo scopo di fornire supporto agli atleti delle squadre rappresentate dai veicoli, in caso di problemi. Questa presenza però diventa motivo di preoccupazione, ma soprattutto di pericolo: a tal proposito, sono state espressamente formulate norme atte ad escludere in maniera categorica l’accesso di determinati soggetti al tracciato di una manifestazione ciclistica.

Le ammiraglie al seguito di una gara

Pertanto sarà consentito esclusivamente l’accesso dei veicoli adibiti ad organizzazione e muniti del contrassegno – pertanto riconoscibili – fornito dagli organizzatori della manifestazione, previo accordo con il Direttore di Gara. Ciò in quanto è intendimento dell’ACSI Settore Ciclismo, come postulato in precedenza, garantire maggiormente l’incolumità di tutti i partecipanti, eliminando il traffico veicolare che i mezzi privati creano in molte manifestazioni. Si tenga anche presente che il numero di corridori nelle manifestazioni ciclistiche è piuttosto alto e dunque il rischio diviene ancora maggiore in presenza di eventuali mezzi non autorizzati sul tracciato. Inoltre si ritiene che tutti i partecipanti debbano usufruire esclusivamente dei servizi e dell’assistenza fornita dall’organizzazione a tutti i corridori, assistenza che nel tempo è divenuta di sempre maggior livello.

Come indicato nell’articolo 11 del regolamento dell’attività di Granfondo, infatti, tengo a comunicare che in tutte le nostre manifestazioni del settore sarà vietato il seguito di tutte le ammiraglie, le motociclette e di tutti gli automezzi privati.

Dall’applicazione della suddetta norma discende una conseguenza molto importante: qualora, infatti, un’ammiraglia o un veicolo privato acceda al percorso di gara, fornendo assistenza ai propri corridori, gli stessi saranno squalificati ed eliminati insindacabilmente dall’ordine d’arrivo.



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GRANFONDO DEL CAPITANO a cura di PLAYFULL

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A bAGNo Di romAGNA, il CiCliSmo iNCoNtrA il beNeSSere IN UNA DELLE CAPITALI DEL TUrISMO TErMALE, IL 9 GIUGNO SArà PrOTAGONISTA LA BICICLETTA. PACChETTI BENESSErE PEr GLI ATLETI E GLI ACCOMPAGNATOrI, OLTrE AD UN TErrITOrIO TUTTO DA VISITArE, IMMErSI NELLA NATUrA COLLINArE DELLA PrOVINCIA DI FOrLì-CESENA.

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bagno di romagna (FC) – Coloro che domenica 9 giugno decideranno di partecipare alla 4ª Granfondo del Capitano, organizzata dall’ASD le Strade del benessere, si troveranno proiettatati nello splendido scenario di bagno di romagna (FC), comune situato nella valle del Savio. La sua economia si fonda prevalentemente sul turismo. Le terme e il grande patrimonio boschivo offrono l’occasione ideale per rilassarsi, passeggiare e curarsi immersi nel verde e in un’atmosfera di grande pace, senza dimenticare l’ottima gastronomia che unisce tradizione romagnola e toscana. Come sottolinea Ferruccio boghi, presidente della tre terme (società consortile

o protagonisti. Per questo, le terme hanno studiato pacchetti soggiorno ad hoc che incontreranno senza dubbio il gradimento del pubblico e che potranno essere visionati facendo riferimento al sito internet www. bagnodiromagnaterme.it, da cui poi entrare nei siti delle tre stazioni termali». bagno di romagna e il suo territorio offrono diverse bellezze da visitare, tra cui la Basilica di Santa Maria Assunta, che si affaccia sulla piazza principale, il Palazzo del Capitano, la fonte sulfurea del Chiardovo, alcuni laghi, il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, la riserva naturale integrale Sasso Fratino, il santuario e il castello di Corzano, San Piero

in Bagno, Selvapiana con i suoi castagneti e la Valle di Pietrapazza. Una cittadina e un territorio davvero ricchi di bellezze che, anno dopo anno, la Granfondo del Capitano sta contribuendo a far conoscere a chi viene da fuori regione. Anche per questo la manifestazione è diventata in breve uno dei fiori all’occhiello di Bagno di romagna. «Per me – sottolinea l’assessore comunale al turismo, liviana Zanetti – questa granfondo è una sorta di figlio che sta crescendo molto bene. Alcuni anni fa, insieme al mio collega di Giunta, Claudio Valbonesi, assessore allo Sport, facemmo un’attenta riflessione sulle potenzialità turistiche di Bagno di Romagna e del suo territorio, rendendoci conto che oltre alle terme, c’era tutto un settore da sviluppare legato allo sport e all’ambiente. Partendo da questo, abbiamo cercato di lavorare con gli operatori del territorio e così sono nate diverse iniziative, tra cui la Granfondo del Capitano, che stanno dando risultati davvero soddisfacenti. Ciò grazie ai cittadini e alle associazioni». iscrizioni: € 25,00 fino al 2 giugno. Fino alle 7,30 del 9 giugno € 35 euro. Info: www.granfondodelcapitano.com Bagno di Romagna è una meta per il fitness e per la salute

foto plAYFull NiKoN

tra i centri termali di Bagno di romagna), «quella tra la granfondo e le terme di Bagno di Romagna è una sinergia molto importante, che va incontro a quella necessità di diversificazione dell’offerta che oggi è fondamentale per rendere accattivante un prodotto. I potenziali clienti, infatti, sono ormai interessati ad abbinare soggiorni turistici e del benessere ad eventi di cui possono essere spettatori



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LA LEGGENDARIA CHARLY GAUL a cura di NEWSPOWER

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NoN Ci SoNo pArAGoNi DAL 19 AL 21 LUGLIO IL WEEKEND PArLA LA LINGUA DELLA GrANFONDO TrENTINA, L’UNICA IN ITALIA A rEGALArE LA POSSIBILITà DI PArTECIPArE AL CAMPIONATO DEL MONDO PEr CICLOAMATOrI. PEr GLI APPASSIONATI DOC, L’APPUNTAMENTO rADDOPPIA NEL DOPO ESTATE CON IL FINE SETTIMANA LUNGO DEL 19-22 SETTEMBrE.

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Il mondo delle granfondo su strada, in Italia, è ricco di offerte. La scelta fra l’una o l’altra proposta è sempre più difficile. Si possono mettere in primo piano la qualità del percorso, il livello organizzativo, lo status della sicurezza, la bellezza del territorio, la storia. E fin qui ci siamo. La Leggendaria Charly Gaul mette sul piatto un percorso affascinante con la scalata del Monte Bondone, un’organizzazione collaudata e meticolosa, strade chiuse al traffico – ma davvero, e non solo per i canonici 20 minuti – un territorio dalle squisite offerte turistiche e di ospitalità, una fetta di storia del ciclismo con la salita del Monte Bondone che racconta di vicende epiche foto NeWSpoWer CANoN

foto NeWSpoWer CANoN

proprio con Charly Gaul. Ma se qualcuno, dal palato fino, cerca quel qualcosa in più, diverso dalle altre gare, allora non ci sono paragoni. La Leggendaria Charly Gaul è l’unica, l’unica in Italia a regalare la possibilità di partecipare al Campionato del Mondo per Cicloamatori – l’UCI World Cycling Tour – che, guarda caso, si svolgerà pure a Trento e sul Monte Bondone. La data da segnarsi sul taccuino è quella del 19-21 luglio, e se siete granfondisti DOC segnatevi anche un bel week-end lungo dal 19 al 22 settembre, entrambi periodi favorevoli per trascorrere qualche giornata di sport e relax con la famiglia o gli amici. Prima di entrare nel dettaglio de La Leggendaria Charly Gaul con i suoi percorsi, quest’anno solo due, è d’obbligo annunciare che alla finale, ovvero al Campionato del Mondo di settembre, sono ammessi i migliori classificati (25%) di ciascuna categoria. E questo succede in ognuno dei 13 appuntamenti di “Coppa del Mondo” che si svolgono in altrettanti Stati. Per gli italiani, dunque, la partecipazione al Campionato del Mondo è quanto mai facile, a patto di classificarsi fra i migliori della propria categoria. La Leggendaria Charly Gaul, prestigiosa terzultima tappa dell’UCI World Cycling Tour, è ormai ben conosciuta. è apprezzata per la partenza nella suggestiva Piazza Duomo di Trento, per il GPM a Palù di Giovo, paese che ha dato i natali alla dinastia dei Moser e a Gibo Simoni, ma soprattutto per la scalata del Monte Bondone, con due


gazione per i giovani ciclisti, un modo per promuovere la pratica del ciclismo e per far avvicinare i più piccoli a questo splendido sport. La gimkana è gratuita e riservata a bambini tesserati (possibilità di tessera giornaliera al costo di € 15,00). Per un pomeriggio, genitori e figli si scambieranno i ruoli e tutti gli iscritti a La Leggendaria Charly Gaul potranno portare i propri figli a provare questo circuito ad ostacoli, e renderli partecipi della bellezza del ciclismo. Il giorno dopo poi, saranno i bambini a fare il tifo e ad incitare i propri papà o le proprie mamme sui tornanti del Monte Bondone! Altra “chicca” del 2013 è l’inserimento de La Leggendaria Charly Gaul nel Campionato Triveneto. Per l’occasione l’APT Trento, Monte Bondone Valle dei Laghi ha approntato degli speciali pacchetti ospitalità a partire da foto NeWSpoWer CANoN

differenti distanze e relativi dislivelli, pronti per granfondisti dalle diverse preparazioni ed ambizioni, una mediofondo di 58,6 km e 2.011 metri di dislivello ed una granfondo di 142,5 km con 3.964 metri di sole salite. Di nuovo, paragonato al 2012, il percorso propone, dopo il GPM di Palù di Giovo, un allungamento in falsopiano e breve discesa fino a San Michele, col tratto di rientro a Trento che da Lavis fotocopia fedelmente quello del 2012. La granfondo, dopo l’arrivo in città, scende fino ad Aldeno con la prima ascesa del Monte Bondone dal versante est di Garniga, tradizionale scollinamento a Viote e successiva discesa fino in Valle dei Laghi, passando per il lago di Cavedine, il lago di Castel Toblino con transiti a Padergnone, Vezzano e Terlago, prima di riaffrontare all’insù il Monte Bondone da Sopramonte e Candriai, col “finish” a Vason. Il percorso mediofondo è identico al “lungo”, fino al ritorno a Trento da San Michele, poi affronta in toto la salita Charly Gaul del Monte Bondone, quella “vera” che il campione lussemburghese fece diventare storica con la sua vittoria in occasione della cruciale tappa del Giro 1956. Venerdì 19 luglio ci sarà la cronometro di 24,23 foto NeWSpoWer CANoN km, determinante pure quella per la qualifica al Mondiale per Cicloamatori UWCT Trento Final 2013 di settembre, con partenza e arrivo a Cavedine e giro con scor- 118,00 euro, il periodo del 19-21 luglio è ottimo per un piacevole weekci da cartolina in Valle dei Laghi e lungo le rive del lago di Cavedine. end tra sport e turismo. La quota agevolata comprende 2 notti (venerè già realtà anche il pacco gara, con l’originale mantellina antivento dì e sabato) in agritur, B&B, hotel con trattamento di pernottamento ed idrorepellente personalizzata La Leggendaria Charly Gaul, con ve- e prima colazione rinforzata (prezzo per persona in camera doppia), stibilità anatomica ed il fondo busto più lungo nel retro per proteggere partecipazione agli eventi organizzati nel week-end della Granfondo, e dagli spruzzi. Sarà dotata di parti catarifrangenti per poter pedalare in per gli accompagnatori è compresa anche la “Trento rovereto Card” sicurezza anche al buio. Nel pacco troveranno posto anche integra- con visita guidata ai musei e al centro storico di Trento con brindisi di tori e prodotti alimentari trentini. TrentoDOC. Un’altra novità è in programma per sabato 20 luglio, in Piazza Duomo Il numero massimo di ammessi alla granfondo è di 2.500 partecipanti a Trento, un evento per avvicinare i ragazzini alla pratica del ciclismo. Si e 250 per la cronometro: chi ha intenzione di “esserci” deve affretterrà infatti una gimkana dedicata ai ragazzi tra i 7 e gli 11 anni, organiz- tarsi, oltre metà dei posti a disposizione sono già stati prenotati nel zata in collaborazione con l’U.S. Aurora PVB e il Comitato Provinciale mese di marzo. Trentino FCI. L’evento vuole essere un momento di festa e di aggre- Info: www.laleggendariacharlygaul.it


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GIOCO DI SQUADRA a cura di NICOLETTA BRINA

nicoletta.brina@gmail.com

ClAuDio CoStAbile eNtrA Nel teAm borello DA “ONE MAN ShOW”, A ELEMENTO ChIAVE DI UN GrUPPO DI AGGUErrITISSIMI CICLISTI. SI LAVOrA PEr LA SQUADrA E CON LA SQUADrA, CONTANDO TUTTAVIA SUL SUPPOrTO DEI COMPAGNI QUANDO SI SCEGLIE LA VIA DELLA FUGA. CAMBIA LA MENTALITà MA NON LA VOGLIA DI VINCErE E rICOPrIrSI DI… COLOrI.

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Fino alla scorsa stagione, il forlivese Claudio Costabile era un “one man show”, uno che correva, facendo tutto da solo, senza gregari né uomini che lo aiutassero a contrastare gli avversari. Affiliato alla Scat di Forlì fino al 2012, ora ha scelto di mettere la sua grinta e la sua esperienza a servizio di una squadra che, contestualmente, può aiutarlo a contrastare avversari sempre più agguerriti. Da quest’anno sarà un atleta del team borello, come mai questa scelta? «In precedenza ero tesserato con la Scat di Forlì, ma correvo da solo. Quest’anno sono passato al Team Borello, perché ero stanco di correre da solo e inizio a fare fatica a controllare tutti. Nei primi anni di gare in solitaria, ero un ciclista nuovo, quindi non mi conoscevano

e riuscivo così a fuggire dalle persone più forti. Oggi invece le squadre mettono dei corridori dietro a me, per controllarmi. Io nel contempo poi, inizio a faticare nel restare a ruota dei più forti. Purtroppo – o per fortuna – sono uno che in gara si mette in evidenza, che viaggia parecchio ed il fatto di stare in un team, mi permette di mettermi a disposizione degli altri, ma contando comunque sul lavoro di squadra.»

foto bbpHotoS.it

Claudio Costabile

Chi ha trovato in squadra con lei? «Il roaster conta Fabrizio Amerighi, ex pro, Brunelli, Eric Balducci, Rudy Righi, gente che ha buon ritmo e che tiene la testa della corsa. Tra noi c’è feeling e un buon lavoro di squadra, per cui chi si sente bene in gara, viene aiutato, si fa la tattica e decidiamo come procedere. L’obiettivo è quello, in ogni caso, di far vincere la squadra.» Com’è il passaggio dalla tattica in solitario a quella di squadra? «Indubbiamente, avere una squadra alle spalle fa stare più tranquilli, anche perché si riesce a tenere sotto controllo gli avversari, difendere ed attaccare, fare attenzione ai contropiedi. È una logica completamente diversa da quella cui ero abituato: prima ero io stesso la

mia squadra, quindi dovevo ricoprire più ruoli. Da solo ho le stesse possibilità di partecipare le fughe, ma in squadra si può comunque essere protagonisti, avendo le spalle coperte.» quali progetti ha per il 2013? «Inizialmente mi vorrei riscattare a 360 gradi perché l’anno scorso è stato un anno morto. Nel 2011 avevo fatto molto bene, mentre l’anno passato ci si è messa di mezzo la sfortuna con un incidente che mi ha tenuto per un bel po’ di tempo lontano dalle competizioni. Al mio ritorno ero molto stanco, avevo dovuto lavorare duramente per rimettermi in sesto ed alla fine ne è uscito un anno molto cauto. Nel 2013 vorrei andare a caccia di gare belle, in special modo quelle i cui colori vanno a finire nella maglia!» Ha già debuttato in stagione? «Ho fatto qualche gara da allenamento, a circuito, per testare un po’ la forma, poi si punta sempre all’italiano, al mondiale e all’europeo e si inserisce una volta l’anno una gara più grande: l’anno passato sono stato a New York, quest’anno ancora non ho programmato nulla. Tra l’altro, con Matteo Montaguti ogni anno trascorro 10-15 giorni alle Canarie poi c’è il periodo di ferie, insomma, è tutto in divenire per il 2013. Il mio grande sogno sarebbe girare il mondo in bici a far gare, il problema è di natura economica, dal momento che per ora è tutto a carico mio… Ma quanto sarebbe bello!»



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GRANFONDO PAOLO BETTINI a cura di PLAYFULL

info@playfull.it

quAttro pASSi trA moStre e muSei BUS NAVETTA PEr IL MUSEO DELLA GEOTErMIA DI LArDErELLO. DA VISITArE ANChE IL MUSEO GUErrIErI E ArTIGIANI, CASA BICOCChI, LE FOrNACI DA CErAMICA E IL TOrrINO MEDIEVALE. NUMErOSE LE CONVENzIONI ALBErGhIErE. APPUNTAMENTO IL 14 APrILE A POMArANCE (PI).

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pomarance (pi) – Non ci sarà solo ciclismo alla 16a Greenfondo paolo bettini – la Geotermia del 14 aprile a pomarance. Gli atleti, ma soprattutto gli accompagnatori potranno infatti trascorrere un weekend all’insegna della cultura. il Velo etruria pomarance metterà a disposizione un bus navetta gratuito che porterà al museo della geotermia di larderello (http://geomuseo.enel.com/). Un museo fortemente multimediale, che racconta la storia dell’energia geotermica, illustrando attraverso dei modelli le tecniche di ricerca e di perforazione. Davvero una buona introduzione alla visita di questo territorio. A pomarance sarà possibile visitare il museo Guerrieri e Artigiani di palazzo ricci (http://www.lakinzica.it/museo-guerrieri-eartigiani-palazzo-ricci-pomarance), dove si trovano i resti archeologici rinvenuti tra i fiumi Cecina, Sterza e Cornia: un’area abitata sin

dal Paleolitico, che fu poi occupata anche da Etruschi e romani. Tra i tanti reperti, il museo custodisce la stele monumentale del VI secolo a.C. con guerriero o sacerdote con machaira (lungo coltello usato come arma o strumento sacrificale), un’iscrizione funeraria del cavaliere romano Marius Montanus (II secolo d.C.), bronzetti votivi e statuette romane. Non vanno poi dimenticati il ciottolo di calcare con inciso un bisonte, risalente all’età del rame e proveniente dalla necropoli preistorica di lustignano, armi e oggetti della vita quotidiana e una statuetta definita “il Giove silvano”. All’interno di palazzo ricci si trova Casa bicocchi. Tipico esempio di dimora borghese, è un edificio ottocentesco che conserva gli arredi originali: cucine, sala da pranzo, mobili, la Camera rossa (imponente e suggestiva per le pitture del soffitto e la tinta dei tendaggi), la Camera della Fanciulla (interamente

arredata con mobili in bambù), la stanza dei giocattoli, la cappella privata e la biblioteca. Sempre a pomarance è consigliabile una sosta alle Fornaci da Ceramica di via dei Frantoi (databili tra il xVI e il xVII secolo), uno degli impianti artigianali più importanti del territorio, e al torrino medievale, che fa parte dell’antica cinta muraria. proprio nell’ottica di promozionare e far conoscere al meglio il territorio, il Velo etruria pomarance ha messo a diposizione un’ampia scelta di strutture alberghiere e di agriturismi dove pernottare, visionabili al link http://veloetruriapomarance. it/2011/?page_id=229. iscrizioni: € 30 fino a giovedì 11 aprile. Da venerdì 12 aprile e fino alle ore 9.00 di domenica 14 aprile la quota d’iscrizione sarà di € 40. info: http://veloetruriapomarance.it/2011/

La geotermia è una tra le maggiori attrazioni della Granfondo Paolo Bettini

foto plAYFull NiKoN



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MARCIALONGA CYCLING CRAFT a cura di NEWSPOWER

pressoffice@newspower.it

Al ViA il 26 mAGGio 2013 UN VIAGGIO IN 3D IN MEzzO ALLE DOLOMITI, TrA PAESAGGI SUGGESTIVI E LAGhI “INCANTATI”. DUE PErCOrSI EMOzIONANTI, UNA MINICYCLING PEr I PIù PICCOLI E QUOTE DI PArTECIPAzIONE INVArIATE rISPETTO ALL’EDIzIONE SCOrSA.

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Diario del ciclista. Data terrestre: 26 maggio 2013. Nome: Marcialonga Cycling Craft 2013. Non siamo sull’Enterprise del capitano Kirk, certo, ma la visione del paesaggio dove si svolgerà la Marcialonga Cycling Craft sarà a dir poco… stellare. Il countdown è ormai agli sgoccioli così come il timer di allenamento, che con un “tic tac” inesorabile scandisce l’ultimo mese utile per preparare gambe e testa alla settima edizione della maratona su due ruote targata “Marcialonga”. Scoprire i due nuovi tracciati sarà come atterrare su un pianeta sconosciuto nel quale ogni tratto, salita o discesa, nasconderanno fatica ed emozioni tutte da scoprire. Ben 66 km con 750 m di dislivello per la mediofondo, 116 km e ben 2.352 m di dislivello per la granfondo. Tutto partirà e finirà a Predazzo, cuore pulsante della “Cycling”, ma con un intermezzo davvero emozionante attraverso la Val di Fiemme, la Val di Fassa e l’Alto Adige. Dallo start si prende direzione Molina di Fiemme, pedalando in piano per 17 km, un riscaldamento soft per i muscoli prima di sentire sulle gambe la prima (comunque graduale) salita di 7 km che conduce al Lago di Stramentizzo prima, e, oltrepassato Capriana, ad altri 5 km all’insù, dove la catena sembra poco fluida nei punti al 13% di pendenza che portano per la prima volta all’interno del Parco Naturale del Monte Corno ad Anterivo (Bz). Da qui ci si lascia andare per una

decina di chilometri, prima di imboccare la SS48 delle Dolomiti, porta spazio-temporale a partire dalla quale si iniziano a tirare le somme sull’andamento di gara. Le Dolomiti intanto osservano silenti, mentre le salite si susseguono tra i paesi di Carano, Daiano e Varena, e per altri 5 km verso il Passo Lavazè (pendenza media al 10%). Per i mediofondisti la fatica è quasi finita perché dopo il Passo di Pramadiccio potranno lanciarsi nella ripida discesa verso Tesero, riattraversando la Val di Fiemme ed arrivando al traguardo di Predazzo. Per gli altri, i più intrepidi, la missione Marcialonga 2013 non è ancora finita. L’obiettivo è ora il Passo di Pampeago, con i suoi 7 km di salita e punti al 17% dove i “reattori” di spinta paiono aver perso energia. Ma la ricarica è dietro l’angolo, quando il viso farà da sparti-aria lungo i 12 km di discesa mozzafiato (passando da Obereggen fino a Ponte Nova) e l’assetto sul mezzo sarà fondamentale per gestire lo sbalzo altimetrico dai 2.000 agli 885 m. Il viaggio “spaziale” nel 3D dolomitico, riporta alla realtà: solo il Lago di Carezza con i colori dell’iride dà forse un leggero sollievo, diventando quasi un’allucinazione, dopo i 14 km di salita con rettilinei e pendenze al 6% per i primi 5 chilometri a cui segue un percorso più dolce. Conquistato il Passo di Costalunga a 1.752 m (transito anche del Giro d’Italia alla vigilia della Cycling), ci si potrà lasciar trasportare dalla forza di gravità lungo la vertiginosa

foto NeWSpoWer CANoN

La partenza dell’edizione 2012 della Marcialonga Cycling


Le novità non finiscono però qui, con i due percorsi. Per la prima volta quest’anno, la Marcialonga Cycling Craft diventa anche… Minicycling, con la mini gara aperta alle giovani leve (dai 7 ai 16 anni) della bicicletta, in pista su un breve circuito cittadino di 850 metri. Una vigilia quindi tutta all’insegna delle due ruote e del divertimento. Bisogna solo assicurarsi il proprio posto in griglia, approfittando delle quote di iscrizione invariate rispetto allo scorso anno: 28 euro per chi si iscrive entro il 30 aprile – 33 euro per chi si iscrive dal 1° al 24 maggio – 40 euro per chi si iscrive sabato 25 maggio. L’importo può essere versato tramite bollettino postale sul conto 316380 intestato a Sci Club MArCIALONGA – 38037 Predazzo (TN) o con bonifico bancario su IBAN IT27 S081 8435 2800 0000 0083 816 Cassa rurale di Fiemme. La Marcialonga Cycling Craft è parte dei circuiti Giordana, Nobili e Supernobili. Inoltre, l’evento ciclistico è il secondo della Combinata Punto3 Craft, che somma i punteggi degli eventi Marcialonga ovvero la ‘Cycling’, la recente granfondo invernale di fine gennaio e la podistica Marcialonga running, quest’anno in calendario il 1° settembre.

foto NeWSpoWer CANoN

discesa fino a Vigo di Fassa. Da qui, passando da Soraga e Moena, si atterrerà nuovamente a Predazzo dove ci si potrà levare il casco e, con un sospiro di sollievo e con la meraviglia negli occhi, scendere dalla bicicletta e toccare nuovamente il suolo terrestre. foto NeWSpoWer CANoN

foto NeWSpoWer CANoN

Tutte le informazioni su novità, iscrizioni, tracciati e il mondo Marcialonga Cycling Craft sono disponibili nella sezione “Cycling” del sempre aggiornato sito della manifestazione (www.marcialonga.it), ulteriore conferma di quanto l’organizzazione targata sia sempre al passo con i tempi e attenta ai propri marcialonghisti. L’ultima frontiera della settima edizione della Marcialonga Cycling Craft è alle porte. Il decollo fissato il 26 maggio è ormai imminente!


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GRANFONDO BELLUNESE SHOCKBLAZE

nicoletta.brina@gmail.com

a cura di NICOLETTA BRINA

AppuNtAmeNto il 19 mAGGio EDIzIONE NUMErO 4 PEr IL CYCLING TEAM BELLUNESE CUI SI AFFIANCA L’IMPOrTANTE MArChIO TrEVIGIANO. ISCrIzIONI ANCOrA APErTE E VOLTI NOTI DEL CICLISMO PEr UNA MANIFESTAzIONE ChE OFFrE L’OPPOrTUNITà DI VISITArE LOCALITà MErAVIGLIOSE E ChE STrIzzANO L’OCChIO ALLE DOLOMITI. IN GrIGLIA DI PArTENzA ANChE IL CAMPIONE IrIDATO MArINO BASSO.

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Il 19 maggio torna per la sua 4ª edizione, la Granfondo Bellunese Shockblaze, organizzata dal Cycling Team Bellunese e che fa parte dei Circuiti Alpe Adria Tour, Amatour World cup 2013, Criterium Leon d’Oro, Gran Combinata della rivista Ciclismo e Circuito Dalzero.it. Due realtà, quali lo sport bellunese ed il marchio Shockblaze, di grande importanza e che si uniscono per dare vita, in futuro, ad un evento senza precedenti. Partenza alle 8,30 e arrivo in piazza Martiri a Belluno, location rinnovata, per lanciarsi su due percorsi inediti, uno lungo da 130 km e dislivello 2.655 m e il corto da 87 km e un dislivello di 1.661 m. Tre le salite principali ed alcuni strappi che attraversano l’intera provincia di Belluno. Un percorso per metà rinnovato e pensato per immergere il ciclista negli splendidi scorci della Valbelluna,

alle porte delle Dolomiti. Le zone più belle, degne senza meno di una visita, si trovano dalla parte dell’Alpago e Nevegal. Con la granfondo, si andrà a percorrere il perimetro, per metà, del lago di Santa Croce, altra bellezza locale. Nel prezzo del biglietto sarà compresa, oltre al pasta party ed ai ristori lungo la gara, anche la cena del gran galà del sabato precedente il via, con tanto di spettacolo di bike trial, con il campione Alberto Limatore. A ciò si aggiungerà anche un convegno sullo sport al quale prenderanno parte Andrea Bartali, il campione del mondo Marino Basso, oltre a medici dello sport ed altre personalità, nonché la scuola di ciclismo per i più piccoli. Tra le novità di questa edizione, anche la totale esclusione dalla competizione dei ciclisti che hanno avuto condanne per doping.

La collaborazione con Shockblaze, main sponsor della gara, porterà ad interessanti premi per i vincitori della manifestazione, in termini di materiale tecnico, tra i quali 2 telai in carbonio top di gamma e ben 13 biciclette. ha già dato la sua adesione, per prendere parte alla manifestazione, anche Marino Basso, campione vicentino iridato a Gap 1972 e diverse sono già le iscrizioni pervenute alla segreteria organizzativa della Granfondo Bellunese Shockblaze, evento che ha rinnovato l’abbinamento con la Fondazione Gino Bartali. Per i ciclisti che si iscriveranno fino al 30 aprile, la quota è stata fissata nella cifra di 25 euro. Per coloro che invece si iscriveranno dal 1° al 15 maggio, la quota sarà di 30 euro. Per coloro, infine, che decideranno di iscriversi solamente all’ultimo momento, vale a dire nelle giornate del 18 o del 19 maggio, la quota sarà di 35 euro.

COMUNE DI BELLUNO

4a edizione

Granfondo

Bellunese Bellu

BELLUNO

19 maggio 2013 RICCHI PREMI PER SINGOLI E SOCIETÀ Gran-galà del sabato sera con cena e intrattenimento per tutti gli iscritti

www.granfondobellunese.it info@granfondobellunese.it



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LIFECODE INTEGRATORI a cura di NICOLETTA BRINA

nicoletta.brina@gmail.com

«per DAre il meGlio, Ci Vuole il meGlio» DOPO UN ANNO E MEzzO DALLA NASCITA DEL BrACCIALE SALVAVITA, VALErIO MArCELLI, PATrON DEL MArChIO, LANCIA LA SFIDA ALL’INTEGrAzIONE ALIMENTArE. IL FArO è IL MIGLIOrAMENTO DELLA VITA NON SOLO DELLO SPOrTIVO, MA DI OGNI PErSONA ChE TENGA AL PrOPrIO BENESSErE PSICOFISICO. PrODOTTI DI ALTA QUALITà E ChE NON LASCIANO NULLA AL CASO PErChÉ, SU CErTI TEMI, PrOPrIO NON SI SChErzA.

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Il patron del bracciale salvavita Lifecode, Valerio Marcelli, rilancia: una nuova sfida alle porte, tutta dedicata all’integrazione alimentare, forte di un’esperienza di lunga data acquisita in passato. Solo un anno e mezzo fa, è arrivato Lifecode, il braccialetto per sportivi, ma non solo, contenente una chiave usb nella quale caricare tutti i dati sensibili connessi alla salute di chi lo indossa. Una innovazione in grado di rivoluzionare anche il campo del primo soccorso. Ecco che oggi la linea Lifecode si arricchisce ulteriormente, aprendosi all’ambito dell’integrazione alimentare. Una nuova sfida, ma una direzione comune rispetto al bracciale: migliorare la vita. marcelli, com’è nata l’idea di creare una linea di integratori lifecode? «Grazie all’esperienza acquisita in diversi anni nel settore dell’integrazione alimentare, si è deciso di dare vita a questa nuova attività. L’intenzione era quella di creare una linea di integratori che ben conciliasse le esigenze del consumatore moderno, le richieste del mercato e la particolare congiuntura economica che stiamo vivendo: Lifecode è appunto la sintesi di queste tre direttrici. L’obiettivo – centrato – è stato infatti quello di realizzare dei prodotti di altissima qualità con il giusto prezzo. Il risultato è stato ottenuto con la costituzione di un’azienda con contenuti costi di gestione, ciò anche grazie alla razionalizzazione ed automatizzazione degli aspetti logistici. Tra l’altro tutti i prodotti sono formulati e certificati Iso9001. Ci sono peraltro degli aspetti comuni al braccialetto, a partire dalla filosofia: si tratta infatti di prodotti indispensabili a qualsiasi tipo di attività, con l’unica differenza data dal fatto che il bracciale salva la vita, gli altri la migliorano.» A chi si rivolgono questi prodotti? «Si parla di polveri, capsule e compresse altamente performanti per sportivi professionisti, atleti non competitivi, persone che hanno la necessità di recupero post operatorio, donne post parto, persone logorate dallo stress. Non vogliamo creare un prodotto specifico per lo sportivo, ma che si adatti ad ogni tipo di carenza, a tutti coloro che siano attenti alla propria forma mediante un supporto nutrizionale di alto livello. Tra l’altro, c’è un’apertura anche nei confronti di tutte quelle attività che rientrano tra gli sport non ordinari, ma che stanno nascendo e si stanno

sviluppando negli ultimi anni. Nella creazione di questa linea abbiamo sposato una filosofia ben precisa, vale a dire che la missione di Lifecode è quella di dare il meglio in ogni situazione, con prodotti di altissima qualità, partendo dall’assunto che per dare il meglio, ci vuole il meglio.»

«Ci sono prodotti specifici per il benessere quotidiano, ad esempio per la donna nella fase post parto, nonché prodotti dedicati ad un recupero che non sia sportivo. Ci sono prodotti che sono formulati in maniera diversa a seconda che siano rivolti al pubblico femminile o a quello maschile.»

quali sono i prodotti di punta della gamma? «A livello di novità, siamo i primi a realizzare una barretta proteica non ricoperta di cioccolato per chi va in bici e percorre lunghe distanze, la Mass Bar®. La mia specialità è poi la classica barretta alla pasta di mandorla morbida. Viene data particolare attenzione al recupero dallo sforzo, con due prodotti: R-Code® e Ipermass® che sono particolarmente indicati per il recupero psicofisico, il primo per distanze medie, il secondo per lunghe distanze. Abbiamo creato poi due gel, uno di veloce assimilazione, Enersprint®, e l’altro con una particolare maltodestrina specifica, arricchito di caffeina, l’Energel®. Una delle tante novità è anche Explosive Energy®, una fiala ricca di guaranà, caffeina e taurina, molto indicato per le granfondo e da assumere circa dieci minuti prima della partenza.»

A quale mercato si rivolge? «Al momento il mercato è quello italiano, ma avendo già creato un catalogo bilingue ci stiamo già guardando intorno ed abbiamo un importatore per il Benelux che, occupandosi della distribuzione dei bracciali, sarà anche importatore per i nostri integratori. Saremo anche sul nostro sito online www.life-code.it.»

Ci sono linee differenziate a seconda della tipologia di attività o di sesso dell’atleta?

Chi sono i volti noti degli integratori lifecode? «Sono sportivi di alto livello: intanto gli atleti della squadra Fantini, tra i quali Francesco Chicchi, Oscar Gatto, Mauro Santambrogio. Poi il Campione del mondo mtb, Ilias Periklis della Full Dynamix, nonché la bandiera del nuoto italiano, Filippo Magnini. Quest’anno poi i nostri prodotti entreranno a far parte del pacco gara di tre granfondo: la Granfondo Città di Riccione, la Granfondo del Capitano a Bagno di Romagna, e la Magnifica, importante granfondo forlivese, rientrata quest’anno nel circuito Prestigio.» Alcuni dei prodotti Lifecode



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PISA LIVORNO 2013 LA CLASSICA PER JUNIORES a cura di NICOLETTA BRINA

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AppuNtAmeNto il 28 Aprile LA PISA-LIVOrNO TOrNA DOPO UN ANNO SABBATICO GrAzIE A FOLGOrE BIKE. UNA MANIFESTAzIONE ChE, PUr ALLA SUA 6ª EDIzIONE, è GIà UNA CLASSICA PEr IL PANOrAMA JUNIOrES. 200 I CICLISTI ATTESI SULLA LINEA DI PArTENzA.

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La “Pisorno” torna in un nuovo formato, dopo la pausa sabbatica della scorsa stagione. La manifestazione dedicata agli juniores e che tiene unite ad uno stesso tavolo le realtà – storicamente contrapposte – di Pisa e Livorno, pone oggi al timone di comando l’associazione Folgore Bike ed il suo presidente Paolo Aghini. Il sodalizio, già organizzatore della Granfondo Inkospor di Casciana Terme, del 1° Elba Tour e della Cronosquadre del Tirreno, guarda al settore giovanile e si prepara ad essere ai blocchi di partenza il 28 aprile. Aghini, come è nata questa manifestazione? «La Pisa-Livorno, da quest’anno col nome di ‘Pisorno’, è giunta alla sua sesta edizione. È nata dall’idea di creare una gara dedicata agli juniores, basandosi sull’antagonismo tra le due città che poi nello sport, nel ciclismo, in questo caso, si riescono ad unire superando dunque il leggendario campanilismo. L’edizione 2012 non c’è stata per motivi tecnici e quest’anno invece è passata di mano alla Folgore Bike che gestirà la manifestazione per la prima volta. Con il coordinatore della gara, Claudio De Angeli c’era già stata una collaborazione in passato, avendo coperto ruoli di vertice per quattro anni all’interno del Comitato provinciale ciclismo di Pisa: mi ha contattato e proposto questo tipo di iniziativa che era rimasta ferma l’anno scorso, ed eccoci qua. Rimettere in calendario una manifestazione di questo genere ha immediatamente suscitato un forte interesse, anche perché nel tempo era diventata una sorta di classica per il ciclismo juniores, non essendo molto diffuse gare riservate alla fascia d’età 17-18.»


dire di no ad alcune squadre. Sappiamo bene che la richiesta c’è, ma anche negli anni scorsi si era obbligati a giungere al tetto massimo, senza poterlo superare. Per quel che riguarda le iscrizioni, queste dovranno essere effettuate tramite il ‘Fattore K’ della Federazione ciclistica italiana.» Avete esperienza in termini di settore giovanile? «Abbiamo sempre organizzato iniziative per giovanissimi, anche nell’ambito delle manifestazioni maggiori, ideando iniziative col-

foto liDiA pACHetti - FotoliA

lei è conosciuto come organizzatore di granfondo o comunque manifestazioni per “adulti”, in questo caso si rivolge ai più giovani: che differenza c’è? «La differenza è abissale: in comune, scherzando, ci sono solo le due ruote. Quando si parla di manifestazioni per amatori, si cerca di sviluppare un discorso sul profilo turistico sportivo, si cerca di smuovere l’entourage famigliare; in campo giovanile questo discorso non vale. Questa, essendo una manifestazione con squadre che lo fanno di mestiere, non può impostare il discorso sull’aspetto turistico, ma deve restare per forza di cose su quello sportivo. A livello organizzativo, è molto più semplice, una manifestazione giovanile, rispetto ad una per amatori: in questo caso infatti i 200 ciclisti che arriveranno gireranno sulle strade e finita la competizione sarà finito tutto. In una granfondo l’impegno è maggiore, perché occorre il controllo delle strade, vanno impostate iniziative collaterali, il pasta party ed i ristori ed i numeri dei partecipanti salgono inesorabilmente. Altra differenza sta

nell’aspetto economico: una gara giovanile deve essere finanziata da chi la organizza, poiché non ci sono quote di partecipazione, ma addirittura sarebbero previsti rimborsi alle società che partecipano, mentre le gare per adulti prevedono una quota d’iscrizione che copre in tutto o in parte le spese organizzative.» tornando nel merito della manifestazione del 28 aprile, quale sarà il tracciato di gara? «Il percorso è di 100 km, la partenza è da Lungarno Galilei a Pisa: la prima parte del percorso si svilupperà in questa zona, poi si prosegue verso la periferia, fino alle colline pisane, quando, affrontando la Salita del Gabbro e della Valle Benedetta si entrerà in territorio livornese. L’arrivo prevede la sfilata lungo viale Italia, fino alla suggestiva Terrazza Mascagni.» quanti ciclisti sono previsti? «Il limite imposto, purtroppo è di soli 200 partecipanti e sappiamo già ci spiacerà

laterali anche per i ragazzini. Ricordo un meeting nazionale giovanissimi, al quale hanno preso parte oltre 2.500 che hanno letteralmente invaso Pisa. Anche a livello di realtà locale e provinciale, si guarda molto al movimento giovanile e c’è, come Folgore Bike, insieme ad altre associazioni pisane, la volontà di investire molto su questo settore.» Come vede il movimento giovanile? «Investire sui ragazzini è senza dubbio un modo per assicurarsi la prosecuzione di questo sport nel futuro. L’interesse da parte dei giovani nei confronti del ciclismo c’è ed è un segnale importante questo per noi organizzatori: l’abbiamo visto in occasione delle manifestazioni ideate in passato per i giovanissimi, come le gimkane o il fuoristrada con la mtb, oppure con ‘Pisa abbraccia lo sport’, evento che ha visto in passerella tutti gli sport. Ebbene i ragazzi ci sono e hanno passione, devono solo trovare la strada giusta – e quella più corretta e sana – per seguirla.»


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GranFondo CITTÀ dI San BEnEdETTo dEL TronTo

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a cura di Nicoletta BriNa

UN EVENTO, TANTE ANIME IL 5 MAGGIO TORNA PER LA SUA 4ª EDIZIONE PER FOCALIZZARE L’ATTENZIONE SU UNA DELLE AREE PIÙ SUGGESTIVE DEL PICENO. TRA BORGHI MEDIEVALI E SCORCI MOZZAFIATO, UNA COMPETIZIONE CHE UNISCE IL GUSTO PER LA PEDALATA, A QUELLO PIÙ PRETTAMENTE GODERECCIO DELLA BUONA CUCINA. E PER CHI, ALLA GARA PROPRIO NON VUOLE RINUNCIARE, LA POSSIBILITÀ DI CONCORRERE ALLA GRAN COMBINATA DELL’ADRIATICO.

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L’appuntamento è il 5 maggio con la 4ª edizione della Granfondo Città di San Benedetto del Tronto Maremonti. La manifestazione organizzata dal Pedale Rossoblu, in collaborazione con il Comune di San Benedetto del Tronto – grazie alla disponibilità del primo cittadino Giovanni Gaspari e della sua Amministrazione – con la Sr Communication e l’Associazione albergatori Riviera delle Palme, torna ad animare questo territorio con importanti novità. A illustrarle, Sonia Roscioli, organizzatrice dell’evento. «La manifestazione costituisce la prima prova Tour Race, fa parte del Campionato nazionale granfondo e mediofondo ed è la terza prova del Marche Marathon. Può vantare un parterre di sponsor davvero importante, alcuni dei quali saranno presenti anche nell’area espositivo-tecnica: FRw, S-Lite, Cantina Ciù Ciù, Fifa security, BMC, Abus Italia, Pantacicli, Ridley, Simonelli moto, Inkospor, Moa, Nalini, Scicon, Sh+, BEemme, Centro Agroalimentare San Benedetto del Tronto. Sarà la piazza Giorgini, nel cuore di San Benedetto ad ospitare l’area destinata al ritiro pacchi gara e, appunto, la zona tecnica ed espositiva. In quella stessa area, il sabato pomeriggio si terrà l’attività di educazione stradale per i bambini e pure nella giornata di domenica, verranno fatte lezioni di spinning.»

Come si svolgerà la granfondo? «La partenza da piazza Giorgini è fissata alle 8.30, sebbene vi sia la possibilità di scegliere la partenza alla francese (dalle 7 alle 7.45) per chi opta per il percorso gourmet, ovvero un tragitto di soli 56,58 km tra i ristori di Spinetoli ed Acquaviva Picena, in mezzo alle colline. Un modo carino per scoprire i prodotti tipici di questa terra. L’arrivo, anch’esso, sarà nella stessa piazza, dopo aver percorso un circuito sul lungomare completamente chiuso e presidiato dalla Protezione civile.» Entrando nel merito dei percorsi, quali sono le loro caratteristiche? «Il percorso lungo è di 147 km con dislivello 2114 m, mentre il corto è stato alleggerito ed è ora di 91 km con 850 metri di dislivello. Entrambi vedranno la fase finale corrersi sul lungomare fino a tagliare virtualmente il traguardo della Tirreno-Adriatico. I luoghi che si incontrano sono davvero molto belli, da Montedinove a Montalto delle Marche, fino ad Offida che è un bellissimo borgo medievale, cui si aggiunge Carassai col suo stupendo castello. Il percorso nel primo tratto tra Spineto ed Offida propone gobbe impegnative, con una pendenza tra il 10 ed il 15 per cento, poi nel lungo c’è una salita che va da Rotella

l’organizzatrice Sonia roscioli con l’ex professionista di ciclismo Fabio roscioli e l’olimpionico Jury chechi

a Force che metterà alla prova la resistenza dei ciclisti, non tanto per la sua pendenza, ma per la sua lunghezza. Tutto sommato, è un bel percorso senza salite durissime, ma non è certamente da sottovalutare.» Iscrizioni e premi. «Ad oggi contiamo oltre un centinaio di iscritti, cui se ne aggiungono circa 400 che gravitano attorno al Marche Marathon. Possono avvenire online tramite il nostro sito www. granfondomaremonti.it fino all’ultimo giorno, anche nella mattina della partenza. Per quel che concerne i premi, la FRw, principale sponsor, mette in palio bici, caschi, cui si aggiungono prodotti messi a disposizione anche dalle altre aziende.» Una granfondo dalle tante anime… «Dalla collaborazione con il main sponsor della manifestazione FRw e con il suo patron, Claudio Brusi, cui va un sentito grazie da parte di tutta l’organizzazione, nasce la Grancombinata della Costa Adriatica 2013, due granfondo – in abbinamento c’è infatti la Granfondo FRw di Ravenna del 13 ottobre – al costo di una. La Granfondo è poi molto vicina ad una associazione, l’Asd Born to run, una squadra creata da un gruppo di amici sensibili a caso di Francesco, 8 anni appassionato di ciclismo di Porto Sant’Elpidio, un bambino autistico. La filosofia di questa società che si muove al motto di “Autism is for strong” è quella di utilizzare la bicicletta come terapia riabilitativa. Francesco, tra l’altro, sarà invitato alla granfondo insieme al padre e siamo felici di averlo.» Quali sono gli aspetti “di colore” della manifestazione? «Intanto, il pasta party o meglio, il pesce party, dato che sarà a base di pesce, appunto, si svolgerà all’Hotel Calabresi, una struttura molto importante di questa zona. Inoltre il pacco gara sarà molto ricco, proponendo prodotti tecnici con Inkospor, una bottiglia di vino della cantina Ciù Ciù, nonché una tessera sconto Pro-Store messa a disposizione dalla SciCon. Tra gli eventi a corollario della manifestazione, il mercatino di prodotti tipici che affiancherà l’area tecnica.»



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GranFondo CoSTa d’aMaLFI a cura di MirKo D’aMato

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TEAM KYKLOS ABRUZZO SU GLI SCUDI IL DEBUTTO IN COSTIERA È VINCENTE: 400 I CICLISTI AL VIA, PANORAMI DA CARTOLINA ED UN’ORGANIZZAZIONE IMPECCABILE DA PARTE DELLA MOVICOAST CHE SUPERA ANCHE I PROBLEMI – FRANE – DELL’ULTIMO MINUTO.

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Amalfi (Salerno) – «Quando un forestiero viene al Sud, piange due volte: quando arriva e quando parte» – afferma Alessandro Siani, nel film “Benvenuti al Sud”. Il Sud che emerge nel film è un luogo meraviglioso, nel quale la vita scorre con semplicità e spensieratezza, tutti sono felici, ospitali, disposti al colloquio, pronti a condividere quel tipo di legame sociale, accompagnato da un sentimento affettivo, vivo e reciproco, denominato amicizia. E se ad unire due o più individui, è una pratica di massa come il ciclismo, tutto è ancora più semplice. La prima edizione della Granfondo Costa d’Amalfi, oltre a rappresentare un indimenticabile ed esaltante momento di sport, è stata l’occasione per riunire diverse persone che nel tempo avevano sviluppato una simpatia, anche in maniera fortuita, mettendo a frutto i loro sforzi per promuovere questo evento. Una manifestazione unica nel suo genere, che i laboriosi dirigenti della Movicoast Sport e Turismo sono riusciti a trasformare in un momento indimenticabile. Siamo in costiera, località famosa in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica e dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, e il suo territorio eterogeneo, costituito da paesi che hanno un proprio carattere e tradizione, luoghi incantati e di difficile fruizione, come molte spiagge, ad eccezione di quelle ubicate sul fronte cittadino, raggiungibili attraverso lunghe scalinate o via mare, insieme a borghi medievali immersi nella verdeggiante natura delle coltivazioni a terrazza. Tornando al ciclismo, quello pedalato, l’e-

dizione inaugurale della Granfondo Costa d’Amalfi rappresenta un primo esame, brillantemente superato dalla giovane struttura organizzativa della Movicoast, che ha in Nicola Anastasio e Salvatore Lombardo le sue colonne portanti. Organizzare una Granfondo in costiera non è cosa facile, specie poi quando due frane costringono a modificare in “zona cesarini” il percorso. Per questo, già dalla prossima edizione della manifestazione, il tracciato sarà profondamente rinnovato, così da offrire ai partecipanti altri scorci incantevoli. Con ogni probabilità i 399 iscritti di questa prima edizione, tra dodici mesi saranno già raddoppiati, ma per l’esordio rappresentano un numero più che onesto. Ad imporsi, sia nella Granfondo che nella Mediofondo, il Team Kyklos Abruzzo:

Dmitri Nikandrov, dopo una lunga fuga in compagnia di Vincenzo Pisani (Mb Lazio Ecoliri), Roberto Cesaro (Cycling For All) e del compagno di squadra Manuel Fedele, riesce ad aver ragione sull’ex professionista Cesaro. Stefano Borgese, già vincitore in questa stagione della Medio Fondo del Conero Cinelli e Molisana, regola nel finale un ottimo Marco Sivo e regala al presidente Marco Piersante la vittoria nella Medio Fondo. Carmen Alabrese (Tranchese Cycling) vince la prova rosa. Cristina Bernardini (UISP Pescara) vince tra le donne nel medio. Per i dirigenti della Movicoast, l’evento Granfondo Costa d’Amalfi ha colpito nel segno. Oltre che per l’aspetto sportivo anche per quello ludico e promozionale con grande adesione da parte di accompagnatori e ciclisti alle iniziative proposte: tra queste, le visite guidate ad Amalfi, l’escursione nella riserva naturale della Valle delle Ferriere, il concerto “Il nostro Viaggio Jazz” all’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello. Uno spettacolo nello spettacolo con la partenza della Granfondo dal porto di Amalfi, per chiudere la fatica nel centro storico di Ravello, davanti ad addetti ai lavori, appassionati delle due ruote e tanti curiosi. Si è avuta anche l’opportunità di scoprire le doti umane e genitoriali di quel campione di ciclismo, che risponde al nome di Gilberto Simoni, vincitore di due Giri d’Italia, stagioni 2001 e 2003, pronto ad incitare in sella ad una mtb i ciclisti in erba, protagonisti delle manifestazioni promozionali e i cicloamatori della cronoscalata, prima di partecipare alla Granfondo.



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GranFondo InKoSPor

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a cura di PlaYFUll

E ALLA fINE NIENTE pIOGGIA SUI 1.100 CICLISTI ALLA FINE LA TANTO TEMUTA PIOGGIA SI È SOLO INTRAVISTA E NON HA ROVINATO LA BELLA FESTA. 1.100 I PARTENTI SUI 1.300 ISCRITTI. LA VITTORIA DELLA GRANFONDO VA AL LITUANO RAIMONDAS RUMSAS, MENTRE LA MEDIOFONDO SE L’AGGIUDICA LUCA MAESTRONI. TRA LE DONNE VITTORIA DELLA RINALDI SUL LUNGO E DELLA SCHARTMULLER SUL CORTO. LA CICLI GAUDENZI SI IMPONE TRA LE SOCIETÀ.

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Casciana Terme (pi) – Viste le previsioni del giorno prima, nessuno avrebbe mai sperato in tanta clemenza da parte di Giove Pluvio, che ha permesso che la 9a edizione della Granfondo Inkospor Casciana Terme si svolgesse nel migliore dei modi.

La corsa prende subito vita al termine del primo, breve, tratto turistico necessario per uscire dal centro urbano, con una serie di allunghi. La salita di Palaia opera la prima selezione e manda in fuga un gruppetto di sei atleti, tra cui Luca Maestroni. La testa della

corsa guadagna via via vantaggio, e la salita del Garetto, ma soprattutto la discesa di Castellina Marittima, resa umida dalla poca pioggia appena caduta, sfascia il gruppetto. In testa restano Francesco Cipolletta, Gianluca Mirenda e Luca Maestroni. Mancano ancora alcuni chilometri all’arrivo del percorso corto, ma dalle retrovie viene lanciata l’offensiva da parte del lituano Raimondas Rumsas e del compagno di squadra russo Alexander Zhdanov. Sull’ascesa di Madonnina dei Monti gli inseguitori colmano il gap e si uniscono ai fuggitivi. Ma la lotta non è terminata. Rumsas e il compagno lanciano alcuni scatti e scaricano il siciliano Mirenda. Intanto al bivio posto a 300 metri dall’arrivo, Maestroni sceglie di andare a cogliere la sua prima vittoria stagionale. la partenza

foto pLAYfULL NIKON

la griglia di partenza con alcuni ospiti di rilievo tra i quali il professionista della Vini Fantini Francesco chicchi

La bella festa del ciclismo amatoriale prende il via sabato 23 marzo, con l’apertura della maestosa Area Espositiva, che occupa in pieno la centralissima piazza Garibaldi. Si cominciano anche a distribuire i numeri di gara e il relativo pacco gadget, all’interno del quale spadroneggiano i prodotti Inkospor. Ma la festa del sabato non finisce qui, anzi continua la sera con la tanto attesa Cena del Ciclista, che ospita sotto la struttura più di cento persone: un vero successo a suo di prelibatezze toscane. Ore 8.30 di domenica mattina. Vengono aperte le griglie di partenza e 1.100 ciclisti, dei 1.300 iscritti, prendono il proprio posto in attesa della partenza prevista per le ore 9.30.

foto pLAYfULL NIKON


Dietro di lui intanto recuperano Massimiliano Grazia e Marco Morrone, che decidono il secondo posto in volata a favore di Grazia. Sul percorso lungo restano il lituano e il russo, che continuano la loro cavalcata guadagnando sempre più terreno, giungendo indisturbati all’arrivo a braccia alzate. Dietro di loro sono il palermitano Giuseppe Di Salvo, il parmense Enrico Saccomanni e Marco Da Castagnori a tentare il rientro, ma senza successo. È il sifoto pLAYfULL NIKON

foto pLAYfULL NIKON

Maestroni guida la testa della corsa

Gli inseguitori l’arrivo vittorioso di raimondas rumsas e del compagno di squadra alexander Zhdanov foto pLAYfULL NIKON

ciliano a salire sul terzo gradino del podio. Vittoria avventurosa in ambito femminile per la fiorentina Ilaria Rinaldi, rimasta vittima di un guasto meccanico che l’ha costretta a fermarsi per alcuni minuti per risolvere il guaio, perdendo, successivamente, anche un pattino del freno posteriore. Dietro di lei giungono Alina Casillo e Karen Alice Doljak. La corsa rosa sulla mediofondo vede la vittoria della meranese Astrid Schartmuller, che precede l’emiliana Ilaria Lombardo e Francesca Martinelli. Tra le società dominio dell’aretina Cicli Gaudenzi, che lascia sul secondo gradino del podio il GS Futura Cicli Sport Zapier e il GS Poccianti sul terzo. Si chiude con l’immancabile pasta party e le veloci premiazioni questa splendida edizione della manifestazione cascianese, assegnando anche il titolo di campione italiano Geometri Liberi Professionisti. Termina quindi in bellezza la terza prova del Giro del Granducato di Toscana, che dà appuntamento a Pomarance (PI) il 14 aprile, per la Green Fondo Paolo Bettini – La Geotermia.


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SICUrEZZa aL FIanCo dEI CICLISTI a cura di GiaNlUca BarBieri

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SCORTE TECNICHE E MOTO STAffETTE: NON CONfONDIAMOLE! NELLE GARE CICLISTICHE, IL SERVIZIO SCORTA, SI TROVA IN PRIMA LINEA INSIEME AGLI ATLETI. FUNGE DA BRACCIO OPERATIVO DEL DIRETTORE DI CORSA ED UFFICIALIZZA LA SOSPENSIONE TEMPORANEA DEL TRAFFICO.

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Dopo aver parlato della differenza tra Giuria e Direzione di corsa e degli addetti ASA, oggi viene indirizzata l’attenzione verso un’altra figura determinante nelle gare ciclistiche: le moto al seguito. Molto spesso, le funzioni di queste moto, non sono ben chiare nemmeno agli addetti ai lavori e tanto meno ai corridori, ma sono determinanti per la buona riuscita di una competizione. Entrando nel merito del discorso, vi sono due tipologie di moto al seguito di una gara ciclistica: da una parte la Scorta tecnica, dall’altra le Moto staffette. Agli occhi dei meno accorti, tutte le moto paiono uguali, ma non è così: se analizziamo le dotazioni delle Scorte Tecniche, vedremo che sono diverse da quelle delle Moto staffette. Anche la loro funzione è ben diversa: le Scorte Tecniche, di fatto, si muovono in coppia davanti ai corridori e sono autorizzate, in assenza di Polizia Stradale, a sospendere temporaneamente il traffico, dunque laddove un veicolo dovesse incontrare una gara ciclistica, alla vista dell’auto di Inizio Gara Ciclistica e della Scorta Tecnica, sarebbe obbligato a fermarsi alla sua destra fino al transito dell’auto Fine Gara Ciclistica. La Scorta Tecnica non sostituisce le forze dell’ordine, ma le rappresenta in loro assen-

foto LEONARDO OLMI

la pattuglia della Polizia Stradale protegge i ciclisti come scorta tecnica

za, non svolge funzioni di segnalazione e non ammette il trasporto di passeggero. Diversamente, la Moto staffetta è una moto con un addetto che può svolgere numerosi incarichi: può trasportare passeggeri, come fotografi, cineoperatori, giudici, può segnalare pericoli e aiutare la carovana a muoversi

le Moto staffette pronte a segnalare eventuali pericoli

in sicurezza, facendo la spola tra il gruppo e sostituendo, al bisogno, anche il personale a terra negli incroci o fermandosi per intimare lo stop ai veicoli che arrivano dal lato opposto. Come detto, le dotazioni tra le due figure sono differenti: gli uomini della Scorte Tecniche indossano casacche gialle o arancioni (un tempo erano grigie), riportanti la dicitura ben visibile “Scorta Tecnica”, così come sul casco, mentre la moto ha installata una bandierina arancione sul retro, associata, talvolta anche al lampeggiante arancione telescopico. Le Moto staffette invece, non hanno l’obbligo di riportare diciture particolari, né di dotazioni come nel caso delle Scorte Tecniche. Sia le Moto staffette che le Scorte Tecniche, sono soggette a corsi di formazione tenuti oggi solo dalla Federazione Ciclistica Italiana e il loro patentino viene rilasciato previo esame dalla Polizia Stradale. Il patentino è vincolato alla patente di guida, quindi in caso di ritiro della patente, verrà immediatamente ritirato il patentino, poiché le Scorte Tecniche sono inserite in un Albo Nazionale della Polizia Stradale.


GIro aEon

a cura di roBerto ZaNetti

Caratteristiche Tecniche

Giro aeon Matte Black/red explosion

Il casco aeon di Giro è la combinazione vincente tra leggerezza, comfort e prestazioni di raffreddamento. Immaginate un casco che vi da benessere ogni volta che siete in salita o che aumenta la temperatura... Fino a ora non si poteva ottenere benefici tra una combinazione di leggerezza e una migliore ventilazione in un unico prodotto. aeon offre anche la raffinata sensazione del roc Loc 5 (sistema di chiusura sulla nuca) e un innovativo rinforzo della struttura di protezione termoformata. aeon rappresenta per Giro un casco di alta gamma, tecnologicamente avanzato; il perfetto equilibrio tra peso, aerazione e praticità.

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Giro aeon Highlight Yellow/Black


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GranFondo dEL ConEro CInELLI a cura di PlaYFUll

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MACCANTI VINCE DI pOTENZA CON QUASI 1.300 ISCRITTI E 1.200 PARTENTI SI È CHIUSA LA GRANFONDO DEL CONERO CINELLI. OTTIMA LA PARTECIPAZIONE DEI SENZA FRETTA. MICHELE MACCANTI SI IMPONE SULLA GRANFONDO, MENTRE STEFANO BORGESE SI AGGIUDICA LA MEDIOFONDO. VITTORIA DI SANDRA MARCONI NELLA CORSA ROSA DELLA GRANFONDO, MENTRE LA VALENZANA RAFFAELLA PALOMBO FA SUA LA MEDIOFONDO. LA DIRIGENZA: “OTTIMA LOCATION CHE NON CAMBIEREMO”.

guimento del fuggitivo. Maccanti non si lascia intimorire e, un po’ la sua azione decisa, un po’ i suoi “cugini” della Cicli Copparo Krys e Dazzani che gli coprono le spalle, chiudendo su tutte le azioni, riesce ad aumentare progressivamente il suo vantaggio. Poco prima dell’ascesa al Monte Conero, Maccanti registra un vantaggio di 3’40”, che gli è sufficiente a presentarsi sul rettilineo dell’arrivo sorridente e a braccia alzate. Alle sue spalle, è proprio l’ultima ascesa a rimescolare le carte, portando all’inseguimento un gruppetto di sei elementi, che devono risolvere la corsa nella volata finale, ben regolata dal polacco Hubert Krys, che va così a doppiare il successo della Cicli Copparo. Terza piazza per il fermano Michele Miglionico. Tra le donne la vittoria va alla marchigiana Sandra Marconi che vince in volata sull’abruzzese Chiara Ciuffini. Terzo gradino del podio per Lorena Zangheri. Termina con la volata dei fuggitivi, la corsa sul percorso di mediofondo. Sono in quattro a presentarsi sul rettilineo dell’arrivo, in leggera salita, dove scatta la volata finale. Il più veloce è Stefano Borgese che riesce a imporsi su Claudio Piersimoni e Marco Fochesato.

Michele Maccanti vince la Granfondo del conero cinelli

Vittoria femminile per distacco della valenzana Raffaella Palombo, portacolori del Team Cinelli Glass’nGo, sponsor della manifestazione, che precede di oltre 5’ la romagnola Michela Zanola e Michela Spuri Silvestrini, costrette a decidere le posizioni allo sprint. Buona la partecipazione anche alla 1ª Crono del Conero, la cronometro individuale organizzata da Zeppa Bike, che ha tenuto occupati poco più di 60 ciclisti il sabato pomeriggio. Il più veloce in assoluto è stato Carlo Iafrate del Pedale Fermano, che ha fermato il cronometro a 11’14”, dopo avere percorso gli 8,5 chilometri del tracciato. Unica donna, Teresa Vigorito del New Team Essebi, che ha vinto comunque con onore, grazie ad un tempo di 13’27” del tutto rispettabile. Una cinquantina invece i bambini che hanno preso parte alla Granfondina del Conero, messa in scena 30’ dopo la partenza “dei grandi”. Tanto divertimento e la solita gioia fanciullesca, hanno riempito la mattinata di bambini e genitori. «È completamente azzeccata la nuova logistica allo Stadio del Conero – sono le parole di Lino Secchi, presidente regionale fCI – capace di gestire anche grandi numeri, che ovviamente poniamo come obiettivo per le prossime edizioni. Tanti complimenti i sono giunti dai partecipanti extra-regionali per la bellezza paesaggistica dei due percorsi, che hanno saputo valorizzare l’entroterra, ma anche la Riviera del Conero. Un complimento va al Pedale Chiaravallese per avere dimostrato una grande competenza organizzativa.» «Siamo estremamente contenti per i risultati conseguiti in questa edizione – replica Giulio Cardinali, presidente del pedale Chiaravallese – Abbiamo raggiunto il numero di iscritti che ci eravamo prefissati. Un ringraziamento va alle amministrazioni comunali, alle forze di Polizia, ai tanti Vigili Urbani, all’Ente Parco del Conero e alla Coldiretti, per averci coadiuvato nella messa in pista di questa bella manifestazione. Azzeccatissima la nuova logistica che sicuramente riproporremo per le prossime edizioni.» foto pLAYfULL NIKON

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Ancona – È stato il ferrarese Michele Maccanti, in forza al Team Lucri – costola della Cicli Copparo, quest’ultima società coorganizzatrice della manifestazione – a vincere la 17ª edizione della Granfondo del Conero Cinelli, che ha preso il via domenica 10 marzo alle 9 precise dallo Stadio del Conero. Ben 1.200 i ciclisti, dei 1.300 iscritti, che si sono ingrigliati lungo l’anello circondante lo stadio, per affrontare i due percorsi proposti dall’organizzazione, sviluppati sulle colline marchigiane dello jesino, con l’epilogo sulla panoramica scalata al Monte Conero. Una splendida giornata di sole con temperature già primaverili sono quelle che i ciclisti hanno trovato ad Ancona domenica mattina. Una situazione ben diversa da quella lasciata il pomeriggio di sabato, quando la pioggia aveva fatto mal presagire. La corsa stenta a prendere il via definitivo e non vede mai azioni significative, fino a San Paolo di Jesi, dove è posta la salita più ostica della giornata. Qui l’emiliano Maccanti lancia la sua azione, alla quale nessuno dei contendenti riesce a tenere testa. Il gruppo degli inseguitori si frantuma, fino a creare due gruppi poco distanti tra loro, lanciati all’inse-

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.granfondodelconero.it


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InBICI PEr IL Mondo a cura di aNDrea Pelo Di GiorGio

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SpORT, INIZIA TUTTO DA QUI

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wikipedia lo definisce come «insieme di attività fisiche compiute al fine di intrattenere chi lo compie e chi ne è spettatore. Comprende quelle attività che impegnano e sviluppano determinate capacità psicomotorie, svolte anche solo per fini creativi e salutistici. Può essere effettuato sia singolarmente o in gruppo senza fini competitivi oppure gareggiando con altri. In quest’ultimo caso si parla di agonismo sportivo, che è connotato oltre che dalla competizione anche dall’adozione di regole precise da parte dei partecipanti». Capace di donare molteplici benefici fisici/mentali, in grado di scaricare le tensioni, di toglierci di dosso pensieri e difficoltà di una intensa giornata lavorativa regalandoci una sensazione di appagamento e relax che a volte neanche una giornata in una Spa riuscirebbe a fare. Portarti fuori dal mondo, isolarti in un rapporto intimo con te stesso, ascoltare il tuo respiro, i rumori dell’impatto del tuo piede col terreno, la bracciata che infrange l’acqua, respirare la fatica sentendola fatica ma non considerandola tale. Permettere agli occhi di osservare tanti piccoli particolari che nella frenesia delle giornate sfuggono, alla mente di trovare soluzioni grazie al relax interiore e, come mi disse il grande Marco Olmo, ad un sangue più ossigenato che arriva al cervello. Capace di rapirti fino ad arrivare a modificare le tue abitudini fino a divenire una necessità che ti fa stare bene. Svariato, grazie alle migliaia di specialità esistenti e soprattutto di libera interpretazione, dal passare il tempo in compagnia, al profes-

sionismo con la P maiuscola fino all’estremo le cui sfide portano ad esplorarsi per capire fino a che punto si può portare il proprio fisico e soprattutto carpire l’immensa potenza della nostra mente. Un unico denominatore comune fa sì che si possano respirare e vivere a fondo tutte le vere ed intense emozioni che queste attività riescono a regalare, è la filosofia sportiva, la vera filosofia sportiva. Colei che ti permetterà di tarare le sfide su te stesso, che ti aiuterà a lavorare per raggiungere i tuoi obiettivi, a rispettare e gratificare l’avversario anche quando ti ha dato una sonora lezione. Il sapore di un obiettivo da raggiungere, l’emozione di accettare una sfida, la gioia di riuscire a vincerla o la consapevolezza di aver dato tutto ciò che in quella giornata il tuo fisico di permetteva, sono queste le emozioni che attraverseranno il tuo corpo, le sensazioni che ti avvolgeranno mentre con sacrificio lotti verso il tuo obiettivo. Qualsiasi sia il tuo livello, qualsiasi sia la lunghezza o difficoltà della “sfida” che ti sei lanciato. L’obiettivo primario, quello che ti farà sentire a posto con te stesso, che ti sussurrerà che sei un campione anche nel caso l’obiettivo non sia stato raggiunto sarà l’aver dato il massimo, l’essere cosciente che più di quello non c’era. Ti farà sentire forte, ti farà vivere col sorriso sulle labbra l’ipotetica sconfitta nei confronti di un avversario col quale ti congratulerai sentendo solo una sana invidia sportiva ma con grande rispetto per la bravura dimostrata. «L’importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene» diceva un certo De Coubertin. Dare il massimo di se stessi in quel preciso momento per ricevere il massimo che ti porterà a rilanciarti altre sfide alla ricerca di quelle emozioni che ti hanno fatto sentire così grande nel tuo piccolo. Ci saranno obiettivi, magari sempre più ardui ma senza il timore di non raggiungerli, ci


foto GIORGIO BALDESSARI

sarà la capacità di cambiare l’obiettivo in corsa e trovare una soddisfazione aggiunta nell’esser riuscito a combattere una crisi imprevista senza cedere alla tentazione blasfema di ritirarsi solo perché “non raggiungerò il tempo” o la posizione pensata. Reagire, lottare, recuperare e vincere una crisi… potrà essere che al momento di tagliare il traguardo il tuo sorriso non sarà quello tanto atteso ed immaginato ma sarà sicuramente qualcosa di veramente grande non appena ti fermerai ripercorrendo con la mente ciò che sei stato capace di fare. La forza fisica e mentale che hai tirato fuori per andare avanti sarà uno dei premi più belli che ti sarai mai regalato. Un ritiro senza la certezza di aver dato il massimo sarà un qualcosa di amaro che inquinerà sempre la tua mente. Questa è la mia idea, la mia filosofia sportiva e lo dico da agonista puro, da atleta che quando ha un numero di pettorale attaccato è disposto a togliersi il sangue pur di battere l’avversario ma da atleta capace di arrivare sempre al traguardo col sorriso sulle labbra respirando soddisfazione perché certo di aver dato il massimo. Sono sicuro che la giusta mentalità non voglia dire togliere l’agonismo e la spettacolarità di uno sport, solo che sia la via giusta per mantenerlo più sano e vero. Mettersi in gioco è già una vittoria, molto più difficile che restare a casa nel divano. Ad ognuno la sua sfida, ad ognuno la sua vittoria, non importa l’importanza e l’entità della sfida, importa solo che sia ottenuta in maniera chiara ed onesta. Si può barare agli occhi degli altri ma non con la propria coscienza. Sport di tutti e per tutti dunque… qualunque sia l’età, da chi l’ha avuto sempre nel sangue, arrivandoci da bambino, grazie ad una passione tramandata o appassionandosi solo per emulazione a chi, invece, inizia da adulto o per dare un po’ una svolta alla propria vita o perché tutto d’un tratto ci si rende conto che non si è poi tanto in forma e che il “cangurotto” che fino a ieri si è portato quasi con orgoglio, davanti agli addominali, non è poi cosi positivo. Forse una forma fisica migliore aiuterebbe ad affrontare con meno problemi gli anni a venire e forse ci aiuterebbe anche ad avviare i nostri figli allo sport facendo loro capire valori, bellezza, importanza e divertimento dello sport narrando le soddisfazioni e i vantaggi che questo porterà loro. Lasciamo che siano loro a scegliere, non imponiamo il nostro volere, sarà parte della loro vita non della nostra. Non facciamoli sentire in dovere di darci risultati, evitiamo urla e comportamenti deplorevoli quando andiamo a vederli in gara, non devono dimostrarci di essere i campioni del mondo, solo divertirsi.

Un sorriso, un “bravo” ed un abbraccio il modo migliore per gratificarli e spronarli ad andare avanti. Saranno le scuole a fare le selezioni, il crescere del bambino a consegnargli l’eventuale giusta mentalità agonista e a farlo emergere. Se così non fosse…? Avremo “solo” insegnato ad un adulto di domani una sana e corretta filosofia sportiva. Per uno sport migliore… per una vita migliore.


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anGELo MaroTTESI – SIVaC a cura di Nicoletta BriNa

nicoletta.brina@gmail.com

LA CICLI COppARO SI COLORA DI NUOVO UN NUOVO SPONSOR PER IL TEAM MARCHIGIANO CHE DA QUEST’ANNO POTRÀ VANTARE UNA NUOVA REALTÀ IMPRENDITORIALE PRONTA A SOSTENERE I RISULTATI SPORTIVI DELLA SQUADRA. MAROTTESI, AMMINISTRATORE DELLA SIVAC, PUNTA SUL TEAM DORICO PER PROMUOVERE L’AZIENDA.

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È una new entry tra le realtà commerciali che puntano sul team Cicli Copparo, ma ha le idee chiare sul come vivere questa collaborazione. L’amministratore della Sivac, Angelo Marottesi, grande appassionato di ciclismo racconta come le due realtà, quella della sua azienda, sita in via del Progresso a Calcinelli di Saltara (Pesaro) e il team sportivo, abbiano trovato il giusto compendio di interessi. Di cosa si occupa la Sivac? «Siamo produttori di vernici per l’edilizia e provvediamo a vendere ai rivenditori sparsi in tutta Italia, isole comprese. Si tratta di un’azienda che opera su di una superficie complessiva di 7.000 mq, di cui 3.500 coperti con macchinari tecnologicamente avanzati che consentono un monitoraggio costante degli standard di qualità e con strumenti altamente professionali, finalizzati alla ricerca ed al collaudo di cicli innovativi con particolare attenzione prestata all’impatto sull’ecosistema. Sivac attualmente rappresenta pertanto una sintesi ben riuscita di una realtà agile e flessibile, capace di essere al passo con le novità del settore ed in grado di fornire con buona tempestività, le risposte relative alla tecnica ed alla cultura del colore.» Quando è nata? «La Sivac esiste dal 1960, come azienda produttrice di vernici ed idropitture ben conosciuta ed apprezzata sul mercato nazionale. Nel 2001 l’abbiamo rilevata e, capitalizzando il bagaglio di conoscenze e risorse derivanti dalla predetta acquisizione ed implementando tali fattori con le motivazioni e le ambizioni del nuovo team

l’amministratore della Sivac, angelo Marottesi

tecnico, commerciale ed amministrativo, abbiamo ottenuto già dai primissimi anni di attività, degli ottimi risultati in termini di volumi e soprattutto di gradimento, affidabilità e fidelizzazione, presso la clientela nazionale ed estera. Il fatturato ad oggi è costituito per il 90 per cento dalla vendita in Italia e per il 10 per cento all’estero.» Che tipo di legame c’è con Cicli Copparo? «Da quest’anno siamo loro sponsor, ma non siamo nuovi del ciclismo. Prima infatti eravamo accanto ad un’altra società, ma poi ce ne siamo allontanati. Diciamo che tutto parte dal fatto che io per primo sono un ciclista e con Raffaele Consolani, patron della Cicli Copparo, c’è questa pas-

sione condivisa. La scelta come azienda è sempre stata quella di sponsorizzare qualche squadra ed è così già da una decina d’anni. La Cicli Copparo, di fatto, è rappresentante di un territorio nel quale abbiamo parecchi rivenditori e farcene sponsor, ci permette di utilizzare le divise dei ciclisti, come ulteriore pubblicità.» Quali sono le vostre aspettative? «Intanto, visto il periodo, speriamo di lavorare di più, aumentando le possibilità di far girare l’immagine della nostra azienda. La Cicli Copparo è una realtà piuttosto conosciuta che funge in questo caso da veicolo per promuovere le nostre attività, tra l’altro può vantare corridori forti che finiscono immancabilmente sul podio e, quindi, sotto i riflettori. Mi auguro che il team continui a vincere ed a salire su quel podio.»





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GranFondo CICLoTUrISTICa MEMorIaL CorZanI a cura di Nicoletta BriNa

nicoletta.brina@gmail.com

A CESENA IL 16 GIUGNO LA ARS ET ROBUR TORNA IN CABINA DI REGIA PER LA 12ª CICLOTURISTICA VALIDA COME TERZA PROVA DEL CIRCUITO ROMAGNA SPRINT. L’ACCOGLIENZA, I PAESAGGI SUGGESTIVI E LA RUSPANTE CORDIALITÀ DEGLI ORGANIZZATORI, SONO GLI INGREDIENTI PER LA BUONA RIUSCITA DELLA MANIFESTAZIONE.

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Estate, voglia di caldo e sole, voglia di pedalare e di godersi il panorama. È questo l’invito che estende ai gran fondisti cicloturisti, Gastone Ercolani, presidente del Gs Ars et Robur di Cesena, associazione sportiva che organizza anche quest’anno e per la 12ª edizione, la Granfondo cicloturistica Memorial Antonio Corzani. In programma il 16 giugno a Cesena e valida come terza prova del Circuito Romagna Sprint. A sviscerare quelle che sono le caratteristiche ed i punti di forza di questa manifestazione, il suo primo sostenitore, vale a dire Ercolani. presidente, quali sono le peculiarità del Memorial? «Intanto è già diventato nel suo piccolo una classica, perché è molto amata, si vedano anche i partecipanti dell’edizione scorsa, oltre 1.100. Partenza ed arrivo all’Ippodromo del Savio di Cesena, con la partenza alla francese dalle 6.30 alle 8.»

Quanti percorsi propone questa particolare passeggiata? «I percorsi sono tre e meritano davvero tanto, se non altro per il panorama del quale si può godere. Il percorso corto è di 60 chilometri, con un dislivello di 620 metri: da Cesena si procede verso Forlimpopoli, Ravaldino Monte, Rocca delle Caminate dove si trova il controllo ed il ristoro, per poi rientrare verso Cesena, passando per Meldola. Il percorso medio è di 93 km per un dislivello di 1.080 metri: ricalca il percorso corto fino a Rocca, per poi proseguire verso Predappio, San Zeno, la scalata del Monte delle Forche per poi scendere a Galeata, dove si troverà il secondo controllo e ristoro. Al rientro, di nuovo il passaggio a Meldola. Infine, il percorso lungo è di 130 km con un dislivello di 1.650 metri: tutto uguale fino a Galeata, rispetto al tracciato medio, poi si procede verso Santa Sofia, il passo del Carnaio, si scende a San Piero in Bagno, per tornare nella vallata del

cesena, un’immagine notturna di piazza del Popolo con la vista della fontana del Masini

Savio, via Sarsina, Mercato Saraceno, Borello e si taglia il traguardo di Cesena.» Che tipo di percorso è quello proposto? «Diciamo che si tratta di tracciati adatti ad ogni tipo di gamba, dalla più allenata a quella che ha soltanto voglia di essere sciolta un po’ senza troppo impegno. La cosa più bella da fare in una manifestazione di questo genere è poter apprezzare ciò che si trova lungo il percorso, vale a dire un paesaggio rigoglioso e che si presta ad essere ammirato. Se la giornata sarà poi particolarmente calda, provvederemo ad inserire un ristoro idrico a Mercato Saraceno, così da garantire il massimo comfort anche dal punto di vista logistico. Il resto lo farà il paesaggio.» Ci saranno novità rispetto all’edizione scorsa? «In realtà non ce ne saranno, perché abbiamo ritenuto vincente la formula proposta. Torneremo ad organizzare il pasta party al termine della competizione, cui farà seguito la premiazione delle varie società. Abbiamo aumentato il numero di nostri tesserati, dunque sarà adibito un maggior numero di persone a servizio della manifestazione, così da poter accogliere meglio i partecipanti. Dal canto nostro offriamo l’accoglienza romagnola e la possibilità di fare un viaggio con gli amici in terra romagnola.» Quante persone hanno preso parte all’edizione scorsa? «Circa 1.100 persone ed auspichiamo di aumentare quel numero, anche perché le voci intorno alla nostra manifestazione sono molto positive. Le iscrizioni sono aperte sia per il circuito, in veste di abbonamenti, fino alla prima prova. Poi ci si può iscrivere alle singole gare attraverso il sito www. romagnasprint.com.»



Primavera Estate 2013

veste la vostra passione. Qualsiasi sia la stagione, il vero ciclista non rinuncia mai a muoversi, gli basta quel minimo sindacale concesso dal meteo, sempre più capriccioso ed imprevedibile, per saltare in sella e pedalare finché c’è fiato. Ogni stagione si traduce in esigenze diverse, outfit ideali per fronteggiare le bizze del clima, ma poi ci sono quei meravigliosi passepartout in tessuto tecnico, capi che si possono sfruttare e godere tutto l’anno, immancabili nel guardaroba sportivo del ciclista accorto. Nalini vi presenta la linea Full Season: ogni singolo capo è pratico, tecnico, altamente traspirante, indossabile per più stagioni, anche con funzioni diverse. Nelle foto: giubbino Guaranà, antivento e protettivo ai raggi UV, con maniche

staccabili in sella grazie al sistema Quick Burst– senza doversi fermare, con un solo gesto si possono sfilare le maniche infilandole nell’apposita tasca e la giacca si trasforma in una maglia a maniche corte in tessuto elasticizzato. Piccola chicca: per la pulizia dell’occhiale la giacca ha un inserto applicato in microfibra. Abbinati a Guaranà, la maglia leggera e altamente traspirante Pimento, con transfer posteriore rifrangente e le bermuda Garuda, con bretelle elastiche senza cuciture, con fondello Serie 3 D/80 Ar . Entrambi i capi sono caratterizzati dalla vestibilità Slim, perfettamente plasmata sul fisico, e dalla protezione ai raggi UV.

Full Season TEAM Compression Muscoli che lavorano, in costante sforzo, nella tensione di un allenamento o di una competizione. Come li avvolgi con il tessuto, così agisci sul loro buon funzionamento. Nessuna costrizione, solo una leggera compressione che agevola movimenti e performance. Nasce così la linea Nalini Team Compression, essenziale black & white, fasciante, vestibilità Slim. Ne fanno parte la maglia Brionia, ultra leggera e ultra tecnica, caratterizzata da un tessuto estremamente resistente e compatto, zip invisibile,transfer rifrangente posteriore per l’alta visibilità, e la salopette Citiso, in tessuto protettivo ai raggi UV, con bretelle in rete traspirante e fondello Serie 4 D/100 Carbon. Nella foto i capi sono indossati con manicotto e coprigamba abbinati.

Il Personalizzato Moa Sport, da più di quarant’anni leader nel settore dell’abbigliamento per il ciclismo, ha da sempre un occhio di riguardo per i team dei professionisti e degli amatori. Per realizzare su misura le divise delle squadre, l’azienda mantovana può disporre di un’ampissima scelta di materiali e di tessuti ed è in grado di personalizzare un capo fino nei minimi dettagli. La flessibilità nella personalizzazione e nei servizi dedicati ai team vanta numeri molto interessanti: 4 linee (dedicate all’uomo, alla donna, al bambino e al triathlon) 15 tipi diversi di maglia, 16 modelli di pantaloncini, 22 tipi di fondelli altamente performanti Nalini, 14 diverse finiture o personalizzazioni possibili per i capi, 17 accessori che completano la divisa.

Nalini is a Moa Sport Brand Via Roppi, 48 - 46033 Castel d’Ario - Mantova Phone + 39 0376 660777 Fax + 39 0376 660969 www.nalini.com - info@nalini.com


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IL TELaIo IdEaLE

a cura di roBerto ZaNetti, con la collaborazione di MoNica cUel

OLYMpIA: 120 ANNI DI STORIA

robyzanetti@alice.it

LE BICICLETTE OLyMPIA HANNO ATTRAVERSATO DUE SECOLI DI STRADE E SONO ARRIVATE, PIÙ TECNOLOGICHE E RICERCATE ChE MAI, nEL XXI SECOLO. Un TRAgUARdO IMPORTAnTISSIMO ChE POChE AzIEndE dI SETTORE POSSONO VANTARE.

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Il test: Questa pioggia mi ha proprio stufato! Sembra farlo apposta ma, dal giorno successivo alla consegna della EGO RS, l’inverno ha dato il suo colpo di coda con un susseguirsi di perturbazioni che hanno non poco intralciato il mio lavoro... Affermo ciò per due motivi: prima cosa non amo la brutta stagione e, secondariamente, non ho potuto dare continuità alle prove su strada svolte sulla Olympia che avevo da testare. Comunque, a parte il personale disappunto sulle condizioni meteorologiche del periodo, è stato facile prendere confidenza con la EGO RS: una volta sistemate a dovere le mie misure antropometriche, sono bastati pochi colpi di pedale per capire che la EGO RS è una bicicletta da corsa affidabile e robusta. Forse quest’ultimo particolare, il suo essere robusta, la rende non proprio leggerissima, ma il suo peso di poco inferiore agli otto chilogrammi (dato rilevato senza i pedali) è sempre un peso che rientra nella norma delle biciclette di media gamma cui questo modello appartiene. La EGO RS di Olympia nasce, infatti, per offrire un prodotto di qualità a prezzo contenuto. È disponibile in ben 11 diverse opzioni di montaggio e gruppo, partendo dal Super Record (costo bici 4.394 euro) per terminare con lo SRAM Apex (costo bici 1.887 euro). Ogni settaggio offre da 7 a 9 diverse opzioni di ruote tra cui scegliere: nello specifico, il modello Ultegra può essere montato con una ruota base come la Miche Race 707 ma anche con una ruota di gamma superiore come la Miche SwR Full Carbon o una Mavic Cosmic Carbon SL. Ovvio che la scelta è solo una questione di budget. Il telaio è in fibra di carbonio T700, con struttura monoscocca ottenuta con la tecnica del “doppio stampo” (tecnologia e-mold), che garantisce la grande compattezza dei tessuti in composito. I cerchi adottati nell’allestimento base che ho testato sono i Connect di Miche, mentre la sella è una SL X Feel di Selle Italia che, personalmente, non ho trovato troppo confortevole perché poco si adatta alle mie caratteristiche di seduta. A dare risalto a tutto l’insieme Olympia propone un frame set di pregevole fattura e attento ai piccoli dettagli: i passaggi dei cavi sono interni al telaio, lo sterzo è “tapered” da 1,5” e appoggia su una forcella monoscocca in fibra di carbonio molto ben sagomata e bella da vedersi, la scatola movimento centrale è del tipo PressFitTM e la predisposizione per il cambio elettronico Shimano Di2 ne fanno un oggetto di assoluto valore, che sarà molto apprezzato anche da una clientela più esigente e selettiva.

In evidenza: Nel corpo centrale di questo articolo ho già parlato in modo specifico di quali sono state le mie considerazioni sulla EGO RS di Olympia. Di sicuro va evidenziato il restyling attuato dall’azienda su quello che concerne il design e la geometria del telaio. Mi sembra doveroso rendere merito a un programma di rinnovamento dei colori e delle forme, soluzione molto azzeccata, che conferisce alla EGO RS un’anima decisamente più giovanile e molto sportiveggiante. Da rivedere: Come ho riscontrato nel test, forse cambierei la sella, per me poco comoda, e le ruote, che trovo poco performanti, anche se è vero che la scelta dell’allestimento è stata fatta proprio per restare in una fascia di prezzo accessibile. Basterebbe quindi sostituire questi due elementi per rendere la EGO RS più leggera e di gamma superiore. Consigli per l’acquisto, perché comprarla? Perché se si ricerca un prodotto di pregio, ma si ha un budget contenuto, è meglio orientarsi su soluzioni che offrano un ottimo telaio, che può essere upgradato a piacere. Ricordo che la progettazione delle biciclette firmate Olympia (ovviamente EGO RS test bike

foto MONICA CUEL


foto ROBERTO ZANETTI

Porta borraccia elite X3 race one, fornito di serie sulla eGo rS la generosa scatola del movimento centrale PressFittM foto ROBERTO ZANETTI

Caratteristiche Tecniche - Telaio: Ud Carbon Monocoque Toray T70/60/50 - Cambio: Shimano Ultegra 10V - Deragliatore: Shimano Ultegra - Guarnitura: Shimano Ultegra compact 50 x 34 con pedivelle da 172,5 mm - Catena: Shimano Ultegra - Ruota libera: Shimano Ultegra 11x27 - Movimento centrale: BB Press Fit - freni: Shimano Ultegra - forcella: UD Carbon Monocoque 1.5 - Serie sterzo: FSA - Attacco manubrio: FSA Afterburner in alluminio, 100 mm - piega manubrio: FSA Omega Compact in alluminio, 42 cm c/c - Reggisella: FSA Gossamer in alluminio - Sella: Selle Italia SL X Feel - Cerchi: Miche Connect - Coperture: Michelin Lithion 2 - Mozzi: Miche Connect - portaborraccia: Elite X3 Race One - Taglie: XS, S, M, L, XL, XXL - Colori: Nero con grafiche bianche e verde fluo (come quella usata per il test), Bianco con grafiche nere, rosse e bianche. - peso solo telaio: 1.100,00 gr (tg. M), forcella esclusa - peso bici completa (come in foto): 8 kg completa di pedali

compresa!), il design e l’assemblaggio avvengono, come da tradizione, all’interno dell’azienda nel moderno stabilimento di Piove di Sacco, in provincia di Padova. Una lavorazione che, per scelta, è rimasta manuale, priva di catena di montaggio che mi ricorda un made in Italy sempre attuale e molto gradito.

Il produttore e Distributore per l’Italia Cicli Olympia s.n.c. Via g. galilei, 12/A 35028 - Piove di Sacco (PD) Tel. +39 049 9703000 E-mail: info@olympiacicli.it web site: www.olympiacicli.it


foto ROBERTO ZANETTI

foto ROBERTO ZANETTI

il comodo range di presa della piega manubrio omega compact in alluminio di FSa

Forcella in carbonio monoscocca firmata olympia

In vendita a partire da: Già disponibili nei negozi autorizzati Olympia da gennaio 2013 Tempo di consegna: 7 giorni lavorativi dalla data dell’ordine prezzo: € 2.632,00 al pubblico, IVA inclusa Accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: - Casco: Giro mod. Savant www.giro.com - Occhiali: Tifosi mod. Veloce Gloss Carbon www.tifosioptics.com - Scarpe: Diadora Jet Racer www.diadora.com - Abbigliamento: Giordana www.giordana.com - Strumentazione: Mio Cyclo 105 HC www.miotecnology.com - pedali: Look Keo Karbon www.lookcycle.com

foto ROBERTO ZANETTI

Nodo sterzo da 1,5” sul quale sul quale va ad appoggiarsi la forcella e passaggio dei cavi integrato


Campionato del Mondo Cronometro e Granfondo

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UCI World Cycling Tour è una nuova serie di eventi in cui Partecipa a La Leggendaria Charly i cicloamatori avranno la possibilità di vincere la maglia iridata UCI. di quali cazione in il Gaul delAttraverso 19-21prove luglio 2013 etutto avrai mondo, i corridori potranno guadagnare un posto per lapartecipare possibilità di qualificarti perdi il alla nale UWCT, che assegnerà il titolo Campione del Mondo, strada e cronometro individuale, Mondiale per Cicloamatori UCI per ogni categoria. UWCT Final Trento 2013 che si Il calendario 2011 terrà dal 19 alAustralia, 22 settembre 2013 14-16 aprile: Perth, maggio: New York, USA a88 Trento, sul Monte Bondone in maggio: Evora, Portogallo 12 giugno: Lubiana, Slovenia Valle dei Laghi! 18 giugno: 19-21 agosto: 28 agosto: 9-11 settembre:

Huy, Belgio Fort Collins, CO, USA Bulle, Svizzera La Finale a Stavelot, Belgio

19.09: Staffetta a squadre 20.09: Cronometro La Finale 22.09: Stavelot èGara la città su dovestrada si assegneranno i

titoli di Campione del Mondo, sulle strade della Liegi Bastogne Liegi. Le leggendarie colline de “La Doyenne” offriranno un ambiente stimolante per i Campionati del Mondo master e cicloturisti. La gara inizierà con un grande giro di 68 km con la Côte de Haute Bodeux e la Côte d’Aisomont; Il secondo giro di 42 km porterà i corridori sulle classiche Côte de la Haute Levée, Côte du Rosier, Côte de Spineux e l’arrivo sarà solo 2 km dopo la cima della Côte de Stockeu.

Qualificazioni per 2012 18 settembre 2011: Amy Gillet Gran Fondo, Australia 14-16 ottobre 2011: Challenge Ciclismo Cretese, Grecia

www.laleggendariacharlygaul.it www.uwctfinal.com

tel. 0461 216000 - charlygaul@apt.trento.it www.uciworldcyclingtour.com


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GrandI EVEnTI a cura di leoNarDo olMi

office@leonardoolmi.com

BICIfI E LA 1A EDIZIONE DELLA GRANfONDO fIRENZE DE ROSA SULLE STRADE DEI MONDIALI DI CICLISMO 2013, PER TRE GIORNI IL CAPOLUOGO TOSCANO HA DATO UN ASSAGGIO DI QUELLA CHE, DAL 22 AL 29 SETTEMBRE 2013, SARÀ UNA SETTIMANA ALL’INSEGNA DEL CICLISMO MONDIALE. LA COMBINATA DEL 1° FESTIVAL PIÙ GRANFONDO SI È CONLUSA CON GRANDE SUCCESSO.

Questi alcuni dei commenti di alcuni tra i personaggi più illustri intervenuti a Firenze: Alfredo Martini «La Toscana merita un grande evento sul ciclismo»; Cristiano De Rosa «I costruttori guardano con grande interesse a Bicifi»; Marc Augè «La bicicletta è poesia». De Rosa, presidente del gruppo costruttori dell’associazione di Confindustria ANCMA, ha inoltre aggiunto: «Bicifi ha tutte le caratteristiche per affermarsi come manifestazione dedicata alla bicicletta in tutte le sue forme e i costruttori guardano con grande interesse a manifestazioni di questo genere». Nelle otto aree tematiche, per tre giorni si sono alternati oltre 250 ospiti per più di cento eventi. Tra questi il campione italiano Filippo Simeoni che ha raccontato la sua storia di “ex dopato” in uno degli appuntamenti più seguiti del palco a pedali. Un palco che tra i tanti ospiti intervenuti ha visto anche il noto giornalista Gianni Mura discutere di bicicletta e cucina insieme allo chef Fabio Picchi. Nada ha invece messo su uno spettacolo insieme ai Tetes de Bois che raccontava la storia di Faustina Strada, la prima donna a correre il Giro d’Italia nel 1924. Ha suscitato molto interesse anche l’insolita prospettiva di un pubblico che pedala per produrre l’energia necessaria allo spettacolo stesso; complessivamente hanno

infatti pedalato oltre settecento persone per sette ore e trenta minuti accumulando l’energia sufficiente a 11 ore di spettacolo! Bicifi è stata anche l’occasione per tanti bambini di mettersi alla prova con Vigilandia, a cura della Polizia Municipale del Comune di Firenze, per provare l’ebbrezza della prima volta senza le rotelle. Tra gli eventi collaterali che hanno riscosso uno straordinario successo al Bicifi ci sono stati: la Demoday al Piazzale Michelangelo, che ha permesso ad alcune tra le più importanti aziende del settore di mettere in mostra e far provare le biciclette più innovative in uno scenario e con un panorama unici al mondo; e la prima edizione della Granfondo firenze De Rosa, che si è corsa sabato 2 marzo. La granfondo vedeva l’organizzazione del Veloce Club Firenze (presieduto dall’inarrestabile Alessandro Cipriani) e prevedeva due percorsi, un lungo di 130 km, per i più allenati, ed un medio ridotto a 80 km, ma non per questo meno affascinante. Il nome del vincitore della prima edizione della Granfondo Firenze De Rosa, è stato quello del russo Nikita Eskov (Team Maggi) con un tempo di 3 ore e 14 secondi. Con lui sul podio, al secondo e terzo posto troviamo rispettivamente: l’ucraino Dimitry

il gruppo degli oltre 2.000 granfondisti proveniente da Firenze viene fermato a tavarnuzze, di fronte al negozio chianti Bike sotto lo striscione Velosystem, dove si trova Km 0 per il pronti via ufficiale

foto ARCHIVIO CHIANTI BIKE

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Per tre giorni, dal 1° al 3 marzo scorso, la città di Firenze e la Fortezza da Basso sono state la casa di chi ama la bicicletta in tutte le sue forme. La prima edizione del Bicifi Florence Bike Festival ha centrato l’obbiettivo di porre la bicicletta e il suo mondo al centro dell’attenzione. Quella del festival è stata un occasione che la Regione Toscana ha colto subito al volo per illustrare gli investimenti previsti per la mobilità, tra cui la ciclopista dell’Arno che dalla Provincia di Firenze, insieme ai vari comuni del Mugello, costituisce il più grande distretto cicloturistico d’Italia. Il Bicifi ha fatto da trampolino di lancio al Comitato organizzatore dei Mondiali di Ciclismo 2013, che ha fatto la sua prima uscita ufficiale proprio alla Fortezza da Basso, presentando la manifestazione che vedrà la Toscana protagonista nel prossimo Settembre. Tanti campioni di ieri e di oggi, gli eredi dei “grandi” del ciclismo italiano si sono incontrati per ricordare le gesta di Bartali, Coppi, Magni e Nencini. Ovviamente non poteva mancare il grande Alfredo Martini, ex CT della Nazionale, che ha tenuto a battesimo la manifestazione con parole di elogio per l’organizzazione che ha contribuito a portare per la prima volta nella storia della bicicletta i Mondiali di Ciclismo in Toscana.


Quella di sabato 2 marzo è stata una giornata all’insegna del sole, che ha finalmente fatto la sua prima vera apparizione dopo un lungo inverno dominato sempre dalla pioggia, anche se un freddo vento di tramontana ha costretto i più ad indossare ancora manicotti e gambali. Tra gli ospiti d’onore, non potevano mancare alcuni volti noti del ciclismo italiano, tra cui l’ex pro di casa, il fiorentino Francesco Casagrande, ed il maremmano Max Lelli, che per l’occasione faceva da “gregario” all’amico Matteo Marzotto che, come molti avranno letto sulle pagine di INBICI di dicembre, è anch’egli un grande appassionato di ciclismo che non poteva perdersi il primo ciack di Firenze girato sulle strade del Mondiale. La lunga carovana di biciclette, partita alle 10 del mattino in punto dal Viale Milton (adiacente alla Fortezza da Basso), ha prima attraversato il centro storico della città con i suggestivi passaggi da Piazza Duomo, il Lungarno, il Piazzale Michelangelo per poi dirigersi verso il meraviglioso Chianti, dominato dalle colline toscane piene di vigneti, uliveti e cipressi. Ma foto LEONARDO OLMI

la maglia ufficiale commemorativa della 1a ed. della Granfondo Firenze De rosa, prodotta da Pissei

Nikandrov (Team Kyklos) e l’italiano Paolo Alberati (A&G Sporting Cycling Team). La prima donna a tagliare il traguardo è invece stata Claudia Gentili (Prestigio-Came-Giordana), con un tempo di 3 ore e 11 minuti. Ma la Granfondo Firenze De Rosa è stata soprattutto una festa per gli oltre 2.000 partecipanti, di cui più della metà provenienti da fuori regione, che hanno scelto Firenze per mettersi alla prova su un percorso tanto affascinante quanto impegnativo, in parte lo stesso su cui si cimenteranno i professionisti in occasione del prossimo Campionato Mondiale di Ciclismo che per la prima volta, appunto, si terrà in Toscana. Presente anche un padiglione colorato tutto di rosa dedicato al Giro d’italia, con esposte molte delle maglie rosa originali indossate dai miti del ciclismo

foto LEONARDO OLMI

foto LEONARDO OLMI

prima del via ufficiale, tutti fermi in località Tavarnuzze, dove di fronte al negozio Chianti Bike si trovava, sotto lo striscione Velosystem, il km 0. Il medio vedeva la separazione dal lungo subito dopo la prima asperità di San Casciano in direzione Mercatale. Il lungo si spingeva invece verso sud fino a raggiungere Castellina e Radda in Chianti, dove era ancora presente la neve caduta qualche giorno prima. Quindi indietro a ritroso in direzione nord verso Firenze con la scalata di Panzano prima e la discesa verso Greve in Chianti poi, famosa cittadina della provincia fiorentina rinomata in tutto il mondo per il suo olio d’oliva ed i suoi


dell’On. Monica Baldi, presidente dell’Associazione Culturale Pinocchio di Carlo Lorenzini. Lo sponsor principale della granfondo, da cui deriva appunto anche il nome, era De Rosa, prestigiosa azienda italiana le cui biciclette si contraddistinguono per essere marchiate con il cuore, che proprio nel 2013 celebra i 60 anni di attività, Auguri!!! Il presidente di Firenze Fiera Antonio Brotini, ha commentato così l’evento: «è stata premiata la scelta di puntare su un format innovativo Presenti al via della 1° ed. della Granfondo Firenze De rosa anche alcuni dei Big locali, da sx a dx: Max lelli, Francesco casagrande e Matteo Marzotto foto LEONARDO OLMI

foto LEONARDO OLMI

Pochi attimi prima della partenza della 1a ed. della Granfondo Firenze De rosa che ha visto il suo via dal Viale Milton alle 10 in punto

vini pregiati. Poi gli ultimi chilometri per rientrare nel capoluogo toscano dal versante sud della città e completare la gara cimentandosi sulle strade che a Settembre 2013, vedranno appunto impegnati i professionisti con il mondiale. Un mondiale molto duro che li vedrà affrontare un circuito di 10 giri comprendente la tanto famosa quanto paesaggistica salita di Fiesole prima, e soprattutto il duro strappo di 600 m di Via Salviati poi, con due “denti” ed una pendenza max che per qualche metro sfiorano anche punte del 24%. Non sono infatti stati pochi coloro che, o per l’insorgere dei crampi o per il mancato allenamento invernale, hanno dovuto mettere il piede a terra, spingendo la loro specialissima.

che privilegia a fianco della kermesse commerciale, il valore aggiunto del festival inteso come la grande festa che Firenze e la Toscana dedicano al ciclismo. La soddisfazione per la riuscita della manifestazione e gli incoraggiamenti ricevuti ci impongono di moltiplicare gli sforzi fin dai prossimi giorni per fare di Bicifi un appuntamento fisso nel panorama fieristico nazionale e una delle più importanti manifestazioni per il mondo della bicicletta». Bicifi è stata promossa da Firenze Fiera in collaborazione con Sicrea e con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze, del Comune di Firenze, con la collaborazione della Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB). Bicifi è anche stata inserita tra le manifestazioni ufficiali dei Mondiali di Ciclismo 2013. L’appuntamento per gli amanti delle due ruote è con la seconda edizione di Bicifi e della Granfondo Firenze De Rosa prevista nel marzo 2014.

foto LEONARDO OLMI

il passaggio di alcuni granfondisti sulla prima asperità di giornata, la salita di San casciano

Dobbiamo riconoscere che la macchina organizzativa che ha permesso il regolare svolgimento della manifestazione garantendo la sicurezza ai partecipanti è stata davvero imponente, con 46 pattuglie della Polizia Municipale, supportate da volontari dell’asso-

ciazionismo e Protezione Civile. Sul percorso erano presenti ben 40 moto, 6 macchine e 5 ambulanze. La premiazione della granfondo si è svolta nel pomeriggio alle 15 presso la Fortezza da Basso alla presenza del presidente di Firenze Fiera Antonio Brotini e

Granfondo firenze De Rosa www.granfondofirenze.it Bicifi www.bicifi.it Mondiali di Ciclismo 2013 www.toscana2013.it – www.firenze2013.it



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BIoMECCanICa InBICI a cura di raFFaele BioNDi – labVelò cesenatico

GRANfONDO: ACCORGIMENTI pER UNA MIGLIORE ERGONOMIA DEGLI AppOGGI

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La stagione delle granfondo è appena cominciata e per molti ciclisti l’ottimizzazione della posizione in sella è ancora in corso. A inizio stagione le novità da mettere a punto possono essere diverse, dalla semplice sostituzione delle scarpe con relative tacchette, ad uno o più nuovi componenti (pedale, sella, manubrio) o addirittura alla nuova completa bicicletta. Il numero di chilometri, la presenza di salite impegnative, il fondo stradale non sempre ottimale e in qualche caso le condizioni meteorologiche non sempre favorevoli sono gli elementi che determinano una sollecitazione e uno stress meccanico e fisiologico elevato per chi affronta questa specialità. Gli obiettivi che ogni granfondista deve perseguire con una buona calibrazione dell’assetto si possono sintetizzare in tre ambiti: 1) Ergonomia e comfort 2) Efficienza di pedalata 3) Efficienza aerodinamica L’ergonomia e il comfort della posizione sono fondamentali per resistere agli stress meccanici ripetuti e prolungati che in qualche caso possono sfociare in vere e proprie tensioni o dolori da sovraccarico. foto pLAYfULL NIKON

Gli elementi strettamente legati a questo obiettivo sono i tre componenti che permettono al corpo del ciclista di interfacciarsi con la bicicletta: scarpa-tacchetta, sella e manubrio. La loro scelta deve essere anzitutto personalizzata e rispettosa dell’anatomia in termini di forma e dimensioni. La scarpa deve essere ben dimensionata in larghezza e lunghezza e dotata di un sistema di chiusura in grado di offrire la massima avvolgenza e fermezza del piede. Non solo. Soprattutto nei casi in cui si è in presenza di una alterazione della struttura del piede, diventa fondamentale introdurre una soletta ergonomica con specifiche proprietà di riequilibrio dell’appoggio del piede e di stabilizzazione della caviglia. A seguire, la tacchetta della scarpa deve consentire all’azione di spinta della gamba di confluire sul pedale minimizzando le dispersioni e nel rispetto delle strutture articolari di caviglia e ginocchio. La sella deve anzitutto essere dimensionata in termini di larghezza e, al contrario di quel che si potrebbe pensare, la sua imbottitura deve essere ad alta densità e non eccessivamente morbida al fine della riduzione degli attriti da sfregamento. Il foro centrale può rappresentare un van-

info@velosystem.com

taggio aggiuntivo ma non prioritario per l’uomo. Nel caso della donna granfondista, al contrario, il foro centrale assume importanza simile alla larghezza in quanto permette di limitare sfregamento dei tessuti delle parti intime femminili. Il manubrio della bici da granfondo deve essere dimensionato sulla larghezza delle spalle. La distanza delle due impugnature misurate al centro del tubo deve coincidere con la larghezza centro centro delle due articolazioni della spalla. In questo modo le linee di forza del peso del tronco e delle sollecitazioni meccaniche del manubrio si incontrano sulla stessa linea perpendicolare facilitando l’azione ammortizzante del gomito. Allo stesso tempo la dimensione della figura frontale ai fini aerodinamici risulta proporzionata alla struttura corporea del ciclista. Altra caratteristica importante del manubrio del granfondista è rappresentata dalla forma della curva. La diffusione dei manubri cosiddetti “compatti” con una caduta o “drop” della curva contenuta, trova nella bicicletta da granfondo una delle migliori destinazioni. La facilità e l’ergonomia dell’impugnatura inferiore e del comodo passaggio dalla parte bassa a quella alta offerta da questa tipologia di manubrio, ne suggeriscono l’utilizzo da parte di ogni ciclista che si cimenta sulle distanze. La regolazione delle leve freno-cambio deve sempre rispettare la regola che vede la parte iniziale della guaina di gomma sullo stesso piano orizzontale della superficie superiore della parte orizzontale del manubrio; ciò consente un atteggiamento corretto dell’articolazione del polso in appoggio. Questi dettagli sull’ergonomia degli appoggi, come già sanno molti praticanti di questa specialità, rivestono un’importanza di pari livello rispetto alla scelta del telaio e alle regolazioni di assetto.



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GranFondo CITTÀ dI La SPEZIa a cura di roBerto ZaNetti e di MoNica cUel

robyzanetti@alice.it

LA CARICA DEI MILLE SONO STATI QUASI UN MIGLIAIO I CLASSIFICATI DELLA 18A EDIZIONE DELLA GRANFONDO “CITTÀ DI LA SPEZIA”: TANTI, SE SI PENSA ALLE ASSAI POCO INCORAGGIANTI PREVISIONI METEO. ABBIAMO SPERATO FINO ALL’ULTIMO CHE GLI ESPERTI SI POTESSERO SBAGLIARE MA, PURTROPPO, COSì NON È STATO. E LA TANTO ATTESA MANIFESTAZIONE SPEZZINA IN PROGRAMMA PER IL 10 MARZO NON È STATA RISPARMIATA DA GIOVE PLUVIO, CHE NELLA SECONDA PARTE DI GARA HA SCATENATO SUI CICLISTI UN VIOLENTO ACQUAZZONE MISTO A GRANDINE. PECCATO. UN EPILOGO CHE SAREBBE STATO MEGLIO EVITARE, MA CHE PER L’ENNESIMA VOLTA HA MESSO ALLA PROVA LA COLLAUDATA MACCHINA ORGANIZZATIVA DEGLI UOMINI DEL GRUPPO SPORTIVO TARROS DI LA SPEZIA E DEL SUO PRESIDENTE ALESSANDRO PIASTRI, CHE HA CONDIVISO CON NOI DI INBICI LE SUE IMPRESSIONI, E ANCHE LE SUE SPERANZE, NELLE ULTIME ORE PRIMA DELLA PARTENZA.

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Siamo in autostrada, sono circa le 17.30 di sabato 9 marzo, direzione La Spezia. Superato Rapallo si scatena improvvisamente il finimondo: un temporale di tale intensità che faticavamo a vedere la strada, tanta era l’acqua sollevata dalle macchine che ci precedevano. Giunti in prossimità di passo del Bracco, abbiamo pensato di essere capitati, per sbaglio, sul set di un film di una qualche catastrofe ambientale: il cielo più plumbeo che io abbia mai visto. Imboccata a fatica l’uscita di La Spezia, il temporale ha iniziato ad attenuarsi. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo, nonostante le strade completamente allagate, e insieme iniziato a nutrire una piccola speranza: dopo tutta quest’acqua domani Giove Pluvio sarà senza dubbio più clemente... In parte ci abbiamo azzeccato; peccato solo in parte. Ma ormai si sa che la riviera spezzina, quando piove, la vuole tutta per sé. Giunti in zona stand, ore 18.45, ci siamo recati al ritiro pettorali-pacchi gara-verifica chip per incontrare il presidente del Gruppo Sportivo Tarros, Alessandro Piastri, uno degli organizzatori della granfondo. Elegante 52enne, cordiale e simpatico, ci ha subito aggiornati con molta chiarezza e onestà sullo stato delle cose. Ci ha confermato la ahimè pessima condizione delle strade del percorso di gara, causa la mancanza di fondi da par-

te dei comuni per la loro manutenzione, e la loro intenzione, qualora non ci fossero state ovunque le necessarie condizioni di sicurezza (lo avrebbero verificato alle 5 di domenica mattina), di fare un solo percorso, il medio, di 85 km. La sicurezza prima di tutto. Scelta importante, che abbiamo molto apprezzato e che non sempre i comitati organizzatori perseguono per non deludere in alcun modo i molti partecipanti. Altro punto sottolineato con cura da Alessandro Piastri è il loro grande impegno organizzativo: dall’accoglienza e ospitalità offerta ai giornalisti e agli addetti ai lavori, al ricco pasta party (due primi, un secondo, focaccia e dolce) aperto gratuitamente a tutti, ciclisti e accompagnatori, alla scelta del pacco gara, confezionato appositamente per i partecipanti alla granfondo, un vero e proprio omaggio – così ci è venuto da pensare, visto l’originalità e unicità del gadget – a tutti gli atleti che hanno continuato a dare fiducia a questa manifestazione e al suo encomiabile comitato organizzatore, il Gruppo Sportivo Tarros, che non ha mai lesinato nell’organizzazione di questo evento, cui tiene davvero molto, nonostante gli ultimi anni gli siano stati particolarmente avversi. Quando, in serata, ormai a cena, abbiamo chiesto ad Alessandro Piastri la sua previsio-

Pochi minuti alla partenza foto GIò fOTO www.GIOfOTO.IT

CLASSIfICHE Percorso unico di 85 km (1.570 m di dislivello) – 996 classificati (di cui 53 donne) Assoluta maschile 1) Zen Enrico – C-Performance Beraldo Cicli 2h.19m.03s 2) Magazzini Enrico – Velo Club Maggi 1906 ASD – 2h.19m.04s 3) Camussa Piergiorgio – Manila Bike Twin Team ASD – 2h.19m.04s 4) Maestroni Luca – Team Serravalle Cicli Santini – 2h.19m.04s 5) Zhdanov Alexander – n.d. – 2h.19m.04s Assoluta femminile 1) Gentili Claudia – Prestigio-Came-Giordana 2h.35m.59s 2) Lombardo Ilaria – Pol. Cral Vigili del Fuoco genova – 2h.36m.38s 3) Cappiello Olga – Team Cinelli Glass’ngo 2h.41m.29s 4) Gallo Valentina – Ar Team Armistizio Hard Service – 2h.43m.53s 5) Mabritto Valentina – Caam Corse 2h.47m.27s

ne per la gara, non si è sbilanciato, ma ci ha garantito ancora la massima attenzione per la sicurezza degli atleti (dissesti stradali segnalati sia con cartelli che con volontari sul posto) e la speranza che dei circa 1.550 iscritti almeno una metà prendesse il via. Speranza di gran lunga superata dalla realtà: poco più di un migliaio di ciclisti, alle 10, hanno preso il via da viale Mazzini, sotto un cielo ancora nuvoloso ma senza pioggia, per affrontare dopo soli tre chilometri la prima salita di costa di Murlo e immergersi su passo Termini nella nebbia bassa, che ha accompagnato parte della gara creando qualche difficoltà di visibilità della strada. Grazie al cielo, più nebbia che pioggia... Meno clemente, invece, è stato Giove Pluvio durante il pasta party, costretto dal temporale all’interno della non grande struttura dei giardini pubblici, in cui si è svolta anche la premiazione, che ha concluso la manifestazione. Un plauso ancora al Gruppo Sportivo Tarros, che per l’ennesima volta si è dimostrato superiore alle avversità e all’altezza delle aspettative dei più.



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ProTaGonISTI a cura di Paolo Mei

fABRICE pIEMONTESI QUELLA fUGA ALLA MILANO-SANREMO

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dOPO AnnI dI CICLISMO Ad ALTO LIVELLO, OggI L’EX PRO OggI gESTISCE Un nEgOzIO dI BICICLETTE, IL CYCLIngBIS, A BORGOMANERO. IL PIEMONTESE – DI NOME E DI ORIGINE – SI RACCONTA TRA RICORDI E OBIETTIVI FUTURI.

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fabrice, partiamo da lontano: com’è nata la sua passione per la bicicletta? «La passione è nata grazie a mio papà Lelio (ex professionista della Bianchi, anno 1960). Ho cominciato a 9 anni nella categoria G3.» La sua prima gara, che ricordo ha? «Mi ricordo che avevo un enorme numero sulla schiena e non riuscivo ad infilare le scarpe nei punta piedi.» Il suo primo trionfo? «La prima vittoria arriva nella categoria G5, nel giorno della festa della mamma.» Ha mai pensato, “chi me lo fa fare”? «Ogni tanto sì, nei momenti di fatica.» C’è stato un giorno in cui ha capito che il ciclismo sarebbe diventato il suo lavoro? «Quando ho ricevuto la chiamata del Team Manager Fabio Bordonali, ho capito che firmando per i professionisti, entravo tra i grandi.» Riassumiamo i suoi migliori risultati da dilettante. «Ho ottenuto 4 vittorie (l’anno d’oro mi ha permesso di ottenere tre vittorie), ho inoltre vestito la maglia azzurra al Trittico delle Ardenne.» L’inizio della sua carriera tra i pro: quali sono state le sue sensazioni? «È stato un avvio durissimo: mi hanno fatto subito correre in Belgio. Sono state le prime due corse della stagione, una fatica incredibile dovuta anche al cambio di categoria.»

Qual è stato il miglior risultato ottenuto in carriera? «Non è il miglior risultato, ma la super impresa alla Vuelta Burgos, quando venni ripreso a 25 metri dal traguardo, dopo un attacco a 9 chilometri dall’arrivo, tutto solo.» Gli appassionati di ciclismo, però, si ricordano di una fuga da lontanissimo, circa 200 chilometri

di attacco alla Milano-Sanremo. Quanto è emozionante andare all’attacco alla Classicissima?


«È stata una grandissima emozione passare in mezzo alla folla dal primo all’ultimo, il 300 chilometro, dei quali ben 200 di fuga con tre ex compagni di squadra (Diego Caccia e Aristide Ratti, ndr.) nella categoria dilettanti.» Qual è stato il giorno meno bello tra i professionisti? «Ora come ora non me ne viene in mente alcuno, visto che è stata una grande emozione sin dal principio.» Esistono gli amici nel ciclismo? «Certo che esistono, anzi, continuo ad allenarmi ancora insieme ad ex pro e dilettanti. Alcuni legami non si spezzano nel tempo, non ci si separa neppure cambiando categoria.» Quando correva, era noto per essere un esperto pasticcere. A cosa si deve questo hobby? «Da bambino mi divertivo con mia nonna ad impastare il preparato per i biscotti. Una volta cresciuto, ho frequentato l’Istituto Alberghiero ad Arona.» Il 2010 è stato il suo ultimo anno e la sua corsa, il Gran piemonte. Nostalgia di quel mondo? «Ogni tanto mi viene voglia di ritornare, ma – casualmente – solo quando c’è il sole! Ho una bellissima foto mia in azione, appesa in negozio, del Gran Piemonte. Per me era la penultima corsa e per te la prima corsa da speaker della Rcs!» Terminare la carriera nel ciclismo è un passo delicato, ma lei hai saputo ripartire facendo il bis, o meglio il “Cyclingbis”… «Il 12 marzo 2011 è stato inaugurato il mio nuovo negozio chiamato Cyclingbis. Il ‘bis’ ha un’origine buffa: da piccolo mi chiamavo bis, non riuscendo a pronunciare correttamente il mio nome.» Torniamo al ciclismo pedalato: il suo pronostico per il Giro 2013. «Devo confessare di ignorare chi prenda parte al Giro quest’anno. Saranno comunque 21 giorni di grandi emozioni e i campioni, come da tradizione, non mancheranno.»


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TEaM GoBBI LGL SoMEC

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a cura di PlaYFUll

LE RAGAZZE SONO pRONTE pER LA STAGIONE 2013 IL TEAM ROMAGNOLO CONFERMA LE ATLETE CHE BENE HAN FIGURATO NELLA PASSATA STAGIONE. L’ETERNA MONICA BANDINI CAPITANA DELLA SQUADRA FORLIVESE. TUTTO È PRONTO PER UN’ALTRA GRANDE STAGIONE.

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forlì (fC) – Con la conferma del produttore ravennate di biciclette a supporto del team, la squadra presenta due importanti nuovi main sponsor quali Gobbi e LGL, che conferiranno per il 2013 il nome alla formazione femminile dedita alle granfondo. Il roster vede la forlivese Monica Bandini a garantire tutta la sua esperienza e la sua grande serietà sportiva per un’annata promettente, con le altre ragazze che bene han figurato nel 2012 tutte confermate, a partire dalla comasca Cristina Lambrugo, per proseguire con la riminese Florinda Neri e terminare con la giovane ravennate Laura Ravaglia. Conferma anche per la riminese campionessa paralimpica Sissi Vinci. I nuovi innesti in organico portano invece i nomi dell’aquilana Serena Di Marco e dell’altoatesina Marina Ilmer. La bicicletta Somec Revolution, equipaggiata con gruppo Campagnolo Super Record e selle BPeople, sarà la compagna di viaggio delle ragazze del Team Gobbi LGL Somec, con la squadra che potrà contare sull’appoggio dei co-sponsor MG.K Vis,

foto pLAYfULL NIKON

Florinda Neri vincitrice della Magnifica 2012 foto pLAYfULL NIKON

Monica Bandini in azione

VautoHome, Zanin, Re Artù, Ferlandia, SH, Sixs, Espira, e Fit Line. Il 2013 delle granfondo sta per cominciare: il Team Gobbi LGL Somec è pronto per una nuova avventura di successo.



GIST pROpONE, A TUTTI GLI AppASSIONATI DELLA BICI, UNA VASTA GAMMA DI pRODOTTI OGGI PARLIAMO DI CASCHI ARES E KED. PEDALARE IN SICUREZZA, PENSANDO ANCHE AI PIÙ PICCOLI! Sono numerosi i prodotti distribuiti da GIST, leader nella distribuzione di componenti per bici dal 1985 ma anche produttore. Si va dalla linea di abbigliamento per il ciclismo, ai numerosi accessori da bici sia con marchio GIST sia con altri marchi importanti come Aerozine, per finire con il telaio strada e mountain Kardan, marchio di proprietà GIST e lo storico marchio FIR. Oggi puntiamo i riflettori sui caschi Ares e Ked. Ares è un casco di fascia medio-alta che pesa 240 gr realizzato con tecnologia I-Molding con ampie aperture per una ventilazione ottimale. È disponibile in due taglie, S/M e L/XL, molto varia la gamma dei colori, si va dalla finitura opaca, lucida e flou. Il design è accattivante e il rapporto qualità prezzo davvero ottimo: costo al pubblico 54,00 euro. E per chi cercasse il top, GIST distribuisce anche il casco tedesco Ked, un marchio che garantisce ottima qualità. L’ufficio di prevenzione degli infortuni (upi) raccomanda i caschi da bici KED i cui modelli sono tutti dotati di un segnale luminoso, di un sistema d’aggiustamento semplice, di una cinghia con regolazione laterale, d’interni in microfibra intercambiabili, facili da pulire e fori di aerazione ottimali. Si va dal modello “racing” come il paganini Race, un vero “peso leggero” nella categoria caschi con i suoi 200 gr. Ideale per gli amanti della bici da corsa, in cui il peso degli accessori conta molto. Calotta in Maxshell, Quicksafe System. Il rivestimento interno è in microfibre a garanzia di una rapida asciugatura, ottima la ventilazione interna. Si passa poi ai modelli da bambini come il Meggy, grazioso casco, che accompagna i bambini in sicurezza. Il sistema d’illuminazione Quicksafe incrementa notevolmente la visibilità in strada. Calotta interna Max Shell con inserti in rete dotati di protezione dagli insetti che offrono una gradevole temperatura interna, mantenendo il capo asciutto a lungo. Il sistema di chiusura Quickstop impedisce al casco di staccarsi dalla testa in caso di caduta.



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GranFondo “daVIdE CaSSanI” a cura di BrUNo acHilli

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OLTRE 1.300 AL VIA, fESTA RIUSCITA ALLA 19ª EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE FAENTINA, DAVANTI AD UN PARTERRE DI GRANDE LIVELLO, DI SALVO E LA BANDINI TAGLIANO IL TRAGUARDO PER PRIMI NEL LUNGO, MENTRE NEL MEDIO IL DOMINIO È DI CASTAGNORI E, NEL PERCORSO ROSA, DELLA CIUFFINI.

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Una mattinata frizzantina e nuvolosa ha accolto i 1.300 partecipanti alla 19ª Granfondo Davide Cassani – 1ª prova del Campionato nazionale granfondo LGL – ACSI settore ciclismo e del Romagna Challange, nella splendida cornice di piazza della Libertà e di piazza del Popolo. Molti indossano il completo invernale, altri, più ottimisticamente, hanno optato per una vestizione a strati, sperando in un aumento della temperatura, mentre sono pochi i coraggiosi che si presentano con la divisa estiva. Incuriositi da tanto via vai multicolore, numerosi sportivi affollano le gradinate della Cattedrale per assistere allo spettacolo della partenza. Il principale testimonial, Davide Cassani, è assente in quanto impegnato alla Milano-Sanremo. Ci sono tanti personaggi in griglia d’onore: il cantante Paolo Belli, ex professionisti del calibro di Daniele Nardello e Fabio Sacchi, l’élite bolognese, Marina Lari della Servetto Footon e Matteo Flamini, telemetrista di Valentino Rossi. Gli organizzatori Davide Dal Monte, presidente della Polisportiva Zannoni, e Franco Chini, presidente della Sc Cotignolese, sono soddisfatti per il numero dei ciclisti al via e per gli ospiti presenti. La bandiera a scacchi viene abbassata alle 10 dall’Assessore allo Sport del Comune di Faenza, Maria Chiara Campodoni. Qualche dettaglio sul percorso lungo, quest’anno alleggerito di una salita, anche i chilometri sono diminuiti, una ventina in meno: in tutto sono 121,800 km, il dislivello è di 2.350 m. Cinque le salite da affrontare: il Monte Chioda, lunga una decina di chilometri, Monte Busca, ascesa di poco meno di 8 km al 7 per cento, tetto della corsa con i suoi 704 m di altezza, il Monte Collina, il Monte Casale di quasi 4 km e l’arrampicata del Monticino, poco più di 3, ultima asperità della corsa, a circa trenta dall’arrivo. Per quanto riguarda il percorso medio di complessivi 93 km e 400 m, le salite sono tre: Monte Collina, Monte Casale e Monticino, il dislivello complessivo è di 1.650 m. E proprio nella prova di Medio Fondo, gran protagonista, fin dai primi chilometri, il montecatinese Riccardo Salani del Team Manila Bike, raggiunto a circa metà gara da altri trenta atleti. A 20 km dalla conclusione, Salani ci riprova in compagnia dei bolognesi Grazia e Tugnoli.

foto pLAYfULL NIKON

foto pLAYfULL NIKON

Annullato anche questo tentativo. A mettere tutti d’accordo, ci pensa l’umbro Federico Castagnori del Team Bicimania-La Base di Terni che, a 5 km dal finale, lascia tutti a bocca aperta, arrivando al traguardo in solitudine. Il gruppetto degli inseguitori, a 20 secondi, è regolato dal bolognese Massimiliano Grazia del Green Devils, terzo il cuneense Leonardo Viglione del Team Ucsa, quarto Maurizio Anzalone del Team Equipe Exploit, quinto Alessandro Cellai del Cavallino-Specialized. La vittoria nella corsa rosa è andata all’aquilana Chiara Ciuffini del MkG Cycling Team, che ha preceduto di oltre 4 minuti la valtellinese Valentina Mabritto del Team Caam Corse. Medaglia di bronzo per l’austriaca Christiane Koschier dell’ASD Fimap Mr Gud, quarta Michela Zanola delle Frecce Rosse Rowabike, quinta Gabriella Emaldi del Pedale Bianconero Lugo. Quanto al percorso lungo, una prima scrematura si è registrata sul Monte Chioda. I migliori, fra i quali anche Daniele Nardello, tentano di dare una svolta immediata alla corsa con continui scatti, ma senza apprezzabili risultati. Si deve quindi attendere il Monte Collina, terza asperità di giornata, per vedere l’azione decisiva. Al comando due ex professionisti, il ferrarese Maccanti e il palermitano di Bagheria, Di Salvo. A 15 km dalla conclusione, il vantaggio della coppia è di circa 2 minuti, gli atleti sono ormai imprendibili e diretti verso l’arrivo. Nel testa a testa, s’impone nettamente il ventottenne Giuseppe Di Salvo del Team Maggi, al secondo successo stagionale, che supera il trentatreenne Michele Maccanti del Team Lucri, vincitore sette giorni prima ad Ancona, mentre sale sul terzo gradino del podio un altro ex pro, il varesino Luca Zanasca dell’Equipe Exploit, staccato di oltre un minuto, al quarto posto Nikita Eskov del Velo Club Maggi, che regola un gruppetto di una decina di inseguitori, fra i quali, al quinto posto si classifica Marco Da Castagnori del Team Fondriest e al sesto Hubert Kris del Team Cicli Copparo. Tra le donne, ottimo esordio della sempreverde forlivese Monica Bandini del Team Gobbi LGL Somec, che vince per l’ennesima volta nel lungo della Cassani, accompagnata sul podio dalla cesenaticense Maria Cristina Prati del Team Matteoni FRw e dalla faentina Patrizia Piancastelli dell’ASD Scatenati, quarta Manuela Bugli del Team Matteoni FRw, quinta Valentina Gallo del Team Armistizio Hard Service. Conclusione con tante premiazioni, pasta party e l’arrivederci alla prossima edizione.


foto SpORTOGRAf

EMILIANO BORGNA


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nUTrISHoP InTEGraTorI a cura di Nicoletta BriNa

nicoletta.brina@gmail.com

A CESENA UN NUOVO pUNTO VENDITA DEDICATO AL BENESSERE PER UNA CLIENTELA SEMPRE PIÙ ESIGENTE E PREPARATA, L’ALIMENTAZIONE CORRETTA ASSOCIATA ALL’ATTIVITÀ FISICA, DIVENTA IL PARADIGMA PERFETTO PER UNO STILE DI VITA OTTIMALE.

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In via Cavalcavia, 849 a Cesena, dal primo di marzo ha inaugurato Nutrishop Integratori, store che ambisce a divenire punto di riferimento per quel che concerne la nutrizione, non soltanto tra gli appassionati di sport ma tra coloro che tengono alla loro forma fisica. E, a quanto pare, gli aficionados degli integratori aumentano sempre di più e divengono nel tempo dei veri esperti. A gestire il nuovo shop, è Gianni Giorgi. Cosa offre Nutrishop al cliente? «Si va dagli integratori, ai prodotti dietetici, ma non solo: si spazia dagli integratori per la dieta zona, a quelli proteici, prodotti per celiaci, insomma ci rivolgiamo non solo agli sportivi, ma a tutti coloro che fanno attenzione alla loro alimentazione.» Qualche esempio di prodotto? «A dire il vero, stiamo ancora ampliando il nostro range di offerta, ad oggi tuttavia possiamo vantare marchi come Enervit, Ethic, Multipower, Gu, dunque non solo aziende italiane, ma anche americane. Si può poi trovare prodotti d’integrazione in fiale, dal guaranà alla carnitina, fino al magnesio, oltre a multivitaminici, aminoacidi e proteine. Abbiamo barrette senza glutine per i vegani. Diciamo che ci stiamo sempre più orientando verso le aziende italiane primarie nel settore della nutrizione ed integrazione, nonché verso i must a livello di gruppi europei ed americani.» A quale mercato vi rivolgete? «Diciamo che il pubblico degli sportivi è preponderante, quindi questi prodotti ben si adattano a chi fa attività fisica di qualsiasi genere ma, oramai, non ci si limita più solo a questo settore. Sono sempre più le persone che per esigenze di salute o per scelta di vita, abbracciano la dieta o gli integratori. Ecco quindi che anche il mercato diventa più ampio ma, al contempo, vede clienti sempre più attenti alla composizione dei prodotti o alla ricerca di integratori particolari. Anche internet in questo senso, sta contribuendo ad una diffusione sempre maggiore della cultura dell’integrazione alimentare. Insomma, i clienti sanno sempre più cosa fa bene a loro e lo vogliono.» Quali altri servizi offre questo negozio? «Si sta allestendo il sito internet, al fine di poter permettere ai clienti l’ordine via mail

Gianni Giorgi responsabile Nutrishop cesena

(al momento il negozio è contattabile al numero 0547-631470). Inoltre collaboriamo con nutrizionisti e preparatori atletici, vale a dire che se un nostro cliente necessita di rivolgersi ad uno di questi professioni-

sti, potrà ottenere da noi questo tipo di informazione. Sia ben chiaro che in questo negozio non si farà alcuna attività ambulatoriale, ma ci si rivolgerà a professionisti esterni.»



LE TErrE dI SIEna, La STorIa dEL Mondo PaSSa dI qUI CICLOTURISTI, pELLEGRINI, ESpLORATORI, SpORTIVI DI OGNI GENERE: DA SECOLI QUESTA TERRA è ATTRAVERSATA DA UN fIUME ININTERROTTO DI VIAGGIATORI, CHE SALENDO O DISCENDENDO L’ITALIA HANNO CONTRIBUITO A DIffONDERE LA MIGLIORE CULTURA UNIVERSALE.

Le Terre di Siena sono solcate da un’infinità di strade, di tracciati, di percorsi che congiungono l’interno con le linee costiere tirreniche e adriatiche, e il nord Europa con Roma. In passato sono state direttrici di fondamentale importanza tanto per i pellegrini, che sulla Francigena o sulla Lauretana si spostavano per devozione, quanto per i commerci, come pure per la logistica legata a fatti bellici epocali. Alcuni centri, attraversati per l’intera lunghezza da questi percorsi – Siena ne è uno splendido esempio – sono stati definiti “figli della strada”, perché nati e cresciuti proprio in virtù di questa ricchezza, impalpabile e concreta allo stesso tempo, data dalla loro coincidenza con certi percorsi. Da queste parti, non per una fortunata congiuntura di eventi ma per la lungimiranza degli uomini che qui si sono succeduti per innumerevoli generazioni, in pratica tutto è rimasto come in epoche lontane: le campa-

gne sono curate, i corsi d’acqua sono regimati con oculatezza senza violentarne gli argini, le colline conservano gli stessi profili di un tempo. Andare per certe strade, quindi, rappresenta un’esperienza emozionale che fa diventare il percorso la parte forse più interessante del viaggio e non meno, comunque, del punto di arrivo. Sono strade da percorrere a piedi, allontanandosi ogni tanto dal tracciato principale; come fanno tanti pellegrini del 2000, che diretti verso Roma indugiano in qualcuno dei tanti borghi che si affacciano qua e là sulla strada. E sono strade da percorrere in sicurezza per i tanti amanti della bicicletta; e non stiamo parlando solo degli agguerriti sportivi del pedale, che a frotte solcano in lungo e largo ogni angolo delle Terre di Siena in qualche caso ricalcando coraggiosamente il percorso della mitica “Eroica”, ma anche di pedalatori tranquilli o di famigliole che vogliono farsi piacevoli uscite in bici trovando qui alcune pre-

ziose occasioni per poter respirare al tempo stesso storia e aria buona. Per tutti abbiamo approntato tanti percorsi per qualunque tipo di bicicletta: su sterrato, su asfalto e su sentieri di ogni tipo. Per i macinatori di chilometri, ma anche per coloro che amano viaggiare tranquilli, naso al vento e occhi pieni di curiosità, questo è comunque il luogo principe del “viaggiare lento”, perché mezzi di trasporto come la bici o il cavallo, per non parlare delle nostre stesse gambe, sono il veicolo ideale per entrare in contatto con alcuni luoghi assurti a esempio assoluto di “bello universale”. Così, in un ambito provinciale relativamente piccolo ci sono ben quattro siti che l’Unesco ha dichiarato “Patrimonio Universale dell’Umanità”: Siena, San Gimignano, Pienza e l’intera Val d’Orcia; tutti e quattro – sarà il caso? – attraversati o lambiti dalla Via Francigena.

Info e prenotazione Servizi Turistici SIENA Piazza del Campo 56 t +39 0577 280551 – 283004 fx 0577 +39 270676 incoming@terresiena.it

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GranFondo CICLoTUrISTICa MarETErra a cura di PlaYFUll

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pARTE A BIRRA E SALSICCE IL ROMAGNA SpRINT QUALCHE GOCCIA E TEMPERATURE COMUNQUE NON MITI, NON FERMANO IL MIGLIAIO DI CICLOTURISTI CHE SI SONO RITROVATI A BELLARIA IGEA MARINA PER DARE IL VIA AL ROMAGNA SPRINT. UNA GRANDE FESTA CHE HA LASCIATO TUTTI SODDISFATTI. ECOLOGy TEAM HA AVUTO LA MAGGIORE PARTECIPAZIONE.

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Bellaria Igea Marina (RN) – Gli amici cicloturisti che in questa domenica delle palme hanno preso parte alla 10a granfondo Mareterra, si saranno un po’ sentiti come i pro che domenica scorsa hanno affrontato una delle Milano-Sanremo più difficili della storia. La pioggia e il freddo attesi sulla Romagna e puntualmente arrivati hanno scatenato i soliti dubbi del caso... si va? Non si va? Alla fine questa primavera che tarda ad arrivare ha scoraggiato diversi cicloturisti ma non si può certo dire che abbia rovinato la festa a chi invece ha scelto di partecipare. Alla partenza sorrisi e buoni propositi: si fa il lungo, oggi si scala il Barbotto! E allora via subito, prima che piova. Diverso, rispetto alle passate edizioni, l’attacco alle colline: l’organizzazione ha infatti preferito introdurre la variante di Roncofreddo – asperità breve ma ripida – per scaldare la gamba prima delle salite vere. Subito dopo il ruolino di marcia prevedeva la Ciocca, una delle preferite di Marco Pantani. Proprio qui sono cadute le prime gocce, ma ha avuto ragione chi ha deciso di continuare, visto che alla fine Giove Pluvio è stato tutto sommato clemente. E infatti sia il mitico Barbotto che l’altrettanto aspra, anche se meno nota, ascesa di Massamanente sono state affrontate con l’asfalto asciutto. Apprezzatissimi i ristori con salsiccia e pancetta accompagnate dall’immancabile piadina romagnola e – a Sogliano – persino dalla musica. E poi i dolci, le bibite e gli integratori, per non far mancare le energie proprio in una giornata così difficile. All’arrivo, si poteva in-

gannare l’attesa del ricco pasta party (attivo 25 delle 106 società iscritte, con la grama dalle 11) con una buona birra fresca e dar sol- (3.300 punti) che ha prevalso di misura sulla lievo alle gambe con un massaggio eseguito AIR Santarcangelo (3.215), a sua volta seguita da mani esperte. E con la tranquillità della bici dalla Cicli Matteoni (2.840). legata con i catenacci messi a disposizione Ma – a giudicare dal buon umore ai ristori e dall’ASD Mareterra Bike Team, si potevano dall’allegro chiasso che ha animato il tendoacquistare in tutta calma le foto a futura me- ne del pasta party finale – i veri vincitori della moria di una domenica già di per sé difficile da granfondo Mareterra sono stati lo spirito più scordare e ritirare il meritato pacco gara offer- puro del cicloturismo con tutti i suoi valori: la voglia di pedalare insieme, il piacere di farlo to dagli sponsor. Alla fine gli iscritti sono stati circa un migliaio, senza l’assillo del cronometro, la scoperta di cui ben 321 hanno avuto grinta e gambe e riscoperta dei sapori e di tutto un territoper conquistare tutti gli scalpi e i 110 km del rio. Grande merito va ai cinquanta volontari dell’ASD Mareterra Bike Team e altrettanti percorso lungo. Come prova d’apertura del circuito Romagna fra Protezione Civile e agenti di Polizia MuSprint, la granfondo Mareterra è anche l’oc- nicipale, oltre che ovviamente allo spirito dei casione per fare un primo bilancio: sono 588 cicloturisti che hanno saputo colorare una gli abbonamenti a conferma di un trend in giornata altrimenti grigia. continua crescita. ecology team la società più numerosa Le premiazioni si foto pLAYfULL NIKON sono aperte con la a consegna dell’8 trofeo Ivan Pintabona, consegnato dalla famiglia del compianto tesserato dell’ASD Mareterra Bike Team all’Ecology Team di S. Mauro Pascoli, società con il maggior numero di atleti iscritti. Sono poi state premiate le prime

Società e istituzioni foto pLAYfULL NIKON

Soddisfatti per la riuscita della manifestazione Alessandro Vasini, l’organizzatore, Dino Tamburini, coordinatore del circuito Romagna Sprint, e Alessandra Spada della Fondazione Verdeblu e segretaria del circuito, col solo rammarico di non esser stati assistiti dal sole. A tutti i ciclisti intervenuti il loro ringraziamento, con un augurio di Buona Pasqua. Info granfondo: http://www.bellariaigeamarina.org Info Romagna Sprint: http://www.romagnasprint.com


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doSSIEr SPorT E MEdICIna

a cura di aleSSaNDro MariaNo centro Fisioradi Pesaro info@fisioradi.it

BICI DA CRONO: QUALE IL MIGLIOR ASSETTO? QUANDO LA pOSIZIONE DETERMINA IL RENDIMENTO NUOVI MATERIALI, NUOVI RITROVATI TECNICI PER LE BICI DA SPECIALITÀ NON BASTANO AD OTTENERE LA PRESTAZIONE MIGLIORE. IL CORRETTO POSIZIONAMENTO DEL CORPO SUL MEZZO DIVENTA CONDIZIONANTE TANTO NELLA SINGOLA PRESTAZIONE, QUANTO PER L’ANDAMENTO DI UNA INTERA COMPETIZIONE. CIÒ DIVENTA ANCOR PIÙ IMPORTANTE QUANDO SI PARLA DI UNA CRONO, SPECIE LADDOVE SIA INSERITA ALL’INTERNO DI UN “GIRO”.

C

Con il passare degli anni, le bici da cronometro hanno subìto un cambiamento notevole, vuoi per l’uso di nuovi materiali, vuoi per nuovi regolamenti. Sulla loro bellezza estetica non possiamo sicuramente dire nulla, hanno forme aggressive ed accattivanti, studiate per cercare sempre il miglioramento dell’aerodinamicità estrema. Questo, ha portato sempre più a linee uniformi e futuristiche, uniche nel loro genere. Ma è inutile possedere una bella bici, super tecnologica, che tutti guardano, con ruote lenticolari e alti profili da 90 mm, protesi al top, cambio elettronico, ecc., se, poi, su quella bici non si ha una posizione che permetta di esprimersi al meglio e rendere al massimo, trasmettendo sui pedali tutta la potenza delle gambe. Quindi, per fare una buona cronometro, dobbiamo sicuramente avere un mezzo all’altezza, ma pensando, al contempo, che il mezzo si muove – come tutti i mezzi – con un “motore” e, in questo caso, questo è costituito dal nostro corpo e dalle nostre gambe: ciò significa, quindi, che il corpo deve essere posizionato al meglio sul mezzo, per ottenere il massimo del rendimento. Dopo queste considerazioni, come dobbiamo posizionare l’atleta sulla bici da crono? Troppo spesso, nel determinare l’assetto sulla bici da crono, si tende a dare troppa importanza all’aspetto aerodinamico, senza tener conto dell’apparato osteoarticolare e muscolare che, come abbiamo già accennato, sono il motore per mandare avanti il mezzo. Esperienze fatte in galleria del vento – una fra tutte al Lingotto di Torino con Cannondale – hanno evidenziato che non sempre (quasi mai)

la migliore posizione aerodinamica era la più efficace dal punto di vista di rendimento, anzi, se implicava uno scorretto reclutamento dei distretti muscolari interessati, addirittura era meno performante di quella della bicicletta “normale”. Oggi, abbiamo la fortuna, grazie alla tecnologia, di poter studiare ogni minimo particolare, quando vogliamo posizionare un atleta. Durante i circa 25 anni della mia esperienza, ho trovato finora un solo atleta che, pur rispettando i parametri aerodinamici al 100%, non aveva alcun problema a livello di reclutamento muscolare e osteoarticolare. Quando si dice la predisposizione! Per onore di cronaca questo atleta è Ivan Gutierrez, non a caso grande cronoman. La posizione è la stessa per tutte le crono? Altro aspetto di cui bisogna tener conto è il contesto in


dalla ventina di giorni di gara. Poco importa, a questo punto, se nei giorni successivi l’atleta avrà un drastico calo di rendimento muscolare. Il discorso è differente laddove la crono sia posta a metà giro. In questo caso, l’assetto aerodinamico deve essere subordinato al corretto reclutamento muscolare. Da qui si evince che la posizione sarà un compromesso tra aerodinamica e reclutamento muscolare, simile alla bici “normale”. cui si affronta la cronometro. Infatti, è diverso l’approccio alla crono, sia che si tratti di una prova unica fine a se stessa (mondiali, campionati nazionale ecc.) sia che si parli di una corsa a tappe. È chiaro che in una prova unica, si deve dare il massimo, anche a scapito del “benessere” muscolare, cioè se l’atleta in questione ha vinto il campionato del mondo o comunque ha ottenuto un ottimo risultato, poco importa se per i giorni successivi va a “piedi” causa affaticamento muscolare. Diverso il discorso, se la crono è inserita in una corsa a tappe ed il corridore in questione punta alla classifica. Questo atleta, infatti, non potrà permettersi, il giorno dopo la cronometro, di andare a “piedi”, poiché, ovviamente perderebbe – con gli interessi – tutto il vantaggio acquisito nella cronometro. A tal proposito, vorrei che faceste mente locale ai primi anni dell’introduzione delle bici da crono! Cosa può accadere se non si tengono in debita considerazione tutti questi fattori? Spesso e volentieri si verificavano eccezionali performance nella crono, seguite purtroppo da terribili débâcle il giorno, o i giorni successivi. Tutto questo per ribadire che il reclutamento dei vari distretti muscolari è di basilare importanza. Per un atleta che punta alla classifica di un grande giro (quando la distribuzione delle crono lo permettono) si preparano due assetti per le due crono che solitamente si affrontano: se l’ultima crono coincide con l’ultima o penultima tappa, come spesso accade, si predispone un assetto “estremizzato”, cercando di reclutare distretti muscolari non stressati

Quindi la posizione sulla bici da crono va variata continuamente? In linea generale, la risposta è affermativa, ma per essere più precisi diciamo che va sicuramente verificata periodicamente, perché la struttura osteoarticolare è una struttura mobile che si adatta, oppure, meglio ancora, si modifica con il passare del tempo e con l’allenamento specifico. Altro aspetto da considerare, è l’adattamento al gesto specifico sulla bici da crono che solitamente è diverso tra uno specialista delle crono ed un atleta che punta a corse a tappe. Un esempio per tutti: con Joaquim Rodriguez (numero 1 al mondo nel 2012) con cui abbiamo lavorato anni per riuscire ad ottenere una buona posizione da cronometro. Un consiglio che mi sento di dare a tutti, dai professionisti agli amatori, è quello di utilizzare l’assetto estremizzato solo per la gara, impiegando invece un assetto medio per gli allenamenti. Numerosi test hanno infatti evidenziato che l’effetto positivo derivato dal reclutamento dei distretti solitamente non utilizzati, dura circa 90’, dopodiché la curva di affaticamento si impenna. Quindi, se la gara dura questo tempo, non è consigliabile usare l’assetto estremo neanche per il riscaldamento. Ritiene che dopo tanti anni di studi, si sia arrivati al massimo? È ovvio che in questa specialità, come in tante alter, la ricerca può portare a continui miglioramenti, sia dal punto di vista dell’assetto, sia da quello dei materiali. Si lavora sempre con la prospettiva di cercare il meglio e dobbiamo avere la fortuna di lavorare con atleti disponibili a provare diverse soluzioni, perché non è così facile arrivare subito al miglior risultato.


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15ª Fondo VrEdESTEIn CITTÀ dI rICCIonE a cura di BrUNo acHilli

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MACCANTI fA IL VUOTO A MENO 12 DALL’ARRIVO DIETRO IL CAMPIONE DEL TEAM LUCRI, A 1’ 21” GIUNGE ENRICO ZEN (PERFORMANCE BERALDO). NELLA FONDO ROSA, SI CONFERMA IMBATTIBILE LA GENTILI CHE FA TRIS. NEL CORTO, VITTORIE DI BALLESTRI E DELLA ZANGHERI.

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Nella 15ª Fondo Vredestein-Città di Riccione, valida come 2ª prova del Campionato Nazionale ACSI Go&Fun e 2ª prova del Romagna Challenge, neanche i mille problemi causati da frane e da una serie di intoppi burocratici, sono riusciti a scoraggiare gli organizzatori dell’Euro Bike. Così, domenica mattina, 24 marzo, come niente fosse, tutto è andato per il meglio. Ad abbassare la bandiera a scacchi è Maurizio Pruccoli, assessore allo sport del Comune di Riccione. Il gruppo, composto da oltre 900 corridori, si muove in direzione della Statale Adriatica, presidiata da polizia, carabinieri, vigili, ausiliari e la voglia di pedalare anima i primi audaci. Dopo il ventesimo chilometro, salendo a Santa Maria del Monte, in molti iniziano a sentire le gambe dure e alla separazione dei percorsi, al bivio di Santa Maria del Monte, più della metà dei corridori opta per il corto. A Morciano, la corsa prosegue il suo itinerario lungo la Valle del Conca, con i migliori pronti a prendere il sopravvento. Sulla salita che da Mercatino Conca conduce a Montelicciono, al comando si forma un gruppetto di sei: Cristian Ballestri, Mauro Mondaini, Luciano Mencaroni, Davide Tugnoli, Daniele Bedetti e Maurizio Caporaletti. Scollinano insieme, ma nella ripida discesa verso Montegiardino, perdono terreno Ballestri e Caporaletti, ma, mentre Caporaletti cede, Ballestri rientra sui primi quattro ai piedi dell’impegnativo strappo di Mulazzano. Così in cinque si presentano lungo il vialone d’arrivo ad Oltremare. A vincere è Cristian Ballestri del Tree Team di Modena, che copre gli 87 chilometri in 2h 3’ 26” alla media di 38,880; al secondo posto, battuto di pochissimo, si piazza Mauro Mondaini del Superteam, terzo Luciano Mencaroni del Gc Melania.

A tagliare per prima il traguardo del percorso corto, è la montefiorese Lorena Zangheri del Gc Melania, seconda la santarcangiolese Michela Zanola, terza Serena Di Marco del team Gobbi LGL Somec. Tornando al percorso lungo, in corrispondenza della salita di Saludecio, tenta l’allungo Giampaolo Busbani del team Giuliodori, ma non trova alleati. Superate le località di Mercatale e Macerata Feltria, si sale a Ponte Capuccini, dove la corsa entra nel vivo, inoltre scende la temperatura: ai 650 metri d’altezza ci sono appena sei gradi e pioviggina. Il ritmo imposto dai più forti seleziona il gruppo di testa, in molti non riescono a tenere le ruote. Al bivio di Serra Nanni, al comando sono rimasti Lombardi, Spada, Krys, Ravaglia, Cunico, Ridolfi, Bezzi, Fantini, Alessiani, Muraro, Ceccaroni, Kairelis, Minuzzo, Pinton, Corsello, Bertuola, Zen e Maccanti. Ancora una discesa, seguita dalla ripida salita di Montelicciano. Già sui primi tornanti, Maccanti prende decisamente l’iniziativa, Maccanti e Zen scollinano a Montelicciano con 15 secondi su Cunico e mezzo minuto sugli altri, i due fuggitivi aumentano il vantaggio e la resa dei conti fra i due è imminente. Poco dopo sul “muro” di Mulazzano, Maccanti accelera e resta da solo in testa, e così, all’arrivo sulla collinetta di Oltremare, dove tra l’altro fa capolino anche il sole, Michele Maccanti del Team Lucri si presenta a braccia alzate, coprendo la distanza di 125 chilometri in 3h 10’ 21” alla media di 39,400; al posto d’onore, Enrico Zen del team Performance Beraldo, staccato di 1’ e 21”, mentre nello sprint per il terzo posto, Alessandro Bertuola della Legend Miche Gobbi prevale sul vincitore dello scorso anno, Hubert Krys del Team Copparo, quinto Emanuele Alessiani della Petritoli Bike. La prima donna, conferma il suo primato, poila splendida volata con la vittoria di cristian Ballestri su Mauro Mondaini nel percorso corto ché già detentrice del titolo 2012 e 2010, Claudia Gentili (Prestigio Came Giordana); seconda Monica Bandini del Gobbi LGL Somec a 2’ 33”, terza Marina Ilmer della stessa squadra, quarta Daria Morganti del Re Artù Factory Team, quinta Maria Cristina Prati del Matteoni FRw. Sfortuna nera invece per Daniele Volpe delle Frecce Rosse Rowabike, campione nazionale medio fondo ACSI che, in una caduta, ha riportato diverse fratture. Dopo la fatica in bici e il freddo patito, tutti di nuovo al PalaTerme per il pasta party e le premiazioni, ma anche per rivolgere i meritati complimenti all’organizzazione dell’Euro Bike, coordinata da Valeriano Pesaresi.



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oro ITaLIano rodMan TEaM a cura di Piero FiScHi

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pETROLSERVICE: UN’AZIENDA AL SERVIZIO DEL CICLISMO

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Tutti noi sappiamo quanto siano importanti i prodotti petroliferi e quanto il loro costo vada ad incidere sui bilanci; oggi incontriamo un’azienda come Petrolservice nel suo responsabile Diego Tombini.

Quindi niente passione e niente pedalata domenicale? «Non sono un praticante, ma al ciclismo non si può rimanere indifferenti; è uno sport che ti appassiona e che ti conquista quasi senza accorgersene.»

Diego, prima di tutto descrivi molto brevemente l’azienda. «Petrolservice si occupa di carburanti e prodotti petroliferi ed è una azienda ‘leggera’, cioè con pochi dipendenti, ma proprio per questo molto versatile ed in grado di rispondere velocemente alle esigenze dei clienti.»

poco fa si è corsa una Milano-Sanremo davvero difficile ed epica. «Stavo proprio pensando a quella gara:

Tra l’altro in un settore non facile. «Certo, è un settore in cui la dinamica e la velocità nel rispondere alle richieste possono fare differenze importanti e significative.» In questa dinamica si inserisce anche la sponsorizzazione nel settore ciclistico. «Credo che questo sport richieda molta energia e molto impegno, proprio come quelli che forniamo ai nostri clienti e che quindi sia il miglior veicolo di promozione aziendale a livello di pubblicità.» Come nasce la partnership con Oro Italiano? «Dall’amicizia con Marco Fertonani e dalla facilità che abbiamo avuto nel trovare gli accordi che hanno contraddistinto il nostro connubio in questi cinque anni circa.»

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quando vedi che i corridori vanno avanti senza paura e sfidano condizioni al limite della sopravvivenza mi viene in mente la mia azienda: grande impegno ed energia. Sono due colonne su cui si può impostare qualunque cosa si voglia portare avanti con successo.» Quando vede il logo aziendale su una maglia, o su una ammiraglia a che cosa pensa? «A tutto quello che c’è prima: pianificazione, sacrifici, tutto l’iter necessario ed i vari step fino a raggiungere l’obiettivo: in questo il ciclismo è davvero perfetto.» Il tutto con grande attenzione all’uomo, proprio come in azienda, vero? «Sì, è dall’uomo che partono le idee, è lui che crea le esigenze e poi pianifica il modo di soddisfarle, ma l’importante è comunque fare centro, evitando gli errori il più possibile.» Speriamo allora che i “centri” della Oro Italiano-Rodman Team siano davvero tanti e che contribuiscano a portare sempre più in alto il nome di petrolservice. «Certamente; quando alla base ci sono buone intenzioni ed un programma serio e ben fatto i risultati sono quasi una logica conseguenza e tutti noi lavoriamo in virtù di questo. Faccio un grande ‘in bocca al lupo’ alla squadra ed offriamo da parte nostra il massimo sostegno possibile.»



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FRM FACTORY RACING TEAM a cura di Nicoletta BriNa

nicoletta.brina@gmail.com

IL RITORNO DI MIGUEL MARTINEZ ATLETA DI PUNTA DELLA NEONATA FORMAZIONE, IL FRANCESE RIENTRA ALLE GARE DOPO TRE ANNI DI STOP: «IN QUESTO GRUPPO MI SENTO A CASA E ORA HO VOGLIA DI DIVERTIRMI». IL TEAM MANAGER PIRAZZOLI: «SQUADRA DAVVERO COMPETITIVA E CHE SI FARÀ VALERE».

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La FRM Factory Racing Team si presenta: nuova squadra e nuovi obiettivi. Una formazione che ha tutto l’interesse di far vedere i “sorci verdi” agli avversari nell’off road e che sale in sella, quest’anno, con una “motivazione” aggiuntiva che si chiama Miguel Martinez. Lo staff è diretto da Cristian Trippa in veste di presidente, affiancato dal vice, Diego Cemboli. Team manager Xc, Mirko Pirazzoli, direttore sportivo Luciano Ricci, medico sociale, il dottor Roberto Corsetti, mentre l’assistenza meccanica è affidata a Stefano Giacomoni. La squadra è formata da Miguel Martinez, Mirko Pirazzoli, Alessandro Gambino, Denny Lupato, Denis Fumarola; le atlete in rosa sono Elena Gaddoni e Marta Pastore. Il team manager Mirko Pirazzoli, amministratore delegato FRM, spiega: «Nel 2000 ho voluto creare una mia squadra con una mia programmazione atletica. Il gruppo man mano si è allargato, formando uno staff di alto livello. Da due anni abbiamo cominciato a lavorare con un gruppo giovane, al quale è stata messa a disposizione la mia esperienza e quella del mio staff. Quest’anno registriamo un passaggio di livello ulteriore, grazie al ritorno alle gare del Re della Mtb, Miguel Martinez. È una sfida tanto per lui, quanto per noi. In questa stagione, vogliamo essere protagonisti in tutte le specialità di mtb, dal marathon al Cross Country, grazie ad atleti giovani, mentre Martinez si misurerà nell’XC Eliminator, una specialità del tutto nuova. Siamo competitivi

Marta Pastore e Miguel Martinez

foto MILENA ALBANESE

e l’esordio ha già dato segnali molto positivi – due Granfondo nazionali vinte e due secondi posti in XC – il gruppo è compatto ed il clima è stimolante. Contiamo anche sull’ottenimento, per i nostri Under 23, delle convocazioni azzurre per i Mondiali in Sud Africa: se le giocheranno a luglio ai Campionati italiani». Miguel Martinez, atleta francese, con la maglia della FRM ha ritrovato simbolicamente la

l’atleta manager Mirko Pirazzoli foto MILENA ALBANESE

voglia di tornare a casa – si legga, tornare alle corse in mtb – dopo aver praticamente vinto tutto ed essersi preso, in un modo o l’altro, un periodo di stacco dal fuori strada. Con un sorriso ritrovato e nuova luce negli occhi, Martinez ripercorre la sua intensissima carriera sportiva. «A casa mia si respirava ciclismo da sempre: io ho cominciato a 6 anni perché i miei genitori avevano un negozio di bici e mio padre era un campione. Ho sempre avuto la fortuna di vincere, sin da piccolo. Inizialmente correvo con le bici da strada e sono approdato alla mtb intorno ai 16 anni: al debutto ho vinto subito il Mondiale e sono stato preso in Nazionale perché ero un po’ un jolly, andavo forte sia su strada che sulla mtb, mi piacevano entrambe. Il mio grande sogno era però quello di correre il Tour de France, ma non in mtb, anche se con questa disciplina continuavo a vincere.» Nel ’95 ha compiuto la prima scelta, ossia la mtb… «Ho firmato un contratto da pro con una squadra di mtb e siamo andati a fare la Coppa del Mondo. Sono giunto fino all’Olimpiade del 2000 di Sidney… e l’ho vinta. Più correvo, più diventavo forte, ero l’uomo da battere e sono stato il numero 1 al mondo, fino al 2000. Suscita curiosità il fatto che Cadel Evans giungesse


foto MILENA ALBANESE

tuna, avevo vissuto diversi anni ed ho sentito che volevo rimanere. Ho preso casa e ho cercato una squadra. » Perché la FRM? «Ha l’abbigliamento, i colori e le bici che fanno per me. Mi piaceva il materiale realizzato dalla FRM, preciso, fatto bene, artigianale e curato. È una Formula Uno ed il coronamento di un nuovo sogno. In questi panni, sto davvero bene. Oggi, a 37 anni, mentalmente ed a livello tecnico, mi sento in forma, sono più maturo la divisa ufficiale del FrM FactorY raciNG teaM

il presidente cristian trippa affiancato dalle miss di SixS abbigliamento intimo

sempre dietro di me, e ancora di più pensare che si sia dato alle corse su strada proprio perché non vinceva mai se c’ero io.»

«Esattamente, nei pressi di Saint Tropez: già dopo un anno, avevo circa 120 bambini, tuttavia sentivo che mi mancava il clima di gara, mi dicevo che probabilmente avevo fatto

foto MILENA ALBANESE

Resta tuttavia il grande sogno di correre il Tour de France… «Dopo aver vinto tutto con la mtb, restava quel sogno. La Mapei mi chiamò e mi propose di fare il Tour de France nel 2002. Non mi sembrava vero, così ho lasciato la mtb ed ho colto subito quell’opportunità. Devo dire che ho vissuto una bellissima esperienza, anche se è durata poco. La squadra l’anno successivo ha chiuso, sono stato chiamato nel 2003 dalla Phonak, ma ciò che ho visto non mi è piaciuto e ne sono rimasto deluso, così sono ritornato alla mtb e sono rimasto in sella fino al 2006 quando ho deciso di chiudere la carriera. Ho scelto la famiglia, ho scelto di fermarmi e pensare ai miei due bimbi, Andrea di 7 anni e Lenny di 9: il più piccolo tra l’altro è già arfoto MILENA ALBANESE rivato terzo in una delle più grandi gare francesi, menGli atleti Denis Fumarola, elena Gaddoni, Marta Pastore, Denny lupato, alessandro Gambino tre Lenny ama il golf.» male ad ascoltare gli amici che mi suggeriva- ed esperto. La FRM è una casa per me, non Ma la bicicletta torna a bussare alla sua no di smettere.» ci sono pretese, conta il piacere personale di porta… pedalare. Non devo dimostrare a nessuno «Nonostante fossi a casa, le cose non andava- Un grave episodio ha avvalorato la sua de- quanto valgo, né dover confermare di esseno bene, ho divorziato e sentivo che la bici mi cisione di tornare a correre… re quello che aveva lasciato. Voglio divertirmi mancava. Sono tornato alla strada, venendo «Nell’agosto 2012 ho subito un’aggressione dando il meglio che posso. Questo è il mio arruolato dalla Amore & Vita nel 2008 ed ho da parte di alcuni rapinatori mentre mi trova- mondo e sono soddisfatto di essere tornato.» vinto una tappa del Tour in Canada. Finalmente vo in auto: mi volevano rubare la macchina e mi sono sentito tranquillo, avevo raggiunto un dopo avermi bloccato in mezzo alla strada, È emozionato? obiettivo. Successivamente però sono stato mi hanno letteralmente massacrato di botte. «Non vedo l’ora. Esordisco alla Coppa di sfortunato perché nelle successive squadre Sono rimasto in ospedale un mese, è stato Francia il 31 marzo, gara a 20 chilometri dal non venivo pagato, oppure mancava l’assi- il periodo peggiore della mia vita, ma anche mio centro. Mi piace l’idea di ricominciare prostenza, insomma, questo mondo cominciava quello che mi ha aiutato a decidere come vi- prio da qui, anche se avrei preferito fare altre di nuovo a deludermi. Così sono tornato alla verla da quel momento in poi. Mi sono det- gare prima, proprio per una questione di formtb, ma anche qui le cose non funzionavano. to che avrei dovuto fare ciò che sentivo, ciò ma. Quest’anno oltre al Cross Country, la mia Ho capito che forse dovevo smettere davvero.» che mi faceva stare davvero bene, ritrovando specialità, mi cimenterò anche nell’Eliminator, quell’adrenalina che mi mancava. Nel Natale una sprint su tratti brevi ad eliminazione. Poi Ha aperto un centro mtb per bambini vici- 2012 sono tornato a Marostica, per una va- nel corso della stagione sceglierò a quale dino a casa sua nel 2010… canza: in quella città che mi aveva portato for- sciplina dedicarmi maggiormente.»


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EFFETTO MARIPOSA

a cura di Nicoletta BriNa

nicoletta.brina@gmail.com

DALLA TEORIA DEL CAOS AL RALLY DI ROMAGNA L’ESPRESSO VIENE “SERVITO” NEL PACCO GARA DELLA TERZA EDIZIONE. ALBERTO DE GIOANNINI, PROPRIETARIO DELL’AZIENDA CUNEESE SPIEGA LA NASCITA DELLA PARTNERSHIP CON LA GARA PER MTB: «CON QUARNETI E DAL FIUME, L’INTESA È NATA SULLE ALI DI UNA PASSIONE CONDIVISA, QUASI FOSSE NORMALE CHE CIÒ ACCADESSE».

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L’enunciato della teoria fisica del caos, stabilisce che da piccole variazioni della condizione iniziale, si creino grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. Ecco, il sistema ciclistico, dall’avvento di Effetto Mariposa – azienda cuneese con sede a Bra, diretta da Alberto De Gioannini – non è più lo stesso. Un’attività che si occupa tantissimo dei dettagli come determinanti rispetto al risultato finale, dimostrando, come se ancora ce ne fosse bisogno, che in uno sport come il ciclismo possono fare davvero la differenza. E questo stesso obiettivo, ovvero quello di “fare la differenza” nel suo campo di competenza, è lo stesso che si è posto il Rally di Romagna che vuole – e ci riesce – far parlare di sé e della passione per la mtb. Dal connubio tra queste due realtà, anche la teoria del caos, probabilmente trova una nuova dimostrazione. Che cos’è Mariposa? «Effetto Mariposa – spiega De Gioannini – è tutto sommato una piccola realtà aziendale, che non ha alcuna intenzione di misurarsi o scontrarsi con i colossi, ma vuole sviluppare, e lo sta facendo, un proprio segmento di mercato. Ben venga se vi sono prodotti già sul mercato, migliorabili, ma preferiamo ‘inventare’ la nostra versione. Mariposa esiste dal 2007 ed è una realtà tutto sommato giovane che è cresciuta come impresa famigliare.» Cosa produce? «Proponiamo due ‘famiglie’ di prodotti: da una parte l’attrezzistica tecnica che si rivolge al negoziante o a chi fa manutenzione, come la chiave dinamometrica che è una nostra creatura, oppure il seghetto per tagliare il carbonio, cui si affianca dall’anno scorso lo

Il vostro campo merceologico porta, giocoforza, al ciclismo. Come mai avete scelto di sedervi accanto al Rally di Romagna? «Ho conosciuto personalmente Stefano Quarneti e Stefano Dal Fiume, menti creatrici della manifestazione, in occasione di Euro Bike e sono stato conquistato dal loro entusiasmo. Mi interessava fare un’esperienza diretta con le gare a tappe. Nel caso del Rally, l’azienda aveva fornito alla manifestazione del materiale nel 2011, mentre nel 2012 ho partecipato personalmente alla competizione: i luoghi, le persone, i sentieri, sono davvero stupendi e questa esperienza ha consolidato una partnership seminata già l’anno precedente, è avvenuto tutto spontaneamente.»

Shelter, vale a dire una pellicola protettiva antiurto e antigraffio; dall’altra parte abbiamo beni di consumo legati alla foratura, come la famiglia Caffelatex ed Espresso.»

C’erano già precedenti collaborazioni con squadre o manifestazioni? «Questa è l’unica gara a tappe che affianchiamo, teniamo di più a fare sponsorizzazioni a squadre. Abbiamo infatti diverse collaborazioni con squadre italiane tanto su strada, quanto di mtb e nel super enduro. Ciò perché ci permette di testare e convalidare i nostri prodotti, avendo dei test direttamente sul campo.»

Indubbiamente una vostra caratteristica sono i nomi particolari dei prodotti… «Sui nomi ci sbizzarriamo e li pensiamo in un’ottica di mercato estero, dove i nomi italiani sono apprezzati ed un nome strano è comunque più facile, perché è particolare, da tenere a mente. Abbiamo fatto una scelta di originalità, vogliamo stare fuori dagli schemi, insomma non ci affidiamo ai soliti strumenti.»

Come si sostanzierà la collaborazione? «Saremo presenti nel weekend del Rally, con un nostro gazebo mediante il quale effettueremo la presentazione dei nostri prodotti e daremo un po’ di assistenza. Nel pacco gara per quelli che partecipano all’intera settimana ci sarà una bomboletta Espresso gonfia e ripara. Anche se, per scaramanzia, speriamo nessuno la debba utilizzare.»



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SCOTT VALDARDA BIKE a cura di NeWSPoWer

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IN SELLA IL 1° E 2 GIUGNO A LUGAGNANO A LUGAGNANO SI RINNOVA IL CULTO DELL’OFF ROAD SU DI UN PERCORSO SPETTACOLARE E A TRATTI “IMPOSSIBILE”, IN GRADO DI TENERE INCOLLATI TECNICI E CURIOSI. E TRA MASSI A CAVATAPPI E TRONCHI CHE DISEGNANO IL PERCORSO, I MIGLIORI DELLA MTB SI SFIDANO A COLPI DI PEDALE.

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Le immagini del Campionato Italiano di mtb 2012 di Lugagnano hanno fatto il giro del mondo. Era una specie di preolimpica per Marco Aurelio Fontana, che ormai vive proprio da quelle parti, sulle colline piacentine, e che in quel circuito ci ha messo l’anima ed il cuore. È lui il “suggeritore” per i ragazzi della Lugagnano Off Road, tra i quali il culto della mtb è fortemente radicato e per i quali i grandi eventi e i grandi campioni sono come… il caffelatte a colazione. Un gruppo affiatato di appassionati, organizzatori e praticanti, sotto la “guida spirituale” di Luciano Vespari, ex dirigente federale che “mastica” mtb da sempre.

Parole scherzose, ovviamente, ma a Lugagnano, la Scott Valdarda Bike – quest’anno, seconda edizione dedicata al marchio ciclistico americano, ma 21° Trofeo Antonio Tedaldi alla memoria – offrirà l’1 e 2 giugno uno spettacolo come al solito di alto profilo. La gara sarà valida, infatti, sia per il Campionato Italiano Staffetta XC Team Relay (nella giornata del 1° giugno), sia come 5ª prova degli Internazionali MTB Series 2013 (domenica 2 giugno), col palcoscenico identico a quello entusiasmante dei campionati tricolori 2012, con un autentico fiume di adrenalina. Lugagnano con foto NEWSPOWER CANON la Scott Valdarda Bike ha introdotto un modo nuovo di fare mtb, nel quale il pubblico vive intensamente la gara, grazie ad alcuni tratti tecnici

del percorso, “impossibili” e spettacolari, che tengono incollati tecnici e curiosi. E così ecco l’anello di gara che misura 4,7 km, quasi totalmente in fuoristrada tranne il frammento a ridosso del centro abitato, che propone, come lo scorso anno, alcune particolari zone che faranno la differenza. Tra queste la “sassaia” – grossi sassi posti disordinatamente sul terreno, in un tratto nel quale i voli spettacolari sono all’ordine del giorno – o la “legnaia” con dislivelli disegnati dai tronchi all’insù e all’ingiù, quindi i passaggi su ponticelli di legno e attorno a massi “cavatappi”, con i single track nei pressi della chiesetta della Madonna del Piano e dell’Antenna, o la salita denominata “del refrigerio”, in contropendenza a circa tre quarti di giro. Da non perdere, anche le paraboliche volute da Pallhuber, per ricalcare in qualche modo quello che sarebbe stato il tracciato olimpico di Londra. Rispetto allo scorso anno, Vespari ed i suoi collaboratori hanno in animo di spostare dal centro di Lugagnano la partenza, per avere foto NEWSPOWER CANON


meno impicci col traffico, anche se il Comune (e questo fa proprio piacere) vorrebbe mantenere l’evento nel cuore del paese. Gli “Internazionali” a Lugagnano sono di casa: è dal 2002 che questo grande evento si ripete, intervallato da appuntamenti tricolori, come quello del 2012 o quello marathon del 2005, che seguono il tricolore assoluto di mtb vinto da Acquaroli nel 2000. Dal 2002 al 2011 gli eventi degli “Internazionali” svoltisi a Lugagnano sono ben otto, quest’anno è il nono appuntamento del genere e l’elenco di campioni che hanno calcato negli anni i fuoristrada sulle colline piacentine è assai corposo, dagli azzurri Fontana, Longo, Zoli, Lechner, Veronesi, Fruet e Kerschbaumer, agli assi internazionali Naef, Gujan, Dahle, Paez, Kessiakov, Gutierrez, Schneitter e Zakelj, ma ovviamente questa è solamente la cosiddetta punta dell’iceberg. Nelle due giornate dell’1 e 2 giugno ci sarà da divertirsi, non si può proprio mancare, del resto sulle colline piacentine si sta bene, la cucina è invitante e… nemica delle diete. Un’occasione per un piacevole week-end da passare in compagnia, sport e turismo da quelle parti vanno a braccetto. Raggiungere Lugagnano Val d’Arda è facile: per chi arriva in autostrada, l’uscita consigliata è Fiorenzuola, poi si infila la Val d’Arda e in una manciata di minuti, passato Castell’Arquato, si giunge a Lugagnano. Info: www.lugagnanooffroad.it foto NEWSPOWER CANON

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RAMPICHIANA, LO SPETTACOLO a cura di MaSSiMo PareNzi - SoloBiKe.it

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NEL FANGO DELLA RAMPICHIANA SPLENDE IL BIANCO IRIDATO DI ILIAS PERIkLIS IN UNA MATTINA CHE MINACCIAVA ACQUA FIN DALL’ALBA, SI È DISTINTO IL CAMPIONE DEL MONDO MARATHON CHE HA CAPEGGIATO UN PLOTONE DI 1.400 ISCRITTI.

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La partenza data puntualmente alle 9.30 di fronte al palazzetto intitolato al mito dakariano Fabrizio Meoni, prevedeva un giro dell’abitato di Castiglion Fiorentino; un anello a velocità sostenuta per scremare il gruppo prima di affrontare la lunga salita in asfalto verso cima Spinabbio, da affrontare con rapporti lunghi. La prima discesa si presentava subito impegnativa, con cambi repentini di traiettoria fra rocce esposte, pozzanghere e solchi fangosi. Da qui un continuo saliscendi abbastanza provante fino al gpm dedicato al già citato Meoni. Qui un lungo settore di sentiero è stato affrontato dai più con una lunga scarpinata a piedi data la scarsa aderenza delle coperture, 26 o 29 che fossero. Grande picchiata finale fino all’abitato dove la fatica è stata ricompensata da uno degli arrivi più suggestivi del panorama della mtb regionale, all’ombra della vecchia fortezza. La classifica è stata pesantemente condizionata dallo stato del fondo del percorso che ha chiaramente penalizzato le traiettorie di quelli che, escluso i più forti, si sono trovati a navigare sul fango sempre più solcato, intervallato da pozzanghere che dovevano essere aggirate con attenzione. Il fuoriclasse ellenico del team Full Dynamix ha concluso l’anello completo di 42 km per 1.400 m di dislivello, con il tempo di 1.50.31. Alle sue spalle si è piazzato un brillante Samuele Porro della Silmax Cannondale Racing Team, seguito dal compagno di squadra Johannes Schweiggl col tempo di 1.51.40. A seguire Alexey Medvedev del team Full Dynamix, Umberto Corti CBE Merida, Francesco Casagrande della Cicli Taddei, Johan Pallhuber Silmax Cannondale Racing Team, Massimo De Bertolis Autopolar Volvo Cannondale, Manuele Spadi della New Bike 2008 Cycling Lab. Chiude la classifica dei dieci Leopoldo Rocchetti del team Cingolati Specialized. Fra le donne si è imposta Daniela Veronesi, con un tempo di poco superiore alle 2 ore e 17 minuti, che ha preceduto Elena Gaddoni e Roberta Monaldini. Una speciale classifica è stata stilata per premiare i tanti concorrenti giunti da tutta Italia per partecipare al campionato italia-

il podio assoluti con Periklis ilias, Samuele Porro, Johannes Schweiggl

no del corpo dei Vigili del Fuoco. Una speciale griglia è stata a questo scopo creata alle spalle dei professionisti. La Rampichiana era valevole per il tour 3 regioni, coppa toscana mtb e Italian 6 races. L’organizzazione ASD Cavallino, ha mostrato di aver maturato in 9 anni di attività una grande destrezza e si è distinta nella non facile gestione di 1.400 partenti, a cui si sono uniti amici e familiari nel pasta party finale che si è svolto, insieme alle premiazioni, al coperto del palazzo dello sport. Suggestiva alla partenza l’esibizione di un gruppo folkloristico in abiti d’epoca che ha scandito le prime pedalate del serpen-

tone multicolore. La gara non ha avuto storia; il campione del mondo ha dominato fin dall’inizio e anche nelle discese più difficili ha saputo mantenere il distacco accumulato sugli atleti locali, che si davano battaglia dietro e che sicuramente avevano dalla loro una maggior conoscenza del percorso, molto tecnico e selettivo. Un evento quindi che merita il successo che continua a riscuotere di anno in anno, che si rinnova nel percorso, mantenendo però una connotazione paesaggistica definita e riconoscibile nel tempo. Il tutto all’ombra della splendida torre centenaria che domina il colle e la valle.


Il BAR CICCIO è il luogo di ritrovo dei ciclisti della riviera, in partenza per gli itinerari e percorsi della Valle del Savio e colline romagnole. Offre agli amici ciclisti, un punto di ristoro con un ampio parcheggio privato e un prezioso servizio di lavaggio bici (rivolgersi al bar) per coloro che rientrano dai percorsi del fuoristrada Orari abituali di partenze e ritrovi: martedì ore 12.30 • giovedì ore 12.30 • sabato ore 13.00

Tutti i sabati ritrovo per escursioni in MTB

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LA MTB VA IN… PARADISO a cura di NeWSPoWer

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IL 26 MAGGIO IN VALLE D’AOSTA LA GRANPARADISOBIKE TRA PARCHI NATURALI E PANORAMI MOZZAFIATO, È LA PROTAGONISTA DELLA PRIMAVERA AOSTANA. DA COGNE, L’ARRAMPICATA ATTRAVERSO LA MINIERA VERDE, FACCIA AL GRAN PARADISO, AL MONTE BIANCO ED ALLA GRIVOLA. E SE LA FATICA NON SPEZZA IL FIATO, A FARLO CI PENSERANNO I PAESAGGI.

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foto ARCHIVIO GRANPARADISOBIkE

“La mtb va in paradiso”, non è solo un modo di dire. Domenica 26 maggio i bikers potranno davvero divertirsi con la GranParadisoBike, l’evento che caratterizza la primavera di Cogne, in Valle d’Aosta, con un percorso bello, affascinante, tecnico e che regala scorci davvero unici con incontri ravvicinati con gli animali del Parco del Gran Paradiso, in particolare con gli stambecchi che ne sono l’emblema. È una gara aperta ai tesserati FCI e degli Enti della Consulta con due opportunità, una 45 km con “appena” 1.450 metri di dislivello e una 20 km “pedalata ecologica” con 450 metri di dislivello. “Anima” della GranParadisoBike è l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Sport in Paradiso”, con l’indispensabile supporto del Comune di Cogne e dell’Assessorato Sport, Turismo e Trasporti della Regione Valle d’Aosta, stesso comitato che organizza, d’inverno, la Marcia Gran Paradiso, collaudata ed apprezzata granfondo con gli sci stretti. Le iscrizioni sono aperte dal 1° aprile, costo calmierato a 25 euro per chi si iscrive entro il 30 aprile ed 30 fino al 23 maggio, poi negli ultimi giorni tariffa piena a 35 euro. L’ameno paese di Cogne si trova a poco più di 1.500 metri di quota ed è un’autentica “miniera” verde. La gara prende il via dal cuore di Cogne, in una bella arena, poi si infila tra la via principale del paese e punta

dritto su Gimillan, una manciata di pedalate per sfilacciare il gruppo e ancora su asfalto si arranca, con pendenze anche superiori al 10%, dove sono transitati pure il Giro della Val d’Aosta del 1993 e il Giro delle Regioni del 1999 (vittoria di Pierrik Fedrigo su un Ivan Basso in maglia iridata Under 23). A poca distanza, ma con tanta fatica, si raggiunge il tetto della corsa dove viene istituito un Gran Premio della Montagna a quota 1.923 metri e da cui è possibile ammirare, stampato di fronte, il Gran Paradiso, la Grivola e il Monte Bianco. A quel punto, la gara ridiscende, dapprima su sentiero tecnico sino alla parte ovest di Gimillan e poi lungo uno sterrato velocissimo che porta ad Epinel.


foto ARCHIVIO GRANPARADISOBIkE

foto ARCHIVIO GRANPARADISOBIkE

Dopo alcuni passaggi a “Cors”, in mezzo a distese e praterie, ci si dirige verso la parte più bassa della gara, poi si inizia a risalire sulla sinistra orografica del fiume Grand Eyvia. Altra bella fatica con due strappi che implicano pendenze prossime al 25% per raggiungere Cretaz. Da lì si può già annusare l’aria di Cogne, ad appena due chilometri, con salitine al 4-5% immersi nel bel mezzo dei sinuosi prati di Sant’Orso, e poi la GranParadisoBike entra nel vivo e comincia a mordere lo sterrato, prendendo la direzione Valnontey dove lo sguardo, ancora sul Gran Paradiso, placa la fatica, proprio come succede d’inverno sullo stesso tracciato con la Marcia Gran Paradiso di sci di fondo. Da lì, la gara affonda dentro il Parco, lo spettacolo si ripete ed occorre avere i rapporti agili, perché la salita continua, anche se non imperiosa, ma dolce e progressiva fino al giro di boa di Erfolet. E col fiatone, c’è poi da affrontare una lunga discesa col rapportone. Raggiunta nuovamente Valnontey, ma sulla destra orografica, è il momento di lasciar correre ancora di più la mountain bike: per i bikers più arditi, le velocità toccano e possono superare i 50 km/h. Poi, raggiunta “Montas”, ecco nuovamente la salita con strappi intervallati fin su a Sylvenoire, da dove, attraverso i prati, si punta successivamente su Lillaz. Si ricalca ancora la pista da fondo e, affrontate alcune rampe, spingendo di forza sui pedali, si raggiunge Valleille, una valle stretta, nota a livello internazionale (come la Valnontey, del resto) per le arrampicate su ghiaccio. È così che si bissa il secondo giro di boa con successiva discesa, questa volta da prender fiato, sino a Lillaz.

A quel punto, i giochi sono quasi fatti: la GranParadisoBike si infila sulla pedonale che riporta a Cogne, tratto da rapporti lunghi, ritornando fino a Cretaz, dove mancano gli ultimi 2 km in leggera salita, per concludere sotto l’arco d’arrivo nella piazza del Municipio. Fine della fatica e soddisfazione per aver pedalato per 45 indimenticabili e piacevoli chilometri. È già ora di prenotare un posto in griglia, info ed iscrizioni sul sito www.granparadisobike.it. Cogne è uno stupendo posto per trascorrere momenti indimenticabili di relax. La cucina nei locali cognensi è un autentico attentato alla gola, ma ne vale la pena. Provare (e pedalare) per credere.


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SALUTE INBICI a cura del Dr. aleSSaNDro GarDiNi

CONSIGLI E RIMEDI PER IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO

parte di molte aziende del settore (integrazione alimentare), abbiamo a disposizione innumerevoli prodotti che, scelti con l’aiuto di professionisti, possono limitare eventuali spiacevoli conseguenze. Cercate quindi prodotti di qualità, informandovi delle caratteristiche organolettiche e del contenuto, che utilizzerete nel corso della vostra prestazione. Ovviamente gli integratori non vanno assunti come sostituti della dieta ma in affiancamento ad essa. Per chi soffre di reflusso, ulcera, gastrite, gli alimenti consentiti ai pasti principali possono essere la pasta e il riso (in quantità moderate e non molto conditi), minestre, cracker e pane integrale, carne magra ai ferri o bollita, pesce (non frittura), ricotta, formaggi (moderatamente), prosciutto crudo e cotto, speck, bresaola, uova alla coque, patate, legumi, verdura (preferibilmente cotta), frutta non troppo matura. Come colazione e negli spuntini si possono utilizzare latte scremato per chi non soffre di allergie ed intolleranze, il caffè d’orzo o il tè diluito, succhi e spremute di frutta (se non vi è esofagite), yogurt magri, marmellata, miele, pane (crosta) fette biscottate, i corn flakes, riso soffiato, frutta, gelati, budini. Le barrette con riso soffiato, frutta e maltodestrine sono un valido supporto durante le prestazioni di endurance. Tra gli alimenti da evitare citiamo il caffè, il tè (concentrato), cibi fritti, piatti grassi o molto conditi, arrosti, dolci ricchi di grassi (burro, margarina, panna), mollica di pane, conserve di pomodoro cotte con olio, cibi piccanti, spezie, tutti gli alcolici, le bevande gassate, succhi e spremute di frutta (se vi è esofagite), sottaceti (se vi è esofagite), aglio, cipolla, menta. Tra i farmaci di comune impiego nei disturbi occasionali citiamo gli inibitori dei recettori dell’istamina H2, cimetidina e ranitidina, gli inibitori della pompa protonica come l’omeprazolo, il pantoprazolo, l’esomeprazolo e gli antiacidi comuni come magnesio ed alluminio idrossido, reperibili in farmacia senza prescrizione. Ultimamente sta riscuotendo discreto interesse nella sintomatologia gastrica il sodio alginato, una molecola estratta dalle alghe brune, in grado di interagire con i succhi gastrici dello stomaco rigonfiando e sviluppando un gel galleggiante in grado di ostacolare fisicamente le possibilità di un reflusso a livello esofageo. Tra i rimedi fitoterapici sono risultati utili i preparati a base di polisaccaridi, come gli estratti di aloe ed altea che, grazie alla sinergia tra i diversi componenti, formano un film muco-adesivo che aderisce alla mucosa gastrica, proteggendola sia dalle sollecitazioni meccaniche, con un effetto cuscinetto, che da quella chimica dell’acido cloridrico e di alcuni alimenti irritanti. In sinergia a questi possiamo utilizzare rimedi contenenti estratti di liquirizia, come l’acido glicirretico, che svolge un’azione citoprotettiva sulla mucosa gastrica, estratti di camomilla per un’azione rilassante foto CORBIS

foto VALENTIN RUSSANOV

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Il diffondersi di abitudini alimentari scorrette, l’eccessivo impiego di cibo ed alcool, il fumo di sigaretta, l’ansia e lo stress dei ritmi frenetici del modo che ci circonda, hanno reso le malattie legate al tratto gastro-intestinale molto frequenti in tutte le sue manifestazioni. In campo sportivo, diete fai di te, il passaparola e l’utilizzo di rimedi non benefici per la salute, il non rivolgersi a specialisti della nutrizione e dello sport, può portare nel tempo a condizioni di mal funzionamento del principale sistema di assorbimento di nutrienti del nostro corpo, per l’appunto l’apparato gastroenterico. In condizioni normali il contenuto gastrico refluisce nell’esofago in modesta quantità ed in maniera saltuaria. Solo quando tale reflusso diventa considerevole per frequenza o per severità dei sintomi si instaura la cosiddetta malattia da reflusso gastro-esofageo. Questa è generalmente benigna ma può essere causa di disturbi cronici ricorrenti che interferiscono con la normale qualità della vita. Oggi si può parlare di malattia soltanto quando i sintomi, rigurgito e bruciore retro sternale, compaiono almeno una volta a settimana. Associati a questi spesso possono presentarsi anche altri disturbi come raucedine, disfonia, asma, tosse cronica, laringiti o faringiti. In questi casi è bene evitare terapie fai da te e rivolgersi al proprio medico e specialista gastroenterologo. È risaputo che praticare sport è salutare, ma chi soffre di reflusso può avere un peggioramento dei sintomi in seguito ad alcune attività. Occorre tenere in considerazione che ci sono delle discipline sportive che per motivi strettamente meccanici, o perché in grado di aumentare la pressione addominale, possono favorire la risalita del cibo e dei succhi gastrici, con conseguente bruciore. Tra le attività fisiche imputate, la corsa, il ciclismo e il sollevamento pesi. Tuttavia, un peggioramento dei sintomi è solo passeggero ed in contrasto con i benefici che l’apparato gastrointestinale ottiene da chi pratica sport regolarmente: infatti l’attività fisica svolge un effetto protettivo sulla mucosa gastrica, contribuisce a ridurre stress, disturbi infiammatori e sembra essere associata a una minore incidenza di tumori a livello dello stomaco e dell’intestino. Per evitare di ridurre la vostra performance e incorrere nei problemi sopra descritti si possono prendere precauzioni seguendo alcuni consigli; se proprio non fossero sufficienti si possono utilizzare farmaci antisecretivi e rimedi fitoterapici. Astenersi dal fumo e dall’alcol, la lontananza da fonti di ansia e stress psico-fisico, quando possibile, sono sicuramente i due principali consigli da seguire. È importante evitare di alimentarsi con pasti abbondanti proprio in prossimità degli allenamenti, di una gara o di un giro lungo con i nostri compagni di squadra, prediligere il nostro carico energetico almeno due ore prima della partenza. Fondamentale è la masticazione del cibo, più è protratta nel tempo e più aiutiamo la digestione e quindi l’assorbimento dei nutrienti. Oggi, grazie al continuo progresso in tecnologia alimentare e alla ricerca della qualità e della sicurezza da

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a livello intestinale e derivati del mirtillo con azione riepitelizzante. Utile coadiuvante, in casi d’inadeguato assorbimento dei cibi assunti con la dieta, risultano essere gli integratori alimentari a base di enzimi digestivi quali proteasi, lipasi e amilasi, tra i più comuni, indicati per favorire i processi digestivi e favorire l’assorbimento delle principali famiglie di nutrienti, quali proteine, lipidi, fibre e carboidrati.

In conclusione, tutte le volte che si presenta un problema a livello del sistema gastrico è bene valutare tutte le cause ed adottare le precauzioni descritte a livello comportamentale, di dieta e tipo di sport praticato, e qualora i sintomi dovessero perdurare ricorrere dallo specialista, per evitare di peggiorare la propria condizione di salute e ritardare allenamenti ed impegni sportivi.

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CLASSICHE DEL WEEK END a cura di arNalDo Priori

TRICOLORE ACSI UNDICI MAGLIE ASSEGNATE NEL LODIGIANO

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A CASTIGLIONE D’ADDA, È LA FESTA DELLA MTB. I CAMPIONI ESTIVI A RAPPORTO PER GIOCARSI IL TITOLO ITALIANO INVERNALE 2013: SOLO QUATTRO LE RICONFERME, IMPORTANTI LE NEW ENTRY DA TENERE D’OCCHIO DURANTE LA STAGIONE.

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Solo quattro i tricolori che si sono riconfermati a Castiglione D’Adda nella gara che assegnava le maglie tricolori “ACSI” invernali di mtb, competizione organizzata dall’ASD del presidente Ivan Rizzotto, travolto e coinvolto nel progetto dai figli Roberto e Claudio, al secondo anno di attività del sodalizio lodigiano. Cinque giri per i top, per un tracciato di 6.500 metri che si presenta dapprima ghiacciato, poi lentamente il fango si è sostituito al terreno duro, cosicché alla potenza occorreva affiancare anche un bagaglio tecnico di buona guida per controllare il mezzo. Il senior Fabio Pasquali (Pata Raschiani) è il dominatore incontrastato della prima gara, alla sua ruota si pone il junior Luca Testa (TRT Racing team), già tricolore estivo. Il portacolori della Pata è incontenibile e macina gli ultimi giri in perfetta solitudine, cosicché Testa si veste di tricolore per la categoria junior. Due new entry per un nuovo sodalizio: si tratta del cadetto Michael Faglia e del più noto veterano Mauro Di Stasio, neo acquisti dell’ASD Rampi Team, i quali, in soli due mesi, impreziosiscono la bacheca della formazione di due fiammanti maglie tricolore. Il gentlemen Gianpaolo Fappani, che con la maglia invernale di Mtb inaugurò la sua striscia tricolore nel lontano 2003, raccoglie la sua settima maglia in undici edizioni, con una vittoria tutt’altro che facile, tallonato per quasi tutta la gara dal portacolori dei Falchi di Tuxor, Roberto Ambrosi. Alle undici, partono i giovanissimi, con Leonardo Valbusa, primavera 1° f. che si riconferma leader di categoria, e con il debuttante Patrick Franzoni, compagno di colori all’Emporio sport, per la gioia del loro presidente Matteo Pedrazzani, che completa il tris con la donna “A” Laura Moretti. Giorgio Pederzolli, in gara con i tre figli, raccoglie la soddisfazione di vedere sul gradino più alto del podio i primavera 2° f. maschile, Alessandro Seiwald, e femminile, Alessia Fruner. In campo femminile, la dominatrice assoluta è stata la “corazziera” Tiziana Corazza: l’atleta dell’ASD Professional Bike, ha regolato con autorevolezza la gara rima-

nendo sempre saldamente al comando per tutti e tre i giri in programma, lasciandosi alle spalle avversarie titolate come Elena Zappa, Simona Etossi, campionessa uscente, e Barbara Fanchini, il “gota” del ciclismo amatoriale del fuoristrada. Tra i più “esperti”, due belle conferme con Roberto Zappa (Rodella) tra i super “A” e Claudio Guarnieri (Rizzotto) tra i super “B”: il primo ha macinato gli avversari, relegandoli a distacchi abissali, il secondo ha dovuto vedersela con Vincenzo Vezzoli, che l’ha tallonato per quattro giri, e solo lo spunto veloce ha permesso a Guarnieri di riconfermarsi campione italiano invernale e di tenere il ruolino di marcia di Gianpaolo Fappani, con sette centri su undici edizioni. Premiazioni nell’accogliente e riscaldata palestra comunale, con Ernesto Galimberti in rappresentanza dell’Acsi nazionale sezione ciclismo, il delegato provinciale di Mantova, Giannino Gattazzo, che con il sindaco Alfredo Ferrari e i vari ospiti, si sono alternati nella vestizione delle maglie, poi, a sorpresa, Inno di Mameli cantato dal vivo da Paola Bonetti, il tutto in un clima rilassato e allegro.

I CAMPIONI ITALIANI ACSI INVERNALI 2013 Primavera 1° fascia Leonardo Valbusa – Emporiosport Primavera 2° fascia femminile Alessia Fruner – Pederzolli Primavera 2° fascia Alessandro Seiwald – Pederzolli Debuttanti Patrik Franzoni – Emporiosport Donna A Laura Moretta – Emporiosport Donne B Tiziana Corazza – Professional Bike Cadetti Michael Faglia – Rampi team Junior Luca Testa - TRT Racing team Senior Fabio Pasquali – Pata Raschiani Veterani Mauro Di Stasio – Rampi team Gentlemen Gianpaolo Fappani – Conad Cinghiale Super A Roberto Zappa – Rodella Super B Claudio Guarnieri – Rizzotto


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PERCORSO:

Davide 347 6458548 Stefano 335 7282336 contatti@rallydiromagnamtb.it www@rallydiromagnamtb.it

Circuito leggermente ondulato di km 16 da ripetere più volte: GENTLEMEN E SUPERGENTLEMAN A e B km 64 CADETTI JUNIOR, SENIOR e VETERANI Km 80

ISCRIZIONI E REGOLAMENTO:

ISCRIZIONI entro GIOVEDI 9 Maggio 2013 sul sito www.rallydiromagnamtb.it Quota di ISCRIZIONE: € 100,00 per Squadra Pacco gara contenente un gadget e materiale tecnico per ogni componente della squadra OGNI SQUADRA ISCRITTA RICEVERA’ UN PROSCIUTTO

Si ringraziano per la collaborazione:

AKEN è un marchio SOLMEC www.solmec-meccanica.com

MR SPORT SRL www.mrsport.eu

Terme di Riolo Bagni www.termediriolo.it

MOVE cavina@cecmoda.it

BELTRAMI T.S.A. SRL www.beltramitsa.it

INBICI www.inbici.net

COOP RENO www.coopreno.it


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TRENTINO MTB a cura di NeWSPoWer

pressoffice@newspower.it

TUTTI IN SELLA DA MAGGIO A OTTOBRE IL FESTIVAL DELLE RUOTE TASSELLATE INAUGURA DOMENICA 12 MAGGIO PER CHIUDERE LA STAGIONE IL 13 OTTOBRE. CINQUE MESI DI MANIFESTAZIONI AD ALTO TASSO DI DIVERTIMENTO IN UNA REGIONE CHE OFFRE PANORAMI DA FOTO RICORDO.

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Mettiamo subito le cose in chiaro. Trentino MTB torna in sella domenica 12 maggio e ci resta fino a metà ottobre. Sei gare in tutto il Trentino, che già sulla carta sono da sballo. Si comincia a Cavareno in Val di Non, la patria delle mele, ma anche delle due ruote. E per iniziare col botto, gli organizzatori della manifestazione hanno deciso quest’anno di sconvolgere il percorso di gara, che parte come tradizione dal prato della Tennis Halle di Cavareno, ma che già nella porzione iniziale risulterà a tutti inedito. Strade in mezzo al bosco si alterneranno a tratti di ciclabile e bisognerà fare andare subito le gambe a ritmo, riscaldarsi a dovere perché poi inizia la salita, quella nella zona del Passo della Mendola. Le belle località di Maso Molin e

foto NEWSPOWER CANON

foto NEWSPOWER CANON

Maso Seppi saranno preambolo allo scollinamento (siamo all’incirca sui 1.300 metri di quota) che porterà a gettarsi in picchiata, sempre su sterrato, in direzione degli abitati di Ronzone prima e Malosco poi. Lo step successivo sarà rappresentato dal suggestivo Lago Smeraldo, alle porte del paese di Fondo. Questa prima parte di gara fino allo scorso anno la si affrontava in senso inverso, e la decisione di cambiare la marcia deriva dalla volontà di portare il più possibile i bikers su sterrati e stuzzicanti single track. Più off-road c’è, meglio è, insomma. Da Fondo, la ValdiNon Bike scenderà a tutta, in direzione Cavareno e Romeno dove ci si tufferà ancora in fuoristrada, accarezzando i piccoli abitati di Don e Amblar. A questo punto non resterà che fiondarsi al traguardo di Cavareno, dove ci sarà anche il sempre gustoso pasta party ad attendere tutti quanti. Il terzo week-end di giugno sarà tempo di 1000Grobbe Bike Challenge – 100 km dei Forti, sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna e anche qui non mancano le novità. In verità si attende lo scioglimento completo della neve per mettere tutto nero su bianco, ma gli


foto NEWSPOWER CANON

organizzatori hanno espresso la ferma volontà di allungare il tracciato della 100 km dei Forti, portandolo anche nei territori di Folgaria. Prossimamente saremo in grado di fornirvi informazioni più dettagliate in proposito, tuttavia si può tranquillamente già affermare che la festa per la maggiore età della 100 km dei Forti (18 edizioni dal 1996) sarà straordinaria, con sempre attiva l’opzione “Challenge”, con la prova Classic della domenica da sommare alla Lavarone Bike di 30 km del venerdì e alla Nosellari Bike di 40 km del sabato. Il terzo e il quarto capitolo di Trentino MTB 2013 saranno a distanza ravvicinata: solo una settimana infatti separa la Lessinia Bike del 28 luglio, dalla Vecia Ferovia dela Val de Fiemme del 4 agosto, e pedalare tra i Lessini trentini e il vecchio tragitto del trenino della Val di Fiemme sarà davvero foto NEWSPOWER CANON uno spettacolo. Oltre che una buona “scusa” per prenotarsi una settimana a tutta bike in zone di grande fascino sportivo e naturalistico. Settembre è il mese della Val di Fassa Bike, sulle varianti Marathon, Classic e Short, e domenica 8 da Moena sarà un tripudio di ruote tassellate, con gli oltre 2.000 metri del Lusia a fare da croce e delizia, anche dei grandi della Coppa del Mondo Marathon che nel 2013 rinnova la fiducia alla gara trentina. La chiusura di Trentino MTB è affidata anche quest’anno alla 3T Bike di Telve Valsugana (13 ottobre), un evento sicuramente completo per

la varietà di tracciato che si addice ad ogni tipo di biker, ma che non deve essere sottovalutato in alcuna misura. Fino all’8 maggio rimangono aperte le iscrizioni cumulative al circuito, con il vantaggioso prezzo di 132 € (con l’omaggio personalizzato), anziché 156 €, e la possibilità di concorrere alla Classifica dello Scalatore. Per le società numerose (sopra i sei elementi) rimane attiva l’opzione che simpaticamente abbiamo ribattezzato “più siamo meno paghiamo”, vale a dire che se una squadra conta da 7 a 12 componenti ottiene un’iscrizione gratis ogni tre, mentre se il team è composto da più di 13 elementi, le iscrizioni gratuite sono ogni due bikers. Il sito di riferimento per ogni informazione è www.trentinomtb.com


AMAYA CHIA foto NEWSPOWER CANON


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TORREVILLA MTB a cura di Nicoletta BriNa

nicoletta.brina@gmail.com

25 ANNI E TANTA VOGLIA DI CRESCERE IL SODALIZIO DI MONTICELLO BRIANZA FESTEGGIA IL COMPLEANNO INSIEME AI PROTAGONISTI DELLA STAGIONE 2012 E RILANCIA GLI OBIETTIVI PER LA NUOVA STAGIONE: TRA AGONISMO ED ESCURSIONI, LA PASSIONE VIAGGIA CON LE RUOTE GRASSE.

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Torrevilla Mtb, società con sede a Monticello Brianza (LC), tra le più rappresentative nel panorama italiano mountain bike, festeggia i 25 anni sul territorio. Conta 150 iscritti, dei quali una quarantina agonisti ed il resto escursionisti. Il team agonistico ha partecipato a tutte le maggiori competizioni nazionali, collocandosi regolarmente nelle prime posizioni della classifica nazionale amatori, vincendo per tre anni consecutivi (2002, 2003, 2004) il Trofeo di Società, assegnato dalla FCI al miglior team nazionale. Nella rinnovata edizione 2007 si è aggiudicato il secondo posto tornando a vincere il prestigioso Trofeo nel 2008 e nel 2010. KTM-Stihl Torrevilla Mtb, ha partecipato nel 2012 a gare, tra le quali i Campionati italiani XC e Marathon, Mondiali XC e Marathon, con la KTM Myroon 29.1. Atleti di punta, i colombiani John Jairo Botero Salazar e Chia Amaya Jaime Yasid. In campo femminile a farsi ben intendere Sandra Klomp, eccezionale atleta soprattutto nelle prove di il team torrevilla 2013

resistenza, affiancata da Stefania Zanasca, dalla svizzera Sofia Pezzatti Galusero, già nazionale svizzera e dalla Under 23 Martina Giovanniello, che ha militato nella nazionale di Cross Country. Il resto della squadra annovera Simone Colombo, Master 2, Alessandro Pasta, Master 2, Roger Cantoni, Master 3, Carlo Merlo, Master 3, Massimiliano Giuliani, Master 4, ed Adriano Zanasca, Master 6. «La società nel 2012,– spiega il presidente del team ktm-Stihl Torrevilla Mtb, Fabrizio Pirovano – ha conquistato 78 vittorie (36 assolute), 28 secondi posti, 31 terzi, titolo europeo marathon master (con Zanasca), medaglia d’argento Italiani Cross Country con Simone Colombo e Carlo Merlo, argento ai Campionati Italiani Marathon con Martina Giovaniello e Adriano Zanasca, bronzo agli Italiani marathon con Simone Colombo e Carlo Merlo, regionale Lombardo con Simone Colombo e Massimiliano Giuliani, provinciale di Lecco con Simone Colombo, Carlo Merlo e Nunzio Avventura.»

Grande attenzione viene dedicata all’immagine del Team che risulta essere tra le più curate ed efficaci di tutto il panorama italiano, primo team Certificato Zero Emission. Nel 2013 la squadra agonistica ufficiale sarà formata da: John Jairo Botero Salasar, Diego Alfonso Arias Cuero, Luca Damiani e l’under 23 Stefano Moretti. In campo femminile, Sandra Klomp, Martina Giovaniello, Alessandra Signò ed Arianna Cusini. A questi si aggiungono Simone Colombo, Carlo Merlo, Massimiliano Giuliani, Alessandro Pasta, Adriano Zanasca, Master 6. Agli agonisti del Cross Country e della Marathon si affiancano anche 5 ragazzi, Michele Dell’Andrea, Massimiliano Giuliani, Mirko Crippa, Pietro ed Alberto Borgonovo per il Super Enduro. La sezione escursionistica della società invece, si dedica alla ricerca di nuovi itinerari e all’organizzazione di escursioni in maniera gratuita per chi ne fruisce, al fine di avvicinare e coinvolgere nuove persone alla pratica di questo sport. L’iniziativa “Happy Bike”, va in questa direzione: si tratta di incontri con tecnici e professionisti dei vari settori per fornire spiegazioni sui segreti e utili pratiche da mettere in atto prima, durante e dopo una escursione. A questa si affiancano anche altre attività, come la tradizionale “Pedala coi Lupi”, kermesse notturna aperta a tutti. Quattro giorni di musica, festa, sport, cultura. Giovedì 11 luglio il concerto de I Luf, il 12 luglio la WubergrillFest e BiCirco; il 13 luglio la Pedala coi lupi ed il 14 luglio Teatro By Bike. Da ricordare anche l’appuntamento natalizio della Xmax Bike.


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L’OFFICINA APPROFONDIMENTO DAL MONDO DELLE DUE RUOTE

lorenzo@gruppobici.it

a cura di loreNzo coMaNDiNi

SRAM, LA NOVITà FA 11

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SRAM ha presentato la nuova linea ad undici velocità. La peculiarità principale dell’XX1, è questo il nome del gruppo, è la sola corona anteriore, più importante secondo i progettisti rispetto alla novità degli 11 pignoni. Successivamente, infatti, l’attenzione degli addetti SRAM si è rivolta alle velocità posteriori. Questo dovrebbe farci capire già dalle premesse che l’1×11 non è un sistema pensato per gente con gambe d’acciaio. Se così fosse stato sarebbe rimasto un 1×10. SRAM invece si è posta il problema di portare l’innovazione del monocorona a tutti, scegliendo così la soluzione delle 11 velocità. La cassetta XX1 è lavorata dal pieno dal metallo, come quella dell’XX per intenderci, e la sola corona più grande, quella da 42, è realizzata in alluminio. La corona più piccola è da 10 denti in luogo dei tradizionali 11. La vicinanza delle corone dovuta all’inserimento di un ulteriore rapporto ha permesso di ottimizzare la fluidità della cambiata (ecco perché le ragioni dell’1×11 non vanno ricercate “solo” nei numeri dei rapporti).

Dati tecnici Cassetta • 11 velocità (10-12-14-16-18-21-24-2832-36-42) • Nuovo meccanismo di fissaggio al corpo ruota libera XD driver body • Maggiore stabilità nella connessione al corpo ruota libera • Step della catena fra un rapporto e l’altro ridotto con conseguente incremento della fluidità della cambiata • Ruote disponibili per standard XD driver body: SRAM (già sul mercato), DT Swiss (già sul mercato), Bontrager (pre-produzione), Easton Mavic (pre-produzione), Tune (pre-produzione), Hope (pre-produzione), Syncros (pre-produzione), Roval (pre-produzione), Specialized (pre-produzione), Crank Brothers (pre-produzione), FRM (pre-produzione), Stans (pre-produzione) e Novatec (pre-produzione). • L’XD driver body è in media 6-8 g più leggero di un sistema standard • Peso Cassetta: 260 grammi La parte più interessante della zona cassetta è certamente il nuovo standard ruota libera XD. Per questa nuova soluzione

SRAM ha messo online un sito apposito xddriverbody.com. Le dimensioni sono identiche a quelle della ruota libera tradizionale, quello che cambia è il tipo di lavorazione al cnc. Questo significa che, qualora voleste montare l’XX1, non dovrete cambiare l’intero mozzo posteriore, ma soltanto la calotta esterna della ruota libera. La motivazione di tutto questo? Molto semplice, una volta trovatisi nelle condizioni di dover modificare il pezzo per permettere l’alloggiamento di un pignone a 11 velocità alla SRAM hanno pensato bene di cercare di eliminare i punti deboli del sistema tradizionale. Il più classico di questi difetti è il fenomeno del tumbling. Sicuramente vi sarete accorti che spesso i pignoni, quando molto usurati, prendono un gioco particolare. Se mettete la bici sul cavalletto e lasciate andare la ruota posteriore a velocità, mantenendo fermo il pignone, vi renderete conto che questo, molto spesso, ha un movimento oscillatorio, come se l’asse su cui ruota non fosse allineata col mozzo. In pratica la cassetta prende gioco perché è solo infilata sulla calotta della ruota libera ed il fissaggio è solo esterno, come se fosse un tappo per intenderci. Quindi, a forza di tirare con la catena, per assurdo un movimento che in un certo senso tende a “sfilare” il pignone dal mozzo, si crea un micro gioco fra la parte interna della cassetta ed il corpetto della ruota libera. A volte il fenomeno è riscontrabile in fase di smontaggio perché si trovano tanti piccoli segni di usura sul corpetto del mozzo, dovuti proprio al famigerato tumbling (ruzzolamento, rotolamento). Il

nuovo XD driver body ha invece la filettatura posta sul corpetto stesso, in zona ravvicinata alla flangia del mozzo, cioè esattamente dove le sollecitazioni dovute al tiro catena sono maggiori. Con questo sistema viene scongiurato il fenomeno del tumbling ed è evidente che l’efficacia della cambiata sarà migliore e l’usura del mozzo e della cassetta saranno notevolmente ridimensionate.

La parte interna della cassetta XX1. La filettatura per il fissaggio rende il montaggio più semplice che in passato e blocca il pacco pignoni proprio nella zona in cui è più soggetto alle forze della catena. Il Cambio Un altro componente fondamentale dell’XX1 è ovviamente il cambio a 11 velocità. Sembrerà forse strano, ma in realtà nessuno dei componenti dell’XX1 è come sembra. Questo deragliatore ad esempio potrebbe apparire simile ad un cambio tradizionale, in realtà è completamente diverso, sia nella forma che nella sostanza. Qui in basso il cambio nella sua versione finale accostato al primo prototipo.


Qui il cambio XX1 paragonato nelle dimensioni ad un X0.

Ancora il cambio messo a confronto sia con il prototipo iniziale che con un X0 standard. Il cuore del deragliatore posteriore XX1 è senza dubbio la tecnologia X-Horizon. Il cambio posteriore, vista l’esigenza di dover lavorare ad 11 velocità e con una corona da 42, doveva essere necessariamente rivisitato. Un cambio tradizionale, che si muove sia orizzontalmente che verticalmente, con una corona da 42 avrebbe rischiato di avvicinarsi troppo al terreno. Per questo motivo il cambio XX1 si muove solo orizzontalmente (X-Horizon). In questo modo non solo si riesce a far lavorare il cambio con la 42 sul pignone, ma si ottengono diversi benefici. In primo luogo viene eliminato definitivamente il fastidioso fenomeno del ghost shifting, ovvero la marcia che salta a causa dell’involontaria oscillazione

verticale del cambio dovuta alle eccessive sollecitazioni. Mancando del tutto il movimento verticale si capisce che il difetto viene eliminato alla radice. In secondo luogo, essendo adesso solo una la forza di “contrasto” al tiraggio del cavo azionato dal manettino, la sola forza orizzontale, la cambiata risulta più fluida e precisa. L’offset aumentato nella zona della puleggia superiore aiuta la catena ad autostabilizzarsi. Le due pulegge sono “sincronizzate” alla catena, ma di questo vi parleremo nel dettaglio più avanti, quando illustreremo le caratteristiche delle corone. In buona sostanza il sistema X-Actuation di SRAM, pensato per migliorare le prestazioni della cambiata in generale, fa un ulteriore balzo avanti nella direzione della funzionalità grazie alle nuove tecnologie adottate dal deragliatore posteriore XX1. Da non dimenticare poi il fantastico sistema Cage Lock grazie al quale, non solo potrete bloccare il cambio in posizione di riposo per facilitare le operazioni relative alla catena e allo smontaggio della ruota posteriore, ma potrete anche dire addio al tendicatena. La molla di ritensione, abbinata alla sincronizzazione dei denti delle pulegge e della corona, dà alla catena una stabilità sconosciuta fino a questo momento. Non fatevi poi trarre in inganno dalle dimensioni del deragliatore posteriore. Una delle domande più frequenti è: “Ma essendo il cambio così voluminoso non è più esposto a possibili impatti col terreno?”. La risposta è no naturalmente. Eliminando il movimento verticale,

anche se evidentemente più lungo, il cambio XX1, nella posizione più estesa, ha la stessa luce dal terreno di un X0. Stessa cosa dicasi per l’ingombro laterale. Non dimentichiamoci che in termini generali l’XX1 è un sistema molto snello, risultando complessivamente più leggero di un sistema completo top di gamma come l’XX di ben 200 g, questo naturalmente grazie soprattutto all’eliminazione del deragliatore anteriore.

Un piccolo schema che mette a confronto il movimento del sistema X-Horizon con quello standard. Caratteristiche posteriore

tecniche

deragliatore

• Offset puleggia superiore maggiorato per agevolare l’allineamento della catena • Sistema a parallelogramma orizzontale che aumenta l’efficacia della cambiata grazie alla diminuzione delle forze in contrasto con il tiraggio del cavo • Pulegge a 12 denti sincronizzate alla catena • Tecnologia TYPE 2 che comprende Roller Bearing Clutch e Cage Lock • Disegno denti pulegge pensato per la diminuzione del rumore in fase di cambiata • Peso approssimativo 220 grammi


Altra caratteristica interessante del cambio XX1 è il Roller Bearing Clutch, tecnologia già presente in tutta la serie Type 2. Un cuscinetto a frizione posto sull’asse del bilancere del cambio che aiuta a diminuire notevolmente i movimenti eccessivi del deragliatore stesso ed il conseguente ondeggiamento della catena seguito da eventuali salti. Corona e guarnitura Veniamo adesso alla corona. Anche in questo caso si tratta di un prodotto pensato per innovare. Prima di tutto diamo qualche indicazione generale. L’XX1 viene fornito con una 32 in versione standard, sono tuttavia disponibili anche le 28-3034-36-38. La catena non ha bisongo di essere allungata o accorciata se sostituite la corona con una che abbia solamente due denti in più o in meno. L’operazione di sostituzione è davvero molto semplice. Una volta bloccato il cambio in posizione di riposo basterà svitare le quattro viti di fissaggio con il solo ausilio di una brugola (non c’è la vite femmina nella parte posteriore). Fatto questo potrete comodamente estrarre la corona, nella maggior parte dei casi non dovrete neanche smontare il pedale. Questo per sottolineare il fatto che, avendo a casa due o tre corone, potrete decidere in estrema tranquillità in che configurazione utilizzare la bici per adattarla alla tipologia di uscita che vi affrontate a fare.

alla corona perchè può combaciare con essa solo se si allineano i denti piccoli con gli alloggi piccoli ed i denti grandi con gli alloggi più larghi. Caratteristiche tecniche corona • Nuovo profilo denti a spessore alternato per garantire la massima aderenza della catena • Pedivelle in carbonio con spider in alluminio forgiato • Corone lavorate al cnc (28-30-32-34-36-38) • Nuovo design dello spider che permette una sostituzione rapida della corona • Fattore Q ottimizzato per BB30 e GXP • Peso 650 grammi movimento centrale compreso

Un particolare dei denti della corona dell’XX1.

Vi abbiamo già detto che corona e pulegge del cambio sono “sincronizzate” alla catena. Ma cosa significa nello specifico? Molto semplice. Come ben sapete le maglie delle catene presentano due tipologie di alloggi per i denti delle corone: uno grande ed uno piccolo. Bene, fino ad oggi a nessuno era venuto in mente di poter sfruttare questa caratteristica della catena per favorire la sua stessa stabilità. Alla SRAM ci hanno pensato. La corona, così come le pulegge del cambio, presenta dei denti piccoli alternati a denti più grandi. In questo modo la catena è sincronizzata

Quest’immagine dovrebbe rendere evidente cosa intendono gli ingegneri SRAM quando dicono che la corona è “sincronizzata” alla catena. Questo aspetto gioca un ruolo determinante nel funzionamento

dell’XX1. Proprio grazie a questa trovata, unita al Roller Bearing Clutch ed Cage Lock del deragliatore posteriore, la catena risulta praticamente saldata al sistema di trasmissione. Vi assicuriamo che perderla è davvero molto ma molto difficile.

La Catena Qualche parolina va spesa sulla catena. Oltre ad essere ovviamente ottimizzata per le 11 velocità la catena XX1 è anche leggermente più stretta rispetto alle catene tradizionali. Questo ha generato in qualcuno il sospetto che si potesse trattare nel complesso di una catena più fragile del normale. In realtà è proprio il contrario. Cosa fate di solito quando volete provare lo stato di usura della vostra catena? Sicuramente la mettete di piatto e, tenendola per due lati, cercate di inarcarla. Se l’arco formato dalla catena è troppo poco ampio vuol dire che le maglie, nelle loro giunzioni, sono troppo usurate ed hanno preso gioco. Provate adesso però a rispondere a questa domanda: se la catena fosse più stretta si inarcherebbe di meno o di più? La risposta è di meno. Ovviamente essendo le maglie più strette offrono una resistenza maggiore alle forze che tendono a sollecitarle lateralmente, esattamente quello che facciamo quando mettiamo la catena di piatto e la inarchiamo. Quindi le maglie più strette fanno della catena XX1 una catena più robusta di quelle standard. Ovviamente questo incremento di robustezza non cambia radicalmente le carte in tavola, ma una cosa è certa però, la catena XX1 non è più fragile di una catena standard solo perchè più stretta.


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OLTRE L’OSTACOLO

robyzanetti@alice.it

a cura di roBerto zaNetti

E CHI HA DETTO CHE kTM È “SOLO UNA MOTO”? GIÀ PRESENTE NEL “GOTHA” DELLA MOUNTAIN BIKE DA PARECCHI ANNI, KTM SI PRESENTA NEL 2013 CON DELLE NEWS DEDICATE ALL’OFF ROAD. MYROON MASTER È IL MEZZO TESTATO PER QUESTO MESE; UNA FRONT DA 29” CHE SEGUE LA TRADIZIONE DELLA CASA DI MATTIGHOFEN, QUALITÀ CERTIFICATA MADE IN AUSTRIA!

R

Il test: Ricordo da ragazzino quando con mio padre andavo al motodromo di Maggiora (in provincia di Novara), che all’epoca era uno dei più famosi e difficili al mondo, e vedevo le moto KTM da cross saltare e darsi battaglia contro i colossi giapponesi, leader indiscussi del fuoristrada sulle due ruote a motore. Di anni ne sono passati almeno 30, forse malinconicamente qualcuno in più, e nei pressi di quella gloriosa pista di motocross ho voluto ritornarci sempre con una KTM;

non una moto ma una MTB dalle imponenti “ruotone” da 29”, la Myroon Master! Forse per evocare quei funambolici piloti, forse per ricordare i bellissimi anni della mia adolescenza, ho scelto proprio i boschi e gli sterrati adiacenti alla pista (che riaprirà all’agonismo e alle gare entro la primavera di quest’anno) per testare questa hardtail austriaca dalle ruote maggiorate. Tengo a precisare che di Myroon, nel catalogo KTM Bike 2013, ve ne sono 5 tipi differenti per allestimento e prezzo: Prestige (XTR), Master (XT), Elite (XT/SLX),

foto MONICA CUEL

Bike test

Comp (XT/Deore) e Limited (XT/XT doppia 38x24), tutte montate, come ho specificato tra le parentesi, con gruppi Shimano e tutte da 29”. Le prove fatte sul campo hanno messo in evidenza quello che già potevo immaginare: la KTM Myroon Master è una mountain bike adatta a lunghe pedalate off road in puro stile “marathon” e perché no, se si volesse portarla in gara, il “cross country” resta senza dubbio il suo terreno ideale. Proprio da questa considerazione mi sento di consigliare la Myroon Master a tutti i biker che vogliono godersi fino in fondo le qualità di “gran sportiva” che esprime sullo sterrato, anche il più impegnativo. Sassi, radici e buche non sono più ostacoli impossibili; per merito del diametro maggiorato delle ruote da 29” e di un equilibrio ottimale tra stabilità e prestazioni, la Myroon Master vi porterà ovunque. Non va poi dimenticato che KTM, già da parecchi anni, ha fatto molto parlare di sé nell’off road amatoriale e nelle competizioni ufficiali con i team e atleti di alto livello. Ciò va a testimoniare quanto sia apprezzato il marchio austriaco in Italia e nel mondo anche da chi, la mountain bike, non la usa solamente per il gusto di pedalare in mezzo alla natura ma ne fa, come i professionisti, lo strumento del proprio lavoro. In evidenza: Il nuovo telaio della Myroon Master è creato per facilitare l’installazione e la rimozione della ruota posteriore, conferire maggior resistenza ai foderi orizzontali e garantire una maggior sicurezza nel posizionamento del disco del freno. Completamente senza ingombri e con pochi punti di attrito tra cavi e telaio, la Myroon Master di KTM si avvale di una linea molto gradevole. Inoltre, il cavo di Bowden, si inserisce nella parte alta del tubo obliquo, in prossimità della congiunzione del nodo sterzo, assicurando un cambiata perfetta e resistendo alla sporcizia che si può generare nel tempo durante la guida. Comandi, leve e lockout della forcella sono facilmente raggiungibili con le mani appoggiate sul manubrio; tutto è sotto controllo dalla comoda posizione di guida che domina dall’alto la strada sotto le possenti ruote da 29”.


Caratteristiche Tecniche

foto ROBERTO ZANETTI

KtM Myroon Master 29”

re adattandomi alle circostanze; sarebbe opportuno riproporre una prova sul campo nella bella stagione, con altre superfici, per sfruttare al meglio tutto il potenziale di questa attraente mountain bike. Consigli per l’acquisto, perché comprarla? Per chi volesse competere col “numero sulla schiena” in qualche gara ufficiale ritengo che alla Myroon 29, preparata di serie nell’allestimento “Master” (gruppo completo cambio/ freni Shimano XT, forcella FOX 32 Float 29 e cerchi DT Swiss M1700 Spline 29” tubeless) non manchi proprio nulla e possa essere per molti appassionati delle “ruotone grasse” una bici davvero azzeccata. il collarino reggisella in alluminio con chiusura/apertura rapida

- Telaio: Carbon Monocoque 29” - Cambio: Shimano XT M786 shadow plus. DM - Deragliatore posteriore: Shimano Deore XT-10 - Deragliatore anteriore: Shimano Deore XT - Guarnitura: Shimano Deore XT 42-32-24 - Catena: Shimano HG94-10 - Ruota libera: Shimano Deore XT-10 11-36 - Movimento centrale: Shimano Hollowtech II, PressFit - Freni: Shimano Deore XT Ice-tec hydr. Disc - Leve freni: Shimano Deore XT - Forcella: FOX 32 Float 29 O/C CTD RR 100 15-T - Serie sterzo: Ritchey Pro Logic Zero Drop-In - Attacco manubrio: Ritchey WCS C-260° - Manubrio: Ritchey WCS 2X flat 720 - Reggisella: Ritchey WCS Link 350/27,2 - Sella: fi`zi:k Tundra 2 manganese - Manopole: KTM VLG864-1AD3 Neopren - Cerchi: DT Swiss M1700 Spline 29” tubeless - Coperture: Schwalbe Rocket Ron 2.25 (57-622) folding - Mozzi: Spline-Hub - Taglie: 15”-17”-19”-21” - Colori: Bianco/Nero - Peso bici completa (come in foto): 11,00 kg senza pedali

foto ROBERTO ZANETTI

le frizioni all’interno dei cuscinetti sono direzionate direttamente alla sede del perno centrale

Da rivedere: Malgrado il peso sia allineato con le concorrenti presenti sul mercato va detto che, come tutte le 29”, il diametro delle ruote maggiorate ha i “suoi pro e i suoi contro”. Di sicuro, su terreni fangosi e tecnici così come negli spazi stretti, la Myroon Master non gode dell’agilità di una front (o di una full) con cerchi da 26”. Purtroppo, in questo periodo invernale, mi sono dovuto adegua-


Il Produttore e Distributore per l’Italia: KTM Fahrrad Gmbh Harlochnerstrasse, 13 5230 Mattighofen (A) Tel. +43 7742 40910 Fax: +43 7742 409171 E-mail: office@ktm-bikes.at Web site: www.ktm-bikes.at

In vendita a partire da: Già disponibile da settembre 2012. Prezzo: € 3.299,00 al pubblico, IVA inclusa. Accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: - Casco: Giro mod. Savant www.giro.com - Occhiali: Tifosi mod. Veloce Gloss Carbon www.tifosioptics.com - Scarpe: Vaude Placid RC www.vaude.com - Abbigliamento: Santini By Team Peruffo www.santinisms.it - Strumentazione: Mio Cyclo 105 HC www.miotecnology.com - Pedali: Shimano XTR www.shimano.com - Portaborraccia: Race One www.freewheeling.it foto ROBERTO ZANETTI

foto ROBERTO ZANETTI

comando dei freni, del cambio Shimano xt Deore e del lockout Fox

triangolo in carbonio del carro posteriore della Myroon Master 29” cambio posteriore Shimano xt Deore e cassetta pignoni V 11-36

foto ROBERTO ZANETTI



BENVENUTI NEL PIANETA BICICLETTA A CESENATICO, A POCHI PASSI DAL PORTO CANALE LEONARDESCO, LO STORE DIVENUTO NEGLI ANNI PUNTO DI RIFERIMENTO PER GLI APPASSIONATI DEL PEDALE. UNA RICCA OFFERTA DI MODELLI SPORTIVI E DA PASSEGGIO, BICI ELETTRICHE, MA ANCHE ABBIGLIAMENTO ED ACCESSORI. E PER TUTTI I CICLISTI L’ASSISTENZA SARà SULLA LINEA DI PARTENZA ALLA GRANFONDO SELLE ITALIA VIA DEL SALE DI CERVIA. Sport Bike è lo store dedicato alla bicicletta a Cesenatico, in via Negrelli, 9, a pochi passi dal porto canale. È un punto di riferimento per gli appassionati di ciclismo che, clienti, oppure soltanto di passaggio, sanno di trovare nei tre soci, Davide, Attilio e Filippo, uno staff qualificato e pronto a fornire supporto di elevata qualità. L’azienda cesenaticense è connotata da serietà, competenza ed una lunghissima esperienza sul campo ed è specializzata nella vendita ed assistenza di bici da passeggio, da corsa su strada e mountain bike delle migliori marche: Pinarello, Cervèlo,

Felt, Focus, Scapin, S-light, cui si affianca una vastissima gamma di accessori ed abbigliamento tecnico. È rivenditore esclusivo, sul web – www.sportbikeonline.it dell’intera gamma di biciclette Alpina, Anita e Duedipicche, industria leader nel settore delle bici da passeggio, retrò, vintage e fixed, con produzione di modelli sempre eleganti, stravaganti ed unici nel loro genere. Sport Bike Cesenatico dal 2011 è centro PointVelò – Velòsystem ed offre un servizio di misurazioni biomeccaniche ed antropometriche, con sofisticate e precise strumentazioni che consentono a ciascuno di

acquistare la bicicletta più adatta alle proprie caratteristiche fisiche ed alle proprie aspirazioni sportive. Un’attività che pone al centro della sua mission, sempre più, il rapporto con il cliente che viene affiancato non solo al momento della scelta, ma anche laddove necessiti di assistenza meccanica. Non per altro Sport Bike sarà punto di riferimento a ridosso della linea di partenza con il point assistenza tecnica, proprio per offrire ai ciclisti un servizio sempre più professionale, il 7 aprile, alla Granfondo Selle Italia Via del Sale di Cervia.



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MEDIOFONDO DEL PIAVE

info@inbici.net

a cura di GiaNlUca BarBieri

A SAN DONà È SHOW DELLE “RUOTE GRASSE”: FRANZOI BEFFA PETTINà TRE PASSAGGI E L’ARRIVO IN CENTRO CITTÀ, HANNO RESO LA GRANFONDO VENEZIANA UN VERO ESEMPIO DI SPETTACOLO IN SELLA ALLA MOUNTAIN BIKE. ARRIVO AL CARDIOPALMA TRA GLI ELITE: TIZIANA CORAZZA FA IL VUOTO.

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San Donà di Piave, situata in provincia di Venezia, città di oltre 40.000 abitanti, è stata teatro di un grande spettacolo, in occasione della Granfondo del Piave organizzata dal comitato Piave Sport. Un percorso spettacolare, impegnativo, ma che ha regalato alla città veneziana ed al pubblico presente, grandi emozioni. Infatti, oltre alla partenza e all’arrivo posti lungo la via principale, di fronte alla suggestiva piazza Indipendenza, da poco rinnovata, il pubblico si è potuto gustare ben tre passaggi dei bikers, con tre chicane molto impegnative e spettacolari. Un esempio, questo, da emulare, se non altro per far conoscere questa disciplina anche ai non appassionati, al fine di estendere ed ampliare il movimento. Partenza alle 10,15 dal cuore della città, starter dell’occasione, l’Assessore allo Sport, Ornello Teso, alla presenza dell’ex Campione del Mondo di ciclismo su strada, Moreno Argentin, dopo aver assistito all’alzabandiera. Fuga del gruppo dei migliori, inseguito dal serpentone dei quasi 500 partenti. La gara prevedeva un primo giro di 23 km e due di 15, con un passaggio in discesa attraverso una scalinata tecnica, dov’era assiepato un folto pubblico. l’arrivo del vincitore enrico Franzoi

Nicholas Pettinà in azione

Nel giro di lancio passava per primo Andrea Dei Tos, del team Olympia, che guidava il gruppo, fino a transitare sulla scalinata, mentre il treno dei migliori “Master” rimaneva a pochi metri. Nel tratto verso Fossalta è da segnalare un allungo di Enrico Franzoi, fresco di maglia rosa al Giro d’Italia di ciclocross, che quest’anno indossa la divisa dell’Elettroveneta Corratec.


tiziana corazza vincitrice della prova Femminile

A questo allungo rispondeva solo Nicholas Pettinà della Forestale. Franzoi tentava lo stacco di Pettinà, che comunque teneva le ruote. A quel punto i due facevano il vuoto, ottenendo un vantaggio sempre più netto sugli immediati inseguitori, che sembravano, ad un certo punto, aver mollato, nonostante Mattia Rizzo, master junior, scandisse il passo. A quel punto Raffael Visinelli, rimasto sempre coperto, tirava fuori l’orgoglio, tentando il recupero sul duo di testa. Intanto in centro a San Donà, le centinaia di persone attendevano l’arrivo del duo di testa, con lo speaker Martellozzo che alzava il tono, dando la carica che serve per animare il pubblico

in presenza di volata. Ecco che a fare la differenza, sono le curve che anticipano l’arrivo, le quali mettono a dura prova l’esperienza dei ciclisti: a spuntarla Franzoi su Pettinà, che guadagna nell’ultima svolta, grazie alla corretta impostazione della traiettoria. Terza piazza per Raffael Visinelli. Ad accompagnare il taglio del traguardo, una vera ovazione. In campo femminile Tiziana Corazza faceva il vuoto fin da subito, interpretando la gara in maniera magistrale, come pure Ylenia Colpo, che giro dopo giro, manteneva la posizione senza dare segni di cedimento, rimanendo nei gruppi dei migliori colleghi maschi. Terza piazza per Rossella Libralato, giunta a 10’ dalla Corazza.

Podio maschile con l’assessore allo Sport ornello teso


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ZEPPA BIKE

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a cura di Nicoletta BriNa

CICLISMO A 360 GRADI NON SOLO UN BICI STORE, MA UNA VERA E PROPRIA FUCINA DI NUOVE IDEE: TELAI, ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI, CUI SI AFFIANCA LA PREZIOSA ESPERIENZA DI CANDIDO GIANFELICI, EX MECCANICO DI PANTANI E CIPOLLINI. E ANCORA, INIZIATIVE DA ORGANIZZARE E SQUADRE DA SUPPORTARE. INSOMMA, CICLISMO A TUTTO TONDO.

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Zeppa Bike, in via Villamusone di Loreto, non è solo un negozio di biciclette, ma una vera e propria fucina di nuove idee e di iniziative vincenti. Telai delle migliori marche, abbigliamento ed accessori di alta qualità, professionalità di elevata caratura a disposizione dei clienti e, ancora, lo spirito d’iniziativa che porta alla creazione di manifestazioni ed alla nascita di nuove realtà sportive. A cercare di descrivere le innumerevoli attività di Zeppa Bike, il suo titolare, Flavio Montecchiari. Quali prodotti offre questo store? «Dal 2006, ossia da quando siamo nati, abbiamo la rivendita di biciclette da strada ed mtb, uomo e donna, delle migliori marche, vale a dire Cervelo, Time, Ridley, FRw, Univega, cui si aggiungono anche le bici da passeggio Lombardo. Siamo altresì punto assistenza di Mavic, Fulcrum e Campagnolo per quel che concerne la componentistica. Alla vendita di questi marchi, si associa anche lo spazio nel negozio dedicato all’abbigliamento: proponiamo Nalini, Castelli, Assos, Northwave, oltre a scarpe Gaerne, Shimano, Northwave e Mavic. Siamo ormai divenuti punto di riferimento, seppur ancora giovani, per gli appassionati di zona.» Punto di forza del negozio, l’assistenza meccanica che si avvale di un vero e proprio nome del ciclismo. «Con noi lavora Candido Gianfelici: agli amanti di ciclismo, questo nome richiama alla mente due campioni del calibro di Pantani e Cipollini, dei quali Gianfelici è stato il meccanico per tanti anni, ma oltre a loro, sono state tante e diverse le squadre professionistiche che si sono avvalse della competenza di Candido. Ad oggi, per noi di Zeppa Bike, il suo lavoro è davvero prezioso, un vero valore aggiunto per il nostro store. Oltre ad offrire la sua opera di assistenza meccanica, si occupa anche delle misure dei telai, del corretto posizionamento del ciclista sulla bicicletta. Ci sono persone che vengono al negozio, appositamente per chiedere a lui consigli tecnici.» Zeppa Bike è impegnato anche nell’organizzazione di eventi e manifestazioni sportive. «Organizziamo molte manifestazioni agonistiche nelle Marche, sia cronometro che su strada: abbiamo cominciato la stagione con la Coppa Carnevale all’inizio di febbraio, una

gara in tre corse, poi l’Ascoli-Loreto che si svolge il sabato di Pasqua ed è una classica importante, cui si aggiungono i vari circuiti. Ogni mese, insomma, organizziamo un evento sia su mtb che su strada. Organizziamo su prenotazione anche escursioni in mtb che su strada, come ulteriore affiancamento dei nostri clienti.» Zeppa Bike è un nome associato anche a diverse squadre… «Abbiamo in effetti una squadra di amatori su strada, la Simoncini Zeppa Bike di Osimo, nonché la Giulio Dori Zeppa Bike di Appignano, formazioni che partecipano a manifestaFlavio Montecchiari un imprenditore agonista

zioni su strada, dalle Granfondo, ai circuiti. A queste si affianca la Ragamon che ha un’attività che abbraccia il cicloturismo, dunque si rivolge all’agonismo sia su strada, sia con la mtb, squadra che ha sede in questo negozio. Ha già partecipato al Campionato d’inverno in mtb e prenderà parte al Trofeo Centritalia mtb. Il negozio sponsorizza anche alcune squadre, come i dilettanti della Vega Prefabbricati e da quest’anno saremo al fianco di una squadra di ragazze, la Osimo Stazione, alla quale abbiamo fornito le bici FRw. L’auspicio è che queste squadre si divertano e se vi è la possibilità, che portino a casa anche qualche bel risultato.»


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TROFEO MARE & COLLINA 2013 a cura di iVaNo oGNiBeNe

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A BILANCIO IL 13° MEMORIAL DAVIDE COVERINI IL RAVENNATE CRISTIAN SAMBI (TEAM SAMBI) SI IMPONE A MARINA ROMEA. NELLA COMPETIZIONE ROSA, LA SUPREMAZIA È DELLA SANTARCANGIOLESE MONIA CONTI. GRANDE SODDISFAZIONE PER IL TEAM SURFING SHOP CHE HA ORGANIZZATO L’EVENTO.

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Dopo tanta neve, è ripartita la stagione della mountain bike, con la seconda prova del Trofeo Mare & Collina di domenica 3 marzo a Marina Romea, organizzata dal Team Surfing Shop, che ha visto una folta presenza di atleti, con oltre 360 concorrenti, in rappresentanza di 48 società, con tantissimi accompagnatori al seguito. La prova di Marina Romea si è sviluppata su di un tracciato di gara di 32 km, con appello all’interno del Bagno Aloha Beach e partenza volante verso il rivale sinistro del Fiume

Lamone, per poi immettersi nella pineta di Marina Romea. Fin dalle prime battute di gara, a mettersi in evidenza, un tris d’assi formato da Cristian Sambi (Team Sambi), Matteo Fabbri (MX School) e Fabio Monti (Team Torpedo) che ha imposto sin da subito un ritmo di gara elevatissimo, costringendo i diretti inseguitori ad arrancare dietro i fuggitivi. La gara proseguiva con il gruppetto di testa che distanziava nettamente gli avversari, tanto che già al giro di boa della pineta, il terzetto di testa aveva messo in cantiere oltre 1’ sui bikers all’inseguimento. A nulla sono valsi gli allunghi di Mattia Capece (KTM Forti e Liberi) e di Matteo Garattoni (G.S. Santarcangiolese) per rientrare nel gruppetto. Interessante il percorso sul quale è stato ricavato il tracciato di gara, all’interno dei sentieri della pineta della Riserva della Baiona, ultimo atto della competizione, fino alla parte finale, con gli ultimi chilometri che hanno visto i tre fuggitivi controllarsi a vicenda. Grande emozione lungo gli ultimi 800 metri percorsi sulla battigia, verso il traguardo del Bagno Aloha Beach, che hanno visto un superbo Cristian Sambi impostare la volata ed imporsi nettamente con il tempo di 1h 55’ 40’’, precedendo Matteo Fabbri (Mx School) e Fabio Monti (Team Torpedo). Tra le bikers, netta supremazia di Monia Conti (G.S. Santarcangelo), mentre nella

CLASSIFICHE Uomini km 28 1° Christian Sambi Team Sambi 2° Matteo Fabbri MX School 3° Fabio Monti Team Torpedo 4° Mattia Capece KTM Forti e Liberi 5° Matteo Garattoni G.S. Santarcangiolese Donne km 28 1a Monia Conti G.S. Santarcangelo 2a Roberta Monaldini Teasm Cobran 3a Marta Maccherozzi Gruppo T.N.T. Società vincitrice: 180 BPM Agonisti: 278 Escursionisti: 86 web: www.romagnamtb.it e-mail: info@romagnamtb.it timing: Giudici UISP categoria Allievi, con percorso ridotto di 18 km si imponeva Tommaso Acerbi (Venturi Adventure). Al termine della gara, un ottimo pasta party, offerto dal Bagno Aloha Beach, e le ricche premiazioni per i concorrenti delle varie categorie e società. Per informazioni: 3386834464 www.romagnamtb.it - info@romagnamtb.it


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STRETCHING NELLO SPORT

a cura del Dr. MaSSiMiliaNo MUcciNi

2ª PARTE - LE BASI FISIOLOGICHE: I RECETTORI

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LA NEUROFISIOLOGIA DEL SISTEMA ADIBITO A SENTIRE IL CARICO APPLICATO E LA TENSIONE, NELLA SALVAGUARDIA DELLE STRUTTURE MOTORIE.

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Ai fini del gesto atletico, lo stretching viene definito come “la capacità di eseguire dei movimenti del corpo intero o dei singoli segmenti corporei con la massima ampiezza di escursione consentita dalle strutture anatomiche, costituenti le articolazioni interessate al movimento stesso (o comunque su esse agenti), al fine di un risultato che sia il più proficuo possibile”. Anche nello sportivo purtroppo esistono limitazioni alla mobilità articolare, dovute alla rigidità dei tendini e legamenti, alle particolarità anatomiche delle ossa in cui esse si articolano, alla limitazione anatomica, alla resistenza dei gruppi muscolari che si oppongono al muscolo specifico e ad eventuali infortuni. Oltre al sistema articolare, funzionalmente entra in gioco la neurofisiologia con i recettori tendineo-muscolari propriamente adibiti a “sentire” il carico applicato e la tensione di allungamento: essi salvaguardano le strutture motorie e si trovano sia nel sistema tendineo – gli organi tendinei del Golgi e le terminazioni libere – che nel sistema muscolare, ovvero i fusi neuromuscolari. Gli organi tendinei del Golgi sono raggruppamenti a rete di terminazioni nervose, provviste di “bottoni” che avvolgono i fasci tendinei e sono posti in serie rispetto alle fibre muscolari. Tali recettori sono specificatamente sensibili all’aumento di tensione del muscolo, soprattutto se deriva da una contrazione attiva, mentre sono pressoché insensibili allo stiramento passivo. La soglia di attivazione (livello minimo di stimolazione efficace per originare un segnale sulle fibre nervose) è però più alta di quella dei fusi. Nel momento in cui viene registrata una certa tensione di allungamento, si manifesta l’induzione di uno stato di rilasciamento delle fibre muscolari che viene denominato “riflesso inverso da stiramento” con un tempo di risposta di 6-8 secondi.

legamenti che nelle capsule articolari. Tali recettori forniscono al SNC informazioni sullo stato e l’orientamento rispettivo dei vari segmenti corporei collegati e coadiuvati dai centri, come talamo, cervelletto e corteccia che integrano la sensibilità propriocettiva e la relativa risposta motoria del SNC. I fusi neuromuscolari sono dei recettori propriocettivi tipici della muscolatura striata: sono di primo e secondo denominati intrafusali e poi presentano altre fibre periferiche chiamate extrafusali. La loro intensità di risposta allo stiramento è proporzionale alla velocità con cui avviene lo stiramento: quanto più veloce è lo stiramento, tanto più intensa sarà la contrazione riflessa del muscolo. E non solo: la loro funzione è anche quella di percepire la lunghezza del muscolo, o meglio la differenza di lunghezza tra fibre intra ed extrafusali, e di adattarla per via riflessa. Massimiliano Muccini, Dottore in Scienze e Tecnologie del Fitness e Prodotti della salute, Università di Camerino, si occupa da più di venticinque anni di fitness e preparazione atletica per vari sport, consulente Inkospor, certificato American College of Sports Medicine Health & Fitness Specialist (l’autorità nel campo della sperimentazione e nella ricerca sportiva), Tecnico di Riequilibrio Posturale. Consigliere Nazionale di ADISF (Ass.ne Italiana Dottori Scienze del Fitness), Presidente di ScienzedelFitness.com ASD che organizza seminari e corsi per il settore fitness e wellness. Autore del libro “Wellness italiano, colloquio di vendita motivazionale per gli operatori fitness & wellness” pubblicato su Amazon. Già collaboratore ufficiale del mensile Cultura Fisica & Fitness. Le terminazioni libere si trovano in grandi quantità nel muscolo, per la maggior parte in relazione coi vasi. Altri recettori importanti sono gli organuli del Ruffini, i recettori di Pacini o di Golgi, i quali si trovano sia nei

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5 COLLI OFF ROAD

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a cura di IVANO OGNIBENE

A CASTROCARO TERME IL PRIMATO DI FABBRI DAVANTI AL PUBBLICO DI CASA, IL BIKER DELLA MX SCHOOL TRIONFA NELL’APPUNTAMENTO ORGANIZZATO DA PROMOSPORT E STORMING BIKE. LA PRIMA TAPPA DEL ROMAGNA BIKE CUP SEGNA IL RECORD DI PRESENZE CON OLTRE 470 APPASSIONATI DI RUOTE GRASSE SULLA LINEA DI PARTENZA.

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Domenica 10 marzo, la protagonista è stata la “5 Colli off road” di Castrocaro Terme. Si rinnova il record di presenze alla 1ª prova del Romagna Bike Cup, valida come 3ª tappa del Trofeo Mare & Collina, merito anche del meteo che ha favorito l’arrivo di oltre 470 concorrenti provenienti da varie regioni, oltre ad appassionati e curiosi che hanno seguito la gara lungo il percorso. Il tracciato di gara di 27 km, proposto da Promosport e lo Storming Bike, prevedeva la partenza dal centro di Castrocaro Terme, verso il Monte Collina. Una competizione che si è resa emozionante sin dal principio con la prova di forza che ha visto coinvolti Matteo Fabbri (MX School),

Marco Minucci (Team Cingolani) e il compagno di squadra Leopoldo Rocchetti. Un ritmo così forsennato da far guadagnare al terzetto di testa ben 20’’ in pochi chilometri. A tallonare i fuggitivi, Sergey Mikhailoski (Mondo Bici), il quale, al termine di un continuo susseguirsi di salite che hanno rallentato la corsa del terzetto, è riuscito a rientrare sulla testa della competizione. Il percorso di gara si inerpicava lungo il crinale di Converselle e fino alla Rocca di Monte Poggiolo, per poi proseguire verso una discesa in single track molto impegnativa, al termine della quale, si affrontava l’ultima salita di 2 km con una pendenza media del 14% che portava al traguardo, posto alla vetta del Monte Collina. Matteo Fabbri in grande spolvero, per nulla affaticato dall’itinerario fuoristrada, cominciava a spingere sempre più sui pedali, per giungere al traguardo in perfetta solitudine, con il tempo record di 1h 01’ 55’’, battendo nell’ordine Marco Minucci e Leopoldo Rocchetti, entrambi del Team Cingolani. Nella categoria Giovani, con gli atleti che si misuravano su di un percorso ridotto di 16 km, si imponeva Tommaso Acerbi della Venturi Adventure. In ambito femminile, si è invece confermata la santarcangiolese Monia Conti, seguita da Valeria Bartolini (Torpedo Bike) e da Marta Maccherozzi (Gruppo T.N.T.). A

conclusione di una giornata dedicata alla mountain bike, il pasta party con assaggi offerti dall’Azienda agrituristica Cà dla Levra, e le premiazioni dei primi arrivati nelle varie classifiche e delle società. CLASSIFIChE Uomini km 22 1° Matteo Fabbri MX School 2° Marco Minucci Team Cingolani 3° Leopoldo Rocchetti Team Cingolani 4° Serghey Mikhailoski Mondo Bici 5° Mattia Capece KTM Forti e Liberi Donne km 22 1a Monia Conti G.C. Santarcangiolese 2a Valeria Bartolini Torpedo Bike, 3a Marta Maccherozzi Gruppo T.N.T. Società vincitrice: 180 BPM Agonisti: 416 Escursionisti: 54 web: www.romagnamtb.it e-mail: info@romagnamtb.it timing: Winning Time



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GRAnFOnDO CASTELLO DI MOnTERIGGIOnI a cura di LEONARDO OLMI

office@leonardoolmi.com

UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE PER ChI AMA LA MOUNTAINBIKE SI È CORSA DOMENICA 17 MARZO, LA 22° EDIZIONE DI QUELLA CHE PER GLI AMANTI DELLE RUOTE GRASSE È UNA CLASSICA DA NON PERDERE, SIA PER L’AFFASCINANTE LOCATION CHE PER IL SUO BEL PERCORSO

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È ancora una volta il Castello di Monteriggioni, in provincia di Siena, protagonista indiscusso della mountainbike. Il 17 Marzo, è infatti andata in scena la 22° edizione della “Granfondo Castello di Monteriggioni”, che ha visto presenti alcuni tra i più grossi e importanti nomi del panorama nazionale della Mtb, oltre a centinaia di biker provenienti un po’ da tutta Italia. La partenza era prevista, come di consueto, per le 10 del mattino dall’interno del bellissimo castello circondato dalle sue mura medioevali, con le previsioni meteo che davano cielo coperto, ma pioggia solo dalle 13 in poi. E così è stato, consentendo ai partecipanti di gareggiare su di un percorso senza troppo fango. La tramontana dei due giorni prima, aveva infatti asciugato il terreno dalle abbondanti e preoccupanti precipitazioni che avevano aperto la seconda settimana di marzo. Mancava la pioggia, ma non un freddo pungente, che ha costretto i più ad indossare ancora abbigliamento invernale. Possiamo dire che, grazie all’impeccabile organizzazione del Team Bike Pionieri, quella di Monteriggioni è una manifestazione entrata di diritto nel giro dei grandi eventi italiani legati alla Mtb.

foto LEONARDO OLMI

La granfondo è stata organizzata con il patrocinio della Pro- L’ultimo tratto di sterrato prima di entrare nelle mura del Castello, con le pendenze vincia di Siena e del Comune di Monteriggioni, che mediante che sfiorano il 23% e costringono qualcuno a mettere il piede a terra il suo massimo rappresentante, il Sindaco Bruno Valentini, ha collaborato in sinergia con il Team Bike Pionieri. La 22° edizione della granfondo. Alla fine dalla manifestazione, i corridori, i loro parenti e Granfondo del Castello di Monteriggioni ha visto la partecipazione gli amici, hanno tutti potuto ristorarsi gratuitamente all’abbondante di 1.200 iscritti che la lanciano nell’olimpo nazionale delle principali pasta party, offerto dall’ottima organizzazione del Team Bike Pionieri, dieci gare riservate agli amanti della mountainbike. Un fiume di bici è dove oltre alla pasta, vi erano anche affettati, porchetta, del buon uscito dal Castello per inerpicarsi sui sentieri della Montagnola Sene- Chianti rosso, dolci e caffè. Il ricco pacco gara comprendeva una se, attraversando anche alcuni tracciati della famosa Via Francigena. bottiglia di vino, una borraccia, un gadget Decathlon e prodotti FriliErano previsti due percorsi, uno più impegnativo di 52 km e circa ver, entrambi sponsor della manifestazione. Il servizio fotografico, è 1.500 m di dislivello, e l’altro più facile ed alla portata di tutti con 24 stato realizzato dall’ormai nota agenzia GioFoto, molto apprezzata km e 650 m di dislivello. Il bello è stato che il primo giro transitava, dagli atleti per la sua professionalità e qualità delle immagini. come ormai è diventata consuetudine, dal Castello attraversando le sue mura in mezzo ad una grande folla di pubblico che incitava i biker Il percorso lungo ha visto salire sullo scalino più alto del podio un semsulla micidiale ascesa al 23% che poi vedeva anche il termine della pre grande Marzio Deho (Cicli Olympia), che vince per la terza volta a Monteriggioni bissando i successi del 2010 e del 2011. L’atleta Il vincitore della Granfondo del Castello di Monteriggioni, del Team Olympia ha concluso in 2 h e 6 min seguito da Franceil bergamasco Marzio Deho (Cicli Olympia), acclamato dal pubblico sulla rampa sco Casagrande (Cicli Taddei) e Mirko Balducci (Acqua&Sapone). finale al 23% un attimo prima di passare la porta e quindi tagliare il traguardo Davvero sfortunata la rincorsa al primo scalino del podio per l’ex foto LEONARDO OLMI pro fiorentino Casagrande, che come ricorderete nell’intervista rilasciata sulle pagine di iNBiCi ad agosto, ci confessava la sua voglia di vincere la Granfondo del Castello, dopo che Monteriggioni gli aveva consegnato nei quattro anni precedenti due secondi e due terzi posti. Tra le donne, la prima a giungere all’arrivo è stata la vicecampionessa italiana Elena Gaddoni (FRM Factory Racing Team), che precedeva Beatrice Mistretta (Cicli Taddei) ed Emanuela Cerchiè (Battifolle Team). Nel giro corto bella l’affermazione di Giorgio Mottironi e Cristina Roberti. La Granfondo Castello di Monteriggioni era valida anche come prima prova del circuito Coppa Toscana di MTB e del Prestigio, che ha visto al via per l’edizione 2013 numerosi appassionati. Grande la soddisfazione dei ragazzi del Team Bike Pionieri e dello stesso sindaco Valentini che ha partecipato anch’egli con il pettorale n. 1.000.


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LE “SORELLE PARODI” a cura di NICOLEttA BRINA

SABRINA E CINZIA FORTI C’È CHI MACINA VOLENTIERI CHILOMETRI IN BICI E CHI, DI MACINATO, USA GIUSTO LA FARINA PER FARE I DOLCI. QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA O DI GUSTI, QUESTE DUE CICLISTE DEL CESENA BIKE, RISULTANO PIÙ FAMOSE – SIMPATICAMENTE PARLANDO, NON CE NE VOGLIANO – PER LE LORO QUALITÀ GASTRONOMICHE, CHE PER QUELLE SPORTIVE, TANTO DA POTER VANTARE UN SOPRANNOME ILLUSTRE. ALTRO CHE SALITE E CORSE CONTRO IL TEMPO… MEGLIO DOLCI E TORTE SALATE!

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Sono soprannominate le “sorelle Parodi”: i risultati migliori – anche a detta loro – li ottengono dietro i fornelli, anziché in sella alla bicicletta. Sabrina, 45, e Cinzia Forti, 46 anni sono, infatti, due sorelle cesenati con una forte passione per i pedali, ma ancor di più per le padelle, divenendo vere e proprie campionesse di varie specialità… gastronomiche. Affiliate al Cesena Bike, pedalano sì, ma tanto per stare in compagnia ed il meglio di loro, lo danno quando si tratta di preparare da mangiare per i ragazzi del team. Insomma, se la Nove Colli si corresse dietro ai fornelli, c’è da stare certi che Sabrina e Cinzia si piazzerebbero ai primissimi posti. Sabrina, educatrice scolastica, Cinzia casalinga, da quanto tempo fate parte del Cesena Bike e com’è nata la passione per la bici? «A dire il vero, è una passione per entrambe relativamente recente – spiega Sabrina – nata più che altro per seguire i rispettivi mariti. Io vado in bici da un anno e mezzo, mia sorella da due anni. I nostri mariti già facevano parte di Cesena Bike e dato che il gruppo era unito e bello, ci siamo aggiunte anche noi. In genere poi le uscite le facciamo insieme, io e mia sorella, ma la filosofia è molto divertimento e poca fatica. Usciamo durante la bella stagione, ci facciamo qualche passeggiata in collina, ma ad un ritmo blando, niente gare, né troppa velocità. Amiamo il gusto di uscire e passare del tempo insieme, pedalando e chiacchierando.» Il gruppo vi conosce forse più per il vostro impegno gastronomico che per quello sportivo, avendovi addirittura soprannominato le “Sorelle Parodi”… «Effettivamente la passione per il ciclismo passa in

secondo piano, come detto, usciamo più che altro per muoverci un po’, per divertirci e distrarci, ma non lo facciamo certo per fare gare. L’aspetto aggregativo, legato al gruppo, è un’altra cosa e se si parla di cucina viene fuori la nostra vera passione. Io e mia sorella siamo davvero sfegatate per i fornelli: quando capita, prepariamo i ristori per il gruppo, ci mettiamo a disposizione. Per quanto riguarda il soprannome, è nato tutto per gioco: dalle trasmissioni di Benedetta Parodi, alle imitazioni dei Fichi d’India… e, alla fine, ci diverte anche, essere chiamate così.» Vi vengono fatte richieste particolari? «Diciamo che qualsiasi cosa prepariamo, va bene, non avanza mai alcunché. Io, tra l’altro, ho un trascorso da pasticcera e mia

sorella è appassionata di cucina, quindi riusciamo a spaziare dai dolci alle torte salate e chi più ne ha, più ne metta… Ed i ragazzi del gruppo, non disdegnano.» Quando date il meglio di voi ai fornelli? «A dire il vero, non c’è un calendario preciso delle iniziative. Ci sono le cene di gruppo, alcune volte anche fuori dal negozio Alice Bike vengono allestiti i tavoli per festeggiare qualche compleanno e noi ci diamo da fare per preparare dei dolci, oppure, ancora, quando i ragazzi ritornano dalle uscite e facciamo loro trovare dei ristori, vere tavolate imbandite per far merenda e rifocillare lo spirito e il corpo. Insomma, c’è chi macina chilometri in bicicletta e chi, predilige macinare… la farina per i dolci. Questione di punti di vista o meglio, di gusti!» Sabrina e Cinzia Forti


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POnT2POnT

info@playfull.it

a cura di PLAYFULL

MARIUZZO: ChI LA DURA LA VINCE È IL VENEZIANO GIANFRANCO MARIUZZO A COGLIERE LA VITTORIA DELLA 2A PONT2PONT DI VISANO (BS). SI RICONFERMA VINCITRICE ANGELA PERBONI. 450 GLI ATLETI CHE HANNO PRESO IL VIA ALLA 3A PROVA DEL RIVER MARATHON CUP.

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Visano (Bs) – “Chi la dura la vince” è il detto più azzeccato alla 2a edizione della Mediofondo di Mtb Pont2Pont, andata in scena domenica 17 marzo a Visano (BS). È stato infatti il veneziano di Locara, Gianfranco Mariuzzo, a cogliere la vittoria nella 3a prova del River Marathon Cup, dopo anni di partecipazione al circuito e di primi posti sempre sfiorati. Ma oggi la forma c’è e lo storico avversario Fabio Pasquali, poco può contro la potenza di Mariuzzo. I due si presentano in testa al gruppo già al termine del giro di lancio di otto chilometri all’interno del paese. Al termine del primo giro di 23 chilometri dei due previsti sono pochi i metri che li distaccano, ma ormai dietro di loro c’è il vuoto. I lunghi single track, a volte anche impegnativi, e le corte ma ripide scalate all’argine del fiume Chiese, forniscono l’ambiente ideale per le caratteristiche del veneziano che riesce a guadagnare un margine di una manciata di secondi su Pasquali, che gli sono sufficienti per agguantare la sua prima vittoria al River Marathon Cup. Seconda piazza per Pasquali, mentre per il terzo posto assoluto serve la volata del gruppo degli inseguitori, ed è la ruota di Georgy Dmitriev a passare per prima sul traguardo. Tra le donne si riconferma la mantovana Angela Perboni, che fa filotto con quella della precedente edizione e riconferma la sua supeL’arrivo di Angela Perboni

foto PLAYFULL NIKON

CLASSIFIChE MASChILE 1. Gianfranco Mariuzzo (Uc Fpt); 01:47:32; 30,13 km/h 2. Fabio Pasquali (ASD Pata Raschiani); 01:48:23; 29,89 km/h 3. Georgy Dmitriev (ASD Bike Store Costermano); 01:52:31; 28,79 km/h 4. Gabriele Bortolotti (ASD Pata Raschiani); 01:52:32; 28,79 km/h 5. Nicola Marchi (New Motorbike); 01:52:33; 28,79 km/h FEMMINILE 1. Angela Perboni (Mata Team ASD); 02:08:51; 25,14 km/h 2. Elena Zappa (ASD Ghedese Pata Cicli Dotti); 02:14:49; 24,03 km/h 3. Sonia Ravenoldi (Team Jolly Wear); 02:15:05; 23,98 km/h 4. Anna Negrisoli (Emporiosport Team 2); 02:19:20; 23,25 km/h 5. Anna Elide Scandelli (Pol. Madignanese); 02:22:25; 22,75 km/h riorità nel River Marathon Cup, chiudendo la sua prova in 2 ore 8’51”, lasciando dietro di sé Elena Zappa e Sonia Ravenoldi.

foto FOTOSPORTNEW

Gianfranco Mariuzzo vince la 2a Pont2Pont

Tra le società la più numerosa è stata la reggiana New Motor Bike, davanti al Team Sculazzo e al MBO Bike Club. Una bella manifestazione, firmata Matteo Pedrazzani, che con il suo EmporioSport Team2 è stato capace di portare alla partenza ben 450 biker, in una giornata che, nonostante le nuvole e la temperatura non certo primaverile, ha lasciato svolgere la gara con l’asciutto. Ottima la location che ha trovato nel Centro Sportivo Padre Giorgio tutti gli spazi e le strutture necessarie ad accogliere i ciclisti e le loro famiglie. Ritiro dei numeri di gara, il pacco gara, le docce, il pasta party e il lavaggio bici, tutto racchiuso in poche decina di metri. Il prossimo appuntamento con il River Marathon Cup è fissato per domenica prossima, 24 marzo, a Guastalla (Re), per la 14a Aironbike, penultima prova del circuito. Ulteriori informazioni su: http://www.rivermarathoncup.it




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