Il web 2.0 e l'AIDS

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IL WEB 2.0 E L’AIDS SEI MESI DI CONVERSAZIONI IN RETE GENNAIO-GIUGNO 2008

Responsabile della ricerca: Cristina Cenci Team di ricerca: Fabrizia Bruni, Laura De Nicolo, Leonardo Lancioni, Claudia Parrotta, Roberto Ricordy, Claudia Vardanega http://www.ilcorpo.com/it/materiali/salute-20_17/antropologia-della-salute-20_19.htm


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INDICE

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Perché il WEB 2.0 L’universo di analisi La metodologia La visibilità I temi chiave Il lessico Alcune conversazioni

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p. 2 p. 4 p. 5 p. 7 p. 16 p. 29 p. 37


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Perché il WEB 2.0 Con lo sviluppo del WEB 2.0 la comunicazione online ha assunto la forma di una conversazione che coinvolge ogni giorno milioni di persone. Il WEB è diventato l’arena principale in cui le persone esprimono opinioni, cercano e offrono consigli. Il WEB 2.0 ha un ruolo sempre più centrale nel veicolare le percezioni sociali della salute e della malattia. L’appartenenza ai gruppi virtuali consente di confrontarsi sui temi più vari: dall’amore per un marchio o per un hobby a temi delicati che investono l’intimità. Protetti dall’anonimato del nickname, gli internauti possono confessare paure, chiedere consiglio, cercare conforto. Questo nuovo territorio di conversazioni spontanee offre al ricercatore l’opportunità unica di osservare e analizzare il discorso sociale spontaneo, non mediato dall’intervista.

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Perché il WEB 2.0

L’analisi della presenza dell’AIDS nel WEB 2.0 ci consente di cogliere: 1.

se e in che misura, l’AIDS è al centro delle preoccupazioni e dell’allarme sociale intorno alla salute;

2.

la percezione sociale della malattia, della sua diffusione, del suo impatto, delle cure disponibili;

3.

i bisogni, le difficoltà, le aspettative

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L’universo di analisi Il WEB 2.0 si articola in aree molto diverse in relazione sia ai contenuti che alle modalità e agli obiettivi di fruizione degli utenti. L’indagine è focalizzata sui luoghi in cui è più facile cogliere l’emergere di rappresentazioni spontanee. Nello specifico: •

Forum: comunità di utenti che si incontrano per discutere, confrontarsi e informarsi su temi di interesse comune; sono inseriti in portali più ampi (testate giornalistiche, grandi comunità online, siti di associazioni, istituzioni o aziende…)

Blog: “diari” on line intorno ai quali gravita una comunità di lettori attenti, partecipi e pronti a commentare i temi introdotti dal blogger.

Newsgroup: gruppi di discussione e informazione on line su temi fissi

Le fonti da analizzare sono state selezionate attraverso un mix di strumenti, alcuni proprietari, altri disponibili in rete (blogbabel, wikio/blog, googleblogsearch) Sono state incluse nell’analisi tutte le conversazioni significative apparse nel periodo gennaio-giugno 2008.

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La metodologia La metodologia prevede un intreccio di strumenti di analisi quantitativi, qualitativi e lessicali. Ogni post selezionato per l’analisi è stato “pesato” attraverso un Indice di visibilità ponderato (IGVWEB). Questo Indice parametrizza una serie di indicatori di visibilità del singolo messaggio, adattati al canale specifico (blog, forum o newsgroup). 1. tipologia di messaggio (post originale o commento); 2. centralità del soggetto analizzato nel messaggio (soggetto principale, secondario o marginale); 3. pageRank del canale; 4. numero di backlink del canale; 5. vitalità del canale (livello di attività e frequenza della pubblicazione di nuovi contenuti); 6. numero di risposte (commenti) al post originale; 7. presenza nel corpo del messaggio di immagini, grafici o animazioni relative al soggetto analizzato; http://www.ilcorpo.com/it/materiali/salute-20_17/antropologia-della-salute-20_19.htm

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La metodologia

La visibilità del singolo post, viene paragonata all’IGVWEB standard, che rappresenta un’ipotesi di visibilità caratterizzata da valori “standard” rispetto alla media dei blog e dei forum. Ogni post avrà una visibilità inferiore o superiore allo standard, a seconda della combinazione dei diversi indicatori. L’intero corpus dei testi e messaggi analizzati è stato processato con metodi semiqualitativi, attraverso l’uso di software di analisi lessicale. Le parole correlate semanticamente ad AIDS (co-occorrenze) emerse dall’analisi lessicale, sono state raccolte ed elaborate, con tecnologie proprietarie, per la realizzazione delle mappe semantiche.

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1. La visibilitĂ

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Il corpus

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Tra gennaio e giugno 2008, sono stati pubblicati in totale 4113 post significativi in 580 luoghi differenti del WEB 2.0

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La visibilitĂ

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La visibilitĂ per tipo di canale

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“AIDS” e “CANCRO” nella Blogosfera

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Un’opacità sociale La comunicazione sociale sull’AIDS nel WEB 2.0 è concentrata in alcuni luoghi dedicati. L’AIDS non emerge né come tema di attualità, né come area di allarme sociale intorno alla salute. Nei sei mesi analizzati non emergono conversazioni significative nei grandi forum generalisti (corriere.it repubblica.it, panorama.it) e le citazioni nei forum di salute sono marginali. Nei newsgroup dedicati a salute e medicina, la visibilità è inferiore allo standard. Nei blog, l’AIDS è citato in misura nettamente inferiore rispetto al cancro. Prevalgono i forum specializzati e animati dalle associazioni di riferimento. Nei primi sei mesi del 2008, l’AIDS non rientra nella mappa delle paure del popolo della rete. Le ragioni di questa opacità sociale sono molteplici e si associano all’evoluzione delle percezioni e della comunicazione sull’AIDS degli ultimi 20 anni.

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Perché si parla di più di cancro Al contrario, il cancro preoccupa molto di più gli internauti. Forse perché ci si ammala più di tumore che di AIDS? Non abbiamo questa risposta. Non riteniamo però che la visibilità sociale sia proporzionale all’incidenza della malattia. Il diverso grado di visibilità/opacità sociale di tumore e AIDS si ancora invece a percezioni sociali diffuse che non corrispondono necessariamente a dati epidemiologici. L’AIDS

IL TUMORE

si contrae attraverso contagio

arriva, inaspettato e imprevedibile

il contagio può essere evitato.

come il fato, è invisibile, non si può evitare

il rischio può essere contenuto e arginato con il proprio comportamento trasforma il paziente in potenziale “untore”, punito per comportamenti non adeguati. La malattia ha sullo sfondo la “colpa”, nella forma della responsabilità.

Il rischio è diffuso. Può colpire chiunque. L’impatto dei comportamenti è marginale trasforma il paziente in vittima da accudire e sostenere

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Perché non si parla di AIDS A queste percezioni sociali, corrispondono modalità e livelli di comunicazione più o meno intensi. L’AIDS è passato nel tempo attraverso rappresentazioni molto diverse: malattia dei gay, malattia di gruppi a rischio, minaccia per l'intera popolazione e oggi malattia di una minoranza che sceglie comportamenti a rischio o dei paesi in via di sviluppo. Se non c è epidemia e c è contagio solo se lo cerco, perché parlarne? Confinato il contagio nel cono d ombra dei comportamenti e delle scelte individuali, la comunicazione sociale sulla malattia diventa opaca anch essa. Sparite le cause morali, sparita l idea dell AIDS come punizione divina di gay e tossicodipendenti, il concetto di malattia come “colpa” resta presente nell idea che la causa della malattia sia in primo luogo lo stile di vita individuale. Al contrario, per il tumore, la comunicazione sociale è continua e persistente nel tentativo, mai raggiunto in modo definitivo, di trasformare il caso in causa: la causa genetica e l ereditarietà; l inquinamento ambientale; lo stile di vita (fumo, obesità), l età….. Il tumore eccede continuamente tutte le possibilità di interpretazione monocausale. Occorre parlarne senza fine perché non si riescono ad esaurirne le ragioni. La comunicazione è chiamata ad esorcizzare paure, a rassicurare, a gestire e indirizzare la percezione di rischio. http://www.ilcorpo.com/it/materiali/salute-20_17/antropologia-della-salute-20_19.htm

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Perché parlare di AIDS? L’analisi delle conversazioni spontanee nel WEB 2.0 mostra che la scarsa visibilità dell’AIDS nei media tradizionali non nasce da pure politiche mediatiche, ma da un’opacità sociale profonda. Per riportare l’AIDS al centro del dibattito sulla salute, occorre quindi rimettere in discussione rappresentazioni sociali condivise e radicate che hanno trasferito la responsabilità del rischio dalla collettività all’individuo. L’idea centrale è che tutti possano scegliere di “evitare” il contagio. Questa rappresentazione non tiene conto dei livelli diversi di accesso all’informazione, della varietà delle pratiche, degli stili culturali e sessuali, che non riguardano individui ma interi segmenti sociali (come ad esempio i giovani). La focalizzazione recente sulla responsabilità individuale rischia di sottovalutare i fattori sociali che influenzano il cittadino e le sue scelte. Al contraro, il bisogno di informazione e di confronto emerge dalla grande visibilità dei forum dedicati, che diventano uno dei pochi luoghi in cui individui lasciati a sé stessi e al peso dei propri comportamenti cercano risposte e sostegno.

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2. I temi chiave

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Di cosa si parla

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Le cause del contagio

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Il contagio sessuale

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Teorie e cure

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Impatto della malattia

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Chi si ammala

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La diffusione geografica 23

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Sintesi

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L’analisi dei temi associati al discorso sociale sull’AIDS in rete mostra due poli di rappresentazione e di vissuto emotivo della malattia molto diversi, che corrispondono a due canali: i blog e i forum. Nei blog prevale un riferimento neutro caratterizzato da riferimenti a statistiche sulla diffusione e a campagne di solidarietà. Pur lamentando una scarsa visibilità del rischio di contagio, spesso il discorso dei blog riproduce alcuni aspetti significativi della rappresentazione dell’AIDS “socialmente opaca”. Al contrario, nei forum trovano spazio tutti coloro che non si “sono dimenticati” dell’esistenza dell’AIDS e che per ragioni e storie di vita diverse cercano consigli, aiuto, supporto, in un contesto caratterizzato da confusione, mancanza di quadri di riferimento sociali e culturali, disomogeneità delle informazioni a disposizione. Sempre nei forum, appaiono il sieropositivo e il malato, con le loro difficoltà ma anche con un nuovo status sociale reso possibile dalla specificità delle relazioni nei gruppi virtuali.

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I blog

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Nei blog il discorso si organizza intorno ad alcuni assi prevalentI: 1.

Chi si ammala sono prevalentemente gli eterosessuali. Questo dato è acquisito. Il tentativo di criminalizzare gruppi specifici non è più nelle argomentazioni diffuse.

2.

La minaccia del virus diffuso tra i “normali” non si traduce in allarme o paura, attraverso tre meccanismi chiave di riduzione della percezione di rischio:

a. questi eterosessuali normali che possono ammalarsi sono in Africa, sono distanti, non condividono il nostro quotidiano sessuale. Quasi assente nei forum, nei blog è molto alta la visibilità dell’AIDS associata a campagne di solidarietà e di raccolta fondi, in primo luogo per i Paesi in via di Sviluppo. In relazione al contesto africano, nei blog è molto più elevata l’indicazione dei bambini come vittime della malattia e delle condizioni ambientali come causa del contagio.

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I blog

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b. anche quando riguarda il mondo urbano e occidentale a cui il blogger appartiene, la malattia può essere evitata con la prevenzione. Molti post insistono sulla possibilità e la capacità di prevenire. In alcuni casi si fa riferimento alla necessità di maggiori informazioni ed emerge talvolta la consapevolezza dell’eccessiva opacità sociale della malattia; c. lo stile di vita ha un ruolo chiave nelle cause del contagio. Anche se mai esplicitata, la percezione di fondo è che alla base del contagio ci siano le scelte e i comportamenti individuali. Ogni individuo è quindi in qualche modo artefice del suo destino e della sua condizione.

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I forum

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I forum, e in particolare i forum dedicati, mostrano un quadro molto diverso. Sono sempre gli eterosessuali ad essere maggiormente a rischio, ma non sono lontani o “colpevoli”, sono persone comuni che storie diverse portano nei forum, soprattutto perché hanno paura di aver contratto il virus. La prevenzione e il contagio sono i temi dominanti nei forum, in cui non si parla invece di Africa e di solidarietà. Le richieste mostrano un quadro di grave incertezza, mostrano che anni di assenza di comunicazione sociale sull’AIDS hanno portato gli individui a ignorare l’AIDS o, al contrario, ad essere in preda all’ansia e alla confusione. Questo secondo profilo è il frequentatore abituale del forum. Le paure e le richieste di aiuto ruotano prevalentemente intorno ai rapporti sessuali. Protetto dal nickname, il soggetto può raccontare nel dettaglio le pratiche sessuali che teme possano essere all’origine di un contagio. Nella percezione, il sesso orale genera più ansia del sesso genitale e anche la masturbazione è oggetto di ripetute di richieste di informazione.

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I forum

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A differenza dei blog, nei forum è presente anche il malato. L’impatto della malattia è raccontato in modo diverso rispetto ai blog, fa riferimento più spesso alle difficoltà psicologiche e anche allo stigma corporeo che produce (lipodistrofia). Nei forum dedicati, emerge una dinamica di relazione tra soggetto sano impaurito e malato che, probabilmente, non ha precedenti, sia nella storia recente che passata. Storicamente infatti, quando la malattia si basa sul contagio, il malato è oggetto di politiche di reclusione o, comunque, di pratiche più o meno esplicite di evitazione sociale. Le caratteristiche specifiche dello spazio virtuale, caratterizzato da distanza fisica ma da intimità emotiva e psicologica, consentono la costruzione di una relazione di amicizia e di supporto reciproco tra chi è sano, ma ha paura del contagio e chi è invece malato. Il potenziale “untore” diventa un potenziale “salvatore”. I suoi consigli infatti possono prevenire la malattia, orientare, rassicurare, perché si basano su un’esperienza vissuta offerta come strumento per limitare il contagio, invece che per diffonderlo.

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3. Il lessico

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Il lessico dei blog: la mappa infezioni

milioni

DIFFUSIONE/ PREVENZIONE

sieropositivi

i n i e t b or ali n m p p u a n ra ss o b se

à

ta lit

or

Zimbabwe

dpovertà

Korogocho

AFRICA

pazienti Chiesa

Italia cattolici

preservativi i m

occasionali

omosessuali

contagio partner prostituzione

CURE

diagnosi

uomini giovani eterosessuali test

rischio

30

sperimentazioni

farmaci speranza

ricerca lotta

malattia virus HIV tà

vaccino

retrovirali

f in

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e

terapie

i n u

Associazioni

Campagne http://www.ilcorpo.com/it/materiali/salute-20_17/antropologia-della-salute-20_19.htm

EVENTI


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Il lessico dei blog: sintesi

Il contesto semantico dell’AIDS nei blog si costruisce su quattro quadranti: Diffusione/Prevenzione, Cure, Africa ed Eventi. I temi principali che catturano l’attenzione nei blog riguardano le dimensioni della malattia, a livello nazionale e internazionale (milioni), e la sua progressiva trasformazione dal punto di vista delle modalità e delle vittime del contagio. La maggior parte dei blog cita diversi studi sull’AIDS, esponendo i dati con uno stile neutro, prevalentemente giornalistico, poco empatico e privo di vissuto personale. Al centro del discorso sulla malattia c’è sempre il virus HIV , spazio residuale è lasciato alle tesi negazioniste. I post mettono in evidenza un trend di riduzione di visibilità mediatica del fenomeno (per alcuni associato a una costante diminuzione della mortalità dei sieropositivi) a cui non corrisponde però un parallelo calo dei casi di infezione dal virus HIV. Diversi post segnalano l’indebolimento della percezione dei rischi, soprattutto quelli associati ai rapporti sessuali con partner occasionali. Si parla quindi di rischio, ma senza allarme, con toni neutri, basati su dati e statistiche.

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Il lessico dei blog: sintesi

I blog rappresentano infatti i rapporti non protetti (e non più lo scambio di siringhe) come una delle principali cause di contagio che ha modificato nel corso del tempo anche il profilo delle categorie “a rischio”. Nei commenti infatti, non si parla quasi più di tossicodipendenza e gli omosessuali non sono più rappresentati come i soggetti maggiormente esposti al virus: gli eterosessuali emergono come le principali vittime del contagio. Lo stile di vita diventa centrale nella dinamica di contagio. In particolare, i blog citano frequentemente le donne, contagiate a causa dei rapporti occasionali del proprio partner (spesso con prostitute). In misura inferiore, i post mettono l’accento sui comportamenti a rischio dei giovani. Rispetto alla prevenzione, ampio spazio lessicale ottiene l’utilizzo del preservativo, rappresentato come l’unica precauzione efficace contro il contagio. Emergono alcuni post critici nei confronti della posizione della Chiesa cattolica, che delegittima l’utilizzo del profilattico anche come strumento di prevenzione dell’AIDS .

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Il lessico dei blog: sintesi

Nel quadrante Cure forte rilievo semantico è attribuito alle terapie già presenti e alle ricerche e sperimentazioni su nuovi farmaci. In particolare, è citato il vaccino contro l’aids, rappresentato come una delle nuove speranze per la lotta alla malattia. Discreto peso lessicale è dato inoltre al tema del mancato accesso precoce alla diagnosi: diversi post sottolineano la presenza di numerosi sieropositivi “inconsapevoli”, che, sottovalutando il rischio di rapporti occasionali non protetti, non si sottopongono, o lo fanno con molto ritardo, al test. Anche nel quadrante Africa, ottengono visibilità semantica i dati sulla diffusione del fenomeno (citato lo Zimbawe e la città di Korogocho in Kenya), sia da punto di vista della numerosità delle persone sieropositive sia dal punto di vista delle morti collegate alla malattia. In entrambi i casi donne e bambini sono rappresentati come i soggetti più esposti al rischio. La povertà è considerata uno dei facilitatori importanti della diffusione. Nel quadrante Eventi, grande peso lessicale ottengono le campagne di prevenzione realizzate da associazioni cattoliche e laiche (comunità), sia nei Paesi in via di Sviluppo, sia in Occidente. Emerge con forza, inoltre, il problema della mancanza di una corretta e capillare informazione sul tema. In alcuni post si esprime la necessità di una maggiore comunicazione sociale al fine di riuscire a prevenire efficacemente la diffusione del fenomeno.

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Il lessico dei forum: la mappa

HIV virus rischio rapporto

CONTAGIO

CURE

trasmissione

passivo

orale

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bacio

lesione

bocca secrezioni mani

dottore

anale sessuale sangue contatto

vaginale protetto sperma masturbazione pene/penetrazione paura dubbio contagiare partner coppia comportamento colpa rotto

o v i t a v r e s e r p

farmaci vaccino infettivologo

sieropositiviprostituta sperare

test

risultato

informazione confusione

i

om t n

si

febbre

infezioni Lipodistrofia

IMPATTO

PREVENZIONE

negativo http://www.ilcorpo.com/it/materiali/salute-20_17/antropologia-della-salute-20_19.htm

DELLA MALATTIA


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Il lessico dei forum: sintesi

Il contesto lessicale dei forum presenta notevoli differenze rispetto ai blog. Cambiano alcuni quadranti sui cui si costruisce la mappa semantica: oltre a Cure, emergono in questo caso Contagio, Prevenzione e Impatto della malattia. A differenza dei blog, il lessico dei forum è caratterizzato dalla prevalenza di racconti del vissuto personale degli autori dei post, esposti in modo diretto e immediato. Il linguaggio è empatico e personale e il fine della comunicazione non è la diffusione di dati ma la condivisione di informazioni, dubbi e preoccupazioni. L’attenzione nei commenti è centrata sul contagio (quadrante con il maggior peso lessicale), tema che pervade la maggior parte delle discussioni analizzate. Al centro del quadrante c’è il rischio, non come dato statistico, ma come esperienza personale. Nei post gli individui danno voce alle paure e ai dubbi sulla pericolosità dei propri comportamenti sessuali. Emerge una diffusa disinformazione nei confronti degli effettivi atti a rischio di trasmissione del virus: nei forum si descrivono numerose tipologie di contatti sessuali differenti (dal bacio ai rapporti anali), con lo stesso livello di paura e ansia. Emerge un forte livello di allarme e preoccupazione.

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Il lessico dei forum: sintesi

Sono soprattutto gli effetti di una possibile rottura o mal utilizzo del preservativo a generare incertezza e angoscia di chi scrive (rapporto sessuale; vaginale; anale; penetrazione); forti le preoccupazioni anche in relazione al sesso orale (passivo nella maggior parte dei casi) e alla masturbazione. I commenti mostrano inoltre ampia confusione in merito alle pericolosità di eventuali contatti con le secrezioni del proprio partner (bocca, lesione, sperma). Alcune volte, alla paura si unisce anche il senso di colpa legato alla possibilità di aver contagiato il proprio partner (coppia) a causa di rapporti occasionali, spesso con prostitute. L’ansia diffusa della malattia arriva a manifestarsi anche a fronte di un esito negativo del test di sieropositività. La confusione di chi scrive si esprime anche rispetto ai modi e ai tempi di effettuazione del test e a come leggerne i risultati per avere la certezza di non aver contratto il virus. Peso lessicale residuale ottengono i quadranti Cure, incentrato sulla relazione con il dottore (infettivologo) e sui farmaci a disposizione contro la malattia (vaccino); e Impatto della Malattia, in cui i sintomi più frequentemente citati, seppur ottenendo visibilità marginale, sono le infezioni, la febbre e la lipodistrofia.

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4. Alcune conversazioni

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I blog: alcuni esempi [1]

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AIDS: allarme per gli omosessuali HIVL’istituto dermatologico San Gallicano di Roma lancia l’allarme: l’AIDS è in crescita tra gli omosessuali. Il San Gallicano sta seguendo duemila omosessuali HIV negativi, con l’obiettivo di intervenire affinché non si infettino e rappresenta un osservatorio privilegiato sulla diffusione dell’HIV per via sessuale. Il dottor Guido Palamara, responsabile del centro, afferma: “Questo allarme richiede interventi di prevenzione primaria per i non infetti, e secondaria per coloro che hanno già contratto l’infezione”…..

Prevenzione

Comunicazione e lotta all’AIDS La prevenzione è uno dei pilastri della lotta contro l'AIDS. Anche in Svizzera sono ricorrenti campagne di informazione, promosse dall'Ufficio federale della sanità, per diffondere una "maggiore presa di coscienza del rischio", proporre comportamenti adeguati e promuovere "l'adozione di misure appropriate" di prevenzione. Senza dimenticare la necessità di "promuovere la solidarietà nei confronti delle persone sieropositive o malate di AIDS“…..

AIDS 40 mila italiani sieropositivi a loro insaputa Sono 40 mila gli italiani sieropositivi inconsapevoli della propria condizione. Questo è quanto emerso dallo studio Icona, un progetto nato nel ‘97 che ha dato impulso, nel 2007, alla nascita della omonima fondazione presieduta da Mauro Moroni, ordinario di malattie infettive dell’Università di Milano. Gli esperti sperano adesso di incentivare la diagnosi precoce attraverso una diffusione più massiccia del test per l’HIV anche tra coloro che, spesso erroneamente, ritengono di non essere a rischio di contagio …. http://www.ilcorpo.com/it/materiali/salute-20_17/antropologia-della-salute-20_19.htm


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I blog: alcuni esempi [2]

La mini life ball 2008 by agent provocateur debutta a Vienna Si è svolto il più grande evento di beneficenza organizzato in Europa a favore delle vittime dell'Aids, intitolato quest'anno "Landing on Planet Life Ball” …

Iniziative Convivio 2008 presentato a Milano, video messaggio di Simona Ventura e Franca Sozzani Torna Convivio 2008, che quest'anno si svolgerà a Fieramilanocity dal 13 al 17 Giugno, arrivata alla sua nona edizione questa Mostra Mercato allestita a favore di Anlaids Sezione Lombarda (Associazione Nazionale per la lotta contro l'Aids) si conferma il più importante appuntamento italiano tra le iniziative nate dall'unione di charity e fashion. Perché di Aids bisogna parlare, senza timore, senza vergogna, senza quel pudore che impedisce di affrontare la malattia e le sue conseguenze sociali …..

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I blog: alcuni esempi [3]

Africa

Impennata delle entrate per Medici con l’Africa Il 64% dei casi di Aids a livello mondiale e il 70% delle morti collegate alla malattia si registrano in Africa, continente in cui risiede soltanto il 10% della popolazione globale. In molti Paesi sub-sahariani dal 10 al 30% delle persone hanno contratto HIV e muoiono prima dei 40 anni. Sono i dai diffusi da Medici con l’Africa Cuamm (Collegio universitario aspiranti e medici missionari), un’organizzazione non governativa nata nel 195 per garantire l’accesso ai servizi sanitari, impegnata nella lotta all’Aids con 30 progetti …..

Dall'Africa /7 Il programma DREAM "sul campo" DREAM è iniziato in Mozambico 6 anni fa dal sogno e dal desiderio di curare l'AIDS in Africa così come viene curato in Europa. Era infatti inaccettabile che si continuasse a negare agli africani il diritto alla cura. Ogni centro DREAM si prende carico dei malati che vivono nella zona circostante. Le persone vengono ogni giorno per fare i prelievi, essere visitate dai medici e ricevere gratuitamente la terapia anti-retrovirale. In attesa del proprio turno, i bambini possono mangiare patate bollite e likuni pala (un mix nutritivo di farine varie) e gli adulti hanno la possibilità di leggere libri illustrati di educazione sanitaria. E' in funzione anche un programma per prevenire la trasmissione del virus dalla madre al figlio durante la gestazione: le donne in gravidanza vengono trattate con farmaci antiretrovirali in modo da ridurre enormemente il rischio di contagio. In questo modo i bambini nascono sani nel 97% dei casi …

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I forum: thread significativi sul contagio [1] Non capisco!! sono confuso Spettabile Dottore, circa un mese fa ho avuto una rapporto protetto con una prostituta con annessa rottura del condom (mi sono accorto subito della rottura ed ho immediatamente interrotto inserendo un nuovo condom prima di continuare il rapporto). La cosa che mi lascia perplesso è che lei parla di "buona attendibilità" con un test fatto a 30 giorni dall'evento a rischio invece su altri siti alcuni "dottori" dicono che un test fatto a 26 giorni non ha nessun valore in quanto gli anticorpi non hanno fatto in tempo a formarsi!

Gentile utente, non è nel nostro stile commentare le risposte di colleghi. LE ricordo solo che il periodo finestra medio è di 22 giorni, utilizzando i test ELISA attualmente in uso; questo lo dice sia il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta sia il Food and Drug Administration (FDA). Comunque poiché vi possono essere sieroconversioni tardive bisogna ripetere il test a 3mesi per avere un risultato definitivo. Le statistiche del rischio contagio non hanno molta attendibilità ; infatti il rischio dipende da molteplici fattori. In particolar modo la viremia del paziente, le difese immunitarie del partner, il tipo di comportamento , la durata del contatto sono tra i principali fattori che influenzano il rischio. Saluti

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I forum: thread significativi sul contagio [2] Rapporti sessuali senza contatto con lo sperma Ho avuto due rapporti senza preservativo ma senza farmi eiaculare dentro...so che esiste il rischio di contagio, ma la mia domanda è...a qualcuno è capitato di contagiarsi così? Grazie Non vuol dire che se qualcuno sia stato contagiato in questo modo, anche tu lo sia stata/o! E io che ho avuto rapporti NON protetti per più di un anno con un s+ e non sono stata contagiata???? Come la mettiamo? Nessun caso è attendibile per un confronto... E scusa l'invadenza, ma mettere il profilattico? Non dico la prima ma almeno la seconda volta!!! Scusa Scarlet, tu per più di un anno hai avuto rapporti completi non protetti, quindi mi vuoi dire che per + di un anno sei venuta a contatto con il suo sperma senza contagiarti? Azz da andare ad accendere un cero alla madonna dato che c'è gente che si contagia al primo rapporto... Diciamo di si..però ho sentito altre persone che hanno avuto la mia stessa fortuna e i medici non hanno trovato il mio caso così fenomenale. Il tutto dipende dalla viremia dal tipo di virus dal mio sistema immunitario...e diciamo una buona dose di fortuna. io sono s+ e per molti mesi, prima del test, ho fatto sesso non protetto con il mio compagno che è rimasto s- Questo però non significa nulla. avere rapporti penetrativi senza preservativo rappresenta un rischio. la statistica non è un metodo vincente per evitare l'infezione. Io da più di due anni ho avuto rapporti con s+ semi protetti ,usavo il preservativo solo al momento della eiaculazione,e per il momento mi è andata bene ma ultimamente mi sono venuti gli scrupoli di coscienza perché non ho nessuna intenzione mettere a repentaglio la mia salute per questo motivo stiamo usando il preservativo dall’inizio del rapporto.

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I forum: thread significativi sul contagio [3]

La fortuna della povera gente. Il Karolinska Institute di Stoccolma ha pubblicato su Lancett che nemmeno il preservativo è sicuro, perché praticamente lo si usa all’inizio poi.......La sicurezza maggiore è avere meno partner con tutto rispetto, questo mi sembra veramente censurabile. innanzi tutto, la tua osservazione circa la sicurezza del preservativo non riguarda il preservativo, ma, se ho ben capito, il suo saltuario utilizzo. ritengo pericolosissimo anche solo suggerire l'ipotesi che il preservativo non sia un efficace strumento di difesa e prevenzione dal contagio. quanto al secondo punto, il numero dei partner è del tutto irrilevante: è sufficiente un partner s+ per contrarre l'infezione se non si usano le dovute precauzioni raccomandate dalla comunità scientifica. così come un numero infinito di partner non espone a nessun rischio se si adottano le dovute precauzioni di cui sopra. il tuo intervento, cara calle, si avvicina pericolosamente alle prediche religiose e, come tale, dovrebbe essere rimosso. i singoli casi fortunati di cui vieni a conoscenza possono tranquillizzarti per il passato ma non devono servire a costruirti, per il futuro, delle tue personali regole di comportamento basate sui calcoli statistici. le statistiche possono essere utili per sapere la percentuale di profilattici che si rompono durante un rapporto. però non si può, da questa certo non simpatica personale esperienza, giungere alla conclusione che i profilattici non servono a prevenire il contagio. la seconda considerazione sul numero dei partner mi ha fatto, inoltre, particolarmente infuriare non solo perché del tutto campata in aria, ma anche perché ricorda tristemente alcune campagne moralizzatrici di determinati ambienti politici e religiosi che con la comunità scientifica non hanno nulla a che fare.

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I forum: thread significativi sul contagio [4] Rapporto a rischio. Aiuto. Sono un ragazzo di 16 anni e mercoledì della settimana scorsa ho avuto un rapporto omosessuale (vi scongiuro, risparmiatemi le critiche...) con un ragazzo della mia età. Lui è una persona perbene, e giura di aver sempre e solo fatto sesso protetto le poche volte che lo ha fatto in vita sua. E' sicuro di non avere l'HIV, ma il fatto che non abbia mai fatto il test non mi permette di fidarmi cecamente delle sue parole. Il rapporto si è limitato a del sesso orale, entrambi effettuati prima della comparsa di liquido seminale e di liquido pre-seminale. L'unica cosa che mi preoccupa veramente è stato un possibile contatto tra gli organi genitali. Tuttora il mio stato è questo. Mi sento abbastanza bene, solo che ho inspiegabilmente la mano ed il piede sinistri freddissimi, cosa che non mi è mai successa, e che non riesco ad ignorare. I sintomi che ho descritto, la loro breve durata e la loro immediata manifestazione, possono essere correlabili, anche con minime probabilità, ad un possibile contagio? Devo preoccuparmi sul serio o posso stare più tranquillo? E' possibile contrarre l'HIV con quel tipo di contatto? gentile utente, in primis l'avere un infezione da HIV non è una condanna a morte di conseguenza si calmi. Inoltre da ciò che mi dice non ha avuto nessun rischio contagio quindi non capisco la sua ansia. LA sintomatologia da lei riferita non è assolutamente collegabile ad infezione da HIV. In conclusione stia tranquillo. Oggi ho avuto modo di parlare con il mio medico di questo mio sospetto, ed anche lui mi ha assicurato che il rischio di aver contratto il virus dell'HIV è davvero basso, ma non nullo. Ho deciso quindi di effettuare il test per HIV, Epatite B e C, solo per poter valutare meglio la mia situazione La ringrazio ancora per aver contribuito a farmi uscire da questo periodo per me davvero triste. Quello che lei fa è davvero inestimabile.

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I forum: thread significativi su teorie e cure Interferone …..aiuto! Ciao a tutti, dopo 2 ani di tentennamenti ho deciso di iniziare la cura con interferone peghilato + ribavirina per l'hcv. Ieri sera la prima iniezione, l'infettivologo mi ha descritto tutti i possibili (all'inizio almeno...) effetti collaterali. Da stanotte mi sento male, febbre, sintomi influenzali, dolori diffusi, sono uno straccio. E' una fatica anche scrivere! Nella migliore delle ipotesi, cioè nel caso in cui la terapia sia efficace, mi aspetta un anno difficile. Qualcuno di voi ha esperienza in proposito? Raccontatemi, vorrei capire cosa mi aspetta! Prima o poi ciao gloria benvenuta nel girone dei dannati,scherzo ,ma mica tanto ,io ho cominciato 3 mesi fa ,posso dirti che il primo mese e' stato tosto ,di cui la prima puntura drammatica,febbre a 39, ossi e muscoli a pezzi, insonnia diarrea irritabilità, però ovviamente era la prima dopo non ho avuto più febbre ma x un mese sono stato a pezzi dopo il secondo mese i sintomi si sono affievoliti e si campicchia, x quanto riguarda l'emocromo aspettati che qualche valore o più di qualche si abbassi notevolmente ,io ancora faccio puntura sulla pancia x farmi salire i neutrofili che mi stavano facendo rischiare di interrompere la terapia ,x ora ho avuto il risultato che le transaminasi sono rientrate nella norma x la viremia lo saprò tra una ventina di giorni. che genotipo sei e quanta e' la tua viremia?qualsiasi cosa posso dirti chiedi se posso aiutarti sono qui ,comunque tranquilla e non spaventarti,alla fine si sopporta ciao se hai domande falle. ciao http://www.ilcorpo.com/it/materiali/salute-20_17/antropologia-della-salute-20_19.htm

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I forum: thread significativi su impatto malattia lipo

caro dottore, ho letto e mi sono informata tramite il sito lipodistrofia.it a cosa può portare la lipodistrofia?

caro utente, la lipodistrofia rappresenta la principale manifestazione clinica del soggetto con infezione da HIV che esegue una terapia antiretrovirale efficace e va considerata una condizione morbosa da prevenire e trattare. E' possibile distinguere delle alterazioni morfologiche (ridistribuzione del tessuto adiposo) e delle alterazioni metaboliche (iperlipemia e insulinoresistenza). La parte morfologica è responsabile di danni estetici, da non sottovalutare perché riducono notevolmente la percentuale dei paziente che seguono la terapia,provocando danni psicologici non indifferenti. La parte metabolica è responsabile di danni cardiovascolari importanti. saluti cordiali

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