Reddito di cittadinanza

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TAaglio lto

5 8 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Approvato dal consiglio regionale

Incredibile a dirsi e a credersi: Il Molise ha il Piano di gestione dei rifiuti

Il Molise è la regione con la più bassa percentuale di raccolta differenziata in Italia con appena il 19,86 per cento nella provincia di Campobasso e il 9,30 per cento in quella d’Isernia L’assessore regionale Facciolla è stato tra i protagonisti della seduta del consiglio regionale di fine anno 2015 nel corso della quale - incredibile a dirsi – è stato approvato il “Piano regionale di gestione dei rifiuti”. Due le affermazioni che ha scolpite a verbale col suo dire dotto di avvocato: a) “Per quanto riguarda le discariche pensiamo “affamarle” riducendo al minimo possibile la quantità dei rifiuti da allocare”; b) “Un obiettivo da raggiungere è arrivare a riciclare la maggiore quantità possibile dei rifiuti indifferenziati attualmente stoccati nelle varie discariche”. Chiariamo subito, stiamo parlando di un Piano di gestione dei rifiuti e non di un Piano di smaltimento dei rifiuti che, allo stato delle cose si avvale di discariche cielo aperto (molte abusive) e qualche inceneritore. La differenza è notevole. Il primo si nutre di intenzioni: basta dare un’occhiata agli obiettivi che si prefigge; il secondo di interventi e soluzioni ma, come diciamo, un piano per lo smaltimento dei rifiuti non c’è. Anzi no,c’è, ed è il peggiore che si possa immaginare: discariche a cielo aperto (molte abusive) e qualche inceneritore.

Le discariche l’assessore Facciolla promette di volerle “affamare”, vale a dire conferire sempre meno rifiuti, ma né lui né il Piano dicono in maniera certa come si possa fare. Gli obiettivi del Piano di gestione infatti sono questi: la minimizzazione dell’impatto del ciclo dei rifiuti, a protezione della salute umana e dell’ambiente; la conservazione di risorse, quali materiali, acqua, energia ma anche territori, in considerazione che la capacità di ospitare siti di smaltimento è una risorsa sempre più scarsa, non riproducibile e largamente dilapidata dalla società dell’uso e getta; la

Dopo il raggiungimento di spesa per il Psr 2007/2013, per il quale sono giunte anche le congratulazioni del ministro Martina, si registra l’intervento dei consiglieri di centrodestra a Palazzo Moffa. “Il raggiungimento dell’obiettivo di spesa per il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 consentirà alla Regione di non disperdere i fondi programmati e messi in campo dalle precedenti amministrazioni regionali per far crescere l’agricoltura e le aziende molisane, un’attività improntata allora su temi cardine quali l’innovazione e la sostenibilità, mossi dal profondo convincimento che l’agricoltura rappresenta per il Molise una delle attività più rilevanti, connotandosi come uno strumento decisivo sia per lo sviluppo del territorio sia per l’occupazione dei giovani. Il nostro augurio è che ora, una volta chiuso il programma, questi obiettivi siano realmente raggiunti perché il fine ultimo deve essere quello della crescita della nostra regione; resta il fatto che alcune dichiarazioni meritano quantomeno una risposta, senza alimentare polemiche inutili e sterili, in particolar modo quando si parla di una Regione “non più fanalino di coda, sempre in ritardo rispetto agli obiettivi di spesa”. Per quanto riguarda il Programma di Sviluppo Rurale 2000-2006 è do-

sostenibilità trans-generazionale della gestione dei rifiuti, cioè gestione “after-care-free” tale che né il conferimento a discarica né i trattamenti biologici, termici e chimico-fisici né le filiere del riciclo comportino problemi da risolvere per le future generazioni; sostenibilità economica del ciclo dei rifiuti. Intenzioni, come si può constare, peraltro prive di una pur minima indicazione dei sistemi di attuazione. Queste le priorità, ovvero: politiche concrete di riduzione della quantità e pericolosità di rifiuti; separazione alla fonte e raccolta differenziata di rifiuti urbani e speciali,

adeguata per quantità e qualità; processi adeguati di recupero di materia e di energia, nel rispetto dei quattro obiettivi generali sopra richiamati e appropriato smaltimento dei rifiuti, in particolare di quelli pericolosi. Appropriato? Che significa? Può valere tutto, e niente. Un Piano che si rispetti indica con certezza le cose da fare, e come farle. Non è questo il caso. Nelle premesse del documento di pianificazione, tra le attività preliminari e imprescindibili, si leggono: la separazione alla fonte (domestica, nel caso dei rifiuti urbani, e nel sito produttivo, nel caso dei ri-

fiuti speciali) e la raccolta differenziata di quantità e qualità. “In altri termini – secondo il presidente della Terza commissione, Salvatore Ciocca - la filiera “separazione alla fonte + raccolta differenziata + riciclo” sarà assunta come la base indispensabile di tutto il sistema di gestione dei rifiuti in Molise”. Ci ripetiamo. Il Piano appena approvato è dilatorio: tutto da impostare e da raccordare, nessun elemento definito e certo. Tra l’altro, il Molise è la regione con la più bassa percentuale di raccolta differenziata in Italia con appena il 19,86 per cento nella provincia di Campobasso e il 9,30 per cento in quella d’Isernia, e per essere appena appena comparabile al resto dell’Italia, dovrebbe attestarsi sull’obiettivo minimo del 50 per cento di raccolta differenziata per poi arrivare al 65. Ma non è detto nel Piano. E’ il punto di vista del consigliere Salvatore Ciocca. Per fortuna, stando alle parole dell’assessore Facciolla, il Piano è aperto e predisposto ad accogliere emendamenti migliorativi. Perché sia un Piano per davvero. Dardo

“Sviluppo rurale, i risultati grazie ai programmi passati” Il centrodestra interviene dopo le dichiarazioni del ministro Martina veroso ricordare che al termine della programmazione le risorse complessivamente impiegate dalla Regione Molise comportarono una percentuale di realizzazione del 124,7%, un risultato che allora rappresentò un eccellente traguardo per la nostra regione, determinato da una maggiore capacità di impegno delle risorse per effetto della notevole massa di domande presentate ed approvate nell’ambito delle misure dell’Asse IV, che interessavano il settore agroindustriale (misura 4.11) e il settore agricolo (misura 4.9) e, in secondo piano, il sostegno per l’insediamento dei giovani agricoltori e per la realizzazione di investimenti infrastrutturali (viabilità rurale a servizio delle aziende agricole). Allo stesso modo anche il POR Molise 2000-2006 ottenne importanti risultati in termini di prestazioni, soddisfazione, tra le altre cose, espressa anche dai Rappresentanti della Commissione Europea sia per la tempistica di presentazione del Rapporto Finale di Esecuzione, approvato il 25 giugno 2010 in anticipo rispetto alla sca-

denza del 30 settembre 2010, sia per la modalità di attuazione dei circa quattromila interventi realizzati. Risultati che hanno contribuito al miglioramento generale della qualità della vita nella nostra regione e allo sviluppo dell’indotto. Un programma per cui la Regione Molise ha speso il 105,21%, ossia 492,35 milioni di euro, rispetto a un contributo totale iniziale di 467,99 milioni di euro; nello specifico la spesa fu del 106,57% per il FESR, del 102,13% per il FSE, del 102,71% per il FEOGA e del 127,23% per lo SFOP. Dati importanti e certificati dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato che già allora ponevano il Molise tra le regioni virtuose e che mettono in evidenza le buone prassi realizzate nel recente passato, da tenere debitamente in conto per disegnare una realtà regionale veritiera, soprattutto dinanzi agli occhi dei cittadini molisani. Relativamente al Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 bisogna ricordare che nel corso delle precedenti legislature di centrode-

stra è stato sempre raggiunto l’obiettivo di spesa previsto per le varie annualità, risultato che ha consentito alla Regione Molise di evitare il rischio del disimpegno automatico dei fondi (N+2) previsto dal regolamento europeo per lo sviluppo rurale, con una spesa pubblica annualmente dichiarata alla Comunità Europea dall’organismo pagatore AGEA su valori significativi Aver quindi raggiunto questo obiettivo di spesa è il frutto di un percorso costruito negli anni a favore dell’intero comparto agricolo, risultato ora da raggiungere anche per gli altri programmi cofinanziati dai Fondi strutturali, visto che secondo i dati del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica aggiornati al 31 ottobre 2015, il Molise per il FSE ha certificato una spesa di € 88.295.438,68 su una dotazione totale di € 102.897.150, mentre per il FESR abbiamo una spesa certificata di € 122.915.976,86 a fronte di un finanziamento complessivo di € 147.280.740,00”.


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