Protezione civile

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 13 mArtedì 19 geNNAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Vincenzo Di Giacomo L’Oscar del giorno lo assegniamo a Vincenzo Di Giacomo. Si sta battendo da leone per il mantenimento della Corte d’Appello del Molise. La soppressione, così come voluta dal governo Renzi, potrebbe portare ad una serie di nuove chiusure in regione che andrebbero ad affiancarsi a quelle già avutesi e che stanno immiserendo il territorio. Per la battaglia condotta, l’Oscar è meritato.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

Michele Petraroia Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. L’ex assessore regionale al Lavoro, ora, spara su Ruta e Leva rei di avere espresso critiche rispetto all’assenza programmatica e progettuale della Giunta Frattura. Parla, come al solito, di necessità di trovare soluzioni per il lavoro e il sociale come se in questi tre anni di governo regionale non avesse governato proprio lui. Ora, pensa, a rientrare? Speriamo di no.

Servizio a pagina 3

Azzerato il sistema, ci si è trovati spiazzati davanti a Madre natura Sito web bloccato e mezzi fermi Sono i risultati brillanti della strategia progettuale regionale Dimettersi per decoro? Proprio no

Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso Per informazioni telefonare al 339.2733334


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

19 gennaio 2016

Con 21 voti dei 25 consiglieri camerali presenti. Bruciante sconfitta per Pasqualino Piersimoni che con altri tre ha votato scheda bianca

Paolo Spina è il primo presidente della Camera di Commercio del Molise

Il prossimo passo la formazione della giunta di 8 elementi di cui 4 tassativamente in rappresentanza dei settori Agricoltura, Industria, Artigianato e Commercio Pronostico rispettato ancorché da queste colonne largamente anticipato. Il primo presidente della Camera di Commercio del Molise è Paolo Spina, già presidente della Camera di Commercio di Campobasso ed espressione di vertice della Confcommercio molisana. Successo pieno alla prima votazione: 21 voti su 25, quanti erano i consiglieri presenti; gliene bastavano 19. Le quattro schede bianche hanno nome e cognome: Pasqualino Piersimoni già presidente della Camera di Commercio d’Isernia, espressione di Assindustria Molise, accompagnato dagli auspici - dicono i bene informati - del presidente della giunta regionale Frattura. Prima che iniziassero le operazioni di voto che hanno portato alla elezione di Spina, Piersimoni s’è detto perplesso e di non condividere la proposizione unica di Spina al vertice, ciò in controtendenza con l’establishment di Confindustria e del presidente Natale, dichiarando di votare scheda bianca e invitando quanti tra i consiglieri erano dello stesso avviso, a fare altrettanto. Lo hanno seguito solo

in tre: una miseria. Per cui la Camera di Commercio del Molise nasce come meglio non poteva, con un largo consenso sulla presidenza e, soprattutto, sulle linee programmatiche che Spina aveva avuto l’accortezza di presentare alle maggiori categorie produttive che sono la struttura portante dell’Ente, ovvero Industria, Agricoltura, Artigianato e Commercio, per avere suggerimenti e correzioni. Che siano la struttura portante, è confermato dalla disposizione di legge che vuole che un rappresentante

di ciascuna delle quattro categorie sia tassativamente presente nell’esecutivo camerale. Sarà la giunta, infatti, l’ulteriore step da compiere per dare pienezza operativa alla nuova realtà che ha fuso in un unico organismo le Camere di Commercio di Campobasso e Isernia, riducendo il numero degli amministratori, il costo di gestione e, di converso, si presume, aumenti la capacità di assecondamento dello sviluppo delle attività istituzionali, della produttività settoriale, e della commercializzazione dei prodotti. Oc-

correva una guida esperta. E i 25 consiglieri presenti (il consiglio è formato da 28) l’hanno individuata in Paolo Spina e nella sua proposta programmatica. Il personaggio non è dei più facili, diciamo elettrico, reattivo, se si vuole anche leggermente polemico, di una polemica costruttiva, però, che lo induce ad essere severo prima con sé stesso, quindi con il sistema amministrativo da governare, cosa che alla guida della Camera di Commercio di Campobasso è stata tradotta in una forte riduzione della spesa e

in una maggiore equità retributiva, oltre naturalmente che nella incisività del lavoro istituzionale. La giunta dicevamo. Probabilmente sarà di 8 elementi di cui 4, come detto, in rappresentanza dei settori Agricoltura, Industria, Artigianato e Commercio, più il presidente. Interpretando il voto e la sua ampiezza, sarà una giunta unitaria, equilibrata nelle rappresentanze, oltre quelle canoniche di cui abbiamo fatto cenno. Interpretando il voto e l’effetto della divaricazione verificatasi in Confindustria con la dissociazione di Piersimoni sulla indicazione di Paolo Spina al vertice della Camera di Commercio del Molise, non è azzardato prevedere un ruolo significativo (vicepresidente?) per Rossella Ferro, interprete diretta ed aderente del punto di vista di Confindustria e del suo presidente Mauro Natale. La Camera di Commercio del Molise è il primo esempio concreto della riforma della pubblica amministrazione in chiave di razionalizzazione della spesa. Dardo

L’intervento di Aldo Patriciello Sono convinto che l’unità dei moderati sia ancora l’obiettivo verso il quale tendere per ridare slancio e fiducia al nostro elettorato. Un’unità che non sia, però, la semplice somma degli interessi elettorali dei singoli partiti ma, piuttosto, il manifesto comune di una nuova idea per governare l’Italia. La kermessee la s di Roccaraso è stata l’occasione giusta per riflettere e discutere anche di questi temi. Oggi più che mai, infatti, c’è bisogno di una nuova piattaforma programmatica intorno la quale far convergere i consensi. Il futuro del centrodestra e di Forza Italia, tuttavia, non può essere relegato solamente all’interno di un discorso sulla leadership, sui simboli o sulle alleanze da ricercare. Prima di ogni cosa servono le idee, poi tutto il resto. Un plauso va a Nazario Pagano per aver voluto ed organizzato questo importante momento di incontro e ri-

Il centrodestra deve tornare ad essere il vero contenitore dei moderati

flessione politica: un’occasione per fare il punto della situazione ed approfondire insieme i principali temi su cui fondare una nuova proposta per il governo del Paese.

È chiaro però che occorre recuperare la nostra capacità di far confluire nel partito le migliori energie, così da rendere Forza Italia un laboratorio politico in grado di interpretare al meglio la grande spinta riformatrice e liberale che costituisce il DNA del popolo dei moderati. Abbiamo il dovere, in questo particolare momento storico, di offrire una valida alternativa alla sciatteria istituzionale con cui il Governo sta guidando il Paese. Ecco perché credo sia di fondamentale importanza aprire una riflessione seria, insieme con tutte le forze politiche del centrodestra, circa la nostra visione sul futuro dell’Italia e sui grandi temi che riguardano la famiglia, il lavoro, le riforme istituzionali, la fiscalità e, ovviamente, il ruolo del nostro Paese al-

l’interno dell’Unione Europea. Più che risposte facili, dunque, abbiamo bisogno di porci le domande giuste. Sui grandi temi dell’attualità europea, poi, abbiamo il dovere di essere chiari. Per quanto riguarda l’immigrazione, ad esempio, la posizione del Ppe e di Forza Italia è univoca:massimo spirito di solidarietà nei confronti dei rifugiati ma altrettanta intransigenza sui clandestini e migranti economici. Anche sul terrorismo c’è bisogno, infine, di un’incisività maggiore. L’atteggiamento dell’Italia, fino ad ora, non è all’altezza della sfida cui siamo chiamati a rispondere. Paesi come la Francia e la Gran Bretagna hanno assunto ben altre iniziative per combattere la minaccia del terrorismo internazionale.


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3 19 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Dopo aver demolito la protezione civile Frattura giustifica anche il blocco del sito: “Colpa degli hacker”

Neve e terremoti: molisani senza Protezione Una delle vittime più “prestigiose” della furia iconoclasta del governatore Frattura, determinatissimo a distruggere ogni traccia visibile della gestione Iorio, ogni possibile immagine, anche riflessa, che ne potesse testimoniare il passaggio, è stata senza dubbio il servizio di protezione civile. In questi giorni uno sciame sismico (con un paio di colpi di quelli da gelare il sangue) ed una bella perturbazione artica (via Balcani) stanno mettendo a dura prova i nervi dei molisani, in generale, e dei campobassani, più direttamente. Ed è in questo frangente che si sente la mancanza di un servizio che negli anni, pur con criticità e limiti da limare e migliorare, aveva dato ampia prova di operatività e s’era fatto apprezzare dalla cittadinanza, come quello di protezione civile. Completamente smantellato. Niente più centralino e sala operativa H24 (in cui ganno operato in maniera coordinata Vigili del Fuoco, Corpo Forestale, Soccorso alpino), niente più centro polifunzionale di Campochiaro con eliporto e centro di rilevamento per

il rischio idrogeologico, niente più colonna mobile, niente più squadre di volontari che a più riprese erano intervenuti durante le emergenze. Terremoti, alluvioni, bufere di neve, campagna anti incendi boschivi, servizio autobotti, ervizio di trasporto per dializzati; tutto smantellato dal demolitore

Frattura. In questi giorni di reale emergenza finanche il sito web della protezione civile regionale è rimasto bloccato al 17 gennaio, senza riportare una riga che una di semplice informazione sulla perturbazione meteo o sul ancora più raggelante sciame sismico. Con la consueta gaia leggiadrìa,

sprezzante di ogni senso del ridicolo, Paolo Frattura ha giustificato la cosa con un fantomatico attacco di hacker, su cui, non potendo aggiungere altro, ci facciamo comunque un’ agrodolce risata. La realtà dei fatti è che i campobassani, nell’occasione, ma i molisani, tout court, sono lasciati a loro stessi in caso di rilevanti emergenze; a loro stessi e a quanto le amministrazioni comunali, sempre più in braghe di tela riescono ancora, miracolosamente, a garantire. Possiamo solo sperare nella clemenza della sorte e di madre Natura, questa è la verità, perché altrimenti non potremo sperare in aiuti o interventi organizzati e dotati di strutture ed attrezzature adeguate. L’intero parco macchine di quel che fu il servizio di protezione civile è lasciato al più completo abbandono. Milioni di euro di automezzi ed attrezzature lasciate marcire perché nulla faccia ombra al presidente Frattura ed alla sua sciagurata esperienza amministrativa. Tutto ciò che potesse rimandare al suo ex tutor, Michele Iorio, doveva ed è stato

cancellato e distrutto, compreso ciò che poteva venire in soccorso dei cittadini in caso di emergenze fuori da ogni possibile controllo. La stessa protezione civile che s’era messa al servizio di cittadini anche di fuori regione, come è accaduto in occasione del terremoto dell’Emilia, per esempio, quando volontari molisani provvidero ad attrezzare una cucina da campo in grado di offrire 600 pasti al giorno, tre volte al giorno, a chi aveva perso tutto. Tutto demolito, con contorno di battaglia legale ed amministrativa con l’ex dirigente del servizio, architetto Giarrusso; battaglia puntualmente persa da Frattura. Questo è il Molise di tutti. Questa l’attenzione ai bisogni della gente, questo il reale riscontro a tutto il corredo delle atroci banalità da campagna elettorale con cui questo governo si è riempito la bocca. Ma la colpa non è mai né di Frattura né di coloro, sempre meno per la verità, che ancora lo sostengono. Questa volta la colpa è stata degli hacker, per la prossima meschina figura si vedrà.

Anche l’Associazione “Forche Caudine” di Roma e la Confederazione degli italiani nel mondo in soccorso Mobilitazione in progress in difesa del mantenimento della Corte d’Appello di Campobasso. Significativi l’apporto dell’associazione “Forche Caudine” e della Confederazione degli italiani nel mondo nel tenere acceso il fuoco della protesta e le ragioni che sostengono la necessità che la Corte d’Appello rimanga a garanzia del mantenimento dei servizi essenziali di cui la Giustizia è uno dei cardini. In campo anche la tecnologia con le sue potenzialità di informazione e di diffusione, chiamata a dare risalto globale al concerto del gruppo “Il Tratturo” di Isernia, in programma dalle ore 20,30 al Teatro “Savoia” di Campobasso, voluto e destinato a sensibilizzare al problema della soppressione della Corte d’Appello di Campobasso, non solo emotivamente gli spettatori sui comuni valori delle nostre tradizioni, quanto soprattutto per richiamare l’attenzione sulla necessità di difendere la nostra terra ed i suoi presìdi. Il concerto (se si farà, stante le difficoltà generate dalla nevicata) , grazie ala moderna tecnologia, sarà visibile ovunque: da personal computer, tablet, smartphone, smartTV, collegandosi al sito www.questaterradevevivere.it , dove basterà semplicemente cliccare (immediatamente sotto al “conto alla rovescia”) sull’apposito tasto “Guarda la diretta streaming” per accedere direttamente al Concerto. Ove mai vi fossero difficoltà nell’accedere alla diretta streaming, si potrà telefonare al numero verde 800.969668 dall’Italia, oppure cliccare (anche dall’estero) sul tasto Skype presente sul sito www.questaterradevevivere.it al fine di ottenere assistenza (i servizi sono offerti dalla Secretel Service srl). Spostare

La difesa della Corte d’Appello di Campobasso ha assunto una dimensione nazionale In campo anche la tecnologia con le sue potenzialità di informazione e di diffusione delle notizie. Il concerto/denuncia de “Il Tratturo” sarà visibile ovunque: da personal computer, tablet, smartphone, smartTV, collegandosi al sito www.questaterradevevivere.it in alto il problema, renderlo “globale” accompagnato da forti motivi e motivazioni, per indurre chi ha pensato di togliere al Molise la Corte d’Appello a riflettere sul danno irreparabile e la incongruenza della proposta . “Forche Caudine”, delle conseguenze che ne verrebbero al Molise, dà una sintesi che riteniamo utile riportare perché ciascun molisano si senta coinvolto e responsabilizzato. La soppressione della Corte di Appello di Campobasso avrebbe effetti disastrosi sotto il profilo sociale, economico e della sicurezza pubblica. Comporterebbe automaticamente anche la cancellazione di altri Uffici giudiziari quali la Procura generale presso la Corte di Appello, la Procura distrettuale presso il Tribunale di Campobasso (e, con essa, gli apparati del Gico, dei Ros e dello Sco), il Tribunale e la Procura per i Minorenni (inclusi i connessi servizi sociali), il Tribunale di Sorveglianza e l’Avvocatura Distrettuale dello Stato, eccetera, ma anche la successiva probabile soppressione di ulteriori Uffici giudiziari quali uno o più Tribunali del distretto, oltre il Tar, la Corte dei conti, la Procura presso la Corte dei conti e le Commissioni tributarie, nonché di Uffici para-

giudiziari quali i Comandi regionali delle Forze dell’Ordine, la Questura e magari la stessa Prefettura di Campobasso. A loro volta le soppressioni potrebbero comportare la successiva chiusura di altri Uffici pubblici istituiti su base regionale e/o provinciale, quali l’Agenzia delle Entrate, l’Inps, l’Inail, i Vigili del fuoco, e altro ancora. Insomma, un perverso effetto domino, la cui inevitabile conseguenza sarebbe la drastica riduzione della popolazione determinata dai connessi trasferimenti di numerosissime famiglie di impiegati in altre sedi. Effetti dirompenti ci sarebbero su tutta l’economia regionale,

con pesanti conseguenze per commercianti, imprenditori, liberi professionisti, e via dicendo. La soppressione della Corte di Appello e le successive soppressioni degli altri Uffici giudiziari o paragiudiziari comporterebbe inoltre la scomparsa di fondamentali presìdi di legalità nella nostra regione, che è terra confinante con quelle segnate dalla piaga della criminalità organizzata di stampo mafioso, col concreto e gravissimo pericolo della sua estensione anche nel nostro territorio. Conseguenze nefaste ci sarebbero anche per l’Università del Molise, con un’efficiente facoltà di giurisprudenza. Infine, questo processo comporterebbe costi e disagi particolarmente onerosi per le parti processuali, costrette a spostarsi in territori lontani. Si pensi poi ai minori che con le loro famiglie dovrebbero essere seguiti (e come potrebbero essere seguiti?) da Procure, Tribunali minorili e connessi servizi ubicati in zone lontane. Tutto questo, senza alcun serio risparmio di spesa pubblica, perché il numero degli impiegati e dei giudici rimarrebbe lo stesso, mentre anzi bisognerebbe acquisire nuovi spazi nelle sedi accorpanti. La follia e tra noi e, purtroppo, contro di noi.


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19 gennaio 2016

Nel recente incontro della Sinistradem, l’ex componente della Giunta ha tessuto le lodi di Frattura

Ma non era Petraroia l’assessore?

Nel richiamare la necessità di guardare al lavoro, ha criticato l’operato di Ruta e Leva Scommettiamo? Michele Petraroia un pensierino per tornare a guidare l’assessorato regionale al Lavoro e all’Istruzione ce lo sta facendo nonostante i risultati siano stati del tutto negativi. Ha smantellato una struttura che sembrava, finalmente, potere camminare egregiamente. Senza parlare dei drammi occupazionali e dei mille tavoli convocati senza che abbiano portato a nulla. Invece, è voluto essere sulla notizia quale che sia, dire il proprio punto di vista anche sfiorando il ridicolo e l’improbabilità, ma esserci. Fare in modo che il nome circoli, sia in evidenza, diventi familiare e rassicurante, e per quella massa informe dell’elettorato che non ha altro metro di giudizio al di fuori di ciò che gli viene ammannito delle cronache giornalistiche, un motivo di consenso. In verità, c’è anche da Montenero di Bisaccia tale Palumbo che sta praticando, ma con molta meno assiduità, la stessa trafila. Spesso in Petraroia le esternazioni che, come ribadiamo, hanno il precipuo obiettivo di fare in modo che si parli di lui, prenda spazio sulla stampa come del resto, seppure con accento critico, stiamo facendo anche noi, sembrano appartenere ad un essere lunare, tanto sono eteree, tirate per il

di sergio genovese E’ di questi giorni la notizia che il presidente del Consiglio Renzi voglia rendere ancora più stringenti e severe le norme di comportamento che regolano i rapporti lavorativi dei dipendenti pubblici. Un paese non malato non dovrebbe ricorrere ad un surplus di articolato per far capire ai lavoratori cosa è lecito e cosa non è lecito. L’Italia, come è noto, non si distingue in questo campo al punto che i fannulloni si industriano per fare sempre meglio. ( o peggio) La cosa che dovrebbe turbare di più ma che invece non sollecita l’opinione pubblica è che di fronte a questa necessità morale ( il rispetto del senso del dovere) puntuali arrivano le riserve e le perplessità dei sindacati. E’ incredibile! Cosa dobbiamo dire al lavoratore che si fa timbrare il cartellino e che mentre lo Stato lo paga ( forse è giusto dire lo sottopaga) se ne va a spasso? Dovremmo perdonarlo

collo, forzate, Sulla presenza in Molise del ministro del Lavoro Poletti ad Agnone secondo il quale “ il lavoro si crea sostenendo le imprese, incentivando le aziende private, investendo nelle attività produttive e rispettando le regole di mercato e la concorrenza comunitaria”, Petraroia ha detto la sua. Ma davvero? Bravo Poletti. Ma quantunque Petraroia non lo abbia detto, il ministro ha detto pure che nell’area di crisi industriale complessa bisogna intervenire per risollevare le sorti della Gam, dell’Ittierre e uno sguardo va dato anche alla Zuccherificio di Guglionesi. Con ciò deludendo la pseudo sinistra che ruota intorno a Petra-

roia che vorrebbe le realtà industriali in crisi vadano definitivamente eliminate. E con esse eliminati migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Di questa sinistra Petraroia semba essere un epigono testardo. E per essere originale, per ingraziarsi i quadri del Partito e farsi degli sponsor in previsione di un ritorno in assessorato, non perde mai occasione di parlare in modo magniloquente della Regione Molise. Incurante che a distanza di circa tre anni dall’insediamento a Palazzo Moffa e a Palazzo Vitale, il Molise è la peggiore Regione Italiana e i molisani il popolo più tartassato e privato di futuro. AA partire dagli annunci propagandistici

del Progetto Garanzia Giovani, l’eventualità per 356 giovani di essere sovvenzionati per creare un’impresa, essere assunti a tempo indeterminato o fare un’esperienza di 6 mesi all’estero, per glorificare l’amministrazione regionale. Siamo alla paranoia, alla mistificazione di episodi marginali di un sotteso assistenzialismo che, ma questo Petraroia non lo dice, fa a pugni con la capacità propositiva e progettuale dei giovani che ad Agnone hanno mostrato di avere intraprendenza, coraggio e determinazione, ma fuori dai reticoli appiccicosi della politica sociale ed economica della Regione. Ignaro di darsi la zappa sui piedi, nella sua ultima

esternazione lapalissianamente s’è lasciato andare a questa considerazione: “Il Molise può ripartire se riparte l’artigianato, l’agricoltura, il commercio, l’industria, la cooperazione, la piccola impresa e ogni altra attività d’impresa”. Ma perdinci, chi amministra il Molise? Chi lo gestisce? Chi lo assiste se non un governo di centrosinistra dichiaratamente fallimentare sul piano dell’operatività e della concretezza? Non soddisfatto di aver posto in imbarazzo proprio chi vorrebbe lodare e magnificare, ha ritenuto ‘sparare’ a zero sugli onorevoli Leva e Ruta che starebbero mettendo in mostra la limitatezza politica della Giunta Frattura. . D’accordo. Però, se gli amministratori regionali che non programmano gli interventi, che non snelliscono la burocrazia, che non migliorano le infrastrutture, che non abbassano il costo del denaro e non predispongono politiche settoriali mirate, efficaci e di ampio respiro si togliessero di mezzo, forse potremmo ancora farcela ad uscire dal pantano delle false promesse, delle false attese, dei falsi laudatori di un’amministrazione regionale che sta producendo solo guasti.

Le varie gradazioni dei fannulloni per dirgli:”Biricchino non lo fare più!”. Quale indulgenza dovremmo mettere in campo per colui, meglio dire per coloro, che infangano anche la reputazione di chi abbassa la testa e pedala! Io aggiungerei oltre al licenziamento quarantotto ore di calci nel sedere e il severo dileggio in una pubblica piazza. Ma fa notizia in questi giorni solo la vicenda dei cartellini mentre la iscrizione al “fancazzismo” coinvolge eserciti di persone. Tutti quelli con uno spirito lavorativo intriso di sensibilità sociale e comunitaria, potrebbero a loro volta raccontare migliaia di esempi di colleghi refrattari al travaglio che hanno scelto per una vita intera, la strada della nullafacenza o degli scansafatiche. Immaginiamo che danno hanno fatto allo Stato. Ma diciamo pure che ogni volta che questi inqualificabili personaggi hanno trovato qualche superiore che ha inteso combattere la loro vergognosa negligenza, si è su-

bito sentito assediato dai sindacati che per difendere un tesseramento sono disposti a tutto in nome di sua maestà “Mobbing” che con una certa frequenza fa sentire vittima il carnefice e carnefice la vittima. Almeno questa è la mia esperienza. Sono fannulloni ma continuano imperterriti a godere del beneficio, tutti quei lavoratori che, di fronte ad una ci-

vilissima legge come la 104, ne fanno una gestione distorta andando a spasso per tre giorni al mese invece di assistere sul serio i propri congiunti ammalati. Lo affermo con nettezza pur nella consapevolezza che tanti altri lavoratori si attengono allo spirito primordiale della legge stessa. Magari sarebbe giusto sentire anche a questo proposito il sin-

dacato. Non molto tempo fa mi capitò di scoprire che un misirizzi con le stimmate sopra richiamate, in congedo per malattia, andò a curarsi in un resort della Sicilia. Magari il lettore mi potrebbe suggerire con che appellativo giudicare, oltre al presunto lavoratore, anche quel medico che certificò quello strano modo di curarsi. Se qualcuno dovesse dirvi che ci sono le modalità per stanare e punire tali fannulloni, si affida ad un contesto banale e retorico. Chi dovrebbe irrogare la sanzione prima che questa giunga a compimento, deve laurearsi in legge, poi affrontare burocrazie complicatissime per ritrovarsi in mezzo ad un ginepraio poiché in Italia ci sono strutture che appunto garantiscono le persone per male e non quelle per bene. Dimenticavo:” In testa ai cortei che contestavano il Preside “Sceriffo” ho visto diversi fancazzisti, evviva..


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5 19 gennaio 2016

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aStamattina in consiglio regionale le attività estrattive di idrocarburi sul terreno molisano

La vergogna di una Regione priva del Piano energetico Il Consiglio regionale deve prendere atto che il Molise non ha strumenti tecnici e amministrativi coi quali fronteggiare “le aggressioni” alla sua integrità e alla sue dotazioni ambientali, alla sua vocazione turistica e culturale Vicini al traguardo delle 50mila firme, gli ambientalisti italiani e la Federazione dei Verdi che hanno lanciato la campagna in rete contro le trivellazioni in mare per la ricerca del petrolio, si dicono soddisfatti. Stamattina in consiglio regionale, al primo punto all’ordine del giorno, al governo regionale viene posto il problema delle attività estrattive di idrocarburi sul terreno molisano. Cioè, discutere di ciò che succede e che rischia di succedere per l’avvenire in materia di produzione di energia fossile. Dovesse limitarsi a questo, la discussione sarebbe monca, parziale e insoddisfacente, sebbene le 5 autorizzazioni già previste, e in procinto di essere firmate dal ministro per lo Sviluppo Federica Guidi, la stessa che il 22 dicembre, il giorno prima che entrasse in vigore la legge che vieta la ricerca in mare di petrolio entro un raggio di 12 miglia dalle coste, ha dato il via libera alla Petroceltic Italia di sondare i fondali davanti a Termoli e nelle adiacenze delle Isole Tremiti che, per storia e tradizione, dovremmo sentire nostre più che pugliesi, sono di per sé

stesse un grave attentato alla integrità del Molise. La concomitanza con ciò che il Governo Renzi ha avviato in Italia sulle ricerche di petrolio in mare e in terra, contraddicendo la sua maniacale ricerca del bello in questo nostro Paese, merita ben più ampie valutazioni e … preoccupazioni. Siamo una piccola entità geografica e demografica che la natura però ha dotato di elementi naturali che hanno generato l’arrivo dei tycoon del vento per impiantare centinaia e centinaia di

di Tecla Boccardo Al Molise servono le disgrazie per poter avere un po’ di attenzione. Per fortuna è arrivata la neve a bloccare le strade (intanto qui abbiamo lasciato a casa gli stagionali dell’Anas…), far chiudere le scuole e sospendere le attività non strettamente indispensabili. C’è voluto addirittura il terremoto (mentre qui stiamo smantellando la Protezione civile nella Regione con più dissesto geologico d’Italia) per darci la ribalta nazionale. Solo così qualche immagine della nostra terra è arrivata nei telegiornali nazionali, solo così abbiamo visto qualche troupe televisiva, questa volta non intenta a inseguire il Presidente per qualche suo guaio, vero o presunto. D’altra parte ci siamo abituati: siamo o no una regione che ha addirittura siti in internet dal titolo “il Molise non esiste”? Il Papa è venuto a incontrarci, ma nel corso della lunga presidenza di Napolitano non siamo stati gratificati di una sua visita, non so qual è stato l’ultimo Presidente del Consiglio ad essersi scomodato (Renzi qualche mese

pale eoliche, cambiando il volto a gran parte del territorio e del panorama; anche i lunghi periodi di soleggiamento hanno a loro volta invogliato l’uso e la diffusione dei pannelli solari, talché siamo la regione italiana che produce più energia alternativa delle altre, in misura eccedente le proprie necessità. Quindi, siano una regione oltremodo generosa, peraltro malamente ripagata dal sistema della produzione energetica (bollette salate) e dallo stesso governo che, come diciamo, per sovrappiù

vuole che anche il suolo venga trivellato, alla ricerca del petrolio da conferire alle esigenze nazionali. I motivi e i contenuti della mozione all’ordine del giorno andrebbero pertanto messi strettamente in relazione alla congiuntura politico/programmatica del governo al fine di allagare il campo delle valutazioni e delle riflessioni, per andare più in profondità sulla faccenda della produzione energetica e del contributo dato e che ancora viene chiesto, col sacrificio dell’economia marittima, del turismo, della unicità ambientale delle Isole Tremiti e della costa adriatica. La circostanza dovrebbe servire ai consiglieri regionali di rendersi conto dell’assurdità di cui sono complici e responsabili per essere il Molise una regione che non ha un Piano energetico col quale fronteggiare “le aggressioni” alla sua integrità e alla sue dotazioni ambientali, alla sua vocazione turistica e culturale, e per chiedere, e chiedersi, a che punto è il Piano energetico commissionato al professore Lucio De Santoli, della Sapienza di Roma; per chiedere

all’università del Molise se ha rispettato i tempi che le erano stati assegnati per la redazione del Piano paesaggistico (sparito dalla scena); per avere risposte certe e definite su una prospettiva preoccupante del nostro destino ambientale. Per stare ancora in allerta su ciò che deciderà la Consulta tra oggi e domani sul referendum popolare contro la politica energetica del Governo, sottoscritto anche dalla Regione Molise in uno con le altre Regioni meridionali. Se il Consiglio regionale di oggi sarà in grado di rendersi conto della gravità del momento e di affrontare a 360 gradi tutti gli argomenti che attengono all’ambiente e all’integrità del territorio, e non si limiterà alla contingenza pura e semplice, probabilmente verrà fatto un passo avanti nella presa di coscienza di un problema (le ricerche petrolifere in terra e in mare) che, a seconda di come verrà affrontato risolto, potrà segnare in peggio o in meglio il futuro del Molise. Dardo

Si parla di Molise solo quando siamo in difficoltà

fa aveva fatto sapere che forse, ma non se n’è fatto nulla), Ministri o sottosegretari ne arrivano, ma per una capatina o per un viaggetto nelle zone più defilate e defilandosi (ricordate la visita di Poletti, ministro del lavoro che incontra i sindacati ad un angolo di strada?) Peccato: se qualche riflettore restasse acceso un po’ di più o più frequentemente sul Molise qualcuno conoscerebbe la bellezza del nostro territorio, le sue ricchezze archeologiche e arti-

stiche, capirebbe che qui a pochi chilometri di distanza si può sciare d’inverno e balneare d’estate, saprebbe (senza che lo spieghi Chef Rubio) che qui si mangia bene. Gli italiani e gli stranieri si innamorerebbero del Molise e dell’orgoglio delle sue genti, con magari un qualche beneficio per il turismo locale. Certo, noi sindacati racconteremmo anche del lavoro che manca, del tasso di disoccupazione giovanile che con-

danna i nostri laureati alla fuga, dei nostri anziani che sostengono le famiglie che tirano avanti ad ammortizzatori sociali, della sanità malata terminale, della rabbia crescente nei confronti di una classe politica impegnata nelle sue beghe interne ed intenta in un rimpasto della giunta che va avanti da sei mesi. A proposito. Domani causa neve e terremoto, chissà se Frattura firmerà il decreto di nomina del nuovo Assessore alle attività produttive. Temiamo che l’esponente politico individuato debba tenere in fresco lo spumante: c’è tempo. L’aspirante (o gli aspiranti) nuovo Assessore al lavoro, quello dovrà avere ancora più pazienza: i giochi non sono ancora fatti. D’altra parte, non sarà mica il lavoro ad essere la preoccupazione vera del Molise. Allora avanti a spazzare la neve, a riposare al calduccio, a giocare a palle di neve, a costruire pupazzi. Anche se di quelli, in Molise, non ce ne mancano proprio.


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Campobasso

19 gennaioi 2016

“E la Cittadella dell’economia?”

Il Guerriero sannita torna sull’abbandono che regna nell’area di Selva Piana

CAMPOBASSO. “Sagre, alberi a dimora, spettacoli folcloristici, spettacoli culturali, presepi e chi più ne ha più ne metta , cose che hanno comunque una loro tipicità, sia dal punto di vista culturale che sociale, ma questo certamente non influisce sullo sviluppo territoriale, in poche parole: niente posti di lavoro “. Lo sostiene, Giovanni Muccio, Guerriero Sannita. “Il Movimento regionale del Guerriero Sannita vorrebbe tanto sentir parlare di sviluppo del territorio, di come progettare iniziative atte a creare

una filiera di piccole e medie aziende tecnologiche per i giovani campobassani. A tal riguardo il Movimento riprende un progetto che faceva parte del proprio programma elettorale, quando per la prima volta si cimentò ad una campagna elettorale, e parliamo del 2009. Bisogna, pertanto, invertire la rotta e puntare sui fondi europei e non, da investire con l’obiettivo di rilanciare l’intero territorio del capoluogo di regione, investendo sulla Ricerca e Innovazione Tecnologica. Detto ciò è convinzione del Guerriero Sannita che l’attuale “cittadella dell’economia” a Campobasso sita in c. da Selva Piana, così com’è concepita, non porti sviluppo sia dal punto di vista imprenditoriale che occupazionale, questa grande struttura sembra rappresentare solo una cattedrale nel deserto, mentre andrebbe convertita in un Polo Scientifico Tecnologico. L’insediamento di decine di imprese high-tech consentirebbe, altresì, di raggiungere crescenti

economie di scala per la gestione di servizi, sia di struttura che a valore aggiunto, e favorirebbe la collaborazione e la cooperazione tra il Centro tecnologico e le imprese e tra le imprese stesse. L’investire sull’innovazione e ricerca tecnologica prefigura ampi spazi di sviluppo, con la prospettiva di una nuova occupazione qualificata e non. Solo così è possibile, limitatamente alla capacità di un Co-

mune, limitare la fuga di cervelli e tornare a valorizzare il “capitale umano molisano” che, pur in possesso di prestigiose lauree e master di ultima generazione, sono costretti ad emigrare, disperdendo un sapere che altre realtà territoriali, nazionali ed europee, sono lieti di accogliere. Questa non vuole rappresentare una critica a nessuno, d’altronde il Movimento ha sempre cercato di fare politica di suggerimento

nella speranza che le idee e le proposte possano essere accolte da coloro che detengono il potere di agire, ciò che manca in questa Regione è la programmazione, perché si ottenga una maggiore coesione sociale, un ripopolamento dei paesi, una crescita economica, l’innovazione e l’occupazione, i cui beneficiari restano i cittadini campobassani, molisani ma anche le generazioni future”.

Si avvia la Giornata dello Sport In attesa di interventi sostanziosi per il settore, la Regione celebra la festa CAMPOBASSO. A causa del perdurare delle condizioni meteo sfavorevoli e dei grossi disagi alla circolazione stradale, la conferenza stampa di presentazione della III Giornata dello Sport della Regione Molise, programmata per ieri, lunedì 18 gennaio alle 16 nella sala giunta di Palazzo Vitale a Campobasso, è stata rinviata ai prossimi giorni. La nuova data, definita a breve, sarà opportunamente resa nota. Intanto altri due grandi ospiti hanno confermato la loro partecipazione alla manifestazione organizzata dall’assessorato allo Sport che fa riferimento al consigliere regionale Carmelo Parpiglia. Insieme con il grande ex del volley italiano, Andrea Lucchetta, oggi grande comunicatore e commentatore tv, e al Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli interverrà alla ‘Giornata’ Anna Maria Marasi ex campionessa di volley (quattro scudetti, due coppe dei campioni, 4 coppe Italia, tre coppe delle coppe e 131 presenze nella nazionale italiana di cui è stata carismatico capitano). Monumento

del volley nazionale, dunque, e grande donna, impegnata tanto anche nel sociale, oggi Anna Maria Marasi è dirigente di spicco del Coni. L’altro ospite invitato è il noto e apprezzato giornalista del Tg2 Rai Claudio Valeri che parteciperà al convegno del pomeriggio dal titolo “Cit-

Baranello nuovo presidente Virtus Il gruppo sportivo di Campobasso rinnova le cariche per rilanciare la sua attività CAMPOBASSO. Il Gruppo Sportivo Virtus, Associazione Sportiva Dilettantistica con sede a Campobasso in via E. Berlinguer n. 3, comunica la composizione del nuovo Consiglio di Presidenza: PRESIDENTE: Ing. Nicola BARANELLO VICE PRESIDENTE: Ing. Renato PALLADINO VICE PRESIDENTE: Cristina ROSSODIVITA SEGRETARIO: Caterina ABIUSO RESPONSABILE TECNICO: Maurizio PALADINO TESORIERE: Dott.ssa Laura PALLADINO

tadino attraverso lo sport”. Nella conferenza stampa di presentazione saranno resi noti gli ospiti molisani e gli artisti che contribuiranno a rendere ancora più speciale la III edizione della Giornata dello Sport della Regione Molise.


Campobasso

7 19 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Con il Piano Casa e gli accordi di programma vecchi e nuovi vandali in azione

Pronti a devastare anche la Collina di S. Giovannello

Campobasso s’è candidata ad essere la capofila dei movimenti manomissori, inquinatori e predatori tra l’indifferenza generale di chi non ha più anima né memoria Difficile fermare la mano vandalica dell’amministrazione sul territorio urbano ed extraurbano; anzi impossibile. Il vandalismo urbanistico ed edilizio si autoalimenta con una voracità spaventosa, e s’ingrossa a dismisura. Il tempo di osservarlo nella sua famelicità che già inizia un altro banchetto a colpi di migliaia di metri cubi di cemento. Il disprezzo gli viene consentito e giustificato dal cosiddetto Piano Casa, una furbata regionale, un cedimento verticale alle pressioni degli speculatori fondiari e delle imprese (qualcuno dirà, anche dei cittadini che amano ampliare il posseduto, ma sono bazzecole), una violenza tecnica e amministrativa cui è stato dato l’abito di una legge regionale, come diciamo, tra le peggiori immaginabili partorite da una mente umana, in assenza di conclamata demenza. Il Piano Casa aveva il timbro dell’eccezionalità e della temporaneità; nel Molise, grazie agli amministratori regionali, ha preso il timbro della normalità. In nome e per conto di questa legge,

il Molise rischia la definitiva sua compromissione su più fronti: sul consumo anomalo del territorio, sullo sfiguramento del paesaggio, sul deperimento dell’ambiente naturale. Campobasso s’è candidata ad essere la capofila di questo movimento manomissore, inquinatore, predatorio. Una leadership cui darà un corposo contributo con i tre interventi sopra detti e che, in successione temporale, provvederà ad incrementare con maggiore intensità, brutalità, e rozzezza amministrativa andando a riprendere un ab-

bozzo di accordo di programma molto caro al già sindaco Di Bartolomeo, del 29 agosto 2011, e caro, a quanto sembra, non fosse altro per appartenenza territoriale, anche al sindaco Battista che quell’accordo intende riprendere e realizzare. Regalando alla città altri 46.057 metri cubi di cemento in un ambito cittadino delimitato superiormente dai fabbricati posti a valle di Via De Gasperi e, inferiormente, dalla linea ferroviaria per Termoli, a Sud delle aree costruttive dell’Istituto autonomo delle case po-

polari, e a Nord da un’area contigua alla Colline di S. Giovannello: paesaggisticamente e panoramicamente una zona interessante e come tale, per i novelli distruttori di Palazzo San Giorgio, una ragione in più per essere deturpata. In via di cancellazione, tra l’indifferenza generale di una città che non ha più anima né memoria, il più bel panorama storico di Campobasso: il profilo del Monti, col Castello Monforte, le chiese romaniche di san Giorgio e san Bartolomeo e la fascia alta del borgo medioevale. L’accordo di programma avviato da Di Bartolomeo, che si appresta ad essere ripreso dal sindaco Battista (sul piano distruttivo l’un sindaco vale l’altro ed entrambi sottoscrivono la cementificazione del territorio), secondo il dirigente istruttore del 2011, l’architetto Paola Lozzi, conterrebbe gli elementi necessari per la valutazione dell’interesse pubblico. Ma senza specificarli. Così, sulla parola, nonché garantiti dagli incontri interlocutori coi rappresentanti privati, giusto per meglio

individuare le esigenze dell’amministrazione sotto il profilo dell’utilità complessiva dell’intervento. Sarà cura, dobbiamo credere, del sindaco Battista farsi carico di questa sottile incombenza, amorosamente assistito non più dalla Lozzi ma dalla nuova responsabile del settore urbanistico, Giovanna Iannelli, fortemente voluta, che però ha già un occhio che guarda alla pensione e l’altro a Benevento, suo luogo di residenza. Immaginare che possa mettersi di traverso, che possa ricordare agli amministratori che c’è una legge d’indirizzo in Italia che invita le amministrazioni locali a salvaguardare il territorio, a contenere l’utilizzazione dei suoli in favore del recupero edilizio, è una pia illusione. Sarà invece la validazione tecnica alla paranoia distruttiva dei luoghi della memoria della città, in ossequio al Dio cemento, al Dio denaro, al Dio della sempre più evanescente utilità pubblica. Dardo

Maltempo: nell’area Selva Piana residenti senza corrente elettrica ma i cittadini non sapevano a chi chiedere informazioni CAMPOBASSO. Disagi e problemi per i residenti delle contrade nell’area dello stadio Selva Piana che domenica pomeriggio sono rimasti senza corrente per quasi quattro ore. Per fortuna due squadre

di tecnici alla fine sono riusciti, seppure tra mille difficoltà, a ripristinare la linea elettrica. Il problema vero é che i cittadini mentre aspettavano non sapevano a chi rivolgersi per chiedere notizie perchè la

protezione civile risultava assente e ad altri organi non spettava la competenza. Se non fosse stato per il lavoro di due squadre di tecnici intervenuti, con il passare delle ore la situazione sarebbe ulte-

riormente peggiorata sopratutto per l’impossibilità ad accendere i sistemi di riscaldamento. Facile immaginare le difficoltà sopratutto per le persone più anziane e i bambini.

Terremoto e neve portano in primo piano Campobasso Anche Sky ha realizzato una diretta nel corso di Tg Sky 24. Intanto oggi e domani scuole chiuse CAMPOBASSO. Campobasso nuovamente alla ribalta della cronaca nazionale. E sempre, purtroppo, per avvenimenti poco piacevoli. Tutti i media d’Italia si stanno occupando in queste ore dell’emergenza in corso nel capoluogo di regione. Stretto nella morsa della neve e attraversato dallo sciame sismico che sembra non voler concedere tregua. A parte la tivù di Stato, anche Sky si è recata a Campobasso. Ieri mattina una troupe si è posizionata lungo corso Vittorio Emanuele e, nella diretta, ha intervistato il sindaco Battista. Ad ogni modo è una pubblicità sicuramente poco gradita dai cittadini. Non già per i media, ma per gli accadimenti che raccontano. INtanto, oggi e domani scuole ancora chiuse a Campobasso anche per consentire controlli sulle strutture scolastiche cittadine.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

19 gennaio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Ministro Lorenzin subito l’ispezione ministeriale al F. Veneziale di Isernia Signora Ministro, è dell’11 Gennaio u.s. la notizia gravissima di una morte sospetta avvenuta presso l’Ospedale di Isernia di una signora di 61 anni di Agnone, funzionaria dell’archivio di stato, che pur risultando ricoverata, stazionava da ben quattro giorni nei locali del Pronto Soccorso per una oramai cronica mancanza di posti nei Reparti del nosocomio pubblico, mentre abbondano in strutture private della Provincia e della Regione secondo quanto disposto dal commissario straordinario alla sanità del Molise, il presidente della giunta regionale Paolo frattura. Giusto a titolo di cronaca, signora ministro, facciamo notare che la concittadina deceduta aveva una gastroenterite che, seguita costantemente in reparto, poteva avere un decorso decisamente più fortunato, certamente più aderente alle aspettative di un cittadino al quale la costituzione riserva, o meglio riserverebbe, altre garanzie. Certamente Lei, quale Ministro, è ben con-

sapevole che dopo i ripetuti tagli alla Sanità Pubblica, oramai siamo in questa Regione come in altre ( basta leggere le cronache) a rischio per la tutela della salute dei cittadini, che ricordiamo, è un diritto tutelato dall’art. 32 della Costituzione Italiana.La Sanità nella Regione Molise oberata da un debito di 300 ml. di euro, è quotidianamente in emergenza con medici, sindacati di categoria, comitati, che denunziano gravi disservizi ( ed anche sperperi), specialmente nelle Unità di Emergenza di Pronto Soccorso, dove affluiscono per il primo intervento la maggioranza dei cittadini. Il Pronto Soccorso di Isernia, che oramai è divenuto il solo punto di riferimento di tutta la Provincia, e giornalmente sulle cronache di giornali e Tv per le proteste del personale Sanitario costretto a operare in condizioni vergognose, non riuscendo più a garantire prestazioni adeguate per carenza di personale e posti letto. I medici e

gli infermieri ridotti nel numero sono costretti a turni massacranti e da tempo denunziano (inascoltati da una classe politica inadeguata e distratta) una serie di difficoltà in cui sono costretti ad operare, con ripercussioni gravissime sull’assistenza dei pazienti. Certamente, queste condizioni della Sanità Pubblica Molisana e Italiana non sono più ottimali e non rispecchiano le intenzioni dei Padri Costituenti e più precisamente l’art.32 ( La Repubblica Italiana tutela la salute dei cittadini) da loro fortemente voluto. Presumibilmente queste deficienze operative votate a tagli indiscriminati, possono essere causa di malasanità e quindi a pagare è sempre il povero cittadino che versa nelle casse dell’erario pesanti tributi in cambio di cure carenti se non del tutto inesistenti. Quindi, a proposito del decesso della povera signora, per cui presumiamo vi sia in corso un’inchiesta della Procura di Isernia

(diversamente la chiediamo noi), le chiediamo come nei casi recentemente succedutisi in varie parti d’Italia, di attivare anche per l’Ospedale di Isernia una Ispezione Ministeriale al fine di mettere a nudo le criticità ed anche le responsabilità di chi ha portato allo sfascio il nosocomio Isernino così come più volte denunziato dai sanitari,dalle organizzazioni sindacati e dai comitati in difesa della sanità pubblicsa. Rifiutiamo l’inchiesta disposta dalla struttura Sanitaria Regionale e dalsuo Commissario ad acta Frattura che consideriamo parte del problema già in continuità con la giunta precedente Iorio. Emilio Izzo, segretario regionale UIL Beni Culturali Molise Romano De Luca,referente Abruzzo Molise Ass.ne A. Caponnetto Tiziano Di Clemente,coordinatore PCL Molise

Arrestato un pregiudicato per associazione per delinquere Operazione dei carabinieri con tre persone denunciate per detenzione illegale di stupefacenti ISERNIA. Nell’ambito di una operazione dei Carabinieri che ha interessato più zone della provincia di Isernia, una persona è finita in manette, tre sono state denunciate e sottoposte a sequestro diverse dosi di hashish e marijuana. Ad Isernia, i militari del Nucleo operativo e Radiomobile della locale Compagnia, durante un posto di controllo hanno fermato un’autovettura con due persone a bordo. Uno di questi ha tentato di eludere i controlli fornendo delle false generalità, i militari insospettiti dall’atteggiamento nervoso dell’individuo, hanno eseguito ulteriori

accertamenti anche attraverso la Banca Dati delle Forze di Polizia, scoprendo la vera identità del soggetto, un 40enne di Cicciano, in provincia di Napoli, pregiudicato per associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsione, rapina, furto ed altri reati contro la persona ed il patrimonio, il quale si sarebbe dovuto trovare ristretto presso la propria abitazione di residenza in virtù di un provvedimento emesso dalla competente Autorità Giudiziaria. Il pregiudicato era in auto con un proprio familiare e sembra, dalle prime risultanze investigative, che fosse in pro-

cinto di raggiungere un paese del centro Europa. Trasferito in caserma, dopo le formalità di rito è stato dichiarato in stato di arresto per la violazione alla misura coercitiva cui era sottoposto. A Venafro, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, hanno invece intercettato una autovettura con tre persone a bordo, tutti della provincia di Caserta, un 24enne di Aversa, un 22enne di San Marcellino ed un 25enne di Casal di Principe. I tre erano in possesso di involucri in plastica contenenti varie dosi di hashish e mari-

juana. La droga è finita sotto sequestro, mentre i tre sono stati denunciati per detenzione illegale di stupefacenti. Sono tutt’ora in corso indagini per accertare sé le dosi rinvenute erano per uso personale o sé destinate all’attività di spaccio nel territorio “pentro”. Quest’ultima operazione segue di poche ore quella che ha portato alla denuncia in stato di libertà di altre cinque persone ed al sequestro di due pistole con relativo munizionamento e di un’ascia utilizzata quale arma per perpetrare una minaccia aggravata.

Lettera aperta

Pozzilli, e i soldi per il parco di Herambiente? Nel nucleo industriale di Pozzilli ha sede la Herambiente, azienda leader nel campo del trattamento dei rifiuti. Il problema è che i rifiuti in questione sono quelli di mezza Italia, che vengono raccolti e poi bruciati a pochi chilometri, ed in alcuni casi metri, dai nostri polmoni. Al di là da valutazioni sulla nocività o meno, in termini di impatto ambientale e sociale, del termovalorizzatore va riconosciuta alla Herambiente una certa vicinanza alla popolazione, forse per ringraziare della ospitalità o forse per ringraziare delle polveri diffuse. Fatto sta che la società si era impegnata formalmente a donare al Comune di Pozzilli la somma di duecentomila euro a condizione che tale denaro fosse usato per la realizzazione di un’area verde, un’isola felice da destinare alla cittadinanza. Ed il compianto Sindaco Tasso non esito’ un solo istante a mettere in moto la macchina burocratica per trasformare la promessa della società in una concreta realtà. Fu infatti predisposto il progetto della nuova villa cittadina (costato numerose migliaia di euro) e furono adempiuti tutti gli atti tecnici ed amministrativi per poter iniziare fattivamente la realizzazione del bene pubblico, “generosamente” donato dalla prodiga Herambiente. Mancava solo la concreta erogazione del denaro, che la società aveva condizionato alla

apertura di un conto dedicato in maniera che non vi fossero dubbi circa la diretta (ed assoluta) utilizzazione del denaro per la (sola) realizzazione del parco pubblico. Questa era la situazione al momento di passaggio dalla vecchia amministrazione a quella nuova. Dall’insediamento del Sindaco Passarelli sono ormai trascorsi molti mesi e della villa comunale non vi è traccia. Legittime le domande: dove sono finiti i soldi di Herambiente? Perché, visto che era tutto pronto, non si è proceduto con l’inizio dei lavori? Vox populi narra della volontà del Primo Cittadino di utilizzare il denaro per ristrutturare l’edificio comunale o comunque per finalità diverse da quella originaria. Se così fosse si aprirebbero quanto meno due profili di criticità. Il primo prettamente giuridico: sulla base di quale criterio si è ritenuto più vicino al perseguimento dell’interesse pubblico la ristrutturazione dell’edificio comunale (o altro) rispetto alla realizzazione di un’area verde pubblica, tra l’altro mancante nell’intero territorio cittadino? Sulla base di quale criterio si è ritenuto più economico accantonare un progetto (già profumatamente pagato) piuttosto che utilizzarlo così come già previsto? Vi è stato il coinvolgimento ed il consenso formale di Herambiente rispetto al diverso utilizzo dei duecento-

mila euro? Il secondo squisitamente morale: non sarebbe più giusto dare ai cittadini uno spazio verde attrezzato (che attualmente non hanno) piuttosto che un edificio comunale nuovo? Non sarebbe più giusto ricambiare gli stessi -in parte assolutamente minima- del fatto di respirare un’aria talvolta irrespirabile con un bene fruibile da tutti, incondizionatamente? Non sarebbe più giusto pensare in via diretta al bene della intera popolazione? Non sarebbe più giusto rispettare la volontà della società, che voleva regalare a Pozzilli una bella villa comunale? Non sarebbe più giusto pensare ad uno scivolo gremito di bambini piuttosto che ad una stanza più confortevole? Non sarebbe più giusto considerare che è l’amministrazione ad essere al servizio del cittadino e non il contrario? Non sarebbe più giusto ricordarsi che il fine primo ed unico della politica e’ quello di lavorare per il popolo e che se al popolo e’donato un bene, questo bene al popolo va donato? L’isola che non c’è? Utopia? Forse. La speranza è’ l’ultima a morire: non resta che augurarsi che la vox populi in questo caso non sia quella divina e che a Pozzilli l’isola ci sia, in tutti i sensi. I cittadini di Pozzilli


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Termoli

19 gennaio 2016

“Il territorio non si tocca” Assemblea nazionale aTermoli dei movimenti e associazioni che si battono contro le trivellazioni e danni all’ambiente TERMOLI. Assemblea nazionale a Termoli per gli aderenti ai movimenti e alle associazioni a difesa del territorio. Provenienti da gran parte dell’Italia e sprezzanti del maltempo, gli attivisti hanno detto la loro e stilato gli obiettivi per il prossimo futuro. Al centro del dibatto l’esigenza di cambiare punto di vista. Per Augusto De Sanctis, del Coordinamento No Ombrina “ci sono diversi tipi di minacce: la prima è quella dei petrolieri che vogliono mettere le mani sull’intero Adriatico ci sono richieste da Rimini fino al Salento che sono in corso di autorizzazione e il più delle volte le popolazioni neanche lo sanno che ci sono delle autorizzazioni proprio davanti a Rimini. Ci sono anche delle altre questioni non solo quelle della petrolizzazione ma anche la gestione dei rifiuti in terra ferma con migliaia di siti da bonificare in Italia alcuni dei quali sono un disastro. Le bonifiche in Italia sono al palo, interi territori sono disastrati con gravissimi danni alla salute e lo dice l’Istituto superiore di Sanità e pretendiamo che invece di pensare alle grandi opere di cemento, piuttosto che i nuovi inceneritori la prima vera grande opera in Italia è il risanamento del territorio sia dal punto di vista dell’inquinamento che del

dissesto idrogeologico”. Sotto la lente anche la questione dei gasdotti. “L’Italia – ha continuato De Sanctis – deve diventare secondo una strategia energetica nazionale non voluta dai cittadini ma fatta dal Governo Monti che pretende che l’Italia deve diventare la piattaforma logistica per il nord Europa del gas noi dobbiamo diventare importatori di gas dall’Oriente e lo dobbiamo esportare in Nord Europa, ma per fare questo dobbiamo far attraversare i nostri territori da grandi gasdotti. E’ noto e lo dicono casi come quello dello stoccaggio in Spagna che queste iniezioni di gas hanno provocato dei terre-

moti per un sistema che non da vantaggio ai cittadini ma esporta solo gas verso il nord Europa. L’Italia è un paese fortemente vulnerabile da un punto di vista sismico ed idrogeologico e densamente abitato con ricchezze ambientali, enogastronomico e artistico e quindi questi progetti infrastrutturali sono incompatibili con l’Italia della bellezza, l’Italia del sole possiamo produrre energia dal sole che ne abbiamo tanto invece di pensare ancora energia da fonti fossili”. Una lotta per la salvaguardia del territorio che, quindi, sta interessando tanti tra comitati e coordinamenti. Tra questi anche quello

di No Ombrina “che ha vinto la battaglia contro i petrolieri in Abruzzo ma è una singola campagna in un lungo percorso per risanare il nostro paese e non peggiorarne le condizioni ambientali. Stiamo costruendo una campagna contro le devastazioni e i saccheggi dei territori dove tutti i comitati e gli attivisti possono contribuire con un unico sito e una campagna di autoformazione che avverrà in primavera di coinvolgimento degli artisti per fare sensibilizzazione verso la popolazione e invito tutti a partecipare attraverso i siti e i social”. Ciò imporrebbe al nostro territorio un passaggio trasversale di ga-

sdotti che da Brindisi raggiungeranno la Lombardia passando anche in aree fortemente sismiche. “Inaccettabile” quanto la politica sta mettendo in atto a detta dei Movimenti ed è per questo che gli attivisti si chiamano a raccolta attraverso l’uso della rete e al contrasto del rischio trivellazioni nel mare Adriatico. “A differenza di quello che fa la politica – ha proseguito De Sanctis – noi andiamo a vedere le carte e gli atti amministrativi che molto spesso i politici non conoscono neanche le richieste che vengono dai petrolieri per il mare Adriatico abbiamo censito 23 richieste di aree del mare di milioni di ettari da parte dei petrolieri. Questi procedimenti sono ancora in corso anzi hanno avuto i primi pareri favorevoli da parte del Ministero dell’Ambiente e quindi adesso sono sui tavoli del Ministero dello Sviluppo economico e poi ci sono i permessi di ricerca già rilasciati che potrebbero essere trasformati in concessione di coltivazione e quindi di estrazione vera e propria. C’è un percorso molto accidentato per i cittadini e molto favorevole per i petrolieri che hanno ricevuto una prima sconfitta su Ombrina e ne dovremo ottenere altre”

“Deiezioni canine, qualcuno intervenga” I cittadini scrivono al Comune per l’applicazione del Regolamento da parte dei proprietari dei cani TERMOLI. L’invito è rivolto direttamente ai vigili urbani ad effettuare maggiori controlli e di conseguenza anche qualche multa non solo nel centro cittadino ma anche nelle zone più periferiche della città. Al centro della denuncia presentata da un cittadino termolese ci

sono andate a finire le cosiddette deiezioni canine. E la problematica è stata sollevata da un residente di via Mar Mediterraneo, nella zona a sud di Termoli. Sotto la lente ci sono andate a finire le ‘cattive’ abitudini dei padroni degli animali che portano a spasso il

proprio amico a quattro zampe ma non puliscono mai dopo il ‘passaggio’. E così la richiesta è stata quella di effettuare maggiori controlli per evitare il ripetersi di episodi spiacevoli.

Successo per il mercatino della solidarietà Doppio appuntamento per la manifestazione promossa dalla Croce Rossa TERMOLI. Doppio appuntamento con il “Mercatino Solidale” promosso dalla sede di Termoli della Croce Rossa Italiana. Ieri, 17 gennaio e domenica prossima, 24 gennaio, presso la sede della Cri di Termoli in via Amalfi 1 si è tenuto e terrà una vendita di abbigliamento nuovo, vintage, modernariato, accessori, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza. Gli orari per accedere al mercatino in ambedue le domeniche sono: la mattina dalle ore 10.00

alle ore 12.00, il pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 20.00. Con un semplice gesto si potrà aiutare chi è meno fortunato. Peccato solo per il fatto che oggi come primo appuntamento abbia limitato le presenze il preannunciato maltempo ed il freddo imperante che di fatto ha bloccato molti nelle proprie case .Naturalmente i volontari della CRI non si abbattono e confidano di recuperare domenica prossima con la seconda giornata programmata.


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Termoli

19 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Disagi nel distretto sanitario di Termoli L’Ufficio scelte e revoche del medico di base resta chiuso per due giorni: ci vogliono risposte in merito TERMOLI. Ancora una volta disservizi e disfunzioni nel settore sanitario. Ad essere colpito questa volta è l’Ufficio scelte e revoche del medico di base del distretto sanitario di Termoli che per due giorni consecutivi non ha aperto “i battenti”, creando di conseguenza enormi disagi e diffusi malcontenti nei cittadini pazienti ed utenti. A raccogliere e registrare i molteplici segnali di insoddisfazione e di malessere che i fruitori del sistema sanitario di Termoli hanno voluto in questi giorni lanciare, è l’Associazione AssoConsum di

Campobasso, fortemente impegnata nella tutela e difesa dei diritti del consumatore utente e che,

pertanto, a seguito delle avvenute segnalazioni, ha assunto il dovere, da un lato, di prendere posi-

zione su quanto di recente accaduto, dall’altro, di chiedere che vengano al più presto rese /o fornite risposte adeguate in merito, chiarificatrici di quanto da ultimo avvenuto ed osservato. Le problematiche con cui i cittadini pazienti devono fare i conti, quando si devono rapportare con il sistema sanitario odierno, invece, di subire una sperata diminuzione e, quindi, migliorare, vertiginosamente aumentano, e tutto ciò, come è inevitabile che sia, non fa altro che alimentare nel medesimo cittadino sentimenti di accresciuta sfiducia nella

qualità ed efficienza dell’intera compagine sanitaria. A tutto ciò è il momento di porre un freno. Occorrono in tal senso misure tempestive e concrete, non solamente ed unicamente per la rimozione di difficoltà già create e di stati di disagio rilevati, già noti alla stragande maggioranza, ma soprattutto, per la messa in opera di piani e adozione di strumenti, in grado di percepire-ascoltare e soddisfare al massimo livello le richieste di ogni paziente beneficiario, fruitore della prestazione sanitaria.

A cena con lo scrittore, tutto esaurito Primo incontro e grande rispondenza di pubblico per Diego De Silva TERMOLI. Il “Tutto esaurito” registrato in pochissimi giorni preannunciava già un grande successo per il primo incontro di “Uno scrittore a Cena” con ospite Diego de Silva. L’autore partenopeo ha elogiato la rassegna letteraria oramai divenuta nota tra i più importanti nomi della letteratura italiana per la grande capacità organizzativa e l’accoglienza dimostrata ed ha omaggiato gli ospiti presenti con aneddoti e curiosità, intrattenendoli con grande ironia e leggerezza. Autore versatile riesce sempre nei suoi scritti a rendere quasi palpabili i pensieri tortuosi della mente e con coraggio nel suo ultimo lavoro “Terapia di coppia per amanti” edito da Einaudi porta il lettore in una giostra di sentimenti così veri da provocargli continue vertigini. Il cuoco del Ristorante Il Porto di Termoli, Salvatore Marinucci, ha voluto deliziare i commensali provenienti anche da fuori regione con piatti della tradizione termolese rivisitati in chiave moderna. Prossimo appuntamento con “Uno Scrittore a cena” il 27 febbraio presso il Ristorante Svevia con la cantante Teresa De Sio nella veste di scrittrice. Inoltre, l’Associazione Culturale SopraLeRighe, molto attiva in ambito territoriale, sta organizzando anche un Seminario di Scrittura con lo scrittore Marcello Fois, docente della Scuola Holden di Alessandro Baricco e di Botteghe Finzioni di Carlo Lucarelli. Termine ultimo per la presentazione delle domande di iscrizione il 30 gennaio.

Un “Guazzabuglio” d’arte Inaugurata a Termoli, alla torretta Belvedere, la mostra del maestro De Gregorio TERMOLI. E’ stata inaugurata sabato sera 16 gennaio, la mostra fotografica “Guazzabuglio” dell’UniTre nella caratteristica cornice della Torretta Belvedere. Sotto l’egida guida del maestro Antonio De Gregorio, gli allievi del corso hanno dato vita ad una mostra dei loro scatti più belli. Il presidente Maria Luciani ha elogiato il maestro De Gregorio che “è da cinque anni che si presta a insegnare, a vedere la realtà e a rappresentarla at-

traverso le foto”. Una carriera lunga sessant’anni, a livello nazionale e internazionale, è quella del maestro De Gregorio, che ora è tornato nella sua terra natia e si mette a disposizione dei corsisti della UniTre. Sono circa 120 gli iscritti all’Università della Terza Età, e il corso di fotografia è “un fiore all’occhiello, perché ci permette di uscire nel territorio e vedere le bellezze di chi è riuscito a captare gli insegnamenti del maestro, perché

senza di lui non saremmo niente“. “Io tiro fuori l’anima dalle persone e gliela faccio vedere – afferma De Gregorio- io non insegno. Questo poi è il risultato.Non do’ nessun consiglio, questa è arte. O ce l’hai o non ce l’hai. I consigli sono sempre sbagliati- continua- io prendo spunto da voi, vi sento parlare e vi posso correggere. Ma bisogna sbagliare da soli. Io non insegno niente, loro mi danno e io restituisco”.



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Opinioni

19 gennaio 2016

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di Claudio De Luca Nel 1941 Francesco Iovine scrisse, per “Il giornale d’Italia”, una serie di articoli sul Molise tramite cui il Guardiese poté confrontarsi con i miti della sua fantasia e con la memoria dei suoi tempi andati quando ascoltava dal padre l(agrimensore) le vecchie storie di un’epoca passata, prendendo coscienza della realtà sociale vissuta dai “cafoni”. In questi scritti temi, già intravisti nei lavori precedenti, risalteranno illuminati da ben altra forza, e “Ciccillo”mirerà alle cose da un’angolazione tesa al reale, pur rimanendo ancora impregnato delle nostalgie della memoria. E così, mano a mano che procederà nella stesura, dai suoi “pezzi” emergeranno l’ironia, il “pathos”, il mito, la favola, la coralità, il dramma. Iovine procede “on the road”, con l’aria apparentemente svagata dell’inviato speciale che, impegnandosi un po’ meno nell’analisi, pensa piuttosto a prospettare la curiosità erudita, il colore, l’inusitato, “approfondendo” quanto più si sia addentrato nel territorio regionale. E’ allora che, assieme alla rievocazione, emergono analisi lucide della realtà sociale; e qui si staglia netta la figura del contadino e di quell’entità costituita dalla terra, termine fisso di ogni lotta sociale. Su questi argomenti, il Guardiese procede prima per assaggi, poi con una scrittura più poderosa, infine addirittura con un saggio (“Del brigantaggio meridionale”); ed il “climax” dà il segno dell’amore ch’egli nutre per i problemi della sua terra. L’esegèsi storica non è originale perché, in definitiva, non faceva che condividere le vedute dei grandi meridionalisti; ma comunque rivelava lo studioso amoroso, il coscienzioso preparatore del sottofondo storico dei suoi romanzi maggiori. Il contadino comincia ad apparire già nei primi articoli; e, con essa, la

Jovine, e il Viaggio in Molise terra, vista come “il risultato della fatica di generazioni che hanno dissodato, costruito muri di sostegno, incanalato le acque, trasportato spesso a spalla, per interminabili giornate, la terra fertile su una porca scoscesa e sterile”. Perciò “il contadino molisano è ordinariamente taciturno”; la sua è una fatica improba, esercitata con magri risultati su “di una terra difficile, aspra, scoscesa, rotta, a pendii rocciosi, a sassaie

aride”. E’ chiaro allora perché ami tanto quel pezzo di suolo:“Una creatura che si è nutrita con stento, che si è vista vegetare per la dolorosa lunga fatica. Di qui l’attaccamento fisico alla terra; non a una terra qualunque ma a quella pur stentata ed avara che è nata sotto le sue mani”. Sin dalla fine del ‘700 si erano originati numerosi conflitti per il suo possesso. Di essi Jovine dà conto in articoli e saggi, di

Sant’Antonio Abate e i suoi tanti falò di Luigi Pizzuto La Festa di Sant’Antonio Abate è una tradizione che si tramanda da secoli, che trova le sue radici in una profonda fede per questo santo e che coinvolge intere comunità. Antonio era un egiziano che nei suoi 105 anni di vita decise di vivere nella Carità, sfuggendo alle tentazioni di Satana. Egli è considerato il Protettore degli animali per eccellenza e invocato a tutela del bestiame. La Sua effigie,in passato,era collocata sulla porta delle stalle. Nella cultura popolare, Sant’Antonio Abate veniva raffigurato con accanto un porcellino insieme a lingue di fuoco ai piedi e con in mano un bastone alla cui estremità era appeso un campanellino mentre sul suo abito spiccava una croce egiziana a forma di “T”, simbolo della vita e della vittoria contro le epidemie. Anche in Molise, come in molte

regioni italiane, il 16 o il 17 gennaio si hanno una serie di manifestazioni in onore del Santo. Uno dei paesi molisani in cui la tradizione è ancora viva è Colletorto. ” Il 17 gennaio, in onore di Sant’Antonio Abate, lunghe lingue infuocate di tanti falò, nei vari quartieri del paese, rievocano una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Notte dei fuochi in onore di Sant’Antonio Abate nel “Borgo degli angioini”. L’origine della tradizione si perde tra le pieghe del tempo. Il culto dei falò infatti viene da molto lontano e si mescola ad una serie di ritualità tipiche della cultura contadina. Un tempo l’iconografìa del Santo, protettore degli animali, era diffusa ovunque in campagna. Nelle masserie godeva di una attenzione particolare, espressione di una devozione molto sentita. La sua immagine era pertanto presente nelle stalle, tra gli

animali domestici e in campagna, per proteggere il sistema di un mondo povero, animato dalla fatica giornaliera e da tanti sacrifici. La funzione protettrice del Santo, in primo luogo, era destinata al porcello. Non a caso il maiale è presente ai piedi della statua di Sant’Antonio Abate. Nell’area del cratere più profondo, a San Giuliano di Puglia, la sacra statua è custodita ancora oggi all’interno della chiesa dedicata al Santo, che sorge sull’omonima piazzetta, racchiusa ad emiciclo dall’antica porta ogivale, recentemente restaurata. Una sorta di sacralità, pertanto, veniva affidata al maiale che, nell’accezione odierna, ha decisamente un significato del tutto scomposto ed ingiurioso. Nei secoli passati l’uccisione dell’animale indicava per i gruppi sociali una evidente sicurezza alimentare, non sempre disponibile

cui il più importante rimane quello pubblicato da “Belfagor”. Queste lotte vedono protagonista il contadino (che alleva la sua terra quasi fosse una creatura) ed il borghese (che intendeva appropriarsene per diventare più potente politicamente). Della terra erano proprietari ancora i nobili ed i feudatari, che la cedevano ai contadini per la coltivazione, gravandola di numerose ed inconcepibili servitù. Ma, in compenso, non vedevano mai i loro padroni ed avevano campo libero nella gestione del podere. Spesso questi feudatari non conoscevano manco l’ubicazione e la consistenza dei propri fondi, limitandosi ad esigere i cànoni, tramite fiduciari locali e badando a sperperarne le rendite in località rinomate. Ecco il perché dell’alleanza tra feudatari e contadini, uniti contro una borghesia rapace che, non potendo esercitare quelle professioni liberali a cui era stata avviata, impegnava tutte le sue forze per appropriarsene, distogliendoli con ogni mezzo dalla disponibilità dei feudatari per poi sfruttare meglio, e per angariare, con quelle medesime servitù combattute in nome dei principi liberali. Sono questi, ed altri, i temi che fanno di “Viaggio nel Molise” i prolegomeni di “Signora Ava” (1942) dove i briganti sono contadini male armati e variamente equipaggiati che combattevano gli stessi nemici in nome della terra, sempre speranzosi in un aiuto esterno che non verrà mai, dal momento che, dopo la fuga di Re Francesco a Gaeta e la rotta del suo esercito al Volturno, il Contado di Molise si riempie di camice rosse e di soldati della Guardia nazionale.

tra i nuclei delle famiglie. Attività e vecchie figure tradizionali avevano del resto una funzione ben precisa per assicurare il rispetto e la stessa crescita dell’animale. Sulle ali della memoria si ricorda il “porcellino di Sant’Antonio”, accudito da tutti, che girava per il paese con un campanellino legato al collo. Il piccolo animale, una volta ingrassato, veniva messo all’asta e il ricavato era donato alle famiglie più bisognose. Nel cuore del cratere i tanti falò rievocano appunto questo mondo lontano, dove il sacro e il profano danzano insieme, per lanciare non pochi segnali. Un ossimoro che abbandona per un momento le sue contraddizioni, per divenire una realtà autentica, schietta, genuina e spontanea, consacrata da ogni gruppo sociale. Il linguaggio dei simboli e dei valori religiosi più autentici, dunque, sale in alto, come un vortice. Talvolta sembra riaffermarsi in una dimensione senza tempo. La festa è ancora molto sentita. Un tempo il fuoco aveva un carattere propiziatorio. Serviva per cancellare ogni brutta espe-

rienza, per rafforzare la fede, l’amicizia, l’identità del vicinato e l’ospitalità”. Un culto autentico, radice forte dell’identità colletortese. Il fuoco, nella sua composizione, ha la forma di un cono, terminante con una lunga punta di legno, per ricordarci appunto l’aldilà. Anche in questo lavoro di composizione l’iconografìa è importante.


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