Leva a frattura

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 7 mArtedì 12 geNNAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Michele Petraroia L’Oscar del giorno lo assegniamo a Michele Petraroia. Finalmente, ha rassegnato le dimissioni da assessore regionale al Lavoro e all’Istruzione. In questi due anni e mezzo, nessuna soluzione ai problemi del mondo del lavoro e nessun atto vero a favore dell’Università e della scuola. Come, per i ritardi fatti segnare dal Piano Garanzia Giovani. Ora, finalmente, si è dimesso. E’ da Oscar.

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REGIONE

Niro rivendica l’Impero, ovvero l’assessorato Vincenzo Niro rivendica a sè l’assessorato in Giunta regionale dopo gli anni da presidente del Consiglio.

CAMPOBASSO

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

Pierpaolo Nagni

L’assemblea Pd mette a nudo le pecche politiche della segreteria Fanelli e della Giunta Servizio a pagina 3

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Rinasce la Sea con presidente Stefano Sabatini E’ Stefano Sabatini il nuovo presidente della Sea, la Società che gestisce i rifiuti a Campobasso.

CALCIO

Chiamate Nagni, 00 00. Un albero sulle rotaie blocca il treno partito da Campobasso per Roma alla stazione di Cantalupo. Il mezzo riparte ma deve fermarsi ancora a Carpinone. Forse, un lupo? E' l'odissea di ieri dei pendoari molisani. Ai soliti problemi di mezzi vecchi, rotti e rabberciati quel tratto di ferrovia che sembra una selva. Nessuna manutenzione o taglio sistematico degli alberi. Qualcuno chiami Nagni, assessore ai Trasporti. Il numero? 00 00.

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Aliberti si avvicina al Campobasso? La presenza sugli spalti a Campobasso di Aliberti è il segnale di un possibile avvicinamento alla società?

Di Iorio: “Nasce il Porcellum molisano” pagina 3

Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso Per informazioni telefonare al 339.2733334


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

12 gennaio 2016

Vincenzo Niro ha scoperchiato la pentola

Pacta sunt servanda Il centrosinistra regionale è un’accozzaglia di uomini e di sigle politiche mascherato d’intese, accordi e, dicono, patti scritti e sottoscritti che dovrebbero in una qual misura legittimarlo. Vincenzo Niro, l’uomo della provvidenza che nell’inverno del 2013, dopo aver vissuto (politicamente) con Michele Iorio alla Regione per molti anni, ha deciso di cambiare partner scegliendo Frattura, portando i voti necessari a farlo vincere, bene, in una lunga comunicazione alla stampa ha rivendicato a gran voce il rispetto dei patti scritti e sottoscritti, e svela la natura opportunistica del centrosinistra molisano (compresa la sua, ne va di conseguenza), la qualità morale di coloro che lo compongono, la cupidigia di potere che li distingue, la speciosità delle argomentazioni con cui si sorreggono. “Pacta sunt servanda” - patti vanno rispettati ricorda Niro a Frattura e alla segreteria regionale del Pd. Diffi-

cilmente scherza e difficilmente manca il bersaglio. La sua vicenda politica è infiorata di strumentalismi politici (chiedere a Mastella) ed elettorali. Il suo intendere la politica è costantemente in chiave pratica e pragmatica. E’ valso per il centrodestra al tempo in cui lo ha cavalcato; vale per il centrosinistra che della sua praticità e pragmaticità s’è servito – eccome! – per sbaraccare il centrodestra da Palazzo Moffa e da Palazzo Vitale. Niro è un fedifrago istituzionale, noto al colto e all’inclita della politica, nonché chiave di volta delle coalizioni vincenti. Un professionista dell’alchimia politica e come tale autore di pozioni magiche (mortali per Iorio; salutari per Frattura). Comunque è di pasta dura, malleabile solo quando gli conviene, altrimenti ostico da ammorbidire. Frattura (che del trasformismo ha già dato prova di abile apprendistato) e Fanelli (la segretaria regionale del Pd che del finto protagonismo politico esercita professione per concreti vantaggi personali) se ne accorgeranno, qualora si dovesse arrivare all’incontro/scontro. E’ stato scritto e sottoscritto che avrebbe avuto l’assessorato in caso

di successo elettorale alle urne del 25 e 26 febbraio 2013, ma pragmaticamente s’è dovuto accontentare della presidenza del consiglio regionale, carica a tempo, che a metà legislatura riporta in agenda la necessità di una verifica collettiva dello stato di salute della coalizione e la destinazione degli uomini e delle forze politiche che ne fanno parte (se n’è giovato il consigliere Cotugno). L’assessorato che gli spettava dall’inizio ora lo rivendica per andare avanti, essendosi assicurato nel patto scritto e sottoscritto la sua costante permanenza in posizione di potere e di visibilità esterna per l’intera legislatura, fuori da ogni condizionamento, ripensamento, revisione o patteggiamento che si fossero resi opportuni e necessari. Hanno pertanto poco da cianciare e da discettare riconoscendogli di aver lavorato bene e con impegno da presidente del Consiglio regionale, anche “in funzione di una maggioranza”, invitato pertanto ad “andare fino in fondo” (alla legislatura – ndr), per portare a conclusione “il progetto comune”, avendo presente però che “in una coalizione si sta anche senza ruoli, rinunciandovi, o con ruoli diversi”, il duo Frattura/Fanelli di fronte alla determinazione

del contraltare, alla sua cinica abilità nel mettere in chiaro la parte oscura della politica, lo svelamento dei bassifondi in cui il centrosinistra targato Frattura ha preso avvio, per poi emergere alle urne, grazie all’apporto decisivo di Niro, ammantato di una dignità che non ha, e che Niro è pronto a dimostrare qualora i patti scritti e sottoscritti (l’unica parte chiara di un accrocco politico zeppo di infingimenti e d’infingardi) dovessero essere disdetti. Si deve ai personaggi alla Niro, che nella politica regionale molisana detengono la carta d’identità del de-

grado, dell’abbassamento del livello culturale, della pervicacia del potere fine a se stesso, della strumentalità degli accordi tra le parti e tra gli uomini, la sfrontatezza di mostrarla agli accoliti distratti (Micaela Fanelli) e ai falsi “miti del rinnovamento” (Paolo di Laura Frattura) per ricondurli alla realtà in cui vivono e di cui sono espressione, ogni qualvolta ne ricorra la necessità. Come in questo caso e circostanza. In un Molise sbrindellato. Niro docet. E, intanto, ritorna Scarabeo. Dardo

L’intervento

Gli accordi vanno mantenuti di Vincenzo Niro Apprendo dalla stampa regionale le dichiarazioni rilasciate dal presidente Frattura e dal segretario regionale del Partito Democratico, Fanelli, sulla questione relativa alla nomina del quarto assessore regionale e ho ritenuto di non potermi esimere dall’esternare alcune mie considerazioni. Qualche giorno fa il segretario regionale del Partito Democratico, Micaela Fanelli, riconoscendomi di aver lavorato bene e con impegno da presidente del Consiglio regionale, anche “in funzione di una maggioranza”, mi invitava comunque ad “andare fino in fondo” per portare a conclusione “il progetto comune”, facendo presente, in modo netto e preciso, a me e a “gli altri”, che “si sta in una coalizione anche senza ruoli, rinunciandovi, o con ruoli diversi”. Il discorso che apparentemente sembra non fare una grinza, in realtà mi lascia un po’ disorientato, intanto perché mi piacerebbe sapere chi sarebbero “gli altri” che come me e il

mio partito, al momento, non hanno alcuna visibilità politica, all’interno della Regione Molise. A me sembra che a tutti “gli altri” sia stato assegnato un ruolo, una funzione, una rappresentanza senza distinzione di meriti e valori, salvo che non si faccia riferimento alla minoranza. Sull’argomento dell’assegnazione della delega di assessore regionale, che da mesi il presidente della Giunta ha avocato a sé, a seguito delle dimissioni di Scarabeo, ritengo ora necessario fare chiarezza ricordando ai diretti protagonisti quanto detto prima che questa legislatura iniziasse. Sintetizzo subito il concetto guida delle mie considerazioni: rispetto per i patti preelettorali! Mi fa sorridere l’affermazione del presidente Frattura, nell’intervista rilasciata ieri agli organi di informazione, che con il successivo ingresso di “Rialzati Molise” l’accordo sarebbe cambiato, con la previsione di dividere un posto (non si comprende se tra le diverse cariche regionali o proprio quella di Presidente del Consiglio) tra le forze moderate della coalizione. È stata anche questa, molto probabilmente, una delle tante decisioni assunte dal presidente senza alcun preventivo confronto e mi viene da pensare, inoltre, che se anche

l’UDC, come era in procinto di fare, fosse entrata in coalizione la carica di Presidente del Consiglio l’avremmo dovuta dividere in tre; con la dichiarazione del presidente Frattura viene, però, almeno confermato un fatto e cioè che fummo i primi ad aderire alla allora costituenda coalizione. Questa sorta di oligarchia trova conferma anche nelle ultime nomine di competenza regionale (al PD è stata assegnata la presidenza di Molise Dati, il vertice della Protezione Civile e lo stesso partito ha già chiesto anche quella della FinMolise, solo per citare le ultime in ordine temporale). Sottolineo, infine, che fu il nostro partito ad avviare il dialogo con sigle politiche provenienti da esperienze differenti, sollecitando aperture all’ala moderata con garanzia di parità di trattamento, per affrontare la dura battaglia elettorale, che portò il centro sinistra alla vittoria dopo tre lustri di governo da parte dell’aggregazione politica opposta; e non mi sembra, anche razionalmente, motivabile, oggi, il mancato rispetto degli accordi presi solo con il cambio della guardia nella segreteria regionale del PD; come a dire: gli impegni presi da Leva non valgono più, perché il segretario adesso è Fanelli, che non condivide le scelte fatte dal suo predecessore. Allora

ricordo a tutti che gli impegni furono sottoscritti soprattutto dal Presidente della Giunta Regionale che unitamente al suo partito ne avrebbe dovuto garantire il rispetto. Non so se sarà così, ma mi permetto di far presente, sia al presidente Frattura che al segretario Fanelli che, stando gli elementi dirimenti la questione della nomina del quarto assessore regionale nella semplice lettura dei documenti, e non in libere ed avventurose interpretazioni, sarebbe più opportuno in analogia con quanto ricordava, internamente al partito, l’assessore Petraroia, aprire ad una fase di verifica complessiva di metà mandato all’interno dell’intera coalizione, così come richiedono i distinguo e le posizione critiche, qualcuna di totale rottura con il Governo regionale e con il partito di maggioranza relativa, che emergono nelle forze di coalizione e all’interno dello stesso Partito Democratico. Non posso pensare di seguire un programma politico regionale che non scaturisca dal consenso delle forze politiche che lo hanno pianificato e che trovi invece ragione di continuare ad esistere potendo contare esclusivamente su una amorfa maggioranza numerica in consiglio, finché si troveranno risorse materiali per alimentarla.


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3 12 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Micaela Fanelli parla per un’ora e mezza all’assemblea regionale PD, dibattito rinviato. La minoranza schiuma di rabbia

La dura vita del democratico (di minoranza)... E pure questa ci mancava: il segretario regionale del Partito Democratico che fa ostruzionismo durante l’assemblea del suo stesso partito. Allibiti resoconti ci raccontano (l’assemblea PD è stata tenuta a porte chiuse, più che altro una camera caritatis) di un intervento fiume del segretario regionale Micaela Fanelli, durato all’incirca novanta minuti, che ha praticamente ucciso nella culla la lungamente attesa assemblea, negando nei fatti lo svolgersi del dibattito e prendendo per sfinimento gli inviperiti partecipanti. Un intervento, quello della Fanelli, in pieno stile anni ’70, spudoratamente autocelebrativo, velatamente minaccioso nei confronti dei dissidenti ed assolutamente non curante del profondissimo disagio di buona parte della platea, intervenuta più per mettere sul tavolo problemi di ordine politico che per sorbirsi una tiritera senza fine né costrutto. E’ andata così tanto per le lunghe il segretario che è stato quindi necessario fissare un nuovo appuntamento, fra due settimane in basso Molise, per lo svolgimento del dibattito che l’incontinenza verbale della Fanelli ha impedito. Surrealismo della cosiddetta politica 2.0, ma dalle evidentissime ed insopprimibili venature retrò. Per altre due settimane la minoranza interna sarà costretta cuocere nel suo brodo, al fuoco più che vivace del bullismo bello e buono della cordata di maggioranza Frattura-Fanelli. Ed infatti la reazione di Danilo Leva,

lo sfidante, è schiumante di rabbia: “Il PD si è ridotto ad ufficio Stampa del governo regionale; Frattura è un leader di cartapesta con alle spalle solo spezzoni di classe dirigente, per lo più proveniente dal centrodestra; devastante la riforma sanitaria che trasferisce reparti come Oncologia e Cardiologia dall’ospedale pubblico Cardarelli alla Cattolica; nessuna

di Alfonso Di Iorio* Ho letto con attenzione le considerazioni della Segretaria Regionale del mio Partito che certamente saranno oggetto di discussione da parte dell’Assemblea Regionale che sarà convocata per la seconda parte a breve. Nell’immediato, non posso non rivolgere le mie considerazioni alla proposta della nuova legge elettorale che la Segretaria Regionale del PD ci ha anticipato almeno nei suoi punti salienti. Premetto che La legge elettorale nazionale detta anche “Italicum” sarebbe un’ottima legge se desse all’elettore la possibilità di scegliersi i propri rappresentanti al Parlamento soprattutto dopo l’ eliminazione doverosa del bicameralismo ormai non più al passo con i tempi e che risentiva troppo delle garanzie pur necessarie dopo la sciagurata esperienza del ventennio .

discontinuità con Iorio.” Insomma, come diciamo sempre, un vero discorso accorato da leader dell’opposizione, peccato solo che venga dall’interno dello stesso partito di Frattura. Pare proprio sia arrivato il momento in cui lo scontro è destinato a non fare più prigionieri, l’avvitamento è ormai irreversibile ed il campo di battaglia co-

mincia a delinearsi. A cominciare dalle primarie, strumento di partecipazione democratica che, però, nella sua applicazione all’italiana, cioè aperte a tutti e non ai soli iscritti, come logica vorrebbe e come accade negli Stati Uniti, perde gran parte del suo valore, prestandosi anzi a diverse distorsioni, che Leva pretende: “… dalle comunali fino alla scelta del

Dopo il “porcellino nazionale” detto anche Italicum,arriva il porcellino in salsa molisana Purtroppo però,a parte i contrappesi che mancano, l‘ unica Camera elettiva rimasta non può assolutamente essere, per la maggior parte, una Camera di nominati così come vuole il nuovo sistema elettorale. Esso prevede,infatti, la suddivisione del nostro Paese in 100 collegi nei quali ogni partito presenta una lista di 6-7 candidati con il Capolista Bloccato il che comporta la sua automatica elezione se scatta il seggio, mentre le preferenze valgono solo per gli altri Candidati cioè ,in pratica,valgono solo per il Partito che si assicura il premio di maggioranza. Un meccanismo del ge-

nere è la tomba della democrazia perché priva i cittadini del potere di scegliersi i propri rappresentanti. Ma vi è di più, perché, consentendo alle Segreterie dei Partiti di nominare gran parte dei Deputati, di fatto azzera la funzione dei Partiti sul territorio nazionale, perché chi vuole essere eletto come capolista deve soltanto non disturbare il conduttore di turno e diventare il megafono delle sue scelte mettendo il cappello su tutte le cose fatte buone o cattive che siano. Per quanto riguarda la bozza della nuova legge elettorale che riguarda la nostra Re-

presidente della Regione. Frattura lo sappia le primarie si faranno, che a lui piacciano oppure no.” Passando per la proposta di modifica della legge elettorale paventata dallo stesso governatore, con l’abolizione del voto disgiunto: “Se l’avesse fatto Michele Iorio saremmo scesi in piazza.” Insomma una distonia assoluta. Brutta la vita nel PD, a quanto pare. La continuità rispetto alla passata legislatura è la cosa che è sembrata disturbare più di tutto Leva; forse il fallimento, dal suo punto di vista, più eclatante ed esplicativo della stagione che il Molise sta vivendo sotto la presidenza Frattura. Che lo stesso Leva stia facendo un pensierino a candidarsi? A sentirlo sembrerebbe proprio di no: “Non intendo candidarmi ma prometto che restituiremo al centrosinistra il suo spirito autentico, tradito finora.” Si d’accordo, tutto giusto, ma quando l’operazione Frattura disgraziatamente prese corpo era ampiamente prevedibile che la fusione fredda tra un ex forzista pluritrombato e tutto l’universo conosciuto che non fosse riconducibile a Iorio avrebbe generato più caos che scelte lucide, figlie di visioni coerenti. La politica ha bisogno di ritrovare appartenenza e fondamenta culturali solide e condivise su cui costruire programmi. I cartelloni elettorali per raccattare un voto in più del nemico hanno fatto disastri sufficienti. Una missione (quasi) impossibile.

gione, sono perfettamente d’accordo che è un atto doveroso il riequilibrio a favore del territorio della provincia di Isernia fino ad oggi penalizzato come rappresentanza in seno al Consiglio Regionale, come sono d’accordo nella eliminazione del listino, ma considero un atto lesivo della democrazia privare il cittadino molisano della possibilità del voto disgiunto cioè di scegliersi il Presidente che deve governare il Molise per tutta la legislatura. Quella poi che il Capogruppo in seno al Consiglio Regionale debba essere espressione della maggioranza del Partito, la dice lunga sul tentativo di uniformare tutto l’assetto istituzionale alla maggioranza che esce dalle primarie alle quali magari hanno concorso in maniera massiccia elettori appartenenti ad altri Partiti che con il centrosinistra non c’entrano nulla. *Segretario Provinciale PD Federazione di Isernia


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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4 12 gennaio 2016

Una piccola società di gestione sta condizionando la vita amministrativa a Campobasso

Non si crederà ma è la Sea a tenere banco a Palazzo san Giorgio

Ciò che dovrebbe più di ogni altra cosa aprire gli occhi a chi la Società l’ha amministrata e a chi s’appresta ad amministrarla, sono talune voci di bilancio L’allargamento della giunta comunale come ulteriore rattoppo degli strappi che vicendevolmente i partiti della coalizione di centrosinistra si vanno procurando all’interno della maggioranza, tiene ferma, in stallo, la nomina del presidente e del consiglio d’amministrazione della Sea, la società partecipata interamente dall’amministrazione di Palazzo San Giorgio, che cura la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Al momento, due sono i nomi per il vertice: l’avvocato Stefano Sabatini “portato” dal consigliere del Pd Maroncelli e ben visto dal sindaco Battista, e il commercialista Vittorio Del Cioppo, sostenuto dal gruppo dell’Idv che però lo tiene a bagnomaria, in attesa, come abbiamo accennato, degli sviluppi relativi all’allargamento dell’esecutivo di Palazzo San Giorgio. Dovesse entrare in giunta, come auspica l’interessato, Francesco De Bernardo, la candidatura di Del Cioppo verrebbe ritirata dando via libera a Sabatini. Poi ci sono i consiglieri d’amministrazione da nominare, ma il pro-

Lettera aperta Egregio Presidente Frattura, la Biblioteca provinciale Pasquale Albino di Campobasso ha centocinquantacinque anni e io ne condivido le sorti direttamente da poco più di quattro. in quanto dipendente provinciale assegnato ai suoi servizi. Come ci sono arrivato, non per mia scelta, è un altro discorso. Quello di cui mi preme parlarle è lo stato di crisi profonda e conclamata che la biblioteca sta vivendo, dato che ormai non rientra più tra le funzioni fondamentali della Provincia, in forza delle disposizioni contenute nella cosiddetta riforma Delrio. Con i miei cinque colleghi (direttore compreso) siamo stati posti in mobilità da circa un mese e, tanto per farle qualche esempio, i giornali quotidiani e i settimanali non si acquistano più da un anno (gennaio 2015), i libri addirittura dal marzo 2014, e le dodici unità di personale dipendenti da due cooperative che collaboravano con noi ai servizi al pubblico, facendo salva la parentesi bimestrale maggio-luglio

blema in questo caso è facilmente risolvibile nonostante l’obbligo della presenza di una donna, come per legge, qualche imbarazzo lo crei. In ballottaggio Marilina Di Domenico, onusta di cariche e incarichi chiesti ed attenuti sia stando a sinistra, quindi a destra, per poi di nuovo a sinistra (già assessore a Palazzo San Giorgio e membro del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione Molise), e la signora Iannetta,

candidata al consiglio comunale da risarcire per l’evidente danno subito dall’errata trascrizione dei dati personali sulla lista elettorale, inghippo contro cui s’è guardata bene dal ricorrere evitando di mettere in forse le consultazioni amministrative di maggio 2014. Risarcimento, quindi, di natura politica, ma non disgiunto dalla valutazione delle capacità tecniche e professionali che la distinguono. Fin qui il lato politico/amministrativo della Sea. Ma

ciò che invece dovrebbe più di ogni altra aprire gli occhi a chi la Società l’ha amministrata e a chi s’appresta ad amministrarla, sono alcune voci di bilancio. Ce n’è una, quella delle spese legali e delle consulenze, che profila una serie d’interrogativi sul perché si sia dovuto ricorrere agli avvocati e ai consulenti, e soprattutto sull’entità della spesa. Uno studio legale, in particolare, ha raccolto più degli altri: oltre 18mila euro nel 2013, circa 22 mila euro nel 2014 e ben 27.926,32 euro nel 2015. Quindi altri studi legali e commerciali e consulenti di varia natura, che hanno determinato una spesa di 67.968,38 euro nel 2013, 62.193,93 euro nel 2014 e 125.570, 64 euro nel 2015. Cifre considerevoli per una società delle dimensioni e delle attribuzioni della Sea. Che, come accenniamo, meriterebbero di essere

Albino, distrutti 150 anni di storia 2015 durante la quale una parte di loro sono rientrati usufruendo di un finanziamento regionale, sono andati via ormai da un anno esatto. Noi, in quanto incardinati nel “settore cultura”, stiamo vivendo già da tempo in una sorta di terra di nessuno. Infatti, la Regione Molise che avrebbe dovuto deliberare al riguardo nella sua recente legge di riordino delle funzioni e dei rapporti con gli enti di area vasta, così come sono chiamate le Province, nulla ha previsto in merito. Va sottolineato però che le legge di stabilità recentemente approvata dal Parlamento assegna comunque alle regioni la materia delle funzioni non fondamentali e dispone addirittura in caso di loro inadempienza la nomina di un commissario con il compito di concretizzare i relativi trasferimenti di risorse umane, strumentali e finanziarie, conseguenti a tale attribuzione. Certo è avvilente da una parte affrontare con grande preoccupazione il proprio futuro lavorativo

senza ricevere risposte, dall’altra considerare quotidianamente il degrado di una istituzione che dovrebbe essere considerarata e trattata come un grande patrimonio-giacimento di cultura, storia, identità molisane e risorsa fondamentale anche per il futuro della nostra comunità. I dati relativi alla sua operatività parlavano di migliaia di accessi internet annui al suo catalogo on-line da tutto il mondo, di migliaia di studenti e ricercatori che hanno trovato testi e risposte alle loro ricerche, di centinaia di prestiti locali ed in-

terbibliotecari con altri enti ed istituzioni culturali italiane e non. Il suo bilancio costi- benefici, se vogliamo metterla così, è stato sempre assolutamente in attivo. E poi, caro presidente, cosa vuole che siano sei, dico sei, dipendenti provinciali di costo medio-basso (non le centinaia di migliaia di euro che costano dirigenti e consulenti vari), a fronte di un patrimonio di beni materiali e immateriali di altissimo valore quali quelli posseduti dalla Albino? Concludo con una immagine di pochi mesi fa, quando vennero in visita guidata (tenuta dalle splendide colleghe che con me lavorano e che sono la memoria storica della biblioteca oltre ad essere un raro esempio – me lo lasci dire – di competenza, passione e attaccamento al proprio

analizzate fino in fondo allo scopo di allontanare il sospetto che il ricorso alle consulenze e alle assistenze legali abbia un sottofondo favoristico. Il sospetto ha fatto capolino in alcuni consiglieri comunali che vivono la loro “missione amministrativa” con particolare senso di responsabilità, ancorché in grado di guardare negli atti amministrativi la presenza o meno del germe clientelare, amicale, comunque la manica larga nell’uso delle risorse pubbliche. Tanto più che la Sea, per sua stessa natura di società interamente partecipata, è posta al riparo dalle perdite avendo nel Comune “l’ufficiale pagatore”. D’altronde, la Tari è un servizio che per legge deve essere interamente coperto. Insomma, come la si gira e la si volta, è la Sea in questo momento a tenere banco a Palazzo san Giorgio a sottolineare che dopo circa due anni, l’amministrazione comunale non è stato varato un progetto, un investimento, un’opera pubblica significativa né si intravedono all’orizzonte. Dardo

lavoro) alcune classi delle scuole elementari di vari Comuni dell’interland del capoluogo. Lo stupore, la curiosità, l’attenzione di quei bambini per quel viaggio spazio-temporale tra le pergamene, le mappe antiche, le migliaia di volumi, le sale di lettura e di catalogazione mi hanno ricordato la volta che io, alunno della Enrico D’Ovidio, vidi per la prima volta quello che allora era il Museo Sannitico che stava nell’edificio dell’Istituto Pilla in via Veneto. Una esperienza per me fondamentale che non ho più dimenticato e che mi appassionò profondamente, spingendomi a conoscere, capire, approfondire tanti temi legati alla storia e al nostro passato e che ancora mi sostiene nell’amore per la cultura. Non rottamiamo la nostra storia e non spezziamo il lunghissimo filo rosso (se preferisce di qualsiasi altro colore) che ci collega alle nostre radici di molisani e contribuisce a renderci cittadini consapevoli! Cordialmente. Giovanni Di Marzo


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5 12 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

A distanza di un anno dalla sua istituzione è venuta fuori la necessità di cambiare la legge istitutiva dell’ErEs

Non più un amministratore unico a capo dell’ Ente regionale per l’Edilizia sociale, ma un direttore generale Siccome, però, non si vive di solo pane, ecco spuntare anche la necessità di modificare anche la legge 12 del 4 agosto 1998 attualizzando i compensi ai componenti le commissioni per la formazione della graduatoria delle domande per l’assegnazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica: “Pecunia non olet” Correzione in corso d’opera dell’ Ente regionale per l’Edilizia sociale (ErEs) a poco più di un anno dalla sua istituzione preceduta da non pochi squilli di tromba. Su relazione del direttore del Servizio di Edilizia pubblica e residenziale, Giuseppe Giarrusso, la giunta regionale, prima che si chiudesse il 2015, ha approvato la proposta di modifica alla legge regionale 21, del 2 dicembre 2014, che ha istituito l’Ente regionale per l’Edilizia Sociale”, e della legge regionale 12, del 4 agosto 1998, che detta le nuove norme per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e per la determinazione dei relativi canoni. Niente di trascendentale. Solo aggiustamenti, a meno che il consiglio regionale non voglia, a sua volta, prendendo in esame, come gli compete, la proposta di modifica approvata dalla giunta regionale, cogliere l’occasione per rendere l’ErEs ancora meglio organizzato e arricchito nelle funzioni. La modifica proposta dalla giunta su impulso di Giarrusso ha preso spunto dalla necessità di modificare proprio alcuni aspetti organizzativi dell’Ente , individuando,

quale vertice istituzionale, il Direttore generale in luogo dell’Amministratore unico, figura, questa, propriamente tipica della gestione di un’impresa piuttosto che di un Ente pubblico quale l’ErEs. Lezioncina di ordine amministrativo rivolta a quanti, nella foga di fondere gli Istituti autonomi delle case popolari di Campobasso e d’Isernia per farne un solo Ente, hanno creduto fosse

di sergio genovese Non c’è giorno ( sarei tentato di dire, non c’è ora) che dalla piazza o dalla stampa non ci sia un voluminoso fuoco di fila che colpisce o tenta di colpire colui o coloro che sono al comando. In questi ultimi tempi, diversamente dal passato, le critiche promosse attraversano veloci il perimetro dei problemi mentre la superficie quadrata, cioè il cuore del commento rancoroso, risulta essere l’astio epidermico che si nutre per la persona o le persone di potere. E’ vero che nei decenni chi è stato al timone non si è guadagnato la fiducia della gente perché ha dato priorità sempre alle sistemazioni individuali e non collettive, ma è anche assai vero che quasi tutti all’occorrenza, del sistema drogato ne hanno fatto uso. Il tema intellettuale è proprio questo. Hanno diritto di parola le persone che

giusto porre al vertice l’amministratore unico, soggetto di derivazione politica. Di nomina politica. Invece, per dare al nuovo Ente un corretto profilo tecnico e amministrativo, all’amministratore unico deve subentrare il direttore generale “dotato di comprovata cultura e formazione manageriale orientate al risultato, per garantire la sintesi delle diverse attività dell’Ente, fungendo da cerniera tra

lo stesso e la Regione e costituendo, al contempo, lo strumento tecnico-operativo in materia di edilizia residenziale pubblica”. Da qui, da questa affermazione, è scaturita, condivisa dalla giunta regionale, la necessità di una figura dirigenziale apicale dalle competenze sempre più caratterizzate da autonomia gestionale: insomma, minore ingerenza politica, maggiore capacità

operativa. Per arrivare a questo traguardo, Giarrusso ha chiesto inoltre alla giunta regionale di stabilire i tempi e le modalità (procedurali e organizzative) necessari per l’approvazione dei bilanci di liquidazione degli Iacp di Campobasso e d’Isernia, e le risultanze finali presentate dal commissario liquidatore. Ciò accade ad appena un anno dal varo dell’Ente regionale per l’Edilizia sociale, peraltro tutt’ora in fase di allestimento, con l’inevitabile conseguenza di vedere rallentante, se non addirittura bloccate, le attività istituzionali in materia di edilizia pubblica: un settore che accumula in progressione geometrica pressanti esigenze abitative e relative assegnazioni. Siccome, però, non si vive di solo pane, ecco spuntare anche la necessità di modificare la legge 12 del 4 agosto 1998 in chiave economico/finanziaria. Ossia, la necessità di attualizzare i compensi ai componenti le commissioni per la formazione della graduatoria delle domande per l’assegnazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica. “Pecunia non olet”. Dardo

Al rogo chi è al comando in una maniera o nell’altra dentro certi cerchi magici hanno vissuto e progredito fino a ieri ? Non appare difficile pensare che l’astio si alimenta perché oggi non si ha quello che si aveva ieri. In questi ultimi tempi sono numerosi gli attori che si propongono nel ruolo di Masaniello. Vaneggiano e pontificano nella speranza che ognuno dimentichi le storie dell’altro. E’ forte dunque la esigenza che per uscire dal pantano avremmo bisogno di profeti al di sopra di ogni sospetto, diversamente siamo alla commedia vera e propria. Diciamolo francamente, al netto degli errori e qualche volta degli orrori commessi da chi ci guida, appare persino noiosa la versione monotematica che sta portando avanti una larga parte della stampa e una larga parte della piazza. ( questa più comprensibile visti i momenti drammatici) Per non essere

frainteso voglio sostanziare che i portavoce della gente sana ( ahimè non molto numerosa) possono essere solo ed esclusivamente quelli che non hanno scheletri negli armadi. Tutti coloro che hanno ricevuto una raccomandazione per progredire di carriera, hanno vinto un concorso con l’aiuto che ha eliminato chi meritava, hanno fatto parte di famiglie di poteri e di interessi, che hanno insomma convissuto con il sistema che oggi vorrebbero spedire al rogo, dovrebbero almeno consegnarsi al silenzio e smettere immediatamente i panni dei Masanielli. Non potrebbero e non dovrebbero parlare di morale, di giustizia e via dicendo. Diversamente questo mondo e il degrado raggiunto rimarranno in assetto costante e alle persone per bene non toccherà altro che assistere all’alternanza di bande che inver-

tiranno i ruoli tra incendiari e pompieri. Allora apriamo le porte a chi nella vita ha scritto storie senza particolari e gravi peccati, che siano loro gli ispiratori credibili della protesta. Si rifugga dai venditori di parole che prima di parlare si aggiustano la chioma e si guardano allo specchio. Otturiamoci le orecchie quando i valori che dovrebbero sdoganarci dal punto basso in cui siamo, saranno rappresentati da uomini e da donne che hanno venduto la propria anima al migliore offerente. Soprattutto smettiamola di fare gli ultrà perché l’unico colore vincente della nostra squadra del cuore, dovrebbe essere la nostra coscienza e soprattutto la capacità di metterci, noi stessi, in discussione per capire se abbiamo fatto parte di quel sistema che all’occorrenza è utile ritenere nauseabondo.


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Campobasso

12 gennaioi 2016

“I mozziconi non si lasciano per strada” Il gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle ha presentato una mozione sulla questione CAMPOBASSO. Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle al Comune di Campobasso ha presentato una Mozione per l’immediato recepimento del “Collegato Ambientale” alla legge di Stabilità, recentemente approvato dal Parlamento (Atto Camera n. 2093-B) lo scorso mese di dicembre. Le nuove norme, approdate dopo un lungo e travagliato iter parlamentare, introducono il divieto di abbandono nell’ambiente dei rifiuti di prodotti da fumo e di altri rifiuti di piccolissime dimensioni (scontrini, fazzoletti di carta, gomme da masticare, …), prevedendo altresì sanzioni pecuniarie da un minimo di 30 euro fino ad un massimo di 300 euro per i soggetti che lasceranno cadere a terra i mozziconi di sigaretta. Una vera e propria rivoluzione culturale che avrà il compito di

cambiare le (pessime) abitudini di milioni di italiani che, quotidianamente ed inconsapevolmente, creano danni enormi oltre che sotto il profilo del decoro urbano, anche sotto quello ambientale e sanitario. Soltanto in Italia il numero di cicche immesse in ambiente ogni anno è stimato in circa 72 miliardi, mentre studi scientifici affermano che i mozziconi rilasciano nel suolo, nell’acqua e nell’aria, sostanze tossiche quali nicotina, benzene, catrame, ammoniaca, polonio 210, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, ecc…, che finiscono inevitabilmente nella catena alimentare. Le cicche di sigaretta sono costituite di acetato di cellulosa e non più di pura cellulosa come un tempo, e sono in grado di degradarsi, ma non “biodegradarsi”,

trasformandosi in polveri fini semplicemente “diluendosi” nell’ambiente senza svanire mai; dovrebbero pertanto essere classificate come un rifiuto tossico pericoloso per l’ambiente e come tale trattato, invece vengono sistematicamente immesse in ambiente senza nessun criterio e nessuna precauzione, creando situazioni di potenziale rischio per la salute pubblica; basti pensare che la sola nicotina contenuta nei filtri potrebbe, in caso di ingestione accidentale, risultare letale per un bambino in tenerissima età. Per questi motivi il Parlamento ha inteso legiferare nel merito, prevedendo che le amministrazioni si adoperino per il posizionamento nelle aree pubbliche di idonei contenitori per il conferimento dei rifiuti di “piccolo calibro” come le cicche o le

gomme da masticare, introducendo anche severe sanzioni amministrative che, come previsto dall’art. 40 del provvedimento, per il 50 per cento saranno destinate direttamente ai comuni per la realizzazione di apposite campagne di informazione volte a sensibilizzare i consumatori sulle conseguenze nocive per l’ambiente derivanti dall’abbandono dei mozziconi di prodotti da fumo e gomme da masticare, nonché alla pulizia del sistema fognario urbano. Con la Mozione che sarà discussa nell’ambito del prossimo Consiglio Comunale, si chiede quindi di adottare ogni provvedimento amministrativo utile al pieno recepimento della legge, ma anche di valutare la possibilità di emettere una specifica ordinanza che obblighi anche i titolari delle attività economi-

che e commerciali, (somministrazione di alimenti e bevande, bar ristoranti, uffici postali, banche, distributori e attività artigianali del settore alimentare….), a dotarsi di adeguati posa ceneri da collocare all’esterno del proprio esercizio, provvedendo allo svuotamento degli stessi nonché alla pulizia di quanto lasciato a terra dagli avventori e/o passanti nell’area antistante e prossima al proprio esercizio commerciali, atteso che il fenomeno dell’abbandono delle cicche di sigaretta risulta notevolmente aumentato a seguito del divieto di fumo nei locali chiusi, e risulta altresì concentrato nelle strade, nelle piazze e nelle adiacenze degli ingressi degli esercizi pubblici, soprattutto nel caso di assenza o carenza di specifici cestini o contenitori idonei.

Oltre sessanta giovani riuniti a Pietracupa per la presentazione di MoliHub Ha aperto ufficialmente i battenti il Polo tecnico giovanile specializzato nella ricerca e valorizzazione del territorio regionale. Sono già tantissime le adesioni Oltre sessanta giovani provenienti da vari Comuni del territorio regionale hanno partecipato questa mattina a Pietracupa alla presentazione ufficiale di “MoliHub”, il polo tecnico giovanile impegnato nella ricerca e nello sviluppo delle risorse fondamentali del territorio molisano. Un’idea innovativa nata da Roberto Colella e raccolta con entusiasmo da tanti giovani che hanno deciso di investire le proprie capacità, competenze e professionalità per favorire attivamente il rilancio del Molise. MoliHub si pone l’ obiettivo prioritario di sostenere la nascita di start-up di giovani e di attrarre sul territorio imprese innovative orientate alla ricerca e alla progettazione in diversi settori: turismo, agroalimantare, ambiente, sicurezza, urbanistica, informatica, marketing e comunicazione. Obiettivo primario è quello di generare plus-valore per l’intero territorio molisano. Hanno presenziato all’incontro odierno il Sindaco di Pietracupa Camillo Santilli, che insieme all’amministrazione comunale ha subito aderito con convinzione

all’idea, ma anche altri sindaci, amministratori e asso-

ciazioni culturali del territorio. Elemento centrale sarà la collaborazione in un modello di coworking tra professionisti e associazioni presenti all’interno dell’Hub. Intorno a Roberto Colella, direttore scientifico di MoliHub, è nato un comitato tecnico a cui hanno già aderito diversi giovani talenti laureati e ricercatori e cioè: gli

architetti Salvatore Mantegna e Giacinta Manzo; Patrizia Toscano, ricercatrice in Architettura e Urbanistica; Lorenzo Sallustio, ricercatore dell’Università degli Studi del Molise; Laura D’Ambrosio e Davide Vitiello per il settore della comunicazione; Lucio Di Gaetano, economista; Claudio Di Salvo per il web marketing; Vincenzo Lena, ricercatore ed esperto di sicurezza informatica; Lucrezia Cicchese, esperta in europrogettazione e Marina Bucci per il settore del turismo. Il prossimo appuntamento si terrà sabato 16 Gennaio dalle ore 10:00 nella sede dell’Hub di Pietracupa con il seminario sul tema “Business Model – Strategies per Startups”. Seguirà subito dopo la riunione del comitato scientifico.

Giornata del ringraziamento a Montecilfone: prospettive per l’agricoltura e clima anomalo La “Giornata del Ringraziamento”, svoltasi domenica 10 gennaio a Montecilfone, quest’anno è stata più pregnante nel suo messaggio dell’uomo chiamato alla responsabilità di essere custode del bene terra, per nutrire l’umanità ed essere vigile nell’arginare i rischi climatici e geologici. La manifestazione promossa dal presidente della Coldiretti di Montecilfone, Giorgio Manes, è stata presenziata da S.E. Monsignor Gianfranco De Luca, vescovo di Termoli e Larino. All’esterno della chiesa il clima mite, ricordava la preoccupazione degli agricoltori dopo un mese di dicembre del tutto anomalo, che ha fatto registrare, rispetto alla media, temperature massime superiori di 2,8 gradi e precipitazioni inferiori dell’87%, in Italia, che hanno determinato una storica siccità nelle campagne. Durante la Messa, concelebrata da Don Franco Pezzotta, MonsignorGianfranco De Luca ha richiamato all’insegnamento di Dio che chiede

all’uomo, per la sua realizzazione, di superare gli interessi personali per adempiere il bene collettivo. Il mondo rurale e agricolo, da sempre impegnato nel custodire la fertilità del suolo,si manifestava solidale con i contenuti dell’enciclica “Laudato si”, di Papa Francesco che, tra l’altro, ammonisce: “L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano.”. Dopo la messa si è svolta la benedizione dei trattori, quotidiani strumenti degli agricoltori per svolgere il loro alto compito di produrre cibo per tutti, mitigare i danni e custodire la natura, con la sua biodiversità. A seguire vi è stato un approfondimento sulle problematiche del mondo agricolo, coordinato dal Presidente Coldiretti di Montecilfone e dell’Unione Regionale dei Consorzi di Bonifica,

Giorgio Manes, con la partecipazione dell’Assessore Regionale all’Agricoltura, Vittorino Facciola, e del Presidente di Coldiretti Molise, Tommaso Giagnacovo, con la presenza anche del Sindaco di Montecilfone, Franco Pallotta, del Presidente dell’Associazione Regionale Allevatori del Molise, Paride Di Memmo, e della Delegata Donne di Coldiretti Molise, Mena Aloia. Sull’importanza delle infrastrutture del territorio, strade, reti idriche e manutenzione del territorio, si è soffermato Giorgio Manes. II Presidente della Coldiretti Molise, Tommaso Giagnacovo, ha fatto il punto sull’incessante attività svolta dalla Coldiretti, in tutte le filiere agroalimentari, per dare adeguata dignità agli imprenditori agricoli e competitività sul mercato alle aziende agricole, aprendo anche la prospettiva sui prossimi impegni del settore, come l’applicazione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale.


Campobasso

7 12 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Dopo aver piegato anche l’Amiternina e raggiunto il quarto posto si pensa al futuro

Rispunta l’ipotesi di Aliberti La presenza in tribuna dell’ex socio di Berardo fa pensare a qualche scenario intrigante di Gennaro Ventresca Liscia, gassata, Ferrarelle? Il campobassano, dico il tifoso rossoblù, la vuole “leggermente”. Ma leggermente che? Sempre a metà via, a quanto pare, quelli che abitano nel perimetro del capoluogo. Vorrebbero buttarsi un po’ a destra e un po’ a sinistra. In modo da poter cambiare rotta quando e come gli pare. Vi spiego un po’ meglio le cose, uscendo dalla metafora. La presenza, domenica a Selva Piana, dell’ex presidente della Salernitana e già socio calcistico di Adelmo Berardo, Aniello Aliberti, poteva sembrare un caso fortuito. Una semplice puntata nella città dove ha dato molto e ricevuto poco. Senza di lui difficilmente l’Adelmo ce l’avrebbe fatta a raggiungere la promozione

in C2. Basti ricordare i prestiti di alcuni giocatori granata, tra i quali spiccano ancora i nomi degli under Di Deo e Galantucci. Oltre alla dazione di 400 milioni di lire in contanti, con i quali il padrone del lupo potè far fronte alle impellenti spese correnti. Comprese le regalie. A mio modesto avviso Aliberti era sugli spalti per dare una sbirciata al (brutto) Campobasso, un’occhiata alla buona, giusto per farsi un’idea sulle qualità tecniche della squadra, sull’organizzazione societaria e sulla consistenza del tifo. Facile immaginare che l’invito sia partito da Giulio Perrucci che, nel 2000, era accanto all’Adelmo e quindi dello stesso Aliberti. Il quale, nel frattempo ha liberato la stanza presidenziale a Salerno per tornare ad occuparsi del commercio di gra-

naglie, di cui è uno dei pezzi grossi su scala nazionale. In atri termini: Aliberti avrebbe avuto una richiesta di tornare a dare una mano (da definire a che titolo) alla massima squadra calcistica della nostra regione. Sia ben chiaro: questa è solo un’idea del vostro cronista d’antan. Bisogna spiegare che il massacrante lavoro di Perrucci e dei numerosi piccoli azionisti è stato sin qui pregevole. Ma si sa che per raggiungere e mantenere certe posizioni servono soldi e uomini carismatici. Come Aliberti. In verità un bel presidente croccante croccante la nostra città lo avrebbe e come. Dico Edoardo Falcione, il quale però è rimasto impigliato ina serie di problematiche legate alla crisi delle sue aziende. Per questo è rimasto sempre dietro le quinte, lasciando

la prima pagina al suo fedelissimo Marco Meo e campo libero a Perrucci che si fa valere per impegno e passione, nonostante il portafoglio vuoto. S’è capito che Falcione difficilmente, possa andare oltre la munifica sponsorizzazione di Phlogas. E siccome gli incassi continuano a dimagrire e gli altri rivoli restano modesti non è possibile pensare in grande. Ecco perchè sta riaffiorando l’idea di chiedere aiuto a un imprenditore proveniente da altro ceto. Mettendo da parte i recenti proclami: “Il Campobasso ai campobassani”. Il Campobasso, purtroppo, è di chi lo finanzia. Altrimenti sarà sempre una squadra di bassa statura, costretta a dimenarsi nell’anonimato, visto che il fallimento del progetto della scorsa estate: puntare a vincere e coin-

volgere tutta la città. Tutto questo giunge proprio mentre il lavoro di Favo sta dando i suoi frutti: quarto posto solitario, anche se il gioco continua a essere deludente. Riecheggia lo slogan dei play off che fa gioco ai media, ma che non riesce ancora a far presa sulla piazza. Delusa dalla caduta negli abissini durante il breve regno di Cappellacci. Va dato merito a Corradino di aver vinto, da mister-supplente, la seconda partita di fila e agli under Di Pasquale e Lucchese di aver segnato i due gol che hanno steso la vivace Amiternina, ultima della classe, ma viva e pungente. Tanto per gradire: domenica si va a far visita alla Sambenedettese.

Giovani calciatori, festa per 200 Successo per la manifestazione del settore giovanile scolastico della Figc al PalaUnimol CAMPOBASSO. Successo confermato per l’edizione invernale della Festa del Giovane Calciatore. Circa cinquecento bambini, un numero che senza dubbio la dice lunga sull’importanza della manifestazione, hanno partecipato all’evento organizzato nei giorni scorsi dal Settore Giovanile e Scolastico della Figc regionale, in collaborazione con le Delegazioni Provinciali ed il Comitato Regionale della Federazione Italiana Giuoco Calcio Lnd del Molise. La manifestazione, che precede la festa del Fun Football, è stata riservata alla categoria “Piccoli Amici”. E’ stato un momento di aggregazione, sport e di divertimento, ma anche l’occasione per le società sportive di festeggiare la fine e l’inizio del nuovo anno insieme ai propri ragazzi, alle famiglie ed ai rappresentanti della Figc regionale ed in particolare del Settore Giovanile e Scolastico molisano guidato dal Coordinatore Federale Gianfranco Piano che, al termine

della manifestazione, ha ricevuto i complimenti di tanti genitori entusiasti e dei rappresentanti delle varie scuole calcio delle due province per l’ottima organiz-

zazione della kermesse. La festa è stata dislocata in tre diverse sedi della regione, in modo tale da agevolare la partecipazione di tutte le società nelle strutture a

Sondaggi petroliferi tra Mirabello e Cercemaggiore Concessa dal governo alla Irminio la possibilità di ricerca petrolio nell’area interna CAMPOBASSO. Il decreto Sblocca Italia ha concesso alla “Irminio” Srl la possibilità di sondare l’esistenza del greggio in un’area di 87 kmq, estesa tra i comuni di Mirabello S., Cercepiccola, Ferrazzano, Cercemaggiore, S. Giuliano del S., Campodipietra, Vinchiaturo e Gildone. Le operazioni si sarebbero concluse da poco ed hanno interessato anche terreni privati. L’Azienda ha proceduto con strumenti innovativi quali la cosiddetta camionetta vibrante “Vibroseis” che, per mezzo di una piastra idrau-

lica, posta sotto il suo pianale, crea la massa necessaria ad energizzare il suolo. Dopo di che registra l’onda generata da una

deflagrazione che viene analizzata al fine di svelare la composizione del terreno e l’eventuale presenza di petrolio.

loro più vicine. Il primo momento si è vissuto lo scorso 19 dicembre a Montenero di Bisaccia, dove hanno partecipato 150 bambini in rappresentanza di 12 società, mentre il 27 dicembre la festa si è svolta ad Isernia, al PalaFraraccio dove a far festa sono stati 120 bambini appartenenti ad 8 società sportive. L’ultima tappa della manifestazione itinerante si è svolta sabato scorso al PalaUnimol di Campobasso dove hanno partecipato circa 200 bambini in rappresentanza di 12 società. Durante la manifestazione si sono tenuti mini incontri di calcio, cinque contro cinque (con sostituzioni “volanti”), su campi di dimensioni ridotte e con un tempo di gioco della durata di dieci minuti ciascuno con rotazione tra le squadre. Al termine della manifestazione non c’è stato nessun vincitore perché a trionfare, nello spirito del calcio giovanile, sono stati tutti i bambini, gli indiscussi protagonisti dell’evento.

Sabatini presidente della Sea E’ stato nominato il nuovo Consiglio di amministrazione della società CAMPOBASSO. E’ stato nominato il nuovo Consiglio di amministrazione della Sea, la società che si occupa del servizio di igiene urbana nella città capoluogo.

Presidente, Stefano Sabatini, ex presidente di Molise Acque. I consiglieri di amministrazione sono: Gaetano Di Niro, candidato sindaco nel 2009 con il terzo polo ed Enza Iannetta.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

12 gennaio 2016

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Cinture e cellulare: 30 automobilisti sanzionati Scattata la campagna di prevenzione della Polizia Stradale IsernIa. Più di 100 veicoli controllati nel corso della mattinata e una cinquantina di autobus. Risultati: oltre trenta automobilisti sanzionati perché non in regola con l’uso delle cinture e soprattutto perché sorpresi ad usare il cellulare per telefonare, inviare messaggini o peggio ancora per scattarsi foto alla guida. E’ il resoconto della campagna di prevenzione avviata dalla Sezione Polizia Stradale di Isernia su tutte le principali arterie della provincia. Non si può continuare a guidare in maniera disattenta: i dati confermano il trend negativo nazionale che ha visto aumentare gli incidenti, con le percentuali maggiori di vittime tra gli over 30 e proprio per l’uso di telefoni alla guida.

Nel corso dei controlli a parte la contestazione della violazione si è cercato di spiegare ai conducenti le ragioni del controllo e l’importanza di guidare con cinture allacciate ed entrambe le mani sul volante. Avere lo sguardo abbassato sullo schermo dello smartphone e le mani occupate per scrivere diminuisce la prontezza dei riflessi per reagire alle situazioni di pericolo che potrebbero sorgere durante la guida: è una questione di millesimi di secondo. Molti degli automobilisti controllati in un primo momento non si sono neanche resi conto dell’alt intimato dai poliziotti impegnati nei controlli. In questi casi una telefonata NON allunga la vita!

“Buona scuola? Brutta scuola” A Isernia il Blocco studentesco contesta la riforma approvata dal governo Renzi IsernIa. “Questa buona scuola è una pagliacciata”. È questo il testo dei manifesti affissi dai militanti del Blocco Studentesco, movimento studentesco di CasaPound Italia, in tutta Italia per contestare la riforma della Buona Scuola. “Con quest’azione – afferma Alessio Capone, responsabile regionale Abruzzo e Molise del Blocco Studentesco, in una nota – vogliamo contestare con forza ancora una volta, dopo averlo già fatto tramite blitz, manifestazioni e cortei, la riforma della Buona Scuola sostenuta da Renzi e dal Partito Democratico. Non possiamo assolutamente accettare una scuola in cui i presidi manager abbiano poteri tanto grandi da poter incidere così sulla libertà d’insegnamento dei docenti, una scuola che venga sponsorizzata da privati, in quanto siamo sicuri che questi ultimi richiederebbero poi un proprio tor-

naconto personale, facendo slittare in secondo piano la formazione dello studente, non possiamo accettare l’erogazione di fondi agli istituti privati quando la scuola statale, diritto gratuito e pubblico, crolla sulla testa dei ragazzi per mancanza di finanziamenti per l’edilizia scolastica”. “Senza contare tra l’altro – continua la nota – che la riforma renziana è senz’altro pensata per demolire lo Stato Sociale, secondo una visione che pone l’economia prima della persona. È dunque scontato che al termine degli studi non avremo uno studente conscio di sé, delle sue potenzialità e dei suoi limiti, capace di affrontare con giudizio le difficoltà che la vita gli porrà dinanzi, ma un automa facilmente disperdibile e controllabile nell’atomismo economico dell’era in cui viviamo.” “L’unica riforma che si sia mai preoccu-

pata di un’istruzione in tal senso – conclude Capone - è sicuramente quella di Giovanni Gentile nel periodo in cui era Ministro della Pubblica Istruzione, in quanto, essendo ispirata ai principi dell’Umanesimo italiano, era capace non

solo di fornire nozioni tecniche ma anche di educare uomini e forgiare caratteri, unico modo per far uscire l’Italia dalla situazione di declino in cui versa da molti anni a questa parte.”

Il fagiolo tipico di Acquaviva Un legume che si sta facendo apprezzare dopo la sua riscoperta aCQUaVIVa D’IsernIa. Da anni, ormai, lavora all’ambizioso progetto dello sviluppo e della produzione del fagiolo tipico di Acquaviva d’Isernia. Un legume che si è fatto conoscere per le sue peculiarità anche fuori i confini nazionali e che chef del calibro di Niko Romito, utilizzano spesso per la preparazione di piatti di ec-

cellenza, come la ricetta “primavera” ad esempio. E’ questa la storia del fagiolo di Acquaviva d’Isernia, storia millenaria che però ha avuto inizio da una decina di anni a questa parte, quando , qualcuno in paese, si è accorto della valenza di questo prodotto. Da qui in poi sono iniziati gli studi, i lavori sul campo e le ta-

vole rotonde per invogliare sempre più gente a coltivare questo prodotto, scomparso o quasi negli anni. Una delle persone che ne custodisce i segreti maggiori in paese è la signora Silga Panzera, che ha investito tempo e denaro per avviare il progetto inerente la crescita di questo legume. All’interno della

sua abitazione, in una sorta di percorso studiato ad hoc, si trovano oggetti tipici della cultura di Acquaviva d’Isernia che racchiudono tutta la storia del fagiolo locale e delle persone che giorno dopo giorno hanno fatto si che questo prodotto si potesse sviluppare sul territorio. Un legame stretto tra cultura popolare e turi-

smo che nella casa di Silga profuma di fagiolo e di natura. In molti , qui, possono scoprire le bellezze del territorio immergendosi in un percorso di ricordi. Intanto, è allo studio un nuovo progetto di rinascita e di rilancio di questa produzione che nei prossimi anni dovrà crescere maggiormente ad Acquaviva e dintorni.

Forestale: intensificazione dei controlli volti alla tutela del patrimonio forestale regionale IsernIa – Prosegue l’attività operativa del Corpo forestale dello Stato per la tutela del ricco patrimonio ambientale e per il contrasto agli illeciti in danno al territorio. La stagione silvana, in particolare, è oramai inoltrata e sono numerosissimi i boschi sia di proprietà privata che pubblica che sono oggetto di utilizzazione per ri-

cavarne prevalentemente legna da ardere. I forestali dei vari comandi stazione dislocati sul territorio, perciò, sono impegnati nei controlli di polizia forestali volti a verificare che i tagli siano eseguiti rispettando le norme di legge. Tra i controlli salienti, che hanno consentito di individuare illeciti ammini-

strativi, si segnalano quelli effettuati dal Comando stazione di Monteroduni che hanno consentito di accertare nel comune di Longano il taglio eseguito fuori epoca di una faggeta e di erogare una sanzione pecuniaria di quasi 5.000 €. Altre sanzioni, di minore entità, sono derivate dall’accertamento di varie irregolarità nella esecuzione delle utilizza-

zioni boschive, come il taglio mal eseguito e il mancato rilascio di alberi porta-seme. Nei prossimi giorni i controlli della Forestale proseguiranno e consentiranno di prevenire e reprimere illeciti che comportano danni, talvolta irreversibili, alle varie componenti ambientali e al paesaggio.


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Termoli

12 gennaio 2016

Scuola aperta, riparte il progetto L’iniziiativa dlela Polizia di Stato ha coinvolto la scuola di Guglionesi GUGLIONESI. Con il nuovo anno, è ripresa l’attività formativa del progetto “Scuola Aperta”, con la quale la Questura di Campobasso entra nelle scuole della provincia, realizzando incontri finalizzati all’educazione alla legalità. Oggi, l’iniziativa ha fatto tappa a Guglionesi, dove gli operatori della varie articolazioni e specializzazioni della Polizia di Stato hanno incontrato gli alunni di quella scuola secondaria di primo e secondo grado. L’attività formativa, che in questa seconda edizione del progetto ha preso il via quasi in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico, ha già coinvolto – prima della pausa natalizia - gli studenti degli istituti scolastici di Larino, S. Martino in Pensilis, Ururi, Portocannone, Castelmauro, Montefalcone nel Sannio e Roccavivara. Partendo dal presupposto che il concetto di cittadinanza parteci-

pata e di legalità debba essere acquisito fin da subito e che la scuola rappresenti il luogo ideale dove avviare un’informazione corretta sulle specifiche tematiche, il progetto ha consentito, sulla base dell’esperienza acquisita già nella scorsa edizione, non solo di lavorare in modo sinergico

con le varie istituzioni scolastiche e territoriali, ma soprattutto di avvicinare – con tali specifici scopi educativi - numerosissimi giovani in età preadolescenziale e adolescenziale. Undici gli incontri tenuti dagli operatori della Squadra Mobile, della Polizia Scientifica, della

Squadra Volanti, della Polizia Postale e della Polizia Ferroviaria, nel corso dei quali il concetto di legalità è stato declinato nei suoi molteplici aspetti, toccando anche temi di grande attualità che molto spesso coinvolgono il mondo giovanile, come il fenomeno del bullismo. Non sono stati tralasciati,

inoltre, temi come l’educazione ad un uso più consapevole della rete e quello della sicurezza in ambito ferroviario. Anche con l’aiuto di filmati, gli operatori di Polizia hanno inoltre stimolato i ragazzi a fare commenti ed a esprimere opinioni, guidandoli in riflessioni più approfondite sui vari argomenti trattati. Soddisfatto per i risultati fin qui ottenuti il Questore Pagano che rivolge un sentito ringraziamento a tutto coloro hanno reso possibile la realizzazione di questa prima fase del progetto (sindaci, dirigenti scolastici, insegnanti), complimentandosi in particolare con gli studenti che, con la loro nutrita partecipazione, sono stati i veri protagonisti dell’iniziativa. L’attività in parola proseguirà nei prossimi mesi coinvolgendo gli alunni di altri istituti scolastici della provincia.

Runners, vittorie di slancio La socieà termolese ha fatto incetta di medaglie al 48esimo trofeo di Castropignano TERMOLI. Mattinata intensa e foriera di lusinghieri risultati quella che hanno trascorso dieci atleti tesserati con la Runners Termoli. Alle 9.45 erano già tutti a Castropignano pronti a ritirare i pettorali del 48esimo Trofeo Luigi Di Nunzio. Ed i successi non hanno tardato a giungere. Prima tra le Esordienti Martina Meola, che conferma grinta e carattere non solo su strada, ma anche sui sentieri impervi del cross. Brava anche sua sorella Francesca Meola, quarta tra le Cadette. Secondo gradino del podio per Akim Antonicchio, che chiude alle spalle di Mario Di Donato i 6km riservati alla categoria Juniores. Sesta assoluta Candida Pascale, prima tra le F45; prima tra le F40 Stefania Di Lisa e prima tra le F50 Angela Costantiello. Non ha deluso nemmeno sull’erba di Castropignano Piero Mignogna, quinto assoluto ad ultimare i 10km previsti dal regolamento. In gamba altresì Luca Santopuoli, 14° assoluto e terzo tra gli M45. Primo e secondo tra gli M 70 il grande Giulio Passot e Piergiorgio Brini. Entusiasmo e soddisfazione per Angela Costantiello, presidente della Runners Termoli, per il terzo posto centrato dal citato team nell’ambito della classifica riservata alle società.

Athletic Termoli, Monaco presidente Dopo tre anni di attività, è stato nominato il nuovo consiglio direttivo TERMOLI. L’Athletic club Termoli compie 3 anni e rinnova il consiglio direttivo, con la nomina come presidente del professor Mario Monaco e numerosi nuovi tesseramenti tra cui quello dell’ atleta termolese Francesca De Santis. In poco tempo la società, nata dalla comune passione per la corsa, ha riunito la maggior parte dei podisti termolesi e delle zone limitrofe (molti dei quali di ottimo livello), potendo vantare ad oggi 42 atleti masters e 57 ragazzi che hanno fatto della corsa un modus vivendi, una metafora della vita che insegna ad andare

avanti superando gli ostacoli, un modo per tenersi in forma, per so-

cializzare, per divertirsi. I bambini a partire dai 6 anni

sono seguiti dall’istruttrice federale Sabrina Simpatico, mentre la

preparazione atletica dei masters è affidata alla grandissima esperienza e passione di Gianni Di Blasio che li segue scrupolosamente nella preparazione delle gare più disparate dalla 10 km fino alla maratona. Ed è proprio in questa occasione che, il presidente e la società intera rivolgono a chiunque voglia avvicinarsi a questo affascinante sport, l’invito a contattarli visitando il sito, con possibilità di programmi personalizzati per principianti. Perché vince… chi ha il coraggio di cominciare…


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Termoli

12 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Trivellazioni, un far west Oltre alla Petroceltic al largo delle Tremiti, l’Adriatico interessato da tante autorizzazioni TERMOLI. Far west oltre le 12 miglia, milioni di ettari richiesti dai petrolieri dal delta del Po al Salento. In alcune aree torneranno tre volte con le esplosioni dell’airgun! “Serve moratoria immediata -dichiarano Coordinamento No Ombrina, Trivelle Zero Molise e Trivelle Zero Marche: agire anche a livello comunitario, manca la Valutazione Ambientale Strategica e le Valutazioni di Impatto cumulative e transfrontaliere. Il 17 gennaio riunione dei movimenti a Termoli. “Tutto l’Adriatico nelle mani esclusive dei petrolieri. Il permesso di ricerca rilasciato davanti alle Tremiti e a Termoli alla Petroceltic è solo un assaggio amaro e tra poco sarà un vero e proprio far west con un quadro devastante che si aggiunge alle decine di titoli minerari già rilasciati. E’ necessaria una moratoria immediata, si tratta di settimane” dichiarano il Coordinamento No Ombrina, Trivelle Zero Marche e

Trivelle Zero Molise. I tre movimenti hanno prodotto un quadro riassuntivo aggiornato a ieri delle richieste dei petrolieri per tutto l’Adriatico, dal Veneto alla Puglia. I dati sono tratti dal sito dell’UNMIG del Ministero

dello Sviluppo Economico (http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/). Sono state considerate le istanze di Permesso di Ricerca, Permesso di Prospezione e Concessione di Coltivazione in tutto o in parte ricadenti oltre le

12 miglia, in quanto con la legge di stabilità entro le 12 miglia non sarà più possibile rilasciare altri titoli minerari. Per ogni istanza si riporta il codice, la società richiedente, l’estensione e brevemente lo sta-

dio dell’iter amministrativo. Tutto ciò si aggiunge ai titoli già vigenti (si allega anche la mappa aggiornata al 31/03/2015 dove ovviamente non compare il Permesso rilasciato alle Tremiti pochi giorni fa). In tutto ci sono ben 23 istanze dei petrolieri che interessano praticamente tutto l’Adriatico, con milioni di ettari richiesti. Di queste ben 13 istanze di Permesso di Ricerca sono in dirittura d’arrivo, perché per 9 il Decreto finale del Ministero dello Sviluppo Economico è atteso a momenti e per altre 4 sta per essere emanato il Decreto di Compatibilità Ambientale da parte dei Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali dopo il parere positivo della Commissione VIA nazionale dello scorso 15 maggio 2015. Pochi mesi e anche queste istanze saranno quindi definite. Più lungo l’iter che attende le altre 10, di cui sette istanze di permesso di Ricerca e tre di Concessione di Coltivazione.

Droga in trasferta, arrestato termolese Il giovane è stato colto in flagranza di reato dai carabinieri a Matelica con 200 grammi di marijuana MATELICA. I carabinieri di Matelica hanno arrestato un 23enne di Termoli. A insospettire i militari è stato il continuo via vai di giovani dal suo appartamento. Il ragazzo si era trasferito a Matelica per stare vicino alla fidanzata, studentessa universitaria e secondo i militari per mantenersi spacciava sostanze stupefacenti agli studenti.

Nel corso dell’ultimo appostamento i carabinieri lo hanno trovato in possesso di 200 grammi di marijuana e 10 grammi di hashish nascosti in vari angoli dell’abitazione insieme a tre bilancini di precisione e bustine per il confezionamento delle dosi. Con lui c’era un ventenne di Matelica, che aveva acquistato diversi grammi di hascisc. Crema è agli arresti domiciliari, per il giovane cliente è scattata una denuncia.

Al Vietri, furto con scasso Ignoti hanno portato via il contante custodito nell’ufficio di segreteria LARINO. Dopo il furto al pass-cup dell’ospedale San Timoteo di Termoli, la segnalazione sull’assenza della sorveglianza nei due poli ospedalieri del Basso Molise non è passata inosservata nemmeno al Vietri di Larino e così nottetempo ignoti si sono intrufolati all’interno della struttura attraverso una finestra, rompendola. A farne le spese i pochi contanti presenti nell’ufficio che accoglie gli utenti per la prenotazione della diagnostica Asrem e soprattutto arredi, suppellettili e fotocopiatrici, danneggiati in modo significativo. Sul furto indagano i Carabinieri della compagnia di Larino.

Uno scrittore a cena Diego De Silva l’invitato dall’associazione Sopra le righe di Termoli TERMOLI. Sabato 16 gennaio, alle ore 20,30 torna UNO SCRITTORE A CENA, rassegna di cucina e cultura alla suaterza edizione. Un incontro informale e conviviale dove, attorno ad un unico tavolo, si assaporeranno i piatti cucinati dal cuoco Salvatore Marinucci del Ristorante Il Porto di Termoli e si ascolterà la cultura attraverso le parole dello scrittore Diego De Silva. La se-

rata ha già registrato un quasi tutto esaurito sin da subito, lasciando sorprese le stesse organizzatrici Emma Sarcinelli e Donatella Langiano dell’Associazione Culturale SopraLeRighe, contente che la città di Termoli abbia dimostrato apprezzamento per eventi di tale portata. “Nel 2016 abbiamo pensato – affermano le stesse organizzatrici – di coinvolgere ristoranti di Ter-

moli del tutto nuovi ad iniziative di questo genere sia per creare un turnover e permettere così ai nostri soci provenienti da più parti d’Italia di gustare nuovi piatti sia per far conoscere location sempre diverse”. La rassegna, patrocinata dal Comune di Termoli per il secondo anno consecutivo, ha come principali protagonisti sia lo scrittore che e il cuoco o lo chef del ristorante ospitante.



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Opinioni

12 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

di Claudio de Luca Il sen. Di Giacomo ha reso nota, tramite un “social”, una cosa che oramai tutti sapevamo, eccezion fatta per la Segretaria del Pd. “Il Molise, da quando è governato da certi statisti, sarebbe sprofondato ulteriormente”, ha detto senza peli sulla lingua. Il Pil per abitante sarebbe stato di circa 18.000 euro, contro la media nazionale di 28.000. Nel biennio 2013/’14 si sono persi 8.000 posti di lavoro. Le esportazioni si sono ridotte del 9,7%. Il tasso di occupazione è risultato essere del 48,5%, con una disoccupazione del 15,2% (contro una media nazionale del 12%). Quella giovanile (sotto i 24 anni) è aumentata dal 42% del 2012 al 50% del 2014, con una percentuale del 30% di giovani che non studiano e che non lavorano. Il 70% della popolazione guadagna al massimo il 40% del reddito medio regionale. Il 30% dei cittadini molisani risulta essere a rischio povertà. Però sarebbe ingeneroso non rilevare che i segnali di vitalità dell’economia meridionale, visibili già nella prima parte dell’anno, si sono infittiti, tanto da far prevedere la possibilità di valori timidamente positivi già alla fine del 2015. Purtroppo le vedute del senatore (di fonte “Svimez”) sono un po’ datate e sono state puntualmente rettificate da altre sigle (“Confindustria” e Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) Secondo queste fonti il pil del Mezzogiorno dovrebbe tornare a salire dello 0,2% nel 2015 e più robustamente nel 2016 (+1%). Naturalmente, in un caso e nell’altro, la crescita sarebbe inferiore a quella del resto del Paese. In compenso prospettive moderatamente positive sono state confermate anche dall’ “Indice sintetico dell’economia meridionale”, aggiornato con cadenza semestrale, che fotografa anno per anno lo stato di salute economica del Sud. Difatti, secondo le stime, nel 2015 ha fatto registrare, per la prima volta dal 2011, un valore positivo sia pure del solito 0, … Tre indicatori su cinque (Pil, Export e Occupazione) sono in crescita; e solo quello delle imprese, sostanzialmente stazionario, continua a far segnare valori negativi, anche se il calo appare minore rispetto a quello degli anni precedenti. Come negli anni scorsi, dunque, sono i bassi investimenti a condizionare le prospettive di ripresa del Sud e, diciamolo pure, l’incompetenza ed il cenerentolismo di certi Esecutivi regionali. Il clima delle imprese manifatturiere si mantiene ai massimi livelli degli ultimi quattro anni, facendo segnare un valore di due punti più elevato rispetto ad un anno

AAAL’Istat nel rapporto sulle “Condizioni di vita dei pensionati” in Italia rileva che il reddito medio pensionistico netto è di 13 mila 647 euro, circa 1.140 euro mensili. Tenendo conto di tutti i trattamenti, la metà dei pensionati percepisce meno di 12 mila 532 euro (1.045 euro mensili). Dallo stesso rapporto emerge che nel 2014 i pensionati erano 16,3 milioni e hanno percepito in media un reddito pensionistico lordo di 17 mila e 40 euro. Le donne sono il 52,9% e ri-

(+4,6%) e delle medie imprese (+1,9%), ma non quello delle piccole (in calo del 2,3%): queste sono pero’ la stragrande maggioranza (99%) e condizionano il risultato complessivo. A spingere il manifatturiero meridionale, soprattutto della sua componente piu’ strutturata, contribuisce in modo significativo l’export che, rispetto al III trimestre 2014, fa registrare +3,1%, trainato dal +26,3% dei mezzi di trasporto e dalla crescita (che continua) dell’agroalimentare (+9%). Nei primi nove mesi dell’anno, le esportazioni meridionali sono state pari, in valore, ad oltre 31,4 miliardi di euro, oltre 1 miliardo in più rispetto al corrispondente periodo del 2014. Anche l’export dei distretti meridionali, nei primi sei mesi del 2015, conferma la tendenza positiva (+11,6%). In miglioramento anche le dinamiche creditizie: nei primi sei mesi dell’anno, infatti, si rafforza la domanda di credito al Sud (soprattutto nel manifatturiero), assieme ad un allentamento delle condizioni praticate per l’offerta di credito. Così, per la prima volta dopo molti trimestri negativi, tornano a crescere gli impieghi (+1,2%), a fronte di una sostanziale stazionarietà delle altre ripartizioni. Crescono, tuttavia, anche le sofferenze, che hanno ormai superato la soglia dei 40 miliardi di euro (pari al 14,3% del totale dei crediti concessi) su un totale di 140 sul piano nazionale. Scendono i tassi attivi sulle operazioni a breve, anche se rimane un differenziale di circa 1,1/2 rispetto alla media italiana. Secondo la ricerca si conferma un clima timidamente positivo anche per il Sud, ancora lontano pero’ da poter essere considerato una vera e propria ripresa. Pesa, in particolare, il dato degli investimenti, pubblici e privati. Dal picco del 2007, infatti, gli investimenti fissi lordi sono calati di oltre 34 miliardi di euro, toccando nel 2014 il valore minimo di 55 miliardi. Particolarmente forti i cali dell’industria e delle costruzioni, dimezzati dal 2000 a oggi. Decrementi ingenti fanno registrare anche gli investimenti pubblici. Al netto delle partite finanziarie, tra il 2009 ed il 2013, la spesa in conto capitale della PA si e’ ridotta di oltre 5 miliardi di euro, ben al di sotto dei valori del 2000.

Nuovi fondi: quando si parla del Molise, lo Svimez non è la Bibbia fa; segnale analogo viene dai consumatori, che esprimono anch’essi fiducia rispetto agli ultimi quattro anni. L’indagine in questione permette di sostenere che, al miglioramento delle aspettative ha contribuito la crescita dell’occupazione al Sud: nei primi nove mesi dell’anno, infatti, sono stati 136.000 in più, rispetto all’anno precedente, gli occupati nelle regioni meridionali, riportando il dato vicino alla soglia psicologica dei sei milioni di occupati (5 milioni e 970 mila). Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il tasso di occupazione sale al Sud dell’1,1%, lo 0,3% in più della media nazionale mentre la disoccupazione cala di 2 punti percentuali (sempre rispetto al III trimestre 2014), scendendo al 17,6%. All’incremento degli occupati meridionali ha contribuito lo sgravio per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Nei primi nove mesi dell’anno sono state quasi 290mila le assunzioni agevolate al Sud su di un totale di 900mila: il dato sulla Cassa integrazione, tornato sui livelli pre-crisi, conferma a sua volta la stabilizzazione del-

l’economia meridionale dopo sette anni di turbolenza. Certamente si tratta solo di segnali, perche’ il macigno della disoccupazione, soprattutto giovanile (ben rappresentata dal 38,9% di NEET meridionali) è solo scalfito; ma sono segnali, per la prima volta, di segno chiaramente positivo. Il processo di selezione dell’apparato produttivo, che ha caratterizzato gli ultimi anni, sembra ormai essere vicino al termine. Il saldo delle imprese attive, infatti, si è ormai stabilizzato (-0,1% rispetto al III trimestre del 2014), con poco meno di 1 milione e 700 mila imprese in attività: continua, come già negli anni precedenti, sia la crescita delle imprese “in rete” (oltre 3.100) sia quella delle societa’ di capitali (ormai piu’ di 270mila), indice di un processo di irrobustimento del tessuto produttivo del Sud più sostenuto di quello del Centro Nord (+5,4% rispetto a +2,6%). Si riduce il numero medio di procedure fallimentari in quasi tutte le regioni meridionali, così come il numero di società con almeno un protesto nell’anno, mentre torna positivo nel 2014, il fatturato delle grandi

Istat: ai pensionati 1.140 euro al mese, ma alle donne seimila euro cevono mediamente importi di circa 6 mila euro inferiori a quelli maschili. L’importo medio annuo per gli uomini, in termini lordi, è di 20 mila 135 euro, mentre per le donne si ferma a 14 mila 283 euro. Nel rapporto dell’Istat si legge anche che , le pensionate che ricevono integrazioni al minimo sono 2,9

milioni, l’81,4% del totale, un numero di oltre quattro volte superiore a quello degli uomini (673 mila). Il grado di istruzione fa la differenza, almeno se si guarda agli assegni da pensione. Se il pensionato possiede un titolo di studio pari alla laurea, il suo reddito lordo pensionistico (circa 2.490 euro mensili) è più che doppio di quello delle persone senza titolo di studio o con al più la licenza elementare (1.130 euro).


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